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Giovanni Verga (18401922) La rivoluzione stilistica e tematica SVOLTA STILISTICA SVOLTA TEMATICA Il punto di vista narrativo coincide con quello dei personaggi Per la prima volta viene rappresentato il mondo della vita materiale e dell’esistenza quotidiana delle masse contadine FINE DEL PROTAGONISMO CULTURALE E IDEOLOGICO DELLA GENERAZIONE DEGLI INTELLETTUALI ROMANTICI 1 a cura del prof. Giuseppe Campanella

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Page 1: Verga

Giovanni Verga (1840­1922) La rivoluzione stilistica e tematica

SVOLTA STILISTICA

SVOLTA TEMATICA

Il punto di vista narrativo coincide con quello dei personaggi

Per la prima volta viene rappresentato il mondo della vita materiale e dell’esistenza quotidiana delle masse contadine

FINE DEL PROTAGONISMO CULTURALE E IDEOLOGICO DELLA GENERAZIONE DEGLI INTELLETTUALI ROMANTICI

1 a cura del prof. Giuseppe Campanella

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Vita e opere • Nasce a Catania nel 1840 da una famiglia di proprietari terrieri. • Educato ai valori romantico­risorgimentali (prime prove narrative nell’ambito

del romanzo storico e patriottico). IL MOTORE DELL’AZIONE UMANA È L’AMORE­PASSIONE.

• Si trasferisce a Firenze, ove vive tra il 1869 e il 1872. Primo romanzo epistolare Storia di una capinera. La sua narrativa ha un’ispirazione filantropico filantropico­ ­sociale sociale, denota un atteggiamento moralistico ed un interesse per le situazioni estreme.

• Si trasferisce a Milano dove resterà fino al 1893. Inizia un proficuo rapporto con il circolo degli scapigliati. Entra in crisi la concezione romantica, matura la disillusione e la convinzione che il dominio e la base dell’agire umano siano nel potere economico e nell’egoismo individuale.

• Scrive tre romanzi (Tigre reale, Eva, Eros) e il bozzetto siciliano Nedda, in cui emergono per la prima volta le tematiche siciliane che caratterizzeranno l’adesione al Verismo.

2 a cura del prof. Giuseppe Campanella

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• Nel 1877, con l’arrivo a Milano di Luigi Capuana si ha l’adesione al Verismo. L’anno successivo scrive Rosso Malpelo primo capolavoro verista.

• 1880: escono di seguito la prima raccolta di novelle Vita dei campi e il romanzo I Malavoglia (1881).

• 1883: pubblica le raccolte Novelle rusticane e Per le vie. • 1888­1889 Esce prima a p3untate sulla rivista Nuova Antologia e

poi in volume il secondo romanzo del ciclo dei Vinti Mastro don Gesualdo. IL MOTORE DELL’AZIONE UMANA E’ L’EGOISMO INDIVIDUALE.

• 1893 Verga fa ritorno a Catania ove pubblica l’anno successivo la raccolta di racconti Don Candeloro e C.i. e approfondisce il distacco e il conservatorismo schierandosi a favore della destra più reazionaria e contro il nascente movimento socialista.

• Nazionalista e poi allo scoppio della Grande Guerra interventista, lavora negli ultimi anni alla riduzione teatrale di alcune novelle.

• Nominato senatore nel 1920 e celebrato da Pirandello, muore il 24 Gennaio 1922 a Catania.

3 a cura del prof. Giuseppe Campanella

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I romanzi giovanili e Nedda La formazione giovanile di Verga è provinciale e attardata sui temi del filantropismo sociale, del patriottismo e della passione amorosa. La svolta avviene a Milano, al contatto con gli Scapigliati, e nel romanzo Eva s’intravedono i primi lineamenti di una poetica del vero. poetica del vero. Temi e valori romantici, come il rapporto tra amore e morte sopravvivono ancora in Tigre Reale e Eros, mentre in Nedda, bozzetto siciliano, appaiono per la prima volta protagonisti umili protagonisti umili e il paesaggio della Sicilia il paesaggio della Sicilia arcaica arcaica che caratterizzeranno la successiva adesione al Verismo.

