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INCONTRO GIBA-ENPALS tutte le importanti novità NUMERO 11 · FEBBRAIO/APRILE 2011 Future Job Program, il programma dettagliato WE ARE ALL STARS PERIODICO BIMESTRALE DI NOTIZIE, INFORMAZIONI E NEWS DEL FONDO DI FINE RAPPORTO PROFESSIONISTI PALLACANESTRO

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INCONTROGIBA-ENPALStutte le importanti novità

NumERO 11 · FEBBRAIO/APRILE 2011

Future Job Program,il programma dettagliato

We areall StarS

Periodico bimestrale di notizie, informazioni e news del Fondo di Fine RAPPoRTo PRoFeSSioniSTi PALLACAneSTRo

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NNei paesi anglosassoni viene ricono-sciuta e valorizzata, molto più che da noi, la funzione sociale dello Sport, considerato non solo utile alla crescita fisica, ma anche momen-to insostituibile di formazione della personalità dei giovani. In america, ad esempio, lo sport è materia sco-lastica di pari importanza e di-gnità rispetto alle altre, e la scelta del college da parte degli studenti è orientata anche dal tipo di disciplina sportiva praticata. I ragazzi seguono un determinato percorso sportivo all’interno della organizzazione sco-lastica e poi, una volta conseguita la laurea, possono continuare a prati-care lo sport in una lega professio-nistica, se hanno intanto sviluppato qualità tali da essere “scelti” da un club che vi prende parte. Per tutti gli altri, e cioè per la quasi totalità degli ex studenti, lo sport continua eventualmente ad essere attività me-ramente dopolavoristica. Esistono dunque in America tanti campionati giovanili scolastici di ogni livello, ed una forte lega professionistica (oltre a leghe minori considerate solo di parcheggio o di passaggio). I campio-nati di basket scolastici coinvolgono moltissime città, che seguono con en-tusiasmo le sorti della loro squadra, e catalizzano interesse non inferiore a quello riservato alla NBA.Nel sistema italiano la forma-zione sportiva è colpevolmente

delegata alle società private, che dispongono di mezzi certamente non all’altezza, ad esempio, delle scuole americane. Le stesse società in gene-re partecipano anche ad un campio-nato senior, inserito in uno schema a piramide che prevede retrocessioni e promozioni (inconcepibile in Ameri-ca), e che in genere assorbe la mag-gior parte del budget a disposizione. Solo pochi addetti ai lavori seguono i campionati giovanili, e tutto l’inte-resse di pubblico e media è riservato ai campionati senior. Questo sistema, oltre che ad un gra-ve deficit di praticanti, e ad un livello di preparazione inade-guato a reggere il confronto con altre Nazioni sportivamente più evolute, porta ad innumerevoli altre storture. Come il “vincolo sporti-vo”, istituto aberrante, che inquieta già dal nome, e che presenta profili illiberali evidenziati dalla vasta lette-ratura giuridica che tratta la materia. Come la famigerata legge 91/81 che da 30 anni assegna incredibilmente agli atleti lo status di professionista o di dilettante non sulla base delle ca-ratteristiche della prestazione svolta e del tipo di rapporto tra atleta e club, ma secondo criteri eteronomi, spes-so irrazionali: tu si, tu no; uomini si, donne no… davvero strano che ab-bia resistito per tutto questo tempo! Come il fenomeno dei giocatori ul-tratrentenni o quasi quaranten-

ni, impiegati a tempo pieno in cam-pionati formalmente dilettantistici in cambio di una retribuzio… di un rimborso spese (guai a chiamar-lo col suo vero nome), che illude di poter vivere meglio dei pari età che svolgono lavori “normali”, salvo poi provocare a fine carriera uno stato di smarrimento e di disagio da cui spes-so l’ex atleta fatica a riemergere.Un giocatore di terza o quarta serie spesso si allena tanto quanto uno di prima o seconda, non ha tempo per altre attività che producano reddito, ed ha l’unica fonte di sostentamento nello sport, quasi sempre senza busta paga (difficile anche accendere un mutuo), e senza copertura previden-ziale; e sulla soglia dei 40 anni deve inventarsi un lavoro per il quale non ha potuto dotarsi di adeguata prepa-razione.Il Fondo di Fine Rapporto ha deci-so di dare un aiuto ai giocatori nel momento critico del passaggio dalla carriera sportiva a quello che vie-ne dopo. Il Future Job Program (FJP), messo a punto da StageUp, leader in Italia in iniziative di que-sto tipo, è un corso di formazione altamente qualificato sul mana-gement, ed in particolare sulle sue applicazioni nel business sporti-vo. Informazioni e dettagli all’inter-no della rivista.

Il sistema sportivo italianoed il post carriera degli atletidi Giuseppe Cassì

L`editoriale

Il sistema sportivo ed il post carriera degli atleti 3

Formazione vincente 4

Show time, è qui la festa 8

Hall of Fame 11

Incontro GIBA - Enpals 12

GIBA - Enpals meeting 13

All Star change 14

Dal pallone al fischietto 16

Scommessa vinta 18

Fabi, imPatti positivi 19

Regole di tesseramento e di impiego nei camp. pro. 20

Membership and employment in pro championship 21

Stare bene per giocare bene 22

Sommario

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Formazione vincente

in primo piano

A volte il modo migliore per anda-re avanti è guardarsi indietro e fare tesoro di quanto di buono è stato fatto. Allo stesso modo il corso “Fu-ture Job Program”, promosso dal Fondo di Fine Rapporto ed organiz-zato da StageUp va letto in continu-ità con un’iniziativa che, alcuni anni fa, ha portato ottimi frutti. “L’idea è stata ripresa da un vecchio progetto – ricorda il vice presidente GIBA e consigliere federale Maurizio ra-gazzi – realizzato nei primi anni 2000 ed organizzato completamen-te da GIBA in collaborazione con la Form art di Castelmaggiore. Era una scuola di formazione dalla qua-le sono usciti sia alcuni degli attuali dirigenti federali, come Graziano Martinelli, sia dirigenti di società come antonello riva, Massimo Iacopini e Diego Pastori. E’ stato un momento importante per i gio-catori che, dopo la loro carriera sul campo, hanno avuto l’opportunità di ampliare le proprie conoscenze e formarsi con professionalità. Oggi i tempi si sono evoluti verso una spe-cializzazione ancora maggiore, per cui GIBA ed il Fondo di Fine Rap-porto si sono rivolti a professionisti del settore come StageUp, leader a livello internazionale, per affidarle l’importante compito di organizza-re un corso formativo per giocatori ed ex giocatori. In questo mondo non basta più essere autodidatti, ma occorre una professionalità che va costruita da dei professionisti, ampliando lo spettro delle proprie conoscenze dalla pallacanestro a materie fiscali e manageriali, con un’attenzione particolare all’im-

piantistica. Oggi le carriere sono più brevi di una volta ed è fondamenta-le potersi costruire il futuro miglio-re muovendosi per tempo nel modo giusto”.Di seguito riportiamo il pro-gramma del corso “Future Job Program” che si svolgerà da maggio a giugno.

1. obiettiviIl Programma strutturato per il “Fondo di Fine Carriera Professio-nisti Pallacanestro” (nel seguito “Fondo”) è orientato ai giocatori professionisti in attività e si pro-pone di realizzare un percorso for-mativo sul management e, in par-ticolare, sulle sue applicazioni nel business sportivo individuato come canale preferenziale di placement post-carriera.

2. articolazione del progettoIl Programma ideato, pianificato e gestito da StageUp:

si svolgerà nel periodo maggio – lu-glio 2011;vedrà il coinvolgimento di un mas-simo di 30 partecipanti;prevede un percorso formativo prevalentemente a distanza con la finalità di: i) iniziare (o riavviare) i partecipanti al funzionamento aziendale e alle tecniche di mana-gement; ii) approfondire un per-corso manageriale in ambito spor-tivo vista la buona potenzialità di collocamento in esso dei parteci-panti.

3. metodologia di formazioneCome anticipato al punto 2 il per-corso didattico avverrà prevalen-temente con la metodologia della formazione a distanza.

Il sistema formativo a distanza è quello di matrice “inglese” (che vede la sua miglior espressione nella Open University britannica), basato su:

Il corso promosso dal Fondo di Fine Rapporto ed organizzato da StageUp rappresenta una possibilità importante per i giocatori di pallacanestro

Formazione vincente

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un manuale di riferimento prodotto ad hoc, che guida il percorso didat-tico, l’apprendimento dei contenuti e lo svolgimento delle esercitazioni;un eventuale libro di testo, da uti-lizzare come base di chiarimento e di sedimentazione dei contenuti ap-presi;una piattaforma web-based che co-stituisce un’aula virtuale, progettata per facilitare il contatto e lo scam-bio di esperienze tra partecipanti e tra questi ed i tutor oltre che per rendere piu’ efficace il processo for-mativo;la presenza di un tutor didattico a disposizione dei partecipanti;l’effettuazione di incontri periodici d’approfondimento in aula gestiti da un tutor.

a tutti i partecipanti verrà for-nito un package contenente il materiale didattico.

