web agency inserto pubblicitario realizzato da giovanna leone · graphic design come progettare...
TRANSCRIPT
Sede OperativaVia Nuova Poggioreale 61 / CPN T7 80143 Napoli / Italy
Telefono/fax+39 081 526 13 47
Socialfacebook.com/qrnetwebagencytwitter.com/qrnetwebagency
Webqrnet.it
marketing
WEB AGENCY
essentially cool communication
web communication
apps e platforms
brand identity
Marida Giordano Impostazione graficaSilvia Mandara CopertinaGiovanna Leone inserto QRnetDanilo Stabile come progettare locandineChiara Menido Adobe Creative suite CC, Strumento trama in illustrator, Mostra fotografica di Gilda ValenzaFabiano De Masi Grafica e videogames, Dreamweaver vs MuseAlfonso Pelosi Grafica clickAntonio Di Martino Strumento tramaGiovanna Longobardo Professional VideoMaria Fucito Artisti in vetrinaJessica GiulianoTop AgencyMaria Iardino Top Agency, Funzione BatchMarianna Martinelli Fabrizio Scala, inserto OPENARTValentina Di Donato Fabrizio Scala, inserto OPENARTEmma Simeone inserto Gino RamagliaStefano Mandolese Rifletti Verticale
Organizzazione, supervisione coordinamento Mariella Fittipaldi e Federico Donatelli
Hanno collaborato a questo numero
n° 15 - marzo/aprile 2014Periodico prodotto a scopo didattico senza fini di lucro da:OPENARTcorsi di grafica professionalivia Pessina 90, 80135 Napolitel [email protected]
Tutti i contenuti (foto, testi e grafica) sono stati realizzati da studenti ed ex studenti dei corsi di grafica organizzati dalla Openart
inse
rto p
ubbl
icita
rio re
aliz
zato
da
Gio
vann
a Le
one
Graphic Design come progettare Locandine pag. 4
Adobe Creative Suite CC pag. 6
Strumento Trama in Illustrator pag. 8
Graphic and Music pag. 12
Funzione Batch in photoshop pag. 16
Bibliografika pag. 18
Web Design Dreamweaver vs Muse pag. 20
Grafica click pag. 22
Multimedia Grafica e Videogames pag. 24
Professional Video pag. 26
News Artisti in Vetrina pag. 28
Gilda Valenza a Palazzo Reale pag. 32
Output Top agency: S&PH pag. 36
Gabrizio Scala pag. 42
Rifletti Verticale pag. 46
La locandina può comunicare un
messaggio come unico veicolo, o
può far parte di un più ampio siste-
ma di pianificazione di mezzi: an-
nunci sulla stampa periodica, sport,
in tv, pubblicità diretta con depliant
e volantini...
Ci basta sapere che qualsiasi mes-
saggio debba comunicare e da
qualsiasi mezzo sia affiancato,
quello che deve dire deve saperlo
dire bene e in fretta. La locandina
deve infatti attirare l’attenzione di
so da altre comunicazioni visive.
Poche regole possono aiutarci.
• Testo ed illustrazione non devono
ripetere gli stessi concetti, ma inte-
grarli.
• Un solo protagonista alla volta.
Privilegiamo per peso visivo e for-
za comunicativa o la parte verbale
o la parte illustrativa. Affidiamo la
principale forza espressiva di volta
in volta ad una sola delle compo-
nenti della comunicazione visiva: il
tratto, il colore, il ritmo o la com-
posizione.
• Massima sintesi. Il titolo non deve
essere formato da piu di sette pa-
role, l’illustrazione deve essere di
immediata comprensione o deve
essere comunque facilmente me-
morizzabile.
passanti distratti e fare in modo che
memorizzino il senso della comu-
nicazione nei pochi istanti che il
loro sguardo si fermerà su di essas
in un ambiente generalmente inva-
• La composizione generale, l’im-
patto strutturale colpisce nel suo
insieme più che la somma delle sue
parti. Il tono e l’efficacia, della co-
municazione è dovuto in buona par-
te della scelta tra simmetria o asim-
metria, tra equilibrio o contrasto.
foto, testi ed impaginazione:Danilo Stabile
LOCANDINE_x_EVENTIcome progettare
in queste pagine una serie di locandine realizzate dall’autore dell’articolo Danilo Stabile
4 5
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
Graphic DesignGraphic Design
Nel 2013 Adobe ha pre-
sentato Creative Cloude.
A più di sei mesi di distanza la
domanda più frequente è: cosa c’è
di nuovo e diverso? Sicuramente le
novità sono improntate principal-
mente sul Cloud.
Già nella scorsa Suite, Adobe ave-
va introdotto un servizio Cloud
che permetteva agli utenti di paga-
re una quota mensile ed utilizzare
i vari programmi, avendo anche
la possibilità di salvare progetti in
uno spazio privato in rete. Rispetto
alla precedente versione però, non
sarà più possibile avere fisicamen-
te il pacchetto di software, quindi
potremmo soltanto pagare la quota
mensile e sfruttare tutte le funzio-
nalità legate al servizio. A ciò, si
aggiungono una serie di strumenti
che trasformano completamente
la creatività digitale, con partico-
lare interesse al settore mobile di
smartphone e tablet.
Il package della Creative Cloud
(CC) è fatto di tante singole parti
per cui “tu usi quello che ti ser-
ve del pacchetto “, il tutto ad un
prezzo decisamente contenuto (29
e i 49 dollari al mese), basandosi
sull’idea che prevede la possibili-
tà di poter utilizzare qualsiasi sw
– più sue eventuali release (come
CS7) e tools previsti – per un pe-
riodo di tempo determinato, ma
maggiore di quello solito. L’ of-
ferta Creative Cloud prevede un
pacchetto con tutti i software che
fanno parte della CS6, comprese
alcune migliorie ai programmi e
aggiornamenti (Adobe Acrobat XI
e Adobe Photoshop CS6.1), più
altri specifici ( Lightroom, Adobe
Muse, Adobe Edge). Qualche ele-
mento chiave sulle novità della
Adobe CC: la solida ma leggera
applicazione Creative Cloud rim-
piazza tranquillamente sia il ge-
store Adobe delle applicazioni sia
la connessione Creative Cloud, e
pure il passaggio fra le versioni.
