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OraVeglia onlus si occupa di tenere alti i valori della Costituzione diffondendone la conoscenza nella scuole e tra la gente, organizzando varie iniziative rivolte ai soci e ai cittadini più sensibili come pure ai giovani

Sul versante della cooperazione internazionale OraVeglia intende soprattutto portare solidarietà e concreto aiuto ai ragazzi meno fortunati del Guatemala, sostenendo istituti attivi nella lotta ai tumori come l'hospice "Villa de la Esperanza" di Amatitlan, che offre conforto a minori terminali negli ultimi mesi della loro vita; l'Ospedale UNOP della capitale per cercare di mettere a punto un protocollo di cure a favore dei minori sopravvissuti al cancro; e l'Ospedale delle Obras Sociales del Santo Hermano Pedro ad Antigua che offre asilo, soccorso e cure mediche ai più bisognosi del Guatemala.

Nel campo della solidarietà internazionale abbiamo ora in corso di esecuzione il Progetto "Aloe vera in Giordania", che mira a sperimentare l'introduzione nella Giordania meridionale, nel Governatorato di Karak, della coltivazione di questa pianta dalle qualità miracolose, tanto ricercata sul mercato, che potrebbe qualificare sensibilmente e rafforzare l'economia dei piccoli agricoltori della zona, tra le più povere del Paese.

Il progetto ha durata triennale (2017 - 2019) e si svolge in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II di Fiesole e con la Federazione Trentina della Cooperazione, con l'aiuto di associazioni trentine come Dialogos, Rasom e Teuta, e in Giordania con una serie di partner come NAMISIS Strategic Intelligence Solution di Amman, e come WILD JORDAN – ROYAL SOCIETY CONSERVATION of the NATURE (RSCN), una ONG giordana che si occupa della gestione di riserve naturali, di ecoturismo, di progetti di sviluppo socio-economico per comunità rurali svantaggiate. Il nostro principale partner locale è JEPA, Jordan Exporters and Producers Association for Fruits and Vegetables, una ONG di Amman che raggruppa circa 120 membri tra produttori, importatori, esportatori, imprese di lavorazione di prodotti agricoli e di trasporto e logistica operanti nel settore della frutta e verdura.

A realizzare il progetto in qualità di coordinatore responsabile è stato chiamato il cooperante Lorenzo Gatti, di Viareggio, che ha maturato importanti esperienze lavorative per il Consorzio CTM Altromercato, per Cospe (in Senegal) e per Oxfam Italia.

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Il progetto “Aloe vera in Giordania” ha un costo nel triennio di 303.000,00 euro, di cui 240,000,00 assicurati dalla Provincia Autonoma di Trento. §§ qui link al progetto §§

Per coprire la differenza, Ora Veglia conta sul sostegno e sull'aiuto delle persone attente alla solidarietà e orientate all'aiuto responsabile verso chi sta peggio di noi.

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ORA VEGLIA C. F. 0000000000000

Il progetto ALOE VERA IN GIORDANIA

una Rete per lo sviluppo sostenibile e l'innovazione produttiva e commerciale dei produttori di aloe vera

Sintesi del progetto

Il progetto intende dare un supporto ai piccoli produttori agricoli, circa 150, operanti in zone semiaride della provincia di Karak in Giordania, per favorire un percorso che si fonda sull’aggregazione dei piccoli produttori e sulla riqualificazione delle loro capacità organizzative in ambito produttivo, manageriale e commerciale. Un approccio in partnership con soggetti qualificati di livello internazionale in grado di costituire una rete stabile di servizi in favore di produttori con l’obiettivo di migliorare la qualità e la produttività del prodotto, completare la filiera produttiva e vendere il prodotto finito e/o trasformato nel mercato locale e internazionale, beneficiando di importanti margini di profitto indispensabili per la sostenibilità delle aziende agricole per la creazione di occupazione e lo sviluppo delle comunità di appartenenza. Un progetto basato su principi di sostenibilità ambientale e inclusività sociale in favore del lavoro per donne, giovani e anche disabili.

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Nel cerchietto, l’area di Karak ove si svolge il progetto

Il contesto entro cui si situa il progetto

Il progetto si localizza nel governatorato di Karak, situato tra la costa sud-orientale del Mar Morto e la catena montuosa conosciuta come le montagne di Moab, dove vivono 200.000 persone di cui il 65% dedite all'agricoltura. Il territorio è al 90% semi-arido ed il progetto intende promuovere processi di sviluppo rurale in quelle aree dove le condizioni climatiche sono estremamente difficili e il deserto avanza anno dopo anno. In queste aree si concentrano le sacche di povertà più critiche dell'intero paese, in quanto l'agricoltura e la pastorizia risentono di un clima ostile dove solo poche piante riescono a sopravvivere.

Le difficoltà climatiche sono appesantite da una situazione geopolitica critica dovuta alla presenza di oltre 2.000.000 di rifugiati siriani (dati UNRWA 2016) che determinano costanti situazioni di shock socio economico e di sicurezza. La strategia di progetto elaborata in raccordo alle autorità governative centrali e locali ed alla controparte locale, sulla base di studi di fattibilità elaborati da imprese internazionali, intende sostenere circa 150 famiglie di piccoli produttori agricoli (allevatori di capre e polli, produttori di spezie e ceci), nella loro volontà di introdurre una pianta, l'Aloe Vera, che oltre a possedere un alto valore di mercato, si adatterebbe con alcuni accorgimenti tecnico produttivi agricoli, alle condizioni ambientali della zona.

Attualmente, solo poche PMI rurali sono dedite alla produzione di Aloe Vera in Giordania. Secondo la loro esperienza e agli studi di fattibilità condotti dai nostri partner locali e da alcune aziende private [fonte: strategia di sviluppo economico USAID Karak 2007 - 2012 e del Dipartimento di Statistica del Regno Hashemita di Giordania Press 1 ° semestre 2015 in data 21 Giugno 2016] questa coltura troverebbe condizione ideale per crescere in Giordania, dato che ha bisogno di un clima caldo e ha grande capacità di adattamento.

Il potenziale economico stimato da diversi studi che prendono in considerazione il prezzo corrente nazionale ed internazionale, i livelli di domanda e offerta, ha dimostrato che l'Aloe Vera può essere considerata come una coltura ad alto valore aggiunto. Inoltre, il sostegno alla produzione di Aloe Vera potrebbe fungere da innesco per

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lo sviluppo economico, l'aumento della competitività delle industrie di trasformazione giordane nei settori agro-alimentare, cosmetico e farmaceutico.

Le circa 150 piccole e medie imprese rurali che lavorano nel governatorato di Karak che hanno mostrato interesse per la possibilità di avviare e/o aumentare la produzione di Aloe Vera come coltura complementare, intendono migliorare la diversificazione dei loro prodotti, per aprirsi a opportunità di sviluppo economico con altissime possibilità di replica. Il governatorato di Karak mostra alti tassi di disoccupazione, stimata al 24%, in particolare per le donne ed i giovani, principalmente a causa delle basse capacità di assorbimento della forza lavoro nei settori produttivi. Nonostante il suo grande potenziale, l’agricoltura occupa solo una limitata percentuale di forza lavoro (8%) come conseguenza della scarsa gestione delle fasi produttive e commerciali.

Il settore agricolo soffre di diversi vincoli relativi a: difficoltà di accesso ai servizi finanziari, in particolare del credito, e di mezzi tecnici, quali attrezzature, strumenti, macchinari, che lede i livelli di produzione. Inoltre, il know-how degli imprenditori e dei lavoratori del settore agricolo per quanto riguarda le tecniche innovative e sostenibili è limitato, causando l'impossibilità di estendere il processo di produzione oltre i metodi tradizionali. L'accesso ai mercati per le PMI rurali è difficile per la loro limitata estensione geografica. La maggior parte della produzione viene venduta singolarmente al mercato centrale tramite intermediari erodendo il margine netto. Associazioni di produttori rappresentano un modello organizzativo diffuso in Giordania, consentendo economie di scala grazie alla gestione della produzione collettiva. Inoltre, il modello di gestione associata può facilitare la creazione di sinergie che consentano alle PMI di accedere ai servizi finanziari e di investire collettivamente macchine agricole e di trasformazione per aumentare la loro produttività. Questo processo favorirà ricadute positive sull'economia giordana, sulle comunità locali e sulle opportunità di generazione di reddito locali.

Il progetto è allineato a: a) Strategia nazionale e piano d'azione per il consumo e la produzione sostenibili in Giordania 2016-2025 del Ministero dell'Ambiente; b) Terzo rapporto Paese del Ministero dell'Ambiente Giordania sull'attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD); c) la FAO piano d'azione Mezzi di sussistenza resilienti per l'agricoltura e la sicurezza alimentare e nutrizionale in Aree di Jordan colpite dalla crisi Siria 2014. Ufficio regionale FAO.

La FGP2 sta attualmente attuando una serie di programmi della catena del valore agricolo in Palestina, Libano ed Egitto. Questi programmi condividono un approccio comune basato sull'idea che un impatto positivo sullo sviluppo socio-economico di un paese è possibile attraverso la creazione di una rete di partner altamente specializzati nazionali ed internazionali in grado di sostenere ed accompagnare le PMI in un processo di riorganizzazione gestionale, produttiva e commerciale. La vicinanza tematica e geografica di questi interventi porterà alla creazione di sinergie positive basate sulla condivisione di know-how, conoscenze, esperienze, buone pratiche e casi di successo.

Il bisogno

Il Regno Hascemita di Giordania occupa una posizione di importanza strategica nello scacchiere mediorientale, rappresentando un elemento di stabilità politica ed economica in una regione che sta conoscendo un periodo di forti turbolenze e contrasti politici, religiosi, etnici e culturali che hanno toccato il loro apice nei conflitti che attraversano gli stati confinanti di Iraq e Siria.

L’economia del paese ha conosciuto negli ultimi anni una crescita annua moderata, intorno ai 2,7% per anno, nonostante la quale solo una parte della crescente manodopera in cerca di lavoro ha trovato un’occupazione. La disoccupazione si attesta intorno al 13%, ma per i gruppi vulnerabili, in particolare donne e giovani, supera il 20%. La situazione è peggiorata dal crescente afflusso di immigrati e rifugiati che sono arrivati nel paese negli ultimi 5 anni, come risultato della guerra in Siria e del deteriorarsi delle condizioni di sicurezza in Iraq e Palestina. Dagli ultimi dati riportati dalla stampa (Corriere della sera 9 settembre 2016 articolo di Antonio Ferrari) la regina Rania sostiene che la Giordania ha raggiunto il punto di rottura a seguito del disastro umanitario così difficile da sostenere per un paese povero di risorse come il suo, il cui popolo sta pagando un prezzo alto perchè l'infrastruttura pubblica e sociale è stata portata all'esaurimento. Più del 90% dei rifugiati vive in paesi e città

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esercitando un enorme pressione su scuole ospedali e servizi (i paesi in via di sviluppo ospitano l'86% della popolazione di rifugiati del mondo).

