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Pag. 2 ZDNet - Speciale Fotografia Digitale - 1 www.zdnet.it www.zdnet.it Siamo tutti un po’ artisti La fotografia digitale è ormai una tecnologia alla portata di tutti; prezzi e caratteristiche delle fotocamere sono molto diversi e bisogna saper scegliere il modello più adatto alle proprie esigenze. Tuttavia, non è solo una buona macchina fotografica a essere de- terminante per ottenere fotografie di qualità. Spesso alcune foto devono essere ritoccate per diventare veramente perfette, eliminando imperfezio- ni, colori dominanti, problemi di esposizione e il fastidioso effetto “occhi rossi”. Se non siamo esperti e siamo utenti alle prime armi, non preoccupiamoci: con pochi colpi di mouse e un programma di fotori- tocco potremo trasformare radical- mente una foto fino a ottenere un prodotto quasi professionale. Questo primo speciale di ZDNet Italia intende aiutare il lettore a comprendere i principi della fotografia digitale, facendo com- prendere il funzionamento delle fotocamere e la tecnica per otte- nere le immagini migliori, senza dimenticare i trucchi e gli accorgi- menti per scattare da subito ottime fotografie. extra Pag. 8 I trucchi del fotografo Tecnica, trucchi e accorgimenti per scattare immagini di grande effetto Pag. 11 Come migliorare le fotografie digitali Una guida al fotoritocco per rende- re perfette le vostre immagini Pag. 13 Le stampanti a getto d’inchiostro Conosciamo le stampanti inkjet: per portare su carta le foto migliori Il mondo delle immagini alla portata di tutti Memory card senza segreti Tutto sui supporti di registrazione delle immagini Pag. 15 Scegliere uno scanner Trasformiamo le foto su pellicola in fotografie digitali Pag. 17 Speciale Fotografia Digitale Fotocamere Consigli &Trucchi Tecnica

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SOMMARIO

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La foto digitale svelataTutto ciò che è necessario sapere per scegliere la fotocamera più adatta

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SOMMARIO

La foto digitale svelataTutto ciò che è necessario sapere per scegliere la fotocamera più adatta

Siamo tutti un po’ artistiLa fotografi a digitale è ormai una tecnologia alla portata di tutti; prezzi e caratteristiche delle fotocamere sono molto diversi e bisogna saper scegliere il modello più adatto alle proprie esigenze. Tuttavia, non è solo una buona macchina fotografi ca a essere de-terminante per ottenere fotografi e di qualità.

Spesso alcune foto devono essere ritoccate per diventare veramente perfette, eliminando imperfezio-ni, colori dominanti, problemi di esposizione e il fastidioso effetto “occhi rossi”. Se non siamo esperti

e siamo utenti alle prime armi, non preoccupiamoci: con pochi colpi di mouse e un programma di fotori-tocco potremo trasformare radical-mente una foto fi no a ottenere un prodotto quasi professionale.

Questo primo speciale di ZDNet Italia intende aiutare il lettore a comprendere i principi della fotografi a digitale, facendo com-prendere il funzionamento delle fotocamere e la tecnica per otte-nere le immagini migliori, senza dimenticare i trucchi e gli accorgi-menti per scattare da subito ottime fotografi e.

extra

Pag. 8

I trucchi del fotografoTecnica, trucchi e accorgimenti per scattare immagini di grande effetto

Pag. 11

Come migliorarele fotografie digitaliUna guida al fotoritocco per rende-re perfette le vostre immagini

Pag. 13

Le stampantia getto d’inchiostroConosciamo le stampanti inkjet: per portare su carta le foto migliori

Il mondo delle immagini alla portata di tutti

Memory cardsenza segretiTutto sui supporti di registrazione delle immagini

Pag. 15

Scegliere uno scannerTrasformiamo le foto su pellicola in fotografi e digitali

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Speciale Fotografi a Digitale

FotocamereConsigli &TrucchiTecnica

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Speciale Fotografia Digitale

La fotocamera digitale svelatadi Stefano Gargano

Se non avete ancora le idee chiare, possiamo comprendervi: scegliere un modello digitale adatto alle

vostre necessità non è semplice.Le fotocamere digitali sono più comples-se delle macchine fotografiche tradizio-nali, proprio come un pc è più complesso di una macchina per scrivere.In questo articolo vi spiegheremo tutto quello che occorre sapere sulle fotoca-mere digitali. Una volta letto, siamo certi che sarete in grado di prendere una deci-sione competente sul modello di fotoca-mera più adatto alle vostre necessità.

Sensore e risoluzioniIl sensore è il cuore di ogni fotocamera digitale. E’ il chip elettronico che assorbe la luce e la traduce in un file digitale. La capacità del sensore determina la qualità di riproduzione di una fotocamera.

Le fotocamere digitali hanno sensori da meno di uno uno, fino a cinque mega-pixel, il che significa che dispongono di milioni (il suffisso “mega” in “mega-pixel” significa un milione) di fotorecet-tori sensibili alla luce.I fotorecettori convertono in un file di-gitale la luce che attraversa l’obiettivo

della fotocamera. Più recettori ci sono sul sensore, più alta sarà la risoluzione del-l’immagine; aumentando la risoluzione dell’immagine, aumentano le dimensioni della fotografia risultante.

La maggior parte delle fotocamere di alta qualità attuali usa un sensore detto CCD (Charge Coupled Device), mentre le fotocamere economiche di fascia bassa usano un sensore di tipo CMOS (semi-conduttore a ossido di metallo). I chip di tipo CMOS sono più semplici ed econo-mici da produrre ma non raggiungono la qualità d’immagine tipica dei CCD.

Il termine “risoluzione” si riferisce al numero di pixel presenti in un’imma-gine. Pixel significa “picture element” (elemento componente l’immagine) e rappresenta l’unità più piccola di un’im-magine digitale. Per capire meglio che cosa sia un pixel basta guardare una fotografia a colori su un giornale attra-verso la lente d’ingrandimento. Si vedrà che l’immagine è composta da piccoli punti vicinissimi tra loro; nelle immagini digitali è la stessa cosa, ma i pixel sono molto più piccoli.Le fotocamere VGA (Video Graphics Array) sono tradizionalmente le meno

costose sul mercato.Il sensore di una fotocamera VGA regi-stra solamente 300.000 pixel, che sono organizzati in righe e colonne.

Un’immagine VGA ha 640 righe e 480 colonne di pixel, cioè ha una risoluzione di 640 x 480 punti.Una immagine di questo tipo va benis-simo se la si guarda sullo schermo del computer o su un sito Internet, e si può stampare senza problemi in formato 10x15.

Ma se si cerca di ingrandirla oltre il for-mato 10x15 cm, la qualità peggiora note-volmente, poiché i 300.000 pixel che for-

mano l’immagine non conten-gono abbastanza informazioni da consentire un ingrandimen-to. Le fotocamere XGA (Exten-ded Graphics Array) e quelle da un megapixel, registrano da 700.000 a 1.300.000 pixel. Una fotografia con questa risoluzio-ne può essere stampata in for-mato 13x18 cm ma, come per le fotocamere VGA, aumentare ulteriormente le dimensioni di stampa causa una notevole per-dita di qualità dell’immagine. Poiché le fotocamere da due e tre megapixel sono quelle mag-giormente commercializzate, il prezzo delle XGA e di quelle da un megapixel sta scendendo rapidamente. In commercio si

Ecco tutto ciò che serve sapere sulle fotocamere digitali.Scoprite con noi quella più adatta alle vostre necessità

TECNOLOGIA

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GLOSSARIO

CCD (Charge Coupled Device) Circuito integrato sensibile alla luce. Converte le immagini ottiche in dati elettronici.

CMOS (Copper Metal Oxide Semiconductor)CCD utilizzato nelle moderne fotocamere digitali: consuma una ridotta quantità.

DPI (Dots Per Inch)Numero di pixel per pollice. Definisce la qualità di una stampa.

ISO (International Standards Organization)Indica la sensibilità delle pellicole. Il sistema riunisce i precedenti sistemi ASA/DIN.

LCD (Liquid Crystal Display)Display a cristalli liquidi. E’ utilizzato per le inquadrature o per gestire i menu di configurazione della fotocamera.

PIXEL (Picture Element)Uno dei centinaia di migliaia di puntini che formano l’immagine elettronica

VGA (Video Graphics Array)Dimensioe dell’immagine parti a 640x480 punti

SVGA (Video Graphics Array)Dimensioe dell’immagine parti a 800x600 punti

XGA (Video Graphics Array)

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trovano buone fotocamere XGA e da un megapixel attorno ai trecento euro.

La risoluzione idealeCon una capacità di due milioni di pixel, le fotocamere da due megapixel hanno una risoluzione di 1600x1200 e oltre. Un’immagine in risoluzione 1600x1200 permette di ottenere stampe in formato 24x36 di buona qualità, quindi se desi-derate una fotocamera digitale che offra stessa qualità e dimensioni di stampa di una macchina fotografica tradizionale, vi consigliamo di acquistare una fotocame-ra da due megapixel.

Poiché le fotocamere da tre megapixel sono sul mercato già da parecchi mesi, il prezzo di quelle da due megapixel sta co-stantemente scendendo. Il prezzo di una buona fotocamera da due megapixel si aggira attorno ai cinquecento euro.