Tecnologia Cloud basata su sincro-
nizzazione e sharing per tutte le
personalizzazioni impostate come
Preferiti, Impostazioni, pennelli,
collegamenti veloci, ambiti di la-
voro, stili, font, colori, e così via.
Grazie allo strumento Behance
permette di gestire, scambiare e
caricare, progetti di design e lavori
grafici restando sempre sul cloud.
680 tipi diversi di font possono
essere scaricati ed installati lo-
calmente sulla propria macchina.
Coloro che sottoscrivono un ab-
bonamento annuale potranno
usare tutti i prodotti della Crea-
tive Cloud per 99 giorni senza
bisogno di riconvalidare la suite
stessa o di connettersi ad internet
(al più dopo il 180mo giorno).Le
nuove apps CC si installeranno e
lavoreranno a fianco delle vecchie
versioni dei prodotti Adobe come
Creative Suite 6, Creative Suite 5,
etc., e saranno in grado di ripristi-
nare o esportare nel formato di file
della CS6.
I sottoscrittori di un pacchetto CC
avranno accesso al download e
all’installazione di precedenti ver-
sioni da un archivio di release per
desktop dalla CS6 in avanti.
foto, testi ed impaginazione:Chiara Menido
ADOBECREATIVESUITE_CC
opinioni
6 7
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
Graphic Design Graphic Design
openartmagazine_num
ero_13_dicembre/gennaio_2013
In questo tutorial presenteremo lo
“strumento trama”, una delle fun-
zioni più potenti e versatili di Illu-
strator, che ci permette di applicare
sfumature in più punti di una figura,
in modo da creare luci e ombre che
danno un effetto più tridimensio-
nale al nostro disegno. Attraverso
un semplice esempio, illustreremo
come può essere utilizzato questo
strumento. Creiamo una circonfe-
renza, selezionando lo strumento
ellisse dalla barra degli strumenti e
tenendo premuto il tasto “shift” (Ma-
iusc) mentre trasciniamo il mouse
sul tavolo da disegno; dalla finestra
“colore” o “campioni” diamo un co-
lore di riempimento alla nostra cir-
conferenza (ad es.: arancione, C=0,
M=50, Y=100, K=0) ed eliminiamo-
ne la traccia.
Costruita la nostra figura, vediamo
come può essere applicato lo stru-
mento “trama” ad un oggetto. Esi-
stono due modalità per attivare tale
funzione: 1) selezioniamo la cir-
conferenza e, dal menu “oggetto”,
il comando “Crea trama sfumata”
(fig. 1); si aprirà una finestra di dia-
logo in cui sarà possibile scegliere:
il numero di righe e il numero di
colonne, l’aspetto (il tipo di effetto
luce da applicare all’oggetto) e la
luce (la percentuale di luce bianca
che verrà aggiunta al colore origina-
le) (fig. 2). Ad esempio, scegliamo
4 righe, 4 colonne, aspetto “piatto”
e luce “0%”; clicchiamo su ok. Sul
nostro disegno apparirà una sorta
di reticolato formato da varie linee
orizzontali e verticali (dette “linee
di trama”) che s’incrociano in punti
STRUMENTO_TRAMATutorial_illustrator
chiamati “punti di trama”. La secon-
da modalità consiste nel seleziona-
re, dalla barra degli strumenti, lo
“strumento trama” (fig. 3); cliccan-
do su un punto qualsiasi all’interno
della nostra figura (ad es.: in alto a
sinistra), comparirà un solo punto di
trama; se volessimo aggiungere altri
punti di trama, dovremmo fare altri
“clic” all’interno della circonferen-
za; per eliminare un punto di trama,
invece, teniamo premuto “Alt” e
facciamo clic sul punto con lo stru-
mento “trama” selezionato. I punti
trama hanno le stesse proprietà dei
punti di ancoraggio delle curve di
Bézier (fig. 7), ma in più la capacità
di accettare colore; quindi possiamo
aggiungere, eliminare e modificare i
punti di trama o cambiare il colo-
re associato a ciascuno di essi. Nel
fig. 1
fig. 2
fig. 3
fig. 4
impaginazione: Chiara Menidoimmagini e testi: Antonio Di Martino
8 9
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
Graphic Design Graphic Design
nostro esempio (mantenendo sem-
pre selezionato lo strumento trama)
aggiungiamo altri due punti trama
così da creare una specie di griglia
intorno al primo punto e diamo il
colore giallo a quest’ultimo (C=20,
M=0, Y=100, K=0). Abbiamo crea-
to una sfumatura intorno al primo
punto trama che ricorda l’effetto di
una luce riflessa su una sfera (fig. 5).
A questo punto, spostando e modi-
ficando i punti sulle linee di trama,
possiamo distribuire i colori in dire-
zioni diverse, cambiare l’intensità
della sfumatura o l’estensione delle
aree colorate. Per spostare un punto
di trama, possiamo trascinarlo con
lo strumento “trama” o con lo stru-
mento “selezione diretta”; per spo-
starlo lungo una linea di trama curva
senza deformare la linea, dobbiamo
trascinarlo con lo strumento “trama”
mentre teniamo premuto il tasto
“Maiusc”. Per dare un aspetto più
realistico alla nostra sfera, creiamo
un effetto ombra nella parte opposta
al riflesso di luce, facciamo un altro
punto di trama in basso a destra (fig.
6). Le due nuove linee di trama s’in-
tersecano con quelle precedenti in
nuovi punti di trama, in alto a destra
e in basso a sinistra, assumendo lo
stesso andamento di quelle costrui-
te precedentemente per realizzare il
riflesso di luce. Bisogna stare attenti
a come si posizionano i nuovi punti,
altrimenti l’effetto ombra potrebbe
non risultare uniforme. Mantenen-
do premuto il tasto “Maiusc” per
non distorcere le linee, aggiustia-
mo la posizione dei nuovi punti in
modo da formare una sorta di arco
verticale alle spalle del riflesso e as-
segniamo ai punti di trama interni
all’arco un arancione più scuro ri-
spetto a quello precedente (C=0,
M=75, Y=100, K=0).
