02 europa arrivano i cittadini
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Il referendum sull’euro ha tanti aspetti e molte implicazioni econo-miche difficili da spiegare. Uno più importante di altri, banale ma deter-minante: il parere degli italiani. L'Italia ha perso la sua sovranità monetaria senza che i cittadini fos-sero interpellati. Nessuno ci ha spiegato i pro e i contro, i rischi e le opportunità e un eventuale piano B di uscita in caso di fallimento. Hanno espropriato gli italia-ni della loro moneta trattandoli da sudditi. Per questo motivo è necessario dare loro la parola con un referendum. È necessario ristabilire il principio sancito nel primo articolo della carta costituzionale, secondo cui «La sovranità ap-partiene al popolo». Dare parola al popolo si-gnifica innescare un processo di formazione e informazione dei cittadini. Economisti saranno chiamati a spiegare i pro e i contro della scelta. Ci sarebbero discussioni e approfondimenti in
I giovani veri sconfitti Il grande capitale umano che
stiamo sprecando
Oggi appare chiaro che il sistema della delega ai partiti ha esaurito il suo ruolo di rappresentanza
I cittadini non possono vincere nel Paese, se non sono presenti nelle istituzioni
Temi dal blog www.ilmovimentodeicittadini.it
Abbiamo perso la sovranità monetaria senza essere stati interpellati
ogni angolo del paese. TV e gior-nali dovrebbero necessariamente parlarne. Incominceremo a capire l’importanza di una moneta so-vrana e del potere che ci è stato sottratto, svenduto senza il nostro parere alle logiche della finanza globale. Una decisione che coin-volgerebbe famiglie intere co-
stringendole a discutere e ad approfondire ogni aspetto del problema. Qualunque sia poi la scelta, impareremo ad assumerci le respon-sabilità come popolo e come comunità. Dob-biamo avere fiducia in noi stessi. Spiegare ai nostri figli l’importanza della scelta, la re-sponsabilità che essa avrà su di loro. Insegna-re loro l’importanza dell’essere informati e partecipi della costruzione del proprio futuro. Pensiamo di non essere all’altezza? Allora meritiamo di essere governati da gente come Berlusconi. A voi la scelta. Giovanni Erra
Si parla spesso, per quanto riguarda l’Unio-
ne Europea, di deficit democratico, riferen-
dosi a una serie di funzionamenti, peculiari
della UE, che ne fanno un’istituzione “a de-
mocrazia imperfetta”. Le sue maggiori isti-
tuzioni, infatti, essendo espressione dei go-
verni locali e non del suo Parlamento, risul-
tano per lo più composte di individui nomi-
nati da altri nominati, in un allontanamen-
to deleterio dal contatto primario, e necessa-
rio in una democrazia, con la volontà popo-
lare. Il Parlamento Europeo, poi, fa eccezio-
ne al normale funzionamento dei parlamenti,
e non è abilitato a presentare suoi disegni di
legge, ma può solo emendare e approvare le
leggi proposte dalla Commissione. Va detto
che l’UE ha caratteri di particolare mostruo-
sità funzionale in ragione della propria natu-
ra ibrida (né semplice organizzazione inter-
governativa, né ancora vero Stato Federale),
ma che il deficit democratico è in realtà la
distorsione storica che stanno vivendo tutte
le democrazie occidentali. Basate sui partiti,
esse sono affette ormai da tratti tristemente
comuni: la trasformazione delle originarie
passioni in carriere personali; il costituirsi -
per l’eccessiva persistenza dei rappresentanti
nella vita politica- di rapporti di vicinanza
scandalosi e disfunzionali con gli altri poteri
(finanza, industria), che le hanno rese ormai
incapaci e inadatte a realizzare vera ed effi-
cace rappresentanza. Oggi appare chiaro che
il sistema della delega ai partiti abbia esauri-
to il suo potenziale, e che un nuovo ciclo
storico debba necessariamente cominciare.
Dove i cittadini, consapevoli e coinvolti nei
bisogni della comunità, risultano i più adatti
ad occuparsi di politica, cioè di se stessi. In
questo quadro il M5S, che ha fondato se stes-
so sulla necessità dei cambiamenti metodolo-
gici della rappresentanza, si posiziona in Eu-
ropa come un’avanguardia politica di portata
storica. I cittadini non possono vincere nel
Paese, se non sono presenti nelle istituzio-
ni: dal prossimo 26 maggio la rivoluzionaria
semplicità di quest’idea farà il suo ingresso
nel Parlamento Europeo. Silvana Giannuzzi
Referendum sull’Euro: dobbiamo scegliere noi
La sensazione diffusa è che le elezioni europee
siano solo un sondaggio sul consenso di cui
godono le varie forze politiche, ma che non si
ripercuotano nella vita di tutti i giorni. Questa
sensazione, però, non risponde alla realtà. In-
fatti, dipende da scelte europee -appoggiate in
Italia da esecutivi PD e PDL- l’approvazione
di stringenti vincoli economici (come il Fiscal
Compact) che limitano fortemente le capacità
di spesa dello Stato e degli enti locali, cosi da
innalzare la pressione fiscale e strozzare le
possibilità di ripresa della nostra l’economia.