Le fotocamere da tre megapixel registra-no tre milioni di pixel e sono in grado di produrre stampe di buona qualità in for-mato 30x40 e oltre.Anche se la maggior parte dei fotoa-matori non stampa quasi mai in formato 30x40, avere a disposizione la risolu-zione sufficiente a farlo è utile in caso si voglia stampare solo una parte dell’im-magine mantenendo una buona qualità.

Per esempio, se si stampa solamente un’area pari a due terzi della fotografia

originale presa con una

fotoca-mera da tre megapixel, si hanno comunque a disposizione due milioni di pixel, cioè una risoluzione sufficiente a stampare in formato 24x36. Partendo da una foto da due megapixel e togliendone un terzo, è possibile ottenere al massimo una stampa di qualità in for-

mato 13x18. Poiché i cinque megapixel rappresentano la tecnologia attualmente più avanzata per quanto riguarda le fo-tocamere digitali, ci si può aspettare di pagarle abbastanza salate.Anche se le fotocamere da cinque mega-pixel sono al top della gamma destinata al fotoamatore, la risoluzione digitale può andare anche oltre. Ci sono fotoca-mere digitali professionali che costano da fino a 30.000 euro, con sensori che regi-strano oltre sei milioni di pixel.

Le otticheQuando si parla di otti-che di una fotocamera, si intendono sia le vere e proprie lenti sia tutte le parti elettroniche e meccaniche adibite alla messa a fuoco e all’apertura e chiusura del diaframma.

L’obiettivo: sotto molti aspetti, questa è la parte più importante della fotocamera, per una semplice ragione: qualunque immagine o soggetto che viene fotografato deve pri-ma di tutto passare attraverso l’obiettivo. Se questo è di scarsa qualità, non importa quanti megapixel o altre qualità abbia la macchina fotografica: la fotografia sarà scadente. Le lenti presenti negli obiettivi attuali sono in plastica o in vetro.Plastica: la maggior parte delle fotoca-mere digitali economiche (sotto i cento-cinquanta euro) hanno lenti in plastica.

Essendo più morbida del vetro, la plastica viene facilmente graffiata.

Anche in buone con-dizioni, una lente in plastica non produce immagini della stessa qualità di quelle pro-

dotte da lenti in vetro; questo semplicemente perché la plastica, dal punto di vista ottico, non è altrettanto trasparente

del vetro. Le lenti in plastica tendono a far apparire le fo-tografie come se fossero state

scattate in un giorno di foschia.

Se il vostro budget lo consente, evitate le fotocamere con le lenti in plastica.Lenti asferiche: le fotocamere digitali più costose (fino a mille eruo) adottano lenti asferiche in vetro. Sebbene il termine

asferico sembri estremamente speciali-stico, esso significa semplicemente (e piuttosto ovviamente) “non rotondo”. Le lenti asferiche producono immagini migliori, riducendo la leggera distorsione causata dalle normali lenti sferiche.

La messa a fuocoLe fotocamere digitali moderne hanno un’ampia varietà di sistemi di messa a fuoco. Se una fotocamera ha un obiettivo a fuoco fisso, ciò significa che non ci sono parti in movimento all’interno del

sistema ottico: la lente è sempre ferma al suo posto e non può essere regolata.Un obiettivo a fuoco fisso va bene per primi piani, paesaggi, foto-grafie normali, ma non è esattamente il mas-simo poiché non può essere manualmente regolato, ad esempio,

per mettere a fuoco un oggetto in primo piano e lasciare lo sfon-do fuori fuoco. Un obiettivo a fuoco fisso limita parecchie scelte creative.

Autofocus significa che il sistema di messa a fuoco e’ motorizzato e si regola autonomamente per ottenere la migliore fotografia possibile, cosicché il fotografo non deve muovere nemmeno un dito. Un obiettivo autofocus sa quanto è lontano il soggetto dal centro della lente e rego-la automaticamente il sistema ottico in modo da mantenerlo sempre a fuoco.

Ci sono però casi in cui si possiamo avere altre necessità: per esempio si può desiderare di avere un oggetto in primo piano leggermente sfuocato e lo sfondo a fuoco.Per ottenere questo e altri effetti, serve una fotocamera che abbia la possibilità di lavorare con messa a fuoco manuale. Sono due i modi in cui le fotocamere gestiscono la messa a fuoco manuale: al-cune hanno programmi prestabiliti, altre sono completamente manuali.

Con un programma di messa a fuoco, si può scegliere se mettere a fuoco il pae-saggio di sfondo o un soggetto di primo piano.La maggior parte delle fotocamere che dispongono di questo tipo di programma dà la possibilità di scegliere tra quattro o cinque modalità prestabilite. Se invece si ha necessità di un maggior controllo

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Se il vostrobudget

lo consente,evitatele lenti

in plastica

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sulla messa a fuoco, quello che serve è una fotocamera che permetta di operare in completo fuoco manuale.

Focale e zoomUn obiettivo zoom permette di scegliere quanto lontano o vicino far apparire un soggetto all’interno della fotografia. La maggior parte delle fotocamere ha due tipi di zoom: lo zoom ottico e quello digitale. In modalità zoom ottico, la fotocamera usa lenti motorizzate che si muovono avanti e indietro per portare il soggetto più vicino o lontano da chi fotografa.

Nella modalità zoom digitale, la fo-tocamera trattiene solo una parte del-l’immagine registrata dall’obiettivo: la ingrandisce ed elimina il resto. La fotografia risultante è di qualità inferiore, poiché è basata soltanto su una parte dell’imma-gine originariamente registrata. “Zooman-do” in modo digitale con una fotocamera da un megapixel si ottengono fotografie che hanno ben meno di un megapixel di risoluzione – a volte per-sino la metà. Lo zoom digitale non è altro che un termine raffinato per indicare un semplice “ritaglio” dell’im-magine: non si è effettivamente più “vi-cini” al soggetto. Il nostro consiglio: non usate lo zoom digitale e non comprate una fotocamera che dispone solo di zoom digitale.

La lunghezza focale è la distanza tra la lente e il sensore digitale. E’ questa distanza che causa la variazione di di-mensioni del soggetto quando si usa uno zoom. Una lunghezza focale comune per gli zoom tradizionali va da 38 a 115 mm. Il numero più basso della lunghezza fo-cale rappresenta un’ottica grandangolare, quello più alto un’ottica “lunga”, ovvero un teleobiettivo. La maggior parte delle fotocamere ha un indice di ingrandi-mento di 2x o 3x, il che significa che il secondo numero della lunghezza focale dello zoom (per esempio i 115mm nel-l’esempio fatto sopra) è due o tre volte più grande del primo numero.

Per esempio, se si ingrandisce al massi-mo un soggetto con uno zoom a ingran-dimento 3x, il soggetto risulterà tre volte più grande di quando era inquadrato con la lunghezza focale più “corta”, ovvero caratterizzata dal numero più basso.

Lenti addizionaliMolte fotocamere digitali hanno attac-chi a vite che permettono di apporre all’obiettivo accessori come filtri e lenti aggiuntive particolari.Il filtro giusto può migliorare notevol-mente colore e nitidezza della fotografia, ma i filtri sono generalmente usati dai professionisti o dagli amatori esperti. Tra le lenti aggiuntive ci sono i modificatori di focale, che variano la lunghezza focale

dell’obiettivo. Per fare un esempio: con una lente addizionale, uno zoom 3x di 38-115mm può essere modificato per “vede-re” come se fosse uno zoom 57-152mm e aumentare le dimensioni del soggetto di sei volte. Le lenti grandangolari permettono di fotografa-

re un’area più ampia rispetto a un obiettivo

normale.

EsposizionePer ottenere una

fotografia esposta cor-rettamente, l’otturatore lavora

insieme al diaframma. Insieme, re-golano la quantità di luce che entra nella

fotocamera.L’otturatore è come la tenda di una finestra: quando è aperto la luce attraversa l’obiettivo e colpisce il sensore interno. Una fotocamera con otturatore veloce può bloccare un movimento velo-ce, come un giocatore di calcio in corsa o le ali di un colibrì.Se l’otturatore si apre e chiude troppo lentamente, l’azione ripresa sarà mossa. La velocità dell’otturatore si misura in frazioni di secondo. Se l’otturatore è come la tenda di una finestra, il diafram-ma è la finestra stessa.

La sua apertura è regolabile, solitamente tramite una serie di lamelle circolari. Un numero di diaframma basso rappresenta una grande apertura, che lascia entrare molta luce; un numero di diaframma alto rappresenta una forte chiusura, che riduce la quantità di luce che entra.Se si è all’esterno in un giorno di sole, il diaframma chiuso evita di sovraesporre la foto. Al contrario, se si fotografa al tramonto, il diaframma aperto sarà utile per lasciar entrare più luce possibile ed evitare una fotografia sottoesposta, cioè scura.

La meccanicaLa maggior parte delle fotocamere digi-tali dispone di una serie di combinazioni prestabilite di apertura del diaframma/velocità dell’otturatore, adatte a diffe-renti situazioni. Solitamente si accede a queste combinazioni tramite il menu della fotocamera. Per esempio, la fotoca-mera potrebbe avere una combinazione “sport”, cioè con otturatore e diaframma programmati per catturare un’azione ve-loce. Una combinazione “sabbia e neve” può fare in modo che una foto scattata in forte luce ambiente o in presenza di superfici riflettenti (come sabbia e neve, appunto) non risulti sovraesposta.