Continuando così, clicchiamo con
lo strumento trama su una delle li-
nee orizzontali a destra dell’ombra,
in maniera da formare un altro arco
verticale vicino al bordo della sfe-
fig. 5 fig. 6
fig. 8
fig. 7
strumento_trama
ra e attribuiamo ai punti di trama
interni a quest’arco un arancione
leggermente più chiaro del primo
arco (C=0, M=65, Y=100, K=0); in
questo modo abbiamo allungato e
sfumato l’ombra quasi fino al bordo
della sfera. Aggiustando ancora, un
po’ di qua un po’ di là, i punti di tra-
ma, si può ottenere un risultato fina-
le semplice ma interessante (fig. 8).
10 11
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
Graphic Design Graphic Design
una unione vincente
foto, testi ed impaginazione:Francesco Montella
Grafica e musica, due
espressioni artistiche
capaci di fondersi
in una creando un
connubio decisamente
vincente. Le cover musicali sono
una chiara testimonianza di tale
unione.
Inizialmente esse servivano da
protezione per i vecchi vinili,
mentre col passare degli anni
diventano appunto elemento
fondamentale per la realizzazione
di un progetto musicale. Tramite
la rappresentazione grafica di una
cover l’artista esprime parte del
suo essere e del suo stile musicale;
inoltre, tale elemento grafico può
spingere, da solo, all’acquisto del
prodotto in modo da celebrare il
successo di un album. E’ rimasta
nella storia della “grafica musicale”
(se cosi possiamo definire tale
unione) la copertina degli Anni ‘60
dei Velvet Underground & Nico, l’album prodotto da Andy Warhol
con una banana in copertina in
perfetto stile pop art. Sempre
maggiore nel corso degli anni è
stata l’importanza che gli artisti
hanno attribuito alla realizzazione
di tale progetto grafico. La regina
della pop music, Madonna, si
è servita innumerevoli volte
delle cover dei suoi album per
far parlare di se, in “Erotica” del
1992, primo piano caratterizzato
da una sensuale espressione
della cantante, arricchito da un
font graziato, di forte impatto la
copertina di “American Life” del
2003, l’artista tramite questa,
cerca di esprimere il suo
disappunto per la guerra
in Iraq e si presenta in
versione Che
Guevara, più
articolata da un
punto di vista
grafico la cover del
suo Greatest Hits del 2010
“Celebration”, dove due foto di
Madonna, una degli anni 80 e
una più recente si fondono
per dare un unico volto
all’artista. Anche l’eterna
rivale di Miss Ciccone,
l’australiana Kilye Minogue, da estrema
importanza al segno
grafico per diverse sue
cover come “Impossibile
Princess” del 1997,e “X”
del 2009, non è da meno la
spregiudicata Christina Aguilera,
nella cover del suo ultimo
album “Bionic” è ritratta come
GRAPHICSAND MUSIC
12 13
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
Graphic Design Graphic Design
graphics and music: una unione vincente
una novella donna bionica, per
metà umana e per metà robot
fumettistico multicolore, su di un
sfondo bianco. L’esordiente Bruno Mars , per il suo primo singolo
“Just the way you are” ci regala
un profilo a mosaico dai colori
sgargianti, mentre per il suo album
assume un aspetto grafico più
semplice con tonalità calde, Kesha fonde la cover del suo primo
lavoro “Animal” con quella del suo
secondo progetto discografico
“Cannibal” per la riedizione dei
due lavori in un unico cd, Mika
segue uno stile fumettistico
mantenendo un impronta
assolutamente personale mentre
Katy Perry appare sulla copertina
del singolo “California Gurls” del
2010 in versione Pin Up futuristica.
E in Italia? Molti artisti Italiani
si sono concentrati sull’aspetto
grafico delle loro cover, Mina ne è la regina incontrastata, ”Veleno”,
”Bula Bula”, ”Todavia” e “Caramelle”
sono solo alcune delle svariate
cover da ricordare della cantante
nostrana. Per “Ferro e Cartone”
del 2007 Francesco Renga affida
la cura grafica di questo album a
Alberto Bettinetti che interpreta
il packaging come una sorta di
libretto di istruzioni per modellini
meccanici dalle forme animali.
Senza alcun dubbio interessante
la cover dell’ultimo album di
Ligabue “Arrivederci Mostro”,
un enorme pesce in acqua (che
metaforicamente per il cantante
rappresenta le nostre paure)
bloccato fra due pareti,al di sopra
di lui un mondo sereno.
Naturalmente quando si parla
di copertine
d i s co gra f i c h e
non si può fare
a meno di citare
quelle utilizzate
delle grandi band
degli anni 70 e 80 che hanno di
fatto creato un nuovo filone nella
comunicazione grafica: i Pink
Floyd, Led Zeppelin, Genesis, U2,
Ramones, Yes, Nirvana, Rolling
Stones... hanno dato grande rilievo
alle cover dei loro album (come
non ricordare in questa sede la
copertina di “The dark side of the
moon“ o quella di “Led Zeppelin I“)
coinvolgendo nella progettazione
g r a n d i nomi della grafica
e dell’arte (il già
nominato Andy
Wharol) e grandi
studi grafici
(Hypgnosis).
14 15
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
Graphic Design Graphic Design
Capita spesso di dover ese-
guire azioni identiche di
modifica su quantità consi-
derevoli di foto. Eseguire le
modifiche foto per foto, si traduce
in una notevole perdita di tempo.
Una funzione di automatizzazione
potrebbe quindi esserci utile.
A tale scopo, Photoshop dispo-
ne della funzione Batch che ese-
gue azioni predeterminate. Come
esempio utilizzeremo il batch di
un’azione che da una determina-
ta cartella di inizio, eseguirà una
conversione colore e una rotazione
dell’immagine con salvataggio tiff
in un’altra cartella di destinazione.