Al contempo, l’Italia ha accettato supina-
mente tali accordi, senza battersi per l’unifica-
zione dei sistemi fiscali. In un sistema econo-
mico unificato, si assiste all’assurdo per cui
convivono Paesi con una pressione fiscale
estremamente blanda (come per esempio il
Lussemburgo), o con un costo della vita molto
basso (es. Paesi dell’est), che concorrono alla
pari con altri (come l’Italia) ove l’elevata pres-
sione fiscale pesa sia sui salari che sui costi
delle imprese, spingendo queste ultime a delo-
calizzare, con evidenti ripercussioni occupa-
zionali. Dall’Europa, poi, derivano i vincoli
posti ad alcune produzioni (es. latte), o l’assi-
milazione di prodotti di scadente qualità con
eccellenti prodotti italiani che prima domina-
vano i mercati (formaggi o vini). Così come
gli accordi conclusi dall’UE con il Marocco
hanno fatto sì che il costo delle arance norda-
fricane fosse più basso di quelle italiane, con
gravi riflessi sulle produzioni calabresi e sici-
liane. Queste scelte nefaste, insieme ad una
moneta troppo forte per la nostra economia,
hanno poi inciso negativamente sulle esporta-
zioni. Emerge così l’urgenza delle risposte che
la politica europea deve saper offrire per rea-
lizzare un ordinamento che garantisca maggio-
re giustizia sociale, e ponga al centro non più
le esigenze dei mercati e della finanza, ma
quelle dei popoli. Domenico Damiano
Quanto
conta l’Europa?
Volantino di propaganda
Da un’idea di Giovanni Erra con la collaborazione di
Silvana Giannuzzi, Tommaso Malerba, Marco Cuomo, Davide Gatto, Giuseppe Capurso, Gennaro Cozzolino
Nel programma per le Europee uno dei sette
punti, che il Movimento 5 Stelle intende
evidenziare, è quello inerente il
“Finanziamento per attività agricole e di
allevamento finalizzate ai consumi nazio-
nali interni”. Va tutelata la produzione na-
zionale anche con agevolazioni fiscali; se si
applicassero i veri costi di trasporto e si te-
nesse conto del danno derivante dalla distru-
zione ambientale, il prodotto nazionale sa-
rebbe più conveniente di quello estero. Ma è
fondamentale anche salvaguardare la salute
del consumatore! Questo si ottiene usando
prodotti italiani che sono iper-controllati, a
differenza di quelli che provengono dall'e-
stero, soprattutto da Paesi che non hanno gli
stessi divieti di utilizzo di pesticidi. In 10
anni hanno cessato l'attività 1 milione di par-
tite IVA agricole; nei primi nove mesi del
concentrato di provenienza cinese), il 50%
del grano per il pane, il 40% del grano per
la pasta, il 40% del latte, il 40% della carne.
Inoltre, l'abbandono delle campagne com-
porta una mancata tutela del territorio ed un
aumento delle superfici cementate. Bisogna
combattere le lobby, le multinazionali che
consentono di chiamare “succo di frutta”
qualcosa che contiene anche meno del 20%
di vera frutta!! Per non parlare di veri e pro-
pri cartelli di matrice delinquenziale che
gestiscono il settore: il mercato ortofruttico-
lo di Fondi (LT) era in mano alla mafia ed
alla camorra!! Far ripartire l'economia
italiana passa obbligatoriamente per il
rilancio della AGRICOLTURA E DEL-
LA ZOOTECNIA. Ci sono 50 miliardi di
euro da utilizzare con oggettività e tanta
ONESTA'! Giuseppe Capurso
Dall’agricoltura una spinta all’economia L’unico effetto evidente della terapia-Europa, sembra essere l’aumento della di-soccupazione, la ghettizzazione definitiva di un’intera generazione di giovani. L’Italia si sta trasformando in un serbatoio di manodo-pera a buon mercato. La nuova guerra che l’Unione doveva evitare, sembra scoppiata comunque, senza morti evidenti, ma con pari conseguenze sugli Stati. Con il Fiscal Com-pact si rendono permanenti i piani di au-sterità. Ridurre il debito pubblico al 60% del PIL in vent’anni significa che dal 2015 al 2035 l’Italia dovrà fare manovre economi-che di almeno 50 miliardi l’anno senza poter intanto migliorare lo stato sociale, come con l’introduzione del reddito di cittadinanza. I milioni di giovani fuori da caste e palazzi sono gli irrimediabili sconfitti di questa nuo-va guerra mondiale, il capitale umano che stiamo sprecando. Claudio Maddaluno
dei
Cittadini
ITALIANI
2013 hanno chiuso 32.500 stalle e aziende
con 36.000 nuovi disoccupati, nel cui nume-
ro non rientrano quelli che lavoravano
nell'indotto (fornitori, assistenza, consulen-
za...). L'Italia produce solo il 70% degli
alimenti che consuma. Importiamo il 59%
di "pomodoro fresco" (che in realtà spesso è
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Una delle obiezioni con le quali viene liqui-
data l’ipotesi di uscire dall’euro è che non
sia giuridicamente perseguibile, perché l’a-
desione all’euro sarebbe una condizione
“blindata” nei trattati. Cominciamo col dire
che in generale non esistono nella storia
umana trattati da cui è impossibile uscire, si
configurerebbero come documenti coercitivi
e non più come trattati (cioè patti tra popoli,
stretti e rispettati, in piena libertà). Esistono
piuttosto (come, nel nostro caso, quello di
Maastricht) trattati che non includono
nel proprio corpo le clausole di recesso. In
casi come questo bisogna ricorrere alla legi-
slazione di ordine superiore per riferimento.