Per ottenere nitidezza, effetti artistici o altri creativi, bisogna saper gestire la combinazione di otturatore e diaframma.Avrete certamente visto qualcuna di quelle immagini scattate in grandi città

di notte, con gli edifici perfettamente a fuoco ma le luci delle automobili che sembrano strisce di luce.Quest’effetto si ottiene posizionando la fotocamera su un treppiede, aprendo il diaframma e tenendo l’otturatore aperto per un lungo periodo di tempo. Le auto sono mosse perché sono l’unica cosa che si muove nella foto; tutto il resto rimane fermo.

Altro elemento importante, insieme all’otturatore e al diaframma, è il bilan-

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Grazie allo schermo LCDè possibile inquadrare le foto

con estrema precisione e controllare subito dopo lo scatto la qualitàdella ripresa effettuata

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ciamento del bianco, fondamentale per un corretto bilanciamento cromatico dell’immagine digitale.Il bilanciamento del bianco dice alla fotocamera come dovrebbe apparire il bianco in una fotografia. Alcuni tipi di illuminazione, per esempio al neon o a incandescenza, possono sbilanciare la sensibilità al colore della fotocamera, col risultato di una colorazione legger-mente irreale (per esempio i bianchi possono diventare azzurrini). Dopo aver settato il bilanciamento del bianco per la scena da fotografare, i colori dovrebbero apparire naturali.

Lo schermo LCDIl display a cristalli liquidi è quel picco-lo schermo a colori situato solitamente sul retro delle fotocamere digitali che permette di visualizzare in anteprima la fotografia che si sta per scattare. Con uno schermo LCD non è necessario

consultare e interpretare un esposimetro o cercare di intuire i tempi di esposi-zione: si visiona la fotografia prima di scattarla.Uno svantaggio dello schermo LCD è che ha bisogno di parecchia energia per funzionare, e quindi consuma le batterie più velocemente. Inoltre, alcuni LCD sono praticamente illeggibili se osserva-ti alla luce diretta del sole.

Le caratteristiche più importante per giudicare un display LCD sono le sue dimensioni e la capacità di visionare le immagini prima e dopo lo scatto.Per quanto riguarda le dimensioni, la minima da prendere in considerazione è di 1,8 pollici (misurati diagonalmente): ancora meglio se il display LCD è di due pollici.

Se è inferiore a 1,8 pollici, si corre il rischio di compiere seri errori di com-posizione, poiché lo schermo è troppo piccolo per mostrare tutti i dettagli della fotografia.Inoltre, su uno schermo così piccolo, ri-sulta molto scomodo usare il menu della fotocamera.Un display LCD dovrebbe dare la possibilità di visionare l’imma-

gine sia prima che dopo lo scatto. Al-cune fotocamere LCD permettono solo la visione dopo lo scatto.Naturalmente è sempre meglio che non avere affatto un LCD, ma questo significa che è necessario inquadrare la scena attraverso il mirino ottico della fotocamera, che non è certo preciso quanto un display LCD.

ErgonomiaParlando di ergonomia di fotocamera, ci riferiamo alle sue dimensioni, peso, design e a come in generale si può impugnare.Una fotocamera digitale può avere la migliore qualità d’immagine del mondo, ma se è scomoda da impugnare e tra-sportare non ci scatterete mai una foto.

Dimensioni e pesoQuasi tutte le fotocamere digitali sono abbastanza piccole da stare in una borsa e molte di esse entrano addirittura in un taschino.Nessuna è così leggera da dimenticar-si di averla addosso, ma solo poche sono abbastanza pesanti da affaticare i muscoli. Solitamente si tratta di una questione di compromessi tra prestazio-ni e dimensioni/peso. Le fotocamere più grandi e pesanti sono più versatili e dispongono di un mag-gior numero di accessori, per esempio l’attacco per un flash esterno, capacità di registrazione audio e video, display LCD più ampi e lenti più grandi.Le fotocamere più piccole devono sacrificare la versatilità a favore delle dimensioni.

Aspetto e designLe fotocamere digitali hanno una gran varietà di forme e dimensioni. Alcune hanno l’aspetto di ingombranti macchi-ne fotografiche tradizionali, altre sono snelle e futuristiche.Il look può avere la sua importanza, ma quello che veramente conta è la sensa-

zione che la macchina dà una volta che la si tiene in mano (notate che abbiamo detto in mano, non “nelle mani”: nessu-no apprezza il fatto di dover usare due mani per scattare una fotografia).Le buone fotocamere sono prima di tutto comode da impugnare.I design migliori dispongono di impu-gnature ergonomiche per le dita e di un punto d’appoggio per il pollice.I pulsanti di controllo dovrebbero essere accessibili al dito indice e al pollice e i comandi della macchina dovrebbe-ro essere posizionati razionalmente e contrassegnati da icone che indichino la funzione di ciascun pulsante.

Inoltre, il display LCD non dovrebbe es-sere situato all’altezza del naso (quando si usa il mirino ottico): le impronte che ne risultano a seguito del contatto con la pelle sono difficili da eliminare.

Salvare le immaginiLa maggior parte delle fotocamere di-gitali salva le foto su schede di memo-ria removibili (Compact Flash, Smart Media, Memory Stick e Secure Digital sono le più diffuse). Le sottilissime Smart Media card sono fisicamente più piccole e consentono un salvataggio delle immagini un po’ più veloce, ma la loro capacità massima di 128 megabyte non è paragonabile a quella dei moduli Compact Flash di 512 megabyte, al top della gamma.

Una nuova possibilità è data dalle Me-mory Stick di Sony, che hanno delle dimensioni veramente esigue, però sono disponibili solo per poche fotocamere.Le Memory Stick da 64MB sono dotate di un circuito interno che in futuro ren-derà possibili funzioni come la protezio-ne delle copie basata sull’hardware e il file locking.Attualmente la maggior capacità dispo-nibile per memory stick è pari a 128

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Le buone fotocamere, di norma, sono anche quelle che risultano essere comode

da impugnare e semplici da utilizzare

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megabyte. Le nuove schede SD (Secure Digital) di Panasonic hanno il pregio dei essere grandi come un francobollo e di poter raggiungere elevate capacità di memorizzazione di dati. Attualmente è disponibile una scheda da 256 megabyte ma per in 2002 è prevista la scheda da un gigabyte.Purtroppo questa versatile tecnologia è attualmente disponibile solo per poche fotocamere digitali.Se cercate dei sistemi di memorizzazione davvero economici, potete considerare una delle meno recenti fotocamere Sony Mavica a bassa risoluzione che salvano le foto su floppy disk standard da 1.44 megabyte, oppure le mavica che registra-no le immagini su CD-R da tre pollici con capienza di 156 megabyte.

Molte fotocamere accettano anche modu-li di memoria PC Card-compatibili con capacità fino a 1.2 gigabyte e altre posso-

no essere equipaggiate con piccoli dischi fissi esterni, come i Microdrive di IBM da 170 e 340 megabyte.Alcune possono utilizzare i dischi Iome-ga PocketZip da 40 megabyte. Praticamente tutte queste possibilità soddisfano le esigenze della maggior parte dei fotoamato-ri. A meno che non siate presi in modo particolare da una specifica tecnologia non fate del me-todo di memorizzazione il fattore determinante per la scelta definitiva.

Alimentazione Una delle più diffuse lamentele riguardo alle fotocamere digitali riguarda il consu-mo di batterie. Quando utilizzate il flash e l’LCD retroilluminato alcuni modelli esauriscono un set di pile alcaline a lunga durata in poche decine di scatti.

Il problema è che le fotocamere utiliz-zano quasi il 100% della resa massima della maggior parte delle batterie per scattare una foto. Quando sono anche mi-nimamente scariche, le pile regolari non

forniscono suffi-ciente energia.

Una soluzione può essere comprare una fotocamera venduta con batterie ricaricabili e caricatore.Le batterie nickel-cadmio sono accettabili, le nickel-ioduri metallici durano un po’ di più. Comunque la scelta migliore sono le batterie agli ioni di litio, che danno energia sufficiente anche dopo un uso prolungato.

Se la fotocamera che vi piace non ha batterie ricaricabili, un’altra opzione è acquistarle separatemente o comprare

batterie alcaline di seconda generazione, come le Duracell Ultra.Benché non siano ricaricabili, queste batterie con formula ad alto rendimento durano molto più delle alcaline standard

in questo genere di utilizzo. Un’ultima alternativa

per l’utilizzo all’interno è acquistare

una fotocamera che supporti l’alimenta-tore dalla rete elettrica

tramite l’uso di un trasformatore.

In questo modo non dovrete andar-vene in giro con le tasche piene di pile.

Le connessioniLa foto migliore del mondo non vale gran che se non potete estrarla dalla fotocamera. Le porte pc compatibili di cui sono dotate la maggior parte delle fotocamere possono andare bene se scaricate sul computer poche immagini di formato piccolo o medio, ma sono troppo lente quando si devono trasferire

file molto grandi.Le fotocamere digitali attualmente in commercio sono ormai quasi tutte dotate di interfaccia USB e i trasferimenti di file sono molto più rapidi e affidabili rispetto alle ormai rare fotocamere con connes-sioni seriali. La soluzione più semplice è acquistare un adattatore che permetta di inserire la memory card in un PC Card slot o colle-garla a una porta USB, SCSI o parallela. Alcune macchine hanno i loro adattatori ma nella maggior parte dei casi dovrete acquistarne uno di un produttore quale Kodak, Lexar Media, SanDisk o Imation.