Il settore agricolo del paese è fortemente limitato dalle caratteristiche geofisiche del territorio, caratterizzato in gran parte da un clima desertico o semidesertico inadatto all’agricoltura. Meno del 20% del territorio totale è coltivabile.

La necessità di promuovere lo sviluppo economico e la crescita del reddito delle popolazioni locali, in particolare nelle aree interessate dal fenomeno migratorio, attraverso progetti mirati a creare occupazione è considerata prioritaria, come sottolineato dal Governo e dall’ILO. Il progetto è in linea con la strategia nazionale di sviluppo del Governo e con i principali documenti programmatici di agenzie di cooperazione per lo sviluppo agricolo e l’utilizzo sostenibile delle risorse produttive come per esempio il "National strategy and action plan for sustainable consumption and production in Jordan 2016 – 2025 of the Jordan Ministry of Environment”, il "Third Country Report of the Jordan Ministry of Environment On The Implementation of the United Nations Convention to Desertification Combat (UNCCD)” ed il "FAO PLAN OF ACTION Resilient Livelihoods for Agriculture and Food and Nutrition Security in Areas of Jordan Affected by the Syria Crisis 2014. FAO Regional Office”.

La strategia di progetto si concentra nel governatorato di Karak, particolarmente colpito dalla disoccupazione con livelli stimati intorno al 24%, causato dallo scarso livello di creazione di impiego del settore produttivo, e dove le condizioni climatiche favoriscono la possibilità di sviluppare attività agricole.

Ora Veglia nel corso di questi anni ha stretto un rapporto di confronto e collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II, l’Associazione Dialogos e TEUTA, anche avviando ipotesi di intervento in Palestina. In particolare con la Fondazione Giovanni Paolo II ha ragionato sui bisogni considerati prioritari nel contesto del Medio Oriente ed in particolare della Giordania.

Sulla base dei need assessment condotti in loco dal partner locale JEPA, i seguenti bisogni sono stati considerati come prioritari nel contesto specifico dei piccoli agricoltori del Governatorato di Karak:

Elevato tasso di povertà dei nuclei familiari la cui principale fonte di reddito è rappresentata da attività agricole. L’elevato tasso di disoccupazione che caratterizza le aree rurali e tocca in particolare le donne ed i giovani unita al basso livello medio di reddito pro-capite derivante dal lavoro dipendente o dalla conduzione in proprio di aziende agricole di piccole dimensioni, sono i due principali fattori che contribuiscono a perpetuare lo stato di povertà diffusa delle comunità agricole. Alla luce di queste evidenze appare evidente il bisogno di facilitare le condizioni per la creazione di nuove imprese agricole ed il rafforzamento di quelle esistenti al fine di garantire condizioni più remunerative ai lavoratori del settore. La creazione ed applicazione di un disciplinare di produzione capace di portare ad un innalzamento della qualità media dei prodotti rappresenta per esempio un elemento che potrebbe portare ad una crescita del prezzo di vendita dei prodotti con conseguente aumento del profitto medio.

A livello agricolo, le condizioni climatiche sono favorevoli, considerata la presenza di risorse idriche e la collocazione nella valle del Giordano, area fertile tradizionalmente destinata alla produzione agricola.

La presenza di fonti di approvvigionamento di acqua non deve però trarre in inganno, la scarsità cronica di questa risorsa è uno dei fattori che ostacolano uno sviluppo produttivo sostenibile e duraturo del settore, facendo risultare quindi necessarie da un lato, l’introduzione di colture a basso fabbisogno di acqua e dall’altro, l’introduzione di tecniche agricole capaci di limitare l’utilizzo di questa risorsa. L’adozione di tecniche produttive ecosostenibili, a basso consumo di suolo e fertilizzanti, e capaci di portare ad un incremento della qualità media del raccolto, è un bisogno centrale dei piccoli produttori che garantirebbe un miglioramento della sostenibilità sul medio lungo periodo delle produzioni ed un aumento della rimuneratività delle produzioni. Il miglioramento della componente “produzione” delle aziende agricole target ha come obiettivo di contribuire al consolidamento della loro sostenibilità economica favorendo al contempo la persistenza delle comunità rurali, limitando i fenomeni migratori in particolare dei giovani e favorendo il passaggio generazionale delle aziende agricole, garantendo inoltre la salvaguardia degli ecosistemi e contribuendo a contrastare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici, in primis la desertificazione.

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Le condizioni economiche e commerciali non favoriscono il consolidamento e la crescita delle imprese agricole, in particolare per i piccoli produttori è pratica comune vendere i prodotti freschi e non lavorati a grandi oligopolisti che acquistano a prezzi molto bassi e che, grazie alla disponibilità di macchinari ed equipaggiamento specifico, provvedono alla trasformazione e/o stoccaggio dei prodotti riuscendo a realizzare un importante margine economico sulle vendite. Questa situazione è aggravata dalle difficoltà dei piccoli produttori di associarsi in cooperative o altre forme di organizzazioni che permetterebbero di gestire le fasi di gestione, produzione e vendita dei prodotti in maniera associata garantendo la creazione di economie di scala. Il processo di aggregazione dei piccoli produttori mira anche a facilitare l’accesso diretto a canali commerciali sia nazionali che internazionali, con la creazione di competenze specifiche a livello di gestione delle vendite e delle relazioni con compratori. Nel caso specifico dell’Aloe Vera è già emersa la presenza di grandi aziende operanti nel settore farmaceutico, cosmetico ed alimentare che hanno manifestato il loro interesse in uno sviluppo di questa coltura in Giordania.

Un ulteriore elemento di debolezza dell’intero sistema imprenditoriale locale è rappresentato dallo scarso supporto fornito da enti ed istituzioni che dovrebbero favorire lo sviluppo imprenditoriale, come per esempio la Camera di Commercio o le organizzazioni di categoria. La necessità di operare a questo livello appare cruciale ed è un fattore che garantirebbe la sostenibilità del progetto nel medio lungo periodo.

Il personale della FGP2 in raccordo con i partner locali ha condotto alcuni studi di fattibilità circa la potenziale rimuneratività del progetto: il costo di 1 donum (1.000 m2) coltivato a Aloe Vera è stato stimato in circa 1.701 dinari giordani mentre il livello annuale di ricavi derivanti dalla coltivazione a pieno regime di 1 donum è stato stimato in 11.820 dinari giordani (il prezzo di mercato di 1kg di gel di Aloe Vera è di 3,94 dinari giordani e la produzione annua di gel stimata che è possibile ottenere dalla coltivazione di 1 donum è di 3.000kg, considerando 3 raccolti all’anno).

L’Associazione proponente: Ora Veglia.

La visione e la strategia dell'associazione in particolare riguarda la solidarietà internazionale per favorire la crescita culturale, economica e sociale dei paesi in via di sviluppo; la cooperazione allo sviluppo per promuovere lo scambio nell’ottica della globalizzazione dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori e del fattivo rapporto tra differenti culture, aiuti umanitari - principalmente nel campo dell’alimentazione, della salute, dell’istruzione - ai paesi in via di sviluppo, con particolare attenzione ai problemi dell’infanzia e delle donne. Ora Veglia partecipa al Forum trentino per la pace.

Le attività rilevanti svolte in Trentino negli ultimi anni sono state la sensibilizzazione sulle tematiche della solidarietà internazionale nei confronti della comunità trentina e italiana. Promozione di iniziative dedicate ai temi della memoria collettiva per rimettere al centro i valori della Costituzione italiana e della Dichiarazione Universale dei diritti umani. Realizzazione di iniziative e manifestazioni di particolare interesse ai fini di una cultura della pace, della nonviolenza e della integrazione fra i popoli. Ha sostenuto il progetto dell’hospice per ragazzi terminali “Villa de la Esperanza” in Guatemala, e si è poi dedicata al sostegno dei minori sopravvissuti al cancro.

In particolare, dal 2012 ecco il PROGETTO GUATEMALA: Intervento di valutazione e riabilitazione a favore dei bambini e adolescenti sopravvissuti al cancro inteso a migliorare gli standard di assistenza terapeutica e sostegno psicologico per i pazienti oncologici e le rispettive famiglie, con attenzione all’apprendimento e all’orientamento psico-sociale.

Le esperienze fin qui fatte hanno avuto caratteristiche culturali, sociali e sanitarie ma è cresciuta dentro l'associazione la consapevolezza che accanto agli interventi culturali e sulla salute servono anche interventi di carattere formativo e socio economico. I rapporti con la Fondazione Giovanni Paolo II di questi anni hanno fatto riflettere la nostra associazione sulla situazione nell'area del Medio Oriente e ci ha convinto ad intraprendere questa nuova esperienza. Per queste ragioni abbiamo risposto alle sollecitazioni delle organizzazioni di quel Paese e pensato di promuovere e condividere e realizzare questo progetto. La nostra associazione è fermamente convinta che queste iniziative sono molto importanti per favorire lo sviluppo economico e con esso maggiori opportunità per le famiglie delle comunità rurali

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Partner del progetto

- Jordan Exporters and Producers Association for Fruit and Vegetables (JEPA), organizzazione no-profit costituita nel marzo del 1994 da un gruppo di produttori e importatori ortofrutticoli privati. JEPA ha come obiettivo di migliorare la competitività dei prodotti ortofrutticoli Giordani sia a livello di mercato nazionale che internazionale attraverso la fornitura di servizi specializzati. JEPA è un attore riconosciuto a livello nazionale da tutti i principali soggetti operanti nel settore ortofrutticolo che riconoscono l’alto valore dei servizi forniti. JEPA metterà a disposizione del progetto il suo expertise in quanto soggetto fornitore di servizi per lo sviluppo di imprese operanti nel settore agricolo. Di particolare rilievo sarà l’esperienza di questo partner nello sviluppo e applicazione di una strategia commerciale per la vendita di prodotti agricoli sia a livello nazionale che internazionale.