L’esecuzione dei trattati internazionali è
disciplinata dalla Convenzione di Vienna
del 1969. Essa fornisce in realtà almeno 3
strade per l’uscita. 1) L’art. 56 della Con-
venzione stabilisce che, nel caso di trattati
Le elezioni Europee ormai sono alle porte: è
importante per i cittadini arrivare al voto con
il maggior livello di conoscenza e consape-
volezza possibile, visto l’importanza che le
scelte dell’Unione hanno nel determinare e
condizionare le politiche economiche degli
Stati membri. In questi mesi i parlamentari
del MoVimento 5 Stelle, insieme ai loro col-
leghi in Commissione Finanze, hanno ascol-
tato in audizione il parere di importanti eco-
nomisti, sia a livello nazionale che interna-
zionale. Naturalmente ognuno ha illustrato
le proprie ricette, spesso in antitesi con quel-
le degli altri, per uscire dalla grande crisi
che attanaglia l’Europa. In particolare sono
state esaminate le prospettive della politica
tributaria e del settore bancario, nel quadro
dell’euro, in vista anche del prossimo seme-
stre di presidenza italiano dell’Unione. Vi
invito ad andare a visionare i podcast di que-
Tra i 7 punti del programma europeo del
M5S, c’è l’adozione degli Eurobond, indica-
ta come una delle soluzioni alla crisi
dell’Eurozona. Vediamo perché facendo un
passo indietro: prima dell’euro, i debiti era-
no contratti nella moneta del paese che ri-
chiedeva finanziamenti. Perciò quando il
debito aumentava troppo, lo Stato poteva
svalutare la propria moneta in modo che i
titoli di debito emessi (i bond) perdevano
valore e diveniva meno gravoso il debito.
Questo è ora impossibile perché gli Stati non
battono più moneta. Ed ecco che arriviamo
agli Eurobond, cioè i titoli di debito pubbli-
co dell’intera Unione: visto che abbiamo
perduto la possibilità di agire sulla svaluta-
zione per contenere il debito, a causa della
moneta comune, sarebbe giocoforza mettere
in comune anche i debiti (come logico in un
vero Stato federale), concentrandoli in seno
all’Unione Europea che avrebbe il potere di
emettere titoli per tutti i paesi UE. Gli Euro-
bond sarebbero titoli comunitari garantiti
dall’intera Unione. Il loro valore corrispon-
derebbe alla media dei valori delle economie
dell’UE. Il carico debitorio graverebbe in
uguale misura su tutti i paesi dell’UE e il
loro impiego costituirebbe un segnale forte
di solidarietà tra i paesi. Davide Gatto
Perché vogliamo gliPerché vogliamo gli EUROBONDEUROBOND
Sul sito del deputato Pisano i video delle audizioni dei migliori economisti italiani
Il Movimento ha ascoltato il parere di importanti economisti internazionali sul futuro dell’euro
Non esistono nella storia umana trattati da cui è impossibile uscire
ste conferenze che ho sistemato tutte insie-
me in una pagina del sito: http://
www.girolamopisano.it/. Abbiamo ascoltato
Gallo, Visco, Zingales, Rinaldi, Mosler,
Bagnai, Savona. La possibilità di adottare
una moneta a corso forzoso nel nostro paese
diversa dall’euro è un problema tremenda-
mente complesso che ha visto i migliori
economisti esprimersi in proiezioni sul futu-
ro con l’euro e sul futuro senza euro. In real-
tà allo stato attuale, le proiezioni sono davve-
ro discordanti tra loro. Nessuno naturalmente
ha la palla di vetro, e su certe materie, tre-
mendamente tecniche, e per certi versi im-
prevedibili, sicuramente sarebbe davvero più
agevole per i tecnici conoscere, attraverso
una consultazione popolare, quale è la posi-
zione in merito degli italiani: se continuare
con una casa monetaria comune, anche se
pesantemente riformata, oppure tentare di
adottare sistemi di circolazione della moneta
o delle monete decisamente diversi da quello
attuale. La risposta degli italiani potrebbe
farci propendere verso uno o un altro siste-
ma, che funzionerebbe negli anni a venire.
La cosa importante al momento resta l’infor-
marsi correttamente e discuterne.
Girolamo Pisano - Commissione Finanze
senza clausole di recesso, questo è possi-
bile se si dimostra che le parti intendeva-
no ammetterne la possibilità. Tale inten-
zione è facilmente sostenibile con riferi-
mento all’art. 50 del Trattato di Lisbona,
che prevede il diritto di recesso dall’Unio-
ne. Chiunque vede come l’uscita dall’UE
senza uscire dall’euro costituirebbe un non-
senso. 2) L’art. 60 stabilisce che, nel caso
www.beppegrillo.it - Non siamo né di Destra né di Sinistra ma siamo Avanti e vogliamo Volare Alto
Una delle obiezioni con le quali viene liquidata l’ipotesi di uscire dall’euro è che non sia giuridicamente perseguibile
in cui una parte abbia violato un trat-
tato multilaterale, la controparte dan-
neggiata può invocare questa violazio-
ne per sospendere l’applicazione del
trattato. Al proposito eminenti osserva-
tori internazionali attestano le violazioni
della Germania degli obblighi al coordi-
namento delle politiche economiche, nel
perseguire autonome politiche competiti-
ve che hanno concorso a creare gli squili-
bri oggi noti. 3)Agli artt. 61 e 62, infine,
la Convenzione accorda a uno Stato
sovrano il diritto di recedere da un
trattato qualora questo renda insoste-
nibile la situazione per quello Stato, o
se in generale siano mutate le circostanze
in base alle quali il trattato è stato sotto-
scritto. Come ammesso in uno studio del-
la stessa BCE, la Grecia potrebbe già av-
valersi di tale diritto. Silvana Giannuzzi
ai banchetti. Ogni
candidabile ha potuto
mostrare il suo curri-
culum e un video di
presentazione su uno
spazio messo a dispo-
sizione dal blog di
Beppe Grillo. Alle
votazioni online, con
doppio turno, potevano accedere tutti gli
iscritti al moVimento al 30 giugno 2013, e
certificati entro il 20 marzo 2014. Dopo i
due turni i cittadini scelti sono stati preva-
lentemente persone impegnate sui territori,
giovani con un buon curriculum e cono-
scenze delle lingue. Il 50% delle persone
scelte sono donne. Dare il potere ai cittadi-
ni (iscritti) per scegliere i propri candidati
elimina il sistema della candidatura legata
a lobby o gruppi di potere. Coloro che so-
no stati scelti non devono dar conto a nes-
suno se non ai cittadini che li eleggeranno.
