comunicare · 2015-10-22 · 2 3 approfittando delle vacanze, ... poi le ho chiesto: "cosa...

16
IN QUESTO NUMERO… 2. Editoriale Così vicini… così lontani 3. Baloo Una bella notizia 5. Vita di Branco/Cerchio Parole che uniscono… e che dividono 8. Consiglio degli Anziani Gessetti colorati 10. Fratellini e sorelline del Mondo Vita da bambini in Australia 12. Natura Inchiostro, cannetta e pennino per comunicare in bella calli- grafia 15. Biblioteca di Branco/Cerchio El Loco” di A. Manzi 18. Giochi I giochi dello Scovolino 21. Saggezza di Branco/Cerchio Giochiamo agli Indiani 22. Calendario Scout 2004 23. Fumetto Parliamoci chiaro! 25. Mani Abili Le ombre che parlano 29. Corrispondenti Fratellini e sorelline di Malta 30. Posta La posta di Giochiamo Associato all'Unione Stampa Periodica Italiana SCOUT - Anno XXIX - Numero 27 - 6 ottobre 2003 - Settimanale - Spedizione in abbonamento postale legge 662/96 art. 2 comma 20/c - Poste italiane DCO/DC - BO - Edito dall'Agesci - Direzione e pubblicità: Piazza Pasquale Paoli, 18 - 00186 Roma - Direttore responsa- bile: Sergio Gatti - Registrato il 27 febbraio 1975 con il numero 15811 presso il tribunale di Roma. Stampa: So.Gra.Ro. via I. Pettinengo 39, Roma - Tiratura di que- sto numero 60.500 - Finito di stampare nell’ottobre 2003 S o m m a rio La rivista è stampata su carta riciclata, sbiancata in assenza di cloro. Anno XXIX - n. 27 - 6 ottobre 2003 Settimanale - Spedizione periodico in abbonamento postale legge 662/96 art. 2 comma 20/b Poste italiane DCO/DC - BO a pag. 8 - CONSIGLIO DEGLI ANZIANI GESSETTI COLORATI a pag. 25 - MANI ABILI LE OMBRE CHE PARLANO La redazione Capo redattore: Camillo Acerbi Redattori: Maria Grazia Berlini, Emanuelle Caillat, Valentina Castelli, Mons. Giovanni Catti, Anna Maria Guidi, Mauro Guidi, Vanna Merli, Fra’ Luciano Pastorello, Vittoria Perini, Marco Quattrini, Gianfranco Zavalloni Illustrazioni e grafica: Vittorio Belli Impaginazione: Simona Pasini COMUNICARe Chiuso in redazione il: 22 settembre 2003 Il “Branco di Kaa” del gruppo Siracusa 7 è rifiorito!! A. Renoir “La colazione dei canottieri”

Upload: tranque

Post on 16-Feb-2019

214 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

IN QUESTONUMERO…

2. Editoriale Così vicini… così lontani

3. BalooUna bella notizia

5. Vita di Branco/CerchioParole che uniscono… e chedividono

8. Consiglio degli AnzianiGessetti colorati

10. Fratellini e sorelline del MondoVita da bambini in Australia

12. NaturaInchiostro, cannetta e penninoper comunicare in bella calli-grafia

15. Biblioteca di Branco/Cerchio“El Loco” di A. Manzi

18. GiochiI giochi dello Scovolino

21. Saggezza di Branco/CerchioGiochiamo agli Indiani

22. Calendario Scout 200423. Fumetto

Parliamoci chiaro!25. Mani Abili

Le ombre che parlano29. Corrispondenti

Fratellini e sorelline di Malta30. Posta

La posta di Giochiamo

Associato all'UnioneStampa Periodica Italiana

SCOUT - Anno XXIX - Numero 27 - 6 ottobre 2003 -Settimanale - Spedizione in abbonamento postale legge662/96 art. 2 comma 20/c - Poste italiane DCO/DC - BO- Edito dall'Agesci - Direzione e pubblicità : PiazzaPasquale Paoli, 18 - 00186 Roma - Direttore responsa-bile: Sergio Gatti - Registrato il 27 febbraio 1975 con ilnumero 15811 presso il tribunale di Roma. Stampa:So.Gra.Ro. via I. Pettinengo 39, Roma - Tiratura di que-sto numero 60.500 - Finito di stampare nell’ottobre 2003

Sommario

La rivista è stampata su carta riciclata,sbiancata in assenza di cloro.