Molte fotocamere consentono di stam-pare e vedere le foto senza bisogno di un pc, essendo dotate di un’interfaccia stampante che trasmette le immagini salvate direttamente a una stampante foto compatibile o a una porta video che permette di vedere le immagini sullo schermo TV.Le fotocamere che offrono quest’ultima possibilità, spesso hanno funzioni slide-show e altre funzioni di visualizzazione.

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Per risolovere i problemi di alimentazione delle fotocamere digitali è bene acquistareuna scorta di batterie ricaricabili da avere

sempre a disposizione durante i viaggi

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I trucchi del fotografo digitaledi Stefano Gargano

La fotografia digitale presenta indubbia-mente molte comodità in più rispetto alla fotografia tradizionale, ma ciò non vuol dire che sia semplice scattare delle buone foto appena presa in mano una fotocame-ra digitale.E’ infatti necessario seguire alcuni accorgimenti, specie se siete foto-grafi alle prime armi, per poter ottenere foto spettacolari grazie alle fotocamere dell’ultima generazione.

Lo schermo LCDLo schermo a cristalli liquidi della nostra fotocamera digitale è un preziosissimo alleato per ottenere inquadrature di quali-tà e soprattutto verificare che lo scatto sia perfettamente riuscito.Molte fotocamere sono dotate del-lo schermo LCD e del mirino ottico tradizionale, questo per consentire un risparmio delle batterie della fotocamera. Spesso, però, il mirino ottico non riesce a catturare esattamente la stessa inqua-dratura che viene registrata sulla scheda di memoria, per via dello sfasamento della sua posizione con l’obiettivo della fotocamera. Lo schermo LCD invece, presenta esattamente l’inquadratura che

verrà catturata dal sensore della nostra fotocamera: per questo motivo è prefe-ribile al mirino ottico. Inoltre, se siamo utenti alle prime arti con la fotografia in generale, sarà più semplice e rapido apprendere dagli errori effettuati, poten-do verificare se effettivamente abbiamo scattato l’inquadratura che avevamo in mente oppure qualche cosa è andato storto durante lo scatto (riflessi di luce, soggetti in movimento, zone d’ombra di cui non ci eravamo accorti).

Quale risoluzione?La risoluzione delle fotografie scattate può variare da 640 x 480 punti fino a 2.048 x 1.536 e oltre per fotocamere con più di tre megapixel. Maggiore sarà la risoluzione utilizzata, minore sarà la quantità di immagini registrabili sulle schede di memoria.L’acquisto di più schede di memoria è però un investimento economico consi-derevole.La soluzione è quella di utilizzare la massima risoluzione concessa dalla vostra fotocamera per fotografie partico-larmente belle, o per soggetti particolari,

mentre per le fotografie comuni, quelle con famiglia e amici, potremmo utilizza-re una risoluzione intermedia.Una risoluzione di 1.024 x 768 punti è abbastanza grande da poter ottenere stampe di medio formato e di dimensio-ne di file abbastanza contenuta. Su una scheda da sessantaquattro megabyte, sarà

in questo modo possibile registrare intor-no ai trecento scatti (che è molto difficile fare in una sola giornata).

Il formato miglioreLa maggior parte delle fotocamere in commercio consentono di selezionare non solo la risoluzione, ma anche il formato del file nel quale sarà salvata l’immagine.I più comuni sono Jpeg e Tiff. Il primo lo consigliamo per le fotografie meno im-portanti e che necessitano di rapidità di scatto. Il Jpeg è un formato di dimensioni contenute, che utilizza una compressione distruttiva: questa può essere partico-larmente evidente in stampe in grande formato.

Il Tiff è invece un formato non compres-so, ad alta qualità, che si presta per gli ingrandimenti. Consigliamo di utilizzare questo per foto artistiche o partico-larmente significative che vorrete poi stampare su carta.Il maggior spazio di cui ha bisogno il Tiff, lo rende però un formato lento du-rante il salvataggio e quindi poco adatto a fotografare scene in movimento.

Alcuni piccoli trucchi, utili per sfruttare al meglio le possibilità offerte dalle più mo-derne fotocamere digitali in commercio: ecco i consigli di ZDNet

TRUCCHI E GUIDE

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Un corretto uso dello schermo LCDallunga la vita delle batterie

ZDNet - Speciale Fotografia Digitale - 8

MEMORIE: Come è noto le fotocamere digitali utilizzano schede di memoria per salvare le foto-grafie: ne esistono vari tipi con forme e caratteristiche differenti. La maggior differenza di cui dovete tenere conto è però la capacità. In una scheda di memoria da 8Mb potranno essere registrate poche foto: all’acquisto di una fotocamera digitale sarà quindi consigliabile mettere in preventivo anche una scheda di memoria da almeno 64Mb, per non dover essere costretti a cancellare alcune fotografie già salvate per fare posto a quelle nuove.

BATTERIE: Le fotocamere digitali sono molto “voraci” in fatto di energia dato che, oltre al flash, devono alimentare il display LCD. L’uso di batterie ricaricabili è molto consigliato, in quanto ad una maggior durata rispetto a quelle tradizionali, aggiungono anche il fattore di risparmio economico. E’ utile dotarsi quindi di uno o più set di batterie ricaricabili: con circa sette euro la coppia potremo avere molta autonomia.

CUSTODIE: Le fotocamere digitali, in quanto dispositivi ad alta tecnologia, sono oggetti molto delicati. Consigliamo l’acquisto di una custodia per proteggere la fotocamera da polvere, sabbia e urti. E’ meglio orientarsi su custodie rigide o semirigide, che consentono di attutire colpi accidentali

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L’effetto “occhi rossi“E’ il nemico numero uno delle fotografie che rappresentano ritratti. Il flash, soli-tamente, coglie il fondo della retina del soggetto fotografato e ne riflette il colore rosso. Da qui otteniamo l’effetto che fa sembrare i protagonisti delle foto come creature spiritate.Per ovviare a questo problema è possi-bile intervenire grazie ad un programma di fotoritocco, oppure utilizzando la modalità “red eye reduction” (riduzione occhi rossi) ormai presente in tutte le fotocamere in commercio: in tal modo si elimina all’origine il problema.Il funzionamento è molto semplice: prima di scattare effettivamente la foto,

il flash si accende dando il tempo alla pupilla di contrarsi per non far entrare la luce durante il lampo successivo: in tal modo otterremo finalmente ritratti di qualità dei nostri amici.

Quando fotografare?Ci riferiamo ai migliori momenti della giornata per scattare fotografie. Le ore ideali per effettuare i nostri scatti sono al mattino e verso il tramonto. Bisogne-rebbe evitare mezzogiorno e il primo pomeriggio: in questi momenti della giornata la luce solare è troppo intensa e, essendo il sole in posizione verticale, non ci sarebbero le ombre a disegnare effetti di luci sulle superfici fotografate. Inoltre anche i soggetti fotografati avrebbero gli

occhi strizzati o gli occhiali da sole.Al mattino e nel tardo pomeriggio, inve-ce la luce è abbastanza tenue, con colori caldi; in tal modo è possibile ottenere sfumature e contrasti ben definiti nelle nostre immagini.

Fotografare le personeLe foto a soggetti sono tra le più diffi-cili da scattare, non per imperizia del fotografo, ma per le espressioni che una persona in posa può assumere (o perché il soggetto ha chiuso gli occhi proprio nel momento dello scatto).Per ottenere belle foto con i vostri amici o i vostri parenti non dovrete costringerli

a restare in posa fino al momento dello scatto, ma dovrete cercare di catturare un momento in cui le espressioni dei sogget-ti siano naturali.

Per far questo è possibile scattare una sequenza continua di immagini fino ad ottenere quella migliore. I risultati più soddisfacenti si ottengono addirittura se i soggetti non sanno di essere ripresi dal fotografo.Il bello di una fotocamera digitale è an-che nella possibilità di scattare numerose foto, fino a poter scegliere la migliore cancellando quelle meno riuscite e libe-rando in tal modo prezioso spazio sulla scheda di memoria.

Anche il flash può venire in aiuto del fotografo nella ripresa di soggetti umani: se siamo infatti costretti a fotografare controluce i nostri amici, utilizziamo il flash anche in piena luce: darà in ogni caso un’illuminazione frontale ai sogget-ti, smorzando la luce proveniente dalle loro spalle.

Macro fotografiePer realizzare scatti a soggetti ravvici-nati, come primi piani, piccoli oggetti o simpatici animali, è possibile utilizzare la funzione “Macro” presente ormai nella maggior parte delle fotocamere digitali in commercio.E’ una funzione che consente la messa a fuoco delle immagini a distanze molto

ravvicinate ed è particolarmente utiliz-zata per la fotografia a insetti o fiori. In tal modo è possibile cogliere dettagli suggestivi della natura o degli oggetti che ci circondano.

Luci e contrastiAbbiamo scattato le nostre fotografie e sono venute anche bene, ma il fotografo digitale può ancora fare qualcosa per avvicinare sempre di più alla perfezione, le immagini scattate.Spesso le fotogra-fie hanno colori dominanti oppure sono poco contrastate, in quanto il sensore della macchina non è riuscito a cogliere esattamente le sfumature della ripresa che intendevamo effettuare.

Per ovviare a questo problema possiamo utilizzare un qualsiasi software di fotori-tocco: sia Paint Shop Pro che Photoshop danno la possibilità di gestire automati-camente i livelli di colore e di contrasto, aumentando la qualità complessiva dell’immagine grazie all’eliminazione dei colori dominanti.