4. articolazione dell’offerta formativaIl percorso formativo avverrà nel periodo compreso tra i mesi di mag-gio e giugno 2011 e prevede un mas-simo di 30 partecipanti.L’offerta customizzata prevede la erogazione di:un modulo di “General Manage-ment” di 24 ore in aula (da effet-tuarsi in 3 giornate a Bologna) se-condo la tradizionale metodologia frontale;tre moduli a distanza in “Marketing Management”, “Sales Management” e “Gestione degli impianti sportivi” sempre con incontri tutoriali a Bo-logna;un modulo di 16 ore da sommini-strarsi con il metodo frontale ri-guardante la struttura del sistema sportivo italiano.

La scelta della erogazione di un pri-mo modulo nella modalità tradizio-

nale nasce da una duplice necessità: a) coinvolgimento e riavvicinamen-to allo studio dei partecipanti; b) vastità della materia oggetto del modulo con necessità di una sintesi effettuata dal docente in relazione ai feedback d’aula. I 3 moduli a distanza prevedono uno studio di circa 12 ore per setti-mana oltre alle sessioni di tutorship e approfondimento della durata di circa 8 ore ciascuna, nel numero di 2 per modulo (all’inizio e alla fine) che avverranno a Bologna.

Nel seguito la descrizione dei singoli moduli.

in primo piano

Nella pagina accanto, a sinistra Massimo Iacopini , a destra Maurizio Ragazzi, vice presidente GIBA e consigliere federale. In questa pagina, in alto Diego Pastori, sotto a sinistra Antonello Riva, a destra Walter Magnifico

1° modulo General manaGement Modalità tradizionale - 24 ore di aula suddivise in 3 giorniLuogo e periodo a Bologna dal 23 al 25 maggio

obiettivoIl modulo fornirà ai partecipanti i fondamenti del funzionamento di un sistema aziendale con particolare riferimento alle imprese sportive.

I principali argomenti analizzati saranno:Azienda: missione, business model, obiettivi, strategiaElementi di diritto societarioPrincipi di organizzazione aziendale e gestione delle Risorse Umane Principi di Amministrazione e Finanza

Parte della 3a giornata sarà dedicata ad una prima descrizione del funzionamento del mondo dello sport. Saranno in particolare ana-lizzati i compiti di Coni, Federazioni, Leghe di Specialità e Società Sportive.

2° modulo marKetinG dello sPort Modalità a distanza – durata 2 settimane (dal 30 maggio al 13 giugno) per un totale 24 ore di studio a distanza e 14 ore di forma-zione in aulaincontri in aula 30 maggio e 13 giugno a Bologna

obiettivoIl modulo fornisce ai partecipanti strumenti, logiche e casi con-creti di marketing strategico ed operativo, applicati allo specifico mercato dello sport.L’obiettivo finale del corso è quello di dare al partecipante il pa-trimonio conoscitivo e gli strumenti operativi per affrontare con successo problematiche quali:incremento dei ricavi da spettatori;cosa è una sponsorizzazione;fidelizzazione di pubblico e clienti;natura e profilo commerciale del consumatore di sport e del tifoso;le ricerche di mercato nel business dello sport; il ruolo della comunicazione come attivatore d’impresa.

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in primo piano

3° modulo sales manaGement Modalità a distanza – durata 2 settimane (dal 14 al 27 giugno) per un totale 24 ore di studio a distanza e 14 ore di formazione in aulaincontri in aula 14 e 27 giugno a Bologna

obiettivoII modulo fornisce ai partecipanti gli strumenti strategici e opera-tivi fondamentali per progettare e vendere con efficacia pacchetti sponsorizzativi di team, atleti ed eventi nell’ ambito dello sport approfondendo: valutazione del potenziale di mercato di un pacchetto; definizione dei potenziali acquirenti; predisposizione del materiale di vendita;gestione del processo di presentazione e negoziazione;fidelizzazione dello sponsor.

4° modulo Gestione deGli imPianti sPortiVi Modalità a distanzadurata 2 settimane (dal 28 giugno all’ 11 luglio) per un totale 24 ore di studio a distanza e 14 ore di formazione in aulaincontri in aula 28 giugno e 11 luglio a Bologna

obiettivoIl modulo permetterà al partecipante di approfondire le più avan-zate tecniche manageriali applicate ai centri e impianti sportivi attraverso un percorso di: i) riflessione strategica ed utilizzo di strumenti operativi di intervento; ii) valorizzazione delle idee; iii) studio di casi aziendali.Tra gli argomenti analizzati:il ciclo di vita degli impianti sportivi in Italia;la programmazione di impianti sportivi;‘no profit’ Vs ‘for profit’ nella gestione; tipologie di gestione;pianificazione e start-up: dall’analisi di mercato al business plan;il front-line e il rapporto con i clienti/utenti;il processo di budgeting: strumenti informatici al servizio della gestione.

5° modulo fUnzionamento del sistema sPortiVo italianoModalità tradizionale – 16 ore di aula suddivise in 2 giornILuogo e periodo a Bologna dal 12 al 13 luglio

obiettivoIl modulo fornirà ai partecipanti la conoscenza di base sui mec-canismi di funzionamento del sistema sportivo italiano, la legisla-zione vigente in materia e cenni sugli aspetti civilistici, contabili e giuslavoristici; nel dettaglio:scopi e caratteristiche di Coni, Federazioni Sportive, Enti di Pro-mozione, Leghe di Specialità, Società Sportive Professionistiche e Associazioni Sportive Dilettantistiche;cenni sull’inquadramento civilistico, amministrativo e giuslavori-stico di un ente sportivo.

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FONDO FINE RAPPORTO Via Mezzofanti n. 79 Tel. 051/623.80.82 Codice Fiscale

40137 Bologna Fax. 051/623.75.42 92009560373

“FUTURE JOB PROGRAM”

SCHEDA DI ADESIONE

Cognome _________________________________ Nome _________________________________

Codice Fiscale _________________________________ Data di nascita ____/____/________

Luogo di Nascita _________________________________ Prov. __________

Residente a _________________________________ Via _________________________________

CAP ________ Comune _________________________________________ Provincia ________

Tel abitazione __________/___________________ Cellulare __________/__________________

E-mail __________________________________________________________________________

Titolo di studio ___________________________________________________________________

Specificare il titolo ________________________________________________________________

Condizione occupazionale _______________________________________________________

Breve sintesi del curriculum sportivo: _________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

Associato GIBA SI NO

_______________li, _______________________ _______________________________

(Firma)

Inviare scheda di adesione entro il 2 maggio 2011 al Fondo di Fine Rapporto

tramite fax 051/6237542 o tramite e-mail [email protected]

Per informazioni rivolgersi al Fondo di Fine Rapporto al numero 051/6238082

Con riferimento alla Legge 675 del 31/12/96 (tutela delle Persone rispetto al trattamento dei dati personali) si precisa che i dati richiesti saranno da noi utilizzati esclusivamente per le finalità di FONDO e nel rispetto delle norme vigenti.

______________________________________________

(FIRMA)

Entro 10 giorni dalla scadenza del termine di invio delle schede di adesione, sarà comunicato l’elenco dei

candidati ammessi a partecipare al corso, la cui scelta sarà operata insindacabilmente dall’amministrazione

del Fondo di Fine Rapporto, sulla base di criteri precedentemente individuati ed approvati.

future job program

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Show time,è qui la FeSta

di Damiano Montanari

Grande successo per la sfida tra la selezione dei migliori stranieri del campionato e la Nazionale italiana, impostasi in rimonta anche grazie ai tanti giovani ed esordienti

Il cielo è Azzurro sopra Milano. Dentro il Forum di assago, nella notte delle Stelle, sono quelle giova-ni e nostrane a rifulgere di luce pro-pria. Davanti a più di 8000 spet-tatori accorsi per assistere al ritorno dell’All Star Game dopo quattro anni si consuma lo show, lo spettacolo che va oltre le squadre in campo, unendo tutti gli appassionati della pallaca-nestro. Italia vs all Star team, la selezione di Pianigiani, con qualche nuovo innesto, e quella dei migliori stranieri del nostro campionato. Alla fine l’hanno spuntata gli Azzurri in rimonta (90-88), con un canestro di Datome a 8’’ su scarico chirurgi-co di Hackett, preludio alla ciliegina sulla torta di Jeff Viggiano che ha stoppato White e la possibilità di una beffa in extremis.

la gioia di melliUna grande festa, si diceva, che, ol-tre al già maturo Mancinelli, mvp della manifestazione con 22 punti, ha messo in vetrina il talento di tan-ti esordienti futuribili in chiave azzurra, a partire da Nicolò Melli che commenta: “Sicuramente è stata una bella iniziativa e positiva è stata anche la scelta di sposare la linea ver-de per vedere all’opera alcuni giovani con la maglia della Nazionale. Al di là del risultato credo che abbiamo dimostrato di potere stare in questo gruppo. Contro una rap-presentativa forte come quella dei migliori stranieri del campionato italiano abbiamo sentito la fiducia dell’allenatore. La mia prestazione?

