1 la programmazione didattica 1. uno sguardo al tempo attuale piero cristofani
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La programmazione La programmazione didatticadidattica
1.1. Uno sguardo al tempo attualeUno sguardo al tempo attualePiero CristofaniPiero Cristofani
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Profilo storico
1. Anni 50/60 nasce la programmazione didattica curriculare ( Sputnik, guerra fredda ). Critica a Dewey e al suo attivismo ( laisser faire del bambino ). Occorreva rigore, quindi un approccio scientifico-razionale( task analysis).
Valutare le conoscenze in ingresso Scomporre analiticamente l’obiettivo in sotto obiettivi Feed-back
2. 1949 Tyler e soprattutto Bloom che riordina i criteri di valutazione. 3. 1964 Bruner propone i concetti di struttura curricolare.
Si sviluppa la rivoluzione cognitivista come reazione al comportamentismo. Comunque i nuovi modelli si integrano creando modelli come il mastery learning e percorsi didattici differenziati .
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Profilo storico
4. Anni 60’ altri contibuti: Gagnè ( valutazione formativa ); ritorno alla gestalt e conseguente elaborazione del problem solving.
5. Primi anni 80’ cresce l’insoddisfazione per i modelli rigidi, lineari, razionali, come il top-down ( sequenza gerarchica basata su un taglio logico-deduttivo). La mente umana apprende in modo irregolare, misterioso e non legato al determinismo cioè causa-effetto, stimolo/risposta.
6. Si afferma il bottom up ( connessionismo ). La mente apprende attraverso reticoli. La mente non ha un’unica intelligenza, ma più intelligenze. Tutti questi elementi hanno generato connessionismo e costruttivismo.
7. E in Italia? Figlia dell’idealismo in un modo più o meno chiaro vengono applicati diversi modelli anche se prevale il metodo lineare-rigido. L’insegnante nella sua didattica è schiacciato dal suo “ praticismo “ e non valuta possibili e più ampie alternative.
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Uno sguardo al tempo attuale
Nel processo di apprendimento hanno un ruolo decisivo le variabili sociali quali gli elementi storici-economici-sociali ( elementi esterni ) e gli elementi organizzativi della struttura scolastica ( elementi interni ).
IL TEMPO ATTUALE Il tempo presente è di sospensione tra ciò che non è più e ciò che non è
ancora.PRESENZA DEL GLOBALE E DEL LOCALE
La coppia uguaglianza/ disuguaglianza è sostituita dalla coppia inclusione/esclusione. Le parole chiave sono: conoscenza, sapere, mobilità,internazionalizzazione,linguaggi,competenze,competizione.
Esplosione dell’individualismo. Alla ideologia si sostituisce l’egologia.
Tramonto dello Stato Nazione e delle identità territoriali Declina lo Stato come luogo di garanzia per la salute, la
vecchiaia, educazione, assistenza ( la crisi del welfare )
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Uno sguardo al tempo attuale
Dalla società verticale ( centralità delle forme di potere) alla società orizzontale ( poliarchia, cioè centri di potere locali, territoriali, periferici ).
Più cresce la dimensione poliarchica, più viene meno il senso del patto sociale.
Il concetto di massa si trasforma in quello di moltitudine.
Dissolvenza dell’identità di classe. Il lavoro fisso, salariato ( fordista ) si
trasforma in autonomo, aleatorio. Si afferma sempre di più il non-luogo
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La globalizzazione segna l’avvento di un’eradi complessità e di variabilità, che rendeobsolete tecniche e competenze con frequen-za superiore al passato.LE CONOSCENZEDI BASE SONO PIU’ IMPORTANTI DI QUEL-LE SPECIALISTICHE.LA CULTURA RISPET-TO ALLA TECNICA.
