- files.spazioweb.itfiles.spazioweb.it/aruba24605/file/notiziariosunas17.pdf · le comunità a...
TRANSCRIPT
S O M M A R I O :
WSWD 2015 1
Elezioni RSU 2015 9
SUNAS LIGURIA 10
A proposito di formazione
continua
11
SPAZIOGIOVANI 13
Cure palliative in Sardegna 17
Struttura 20
World Social Work Day 2015
Promuovere la dignità e il valore delle persone
Roma, 17 marzo 2015 - Senato della Repubblica - Palazzo Giustiniani
S I N D A C A T O U N I T A R I O
N A Z I O N A L E A S S I S T E N T I
S O C I A L I
Notiziario S.U.N.A.S. M A R Z O A P R I L E 2 0 1 5 A N N O X X I V — N U M E R O 1 7
www.sunas.it I N Q U E S T O N U M E R O :
WSWD 2015
(segue a pag. 2)
Sessione “ Assistenti Sociali per la dignità umana”
Intervento introduttivo di Salvatore Poidomani, Segretario Generale SUNAS
In occasione di questa giornata celebrativa del Servizio Sociale è importante non
solo sottolineare il ruolo strategico e significativo che il servizio sociale svolge per la
promozione della dignità umana, richiamandosi ai principi contenuti nella Dichiara-
zione universale dei diritti dell’uomo, nella Carta dei diritti fondamentali dell’U.E.,
nella Costituzionale Italiana e più specificamente, nel codice deontologico degli assi-
stenti sociali.
Oggi come professionisti dell’aiuto abbiamo il dovere di evidenziare anche le difficol-
tà e gli ostacoli che continuiamo a riscontrare nel nostro lavoro, in termini di man-
canza di strumenti e risorse e che impediscono la piena e concreta attuazione di
quei principi e di quei valori
enunciati, attraverso adeguati
interventi, servizi, attività.
In particolare non possiamo non
rilevare come l’attuale contesto
di grave crisi che investe non
solo la sfera economica, ma an-
che quella sociale e delle relazio-
ni, contribuisca ad accentuare,
in molti casi, le condizioni di
mancato rispetto se non di negazione dei diritti delle persone.
A N N O X X I V — N U M E R O 1 7 P A G I N A 2
Riteniamo sia un assunto condiviso quello che considera la dignità un concetto relazionale che
si fonda sul rispetto per ciascun soggetto considerato nel proprio contesto storico e concreto, in
rapporto alle condizioni degli altri. Il servizio sociale cerca di rispondere a quell’istanza, metten-
do al centro la persona, nel pieno rispetto e nell’incondizionata accettazione della diversità, pun-
tando sulla sue infinite potenzialità, confidando nella possibilità che esse possano essere ulte-
riormente sviluppate e valorizzate. I contributi che seguiranno nella sessione “Assistenti Sociali
per la dignità umana” riguardano tre aree tematiche di estrema rilevanza, che rappresentano
“condizioni-limite” rispetto alle quali, la promozione e la tutela della dignità umana assumono il
senso di sfide dal cui esito dipende l’affermazione (o meglio la conferma ) di una società demo-
cratica, inclusiva, capace di garantire il rispetto della dignità in termini di giustizia sociale, di
equa ripartizione delle risorse, riconoscimento dei diritti, sviluppo di relazioni rispettose delle
differenze.
In riferimento all’area delle cure palliative, l’A.S. nell’ambito di un approccio multiprofessionale e
anche attraverso uno specifico core curriculum, contribuisce a garantire percorsi di sostegno
rivolti alle persone che affrontano malattie a prognosi negativa e alle loro famiglie con l’obiettivo
di migliorane la qualità della vita e di rispettarne la dignità, aiutandole a vivere attivamente, per
quanto possibile, in termini di affetti, consapevolezza, autodecisione, la fase del fine vita.
Per quanto riguarda il tema oggetto dell’intervento “Questione emergenze e Servizio Sociale”,
riteniamo opportuno sollecitare un ulteriore avanzamento del percorso di riconoscimento della
funzione del Servizio Sociale.
Funzione che si concretizza nel supportare i cittadini e i territori colpiti da eventi calamitosi, so-
prattutto nella fase di “ricostruzione” che deve essere considerata non solo in senso urbanistico
-abitativo ma come ricostruzione del tessuto sociale, del sistema delle relazioni, della comuni-
cazione, favorendo i processi di autodeterminazione, riconoscendo ad ogni soggetto il diritto di
operare scelte consapevoli e responsabili, sentendosi cittadino attivo e non oggetto di assisten-
za.
Infine, relativamente al tema della violenza di genere possiamo senz’altro affermare che esso ci
tocca sotto un duplice aspetto:
- come professionisti impegnati nelle iniziative e nelle attività, promosse a livello istituzio-
nale ed associativo, tese a restituire dignità e consapevolezza di sé alle donne vittime di
violenza, a favorire il recupero dell’autonomia personale e della propria soggettività, la
A N N O X X I V — N U M E R O 1 7 P A G I N A 3
riconquista della propria libertà, sostenendo l’affermazione di una cultura fondata sul ri-
spetto di genere in tutti gli ambiti.
- Come professionisti coinvolti in episodi di aggressione nei luoghi di lavoro, vittime di mi-
nacce e atti di stalking. La questione del rischio professionale e della sicurezza negli am-
biti di lavoro.
Sono chiare ed evidenti le criticità e le difficoltà che come Assi-
stenti Sociali sperimentiamo quotidianamente, durante il nostro
lavoro, che impediscono l’attuazione di azioni, politiche, interventi
capaci di rendere concreto il rispetto dei diritti.
Ma oggi non intendiamo trasformare questa giornata in una occa-
sione in cui avanzare mere rivendicazioni di categoria.
Siamo consapevoli della situazione difficile che attraversa il Pae-
se e della necessità di rendere sostenibile il sistema di welfare.
Intendiamo, però, ribadire che la crisi non può rappresentare una
giustificazione per continuare a negare diritti e servizi sociali fondamentali.