Anno XXIX - n. 27 - 6 ottobre 2003

Settimanale - Spedizione periodico in

abbonamento postale legge 662/96

art. 2 comma 20/b

Poste italiane DCO/DC - BO

a pag. 8 - CONSIGLIODEGLI ANZIANI

GESSETTICOLORATI

a pag. 25 - MANI ABILILE OMBRE CHEPARLANO

La redazioneCapo redattore: Camillo AcerbiRedattori: Maria Grazia Berlini, Emanuelle Caillat, Valentina Castelli, Mons. GiovanniCatti, Anna Maria Guidi, Mauro Guidi, Vanna Merli, Fra’ Luciano Pastorello, VittoriaPerini, Marco Quattrini, Gianfranco Zavalloni Illustrazioni e grafica: Vittorio Belli • Impaginazione:Simona Pasini

COMUNICARe

Chiuso in redazione il: 22 settembre 2003

Il “Branco di Kaa”del gruppoSiracusa 7 è rifiorito!!

A. Renoir “La colazione dei canottieri”

32

Approfittando delle vacanze, la setti-mana scorsa sono andato al mare, alBagno Maria, n. 79. Dopo aver fattouna bella nuotata e letto il giornale,ho cominciato ad annoiarmi un po',e mi sono messo a guardare cosa fa-cevano i miei vicini.Nell'ombrellone di fianco al mio, c'e-ra una bambina che si dava un grandaffare con un telefonino; spingeva itasti a gran velocità, poi aspettava unattimo. Il cellulare faceva un trillo elei ricominciava a battere sui tasti.L'ho lasciata fare per un bel po' ditempo, poi le ho chiesto: "Cosa fai?"E lei, gentile, mi ha risposto: "Stoscambiando dei messaggi con la miaamica!" "E che cosa vi state dicen-do?" ho continuato io. La bambinami ha guardato un po' stupita:"Niente di particolare… Così, è soloper passare il tempo…".Mi è dispiaciuto che questa bambinapassasse così il suo tempo perchénon aveva nessuno con cui parlaredi persona, e allora le ho chiesto:"Ma sta molto lontana, que-sta tua ami-ca?"."Noooo!",mi ha rispo-sto ridendo,"è qui difianco, alBagnoRegio, n.

78". E in effetti, alzando gli occhi,dieci ombrelloni più in là ho vistoun'altra bambina con il cellulare in mano…Al giorno d'oggi, per fortuna, abbia-mo molti più strumenti per comunicare con gli altri (telefonini,Internet, ecc.) ma forse ci stiamo di-menticando che la cosa più impor-tante, quando si comunica, sono lepersone. Se quelle due bambine sifossero trovate a giocare insieme,persino stando in silenzio, con iloro semplici gesti, si sarebbero det-te molte più cose che con quei mes-saggi. Cosa ne dite?In questo numero di Giochiamo vogliamo proprio parlare di questo:Baloo (pag. 3) ci ricorda che comuni-care vuol dire entrare in comunionecon gli altri, Gufo (pag. 10) ci fa par-lare con una sorellina che sta dall'al-tra parte del mondo; Tota (pag. 25) cipropone un modo specialedi esprimerci, ecc. ecc.

COSI’ VICINI…COSI’ LONTANI

La parola "Vangelo" vuol dire “buonanotizia” o anche “bella notizia”. E' unanotizia che viene dal Signore ed è di-retta “agli uomini che Dio ama”. E’ fattadi gesti e di parole.Ricordate l’uomo lebbroso che si avvi-cina a Gesù per essere guarito (Mc 1,40-45)? Non dovrebbe, perché la leggeproibisce a chi è malato di lebbra di av-vicinarsi agli altri uomini. E’ come sefosse morto! Gesù sente compassionedi quest’uomo, e con la guarigione gliridona la possibilità e la gioia di comu-nicare con tutti. Il gesto e la parola diGesù diventano per lui davvero una“bella notizia”.Ricordate anche il famoso”fioretto” dellupo di Gubbio?

Gli abitanti della città temono il lupo egli danno la caccia; il lupo ha fame eterrorizza la gente. Arriva sanFrancesco e va incontro al lupo feroce e

minaccioso. Traccia un segno di croce epoi comincia a parlare dolcemente allabestia che dà segno di capire. Il Santonon tace le malefatte del lupo, ma cer-ca di capire. Alla fine gli chiede di ac-cettare un patto di pace con gli abitan-ti della città: lui non li assalirà più; essiprovvederanno al suo nutrimentogiornaliero. San Francesco tende la ma-no e il lupo vi posa la sua zampa alzata:pace è fatta, la “bella notizia” è sullabocca di tutti.