Non mi aspettavo di andare in pan-china, tanto meno di essere in quin-tetto, per cui sono doppiamente feli-ce. Ho potuto giocare tanto, mi sono sentito ben inserito nella squadra e alla fine, quando Jeff ha stoppato White, sono stato vera-mente felicissimo, provando una gioia incontenibile, anche se la no-stra vittoria non ha portato punti, nè avanzamenti in classifica”. Ma indi-cazioni sul temperamento degli Az-zurri, sì. “Eravamo sotto di 20 – rac-conta Melli – ed abbiamo dimostrato un grande carattere nel rientrare in partita. Dopo due giorni inten-si di lavoro siamo riusciti ad essere compatti, a lottare per un obiettivo comune, e questo non può che esse-re un segnale positivo”. Capito dai tanti spettatori sugli spalti. “E’ stata una festa a cui hanno partecipato più di 8000 persone, numeri che non si sentono tutte le domeni-che. Si parla di disaffezione nei confronti della pallacanestro, ma poi iniziative come l’all Star Game dimostrano di sapere ancora catalizzare l’interesse dei tanti appas-sionati. Speriamo che ci sia una lunga serie di eventi come questo”. Nel giorno del debutto Melli guarda avanti, di-mostrando grande attaccamen-to alla maglia Azzurra. “Spero che per me questa sia stata la prima di una lunga serie di presenze in Nazionale – afferma -. So che dovrò dare il massimo e dimostrare di cre-scere e che la scelta spetterà

a Pianigiani, ma voglio dire che per me vestire l’azzurro non è un one-re, ma un onore. Tutte le volte che sento suonare l’Inno italiano per una competizione provo un brivi-do speciale. Quest’anno ci sono gli europei Under 20 e non mi dispiace-rebbe

all star game

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l’all star Game è stata la festa di tutti, tifosi, giocatori italiani e stranieri, aman-ti della pallacanestro. molti i momenti spettacolari dell’evento, in particolare la gara delle schiacciate che è stata vin-ta dall’americano James “Flight” White (nella foto) una schiacciata staccando dalla lunetta (a destra) ed una dal gomi-to dell’area cambiando la mano in volo in pieno stile michael Jordan. secondo posto finale, ma altamente spettacolare, il gesto tecnico di eJ Rowland, che prima di arriva-re al canestro, ha saltato un Harley david-son (la foto di copertina). speciale anche lo show di Jeff Viggiano che ha schiacciato ricevendo una palla lanciatagli dagli spalti da moraschini. nella gara del tiro da tre trionfo dell’oriundo di cantù, con passa-porto italiano, nicolas mazzarino, che ha battuto il romano datome 45-33.

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p o -tere disputarli.

Tutti mi hanno parlato di questo evento attraverso cui sono passati molti grandi giocatori che ora fanno l’Eurolega o sono in NBA. Poi, guar-dando la Nazionale maggiore, vedo che nel mio ruolo ci sono giocatori che hanno dimostrato di meritarsi la maglia Azzurra durante la carriera. Non ho la sfera di cristallo, non posso prevedere il futuro, ma sono convin-to che adesso sia importante fare un passo alla volta”.

Il ritorno di CinciariniUn po’ come ha fatto andrea Cin-ciarini che, da un biennio a questa parte, è cresciuto, meritandosi la convocazione all’All Star Game. “Il mio esordio assoluto in Azzurro – ri-corda infatti il play maker classe 1986 di Montegranaro – risale a due estati fa. Era una Naziona-le sperimentale, a cui è seguita l’amichevole che ho disputato l’an-no scorso dopo essere stato 15 giorni in raduno a Bormio. Diciamo che in questo All Star Game c’è stato quin-di il mio esordio nella Nazionale A”. Con tutte le emozioni che ha portato con sè. “E’ stata una grande festa – commenta Cinciarini – in cui abbia-mo dimostrato che il movimento del basket italiano non è lega-to solo a 10-12 giocatori. Biso-gna avere fiducia nei giovani e negli esordienti, bisogna farli giocare. Da parte di noi ragazzi c’è grande voglia di lavorare sodo. Personalmente indossare la maglia Azzurra è sempre una sensazione bellissima. Per questo cercherò di continuare a vestirla”. Cercando di mettersi in mostra innanzi tutto nel club di appartenenza. “Ho la fortu-na di poter giocare a Montegranaro

– afferma infatti Cinciarini – una società che punta molto sui giovani italiani e che ha un allenatore che dà loro fiducia. Rispetto alla comparsata dell’anno scorso in una Nazionale in cui mancava Bargnani e Belinelli ar-rivò dopo, sono cresciuto, acquisen-do un maggiore minutaggio in Serie A e dimostrando di poter dare una

mano abbastanza importante. Adesso l’unica cosa a cui penso è fare bene, poi se verrò chia-mato in causa quest’estate, si-curamente darò il massimo per

conquistarmi il posto”.

le speranze di ale, dan e JeffUn obiettivo condiviso con ales-sandro Gentile, giovane di belle speranze e dal cognome “pesante”. “Sicuramente l’All Star Game è una partita diversa da quelle normali – dichiara il figlio del grande Nando Gentile -. La nostra prestazione è stata positiva, perchè, oltre alla vit-toria, abbiamo dimostrato di avere carattere, uscendo da una situazio-ne difficile. La mia gara? Sono ab-bastanza soddisfatto di quanto ho fatto vedere, considerando che era la mia prima presenza in Nazionale. Ho accusato un po’ di emozione e avevo tanta voglia di far bene. Complessivamente penso di avere dato il mio piccolo contri-buto alla causa”. Un “Gentile” come vive l’obiettivo della Nazionale? “Il mio cognome – risponde Alessan-dro – non è un peso, ma un moti-vo di grande orgoglio che vivo in maniera serena e tranquilla. la Nazionale è un mio obietti-vo, ora devo pensare solo ad alle-narmi e a fare bene”. Perchè alla fine il lavoro paga sempre, come conferma Daniel Hackett, au-tore di una bella prestazione culminata con l’assist per il canestro decisivo di Datome a 8’’ dalla sirena finale. “La vittoria è arrivata – conferma infatti il play di Pesaro – perchè abbiamo lavorato bene nei pochi giorni in cui siamo stati insieme. Siamo una squadra con tanti giovani ed allenarci è il modo migliore per continuare a crescere come gruppo”. Poi un pensiero sui giovani italiani. “Già da quest’anno per noi c’è più

spazio – afferma Hackett – e all’ini-zio della partita contro la selezione degli stranieri non abbiamo provato alcun senso di rivalsa nei loro con-fronti, ci mancherebbe. Piuttosto nel primo tempo abbiamo pagato un po’ l’emozione di giocare in Azzurro, ma poi ci siamo ripresi bene, eviden-ziando qualità tecniche e caratteriali importanti. La Nazionale è un onore ed io spero di avere l’opportunità di partecipare anche in chiave futura e nei prossimi raduni. Per un ita-liano, nato in Italia e cresciuto nei vivai italiani, l’azzurro è il massimo”. Anche per chi è nato e cresciuto a migliaia di chilometri di distanza. “Partecipare all’all Star Game con la Nazionale italiana – afferma infatti Jeff Viggiano – è stata per me una grande opportu-nità. Sono arrivato qui tre anni fa dal Connecticut, ma ho il passaporto italiano perchè i miei nonni erano italiani. La lingua? Non è un proble-ma, perchè quando la gente parla in italiano di basket, io capisco ogni cosa. Spero di avere un fu-turo con questa Nazionale e di togliermi delle belle soddisfazioni con la maglia Azzurra”.

all star game

italia - All Star Team 90-88

italia: d’ercole ne, Viggiano 4, mancinelli 22,

mordente, cavaliero 8, crosariol 4, cusin 4,

datome 17, Gentile 5, Hackett 3, moraschini,

antonutti 2, cinciarini 6, aradori 3, renzi ne,

melli 12. all. simone Pianigiani.

All Star Team: white 16, Hunter 20, mazzarino,

sosa 2, Jaaber 7, t. diener 4, sanikidze 2, d.

diener 7, dasic 7, thomas 9, moss 12, Jones,

rowland 2. all dan Peterson.

Nelle pagine precedenti a sinistra Nicolò Melli. Qui sopra Stefano Mancinelli

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itaLian HaLL oF Fame

hall FameItalia Basket Hall of Fame. Premiata la classe 2010. Meneghin: “Qui c’è la storia e il nostro futuro”

i premiati della classe 2010

L’abbraccio fraterno tra Dino Mene-ghin e Massimo Masini; le lacrime di Amedeo Salerno e la passione sem-pre viva di Tonino Zorzi. Intense emozioni alla cerimonia di premiazione dell’Italia Basket Hall Of Fame classe 2010, tenutasi il 13 marzo 2011 a Milano nella Sala Buz-zati in RCS.