Innanzitutto creiamo la nostra azio-
ne: apriamo il pannello azioni da
Finestra > Azioni
Dai pulsanti nella parte inferiore
del pannello creiamo un nuovo set
che chiameremo Azioni persona-
lizzate. Nello stesso modo creiamo
un’azione che chiameremo Con-
versione colore e rotazione.
Una volta creata la funzione, la re-
gistrazione partirà in automatico.
Ora eseguiamo le procedure che
abbiamo stabilito usando preferi-
bilmente i menù contestuali. Apria-
mo un’immagine, convertiamo
con Immagine > Metodo > Colore
CMYK; ruotiamo con Immagine >
Rotazione immagine > 90° orario;
salviamo il nostro file in Tiff e chiu-
diamo.
A questo punto arrestiamo la regi-
strazione con il pulsante Stop ese-
guiamo il Batch. Andiamo in File >
Automatizza > Batch - si aprirà una
palette: sotto Esegui selezioniamo
dal menù a tendina il Set e l’Azione
creati. Indichiamo la cartella sor-
gente, nel mio caso immagini origi-
nali e spuntiamo tutte le caselle sot-
tostanti, in modo da rendere attivi
tutti i nostri comandi ed escluden-
do quelli automatici di Photoshop.
Indichiamo la cartella destinazione
e spuntiamo la voce sottostante.
In denominazione file omettiamo
l’estensione in quanto già definita
nell’azione. In Errori diamo Smet-
ti per errori per fermare il Batch
quando qualcosa non va. A questo
punto clicchiamo su OK, il Batch
partirà immediatamente ed ese-
guirà la nostra azione su tutti i files
della cartella sorgente registrandoli
nella cartella di destinazione.
foto, testi ed impaginazione:Aneta Rybaczuk
tutorial adobe Photoshop
FUNZIONE_BATCH
16 17
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
Graphic Design Graphic Design
Libri utili per chi fa grafica
BIBLIOGRAFIKA titolo:
editore:
autore:
prezzo:
lingua:
titolo:
editore:
autore:
prezzo:
lingua:
titolo:
editore:
autore:
prezzo:
lingua:
LOGOSLogosPedro Guitton€ 28,00Inglese
Structural PackageThe Pepin
€ 20,00Inglese, italiano, spagnolo
Atlante CromaticoZanichelli
€ 68,00Italiano
Questo volume propone oltre
1000 loghi provenienti da oltre 19
paesi dall’america del nord e del
sud. Volume che rappresenta uno
strumento essenziale e fonte di
ispirazione per i professionisti del
settore della comunicazione.
Structural Package Design è
un manuale fondamentale per
qualunque grafico o designer
perchè contiene centinaia di
esempi pratici per l’imballaggio
facili da creare. Utilizzando il CD-
ROMs allegato è possibile disporre
liberamente di tutti i modelli
in forma vettoriale in modo da
poter creare nuovi disegni oppure
ridimensionarli in base alla proprie
esigenze.
Questo volume contiene 230
tavole per la ricerca rapida dei
coloriche si possono ottenere
con le combinazioni dei
quattro colori fondamentali. Il
volume costituisce un mezzo di
comunicazione essenziale tra i
grafici,litografici,stampatori e per
chiunque voglia avere un punto di
riferimento preciso per definire un
certo colore.
18 19
Graphic Design Graphic Design
openartmagazine_num
ero_13_dicembre/gennaio_2013
E così ci stiamo apprestan-
do a costruire il nostro sito!
Alleluja! Che ci mettiamo
dentro? Che font, che co-
lori usiamo? Lo facciamo
ripieno di immagini che ci
vuole un’ora a caricarlo o
lo facciamo essenziale? Ma
soprattutto, domanda da un milio-
ne di euro: come ce lo costruiamo?
Ovviamente la risposta ce la dà
mamma Adobe con due program-
mi creati apposta per noi web-de-
signer, in erba e no. Dreamweaver
prove comparate
DREAMWEAVERVSMUSEfoto, testi ed impaginazione:Fabiano De Masi
e Muse, di cui il primo è uscito
da una caterva di anni, mentre il
secondo è relativamente giovane,
quindi viene aggiornato ed arric-
chito ad ogni nuova release. Ora
andiamo ad esaminare con calma e
dettagliatamente i due programmi-
ni sovracitati.
Dreamweaver è quello presente da
più tempo sul mercato. Esso con-
sente di creare un sito partendo
letteralmente dalle linee di codice
(che fortunatamente qui non sono
l’unica cosa con cui si può intera-
gire, a differenza dei programmi
di anni fa dove se non sapevi pro-
grammare potevi cambiare mestie-
re), coadiuvate da varie interfacce
e funzioni. Volendo usare l’interfac-
cia grafica si possono creare al volo
finestre varie, importare immagini e
così via... ma vi è una funzione irri-
nunciabile in Dreamweaver: coor-
dinate. Ogni oggetto che si crea o si
importa, ogni strato o finestra, può
avere coordinate spaziali o, anche,
posizionarsi in base alle dimensioni
della finestra del browser che apre
la pagina. Volendo, è possibile cre-
are e mantenere un sito stando uni-
camente sulla finestra del codice.
Parlando di Muse, si nota subi-
to come il tutto sia estremamente
semplificato rispetto a DW; via le
linee di codice, via l’inserimento
forzato di coordinate. Tutto è crea-
bile e configurabile con pochi click
di mouse, facilmente accessibile e
collaudabile senza problemi. Que-
sto per i pro. I contro? Muse manca
delle funzioni più elaborate di Dre-
amweaver in quanto è difficoltoso
(quasi impossibile) accedere al “co-
dice“ per aggiungere funzionalità e
comportamenti aggiuntivi. Tuttavia,
vi sono alcune possibilità di ani-
mazione che Muse offre, anche se
alquanto rozze comparate a quello
che DW può offrire. Verdetto: pari-
tà sostanziale. Se volete siti seri e
professionali, imparatevi DW e la-
vorateci seriamente. Se volete siti
più rapidi in tempi e modi, fionda-
tevi su Muse e non avrete proble-
mi. Per lo stile e l’eleganza, quello
dipende da voi!