GLI EFFETTI DELLA GLOBALIZZAZIONE
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GLI OBIETTIVI DELLA NUOVA FORMAZIONE DEI GIOVANI
POLIVALENZA E CREATIVITA’SPECIALIZZAZIONE FLESSIBILEAUTOFORMAZIONE O FORMAZIONE
CONTINUAUN QUADRO DI CONOSCENZE STABILI,
SISTEMATICHE, DI BASE, SIGNIFICATIVE, CAPITALIZZABILI, FLESSIBILI
INTERAZIONE MANO/MENTE/CUORE
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CHI CRESCE SI SVILUPPA ED APPRENDE
Costruisce la propria identità personale e la dimensione relazionale sull’asse orizzontale spaziale
e
Costruisce i propri processi cognitivi ( memoria, concetti,progetti ) sull’asse temporale
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... si devono considerare :
L’insorgere dei nessi tra sapere, fare, essere, pensare
La crisi delle discipline come organizzatori concettuali definiti, circoscritti e chiusi
L’affermarsi della epistemologia e degli approcci inter e pluridisciplinari
Di qui l’apprendimento modulare
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2. Il quadro normativo di 2. Il quadro normativo di riferimentoriferimento
e indicazioni ministerialie indicazioni ministerialiPiero CristofaniPiero Cristofani
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PROGETTAZIONE, RIFORMA E INNOVAZIONE
Nota di indirizzo per l’avvio dell’a.s. 2006/2007 ( 31/08/2006 )
Progettazione e Autonomia scolastica (DPR 275 / 99 )
Progettazione e Riforma del sistema educativo di istruzione e formazione professionale ( L.n. 53/03 )
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INDICAZIONI PER L’a.s. 2006/2007
Dalla “Nota di indirizzo per l’avvio dell’anno scolastico” ( 31/08/ 2006 )
L’anno scolastico 2006/2007 si presenta come un anno-ponte verso nuove indicazioni curricolari, di cui dovrà essere ridotta la mole, proprio per non mortificare l’autonomia delle istituzioni scolastiche, concentrando l’intervento centrale sull’individuazione dei traguardi essenziali prescrittivi per ogni ciclo scolastico, e definendo gli standard relativi alle competenze da certificare.
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segue
In questa logica si capisce come la principale legge di riferimento sia la legge n. 59/’97, che riconosce l’autonomia delle istituzioni scolastiche e il D.P.R.n. 275/99, che la regolamenta…
In effetti le norme sull’autonomia, insieme alla riforma del Titolo V della Costituzione, costituiscono la cornice di riferimento entro la quale necessariamente si iscrive e va interpretata la successiva legge n. 53/’03 e le relative disposizioni attuative.
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segue
Nel predisporre la loro offerta formativa le scuole avranno come punti di riferimento il complesso delle indicazioni desumibili dal quadro normativo vigente, nella consapevolezza, comunque che i documenti programmatici allegati al D.lgs 59/2004, per sua stessa affermazione, sono da considerarsi un “assetto pedagogico, didattico ed organizzativo transitorio “ per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, in attesa dell’emanazione dei relativi regolamenti ed è intenzione di questo Ministero procedere prossimamente ad una profonda revisione di tale impianto, dando così compimento alla “ definizione dei curricoli “ prevista dall’art. 8 del DPR n. 275/’99
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AUTONOMIA SCOLASTICA E POF
“ … è il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare,extracurricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia “ ( DPR 275/99, art 3 )
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PAROLE CHIAVE DEL POF
Identità culturale/progettuale:Intesa come insieme dei caratteri specifiche
che contraddistinguono un istituto dall’altroProgettazione: esplicitazione dei percorsi,
delle scelte e delle strategie mediante le quali si intende raggiungere gli obiettivi
Contesto:espressione di una domanda culturale e formativa calata sui bisogni della comunità locale
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Indicazioni per l’a.s. 2006/ 2007
Ciò che preme rilevare è la piena autonomia delle scuole e dei docenti nella scelta dei concreti assetti pedagogici, organizzativi, metodologici e didattici. L’autonomia scolastica è la più importante riforma scolastica degli ultimi anni ed ha in sé tutte le potenzialità necessarie allo sviluppo comunitario della scuola, ma in questi ultimi anni non ha esplicato appieno tutte le potenzialità tanto che sono apparse ridondanti le meticolose prescrizioni organizzative e didattiche contenute negli allegati al D.lgs 59/04,quando addirittura in contrasto con le previsioni del DPR 275/99 (art.8) in merito alle regole di costruzione del curricolo di scuola
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Indicazioni per l’a.s. 2006/2007
In sintonia con gli obiettivi delineati dalla strategia messa a punto a Lisbona per il 2010 occorre assicurare alle allieve e agli allievi in uscita dal primo ciclo effettive competenze in grado di accompagnarli tutti nel proseguimento dell’istruzione e formazione obbligatoria che si intende estendere per almeno un ulteriore biennio e, comunque, fino ai 16. Questa ambiziosa meta, che sarà oggetto di prossimi interventi può essere realizzata solo mediante un ripensamento in chiave unitaria e progressiva dell’intero percorso educativo che va dai 3 ai 16 anni.