Marco Cuomo
Sono stati scelti prevalentemente giovani, donne e laureati
Le modalità di scelta dei candidati del Movimento 5 Stelle
Col comunicato politi-
co numero cinquanta-
quattro, Beppe Grillo
dal suo blog ha indicato
le modalità di selezione
dei candidati per le ele-
zioni europee di fine
maggio 2014: gli iscritti
al moVimento 5 stelle
entro il 12 dicembre 2012 e certificati entro
il 20 marzo 2014, non svolgenti carica eletti-
va e non facenti parte di una lista certificata
partecipante alle elezioni amministrative
2014, con età di 25 anni o più al 25 maggio
2014, hanno ricevuto una mail con la richie-
sta di esprimere la volontà di candidarsi per
le elezioni europee nella propria circoscri-
zione di residenza. La possibilità di parteci-
pazione alla candidatura estesa a più iscritti
possibili, senza limitazioni particolari o re-
quisiti stringenti, ha prodotto un primo elen-
co di candidabili che comprendeva sia attivi-
sti di lunga data che simpatizzanti mai visti
Il M5S già in Europa Il M5S già in Europa con la battaglia sui con la battaglia sui costi di ricarica costi di ricarica
Quali conseguenze per i cittadini italiani quan-
do l’Europa emana le sue direttive? Basta l’e-
sempio della direttiva 2006/7/CE e recepita
dall'Italia nel 2008 e poi attuata con un decreto
il 30 marzo 2010. La direttiva mette a punto un
nuovo sistema di controllo delle acque, in par-
ticolare quelle del mare. Sono cambiati infatti i
parametri che vengono controllati e la frequen-
za dei campionamenti. Dai precedenti 12 para-
metri chimico-fisici e microbiologici, si passa
ad analizzare in modo vincolante solo la pre-
senza di due batteri indice di contaminazione
fecale, ovvero gli Enterococchi intestinali e
l'Escherichia coli. Contemporaneamente si so-
no alzati i limiti di balneabilità. Mari non bal-
neabili, con un semplice decreto, diventano
immediatamente balneabili. Ci guadagnano gli
stabilimenti balneari ma i cittadini? Il M5S di
Portici ha portato avanti una battaglia per de-nunciare questa situazione già nel 2012, evi-
denziando i rischi per la salute in particolar
modo per i bambini e gli anziani. Un piccolo
esempio per dimostrare l’importanza di portare
i cittadini nelle istituzioni Europee. G. ERRA
Le proposte del
Movimento 5 Stelle
Per l’Europa
Forse non tutti sanno che il Movimento 5
Stelle in Europa c'è da anni, certamente
non sotto forma di rappresentanza politica,
ma con azioni spontanee di molti cittadini
a 5 stelle, attuate tramite gli strumenti mes-
si a disposizione dall'UE. Un esempio
dell’efficacia di tali azioni è stato l'aboli-
zione dei costi di ricarica dei telefonini,
ad opera di Andrea d'Ambra, che nel
2006 fece partire una petizione captata e
rilanciata da Beppe Grillo tramite il suo
blog, che in 3 mesi raggiunse 300mila fir-
me subito inviate all'UE. In meno di un
anno, a seguito dei solleciti del blog di
Beppe Grillo, Agcom e Antitrust convoca-
rono Andrea d'Ambra in audizione e a
Marzo 2007, mentre i firmatari arrivavano
a 810mila, fu sancito per gli operatori tele-
fonici l’obbligo di abolire i costi di ricarica.
Informazioni su www.aboliamoli.eu e
www.andreadambra.eu. Walter Lutzu
Mare pulito o Mare pulito o balneabile?balneabile? Decide l’EuropaDecide l’Europa
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Il MES, detto anche scudo anti-spread o
fondo salva-stati, è istituito con modifiche
al Trattato di Lisbona nel marzo 2011 e rati-
ficato dal Parlamento italiano nel luglio
2012. Nasce come fondo finanziario euro-
peo per la stabilità della zona euro, ma ha
assunto la veste di organizzazione intergo-
vernativa. Ha il potere infatti di imporre
scelte di politica economica ai paesi aderenti.
