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Intervento di Floriana e G. De Santis Woprkshop 12 giugno 2012TRANSCRIPT
Sviluppo di comunità e nuova partecipazione
s
Floriana Colombo, Giuseppe De Santi
Pisa 21giugno 2012
Anni ’80 e ’90: il ritiro dello stato e l’aggiustamento strutturale.
La necessità di governare i processi sociali, economici e politici, in particolare a livello locale ”decentramento”la”governance” e “la partecipazione”
Che cosa
Come
Stato -Sist. politico
Societàcivile
Mercato
Aree di convenienzaeconomica
Aree dellamarginalità
PrivatizzazioneDeregolazioneSussidiarietà forzosa
Le sfide
l principio dell’autonomia della società civile e il contributo alla costruzione di uno spazio pubblico condiviso ‘protagonista’La mediazione dei modelli esogeni (insufficienza del quadro concettuale ‘moderno’, e la difficile integrazione del panorama istituzionale tradizionale)La mediazione e l’inclusione: sul piano politico, economico, sociale ( versus partecipazione consultativa)La gestione della molteplicità, incoerenza e ridondanza, in termini di meccanismi pratici, cognitivi e valoriali (opposizione: il coordinamento)
Come
Ci sono due visioni alternative con cui la dottrina moderna intende identificare la società civile
La prima viene identificata dal non-mercato, ovvero le organizzazioni intermedie tra la famiglia e lo stato.
La seconda interpretazione intende tutto ciò che si colloca nello spazio - “l'agorà” della società civile,
Società civile: nuove funzioni
Spazio pubblico
Stato -Sist. politico
Societàcivile
Mercato
Un'arenaconsensuale
di ‘governance’
Il faciltatoredi rete
Modalità di lettura
Impresa privata
Organizz. di servizio
CooperativeOrganizzaz. di elezione
Governo locale
Amminist. Locale
Settore privatoAzione collettivaSettore pubblico
ProfitBeneficenzaAuto aiuto(risorse in comune)
Auto-aiuto(interessi comuni)
PoliticoBurocratico
Orientamento delle istituzioni locali
ClientiBeneficiariMembriMembriCittadiniElettore
Ruoli dei singoli con riferimento ai diversi tipi di istituzioni
Modalità di funzionamento
I II III
Meccanismo principale
Strutture burocratiche
Interazioni di mercato
Associazione volontaria
Decisori Amministratori ed esperti
Produttori, consumatori,
investitoriLeaders e
membri
Guide di comportamento
Regole Prezzi Accordo
Criteri di decisione Policy, ‘ottimo’tecnico
Efficienza Interesse
Sanzioni Autorità statale Perdita finanziaria Pressione sociale
Modo operativo Top-down Individualistico Bottom-up
Le componenti della SC
Uno spazio consensuale di
governance
Stato -Sist.politico
Mercato
Societàcivile
Esclusi!
• Organizzazioni private volontarie
• Organizzazioni comunitarie • Organizzazioni intermedie• Organizzazioni ‘criptate’ e
antagoniste ‘incivili’
Rappresentanza elevata
Sussidiarietàlocale
Pallottino 2006
Il ritiro/indebolimento dello statoLa necessità di governare i processi sociali, economici e politiciIl radicamento concreto dello sviluppo, delle sue condizioni, delle sue conseguenzeLa coscienza di una molteplicità di attori, e del loro ‘peso diseguale’La coscienza del ‘fallimento dello sviluppo
ricapitoliamo
Re-immaginare cittadinanza
Rafforzare la società civile
la costruzione diorganizzazioni locali
Un rinnovamento delle pratiche della partecipazione: Oltre la democrazia
PùIl senso comune
una opportunità disattesa
una farraginosità che impedisce il pieno realizzo di una amministrazione efficiente.