NON SI REALIZZA PERO’ ANCORA QUEL DISTACCO DEL NARRATORE RICHIESTO DAL CANONE DELL’IMPERSONALITA’

PREVALE L’ATTEGGIAMENTO MORALISTICO, MISTO ALL’IMPEGNO FILANTROPICO E A BUONE DOSI DI PATETISMO TARDO­

ROMANTICO. 4 a cura del prof. Giuseppe

Campanella

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L’adesione al Verismo e il ciclo dei “Vinti”

FATTORI CHE FAVORISCONO L’ADESIONE AL VERISMO 1. Il successo internazionale de L’assommoir di Zola. 2. L’incontro con Capuana. 3. La diffusione delle indagini sociali e degli studi di Franchetti,

Sonnino e Villari (Inchiesta in Sicilia, Lettere Meridionali)

POSITIVISMO – MATERIALISMO ­ DETERMINISMO

1. La verità è oggettiva e scientifica e richiede uno studio fondato sull’analisi dei fenomeni reali e non più sulla soggettività delle sensazioni – POSITIVISMO

2. Il comportamento umano è come quello di ogni animale e dipende da impulsi naturali (sangue e sesso), bisogni materiali, egoismo individuale­ MATERIALISMO

3. L’uomo non è dunque libero ma determinato dall’ambiente in cui vive, dalle leggi economiche e dal condizionamento ereditario­ DARWINISMO SOCIALE e DETERMINISMO

5 a cura del prof. Giuseppe Campanella

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Poetica verista Nell’opera non si devono vedere né i sentimenti né l’ideologia dell’autore. che deve limitarsi a documentare la realtà

oggettiva

Nella rappresentazione della realtà oggettiva si partirà

dalle classi più basse, dove è più facile cogliere i

condizionamenti naturali e i rapporti causa­effetto

(bisogni naturali materiali)

La narrazione va condotta dal punto di vista dei

personaggi e anche le scelte formali e linguistiche saranno orientate al soggetto della narrazione (lessico, sintassi, cultura popolare, proverbi e

modi di dire etc.) 6 a cura del prof. Giuseppe

Campanella

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Rosso Malpelo e le novelle della prima raccolta Vita dei campi

La raccolta di novelle Vita dei campi Vita dei campi è la prima opera verista di Verga. Comprende 8 novelle. Protagonisti sono contadini, pastori, minatori di una società premoderna, quella delle campagne siciliane dominate dal latifondo.

Fantasticheria, Jeli il pastore, Rosso Malpelo, Cavalleria rusticana, La lupa, L’amante di Gramigna, Guerra di Santi, Pentolaccia.

Permangono ancora alcuni aspetti romantici nella tonalità epico­lirica di alcuni racconti, nella forte componente simbolica che sottolinea la corrispondenza tra anima e paesaggio, nella prevalenza in alcune novelle del tema giovanile dell’ amore­passione (Cavalleria rusticana, La lupa, Jeli il pastore, L’amante di Gramigna)

Emerge anche in alcune novelle un tema centrale della poetica verghiana: quello dell’esclusione

7 a cura del prof. Giuseppe Campanella

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Rosso Malpelo Novella capolavoro della raccolta. La voce narrante è quella malevola della comunità di contadini e minatori. In essa Verga mette a punto due artifici formali molto importanti e funzionali alla poetica verista dell’IMPERSONALITA’ ARTIFICIO DELLO STRANIAMENTO: mostra come normale qualcosa di strano e come strano qualcosa di normale; il narratore popolare della novella interpreta sempre come strano, anomalo ogni atto di Rosso, segno di una cattiveria innata e dimostrata dal colore dei suoi capelli. MA QUESTA NON E’ LA POSIZIONE DELL’AUTORE, il quale con… L’ARTIFICIO DELLA REGRESSIONE ha fatto scomparire il suo punto di vista, che pertanto resta implicito nella novella, ma s’intende comunque diverso da quello del narratore popolare e comunque più favorevole a Rosso, che non è poi così cattivo come sembrerebbe.

8 a cura del prof. Giuseppe Campanella

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Il tema del diverso e dell’escluso

• E’ una presenza costante nell’opera di Verga, da Storia di una capinera, a Rosso Malpelo a ‘Ntoni Malavoglia e Mastro don Gesualdo.

• Nel romanzo giovanile e nei Malavoglia l’esclusione e la diversità sono marcati da Verga dalla negazione della possibilità di comunicare (linguaggio negato), dall’allusività, dalla reticenza e da un accentuato simbolismo.

• In Mastro don Gesualdo l’esclusione è vissuta come destino e come sintesi delle proprie contraddizioni esistenziali, sul letto di morte nell’incapacità di comunicare perfino con la figlia Isabella.

• L’importanza del tema si ricollega all’identificazione dell’artista con la figura dell’emarginato.

• E’ un tema di estrema attualità…

9 a cura del prof. Giuseppe Campanella

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Temi e spunti delle altre novelle antologizzate

Le due novelle La roba e Libertà sono tratte dalla seconda raccolta di Novelle rusticane In questa raccolta si ha una svolta tematica e ideologica di Verga. Abbandonati i residui romantici, assume centralità il tema della roba e la filosofia del primato della logica economica e dell’interesse­egoismo individuale.

Molte novelle hanno personaggi collettivi e trattano dinamiche politiche, sociali ed economiche, come Libertà, dove emerge l’ideologia conservatrice di Verga. Nella novella La roba invece emerge il personaggio dell’arrampicatore sociale che sarà poi esemplarmente ritratto nel romanzo Mastro don Gesualdo.