Non era "obbligatorio" sottoscriverlo per la
permanenza in Europa, ma è stato inspiega-
bilmente approvato di slancio in Italia, nono-
stante le pesanti condizioni che ci impone
rischino di mettere in ginocchio il paese, tan-
to da sembrare solo un favore reso all'Europa
delle banche. Ci ha impegnati a partecipa-
re con 125 miliardi di euro, che dovranno
essere versati nei prossimi 5 anni. Inoltre,
gli stati membri, inclusi quelli della periferia,
Il 25 maggio siamo chiamati a restituire una
speranza, prima ancora che a noi stessi, alle
future generazioni. L'Europa che fino ad
oggi abbiamo conosciuto, è stata un percor-
so contraddittorio. Nata come comunità, si è
poi progressivamente imposta come un'unio-
ne, incentrata non su vincoli innanzitutto
morali e politici, bensì finanziari e commer-
ciali, in cui però non si è accettato il princi-
pio per cui l'interesse particolar/nazionale
doveva esser sacrificato in nome della crea-
zione di una superiore realtà. Negli ultimi
anni le istituzioni europee sono state sempre
più rispondenti a logiche bieche perché fi-
nanziarie e nazionalistiche: hanno fatto in-
tenzionalmente capitolare la Grecia, costrin-
gendola a condizioni infami, solo perché si
dovevano tutelare gli interessi di banche
tedesche e francesi che avevano comunque
finanziato il debito ellenico, pur sapendo che
Il Fiscal Compact, dicitura inglese del
“Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e
sulla governance nell'Unione economica e
monetaria”, è un accordo dell’Unione Euro-
pea siglato con un trattato internazionale il 2
marzo 2012, ed in vigore dal 1 gennaio
2013. Estende a tutti i membri dell’Unione
la disciplina fiscale incorporata nella costi-
tuzione tedesca. È fondamentalmente fina-
lizzato alla riduzione dei debiti sovrani dei
paesi membri. L’accordo prevede: l’inseri-
mento nelle costituzioni nazionali del pareg-
gio di bilancio; l’obbligo per tutti di non
superare la soglia del deficit strutturale dello
0,5%; una significativa riduzione del debito
al ritmo di un ventesimo all’anno per arriva-
re alla soglia del 60% sul PIL nell’arco di
un ventennio. Il provvedimento inaugura
una stagione e una politica dell’austerità,
che è stata criticata da tutto il mondo acca-
demico economico. Gli esperti sostengono
infatti che, in momenti di crisi, l’obbligo di
uno Stato non è il pareggio di bilancio ma il
suo contrario, spendere più di quanto entra
nelle casse dello Stato per salvare i suoi cit-
tadini. Mentre le conseguenze del Fiscal
Compact (in particolare per paesi fortemen-
te indebitati, come l’Italia) si annunciano
devastanti, per paesi come la Germania, con
un enorme surplus della bilancia commer-
ciale, non è un problema. Per Paesi come
l’Italia, per ridurre il debito ci sono solo 3
strade: 1) aumentare le tasse, con ulteriore
effetto depressivo sull’economia; 2) vende-
re il patrimonio pubblico (per la 3° volta
in 30 anni), cosa che avrebbe effetti minimi
e temporanei e, l’unico effetto di lungo ter-
mine, di dismettere altri pezzi della nostra
sovranità; 3) ridurre la spesa pubblica,
cioè tagliare i servizi, riducendo ulterior-
mente, per i prossimi 20 anni, la qualità di
scuola, sanità, welfare. Ciò che è certo, è
che nella situazione attuale queste riforme
determineranno un aumento della povertà,
della precarietà e della disoccupazione. Non
a caso la sua abolizione è uno dei punti del
nostro programma. Giuseppina Attianese
Bisogna andare in Europa e rinegoziare tutto. Solo una forza credibile lo può fare
i conti dello stato greco erano truccati. È
questa l'Europa per cui Spinelli, Schumann,
De Gasperi e Monet si erano spesi? È que-
sta l'Europa cui vogliamo affidare i nostri
figli? Ovviamente no! L'Europa che come
Movimento sogniamo è una comunità di
popoli, di civiltà, di culture, di lingue, un
insieme di diversità comunque tutte pronte
a riconoscersi ed a rispettarsi, eventualmen-
te intervenendo a difesa della componente
più debole, perché in una comunità tutti han-
no il dovere di prestarsi reciproco aiuto. Ed è
questo che ci distingue e differenzia rispetto
alle altre soggettività politiche: per noi si
vince tutti insieme. Noi siamo l'Europa non
del Fiscal Compact o del MES, o di altre
assurdità finanziarie, votate compattamente
da chi oggi sostiene di voler costruire un'al-
tra Europa. Noi siamo al contrario per l'Eu-
ropa degli ius, degli Erasmus, cioè di quei
progetti che hanno riguardato ormai centi-
naia di migliaia di giovani italiani che hanno
potuto studiare in altri paesi europei grazie al
superamento dell'ottica nazionalistica. Que-
sto meticciamento noi dobbiamo perseguire.
La nostra è un'altra idea di società, in cui la
cultura del dono, della gratuità, dell'ascolto,
si afferma perché si è capito che dalla scon-
fitta dell'uno non consegue che danno per
tutti gli altri. Nicola Morra
che il MES dovrebbe salvare, sono tenuti a
versare “incondizionatamente” e
“irrevocabilmente” nelle casse del MES tutte
le risorse che questo decidesse di richiedere.
