vivi consapevole n 34 - rivista

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Consapevole 1 Numero 34 - € 2,50 - Agosto/Ottobre 2013 ViviConsapevole, Macrolibrarsi, trimestrale, Agosto/Ottobre 2013 n.34, Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB Forlì

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ViviConsapevole è il frutto della passione di Macrolibrarsi nel comunicare informazioni che pensiamo possano migliorare il mondo in cui viviamo.

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TM Consapevole Consapevole 1

Numero 34 - € 2,50 - Agosto/Ottobre 2013

Vivi

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2 Consapevole Consapevole TM

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TM ViviConsapevole - Autunno 2013 ViviConsapevole.it 1

CI TROVI NELPAD. 35STAND C57–D58

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tualità. Per questo abbiamo deciso di creare una rivista gratuita stampata in 30.000 copie, in grado di raggiungere, sensibilizzare e appassionare un pubbli-co sempre più vasto. I riscontri positivi che riceviamo ogni giorno da voi lettori, le proposte di collaborazione e i con-tatti che arrivano sempre più numerosi ci fanno capire che siamo sulla giusta strada! Pensando di fare cosa gradita al nostro crescente pubblico abbiamo deciso di ampliare la rivista con un catalogo di libri e prodotti naturali dei migliori for-nitori Macrolibrarsi: puoi trovare il catalogo sul retro della rivista.

ViviConsapevole è sempre alla ricerca di nuovi spunti, di suggerimenti su pos-sibili miglioramenti: non esitare a con-tattarci per proporre gli argomenti che vorresti vedere trattati sulla rivista e le tue personali esperienze di decrescita o di risparmio.Scrivici a [email protected]: ogni tuo suggerimento è prezioso!

Buona Lettura

Lo staff di Macrolibrarsi e ViviConsapevole

Vivi Consapevoleagosto/ottobre 2013Anno X– numero 34

EditoreMacrolibrarsi di Golden Books

IdeatoreGiorgio Gustavo Rosso

Direttore ResponsabileMarianna Gualazzi

[email protected]

Responsabile di RedazioneRomina Rossi

[email protected]

In RedazioneAngelo Francesco Rosso

[email protected] Cirielli

[email protected]

Grafica e Uff. AbbonamentiEditing , Casa Editrice &

Servizi Editoriali - Cesena (FC)Tel. 0547 347627

[email protected]

Ufficio commercialeFrancesco Rosso

[email protected]

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero

Elena ParmiggianiSilvia Strozzi

Alessandra SpinaStefania Rossini

Dealma FranceschettiGrazia Cacciola

Karola KönigClaudia Porta

Luigi FoschiMarta Dina Renata Carugati

Valerio PignattaLuca Fortuna

Vincenzo ValesiRomina Santoli

Simona Oberhammer

Immagini acquistate suwww.sxc.hu

www.shutterstock.comCopertina: Shutterstock, Inc.Copyright:

Dudarev Mikhail

StampaGrafica Editoriale Printing

Bologna

Macrolibrarsi e ViviConsapevole: costruiamo insieme un futuro migliore

Pensiamo che un mondo più consape-vole, più etico, più sano sia la miglior strada per la felicità personale, per il benessere globale e per garantire il futuro di questa terra e dei suoi abitan-ti. Macrolibrarsi diffonde conoscenza e consapevolezza sotto forma di libri, riviste, dvd, prodotti naturali, corsi ed eventi: nel mondo che vogliamo vedia-mo persone più consapevoli, che amano se stesse e la natura, che vivono in armonia con il prossimo, che ricercano e divulgano con passione nuove idee per un avanzamento collet-tivo di stampo ecologico-spirituale.

Per raggiungere gli obiettivi della nostra Mission, oltre all’e-commerce Macrolibrarsi.it, abbiamo deciso di intraprendere nuove strade e dare vita ad altri progetti: La Fattoria dell’Au-tosufficienza — il progetto in perma-cultura sull’Appennino Romagnolo, centro studi di ecologia applicata; Macrolibrarsi Store — il negozio con erboristeria, alimenti biologici e libre-ria; ViviConsapevole — la nostra rivista istituzionale gratuita. Dal 2012 ViviConsapevole è distribuita a tutti i clienti di Macrolibrarsi.it, nelle principali fiere di ecologia e benesse-re e sul territorio nazionale in diversi esercizi commerciali a tema (negozi di alimentazione biologica e naturale, ambulatori di medicina alternativa, centri olistici, agriturismi…).Inoltre è scaricabile gratuitamente attraverso il web e sull’Apple Store. Con ViviConsapevole vogliamo diffon-dere i contenuti in cui crediamo, con-tenuti di qualità sui temi dell’agricoltu-ra naturale, dell’alimentazione biologi-ca e vegetariana, dell’autoproduzione e del saper fare, delle energie rinnovabili e del risparmio di risorse, della condi-visione e della vita in comunità, della salute e del benessere, delle medicine alternative, del self help e della spiri-

VUOI RICEVERE VIVICONSAPEVOLE DIRETTAMENTE A CASA TUA?Abbonati sul nostro sito viviconsapevole.it o chiama lo 0547347627, pagherai solo € 9,00 di spese di spedizione!

Oppure scarica gratuitamente dal sito la rivista in formato pdf o scarica la app per iPad dall’Apple Store.

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Inaugura il 21 settembre a Cesena il primo negozio Macrolibrarsi Store, dove potrai toccare con mano la

filosofia che ci anima. Vieni a trovarci, ti aspettiamo!

Siamo nati come catalogo libri di vendita per corri-spondenza. Poi siamo diventati negozio online, raggiungendo tutti

gli obiettivi di crescita che ci eravamo prefissati, e anche di più. Poi abbiamo preso un podere abban-donato nell’Appennino Romagnolo e lo abbiamo trasformato nel progetto Fattoria dell’Autosufficienza: una scuola di pratiche sostenibili e agri-coltura naturale che cresce di anno in anno. Poi abbiamo ideato e realizzato ViviConsapevole, la nostra rivista aziendale, con lo scopo di diffondere gratuitamente contenuti di qualità legati al mondo dell’ecologia e del benessere di corpo, mente e spirito. Poi siamo diventati “Azienda Etica” e ci siamo dati ambiziosi obiettivi futuri di sostenibilità ambientale e responsa-bilità sociale. Poi? Cosa puoi aspettarti ancora da Macrolibrarsi?

La nostra ultima sfida si chiama Macrolibrarsi Store: il nostro primo negozio fisico che aprirà le porte il 21 settembre 2013 a Cesena, in via Emilia Ponente 1705 In uno spazio di 250 mq troverai un ampio assortimento dei prodotti che caratterizzano da sempre il nostro cata-logo: libri, prodotti naturali per l’igie-ne della persona e della casa, accessori per la casa, abbigliamento, articoli da regalo, alimenti bio, sementi, prodotti freschi regionali e a km 0. Ma perché in questi tempi di crisi abbia-mo deciso di aprirci alla città e dare vita al negozio? Prima di tutto perché credia-mo nelle scelte coraggiose, soprattutto se fatte in tempi bui e soprattutto se alla base ci sono valori forti da condividere, diffondendo i quali è possibile cambiare e migliorare il mondo. Inoltre il negozio ci dà la possibilità di conoscere meglio i vecchi clienti e di farci incontrare tante nuove per-sone; ci rende visibili nella città e nel territorio circostante, facendoci diven-

tare un punto di riferimento non solo per gli acquisti, ma sopratutto per la proposta culturale di stampo ecolo-gista che stiamo portando avanti con sempre maggiore convinzione – non a caso all’interno del negozio è stato progettato uno spazio per ospitare incontri, seminari, conferenze. Quando verrai a trovarci in nego-zio, troverai la tua copia gratuita di ViviConsapevole, esattamente come se acquistassi dal nostro sito macrolibrar-si.it. Anche se non sei di Cesena, ma magari abiti in Romagna o se vivi più lontano e capiti dalle nostre parti ricorda che dal 21 settembre 2013 potrai sempre venirci a trovare al Macrolibrarsi Store di via Emilia Ponente 1705: saremo lieti di conoscerti e di accoglierti nella nostra nuova “casa”!

Continua a seguirci perché le novità non sono terminate... e abbiamo tanti nuovi progetti favolosi in serbo per te!

Lo staff di Macrolibrarsi e ViviConsapevole

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l Intervista a Mario TozziPovera, calda e affollataLa Redazione 18l Focus: Fibre NaturaliVestirsi in fibre naturali: una carezza per la pelle e la saluteRomina Rossi 22Perché vestirsi di canapa?La Redazione 24Mi vesto di bamboo!Romina Rossi 26Il buon Sonno ecologicoKarola König 27

l Fare da séIl maglioncino... in tre pezziClaudia Porta 30La lana cottaClaudia Porta 32l Speciale: Isolanti NaturaliTieni calda la tua casa con la lana di pecora Luigi Foschi 34Filosofia e pratica del cappotto Marta Dina Renata Carugati 36l Medicina olisticaLa vitamina D quando il sole non c’èValerio Pignatta 40Argilla: terra delle meraviglieLuca Fortuna 44La pillola è la scelta giusta per te?Marianna Gualazzi 48Impotenza: curarla con la Maca, il Catuaba e il Tribulus Erbavoglio 50Una colazione di energia per il corpo e lo spirito Jayadev Jaesrscky - Nandini Cerri 52

Stress e ansiaVincenzo Valesi 54Star of Bethlehem: il fiore che cura le feriteRomina Santoli 57

l Bambini e GenitoriHomeschooling: la scuola a casa Marianna Gualazzi 58

l Pianeta Donna Gymintima: ginnastica per donneRomina Rossi 61

Pelle sempre giovane con la NaturopatiaSimona Oberhammer 62

l Consigli di LetturaPerdonare per crescereLa Redazione 64

CucinaFrutta secca, energia dalla NaturaSilvia Strozzi 8Vellutate e zuppeAlessandra Spina 10A tavola a costo zero Stefania Rossini 11Autunno, tempo di zucca Dealma Franceschetti 12L’Essiccazione, un’antica arte mai abbandonata La Redazione 14

AgricolturaIn compagnia dell’arcobalenoElena Parmiggiani 6Verso l’autunno, seconda primaveraGrazia Cacciola 16

Eventi 66

Indice

RUBRICHE

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vivenza e prosperità. In tutto il mondo la tendenza è simile, siamo passati da 7000 varietà di mela a 5, dall’utilizzare piante spontanee in cucina (il preboggion di ligure memoria) a solo 5 o 6 verdure a foglia larga, di cui gli onnipresenti spinaci la fanno da padrone. Ultimamente si sta riscoprendo l’orto, la coltivazione degli ortaggi e degli alberi da frutto, il salvataggio dei semi. Molte sono le iniziative di scambio semi in Italia, tra cui il famoso “mandillo” che si tiene in gennaio. Moltissimi sono gli orti comunitari, gli orti sinergici, gli orti di transizione, le coltivazioni sperimentali. Cosa altrettanto fonda-mentale è che si stanno riscoprendo i sapori, il valore nutritivo delle ver-dure coltivate da sé e la bellezza di riscoprire le varietà usate un tempo come la prugna coscia di monaca o la pera cocomerina, il pomodoro da secco (da coltivare senz’acqua) o il chayote (zucca centenaria). Si mol-tiplicano le feste e le celebrazioni di

nutrienti disponibili, della piovo-sità, della fertilità, delle origini e del passato delle piante. Ma sono anche memoria del nostro passa-to, delle nostre migrazioni, delle nostre battaglie come specie umana contro la carestia, dell’adattamento della nostra specie ad ambien-ti nuovi e mai visti prima, della nostra pazienza nel selezionare varietà, nella creatività e ingegno.

Ripopolare l’orto di semi dimenticatiI Fanton hanno viaggiato molto, in tantissimi Paesi del mondo e con loro hanno portato un messaggio di consapevolezza e speranza ai popoli con cui sono entrati in con-tatto. La battaglia contro la perdita di biodiversità dura da molti anni e la strada è costellata di espe-rienze molto belle e altre tristi, in cui abbiamo perso, specie dopo specie, varietà dopo varietà, il 90% dei frutti e dei vegetali usati dalla specie umana per la propria soprav-

In compagnia dell’ARCOBALENO

Elena Parmiggiani

Sabato 29 giugno i coniugi Michel e Jude Fanton, autori deIl manuale per salvare i semi dell’orto e la biodiversità sono stati alla Fattoria dell’Autosufficienza per presentare il loro libro e sensibilizzare al salvataggiodei semi

Salvare i semi per salvaguardare il futuroDurante il workshop sui semi, i coniugi Fanton hanno raccolto fiori e semi dagli orti e poi hanno mostrato e spiegato in dettaglio piante e semi raccolti, dando sug-gerimenti e consigli per la raccolta e la conservazione. Il messaggio fondamentale che queste due persone stanno trasmet-tendo è che tutti noi possiamo e dobbiamo dare un contributo alla salvaguardia della biodiversità e più che le banche dei semi possono fare le reti di persone, che insieme portano avanti o porteranno avan-ti un piccolo pezzo della nostra storia. Sì, perché i semi non sono “solo” cibo. I semi sono infor-mazioni: del suolo, del clima, dei

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V ita in Fattoria

verdure che si consideravano estinte, si fanno finalmente pani di qualità ottima e digeribili con grani veramente anti-chi come il Gentil Rosso, senza dover pagare marche inventate ad hoc che fanno campagne di marketing sulla bontà del loro prodotto (ma del tutto simile ai grani moderni). Si ricomincia a utilizzare e diffondere la pasta madre e con essa si ottiene il recupero di tempi e riti antichi, di modi che conta-giano in modo benevolo la modernità.

*Un seme è un sogno, pronto a nascere e ad avverarsi non appena le condizioni sono favorevoli

Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 089 433

Michel e Jude FantonIl manuale per salvare i semi dell’orto e la biodiversità

Arianna Editrice, 2013

Cosa leggere

Stili di vita che diventano sostenibili non è solo uno slogan, si può final-mente dire che ci si fa il pane in casa, il sapone, si mettono da parte i fagioli di lamon dello zio ottuagenario e ci si gode la fioritura della borragine nell’orto. Poi si fanno i primi passi, si comincia con le cose più semplici, come un seme di pomodoro, per arri-vare in compagnia di un arcobaleno di bustine autoconfezionate, magari recuperando quelle del tè e degli infu-

si oppure un origami di vecchi giorna-li, a tante varietà di piantine speciali a noi care da scambiare e da coltivare nelle stagioni successive. Un seme è un sogno, pronto a nascere e ad avverarsi non appena le condi-zioni sono favorevoli.Grazie a Jude e Michel e a tutti i seed savers del mondo, si possono cono-scere molte informazioni su tantissime piante coltivate e salvare i propri semi è un primo passo alla portata di tutti.

I seed savers sono la musica del mondo!Così li ha definiti Michel Fanton durante un’intervista rilasciata al Gruppo

Editoriale Macro, parlando dei seed savers. Aggiunge la moglie, Jude, che

i salvatori di semi: «Sono un terzo del mondo, vivono in piccole fattorie

e preservano la biodiversità dell’agricoltura. Gli altri due terzi del mondo

dipendono da loro proprio per la biodiversità che stanno salvando».

Si tratta di un compito molto importante, quindi, ma per niente difficile come spiegano ancora i coniugi:

«Per diventare seed savers non servono abilità speciali, tutti lo possono fare. Si comincia con qualche seme

piantato nel proprio orto, così si diventa salvatori di semi».

La rete di salvatori di semi, nata in Australia, si sta diffondendo a macchia d’olio anche nel nostro Pae-

se, dove è attiva l’associazione di Civiltà Contadina (www.civiltacontadina.it), che con una piccola quota

permette di ricevere dei semi in custodia da piantare e tramandare di generazione in generazione. Più si è

meglio è, perché, come fanno notare i Fanton: «Se per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio, per

preservare un seme ci vuole un’intera comunità di persone: i contadini, coloro che vendono i semi e i consu-

matori». Guarda l’intervista completa su www.youtube.com/user/macrogruppoeditori

Francesco Rosso con i coniugi Fanton durante il corso in fattoria.

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vitamine, proteine e grassi ne fa un rinforzante del sistema nervoso, costi-tuendo un sano e saporito antidepres-sivo naturale.

provitamina A, come anche i pinoli che, al pari dei fichi, presentano inol-tre fosforo, calcio e ferro. I datteri sono una buona fonte di magnesio e potassio; le arachidi, oltre alle vitamine, contengono anche rame e zinco e l’albicocca è ricca di caroteni e di magnesio e l’uva passa di ferro, potassio e vitamina E. Da non dimen-ticare, poi, la riserva di proteine, che dispensano soprattutto il pinolo e l’a-rachide (29,6 e 29 g per 100 g), seguiti da mandorla, noce e nocciola (18,6 g, 14,8 g e 12,6 g per 100 g). È importante assumere una certa quantità di frutta secca lipidica ogni giorno (soprattutto le noci), in quan-to i grassi in essa contenuti sono in prevalenza mono e polinsaturi, e, quindi, benefici per la salute delle arterie. Le noci, fra l’altro, sono una delle rare fonti di acido linolenico, un acido grasso essenziale (appartenen-te alla famiglia degli omega 3), che dobbiamo necessariamente assumere con l’alimentazione. La frutta secca in generale è anche molto ricca di calcio e, quindi, utilissima nella cal-cificazione delle ossa. È consigliata, quindi, alle donne in menopausa e in gravidanza ma anche ai bambini, agli adolescenti e a coloro che praticano sport anche a livello agonistico. Inoltre, ha proprietà antisettiche, las-sative e ricostituenti. Il particolare e originale equilibrio di sali minerali,

Silvia Strozzi

Frutta seccaenergia dalla

Natura

La frutta secca propriamente detta, come lascia facilmente intuire la stessa definizione, è la frutta che è stata fatta essiccare, ad esempio, pru-

gne, pesche, albicocche, uvetta, fichi, ananas, mele, pere, datteri eccetera. Attraverso l’essiccazione viene elimi-nata l’acqua di cui la frutta è solita-mente in buona parte composta. Una volta essiccata costituisce un vero e proprio concentrato di vitamine e minerali, e anche di calorie.La frutta oleaginosa, invece, com-prende mandorle, noci, nocciole, arachidi, anacardi. Questa rappresenta una preziosa fonte di proteine e di importanti minerali e oligoelementi, quali calcio, ferro, potassio, fosforo, magnesio e zinco.

Quali sono i pregi della frutta secca? Molta energia, tanti minerali e niente colesterolo. Questi sono i pregi della frutta secca, grazie ai quali può essere considerata un alimento completo. È più calorica della frutta fresca, ma più ricca di fibre, è facilmente digeribile e aiuta l’intestino. In particolare, la prugna è il rimedio privilegiato contro la stitichezza; la noce contiene il colesterolo “buono”, utile per combattere i radicali liberi; la mandorla apporta magnesio, vitamina E e proteine vegetali di buona qualità; la nocciola ha le vitamine B

1, B

2, la

Come e perché utilizzare la frutta essiccata e la frutta oleaginosa

DOLCETTO ALLE PRUGNE SECCHE

200 g di prugne secche

300 ml di latte di mandorle

150 ml di crema di riso

60 g di sciroppo d’acero

60 g di farina integrale

3 uova 1 cucchiaio di lievito in polvere.

Ponete le prugne a macerare in

un bicchiere di acqua tiepida.

Sbattete le uova, unite il latte, lo

sciroppo d’acero, la crema di riso

e la farina, il lievito setacciato e

mescolate bene.

Incorporate le prugne, versate

il composto in una pirofila o dei

pirottini monoporzione da forno

rivestiti di carta da forno.

Cuocete in forno a temperatura

media per circa 30 minuti,

servitelo nella stessa pirofila.

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Naturopata ed esperta di cucina naturale, giornalista pubblicista, Silvia Strozzi cura per Macro Edizioni la collana di cucina “Cucinare NaturalMente… per la salute”. Ha scritto sempre per Macro Edizioni i libri di cucina per bimbi 100 baby pappe e 100 baby ricette. Tiene con continuità conferenze e corsi di cucina naturale per la famiglia.

Silvia Strozzi

QUINOA CON ZAFFERANO E PISTACCHI

Lasciate in infusione lo zafferano in un bicchiere di latte di avena per almeno un ora. Soffriggete lo scalogno con 2 cucchiai di olio d’oliva extravergine e uno di acqua tiepida. Unite il cereale e fate cuocere per 30 minuti circa a fuoco lento. Salate e pepate. Unite lo zafferano e il suo latte, quindi mantecate con il tofu vellutato. Servite la zuppetta con i pistacchi tritati.

150 g di quinoa1 scalogno1 cucchiaino di zafferano in pistilli3 cucchiai di pistacchi non salati3 cucchiai di crema di tofu “vellutata”

un bicchiere di latte di avenaolio d’oliva extravergine q.b.sale e pepe

A chi è sconsigliata?

Si tratta di frutta con un’elevata quantità di calorie, quindi è sconsigliata se si sta seguendo una dieta ipocalorica. Ci sono, poi, categorie di persone che si devono astenere dal consumarla, per esempio chi soffre di problemi renali e i diabetici, che devono evitarla per l’alto contenuto di zuccheri. Anche chi è affetto dal morbo di Crohn in fase acuta, da rettocolite ulcerosa o chi soffre di colite, perché queste sono malattie che impongono una dieta priva di fibre.

CAROTINE ALL’OLIO DI ZENZERO E ANACARDI

4 carote medie2 cucchiai di olio d’oliva extravergine

1 pezzetto di zenzero

50 g di anacardi non salati

qualche foglia di menta fresca

1 pizzico di curry

1 cucchiaio di olio di sesamo

sale e pepeLa sera prima mettete lo zenzero fresco grattugiato in un barattolino,

copritelo con l’olio d’oliva extravergine e lasciate in infusione.

Scaldate l’olio di sesamo in un padellino antiaderente, unite gli anacardi e

fateli tostare leggermente. Aggiungete il curry e saltate velocemente, quindi

spegnete il fuoco e tenete da parte. Tagliate le carote a julienne, conditele

con sale, pepe e l’olio allo zenzero, aggiungete gli anacardi interi e decorate

con striscioline di menta fresca. Servite subito.

Libri Musica Video Bio-Shop Eventi

macro librarsi.it

[email protected]: 0547 345091

Ordinare è Facile, Comodo,Conveniente e Sicuro

Numero Verde800 974 001Lun / Ven 9:00 - 18:00

Silvia StrozziFrutta SeccaEnergia NaturaleRicette - Curiosità - Approfondimenti

Nonostante si trovi in commercio tutto l ’anno, la frutta secca è sempre stata consumata soprattutto in quel ristretto periodo dell ’anno che va da fine novembre a gennaio, specialmente durante le feste di Natale e Capodanno.

Ma consapevoli della sua ricchezza in sostanze nutri-tive, oggi viene sempre più ricercata e utilizzata in tutte le stagioni. Ricca di sali minerali, di vitamine e di grassi che combattono l ’accumulo di colesterolo, è un alimento ideale per gli spuntini tra un pasto e l ’altro, come fonte di energia di pronto utilizzo ed è un ingrediente azzeccato per arricchire e completare il gusto e le qualità nutrizionali di tanti piatti.

In questo volume sono presentate tante ricette gustose e salutari, capaci di abbinare gli ingredienti e la frutta secca in maniera da proporre piatti sempre nutrizionalmente completi.