- La Fondazione Giovanni Paolo II per il dialogo, la cooperazione e lo sviluppo, ONG iscritta all’elenco delle organizzazioni accreditate dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, nasce nel 2007 come risultante del lavoro decennale e dell’impegno delle Diocesi di Fiesole, Montepulciano, Chiusi e Pienza, a favore dei Paesi del Medio Oriente e di altre zone svantaggiate del mondo. La Fondazione Giovanni Paolo II sta coordinando in Medio Oriente e Mediterraneo un programma quadro decennale di sviluppo economico locale delle filiere agricole ed agroalimentari assieme a partner di rilievo internazionale tra i quali; il CNR, Slow Food, l’Università di Valencia e l’ Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari. Il programma prevede il supporto alle filiere agricole del dattero in Palestina ed Egitto, della ciliegia in Libano e con la presente proposta rientra nel quadro anche la filiera dell’Aloe Vera in Giordania.

- La Federazione Trentina della Cooperazione: è oggi l'unica organizzazione di rappresentanza, assistenza, tutela e revisione del movimento cooperativo, giuridicamente riconosciuta, operante sul territorio della provincia di Trento. Essa riunisce oltre 500 società, attive in tutti i settori produttivi, e una base sociale costituita da circa 270.000 persone. La Federazione Trentina della Cooperazione: a) promuove lo sviluppo della cooperazione; b) migliora l'organizzazione delle società cooperative; c) coordina l'attività delle società cooperative; d) orienta la loro azione a favore specialmente delle categorie più bisognose, nello spirito di una mutualità cooperativa aperta al servizio delle comunità.

- L’ Associazione Dialogos è impegnata da anni sul territorio trentino per il dialogo, la solidarietà internazionale e la cooperazione allo sviluppo, nonché per la formazione e la diffusione in Trentino e nel mondo di un’autentica cultura e coscienza della solidarietà internazionale e del dialogo interculturale e interreligioso. In questi anni ha stabilito un forte legame con altre realtà impegnate su progetti di sviluppo e ha dato il proprio contributo rispetto ad attività di monitoraggio dei progetti di sviluppo e organizzato iniziative di diffusione dei temi internazionali sul territorio trentino.

- L'associazione Teuta è impegnata sul versante della sensibilizzazione sui temi dell'immigrazione e dell'integrazione sociale con particolare riferimento alle donne e alle famiglie. E' attivamente presente sul territorio trentino con progetti a favore della pace e progetti orientati alla solidarietà internazionale e allo sviluppo. Ha partecipato, in collegamento con altre associazioni, ad iniziative di sensibilizzazione dei cittadini sui temi della solidarietà.

- L'Associazione Rasom, nata nel 2004 con lo scopo principale di diffondere la cultura ucraina in Trentino e di offrire un aiuto alle persone immigrate nel loro percorso di integrazione nella società trentina. L'associazione ha organizzato corsi di lingua italiana e ucraina e momenti di festa, concerti, teatro e mostre artistiche. E' stata presente nei momenti di organizzazione delle feste dei popoli e ai mercatini.

- La Fondazione Edmund Mach continua gli scopi e l'attività dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige, fondato dalla Dieta del Tirolo il 12 gennaio 1874, e del Centro di ecologia alpina (istituito con la legge provinciale n. 17 del 31 agosto 1992). La Fondazione realizza attività di istruzione e formazione volte alla diffusione della cultura rurale, ambientale, agroalimentare, di assistenza tecnica e consulenza alle imprese e agli enti di ricerca e sperimentazione, a favore alla crescita socio-economica e culturale degli addetti all'agricoltura. Sviluppa sistemi agricoli adatti all’agricoltura intensiva, sia essa integrata, biologica o fuori suolo.

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Relazioni tra Associazione proponente e Partners

ORA VEGLIA si occuperà del coordinamento del lavoro dei vari partner con i quali è stato previsto un continuativo ambito di raccordo a partire dalla programmazione, passando per la gestione per poi concludersi con il monitoraggio e la valutazione finale. In particolare con la Fondazione Giovanni Paolo II ha definito una strategia di raccordo che prevede una collaborazione continuativa dalla pianificazione delle attività in loco, alla selezione del personale, alla valutazione e rendicontazione delle spese del progetto ed al coordinamento dei partner da essa coinvolti.

Nel dettaglio: Personale coinvolto: A) l’associazione proponente effettuerà in collaborazione con la FGP2 un bando per la ricerca della figura professionale qualificata in ambito di sviluppo economico locale e filiere agricole, il coordinatore del progetto espatriato, utilizzando i principali siti di proposte di lavoro per gli operatori di cooperazione internazionale. La selezione dei curriculum ricevuti avverrà a cura del proponente e della FGP2 e la figura scelta sarà contrattata da parte della FGP2 con contratto pari a 27 mensilità. Il coordinatore del progetto opererà in Giordania, su mandato dI ORA VEGLIA e della FGP2 e sulla base di specifici termini di riferimento prestabiliti, agirà nel rispetto degli impegni presi. La supervisione del coordinatore del progetto sarà a carico di ORA VEGLIA e della FGP2 che con momenti di raccordo mensili durante i quali si discuterà sulla pianificazione del lavoro da fare e sulla valutazione del lavoro fatto. Il primo contratto avrà una durata di 9 mensilità e sarà rinnovato solo in caso di valutazione positiva espressa da ORA VEGLIA e dalla FGP2. B) il personale tecnico e gli esperti locali saranno selezionati dal coordinatore del progetto e contrattati dalla FGP2 in base alle direttive stabilite da ORA VEGLIA e dalla FGP2 che nel corso delle attività di monitoraggio provvederanno a supervisionare e valutare.

Amministrazione e rendiconto: l’amministrazione e la rendicontazione del progetto sarà tenuta a cura della Fondazione tramite i suoi uffici in loco. Le modalità di gestione amministrativa saranno stabilite tra ORA VEGLIA e la FGP2. ORA VEGLIA avrà modo di verificare con cadenza mensile lo stato di avanzamento amministrativo e di rendiconto del progetto. Per quanto riguarda la gestione finanziaria, ORA VEGLIA gestirà le spese in Italia e per le spese in loco provvederà al trasferimento dei fondi alla FGP2 che provvederà all’invio presso il c/c dedicato appositamente costituito per il progetto in Giordania.

Per quanto riguarda le relazioni con gli altri partner, ORA VEGLIA si relazionerà con la controparte locale JEPA. Con Jepa ha previsto una strategia di raccordo per la gestione e supervisione delle attività in loco.

Con l’associazione Dialogos, grazie alla sua esperienza in ambito di cooperazione internazionale, ha stabilito un raccordo sulla fase di monitoraggio e valutazione finale dei risultati e obiettivi del progetto con l’intenzione di verificare il reale impatto di sviluppo per i territori oggetto di intervento.

Altri soggetti coinvolti

In Giordania il progetto ha previsto in fase di pianificazione il coinvolgimento del ministero dell’Agricoltura del Dipartimento di Karak, il quale ha messo a disposizione dell’iniziativa il proprio personale per il sostegno delle attività di raccordo con i programmi di sviluppo nazionali.

Il progetto si integra con il programma regionale della FGP2 in Medio Oriente diretto alla creazione di una rete internazionale di servizi in favore delle filiera agricole in vari paesi. In questo contesto la FGP2 in accordo con Ora Veglia, ha messo a disposizione i servizi proposti da alcuni soggetti qualificati:

- CNR: il Consiglio Nazionale Italiano delle Ricerche metterà a disposizione del progetto, nell’ambito di un programma di cooperazione definito con la FGP2, due esperti che si occuperanno di alcune attività formative in loco in tema di gestione sostenibile delle risorse naturali, acqua, suoli e fertilizzanti, diretto a innovare le tecniche produttive puntando ad avere un approccio sistemico integrato nell’ecosistema circostante. Il CNR ospiterà in Italia per un viaggio studio e di scambio di esperienze, alcuni rappresentanti dei produttori e funzionari locali per qualificare le loro competenze nei temi sopra citati.

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- ManSeF Management Senza Frontiere: è una associazione di manager esperti in governo d’impresa che, nell’ambito di un programma di cooperazione definito con la FGP2, metteranno a disposizione alcuni collaboratori esperti in tematiche inerenti a: business plan e pianificazione economico finanziaria, controllo di gestione, e riorganizzazione del modello d’impresa agricola.

- Fondazione Archeologia Arborea si occupa della riscoperta e della valorizzazione delle varietà di piante ideali per certi contesti. Nell’ambito di un programma di cooperazione definito con la FGP2, la Fondazione AA metterà a disposizione un esperto di varietà di piante con l’obiettivo di effettuare uno studio per l’identificazione delle varietà che per le loro caratteristiche fisiche, organolettiche e di mercato meglio si adattano a certi contesti.

Un eventuale coinvolgimento di nuovi partner trentini nell’ambito della produzione di ortofrutta ed essenze è auspicabile e sarà perseguito per offrire ai produttori in loco l’opportunità di conoscere esperienze virtuose trentine sia a livello produttivo che commerciale che di governo d’impresa agricola.

Obiettivi

La strategia prevede il raggiungimento di un obiettivo generale e uno specifico.

- Obiettivo generale: miglioramento della qualità di vita e delle condizioni di sostenibilità economica ed ambientale dei piccoli produttori agricoli di Aloe Vera Giordani.

Con il presente obiettivo s’intende promuovere un processo di sviluppo a vantaggio di piccoli agricoltori, circa 150, le loro famiglie e comunità che vivendo in contesti rurali semi aridi hanno bassi redditi dalle loro coltivazioni. L’introduzione dell’aloe vera, come dimostrato da studi e progetti avviati dal governo giordano in contesti similari rappresenterebbe una coltivazione integrativa gestibile in consociazione con le altre piante e in grado di: 1) ridurre la vulnerabilità delle imprese agricole che si basano su monoculture, abbassando il rischio che malattie compromettano l’intera produzione; 2) promuovere un’integrazione importante dei redditi agricoli considerando l’alto valore e interesse commerciale del prodotto nel mercato locale e internazionale; 3) aprire alle imprese agricole associate l’opportunità di investire nella trasformazione del prodotto altamente remunerativa specialmente riguardo la produzione di gel o polvere di Aloe Vera molto richiesta dal mercato farmacologico, cosmetico e alimentare; 4) promuovere l’uso di tecniche innovative a livello ecosostenibile in grado di usare al meglio le scarse risorse naturali disponibili per aumentare la qualità e la produttività, ma anche usare in modo sostenibile sistemi per combattere parassiti e malattie ed evitare di contaminare suoli e acque. Le best practices del CNR rappresenteranno un valore aggiunto replicabile anche in altre produzioni nelle comunità del progetto. L’approccio prevede la costituzione di una rete internazionale stabile di partner qualificati in grado di offrire servizi che riqualificheranno le capacità organizzative dei produttori in ambito produttivo, commerciale e manageriale in modo da sostenere ed accompagnare nel lungo termine un processo di crescita del capitale umano e sociale per migliorare la qualità di vita attraverso la creazione di condizioni di crescita sostenibile economica ed ambientale.

