03 laboratorio colloquio
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Il Colloquio come StrumentoIl Colloquio come Strumento1° parte1° parte
Giuliano Govigli
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COLLOQUIO
CONVERSAZIONE FRA DUE O PIU’ PERSONE SU FATTI DI UNA CERTA IMPORTANZA
INTERVISTA
E’ UNA CONVERSAZIONE FRA DUE O PIU’ PERSONE IN CUI DELLE DOMANDE VENGONO POSTE DALL’INTERVISTATORE AL FINE DI OTTENERE DELLE INFORMAZIONI DALL’INTERVISTATO
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Il colloquio
È una modalità comunicativa a 2 vie, biunivocaRispetto all’autodeterminazione vi è un continuum dell’autodeterminazione in cui ad un estremo si ha la motivazione intrinseca e all’altro la amotivazioneCostituisce un momento di incontro tra professionista/azienda e persona, in cui avviene uno scambio di informazioni
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Il colloquio
Il colloquio non va improvvisato: è l’esatto contrario di un contatto umano condotto istintivamente, ad esempio il parlarsi della vita quotidiana. In sede di colloquio sono sempre vivi aspetti di contenuto e di relazione: la complessità emotiva della situazione va accettata e gestita.
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TIPI DI COLLOQUIO
•DI RICERCA•DIAGNOSTICO (può essere propedeutico a intervento
terapeutico)
•ORIENTAMENTO•SELEZIONE•VALUTAZIONE•COUNCELING•COACHING•CLINICO
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Il colloquio: 3 elementi fondanti
1) iI conduttore del colloquio
2) l’obiettivo/contenuto del colloquio
3) l’altra persona ed il processo.
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Tipi di IntervistaStrutturata
Semi Strutturata L'intervista semistrutturata permette all'intervistatore di avere un
certo grado di autonomia: egli può, infatti, adattare al proprio interlocutore la formulazione delle domande, chiedere e fornire chiarimenti e/o ulteriori informazioni, registrare in modo discorsivo le risposte
Questa tipologia di intervista si compone di una serie di punti, o domande o aree tematiche sulle quali è necessario che l'intervistato focalizzi l'attenzione: una parte delle domande (temi) è in ogni modo obbligatoria, anche se nel corso di un colloquio che deve essere libero.
Libera
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Altri Tipi di IntervistaStress interwiewE’ un’intervista dura che vuole mettere in difficoltà
l’intervistatoresi stressa su: per chi, perché, quando, come, quanto
Il panel E un’intervista realizzata da più intervistatori
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Aree di Responsabilità dell’Intervistatore
Facilitare:
Relazione Comunicazione Il processo di Conoscenza
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Il colloquio è costituito da 3 Fasi
1. Fase Iniziale: Accoglienza e Definizione Ruoli (autopresentazione, presentazione nostra o organizzazione, presentazione obiettivo colloquio)
2. Fase Centrale (gestione del colloquio)
3. Conclusioni
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Il colloquio è costituito da 3 Fasi
Fase Iniziale: Accoglienza e Definizione Ruoli (autopresentazione, presentazione nostra o organizzazione, presentazione obiettivo colloquio)
Fase Centrale (gestione del colloquio)
Conclusioni
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Precondizioni di un buon colloquio
Ambiente Tranquillo
Lasso di tempo adeguato (es. non dare segnali verbali e non verbali indicativi di aver fretta)
Tener presente che il candidato potrebbe vivere un momento di ansia/tensione connesso al momento
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E’ importante il Rapport= Tipo di relazione che si instaura tra intervistato e intervistatore
Un bravo intervistatore è sempre globalmente interessato alla
persona, sa stare nel rapporto e mantenerlo. Se la persona non entra in rapporto
devo chiedermi: “come posso entrare in rapporto con
lei?”
Il primo problema è COME entrare in rapporto con una persona.
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Come entrare in “rapporto”
Ascoltare attivamenteEntrare in contatto con le problematiche esposte (Empatia)Essere attenti a ciò che viene dettoMantenere il contatto visivoInteressePresentarsi e definire la situazioneSetting curato/adeguatoNon giudicare o curiosareTrovare il modo di essere un po’ dentro e un po’ fuori
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Osservazione
Non fermarsi alle parole
Dedicare attenzione ai comportamenti che esprimono emozione, atteggiamenti, intenzioni
Osservazione è il risultato del mantenimento di un contatto costante
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Fondamentale è
La CAPACITA’ d’ASCOLTO
Il colloquio può anche essere definito come
“Arte che consiste non nel farsi rispondere ma nel far parlare liberamente e
nello scoprire le tendenze spontanee”
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ASCOLTO• L’ascolto è una cosa importante nel lavoro e nella vita
• Per ascoltare ci vuole tempo e serenità (ma il tempo è soggettivo … e può essere gestito)
• Si ascolta perché è utile, non perché si è buoni. Serve a capirsi, apprendere, rafforzare un legame,… e non tutti i buoni sanno ascoltare
• L’ascolto è un atteggiamento, un comportamento, una tecnica. Cioè presuppone una disponibilità, ma è anche un metodo. E si può apprendere
• Il termometro dell’ascolto siamo noi. Sappiamo ascoltare i nostri segnali interni?