Libro – Pag. 96 – Prezzo € 9,80

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10 ViviConsapevole - Autunno 2013 ViviConsapevole.it 11

Vellutate e zuppe per scaldare l’autunno

Food blogger e cuoca nomade, da anni ha scoperto i benefici (personali e collettivi) della dieta prima vegetariana poi vegana. Crede nella filosofia del buon mangiare, delle materie prime di qualità, della stagionalità e della territorialità degli ingredienti. Ama avere sempre le mani in pasta, in cucina come nella vita.Per contatti: il-clan-destino.blogspot.comPagina facebook/ilclandestinobio

Alessandra Spina

VELLUTATA DI CAVOLFIORI CON BATTUTO DI OLIVE TAGGIASCHE E MANDORLE INGREDIENTI PER 4 PERSONE

1 cavolfioremandorle spelate q.b.olive taggiasche denocciolate q.b.olio evopepe nero

Mettere l’acqua sul fuoco e portarla a ebollizione,

nel frattempo lavare e tagliare il cavolfiore in pezzi

abbastanza piccoli, 1-2 cm x lato. Quando l’acqua

bolle immergere il cavolfiore e procedere con la cottura

(da quando riprende il bollore 6-7 minuti al massimo):

le verdure come regola generale vanno cotte poco,

soprattutto se bollite, altrimenti tutti i sali minerali, le

vitamine e i nutrienti in genere finiscono nell’acqua di

cottura e il vegetale in sé resta povero e poco nutriente.

Nel frattempo preparare il battuto di olive taggiasche e

mandorle tritandole grossolanamente con un coltello.

Le olive meglio prenderle denocciolate altrimenti il

tempo di preparazione di questa ricetta diventa simile

a quello per preparare una Saint-Honoré, troppo lungo!

Serviranno per aggiungere sapore (quindi sapidità)

alla vellutata. Quando il cavolfiore sarà cotto frullatelo

aggiungendo man mano l’acqua di cottura per ottenere

una crema densa, poi passate la vellutata ancora

qualche minuto sul fuoco vivo in modo che l’eventuale

acqua in eccesso evapori. Siamo pronti per servire nei

piatti! Prendete una bella ciotola e versate la vellutata

fumante, cospargetela con il battuto di olive e mandorle

e completate con un giro di olio crudo. Et voilà: la vostra

zuppa è pronta per riscaldare le vostre serate d’inverno.

VELLUTATA DI SPINACI E PISTACCHI (RICETTA CRUDISTA) INGREDIENTI PER 4 PERSONEAbbiamo già parlato della cucina crudista e oggi vi propongo una ricetta velocissima in alternativa alla vellutata classica, con il procedimento che abbiamo visto nella ricetta precedente. La cucina crudista, oltre che essere un toccasana per linea e salute, vi permette di preparare per voi e i vostri cari, piatti belli da vedere, rapidi e senza dubbio invitanti. I sapori come i colori sono vivi, il gusto ne guadagna e le proprietà delle verdure restano intatte perché il calore non le ha deteriorate. Il tempo di realizzazione di questa ricetta è 10 minuti in totale.

500 ml di acqua (calda)100 g di spinaci (o erbette)½ avocado¼ di succo di limone o lime30 g di menta o altra erba fresca (potete usare ad

esempio il coriandolo)pistacchi (40 g consigliati)Frullate spinaci, limone, avocado

e un po’ di menta con metà dell’acqua in modo da ottenere una crema liscia e densa. Aggiungere ora, lentamente e sempre frullando, la restante acqua: la vostra zuppa è pronta da servire. Completate la guarnizione servendo nei piatti con un trito di menta e pistacchi da mettere al centro del piatto. Se gradite questa ricetta può essere gustata anche fredda semplicemente sostituendo l’acqua calda con quella a temperatura ambiente.

Alessandra Spina

Page 13: Vivi Consapevole N 34 - Rivista

10 ViviConsapevole - Autunno 2013 ViviConsapevole.it 11

Ha 38 anni ed è mamma a tempo pieno di 3 splendidi bimbi, Riccardo 11 anni, Michela 6 anni e Beatrice 4 anni. È vegetariana da più di vent’anni, da sempre le piacciono le cose semplici e pratiche. Da tre anni, per necessità economica all’inizio e poi per soddisfazione, qualità e stile di vita, autoproduce molto di quello di cui necessita la sua numerosa famigilia: saponi, cosmesi, pane e generi alimentari, orto bio, uncinetto e maglia.È autrice dei libri Vivere con 5 euro al giorno e Cucinare guadagnando in soldi e salute, entrambi editi da Età dell’Acquario.

Stefania Rossini

A tavola... a costo zero

NUTELLA DI FAGIOLI

230 g di fagioli lessati e sgocciolati

100 g di nocciole sgusciate5 mandorle senza buccia80 g di zucchero canna integrale

40 g di cacao in polvere3 cucchiai di olio vegetale1 bicchiere circa di latte vegetale

Frullare tutto e conservate in frigorifero in un barattolo di vetro.

È buonissima, provate per credere!

PIADINE DI POLENTA AVANZATApolenta d’avanzofarina di risoun pizzico di salePrima di lavorare la polenta avanzata, eliminate l’eventuale crosticina presente in superficie, quindi lavoratela con le mani, sino a ottenere un impasto morbido. Aggiungete poco alla volta la farina di riso, in modo da valutare quando il composto sarà lavorabile con il mattarello. Procedete poi come con le normali piadine, stendete e fate cuocere il composto (da entrambi i lati) in una padella antiaderente “sporca” di olio. Si può farcire con zucchero di canna e per chi non è vegano con il miele e con il cioccolato. Nella versione salata può essere condita con crema di ceci e creme di legumi vari.

Stefania Rossini

Ricette veloci, sane, vegetariane e super economiche

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Semplice da utilizzare, efficace e senza effetti colla-terali, la guarigione attraverso i numeri rappresenta una straordinaria opportunità per ritrovare il pro-prio benessere psicofisico!Un libro imperdibile che ti fornirà un panorama completo delle tecniche di guarigione fondate sulla numerologia, con numerosi esempi che ti consen-tiranno un pratico e veloce utilizzo delle tecniche.

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12 ViviConsapevole - Autunno 2013 ViviConsapevole.it 13

La zucca, con il suo sapore dolce, rilassa profondamente, favorendo il sonno, alleviando la tensione, l’ansia, lo stress e riducendo la fame nervosa e la voglia di dolci. Secondo la macrobiotica, la zucca è dotata di un tipo di energia particola-re che rinforza il sistema immuni-tario. Non è un caso che la natura la metta a nostra disposizione proprio nel periodo autunnale, quindi via alla zucca, anche nei dolci!

re le disfunzioni delle vie urinarie. Vanno fatti seccare, si toglie la pel-licina esterna e si mangiano crudi oppure tostati in forno o in padella. La buccia contiene un potente anti-fungino che la zucca usa per proteg-gersi dai fughi. Sembra che questa sostanza “antifungo” sia attiva contro dieci tipi di funghi dannosi per la nostra salute, compresa la Candida albicans. Alcune varietà hanno una buccia molto sottile che “si lascia mangiare”. Basta spazzolare la buc-cia della zucca con una spugnetta di cocco (prima di tagliarla) e poi lavarla bene. Ovviamente non tutte le preparazioni si prestano a utilizzare anche la buccia. Una vellutata dal bel colore arancio va fatta solo con la polpa, ma la zucca al forno è perfetta anche con la buccia. Basta tagliare le fette di zucca e infornarle.

Dealma Franceschetti

Un ortaggio ricco di vitamine, sali minerali e fibre, utilizzato non solo in cucina, ma anche in cosmesi ed erboristeria

La zucca è un ortaggio ecce-zionale, ricca di proprietà benefiche e talmente ecletti-ca da poter essere utilizzata per preparare primi, secondi

e dolci deliziosi. I suoi usi non si fermano alla cucina, ma si estendono alla cosmesi, all’er-boristeria e può essere utilizzata per-sino come contenitore. È ricca di moltissime vitamine, sali minerali e fibre, e nonostante il suo sapore dolce, è poverissima di zuc-cheri e calorie. Ricchissima di caroteni, dall’azione anti-tumorale, di vitamina A e C, magnesio, potassio e fosforo, risulta altamente digeribile, favorisce la diu-resi e, grazie alle sue fibre, la regola-rità intestinale. Sembra che la zucca sia l’ortaggio che più di ogni altro è capace di man-tenere stabile la glicemia nel sangue e regolarizzare la pressione sanguigna. Della zucca non si butta via niente Ogni parte della zucca ha specifiche proprietà, quindi non si butta niente! I semi hanno proprietà diuretiche, antinfiammatorie, sedative, rilassanti, vermifughe e possono alleviare le infiammazioni della pelle e preveni-

Cuoca e terapista macrobiotica. Da diversi anni tiene corsi di cucina macrobiotica vegan, seminari di auto-cura e consulenze personalizzate per il recupero del benessere attraverso un’alimentazione consapevole. Fornisce consulenze via skype in tutta Italia attraverso il proprio sito. Attraverso il suo blog diffonde l’alimentazione macrobiotica vegana con ricette sane e gustose. È autrice dell’ebook L’alimentazione macrobiotica edito da Bruno Editore.Per contatti: laviamacrobiotica.it - blog.laviamacrobiotica.it

Dealma Franceschetti

Autunno tempo di zucca

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MUFFINS DI ZUCCA

150 g di farina di farro “0”

100 g di farina di riso½ bustina di lievito naturale (cremor

tartaro)200 g di polpa di zucca1 mela50 g di olio di mais150 g di malto di riso1 pizzico di cannella in polvere

1 pizzico di salelatte di mandorle o di soia q.b.

Tagliare la zucca a fettine e cuocerla

al vapore fino a quando sarà morbida. Lasciar raffreddare

e frullarla bene con la mela sbucciata e tagliata a pezzetti. Mescolare le

farine con il lievito, il sale e la cannella. Aggiungere il composto di mela e zucca,

poi l’olio e il malto. Se necessario aggiungere del latte per ottenere la giusta

consistenza.Versare in stampini per muffins e infornare per 20 minuti circa a 180°.

BISCOTTI DI ZUCCA E UVETTA PROFUMATI ALLA VERBENA

150 g di farina di farro integrale100 g di farina di riso300 g di polpa di zucca40 g di uvetta60 g di olio di mais o di girasole spremuto a freddo

1 cucchiaio colmo di malto di riso1-2 gocce di olio essenziale alla verbena 1 pizzico di sale marino integrale

Tagliare la zucca a fettine e cuocerla al vapore. Lasciarla raffreddare e

schiacciarla bene con la forchetta, oppure frullarla.

Mettere a bagno l’uvetta. Nel frattempo unire in una ciotola le farine, il sale e l’olio.

Strofinare tra le mani la farina in modo che si unisca bene all’olio.

Aggiungere la purea di zucca, l’uvetta strizzata, il malto e l’olio essenziale di

verbena. Impastare velocemente. Se l’impasto è troppo duro aggiungere un po’ di

succo di mela, se invece è troppo molle aggiungere un po’ di farina. Formare una

palla, avvolgerla con la pellicola e metterla in frigorifero per un’ora.

A questo punto stendere la pasta e tagliare i biscotti della forme preferite.

Infornare a 180° per 15 minuti.

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Michel e Jude FantonManuale per Salvare i Semi dell’Orto e la Biodiversità

Scopri e difendi 117 ortaggi, erbe aromatiche e fiori alimentari - Unisciti ai Seed Savers e goditi i miracoli della natura

Quest’opera ci insegna a ritornare alla pura e sem-plice capacità, oggi ormai perduta, di raccogliere i semi dalle stesse piante che seminiamo nell’orto o nel giardino, ricominciando da dove si erano fer-mati i nostri genitori o nonni che selezionavano e conservavano le semenze delle piante alimentari di anno in anno.In mancanza di coltivatori appassionati e in mano solo delle multinazionali, i semi dei nostri principali alimenti non potrebbero esistere: sono sicuri solo nelle mani di persone che li salvano, li coltivano e ne mangiano i frutti.Un manuale utilissimo per tutti noi che coltivia-mo buon cibo nei nostri orti o nelle nostre aziende agricole. Un’opera essenziale per tutti gli orticoltori, agricoltori, cuochi e genitori che desiderano una vita sana con un’alimentazione naturale, per far crescere i propri bambini con gusti variegati e un cibo genuino.

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14 ViviConsapevole - Autunno 2013 ViviConsapevole.it 15

La conservazione di alimenti, erbe e fiori non è mai stata così semplice e naturale... E la fantasia in cucina corre!

Essiccazione: un’antica arte mai abbandonata

Fin dall’antichità l’uomo ha sempre conservato i suoi ali-menti rimuovendo l’acqua in essi contenuta: si tratta dell’essiccazione, un procedi-

mento semplice che impedisce la pro-liferazione di microorganismi, mante-nendo al contempo l’intriseca qualità dei prodotti. Per questo la frutta e la verdura essiccate conservano le loro proprietà nutrizionali, così come erbe e fiori i loro profumi.Ma non solo, essiccare significa poter realizzare in casa dado granulato, purè, fette biscottate, cracker, biscotti-ni e barrette, pasta, meringhe, biscotti, patatine, tisane, e tutto ciò che la fan-tasia suggerisce.Ecco tre ricette adattissime all’au-tunno, due da realizzare in cucina e una per abbellire e profumare la casa, anche in vista delle festività natalizie!

La Redazione

TAGLIATELLE AI FUNGHIIncredibile ma vero, con l’essiccatore si può anche fare la pasta!Ecco una splendida ricetta per realizzare le tagliatelle ai funghi in modo originale e rapido! Siete pronti con le forchette?20 g di funghi secchi 400 g di farina 200 ml circa di acqua 1 uovo

Frullate i funghi, fino a ottenere una sorta di farina. Unite ai funghi gli altri ingredienti, mescolate fino a ottenere un panetto sodo ma elastico. Lasciate riposare il panetto per una decina di minuti, ben coperto da un canovaccio. Riprendete l’impasto e lavoratelo con il mattarello (o per i più muniti con i rulli) fino ad ottenere le tagliatelle. Formate dei piccoli nidi di tagliatelle, ed essiccateli.Quando i nidi saranno completamente essiccati lasciateli un paio d’ore a temperatura ambiente, dopodiché conservateli in un vasetto ermetico o in una scatola di latta.Cuocere queste tagliatelle è semplice: basta versare i nidi nell’acqua bollente, e condire con salvia e burro. Il profumo che emana questo piatto è indescrivibile. E se invece dei funghi mettete la zucca? Provate per credere, il risutato è ugualmente strepitoso.Fonte: http://essiccare.com/2012/11/06/tagliatelle-profumate-ai-funghi/

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FICHI SECCHI ALLE MANDORLEEcco un dessert tipico pugliese che può essere preparato con l’aiuto di un essiccatore. Provatelo: vi servono soltanto un po’ di fichi e di mandorle!fichi freschimandorle tostatebuccia di limonecannellacioccolato fondenteallorochiodi di garofano

Essicchiamo i fichi: scegliete alcuni fichi di medie dimensioni, di preferenza ben maturi ma ancora saldi. Lavateli e asciugateli accuratamente

senza sbucciarli. Tagliateli quindi a metà e disponeteli sui cestelli del vostro essiccatore, con l’interno rivolto verso l’alto. Normalmente i fichi

raggiungono la completa essiccazione in circa 36 ore, ma per questa ricetta occorre un prodotto non del tutto disidratato.Rimuovere dunque i fichi dopo circa 20/24 ore o in ogni caso quando non siano ancora diventati troppo duri.Prepariamo il dessert: mantenendo vicine le due metà dello stesso frutto, disponete su una delle due una mandorla tostata, un po’ di buccia

di limone grattugiata, cannella e cioccolata grattugiata a piacere.Ricomponete quindi il fico sovrapponendo la seconda metà e pressate dolcemente tra le mani, in modo che le due parti combacino perfettamente. Passate i fichi così composti nel forno a 150 °C per una decina di minuti, fino a quando saranno dorati.Disponeteli infine, il più compatti possibile, alternandoli con alloro e chiodi di garofano in vasi di vetro da richiudere accuratamente.Fonte: http://essiccare.com/2012/03/12/fichi-secchi-alle-mandorle/

DECORAZIONI PER LA CASAFrutta, fiori ed erbe essiccati

possono essere utilizzati anche

per l’arredamento della casa. Il

risultato che si ottiene è duplice:

arredano e profumano le stanze.

Ecco uno spunto per i più creativi!

arance essiccatemele essiccate stecche di cannella rametti di pino bacche nastri colorati

Forate delicatamente la sommità delle fette di arance e di mele, aiutandovi con uno stuzzicadenti e stando ben attenti a non rompere

la buccia. Fate passare per il foro così ottenuto dei nastri (in periodo natalizio si consigliano nastri rossi). Attaccate al nastro le altre

decorazioni (rametti di pino, bacche). È possibile anche attaccare le decorazioni sotto alle arance e alle mele: è sufficiente fare un altro

foro, passarvi un nastrino, e attaccare ad esso anche le altre delizie. Spruzzate le ghirlande create con spray trasparente: in tal modo

eviterete che la frutta si scurisca nuovamente.

Ora potete decorare tutto ciò che vi passa a portata di mano: pareti, alberi di natale, finestre, e le decorazioni potranno essere riciclate

anche negli inverni successivi.Fonte: http://essiccare.com/2012/12/14/arance-e-mele-per-le-vostre-decorazioni/

Redazionale

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Le stagioni nell ’or to

Verso l’autunno... seconda primavera

Grazia Cacciola Erbaviola.com

Grazia Cacciola (www.erbaviola.com), è specializzata in tecniche agronomiche ecosostenibili. È autrice di saggi professionali e manuali divulgativi sull’alimentazione consapevole e gli stili di vita etici, tra cui L’orto sul balcone. Coltivare naturale in spazi ristretti, FAG, e Scappo dalla città. Manuale pratico di downshifting, decrescita e autoproduzione, FAG. Ha strutturato e supervisionato progetti dell’Unione Europea per l’incentivazione delle coltivazioni con metodo biologico e biodinamico. È stata l’esperta di coltivazione naturale nella trasmissione Geo&Geo, «Rai3». Collabora con il Movimento Decrescita Felice e diversi gruppi di transizione.

Grazia Cacciola

Come coltivare rabarbaro e rosa canina, due gioielli dell’orto autunnale

Settembre quest’anno comincia con un trigono di calore, a cui da metà mese seguirà un tempo fresco. I primi accenni di

autunno arriveranno solo con ottobre con qualche sporadica giornata anco-ra calda e notti molto più fresche che ci faranno rimontare le serre mobili.All’inizio di settembre, forti anco-ra della luna di agosto, avremo il momento ideale per la raccolta di frutti e ortaggi da destinare alle ultime marmellate estive e con il novilunio comincerà la lunazione dei profumi, quando riprende più intenso il flusso della linfa nelle piante e la terra assor-be nuove energie: ora tutti i lavori nell’orto sono favoriti. L’autunno è una seconda primavera. Ottobre è il mese ideale per cominciare la coltivazione di alcune perenni, per esempio il rabarbaro, utile per fare ottime marmellate e conserve fin dalla prossima stagione. Non avendo tanto spazio nell’orto, io pianterò il rabar-baro nel giardino: grazie ai suoi colori rosso-violetti è considerata anche una pianta ornamentale. Il metodo che da

più successo è quello della talea per divisione dei rizomi in due o quattro porzioni, da ripiantare subito. L’unica accortezza per mantenerlo qualche anno in produttività, sarà di recidere gli stami fiorali, pena altrimenti la morte della pianta subito dopo la fiori-tura. Un po’ di compost e di macerati fertilizzanti faranno il resto. Arriverà poi novembre, con l’estate di San Martino: le giornate soleg-giate che spesso si registrano attorno all’11 di novembre ritardano il riposo dei vegetali perenni. I giorni di San Martino sono anche tradizionalmente quelli in cui si chiude una stagione di lavori e si va verso il riposo, senza dimenticare le ultime precauzioni: se

I periodi migliori di piantagione in questi mesi, secondola biodinamica, saranno: Settembre: dalla mattina dell’1 al pomeriggio del 12 e dalla mattina del 26 alla sera del 30. Ottobre: dalla mattina dell’1 alla sera del 9 e dal pomerig-gio del 23 alla sera del 31. Novembre: dalla mattina dell’1 alla sera del 5 e dalla sera del 19 alla sera del 30.

non lo si è già fatto in ottobre, biso-gna raccogliere tutti i residui organici rimasti nell’orto e allestire dei cumu-li per il compostaggio. È anche il momento ideale per piantare alberi da frutto per la nuova stagione. E mentre i viburni incendiano l’inverno in arrivo con le loro bacche rosse, non dimentichiamoci quelle ben più utili della rosa canina, il gioiello d’autunno: io ne raccoglierò per pre-parare conserve, marmellate, tisane e decotti. Essendo ricca di vitamina C e di bioflavonoidi che ne aiutano l’as-sorbimento, non può proprio mancare sui bordi degli orti o nei giardini per aiutarci ad affrontare l’inverno.

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OTTOBRE NOVEMBRE

Semina in semenzaio Bulbilli di aglio.

Semina in vaso/piena terra Cicorie, radicchi, fave, piselli, ravanelli, spinaci.

Trapianti Cavolo cappuccio primaverile.

Raccolta Cavoli, cicorie, lattughe e lattughini, sedano, porri, finocchi, prezzemolo, carote, ravanelli.

Semina in semenzaio Cavoli cappucci, cipolle, indivia.

Semina in vaso/piena terra Cicorie, lattughe, ravanelli, spinaci, valeriana.

Trapianti Broccoli, cavolfiori tardivi, finocchi.

Semina in semenzaioLattuga e lattughini da taglio.

Semina in vaso/piena terra Cicorie, radicchi, fave, piselli, ravanelli, spinaci, bietole.

Trapianti Indivia, cavolfiori, broccoli.

Raccolta Fagioli rampicanti, melanzane, aglio invernale, tutte le verdure da foglia, zucchine, patate, cavolfiori, zucche.

SETTEMBRE

Essendo ricca di vitamina C e di bioflavonoidi che ne aiutano l’assorbimento, la rosa canina non può proprio mancare sui bordi degli orti o nei giardini per aiutarci ad affrontare l’inverno

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La fotografia che il geologo Mario Tozzi fa della terra: anche se a rischio

non è la sopravvivenza del pianeta, ma la nostra

Povera, calda e

La Redazione

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Inter vista a Mario Tozzi

Nel 2019 immaginato da Mario Tozzi nel suo ultimo libro, l’u-manità è scomparsa e il pianeta soffre le

conseguenze di un’antropizza-zione brutale e senza freni: la contaminazione radioattiva totale non permette più la vita sulla terra, i mari sono popolati solo da meduse, i ghiacciai si sono sciolti e alcune città come Venezia, New York e Londra sono state som-merse. Utopia o realtà? Il futuro che ci attende imminente sarà davvero così?Secondo il geologo Mario Tozzi se non invertiamo la rotta dell’in-quinamento ambientale e del depauperamento delle risorse che caratterizza le società industriali da oltre un secolo, tra pochi anni l’umanità dovrà fare obbligato-riamente i conti con le proprie scelte.

Mario Tozzi, da dove nasce la sua passione, la difesa e la sal-vaguardia dell’ambiente? Nasce da quando ero bambino, dalla mia infanzia trascorsa in

campagna, in Liguria, a stretto contatto con la natura. Avevo uno zio geologo che mi ha avviato a questo tipo di interessi e quindi allo studio scientifico della natura.

Come sta oggi il pianeta Terra? Qual è la fotografia attuale?Direi che la Terra è povera, calda e affollata. Povera perché il pia-neta è impoverito a livello di risorse, che sono molto diminuite anche rispetto a un solo secolo fa, e poveri sono anche la maggior parte degli uomini che la abitano, dal momento che noi – i ricchi – siamo solo una piccola parte. Poi è calda, perché il clima è molto più caldo rispetto agli inizi della storia moderna dell’uomo. Ed è affollata, perché noi siamo sette miliardi: siamo una massa consi-derevole con grandi bisogni.