- Obiettivo specifico: migliorare la qualità e la sostenibilità della gestione organizzativa e strategica delle SMEs rurali correlate alle produzioni di Aloe Vera in Giordania attraverso attività formative e di scambio di best practices nei seguenti ambiti:

a) management e controllo di gestione delle filiere agricole

b) produzioni di alta qualità e ecosostenibili

c) strategie commerciali e accesso a canali di mercato nazionali e internazionali

Nel dettaglio l’obiettivo intende promuovere una riqualificazione delle competenze professionali delle piccole imprese agricole del territorio di Karak in modo che al termine del progetto, possano esistere realtà produttive agricole in grado di:

a) Gestire le proprie aziende non più alla giornata e subendo le continue distorsioni di un mercato controllato dalle grandi aziende, ma realtà produttive che governano l’impresa pianificando nel breve e medio termine gli

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investimenti e le azioni da mettere in atto seguendo con attenzione quanto programmato nei business plan per compiere i passi necessari al raggiungimento degli obiettivi economici programmati e desiderati. Realtà produttive in grado di gestire un controllo di gestione efficace diretto a ridurre gli sprechi, e realizzare economie di scala grazie a sistemi produttivi gestiti non più singolarmente ma in associazione o in forma cooperativa con gli altri produttori. Insieme potranno permettersi servizi precedentemente inaccessibili, contenere i costi e utilizzare i risparmi per investire in associazione con gli altri produttori nella fase post raccolta di trasformazione del prodotto, al fine di produrre gel e polvere e venderli nel mercato con un alto margine di profitto.

b) Gestire la produzione con tecniche innovative basate su un sistema di controllo di qualità in grado di intervenire sulle criticità del processo di produzione e post raccolta per avere un prodotto di qualità da vendere a condizioni migliori sul mercato. In particolare grazie agli scambi di best practices con il CNR si migliorerà la tecnica di coltivazione aumentando la produttività e riducendo il rischio di parassiti e malattie grazie a sistemi ecosostenibili che agiscono su irrigazione e fertilizzazione con tecniche innovative e più efficaci.

c) Gestire la commercializzazione attraverso la produzione orientata al mercato e la presentazione del prodotto a eventi o fiere dove compratori internazionali contattati offrano nuove opportunità commerciali. Non più un prodotto grezzo venduto ai grossi produttori oligopolisti, ma un prodotto finito realizzato con gli standard previsti dal mercato e venduto a margini di profitto maggiori. Una promozione internazionale basata su link diretti con i compratori che attiverà un circuito di contatti utile a tutti i produttori dell’area.

Attività

1.1 a) Studio SWOT di valutazione delle capacità organizzative delle imprese rurali; b) elaborazione di un Business Plan ed accompagnamento dei produttori nel percorso di sviluppo delle loro imprese, privilegiando la forma cooperativa, condotto da consulenti locali e italiani in collaborazione con lo staff di JEPA, FGP2 e di ManSeF.

Sarà condotto uno Studio SWOT di valutazione delle capacità organizzative delle imprese rurali a cura di un consulente locale identificato da JEPA che per 26 giornate analizzerà la situazione organizzativa attuale evidenziando le criticità tecnico produttive, economico e culturali che hanno impedito o rallentato il loro processo di crescita. Il documento sarà la base per l’elaborazione del Business Plan di filiera a cura di un esperto consulente locale che nel secondo anno si occuperà di pianificare un percorso di sviluppo inclusivo di uno studio di fattibilità sull’intera filiera. Il Business Plan elaborato rappresenterà la linea guida del percorso di crescita organizzativa delle imprese agricole locali e sarà finalizzato a facilitare un percorso di aggregazione dei singoli individui in forma associativa e auspicabilmente cooperativistica. Un consulente locale esperto in riorganizzazione produttiva contrattato per 26 gg sia il secondo che il terzo anno si occuperà di accompagnare i produttori in questo percorso riorganizzativo, facilitando l’assimilazione delle lezioni apprese dagli studi, e promuovere nuovi modelli organizzativi di sviluppo. Un consulente italiano di ManSef esperto in business plan complessi di filiera supporterà per 10 gg di lavoro nel corso del 1 e del 2 anno il consulente locale nelle fasi di impostazione del lavoro e successivamente di sviluppo delle nuove opportunità di business. La sua competenza professionale di supporto al consulente locale è ritenuta indispensabile in quanto il livello professionale di consulenti locali è buono ma non all’altezza di questo complesso ruolo strategico riorganizzativo, determinante per il raggiungimento degli obiettivi. Essendo il sistema cooperativistico auspicabile come modello di gestione, ma non molto presente in Giordania, è stato identificato un esperto in cooperativismo italiano che per una settimana per ogni anno supporterà i produttori e i consulenti locali nella pianificazione del percorso riorganizzativo.

1.2 Attività formativa in loco ed on line su controllo di gestione, analisi dei costi, pianificazione strategica e business plan per i produttori, personale della cooperativa e funzionari del Ministero dell’Agricoltura e governatorato di Karak

Si prevede la realizzazione di una consulenza formativa in loco a cura di un esperto di ManSeF di 10 gg il primo e secondo anno (attività integrata con la precedente) diretta a formare il personale locale sul governo delle imprese agricole. Il concetto di pianificazione e controllo di gestione sono alla base di un percorso di riqualificazione organizzative delle imprese locali. Questo percorso diretto ai tecnici locali formerà coloro che a loro volta saranno

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formatori dei produttori agricoli. Le tematiche trattate sono controllo di gestione, analisi dei costi, pianificazione strategica e business plan. Questo percorso formativo sarà gestito in parte dal consulente locale sulla riorganizzazione produttiva che nel corso di 26 gg per ogni annualità di progetto si occuperà di accompagnare i produttori supportandoli operativamente nel loro percorso di crescita (attività integrata con la precedente).

1.3 Attività formativa su gestione di imprese agro-alimentari e procedure di controllo della qualità per i produttori, personale della cooperativa e funzionari del Ministero dell’Agricoltura e governatorato di Karak

Per la gestione di questa attività sarà contrattato un esperto locale in sistemi di controllo di qualità che per 26 gg per ogni annualità di progetto si occuperà di riqualificare il sistema produttivo. Un percorso a tre livelli: a) analisi delle criticità del sistema produttivo e analisi degli standard di mercato, b) elaborazione di un disciplinare di produzione con norme di qualità, 3) implementazione di un sistema di controllo di qualità con procedure dettagliate su ogni singolo aspetto del processo produttivo.

2.1 Consulenza in loco, scambio di best practices in Italia ed accompagnamento per i produttori e per il personale tecnico del Ministero dell’Agricoltura e governatorato di Karak a cura CNR su: a) gestione sostenibile delle risorse naturali e dei fattori produttivi b) prevenzione di malattie e parassiti c) gestione del suolo e irrigazione, d) tecniche di produzione biologiche

La consulenza in loco avverrà a cura di due esperti italiani del CNR che per una settimana per ogni anno di progetto si recheranno in loco per sostenere un percorso di riqualificazione produttiva diretto ad agire con un approccio sistemico integrato nell’ambiente circostante. Si tratta di un sistema innovativo di impostazione della tecnica di coltivazione agricola su suoli aridi che intende agire su più fronti, barriere naturali per la lotta alla desertificazione, creazione di una zolla organica di protezione dell’umidità del suolo, e l’uso e recupero delle acque per l’ottimizzazione della produttività della pianta. Particolare attenzione sarà data ai sistemi irrigui, tecniche di lotta ai parassiti e malattie delle piante e sistemi ecosostenibili di fertilizzazione. Un percorso innovativo che non trova in loco professionisti qualificati. Alla consulenza in ogni anno di progetto parteciperanno i tecnici agronomi e i funzionari del Ministero dell’Agricoltura e governatorato di Karak in modo da avere un capitale umano formato per replicare l’approccio verso i produttori agricoli. Il percorso in loco sarà accompagnato da un viaggio studio in Italia presso le aziende sperimentali del CNR dove detto approccio è funzionante da anni e dove i produttori locali potranno conoscere concreti modelli di successo ed acquisire le best practices innovative.

2.2 Equipaggiamento delle SMEs e della futura cooperativa con utensili, macchinari e impianti per migliorare le tecniche di coltivazione e post raccolta orientate alla produttività e al sistema qualità

Si prevede l’acquisto in loco di attrezzature per la lavorazione del terreno, per la potatura e stoccaggio in luogo fresco delle foglie raccolte; l’acquisto di strumenti meccanici per l’aratura e piccoli strumenti per l’ammorbidimento dei suoli (pinze e cesoie per la potatura, casse per lo stoccaggio e la sistemazione dei locali di conservazione presso le imprese agricole); l’istallazione di sistemi di irrigazione a goccia e pompe idrauliche presso i produttori a lunghezze e struttura variabile a seconda dell’estensione dei terreni; l’acquisto di piante delle varietà migliori per avviare il ciclo produttivo e di riproduzione in serra, diretto a dotare i produttori delle piante per avviare la coltivazione fin dal primo anno di progetto; infine si prevede l’acquisto di un sistema di processamento del prodotto diretto alla produzione di gel. Tutti gli acquisti saranno effettuati in Giordania.

2.3 Consulenza in loco da parte di Fondazione Archeologia Arborea per i produttori ed i tecnici del Ministero dell’Agricoltura e governatorato di Karak su: varietà di piante Aloe Vera.

La consulenza a cura di un’esperta italiana biologa di varietà di piante della Fondazione Archeologia Arborea, avverrà il primo anno di progetto per la durata di 7 giornate. Il suo lavoro di esperta di varietà botaniche rappresenta un valore aggiunto importante per il la strategia di progetto. In quanto le caratteristiche ambientali e geo fisiche dell’area di Karak richiedono uno studio attento per la scelta della varietà che a tale conteso si può adattare in modo più sostenibile. Non esistono in Giordania esperti in materia su Aloe Vera.