Intanto i membri del MES sono, da statuto,
protetti da “totale immunità nell’esercizio
delle proprie funzioni”, così come l'operato
del MES, i suoi beni e patrimoni. Il MES è
strutturato come un istituto finanziario e
Stampato su carta riciclata 100%
Nato per salvare gli Stati ma di fatto è un potente strumento finanziario fuori dal controllo degli Stati
legittimato a fare affari: può concludere
accordi con istituzioni finanziarie e istituti
privati oltre a emettere strumenti finanzia-
ri e titoli, e acquistare titoli di stati
dell’eurozona. Ma cosa succederà se l’I-
talia non riuscirà a pagare? Verrà appli-
cato l’art. 9: entro sette giorni dal ricevi-
mento della richiesta, l’Italia dovrà prov-
vedere al pagamento; in caso di mancato
pagamento lo stato membro perde il di-
ritto di voto negli organismi decisionali
del MES, e dovrà cedere il controllo
delle proprie politiche economiche al
MES. Bisogna andare in Europa a rinego-
ziare tutto: solo una forza politica credibi-
le e coerente potrà farlo. Il MES è una
mostruosità incomprensibile al buon sen-
so, che il M5S intende affrontare in Euro-
pa con determinazione. Sergio Vaccaro
sa economica in ca-
so di crisi. In più,
come evidenziato da
ben 5 premi Nobel
per l’economia
(K.Arrow, P. Dia-
mond, W. Sharpe, E.
Maskin e R. Solow),
tale principio induce
addirittura le crisi a
peggiorare. In perio-
di di recessione, infatti, le entrate dello
stato diminuiscono, mentre aumenta il
costo degli ammortizzatori sociali. Se lo
Stato non può ricorrere al debito, può solo
intervenire con tagli ai servizi e aumenti
delle tasse, che aumentano la sofferenza
sociale, alimentando all’infinito la spi-
rale economica recessiva. Il Movimento
5 Stelle non ci sta. Il pareggio di bilancio,
elevato a valore costituzionale, è un altro
passo verso la distruzione dello Stato so-
ciale e verso la costruzione di uno Stato
che antepone regole contabili al benessere
e al progresso dei cittadini. Livio Ferraro
Se lo Stato non può ricorrere al debito, avremo solo tagli e aumenti delle tasse
Sono anni che gli attivisti del M5S denunciano il mancato rispetto delle regole europee di mercato e i principi di continuità territoriale. Dubbi legittimi sulla privatizzazione del grup-po Tirrenia, sull'abuso di posizione dominante nel golfo di Napoli, sul caro biglietto e altro, sono da tempo temi conosciuti dall'UE e dall'Antitrust che, grazie alle segnalazioni dei Meetup di Ischia e Procida, hanno portato alla condanna di Alilauro e Medmar a pagare una multa di € 170mila (AGCM 6/2012), all'aper-tura di una investigation da parte dell'UE a fine 2012, per quanto riguarda la privatizzazio-ne Caremar, e ad un procedimento in corso sul monopolio da parte degli armatori privati nei trasporti marittimi del Golfo di Napoli (AGCM proc.I689C). Il tutto mentre il senato-re De Siano era presidente della IV Commis-sione Trasporti Regione Campania. Info: goo.gl/kOB6kz W. Lutzu
Come parte degli
accordi sottoscritti
con il Fiscal Com-
pact (v.articolo), l’I-
talia si è impegnata
all’introduzione del
principio del pareg-
gio di bilancio nella
propria Costituzione.
Cosa che si è poi
provveduto a fare
con la definitiva approvazione, il 18 aprile
2012, della legge costituzionale n. 1/2012
che è entrata in vigore il 1° gennaio 2014.
Il pareggio di bilancio è quella condizio-
ne contabile che si verifica quando le usci-
te finanziarie, nel corso di un anno, egua-
gliano le entrate, evitando situazioni
di deficit (in cui lo stato spende più di
quanto guadagna ricorrendo al debito). Il
principio, così enunciato, potrebbe sembrare
positivo se non fosse che, inserire in Costitu-
zione tale principio, vuol dire escludere per
uno stato la possibilità di intervenire con
finanziamenti pubblici per sostenere la ripre-
ALLEANZA
TRA PAESI
DEL MEDITERRANEO
Il 25 maggio restituiamo una speranza, prima ancora che a noi stessi, alle future generazioni
Una comunità di popoli, di civiltà, di culture, di lingue pronte a riconoscersi ed a rispettarsi
L’idea di un’alleanza tra i Paesi mediterra-
nei per una politica comune è per Il M5S
una manovra concreta per rivalutare quei
Paesi, Italia, Francia, Spagna, Grecia e Por-
togallo, che più degli altri manifestano gli
effetti di un’economia a rilento e di una crisi
diffusa. Un’Europa a due velocità? Un Euro
nord ed un Euro sud? Sicuramente sì! A pat-
to, però, di non creare lo stesso assetto istitu-
zionale dell’eurozona, con l’Italia e la Fran-
cia ad assumere il ruolo della Germania del
Sud. Per evitare questo è necessario creare
un meccanismo che favorisca il bilancia-
mento tra i Paesi dell’Euro Sud, con una
moneta che aderisca meglio alle necessità di
sviluppo dei popoli. L’attuale moneta uni-
ca, infatti, ha un valore troppo alto sul
mercato dei cambi e ciò penalizza quei Pae-
si, Italia compresa, che svalutando in manie-
ra controllata la propria moneta potrebbero
meglio affermarsi sul mercato internaziona-
le. Un euro a 5 stelle, dunque, non solo per
il numero di Paesi aderenti, ma soprattutto
per la sua qualità. Elvira Santaniello
FISCAL COMPACT il trattato capestro
In Europa per i trasporti marittimi dal 2008
Per partecipare contattaci su Facebook oppure scrivi a [email protected]
Buona parte delle norma-
tive che regolano la ge-
stione dei rifiuti in Italia
oggi sono di derivazione
europea. Sebbene le di-
rettive europee, ed in par-
ticolare la direttiva sui
rifiuti 2008/98/CE, tracci-
no una gerarchia che in
teoria spinge verso la pre-
venzione, il riutilizzo ed
il riciclaggio dei rifiuti,
lasciando come ultime possibilità l’inceneri-
mento e lo smaltimento in discarica, occorre
constatare come la stessa Europa, prima an-
cora dell’Italia, non abbia ancora espresso
una posizione drastica di condanna alla prati-
ca dell’incenerimento dei rifiuti a favore di
un obbligo di riutilizzo delle materie prime
seconde. Nonostante la riconosciuta perico-
losità per la salute dei rifiuti trattati termica-
mente, permangono molte contraddizioni
sulle tipologie di rifiuti e sui limiti di emis-
sione. In Europa le lobby delle multinaziona-
li “inceneritoriste” conservano un peso note-
vole. Il Parlamento Europeo, con la risolu-
zione del 24 maggio 2012, ha enunciato il
L’art. 416-ter del codice penale prevede il
reato del voto di scambio politico-mafioso.