Il suo ultimo libro si intito-la Pianeta Terra ultimo atto. Perché saranno gli uomini a distruggere il mondo, ed è ambientato in un 2019 disto-pico. Qual è lo scenario che ci attende se andiamo avanti così?

affollata È a rischio la fine del pianeta o quella dell’umanità?Il pianeta continuerà a fare il suo mestiere, come ha sempre fatto: è grande e ha le risorse necessarie per ristabilire il proprio equi-librio. Quello cui rischiamo di andare incontro è, se non la fine dell’umanità, la fine del benes-sere dell’umanità, del nostro benessere di uomini occidentali e la riduzione della popolazione umana sul pianeta.

Alluvioni e terremoti sempre più frequenti sembrano indica-re che la terra si sta rivoltando contro di noi. Questi eventi sono tra loro correlati? In par-ticolare, cosa ci può dire del risveglio sismico mondiale cui stiamo assistendo negli ultimi anni?Nel mio libro ipotizzo che sia in corso una tempesta sismica, ovvero grandi terremoti ne sca-tenano altri altrettando potenti: è una teoria sulla quala si sta lavo-rando e potrebbe dare una descri-zione di quello che sta effetti-vamente accadendo. Oppure è

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È vero che tutti i tentativi sino a ora attuati per stipulare accordi sull’am-biente controfirmati a livello globale non sono ancora andati in porto, ma, prima o poi, questa scelta andrà fatta, anche perché se non la faremo in maniera razionale, la subiremo trau-maticamente.

Cosa direbbe ai giovani che voles-sero intraprendere il suo stesso percorso di studio delle scienze della Terra? Attualmente ci sono alcune facoltà, che sono le facol-tà scientifiche tradizionali (fisica, biologia, geologia) che sono for-temente depauperate in numero di studenti iscritti al primo anno a favore di altri tipi di percorsi di studio più professionalizzanti... Cosa ne pensa?Quello che dice è vero: si pensa di lavorare di più con una laurea in inge-gneria ambientale, piuttosto che con una laurea in scienze naturali o in geo-logia. Ma questo non corrisponde al vero, inoltre bisogna tener conto non solo dell’aspetto lavorativo, ma anche

(sotto forma di cereali) all’alimen-tazione umana. Da un punto di vista di salute ambientale, meno carne e meno pesce si mangia meglio è. Da un punto di vista personale, inoltre, ormai tutti sanno che la salute ne guadagna parecchio: diminuiscono i tumori al colon, le malattie cardiova-scolari, il diabete.

Se le azioni dei singoli non possono bastare, quali politiche nazionali e internazionali dovrebbero, secondo lei, essere intraprese per salva-guardare il patrimonio naturale di cui disponiamo?Ci vogliono degli accordi che pre-servino delle aree e delle tematiche. Ad esempio, uno sforzo di tutti per ridurre le emissioni di gas serra, come si è cercato di fare a Kyoto. Ma questo tipo di accordi devono essere sottoscritti e rispettati da tutti i Paesi, cosa che ancora non è stata fatta, con il risutato che i Paesi non firmatari si trovano avvantaggiati oggi dal punto di vista economico. Ma si tratta di un vantaggio fittizzio, temporaneo.

tutto casuale e in effetti i terremoti non sembrano essere legati tra loro. È ancora presto per poter verificare questa teoria.Il nostro territorio è per tutta la sua estensione sottoposto a rischio sismi-co: per difenderci da eventuali sismi quello che dobbiamo fare è costruire di meno e meglio. Dobbiamo costru-ire lontano dalle zone sensibili (fiumi e vulcani) e ristrutturare con i criteri del caso il patrimonio architettonico esistente.

Quali sono le azioni fondamentali che secondo lei ogni singolo indivi-duo dovrebbero intraprendere per invertire la rotta della distruzione della Terra?Sicuramente ognuno può fare qualco-sa, si possono fare tante piccole cose, ma io non penso che le azioni dei singoli siano sufficienti per invertire la rotta.

Lei come vive? Quali sono le buone pratiche che ha deciso di adottare nel quotidiano?Io, ad esempio, ho deciso di limitare l’uso dell’automobile e il consumo di carne e di pesce. Non ho più una vettura di proprietà, in questo modo ho tagliato sulle spese per il mante-nimento della stessa, sul costo della benzina, sull’inquinamento e non ho il problema di dove parcheggiarla. Mi sposto con la bicicletta e con lo scooter. Uso i mezzi pubblici, il taxi e quando proprio mi serve la macchi-na o la prendo in affitto o uso il car sharing, una forma di condivisione dell’autovettura che in alcune città come Roma è possibile.Inoltre sono vegetariano. L’allevamento bovino è forse la prima causa di rilascio di gas inqui-nanti in atmosfera: basterebbe que-sta motivazione per indurre tutti ad abbandonare il consumo di carne. Allevare animali peggiora quindi lo stato del clima, inquina le falde, impoverisce i suoli e toglie cibo

Inter vista a Mario Tozzi

Che cos’è il car sharing

Il car sharing (dall’inglese auto condivisa

o condivisione dell’automobile) è un

servizio che permette di utilizzare

un’automobile su prenotazione,

prelevandola e riportandola in un

parcheggio, e pagando in ragione

dell’utilizzo fatto.

Questo servizio viene utilizzato all’interno di politiche di

mobilità sostenibile, per favorire il passaggio dal possesso

del mezzo all’uso dello stesso (cioè all’accesso al servizio di

mobilità), in modo da consentire di rinunciare all’automobile

privata ma non alla flessibilità delle proprie esigenze di

mobilità. L’auto, in questo modo, passa dall’ambito dei beni di

consumo a quello dei servizi.

Per maggiori informazioni sulle città italiane in cui è attivo

il servizio di car sharing e su come funziona visita il sito

icscarsharing.it.

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20 ViviConsapevole - Autunno 2013 ViviConsapevole.it 21

Inter vista a Mario Tozzi

e soprattutto dell’aspetto formativo. A mio parere scienze naturali e scienze geologiche sono oggi i percorsi di stu-dio migliori per occuparsi di ambiente a livello lavorativo.

Ma secondo lei c’è spazio per occuparsi di ambiente in Italia oggi? Lei vede un miglioramento della sensibilità nazionale sui temi ambientali (tutela del paesaggio, risparmio delle risorse)?La situazione è un po’ contraddit-toria: da un lato non sembra che le cose migliorino mentre spesso nei sondaggi i nostri connazionali si descrivono molto meglio di come sono. Però i dati ci dicono che rici-cliamo meglio e di più, stiamo più attenti al consumo di acqua e di ener-gia, per cui tutto sommato le cose vanno un po’ meglio.

Nello scorso numero di ViviConsapevole abbiamo parla-to di Vacanze Verdi. Quali sono secondo lei le mete in Italia che

ancora vale la pena visitare a livel-lo di bellezza del paesaggio?L’Italia ancora non devastata dal cemento è molto poca e io consi-glierei di andarla a vedere prima che sparisca. Si tratta di alcuni tratti di costa della Sardegna, piccoli lembi di Toscana, soprattutto l’Arcipelago Toscano, qualcosa in Sicilia. Anche alcune città sono ancora bellissime da visitare perché rimaste come nel Medioevo – penso ad esempio a una città come Siena. Roma non vale più la pena andarla a vedere, tanto è soffocata dal traffico e da periferie ingombranti e orribili.

Mario Tozzi (Roma, 13 dicembre 1959) è un geologo, divulgatore scientifico e giornalista italiano. Laureatosi in Geologia all’Università La Sapienza, poi dottore di ricerca e ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, si occupa dal 1996 anche di televisione, prima come esperto di Geo & Geo e altre trasmissioni, passando nel 2003 a Che tempo che fa. Oltre a essere primo ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, è responsabile per la divulgazione della Federazione Italiana Scienze della Terra. Dal 20 novembre 2006 presiede l’Ente Parco nazionale Arcipelago Toscano.

Abbiamo intervistato Mario Tozzi

Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 089 433

Pianeta Terra: ultimo attoPerché saranno gli uomini a distruggere il mondoRizzoli, 2012

Italia SegretaViaggio nel sottosuolo da Torino a PalermoBUR, 2010

L’Italia a SeccoLa fine del petrolio e la nuova era dell’energia naturaleRizzoli, 2006

I libri di Mario Tozzi

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Vestirsi in fibre naturali: una carezza per la pelle e la saluteMentre le fibre sintetiche sono sì più economiche ma anche più problematiche per la salute, le fibre di origine vegetale e animale sono del tutto sicure e senza rischi per la pelle

Romina Rossi

Scegliere un capo d’abbi-gliamento non è cosa di poco conto: oltre alla sua bellezza, alla vestibilità e al prezzo, dovrebbe essere

fondamentale scegliere anche il tipo di fibra usato. Molto spesso si prefe-risce scegliere un capo in fibre sin-tetico perché più economico rispetto a un capo in materiale naturale, ma quanto costa realmente in termini di salute un capo che provoca allergie al nostro organismo?Le fibre sintetiche (acrilico, poliam-mide, poliestere, polipropilene, ela-stan, clorofibra), largamente usate nel tessile a livello mondiale per il loro basso costo e la robustezza, sono prodotte a partire dal petrolio e derivati e subiscono complesse trasformazioni chimico-fisiche fino a diventare adatte a essere tessute e filate. La fase di lavorazione si conclude con la colorazione e il fis-saggio del colore attraverso l’uso di coloranti chimici detti dispersi. L’uso massiccio di materiali non naturali è fonte però di seri danni non solo alla pelle ma anche al nostro organismo e in particolare provoca:

• accumulo di carica elettrostatica positiva (è il fenomeno che si verifica quando il tessuto a con-tatto con dei metalli provoca le scintille, oppure quando togliendo un indumento sintetico i peli della pelle e i capelli si elettrizzano, o quando togliendo un indumento lo si sente crepitare), che il corpo non riesce a smaltire. A lungo andare quest’accumulo provoca stress, danni al sistema nervoso e persino alterazione della flora bat-terica intestinale.

• dermatiti e allergie: si calcola che solo in Italia il 7% delle persone

allergiche lo è ai coloranti disper-si; fra i bambini la percentuale è del 4%.

• poca sudorazione del corpo: i materiali sintetici sono poco tra-spiranti, quindi soprattutto d’esta-te possono provocare dermatiti e la sensazione di appiccicaticcio sulla pelle.

Ricorrere a un tipo di abbigliamen-to naturale non è solo un modo per vivere più naturalmente, ma significa soprattutto prenderci cura di noi stes-si e della nostra salute. Vediamo di seguito quali sono i tessuti naturali più diffusi.

Molto spesso si preferisce scegliere un capo in fibre sintetico perché più economico rispetto a un capo in materiale naturale, ma quanto costa realmente in termini

di salute un capo che provoca allergie al nostro organismo?

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l CotoneÈ la fibra naturale più conosciuta e utilizzata, ma è importante che sia certificata biologica. Quella non bio-logica è inquinata dagli agenti chimici impiegati durante la coltivazione – il 25% dei pesticidi prodotti a livello mondiale è destinato alle coltivazio-ni di cotone – anche per accelerare la crescita della pianta che è molto lenta. La conseguenza è che trac-ce di pesticidi rimangono nelle sue fibre entrando a contatto con la pelle, provocando quindi allergie. Inoltre, vista la crescente richiesta di questa fibra naturale, le grandi piantagioni di cotone concorrono alla deforestazione di boschi e foreste, per cui il cotone rischia di non essere più ecologico.Gli indumenti di cotone sono traspi-ranti con un alto potere di assorbire l’umidità, e sono in grado di disper-dere velocemente il calore del corpo.

l Lana È stato il primo tessuto usato dall’uo-mo che si ottiene dal vello di pecore, capre, conigli d’angora, cammelli e lama (gli Alpaca delle Ande). La pura lana vergine è nuova di tosa, la lana comune proviene invece dalla lavora-zione di stracci o altri scarti industriali. Ha un’ottima capacità di regolazione termica che la rende un perfetto iso-lante sia contro il caldo che contro il freddo, è altamente traspirabile, imper-meabile all’acqua e assorbe l’umidità respingendo le impurità esterne. A contatto con la pelle spesso può indurre prurito, la lanolina presente nelle fibre può dare reazioni allergi-che a persone predisposte; per ovviare il problema basta indossare i capi di lana sopra a quelli di cotone.

l Lino I capi in lino, ricavati dalla pianta che cresce nelle zone costiere del Nord Europa, si riconoscono per l’effetto stropicciato che li caratterizza, tipico di questa fibra rigida. I tessuti di lino sono più freschi del cotone, hanno un mag-giore potere di dispersione del calore

del corpo, adattandosi ottimamente al clima estivo. È il tessuto più indicato per chi soffre di malattie della pelle poiché ha un potere curativo e lenitivo.

l SetaLa lavorazione della seta è molto anti-ca, risalente addirittura al 6000 a.C. Di derivazione animale, è una fibra con caratteristiche diverse rispetto alle altre fibre naturali: è impermeabile all’umidità ma a contatto con il sudore si macchia facilmente. Poco resistente all’usura, i colori tendono a sgualcire se troppo esposti al sole. Al momento non esiste seta naturale o biologica: quella in commercio è sottoposta a trattamenti chimici, che la rendono più incline ad allergie e orticaria. La seta grezza si ottiene dalle prime secrezioni del baco prima che formi il bozzolo; questo tipo di seta si ottiene quindi senza dover uccidere il baco ed è per ciò apprezzata da animalisti e vegani.

l IutaLa pianta da cui si ricava la fibra di iuta, il secondo tessuto più utilizzato dopo il cotone, è imparentata con la pianta della canapa sativa, altra grande pianta dalla quale si ricava un ottimo tessuto per filati. La iuta è un tessuto molto resistente, rigido e ruvido, com-pletamente biodegradabile e riciclabile.

Viene usato principalmente per fare sacchi, borse, cinture, cappelli e tappeti.

l Ortica Il tessuto che si ricava da una varietà di ortica, detto ramie, era conosciuto e utilizzato fin dal 5000 a.C. in Egitto (gli abiti delle mummie erano in ramie) e in Cina dov’era usata prima dell’in-troduzione del cotone. Recentemente si è diffusa anche in Occidente, più che altro in indumenti misti a cotone. Il ramie è un tessuto resistente allo strappo e nella colorazione richiede un terzo del colore che necessita il cotone, poiché lo assorbe molto bene; inoltre è anallergico e in grado di resistere bene all’umidità. Probabilmente è ancora poco diffuso per via dei suoi alti costi di produzione.

Le fibre tessili naturali non si esauri-scono qui: nelle prossime pagine ne scoprirete altre ottime per confezio-nare indumenti per adulti e bambini sempre nel rispetto della naturalezza.

Fonte

http://www.ecomiqui.it/blog/cotone-tradizionale-e-pericoli-per-i-consu-matori/#.UhH5JYBH5dg

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Perché vestirsi di canapa?L’abbigliamento in canapa è confortevole, resistente, etico ed ecologico

La RedazioneI tessuti ottenuti dalla fibra di canapa sono molto morbidi e piacevoli al tatto. Per la sua stessa struttura la fibra di canapa ripara efficacemente dal freddo e dall’eccesso di calore:

vestirsi di canapa significa stare caldi d’inverno e freschi d’estate. Morbida, traspirante e confortevole, la fibra di canapa è ottima per la regolazio-ne termica e per l’assorbimento del sudore. Vestire capi d’abbigliamento in canapa biologica comporta moltepli-ci vantaggi, da più punti di vista, sia etici, sia estetici. Il mercato del tessile è totalmente globalizzato: nel 99% dei casi è impossibile sapere di cosa vestiamo, come e dove vengono pro-dotte le fibre, come e dove vengono confezionati i capi. Se consideriamo le ragioni della natu-ra e della mente, possiamo dire che la

canapa è una fibra naturale al 100% riciclabile, viene coltivata senza l’uso di pesticidi e con una quantità mode-rata di acqua, estremamente inferiore ad esempio a quella utilizzata nelle colture di cotone. Inoltre, rispetto al cotone è cinque volte più resistente: una felpa di canapa dura più a lungo di una felpa di cotone, non teme i lavaggi e non sgualcisce facilmente. Le colorazioni usate per la tintura sono ecologiche e non vengono utiliz-zati fissanti chimici. Oltre ai fondamentali vantaggi per l’ecologia e per una corretta gestione del territorio (la canapa era tradizio-nalmente utilizzata nella rotazione delle colture poiché ripuliva e remi-neralizzava i terreni) – è una coltura molto resistente che si adatta a quasi tutti i microclimi.

Una fibra che fa bene al corpo Se invece parliamo delle ragioni del corpo, bisogna dire che i capi di canapa sono molto traspiranti: fre-schi d’estate e caldi d’inverno (come dicevano i nostri nonni che la canapa la conoscevano bene!), assorbono il sudore e si adattano bene agli sbalzi climatici… la sensazione che da sulla pelle è di un morbido e sano piacere. La canapa è inattaccabile da acari, muffe, funghi e tarme; è anallergica e inoltre non conduce energia elettrica per cui non si carica di elettricità sta-tica. La non tossicità dei tessuti fa sì

Bottega della Canapa®, la prima catena di negozi interamente dedicata alla canapa, è rivenditore in Italia del marchio Pacino®: si occupa di “vestire critico”, cioè di legare i temi dell’ecologia a quelli dell’eticità nei modelli produttivi (dalla coltivazione al confezionamento) e nella commercializzazione, campo nel quale, anche grazie ad attività di informazione, Bottega della Canapa è già oggi, e intende sempre più diventare, un punto di riferimento a livello nazionale.PACINO ethical natural manifacture®, un marchio di abbigliamento biologico uomo/donna in tessuti naturali (canapa, cotone biologico, lana di Yak ecc.)

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che gli indumenti in canapa biologica siano altamente tollerati anche da chi ha problemi dermatologici di allergie o ipersensibilità ai trattamenti chimici cui sono sottoposti i tessuti “conven-zionali” che normalmente utilizzia-mo, o più semplice-mente persone che risentono della scarsa traspirazione della pelle vestita di fibre sintetiche (problema spesso sentito, ad esempio, dalle taglie forti).

Inoltre i capi d’abbigliamento in canapa si lavano in lavatrice, general-mente non occorre stirarli e durano una vita (o quasi)!

con colorazioni ecologiche, in altre parole non vengono usati metalli pesanti in fase di fis-saggio del colore: questa carat-teristica, insieme all’assenza di pesticidi e diserbanti chimici nelle colture delle piante da fibra utilizzate (vengono utiliz-zati tessuti provenienti da col-ture BIO Certificate), fa davve-

ro la differenza per la salute della pelle (molto importan-te soprattutto per gli indumenti intimi) e, naturalmente, dell’ambiente.

* Gli indumenti in canapa biologica sono altamente tollerati anche da chi ha problemi dermatologici di aller-gie o ipersensibilità ai trattamenti chimici cui sono sottoposti i tessuti “convenzionali”

LA COLTIVAZIONE DELLA CANAPA IN ITALIALa fibra della canapa è ottenuta dalle piante di Cannabis sativa. Prima dell’avvento del proibizionismo della cannabis essa era diffusa nel mondo come materia prima per la produzio-ne di carta, essendo una delle piante più produttive in massa vegetale di tutta la zona temperata. Le sue fibre inoltre hanno costituito per migliaia di anni importanti grezzi per la pro-duzione di tessili e corde. Oggigiorno sono coltivabili legalmente per usi tessili, varietà selezionate di canna-bis libere da princìpi psicoattivi.La coltivazione della canapa in Italia vanta una lunga e storica tradizione soprattutto in alcune regioni quali l’E-milia Romagna e il Piemonte. Si cal-cola che nella sola Emilia-Romagna, nel 1910 vi erano 45.000 ettari di terreno coltivati a canapa, soprattutto nel ferrarese, mentre il dato comples-sivo di tutta Italia portava la superficie a 80.000 ettari. La coltivazione è andata progressivamente in crisi per la concorrenza, negli usi meno nobili soprattutto produzione di sacchi, della juta e successivamente del cotone e delle fibre sintetiche.Dal 1975, quando è stato inasprito il divieto della coltivazione della cana-pa indiana Cannabis indica e nello stesso tempo sono state messe in atto severe normative per la canapa tessile, il settore è stato progressiva-mente abbandonato. Una difficoltà obiettiva, con il restrin-gimento della normativa contro gli stupefacenti, è data dalla somiglianza morfologica delle due specie di can-nabis, nonostante la profonda diversi-tà di contenuto di THC (tetraidrocan-nabinolo) il principio con effetti stupe-facenti. Per le difficoltà legislative e per la mancanza di volontà politica, la reintroduzione della coltivazione della Cannabis sativa stenta a decol-lare: nel 2004 si registravano solo 1000 ettari di coltivazione tra Emilia Romagna, Piemonte e Toscana.

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Romina Rossi

Mi vesto di bamboo!La fibra che si ricava dalla pianta infestante è biodegradabile e anallergica

Negli ultimi anni si registra una crescita di richiesta di bamboo a livello mon-diale. Il legno di questa pianta – famosa soprat-

tutto per essere l’unico alimento di cui si ciba il panda – viene usato per molteplici scopi, tutti ecologicamente compatibili: per la fabbricazione di carta, mobili, parquet, oggettistica in legno, e persino per tessuti e filati!

Una pianta amica dell’ambienteIl bamboo fa parte della famiglia delle Bambusa, con fusto tipico delle graminacee (grano, riso e mais), composto da nodi cilindrici e inter-nodi cavi da cui nascono i germogli e le foglie. È una delle piante più diffuse – ne esistono circa 1300 spe-cie – in Asia, ma oggi si trova anche in Europa, Nord e Sud America e in Africa, dato che si adatta a qualsia-si clima. Cresce spontaneamente e molto in fretta – circa 60 centimetri al giorno per arrivare alla propria grandezza massima in 4-5 anni – tanto da essere considerata una pianta infestante molto resistente. In Cina e in Asia, dov’è molto diffusa, l’uomo non la coltiva, ma si serve di quella che nasce naturalmente (si diffonde per radice). Si tratta quindi di una pianta naturale al 100%, che non ha bisogno di pesticidi o concimazione.

Inoltre, il bamboo nutre il terreno su cui cresce, senza impoverirlo, ed è in grado anzi di ripulirlo di eventuali sostanze nocive. La sua capacità di assorbire grandi quantità di biossido di carbonio trasformandolo in ossige-no, ne fa una pianta in grado di com-battere l’effetto serra.In estremo Oriente il bamboo è usato da sempre e nei secoli passati il legno veniva usato per realizzare ogni tipo di oggetto, com-prese zattere in grado di navigare alla perfezione. Ancora oggi, con il bam-boo si posso-no fabbricare biciclette, ponti, case e strumenti musicali. In Cina, dov’è considerata la pianta della longevità, data la lunga vita che raggiunge la pianta, il bamboo viene usato per preparare birra, grappa e tè oltre a vari medicinali per disturbi vari.