20 21
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
Web Design Web Design
GRAFICA_CLICKsiti utili sul web
”Vuoi creare un sito web gratis?”.
“Crea il tuo sito web in soli 5 mi-
nuti!”...
A chi non è mai capitato di leggere
annunci del genere girando sui vari
motori di ricerca? Si può davvero
avere un sito in così poco tempo e
così a buon mercato?
Per creare un sito bisogna princi-
palmente fare due cose: affittare
uno spazio web ed un dominio, e
creare i contenuti delle sue pagine
scrivendo del codice html o, in al-
ternativa, usando dei validi softwa-
re che lo scrivano al posto vostro.
E come è possibile fare tutto ciò
in 5 minuti?
Oggi ci sono innumerevoli siti che
offrono siti già pronti, con una
vastissima scelta di template, per-
sonalizzabili, con spazio web, do-
www.jimdo.com
Jimdo ti da la possibilità di cre-
are un sito gratis sfruttando uno
spazio web di 500 Mb e un do-
minio di terzo tipo, ovvero www.
tuodominio.jimdo.com. Possibile
ovviamente avere spazio illimita-
to ed un dominio di primo livello
acquistando un pacchetto a par-
te. Il sito offre servizio mail, una
semplice gestione delle pagine,
un’applicazione per lavorare dal-
lo smartphone e la possibilità di
creare un negozio online.
www.1and1.it
1and1 è un sito che offre tutto quel
che è necessario per avere un sito
web a prezzi abbastanza aggres-
sivi, ovvero un dominio, servizio
hosting, lo strumento MyWebsyte
che permette di scegliere tra cen-
tinaia di layout e di modificare le
pagine in modo semplice ed intu-
itivo, strumenti avanzati di marke-
ting e indirizzi mail.
www.wix.com
Wix come Jimdo offre la possibi-
lità di avere un dominio di terzo
livello completamente gratis o un
dominio di primo livello con un
upgrade dell’abbonamento. Of-
fre un servizio di hosting gratuito,
un’interfaccia semplice per creare
pagine senza conoscere nessun
codice di programmazione, possi-
bilità di creare uno e-shop, tem-
plate pronti, una facile integrazio-
ne di servizi di social network e
presenza su motori di ricerca.
Ci sono tanti altri siti che offrono più o meno gli stessi servizi, come
altervista.org, www.yola.com, www.one.com, www.oneweb.it. Per chi
invece volesse l’aiuto di grafici esperti e competenti, sarà sempre possi-
bile contattare il servizio leader ed ineguagliabile all’indirizzo
www.openartgrafica.com.
foto e testi: Alfonso Pelosiimpaginazione: Valentina Di Donato Marianna Martinelli
minio e software di gestione incor-
porato.
In queste pagine è riportato un
elenco dei siti più importanti.
22 23
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
Web Design Web Design
immagini, testi ed impaginazione:Fabiano De Masi
GRAFICAeVIDEOGAMESaree di lavoro
La grafica nei videogiochi è un
trend nuovo, comparato alla vita
del media videoludico dalla nascita
che potremmo collocare nel 1961
(Spacewar). La questione grafica è
stata secondaria nei videogiochi,
inizialmente il giocatore si limitava
a fruire passivamente dei contenuti
del gioco, senza potere cambiare
alcunchè. In più, la totale assenza
di tool di sviluppo non invogliava
certo a volere disegnare illustrazio-
ni o personaggi su schermo. Oggi,
di appassionati per imparare i pro ed
i contro del mestiere, e contempo-
raneamente cominciate a sviluppare
un vostro portfolio personale di im-
magini e/o sequenze animate, che
poi sottoporrete alle software house
in cui vorreste lavorare, decidendo
in cosa volete specializzarvi: se nel-
le buone, vecchie due dimensioni,
o nelle tre dimensioni. In entrambi
i casi non sarà facile riuscire a rag-
giungere da subito risultati adeguati.
I giochi moderni si basano molto sul-
la grafica per attirare i giocatori e, di
conseguenza, la grafica conta molto
nello sviluppo di un videogioco. Ti-
pici esempi sono classici come Call
of Duty e FIFA soccer. Modalità di
gioco a parte, multigiocatore a par-
te, quei giochi morirebbero subito se
le grafiche fossero grezze e primiti-
con le moderne tecnologie è cosa
quasi dozzinale creare immagini a
due e tre dimensioni. Qui scoprire-
mo cosa è necessario ai grafici che
vogliano dedicarsi alla grafica dei
videogames.
Prima cosa, procuratevi programmi
per disegnare e creare grafica, che
sia a due o tre dimensioni. La va-
rietà di detti programmi è tale che
elencarli è impossibile. Vi basti sa-
pere che tra gratuiti ed a pagamento
ve ne sono quantità industriale. Vi
suggerisco Graphic Gale per il 2D
come allenamento, Blender per il
3D, freeware, per allenamento e/o
lavoro, e programmi vari tipo Unity
che vi consentono di familiarizzare
con varie tipologie di grafiche per
vari sistemi. Quindi, allenatevi, cre-
ate, cominciate a frequentare forum
ve. Oggi più che mai sapere usare
tool di sviluppo come Photoshop,
Cinema 4D ed altri fa la differen-
za. Ricordatevi solo che non basta
ideare, creare e fare funzionare le
grafiche. Il vostro lavoro deve essere
modificato, configurato, adattato a
varie macchine, computer o console
che siano. Spesso dovete avere una
idea ben precisa dei limiti specifici
della macchina su cui devono girare
le vostre meraviglie, dovete effettua-
re cambiamenti all’ultimo minuto, e
più che mai, a differenza del passa-
to, oggi è fondamentale lavorare in
gruppo, in equipe, in team.
Oltre che naturalmente essere gio-
catori. Non è necessario, ma qual-
che volta la passione sopperisce
all’inesperienza. Che dirvi se non...
buon gioco!
24 25
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
Multimedia Multimedia
PROFESSIONAL_VIDEOnext curse
immagini, testi ed impaginazione:Giovanna Longobardo
lanciare l’ultima versione nel 2011.