Per la quinta edizione della Italia Basket Hall Of Fame sono stati pre-miati Massimo Masini (atleti), lidia Gorlin (atlete), Ninì ardito (arbitri), tonino Zorzi (allenato-ri), amedeo Salerno (una vita per il basket), Maurizio Martolini e Sergio Stefanini (alla memoria).Dopo il benvenuto di Gianni Valen-ti, vice direttore della Gazzetta del-lo Sport, è stato il presidente della Federazione Italiana Pallacanestro Dino Meneghin ad introdurre la ce-rimonia, parlando di una giornata speciale: “Vedendo tutte le persone che sono qui presenti faccio un salto nel passato, dentro e fuori dal cam-po. Entrando nella Hall Of Fame di Springfield ho capito quanta impor-tanza possa avere la memoria. Ricor-dare e premiare gli uomini e le donne che hanno fatto la storia del nostro sport è fondamentale, per rivivere il passato pensando anche al futuro. Sono molto felice anche della part-nership tra Fip ed RCS poiché, come dico spesso, vogliamo che il nostro mondo non sia esclusivamente auto-referenziale”.La prima a salire sul palco è stata Li-dia Gorlin, premiata per la categoria atlete: “E’ un’emozione indescrivibi-le – ha detto Lidia – perché la pal-lacanestro è stata ed è la mia vita e indossare l’Azzurro per me è stato il massimo”.Aldo Albanesi ha introdotto la pre-miazione di Pasquale “Ninì” Ardito, il quale ha ammesso che mai si sareb-

be aspettato un riconoscimento così alto: “Nel 1946 lasciai il calcio per il basket – ha raccontato Ninì – e allo-ra non conoscevo nulla e nessuno in questo ambiente. Trovarmi qui oggi ha un valore enorme”. E’ stata poi la volta di Amedeo Saler-no (categoria una vita per il basket), che non è riuscito a trattenere le la-crime quando l’ex presidente della Fip Fausto Maifredi gli ha consegna-to l’ambito premio: “Il basket per me è stato sempre importante – ha detto Salerno – tanto che mi sono addirit-tura sposato sul parquet con la squa-dra di Napoli schierata in campo”. Sandro Gamba ha premiato Toni-no Zorzi, più di 1.000 presenze in panchina tra A1 e A2 e visibilmente emozionato: “Mi sembra di essere ad Hollywood, anzi anche meglio” ha detto il premiato 2010 per la catego-ria allenatori. Simpatico siparietto e grande ab-braccio tra Dino Meneghin e Massi-

mo Masini, premiato per la categoria atleti. “Massimo per me era un esem-pio da seguire quando ho cominciato la mia carriera” ha detto Meneghin, che con Masini ha rivaleggiato in campo per anni nelle memorabili sfide tra Ignis Varese e Simmenthal Milano. “Non gradivo affatto essere marcato da Dino – ha confessato Ma-sini – perché era un avversario ostico e con lui non riuscivo a giocare come facevo di solito”. A Maurizio Martolini e Sergio Stefa-nini i riconoscimenti alla Memoria. I premi sono stati ritirati da Ombretta Silvestri, moglie di Martolini e Cri-stina Stefanini, moglie di uno dei mi-gliori tiratori della storia del basket italiano e non solo.

In alto la foto ricordo della quinta edizione della Italia Basket Hall of Fame avvenuta a Milano, nella Sala Buzzati, in RCS

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?Presenti per ENPALS: Dott. Vito La Monica, Direzione Prestazioni Previdenziali, e Sig. Roberto Conforti, Resp. Ufficio Posizioni Assicurative, Riscatti e Versa-

menti Volontari. Per GIBA: Avv. Giuseppe Cassì, Anne M. Litt e Pasquale Iracà. Aliquota contributiva: L’aliquota contributiva ENPALS è fissata al 33% fino all’importo annuo di euro 93.622 per il 2011 di cui 2/3 a carico del datore di lavoro e 1/3 a carico dell’atleta. Oltre detto importo, l’aliquota si riduce al 5% (1/2 a carico della società e 1/2 a carico dell’atleta). Regime: con meno di 18 anni contributivi al 31.12.1995, il sistema di calcolo è misto (retributivo + contributivo). In caso di lavoratori privi di anzianità assicurativa e contri-butiva al 31.12.1995, il sistema di calcolo è contributivo.Sistema Retributivo: è dato da 2 quote di pensio-ne: quota A per contribuzioni fino al 31.12.1992 - quota B per contribuzioni dall’1.1.1993 in poi. Le retribuzioni medie giornaliere da prendere in considerazione sono, per la quota B, le mi-gliori 1900 giornate o infe-riori sempre nell’arco di tutta la vita lavorativa e sempre en-tro il suddetto limite giornaliero di euro 300,07. Sistema Misto: Il sistema di calcolo misto è dato da 3 quote: QA + QB, più la quota contributiva per i contributi versati successivamente al 31.12.1995Requisiti per la pensione – Ante 1996: Solo i professionisti nel 94/95 e 95/96 posso-no beneficiare dei vantaggi previsti dalle leggi all’epoca in vigore: età pensione 52 anni; minimo 20 anni di versamenti dal 1°contributo (260 giorni per ogni anno); l’anno di mili-tare, viene scomputato e quindi i versamenti obbligatori si

riducono a 19 anni. Requisiti per la pensione – Post

1996: chi è stato professionista dal 1996 in poi, non ha più il vantaggio

della pensione a 52 anni. I nuovi requisiti sono: età pensione 65 anni; contributo minimo richie-

sto, 5 anni X 260 giorni ad anno = 1.300 giorni; in caso di svolgimento del servizio militare, sono sufficienti 4 anni; ogni 4 anni di contri-

buti si abbassa di un anno l’età pensionabile (con 20

anni di contributi attivi l’età della pensione scende quindi a

60 anni).Versamento volontario: Se non

si raggiungono i requisiti minimi per la pensione, è possibile integrare con

“versamenti volontari”, ma solo in assen-za di altri lavori di qualsiasi natura.

Ricongiungimento: Normalmente un atleta professionista alla fine della carriera spor-tiva trova una occupazione lavorativa che comporta il versamento di contributi in una Cassa previdenziale diversa dall’ENPALS. In genere per i lavoratori subordinati si tratta

di INPS. In questo caso il ricongiungimento è gratuito ed automatico. All’età pensionabile ENPALS o INPS erogano la pensione. Anche in caso di requisiti minimi di legge (5 anni o 4 + 1 per i professionisti post 1996) è sempre l’ENPALS ad erogare la pensione. Atleti stranieri che giocano in italia: I diritti sono identi-ci per gli Italiani e per gli stranieri. Un giocatore straniero che in Italia consegue i requisiti minimi di legge ha diritto alla pensione come un Italiano.

incontro GiBa/enpalSLo scorso 19 gennaio GIBA si è incontrata con ENPALS.Di seguito pubblichiamo i risultati della riunione

infoGiBa

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Present for ENPALS: Dr.Vito La Monica, Director of Social Security Benefits, Mr.Roberto Conforti, Head of Insur-ance Records, Withdrawals and Voluntary Contribu-

tions Office. For GIBA: Avv.G.Cassì, Anne M.Litt e Pasquale Iracà.Contribution rate: The ENPALS con-tribution rate is set at 33% up to an annual amount of 93,622 Euros for 2011 of which 2/3 is attributable to the employer and 1/3 to the player. Above the rate is 5% (1/2 chargeable to the company and 1/2 to the player). Pension regimes: With less than 18 years of contri-butions up to 31/12/1995, the pension calcula-tion system is mixed. For those workers with no con-tributions and insur-ance payments up to 31/12/1995, the pension calculation system is contributions-based.Pay-based System: is made up of 2 different pensions quo-tas: quota A for contributions paid up to 31/12/1992 -quota B for contributions paid since 01/01/1993. The average daily salary to be taken into account is for quota B the best 1900 days or less, again from any time in the worker’s career and again given the above-mentioned daily limit of 300.07 Euros. Mixed System: The mixed calculation system is made up of three quotas: QA + QB, plus the contributions-based quota for contributions paid in after 31/12/1995. Pension Requirements – prior to 1996 : Only Professional players during 94/95 and 95/96 can benefit from the cur-rent laws advantages set out at the time: pensionable age 52 years; min. 20 years of contributions paid (260 days per year); the year of military service counts as 1 year pension contribution. Pension Requirements – after 1996 : who began playing as professional from 96/97 has not the advantage of being

entitled from the age of 52. The new requirements are: age 65 years;

minimum contributions, 5 years * 260 days per year = 1300 days; with military service, 4 years are sufficient; every 4 years of contributions low-ers the pensionable age by one year (with 20 years of contributions, the pen-sionable age thus reduc-es to 60).

Voluntary contribu-tions: Anyone not meeting the mini-

mum requirements for the pension can

integrate by carrying out “vol-untary contributions”, but only if no other work of any other kind is

undertaken. Transferability: At the end of his

sporting career, a professional play-er usually finds work which involves

paying social security contributions to an insurance fund other than ENPALS.

For employees in general, this is INPS (Em-ployed Workers’ Pension Fund). In this case

transferability is free and automatic. At pen-sionable age, the pension is paid out by ENPALS or INPS. In case of the minimum number of years required reached by law (5 years or 4 + 1 for professional post 96), it is ENPALS too that pays out the pension. Foreign sportsmen playing in italy: pension entitlements are identical for Italians and foreigners. A foreign player who meets the minimum legal requirements in Italy, is entitled to a pension as an Italian.

infoGiBa

GiBa/enpalS meetinG On 19th January GIBA has met with ENPALS.In this page you can find the results of this meeting

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all Star chanGe La partita tra le Azzurre e la selezione delle migliori straniere del campionato italiano è stata l’occasione per coach Ticchi di vedere all’opera nuove leve

Visibilità, novità, futuribile realtà. La sconfitta (63-77) all’all Star Game femminile di Parma ha un retro-gusto dolce in casa di una Naziona-le italiana per l’occasione imbottita di giovani. Un solo obiettivo: speri-mentare. Una meta già raggiunta: il gruppo è solido e assolutamente futuribile. Soddisfatto coach Ticchi, soddisfatto il pubblico che ha assistito allo spettacolo, soddisfatte le gioca-trici in campo, dalle sei esordienti (Arturi, Silva, Battisodo, Gatti, Soli e Buccianti) a chi, pur avendo avuto una pregressa esperienza in Nazionale, aveva ed ha ancora tanto da dimostra-re.