Un ultimo consiglioPer fare belle foto bisogna esercitarsi: per questo consigliamo di portare spesso in giro la propria macchina fotogra-fica digitale: più scatti faremo, prima sarà possibile comprendere quali errori facciamo e quali sono invece le migliori inquadrature per ottenere ottimi risultati. Una fotocamera compatta da portare sempre con sé, sarebbe utile a questo scopo, per imparare le basi della fotogra-fia digitale.

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Buone condizioni di luce miglioranola qualità generale della foto

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Per ottenere belle foto dovrete cercare dicatturare un momento in cui le espressioni

dei soggetti siano naturali

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Non sempre le foto che scattiamo con la nostra fotocamera digitale hanno la qualità che ci saremmo aspettati di ottenere.E’ fortunatamente possibile apportare piccole ma significative modifiche per ottenere un decoroso risultato nella qualità dei nostri scatti: per fare questo ci sono alcuni accorgimenti e alcuni programmi che possono correre in aiuto degli utenti alle prime armi per migliorare la qualità delle fotografie.

Sia che si voglia eliminare l’effetto “occhi rossi”, sia che si desideri eliminare o modificare una parte dell’immagine, le fotografie avranno bisogno quindi di modifiche digitali.Potete svolgere questo tipo di operazioni grazie all’aiuto di numerosi strumenti, che vanno dai programmi shareware fino ai più costosi software creati appositamente per questi scopi. Ecco quali sono le più comuni operazioni che sarà possibile utilizzare per diventare eccellenti fotografi.

Messa a fuocoLa messa a fuoco (nei software inglesi si trova sotto la voce “Sharpen”) , ovvero la nitidezza in una fotografia, subisce l’in-flusso di diverse variabili, senza conside-rare le più ovvie, come quando si muove la macchina fotografica al momento dello scatto.Ogni software grafico vi dà la possibilità di regolare la messa a fuoco di un’im-magine, mentre i software per utenti alle prime armi eseguono questo tipo di ope-razione automaticamente. In ogni caso, la differenza tra il prima e il dopo non è significativa.Troppa nitidezza può produrre immagini brutte e sgranate, specialmente se si tratta di un’immagine JPEG (dove il fatto di rendere la fotografia troppo nitida non fa altro che evidenziare i problemi di compressione esistenti). Mettendo a

fuoco, non potete inserire dettagli, potete solamente rendere i dettagli già esistenti un po’ meno sfocati.La cosa migliore sarebbe poter controllare manualmente la regolazione della messa a fuoco, poiché si tratta di uno di quei ritocchi che richiedono un costante controllo visivo.Quando effettuate questo tipo di operazione manualmente, utilizzate uno strumento chiamato Sharpen o Unsharp Mask, disponibile in programmi come Adobe Photoshop, Corel PhotoPaint, Ulead PhotoImpact e JASC Paint Shop Pro.

Contrasto e coloreUn problema molto diffuso è la sfuma-tura del colore. Questo succede quando la macchina fotografica non compensa il colore della luce. Quasi tutti i prodotti trattano questa operazione fondamental-mente nello stesso modo.Aumentano o diminuiscono la quantità di rosso, verde, blu, grigio-azzurro, giallo o magenta.

La maggior parte dei pacchetti fa uso di una barra scorrevole per fare questo, e sta a voi giudicare il livello più appropriato da applicare. Purtroppo questa operazione non è così facile come può sembrare.In ogni caso, vi sono delle eccezioni. PhotoImpact, Ulead Photo Explorer 6.0 e Adobe Photoshop (sia la versione 6.0 sia la versione LE) vi propongono una serie di piccole immagini (thumbnail) che rappresentano i vari cambiamenti in modo tale da fornire una base di

paragone.Gli altri prodotti non sono in grado di fornire gli stessi risultati sia perché effettuano modifiche minime, sia perché regolano semplicemente la nitidezza e il contrasto dell’immagine.Sebbene possiate avere una certa familiarità e possiate sentirvi a vostro agio lavorando con i comandi relativi a

nitidezza e contrasto, sono effettivamente gli strumenti peggiori per migliorare un’immagine.Per quale motivo? Perché ogni pixel riceve lo stesso grado di trattamento; per esempio, aumentare la nitidezza dell’immagine fa sì che compaiano più dettagli nelle zone d’ombra, ma allo stesso tempo tende a schiarire le parti dell’immagine già chiare di per sé.Le curve e gli istogrammi, che potete trovare solamente nei prodotti di livello medio-alto, sono gli strumenti

Come migliorare le fotografiedi Stefano Gargano

Magia del digitale. Per fare belle foto bisogna avere “occhio”, ma con il computer il fotoritocco diventa un’arte alla portata di tutti. Ecco una guida per utenti alle prime armi. Con i trucchi dei pro-fessionisti

TRUCCHI E GUIDE

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Correggere il contrasto può rendere un’immagine molto più bella

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Che si voglia eliminare l’effetto “occhi rossi”o si desideri eliminare parte di un’immagine,le foto avranno bisogno di modifiche digitali

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appropriati per migliorare la qualità della fotografia. Essi vi permettono di cambiare la brillantezza dei pixel nelle esposizioni medie senza modificare i valori più chiari o più scuri.Se desiderate provare ad utilizzare tali strumenti, potete cominciare con programmi come Ulead PhotoImpact 6.0 e JASC Paint Shop Pro 7.

Rotazione Conosciuta anche come deskewing (ripristino della simmetria), la tecnica di riallineamento delle immagini, consiste in una leggera rotazione dell’immagine fino a che questa non risulti in asse.Sebbene questa tecnica sia stata progettata per immagini scansite che sono state posate su superfici deformate, può capitare, a ognuno di noi, di scattare delle fotografie leggermente sproporzionate, o non perfettamente in asse. Questo è particolarmente evidente nelle immagini che presentano linee orizzontali, come per esempio scale antincendio o steccati.I pacchetti come Ulead Photo Explorer e PhotoImpact offrono il metodo migliore per il riallineamento delle foto.

E’ sufficiente agire selezionando due punti nell’immagine che vadano a formare una linea di riferimento (per esempio gli angoli di uno steccato) e il software ruota l’immagine in modo da compensare gli squilibri. Photo Paint

Deskew non necessita di una linea di riferimento poiché effettua questa operazione automaticamente.

L’unico appunto che si può fare alla tecnica del riallineamento delle immagini e al ripristino della simmetria è che dopo aver effettuato questo genere di operazioni sarà necessario modificare gli angoli delle immagini.Infatti, l’atto di rotazione dell’immagine taglierà via alcuni angoli e ne aggiungerà altri con un colore sullo sfondo. Per far fronte a questo problema si dovranno ritagliare gli angoli dell’immagine in modo da includere solamente le parti originali della fotografia.

Il ritaglioEseguire la funzione Ritaglio (nota anche come “Crop”), per ritoccare una foto vuol dire semplicemente ritagliare i sog-getti estranei che si trovano ai bordi della fotografia; dal momento che il software non apporta cambiamenti alla parte che avete selezionato, la qualità dell’immagi-ne non subirà modifiche.Il ritaglio comporta però una variazione di dimensione delle immagini: togliendo un soggetto o una porzione di paesaggio da un’immagine sicuramente si eliminano parti dell’immagine stessa e si ottiene una fotografia più piccola: potrà

essere quindi necessario eseguire un ridimensionamento dell immagine.Ridimensionare una fotografia potrebbe essere un’operazione un po’ più complicata. Sebbene la maggior parte dei programmi mostrino un’interfaccia simile per la funzione “Resize” (modifica della dimensione), i calcoli basilari eseguiti dal programma per avviare tale operazione possono rendere l’immagine finale qualitativamente diversa.Per quale motivo? Perché quando rimpicciolite un’immagine, il programma deve scegliere quali pixel eliminare e quali mantenere; di conseguenza, a seconda della scelta, il livello di dettaglio mantenuto subisce dei cambiamenti.Allo stesso modo, per ingrandire un’immagine è necessario che il programma sia in grado di capire dove e come aggiungere pixel extra, pur mantenendo un ragionevole livello di dettaglio.

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Il “deskewing” consente di raddrizzare una foto scattata male

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Il ritaglio è utile per eliminaresoggetti “indesiderati”

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La stampante è una delle periferiche più diffuse, lo strumento attraverso il quale possiamo rappresentare molti dei lavori realizzati con un personal computer. In commercio ne esistono di differenti tipologie che vengono classificate per tecnologia di stampa, fascia di prezzo, funzioni implementate e altro ancora.La varietà dell’offerta è dettata da una altrettanto differenziata richiesta da parte degli utenti.

Non è facile individuare il prodotto ideale per le singole esigenze d’uso dato che, oltre all’aspetto qualitativo dei documenti realizzati, entrano in campo importanti fattori quali, ad esempio, la velocità di stampa, definita in ppm (pagine per minuto), oppure il costo per pagina e la durata nel tempo delle stampe realizzate.

La tecnologia attualmente più apprezzata dall’utente domestico, così come dall’appassionato di fotografia digitale, è quella a getto di inchiostro. Le stampanti a inkjet, a differenza di quanto si possa immaginare, non sfruttano una tecnologie recentissima.

Vennero immesse sul mercato negli anni ottanta contemporaneamente alle stampanti laser.

Le “InkJet” si basano su una tecnologia “non a impatto”. Il processo di stampa avviene, infatti, senza nessun contatto fisico tra testina e foglio.Il principio di funzionamento di queste periferiche è assai semplice, anche se la loro complessità costruttiva è notevole.