Comunicare non è solo dire parole; èsoprattutto incontrare gli altri, ascol-tarli, capirli. Vi dico una parola grande:comunicare vuol dire fare comunione.Molte volte non servono nemmeno leparole per far capire all’altro che gli vo-

gliamo bene e che attendiamo unaqualche risposta. Possibilmente una“bella notizia”!I lupetti e le coccinelle sono fortunatiperché hanno tantissime occasioni emodi diversi per costruire una formi-dabile rete di comunicazioni: In bran-co o in cerchio ci sono parole e gesti chetutti capiscono e condividono; è cosìpiù facile camminare insieme comeuna vera “famiglia felice”. Perché nondarsi da fare per donare a tutti concre-tamente, in ogni ambiente e in ognimomento della giornata, la “bella noti-zia” che è possibile un mondo più fra-terno, più giusto e più bello?

Buona caccia e buon volo!Baloo

54

Buon Volo e buona Caccia,Coccinelle e Lupetti, amici mieicarissimi!Tempo fa, durante uno dei mieisoliti giringiro sottosopra laGiungla e il Bosco, mi sono ri-trovato a canticchiare non socome non so perché (ma sonosicuro che capiterà mille volteanche a ciascuno di voi) unavecchia canzone che ripetespesso “ Parole, parole, parole…”Ho pensato che io per primonon sto mai zitto (e, forse, ipiù svegli di voi se ne sarannoanche accorti!) e ho semprevoglia di dire tutto a tutti, diraccontare mille cose, di comu-nicare i miei pensieri, ricordi,sensazioni, progetti e chi piùne ha più ne metta.Comunicare è condividere, do-nare agli altri un po’ di noistessi, anche se non lo voglia-mo o non ce ne accorgiamo.Nel bene, ma anche nel male.Anche senza volere lo faccia-mo, e anche scegliere di nondire niente, o dire le cose inun modo ( ad esempio dolce ededucato) piuttosto che in unaltro (che so, arrabbiato oscontroso) è comunicare.

Mamma mia, se ci pensate èproprio così. Nella Giungla enel Bosco, un silenzio improv-viso vuol dire molto di più cheil solito rincorrersi di suoni eversi di animali. E un compor-tamento insolito di qualcunomette in allarme più del suonoassordante della sirena del-l’ambulanza.A questo proposito, state asentire cosa ci raccontano dibello i nostri amici.

Erik, la talpa

Siete mai entrati nella giungla inpunta di piedi ad osservarla? Aveteascoltato quanti sono i suoni e gliodori che riempiono l’aria e tutto lospazio circostante? Ogni animalenella giungla possiede una lingua e,grazie al profumo della propria pel-liccia, può lasciare una traccia delproprio passaggio.Nella giungla c’è anche chi ha uncompito importantissimo, quello diavvisare tutti gli animali dal piùgrande al più piccolo. Per capire dichi si tratta, bisogna fare un piccolosforzo di immaginazione: pensate adun postino, aggiungete un becco,due ali e un grossissimo vocione ca-pace di raggiungere ogni luogo dellagiungla, dalle colline del Seeonee alvillaggio degli uomini.È Chil l’avvoltoio, il più grande tragli avvoltoi che svolazza da una par-te all’altra della giungla portando a

tutti messaggi molto importanti.Vi ricordate quando il piccolo uomovenne rapito dal Bandar-log e vennetrascinato su su per gli alberi? Il cuc-ciolo d’uomo possedeva la parolamaestra "siamo d’uno stesso san-gue fratellino tu ed io" e Chil allo-ra si mise in cerca di Baloo eBagheera. Fu lui ad avvisarli e lo fe-ce con grande disponibilità e cortesia.Anche quando per tutta la giungla sidiffuse lo stridulo grido del pheeal,Chil volteggiava sopra la giungla ediceva a tutti di stare in guardia!E se ogni lupetto e ogni lupetta riu-scisse a comunicare come fa Chil,non sarebbe una grande festa fatta difratellini e sorelline liberi e felici distare insieme?Allora: "Gozzo pieno e sonnoprofondo a te, Chil, il migliore de-gli avvoltoi!"