utilizzare di metodi specifici per espandere deliberazione democratica e di inclusione di tutti i soggetti e tutte
le generazioni
assicurare la circolazione delle informazioni attraverso le reti informative
community-based
nutrire la "cittadinanza" piena e consapevole
Re-immaginare cittadinanza
Rafforzare la società civile
la costruzione diorganizzazioni locali
Un rinnovamento delle pratiche della partecipazione: Oltre la democrazia
utilizzare di metodi specifici per espandere deliberazione democratica e di inclusione di tutti i soggetti e tutte
le generazioni
assicurare la circolazione delle informazioni attraverso le reti informative
community-based
nutrire la "cittadinanza" piena e consapevole
.ripensare ad una nuova cittadinanza un compito prima di tutto politico e solo successivamente tecnico
assumersi l'onere di discutere problemi specifici e concreti
coinvolgere in maniera continuativa le persone le persone coinvolte dai problemi
accettando lo sviluppo deliberativo (anche se non corrisponde all'agenda politica),
Re-immaginare cittadinanza
Rafforzare la società civile
la costruzione diorganizzazioni locali;
Un rinnovamento delle pratiche della partecipazione: Oltre la democrazia
Pianificare insieme ; Attori della società civile enti governativi lavorano nella progettazione fornitura di beni e servizi
• Cambiare le forme di responsabilizzazione nel governo delle cose pubbliche
• Rafforzare della rappresentanza inclusiva modificando le regole
utilizzare di metodi specifici per espandere deliberazione democratica e di inclusione di tutti i soggetti e tuttele generazioni; gli strumenti e i luoghi
istituzionali esercitare la partecipazionepermanente
assicurare la circolazione delle informazioni attraverso le reti informative
community-based
nutrire la "cittadinanza" piena e consapevole
In media il coinvolgimento della cittadinanza avviene nella sfera politica, nelle forme della democrazia rappresentativa, raramente nelle altre sfere in cui si esprime la persona. Di qui l’affievolirsi dell’abitudine alla partecipazione o quantomeno al dibattito criticamente informato sulla cosa pubblica e sui beni comuni.
Promuovere nuova partecipazione nelle comunità locali significa spesso ricucire le condizioni relazionali-organizzative per l’effettivo esercizio della cittadinanza delle tante diversità, e ‘‘poli-identità’’ .
L’attenzione si sposta sugli aspetti di processo che rimettono in moto la soggettività e l’intersoggettività dei vari attori del territorio sui temi di rilevanza comunitaria.
Così come in fisica noi non vediamo la luce, ma vediamo con la luce, così nel campo sociale noi “vediamo” con le relazioni. Come nel campo fisico il colore non è una proprietà delle cose, ma è una proprietà del rapporto tra realtà e osservatore, nel campo psicologico sociale ‘‘il colore’’ della realtà è una proprietàrelazionale tra attori diversi
Ma a differenza che nel campo fisico, in cui il rapporto è meccanico, nel campo sociale il rapporto è comunicativo e interpretativo.
Se si intende promuovere la partecipazione nell’elaborazione di un progetto comunitario, occorre distinguere la concertazione(come accordo interistituzionale o con gruppi d’interesse organizzati) dalla partecipazione (come percorso aperto fra soggetti diversi).
In una democrazia rappresentativa ciò non implica in generale una restituzione della “delega” ai cittadini, ma implica che il processo di costruzione delle decisioni tenga esplicitamente conto di quanto emerge nella relazione con almeno una parte dei cittadini destinatari.
Ciò comporta, tra l’altro, mutamenti nelle relazioni di ruolo tra le persone e i tecnici nonché tra le persone, i gruppi sociali e le istituzioni politiche, e viceversa.
La progettazione partecipata ha dunque lo scopo di democratizzare i rapporti sociali-comunitari, nella relazione tra saperi “comuni” e saperi “esperti”: si basa sulla comunicazione tra diverse conoscenze e competenze, per così dire tra saperi “differentemente esperti” .Seguendo la nota definizione di Lewin (che descrive la metodologia generale della ricerca-azione), occorre di volta in volta una ricerca comparata sulle condizioni e sugli effetti delle varie forme di comunicazione sociale (ricerca, conoscenza), che a loro volta tendono a promuovere l’azione sociale stessa (partecip-azione).