• Ascoltare vuol dire cogliere i segnali deboli. Quelli forti si impongono da soli. E poi vorremmo sempre segnali forti?
• Bisogna anche sapere farsi ascoltare (non essere prolissi, seguire le reazioni altrui “feed-back”…)
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ASCOLTO• Ascoltare vuol dire anche tollerare il vuoto, il silenzio, la sospensione,…
(soprattutto in situazioni di imbarazzo e di disagio)E’ il contrario dell’ansia realizzativa
• Ascoltare = osservare. È attività impegnativa, attiva non passiva
• Ascoltare significa anche osservare cioè fare un passo indietro, non essere totalmente coinvolto
• Non essere ascoltati è frustrante; si capisce se uno ti ascolta o no (quindi è importante segnalare che si ascolta, se non si può o non si vuole ascoltare: segnalare è un mio stato d’animo)
• Ascoltare è condividere (empatia), è attenzione alla persona. Non consenso totale sui contenuti
• Per ascoltare occorre sviluppare la volontà e la capacità di “mantenersi
in contatto” con l’altro
• Ascoltare è tenere i “canali aperti” distinguendo le persone dai contenuti
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LA CONDUZIONE DELL’INTERVISTATIPOLOGIE DI DOMANDE
• APERTA: favorisce un tipo di risposta articolata
• CHIUSA: favorisce un tipo dio risposta dicotomica
• DIRETTA: l’obiettivo della domanda è esplicito
• INDIRETTA: l’obiettivo della domanda è implicito
• IDUTTUVA O DI SUGGERIMENTO: la domanda contiene in sé o suggerisce la risposta
• GENERALE: domanda aperta che stimola l’organizzazione di argomentazioni articolate
• DI APPROFONDIMENTO: Permettono di riprendere ed approfondire alcuni spunti forniti dal candidato
• FATTUALE: mira alla raccolta di informazioni relative a fatti
• PROBANTI: domande di conferma rispetto a quanto raccontato nell’intervista
• DI CONTROLLO: domande che mi permettono di verificare le correlazioni tra i vari fattori e di vedere se le informazioni che ho raccolto si confermano oppure no
• PROIETTIVE: inducono la persona ad attribuire ad altri valutazioni e punti di vista propri
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Regole per porre delle BUONE domande
Adeguare il proprio linguaggio a quello dell’Interlocutore
Cercare di ottenere esempi di comportamenti, non opinioni (Es: nel caso in cui l’intervistato dichiarasse che è
importante tenersi sempre aggiornati per quanto riguarda le innovazioni del proprio settore, chiedere in che modo, con quale frequenza si tiene aggiornato).
Chiedere chiarimenti o approfondimenti rispetto alle cose dette, seguendo la logica di andare in profondità piuttosto che in estensione.
Porre domande rilevanti rispetto alle dimensioni oggetto di indagine.
Non porre domande cruciali troppo presto.
Non concludere le frasi dell’interlocutore.
Non fare salti bruschi da un argomento all’altro (a meno che non lo vogliate fare per vedere la flessibilità della persona).
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RIFORMULARE: Riproporre-riprendere ciò che è stato detto usando esempi/concetti diversi; Riprendere l'intervento dell'altro collegandolo a situazioni comparabili o ad interventi precedenti; Partendo da un intervento, dedurre e concludere conseguenze logiche che "aggiungano valore" a quanto già detto (Es. unire due cose dette in tempi diversi).
RICAPITOLARE: Ribadire e sintetizzare i punti essenziali della comunicazione; Far imprimere maggiormente nel ricordo le priorità; Chiarire le conseguenze pratiche-operative della comunicazione (Es:chiarire cosa può accadere rispetto alle conseguenze della comunicazione..).
Sedimentare, Finalizzare
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PRATICARE L’ASCOLTO ATTIVO
IL PRIMO PILASTRO:
IL SECONDO PILASTRO:
IL TERZO PILASTRO:
IL QUARTO PILASTRO:
IL QUINTO PILASTRO:
IL SILENZIO
LE DOMANDE APERTE
LA RIFORMULAZIONE
LE DOMANDE DI PRECISIONE
L’INCORAGGIAMENTO