Come ha affermato il Presidente della Repubblica Mattarella, in occasione del suo giuramento
“Dobbiamo saper scongiurare il rischio che la crisi economica intacchi il rispetto di principi e va-
lori su cui si fonda il patto sociale sancito dalla Costituzione”.
Per questo c’è bisogno di rafforzare i presìdi a fondamento dello stato sociale , sostenendo ade-
guate politiche sociali, attivando le risorse necessarie : strutturali, strumentali, umane e soprat-
tutto professionali.
Tra queste a pieno titolo si collocano gli Assistenti sociali che hanno da sempre svolto un ruolo
importante per l’attuazione di interventi di protezione sociale rispondenti ai bisogni globali dei
cittadini e che auspichiamo, possano essere protagonisti di un nuovo welfare, il welfare del futu-
ro.
A N N O X X I V — N U M E R O 1 7 P A G I N A 4
Come ogni anno dal 2008, anche nel 2015 lo scorso 17 marzo, il terzo martedì del me-
se, si è svolta a Roma la giornata di riflessione del Servizio Sociale, organizzata
dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Assistenti Sociali, in partnership con AI-
DoSS, AssNAS, SUNAS e SoStoSS, sul tema "Promuovere la dignità ed il valore
delle persone", sul contributo del servizio sociale per realizzare lo sviluppo, dal punto
di vista etico e sociale, delle persone e delle loro comunità, in linea con quanto stabilito
dall’Agenda globale per il lavoro sociale. Il SUNAS ha partecipato con il un’ampia dele-
gazione della Segreteria Nazionale.
L'evento si è tenuto nella sala Zuccari, nel prestigioso Palazzo Giustiniani, sede della
Presidenza del Senato, in occasione del World Social Work Day promosso da tutte le
più importanti associazioni mondiali della nostra professione, tra cui l'International Fede-
ration of Social Workers, in presenza del Ministro della Giustizia Andrea Orlando e di
molte altre personalità ed esponenti delle istituzioni ed il Presidente della Repubblica ha
inviato un telegramma di apprezzamento per l’importante opera professionale svolta da-
gli assistenti sociali. Il Presidente Sergio Mattarella ha voluto "manifestare a tutta la co-
munità degli assistenti sociali italiani l'apprezzamento per la delicata opera professiona-
le svolta". Egli ha poi sottolineato come "gli assistenti sociali, prodigandosi in situazioni
complesse e difficili contribuiscono in maniera preziosa alla necessaria azione di ram-
mendo di un tessuto sociale spesso messo a
dura prova… concorrono, soprattutto oggi, ad
alleviare disagi, promuovendo condizioni di af-
fermazioni di diritti e di equità e favorendo una
maggiore attenzione delle decisioni pubbliche
alle istanze della società civile”.
I lavori sono stati introdotti da Silvana Morde-
glia, Presidente del Consiglio nazionale degli
Assistenti sociali la quale, facendo proprie le
parole del Capo dello Stato all’atto del suo insediamento, ha detto che “L’impegno di
tutti deve essere rivolto a superare le difficoltà degli italiani e a realizzare le loro speran-
LA GIORNATA MONDIALE DEL SERVIZIO SOCIALE 2015
A N N O X X I V — N U M E R O 1 7 P A G I N A 5
ze” ed ha spiegato che “La promozione della dignità e del valore delle persone è stretta-
mente connessa al tema del welfare ed a quello dello sviluppo delle comunità in cui le
persone vivono: una comunità in cui sia possibile la piena espressione della propria per-
sonalità è anche una comunità che restituisce valore e dignità alle persone e consente
loro la realizzazione dei diritti universalmente rico-
nosciuti”. Occorre “aiutare gli individui, le famiglie e
le comunità a essere liberi. Liberi da forme nuove e
vecchie di schiavitù: dalle dipendenze, dalle pover-
tà materiali e immateriali e dalla violenza. Liberi dal
pregiudizio.”
Il Ministro Orlando ha riconosciuto che il tema della
giustizia è strettamente connesso con l’attività di
chi opera nel sociale e che è fondamentale il ruolo
esercitato dagli assistenti sociali, in un momento in
cui il loro lavoro si colloca in uno scenario nuovo e
si connetta a quello della sostenibilità.
Coordinati da Gennaro Sangiuliano, vicedirettore del TG1, i lavori della giornata – du-
rante la quale ci sono stati vari interventi, tra i quali quello interessantissimo della sena-
trice Donella Mattesini – si sono articolati in cinque sessioni per riflettere sulle proposte
del Consiglio nazionale: comunità rispettose e futuro sostenibile; assistenti sociali per la
dignità umana; dare voce a chi non ne ha; sostenere i diritti umani per tutti; rispetto per
tutte le opinioni e valorizzare le differenze.
La prima sessione – sulle Comunità rispettose e il futuro sostenibile – è stata introdotta
da Maria Stefani, Vice Presidente della Società per la Storia del Servizio Sociale, ed ha
visto i preziosi interventi di Elena Allegri, Docente Università del Piemonte Orientale, sul
Lavoro di comunità del Servizio sociale, di Raffaele Tangorra, Direttore generale della
Direzione generale per l’inclusione e le politiche sociali del Ministero del Lavoro e delle
Politiche sociali, su Diritti sociali e sostenibilità del welfare, e di Vittorio Cogliati Dezza,
Presidente Legambiente, su Sostenibilità ambientale per il benessere delle persone.
La seconda sessione, dedicata agli Assistenti Sociali per la dignità umana, è stata intro-
dotta da Salvatore Poidomani, Segretario Generale del Sindacato Unitario Nazionale
A N N O X X I V — N U M E R O 1 7 P A G I N A 6
Assistenti Sociali, il quale, dopo la sua relazione – pubblicata in apertura di questo Noti-
ziario a pag. 1 – ha dato la parola ad Adriana Turriziani, Past President Società Italiana
di Cure palliative, che ha svolto una interessante relazione sul Core Curriculum degli
assistenti sociali, di ci siamo già occupati nel precedente Notiziario, cui hanno fatto se-
guito gli interventi di Federico Federighi, del Servizio Emergenza Sanitaria e Assistenza
alla Popolazione, del Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Con-
siglio dei Ministri, su Emergenze e servizio sociale e di Concetta Carrano, Presidente
dell’Associazione D.i.Re, su La violenza di genere. La terza sessione, Dare voce a chi
non ne ha, è stata introdotta da Maria Concetta Storaci, Segretario del CNOAS, ed ha
visto gli interventi di Michela Vittoria Brambilla, Presidente della Commissione parla-
mentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, su I diritti dei minorenni, di Laura Baldassarre,
dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, su Il ruolo dell’Authority, e di Federi-
co Zullo, Presidente dell’Associazione Agevolando, su L’esperienza dei minorenni fuori
famiglia.