A3.1 Attività di promozione internazionale e partecipazione a fiere per la presentazione del prodotto a compratori internazionali. Impostazione di una strategia di commercializzazione con il partner JEPA.

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Il progetto prevede la realizzazione del materiale promozionale del progetto e prodotto diretta a far conoscere l’esperienza a possibili compratori internazionali. Si prevede la realizzazione di un documento da pubblicare in arabo e inglese. Si prevede inoltre la possibilità di partecipare a fiere internazionali e incontri con compratori importatori di aloe Vera in Egitto il secondo anno, Abu-Dabi e Berlino il terzo anno. A tali manifestazioni saranno presentati i campioni del prodotto ai possibili compratori interessati e sarà avviato un rapporto commerciale propedeutico alla vendita del prodotto fresco o del gel. Alle missioni prenderanno parte 3 rappresentanti dei produttori.

A3.2 Realizzazione di due studi di mercato (nazionale ed internazionale) per l’identificazione e definizione di mercati e opportunità commerciali per l’aloe vera ed i suoi prodotti derivati

Si prevede la realizzazione di due studi di mercato entrambi nella seconda annualità a) il primo sul mercato locale e il b) secondo sul mercato internazionale (europeo e medio oriente principalmente Egitto e paesi del golfo). Gli studi saranno affidati a consulenti locali e solo per lo studio di mercato internazionale in caso di difficoltà a reperire il loco personale qualificato, sarà valutata la possibilità di farlo effettuare a professionisti non locali. Lo studio analizzerà la domanda di prodotto suddivisa per varietà e tipologia di prodotto fresco o processato. L’analisi delle tendenze dei prezzi per le varietà di prodotto e dei flussi commerciali internazionali. Si completerà con il database di possibili compratori.

A4. Attività di diffusione sul territorio. Saranno previsti 2 eventi di presentazione del progetto e realizzati materiali di documentazione della strategia e dei risultati raggiunti dal progetto. Queste informazioni saranno oggetto del workshop tematico di presentazione da realizzare in trentino alla presenza dei partner. Sono previsti tavoli di lavoro sulle buone prassi con le realtà associate della federazione trentina della cooperazione e di confronto specifici con realtà produttive di piccoli frutti e di erbe medicinali. Con la scuola agraria di San Michele all'Adige tavoli di lavoro e di confronto sui processi virtuosi di coltivazione irrigazione e protezione delle piante. Inoltre sono previsti inoltre incontri con gli studenti dei due corsi di formazione per la coltivazione delle erbe medicinali.

Le associazioni aderenti Teuta e Rasom si incaricheranno di promuovere, con la presenza dei loro volontari, iniziative specifiche di diffusione del progetto e delle attività con la partecipazione ai mercatini e nei momenti di forte presenza dell'esperienza associative e di volontariato trentina.

La metodologia

La metodologia prevede un’azione pluriannuale che, attraverso attività formative, consulenze e scambi di best practices, seguite da un accompagnamento continuativo da parte dei partner internazionali, possa migliorare le competenze professionali del capitale umano locale per renderlo attore chiave del proprio processo di sviluppo. In particolare la strategia prevede un approccio di partnership, cioè la costituzione di una rete internazionale di servizi per il miglioramento organizzativo delle imprese agricole locali operanti nella filiera dell’Aloe Vera. La rete di partner italiani metterà al servizio dei produttori locali le proprie buone pratiche in ambito produttivo, manageriale e commerciale. Non un trasferimento di modelli, ma un percorso avente inizio nell’analisi delle criticità, per poi svilupparsi attraverso attività formative, di scambio di esperienze e di consulenza sui temi più strategici per poi completarsi con un accompagnamento diretto e a distanza di lungo periodo orientato a sostenere il percorso di riqualificazione. Una strategia che parte dalla volontà rilevata nell’assessment da parte dei produttori singoli di avviare un percorso di integrazione orizzontale e verticale nell’ambito della filiera produttiva. Un’integrazione orizzontale diretta ad allargare il gruppo dei produttori di Aloe Vera al fine di raggiungere un volume minimo di produzione in linea con le esigenze di economie di scala e con le necessità di avere sufficienti capitali per permettersi investimenti per le fasi post raccolta e processamento del prodotto. In questa fase si manifesta l’integrazione verticale cioè diretta all’inclusione nella filiera di lavoratori o piccole imprese di trasformazione incaricati del processamento del prodotto e preparazione del prodotto finito. Un approccio diretto all’intero distretto agricolo con l’obiettivo di valorizzare le capacità locali non solo agricole ma anche artigianali per acquisire nuove quote nella catena del valore, per posizionarsi nel mercato con un prodotto ad alto valore aggiunto e creare occupazione e profitti con ricadute sull’intera comunità. Il progetto intende valorizzare il lavoro

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degli agricoltori nel rispetto delle loro tradizioni e delle condizioni ambientali favorevoli per il prodotto. L’Aloe Vera è inoltre un prodotto la cui coltivazione non richiede grossi sforzi ne grandi investimenti, e questo ne fa un prodotti facilmente coltivabile da donne e giovani e soprattutto permette l’avvio di attività produttive anche alle fasce più povere della popolazione. La strategia prevede l’uso e la promozione di tecniche agricole eco sostenibili e trova in esse, grazie a metodi innovativi proposti dal CNR, lo spunto per la durabilità e la sostenibilità dell’ambiente produttivo agricolo e la possibilità di rispondere ad un mercato internazionale che sull’Aloe richiede standard organici stringenti. Nell’ambito dei lavoratori impiegati nella coltivazione e raccolta è previsto il coinvolgimento di persone con disabilità fisica e mentale.

Risultati attesi

Il progetto è in linea con la strategia nazionale di sviluppo del Governo e con i principali documenti programmatici di agenzie di cooperazione per lo sviluppo agricolo e l’utilizzo sostenibile delle risorse produttive come per esempio il "National strategy and action plan for sustainable consumption and production in Jordan 2016 – 2025 of the Jordan Ministry of Environment”, il "Third Country Report of the Jordan Ministry of Environment On The Implementation of the United Nations Convention to Desertification Combat (UNCCD)” ed il "FAO PLAN OF ACTION Resilient Livelihoods for Agriculture and Food and Nutrition Security in Areas of Jordan Affected by the Syria Crisis 2014. FAO Regional Office”. Inoltre il progetto rientra nel programma decennale di sviluppo economico rurale e sicurezza alimentare della Fondazione Giovanni Paolo II “A better future for small scale producers” diretto al sostegno delle filiere agricole ad alto valore aggiunto nei paesi del medio oriente e mediterraneo.

Il progetto nel corso della sua durata triennale prevede il raggiungimento dei seguenti risultati e outputs.

Alla fine dei 36 mesi di progetto ci si aspetta di avere nel governatorato di Karak in Giordania almeno 150 famiglie di agricoltori operanti in terreni semiaridi, in grado di produrre gel di Aloe Vera nel rispetto degli standard internazionali, di venderlo nel mercato nazionale ed internazionale a condizioni economiche vantaggiose ed in grado di gestire le proprie attività imprenditoriali rurali in modo sostenibile guardando al futuro come opportunità di crescita per le proprie famiglie e con dirette ricadute sulle comunità.

In particolare con le attività di formazione, studio e ricerca, consulenza specialistica, scambio di best practices, svolte nell’arco del progetto di si aspetta una riqualificazione organizzativa delle imprese e degli agricoltori in 3 macro ambiti:

1) Riorganizzazione Gestionale

Migliorate le competenze amministrative manageriali delle SMEs di produttori di aloe vera, in ambito di: controllo di gestione, analisi dei costi di produzione di filiera, pianificazione economico finanziaria, realizzazione di business plan, pianificazione strategica per l’accesso al credito, realizzazione di una strategia commerciale.

Avremo imprese in grado di pianificare il proprio futuro in termini economici e finanziari sia come imprenditori singoli che come imprenditori associati in cooperativa. Imprenditori in grado di elaborare semplici business plan per uno sviluppo ponderato ma cadenzato degli investimenti, orientati al mercato per rispondere in modo efficace alla domanda. Imprenditori in grado di controllare la gestione per centri di costo e di ricavo e quindi di ridurre i costi e gli sprechi, per reinvestirli nelle attività più profittevoli. Imprenditori in grado di richiedere e ricevere finanziamenti per lo sviluppo delle proprie imprese e per la gestione associata dei servizi funzionali al completamento del ciclo produttivo fino alla vendita del prodotto processato. Infine una cooperativa in grado di stabilire una strategia commerciale e proporla direttamente nelle principali fiere di settore per catalizzare la domanda e vendere per conto dei propri soci produttori.

2) Riorganizzazione Produttiva

Migliorate le competenze tecnico produttive e le attrezzature e impianti dei produttori in ambito di: creazione di un sistema di controllo di qualità, analisi della produttività, gestione ecosostenibile dei processi produttivi, gestione associata diretta dei processi post raccolta di stoccaggio, lavaggio e preparazione alla vendita,

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implementazione di un approccio sistemico di gestione integrata del terreno agricolo per l’uso efficiente e sostenibile dei fattori produttivi nell’ecosistema circostante.

Avremo imprese rurali con equipaggiamenti e tecniche di lavoro innovative in grado di aumentare la produttività e la qualità anno dopo anno. In grado di gestire le risorse naturali in modo efficiente e a basso impatto. L’uso ed il riuso dell’acqua efficiente per garantire la produttività alta alle piante. L’uso di coperture organiche dei suoli per garantire l’umidità alle radici. L’uso di fertilizzanti in grado di ridurre la salinità delle acque e ristabilire condizioni migliori di lungo termine per l’ecosistema circostante. Prodotti lavorati con sistema di controllo di qualità in grado di rispondere alle esigenze del mercato di prima scelta.

3) Riorganizzazione Commerciale

Si vedranno migliorate le competenze di gestione commerciale e vendita delle imprese agricole, in ambito di: analisi del mercato, strategie commerciali e di promozione e marketing.

Avremo imprese e istituzioni locali in grado di studiare il mercato e monitorare costantemente la sua evoluzione sia in loco che nel mondo. Imprese che orientano la produzione alle esigenze di mercato per consolidare le opportunità commerciali e concentrarsi sulle varietà più remunerative. Produttori in grado di posizionarsi su più mercato per ridurre le vulnerabilità e rischi commerciali. Prodotti con brand e certificazione di rispetto degli standard e una politica commerciale definita e promossa presso le fiere internazionali. Cooperative in possesso di un database dei produttori in grado di inviare campioni di prodotto nel mondo per acquisire ogni anno nuovi possibili clienti. Imprese solidamente posizionate come interlocutori affidabili presso le più importanti case farmaceutiche, cosmetiche e agroalimentari della Giordantia e dei Paesi del Golfo.