la migliore italianaTra queste spicca, nel verso senso del-la parola, Sabrina Cinili, pivot di Umbertide eletto mvp dell’Italia. “Con la Nazionale – ricorda la lun-ga – avevo fatto le qualificazioni in estate, ma non avevo mai vissuto un’esperienza come l’All Star Game. E’ stato divertentissimo ed un momento importante per il futuro della squadra. Si è visto che gli allenatori e lo staff hanno avuto modo di pensare molto alla crescita delle giovani, dando loro un’occasione importante per mettersi in luce. Per lo staff tecnico azzurro non è sempre possibile vedere le partite di molte giovani, o comun-que, vedere le ragazze all’opera tutte insieme. L’All Star Game di Parma è stata l’occasione buona per riuscirci”. Sebbene si sia trattato di una Nazio-nale sperimentale contro uno spar-ring partner che non ha premuto con convinzione il piede sull’acceleratore. “E’ stato un test positivo – commenta infatti Cinili – in cui ho visto voglia di divertirsi da entrambe le parti in una partita senza la solita carica agonistica,

soprattutto da parte delle straniere”. Che hanno contribuito attivamente a richiamare l’attenzione di stam-pa, pubblico e addetti ai lavori. “Un evento come l’all Star Game – af-ferma infatti Cinili – fa bene a tutto il movimento, vista la forte atten-zione mediatica di cui ha goduto”. E

fa bene a chi, come Sabrina, classe 1989, coltiva un sogno tinto di Azzur-ro. “Adesso va benissimo il mix tra giovani ed esperte per cui ha optato l’allenatore – commenta infatti Cini-li – perchè la Nazionale ha bisogno di mantenere la propria credibilità ed un cambiamento generazionale immedia-to non sarebbe positivo. Di sicuro io e

le altre giovani cercheremo di guada-gnarci un posto, consapevoli che va in campo chi se lo merita”.

esordiente in casaNel PalaCiti della “sua” Parma è toccato a Valeria Battisodo, play maker classe 1988 della lavez-zini, talento purissimo, da anni nel giro delle Nazionali giovanili. “E’ stata la mia prima partita con la Nazio-nale A – racconta infatti Valeria –, pur essendo stata in azzurro dal BaM all’Under 20, ed è stato il primo all Star Game a cui ho partecipato. Quello precedente, che si era dispu-tato sempre a Parma, l’avevo visto da spettatrice. Essere stata convocata è stata una grandissima emozione ed un’esperienza utile. Ho giocato con giovani della mia età e con elementi più esperti, ma mi sono comunque tro-vata bene. Mi sono divertita”. Profon-dendo il massimo impegno. “Il coach ci ha chiesto di rendere al meglio. Con-tro le straniere migliori del campio-nato, con una squadra molto giovane, ci siamo divertite, mettendo serietà e professionalità in uno spettacolo pia-cevole”. Che per Valeria potrebbe es-sere stato un trampolino di lancio in chiave futura. “So che ci sarà bisogno di un ricambio generazionale – af-ferma infatti Battisodo – e spero di farne parte. All’All Star Game credo di avere fatto la mia parte e mi piace-rebbe dimostrare il mio valore anche in altre occasioni. So che nel mio ruolo ci sono ancora giocatrici esperte ed in grado di fare la differenza come Zara e Gianolla. Scendere in campo insieme a loro con la maglia Azzur-ra sarebbe per me un’occasione di crescita, perchè mi permetterebbe di imparare movimenti e trucchi del me-stiere”.

basket femminile

di Damiano Montanari

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il grande ritornoChe oggi fanno parte del bagaglio tec-nico di Valentina Siccardi, guar-dia classe 1982 del Cras taranto, esordiente con coach Ticchi, ma già in azzurro in passato con aldo Corno e lambruschi . “Sono con-

tenta di avere partecipato all’All Star Game – commenta Valentina - perchè tenevo alla convocazione e perchè in questo modo coach ticchi ha po-tuto vedermi all’opera. Il mio obiettivo è rientrare nel giro della Nazionale, ma sono consapevole che nel mio ruolo siamo in tante, sia gio-vani, sia meno giovani. Ci spero tanto, con l’allenatore c’è un rapporto di stima reciproca e so che lui farà le scelte giuste”. Intanto è arrivata la soddisfazione di affrontare le migliori straniere del campionato. “E’ stata una bella manifestazione, positiva per tutto il movimento. Spero che

negli anni continueranno a realiz-

zarla. Ogni domenica giochiamo con-tro e con le straniere, ma affrontarle tutte insieme è stato un effetto parti-colare. Piuttosto vorrei approfittare dell’occasione per dire che, secondo me, quattro straniere in a1 sono troppe. Ci sono giovani italiane di talento che possono crescere, ma hanno difficoltà perchè sono chiuse dalle straniere. Il livello del cam-pionato con loro è sicuramente più elevato, ma allo stesso tempo ci sono italiane che hanno bisogno di giocare per maturare e recitare un ruolo im-portante”.

la vecchia guardiaUna di queste è Chiara Pastore, gioiello di Schio e capitano della Nazionale italiana nella partita contro le migliori straniere. “Ho fat-

to il mio primo raduno in Nazionale a 17 anni – ricorda il venticinquenne play maker – e questo è il mio secon-do All Star Game, dopo quello giocato sempre a Parma quattro anni fa. E’ un bell’appuntamento, non solo per il valore delle giocatrici in campo, ma soprattutto perchè è una festa, in cui non ci sono pressioni e si gioca per divertirsi. Confrontarsi con le migliori straniere del campionato è un bella occasione, perchè dimo-stra che possiamo giocarcela an-che con loro”. Con grinta ed orgoglio. “Eravamo senza le big – ricorda infatti Pastore – e nei primi due quarti ab-biamo combattuto, poi loro hanno co-

minciato a giocare più seriamente ed è emersa la differenza di valore in cam-po. In linea di massima comnunque ho visto segnali positivi. Le giovani? Ci sono giocatrici che non sono venu-te che hanno ancora tanto da dare. Mi riferisco a giocatrici come Macchi, Masciadri, Nadalin e ramon, mie compagne di squadre, che all’All Star Game sono state fuori per scelta tecnica. Ci sono brave giovani su cui sarà necessario un lungo lavoro, ma il talento c’è e la base è buona. tutte, io per prima, dobbiamo mi-gliorare. E continuare a lavorare con l’entusiasmo che, da quando Ticchi è in Nazionale, non è mai mancato”.

basket femminile

italia-All Stars 63-77

italia: buccianti, arturi (0/1), Pastore 8 (2/3, 1/1),

battisodo 8 (4/8), Gatti (0/1), zanoni 9 (3/3, 0/1),

santucci 6 (3/6), cinili 8 (4/7), consolini 4 (1/4, 0/3),

bagnara 4 (2/3, 0/2), siccardi 4 (2/4, 0/1), sarni 2

(1/2), soli (0/1), silva (0/3), crippa 10 (4/7). coach:

Giampiero ticchi.

All Stars: Hicks 9 (3/7), cohen 3 (1/5 da 3), cirov

5 (1/2, 1/4), willis 6 (3/4, 0/1), Haynie 6 (1/4, 1/1),

Vujovic 11 (1/1, 3/4), aziz ne, mahoney ne, antibe 12

(3/3, 2/2), ohlde 9 (3/5), stansbury 11 (5/5, 0/1),

ervin 5 (1/2). coach: santino coppa.

arbitri: Pecorella e bartoli.

Nella pagina accanto Valeria Battisodo.Qui sopra, a sinistra Valentina Siccardi , a destra Chiara Pastore

la gara da tre punti è stata vinta da Martina Crippa che in finale ha bat-tuto 10-8 Megan Mahoney.nicole Antibe ha vinto il premio come migliore giocatrice dell’all star Game.

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Dal palloneal FiSchietto

di Damiano Montanari

Tiziano Zancanella, presidente CIA, parla dell’interessante possibilità per gli ex giocatori di intraprenderela carriera arbitrale

Dall’altra parte della barricata. Forse in pochi ci hanno pensato, ma vale la pena rifletterci. E valutare con at-tenzione la proposta che arriva diret-tamente da tiziano Zancanella, Presidente del Consiglio diretti-vo del Comitato Italiano arbitri e simbolo dei fischietti del nostro Pa-ese. In un momento complicato per l’intero movimento la svolta potreb-be arrivare proprio dai giocatori.

ricambio generazionaleUn’idea suggestiva, che per essere ca-pita nella sua profondità, va tuttavia preceduta da una corretta analisi del-lo stato di salute del movimento dei direttori di gara. “Come classe arbi-trale – afferma Zancanella – stiamo attraversando una situazione cri-tica, perchè abbiamo difficoltà a trovare giovani talenti. Abbiamo arbitri che non sono giovanissimi, a tutti i livelli, dalla C alla A. L’età me-dia della Legadue è abbastanza ele-vata, a parte qualche giovane che c’è, e nella stessa A Dilettanti, pur con qualche inserimento di forze fresche, la componente “anziana” rimane pre-ponderante”. Come si esce da questa situazione? “Il discorso – ribatte Zancanella – è far perdere poco tem-po ai tanti giovani che sono indietro. Certo, fare autostrade non è giusto, perchè non permetterebbe ai giova-ni arbitri di maturare per tempo e si creerebbero situazioni come quelle che accadono ai giocatori che vengo-no buttati nella mischia troppo pre-sto. Tuttavia, continuando il parago-ne con gli atleti, i Brunamonti messi in campo molto giovani non si sono bruciati, anzi. La soluzione è quindi quella di far fare ai giovani la giu-

sta esperienza nel campionato ade-guato alle loro qua-lità, sia per non deter-minare un’involuzione negativa per loro, sia perchè, andando avan-ti di questo passo, non avremo più arbitri in-ternazionali in Italia. Se, come stabilisce la FIBA, a 50 anni devo-no smettere ed il limite massimo per entrare è 35 anni, avendo fatto almeno un anno o due di play off in serie A, capiamo che la situa-zione diventa compli-cata”. Nonostante gli sforzi fatti dalla CIA. “Alle recenti finali di Montecatini – racconta infatti Zan-canella – ho potuto constatare l’ottima qualità dei nostri giovani arbitri, ma-turati anche grazie al lavoro che stanno fa-cendo gli arbitri di B e C, seguendo i ragazzi partita dopo partita, con raduni in mezzo e a fine campionato, studiando le varie si-tuazioni in campo, dall’allenamento alla partita, e le problema-tiche relative all’uni-formità, alla visione unica del movimento e della meccanica. La base, quindi, ci sareb-be, come conferma il

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grosso reclutamente a livello di mi-niarbitri. Il problema è il mante-nimento dei giovani direttori di gara. Quando a 14 anni vai in campo da solo e devi gestire una partita può essere difficile”.