La quarta sessione, Sostenere i diritti umani per tutti, è stata introdotta da Graziella Po-
vero, Segreteria Nazionale dell’AssNAS, al cui intervento sono seguiti quelli di Cristina
Franchini, dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, su La fuga verso i
diritti, quello di Mauro Mariani, Direttore Casa Circondariale di Rebibbia, su Il valore del-
le persona nell’istituzione carceraria, e quello di Mons. Giancarlo Perego, Direttore della
Fondazione Migrantes, su L’accoglienza dei migranti.
Nella quinta sessione, dedicata al Rispetto per tutte le opinioni – Valorizzare le differen-
ze, dopo l’introduzione di Cristina Tilli, della Segreteria nazionale dell’AIDoSS, ci sono
stati gli interventi di Flavio Romani, Presidente Arcigay, sul tema Il diritto ad essere
uguali e quello di Alessandro Ciglieri, Referente del Progetto ACCADE, su La promozio-
ne delle abilità. Al termine della lunga giornata – i lavori si sono protratti ben oltre il pre-
visto – vi è stata l’assegnazione del Premio per l’innovazione sociale “Costruiamo il wel-
fare di domani” a dieci assistenti sociali, promosso dal CNOAS e dall’IRS e introdotto da
Ugo De Ambrogio, Presidente dell’Istituto per la Ricerca Sociale.
Possiamo concludere dicendo che il Convegno organizzato dalle associazioni degli as-
sistenti sociali ha avuto un grande successo ed ha trovato notevole spazio sulla stampa
nazionale e locale. Auguri per il prossimo anno!
Domenico Pellitta
P A G I N A 7 A N N O X X I V — N U M E R O 1 7
Pri
ma
pag
ina
N O T I Z I A R I O S . U . N . A . S .
P A G I N A 8 A N N O X X I V — N U M E R O 1 7
Pri
ma
pag
ina
N O T I Z I A R I O S . U . N . A . S .
P A G I N A 9 A N N O X X I V — N U M E R O 1 7
Pri
ma
pag
ina
N O T I Z I A R I O S . U . N . A . S .
Una prima riflessione sui risultati delle elezioni RSU 2015
I l rinnovo delle RSU, anche se ancora non sono stati diffusi i dati definitivi, è stato caratterizzate da
una straordinaria partecipazione, in un momento in cui si assiste al chiaro tentativo di rendere più difficili le
condizioni del mondo del lavoro, agendo pesantemente sulle retribuzioni e sulla professionalità delle lavo-
ratrici e dei lavoratori, mettendo in atto azioni penalizzanti e denigratorie nei confronti del pubblico impiego
che è il settore che garantisce i servizi essenziali per i cittadini. La consultazione elettorale del marzo
scorso si è svolta in un clima particolarmente delicato e in un contesto di grande difficoltà, in cui si è cer-
cato di mettere in discussione l’esistenza stessa delle Rappresentanze Unitarie di Base, attraverso l’attua-
zione di una normativa che ha dimezzato le prerogative, limitando di fatto l’esercizio dei diritti sindacali,
senza contare l’ormai perenne blocco dei contratti, tra l’altro confermato recentemente con l’approvazione
del DEF. Abbiamo più volte avuto modo di ribadire come questa situazione rischi di provocare nei lavora-
tori un atteggiamento di sfiducia e di rabbia rivolto non solo alla classe politica ma genericamente anche
al sindacato. Fra tanti aspetti negativi la buona notizia è che la CSE, sia come CSE Sanità che come
FLP, le organizzazioni a cui il SUNAS aderisce, hanno fatto registrare una forte crescita in tutti i comparti
di contrattazione, riuscendo a far eleggere propri candidati, dimostrando che è possibile fare sindacato in
modo diverso, sostenendo le reali istanze degli iscritti e dei lavoratori. La Confederazione e la Flp escono
da queste elezioni decisamente più forti e più rappresentative, non solo nei comparti storici delle Agenzie
fiscali, dei Ministeri e della Presidenza del Consiglio, ma anche riscuotendo maggiori consensi in tutti gli
altri settori del lavoro pubblico. In particolare nella sanità, la Fials con cui la CSE Sanità (di cui il Sunas fa
parte) ha stipulato un accordo elettorale, ha aumentato sensibilmente i propri voti rispetto alle precedente
tornata, riteniamo, grazie al nostro contributo. Tali risultati positivi raggiunti grazie all’attività dei quadri
dirigenti che operano nei territori, sono - così come viene affermato in un comunicato ufficiale della Fede-
razione- un ulteriore stimolo “a continuare a lavorare con la passione di sempre, con rinnovato impegno e
coerenza, tutti i giorni, per impedire la controriforma e lo smantellamento della pubblica amministrazione,
per ridare ai lavoratori il diritto al contratto e a questo Paese i servizi di qualità di cui ha bisogno e che me-
rita….. Il cambiamento è possibile. I lavoratori hanno sempre più bisogno di essere rappresentati. Ma da
un vero sindacato, democratico, partecipato, non legato a vecchie logiche, libero da condizionamenti, che
trova la sua ragione d’essere nella tutela della professionalità e della dignità del lavoro pubblico, della sua
centralità nel sistema Paese.”
S.P.
P A G I N A 1 0 A N N O X X I V — N U M E R O 1 7
Pri
ma
pag
ina
Lettera al corriere Mercantile di Genova
Pubblicata il 3 caprile 2015
I l difensore civico e garante per l’infanzia della
Regione Liguria Dott. Lalla nel denunciare il proble-
ma dei tempi lunghi della giustizia civile minorile af-
ferma sulle pagine del Corriere Mercantile di Geno-
va che tali ritardi sono dovuti soprattutto agli assi-
stenti sociali che si sentirebbero “troppo padroni del-
la situazione e troppo lenti nel loro lavoro”.