6 7

Comunicare sembra la cosa più faciledel mondo, ma a volte non lo è perniente.Ve lo dico perché è successo proprioa me, ed è stata una brutta esperien-za anche se, con la mia gioia, sonoriuscita a superare questa difficoltà.Lasciate che vi racconti.Il mio popolo e quello vicino non siparlavano da tempo, non andavanod'accordo e c’erano addirittura delleguerre. I suoni che si sentivano nellavalle erano solo parole di odio e of-fesa e non piacevano neanche allaSignora dei Suoni, una vecchina cheviveva sulla montagna più alta dellavalle. Allora la Signora, stanca ditanta malvagità, aveva deciso di pu-nire i due popoli con un incantesimo,rendendo le loro parole incompren-sibili. Immaginatevi che caos!Nessuno riusciva a comunicare: nonera più possibile andare a scuola ofare la spesa al mercato, non si par-

lava più coi vicini o gli amici, macosì finì anche la guerra, perché gliordini non li capiva nessuno! Comesi poteva fare?Non si poteva certo vivere così, e al-lora mi sono decisa: sono andata dal-la Signora dei Suoni e le ho chiestodi perdonare la gente della valle.Sapete come sono riuscita a vincerela sua diffidenza e a fare in modoche togliesse quel malefico incante-simo? Con un semplice regalo, unapiantina di genziane raccolte lungo ilsentiero, donata con un sorriso.E fu proprio il "grazie" ricevuto incambio che mi permise di restituireil senso alle parole pronunciate daipopoli della valle.Ancora adesso, so che le parole piùbelle e giuste per comunicare con glialtri sono quelle gentili, quelle che cifa più piacere sentirci dire!

Anna

Parole che uniscono… … e che dividono

98

Nessuno sapeva quando quell’uomofosse arrivato in città. Sembravasempre stato là, sul marciapiede del-la via più affollata, quella dei nego-zi, dei ristoranti, dei cinema e delpasseggio serale.Ginocchioni per terra, con dei ges-setti colorati, dipingeva angeli epaesaggi meravigliosi, pieni di sole,bambini felici, fiori che sbocciavanoe sogni di libertà. Da tanto tempo lagente della città si era abituata al-l’uomo.Qualche volta si fermavano e gliparlavano delle loro preoccupazioni,delle loro speranze; anche i bambinigli parlavano dei sogni e delle cosebelle che lui disegnava. L’uomoascoltava molto e parlava poco.

Un giorno cominciò a raccogliere lesue cose per andarsene.Si riunirono tutti intorno a lui, loguardavano e aspettavano. “Lasciaqualcosa…”. Ci pensò un po’ poiestrasse dallo zainetto i suoi gessettidi tutti i colori, quelli che gli eranoserviti per dipingere angeli, fiori esogni e li distribuì. Un pezzo di ges-setto colorato a ciascuno, e se neandò. (Bruno Ferrero)

Che cosa aveva fatto quell’uomo?Era stato ad ascoltare molto e avevasaputo dare a ciascuno un gessettocolorato. Aveva comunicato con ungesto, senza tante parole, come ilmondo può essere più colorato seciascuno ci mette un po’ di sé.Anche tu hai la possibilità di colora-re una piccola parte di mondo a mo-do tuo, puoi allargare ogni giorno iltuo disegno; ma disegnare da soli

non fa l’arcobaleno, né è possibilecomunicare da soli, senza nessunocon cui ridere, piangere o emozio-narsi. Però se apri il cuore agli altri esfrutti fino in fondo le possibilità ri-cevute, i tuoi "talenti", allora il tuodisegno diventerà ricco e colorato.Si può comunicare attraverso le pa-role, i gesti, gli atteggiamenti, leBuone Azioni, come sa bene Cocciquando si mette in volo e scopre lagioia donandola agli altri. O comeMowgli che, frequentando laGiungla, impara, che “la Giungla hamolte lingue” ed è importante cono-

scerle tutte!Dio ha posto nelle tue mani doni stu-pendi per usarli, perciò rimboccati lemaniche, coinvolgi i fratellini e lesorelline del Branco / Cerchio, e tut-ti gli amici che incontri fuori dagliscout. Inizia tu, non aspettare chesiano gli altri a fare il primo passo.Comincia con le tue parole e i tuoigesti a colorare il mondo e ricordatidi condividere i tuoi gessetti con chinon ne ha o crede di non averli.

Ed eccomi di nuovo all'altro capo del mondo: vi scrivo dall'Australia, dove stacominciando adesso la primavera!Quaggiu’ ho fatto amicizia con canguri,koala e un sacco di bambini, alcuni deiquali di origine Italiana. L'Australia e’ unPaese molto grande in cui abitano pochepersone, e quindi c'e’ un sacco di spaziovuoto: leggete un po' come fanno i bambi-ni australiani ad accorciare le distanze...