Il programma presenta un’interfac-
cia trackless intuitiva, può acquisire
materiale ad altissima definizione e
garantisce un’ampia serie di transi-
zioni ed effetti. Ad integrazione del
software, la Apple ha sviluppato
Motion5 acquistabile come prodot-
to stand alone. Compito di Motion
è modificare filmati e creare effetti,
ma viene spesso utilizzato anche
per il post processing. Per rendersi
conto della grandezza di questi due
software è sufficiente dare un’oc-
chiata ad alcuni dei titoli dei film
per i quali sono stati utilizzati. Oltre
300, anche il capolavoro di Tim Bur-
ton La sposa cadavere, lo spettacola-
re X-Men: Wolverine, fino a ricevere
anche un Accademy Award per il
Best Editing per The Social Network.
Una buona idea da sola non
basta, necessita di una buona
realizzazione che esprima a pieno
il suo valore. Un bel paesag-
gio non è sufficiente, ha bi-
sogno dell’occhio giusto che
sappia interpretarlo attraverso
l’obiettivo. E se si parla di video an-
che il regista più sensibile del mon-
do non è in grado di cogliere o enfa-
tizzare degli avvenimenti senza un
buon montaggio in postproduzione.
Di qualsiasi tipo di ripresa stiamo
parlando, dal prediciottesimo al
blockbuster holliwoodiano, dal fil-
mato on board con la GoPro al do-
cumentario, il supporto tecnico del
montaggio è fondamentale per dare
continuità alle riprese, costruire una
storia o creare emozioni attraverso
le immagini in movimento.
Qualche anno fa l’uscita nelle sale
del film 300 rivoluzionò l’idea di
combattimento sul grande schermo.
Scene di lotta in grado di tenere lo
spettatore incollato alla poltrona,
non per le armi o per gli attori, ma
grazie all’editing in post produzio-
ne. Durante il montaggio le scene
di combattimento vennero rallen-
tate per poi essere riportate alla
velocità normale iniettando in quei
fotogrammi una forza che pare ir-
rompere dallo schermo. Tale effetto
fu ottenuto utilizzando la “velocità
variabile” del programma Apple Fi-
nalCutProX. Lanciato sul mercato
agli inizi del 2000 dalla Macrome-
dia, FinalCutPro è diventato l’arma
dei professionisti del settore attiran-
do così l’attenzione della Apple che
ne ha preso le redini nel 2007 fino a
In un tempo nel quale, grazie a
mezzi come Youtube e supporti vi-
deo sempre più avanzati, la realiz-
zazione di video a livello semipro-
fessionale è sempre più semplice,
l’utilizzo di un buon programma di
montaggio è fondamentale, per la-
voro, per passione o per semplice
gioco e Final Cut Pro X è il software
giusto per raggiungere facilmente
grandi risultati.
26 27
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
Multimedia Multimedia
testi: Maria Fucitofoto: Claudia Del Giudice, Paolo Vitale
ARTISTIINVETRINAgino_ramaglia
È importante fare un appunto su ciò
che è stato presentato, ossia che si
tratta di un’opera che – secondo la
mia modesta opinione – rappresen-
ta in pieno il dolore e la sofferenza
che una donna può aver provato
durante un atto così orribile. Con-
centrarsi sugli occhi di quelle don-
ne raffigurate in quelle fotografie
può aiutare a capire l’importanza
del “problema” che questa società
è costretta a vivere oggigiorno. Non
si tratta, quindi, di un qualcosa che
Il tema del Femminicidio, di questi
tempi, sembra aver toccato molto
l’opinione pubblica e – di conse-
guenza – se ne parla. Pubblici-
tà, programmi televisi, giornali e
qualsiasi mezzo di comunicazione
fanno di tutto per sensibilizzare la
società che, quasi ogni giorno, è co-
stretta ad ascoltare notizie non trop-
po piacevoli, di donne uccise per
mano dell’uomo. Ognuno di noi,
in qualche modo, si sente toccato
da questo argomento, poiché eventi
drammatici del genere potrebbero
capitare a chiunque, quindi anche
a persone a noi vicine.
L’artista Massimo Campagna ha rea-
lizzato un’opera che è stata esposta
nella vetrina dello storico negozio
di Gino Ramaglia in Via Broggia 10,
per “Artisti in Vetrina”.
deve andare a toccare necessaria-
mente la parte estetica - per quanto
l’opera dell’artista sia oggettivamen-
te (e soggettivamente) piacevole alla
vista -, ma piuttosto fare in modo
che si comprenda bene il concetto
di “Femminicidio”, del disagio na-
scosto dietro ad una semplice paro-
la o, in questo caso, di un’espressio-
ne artistica.
Si tratta, quindi, di fotografie a cui
sono state apportate degli interventi
pittorici di tecnica mista e che, in
28 29
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
NewsNews
artisti in vetrina
un certo senso, questo tipo di lavo-
ro potrebbe essere paragonato a ciò
che fa un grafico durante il processo
di fotoritocco, per quanto gli stru-
menti siano “diversi”.
Importante è anche il commento
dell’artista che con poche parole è
riuscito ad esprimere l’essenza stes-
sa dell’opera, di ciò che ha voluto
rappresentare sotto forma di arte,
ma soprattutto è riuscito a cogliere
nel segno un problema che – si spe-
ra – venga risolto definitivamente,
insieme a tanti altri.
“Femicide” è stata esposta nel ne-
gozio di Gino Ramaglia dal 19 al
31 Ottobre 2013 e ricordiamo che
“Artisti in Vetrina” è un’iniziativa
sempre ricca di tante novità, pron-
ta a dare nuova “voce” (o pennello)
agli artisti emergenti, nella speranza
di riqualificare l’arte in una città che
ne è sempre stata una delle princi-
pali esponenti, non solo per la stori-
cità e il patrimonio artistico/cultura-
le che le appartiene, ma anche per
altre forme di arte che, ultimamen-
te, vengono messe un po’ da parte.
L’impegno e la volontà di Enzo e
Marco Ramaglia – insieme ai suoi
collaboratori e gli artisti che pren-
dono parte all’iniziativa – lasciano
anche un minimo di speranza per
chi crede ancora nell’arte e dà uno
schiaffo morale a chi cerca invece
di abbatterla in tutti modi possibili.