Ora non so su quali basi e dati il Dott. Lalla emetta
questo giudizio.
Il tema dell’affidamento dei minori è troppo com-
plesso e delicato e merita un analisi più articolata.
E’ vero. In questo campo ci si scontra inevitabil-
mente con due esigenze contrapposte, quella di
“fare presto” e quella di “fare bene”. La posta in
gioco è altissima: il benessere dei minori.
Esigenze entrambe legittime, entrambe fondamen-
tali. Ma talvolta inconciliabili tra loro, proprio perché
l’obiettivo prioritario è quello di provare in tutti i modi
a salvaguardare la famiglia di origine e il rientro del
minore nella stessa qualora per gravi motivi di ina-
deguatezza (che è bene ricordare come conferma-
no i dati non sono collegati a situazioni di disagio
economico) si sia dovuto ricorrere alla collocazione
in famiglie affidatarie o comunità.
I tempi rapidi delle decisioni spesso non tengono
conto dei tempi dell’evoluzione di una situazione
familiare. Il processo di cambiamento all’interno di
una famiglia presenta per forza di cose tempi medio
lunghi. Contemperare questi diversi aspetti implica
un lavoro di mediazione e ricucitura impegnativo
La valutazione sull’idoneità della famiglia a portare
avanti il ruolo genitoriale è un percorso multi discipli-
nare che vede impegnato un sistema ( e non solo
una professione) , dove gli aspetti di sostegno e
controllo sono facce della stessa medaglia.
E’ un percorso complesso e faticoso che non credo
possa essere liquidato con il fatto che gli assistenti
sociali siano lenti e tanto più con questa infelice af-
fermazione che si sentano “padroni della situazio-
ne” . Assumersi le proprie responsabilità e non sfug-
gire al proprio mandato istituzionale e professionale
non può essere letto con questa espressione ridutti-
va
E’ una affermazione semplicistica e ingiusta nei
confronti di professionisti seri che operano valuta-
zioni professionali delicate in un clima spesso attra-
versato da interessi contrapposti e un alto livello di
conflittualità e di disconferma dell’importante ruolo e
mandato dei servizi
sociali. Se per “fare
presto” dovessero
aumentare presumibil-
mente gli allontana-
menti definitivi dalla
famiglia di origine,
avremmo attacchi da
tutte le parti !
Al contrario posso
sottolineare come gli
assistenti sociali fac-
ciano oggi i salti mor-
tali nel gestire con
sempre meno risorse
un panorama di sempre crescente disagio familia-
re . Sono loro in prima persona spesso a pagare la
debolezza del sistema e i continui tagli, la scom-
messa persa dell’integrazione socio sanitaria (dove
sono finiti i consultori familiari?), un attacco culturale
e mediatico continuo al proprio ruolo che ripeto è
quello di tenere unita la famiglia di origine.
Quindi, per favore, analizziamo e affrontiamo insie-
me le criticità dei sistemi per migliorarli , difendiamo
i diritti e sollecitiamo i doveri di tutti, ma smettiamola
di sparare sempre sugli assistenti sociali.
Roberto D’Alessandro
SUNAS LIGURIA N O T I Z I A R I O S . U . N . A . S .
N el corso del 2014 il Centro studi Iris Socialia e il SUNAS hanno svolto attività
formativa a cura delle Segreterie regionali e delle Agenzie formative con le quali è stato
stipulato un accordo di collaborazione, raccogliendo osservazioni anche sul sistema di
accreditamento.
Vogliamo fornire contributi in base a quanto emerso, per contribuire a migliorare l’attua-
le Regolamento per la formazione continua, nell’interesse della categoria e nel rispetto
dei ruoli reciproci, in modo da garantire una formazione sempre più dinamica e rispon-
dente alle esigenze di ogni assistente sociale nell’intento di mantenere
aperto un dialogo istituzionale e costruttivo con gli Ordini Nazionale e
Regionali, in ordine alle necessità di ogni attore del processo e, in ulti-
ma analisi, alle persone destinatarie del servizio sociale.
Le principali aree di criticità del sistema attuale sono identificabili in:
Ø tempi di accreditamento e risposta, attualmente minimo 60 gg dalla
richiesta, con id a scadenza annuale e conseguente difficoltà di regi-
strazione dei crediti per i corsi di fine anno;
Ø gestione delle eccezioni operative, dove oggi risulta necessario ac-
creditare di nuovo i corsi per ogni variazione, anche solo di data o di
sede e per nuove edizioni;
Ø rapporti con i colleghi, che riferiscono difficoltà nell’inserimento corsi effettuati, di
non vedere pubblicati in modo trasparente e puntuale tutte le attività alle quali hanno
partecipato e dichiarano un disagio logistico per il limite di un unico corso per Regione
(ci si riferisce in particolare a quei corsi che prevedono crediti deontologici).
Quanto segnalato comporta:
➢ lentezza di risposta rispetto alle richieste del territorio e alle eccezioni operative;
➢ limiti alla possibilità di libera scelta di una formazione rispondente alle proprie esi-
genze e di qualità con difficoltà nel gestire la conciliazione fra vita lavorativa e persona-
le.
Alcune di queste difficoltà sono state superate in alcune sedi regionali stipulando un
accordo di collaborazione con i CROAS, come in Sardegna. Restano però le difficoltà
A PROPOSITO DI FORMAZIONE CONTINUA
N O T I Z I A R I O S . U . N . A . S .
Pri
ma
pag
ina
A N N O X X I V — N U M E R O 1 7 P A G I N A 1 1
P A G I N A 1 2 A N N O X X I V — N U M E R O 1 7
Pri
ma
pag
ina
evidenziate ogni qualvolta si debba ripetere un evento. Sarebbe certamente preferibile un siste-
ma omogeneo per tutte le Regioni, sulla base di regole stabilite a livello nazionale.