Vestire naturale Vista la crescente richiesta del mer-cato di avere capi d’abbigliamento in materiale ecologico e naturale, anche il settore tessile ha cominciato a interessarsi a questa pianta dalle

ottime caratteristiche, raggiungendo risultati sorprendenti. La fibra rica-vata dal bamboo è del tutto naturale e biodegradabile al 100%, perfetta quindi per confezionare capi d’abbi-gliamento. Diversi studi effettuati sulla fibra del bamboo hanno riscontrato che si tratta di materiale anallergico, non irritante, durevole, fresco e morbido sulla pelle e traspirante. È persino

antibatterico: al contrario della fibra del cotone in cui proliferano i batteri, nella fibra di bam-boo, dov’è presente un antibatterico

naturale che si autoproduce natural-mente, i batteri non sopravvivono, per cui la fibra mantiene a lungo la propria azione deodorante senza pro-vocare cattivi odori. Queste caratteristiche ne fanno un tessuto adatto anche all’abbigliamen-to dei bambini. Capi d’abbigliamento e tessuti in bamboo si possono trovare nei nego-zi specializzati in abbigliamento di fibre particolari: l’ultima apprezzata caratteristica è il prezzo più econo-mico rispetto ad altri tessuti naturali!

* La fibra ricavata dal bamboo è del tutto naturale e biodegradabile al 100%, perfetta quindi per confezio-nare capi d’abbigliamento

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Certo, a tutti piacerebbe vivere in una casa sana in mezzo alla natura, ma non essendo in paradiso, cerchiamo di fare ciò che

ognuno di noi può realizzare. Va pre-messo che il sonno è la situazione più intima e quindi più individuale della vita, perciò non si possono dare indi-cazioni precise, solo delle linee guida. Una regola però c’è: diffidare di chi cerca di proporci questo letto o quel materasso senza conoscere profon-damente le particolarità della nostra situazione fisica, psichica e le nostre preferenze personali. La scelta idea-

le sarebbe la produzione artigianale della propria zona.Facendo qualche riflessione sui punti fondamentali, partiamo dalla camera da letto. Il luogo in cui dormiamo va allestito con soli materiali naturali-ecologici: pavimento e mobili in legno non verniciato, perché “puli-sce” l’aria; pareti pitturate con calce, argilla o tempera e in maniera non troppo grossolana per evitare depo-siti di polvere; tutti i materiali tessili ecologici. Le radiosveglie, così come tutti gli apparecchi elettronici, ven-gono banditi, nonché grandi pezzi di metallo: in breve, tutto ciò che può

indurre corrente elettrica o creare campi elettromagnetici.

Il lettoIl letto ideale è di legno non vernicia-to senza parti in metallo. Si preferisce il legno regionale a quello certificato FSC. A parte i gusti, non tutti i legni fanno per tutti e anche il meraviglioso cembro, ad esempio, va scelto solo da chi sa di poterlo sopportare bene (agi-sce sul cuore). Lasciamo il piacere della scelta al proprio gusto, tenendo conto di qualche considerazione:• è bene che l’altezza del letto

Domire in una stanza e in un letto che privilegiano materiali naturali e non trattati è garanzia di salute e benessere

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Il buon sonno Ecologico

Karola König

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permetta la circolazione dell’aria sotto e faciliti la rimozione della polvere;

• una persona anziana può avere difficoltà ad alzarsi da un posto basso, perciò si può eventualmen-te proporre un letto più alto;

• una pediera alta aiuta a tenere ferma la coperta;

• le sponde alte su più lati possono essere indicate per chi sente il bisogno di protezione;

• chi ama coccolarsi in un guscio, può idearsi un baldacchino.

La rete La rete a listelli è perfetta. Dev’essere coordinata con la compattezza del materasso; per esempio una rete ela-stica non va combinata con un mate-rasso morbido.

Futon, materasso, coprimaterasso Se usiamo il futon, lo dobbiamo arieg-giare per bene (nei Paesi di origine non rimane per terra durante il giorno).La scelta del materasso va fatta con attenzione e richiede consulenza esperta e sincera da parte del produt-tore, perciò si consiglia di rivolgersi a un artigiano di fiducia. I punti importanti nella scelta del materasso sono misura e compattezza. Ecco alcuni concetti da tenere a mente per la scelta di un buon materasso:• nel sonno il corpo richiede più

spazio;• la misura minima per il letto sin-

golo è 120 x 220 cm;• per il matrimoniale si consiglia

200 x 220 cm; • il lattice deve sempre essere natu-

rale e coperto di fibre;• in stato di salute debole è indicato

un materasso meno fermo;• il materasso è troppo morbido se

il corpo sprofonda/affonda così tanto che muscoli e legamenti vengono tesi.

Un coprimaterasso o futon sottile – sempre coordinato col materasso – dona ulteriore protezione.

Coperte e cusciniCoperte e cuscini non dovrebbero essere imbot-titi di piume visto che non assorbono l’umidità. Inoltre i medici sospettano che con il tempo le piume si sbri-ciolino e che, trasformate in piccole particelle, pos-sono entrare nei polmoni. Preferiamo quindi trapunte e cuscini imbottiti di fibre animali e vegetali. Come scegliere le fibre:

• la lana è la fibra chimi-camente più affine alle nostre proteine;

• la miscela di alpaca con altre fibre è calda e confortevole;

• il pelo di cammellino è molto soffice e si adatta molto bene alla forma del corpo;

• la seta è la fibra indicata per l’estate;

• cotone e kapok (fibra vegetale) sono indicati per i vegani.

Riguardo a queste ultime c’è da dire che il kapok non va mai usato solo, perché tende a sbriciolarsi e i pezzet-tini possono entrare nei polmoni.Con il cotone bisogna stare attenti in climi umidi e freddi perché marcisce facilmente.È meglio non inserire erbe aromatiche o trucioli di legno nelle imbottiture, perché tendono ad ammuffire.Fra i tanti marchi non è facile trova-re l’articolo giusto, per cui bisogna informarsi bene se:• la lavorazione è interamente eco-

logica;• la lavorazione è artigianale; • i macchinari non sono aggressivi;• vengono usate materie prime di

altissima qualità;• è trasparente la provenienza dei

materiali;

Per ulteriore informazioni relative alla scelta personalizzata di letti, materassi, futon, trapunte e biancheria, l’autrice dell’articolo, Karola König, può essere contattata via mail: [email protected].

L’azienda Progetto Verde è un centro di bioedilizia e arredamento naturale che propone, oltre all’arredamento ecologico, materassi e futon in vari materiali di altissimo livello da realizzarsi su misura rispetto alle esigenze di ogni singolo cliente: progetto-verde.it.Una ricca scelta di materassi e futun ecologici è disponibile su macrolibrarsi.it.

Letti, materassi, trapunte, biancheria: cosa scegliere?

Speciale Fibre Naturali

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Ha studiato Storia dell’Arte e Filologia Neolatina all’università di Tubinga. Durante i suoi primi anni da mamma ha imparato e poi insegnato varie tecniche tessili (filatura, tessitura, tessitura nastro). Ha aperto uno tra i primi laboratori di tintura naturale in Germania e in Europa. Appasionata e cultrice del mondo dell’ecologico, attualmente svolge attività di consulenza e vendita per diversi prodotti e metodi ecologici, sia in Italia che in Germania. I coloranti naturali sono rimasti il suo tema personale della vita.Attualmente Karola sta portando avanti un progetto di riciclaggio di biancheria da letto per il quale è alla ricerca di biancheria prodotta prima del 1935, chiunque fosse intressato ad aiutarla nella ricerca può contattarla a [email protected].

Chi è Karola König

* Il luogo in cui dormiamo va allestito con soli materiali naturali-ecologici

• la merce viene prodotta su misura e su richiesta del cliente.

Il cuscinoIl cuscino serve per riempire il vuoto fra collo/nuca, spalla e testa. Trovandosi questo vuoto durante la notte in tantissimi posti diversi, la persona che dorme dev’essere in grado di plasmarsi il cuscino da sé. Forma e misura del cuscino devo-no permettere questa operazione e l’imbottitura che più la facilita sono le palline di lana.I cuscini preformati sono da evitare.

La trapunta Qualche criterio per la scelta della trapunta:• anche per il matrimoniale sa-

rebbero preferibili due coperte singole;

• la misura giusta per una perso-na adulta è 155 x 220 cm;

• la misura necessaria per due persone è 250 x 220 cm;

• la grammatura va scelta secon-do le proprie necessità;

• con temperature molto basse è indicata la trapunta con camera d’aria in mezzo;

• le fibre naturali sono resistenti allo sporco e non hanno biso-gno di lavaggi;

• le fibre assorbono tanta umi-dità, perciò bisogna arieggiare bene;

• per l’igiene le trapunte vengono infilate in un sacco lavabile.

Biancheria da lettoIl materiale ideale per la biancheria da letto è il lino che assorbe fino al 35% di umidità, è battericida, antistatico e resistente allo sporco – inoltre viene prodotto in Europa. Essendo meno resistente all’abrasio-ne, quando si lava non si deve riem-pire troppo la lavatrice.Chi preferisce il cotone tinto e stampato, scelga quello certifica-

Il sacco nannaQuasi sconosciuto in Italia, il sacco nanna è

la trapunta ideale per il bambino dalla nasci-

ta ai due anni, e anche oltre. Molto diffuso

nei Paesi del Nord Europa, il sacco nanna

è una sorta di sacco a pelo con le maniche

e una cerniera sul davanti che garantisce ai

bimbi confort nei movimenti e soprattutto la

certezza di sonni tranquilli al calduccio. I bimbi

piccoli si muovono molto durante il sonno e si sco-

prono continuamente con le coperte “normali”: molto spesso i

frequenti risvegli notturni sono da ricondursi anche al fatto che

il bambino scoperto sente freddo e si sveglia. Per questo il sac-

co nanna è la scelta migliore per il sonno del bambino, soprat-

tutto nei mesi invernali.

Su macrolibrarsi.it sono disponibili i sacchi nanna in cotone

biologico di Cotonea. Ottimi per i bambini anche i prodotti

(trapunte e cuscini) di Kleiner, sempre disponibili sul sito.

to secondo i criteri più severi – IVN Best – perché anche se una fibra è naturale, il finissaggio la può rendere nociva. Quest’avvertenza vale di più per la biancheria da lettino e per i sac-chi nanna e più ancora per i pannolini lavabili – se già stiamo pensando ai più piccini – perché anche quelli sono benefici solo se liberi dalle cariche chi-miche dei finissaggi convenzionali.Se nella scelta di finiture, arredi e biancheria per la camera del riposo

seguiamo il filo conduttore delle rifles-sioni qui proposte, ci comportiamo in maniera responsabile verso l’ambien-te, i lavoratori e noi stessi, abbiamo la coscienza pulita, e possiamo dormire sonni tranquilli.

Speciale Fibre Naturali

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Un maglioncino semplice e veloce da realizzare, adat-to a stagioni incerte come quelle che si susseguono da un po’ di tempo. Le

maniche amovibili possono essere sfilate e infilate a seconda delle con-dizioni climatiche e sono anche, da sole, un’idea regalo semplice e velo-ce per i mesi più freddi. Realizzato in lana o in cotone, il maglioncino tre pezzi saprà rendersi utile tutto l’anno.

Occorrente Filato: Merinos otto o altro filato dalla resa corrispondente Ferri: n.6 Per la maglia Montare 60 maglie e lavorarle a costa 1/1* per 20 ferri. Proseguire a maglia rasata** fino a ottenere una lunghezza totale di 30 cm (potete modificare la lunghezza in base alla vostra corpora-tura. Questa è la distanza tra lo scalfo della manica e il bordo inferiore del vostro maglioncino). Chiudere 3 maglie da una parte e, al ferro successivo, 3 maglie dall’al-tra. Ripetere l’operazione ancora una volta per parte poi proseguire a maglia rasata fino a ottenere una lun-ghezza totale di 50 cm (come sopra,

Il maglioncino... in tre pezziCome realizzare ai ferri un capo d’abbigliamento fai da te facile, veloce e versatile

Claudia Porta

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Come adattare il modello alla vostra taglia Sull’etichetta del vostro gomitolo troverete un quadratino che riporta il numero di maglie necessarie per crea-re un campione di 10x10 cm. Io con-siglio sempre di aggiungerne qualcu-na di più, per un risultato più preciso. Per la Merinos otto, ad esempio (il filato utilizzato per questo progetto) le indicazioni sono 15 maglie x 22 ferri. Montatene 20 e lavoratele per 30 ferri. Stirate il vostro campione e, con 1 cm, misurate il numero di maglie necessarie per una larghezza di 10 cm. Può darsi che corrispondano a quelle indicate in etichetta, ma il numero può variare a seconda del modo in cui lavorate. Con le istruzioni riportate qui sopra otterrete un maglioncino largo 40 cm circa. Per adattarlo alla vostra taglia misu-rate un maglione che già possedete e traducete i centimetri in maglie utilizzando il campione che avete lavorato. Se ad esempio il vostro campione vi dice che per ottenere 10 cm dovete lavorare 15 maglie e la larghezza desiderata per il vostro maglioncino è di 55 cm, dovrete aggiungere 15 + 7,5 (saranno 7 o 8) maglie, cioè 22 o 23 in totale. Lo stesso discorso vale per la lun-ghezza, anche se è molto più sem-plice posare il vostro lavoro sul maglione utilizzato come modello per seguirne la traccia.

Fare da sé

Mamma di tre bambini, blogger, autrice e creativa. Tra le sue passioni: la pedagogia montessoriana, lo yoga, la creazione di abiti e accessori con materiale di recupero. Sul suo blog lacasanellaprateria.com trovate articoli di approfondimento, tutorial per la realizzazione di materiale montessori fai da te, abiti, accessori, travestimenti di carnevale per bambini, prodotti per il corpo e tanto altro.

Claudia Porta

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Giochi con Me?Tanti modi creativi per accompagnare i nostri figli nella crescitaIl leone verde 2012

Giochiamo allo YogaDEd’A, 2011

La Mia Mamma sta con MeConciliare famiglia e lavoro grazie a internetIl leone verde 2011

Come realizzare una bambola Waldorfebook sraricabile gratuitamente dal blog di Claudia:lacasanellaprateria.com

I libri di Claudia Portapotrete modificare la lunghezza in base alle vostre esigenze). Chiudete tutte le maglie. Ripetete esattamente lo stesso proce-dimento per la parte posteriore. Riprendete con un ferro tutte le maglie dello scalfo manica (dal punto in cui avete effettuato la prima diminuzione fino al bordo superiore del maglioncino) e lavoratele a costa 1/1. Ripetete dall’altro lato e poi sulla parte posteriore. Lasciando libere 6 maglie per lato, riprendete quelle centrali nel bordo superiore del maglioncino e lavo-ratele a costa 1/1 per 12 cm circa. Ripetete con la parte posteriore. Cucite le due parti e il vostro maglioncino è pronto. *Costa 1/1: un punto diritto e uno rovescio. **Maglia rasata: un ferro diritto e uno rovescio.

Per le maniche Montate 40 maglie e lavoratele a costa 1/1 fino a ottenere la lunghezza desiderata. Piegatele in due e cucitele lasciando un’apertura per il pollice. Le misure sopra riportate corrispon-dono a una taglia S. Per adattarle alla vostra taglia procedete come indicato di seguito.

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La lana cottaCome realizzarla e come utilizzarla

Realizzare la lana cotta è molto semplice. Questo materiale infatti è il frutto dell’infeltrimento (volonta-rio o involontario) di un tes-

suto o di un capo lavorato a maglia. Per ottenere un tessuto di lana cotta, lavorate il vostro filato e poi butta-telo in lavatrice ad alte temperature. Attenzione: si restringerà notevol-mente. Bisognerà quindi calcolare dimensioni nettamente superiori (almeno il doppio, ma il risultato non è mai preciso) rispetto a quelle che desiderate. Può sembrare uno spreco, ma sce-gliere una bella lana (ricordate: i filati sintetici non si infeltriscono!) morbi-da permetterà di ottenere un tessuto morbido. In base all’uso che dovete farne, converrà quindi scegliere filati di maggiore o minore qualità. Per una borsa potete scegliere un fila-to a basso costo ma per un capo che andrà a contatto con la pelle meglio optare per un filato gradevole al tatto.

Che fare se l’infeltrimento è accidentale? Se avete infeltrito il vostro maglione preferito, purtroppo, non c’è molto da fare. Potete passarlo ai vostri figli oppu-re tagliarlo come se fosse un tessuto per creare qualcos’altro: un berretto, un paio di guanti, una borsetta, o qualun-que altra cosa vi verrà in mente. Ecco, di seguito, due esempi di lavo-ri realizzati con la lana cotta.

Ora non vi resta che dare sfogo alla vostra creatività!

Claudia Porta

La borsa gialla è stata realizzata da Ballee di knittingajour.blogspot.it

La borsetta rosa è stata lavorata in tondo, con ferri circolari, e poi messa in lavatrice a infeltrire.

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Fare da sé

Foto: Top in Lana Cotta.Ho realizzato un tessuto di lana cotta che ho poi tagliato e cucito per realizzare un top.

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Isolare la casa con materiali naturali significa scegliere di vivere in ambienti sani, temperati e piacevoli in ogni stagione

Tieni calda la tua casa con la lana di pecora

Luigi Foschi

L’isolamento termico e acu-stico è di fondamentale importanza per un edificio, perché oltre a garantire un forte risparmio energetico e

la riduzione dell’inquinamento atmo-sferico, rende l’ambiente interno più sano e piacevole da vivere.Il microclima interno delle abitazioni (e dei luoghi di lavoro) influenza le persone che vi soggiornano: è quindi importante creare le condizioni ideali per rendere piacevole e sana la vita-negli ambienti domestici e di lavoro. Nel caso della propria abitazione, utilizzare un buon isolante è indispen-sabile per garantirsi il giusto grado di umidità e di calore in inverno e di fresco d’estate, e soprattutto per non incorrere in fastidiosi problemi creati dai prodotti chimici che contengono allergizzanti. Spesso, infatti, malattie allergiche come l’asma da polveri, possono aggravarsi o scaturire a causa degli inquinanti presenti nei materiali edili non naturali. L’ideale sarebbe, ovviamente, sce-gliere prodotti di bioedilizia in tutte le fasi della costruzione. Per quanto riguarda gli isolanti naturali, questi possono contribuire in modo efficace

a migliorare le performance acusti-che, termiche, idrometriche e di ele-vata traspirabilità di un edificio, sia di nuova costruzione che nella ristruttu-razione di edifici di vecchia data.

I materiali più adatti perl’isolamento naturaleGli isolanti naturali, oltre ad avere ottimi requisiti termico-acustici, garantiscono anche un minor impatto ambientale sia in fase di costruzione che in fase di smaltimento, in quanto risultano totalmente riciclabili. In commercio esistono vari materiali naturali, possono essere di origine

vegetale come il sughero, di origine minerale come la lana di vetro o di roccia, e infine di origine animale come la lana di pecora.

La lana di pecoraLa lana di pecora è una materia prima conosciuta da migliaia di anni per le sue proprietà di termoregolatore, sia per il caldo che per il freddo. Principalmente è usata nel campo tes-sile e viene utilizzata per proteggersi dalle temperature invernali, ma non tutti sanno che anche i beduini del deserto la usano per proteggersi dalle elevate temperature.

* Le fibre della lana non sono attaccabili da muffe, anzi ne contrastano la formazione

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Speciale Isolanti Naturali

Inoltre la lana di pecora ha altre pro-prietà inaspettate:

• è molto resistente allo sporco, soprattutto alla polvere che non entra in profondità;

• è praticamente ignifuga, infatti prende fuoco con difficoltà e pro-voca poco fumo;

• può assorbire il vapore acqueo fino a 1/3 del suo peso senza risultare bagnata;

• è composta per l’85% di cherati-na, sostanza presente nei capelli e nelle unghie e per il 15% da lanolina e minerali che la rendono impermeabile all’acqua (ma non al vapore acqueo e all’umidità);

• non si polverizza mai e non inne-sca quindi reazioni allergiche.

Per tutte queste caratteristiche, in edilizia la lana di pecora risulta un ottimo isolante. Inoltre riesce a rilasciare gradual-mente l’umidità mantenendola al giusto grado per i materiali edili che la circondano, per cui è molto consi-gliata per le costruzioni di fabbricati in legno. Recenti studi hanno confer-mato, inoltre, la capacità della lana di assorbire e neutralizzare sostanze nocive all’interno dell’abitazione come la formaldeide NOx e COx, presente in molti prodotti utilizzati in casa, come i deodoranti, o nelle verni-ci dei mobili.Ultimo ma non ultimo: le fibre della lana non sono attaccabili da muffe, anzi ne contrastano la formazione.

Come si usa?La lana di pecora viene proposta da varie aziende in Italia per essere acquistata in rotoli, sotto forma di fel-tro, di diversi spessori e dimensioni.Si utilizza per l’isolamento dei tetti, ventilati e non, solai, pavimenti e murature perimetrali.Si adatta a tutti i tipi di materiale, ma è particolarmente consigliata per le strutture in legno, in quanto mantiene

un giusto grado di umidità.I rotoli vengono tagliati manualmente in cantiere, con semplici forbici, e fis-sati alle pareti.Può essere posata a secco o con anco-ranti nei muri, nelle intercapedini, nei divisori in cartongesso, così come nei pavimenti in legno (come sottofon-do), nei controsoffitti, o nei sottotetti. Come tutti gli isolanti usati in edili-zia, anche la lana di pecora ha biso-gno di una corretta posa in opera e quindi di artigiani esperti.

Un processo di produzione ecologicoLa lana di pecora arriva da tanti alle-vamenti ovini estensivi che passano all’edilizia solo la lana più grossa e

arricciata (quella più difficile da utiliz-zare per i tessuti), che spesso verrebbe buttata per inutilizzo. Viene tosata nel periodo estivo per permettere all’ani-male il ripristino del pelo per i mesi freddi. Dopo essere stata lavata con sapone di marsiglia e soda e trattata con sostanze protettive antitarme, viene lavorata per realizzarne materas-sini isolanti di diversi spessori. Tutto il processo prevede l’utilizzo di leganti naturali. La lana di pecora proviene da una fonte rinnovabile (bello descrivere così la pecora!) e il dispendio di energia per la sua produ-zione è davvero basso perché si lavora a bassissime temperature e in modo meccanico.

Geometra e arredatore d’interni, appassionato di bioedilizia e costruzioni a impatto zero, da circa 15 anni lavora nel settore dell’edilizia. Avendo sperimentato diversi sistemi di risparmio energetico e bioedilizia nella propria casa, propone ai suoi attenti clienti soluzioni ideali per il vivere naturale. Sta completando il

percorso per diventare Consulente per CasaClima. Riceve su appuntamento nel suo studio creativo a Cesena (FC). Per informazioni e consulenze: [email protected] - cell. 339 5733261

Luigi Foschi

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Filosofia e pratica del cappottoRisparmio energetico, vantaggi economici e confort abitativo: come e perché scegliere il cappotto ecologico per la propria abitazione

Marta Dina Renata Carugati

Ripararsi dal caldo, ripararsi dal freddo. In entrambi i casi ci si deve coprire.Coprire e non scoprire. Sembra strano ma è così.