Il processo di stampa consiste nel proiettare delle minuscole gocce di inchiostro, con dimensioni nell’ordine di

3 - 6 pl (picolitri - 10-12 litri), su un foglio di carta sul quale rimarranno impresse dopo la fase di essiccazione. Il processo di formazione delle gocce avviene direttamente nella testina di stampa. Le periferiche in commercio sfruttano due differenti tecnologie per attivare il

processo, una di tipo termico e una di tipo piezo-elettrico. L’elemento base che le accomuna è quello che l’inchiostro all’interno della testina deve essere portato ad una pressione ottimale per essere poi inviato con elevata velocità (circa 7-8 m/s) verso il foglio di carta.Nella tecnologia termica questo aumento di pressione è ottenuto riscaldando, all’interno della testina e con appositi termistori percorsi da corrente, l’inchiostro, mentre con la tecnologia piezo-elettrica si sfruttano le caratteristiche piezoelettriche di alcuni cristalli che sono in grado di deformarsi se opportunamente polarizzati da un campo elettrico.

In pratica nella stampa piezo-elettrica l’inchiostro è contenuto in apposite celle che si trovano a contatto con elementi piezoelettrici; il passaggio della corrente provoca la deformazione di questi elementi che si traduce in una compressione dell’inchiostro e relativo aumento della pressione.

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Stampanti Inkjet:Tecnologia e qualità di stampadi Luca Ruiu

GUIDE

Le stampanti a getto di inchiostro sono in assoluto le più vendute, ma non tutti conoscono i segreti della loro tecnologia. Vediamo da vicino il funzionamento di una stampante a getto di inchiostro, le principali caratteristiche e come si definisce la qualità di stampa.

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I VANTAGGI DELLE STAMPANTI “INKJET”I vantaggi offerti da una stampante InkJet si possono riassumere in pochi, ma importanti punti. In primo luogo la possibilità di utilizzare i colori nella stampa di documenti e foto, il basso prezzo di acquisto (le entry price si trovano a partire da 30 Euro), la possibilità di stampare foto digitali in alta risoluzione, l’ottima qualità di stampa con l’uso di supporti ottimizzati per InkJet, la gestione dei fogli A3 con investimenti contenuti, la velocità di stampa che può raggiungere valori superiori alle 20 ppm. Gli svantaggi legati all’uso di queste periferiche sono l’alto costo di gestione, essendo elevato il prez-zo di acquisto dei consumabili, la velocità di stampa che si riduce drasticamente all’aumentare della risoluzione impostata, autonomie d’uso limitate e, in genere, scarsa durata nel tempo delle stampe

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Nelle stampe fotografiche, risoluzione,inchiostri e tecnologia definiscono la qualità

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Il processo piezo-elettrico è, in generale, meglio controllabile rispetto al termico, e offre il vantaggio di svilupparsi a freddo, senza aumento di temperatura per l’inchiostro.

Canon fu la prima società a sviluppare la tecnologia termica per le periferiche InkJet, tecnologia denominata Bubble Jet, mentre la tecnologia a freddo, piezo-elettrica, è stata sviluppata e utilizzata attualmente in forma esclusiva da Epson. Il vantaggio della stampa a “freddo” è quello che l’inchiostro arriva sul foglio a temperatura ambiente garantendo tempi di essiccazione, in genere, inferiori rispetto alla stampa “a caldo”. Il tutto si traduce in una minore diffusione dell’inchiostro sul foglio e quindi in una maggiore qualità di stampa. Questo effetto era comunque più evidente anni fa dato che il perfezionamento degli inchiostri, della tecnologia e dei supporti hanno portato le attuali stampanti “termiche” allo stesso livello delle piezoelettriche.

La qualità di stampaLa velocità di stampa indicata dal produt-tore è sempre riferita alla modalità bozza, quella che predilige le prestazioni alla qualità, e sono spesso valori sovrastimati. Quando parliamo di qualità di stampa facciamo riferimento alla risoluzione con la quale il documento stesso viene realizzato, cioè il numero massimo di punti per pollice espresso in “dpi” (dots per inches). Nelle stampe fotografiche la risoluzione non rappresenta l’unico

parametro che definisce la qualità. Aspetti quali la tipologia degli inchiostri, dei supporti e della testina di stampa, la tecnologia adottata per la formazione della goccia e altro ancora, possono condizionare, e non poco, l’intero processo. In generale, quando realizziamo docu-menti di testo, o combinati testo e grafica, il parametro indice della qualità del processo è proprio la riso-luzione espressa in dpi.Nelle stampe fotografiche, invece, la sola risoluzione è limitativa, dato che sorge la necessità di ottenere, come caratteristico per le foto sviluppate dai laboratori fotografici, una grana molto fine e una continuità nelle sfumature. Il problema di base è che una stampante dispone di un numero limitato di inchiostri, solitamente quattro, o sei o sette al massimo, tramite i quali generare colori intermedi per rendere continue e realistiche le sfumature.

Durante il processo di stampa si possono ottenere le variazioni tra chiaro e scuro combinando punti di colore base, cioè quelli degli inchiostri presenti nelle

cartucce, con punti di colore nero o bianco, ma questa soluzione

crea da un lato un effetto cosiddetto granulare e dall’altro un minor dettaglio nelle stampe. La soluzione ottimale sarebbe quella di ridurre il più possibile le dimensioni delle gocce di inchiostro e di aumentare il numero dei

colori disponibili.Ovviamente esistono

limiti fisici per entrambi questi aspetti. Molti

produttori hanno

sviluppato tecnologie in grado di associare alle limitate dimensione delle gocce di inchiostro la capacità del processo di stampa di variare localmente la concentrazione dei punti di colore.Un ruolo fondamentale viene ovviamente svolto dalla tipologia degli inchiostri utilizzati, dalla testina di stampa, dai sincronismi tra movimentazione foglio, posizione testina e generazione della goccia, dal software di gestione del processo e altro ancora. Appare evidente che dietro la “semplicità” di una stampante c’è uno sviluppo tecnologico non indifferente

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Memory card senza segretidi Stefano Gargano

TECNOLOGIA

La tecnologia digitale ha ormai preso piede nella fotografia e nella musica, creando tutta una serie di nuovi prodotti (che includono anche i computer palmari) che hanno bisogno di supporti adatti a poter registrare e riprodurre i file. Sono stati quindi introdotti sul mercato nuovi supporti di memoria, di dimensioni estremamente compatte per poter essere utilizzati all’interno di questi dispositivi portatili.

Compact flashE’ il formato più “ingombrante” tra quelli esistenti, nonostante le comunque ridotte dimensioni: questa scheda di memoria ha il pregio di essere utilizzata in moltissimi dispositivi che comprendono computer

palmari, lettori MP3 e soprattutto è molto diffusa come sup-porto di registra-zione per fotoca-mere digitali.

Ha il grande pregio di essere il formato che presenta il

maggiore taglio di memoria attualmente disponibile sul mercato: ben 512 mega-byte di memoria sono disponibili su un supporto quadrato largo poco meno di tre centimetri di lato.

IBM ha presentato anche microdrive, un piccolo disco fisso con la forma di una scheda Compact Flash che può contenere fino a un gigabyte di dati: è utilizzata soprattutto nelle fotocamere digitali e, per funzionare, occorre che il prodotto supporti questo piccolo disco fisso in modo nativo.

Smart MediaE’ il secondo supporto come diffusione e mer-cato: all’alta capacità disponibile, la scheda Smart Media affianca un ingombro ridot-tissimo, grazie allo spessore di un milli-metro circa, e prezzo

al megabyte estremamente contenuto rispetto agli altri formati. E’ principal-mente utilizzata in lettori MP3 e fotoca-mere digitali, soprattutto in quelle più compatte. Non trova invece praticamente nessun utilizzo nell’ambiente dei compu-ter palmari, la cui industria ha optato per differenti formati.

Multimedia cardMultimedia Card è un for-mato estremamente simile alle schede Secure Digital in quanto a forma e ingombro.E’ un formato estre-mamente compatto, grande non più di un francobollo e consente di contenere dati fino a 256 megabyte.Questo formato è molto utilizzato nell’ambito dei computer palmari e nei lettori mp3, tutti dispositivi di piccole dimensioni che sfruttano le altrettante compatte dimensioni della scheda Multi-media Card.

Secure digitalSviluppato e proposto da

Panasonic, Secure Digital è un forma-to estremamente

compatto, delle dimensioni di

un francobol-lo e dello spessore di poco più di un millimetro. La sua compattezza lo ha fatto diventare

uno standard nell’ambito dei computer palmari. Prima Palm, poi Compaq e in seguito altri produttori di hardware han-no incluso nei loro dispositivi slot che consentono l’espansione di memoria e lo scambio di file tra palmari. Il formato attualmente raggiunge tagli fino a 256 megabyte di memoria, ma entro il 2004 sono previste schede della capacità di un gigabyte. Troviamo Schede SD in misura minore in lettori MP3 e fotocamere digi-tali (in predominanza di Panasonic).