Riteniamo che sarebbe necessario intervenire con dei miglioramenti come quelli sopra eviden-
ziati anche per evitare, come accade nella situazione attuale, di aumentare il lavoro delle com-
missioni consiliari, essendo attualmente necessario riconsiderare in toto progetti già accreditati
anche per mere variazioni organizzative.
Pensiamo che l’esperienza di altri enti, come quella dei Ministero della Salute con gli ECM, pos-
sa essere di riferimento per individuare modalità operative utili al miglioramento e allo sviluppo
del sistema.
Pensiamo che si potrebbe partire con alcune prime soluzioni
del tipo:
➢ riconoscere all’accreditamento di ogni corso la durata di
tre anni, fermi restando obiettivi, contenuti e tipo di docenza;
➢ l’id di ogni corso può avere durata triennale e rimanere
attivo successivamente per il tempo necessario a consentire
la registrazione anche dei corsi di dicembre;
➢ per ogni evento si può prevedere come obbligatoria l’indi-
cazione di data e sede solo della prima edizione, mentre per
programmare quelle successive può essere sufficiente una
comunicazione con preavviso di 15 giorni;
➢ l’accreditamento dell’ente sia garanzia di qualità rispetto ai docenti individuati;
➢ le variazioni organizzative – non essenziali, quindi non relative agli obiettivi e ai contenuti –
delle edizioni programmate possono avvenire con semplice comunicazione;
➢ venga riconosciuta la possibilità di replicare ogni corso in almeno due città diverse della stes-
sa regione, quando il corso è programmato in più regioni;
➢ le informazioni sui tutti i corsi accreditati siano inserite in modo automatico nei siti del
CNOAS e dei CROAS competenti per Regione, entro la settimana successiva all’accreditamen-
to.
Con queste note ci auguriamo di aver aperto uno spazio di riflessione nella prospettiva di effi-
centamento del sistema della formazione continua, di maggiore rispondenza e fruizione per tutti
i soggetti coinvolti nel rispetto dei ruoli reciproci e siamo disponibili ad un tavolo di confronto con
il CNOAS e con i CROAS sullo sviluppo in tema di formazione nell'interesse della comunità pro-
fessionale.
Delia Manferoce
N O T I Z I A R I O S . U . N . A . S .
A N N O X X I V — N U M E R O 1 7 P A G I N A 1 3
a cura di Delia Manferoce direttore Centro Studi
Questa nuova rubrica è dedicata a coloro che vogliono inviarci un saggio, un abstract o un lavoro di interesse professionale e culturale, che solleciti riflessioni e dibattito nel mondo della professione di assistente sociale e più ampiamente nel mondo delle professioni di aiuto.
Chi vuole inviare un proprio articolo, può indirizzarlo al direttore Centro Sudi Iris Socialia del Sunas, Roma, via Aniene 14
e mail: [email protected] [email protected]
Rubrica del Centro Studi Iris Socialia
per saggi e articoli di giovani professionisti in erba
S P A Z I O G I O V A N I
Pri
ma
pag
ina
N O T I Z I A R I O S . U . N . A . S .
Pubblichiamo sintesi arti della tesi di laurea in Scienze del Servizio Sociale di una
giovane collega della Sardegna che ha per argomento il tema
della non autosufficienza. La sua tesi si inserisce nella ricerca
dell’Università di Urbino che sta raccogliendo le esperienze di
varie realtà regionali.
Natascia Capurro vive a Cagliari, laurea in Scienze dell’Educazione
presso l’Università degli Studi di Cagliari, specializzata in
Pedagogia Clinica, é da diversi anni impegnata nel settore delle
politiche e dei servizi sociali, della prevenzione e trattamento del
disagio della persona, ha collaborato con i servizi sociali del
comune di Cagliari ai progetti per la non autosufficienza della terza
età. Si appassiona alla professione di Assistente sociale e per
questo si iscrive al corso di laurea in Scienze del Servizio Sociale, continuando a lavorare nel
terzo settore come pedagogista.
Pochi mesi fa ha conseguito la laurea in Servizio Sociale presso il Dipartimento di Economia,
Società e Politica dell’Università degli Studi Carlo Bo’ di Urbino, discutendo una tesi di ricerca dal
titolo: Politiche e Servizi per la Non autosufficienza nella Regione Sardegna.
La tesi è finalizzata ad approfondire la condizione delle persone in stato di totale non
autosufficienza, condizione che rappresenta una vera e propria emergenza sociale, con
particolare riferimento alla programmazione nazionale/regionale nel settore dei servizi per gli
anziani, nella cornice di riferimento della centralità del cittadino e del suo diritto alla libera scelta
nel campo dei servizi alla persona e al panorama dell’offerta a disposizione.
La sempre più pressante richiesta di assistenza da parte di tale tipologia di utenza che, nella
quasi totalità dei casi, viene assistita dalla famiglia con costi economici, psicologici e sociali
elevatissimi, rappresenta una delle maggiori problematiche della realtà nazionale e regionale.
Questo lavoro parte da uno studio e analisi sulle politiche sociali e sullo stato dei servizi
nazionali e regionali, rivolti alla non autosufficienza, condotto dall’Università di Urbino a cura della
Docente Angela Genova che si occupa di economia sanitaria e politiche socio sanitarie.
L’intento è quello di analizzare e cogliere gli elementi essenziali delle normative in essere a livello
nazionale e del recepimento delle stesse negli ambiti territoriali: nello specifico delle realtà della
Regione Autonoma della Sardegna. Altra finalità è quella di cogliere la realtà locale più piccola e
vicina al cittadino, vero fruitore dei vari servizi, e analizzare le modalità di presa in carico delle
situazioni e la tempistica degli interventi da parte dei vari operatori coinvolti secondo il principio
dell’integrazione socio – sanitaria. La non autosufficienza degli anziani rappresenta un campo di
osservazione rilevante e di ripensamento degli attuali assetti di welfare.