L’ottica partecipativa prevede il coinvolgimento degli attori territoriali in ogni fase del processo di elaborazione, confronto e decisione, nella convinzione che le progettualità nate dalla collaborazione e dall’interazione con e tra almeno una parte dei soggetti del territorio sono più facilmente accolte dalla comunità e motivano più efficacemente il cambiamento. I soggetti coinvolti sono in un primo tempo “portatori di informazioni”, successivamente diventano essi stessi soggetti della ricerca.
Spesso questo richiede la realizzazione di una spirale di parecchi cicli di attività che sollecitano progressivamente livelli diversi di partecipazione.
Se la promozione della partecipazione si caratterizza come processo per riconoscere/legittimare soggettività e istanze diverse (coinvolgimento dei soggetti implicati rispetto all’area di intervento, raccolta delle diverse istanze e percezioni sui problemi, con prime micro-azioni conoscitive in partnership con almeno alcuni di questi soggetti),
nell’attivazione particolare importanza rivestono le interazioni fra i diversi attori, volte a focalizzare gli scenari di azione possibili da trasformare in progett-azione come risposta ad alcune fra le situazioni-problema sentite come più importanti (prioritarie) in relazione all’idea progettuale.
PROMOZIONE: coinvolgimento di persone-gruppi (“Esisti per…”)
CONNESSIONE: fra le diversità per riconoscere e progettare scenari di attivazione possibili e desiderabili (“Esisti nella relazione con e fra…”)
ATTIVAZIONE: partecipazione attiva alla definizione/realizzazione dei piani di azione (“esisti e conti nelle decisioni”)
• Il coinvolgimento può assumere il significato di un processo che fornisce l'opportunità ai diversi soggetti del territorio di riconoscersi e di essere legittimati nei loro problemi e nelle loro potenzialità.
• In questo senso il coinvolgimento assume la valenza di una condizione necessaria perpromuovere la partecipazione come azione di influenzamento e di decisione collettiva fra i soggetti della comunità, per soddisfare i bisogni e risolvere i problemi nella comunità.
Aspetto cruciale del passaggio dal coinvolgimento alla partecipazione: si crea attraverso setting alternativi dialogici (come gli eventi e i processi di p.p.) e si nutre del riconoscimento di interessi e bisogni comuni o complementari.
La connessione, nell’agevolare la conoscenza interattiva del territorio e la produzione relazionale di conoscenza e progettualità, promuove lo sviluppo del senso di comunità.
Ridefinire un problema per connessione, significa comprenderlo ad un livello di analisi della relazionesociale oltre che parziale/particolare, individuando i modi in cui i problemi di parte sono collegati alle tematiche comuni.
Il passaggio dal coinvolgimento alla partecipazione si basa sulla possibilità di promuovere percorsi di interazione fra gruppi, che in questo modo possono entrare in un rapporto dialettico entro quelle micro-decisioni di percorso, propedeutiche a processi di un piùampio cambiamento sociale-comunitario.
La partecipazione attiva implica infatti un reale esercizio del potere di influenzamento delle decisioni nella relazione fra soggetti, e nel controllo su ciò che hanno prodotto coloro che hanno ricevuto/accettato deleghe
Ciò che caratterizza la progettazione partecipata di un evento non si esaurisce in questi tre processi, ma si concretizza nel senso di responsabilitàsociale: un apprendimento per consapevolezza condivisa, che le condizioni di vita della collettività e i problemi che in essa si verificano chiamano in causa tutti.
E questo è un primo passo per convertire un progetto territoriale in bisogno di cambiamento e in forza pro-motrice di cambiamento, non solo in termini di capacità di controllo di parte ma anche di controllo collettivo rispetto ad uno scopo condiviso.