Memory stickMemory Stick è un formato di memorie estremamente compatto, delle dimensioni di un chewing gum sviluppato e proposto dalla giapponese Sony, che ha incluso la possi-bilità di lettura di tale supporto nei prodotti più svariati, dai lettori di musica digitale ai cani robot: sono molto utilizzate nelle fotocamere di-gitali e nei computer palmari, sempre

di Sony. Attualmente è proprio Sony il maggior utilizzatore di questo formato, la cui diffusione è diventata uno standard proprio per la massiccia possibilità di uti-lizzo in numerosissimi prodotti. Memory Stick ha un taglio massimo che, attual-mente, è di 128 megabyte di memoria; purtroppo questo formato è quello che ha il maggior costo per megabyte tra quelli

Conosciamo da vicino le schede di memoria a stato solido che hanno ormai sostituito dischi e cd per la memorizzazione di file nei dispositivi digitali portatili grazie alle loro ridotte dimensioni e all’alta capacità

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I supporti di memoria sono di dimensioni estremamente compatte per poter essere

utilizzati all’interno dei dispositivi digitali

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attualmente esistenti.Ognuna di queste schede può essere indifferentemente utilizzata su ogni dispositivo in grado di accettare un determinato formato: potrete quindi utilizzare la vostra scheda compact flash con il vostro lettore digitale MP3, sulla fotocamera e per espandere o scambiare dati con il palmare.

CompatibilitàAbbiamo visto come alcuni degli stan-dard per le schede di memoria, attual-mente in commercio, siano altamente specializzati, ossia come ogni formato sia prevalentemente utilizzato in uno de-gli ambiti di utilizzo: fotografia digitale, computer palmari e lettori digitali.Questo dipende da alcuni fattori, come capacità e dimensione: una scheda ad alta capacità troverà una maggior applicazio-ne nella fotografia digitale, che necessita di molto spazio per registrare gli in-gombranti file grafici nei quali vengono salvate le foto.Formati compatti come Secure Digital troveranno un camp di applicazione prevalentemente come memorie per dispositivi palmari.Qualunque sia l’utilizzo di ogni scheda, bisogna sottolineare come questa possa essere utilizzata indifferentemente in dif-ferenti dispositivi, a patto che utilizzino lo stesso formato.Se la mia fotocamera digitale ed il mio lettore MP3 utilizzano schede Compact Flash, sarà possibile utilizzare la stessa scheda in entrambe i dispositivi.Nello stesso modo se il mio palmare e la mia fotocamera digitale utilizzano lo standard Secure Digital, potrò rivedere le fotografie scattate sulla fotocamera nel più grande e colorato schermo del palmare.

Utilizzare più formatiL’utilizzo di più formati è tendenzial-mente sconsigliato. Sarebbe bene com-prare dispositivi che utilizzino lo stesso standard per consentire uno scambio di file tra gli stessi oppure per ridurre la spesa nell’acquisto di diverse schede per ognuno degli apparecchi.

Se proprio non è possibile fare a meno di acquistare dispositivi che utilizzino il medesimo standard, non dobbiamo preoccuparci.In commercio esistono infatti numerosi adattatori universali sotto forma di peri-feriche esterne USB: questi sono in grado

di leggere tutti i formati di memorie esistenti al mondo, consentendo di scam-biare i dati tra l’uno e l’altro formato. Il PC in questo caso viene utilizzato come “ponte” per far transitare i file dall’uno all’altro formato.

Come acquistareQual è la memoria ideale?Esiste un tipo di memoria da preferire a un altro?Ovviamente la vera scelta va effettuata solamente tenendo conto del prodot-to che si intende acquistare, ovvero il dispositivo digitale (fotocamera, lettore digitale o palmare).Ogni tipo di memoria ha pregi e difetti in relazione alle dimensioni oppure al prezzo.Non esiste quindi un vero vincitore in questi formati, ma possiamo solamente consigliare di utilizzare il più possibile prodotti digitali che utilizzino lo stesso formato per le schede di memoria.In tal modo sarà possibile scambiare dati tra un dispositivo e l’altro o, in casi di emergenza, di utilizzare la scheda di un dispositivo su un altro.Utilizzando lo stesso tipo di memorie infatti non dovremo più preoccuparci

se lo spazio sulla memoria della nostra fotocamera digitale è terminato: sarà sufficiente estrarre la scheda dal nostro lettore MP3 per inserirla nella fotocame-ra e continuare a scattare.Successivamente, sul PC di casa, potrem-

mo fare ordine nei nostri dati, ma non avremo perso la possibilità di catturare nuove immagini.Per quanto riguarda la capacità delle schede da acquistare, noi consigliamo di partire da un taglio di sessantaquattro megabyte, che ormai può considerarsi una soglia minima per poter scattare abbastanza fotografie in una giornata (circa duecento alla massima risoluzione) oppure per ascoltare due o tre ore di mu-sica continua sul nostro lettore digitale (dipende dalla compressione utilizzata per i nostri file MP3).

I prezzi, nonostante siano ancora alti, si stanno comunque abbassando e già è possibile trovare schede di memoria da centoventotto megabyte sotto i centocin-quanta euro.

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Un lettore di memory card può aiutarci a gestire più formati attraverso il pc

Lo standard delle schede di memoria va scelto tenendo conto del dispositivo digitale

che si intende acquistare

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Come scegliere uno scannerdi Stefano Gargano

GUIDE

Quale uso volete fare per il vostro scan-ner?Il primo e più importante aspetto del-l’acquisto di uno scanner risiede nella valutazione delle proprie necessità. E’ necessario avere ben chiaro il fine che giustifica l’acquisto di questa periferi-ca, in modo da non buttare via denaro a causa dell’acquisto di uno scanner sovradimensionato alle nostre esigenze, né spendere pochissimo per avere tra le mani risultati che non incontrano le nostre aspettative.

Copiare documentiAvete bisogno di uno scanner che sia dotato di un programma OCR (per il riconoscimento della scrittura su carta) in modo che i caratteri stampati possano essere convertiti in testo modificabile dall’utente. Non è necessario che lo scan-ner abbia propondità di colore, ma deve avere sicuramente un’alta risoluzione e una buona velocità di scansione delle pagine, per non perdere eccessivo tempo durante la scansione di ogni pagina.

A tal proposito, è lecito considerate la possibilità di acquistare uno scanner con alimentatore di documenti automatico (ADF). Se avete molti documenti, l’ADF potrebbe essere una manna dal cielo. Ma molte volte, un ADF può essere dato per disponibile, ma i tempi per ottenerlo potrebbero essere molto lunghi.Per questo tipo di utilizzo consigliamo uno scanner di fascia media, con un prezzo che si aggira intorno ai duecento-cinquanta euro.

Creare pagine webPer il Web, non avete bisogno di uno scanner ad altissima risoluzione.La natura stessa delle immagini su web, fa si che una risoluzione di 100 dpi (punti per pollice) sia sufficiente a produrre immagini in formato 640 x 480 pixel, ovvero il formato comunemente utilizzato per le foto e le immagini sulle pagine web.Sicuramente deve essere buona la qualità del colore e la sua fedeltà alle tonalità dell’immagine originale.Uno scanner di fascia bassa (intorno ai cento euro) può benissimo fare al caso vostro.

Realizzare depliantpagine web e faxare documentiIn questo caso avete sicuramente bisogno di uno scanner che abbia una buona velocità di scansione: a questo proposito consigliamo sicuramente scanner con connessione USB, semplici da installare ma, soprattutto con un’alta velocità di trasferimento dei dati.

Anche il colore può essere importante ma non così tanto la risoluzione. Uno scanner di fascia media può benissimo soddisfare tutte le esigenze che si presen-teranno a una piccola azienda.

Scansire diapositiveSicuramente avrete bisogno di uno scan-ner ad alta risoluzione e con un’ottima fedeltà del colore per meglio sfruttare la qualità delle diapositive.

Probabilmente sarà consigliabile utiliz-zare scanner dedicati alla sola scansione delle diapositive: il lato negativo è che in tal modo non avrete un dispositivo universale in grado di scansire anche documenti, ma il risultato finale sarà sicuramente all’altezza delle aspettative.

Uno scanner piano con adattatore per diapositive, può essere utilizzato per chi ha lucidi e diapositive e vuole pubbli-carle su una pagina web: questo tipo di scanner non raggiungono però la qualità dei dispositivi dedicati alla sola scansio-ne delle diapositive.

Fotografie e fotoritoccoPer ottenere immagini di qualità da fotografie per il fotoritocco, dovete sicuramente scegliere scanner al top della gamma, di livello professionale, con grande fedeltà della gamma cromatica, alta risoluzione e, ovviamente, un’alta velocità di scansione.Sicuramente si può pensare a uno scan-ner con connessione SCSI o addirittura a uno dei nuovi scanner con connessione

Gli scanner sono ormai alla portata di tutti, ma acquistarne uno non è sempre facile. Ecco i suggerimenti fondamentali per distri-carsi tra risoluzione e profondità di colore, con un occhio al por-tafoglio

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Uno scanner per diapositive: con questo dispositivo si ottengono scansioni di altissima qualità di negativie diapositive

Prma di acquistare uno scanner è necessario capire l’uso che ne volete fare: in tal modo

eviterete di acquistare un dispositivosottodimensionato alle vostre esigenze

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FireWire che consentono alte velocità di trasferimento dei dati. La spesa prevista per un acquisto di scanner professionale si aggira intorno ai mille euro.

Collegamento al pcAl giorno d’oggi vengono utilizzate quat-tro tipi di interfaccia per la connessione al computer di uno scanner: vediamo le caratteristiche:

Connessione USBLa nuova interfaccia USB ha cominciato ad apparire sui computer nel 1997. Essa è sta-ta progettata come interfaccia facile da usare, semplice ed economica che può collegare varie periferiche al computer.Uno dei vantaggi dell’inter-faccia USB è la presenza di piccoli cavi flessibili. Chiun-que abbia lottato con i pesanti cavi SCSI o paralleli apprez-zerà i piccoli cavi e connettori USB.