Nel contesto italiano, caratterizzato da un'ampia frammentarietà e da una forte disomogeneità
territoriale in materia di protezione sociale, l'analisi di come e in quale direzione si stanno
sviluppando e ridisegnando le politiche rivolte agli anziani non autosufficienti non può che partire
dal livello locale e dalle scelte che a tale livello si compiono. L’intento della ricerca è analizzare,
A N N O X X I V — N U M E R O 1 7 P A G I N A 1 4
Pri
ma
pag
ina
N O T I Z I A R I O S . U . N . A . S .
per mezzo dell’intervista semi - strutturata, come si presentano le coordinate di questo particolare
campo di policy a partire dal caso della Regione Autonoma della Sardegna, utilizzandolo come
banco di prova le dinamiche che caratterizzano più in generale le scelte del legislatore sulle
politiche sociali.
Attraverso la ricostruzione della regolazione economica, normativa e giuridica degli interventi
rivolti alla popolazione anziana non autosufficiente a livello regionale e comunale, si tracciano le
caratteristiche delle politiche che ne scaturiscono e i riflessi che esse hanno sulle agenzie
pubbliche impegnate in campo socio-sanitario e socioassistenziale, sugli anziani e le loro famiglie
o sugli individui e le organizzazioni che prestano servizi di cura.
Dalla ricerca si è potuto ricostruire come nel settore dei servizi per gli anziani nel corso degli
anni in Italia sono stati presentati numerosi disegni di legge per la definizione di un Fondo per la
non autosufficienza, considerato come elemento determinante di un più ampio sistema di
prevenzione e protezione sociale.
Per quanto riguarda la realtà sarda, si può affermare che in tale campo è sempre stata una
regione molto attenta alle politiche sociali rivolte alle non autosufficienza, con particolare riguardo
alla terza età .
Vi è stato il recepimento della Legge Quadro n° 328 del 2000 - Legge Quadro per la
realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, con la L.R. 23/2005 e il
regolamento di attuazione, anticipando una proposta più organica e mostrandosi sicuramente
già molto più avanti rispetto ad altre realtà regionali.
Dalle interviste ai funzionari regionali dell’Assessorato alla Sanità e Assistenza Sociale,emerge la
volontà del legislatore a rendere organica la messa in pratica di tali scelte politiche, con
l’attuazione ad esempio del PLUS (Piani Locali Unitari dei Servizi alla Persona) , con l’istituzione
del PUA (Punto Unico di Accesso) e con l’UVT (Unità di Valutazione Territoriale).
Una proposta sistematica finalizzata a una politica di integrazione socio – assistenziale,
attraverso un’équipe multiprofessionale strutturata come l’UVT composta da varie figure del
sociale e del sanitario che concorrono a decodificare il bisogno e a realizzare azioni ed
interventi integrati proprio nel campo della non autosufficienza.
Con il PLUS “L’obiettivo finale di questo lungo
processo innovativo rimane la costruzione del
sistema integrato di interventi e di servizi sociali e
socio - sanitari, da attuarsi in ciascun Distretto,
attraverso il rafforzamento delle relazioni e della
coesione fra tutti i soggetti coinvolti ai vari livelli.
Solo intensificando l’azione parallela su entrambi
questi elementi si potranno creare solide basi
necessarie per la costruzione di un sistema
integrato di servizi sociali e socio sanitari
effettivamente efficiente ed efficace.” (Cit. Linee
Guida Plus RAS 2012/2014).
A N N O X X I V — N U M E R O 1 7 P A G I N A 1 5
Pri
ma
pag
ina
N O T I Z I A R I O S . U . N . A . S .
Emergono anche le criticità, già presenti all’interno delle linee guida del PLUS , che evidenziano
la difficoltà ad avere una visione unitaria degli interventi e una mission condivisa non essendoci ”
fra i Comuni un senso di appartenenza all’ambito territoriale, permanendo spesso spinte
campanilistiche che tendono a minare il potenziale valore aggiunto del Plus. Inoltre a livello
politico è risultata a volte critica la partecipazione degli amministratori comunali ai momenti di
confronto programmatorio, soprattutto nei distretti composti da un numero elevato di Comuni. La
collaborazione tra il livello politico e il livello amministrativo-gestionale presenta tuttora alcune
fragilità che risentono di una non chiara definizione dei rispettivi ruoli. Per un positivo sviluppo
della programmazione Plus diventa essenziale che la Conferenza dei Servizi sia maggiormente
valorizzata e che i suoi membri divengano progressivamente più consapevoli dell’importanza e
del valore dell’associazione fra Comuni e dell’integrazione fra Comuni e ASL.” . Ed ancora: “I
Responsabili degli Uffici di Piano hanno rimarcato la necessità di una presenza più assidua e di
un ruolo più incisivo da parte della Regione nelle fasi di accompagnamento alla programmazione,
al fine di promuovere e agevolare i rapporti tra i vari livelli istituzionali.”
Rispetto a tale criticità è emersa anche l’impossibilità da parte della Regione di poter garantire le
verifiche necessarie al contenimento della spesa attraverso anche i normali controlli di routine, a
causa delle differenze di bisogni tra comune e comune, aggravati da una configurazione
geografica spesso svantaggiata per i collegamenti e i trasporti viari che presentano specifiche
peculiarità.
Altra difficoltà della Regione, e di conseguenza dei comuni, è la gestione delle risorse e dei
finanziamenti per i progetti destinati alla non autosufficienza rispetto ai quali si rende
indispensabile il concorso di professionisti del sociale stabili per il target di utenza elevato.
Da qui si deduce una scelta politica – amministrativa che a monte istituisce un fondo unico per
la non – autosufficienza, fondo che richiede capacità gestionali di alta professionalità e di
governance dei processi ad alta integrazione, non solo dal punto di vista qualitativo ma anche
quantitativo, ma a valle, non crea le condizioni necessarie a governarlo secondo criteri di
efficienza efficacia e con un investimento negli organici di comuni e aziende sanitarie di
professionisti del campo, capaci non solo di realizzare l’integrazione tra interventi e servizi, ma
della programmazione e gestione degli stessi.
Per dare risposta a bisogni sempre più riconducibili alla fragilità e non autosufficienze occorre
garantire risposte avendo di fronte persone per le quali si pone l’impegno di cure sempre più
personalizzate e con professionisti che sappiano presidiare la relazione di aiuto condividendola
A N N O X X I V — N U M E R O 1 7 P A G I N A 1 6
Pri
ma
pag
ina
N O T I Z I A R I O S . U . N . A . S .