Una nuova opportunitàE qui entrano in scena i giocatori di pallacanestro. “Sono convinto – con-tinua infatti Zancanella – che i mi-gliori arbitri siano quelli che co-noscono il gioco e chi meglio di un giocatore conosce il gioco essendo in grado di anticipare i problemi che si potrebbero venire a creare?”. L’idea è tanto innovativa quanto stuzzicante: intraprendere la carriera arbitrale dopo quella da atleta per continuare a respirare l’aria del match, restare nell’ambiente e costruirsi una profes-sionalità alternativa con tanti van-taggi. “La mia esperienza preceden-te alla carriera arbitrale – testimonia Zancanella – mi ha aiutato in quella che dopo è diventata la mia principa-le attività. Sono stato un giocatore di pallacanestro, sebbene sia ar-rivato solo alla serie C, ed ho alle-nato i bambini. Questo mi ha aiu-tato a parlare con i giocatori in una determinata maniera, stando dalla loro parte nel rispetto delle compe-tenze”. Nel passaggio da una sponda all’altra del campo serviranno alcuni cambiamenti. “Il problema princi-pale – spiega infatti Zancanella – è una questione di atteggiamen-to. Sicuramente abbiamo bisogno di persone che abbiano voglia di sacri-ficarsi e non sempre un bravo gioca-tore diventa un bravo arbitro, perchè sono due ruoli diversi. Tuttavia pen-so che, per formazione personale e conoscenza del gioco, gli atleti siano più facilitati degli altri nel momento in cui desiderano accostarsi all’atti-

vità arbitrale”. Motivo per cui il CIA ha previsto un iter meno complicato per loro. “Nel nostro regolamento – conferma infatti Zancanella – ci sono strade preferenziali per agevo-lare gli ex giocatori nella scala-ta verso le categorie superiori. Non basta avere giocato in serie A per arbitrare subito in quella categoria, perchè serve una gavetta per vedere se quell’ex atleta può diventare un arbitro di serie A, ma il loro cammino verso il vertice è senza dubbio agevo-lato”.

Vantaggi e proposteCome dicevamo, vale la pena pensar-ci, anche per le soddisfazioni che po-trebbero venire a livello economico. “A livello di legadue e di Serie a – afferma infatti Zancanella – gli ar-bitri prendono circa 800 euro lordi a partita, che significa circa 25000 euro lordi all’anno, praticamente uno stipendo normale di un giocatore di B Dilettanti. In questo senso la car-riera arbitrale potrebbe essere una valida alternativa per giocatori che potrebbero riciclarsi in questo nuo-vo ruolo, nel quale servirà comunque passione”. Ed una certa lungimi-ranza. “Per avere la possibilità di ar-rivare in alto, sarebbe importante che un giocatore decidesse di intra-prendere la carriera arbitrale prima dei 40-45 anni, perchè ser-virà una scalata di due o tre anni dai campionati dilettantistici”. In questa scelta potrebbero essere chiamate ad avere un ruolo anche le società. “Da loro – conferma Zancanella - deve arrivare una grossa mano. Se ve-dessero che un giocatore non è fu-turibile sul campo, allora potrebbe-ro indirizzarlo verso la carriera arbitrale. In questo modo avremmo la possibilità di recuperare un gran

numero di giocatori che conoscono il gioco e che potrebbero diventare dei buoni arbitri”. Vivendo momen-ti da ricordare. “La carriera arbitrale – sottolinea infatti Zancanella – non mi ha mai fatto mancare il sostegno economico e mi ha permesso di gi-rare il mondo, facendo esperienze meravigliose, lavorando in gruppo e permettendomi di instaurare rappor-ti umani che ancora coltivo”.

arbitri

TiZiAno ZAnCAneLLA

L’ascesa di un grande arbitro

tiziano zancanella è nato a sa-letto (Padova) il 10 dicembre 1955.Ha cominciato ad arbitrare nel 1978, arrivando in serie a nel 1987. diventato internazionale nel 1991, zancanella ha arbitra-to ai campionati del mondo a toronto nel 1994 ed alle olim-piadi di sidney nel 2000, diven-tando poi commissario fiba e dell’eurolega.in carriera ha diretto 440 par-tite in serie a, di cui 9 finali scudetto, e 200 in ambito inter-nazionale, ricevendo il premio Giba come migliore arbitro. attualmente ricopre il ruolo di Presidente del consiglio diretti-vo del comitato italiano arbitri.

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E’ nata come una scommessa e si è trasformata in una favola con un dop-pio lieto fine.Un campioncino ritrovato, andrea renzi, 21 anni all’anagrafe, ma qualcosina in più di nella capacità di gestire le situazioni difficili e nella de-terminazione. Per lui una buona sta-gione alla tezenis Verona che sta portando a casa la salvezza in le-gadue, suo obiettivo stagionale. Due le armi principali: la grinta e l’umiltà.

in volo verso i pro

Qualità che non difettano ad Andrea, che si racconta così: “Sono un ragaz-zo tra i tanti, con una passione per lo sport, ma allo stesso tempo, la consapevolezza che è importante maturare e costruire la mia vita anche al di fuori di esso. Amo il calcio e il ciclismo, leggo mol-to, luis Sèpulveda è il mio autore preferito e mi piace “Storia di una gabbianella e del gatto che le inse-gnò a volare””. Come la protagonista del racconto, anche Renzi, ad un cer-to punto della sua vita, ha deciso di spiccare il volo verso la pallacanestro. “Sono cresciuto a Genova – racconta Andrea - e da piccolo facevo il cal-ciatore, ero portiere. Mi sono av-vicinato al basket poichè mio papà romano era presidente della squadra del mio paese, il Villaggio S. Salvatore Basket. A 14 anni sono andato a giocare a Livorno, anche se non è stato facile lasciare casa. Era ar-rivato il momento di fare un salto di qualità”. Culminato con il passaggio nelle giovanili della Benetton Trevi-

so. “Ho potuto calcare palco-scenici impor-tanti, giocando in serie a e in eurocup. Non ho mai vissuto con ossessione il raggiungere la serie a, vivevo il basket come una passione, per diver-tirmi con quelli che erano i miei amici, ancor prima che i miei compagni.”

caduta e rinascita

All’inizio dell’ultima sta-gione a Treviso, all’età di 20 anni, l’episodio che avrebbe potuto rovinare la carriera di Andrea: “Ho subito la rottu-ra del legamento crocia-to destro ed il conseguente stop di sei mesi che ha com-promesso la stagione”. E’ in que-sta fase che la Tezenis ha scom-messo su Renzi, meritandosi la riconoscenza del ragazzo. “Ve-rona è una realtà stupenda – afferma infatti Andrea -. È una scelta che rifarei, perchè lì ho trovato la fiducia necessaria per ripartire. L’assenza dal campo è stata dura, ho letto di altri atleti, come Roberto Baggio, che avevano trovato la forza di superare traumi come que-sto, sono stato il più possibile con la mia famiglia. E ce l’ho fatta”.

Giovani italiani

Con la stes-sa grinta che Renzi mette

in campo per trovare spazio

in una realtà che non premia ab-

bastanza i nostri giovani. “La situa-zione è migliorata – afferma - ma guar-dando altri Paesi come la Spagna e

la Grecia, non siamo ancora su buoni livelli.

Alla mia età serve gio-care, giocare e gioca-re. E’ questo il consiglio che do ai ragazzi ed è per questo che ringrazio la GIBa per il grande lavo-ro che fa per noi e di cui le

siamo grati. Ora si comin-ciano a vedere i primi frutti

di questi sforzi e penso che la Nazionale potrà benefi-

ciarne, vivendo una nuo-va età dell’oro”. Per Ren-zi l’Azzurro è qualcosa di più di un sogno, come

conferma la convocazio-ne ricevuta per l’ultimo

all Star Game. “Pianigiani continua a tenermi d’occhio – conferma infatti Andrea - e

questo è un gran sprone a met-tercela tutta. Ci sarà ancora molto da lavorare, ma posso farcela”. C’è da scommetterci.