Nello specifico, regolamenta le pene per il
politico che ricorre all’aiuto della mafia per
ottenere voti. Dopo un iter molto complesso,
è stato approvato il disegno di legge definiti-
vo che modifica il succitato articolo. Il testo
finale della legge, contiene una novità posi-
tiva, ma anche una parte molto negativa. La
novità positiva è che si è riusciti a far inseri-
re le parole "altra utilità", in modo da poter
punire chi compra i voti non solo con dana-
ro, ma anche in cambio di favori o prestazio-
ni. Inoltre, grazie a un emendamento appro-
vato all’unanimità alla Camera, il testo non
prevede la vacatio legis, cioè entrerà in vigo-
re subito dopo l’approvazione definitiva, e
non nei successivi 15 giorni dalla pubblica-
zione in Gazzetta Ufficiale, sarà quindi già
applicabile per le elezioni di maggio. La
parte negativa però è molto sostanziale e il
L’art. 416-ter del codice penale prevede il reato del voto di scambio politico-mafioso
Andiamo in Europa per riscrivere le direttive sui rifiuti
Movimento 5 Stelle in
Senato si è battuto con
forza per fare sì che ve-
nisse eliminata. Parliamo
della modifica in cui si
prevede la riduzione delle
pene, che da 7-12 anni di
carcere passano a 4-10
anni. Questo è molto gra-
ve perché con la riduzione
della pena, l’interdizione
perpetua dai pubblici uffi-
ci (prevista per reati con
pena minima di 5 anni)
non può essere applicata
ai politici che si macchia-
no di questo reato. Abbiamo provato a spie-
gare in aula che la riduzione della pena è
una vergogna. Che nessun favore può essere
concesso a chi usa le mafie per farsi elegge-
re o per chi fa accordi con le mafie. Abbia-
mo anche chiesto aiuto ai
cittadini, che hanno inviato
oltre 2 milioni di mail ai
senatori Pd per chiedere di
sostenere il nostro emen-
damento per ripristinare le
pene di 7 -12 anni. È stata
“un’occasione perduta”,
come ha commentato il
PM Di Matteo. Mentre
secondo Salvatore Borsel-
lino e il Movimento delle
Agende Rosse: "la riduzio-
ne delle pene è un regalo
ai politici collusi con la
mafia e ai mafiosi che in-
tendono aiutarli”. Infine per Giovanna Mag-
giani Chelli presidente dell' Ass. familiari
Vittime della strage dei Georgofili ""Le mo-
difiche al 416ter segnano la fine della lotta
alla mafia". Andrea Cioffi – Senato M5S
nuovo orientamento rispetto
all’utilizzo delle risorse e alla
riduzione dei rifiuti residui:
massimizzando il recupero
delle materie, esortando la
Commissione a presentare
proposte entro il 2014 per
ridurre i rifiuti fino a livelli
prossimi allo zero, introdu-
cendo gradualmente un di-
vieto generale di smaltimento
in discarica ed abolendo pro-
gressivamente, entro questo decennio, l’in-
cenerimento dei rifiuti riciclabili e compo-
stabili. Attualmente, è in elaborazione una
nuova direttiva sui rifiuti ed è fondamenta-
le che i cittadini, attraverso gli eletti, pos-
sano contribuire alla sua riscrittura nella
fase c.d. ascendente di formazione della
norma, per arginare gli interessi delle multi-
nazionali a vantaggio della salute umana e
del pianeta. E perché sia sancito un effettivo
obbligo di riutilizzo delle materie prime
seconde, e che la produzione di energia av-
venga attraverso fonti meno inquinanti ba-
sate su risorse inesauribili come il sole, l’ac-
qua e il vento. Claudia Vellusi
www.beppegrillo.it - Non siamo né di Destra né di Sinistra ma siamo Avanti e vogliamo Volare Alto
Giovedì 1 maggio Santa Maria la Carità (NA) - ore 18.00 Santa Maria la Carità Cena (NA) – ore 21.00 Venerdì 2 maggio Sera: Caivano (NA) Sabato 3 maggio Ariano Irpino (AV) - Cava dei Tirreni (SA) Domenica 4 maggio Agropoli (SA) - Sala Consilina (SA) - ore 18.00 Venerdì 9 maggio Pomeriggio: S. Anastasia (NA) Sabato 10 maggio Mattina: Pompei (NA) - Pomeriggio: Avellino Domenica 11 maggio Mattina: Marigliano (NA) Pomeriggio: Termoli Venerdì 16 maggio Pomeriggio: Giugliano in Campania (NA) Sera: Marano (NA) piazza DELLA PACE Sabato 17 maggio Mattina: Nocera (SA) Pomeriggio: Salerno (SA) Domenica 18 maggio Torre del Greco (NA), Vitulazio (CE), Casapulla (CE) Venerdì 23 maggio Pomeriggio/Sera: Napoli (NA) CHIUSURA