Ciao ciao dal vostro

10 11

Ciao, mi chiamo Sondra e abitoa Yalata, nel Sud Australia. La mia èuna piccola città: ci sono i Lupetti,con i quali mi diverto molto, e c'è lascuola, dove ho tanti compagni, manon c'è tanto di più… Purtroppo nonè facile trovare altri amici o altre co-se da fare, perché la città più vicinaè a più di 150 chilometri!

Per fortuna, oggi c’è la possibilità diviaggiare senza muoversi da casa,navigando in Internet con il compu-ter. In questo modo, ho conosciutoun sacco di bambine e bambini: nel-la mia rubrica ci sono nomi di tuttal’Australia, e anche di altri Paesi delmondo. Spesso ci scambiamo foto dinoi e delle nostre città, così sembraproprio di aver visitato molti posti eaver conosciuto molte persone.Naturalmente, però, è più bello poterparlare, toccare e vedere "dal vivo" eper questo, quando posso, preferiscogiocare con i miei amici "reali".Come tutti i viaggi, anche nella na-vigazione su Internet ci sono dei pe-ricoli: allora, proprio come quandosi va al parco di sera, è importanteessere accompagnati. Così mio fra-tello Bo (ha 17 anni) oppure i mieigenitori sono sempre nei paraggiquando navigo in Rete o chatto congli amici. Anche in Internet si posso-no fare incontri spiacevoli, con brut-

te persone che si vogliono intrufola-re nel tuo computer, magari per cu-riosare o per farti vedere cose pocosimpatiche.Nei miei messaggi mi piace usare le“emotions”, cioè le faccine che si-gnificano un sacco di cose diverten-ti: ad esempio, i due punti, seguiti daun trattino e da una parentesi chiusa,formano :-) una faccia che sorride.E ho imparato a dire le cose con ilgiusto tono, cioè scrivendo sempreminuscolo. In questo modo mi diver-to moltissimo e, con un po’ di atten-zione, giro il mondo e conosco gente, sperando di farlo realmente alpiù presto.

AUSTRALIADov’è: in OceaniaQuanto è lontana:la sua capitale, Canberra, dista daRoma più di 16.000 km!Quant’è grande: oltre 7,5 milioni di km2 (circa 25volte più grande dell'Italia)Quanti abitanti ha:meno di 20 milioni (l'Italia ne ha iltriplo)Che lingua si parla:l'Inglese

Se vuoi saperne di più su comenavigare sicuro in Internet,puoi guardare il sito dei bambi-ni di Lodi:http://www .babonzo.it/ba-bonzoweb.aspPoi, per vedere se hai capitobene tutto, vai a giocare insie-me a Greta Blu sul sito:http://www.aquiloneblu.org/bambini_internet/frame.html

1312

I nostri nonni e i nostri genitori non conoscevano e neppure usavano il com-puter. Anche la macchina da scrivere era rara. Però tutti usavano la cannettaed il pennino. Eh sì, cari fratellini e sorelline, fino a 30 anni fa, per scrivere

e per comunicare si usavano stru-menti semplicissimi come la cannet-ta, il pennino, il calamaio e l’inchio-stro. Così - molto lentamente - si in-tingeva la cannetta, su cui era fissatoun pennino, nel calamaio e una pic-cola dose di inchiostro si fermava sulpennino. E si poteva così scrivereuna o due righe di parole, per poi ri-tornare a reintingere nel calamaio.

Se si aveva fretta o si doveva girarela pagina si usava anche la “carta-as-sorbente”. E per pulire il pennino,prima di riporlo, si usava il “netta-penna”. Questo esercizio elegante discrittura, sempre ai tempi dei nonni,era anche premiato con il voto. Cosìse troviamo una vecchia pagella di40/50 anni fa possiamo notare chec’era il voto in “bella calligrafia”.

Che aspettiamo? Proviamo a ricerca-re nella scrivania dei nonni, oppureandiamo in cartoleria o in un merca-tino dell’usato. Non è difficile trova-re questi strumenti che non dovrem-mo affatto dimenticare. Ci aiutano ascrivere con calma, riflettendo, e amemorizzare bene quello che abbia-mo scritto.

esempi di bella calligrafia realizzati con cannetta e pennino:

1514

LEGGERE è un modo per ascoltare paroleche qualcuno ha voluto far arrivare fino anoi, anche da molto lontano nel tempo enello spazio: SCRIVERE è un modo per ren-dere visibili i nostri pensieri, per lasciaretraccia delle nostre parole silenziose.Sono anche uno strumento di riscatto euna strada verso la LIBERTÁ, come inse-gna “EL LOCO” un indio straccione che vi-ve per le strade di un piccolo paese andino.