A N N O X X I V — N U M E R O 1 7 P A G I N A 1 7
C on Decreto regionale dell'Assessore alla sanità e assistenza sociale della Regione Sardegna,
Luigi Benedetto Aru, in data 27 gen-
naio 2015 è stato istituito il Coordina-
mento regionale per le cure palliative,
formato oltre che dai funzionari regio-
nali, da professionisti dell'area medi-
ca di varie branche, dell'area sanita-
ria e sociale e di tutte le aree distret-
tuali della regione.
Il Centro Studi é rappresenta-
to dalla collega Delia Manferoce, che
condividerà il lavoro con i colleghi
della Società Italiana Cure Palliative
regionale, Annnapaola Deiana e Giu-
lio Concu e con la segretaria regiona-
le Paola Mereu.
Il Coordinamento ha il compi-
to di garantire l'erogazione di livelli
uniformi di assistenza sul territorio
regionale, all'interno di un progetto
generale di riorganizzazione del si-
stema sanitario regionale, che preve-
de appunto la riorganizzazione della
rete ospedaliera e del sistema di emergenza urgenza e la riqualificazione delle cure primarie.
Compito del Tavolo é la definizione di un modello di rete efficace che possa garantire a tutti
equità di accesso sul territorio regionale.
Per questo dovrà parallelamente lavorare ai seguenti obiettivi:
IN SARDEGNA AVVIATO IL TAVOLO REGIONALE
PER IL RIORDINO DELLA
RETE DELLE CURE PALLIATIVE
Pri
ma
pag
ina
N O T I Z I A R I O S . U . N . A . S .
A N N O X X I V — N U M E R O 1 7 P A G I N A 1 8
1) verificare - tramite richiesta alle aziende e successiva verifica - lo stato attuale della rete (percorsi,
operatori, posti letto ecc)
2) identificare i diversi percorsi assistenziali che possano garantire il modello di rete efficace (con raffor-
zamento unità di valutazione, punti di connessione con cure domiciliari integrate)
3) utilizzare i tre centri pilota esistenti per verificare l'effettiva efficacia del modello di rete identificato
4) superare la disomogeneità dei posti letto sul territorio rimodulandone la distribuzione
5) rivedere competenze e formazione degli operatori
6) ripensare percorsi di accreditamento
Il Tavolo ha quindi acquisito il documento presentato dal coordinatore Dr. Salvatore Salis con
l'ipotesi di un modello di riordino della rete regionale delle Cure Palliative, su cui si é espressa ampia
condivisione rispetto all’impianto generale e ai suoi contenuti.
Anche sulle premesse iniziali circa il riordino del SSR e il principio della umanizzazione degli inter-
venti per la tutela della salute, si é condiviso il principio e l'importanza dell'appropriatezza delle cure sa-
nitarie in termini di riordino dei ricoveri impropri e di contenimento della spesa sanitaria, di potenziamento
del numero degli hospice e di aumento degli interventi e dei percorsi di cura domiciliare e personalizzati,
capaci di contribuire a liberare risorse da utilizzare per interventi e servizi integrati e servizi domiciliari e
personalizzati (comprese le cure palliative) a favore delle persone affette da polipatologie croniche, che
sono in costante aumento, nella prospettiva di incrementare le buone prassi su tutto il territorio.
Il modello proposto si dovrà quindi modulare e calare nella realtà dei territori, per i quali é già in
corso un censimento/ raccolta dei dati necessari alla verifica delle strutture, dei servizi e degli organici del
personale impegnato nelle cure palliative. Sapendo che si riscontra un'esigua presenza di professionisti
accreditati (assistenti sociali compresi) per i quali va prevista una formazione specifica e certificata come
quella del Core Curriculum della SICP, occorre superare le indicazioni del decreto ministeriale del 2014
che specifica al momento come criterio la certificazione triennale solo per i medici in servizio in strutture
pubbliche e private accreditate per le cure palliative, di cui alla legge 147/2013 comma 425.
In particolare per ciascuna figura professionale sarà necessaria una declaratoria di funzioni e
compiti di tutti i professionisti coinvolti nel TEAM della UCP.
Sulla formazione come assistenti Sociali si é già costituito il gruppo di lavoro presso la sede
dell'ordine regionale.
Sarà importante predisporre anche una bozza di percorso formativo (master o altro) da presentare al
Tavolo di lavoro regionale per una formazione specialistica per gli assistenti sociali che intervengono
nella Rete.
Pri
ma
pag
ina
N O T I Z I A R I O S . U . N . A . S .
A N N O X X I V — N U M E R O 1 7 P A G I N A 1 9
COMPITI E FUNZIONI DELL’ASSISTENTE SOCIALE
NELLA UNITA’ CURE PALLIATIVE
L’assistente sociale è il professionista del sociale individuato all’interno della UCP dedicato alla gover-
nance di bisogni complessi che partono dalla necessità di far fronte alla richiesta di cura per ricompren-
dere al loro interno storie personali, familiari, sociali che rimandano a una molteplicità di risposte e inter-
venti, non esclusivamente di pertinenza medica, ma anche relazionale, socio- economica e culturale,
capace di interfacciare quindi la domanda sanitaria con i bisogni della persona e della sua famiglia, at-
traverso un progetto di global care condiviso con il Team multiprofessionale. L’assistente sociale della
UCP secondo un approccio multidisciplinare e multidimensionale alle problematiche della sofferenza
del malato e della sua famiglia, raccoglie la domanda di aiuto, esplicando le proprie competenze pro-
fessionali nell’attività di ascolto, consulenza, orientamento, accompagnamento e di supporto ad una
consapevolezza sullo stato e sul controllo della malattia, rimodulabile all’interno del progetto di cura nel
corso del tempo. Per garantire al malato benessere e qualità della vita lungo tutto l’arco della malattia,
inoltre l’A.S., esperto conoscitore delle reti e dei servizi territoriali e delle risorse presenti, delle organiz-
zazioni pubbliche e private che lavorano nel sociale e/o terzo settore, fornisce le informazioni e l’uso del-
le procedure per utilizzare tutte le risorse disponibili, affinché la persona e la famiglia le possa conosce-
re e scegliere, per indirizzare ed accompagnare la persona fragile nel percorso terapeutico assistenziale
ridefinendo continuamente in accordo con il team, con il malato, la sua famiglia e la rete amicale, i biso-
gni e gli obiettivi di cura a seconda delle necessità contingenti. Attraverso un lavoro di consulenza psico
-sociale, aiuta la persona fragile a gestire con appropriatezza ed autonomia i servizi consoni e rispon-
denti ai suoi bisogni evitando la sovrapposizione di più interventi.