ScomeSSa vinta Dopo un brutto infortunioAndrea Renzi è tornatoprotagonistaa Verona ed èstato convocatoall’ultimoAll Star Game

il personaggio di legadue

di Andrea Spiezio

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Arriva da General roca, in Pata-gonia, l’ala agustìn Fabi che, a soli diciannove anni, a ritmo di tango ha portato freschezza e un pizzico di furbizia alla corte dell’ascom Pat-ti nella caliente Messina impegnata nel campionato di A Dilettanti.“Mi chiamano el Guapo – si rac-conta Fabi – un termine che in Ar-gentina indica che sono un tipo “fur-bo”, che ci mette la giusta cattiveria in campo. La Sicilia è molto simile al mio Paese, subito ho fatto nuove amicizie ed ho trovato dei compagni di squadra davvero in gamba. L’im-patto con la nuova società è stato positivo, perchè qui c’è gente che ha voglia di fare bene e di pensare in grande”.

sognando manu

Ambizioni che, sposate a quell’aria di casa che Fabi respira con soddi-sfazione, hanno fatto sì che l’ala di origini sudamericane scegliesse Pat-ti, forse attirato dai successi italiani di un suo grande connazionale. “ La mia passione per il basket – ricorda Augustin - è iniziata da piccolino, quando andavo a vedere mio fratel-lo che giocava come professionista e mio padre che era arbitro nella serie A argentina. In questo contesto si può dire che io sia nato con la pal-la in mano. A 15 anni ho avuto la prima grande occasione per metter-mi in mostra, andando a giocare a Bahia Blanca, una delle maggiori società argentine e fucina di talenti a cui numerose società importanti, tra cui treviso e real Madrid,

guardano per scoprire nuovi talen-ti. Non è un caso che lì sia cresciuto anche Manu Ginobili, il mio idolo. Sarebbe bello poter seguire la sua carriera e fare la differenza qui in Italia come ha fatto lui”. Il passaggio nel Bel Paese per Fabi è arrivato con la chiamata della Benetton trevi-so. “Un’occasione a cui non potevo dire di no, anche perchè l’Italia era la terra dei miei nonni che erano di ascoli Piceno, motivo per cui ho il passaporto italiano.Quella di Tre-viso è stata un’esperienza importan-te, che consiglio ad un giovane che, come me, vuole crescere”.

linea verde

In estate, dopo l’esplosività, le alte percentuali nel tiro dalla lunga di-stanza ed il segno lasciato nella Fi-nal Four Under 19 di Bologna con la maglia di Treviso, è arrivato il

passaggio all’ascom Patti di co-ach Pippo Sidoti, che molto con-fida nell’impatto in partita del Gua-po per raggiungere la salvezza nel campionato di A Dilettanti. “E’ una responsabilità che non mi spaventa – afferma Fabi -. Oggi un giocatore della mia età fatica a trovare spazio in serie A. Sapevo che qui c’era un allenatore molto bravo che dava fi-ducia ai giovani ed io volevo giocare. Credo di avere fatto la scelta giusta”.

calore di casa

Sicuro che l’esperienza siciliana possa diventare un vero e proprio trampolino di lancio. “Sono qui a Patti per dimostrare il mio valore. Ci sono club che prendono giocato-ri e, solo perchè sono più giovani e non hanno molta esperienza, non scommettono su di loro. Questo è sbagliato. Mi auguro che la nuova serie a Dilettanti possa aiutare a risolvere questo problema, anche se, personalmente, ritengo che dovreb-be essere solo un campionato di passaggio, utile ai giovani per migliorare in vista di traguar-di più ambiziosi. Per diventare un giocatore sono fondamenta-li uno o due anni in cui ci si fa le ossa”. Non dimenticando mai le vere priorità. “La serie a è un sogno che tutti coltivano, ma per farmi sognare bastano il calo-re della gente e della tifoseria”. Pronta a ballare il tango sugli spalti al ritmo del Guapo.

basket dilettanti

FaBi,impatti poSitivi

di Andrea Spiezio

Nella squadra siciliana il giovane argentino dal passaporto italiano Augustin Fabi si è ambientato bene facendosubito la differenza

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Regole di tesseramento e di impiegodei giocatori italiani e stranierinei campionati professionistici

Già da qualche anno la FIP ha adottato, nella in-dividuazione di quote riservate nei roster delle squadre professionistiche, il criterio della “formazione sporti-va”. la regola è nota: almeno la metà dei giocatori presenti a referto in Serie a deve avere ricevuto in Italia l’addestramento alla pratica del basket, per non meno di 4 anni sportivi nel perio-do tra i 14 e 19 anni.Riservare all’interno di ciascun club un certo numero di posti ad atleti formati nella scuola sportiva italiana e quin-di riferibili al nostro movimento cestistico è stato ritenuto strategico in relazione allo scopo di incentivare i vivai gio-vanili e di garantire adeguato ricambio alle Squadre Na-zionali.La regola ha resistito negli anni alle dure critiche di alcuni club e addetti ai lavori, ed ha superato indenne anche il vaglio dell’autorità Giudiziaria, chiamata più volte a dichiararne la illegittimità ed incostituzionalità, ma che ha sempre finito viceversa con il riconoscerne la confor-mità alle leggi italiane ed europee in tema di libertà individuale e di libera circolazione (l’ultima ordinan-za in tal senso del TAR del Lazio è del 9 febbraio 2011).Si segnala da ultimo la raccomandazione rivolta dalla Commissione europea al Parlamento, al Consiglio, ed ai vari comitati economici e sociali dell’Unione europea, contenuta in un elaborato dal titolo “Developing the european Dimension in Sport” redatto il 18 gennaio scorso. Nel documento si ribadisce il principio di “specificità” dello Sport, for-malmente introdotto nel trattato di lisbona (art. 165), e la conseguente assoggettabilità del movimento sportivo a regole peculiari, purchè comunque non limitative dei dirit-ti fondamentali dei cittadini europei e non discriminatorie.In merito alla libera circolazione (free movement) ed alla nazionalità degli sportivi (nationality of sportspeople), è ribadito che gli organismi sportivi territoriali non pos-

sono imporre norme limitative

o discriminatorie in relazione alla naziona-

lità degli atleti, e tuttavia si conferma quanto sostenuto già

anche dalla Corte di Giustizia in vari pronunciamenti, e cioè che “regole che sono

indirettamente discriminatorie (come le quote per atleti formati localmente) … possono essere considerate compatibili con le leggi dell’Unione europea se perseguono obiettivi legittimi e sono necessarie e proporzionali per il raggiungimento degli obiettivi medesimi”.Si trascrive di seguito nella sua lingua originale l’estratto di detto documento: “In the area of professional sport, rules entailing direct discrimination (such as quotas of players on the basis of nationality) are not compatible with EU law. On the other hand, rules which are indirectly discriminatory (such as quotas for lo-cally trained players) or which hinder free move-ment of workers (compensation for recruitment and training of young payers), may be conside-red compatible if they pursue a legitimate objecti-ve and insofar as they are necessary and propor-tionate to the achievement of such an objective”.Sulla scorta delle superiori considerazioni, proprio nelle scorse settimane la Commissione Europea ha invitato le autorità sportive della Spagna a modificare le proprie re-gole del Basket, che stabiliscono quote minime riservate ad atleti di cittadinanza spagnola.Lo Sport italiano ed il Basket in particolare, almeno su questa vicenda, ed a dispetto dei tanti interessati (e assai poco informati) detrattori, ha introdotto regole inno-vative nel contesto europeo ben prima che interve-nisse una legittimazione formale da parte delle autorità governative e giudiziarie. Regole cui a breve anche le altre Nazioni dovranno adeguarsi.

infoUBe

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Membership and employment rulesfor Italian and foreign players inprofessional championships

infoube

FIP has since some years now adopted, in identifying the quo-tas kept in professional team rosters, the criterion of “sports training”. The rule is well known: at least half the exist-ing players in Serie a must have received bas-ketball training in Italy, for not less than 4 sports years when they were between 14 and 19 years old.Reserving within some clubs a certain number of places for players who have received their training in an Italian sports school and exercised in terms of our basketball dis-cipline, has been considered to be strategic for the pur-pose of giving an incentive to our youths’ breeding ground and guaranteeing an adequate supply for National Teams.The rule has during the years resisted the harsh criticism of some clubs and officers in charge, and has also su-perseded untarnished the Judicial authority’s mesh, which has many a time been called upon to declare the rule’s unlawfulness and unconstitutionality, yet which has always ultimately turned tables by recognising its con-formity with Italian and european laws on the sub-ject of individual liberty and freedom of movement (the last such ordinance being that of the Regional Ad-ministrative Tribunal of Lazio dated 9th February 2011).Attention is finally drawn to the recommendation ad-dressed by the european Commission to Parlia-ment, the Council, and to the several economic and social committees of the european Union, found in a paper entitled “Developing the european Dimension in Sport” drawn up on the 18th Janu-ary. The document stresses the “specificity” principle in Sports, which was formally introduced in the lis-bon treaty (art. 165), and the resulting subjection of the sports movement to specific rules, so long as these do not, however, curtail the fundamental rights of European citi-zens and are not discriminatory.As to free movement and to the nationality of sportspeo-ple, it is underscored that the territorial sports organisms

could not im-pose restrictive

or discriminatory rules with regard to

the players’ nationality, and in any case confirmation

is obtained of what even the Courts of Law have already upheld in their various

rulings, namely that “rules which are indirectly dis-criminatory (such as the quotas for locally trained players) … may be considered compatible with european Union laws if they pursue legitimate objectives and are necessary and proportional to achieve the said objectives”.The original English document states as follows: “In the area of professional sport, rules entailing direct dis-crimination (such as quotas of players on the basis of na-tionality) are not compatible with EU law. On the other hand, rules which are indirectly discriminatory (such as quotas for locally trained players) or which hinder free movement of workers (compensation for recruitment and training of young payers), may be considered com-patible if they pursue a legitimate objective and insofar as they are necessary and proportionate to the achieve-ment of such an objective”.On the basis of overriding considerations, it was precisely during the past weeks that the European Commission invited Spain’s sports authorities to alter their basketball rules which establish minimum quotas reserved for Span-ish players.Italian Sports and specifically Basketball has intro-duced, at least in this regard and in spite of detractors having great interest yet who are little informed, ground-breaking rules within a european context well be-fore the intervention of a formal legitimation by govern-ment and judicial authorities. These are rules which even within a short time other Nations should also abide with.