4) Promossa attività di sensibilizzazione e promozione in Trentino

Avremo comunità locali trentine che avranno avuto modo di conoscere l’esperienza di cooperazione internazionale promossa dal progetto conoscendo direttamente i rappresentanti dei produttori. Realtà trentine operanti nella produzione di piccoli frutti e piante officinali che avranno attivato una collaborazione di solidarietà che si spera possa generare sinergie e opportunità economiche.

Destinatari

Beneficiari diretti:

a) Circa 150 produttori agricoli del governatorato di Karak tra i quali almeno il 40% tra donne e giovani. Si tratta di agricoltori operanti in aree semi aride dove l’agricoltura non ha una resa produttiva sufficiente per condizioni climatiche sfavorevoli. Il progetto prevede di individuare all’interno delle famiglie agricole in particolar modo giovani e donne per creare con loro un’opportunità di produzione integrativa e consociata in modo da integrare i redditi agricoli della famiglia. Un tipo di prodotto ad alto valore aggiunto che facilmente è coltivabile da donne e giovani e che non richiede grandi investimenti. Tra i beneficiari del progetto è previsto il coinvolgimento di persone con disabilità psicofisica da impiegare, con finalità occupazionale e di inserimento sociale, nella filiera di produzione e post raccolta dell’Aloe Vera.

La selezione dei produttori avverrà tenendo conto dell’estensione dell’appezzamento di terra privilegiando i piccoli produttori. Tra questi saranno selezionati quelli più motivati che presenteranno al coordinatore di progetto idee di sviluppo delle proprie imprese più in linea con le priorità di lotta alla povertà e di sviluppo ecosostenibile del progetto.

b) Circa 10 tra funzionari e tecnici del Governatorato di Karak e del Ministero dell’Agricoltura Dipartimento di Karak, che parteciperanno alle attività formative in loco ed in Italia. Saranno formati su temi correlati a nuove tecniche di produzione, governo d’impresa agricola e marketing dei prodotti agricoli. Questo per fare in modo di avere sul territorio tecnici formati professionalmente che possano diffondere ai coltivatori locali le tecniche apprese per una ricaduta del progetto diffusa non solo ai produttori di Aloe ma su tutto il settore.

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I funzionari saranno selezionati in base al loro ruolo interno alle istituzioni scegliendo quelli direttamente competenti per area e per settore di lavoro. Tra questi saranno selezionati coloro che hanno dimostrato una partecipazione attiva all’assessment del progetto. Per la selezione si utilizzeranno degli strumenti di valutazione, test di conoscenza del progetto che includeranno una parte riguardante le opportunità di sviluppo della strategia. La valutazione del test sarà fatta a cura del coordinatore del progetto.

c) Circa 5 tra tecnici e rappresentanti dell’associazione di produttori formati su management e commercializzazione delle imprese agricole. In modo da avere del personale qualificato in grado di condurre le strutture di secondo livello (l’associazione che si auspica possa trasformarsi in cooperativa nel corso della vita del progetto). Personale in grado di promuovere per conto dei produttori il prodotto a compratori internazionali, direttamente partecipando alle fiere e indirettamente con promozioni e marketing on line.

Saranno selezionati dagli organi esecutivi dell’associazione di produttori attraverso criteri verificati di concerto con il coordinatore di progetto anche attraverso strumenti di valutazione, test di conoscenza del progetto che includeranno una parte riguardante le opportunità di sviluppo della strategia.

Per beneficiari indiretti si considerano circa 1000 persone, membri delle famiglie di produttori e di tutti gli operatori della filiera coinvolti nel progetto. Saranno inoltre beneficiari indiretti anche gli operatori dell’indotto della filiera dell’aloe che saranno indirettamente beneficiari dello sviluppo promosso nella filiera. Infine saranno beneficiari indiretti gli altri produttori agricoli che trarranno vantaggio dalla riqualificazione delle competenze dei tecnici e dei funzionari delle istituzioni locali formati con il progetto. Si stima quindi un numero totale di beneficiari indiretti di circa 1500 persone.

Monitoraggio e valutazione

Il progetto prevede due tipologie di monitoraggio e valutazione: una continuativa in itinere, pianificata e messa in atto dallo staff operativo locale di progetto, ed una finale ex-post di valutazione, da realizzare al termine di ogni annualità, a cura di Ora Veglia e dell’Associazione Dialogos.

- Il monitoraggio in itinere sarà condotto mensilmente durante tutta la durata del progetto dal coordinatore e dallo staff locale. Il monitoraggio misurerà il grado di raggiungimento dei risultati e obiettivi. Il monitoraggio in itinere sarà gestito attraverso schede di rilevazione e test di verifica post corso. La metodologia prevede che il sistema di monitoraggio rappresenti un metodo di lavoro per obiettivi in modo che anche il personale locale possa acquisire una cultura di lavoro che partendo dalla pianificazione punti al raggiungimento diretto degli obiettivi e risultati previsti.

- Il monitoraggio ex post. Al termine di ogni annualità un collaboratore di Ora Veglia ed uno dell’Associazione Dialogos per 7 gg analizzeranno sul campo lo stato di avanzamento verificando il raggiungimento dei benchmark degli indicatori. I due esperti saranno accompagnati dal personale della controparte locale che fungerà da facilitatore e mediatore linguistico culturale nelle interviste ai beneficiari. Con report documentativo, inclusivo di interviste a beneficiari e partner, analizzerà i motivi degli scostamenti. La valutazione si concentrerà su efficacia, impatto e sostenibilità dei risultati raggiunti.

In particolare i seguenti macro indicatori saranno misurati:

• variazioni delle competenze del capitale umano formato

• variazioni della capacità organizzativa, produttiva e commerciale dei produttori

• variazioni della capacità delle istituzioni di fornire servizi a supporto

• variazioni delle opportunità di impiego di gruppi vulnerabili (donne, giovani)

• variazioni nell’utilizzo di tecniche produttive ecosostenibili

• adozione di documenti di pianificazione strategica da parte dell’imprese rurali

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Gli indicatori scelti sono concretamente rilevabili grazie all’uso di fonti di verifica (registri contabili delle imprese, report e documentazione del Min. Agricoltura, fatture e contratti di vendita, registri delle visite sul campo dei funzionari pubblici) già operative nelle associazioni di produttori e nelle istituzioni Ministero Agricoltura Dipartimento di Karak e consentono l’effettiva valutazione di conseguimento degli obiettivi e risultati misurando:

• rilevanza (grado di soddisfazione dei bisogni dei TG);

• efficienza (grado di ottimizzazione delle risorse);

• efficacia (stato di avanzamento nel raggiungimento degli obiettivi);

• impatto dell’azione sui beneficiari, anche indiretti;

• sostenibilità (ambientale, economica, sociale ed istituzionale);

Il monitoraggio si baserà su indicatori quali-quantitativi di impatto e fisici di risultato.

I dati raccolti saranno presentati alle riunioni dello staff di progetto allargato ai partner locali e costituiranno la base per: a) orientare la strategia progettuale; b) adottare misure correttive per il raggiungimento dei risultati.

Sostenibilità

Sostenibilità finanziaria: a) Il primo elemento di sostenibilità è legato ai risultati economici dipendenti dalla vendita diretta sul mercato per i piccoli produttori che adesso vendono esclusivamente ai grossi produttori oligopolisti ad un prezzo molto inferiore al valore del mercato locale. La professionalizzazione ricevuta dai produttori nelle diverse fasi di processo di produzione, permetterà di avere un prodotto di maggior qualità con gli standards richiesti per la sua commercializzazione a livello nazionale ed internazionale. Attraverso la partecipazione alle diverse fiere internazionali gli imprenditori avranno la possibilità di strutturare relazioni commerciali con importanti importatori esteri. b) Rientro degli investimenti. Il progetto non crea nuove entità, ma interviene su organizzazioni esistenti da anni sul territorio, investendo sull’equipaggiamento delle strutture delle controparti permettendo loro di migliorare la qualità del prodotto per vendere direttamente sul mercato nazionale e internazionale, beneficiando di un ritorno economico consistentemente superiore rispetto all’attuale sistema di vendita. La vendita diretta nel mercato permetterà un rientro degli investimenti in un periodo di 5 anni. Il progetto pone le basi per una auto sostenibilità d’impresa nel lungo periodo agendo sia sul piano del controllo dei costi che sul piano della rimuneratività delle vendite. c) Capacity Building. Le istituzioni locali partner dopo le formazioni e gli scambi di esperienza con gli importanti partner italiani saranno in grado di sostenere le imprese nella commercializzazione dei loro prodotti offrendo servizi in termini di promozione & marketing, disbrigo pratiche export e controllo di gestione. Si consolideranno servizi alle imprese diretti a sostenere il posizionamento di quest’ultime quali soggetti economici autonomi nello sviluppo economico del territorio.

Sostenibilità istituzionale: Il progetto risponde alle priorità governative di capacity building, per favorire la creazione di reddito e posti di lavoro nei paesi attraverso il rafforzamento delle associazioni locali e del dipartimento locale del Ministero dell’Agricoltura. Il progetto è stato pianificato di concerto con le autorità locali che hanno sostenuto le nostre attività di assessment e confermato la loro adesione al progetto.

Sostenibilità politica: la stretta collaborazione con le autorità locali ed il dipartimento dell’agricoltura di Karak, che hanno espresso la piena assonanza del progetto alle priorità nazionali di sviluppo economico, offre garanzie di sostenibilità anche in caso di “spoils system” - rinnovo dell’attuale classe di dirigenti istituzionali.

Sostenibilità ambientale: Il progetto prevede la riorganizzazione produttiva impostata con il CNR su tecniche agro-ecologiche. L’uso sostenibile dell’acqua riduce gli sprechi massimizzando la produttività. L’uso di fertilizzanti privi di nitrati previene e combatte la desertificazione.