Il mito dell’arricchimento è affrontato inizialmente in una prospettiva epica, ma alla fine si rovescia nell’insensatezza (vedi il finale de La roba e di Mastro don Gesualdo) Il paesaggio agricolo non è più visto in chiave mitico­simbolica ma solo in chiave economica come ambiente da sfruttare e da possedere. L’insensatezza è rappresentata dalla morte di Gesualdo e Mazzarò, accompagnata dalla disillusione e dall’isolamento, dall’impossibilità di conservare quanto conquistato.

10 a cura del prof. Giuseppe Campanella

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I Malavoglia Primo romanzo verista costruito sulla base di un bozzetto marinaresco dal titolo Padron ‘Ntoni. MALAVOGLIA è il soprannome antifrastico della famiglia di pescatori protagonista del romanzo. Ambientato ad Aci Trezza, borgo marinaro della Sicilia orientale, fu pubblicato nel 1881.

1. La forma inerente al soggetto 2. L’impersonalità 3. Fine degli artifici tradizionali (narratore onnisciente e messa in scena

dei personaggi); narrazione dal basso. 4. Scene corali per la presentazione dei personaggi. 5. Nuovo linguaggio popolare ed ampio uso di proverbi della tradizione siciliana. 6. Prendersi il rischio della rottura con i moduli romantici e scapigliati.

11 a cura del prof. Giuseppe Campanella

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La prefazione – struttura e vicenda – sistema dei personaggi

Nella PREFAZIONE accettata dall’editore, Verga espone la filosofia alla base del progettato ciclo dei Vinti. Al centro è il tema del progresso inarrestabile del genere umano, che procede però attraverso la lotta per la vita e una feroce selezione naturale: L’EGOISMO INDIVIDUALE. Visto da lontano appare un moto grandioso, visto da vicino mostra invece tutti i suoi limiti. E da questa prospettiva ravvicinata, dal punto di vista dei Vinti, che l’autore si propone di muovere l’analisi, secondo una progressione che va dai ceti più semplici, condizionati ad un livello elementare, a quelli più elevati, sempre spinti dallo stesso movente, ma che vivono l’eterna lotta in forme più complesse. L’osservatore non dovrà giudicare i comportamenti, ma solo fornire una documentazione oggettiva.

Questa distanza fa si che l’opera si presenti come una RICOSTRUZIONE INTELLETTUALE, in cui sono compresenti due componenti fondamentali:

12 a cura del prof. Giuseppe Campanella

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Struttura: il romanzo è formato da 15 capitoli. La vicenda si svolge tra il 1873 e il 1878 ad Aci Trezza. La casa del Nespolo e la barca dal nome La Provvidenza sono i due spazi simbolici principali del romanzo.

La vicenda: il nonno padron ‘Ntoni, patriarca di una numerosa famiglia, pescatore e proprietario della casa e della barca, per fare la dote alla nipote Mena acquista a credito una partita di lupini, indebitandosi con l’usuraio del paese. Durante il trasporto dei lupini la barca fa naufragio, il carico va perduto e muore Bastianazzo, il figlio di padron‘Ntoni. Comincia un periodo di disgrazia e miseria, dal quale la famiglia cerca di riprendersi col sacrificio e il lavoro. Ma altre disgrazie attendono la famiglia. Un nipote, Luca, muore nella battaglia di Lissa, mentre la Provvidenza fa nuovamente naufragio. Mena (che amava il povero carrettiere Alfio) non riesce neppure a sposare un ricco possidente del paese e il vecchio patriarca è costretto a vendere casa e barca. Nella vicenda s’intreccia anche la storia del nipote che porta il nome del nonno, il giovane ‘Ntoni, che dopo esser stato a Trieste, tornato povero ma ricco di idee, comincia a frequentare ambienti e compagnie poco raccomandabili e finisce per cacciarsi nei guai. Mentre il nonno muore nell’ospedale della città e il giovane ‘Ntoni finisce in carcere per il ferimento del brigadiere don Michele. La nipote più giovane, Lia, è costretta a fuggire da casa per uno scandalo e finisce prostituta a Catania. Il nipote più piccolo, Alessi, sposa invece una vicina di casa e riesce a riacquistare la vecchia casa patriarcale. Da dove infine il giovane ‘Ntoni si allontanerà per sempre, dopo aver capito di non poter più vivere in una famiglia e in un paese di cui ha violato le norme morali.