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POF e curricolo
“ Le istituzioni scolastiche determinano nel POF
Il curricolo obbligatorio [ …].
Nell’attuazione del curricolo le istituzioni scolastiche precisano le scelte di flessibilità previste “
( DPR 275/ 99, art 8, c.2 )
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Il curricolo
“ PROGETTO FORMATIVO INTENZIONALE PROGETTATO DALLE SINGOLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE, TENUTO CONTO DEI BISOGNI DELLA POPOLAZIONE SCOLASTICA E DELLE RISORSE DEL TERRITORIO “
( F. Fabbroni )
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Il curricolo non si “programma”,si “progetta”
Programmazione è l’organizzazione di un sapere dato ( programma ) in sequenze temporali ( spesso imposte dalla sistematica della disciplina )
Progettazione è la costruzione originale di un percorso di “apprendimento insegnato”e quindi intenzionale definito a partire dall’analisi dei bisogni dei soggetti e del contesto.
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La costruzione del curricolo
Esso non è più un dato a priori a cui le scuole sono tenute ad uniformarsi, ma il risultato della capacità progettuale delle ist. scolastiche, sintesi unitaria di esigenze diverse( frutto delle scuole come organizzazioni pensanti ):
Garantire il carattere unitario del sistema di istruzione nazionale e valorizzare il pluralismo culturale e territoriale;
Tener conto dei bisogni formativi degli alunni; Tener conto delle domande e attese espresse
dagli enti locali, dai contesti sociali, culturali ed economici del territorio
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Articolazioni del curricolo
Quota nazionale del curricolo ( 80%-85% del tempo scolastico: prevede per tutto il territorio nazionale le “competenze essenziali” da assicurare a ciascun alunno.
Quota locale del curricolo ( 20%-15% del tempo scolastico ):riguarda attività aggiuntive individuate dalle singole scuole in base alle variabili socio-culturali ed esistenziali degli alunni.
Quota extracurricolare aggiuntiva,facoltativa e collocata al di fuori dell’orario scolastico curricolare, in grado di fornire ulteriori elementi di personalizzazione del percorso formativo.
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Curricolo e centralità delle competenze
FINE DELLE IST. SCOLASTICHE E’ QUELLO DI FORMARE COMPETENZE( SAPERI, SAPER FARE, SAPER ESSERE) SPENDIBILI ANCHE IN CONTESTI FORMATIVI E PROFESSIONALI DIVERSI DA QUELLO SCOLASTICO
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PER UNA EPISTEMOLOGIA DELLE COMPETENZE
SAPERE ESSERE
FARE
CONOSCENZE COMPORTAMENTI
ABILITA’ INTELLETTUALI/ ABILITA’ SOCIALI
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Programma e curricolo
ProgrammaSapere accademico
Programma
Programmazione
Apprendimento conoscenze disciplinari
Curricolo( competenze )Apprendimento
Saperi
Progettazione
Analisi dei bisogni
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3. 3. Dalla scuola del Dalla scuola del programma alla scuola programma alla scuola della programmazionedella programmazione
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Dalla scuola del programma alla scuola della programmazione
Nella scuola del programma Sono privilegiati i contenuti L’insegnante è al centro della
situazione stimolo. E’un trasmettitore di saperi
E’ assente la circolazione delle esperienze educative
L’alunno non è considerato nelle sue potenzialità e attitudini
Il contesto di provenienza non è considerato una variabile
E’ privilegiata l’acculturazione Il punto di partenza è il
programma L’insegnante è un’isola
autoreferenziale
Nella scuola della programmazione L’insegnante deve possedere
capacità progettuali, competenze disciplinari e padronanze educativo-didattiche
L’insegnante lavora in team Nella collegialità nasce il
confronto e la problematizzazione Il docente sa gestire i processi
interni ed esterni relativi all’apprendimento
I team collaborano alla realizzazione del curricolo, sperimentando nuovi percorsi e controllando i livelli formativi
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La finalità del programma
Indicare la listadei contenuti da
insegnare
Fornire le indicazionimetodologiche per
l’approccio piùindicato e perti-nente alle disci-
pline
Evidenziare attività,competenze,
atteggiamernti,abilità operative
che gli alunni dovreb-bero perseguire
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Le finalità dellaprogrammazione
Aumentare il sapereFavorire e sviluppare
la formazione di competenze
Rispondere alle necessità della società
Realizzare lepotenzialità del
singolo
Incrementare lo sviluppo unitario
dell’allievo
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Fanno parte del POF e ne costituiscono il punto centrale.Rientra nei compiti del Collegio dei docenti provvedere alla stesura dellaprogrammazione dell’azione educativa definendo le linee di fondo dell’intervento educativo complessivo della scuola, elaborando progetti che tengano conto delle finalità educative, delle variabili di contesto, delle caratteristiche
Programmazione educativa Programmazione didattica
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Programmazione educativa
Si configura come la carta pedagogica della scuola. Costituisce il quadro di riferimento per l’elaborazione di un piano d’intervento a lungo, medio termine in sintonia con le linee programmatiche nazionali calibrate sul contesto scolastico. Si struttura tenendo conto delle caratteristiche degli studenti, delle famiglie e del contesto socio-culturale.