Circoscrizione Nord Ovest Antonica Gabriele Attademo Francesco Beghin Tiziana Bertellino Fabrizio Cassimatis Marika Desilvestri Fabio Evi Eleonora Geraci Tiziana Girard Stefano Mastrorosa Ilaria Mennella Grazia Misculin Bruno G. A Salvatore Alice Sayn Marco Scabbia Massimo Tranchellini Alice Valli Marco Viola Alessandra Voulaz Manuel Zanni Marco
Circoscrizione Nord Est Affronte Marco
Borrelli David
Burlini Giorgio
Rossi Anna
Cobello Stefano
Dalpasso Giuseppe
Gargagliano Nives
Gibertoni Giulia
Marmiroli Alessandro
Nicchia Francesca
Piccinini Silvia
Rossi Francesco
Zanella Cristiano
Zullo Marco
Circoscrizione Centrale Agea Laura
Bottiglieri Fabio
Campo Giuseppa
Castaldo Fabio Massimo
Della Negra Matteo
Di Gennaro Marco
Fossi Silvia
Ghirga Giovanni
Pallotto Marina Adele
Ripoli Cristiano
Savari Danilo
Tamburrano Dario
Zama Bianca Maria
Ziantoni Mara
Circoscrizione Meridionale Adinolfi Isabella
Aiuto Daniela
Alemagna Fabio
Angelini Paolo
Cammarano Michele
Casili Cristian
Casmirro Pasquale
Ciarambino Valeria
D'Amato Rosa
Embrice Luigia
Ferrara Laura
Ipri Maria
Laricchia Antonella
Pedicini Piernicola
Pomante Melania
Ronzino Alfredo
Viglione Vincenzo
Circoscrizione Insulare Ignazio Corrao
Di Prima Antonella
Marini Nicola
Moi Giulia
Saija Maria
Sobbrio Paola
Suriano Simona
Zanotto Antonio
La liberalizzazione dei movi-menti di capitale, obiettivo fondamentale dei Trattati eu-ropei, oltre ad aver avviato una crescita esponenziale del rapporto Debito pubblico/PIL, ha aperto ampi spazi agli in-vestitori esteri, liberi di inve-stire e disinvestire senza re-strizioni. La posizione debito-ria netta verso l'estero dell'Ita-lia, praticamente nulla all'ingresso dell'Italia nello SME, è andata progressivamente cre-scendo negli anni successivi. Nel loro insie-me, i paesi ammessi a far parte dell’Unione monetaria formavano un mercato finanziario maggiore di quello statunitense e la struttura industriale che stava alle spalle della nuova moneta era fra le più avanzate del mondo. Per l’Italia, l’adozione di una moneta comu-ne, unita all’andamento declinante del corso dell’euro rispetto alle altre grandi valute mondiali, ha significato l’abbandono di quel-lo che era stato in passato un carattere tipico della politica valutaria italiana indipendente attraverso le autorità monetarie (Banca d’Ita-lia e Tesoro). Tale politica, da un lato garan-tiva un tasso di cambio stabile rispetto al dol-
Con l’Euro una lenta agonia del nostro tessuto industriale laro evitando l’aumento dei prezzi in lire dei beni d’im-portazioni (anzitutto il petro-lio, ma anche macchinari ad alta tecnologia, apparecchi elettronici). Dall’altro, veniva vista con favore una lieve svalutazione della lira rispetto al marco tedesco, in quanto poteva incoraggiare le espor-tazioni verso i mercati euro-
pei. Quindi il risultato prodotto in questi anni, dall’introduzione dell’euro, si è tra-
dotto non solo in una lenta agonia del
nostro tessuto industriale, sia in termini
di domanda interna che di produzione di beni, ma anche in un aumento dei prezzi esponenziale, soprattutto al Sud. Ma, a dif-ferenza di quanto si possa credere, l’impen-nata non ha riguardato solo gli alimentari, l’abbigliamento o la ristorazione, ma soprat-tutto le bevande alcoliche e i tabacchi, le ristrutturazioni e le manutenzioni edilizie, gli affitti delle abitazioni, le bollette dome-stiche e i trasporti. Secondo alcune fonti statistiche, nell’ultimo decennio, l’inflazio-
ne media italiana è cresciuta del 24,9%.
Tommaso Primo Malerba
Tour di presentazione dei candidati
Committente: Sergio Puglia, Andrea Cioffi, Salvatore Micil-lo. Dopo aver letto il volantone, non buttarlo. Passalo ad un amico, al tuo vicino di casa o lascialo in un bar. Passa Paro-la. Volantone realizzato al 100% su carta riciclata