30 31
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
NewsNews
foto, testi ed impaginazione:Chiara Menido
la menzogna sta nelle cose non fotografate
MOSTRA DI GILDA VALENZA
La menzogna sta nelle cose non fo-
tografate è una mostra fotografica
tenuta nel Palazzo Reale di Napoli,
dal 7 dicembre 2013 al 6 gennaio
2014 che parte da una iniziativa di
Enzo Coccia, noto maestro pizzaio-
lo napoletano, il quale intende tra-
smettere i segreti del suo mestiere e
fornire possibili occasioni lavorative
alle detenute del carcere femminile
di Pozzuoli organizzando per loro
un corso di lavorazione della pizza.
Gilda Valenza, docente - tra l’altro
- dei corsi di fotografia di Openart,
ha firmato, con la sua fotografia,
in queste pagine e nelle successive alcune delle foto esposte alla mostra. Nelle foto a colori alcune delle personalità che hanno
partecipato: Giandomenico Lepore, Mirella Barracco, Giulia Parente
32 33
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
News News
mostra di Gilda Valenza
questo percorso formativo di donne
ai margini della società, detenute,
appunto, in una Casa Circonda-
riale. Nelle foto di Gilda traspare
uno spessore psicologico altrimen-
ti invisibile agli occhi distratti dei
più. Ognuna di queste foto ritrae
donne che camminano accanto ai
propri fantasmi, alle proprie incer-
tezze, ma con la schiena dritta e la
continua ricerca di speranza.
L’obiettivo cristallizza gesti, sguar-
di, intese, ma senza violenza in-
trusiva: grazie a Gilda diventiamo
spettatori invisibili di umane verità.
Il bianco e nero valorizza come
non mai i volti e le mani operose,
rimandandoci donne solidali tra
loro, che con rabbia e fatica cerca-
no un riscatto umano e sociale.
Durante il corso di lavorazione
della pizza, tenuto dal maestro piz-
zaiolo Enzo Boccia, Giuseppina,
Angela, Monica, ileana, Grazia,
Francesca, Jimenez, Vera e Sonia
imparano l’antica arte della pizza,
che non si vede mai nelle fotografie
di Gilda Valenza, ma si percepisce.
Niente impasto, basilico, pomodo-
ri in primo piano, ma momenti di
impegno, trasporto, divagazioni ed
emozioni diventati oggetto del rac-
conto che viene fuori dagli scatti a
cogliere lo spirito di un progetto di
volontariato cui hanno collaborato
molte persone, reso anche fattibi-
le dalla collaborazione di Adriana
Intilla, funzionario della struttura
carceraria.
34 35
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
News News
Intervista a Nino Salemme CEO
di S&PH
Cos’è S&PH e come è nata?
S&PH è l’evoluzione del mio
percorso professionale. L’idea,
di fatto, è nata quando avevo
7 anni, smisero di trasmettere
Carosello ed io mi resi con-
to di avere ancora voglia di vedere
quelle immagini. È una voglia che
conservo da quel momento. Già
allora ero colpito dalla carica emo-
tiva delle immagini. Poi con il tem-
po ho capito che a catturare la mia
attenzione era il potenziale della
comunicazione di usare la creativi-
tà per aumentare il business delle
aziende.
Per questo motivo ho voluto iscri-
vermi all’istituto d’arte, anche se
i miei genitori erano contrari. Da
quel momento ho cominciato a lot-
tare per approfondire la mia passio-
ne. Ho lavorato in grandi agenzie
al Nord, dove ho appreso il valore
della comunicazione. Ma ho voluto
tornare nel mio territorio e da im-
prenditore mi sono ritrovato in un
contesto con differenze culturali
enormi.
All’inizio è stato difficile inserirsi
in questo campo? Quali sono state
In queste pagine: Nino Salemme (CEO di S&PH) che riceve il premio alla pubblicità
openartAward2013. A seguire una serie di realizzazioni di suc-
cesso progettate dell’agenzia S&PH durante questi ultimi mesi per conto di Graziella,
Landolfi, Vini Ville e Sapori.
top agency:
le difficoltà?
Sì, è stato difficile. Questo è un
mondo fatto di “prime donne”. Un
mondo dove non esiste condivisio-
ne, in cui ognuno guarda solo il suo
orticello.
Le difficoltà, poi, sono di vario ge-
nere. Al Sud era difficile venti anni
fa, perché c’erano pochi interlo-
cutori. Oggi sono diventati tanti,
ma continua a mancare il dialogo.
Inoltre, prima il mercato promette-
va ampi guadagni, mentre oggi le
aziende in difficoltà sbagliano a in-
vestire poco in un bene intangibile
come la comunicazione.
Da cosa nasce la passione per que-
sto lavoro?
S&PH comunicazione integrata
impaginazione e testi Jessica Giuliano, Maria Iardino
36 37
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
OutputOutput
top agency: s&ph
le è particolarmente piaciuto ed è
rimasto soddisfatto di lei stesso?
Ogni lavoro è un progetto a sé e
mi ha lasciato qualcosa di positi-
vo. Tutti hanno, però, un elemento
comune: generano una carica di
energia a cui non so resistere e che
continua a darmi la spinta necessa-
ria per andare avanti nel percorso.
È come se ogni commissione mi
desse il carburante che mi serve per
affrontare il prossimo viaggio.
Quante persone lavorano a un sin-
golo progetto e quanto tempo oc-
corre per portarlo a termine?
Questa è una domanda a cui non
posso rispondere. Ogni cosa ha il
suo tempo, dipende dal progetto,
dal cliente, dalle caratteristiche.
Questo è un lavoro fatto da persone
e non da macchine. Poi ci sono le
La passione è sempre innata. Posso
descrivere, invece, il piacere che
come uomo provo quando il pub-
blico apprezza il lato estetico, cre-
ativo e funzionale del mio lavoro o
quello che da imprenditore provo
quando una campagna genera un
incremento del fatturato del com-
mittente.