Pensiamo agli eschimesi che per far fronte a temperature che arrivano a -30, si devono coprire con indumen-ti fatti prevalentemente di pelli, ma anche ai Tuareg, popolazione nomade del Sahara, che si coprono di lana per proteggersi dalle elevate temperature del deserto. Per ovviare al mancato comfort, quando le condizioni ambientali non sono tra le più miti e piacevoli, risulta utile creare una sorta di filtro con l’e-sterno che migliora la percezione del nostro benessere.Questo filtro deve avere delle caratte-ristiche ben studiate, sia che si parli di un abito sia che si parli di un isolante per la casa.Facciamo un esempio parlando della lana, anche se i miei amici vegani, a ragion veduta, non sarebbero conten-ti. Ma questo ci consente di ragionare introducendo anche altre questioni, ossia l’importanza dell’approvvigio-namento del materiale.La lana è un materiale di origine animale dalle grandi qualità, ha la straordinaria virtù di tenere caldo in inverno e fresco in estate. Il segreto

della lana sta nella naturale arricciatu-ra delle fibre non trattate, che permet-te la creazione di micro spazi pieni d’aria che agiscono come isolanti nei cambiamenti di temperatura. Le fibre hanno la singolare caratteristica di assorbire fino al 18/25% del loro peso in umidità, garantiscono una forte protezione termica, sono elastiche, resistenti all’usura e alla fiamma. Il contenuto di lanolina, le rende inol-tre antibatteriche e autopulenti. Ecco perché gli indumenti dei Tuareg sono di lana. Molte delle caratteristiche della lana sono presenti in altri materiali isolanti per coibentare la casa e la stessa lana naturale di pecora è sempre stata ed è ancora considerata un eccellente materiale per l’isolamento termico, unendo disponibilità e praticità, leg-gerezza e resistenza all’acqua.Aggiungo che in particolare la lana, a mio giudizio, ha senso usarla in edili-zia solo in economie di piccola scala e non attraverso produzioni industriali che arrecano danno e sofferenza agli animali.Anche il sughero è un materiale iso-lante e insonorizzante molto buono che però comporta, a causa di un len-tissimo ripristino della sua corteccia, un utilizzo limitato a certe zone e a produzioni locali e controllate.

Il “filtro” cappottoPer produrre calore l’organismo bru-cia gli zuccheri come una casa brucia, per esempio, metano, entrambi com-bustibili. Se non vogliamo intaccare le riserve energetiche, dobbiamo “fil-trare” la differenza di temperatura tra l’esterno e l’interno.Ecco che entrambi, il corpo e la casa, ovviano al problema indossando un bel cappotto!In edilizia il “cappotto” consiste in una coibentazione esterna delle pareti verticali mediante materiale isolante di diverso genere, rasato da uno strato sottile di intonaco per esterni.In questa sede ci limitiamo a parlare di coibentazione dall’esterno perché essa offre maggiori vantaggi rispetto a quella interna.Il cappotto fornisce in pratica, con il suo inscindibile pacchetto, sia l’isola-mento sia la finitura. Si tratta di un vero e proprio “sistema a cappotto” usato in Europa ormai da una cinquantina d’anni per la coiben-tazione degli edifici nuovi o già esi-stenti e il recupero di immobili storici e di pregio, residenziali, commerciali, industriali. Si parla di “sistema” in quanto esiste una certificazione di realizzazione e posa del cappotto da parte di alcune ditte specializzate riu-nite in Italia in un Consorzio

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(www.cortexa.it) che lo garantiscono una decina di anni, e inoltre, tutti i componenti e materiali sono marchia-ti e certificati e devono essere posati a regola d’arte.Vengono usati il collante-rasante per l’incollaggio dei pannelli isolanti alla struttura di supporto e per la forma-zione del primo strato di intonaco rin-forzato con una rete in fibra di vetro o materiali naturali, eventualmente un primer quale prima protezione dell’in-tonaco rinforzato e a completare, la mano di finitura con rivestimento con-tinuo sottile a protezione dell’intero sistema dagli agenti atmosferici.Spesso i pannelli, oltre a essere incol-lati al supporto, vengono tassellati alla struttura, si utilizzano profili metallici

Il cappotto permette di isolare senza discontinuità gli ambienti riscaldati

(abitati) dal freddo e dal caldo, migliorando sensibilmente

il comfort abitativo

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o plastici leggeri per le modanature verticali od orizzontali e sigillanti per i giunti degli infissi. È necessario, inoltre, utilizzare elementi speciali di polipropilene con struttura alveolare o in schiuma poliuretanica per evitare ponti termici e danni al cappotto per il fissaggio di veneziane e persiane, bal-

coni, arcarecci di tettoie ecc.L’installazione del sistema richiede molta attenzione alle istruzioni della sequenza di montaggio che si possono trovare esposte nelle schede tecniche e di applicazione dei diversi produt-tori di materiali, oppure nel manuale per l’applicazione del sistema a cap-

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umidità tra l’esterno e l’interno abita-tivo ed è possibile eliminare la causa di crepe, infiltrazioni, muffe, fastidio-si moti convettivi interni ai locali e di conseguenza anche i ponti termici, attraverso i quali parte del calore viene disperso.Con l’installazione del sistema a “cappotto” tutti questi fenomeni ven-gono annullati o comunque fortemen-te attenuati.Inoltre le stesse murature non dissi-pando più il calore all’esterno, svol-gendo l’importante funzione di vola-no termico, ovvero di una massa tem-perata uniforme nelle diverse stagioni e condizioni atmosferiche. A questo proposito si tenga presente che il

potto a cura del Consorzio citato. Le attrezzature necessarie sono quelle usualmente richieste per l’applicazio-ne degli intonaci tradizionali.Si tratta di studiare in fase di proget-tazione i dettagli tecnici esecutivi per risolvere particolari nodi costruttivi e di privilegiare sistemi di isolamento carat-terizzati da parametri ecologici in linea con una costruzione compatibile nel rispetto dei princìpi di ecosostenibilità. La scelta del materialeIl tipo di sistema da utilizzare dipende da tanti fattori e come sempre non esi-ste una sola ricetta. Tenendo presente quanto si è consigliato nella scelta di materie prime riciclabili e a basso impatto ambientale, è possibile sce-gliere tra una vasta gamma di soluzio-ni che prevedono sostanzialmente due tipi di lavorazioni: la posa di pannelli e il riempimento di intercapedini.I pannelli in fibra di legno godono di un’alta inerzia termica a differenza di altri materiali artificiali, cioè cam-biano lentamente la temperatura in risposta alla variazione della tempera-tura esterna o interna e, di conseguen-za, hanno uno sfasamento maggiore (il tempo impiegato dall’onda termica per arrivare all’interno dell’edificio). La fibra di legno è consigliabile quin-di anche dove fa caldo e come coi-bentazione del tetto.Ci sono anche pannelli a base di idrati di silicato di calcio che uniscono le caratteristiche ecologiche ai vantaggi di un isolante massiccio completa-mente minerale.Nel caso di intercapedini da riempi-re, un ottimo materiale riciclato risul-ta essere la fibra di cellulosa prove-niente da carta di giornale selezio-nata e trattata con sali di boro.

Perché isolare con il cappotto?Gli obiettivi sono molteplici: rispar-mio energetico e vantaggi economici, termici, strutturali e di durata nel tempo. Il cappotto permette di iso-lare senza discontinuità gli ambienti

riscaldati (abitati) dal freddo e dal caldo, migliorando sensibilmente il comfort abitativo, protegge le facciate e quindi la struttura degli edifici dagli agenti atmosferici.Il sistema a “cappotto” serve per iso-lare in modo sicuro e continuo pareti costituite anche da materiali diversi, la cui diversità può riguardare il com-portamento alle sollecitazioni termi-che, le caratteristiche meccaniche, la conformazione superficiale; pensiamo ad esempio alle strutture in cemento armato e laterizio. La muratura protetta dal cappotto viene posta in condizioni termiche e igrometriche stazionarie, nonostante grandi differenze di temperatura e/o

Speciale Isolanti Naturali

Stratigrafia parete esterna - Progettazione di casa privata di Area Progetto Ass. PAEA

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sistema a cappotto lavora in maniera unitaria sull’involucro dell’edificio e sul concetto di riscaldare le superfici piuttosto che l’aria.La continuità della coibentazione dovrebbe riguardare anche la qualità e la corretta posa degli infissi, non-ché l’isolamento delle superfici oriz-zontali, quali solaio e tetto.Altra funzione fondamentale del cap-potto è che esso permette di raziona-lizzare l’uso del combustibile liquido, solido o gassoso che sia, riducendone

l’impiego. Il conseguente risparmio in bolletta aumenta indirettamente le finanze familiari disponibili e, non da ultimo, permette di ridurre le immis-sioni inquinanti nell’atmosfera.Per fare un esempio, un’abitazione tipo non isolata, disperde circa l’80% di calore attraverso le diverse superfi-ci non coibentate: è come se a fronte di una spesa annuale per il riscalda-mento di 3000 euro annui, disperdes-simo 2400 euro!

Architetto, collabora con l’Associazione PAEA - Progetti Alternativi per l’Energia e l’Ambiente (paea.it).

Marta Dina Renata Carugati

La detrazione per il cappotto

L’intervento di realizzazione del cappotto fa parte dei miglioramenti dell’efficienza energetica di un edificio e come tale è detraibile dalle tasse.Dal 6 giugno 2013, la detrazione è passa-ta dal 55% al 65% (d.l. 4 giugno 2013 n. 63 pubblicato in G.U. 130 del 5/06/2013) e prorogata fino al 31 dicembre 2013, salvo che per interventi relativi a parti comuni di edifici condominiali o che interessino tutte le unità di un condomi-nio, per i quali la proroga è al 30 giugno 2014. Informazioni sul portale dell’ENEA: http://efficienzaenergetica.acs.enea.it

Il risparmio in bolletta dato dal cappotto aumenta indirettamente le finanze familiari disponibili e, non da

ultimo, permette di ridurre le immissioni inquinanti nell’atmosfera

Cappotto in fibra di legno della casa privata passiva di Busana (RE)

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La vitamina D quando il sole non c’è

Come rifornirsi di questa importante vitamina per proteggersi dall’influenza e altre malattie

Valerio Pignatta

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Èormai abbastanza risaputo e comprovato che nelle nostre società occidentali industrializzate la carenza di vitamina D sia un fatto

grave e costituisca quasi un’epidemia tra la popolazione.Dato che l’approvvigionamento di questa vitamina avviene essenzial-mente attraverso l’esposizione della pelle ai raggi solari UVB, è facile comprendere come al giorno d’og-gi sia per molti impossibile o quasi assimilare una corretta e costante dose di sole durante l’arco dell’anno. Infatti, la maggior parte delle persone occidentali vive e lavora in ambienti chiusi e non espone mai il proprio corpo all’aria, nemmeno quando ne ha la possibilità, dato che per molti anni i dermatologi hanno invitato alla cautela in quanto una eccessiva espo-sizione sarebbe causa di cancro alla pelle e invecchiamento precoce.

Danni da mancanza di vitamina DSe una certa accortezza è quindi presumibilmente necessaria (ma che non giustifica l’uso indiscriminato di creme solari ad alta protezione), è anche vero che comunque un eccesso nella direzione opposta può com-portare squilibri di salute altrettanto negativi e traumatici per il benessere dell’organismo umano. Parecchi studi scientifici mettono infatti in correla-zione una mancanza grave di vitamina D dell’adulto con patologie come la parodontite, l’osteoporosi, la fibro-mialgia, il dolore cronico, il diabete (sia di tipo I che II), la sclerosi multi-pla, il deterioramento cognitivo senile, l’asma e molte altre malattie tra cui diciassette diversi tipi di cancro. Nel bambino è invece conosciuto da molto tempo, come conseguenza di carenza grave di vitamina D, il rachitismo.

La vitamina D, insomma, è un costi-tuente basilare di parecchie funzioni fisiologiche dell’organismo. In effet-ti, non si tratta nemmeno di una vita-mina, ma di un ormone, che inter-viene quindi in molteplici trasforma-zioni enzimatiche e biochimiche (per esempio allevia l’insulinoresistenza).È stato dimostrato che i recettori della vitamina D sono presenti in molti organi e tessuti e che possono interagire o interfacciarsi con due-cento o più geni che contengono gli elementi di risposta a questa vitamina-ormone. Per la stragrande

maggioranza, gli organi del corpo rispondono alla vitamina D, e quin-di ciò vuol dire che le cellule degli stessi sono in grado di assicurare funzioni biologiche che dipendono dalla disponibilità della vitamina D stessa. L’interazione coi geni di quest’ultima avviene dentro le cellu-le dell’organismo, in modo tale che si ritiene essa possa accelerare la guarigione dei tessuti e delle cellule, quindi ridurre il rischio che divenga-no cancerose.

Un’alleata contro le malattie invernali Ma queste non sono le uniche e vitali funzioni che la vitamina D svolge. Nella nostra quotidianità è del pari molto importante. Molti

studi hanno notato, ad esempio, che le epidemie di influenza invernali coincidono con il picco di massima carenza della vitamina D nell’essere umano. Infatti d’estate, attraverso l’esposizione solare, la vitamina D in eccesso (ossia se ne abbiamo una quantità ottimale) viene immagaz-zinata nell’organismo (nel grasso corporeo dato che è liposolubile) e poi riutilizzata in tempi di caren-za ambientale ovvero in autunno e inverno. La copertura che la vita-mina D dà rispetto ai virus viene a mancare quando le quantità di cui

dispone il corpo sono esigue e quindi le invasioni virali hanno la meglio. Questa correlazione è stata stabi-lita da vari studi epidemiologici e infatti molti medici ortomolecolari consigliano di sostenere lo stock di vitamina immagazzinata con dosi supplettive orali durante questi mesi. Alle nostre latitudini, infatti, non è possibile, nemmeno esponendosi al sole, assimilare il dovuto quantitativo di vitamina D nei mesi che vanno da novembre a marzo compresi. In quel periodo, l’inclinazione dei raggi solari e la loro distanza rispetto alla Terra ne impediscono l’azione atta. Infatti, maggiore è la latitudine in cui ci si trova, al di sopra dei 35°, meno intensi sono i raggi UVB e quindi

La vitamina D è un costituente basilare di parecchie funzioni fisiologiche

dell’organismo. In effetti, non si tratta nemmeno di una vitamina, ma di un

ormone, che interviene quindi in molteplici trasformazioni enzimatiche e biochimiche

Medicina olistica

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Molti studi hanno notato, ad esempio, che le epidemie di influenza invernali coincidono con il picco di massima carenza della D nell’essere umano

di partenza, alle 4000 o anche 5000 UI al giorno sotto diretto controllo medico e con un esame sanguigno che stabilisce la reale necessità e le riserve disponibili nell’organismo. Normalmente, oggi sono considerati ideali livelli di 40-50 ng/ml (nano-grammi per millilitro) di vitamina D nel sangue, ma molti medici confer-mano che la maggior parte dei pazien-ti ha valori che si collocano fra i 5 e i 20 ng/ml, quindi livelli già bassi anche per i superati range di normali-tà nei nostri ospedali che erano basati sul minimo di 20 ng/ml per scongiu-rare il rachitismo nei bambini.Va precisato che, per quanto riguarda le integrazioni, Unità Internazionali (UI) e microgrammi (µg) non coinci-dono. Le confezioni di integratori a base di questa vitamina spesso sono vendute con indicazioni delle unità di misura appunto in microgrammi. Per fare il calcolo della corrispondenza basta dividere la quantità espressa

Integratori per i mesi senza sole: quali scegliere Un buon integratore a base di vitami-na D

3 (anche detta colecalciferolo),

la forma più assimilabile e meno tossica, può essere di grande aiuto per garantire le quantità necessarie a passare l’inverno incolumi. La D

2

(o ergocalciferolo), invece, che pure ritroviamo in molte preparazioni, non è adatta in quanto molto meno efficace nel far risalire i livelli di vitamina D nell’organismo. Inoltre la vitamina D

2 è anche considerata più pericolosa

rispetto alla D3, dato che con essa

sono stati riportati più casi di sovra-dosaggio e tossicità.Le quantità giornaliere di una even-tuale integrazione di D

3, e consigliate

dalle varie fonti mediche, vanno dalle 2000 UI (Unità Internazionali) al giorno, in caso di mancato control-lo medico e senza analisi del sangue

inducono una minore produzione di vitamina D. Nello specifico, quando il sole è più basso nel cielo (alle lati-tudini maggiori), i raggi UVB hanno una distanza più lunga da percorrere per raggiungere la Terra. Inoltre, devono effettuare il loro viaggio attraversando una fascia di ozono e di nuvole di maggiore spessore prima di arrivare alla nostra pelle. Quando il sole è più alto nel cielo (alle latitudini minori), gli UVB hanno una distanza minore e un percorso con meno ostacoli verso la superficie terrestre (in particolare si può affermare che la carenza di vitamina D colpisce la quasi totali-tà della popolazione dei Paesi al di sopra del 35° parallelo come l’Italia).Quindi, d’inverno, l’unica fonte di approvvigionamento che abbiamo nel nostro Paese è costituita dagli integratori o, per chi volesse osare, le lampade abbronzanti, che hanno però effetti collaterali d’altro tipo per cui non tutti ne consigliano l’uso.

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ecc.) non cambiano di molto il qua-dro (a parte l’olio di fegato di mer-luzzo) in quanto le quantità apportate sono risibili in caso di necessità con-sistenti e per il lungo periodo.Una vera medicina preventiva si effettua solamente con una corretta ma abbondante esposizione solare nei mesi caldi e un’adeguata integra-zione nutrizionale nei mesi di calo delle riserve.Per quanto riguarda i corretti tempi di esposizione ci sono controversie tra gli scienziati. Tuttavia, secon-do il dottor Michael Holick della Boston University, una procedura che sembra sicura e che allo stes-so tempo garantisce un sufficiente approvvigionamento di vitamina D è l’esporsi, sia al sole che (per chi osa) alla lampada sul lettino abbronzante, per un massimo di tempo che va dal 25 al 50% della MED (Minima dose

in UI per 40 e si ottengono i micro-grammi. In altre parole, 1 microgrammo equivale a 40 UI, 1000 microgrammi equivalgono a 1 milligrammo.In ogni caso, non si devono temere conseguenze. Effetti collaterali tossi-ci da sovradosaggio non ce ne sono a questi livelli. Basti pensare che è sufficiente mezz’ora in spiaggia in costume al sole estivo in pieno giorno per assimilarne circa 20.000 Unità. L’ideale è quindi farne una gran scor-ta d’estate, per essere più resilienti durante i lunghi mesi freddi invernali.Alcuni naturopati o medici olistici suggeriscono di fare affidamento per tale scopo anche sulla vitamina D che è possibile reperire con l’ali-mentazione. Ma gli alimenti a base di vitamina D aggiunta (latte di soia, latte vaccino, cereali da colazione ecc.) o i cibi che la contengono natu-ralmente (olio di fegato di merluzzo, vari tipi di pesce, uova, latte, funghi

Laureato in Scienze Politiche all’Università di Pavia e laureato in Storia all’Università di Genova, giornalista, lavora come traduttore, redattore e collaboratore di riviste e case editrici, fra cui il Gruppo Editoriale Macro. Ha pubblicato diversi articoli su periodici nazionali inerenti al rapporto salute/ambiente e testi divulgativi di medicina naturale. Ha scritto, inoltre, testi di storia per l’editoria scolastica, nonché ricerche storiche per istituti universitari. Attualmente prosegue la sua attività di ricerca e studio dedicandosi alla storia delle religioni e della medicina. È naturopata.

Valerio Pignatta

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Soram KhalsaI poteri curativi della vitamina DMacro Edizioni, 2013

Jörg SpitzLa vitamina DIl superormone: come proteggersi dalle malattie cronicheTecniche Nuove, 2013

Cosa leggere

Una vera medicina preventiva si effettua solamente con una corretta

ma abbondante esposizione solare nei mesi caldi e un’adeguata integrazione

nutrizionale nei mesi di calo delle riserve

Medicina olistica

eritematogena) – cioè il tempo che la pelle impiega ad arrossarsi – più volte alla settimana. In poche paro-le, se vogliamo uno stato di salute migliore dobbiamo sforzarci di uscire da nostri gusci di cemento e metallo e accogliere il benefico abbraccio del mondo naturale che ci circonda coi suoi raggi, le sue energie, i suoi frutti e le sue brezze riossigenanti.

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Argilla: terra delle meraviglieI benefici per la pelle e la salute, i consigli di utilizzo e le attività terapeutiche

Luca Fortuna

Per millenni l’argilla è stata utiliz-zata come rimedio per la cura e il trattamento di innumerevoli distur-bi. Dopo essere stata trascurata per lungo tempo dalla medicina, è stata oggi rivalutata alla luce di studi e ricerche che ne hanno validato le proprietà. Un pacchetto di argilla non dovrebbe mai mancare in casa perché, come scrisse l’abate Kneipp nel suo testamento spirituale: «Per molti disturbi non v’è medicina che agisca con altrettanta efficacia e facilità come l’argilla»

CaratteristicheLe argille sono terre complesse, il risultato del deposito dei sedimenti formati dai prodotti dell’erosione e disintegrazione di rocce più antiche. Hanno due caratteristiche fonda-mentali: i granelli devono avere un diametro inferiore a due millesimi di millimetro (due micron), e quando vengono bagnate con una piccola quantità d’acqua devono formare

una pasta facilmente modellabile. Le proprietà non dipendono da un solo elemento, quanto piuttosto dall’interazione delle varie sostanze di cui è composta, che ne moltiplica-no l’efficacia. L’argilla ha un ruolo catalizzatore, accelera i tempi con cui avvengono le reazioni rigene-rative dell’organismo. Le proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti dipendono dalla presenza di silice e di allumina, mentre le capacità assorbenti e disinfettanti sono dovute alle caratteristiche di struttura e alle dimensioni dei granelli. Una buona argilla deve contenere almeno il 40% di silice e almeno il 10% di allumina. La percentuale di calcare dev’essere la più bassa possibile, come pure quella di sabbia e gesso. Eventuali tracce di altri minerali, come argento, rame, oro, ferro, titanio, manganese, calcio, potassio, mercurio ne possono aumentare le proprietà curative. Le proprietà dell’argilla dipendono in linea di massima da due fattori: la composizione chimica e la tessitura del minerale.

I diversi tipi di argillaL’argilla bianca o caolino: con-

tiene il 48% di silice e il 28% di allumina. Possiede un elevato potere assorbente unitamente a una elevata capacità di scambio ionico, per cui è estremamente valida come antisettico e rimi-neralizzante. L’argilla bianca è particolarmente indicata per uso interno: combatte le fermentazio-ni e le intossicazioni intestinali. Contrariamente all’argilla verde, che può causare stitichezza, faci-lita il transito intestinale. Si usa altresì per i bruciori di stomaco e le infezioni batteriche.

L’argilla verde o montmorillo-nite: è l’argilla più comune e si trova facilmente in commercio, contiene il 50% di silice e il 10% di allumina. Presenta un grande potere assorbente, ma una debole capacità di scambio cationico, da cui discende una scarsa azione rimineralizzante e antibatterica. In commercio si trova anche quella che viene chiamata argil-

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Medicina olistica

è sufficiente disporre una parte di argilla sul fondo di un recipiente, che può essere di vetro o di cerami-ca, ma non di metallo né di plastica (materiali che possono interferire con l’argilla), ricoprirlo con tre parti di acqua e lasciarlo riposare per qualche ora, fino a quando non si sarà ottenu-to un fango molto liquido.Il cataplasma e l’impiastro di

argilla: spesso chiamati impro-priamente impacchi, sono le tecniche più usate per l’applica-zione dell’argilla. Il cataplasma consiste nell’applicare sul corpo la miscela di argilla avvolta in un telo di stoffa. L’impiastro viene invece applicato diretta-mente sulla parte del corpo che si intende trattare. Oltre ad acqua e argilla possono essere presenti altre sostanze come ad esempio oli essenziali e oli vegetali.

Maschere di argilla: indicate per purificare le pelli miste, impure e acneiche, ma anche per donare minerali e rivitalizzare i tessuti. Si preparano disponendo l’ar-

gilla più adatta in un recipiente, aggiungendo acqua e mescolando per formare una pasta omogenea abbastanza corposa e non troppo liquida. Si distendono sulle zone da trattare con l’aiuto di un pen-nello o con le mani ben pulite e si tengono in posa quindici o venti minuti. Possono essere utilizzate sul viso, sul corpo e sul cuoio capelluto.