In prima istanza i ricercatori-operatori e i soggetti-destinatari, in un’ottica promozionale, collaborano nell’identificare i problemi o i bisogni da affrontare (azione per conoscere/definire «cosa cambiare con»).Quindi, a partire da ciò, ipotizzano e vagliano le possibili alternative di intervento (azione per riconoscere/progettare);successivamente collaborano all’intervento o alla verifica del suo impatto (organizzazione dell’azione: azione per cambiare).
• Nella fase di avvio di un progetto è di vitale importanza chiedersi quanto il progetto ipotizzato promuova o congeli le possibilità di partecipazione per i soggetti della comunitàlocale.
• In altri termini: le ipotesi di programma ideate, in relazione alla situazione territoriale di partenza, quale qualità della partecipazione favoriscono? Inoltre qual è il livello di partecipazione auspicabile, possibile e realizzabile da parte dei soggetti diversi implicabili?
IL CAMPO DI FORZELa comunità locale può essere guardata
come un campo di forze, da scoprire o ridefinire, animare nelle sue potenzialità, e sostenere nelle sue capacità di perseguire una progettualità.
All'inizio di un percorso occorre interrogarsi a tavolino (metaprogettare) su com'èconfigurato il campo di forze degli attori noti per poter essere poi più efficace nell'approcciarlo e ampliarlo
I GATE KEEPERSIl riferimento generale può essere una
metodologia di ricerca-azione che si chiama Gate-keepers, che aiuta a costruire una mappatura degli attori intesa come mappa delle leadership già note e delle partnership che possono rivelarsi promozionali se opportunamente agganciate: una mappatura non statica ma dinamica, che viene a precisarsi man mano nel corso dell'azione progettuale.
COME SI FA UNA MAPPATURA?
I metodi di lavoro sono almeno tre, che possono essere utilizzati in sequenza FRA ATTIVITA' A TAVOLINO E USCITE SUL CAMPO:
1- “catalogare” gli attori noti con una tecnica indiretta proiettiva (Il "se fossi"):
“Se fossi il tal attore o il tal altro… cosa penserei?”
aspetti dai quali mi sentirei attratto aspetti che sentirei poco chiarii problemi che prevederei
2- Interrogarsi sul quadro ipotetico che si prefigura e ulteriori aspetti da esplorare nella relazione con i diversi soggetti:
“Di fronte a questa situazione che domande mi vengono in mente?”
“Quali risposte a tali domande sono intanto plausibili? Quali aspetti devo invece esplorare andando a contattare i vari attori?”
"che strumenti uso (es. intervista di gruppo, individuale, questionario...) per andare a capire questi aspetti cui non so dare risposta a tavolino?"
…E DOPO L’USCITA SUL CAMPO…3- Effettuato un primo contatto con gli attori, fare
l'analisi del campo di forze: “ricatalogare”l’esistente (soggetti, bisogni, problemi...) evidenziando le possibili valenze presenti nel campo di forze
Il termine " valenza" può avere infatti due significati: la valenza delle disponibilità dimostrate:
DIREZIONALE o PROMOZIONALE dei singoli attori (esprimono spinte individualistiche o proposte esplicite o implicite di collaborazione e dialogo);
la valenza situazionale che un attore può esprimere per VICINANZA con altri soggetti.
LA PRIMA MAPPATURA a tavolino Serve ad analizzare la configurazione del campo di forze
mobilitabile o il profilo degli attori di una rete potenziale
Permette di trovare delle prime risposte ad alcune domande che è bene porsi per essere efficaci nell'avvio del progetto: Quali soggetti hanno potenzialità promozionali nel breve periodo?Chi vado a trovare per primo fra gli attori presenti nel campo di forze?Passo da un soggetto ad un altro in maniera sequenziale o vado per primi dai soggetti che mi pare possano avere una valenza promozionale?come faccio a intercettarne altri meno noti o vicini?