Al termine del finanziamento saranno passati circa 30 mesi dalla semina di nuove piantine che in 12 mesi entrano a pieno regime di produttività. Questo significa che a metà del progetto avremo già gli introiti delle vendite relative

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alla coltivazione di Aloe Vera. Gli introiti della vendita garantiranno, ai beneficiari, la copertura del costo del lavoro permettendo agli agricoltori di sostenere economicamente le loro attività fin dal 18^ mese di progetto. Al termine dei 36 mesi i profitti complessivi renderanno auto sostenibile l’iniziativa nel lungo periodo, con ampi margini di crescita. Il business plan di lungo periodo mette in evidenza che la capacità produttiva ed i volumi di raccolto determinano un incremento del 50% per ogni annualità, in quanto le piante hanno una considerevole capacità riproduttiva. Quindi l’unico limite alla crescita della coltivazione è rappresentato dall’estensione territoriale. Poiché la terra in quel contesto ha un valore molto basso (siamo in contesti semidesertici), è anche ipotizzabile prevedere l’affitto di nuove terre per allargare la coltivazione e beneficiare dei margini di profitto ottenuti.

Attività in Trentino

Sono previsti tavoli di lavoro sulle buone prassi con le realtà associate della Federazione trentina della cooperazione e di confronto specifici con realtà produttive di piccoli frutti e di erbe medicinali. Con la Scuola Agraria di San Michele all'Adige (Fondazione E. Mach) tavoli di lavoro e di confronto sui processi virtuosi di coltivazione, irrigazione e protezione delle piante. Inoltre sono previsti incontri con gli studenti dei due corsi di formazione per la coltivazione delle erbe medicinali. Le associazioni aderenti Teuta e Rasom si incaricheranno di promuovere, con la presenza dei loro volontari, iniziative specifiche di diffusione del progetto e delle attività collaborando ai mercatini e nei momenti di forte presenza dell'esperienza associativa e di volontariato trentina.

Report della missione di avviamento del progetto (2017)“Rete per lo sviluppo sostenibile e l'innovazione produttiva e commerciale

dei piccoli produttori di Aloe Vera in Giordania”di Lorenzo Gatti

PREMESSA

Il progetto, finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento (Determinazione n. 72 del 14/11/2016) e di cui è titolare l’associazione Ora Veglia onlus, rappresenta una prima fase di sperimentazione della coltivazione di Aloe Vera in Giordania, realizzata su richiesta ed in stretto raccordo con il Ministero dell’Agricoltura giordano (MoA) e dei beneficiari locali ed intende porre le basi per lo sviluppo di un’intera filiera agrobusiness dell’Aloe che concretizzi le importanti opportunità di sviluppo economiche e commerciali che una sua produzione può offrire.

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Obiettivo del progetto è quello di rendere questa nuova filiera un modello concreto e alternativo di generazione di reddito per i piccoli produttori che operano nella zona di intervento, i quali stanno affrontando una lunga crisi che sta duramente colpendo il settore agricolo dell’area.

La situazione in Giordania al momento appare tranquilla e il paese rappresenta un’area di stabilità in una zona caratterizzata da elementi di criticità e tensioni internazionali.

I. LUOGO E PERIODO DI SVOLGIMENTO DELLA MISSIONE:

Città di Amman e Municipalità di Fifa – Governatorato di Karak (Giordania)1 giugno – 31 ottobre 2017

II. OBIETTIVO DELLA MISSIONE:

II. OBIETTIVO DELLA MISSIONE:

Creazione delle precondizioni necessarie allo sviluppo delle attività progettuali attraverso:

1. Installazione ufficio e residenza cooperante

2. Avviamento delle relazioni con i partner e costruzione rete territoriale

3. Pianificazione ed avvio attività di progetto

III. ATTIVITÀ CONDOTTE

1. INSTALLAZIONE UFFICIO E RESIDENZA COOPERANTE

1.1. Come da accordi precedentemente intercorsi tra la Fondazione GPII e l’impresa giordana NAMA, quest’ultima si è offerta di ospitare nei suoi spazi, a titolo gratuito, la base operativa per il coordinamento del progetto. Pertanto da inizio giugno, il Coordinatore ha potuto usufruire di una scrivania e di varia strumentazione da ufficio presso la sede di NAMA sita ad Amman, nel complesso del King Hussein Business Park (http://www.businesspark-jo.com/en-us/).

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1.2. Per quanto riguarda l’alloggio, grazie alla facilitazione di Ora Veglia, è stata individuata la soluzione abitativa migliore tra le varie opzioni visitate. In particolare è stato scelto l’appartamento (già ammobiliato) messo a disposizione dalla Sig.ra Serena Sandri, sito nel quartiere residenziale di Khalda, a pochi minuti di distanza dall’ufficio.

1.3. Il progetto non prevede l’acquisto di un’automobile, pertanto tutti gli spostamenti sono stati effettuati generalmente con trasporti locali (autobus e taxi) o, in via occasionale, con auto a noleggio. Sono stati comunque richiesti preventivi da alcuni concessionari della zona anche in funzione di altre iniziative al fine di valutare la possibilità di un ipotetico acquisto futuro.

2. RELAZIONE CON PARTNER E COSTRUZIONE RETE TERRITORIALE

Nel corso della missione sono state organizzate varie riunioni ed incontri con i partner del progetto e con varie realtà locali che potrebbero risultare utili per la buona riuscita dello stesso. Tra le più importanti si segnalano:

Jordan Exporters and Producers Association for Fruits and Vegetables (JEPA): è il partner principale del progetto ed è una ONG che raggruppa circa 120 membri tra produttori agricoli, importatori, esportatori, imprese di processamento, di trasporto e logistica operanti nel settore della frutta e della verdura. Si preoccupa sia di fornire assistenza tecnica ai propri associati (attraverso corsi di formazione, workshop, consulenze sul campo) che di garantire la qualità della loro produzione nel rispetto di elevati standard per l’ottenimento di certificazioni internazionali. Impiega circa 10 persone (oltre ai membri del board che lavorano su base volontaria) ed è l’organizzazione che ha identificato la cooperativa di agricoltori Ghor Madsous di Fifa, proprietaria dei terreni sui quali verrà coltivata l’Aloe Vera, come soggetto beneficiario del progetto.Figure di riferimento ai nostri fini sono Mr. Zuhair Arif Jweihan, vicePresidente di JEPA e Mr. Mazen Hamarneh, membro del CdA. Entrambi inoltre fanno parte anche del Consiglio della Jordanian Society for Organic Farming (Zuhair Jweihan, ne è il Presidente), ente che si occupa della certificazione dei prodotti biologici giordani.

NAMISIS Strategic Intelligence Solution (NAMA): è un’impresa privata che si occupa di fornire supporto a Ministeri ed Agenzie del governo giordano, imprese locali ed attori della società civile in particolar modo riguardo la conduzione di sondaggi, risk assessment, organizzazione di consulenze e formazioni specifiche. Uno dei suoi punti di forza è sicuramente la rete di contatti che possono mobilitare e sia il suo Presidente (Dr. Fares Braizat) che il suo amministratore delegato (Dr. Jeries M. Ziadat) si sono rivelati figure fondamentali per l’avvio del progetto e per l’identificazione di soggetti privati potenzialmente interessati all’acquisto del gel e/o della polvere di Aloe ed alla produzione di succhi di frutta e prodotti cosmetici.

Royal Society for the Conservation of Nature (RSCN) – Wild Jordan (WJ): RSNC è un’organizzazione alla quale il governo Giordano ha affidato la gestione di tutte le riserve naturali della Giordania. WJ è la ONG afferente alla RSNC che tra le altre cose si occupa di progetti di sviluppo socio-economico per comunità rurali svantaggiate e può contare su un forte radicamento territoriale ed una conoscenza capillare delle comunità rurali giordane. Il Direttore della RSNC, Mr. Yehya Khaled, si è detto favorevole a collaborare con il progetto offrendoci un supporto tecnico e logistico alla coltivazione e produzione dell’Aloe. L’organizzazione possiede inoltre un

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terreno vicino alla zona d’intervento del progetto che metterebbe a disposizione per posizionare l’impianto necessario ad estrarre e processare il gel (vasche per il lavaggio, banconi per selezione e filettatura delle foglie, banconi per la selezione e ripulitura del gel, contenitori per il prodotto finito, etc.)

Cooperativa agricola Ghor Madsous: è la cooperativa agricola direttamente coinvolta nel progetto, la beneficiaria dell’intervento. È composta da un centinaio di membri ed è in ottimi rapporti con JEPA. Negli incontri avuti con il suo Presidente, Mr. Abdallah Sboul, si sono dimostrati particolarmente entusiasti all’idea di avviare la coltivazione di Aloe e, fin da subito, si sono resi disponibili a convertire la totalità della loro produzione (per lo più pomodori ed angurie che al momento non hanno una resa economica sufficiente al sostentamento delle famiglie dei produttori).

National Centre for Agricultural Research and Extention (NCARE): è un centro di ricerca che dipende direttamente dal Ministero dell’Agricoltura giordano (MoA) e si occupa di tutto quello che riguarda lo sviluppo dell’agricoltura e della pastorizia in tutta la Giordania. È inoltre un centro che effettua test ed analisi chimiche e microbiologiche su acqua, aria e suolo. Lavora sia con fondi del MoA che tramite il supporto e la collaborazione con donatori internazionali. Il suo Direttore, Dr. Nizar Jamal, si è detto disponibile a mettere la propria esperienza e quelle dei suoi collaboratori a disposizione delle attività del progetto offrendoci la possibilità di effettuare test ed analisi presso i loro laboratori a prezzi vantaggiosi.

Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), sede di Amman: la Giordania è uno dei Paesi prioritari per la Cooperazione italiana e dal 1 luglio 2016 una sede estera dell’Agenzia è operativa nella capitale. Il Direttore Michele Morana ha voluto incontrarci per conoscere l’associazione Ora Veglia e la Fondazione GPII. Reputa il progetto particolarmente interessante ed ha espressamente richiesto di ricevere aggiornamenti sui suoi sviluppi.

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3. PIANIFICAZIONE ED AVVIAMENTO ATTIVITÀ DI PROGETTO

3.1. Visite sul campo

A Fifa sono stati visitati i terreni a disposizione della Coop. Ghor Madsous per una loro valutazione e per programmare i lavori preparatori della futura coltivazione. I terreni in possesso della cooperativa ammontano ad un totale di circa 27,2 ettari di cui attualmente solo 16 sono coltivati. Le principali colture della zona sono pomodori (ogni anno la cooperativa ne produce circa 4/500 tonnellate), angurie (90/100 tonnellate) e cipolle (30/40 tonnellate).I produttori che collaboreranno nel progetto sono quei lavoratori della cooperativa che da subito si sono proposti per sperimentare questa nuova coltivazione e che il Presidente della cooperativa ci ha garantito essere agricoltori esperti oltre che particolarmente motivati.