Acqua d’argilla: la preparazione è molto semplice, si versa un cucchiaino di argilla ventilata in un bicchiere, si aggiunge acqua e si mescola (senza usare strumenti in metallo) fino a ottenere una soluzione omogenea. Si copre con un tovagliolo e si lascia ripo-sare per alcune ore, meglio se al sole o per tutta la notte. In questo modo l’argilla si depositerà sul fondo, lasciando una sospensione sopranatante che contiene tutti gli elementi dell’argilla di partenza. Andrà assunta solo la sospen-sione, lasciando il deposito che verrà poi gettato.

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* Le argille sono terre complesse, il risultato del deposito dei sedimenti formati dai prodotti dell’erosione e disintegra-zione di rocce più antiche

la verde ventilata: è un’argilla verde in polvere resa molto fine, quasi impalpabile, caratterizzata da granelli di dimensioni rego-lari. L’argilla verde impiegata per uso esterno, grazie all’alto potere assorbente, è particolar-mente adatta per la cura dell’acne e degli eczemi. Se usata per via interna, svolge un’attività disin-tossicante.

Bentonite: ha un buon potere fissante e la capacità di assorbire radioattività in eccesso. Favorisce la penetrazione dei principi attivi, cosmetici o medicamentosi, attra-verso la pelle.

L’argilla tedesca o Luvos: sco-perta in Germania nel secolo scorso, si presenta di colore grigia. Indicata per uso interno, come l’argilla bianca, è utile nella cura della acidità di stomaco e delle infiammazioni intestinali.

Come si utilizzaLa preparazione vera e propria è estremamente semplice e agevole,

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Artrite: cataplasmi caldi di argil-la con olio essenziale di ginepro sulle parti dolenti sono utili per alleviare il dolore.

Bruciore di stomaco: è la conse-guenza di un’eccessiva secrezione acida, che riesce a superare lo stra-to di muco che protegge la parete dello stomaco, provocando dolo-re e infiammazione. L’aumento dell’acidità può essere dovuto a molte cause: la prima sono i pasti troppo abbondanti, ma può dipen-dere anche dall’abuso di caffè, alcol e tabacco. Esistono poi situa-zioni legate a caratteristiche indi-viduali, la reazione a particolari cibi o allo stress, o all’assunzione di determinati farmaci (aspirina, antinfiammatori come l’ibuprofe-ne, piroxicam ecc.). L’argilla può sostituire egregiamente i comuni

cura di argilla ha lo scopo di eliminare le tossine e apportare elementi nutrizionali, le appli-cazioni localizzate sono utili per disinfiammare, decongestionare, lenire, favorire il ricambio cel-lulare, purificare, normalizzare e disinfettare. Si interviene con un impiastro di argilla verde, con l’aggiunta di 2 gocce di olio essenziale di patchouli.

Anemia: l’argilla è un ottimo strumento per il trattamento dell’anemia, sia per il contenuto diretto di ferro, sia per la presen-za di altri minerali e oligoelemen-ti che rientrano nel metabolismo del ferro. Assumere per tre mesi un bicchiere di acqua di argilla al mattino a digiuno arricchito con 2 gocce di olio essenziale di arancio amaro.

Breve prontuarioEcco come usare l’argilla per i più comuni problemi di salute. Afonia o abbassamento della

voce: condizione che può veri-ficarsi a seguito di infezioni alle alte vie aeree, all’esposizione a caldo o freddo eccessivo, al con-tatto con sostanze tossiche o cau-stiche, o a seguito dell’uso mas-siccio della voce e della parola. Si interviene con un cataplasma caldo preparato con argilla verde posizionato sulla gola e tenuto fermo con una sciarpa, con l’ag-giunta di 2 gocce di olio essen-ziale di sandalo.

Acne: uno dei disturbi cutanei più diffusi che colpisce soprat-tutto i giovani a cominciare dai 12-13 anni, ma può presentarsi anche dai 30 anni in avanti. La

Medicina olistica

Argilla per la bellezza

Ricetta base per maschere di argilla:

• detergere il viso con acqua fresca e tamponare con una spugna per asciugare, in

questo modo la pelle è tonificata e pronta all’applicazione della maschera;

• preparare un fango di argilla disponendo in una ciotola una manciata di argilla,

aggiungere acqua e lasciare che l’argilla assorba tutta l’acqua, o in alternativa

emulsionare con le dita fino a ottenere un fango morbido;

• applicare sul viso con l’aiuto di un pennello largo e morbido, evitando le labbra

e il contorno occhi;• lasciare agire per trenta minuti e poi rimuovere con acqua tiepida. Le maschere

arricchite con altri elementi si lasciano in posa per circa la metà del tempo;

• applicare infine oli vegetali puri in base al proprio tipo di pelle.

Per la realizzazione di una maschera all’argilla straordinariamente efficace

si possono impiegare gli oli essenziali. Sono sufficienti 2 gocce.

Per la pelle grassa scegliere tra: rosmarino ct-verbenone, geranio e palmarosa.

Per la pelle secca, ma impura, scegliere tra: ylang ylang, palmarosa, tsuga.

Per la pelle acneica scegliere tra: niaouli, patchouli, cedro legno.

Per la pelle normale scegliere tra: arancio dolce, lavandula e gelsomino.

Per la pelle sensibile scegliere tra: ylang ylang e achillea.

Per la pelle invecchiata scegliere tra: gelsomino, arancio amaro, incenso.

Per la pelle disidratata scegliere tra: mirra, cedro legno, sandalo.

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Medicina olistica

antiacidi e non presenta le con-troindicazioni di questi farmaci. Assumere un bicchiere di acqua di argilla prima dei pasti con 1 goc-cia di olio essenziale di limone.

Dermatite da contatto: mani-festazione cutanea infiammato-ria, eritematosa con vescicole essudative oppure desquamative. La dermatite irritativa è causata dall’azione di una sostanza che produce un danno cellulare se applicata alla pelle. Le sostanze che possono causare la derma-tite sono numerosissime: alcuni metalli, come il nichel, il cromo, il cobalto, componenti della gomma, sostanze antibatteriche, come il mercurio e derivati, for-maldeide, alcuni farmaci e additi-vi di medicamenti, vegetali, come primula e crisantemo, detersivi. La terapia risolutiva è rappresen-tata dalla sospensione del con-tatto con la sostanza incriminata. Utili cataplasmi e compresse di argilla con olio essenziale di lavandula.

Ferite: un taglio alla cute con eventuale lesione dei tessuti sot-tostanti e due possibili complica-zioni: l’infezione e l’emorragia. Si distinguono le ferite in sem-plici (superficiali, poco estese) e gravi (estese, profonde, sporche, a margini irregolari e contusi, maciullati, macerati e schiaccia-ti). Entrambe sono sottoposte al pericolo di infezione: quelle gravi danno più facilmente luogo a emorragia. Per il primo soccorso cospargere la ferita con argilla ventilata e applicare poi un cata-

plasma freddo con olio essenziale di achillea o niaouli.

Osteoporosi: malattia caratteriz-zata dalla progressiva riduzione della densità e dall’assottiglia-mento delle ossa, che diventano porose, al di sotto del limite necessario per lo svolgimen-to della funzione di sostegno. L’argilla è utile per apportare minerali e per regolare i meccani-smi che regolano il metabolismo osseo. Acqua di argilla con 1 goc-cia di olio essenziale di salvia.

Varici o vene varicose: si stima che una donna su dieci tra i 30 e 60 anni presenti questa pato-logia, le varici sono dilatazioni venose che per lo più colpiscono gli arti inferiori, gambe e cosce. Il sangue per risalire dalle vene delle gambe fino a raggiungere il cuore, ha bisogno dell’azione di valvole che, disposte a inter-valli in tali vene, gli impediscano di ridiscendere per effetto della legge di gravità. Quando queste valvole si indeboliscono e non sono più in grado di svolgere nor-malmente la loro funzione, il san-gue rifluisce verso il basso, pro-vocando la dilatazione delle vene. Cataplasmi freddi con 5 gocce di olio essenziale di cipresso.

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La pillola anticoncezionale è la scelta giusta per te?Gli effetti collaterali relativi all’assunzione della pillola anticoncezionale si fanno sentire anche nella ricerca di una gravidanza: un valido motivo per affidarsi a metodi contraccettivi naturali che rispettano la fisiologia e il corpo della donna

Marianna Gualazzi

Senso di gonfiore, mal di testa, stan-chezza, diminuzione drastica del deside-rio e della capacità

di provare piacere, infezioni genitali ricorenti: di cosa stia-mo parlando? La maggior parte delle donne che, come me, l’hanno assunta per un periodo della loro vita, hanno certamente capito che stiamo parlando della pillola anticoncezionale. Sinonimo della liberazione sessuale della donna tra gli anni Sessanta e Settanta, la pillola è stata assunta da due generazioni di donne come se si trattasse della caramella magica capace di liberare la sessualità fem-minile eliminando il rischio di gra-vidanze indesiderate. Di effetti col-laterali si è sempre parlato poco, al massimo il medico metteva in guar-dia sul rischio di un po’ di cellulite in più. Ma tante di noi hanno potuto riscontrare sulla propria pelle effetti collaterali ben più gravi e temuti, primo tra tutti – paradossalmente – il calo del desiderio sessuale: come dimenticare il ritorno del desiderio, della sensualità, dello stare bene con se stesse e con gli altri non appena si

smette di assumerla? Quando è capi-tato a me è stato come stappare una bottiglia di champagne!

Pillola e gravidanzaMa le conseguenze della pillola sulla salute della donna non si fermano a questo: nel loro libro ABC per la donna in piena salute Jane Bennet e Alexandra Pope portano all’attenzio-ne dei lettori studi relativi agli effetti che la pillola può avere sulla fertilità. La difficoltà nella ricerca di una gra-vidanza che si può riscontrare dopo aver assunto la pillola per tempi prolungati può essere facilmente spiegata tenendo conto del fatto che l’introduzione di ormoni “extra” nell’organismo può facilmente squi-librare la delicata danza ormonale su cui si basa il complesso meccanismo

del concepimento e della gravi-danza. Ma gli effetti negativi della pillola si trasferiscono anche al nascituro: nelle donne che resta-no incinte dopo aver assunto la pillola si riscontrano livelli assai ridotti di acido folico e di zinco, elementi indispensabili per il cor-retto sviluppo fetale. Gli scarsi livelli di zinco causano alla donna smagliature, il formarsi di un peri-neo rigido, travagli prolungati e ragadi ai capezzoli. Inoltre, questa

carenza è stata messa in correlazione con la depressione postpartum.

Riconnettersi con il proprio cicloMa prima di ogni effetto collatera-le, non dobbiamo dimenticare che la pillola elimina il ciclo mensile e con esso i numerosi e spesso fasti-diosi problemi ad esso legati (mal di testa, crampi, insonnia, depressione, sbalzi d’umore): cancellarlo sembra un’operazione tanto semplice quanto innocua, eppure disconnetterci dal nostro ritmo naturale – così simile a quello delle fasi e dei cicli lunari, così vicino all’alternarsi delle sta-gioni, così in sintonia con la forza e l’energia della Terra – nasconde il grande pericolo di allontanarci dalla nostra natura femminile.

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Oggi, fortunatamente, noi donne abbiamo la possibilità di utilizzare metodi contraccettivi naturali non ormonali la cui efficacia di contrac-cezione è pari a quella della pillola, metodi che ci permettono di rimane-re connesse con la nostra natura più profonda, di osservarla, studiarla, capirla e affrontarla, nei suo lati positivi e negativi. Metodi che oggi possono farci stare serene e sicure rispetto a una gravidanza non desi-derata e la cui scelta si rivelerà fon-damentale domani, quando cerche-remo un bimbo e quando dovremmo affrontare un parto, consapevoli degli strumenti di gestione del dolo-re e delle difficoltà che abbiamo appreso, pronte per farci invadere dal fiume benefico di ossitocina – l’ormone dell’amore – scatenato dall’arrivo del nostro bambino.

il ciclo è una modalità efficace per ricavare informazioni di vitale importanza su noi stesse e il nostro benessere». Non rimuovere il ciclo con i problemi ad esso connessi, ma imparare a viverlo, a riconoscere le sue fasi, a “starci dentro”, è lo strumento principale che noi donne abbiamo a disposizione per imparare tanto su noi stesse, sulla nostra salute e sulla la nostra sessualità. Sessualità intesa in senso lato, e quindi non solo come capacità di avere rapporti sessuali, ma di conoscere profondamente la nostra sensualità, di capire cosa ci dà piacere, non solo tra le lenzuola ma anche nella vita, una vita che abbiamo l’opportunità di vivere con passione, in contatto con il nostro vero sé – non dimentichia-mo che tra le esperienze sessuali ci sono anche la gravidanza, il parto e l’allattamento. Senza contare che un’esperienza del ciclo consapevole ci dà informazio-ni importantissime su come possia-mo vivere il parto e la gravidanza, su quali possono essere le nostre paure più profonde e le nostre più inaspettate e inesauribili risorse.

«La società moderna – scrive Miranda Gray nel libro Luna Rossa – considera l’esperienza del ciclo mestruale come un evento passivo, riconosciuto ma spesso ignorato o nascosto. Alle donne viene detto che devono sopportar-ne i disagi senza attirare l’attenzio-ne perché questo “fa parte dell’es-sere donna”. Per questo motivo le donne spesso nascondono le loro difficoltà per paura di essere considerate deboli o piagnucolose e questa mancanza di comunica-zione e attenzione sociale relega il ciclo mestruale nell’ambito di un evento da nascondere e di cui vergognarsi. Il ciclo è invece un evento dinamico che, se liberato da condizionamenti e restrizioni sociali, può influenzare attivamen-te la crescita fisica, emozionale, intellettuale e spirituale della donna ma anche della società e dell’ambiente in cui vive».Aggiungono Jane Bennet e Alexandra Pope nel loro libro ABC per la donna in piena salute che «il ciclo mestruale è strettamente connesso con la salute fisica e psicologica delle donne: riscon-trare problemi e disturbi durante

Fonti

http://babycomp-italia.blogspot.itJane Bennet e Alexandra Pope, ABC per la donna in piena salute, Macro Edizioni Miranda Gray Luna Rossa, Macro Edizioni

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Impotenza: curarla con la Maca, il Catuaba e il TribulusL’impotenza è un tabù per molti uomini. Ciò nonostante, i disturbi dell’erezione sono più diffusi di quanto si pensi

I problemi di erezione riguardano spesso gli uomini con più di 40 anni. In Italia, quasi 3 milioni di uomini devono affrontare questo problema che turba la loro vita ses-

suale in modo irreversibile. Quasi il 40% degli uomini tra i 25 e i 40 anni ne ha sofferto almeno una volta nella vita. Che si tratti di una reale disfun-zione o di affaticamento passeggero, gli uomini finiscono sempre per met-tere in dubbio la loro virilità.Le cause di queste disfunzioni pos-sono essere diverse e si dividono in organiche e psicologiche.

Contrastare il deficit erettile grazie alla citrullina e all’argininaLa citrullina è un aminoacido non essenziale la cui carenza può causare forte stanchezza, sonno e debolez-za muscolare. È importante perché implicata in un gran numero di fun-zioni del corpo umano: quando la citrullina viene assimilata dall’orga-nismo si trasforma in ossido nitrico e

arginina, entrambi elementi essenzia-li per un cuore e un corpo sano. L’arginina è anch’essa un precur-sore dell’acido nitrico, il composto che dilata i vasi sanguigni e assicura un adeguato apporto di ossigeno ai muscoli e al cuore. La disfunzione erettile è l’incapacità di iniziare o di mantenere un rapporto sessuale, e spesso questa situazione è migliorata favorendo l’afflusso san-

guigno ai corpi cavernosi del pene (vasi sanguigni locali). La maggiore biodisponibilità di ossido nitrico, ottenibile attraverso la somministra-zione di arginina e precursori che la sintetizzano, ha proprio lo scopo di migliorare l’afflusso sanguigno al pene. Rifornire l’organismo di arginina di buona qualità è dunque il primo passo verso la soluzione del problema,

Erbavoglio

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senza gli effetti collaterali dei farma-ci. Il potenziamento dell’aminoacido arginina può essere fatto utilizzan-do altri co-fattori quali, appunto, la citrullina e alcune piante note per le loro proprietà afrodisiache, come il Tribulus, il Catuaba e la Maca.

Il Tribulusll tribulus terrestris è una pian-ta appartenente alla famiglia delle Zygophyllaceae. È diffusa in Europa, Asia, Africa e Australia, nelle zone calde tropicali.Da secoli il Tribulus terrestris viene impiegato nella medicina tradizionale cinese e indiana con scopi diversi. La proprietà più importante del Tribulus terrestris è tuttavia legata alla sua presunta azione stimolante sulla produzione di ormoni androgeni. Tali ormoni, tipici dell’uomo ma impor-tantissimi anche per l’organismo fem-minile, regolano la libido, i caratteri sessuali e lo sviluppo muscolare. Il CatuabaIl Catuaba (Anemopaegma mirandum, fam. delle Eritroxilacee) gode di fama e prestigio in tutto il Brasile perché è considerato un valido aiuto nella cura dell’impotenza funzionale di entram-bi i sessi. Il Catuaba è un afrodisiaco naturale e uno stimolante sessuale. La MacaLa Maca (Lepidium Meyenii) è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Brassicacee, cresce nelle Ande ed è un piccolo tubero della famiglia delle crucifere. Le radi-ci sono ricche di zucchero, amido, proteine e sostanze minerali essen-ziali – soprattutto ferro e iodio. La radice secca, dolce e saporita è una prelibatezza.La radice di Maca seccata possiede un elevato valore nutritivo, simile a quel-lo di altri cereali, quali il mais, il riso e la farina. È costituita da carboidrati (59%), proteine (10,2%), fibre (8,5%)

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Le cause dei problemi di erezione

Cause organiche- Ormonali: dopo i 50 anni, una mancanza di testosterone causa problemi di erezione.- Vascolari: tutte le malattie cardio-vascolari causano problemi di erezione, poiché esse provocano una diminuzione dell’afflusso sanguigno nel pene. Per esempio: ipertensione arteriosa, alcool, tabacco, obesità, sedentarietà.- Farmaceutiche: certi trattamenti, come gli antidepressivi, i neu-rolettici, i trattamenti ormonali, gli antipertensivi, gli anticonvul-sivi, possono provocare disfunzioni.

Cause psicologiche- Individuali: sono legate allo stress, all’ansia, all’affaticamento, alla depressione, alla paura di non essere all’altezza.- Relazionali: sono legate a eventuali conflitti interni alla vita di coppia, a separazioni, a comportamenti negativi della partner.

e lipidi (2,2 %). Contiene inoltre una grande quantità di aminoacidi essen-ziali, ferro, calcio, magnesio, zinco, vitamina B

1, vitamina B

2, vitamina

B12

, vitamina C e Vitamina E.La Maca è in grado di riequilibrare e stabilizzare gli apparati del corpo umano. Ad esempio può aumentare la pressione, se è troppo bassa o ridurla, se è troppo alta. Consente di ottene-re un «potenziamento» del sistema immunitario e un miglioramento della vitalità fisica. La Maca non agisce in modo particolare sui singoli apparati, ma esplica un’azione ad ampio spet-tro su tutto il corpo.

Libido e potenza maschile: una delle principali caratteristiche della Maca è la capacità di stimolazione sessuale. Essa contiene acidi grassi, steroli, minerali, alcaloidi, tannino e saponi-na in notevole quantità. Le sostanze afrodisiache determinanti sono gli isocianati aromatici biologicamente attivi. Migliaia di uomini sfruttano la sua azione di stimolazione sessuale in oltre 200 Paesi in tutto il mondo.

La versione integrale dell’articolo può essere consultata in questo link http://bit.ly/impotenza-curarla

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Una colazione di energiaper il corpo e lo spirito

Gli esercizi di ricarica di Paramhansa Yogananda: il modo yogico di ricaricarti di energia gratuita

Quando ci sentiamo stan-chi, vogliamo avere più energia, vero? Da dove viene l’energia che desi-deriamo? Dal cibo, dal

sonno, dal caffè? Con che cosa ricari-chiamo i nostri corpi? Ecco la grande scoperta degli yogi: esiste un’altra fonte di energia “gratuita”, invisibile, inesauribile, rinnovabile. Una fonte alla quale puoi attingere con una tec-nica straordinaria che richiede solo quindici minuti di pratica, in qualsiasi momento, senza nessun altro investi-mento. Un segreto che può accompa-gnarti per tutta la vita. Creati da uno dei grandi maestri dello yoga, Paramhansa Yogananda (1893-1952), autore del famoso clas-sico spirituale Autobiografia di uno yogi, gli “Esercizi di ricarica” sono una pratica rivoluzionaria per otte-nere la salute e il benessere su tutti i livelli: fisico, mentale e spirituale. Rivoluzionari perché? Perché ci rive-lano un tesoro poco conosciuto: ci aprono al controllo dell’energia inte-

riore, in maniera pratica e tangibile, liberandoci dall’idea che la nostra energia dipenda esclusivamente da fonti esterne.

L’Energia Cosmica: conoscerla e utilizzarla Gli esercizi di ricarica si basano sull’antico insegnamento secondo cui l’intero universo è un condensato di energia. La scienza, a partire da Einstein, concorda: la materia è ener-gia. Applicando la legge di Einstein E = mc2, gli scienziati calcolano che in un solo grammo di cellula umana si trovano 25 milioni di chilowattora, cioè una quantità di energia suffi-ciente per dare elettricità a una città come Chicago per 12 ore. All’epoca di Yogananda sarebbero stati persino due giorni interi. Ecco perché egli affermava: «La scienza ci dice che un grammo di carne contiene abbastanza corrente per far funzionare la città di

Chicago per due giorni!». Ancora più significativo, è il fatto che il nostro universo è un mare di energia – libera, pulita, potente – che si trova tutt’intorno a noi in attesa che ne usufruiamo. L’essere umano vive circondato da questo mare di Energia Cosmica, esattamente come un pesce vive circondato dall’acqua. Gli esercizi di ricarica insegnano ad attingere copiosamente a questa fonte di Energia Cosmica, che è disponibile ovunque, per tutti, liberamente e senza limiti. Sono una tecnica dinamica che insegna il controllo del prana, la forza vitale che scorre sotto il livello fisico, su un piano più sottile.

Prana, benessere e guarigioneIl prana è un’energia intelligente che muove tutta la Natura e che determina in larga misura il nostro benessere o malessere fisico, il nostro sentir-ci “su” o “giù”. Un basso flusso di

Jayadev Jaesrscky - Nandini Cerri

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volontà, rilassa e senti». Egli dice: «Praticando queste tecniche, proba-bilmente percepirai per la prima volta la differenza tra la carne e l’energia». E insegna ad affermare: «Sempre più dipenderò, per l’energia, dall’illimita-to flusso della sorgente interiore della coscienza cosmica e sempre meno da altre fonti di energia corporea». Se praticati profondamente e con costanza, gli esercizi di ricarica pos-sono diventare un vero tesoro per tutti noi, uno strumento per raggiun-gere uno stato di salute radiosa nel corpo, nella mente e nell’anima e per diventare esseri umani straordinari. Il nostro augurio è che possiamo tutti sperimentare personalmente nella nostra vita la verità di queste parole di Yogananda: «La luce perfetta è divinamente presente in ogni parte del mio corpo. Ovunque questa luce di guarigione si manifesta, vi è perfezione. Io sto bene, perché la perfezione è in me». Buona pratica e buona Energia a tutti!

si è creato tra le mani. Ciò che senti è il prana. Una volta percepita questa energia, il passo successivo è l’arte di attingerla con consapevolezza dalla Fonte cosmica, divina. Il motto di Yogananda era: «Più forte la volontà, più forte il flusso di energia». Gli esercizi di ricarica insegnano, infatti, a usare la forza di volontà per attingere direttamente l’energia dalla Fonte cosmica e dirigerla consape-volmente ai miliardi di cellule in ogni parte del corpo per ricaricarle e risa-narle. Gli esercizi di ricarica, quindi, vanno fatti con una forte volontà, animata dal desiderio profondo che il proprio corpo venga pervaso dall’Energia Cosmica. Come dice gioiosamente Yogananda: «Quando ti svegli la mat-tina, dai al tuo corpo una colazione di energia».