Se state prendendo in considerazione l’interfaccia USB, controllate che il

vostro computer ne sia dotato. Se il vostro computer era uno dei primi disponibili con interfaccia USB, potreste aver bisogno di installare alcuni driver supplementari o adattatori hardware. Da notare: installare un’interfaccia USB su un computer più vecchio può essere abbastanza complicato.

SCSISCSI (pronunciata “scasi”) è un’interfac-cia ampiamente utilizzata che fornisce alta velocità e connessioni affidabili. Per alcuni anni, le interfacce SCSI sono state considerate standard per gli scanner.Le interfacce SCSI possono collegare fino a sette dispositivi al vostro com-puter, e molti computer di un certo livello hanno tale tipo di interfaccia già installato. Se possedete uno di questi computer, probabilmente uno scanner SCSI fa al caso vostro. Assicuratevi che lo scanner di vostra scelta sia supportato

su interfacce standard SCSI. Se prendete un’interfaccia SCSI, potete utilizzarla per connettere hard drive esterni e anche unità a nastro. Le versioni SCSI sono molte, ma sono comunque più veloci e più affidabili.Uno dei problemi relativi all’interfaccia SCSI risiede nel fatto che molti computer non la possiedono.Ciò vuol dire che, se è questo il vostro caso, dovete acquistare una scheda

interfaccia SCSI e installarla. Se l’idea di aprire il computer non vi piace molto, considerate la possibilità di acquistare un’altra interfaccia o di far installare la scheda SCSI dal

negoziante. Un’altra considerazione da fare è che molti PC hanno una capacità di espansione molto limitata, e potreste riscontrare qualche difficoltà

nell’aggiungervi un adattatore SCSI.Le interfacce SCSI possono essere molto veloci: 1.2 megabyte al secondo per il trasferimento dati è all’ordine del giorno.

Scanner paralleliL’interfaccia parallela sa ormai per essere soppiantata dall’interfaccia USB per gli scanner di fascia medio-bassa, a causa dei problemi di funzionamento che spesso si è costretti ad affrontare a causa di un collegamento che è stato progettato per l’output di dati (la stampa) e non per l’input (la scansione di immagini o documenti).

Un grosso problema con le interfacce parallele risiede nel fatto che esse

vengono anche usate da periferiche come unità a nastro, hard disk esterni removi-bili e, ovviamente, stampanti.Avere una stampante, uno scanner, un’unità a nastro e un hard disk esterno operanti contemporaneamente su una porta parallela è una cosa abbastanza improbabile che può dare problemi di funzionamento e di compatibilità dei singoli componenti.

FireWire (IEEE 1394)Come l’interfaccia USB, Firewire fa uso di piccoli cavi flessibili.A differenza dell’interfaccia USB, però, Firewire è estremamente veloce, così veloce che potrebbe tranquillamente sostituire IDE o SCSI per interfacce hard disk. Firewire è utilizzato prevalente-mente per la connessione tra computer, telecamere e macchine fotografiche digitali, nasce quindi come interfaccia di scambio per dati relativi a immagini. Firewire, una volta ampiamente difusa, diventerà un’interfaccia per scanner molto popolare: per il momento è utiliz-zata solamente su scanner di fascia alta e per scanner per diapositive di livello professionale.

Gli accessoriPer gli scanner, esistono due accessori basilari, l’ADF, l’alimentatore di docu-menti automatico e l’XPA o adattatore per diapositive.

Alimentatore

automaticoSe avete in progetto la scansione di una grande quantità di pagine, potreste consi-derare la possibilità di acquistare un ADF (alimentatore di documenti automatico).

Un ADF è molto utile se desiderate scansire molte pagine per OCR, fax, fotocopie o archivio documenti. La maggior parte degli ADF a basso costo contengono da 10 a 20 pagine.

L’affidabilità e la capacità di un ADF a basso costo di alimentare una grande quantità di pagine senza intoppi sono abbastanza variabili.

Provatene uno. Potreste anche riscontrare

qualche difficoltà nel trovare un ADF per un determinato tipo di scanner.

Più costosi, gli ADF da 50 a 100 pagine sono

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Per gli scanner esistono due accessori di pri-maria importanza: l’ADF, l’alimentatore di documenti automatico e l’XPA , l’adattatore

per la scansione di diapositive

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ovviamente più affidabili e robusti. Possono arrivare, però, a costare quasi come lo scanner.

Alcuni ADF posizionano la pagina sul piano d’appoggio dello scanner e in seguito lasciano allo scanner il compito di eseguire una normale scansione, quasi come accade con le fotocopiatrici. Tali ADF possono essere più robusti e permettere più scansioni di una singola pagina, ma ovviamente il prezzo aumenta.

Diapositive Un XPA o adattatore di diapositive vi permette di scansire fotografie traspa-renti con una qualità medio-bassa.

Alcuni scanner sono dotati di XPA semplici e passivi (utilizzano la luce dello scanner) che permettono la scansione di diapositive da 35 mm.Da notare: queste scansioni sono probabilmente utili per piccole riproduzioni, o forse per il Web, ma non forniscono risultati da professionista.

Potete acquistare XPA attivi (hanno la propria sorgente luminosa) che permettono di scansire originali trasparenti di formato più grande con una maggiore qualità.Questa potrebbe essere l’unica alternativa per grandi formati come radiografie o i lucidi fotografici 4x5. Siate prudenti, la qualità può variare.

Per ottenere buoni risultati con diapositive da 35 mm o con dei negativi, potreste considerare la possibilità di acquistare uno scanner adatto a questo scopo.

Risoluzione e PPILa risoluzione è la capacità dello scanner di definire minimi dettagli dell’originaleQuanti Ppi fanno al caso nostro? I Ppi, o pixel per pollice, dovrebbero indicarvi in che modo lo scanner è in grado di defini-re il dettaglio.Questo è il motivo per cui i grafici e i designer sanno che i Ppi e la nitidezza ottica dovrebbero essere in relazione tra loro.

Si usano 300 ppi per:

• Scansione di fotografie stampate 1:1 o fino a un ingrandimento di due o quattro volte.

• OCR di testi con dimensioni norma-li

• Scansione di disegni, grafici, logo e grafica.

• Scansione di quasi qualsiasi imma-gine per il World Wide Web.

• Archiviazione di semplici documen-ti.

• Fare copie sulla vostra stampante (a colori o in bianco e nero)

Si usano 600 ppi per:

• Ingrandimenti di fotografie quali-tativamente elevate fino a quattro volte l’originale, per esempio, per i poster.

• Scansione di piccoli originali, come diapositive da 35 mm, per l’editoria Web.

• Scansione di disegni originali pic-coli e qualitativamente elevati per riproduzioni dettagliate o ingrandi-menti.

• OCR di testi molto piccoli. Da no-tare: l’OCR di testi molto piccoli è abbastanza impegnativo.

Oltre 600 ppi servono per:

• Per scansire diapositive da 35 mm e dei negativi per ingrandimenti.

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GLOSSARIO

RISOLUZIONE OTTICA (Ppi)Anche chiamata “Vera Risoluzione” Il numero di pixel (punti) reali scansiti per pollice. Se esiste una caratteristica in stretta relazione con la vera risolu-zione, è proprio questa.

RISOLUZIONE HARDWARESolitamente la velocità di avanzamento della direzione Y (verso la parte bassa della pagina) dello scanner. In genere essa è due volte la risoluzione ottica.Tale caratteristica fornisce informazioni minime o nulle.

RISOLUZIONE MASSIMAColitamente un numero molto grande (come 9600), tale caratteristica mette in relazione il massimo numero di pixel che uno scanner o un software possono creare utilizzando l’interpolazione.Si tratta di una caratteristica insignificante. Il software di elaborazione immagini che si trova con la maggior parte degli scanner può effettuare fondamentalmente infinite interpolazioni.

BIT DI PROFONDITà DEL COLOREGiudicando dalle apparenze, una caratteristica in bit sembra non aver nulla a che fare con il numero di colori scansiti da uno scanner. In realtà il motivo della presenza di tale caratteristica è che essa espri-me la tecnologia negli scanner. All’interno di uno scanner vi è un dispositivo chiamato “convertitore analogico digitale (A/D)”. Questo dispositivo con-verte la tensione dal CCD in un numero che il com-

puter è in grado di leggere. Una delle caratteristiche di un A/D è il numero di bit trasformati. Tuttavia se uno scanner possiede un A/D a 8 bit e scansisce 3 colori (rosso, verde e blu) allora lo definiamo “a 24 bit” (8 x 3 = 24).

Di quali bit di profondità colore avete bisogno?

Uno scanner di qualità a 24 bit è adatto per:

• La scansione di stampe fotografiche per quasi ogni scopo.

• La scansione per OCR (in realtà non molto usata).

• La maggior parte delle scansioni per il Web.

Con uno scanner di qualità a 30 bit avete:

• La scansione di stampe fotografiche per quasi ogni scopo.

• La scansione per OCR (in realtà non molto usata).

• La maggior parte delle scansioni per il Web.

Dovete usare uno scanner di qualità a 36 bit per:

• La scansione di lucidi fotografici di alta qualità.

• La scansione di originali per uso professionale qualitativamente elevati.

In realtà per la maggior parte delle persone uno scanner di qualità da 24 o 30 bit soddisfa appieno qualsiasi necessità.