Adotta protocolli operativi per l’integrazione con i Servizi Sociali Ente locale, Ospedalieri, Domiciliari, Re-
sidenziali nonché per l’attivazione delle risorse e delle reti .
In sintesi:
L'A.S . dell’U.C.P:
Concorre alla valutazione del bisogno socio-sanitario del paziente e della famiglia (quando presente)
Concorre all’individuazione del setting assistenziale più appropriato stante le condizioni cliniche del pz e le risorse personali, famigliari, sociali, informali
Fornisce consulenza psico-sociale e di segretariato sociale al pz e alla famiglia ed indirizza all' appropriato utilizzo delle risorse territoriali.
Opera in rete con i Servizi territoriali che a diverso titolo entrano nel piano di cure (Servizi di medicina di base e specialistica, Servizi sociali Enti locali, Servizi ospedalieri etc.)
Svolge consulenza specialistica anche c/o le strutture che ospitano i pazienti Concorre alla promozione e realizzazione di programmi di formazione intraprofessionale
dedicata e interprofessionale nella rete di cure palliative e di ricerca nello specifico setto-re .
Delia Manferoce e Paola Mereu
Pri
ma
pag
ina
N O T I Z I A R I O S . U . N . A . S .
Tel.: 06-48 47 95
Fax: 06-48 91 61 12
e-mail: [email protected]
Segretario Generale: Salvatore POIDOMANI
333/39.08.390 - [email protected]
ViceSegretario Generale: Domenico PELLITTA
327/7662815 (Resp. Comp. sanità) [email protected]
Segretario Amministrativo Generale Giovanna PARRAVICINI
393/00.89.595 [email protected]
Sindacato
Unitario Nazionale Assistenti Sociali
Sin
dacato
Nazio
nale
Un
itari
o N
azio
nale
Ass
iste
nti
So
cia
li
Pri
ma
pag
ina
Abruzzo Segretario Regionale: Giuseppe VIANI
[email protected] – cell. 338/270.94.07
Basilicata Segretario Regionale: Lucia RUOTI
[email protected] – cell. 339/6934934
Calabria Segretario Regionale: Amalia TALARICO
cell. 320/76.80.520
Campania Segretario Regionale: Gilda PANICO
[email protected] – cell. 334/93.79.778
Emilia Romagna Segretario Regionale: Cristina PETROTTA
[email protected] - cell. 320/04.63.859
Friuli Commissario: Fulvia SALVADOR
tel. 0427/59.57.11
Lazio Segretario Regionale: Domenico PELLITTA
[email protected] – cell. 327/7662815
Liguria Segretario Regionale: Roberto D’ALESSANDRO
[email protected] – cell. 348/81.06.722
Lombardia Segretario Regionale: Maria Ester PALTRINIERI [email protected] – cell. 393/00.89.595
Marche Segretario Regionale: Dina UBERTINI
[email protected] – cell. 328/27.34.695
Molise Segretario Regionale: Mariangela GIORGETTA
[email protected] cell. 320/6289970
Puglia Segretario Regionale Cinzia Mongelli
[email protected] – cell. 340/56.91.040
Piemonte Segretario Regionale: Miriam PIVARI
[email protected] – cell. 338/87.999.24
Sardegna Segretario Regionale: Paola MEREU
[email protected] . cell. 338/22.45.497
Sicilia Segretario Regionale: Luca GIURDANELLA [email protected] – cell. 339/2286296
Toscana Segretario Regionale: Clementina RONGIOLETTI
[email protected] – cell. 339/10.35.022
Umbria Commissario: Domenico PELLITTA
[email protected] – cell. 327/7662815
Veneto Segretario Regionale: Cristina DE BORTOLI
cell. 334/3434387
Notiziario SUNAS Periodico del Sindacato Unitario
Nazionale Assistenti Sociali
Direttore Responsabile:
Giuseppe Viani Comitato di Redazione
Clelia Capo Fiamma De Luca
Maria Alessandra Girimbaldi Delia Manferoce
Giovanna Parravicini Domenico Pellitta
Salvatore Poidomani
Redazione ed Amministrazione SUNAS – IRIS Centro Studi SUNAS
Via Aniene, 14 – 00198 Roma Tel. 06/48.47.95
Fax: 06/48.91.61.12 e-mail: [email protected]
www-sunas.it
Associato USPI Unione Stampa Periodica Italiana
Autorizzazione del 15/5/1991 Tribunale di Roma n. 284/1991
Iscrizione Registro Nazionale della Stampa n. 5761 del 24/04/1997
iscrizione nel ROC n. 4528
Iscrizione testata al Tribunale di Roma n. 284 del 10/05/1991 - Iscrizione al ROC n. 4528 Provider ARUBA SPA p.za Garibaldi, 8 Bibiena (AR) fraz. Soci Editore SUNAS—Sindacato Unitario Nazionale Assistenti Sociali - Sede legale: Roma, Via Aniene, 14 Gli articoli pubblicati e firmati impegnano in ogni caso la responsabilità diretta degli autori verso terzi. È consentita la riproduzione parziale dei testi, previa autorizzazione scritte dell’Edi-tore purché sia garantita la citazione della fonte (Notiziario SUNAS), dell’Autore, del numero della rivista e della data di pubbli-cazione
Segretari Nazionali Aggiunti
Delia MANFEROCE tel. 333/97.28.744 - [email protected] (delega al comparto Enti Locali)
Gilda PANICO tel. 334/93.79.778 - [email protected] (delega al comparto Privati, e Libera Professione)