Gate keepers: la mappa delle leasdership
Si costruisce SOLO uscendo sul campo, è una metodologia di lavoro utile a:
Riconoscere la "fertilità" potenziale delle valenze dei diversi attori in relazione alla proposta progettuale
Riconoscere le criticità potenziali legate a problemi o bisogni o interessi diversi che potrebbero esprimere, e che se non considerati potrebbero frenare la collaborazione
Essa ci permette di trovare risposte alle seguenti domande:i soggetti noti esprimono una leadership potenzialmente direttiva (volta a convincere gli altri della legittimità delle proprie aspettative e bisogni) o potenzialmente promozionale (volta al cambiamento partecipato a partire dal riconoscimento dei nodi critici e dei diversi punti di vista)?il campo di forze ingaggiabile è sufficiente?è meglio partire dal coinvolgimento contemporaneo di piùsoggetti o concentrarsi solo su alcuni?qual è il soggetto o la situazione "di sottogruppo" potenzialmente più orientabile alla partecipazione nel breve periodo?fra i soggetti mappati c’è qualcuno disponibile a mettersi in discussione e a rivedere il respiro e il significato della propria attività di elezione in funzione della nostra proposta progettuale?
Esistono infatti almeno tre aree di inferenza nella progettazione partecipata:
A. il modello relazionale-organizzativo : “chi promuove”, “chi decide”, “chi sostiene/dà risonanza”, “chi valuta” e quale relazione fra queste funzioni/soggetti;
B. Gli elementi in ingresso (contenuti) : le priorità fra problemi, i valori che sostengono l’azione per il cambiamento;
C. La misurazione degli sviluppi (evaluation): ossia la direzione del cambiamento, la connessione fra problemi, obiettivi, risorse, vincoli nella realizzazione delle azioni che in progressione sviluppano e consolidano il cambiamento partecipato.
È la relazione fra processi partecipativi e il modello organizzativo fra i soggetti implicati in una azione territoriale.
Il modello organizzativo di base infatti ha il compito fondamentale di fornire sostegno alle modalità con cui lo sviluppo del progetto viene man mano influenzato o modificata dagli attori partecipanti.
Ed è essenziale per favorire lo strutturarsi progressivo di competenze partecipative da parte dei soggetti-oggetti dell’intervento.
Lo sviluppo di comunità ha che fare infatti con lo sviluppo di un sentimento di comunità e con la crescita della comunità come soggetto competente.
Il modello organizzativo dell’intervento in particolare richiede, per permettere la dialettica e il confronto fra le parti in azione, alcuni luoghi e momenti collettivi specifici che rispondono all’esigenza di differenziare e integrare le funzioni consultive e decisorie all’interno del sistema progettuale complessivo.
La domanda generatrice del passaggio dalla macro-fase promozionale a quella dell’attivazione, è la seguente:
quali condizioni permettono la nascita di una progettualità integrata fra soggetti (ponte fra presente e futuro e fra persone-gruppi-istituzioni…) in un contesto di comunità?
Gli elementi di ingresso all’avvio della progettazione partecipata sono:
I problemi attribuiti o sentiti a seconda che ci sia la partecipazione di almeno una parte dei soggetti-oggetti dell’intervento alla loro definizione
Accanto ad essi si individuano due componenti: una relativa ai soggetti-oggetti dell’intervento, ossia alla domanda che emerge in relazione a bisogni o valori sentiti, e alle attese che alimentano tale domanda;
l’altra relativa alla committenza istituzionale, riferita alle risorse e ai vincoli (operatori, tempi, mezzi, vincoli burocratici o amministrativi) che possono coadiuvare o limitare dall’esterno il respiro della progettazione.
All’avvio della progettazione infatti spesso è presente e attiva solo la committenza istituzionale
le risorse iniziali per la promozione e la realizzazione dell’idea progettuale stessa è un equipe di operatori o tecnici; mentre è assente la committenza territoriale.
sono presenti nell’intenzionalità politico-pedagogica degli operatori alcuni aspetti legati ai problemi, alle aspettative e ai bisogni attribuiti ai soggetti territoriali.