Definisce le competenze che si intendono perseguire e le mete educative da raggiungere, individuando i criteri metodologici di intervento ed adottando modelli organizzativi coerenti con le intenzionalità pedagogiche esplicite e con le risorse di cui dispone la scuola.
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La programmazione didattica
Si configura come una pianificazione dinamica, flessibile ed a breve termine che favorisce il fare, la scoperta, la conoscenza, lo scambio sociale, nel rispetto dei diversi stili cognitivi individuali e delle esperienze pregresse familiari e sociali degli allievi. E’ oggetto di verifica periodica da parte del collegio.
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Nella programmazioneil docente deve
concretizzare contestualizzare
Trasformare in unpercorso coerentei principi del detta-to programmatico,trasformando i cri-
teri espressi indidattica e attività
educativa
Rendere un sistema simbolico, di per sé
astratto in azionirealizzabili in un realecontesto di vita per facilitare l’apprendi-
mento
La programmazione significa progettare esperienze, capaci di guidare gli alunni ad acquisire e padroneggiare i sistemi simbolici
ed itinerari per far sì che l’esperienza consenta lo sviluppo di competenze, di abilità e di competenze
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I PRESUPPOSTI DELLA PROGRAMMAZIONE
SI COSTRUISCE A PARTIRE DA UNA SITUAZIONE DATA SPECIFICA E NON GENERICA ( ASPETTATIVE DEGLI ALUNNI E FAMIGLE, STILI DI APPRENDIMENTO,RITMI DI APPRENDIMENTO ECC…
E’ L’INSIEME RAGIONATO DEI METODI E DELLE TECNICHE DELLA PRASSI SCOLASTICA, VOLTO A DARE INTENZIONALITA’ A CIO’ CHE SI FA, EVITANDO L’IMPROVVISAZIONE E FAVORENDO IL RAPPORTO DIALETTICO TRA LE RAGIONI DEGLI OGGETTI DELL’EDUCAZIONE E LE RAGIONI DEI SOGGETTI DA EDUCARE.
DEVE ESSERE FLESSIBILE DEVE ESSERE COMUNICABILE E COMUNICATA ALLE FAMIGLIE PERCHE’ SIANO
CONSAPEVOLI DELLE SCELTE DELLA SCUOLA SI FONDA SULL’ASSUNZIONE DI UN PUNTO DI VISTA COLLEGIALE E SI
AVVALE DELLE SPECIFICHE COMPETENZE CULTURALI E PROFESSIONALI DI TUTTE LE RISORSE DI CUI DISPONE LA SCUOLA
DEVE CONTENERE GLI OBIETTIVI CHE SI INTENDE PERSEGUIRE IN MODO DA POTERLI VERIFICARE IN ITINERE. I MOMENTI DI VERIFICA DEVONO ESSERE INTESI COME STRUMENTO DI LAVORO, COME MODO DI ORGANIZZARE, PER PENSARE E PER RIFLETTERE SULL’EFFICACIA DELLE PROPRIE PROPOSTE.