Se vogliamo costruirci un “calamo” originale è sufficientetrovare una canna di fosso. Con un buon coltellino possiamotagliare una estremità a forma di pennino. È importante an-che fare un taglio in mezzo, come fosse un pennino di ferro,per raccogliere l’inchiostro.

di Alberto Manzi

16 17

È strano, parl daa solo, lo chiamano“Il Matto” (Loco), eppure tutti vannoa chiedergli consiglio, perché, nellasua follia, El Loco è il più saggio ditutti. È l’unico, tra quegli indios, chesappia leggere e scrivere come unbianco.

Il paese è perseguitato da una compagnia mineraria che vuole comprare tut-te le terre, ma El Loco farà nascere negli indios il desiderio di imparare a leg-gere e scrivere, per capire meglio ed esprimere più chiaramente il loro pen-siero. Farà nascere in loro la voglia di cambiare le cose, di non arrendersi maie allora…

El Loco ha scritto un suo pensiero nella polvere della strada, ma il vento hacancellato alcune lettere: per leggerlo ripassa su carta velina una delle parti esovrapponila all’altra. E se vuoi conoscere la storia di El Loco e del suo pae-se leggi “El loco” di A. Manzi.

18 19

1. RE+BUSMamamia non riesco a capire cosa ci sta comunicando Arcanda. Mici aiuti?

2. COMUNICARE!Dicono che noi in Italia comunichiamo molto con lemani. Sapresti capire cosa significano i gesti di questi fratellini esorelline?

Ciao, sono lo Scovolino! Non sono all’altezza

delle comunicazioni moderne!

GIOCHIAMOAGLIINDIANI

3. DA DOVE VENGONO?!Durante le Vacanze di B/C ho incontrato dei fratellinie delle sorelline stranieri. Io però faccio una gran

confusione perché non so le lingue, e voi? Ci prego aiutatemi a col-legare i fumetti con il bambino giusto.

20 21

A) LEI + DEE + CHIARE + SI + DI + CONO + FA + CIL + MENTEB) 1= SALUTA 2= DICEDINO 3= FAILSALUTO DEILUPETTI 4= PREGA 5= CHIEDELAPAROLAC) A=3 B=4 C=5 D=2 E=1

Soluzioni

Giochiamo, giochiamo agl’Indiani:pensiamo agli indiani delleAmeriche: ci tornano in mente i ge-sti usati in varie tribù per comunica-re idee, sentimenti.La mano sinistra è alzata, il pugno èchiuso, ma il pollice è disteso versoil cuore: vuol dire “io”. Adesso è alzata la mano destra all’altezza delcuore, il pugno è chiuso, ma l’indiceè disteso verso qualcunaltro: vuol di-re “tu”.A Madrid, in un luogo caro a perso-ne non udenti e non parlanti, un mat-tino d’estate ascoltavamo il collo-quio di un sacerdote con tutti noi,dopo la lettura della Parola. Con leparole, il sacerdote congiungeva al-cuni gesti: erano simili ai gesti usatiin varie tribù d’Indiani, o forse eranogli stessi.La Messa continuava, parole e gestidel sacerdote continuavano a direcose da meditare in silenzio. In que-sto modo si diventa sempre più uni-versali, desiderosi di comunicare. Inogni modo si diventa sempre piùuniversali, desiderosi di comunicarein ogni modo con tutte le altre crea-ture.Dalla punta dei capelli fino alleestremità inferiori, in mille modi ci èdato di comunicare, prima di tutto

con il silenzio, poi anche con gli oc-chi.Al Teatro dei Burattini eravamo dal-la parte degli attori, nella Baraccadei Burattini, e come si sa non ci eradato di vedere gli spettatori, gliascoltatori. Saremmo riusciti a farliridere? Saremmo riusciti a farli pian-gere? L’impresa più difficile e farliridere.Era pronta la provocazione: “sapetecome fa l’elefante a scendere dall’al-bero in autunno? Aspetta che si stac-chi una foglia e scende con lei”.Venne il momento, la frase fu detta.Finalmente si levò una risata.Provammo la gioia del comunicare,non si riesce a dirla con le parole.Chi la provò una volta, non la to-glierà mai ad altra persona.

22 23

Il messaggio del calendario "Ilcoraggio di esserci" ha l'obietti-vo di sottolineare la significativapresenza dell'Agesci, nel conte-sto socio-educativo del nostroPaese, nel trentennale dellasua fondazione (1974-2004).