C’è un lavoro da lei realizzato che
in questa pagina i manifesti delle campagne pubblicitarie di
Caffè Kenon e della mostra Food in Campania
in questa pagina una serie di grafiche realizzate da S&PH: la campagna di sensibilizzazione a favore dei bambini malati di AIDS e l’inserto pubblicitario LML
esigenze dei singoli clienti e spesso
capita che un lavoro debba essere
realizzato in tempi molto stretti e,
per questo, si finisce con l’essere
pronti 24 ore su 24.
Quali sono gli obiettivi di S&PH
per il futuro adesso che la comu-
nicazione viaggia tanto sui social?
Che i mezzi cambino e si arric-
chiscano è uno degli aspetti che
preferisco del nostro lavoro. I so-
38 39
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
OutputOutput
S&ph srl Via Vittorio Colonna 30
80121 - Napoli
Tel.+39 081.644608
Fax+39 081.2462577
www.sphitalia.com
top agency: s&ph
cial network sono sicuramente una
tendenza, ma rappresentano un’op-
portunità che non si può ignorare.
Nei social sono molto importanti i
video, ma l’Italia viaggia con mol-
to ritardo nei confronti degli altri
paesi. Anche se la globalizzazione
è una realtà da oltre venti anni, da
noi solo adesso le piccole e me-
die imprese iniziano a valutare la
possibilità di internazionalizzare
la propria azienda. Soprattutto in
questo caso il web è uno strumen-
to fondamentale per raggiungere,
almeno potenzialmente, milioni di
utenti. Se poi si considera la viralità
che innescano alcuni video, beh si
comprende facilmente la necessità
di investire in forme di comunica-
zioni più attuali. Dobbiamo sfrut-
tare le contaminazioni etniche e
culturali, lasciarci affascinare da
messaggi che arrivano da ogni an-
golo del mondo. In questo ambito
la curiosità è un’arma vincente.
Certamente anche la comunicazio-
ne ha le sue regole, ma non esiste
la ricetta del successo. Io punto sul-
le emozioni, quelle che mi vengo-
no provocate dall’esterno e quelle
che, con passione, cerco di suscita-
re attraverso il mio lavoro.
in questa pagina le grafiche realizzate per Caputo e per la mostra Chocoland
in questa pagina le campagne pubblicita-rie di Idea Bellezza, di radio Club91 ed il packaging per Autentico
40 41
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
Output
foto, testi ed impaginazione:Valentina Di Donato Marianna Martinelli
FABRIZ IO SCALAi grandi amici di OPENART
magneti sempre con i miei disegni
digitali.
Come hai conosciuto OPENART?
Conosco la vostra scuola, che riten-
go essere molto seria e molto for-
mativa, conosco i titolari, persone
splendide e ottimi professionisti.
Qual è stato il tuo primo lavoro?
Il mio primissimo “Autoritratto con
orecchio” olio su tela.
Qual è stato il lavoro che più ti ha
reso orgoglioso? Perchè?
Come e quando è nata la tua pas-
sione per il disegno?
Quando hai deciso di integrarlo
con la grafica?
La mia passione per il disegno è
nata circa venti anni fà, avevo circa
18 anni e studiavo giurisprudenza.
Nel 2007 ho incominciato ad av-
vicinarmi al digitale per realizza-
re segnalibri. La distribuzione era
nelle librerie feltrinelli. Si sono poi
aggiunti negli anni i taccuini ed i
I 12 lavori realizzati per l’aeroporto
di napoli, giugno2012-giugno2013
sono stati un momento importante
per la mia formazione artistica e un
mezzo straordinario per far cono-
scere il mio disegno ad un pubbli-
co vastissimo. Nell’area dei nuovi
in queste pagine: una serie di foto che ritraggono Fabrizio Scala e le sue opere alcune delle quali installate all’aeroporto di Napoli e nella sala consiliare del Comune di Napoli
42 43
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
OutputOutput
Con gli occhi di un bambino “Vedo la vita e le cose a colori e le vedo con la consapevolezza di non saperle riprodurre così come sono nella realtà. Disegno.. come farebbe un bam-bino.”
in questa pagina Le prime realizzazioni di Fabrizio
rappresentate da magneti e taccuini distribuiti dalla Feltrinelli, a seguire uno dei 500 parcometri decorati con i suoi
disegni
a destra:Fabrizio scala alla presentazione della personale permanente “con gli occhi di un bambino“ presso l’aeroporto di Napoli
i grandi amici di openart: FABRIZIO SCALA
arrivi per un anno ci sono stati 22
metri lineari di disegni rappresentati
di Napoli. Un’altro disegno (com-
missionato dalla Napolipark) appo-
sto dietro i parcometri della Napo-
lipark in giro per la città un ottimo
lavoro, il disegno “Caracciolo in
sosta” sul retro di 500 parcometri.
Hai mai realizzato un lavoro che
non ti piaceva abbastanza solo per
far contento il cliente?
Disegno su commissione, se non
mi entusiasma il soggetto cerco
sempre di trovare i colori giusti
e le linee piu interessanti affin-
chè escano dal mio studio solo
i lavori di cui sono convinto.
C’è un’artista a cui ti ispiri?
Adoro Pollock.
Ci parli dei tuoi futuri progetti?
Nei miei progetti futuri c’è il desi-
derio di realizzare nuovi articoli di
cartoleria con i miei disegni, e di di-
stribuirli in tutta ITALIA.
in alto: una delle innumerevoli illustrazioni realizzate da Fabrizio con il suo inconfondibile stile
44 45
openartmagazine_num
ero_15_marzo/aprile_2014
OutputOutput
inse
rto p
ubbl
icita
rio re
aliz
zato
da
Vale
ntin
a D
i Don
ato
e M
aria
nna
Mar
tinel
li
coloripastelle e pennarellipennellitele e cartelibri e manualihobby e decorazioneaccessoriausiliariaerogra�a
Via Broggia 9/1080135 NapoliTel./Fax. [email protected]
...se vuoi partecipare a questa sessione inviaci una mail
inse
rto p
ubbl
icita
rio re
aliz
zato
da
Em
ma
Sim
eone