I soci della cooperativa Ghor Madsous hanno deciso di destinare alla coltivazione dell’Aloe Vera approssimativamente il 10% dell’area coltivata, corrispondente a circa 1,6 ettari. La superficie adibita a questo scopo è posta subito all’ingresso dei terreni della cooperativa in un’area che al momento era lasciata a riposo in attesa di una nuova semina. Il campo è stato appositamente ripulito, lavorato e preparato per la nuova coltivazione. Per fare questo lavoro, i soci della cooperativa oltre alla normale piccola attrezzatura agricola, hanno usato trattori, motozappe ed una grossa frantumasassi, tutti macchinari che sono nella disponibilità della cooperativa.Nelle immediate adiacenze, la cooperativa Ghor Madsous ha inoltre messo a disposizione del progetto una stanza che potrà essere usata come base per riunioni e per coordinare le attività in loco.Dopo essersi confrontati con agronomi ed esperti locali (JEPA), è stato deciso di interrare le piante di Aloe ad una distanza di circa 40 centimetri l’una dall’altra stimando di coprire l’intera area dedicata con circa 10.000 piante.Assieme al Presidente della cooperativa ed al nostro agronomo si è inoltre discusso della necessità di installare un vivaio a lato del campo principale che preparerà le piante di Aloe prima di essere trapiantate nel terreno.La superficie del vivaio dovrà coprire un’area di circa 1500 m2 e sarà composta da uno scheletro d’acciaio alto 3 metri e coperto con un telo ombreggiante al 70%. La struttura sarà ancorata a terra tramite tubi d’acciaio poggianti su basi di cemento armato.All’interno saranno disposti tavoli, carrelli, nebulizzatori e tutto il necessario per la moltiplicazione delle piante di Aloe Vera e per la cura dei germogli che saranno messi a radicare in vasetti singoli prima di essere interrati nel campo.L’Aloe verrà fatta riprodurre tramite talea che consiste nel recidere i germogli laterali che la pianta produce in abbondanza (i cosiddetti polloni) ed invasarli dopo averli lasciati asciugare due o tre giorni. La moltiplicazione per polloni è una tecnica che viene largamente utilizzata perché permette di avere piante adulte in un tempo minore che con la semina.Nei vasetti usati a tale scopo, verrà posta della torba di cocco, che è un composto di midollo e fibra di cocco che viene impiegato nell’ortoflorovivaismo come substrato al posto del terriccio.La torba di cocco oltre ad aver una serie di caratteristiche che la rendono idonea al nostro scopo (buona ritenzione idrica, elevata capacità di drenaggio, chimicamente stabile) è una materia biologica, ottimamente eco-compatibile e facilmente rinnovabile.

Si è inoltre esaminata la possibilità di sfruttare il sistema di irrigazione attualmente adoperato dai contadini della cooperativa e di ampliarlo per le nuove necessità. Al momento l’acqua arriva ai campi ‘per gravità’, ovvero precipita da grosse vasche scavate a monte e viene incanalata in lunghi tubi di gomma che la trasportano fino al piano. Non si è ravvisata la necessità di utilizzare pompe elettriche o attrezzature simili in quanto la quantità d’acqua che arriva ai campi risulta al

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momento sufficiente per i nostri bisogni. Gli interventi si concentreranno piuttosto sull’estensione del sistema di tubazioni e sulla sua manutenzione.

A questo scopo si è concertato di acquistare tutte le tubazioni e gli accessori necessari a coprire tutta l’area coltivata con il metodo dell’irrigazione a goccia, optando per la soluzione a microaspersione a goccia (sprinkler) che garantisce un’elevata distribuzione d’acqua sul terreno.

Sono quindi stati messi a preventivo l’acquisto di 2000m di tubazioni, più i necessari nodi, innesti e distanziometri. Assieme al Presidente della cooperativa abbiamo previsto di acquistare anche 3 grossi contenitori di acqua piovana da 3000 litri da dislocare nei punti chiave dell’area, in modo da garantire un flusso costante di acqua anche nei momenti di maggiore scarsità d’acqua.

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Nelle immediate vicinanze dell’area si trova la fattoria sperimentale del King Abdullah Fund for Development (KAFD) dove NAMA ha avviato la coltivazione sperimentale di circa 3000 piante di Aloe Vera importate dalla Thailandia. Queste piante sono messe a nostra disposizione da NAMA per essere trasferite nei campi della Coop. Ghor Madsous.

3.2. Selezione di personale specializzato

Come previsto è stato individuato e selezionato un agronomo locale che accompagnerà le attività del progetto e sarà di supporto sia ai produttori coinvolti che al Cooperante. La scelta è caduta su Mr. Mazen Hamarneh, già volontario presso JEPA e preparato agricoltore. La sua nomina ci è stata caldeggiata da tutti i partner locali dal momento che questi conosce personalmente il Presidente della Coop. Ghor Madsous di Fifa e collabora da anni con i coltivatori della zona, offrendo loro

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consulenza e supporto tecnico. Si reputa quindi che sia persona esperta delle problematiche e delle opportunità presenti nell’area di intervento e che sia un profondo conoscitore della materia.

Mr. Hamarneh ha fin da subito partecipato alle riunioni preparatorie ad Amman ed ha organizzato gli incontri a Fifa assieme al Presidente e ai lavoratori della cooperativa. Come evidenziato al punto 3.1, ha già preso parte ad alcune attività ed ha accompagnato più volte il coordinatore a visitare i terreni che saranno interessati dal progetto e l’area circostante. Si è inoltre adoperato per metterci in contatto con i fornitori di materiali ed attrezzature agricole, facilitando la richiesta di preventivi visto che i venditori locali parlano solamente in arabo.

3.3. Conto corrente bancario

In collaborazione con JEPA, e soprattutto grazie al suo vicepresidente Zuhair Jweihan, si sono avviate le pratiche per l’apertura di un conto corrente bancario dedicato in maniera esclusiva alla gestione dei fondi del progetto. Purtroppo le recenti direttive emanate dal governo giordano riguardo il trasferimento di fondi dall’estero su conti in Giordania hanno portato ad una variazione delle tempistiche inizialmente previste. Le nuove restrittive leggi in materia di antiterrorismo e antiriciclaggio ci hanno infatti obbligato ad ulteriori passaggi tra i vari uffici ministeriali ed a rinviare l’apertura di un conto corrente alla fine dell’estate.

3.4. Predisposizione del budget esecutivo

Al fine di avere un piano di spesa esecutivo, si è proceduto alla richiesta dei preventivi di spesa aggiornati, inerenti la macrovoce 3 “Attrezzatture e investimenti” del budget del progetto. In particolare sono state richieste stime aggiornate per le linee di budget: 3.4.1 Attrezzature agricole per la produzione, 3.4.2 Sistema idrico, 3.4.3 Piante. Sono stati contattati 3 venditori di attrezzatture e materiale agricolo di Amman dietro suggerimento dell’agronomo locale che ha facilitato i contatti con loro e lo scambio di richieste

I fornitori hanno fornito i rispettivi preventivi e, di concerto con l’agronomo locale, è stato individuato il futuro fornitore sulla base della migliore offerta. Si rimanda alla prossima apertura del conto corrente ogni acquisto.

3.5. Altri adempimenti burocratici

Tramite la Società Dante Alighieri di Amman (amman.ladante.it) e la sua interprete Mrs. Hanin Abdelsamad sono stati tradotti e certificati tutti i documenti necessari al riconoscimento da parte delle istituzioni locali del progetto in Giordania.

IV. CONCLUSIONI

La missione si è rivelata estremamente positiva. I partner, i beneficiari, le varie realtà locali che sono stati incontrati hanno manifestato particolare interesse nel progetto e desiderio di prendervi parte. La disponibilità dei vari partecipanti è ampia e la loro partecipazione è stimolante e propositiva.

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Al momento le uniche note di criticità si sono rivelate essere quelle inerenti all’apertura del conto corrente bancario che è stata pregiudicata da congiunture negative.

Le successive attività del progetto prevedono per la prima annualità:

trasferimento fondi della prima annualità del progetto sul conto corrente per dare avvio concreto alle attività per un totale di 47.898€ divisi in tre tranche (le prime due da 16.828€ e la terza da 14.424€)

la costruzione di un vivaio sul terreno della Coop. Ghor Madsous per la riproduzione delle piante di Aloe ed il trasferimento, sempre sui terreni della cooperativa, delle piante già piantate nella fattoria sperimentale del King Abdullah Fund for Development. Tra nuove piante e lo spostamento di quelle già adulte si conta di avere a fine prima annualità (30 maggio 2017) dalle 5000 alle 6000 piante di Aloe Vera

il potenziamento del sistema irriguo della Coop. Ghor Madsous con l’installazione di nuove tubature e la sostituzione di quelle non più utilizzabili. Inoltre si è già previsto l’acquisto di strumenti meccanici per l’aratura e piccoli strumenti per l’ammorbidimento dei suoli, di pinze e cesoie per la potatura, casse per lo stoccaggio delle foglie recise.

organizzazione di un viaggio studio in Italia di 3 tecnici agronomi giordani per uno scambio di esperienze e l’acquisizione di buone pratiche innovative presso aziende agricole italiane. Il viaggio è finalizzato ad avere personale locale qualificato in grado di replicare il giusto approccio verso i produttori agricoli giordani.

realizzazione di una consulenza formativa in loco a cura di un esperto di MAnsef di 10 giorni, con l’obiettivo di formare il personale locale sulla pianificazione e sul controllo di gestione delle imprese agricole (argomenti della formazione saranno controllo di gestione, analisi dei costi, pianificazione strategica, business plan, etc.)

visita della durata di 6 giorni di un esperto italiano di cooperativismo che supporterà i produttori ed i consulenti locali nella pianificazione del loro percorso riorganizzativo. La presenza dell’esperto sarà finalizzata a facilitare un percorso di aggregazione dei singoli individui in forma associativa e auspicabilmente cooperativistica

consulenza in loco di due esperti italiani del CNR che per 7 giorni accompagneranno i produttori agricoli ed il personale tecnico in un percorso di formazione che includerà, tra le altre cose, lo studio della gestione sostenibile delle risorse naturali, la prevenzione dei parassiti, la gestione del suolo ed i relativi metodi d’irrigazione, le tecniche di produzione biologiche, etc.

consulenza in loco, della durata di 7 giorni, di una biologa della Fondazione Archeologia Arborea, esperta in varietà botaniche che può supportare i produttori nella coltivazione e nella cura delle piante di Aloe Vera.

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