... e per la tua anima Un aspetto importante degli esercizi di ricarica è che contribuiscono a spiritualizzare la nostra consapevo-lezza: invece di percepire noi stessi solamente come esseri fisici («Io sono un corpo»), impariamo a percepirci a livello dell’energia (il livello astrale). È necessaria una continua e profonda consapevolezza durante la pratica, per poter percepire l’energia che sta die-tro alla contrazione fisica. Yogananda, infatti, insegna questo secondo assioma fondamentale per gli esercizi di ricarica: «Tendi con

energia porta poco entusiasmo per la vita, ci fa sentire giù, mentre un forte flusso di prana ci fa vivere più gioio-samente perché ci sentiamo più vivi. Energia e gioia vanno mano nella mano. Un’armoniosa abbondanza di prana nel corpo è quindi la base di quel benessere che gli esercizi di rica-rica vogliono donarci. Il prana guarisce gli organi e l’inte-ro organismo: è la vera chiave della salute e del benessere. Yogananda spiega: «Un metodo di guarigione è inferiore o superiore nella misura in cui è capace di risvegliare o stimola-re la forza vitale, fulminando così la malattia. Di conseguenza, tutti i meto-di di guarigione sono in verità modi indiretti per risvegliare l’energia vita-le, che è la guaritrice vera e diretta di tutte le malattie».

Una colazione di energia per il tuo corpo... Il prana con cui si lavora durante gli esercizi di ricarica ha costo zero, eppure può dare benefici straordinari. «Una volta appresa questa tecnica, dieci minuti di pratica quotidiana daranno risultati ineguagliabili» – ha affermato Yogananda.Si tratta di una sequenza di trentanove esercizi, che richiedono ogni giorno solo 12-15 minuti. Sono facili ed effi-caci, adatti a tutti, giovani e anziani, anche a chi non è abituato a fare eser-cizio fisico. Pur applicando la tensione e il rilas-samento muscolare, non si tratta affatto di esercizi fisici. Per usare il linguaggio yogico, sono una forma di prana-yama: un potente controllo dell’energia. Il primo passo per ottenere tale con-trollo è la percezione dell’energia stessa. Non è tanto difficile sentirla, si tratta soltanto di diventare consa-pevoli di un “colore” che è sempre in noi. Prova un esercizio pratico: strofina vigorosamente le mani per un minuto, poi separale un poco e prova a percepire il campo magnetico che

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Paramhansa Yogananda, Jayadev JaerschkyGli Esercizi di Ricarica di Paramhansa YoganandaDVD + LibroAnanda Edizioni, 2013

Cosa leggere

Chi è Paramhansa Yogananda

Qualche cenno su Yogananda, per chi non lo conosce: Paramhansa Yogananda (1893-1952) è stato definito “il padre dello Yoga in Occidente”, poiché è stato il primo maestro indiano trasferitosi a vivere e insegnare in Occidente. Con la sua personalità magnetica, Yogananda ha trasmesso sia le leggi per una vita felice (di corpo, mente e anima), sia la scienza della profonda spiritualità. La tecnica principale che egli ha insegnato è il Kriya Yoga. Chi desidera conoscere in modo più approfondito la vita di Yogananda troverà un tesoro letterario nella sua Autobiografia di uno yogi (edizione ori-ginale del 1946, Ananda Edizioni) e un altro capolavoro nel Nuovo Sentiero di Swami Kriyananda (Ananda Edizioni).

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Come disinnescare i sistemi di allarme dell’organismo alla base dello stress cronico

Stress e ansiaVincenzo Valesi

Il termine stress, che in inglese significa letteralmente “strizza-mento”, si riferisce a tutti quei fenomeni che avvengono nel nostro organismo in risposta a sti-

moli di varia natura, esterni e inter-ni e che, percepiti come pericoli, presunti o reali, dal nostro sistema di regolazione, attivano una serie di reazioni coinvolgenti Psiche, Sistema Nervoso, Endocrino e Immunitario, secondo una relazione orizzontale e parallela.Di fronte a eventi potenzialmente o realmente pericolosi per la soprav-vivenza, l’organismo inserisce una specie di “pilota automatico” estremamente sofisticato, ma anche suscettibile di “esplodere” e di esaurirsi quando la capacità di resistenza è sopraffatta dall’inten-sità dell’aggressione (concetto di sovraccarico allostatico).I fattori causa di stress (stressori) si dividono in cognitivi (quelli che si associano a emozioni) e non cogni-tivi (chimici, fisici, metabolici, infettivi).È bene sottolineare che, almeno per quanto riguarda gli stressori

cognitivi, l’azione patogena è rela-tiva; cioè non dipende tanto dalla loro importanza oggettiva, ma è soggettivamente legata alla chiave di lettura degli eventi, a sua volta correlata a fattori culturali, da parte dell’individuo visto con le sue caratteristiche costituzionali e il suo vissuto: il che definisce l’iden-tità psicobiologica.L’integrazione di tali fattori avvie-ne a livello dell’ipotalamo e porta all’attivazione di una risposta complessa psico-neuro-endocrina-immunitaria che si estrinseca attra-verso due vie:

L’ansiaCome correlare l’ansia ai meccani-smi dello stress? L’ansia è sostan-zialmente una forma di paura, emozione che spesso non ha un obiettivo cosciente, ed è quindi col-locabile fra gli stressori cognitivi.È certo più facile difendersi da un nemico conosciuto che da uno che sfugge alla nostra capacità di perce-zione, ma che pure mette in allarme il nostro sistema di regolazione ome-ostatica.

Esistono paure biologiche: quella della fame, della sete, del non poter riprodursi, della morte per soffo-camento o per altra causa; e paure indotte dalla cultura e dal giudizio: come quella di essere rifiutati dal proprio clan per aver trasgredito le sue regole sociali. Per l’uomo pri-mitivo essere rifiutato significava confrontarsi da solo con un ambien-te ostile da cui poteva derivare morte per fame o sete, per sopraffa-zione da parte degli elementi della Natura o per opera degli animali predatori o dei nemici.

La paura del giudizio come causa di stress e ansiaTali regole, lungi dall’essere sin-toniche con la biologia, sono fina-lizzate all’instillazione nel cervello di ogni essere umano del senso di colpa da cui deriva la paura del castigo/rifiuto da parte del clan. Poco conta se ciò si realizzi attraverso misure di contenzione, soppressione fisica o isolamento socio-culturale: il risultato finale è

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proprio dal sintomo. I traumi psichici non si cancellano mai.Nello stress avviene anche una desin-cronizzazione dei ritmi biologici, perché l’eccesso di cortisolo surrena-lico destruttura l’attività recettoriale dell’ippocampo. Ne derivano inson-nia, difficoltà di memoria, anomalie nel ritmo circadiano della pressione arteriosa e del cortisolo stesso, distur-bi del comportamento sessuale.

Le tecniche corporee come aiuto fondamentaleSe la memoria del trauma non can-cellato che mantiene la paura/ansia richiede una risposta di estinzione rappresentata dal sintomo (e quindi la risposta non può essere cancellata perché è una risposta fisiologica fina-lizzata a salvare la vita), la soluzione più plausibile è vicariarla, cioè sosti-tuirla fornendo al sistema un nuovo

La memoria di un trauma Altro fattore importante di stress cognitivo, correlato alla paura di mori-re, è la memoria di traumi riferibili a problematiche di sopravvivenza, anche risalenti alla vita intrauterina o al momento della nascita, e in quest’otti-ca un ruolo molto importante è svolto dall’amigdala e dall’ippocampo. Non solo, ma sappiamo anche che lo stress della madre durante la gestazione ipe-rattiva i sistemi dello stress del feto, imprintandoli a una risposta esaltata, una upregulation che permane poi tutto il resto della vita extrauterina dell’individuo.La memoria di ogni trauma viene regi-strata (come per esempio nel caso del postraumatic stress disorder) nell’a-migdala, che la invia all’ippocampo con lo scopo di elaborare una serie di risposte corporee finalizzate a creare un equilibrio, rappresentato spesso

quell’emarginazione che, per l’uo-mo primitivo che ancora alberga nella memoria biologica dell’uomo del Ventunesimo secolo, significa morte sicura ad opera di belve, insulti atmosferici o aggressione da parte di individui di clan rivali. Il senso di colpa protratto e strut-turato è quindi uno dei principali fattori che attivano l’asse cognitivo dello stress, e che, attraverso l’i-percortisolemia cronica, si traduce in una cronica attivazione del brac-cio del sistema immunitario che causa infiammazione (T Helper 2) a spese di quello che ci difende da aggressioni virali e dall’insorgenza di neoplasie. Ne consegue l’opportunità pedago-gica ed etica di sostituire modelli culturali basati sul giudizio con modelli culturali più tolleranti e basati sull’osservazione.

Ritrovare la calma con i Fiori di Bach

RESCUE REMEDY

Impatiens, Clematis, Rock Rose, Cherry Plum,Star of Bethlehem.

Effetto calmante e stabilizzante in una vasta gamma di situazioni di

tensione tra cui nervosismo ansia e stress derivante da crisi di scon-

forto, grossi spaventi, isteria, angoscia e disperazione.

Anche situazioni di tensione minori come dover affrontare discussio-

ni animate, sostenere degli esami, parlare in pubblico o sottoporsi a

colloqui di lavoro.

STRESS STOP

Black-eyed Susan, Bottle Brush, Boronia, Bush Fucsia, Crowea, Jaca-

randa, Little Flannel Flower, Paw Paw.

Aiuta a rilassarsi e ad eliminare stati d’ansia, attenuando gli effetti

dello stress. Favorisce l’armonizzazione dei ritmi biologici e migliora

la qualità del sonno.

Promuove calma e stabilità, migliorando la capacità di gestire nel

modo migliore le faticose attività quotidiane.

Medicina Olistica

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zione non è quindi di per sé patologi-co, perché favorisce anche la creatività e l’evoluzione dell’individuo e del clan, ma nello stesso tempo può rap-presentare la base di tutte le dipenden-ze: da quella verso i carboidrati, all’al-cool, a quella da tabacco, a quella da videoterminali e da gioco d’azzardo, a quella per le droghe leggere o pesanti, o verso comportamenti e ideazioni sessuali compulsive, soprattutto in un cervello cronicamente stressato che non riesce a svincolarsi dal giro vizioso di un “dialogo interno” per lui svantaggioso e conseguentemente fonte di mantenimento di una iperatti-vazione cronica dei sistemi di allarme.

ad attività che reputiamo piacevoli; e il nostro cervello è programmato per attuare comportamenti finaliz-zati a provare nuovamente il piacere conosciuto. Un gruppo importante di cellule nervose, contenenti dopamina, presenti nell’area tegmentale ventrale (VTA), sopra al tronco encefalico, manda messaggi “di piacere” alle cellule nervose del cosiddetto nucleo accumbens, una struttura del sistema limbico, e alla corteccia cerebrale prefrontale, che le interpreta come piacevoli e tranquillizzanti, e questo favorisce il disinnesco dei meccanismi dello stress. Tale meccanismo naturale di motiva-

schema più vantaggioso che parte dalla periferia, attraverso tecniche corporee, di respirazione, tecniche di rilassamento e meditazione, training autogeno, EFT, recitazione di mantra, visualizzazioni, yoga. Questo lavoro di informazioni rassicuranti dal corpo alla mente è definibile come somato psichica per agire sulla psicosomati-ca. Non a caso nello yoga per esem-pio si dice: la mente non può curare se stessa, la mente si cura col respiro.

La presa di coscienzaUn’elaborazione cosciente corticale permette di “digerire” la memoria del trauma, che se rimane nel sistema confinata nel “limbo” cortocircuita con risposte automatiche pertanto inco-scienti: da qui l’importanza anche di tutte le tecniche finalizzate alla presa di coscienza e alla consapevolezza. Infatti, come detto sopra, il nemico più difficile è quello invisibile.Esiste un altro tipo di stress molto significativo dal punto di vista esi-stenziale: è lo stress legato al fatto di non aver potuto realizzare il proprio progetto di vita. Il dottor Edward Bach diceva che alla nascita inizia-mo a dipingere un quadro, dove poi tutti vogliono mettere mano o naso, distogliendoci dal progetto originale; e proprio da questo tradimento, da questa deviazione dal programma esi-stenziale, derivano tutte le malattie.

Brain Rewarding SystemIl Brain Rewarding System è il sistema di ricompensa cerebrale, che si attiva proprio per la necessità di difendere il nostro cervello “infiammato” dall’in-cendio di cortisolo e catecolamine, conseguenza dell’eccesso di stress cronico. Questo sistema è basato sulla produzione di piacere attraverso varie soluzioni: mangiare, godere degli amici, ascoltare musica, leggere libri che ci piacciono, fare sesso, farci massaggiare, dedicarci comunque

Medicina Olistica

Laureato in medicina, svolge la sua attività professionale in qualità di medico di famiglia, integrando nella pratica clinica di tutti i giorni le conoscenze e gli insegnamenti delle medicine non convenzionali con quelle della medicina accademica classica. Da quasi trent’anni si dedica allo studio e alla pratica delle medicine non convenzionali, tra cui: agopuntura, auricoloterapia, omeopatia, omotossicologia, medicina manuale, podokinesiologia, podologia, riflessologia e iridologia secondo Bourdiol, fitoterapia, medicina estetica biologica, floriterapia, elettroagopuntura secondo Voll. Ha partecipato e continua a partecipare a numerosi seminari e gruppi di studio sulle medicine non convenzionali in varie parti d’Italia.

Chi è Vincenzo Valesi

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Vincenzo ValesiI Rimedi Naturali del Medico di FamigliaConsigli e terapie per le malattie più diffuseUn prontuario di emergenza da tenere in casa per ogni famiglia, un repertorio terapeutico naturale, un testo che affronta in modo naturale i numerosi problemi e disturbi comuni che in uno studio medico di base sono all’ordine del giorno.

Macro Edizioni, 2011

Cosa leggere

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Star of Bethlehem: il fiore che cura le ferite

Romina Santoli

Star of Bethlehem (stella di Betlemme) fa parte della famiglia delle liliacee, pre-sente su tutto il territorio nazionale, che fiorisce da

aprile a maggio; è una “pianta antica che cura antiche ferite”.Il fiore da cui si estrae il rimedio è una stella a sei punte con una seconda stella a sei punte più piccola al suo interno, di colore bianco.Bach lo ha classificato come un fiore transitorio, cioè non ha una sua conno-tazione in un profilo psicologico che lo contraddistingua ma il suo principio agisce in maniera trasversale.L’azione di riarmonizzazione di Star of Bethlehem “scioglie il blocco” dovuto a un trauma che per la persona è stato talmente destabilizzante da creare una rottura nel corpo e nell’a-nima. A seguito dell’evento vissuto non si è in grado di prendere contatto con il dolore, di trasformarlo e meta-bolizzarlo; l’esperienza crea così una rottura nel corpo energetico che spes-so è segnalata da attacchi di panico e da crisi d’ansia improvvise. In tale situazione la persona vive un “blocco emozionale” che non permette il libe-ro fluire delle emozioni, ma crea un intorpidimento dell’anima: ci si sente bloccati, spesso si percepisce il dolo-re come un’angoscia sorda che non ci abbandona. Come meccanismo di difesa, la psiche congela il dolore che la memoria del trauma rievoca.

Il rimedio per i traumi dei bambini Star of Bethlehem è un rimedio con-sigliato in qualsiasi forma di trauma: essendo la nascita il primo trauma importante che ognuno di noi vive, è adatto ai neonati, soprattutto nei casi di parti pilotati, di taglio cesareo o utilizzo di forcipe. Può accompagnare il bambino nelle sue fasi evolutive, soprattutto quando vive traumi fami-liari o eventi che non sono subito di immeditata comprensione. Di fronte a uno shock è importante che gli adulti non distolgano il bambino da ciò che ha appena vissuto, ma gli facciano raccontare l’esperienza vissuta a ripe-tizione, in modo che possa prendere contatto con l’emozione trasforman-dola e metabolizzandola. In questi casi qualche goccia di Star of Bethlehem aiuta a ritrovare la sere-nità in tempi rapidi, lasciando il ricor-do dell’evento ma non il dolore.

Il cicatrizzante dell’anima per gli adultiStar of Bethlehem agisce sulla soffe-renza repressa nella persona adulta che non prende parte alla vita e spegne i propri sogni e desideri fingendo di non averne bisogno. Quando si inizia ad assumere il rimedio si possono rivive-re episodi del passato (può sembrare un peggioramento), ma in realtà si sta liberando il dolore sedimentato ed eliminando il trauma. A livello fisico il rimedio stimola la riparazione a livello dei tessuti, in quanto “scioglie”, cioè rilassa, la muscolatura per cui è utile anche per combattere l’asma. Considerato il “cicatrizzante” del sistema floreale, viene utilizzato anche in crema in caso di ferite e piaghe, ottimo nelle fratture assunto per via orale. Può venire in aiuto ai terapeuti con pazienti che hanno una resistenza nei confronti della terapia o non vogliono essere aiutati.

Naturopata, art therapist, trainer SIAF, presidente SIAF regione Emilia-Romagna.Tiene corsi intensivi accreditati sui fiori di Bach per ogni ordine e grado.Il suo studio di naturopatia offre consulenze e percorsi personalizzati volti al miglioramento psico-fisico e alla crescita personale e consulenze di naturopatia per la donna in gravidanza.Le date dei suoi corsi sono: 28/29 settembre, 12/13 ottobre, 26/27 ottobre 2013 a Cesena.Corso di fiori di Bach per l’infanzia: 5/6 ottobre, 19/20 ottobre 2013 a Cesena.Per corsi e consulenze: 3394803738, [email protected]

Romina Santoli

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Homeschooling: la scuola a casa

In un mondo in cui inserire un bimbo in comunità a soli 4 o 5 mesi di vita è diventato la norma, pensare di tenere ed educare i pro-pri figli a casa per l’intero ciclo

della scuola elementare e poi media inferiore e superiore è una di quelle scelte che non passano di certo inos-servate. E mentre le critiche piovono nume-rose a destra e a manca, i genitori che scelgono di fare scuola a casa raccontano di una meravigliosa risco-perta dello stare insieme ai propri figli, di un risparmio economico notevole e di un arricchimento emoti-vo e culturale non da poco. Erika Di Martino, mamma di quattro bimbi educati a casa e consulente per tutti coloro che vogliono praticare l’homeschooling, ci racconta la sua esperienza.

Molte persone pensano che tenere i bimbi a casa da scuola non sia pos-sibile, addirittura non sia legale: ci spieghi come funziona la scuola a casa da un punto di vista legislativo? Fare scuola a casa è assolutamente legale. Cosa deve fare una famiglia che decide di educare a casa i pro-pri figli? Deve individuare qual è il circolo didattico al quale appartiene e inviare una lettera al proprio diri-

gente in cui il genitore comunica che si occupera in primis dell’educazione del proprio figlio/i. Va notato che si tratta di una comunicazione da parte del genitore, non di una richiesta di permesso alla scuola. Questa pro-cedura va fatta nel momento in cui si fanno le iscrizioni all’anno sco-lastico successivo, per cui di solito verso fine febbraio primi di marzo. La comunicazione va poi rinnovata di anno in anno, sempre seguendo la stessa tempistica e la stessa modali-tà. La comunicazione va portata in segreteria e fatta protocollare, oppure può essere spedita con raccomandata con ricevuta di ritorno. Se il bambino viene ritirato da scuola in corso d’anno, non ci sono tem-pistiche da rispettare. Il ritiro può essere fatto in qualunque momento contestualmente alla comunicazione che si farà scuola parentale da far pervenire in segreteria con le modali-tà di cui sopra. Per quel che riguarda la questione esami, è un diritto del genitore chie-dere che il bambino venga esaminato alla fine di ogni anno (esame di ido-neità): è bene specificare che si tratta di un diritto del genitore, una scelta della famiglia, non di un dovere. Anche per quel che riguarda l’esame di idoneità ci sono tempistiche da

rispettare per fare la domanda che variano per ogni circolo didattico, per cui è bene informarsi per tempo presso il proprio. L’esame di fine anno non è un obbligo e la scuola non può richiederlo alle famiglie.

Su quali assunti pedagogici si basa la scuola familiare? Più che assunto pedagogico, si può parlare del modo di fare scuola. E anche qui ti potrei dire che ci sono tanti tipi di educazione parentale quante sono le famiglie che la prati-cano. Di solito chi fa questa scelta lo fa per esigenze di indipendenza, e di rispetto totale delle proprie necessità e prerogative. Generalizzando – anche per far capire meglio cos’è l’educazione parentale – possiamo distinguere tra le famiglie che praticano homescho-oling seguendo i programmi ministe-riali e utilizzando lo stesso materile che hanno i bambini a scuola e le famiglie che lasciano la completa libertà ai loro bambini di imparare seguendo le proprie inclinazioni e le proprie passioni (unschooler). Queste famiglie non seguiranno un percorso predefinito, ma andranno incontro a quelle che sono le neces-sità e le richieste di ciascun bambi-no: è un percorso molto particolare, sicuramente più complicato rispetto al seguire un programma; tutto è da inventare e penso sia molto più divertente, almeno per me lo è, dato che io seguo questo tipo di percorso con i miei figli. Tra questi due poli

Come e perché fare scuola a casa: Erika Di Martino, mamma di quattro bambini, ha scelto l’educazione parentale e ci racconta il variegato mondo dell’homeschooling

Marianna Gualazzi

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simo. C’è da mettere in conto che in questo tipo di scelta il tempo da dedi-care ai bambini è un tempo “lungo”: bisogna organizzarsi in maniera radi-calmente diversa rispetto allo stereo-tipo del genitore che esce la mattina e rientra alle 19 o alle 20 di sera.

Le principali obiezioni che vengono fatte alla scuola familiare e i timori dei genitori che “vorrebbero ma hanno paura” sono sostanzialmen-te due: il problema della socializ-zazione del bambino – che a casa

lavoro del genitore sembra una cosa ovvia e dovuta e invece non lo è: nel mio caso, ad esempio, se insegno fuori casa a volte mi porto i bimbi e loro partecipano a quello che è il mio lavoro. Inoltre imparano in che cosa consiste il mio lavoro e imparano a rispettarlo, sanno che ha un valore. Chiaramente se si vuole praticare dell’homeschooling si devono fare delle scelte: se una coppia di genitori con un lavoro impiegatizio da otto ore al giorno con orari rigidi volesse fare homeschooling sarebbe difficilis-

c’è tutto un mondo variegato e diso-mogeneo: ci sono quelli che fanno un po’ dell’uno o un po’ dell’altro, ci sono quelli che si ispirano alla peda-gogia montessoriana, quelli che si ispirano a Steiner.