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medicina sportiva

“Fai da te? Ahi, ahi, ahi, ahi...”. Così recitava un famoso slogan pubblici-tario di qualche anno fa, un moni-to che oggi rappresenta il sunto del messaggio che il dottor Sandro Senzameno ed il dottor andrea Billi, rispettivamente responsabile sanitario della FIP e responsabile ortopedico delle squadre nazio-nali, vogliono rivolgere ai giocatori di pallacanestro. Troppi i rischi legati nel non mettersi nelle mani di specialisti, anche se questi sono personaggi vicini alla squadra o alla società.

occhio al peso “Tutto deve essere fatto sotto il con-trollo del medico – afferma il dottor Senzameno – ed il fai da te va evi-tato anche quando il consiglio arriva dal compagno di squadra, dal mas-saggiatore o dal preparatore atleti-co. Piuttosto è utile che il medico studi un particolare piano ope-rativo insieme al preparatore at-letico, ma sempre tenendo presente le necessità del giocatore e quello che possiamo avere dal giocatore”. In due parole: preparazione differenzia-ta. “Dobbiamo innanzi tutto fare un distinguo – sottolinea infatti il dottor Senzameno – tra gli atleti di fascia alta, che giocano in serie A ed in Le-gadue, hanno certe abitudini e posso-no usufruire di controlli medici pun-tuali e professionali e gli atleti che giocano in categorie meno im-portanti e che possono avere delle difficoltà a contattare un medico e ad essere seguiti bene sotto questo punto di vista”. La base da cui partire, tut-tavia, è sempre la stessa. “La prima cosa da fare – spiega Senzameno – è capire se il giocatore è nel suo peso forma, un aspetto fondamentale per

avere la piena efficienza fisica sia nel gesto atletico, sia per quanto concerne lo svolgimento dell’attività agonistica della pallacanestro”.

dieta mediterraneaRicordandosi sempre che il primo al-lenamento si fa quando si è seduti a tavola. “Riguardo alle abitudini ali-mentari che dovrebbero avere i gioca-tori di pallacanestro – afferma infatti Senzameno - ci sono alcune cose da sottolineare. La prima è che, come medico federale, consiglio la dietra mediterranea, che è la più corretta e la più completa, garan-tendo un giusto apporto di carboidra-ti, di proteine, e di tutti quegli elemen-ti necessari per lo stato del benessere fisico. Al contrario dovrebbero essere evitate le cucine elaborate e spe-ziate, pesanti e difficili da digerire, oltre ai grassi, che provocano un ri-tardo della digestione e che possono dare problemi nella metabolizzazione degli alimenti”. Anche perchè la man-canza di una corretta alimentazione e della giusta forma fisica è una causa importante nell’insorgere di infor-tuni. “Evidentemente – conferma infatti Senzameno – il sovrappreso può portare a traumi, dalle frattu-re, agli stiramenti e allo stesso affati-camento fisico, anche se la dieta non può essere la sola responsabile degli infortuni. E’ infatti fondamentale che l’atleta segua una corretta prepara-zione atletica che tenga conto delle sue eventuali fragilità”.

consigli ortopediciSeguendo sempre i consigli di esperti come il dottor Andrea Billi, che affer-ma: “Nella pallacanestro gli apparati

più sollecitati sono la colonna vertebra-le, la caviglia ed il ginoc-chio. Per questo è ne-cessario fare un buon la-voro po-stura-le e fare at

tenzione al tono musco-lare a livello di quadrici-pite e flessore del ginocchio, oltre ad un corretto lavo-ro di proprio-cezione con gli elastici, per rafforzare i muscoli della caviglia ed au-

Stare Beneper Giocare BeneI consigli ai giocatori dei dottori Sandro Senzameno, responsabile sanitario FIP, ed Andrea Billi, responsabile ortopedico delle squadre nazionali

di Damiano Montanari

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Organo Uff iciale delFondo di Fine Rapporto Professionisti PallacanestroVIA MEZZOFANTI N. 79 40137 BOLOGNA Tel. 051/623.80.82 Fax. 051/623.75.42Cell. [email protected]

Registrazione del Tribunale di Bologna n. 5323 in data 2/1/1986Distribuzione gratuita

Numero 11febbraio/ marzo 2011

Direttore responsabileMaurizio Ragazzi

Direttore editorialeDamiano Montanari

CollaboratoriAnne Marie Litt, Andrea Spiezio

Progetto grafico e impaginazione Zonamista.it · Modena

Fotografie Ciamillo&Castoria

Stampa Grafiche Picmar s.r.l.via Bellini 640050 Villanova di Castenaso (BO)

Periodico bimestrale di notizie, informazioni e news dell’ASSoCiAZione GioCAToRi BASkeT e del Fondo di Fine CARRieRA

Periodico bimestrale di notizie, informazioni e news del Fondo di Fine rapporto Professionisti Pallacanestro

medicina sportiva

mentare le capacità propriocettive del piede”. Aiutandosi con le conquiste ot-tenute dall’evoluzione della medicina sportiva. “Negli ultimi anni – spiega infatti il dottor Billi – è molto utilizza-ta l’idrochinesiologia, un lavoro di potenziamento in acqua per fare sca-ricare i muscoli e far lavorare l’atleta a livello di potenziamento in scarico completo onde non sollecitare il ten-dine, evitando così i problemi mag-giori di tendinopatie croniche”. Un altro discorso riguarda la caviglia. “Consiglio un taping preventivo con fasciature apposite ed aggiungo la possibilità di scegliere un chinesio-taping, l’ultima forma di taping che consiste nell’applicare bende e fasce elastiche sul percorso muscolare, per facilitare la contrazione muscolare e scaricare il tendine”. Anche qui tenen-do sempre che non tutti gli atleti sono uguali. “Ogni giocatore professionista – conferma infatti Billi - ha il prepa-ratore atletico suo e della società che gli fa fare un lavoro differenziato. E’ impossibile impostare un lavoro at-letico pensando che, ad esempio, un play abbia bisogno della stessa prepa-razione di un pivot. Sono fisici diversi che vanno seguiti considerando le esi-genze di ognuno di essi”. Poi un con-siglio a giocatori e colleghi. “Per man-tenere la performance è importante lavorare per prevenire le patologie muscolo tendinee. Da undici anni sono ortopedico federale e, con la mia esperienza, posso dire che è importan-te conoscere la storia del giocatore e le sue abitudini per impostare il lavoro di preparazione adatto a lui”.

farmaci ed integratori Perchè innanzi tutto va tutelata la sa-lute del giocatore anche quando ne-cessita di cure specifiche. “Gli atleti – afferma infatti il dottor Senzameno -, prima di essere tali, sono persone. Se hanno la necessità di dover segui-re una terapia, come la segue l’uomo

comune, possono seguirla. Un’altra problematica è l’abuso dei farma-ci. Prendiamo ad esempio gli antiin-fiammatori che vengono assunti per poter erogare la prestazione atletica addormentando il dolore. Su questo aspetto si entra nel border line, per-chè, se un atleta non è nel pieno poten-ziale della prestazione, dovrebbe in-nanzi tutto chiedersi il perchè si trova in quella condizione ed agire di conse-guenza. Si parla spesso di antidoping e di attenzione al non uso di sostanze dopanti, ma ultimamente è diventato molto caldo il tema della condanna per abuso di farmaci. Esagerare nella loro assunzione è assolutamente sconsigliato, perchè quando noi fac-ciamo assopire il sintomo, non siamo più padroni della gestione del nostro corpo e chiediamo una prestazione che il nostro corpo non ci può dare. Alla fine creiamo più danno e paghia-mo pegno quando finisce l’effetto del farmaco”. Serve quindi equilibrio, anche nell’assunzione di integrato-ri. “Se si tratta di un’integrazione giusta – commenta Senzameno – ad esempio di qualche antiossidante o di qualche amminoacido in fase di preparazione atletica per cer-care di avere un aiuto nel raggiunge-re la massa muscolare giusta, sempre nel limite del consentito, allora credo che possa avere una sua utilità. Cer-tamente, anche in questo caso, se an-diamo a sforare nell’abuso, rischiamo di arrivare a forme di alterazione del fisico. In linea di massima, prima di fare un’integrazione, sarebbe sempre utile fare uno screening di analisi ematologiche, per verificare che tipo di integrazione possa essere utile e che non ci porti scompensi”.

Nella pagina a sinistra Andrea Billi, qui a destra Sandro Senzameno

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