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Personaggi: si può parlare di sistema di personaggi e di contrapposizione frontale e ideologica tra i valori di Padron ‘Ntoni e della casa del Nespolo (morale patriarcale, ideali del lavoro e dell’onestà, fedeltà alla religione della famiglia) e quelli del borgo di Trezza, incarnati dall’usuraio Campana di Legno (utile immediato, cinico egoismo). Un’altra contrapposizione incarnata nei personaggi è quella tra mondo del passato (padron ‘Ntoni) e mondo del presente (il giovane nipote ‘Ntoni). Ancora una contrapposizione di tipo morale, è quella che si viene a determinare all’interno della famiglia tra le coppie di nipoti maschi e femmine: Lia si contrappone a Mena, ‘Ntoni si contrappone ad Alessi. I primi due seguiranno il loro destino di distruzione indotto dal progresso, mentre Mena e Alessi si manterranno fedeli alla religione della famiglia. Questa profonda scissione e contrapposizione dà luogo nel romanzo a due diverse tonalità espressive:

Mena, padron ‘Ntoni, Alfio, la Longa

Il mondo meschino e cinico di Trezza

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Mastro don Gesualdo Secondo romanzo del ciclo dei Vinti, viene pubblicato prima in rivista (1888) e successivamente, dopo una profonda revisione, sotto forma di romanzo (1889). L’intenzione iniziale è quella di rappresentare la parabola di un arrampicatore sociale, un mastro che diventa un don. Ambientato in Sicilia, campagna e città, tra il 1820 e il periodo rivoluzionario del 1848, è strutturato in 4 parti per complessivi 21 capitoli. Tra una parte e l’altra vi sono ellissi temporali anche molto ampie. Nella prima parte si narra l’ascesa, nella seconda il trionfo, nella terza la crisi ed infine la decadenza e la morte del protagonista.

Molto importante il ruolo dello sfondo storico e sociale, tra moti carbonari, epidemie di colera e rivolta del 1848. Nel personaggio principale è rappresentata l’ascesa della nuova borghesia terriera meridionale, in lotta contro l’aristocrazia latifondista in crisi (rappresentata dalla famiglia Trao nella prima parte e dal duca di Leyra nella seconda).

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Poetica, personaggi e temi in Mastro don Gesualdo

A differenza dei Malavoglia, l’azione del romanzo non si svolge più nel mondo arcaico rurale dei pescatori, ma in quello moderno della borghesia in ascesa. Non più una sola classe sociale, ma un mondo stratificato, dai contadini della campagna catanese all’alta aristocrazia palermitana. Mastro don Gesualdo è quindi un romanzo polifonico e complesso sotto il punto di vista dell’intreccio e della regia narrativa. Interesse comune a tutto il complesso sistema di personaggi è il tema della roba. Altro tema che caratterizza il protagonista del romanzo è quello dell’isolamento, in cui precipita per il cumularsi dei suoi sensi di colpa, nonostante e oltre la sua travol­ gente ascesa: senso di colpa nei confronti del padre, ma anche della moglie Bianca, della serva Diodata e della figlia Isabella. Alla fine morirà in solitudine e nel disprezzo della servitù di casa Leyra. Interessante è anche la rappresentazione realistica della gerarchia sociale. Emerge il pessimismo tragico di Verga, dove l’arrampicatore, caratterizzato da una vera e propria passione per la roba, finisce per realizzare la propria autodistruzione. Alle fine anche la vita individuale risulta priva di senso e di valore. Questa condizione è rappresentata con uno stile realistico, incisivo e drammatico dove non mancano sottolineature grottesche.

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Il discorso indiretto libero La narrativa di Verga è caratterizzata dallo stile indiretto libero. Si tratta di una forma particolare del discorso indiretto, IN CUI E’ STATO SOPPRESSO IL VERBO DICHIARATIVO REGGENTE (disse che...pensò che...) e che quindi si presenta come direttamente proferito dal personaggio, pur mancando le virgolette o altri segni che distinguono la voce di questo da quella del narratore.

Es. “Stavolta i Malavoglia erano là, seduti sulle calcagna, davanti al cataletto, e lavavano il pavimento dal gran piangere, come se il morto fosse davvero tra quelle quattro tavole, con i suoi lupini al collo, che lo zio Crocifisso gli aveva dati a credenza, perché aveva sempre conosciuto padron ‘Ntoni per galantuomo, ma // se volevano truffargli la sua roba, col pretesto che Bastianazzo s’era annegato, la truffavano a Cristo, com’è vero Dio! Che quello era un credito sacrosanto come l’ostia consacrata, e quelle cinquecento lire ei l’appendeva ai piedi di Gesù crocifisso; ma santo diavolone! Padron ‘Ntoni sarebbe andato in galera! La legge c’era anche a Trezza!” (I Malavoglia cap. IV 8)

L’indiretto libero è un procedimento tipico del parlato, quando si riferiscono discorsi fatti da altri. E’ un procedimento che favorisce la rotazione dei punti di vista, mischiando la voce del narratore con quella dei vari personaggi.

17 a cura del prof. Giuseppe Campanella