La contraddizione fra la presenza della committenza istituzionale e l’assenza come soggetto di quella territoriale (oggetto-destinatario dell’intervento) rappresenta l’elemento che istituisce il modello organizzativo della fase promozionale.
Come costruire un sistema organizzativo che permette in itinere di ampliare gli attori decisionali e rendere accessibili ed efficaci i processi negoziali nelle diverse fasi della ricerca-azione?
La risposta a queste domande dovrebbe permettere il passaggio da un’organizzazione dove predomina il government ad un’altra in cui si instaura la governance :
ai soggetti sociali deve essere riconosciuta progressivamente la funzione e il potere di:Definire i propri problemi e i bisogni;Scegliere “i compagni di strada” con cui collaborare per ridefinirli collettivamente, individuare le priorità condivisibili, e costruire soluzioni partecipateAccedere a un sistema organizzativo che supporti processi di partecipazione, collaborazione, negoziazioneControllare i cambiamenti in corso: la relazione fra processi e risultati attesi o contenuti dell’intervento
Parallelamente agli amministratori/politici deve essere riconosciuta nelle diverse fasi di sviluppo della ricerca-azione la funzione di:Decidere se e quanto allocare risorse in relazione ai bisogni/problemi emersi come sentiti dalla comunitàStabilire la direzione generale dell’intervento coerentemente con la loro intenzionalità politico-pedagogica Valutare i cambiamenti nella relazione processi-risultatiPromuovere, sostenere e valorizzare un’organizzazione che legittima le diverse funzioni e offre la possibilità di utilizzare la diversità di soggettività come spinta che nutre lo sviluppo di comunità
Durante l’attivazione della ricerca-azione si costituiscono nuovi soggetti collettivi che entrano a rendere maggiormente partecipato il modello organizzativo dell’intervento: infatti uno degli indicatori di attivazione della ricerca-azione è proprio l’arretramento/cambiamento del ruolo e delle funzioni degli attori istituzionali,tecnici e politici presenti all’avvio, e il relativo connesso avanzamento/cambiamento del ruolo e delle funzioni degli attori territoriali.
Durante l’attivazione della ricerca-azione si costituiscono nuovi soggetti collettivi che entrano a rendere maggiormente partecipato il piano di intervento: infatti uno degli indicatori di attivazione della ricerca-azione è proprio l’arretramento/cambiamento del ruolo e delle funzioni degli attori istituzionali, tecnici e politici presenti all’avvio, e il relativo connesso avanzamento/cambiamento del ruolo e delle funzioni degli attori sociali.
Come costruire un sistema organizzativo che permette in itinere di ampliare gli attori decisionali e rendere accessibili ed efficaci i processi negoziali nelle diverse fasi della ricerca-azione?
BibliografiaSul modello organizzativo: Piergiulio Branca, Floriana Colombo, “Il lavoro nella
comunità locale:percorsi per una cittadinanza attiva”, in AA.VV. La ricerca-azione di comunità- Quaderni di Animazione Sociale, EGA Torino -2008
Sull’evaluation: Floriana Colombo in AA.VV. Territorio e lavoro di Comunità, CLEUP Editrice - Padova - 2000
Sulle fasi della R-A: La ricerca-azione fra conoscenza e trasformazione della realtà”, in Animazione Sociale, n. 1/2003
Sui percorsi partecipativi: Branca P., Colombo F., (2005) ‘‘La pianificazione di strategie partecipative nel territorio’’ in Bertoncin M., Pase A. , (2005) Logiche Territoriali e progettualità locale,Angeli, Milano
Colombo F., (2006) La consapevolezza del territorio come valore: metodologie per l’attivazione di processi partecipativi in Bertoncin M., Pase A. Il Territorio non èun asino. Voci di attori deboli, Angeli , Milano