Tu e tuo marito, che avete deciso di intraprendere per i vostri quattro figli la strada della scuola parenta-le, come siete riusciti a coniugare il tempo che dedicate loro con il tempo per il vostro lavoro e per le vostre passioni? Siamo fortunati perché da qualche anno mio marito riesce a lavorare da casa e si è svincolato da un lavoro che lo portava spesso fuori casa per oltre dieci ore al giorno: averlo a casa è una grande gioia per tutti noi e un grande aiuto. Io a volte faccio traduzioni, a volte insegno e sono attività che riesco a fare nei ritagli di tempo quando i bambini sono impe-gnati con attività sportive, quando dormono, la notte... Devo sottoline-are che la scissione del bambino dal

Homeschooling: la voce di chi lo fa

Oltre all’esperienza di Erika e alle sue riflessioni sull’educazio-ne (e non solo) che potete leggere su controscuola.it, segna-liamo la rubrica di Irene Malfatti “Io faccio scuola a casa” su bambinonaturale.it e i blog lacasadiserendippo.altervista.org e apprendimentonaturale.blogspot.it.

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di vetro, ma escono, partecipano alla vita del genitore, fanno commissioni, conoscono bambini di età diverse, frequentano adulti e anziani, vivono il quartiere: in definitiva si relazio-nano con maggiore frequenza con un gruppo eterogeneo di persone e non trovano difficoltà nel farlo. Sul fatto del genitore che non ha le competenze per fare l’insegnante, mi viene da dire che non esiste un insegnante che sappia rispondere a tutte le domande di un bambino e se anche ci fosse non avrebbe il tempo di farlo, perché i tempi sco-lastici sono quelli che sono. Penso che il problema fondamentalmente non sussista: non ci si ricorda più le frazioni o le divisioni in colon-na o le equazioni? Ci sono i libri,

si va a vedere, si ripassa e si fa. Utilizzando insieme al bambino gli strumenti adeguati si può affronta-re qualsiasi argomento a qualsiasi livello e si insegna al bambino la cosa più importante, ovvero come utilizzare i migliori sussidi didattici a disposizione (libri, internet, riviste, dvd, biblioteca, museo, altre perso-ne) per far fronte alla propria sete di conoscenza. Io trovo che questo approccio sia splendido, perché si tratta di un’occasione meravigliosa per ampliare la propria conoscenza insieme ai propri figli.

non avverrebbe – e il problema del genitore non adeguato come inse-gnante... Si tratta di due miti assolutamente da sfatare. Per quel che riguarda la socializzazione c’è da notare che la scuola come esempio “madre” di socializzazione è molto scarna. La classe io la vedo un po’ come un acquario in cui sono sempre gli stessi pesci a girare nello stesso piccolo luogo: i compagni sono sempre gli stessi per molti anni, hanno tutti la stessa età, vivono spesso vicini. I bambini educati a casa non vengono tenuti “in casa” sotto una campana

Bambini e G enitori

Erika è un’insegnante di inglese madrelingua di 32 anni che abita tra Milano e Pavia. Divisa tra l’Italia e gli Stati Uniti per la sua doppia cittadinanza è cresciuta in un ambiente multilingue, ha viaggiato per l’Europa e dopo essersi laureata ha deciso di intraprendere la carriera di mamma full-time.Thomas 7, Olivia 5, Nicholas 3 e Benjamin 6 mesi (tutti bilingue dalla nascita), hanno spinto Erika a riflettere su quale sia il modo migliore per educare i propri figli difendendo la loro libertà di scelta e alimentando la loro sempre maggiore autonomia.Erika è inoltre una consulente per famiglie e nello specifico su come praticare l’educazione parentale qui in Italia, come organizzarsi, quali argomenti affrontare e come relazionarsi con le istituzioni.Per info e contatti: controscuola.it

Abbiamo intervistato Erika Di Martino

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Alexander NeillI Ragazzi Felici di SummerhillL’esperienza della scuola non repressiva più famosa al mondoRed Edizioni, 2012

Alfie KohnAmarli Senza Se e Senza MaDalla logica dei premi e delle punizioni a quella dell’amore e della ragioneIl Leone Verde, 2010

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Sepp HolzerGuida Pratica alla PermaculturaCome coltivare in maniera naturale Giardini, Orti e Frutteti

Che cos’è la Permacultura? Permacultura significa sostanzialmente praticare l’agricoltura seguendo il modello naturale, basato sui cicli naturali e gli ecosiste-mi: tutti gli elementi di questo sistema interagiscono fra di loro.Per praticare la permacultura è necessario seguire alcuni fondamentali principi:• Tutti gli elementi del sistema sono in interazione

reciproca• Multifunzionalità: ogni elemento adempie a

diverse funzioni e ogni funzione viene svolta da svariati elementi

• Utilizzo energetico razionale ed efficiente sotto tutti gli aspetti, lavoro con energie rinnovabili

• Sfruttamento di risorse naturali• Utilizzo intensivo di sistemi in piccoli spazi• Sfruttamento e coinvolgimento di processi e cicli

naturali• Promozione e utilizzo di effetti margine (crea-

zione di strutture dalla superficie poco estesa e altamente produttive)

• Molteplicità invece di uniformità.

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Consigli di lettura

Gymintima: ginnastica per donneUn metodo che permette di migliorare molti aspetti della propria femminilità

Romina Rossi

Vivere la femminilità non è sempre facile: come donne si deve fare i conti con disturbi ginecologici, ciclo mestruale doloroso e più o

meno irregolare, gravidanza, parto, maternità e infine bisogna affrontare i disagi della menopausa. Senza con-tare i problemi che molto spesso si affrontano nella sfera sessuale. Eppure esiste un metodo, sperimen-tato ormai da migliaia di donne, che permette di risolvere tutti questi problemi, migliorando la nostra vita sotto molteplici aspetti e anche di riacquistare la femminili-tà: è il Metodo Gymintima, messo appunto dalla dottoressa Simona Oberhammer. Per i lettori più affe-zionati di Vivi Consapevole, questo nome non è di certo una novità: di sicuro hanno letto i consigli dispensati nella sua rubrica fissa come esperta naturopata. Il Metodo Gyimintima è confluito nel libro Ginnastica Intima per Donne, in uscita per i tipi di Bis Edizioni.

Un metodo semplice alla portata di tutteIl Metodo Gymintima è un tipo di ginnastica intima pensato per raffor-

zare e sviluppare i muscoli pelvici, spesso sconosciuti ma che sono causa di molti disturbi (prolasso dei tessuti con formazione dell’antieste-tica pancetta, sensazione di gonfiore, cistite, solo per citarne alcuni). Gli esercizi sono pensati per le parti più nascoste del nostro corpo, non visi-bili ma percepibili da ogni donna. È un insieme di tecniche piacevo-li e rilassanti e anche divertenti. Richiedono poco tempo e alcuni di questi esercizi, detti “invisibili” si possono eseguire mentre si sta facen-do altro e ovunque si sia (al lavoro, per strada, al supermercato). Simona Oberhammer ha messo a punto que-sto metodo in anni di studi e ricer-che, grazie a un lavoro esperienziale fatto con centinaia di donne durante i suoi seminari. È questa la forza di questo metodo: l’essere stato testato da donne che ne hanno verificato l’efficacia su se stesse, rimanendo piacevolmente colpite dai moltepli-

ci benefici che si possono ottene-re. Oltre a permettere di risolvere disturbi legati alla salute, il metodo di Simona Oberhammer permette di riprendere contatto con il nostro corpo, conoscerlo e viverlo in manie-ra consapevole, riscoprire la propria femminilità – ormai sempre più sacrificata nella nostra era. E perché no, anche di vivere una vita sessuale più soddisfacente!Il metodo è adatto a tutte le donne di qualsiasi condizione ed età: i diver-si esercizi proposti sono divisi per livello e grado di difficoltà e con la pratica, ogni donna può ottenere i miglioramenti desiderati. Grazie al suo linguaggio chiaro e comprensibile Ginnastica intima per Donne si rivolge sia alle lettrici gene-riche che a un pubblico di professio-nisti: ginecologi, infermieri, ostetri-che, naturopati, fisioterapisti e altri specialisti della salute che potranno trovare fra le pagine del libro tanti particolari e dettagli scientifici.

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Simona OberhammerGinnastica intima per donne Riscopri la tua femminilità con il Metodo GymintimaBis Edizioni, 2013

Cosa leggere

* Simona Oberhammer ha messo a punto questo metodo in anni di studi e ricerche, grazie a un lavoro esperienziale fatto con centinaia di donne durante i suoi seminari

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Una pelle giovane e lumi-nosa è prima di tutto una questione di salute: la vera cura di bellezza proviene infatti da dentro, dal nostro

stato di benessere, più che da ciò che applichiamo fuori. Certo, i cosme-tici sono un ottimo supporto, ma una pelle luminosa, tonica e liscia è garantita soprattutto dall’alimentazio-ne, dalle abitudini di stile di vita e da eventuali integratori che assumiamo. La Naturopatia ha molto da offrirci al riguardo: è infatti una grande alleata non solo della nostra salute ma anche della nostra bellezza. Ecco alcuni suggerimenti utili.

Alimentarsi in bellezzaLa vera crema di bellezza, quella che nutre profondamente la nostra pelle, è rappresentata da ciò che mangiamo: gli alimenti che scegliamo di portare in tavola fanno la differenza. Bastano poche settimane e i risultati si vedo-no, a qualsiasi età.Le verdure di stagione, per esempio, sono ricchissime di sostanze antiossi-danti, che ritardano l’invecchiamento dei tessuti. Contengono inoltre molte vitamine, in particolare la C che, intervenendo nella produzione del collagene, serve a mantenere la pelle tonica ed elastica. Oppure il betaca-rotene (precursore della vitamina A) che, come un filtro solare, scherma l’aggressione dei raggi ultravioletti. Ecco gli alimenti più indicati per

Pelle sempre giovane con la NaturopatiaI cibi, le piante e gli integratori per una pelle giovane e bella

Simona Oberhammer

*Certo, i cosmetici sono un ottimo supporto, ma una pelle luminosa, tonica e liscia è garantita soprattutto dall’alimentazione, dalle abitudini di stile di vita e da eventuali integratori che assumiamo

mantenere l’elasticità della pelle e quelli che aiutano a prevenire le rughe.

I CIBI PER L’ELASTICITÀ DELLA PELLE

Frutta secca. Contiene acidi grassi essenziali e rame che mantengono elastici i tessuti. Olio extravergine d’oliva. Apporta vitamina E, antiossidante, e acidi grassi essenziali ad azione emolliente.Uova. Hanno buone percentuali di zinco e vitamine del gruppo B, utili per la tonicità della pelle. Legumi. Contengono proteine vege-tali, vitamine del gruppo B e fibre,

che depurano il corpo da scorie e tos-sine e nutrono la cute. Formaggi freschi. Crescenza, fiocchi di latte, caprini forniscono proteine nobili, utili per mantenere toniche le cellule cutanee.

GLI ALIMENTI ANTIRUGHE Frutti di bosco. Sono ricchi di bio-flavonoidi, che rafforzano i capillari, migliorano l’irrorazione sanguigna e combattono i radicali liberi respon-sabili dell’invecchiamento precoce. Anche le altre varietà di frutta sono preziose, perché ricche di liquidi, che contrastano l’avvizzimento dei tessuti. Prezzemolo. Ha alte percentuali di

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vitamina C, che migliora la circola-zione e ostacola la degenerazione cel-lulare. Hanno proprietà simili i kiwi, gli agrumi, le fragole, i peperoni, i cavoli, le patate. Oli di semi e frutta secca. Sono ricchi di acidi grassi essenziali e vita-mina E, due sostanze importantissime per mantenere i tessuti morbidi e ben ossigenati e contrastare i radicali libe-ri, molecole che accelerano la dege-nerazione cellulare. Pesci grassi (pesce spada, salmone, tonno). Forniscono la giusta quantità di proteine, che servono a mantenere integri i tessuti. Inoltre apportano grassi preziosi per l’elasticità cutanea. Riso. Ha un effetto disintossicante su tutto l’organismo, con ripercussioni benefiche sull’aspetto della pelle.

Disintossicarsi per far risplendere la pelleQuando l’organismo è carico di tos-sine, la pelle ne risente subito: è più opaca, spenta, segnata dalle rughe; si evidenziano imperfezioni quali brufo-li e comedoni. Al contrario, dopo un periodo di depurazione, la pelle sem-bra rifiorire: è più idratata, si notano meno i segni del tempo e diventa più liscia e tonica. Ecco alcune indicazioni di fitoterapia per la depurazione cutanea.

UNA PIANTA PER LA PELLE: LA BARDANA (ARTICUM LAPPA)

Possiede ottime proprietà detossifi-canti e depurative: la bardana è una pianta che permette di preparare facilmente in casa un’infusione che facilita l’eliminazione delle tossine che rendono opaca e imperfetta la cute. Come naturopata consiglio que-sto rimedio per tre settimane: aiuta a purificare e rinfrescare la pelle, ridu-cendone le imperfezioni. Preparazione. Prendete 50 grammi di foglie essiccate di bardana e lascia-tele in infusione in un litro di acqua

è davvero un eccellente idratante naturale: è infatti una delle molecole che assorbe maggiormente l’acqua in natura. Elemento importantissimo per la nostra pelle, favorisce il man-tenimento dell’umidità nei tessuti e un’adeguata elasticità del tessuto con-nettivo. Ripristinando i livelli di acido ialuronico nel corpo, la pelle riceve la giusta idratazione e si mantiene mor-bida ed elastica, evitando le rughe.Siccome con l’avanzare del tempo il corpo riduce la produzione di acido ialuronico (il processo inizia già a partire dai 25 anni), a una certa età è consigliabile utilizzarlo periodica-mente come integratore.Consiglio di assumere l’acido ialu-ronico in forma liquida, e non come compresse, perché più facilmente assimilabile, per la durata di un mese circa 3 volte all’anno. La pelle diventerà più turgida e idratata. Ne beneficia contemporaneamente ogni tipo di secchezza, per esempio quella oculare.Se si ha la costanza di seguire questi semplici consigli i risultati non si faranno attendere.

P ianeta Donna

È naturopata, specializzata in nutrizione, bioterapie e idrocolonterapia (USA). Ha ideato diversi metodi. Tra i principali: • Naturopatia Oberhammer®, naturalmente sani; • Eucolon®, disintossicazione intestinale; • Olofem,®, la Via Femminile.La dottoressa diffonde i suoi metodi in Italia e all’estero con libri, conferenze e corsi organizzati. Per maggiori informazioni: www.simonaoberhammer.com; facebook.com/naturopatiaoberhammer.

Dottoressa Simona Oberhammer

Quando l’organismo è carico di tossine, la pelle ne risente subito:

è più opaca, spenta, segnata dalle rughe; si evidenziano imperfezioni

quali brufoli e comedoni

bollente per 10 minuti. Bevetene tre tazze al giorno, meglio se lontano dai pasti.In alternativa: Articum lappa T.M., da assumere nella dose di 50 gocce, per 3 volte al giorno, poco prima dei pasti.

Idratare la pelle dall’internoCon il passare del tempo l’attività dei radicali liberi si fa più intensa e influisce sulle fibre elastiche – colla-gene ed elastina – che costituiscono il derma, con conseguente perdita di tono, elasticità e con la formazione di rughe. Si riduce anche la capacità della pelle di trattenere acqua, contri-buendo alla disidratazione, alla sec-chezza e ai segni del tempo. Ecco un integratore che nella mia pra-tica naturopatica ho constatato molto efficace per questa situazione.

ACIDO IALURONICOÈ uno speciale mucopolisaccaride naturalmente presente nel corpo umano. Sostanza tra le più ricercate in medicina, può vantare migliaia di studi clinici. L’acido ialuronico

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Perdonare per crescereLa tecnica di Tipping permette di migliorare la propria vita

La Redazione

Ci sono libri che cambiano la vita di chi lo legge: Il perdono assoluto di Colin C. Tipping è uno di que-sti. Con il suo messaggio

chiaro e il metodo alla portata di tutti il manuale ha contribuito a miglio-rare la vita di migliaia di persone in tutto il mondo. Il tema affrontato da Tipping è appunto quello del perdono che però è qualcosa di completamente diverso da quello che viene chiamato perdo-no in senso tradizionale. Il perdono

assoluto proposto nel libro è un pro-cesso che permette di trasformare la sofferenza che viviamo oggigiorno, complice una società sempre più pregna di violenza, come testimonia anche la tv, in qualcosa di assolu-tamente diverso, che ci permetta di svincolarci dall’archetipo di vittime che incarniamo inconsciamente. Lo strumento che ci permette di attua-re questo cambiamento profondo e radicale è appunto il perdono inteso come “assoluto”. Si tratta di un pro-cesso benefico, che regala padronan-

za e migliore controllo della propria vita, più energia e salute e relazioni più sincere. E come spiega Tipping è un processo del quale non pos-siamo fare a meno: «Siamo entrati nel nuovo millennio e nella nostra evoluzione spirituale ci accingiamo a compiere un grande balzo in avanti. È quindi essenziale che adottiamo uno stile di vita basato sul vero per-dono, sull’amore incondizionato e sulla pace, anziché sulla paura, sul controllo e l’abuso di potere. È ciò che intendo con l’aggettivo assolu-

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sono il miglior biglietto da visita per Tipping, che è fiducioso di fare parte di un progetto più alto e divi-no: «L’incredibile risposta dei lettori mi fa sentire ancor di più un piccolo strumento nelle mani di qualcosa di grande; non c’è voluto molto prima che mi rendessi conto di essere usato dallo Spirito per far circolare questo messaggio, di modo che potessi-mo tutti quanti guarire, innalzare la nostra vibrazione e tornare alla nostra vera dimora. Sono grato di aver potu-to rendere un tale servizio».

permette di evolversi su più livelli dell’esistenza. Tipping è consapevole di esporre tematiche che possono risultare dif-ficili da accettare, ma esorta comun-que il lettore a tentare la strada del perdono assoluto: «Il perdono assolu-to è una sfida, un invito a trasformare radicalmente la nostra percezione del mondo e la nostra interpretazione di quanto ci succede nella vita, di modo che possiamo smettere di fare le vit-time. Il mio unico scopo è quello di aiutarvi in questo cambiamento. Mi rendo perfettamente conto che per qualcuno le idee proposte in que-ste pagine potranno risultare quasi inaccettabili, soprattutto per chi ha subìto grandi violenze e si sente ancora pieno di dolore. Vorrei che, qualunque sia la vostra condizione personale, provaste a leggerlo con mente aperta, disposti a verificare se il suo contenuto vi aiuta a sen-tirvi meglio». La lunga esperienza decennale di corsi durante i quali è stata usata la tecnica del perdono assoluto e le persone che testimonia-no di avere cambiato radicalmente la loro vita in meglio dopo il perdono,

to: qualcosa che ci porti a un cam-biamento radicale, e ci permetta di compiere la trasformazione che ci aspetta».

Perdonare è uno stile di vita Rispetto al perdono tradizionale, il perdono assoluto è molto più sem-plice, accessibile e immediato: non richiede la lunga applicazione e l’e-roismo del primo tipo di perdono. Per poterlo mettere in atto bisogna tornare alle situazioni in cui ci siamo sentiti vittime e trasformare quell’e-nergia negativa in un’energia posi-tiva e costruttiva. Attraverso questo processo, abbiamo la possibilità di crescere spiritualmente: il perdono assoluto è infatti un sentiero spiritua-le che conferisce uno straordinario potenziale di trasformazione della coscienza. Tipping parte dal punto di vista secondo il quale qualunque problema ci capiti non va visto come una disgrazia di cui sentirci vittime, ma piuttosto come un dono e un’op-portunità per far evolvere la nostra anima e avvicinarci così al nostro essere divino. Nulla di quello che ci succede è casuale. Siamo noi stessi ad attirarlo, per offrirci una grande possibilità di crescita interiore. Ma come si fa a trasformare l’ener-gia di situazioni che molto spesso creano stallo o shock nella nostra vita? Attraverso l’amore, che deve continuare a fluire anche quando viviamo situazioni avverse. Piano piano chi sperimenta il perdono asso-luto ne fa un’abitudine, trasformando questa semplice tecnica in uno stile di vita, che regala ogni giorno felici-tà, armonia e pace. Proprio Tipping si era accorto, nel suo lavoro di ipnoterapeuta clinico che molti dei suoi pazienti erano afflitti da malattie provocate dalla mancanza di perdo-no. Per questo insieme a sua moglie ha messo a punto la tecnica descritta nel libro edito da Essere Felici, che

Cosa leg gere

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Colin C. TippingIl perdono assoluto Perdonare per crescere

Essere Felici, 2010

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Attraverso questo processo, abbiamo la possibilità di crescere spiritualmente: il perdono assoluto

è infatti un sentiero spirituale che conferisce uno straordinario

potenziale di trasformazione della coscienza

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7-10 settembre Fiera SANA 25° salone internazionale del biologico e del naturale Bologna – Quartiere fieristicowww.sana.it

13-15 settembre Corso Come realizzare una foresta commestibileDocenti: Elena ParmiggianiBagno di Romagna (FC)Fattoria dell’Autosufficienza www.autosufficienza.com

19-21 settembreFiera klimaenergyFiera internazionale energie rinnovabili per usi commer-ciali e pubbliciBolzano – fierawww.fierabolzano.it

28-29 settembre Corso distillare oli essen-ziali e idrolati Docente: Massimo CorbaraSarsina (FC) 349 [email protected]

28-29 settembreCorso Uso sostenibile dell’acquaDocente: Stefano SoldatiS. Giuliano Milanese (MI)www.laboa.it

28-29 settembre Corso di Gioielli Energetici con pietre e cristalliDocente: Giovanna BelliniRipe (AN) – La città della Lucewww.lacittadellaluce.org

5-6 ottobreFiera Biosalus – Festival nazionale del biologico e del benessere olisticoUrbino (PU) – centro storico della cittàwww.biosalusfestival.it

5-6 ottobre Corso laboratorio di caseifi-cazione (fare il formaggio)Docente: Lorenzo Bruschi Milano – Scuola di pratiche sostenibili www.scuoladipratichesosteni-bili.org

11-12 ottobreFiera Yogafestival Milano Milano – Superstudio più, via Tortona 27www.yogafestival.it/; [email protected]

12-13 ottobre Corso di eco-calzatura: impara a realizzare le tue eco-ballerineDocente: Raquel Maria Ripoll Sala Ripe (AN) – La città della Lucewww.lacittadellaluce.org

12-13 ottobre Laboratorio di autoprodu-zione di saponi e creme na-turali - Docente: Francesca Moccia e Lorena Mariani Milano – Scuola di pratiche sostenibili www.scuoladipratichesosteni-bili.org

17-20 ottobre Fiera Abilmente Mostra-atelier internaziona-le della manualità creativaVicenza fierawww.abilmente.org

19 ottobre Guarire con i numeri Seminario dal vivo con Petra NeumayerBellaria (RN) – Pal. del Turismowww.diapasonbooking.com

26-27 ottobreCorso T. Colin Campbell, L’autore di The China Study ritorna in Italia!Vicenza www.diapasonbooking.com

26-27 ottobre Corso sulle coltivazioni arboreeDocente: Giovanni Zanni Milano – Scuola di pratiche sostenibili www.scuoladipratichesosteni-bili.org

2 novembre Laboratorio di detergenti naturali per la casa fai da teDocente: Giulia Landini Milano – Scuola di pratiche sostenibili www.scuoladipratichesosteni-bili.org

6-9 novembre Fiera EcomondoRimini fierawww.ecomondo.com

Calendario degli Eventi Autunno 2013SETTEMBRE OTTOBRE

NOVEMBRE

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