Nella scelta delle immagini ab-biamo ritenuto opportuno pro-porre 12 ritratti fotografici, rap-presentativi dei nostri giovaniassociati delle diverse bran-che, invece delle tradizionaliscene di attività, per sottoli-neare non tanto "il nostro fare"quanto "il nostro essere" e illu-strare, tramite i volti, l'impor-tanza dell'impegno personaledi ciascuno e presentare, uti-lizzando una semplice metafo-ra, il "volto" della nostraAssociazione.

I colori utilizzati nelle paginedei mesi riprendono quelli del-l'arcobaleno, con un preciso ri-ferimento alla Bandiera dellaPace ed ai valori che essarappresenta anche per la no-stra Associazione.

Ogni mese una breve frase diB.-P. sottolinea alcuni temi fortilegati al messaggio principaledel calendario.

VALORE AGGIUNTO

Due calendari in unoAllegato al calendario, ripie-gato nell'ultima pagina di co-pertina, si trova un calenda-rio di tutto l'anno, con le im-magini descritte precedente-mente, che può essere stac-cato e utilizzato come poster,per la camera da letto, lostudio o la sede scout.

Il POSTER allegato al ca-lendario, con la presenzacompleta di tutti i colori del-l'arcobaleno, rende più espli-cito questo messaggio di pa-ce, mentre il tema portante siarricchisce ulteriormente dicontenuti con la frase "Il co-raggio di esserci insieme",rappresentata simbolicamen-te da una catena di mani chesi stringono.

Grande concorso per igruppi che si impegneran-no maggiormente nelladiffusione del calendario2004: in premio buoni ac-quisto per tende e attrez-zatura da campo pressogli Scout shop. Affrettatevia prenotarlo presso le vo-stre Cooperative regionali!

CALENDARIOCALENDARIO 20042004

2524

Una stanza buia, una candela accesa,una parete e una mano che si mettetra la luce e la parete… Una sagomaprende forma sul muro, prima appa-re piccola, poi aumenta, aumenta…Ha una forma non molto riconoscibi-le: brrrrr!!! Cosa sarà?Niente paura, non è l’inizio di unfilm dell’orrore o di un'avventura al-la Geronimo Stilton ma… potrebbediventarlo!Da sempre (pensiamo ai disegni nel-le grotte preistoriche) l’uomo ha cer-cato di comunicare agli altri la pro-pria vita, raccontare le cose che glicapitavano. Non sempre possedevamateriali e risorse per fare teatro, ecosì utilizzava materiali poveri chepoteva trovare ovunque come: unfuoco o una sorgente di luce, le ma-ni, il corpo e poi, con il passare deltempo, sagome di cartone, lampade,sipari, proiettori, ecc.Così è nata una nuova forma di spet-tacolo che viene ancora chiamato“ombre cinesi” perché ha avuto ungrande impiego in Cina tanti secoli fa.Possiamo utilizzare le ombre per di-vertirci una sera a fare indovinareanimali, persone o oggetti, ma po-tremmo anche imbastire uno spetta-colo per tutto il Cerchio o ilBranco… Un momento, però: servela collaborazione di altre sorelline efratellini! Ci vogliono dei disegnato-

2726

ri per le sagome, dei poeti e scrittoriche inventino le avventure da rappre-sentare; dei canterini e suonatori peraccompagnare le scene; dei lettori edei tecnici del suono. A noi "maniabili" resterà l’allestimento e la co-struzione delle sagome (ombre).

Ecco cosa serve:• un faretto o un proiettore comefonte di luce• cartoncino rigido di vari spessori• listelli o spiedini di legno• spago e filo di ferro (1-2 mm didiametro)• nastro adesivo di due tipi (bassotrasparente e alto da pacco)• fogli di acetato e carta velina co-lorata (se si fanno intagli colorati,es. finestre, occhi, fiamme)• matita, pennarelli o carta neraadesiva• colla, fermacampioni o puntine dadisegno• forbici, cutter (taglierina), punte-ruolo•un telo bianco di misura adeguata(es. lenzuolo)• un tavolo

Dopo che gli scrittori avranno fattola storia, noi penseremo a costruiregli attori: le nostre ombre!Disegniamo le sagome sul cartonci-no, coloriamole di nero o copriamolecon carta adesiva nera, ritagliamole eattacchiamo sul retro alcuni spiedini(se le sagome sono molto grandi deilistelli di legno) con il nastro adesivonei punti di “snodo” (quelli che ser-viranno al movimento).

Attenzione ai particolari: se voglia-mo che la sagoma sia proprio comela figura che desideriamo, bisognamantenere le proporzioni. (es. un uomo non dovrà essere piùgrande di un elefante!).Possiamo fare sagome snodabilicomposte da più parti: dopo aver ta-gliato i singoli pezzi, li uniremo fis-sando un fermacampione nel bucoottenuto con un punteruolo.

28

Sono un Cub scoutCiao, mi chiamo Lorenzo, sono unbambino italiano e da tre anni vivo aMalta. Dal gennaio 2001 sono unLupetto del Gruppo scout di St.Julian’s. Quest’anno abbiamo fe-steggiato i 70 anni di vita delGruppo.All’inizio ho avuto difficoltà con glialtri perché non parlavo né l’inglesené il maltese.

A cosa giocoQui piove poco e c’è tanto sole cosìfacciamo tre campeggi all’anno. Agiugno quando finisce la scuola an-diamo a Gozo che è la seconda isoladell’arcipelago. Ovviamente andia-mo col traghetto e facciamo un girocol motoscafo e poi tanti giochi nel-l’acqua. Il primo anno sono andatosolo una notte invece di tre perchéero piccolo (iniziamo in prima ele-mentare) e dovevo abituarmi.

Vado a scuolaIo qui frequento la terza elementarealla scuola italiana, che è propriouguale alla vostra. In classe siamosolo in cinque.

Il mio panino preferitoMi piace tanto cuocere sul fuocohamburger, sausage e baked beans(salsiccia e fagioli) con tanto ket-chup. Alla fine per dolce mangiamoi marshmellows cotti sul fuoco.

29

Proviamo il movimento di ogni sago-ma e il susseguirsi delle scene: il mo-mento in cui deve apparire un perso-naggio o un animale, la posizione chedeve mantenere…Se abbiamo delle sagome piccole e lascena non deve essere tanto ampia,possiamo utilizzare un tavolo su cuiappoggiare il faro o il proiettore; poiaccosteremo il tavolo a un telo appesoda una parete all’altra della stanza, la-sciando gli spettatori dall'altra parte.

Se invece abbiamo sagome grandi ovogliamo utilizzare le persone comeombre, è meglio collocare il faro at-taccato a una parete a livello del pa-vimento, e appendere il telo qualchemetro più avanti, lasciando un po' dispazio per la scena.Facciamo una prova generale con te-sti, musica, cambi di scena, non di-menticando anche gli effetti speciali(fumo, lampi, tuoni…..) e poi…ciak, si gioca alle ombre!A lavoro finito saremo certamentesoddisfatti e ci accorgeremo che, na-scosto dietro ad una “ombra cinese",anche chi pensava di non essere ca-pace di fare spettacolo è riuscito acomunicare qualcosa di sé agli altri.

Buon lavoro a tutti!

Le parole che usoInglese Maltese

Ciao Hi CiaoAmico Friend HabibBranco Pack PackLupo Wolf LupuGiungla Jungle Gungla

La Posta di Giochiamo

via Tiberti, 21

47023 Cesena

3130

Vi ricordate il numero diGiochiamo sulla PAURA?!? Viavevamo chiesto di scriverci qualisono le cose che vi spaventano dipiù: ecco due delle vostre risposte.

La cosa che mi fa più paura sono gliinsetti come scarabei, mantidi reli-giose, cavallette ecc., ma anche ilbuio, i brutti sogni, stare da solo e ifilm dell'orrore.Ho anche paura di andare in coma acausa di qualche incidente, ma perfortuna è un caso remoto!Comunque, forse ho un rimedio pergli incubi: tenterò di costruire il vo-stro acchiappasogni, cosi dormiròtranquillo!

Mirko - "Branco dellaPalude" Maranello 1 (MO)

Vi vorrei dire che ho paura di restareda solo in casa per via dei ladri, ma so-prattutto ho paura dei ragni e del loroveleno anche perché ho avuto una di-savventura alle Vacanze di Branco: unragno mi è salito sopra il braccio e iomi sono spaventato molto!

Francesco - Branco "PopoloLibero" Grosseto 3

Scriveteci a:

È appena ricominciata la scuola; ci si può andare in macchina,in autobus, perfino a piedi. Ma se è

possibile, la cosa più bella è andarcicon la bicicletta, approfittando diqueste ultime giornate di estate…

Bicicletta:due ruote leggere,due pensieri rotondi,pieni di luceper capire la stradae sapere dove conduce.

Bicicletta:due ruote sottili,due idee rotonde,piene di ventoper pensare discesee sapere la gioia e lo spavento.

Bicicletta:due ruote leggere,due parole rotonde,piene di festaper parlare col mondoe sapere quanto ne resta.

Francesca Branco "Wontolla" Forlí 3