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La programmazione è una strategia per la qualità della formazione
Le categorie metodologicheDella programmazione
intenzionalità contestualizzazione
metodicità flessibilità
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GLI OBIETTIVI: UNA CLASSIFICAZIONE
goals Tutti i tipi di mete dell’educazione ed includono aims e objectives
Aims Con questo termine si definiscono gli scopi più astratti e generali di tipo valoriale. La loro definizione si basa su caratteri di tipo filosofico. Sono identificabili con le finalità
Objectives Indicano scopi specifici e descrittivi. Per determinare quelli più generali si ricorre alle tassonomie; per identificare quelli più specifici si devono individuare definizioni circostanziate ed operative. Sono identificabili con gli obiettivi generali e specifici.
Gli obiettivi pedagogici possono essere suddivisi in:•finalità•obiettivi generali•obiettivi specifici•obiettivi operativi
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Segue……
Finalità Sono le direttive generali desunte dai concetti di persona, società, cultura, educazione, scuola, insegnamento. Esprimono le scelte educative di fondo e definiscono i comportamenti generali attesi in merito all’uomo e al cittadino.
Obiettivigenerali
Sono comuni a tutte le aree del sapere e a tutte le materie/discipline ed hanno una grande capacità di transfer. Esprimono i grandi orientamenti nell’ambito di una disciplina.
Obiettivi specifici
Definiscono i traguardi di una sequenza didattica o di un punto specifico del programma. Connotano la realizzazione dell’azione educativa/formativa.
Obiettivi operativi
Tracciano le piste di lavoro quotidiano. Indicano espressamente l’azione da compiere, ciò le operazioni. Sono obiettivi specifici nei termini delle attività pedagogiche che definiscono la sequenza dell’apprendimento.
descrittori Prestazioni dell’alunno che costituiscono i comportamenti manifesti e che fanno conoscere all’osservatore il punto/livello a cui l’alunno è giunto.
Comporta-menti
Sono una serie di operazioni circoscritte, osservabili, descrivibili e controllabili nei risultati che compongono un’azione del tipo “ fare questo “ ( performance ).Un obiettivo tradotto nelle sue operazioni significa la “ cosa da fare o la serie di cose da fare “
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Segue obiettivi………
Infine gli obiettivi possono essere classificati in finali e intermedi in relazione ai diversi momenti dell’apprendimento.
Obiettivi intermedi
Identificano le tappe previste per il raggiungimento della meta finale
Obiettivi finali
Sono gli scopi del processo educativo; scopi generali che devono essere verificati nei risultati finali. Essi diventano visibili e verificabili in quanto definiti dagli obiettivi intermedi, che articolano dunque gli obiettivi finali.
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Segue gli obiettivi. GLI OBIETTIVI COGNITIVI
Obiettivi cognitivi : Mappa delle conoscenze, delle capacità di comprensione/applicazione, delle competenze di comparazione/ricostruzione dei saperi e di trasfigurazione/reinvenzione degli stessi in chiave creativa.
Obiettivi cognitivi generali
Esprimono la maturazione delle facoltà intellettuali ( pensiero concreto ed astratto,intuitivo e deduttivo, analitico e sintetico,logico e critico, ecc..) e
I livelli di padronanza delle strutture concettuali delle discipline, misurabili come sommatoria e combinazione di obiettivi specifici, ricorrendo a prove di valutazione aperta.
Obiettivicognitivispecifici
Esprimono la competenza raggiunta nelle conoscenze e negli automatismi di base di una disciplina, nella comprensione e applicazione delle conoscenze raccolte, nella decodifica/comparazione/ricostruzione dei saperi, nella capacità di riflettere, pensare, creare conoscenze nuove misurabili singolarmente ricorrendo a prove di valutazione chiuse, integrate da prove aperte.
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CHE COS’E’ UNA DISCIPLINA
una disciplina è un sistema
organizzato di conoscenze
OGNI DISCIPLINA HA DUE DIMENSIONI
Dimensione semantica Dimensione sintattica
Definita da una descrizione i cui elementi costitutivi sono i concetti
Costituita, a partire dalla descrizione, cioè dai concetti, da una struttura definita attraverso i legami tra elementi costitutivi
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Segue…….
I concetti sono i mediatori elementari di cui l’alunno si serve per
conseguire, conservare, trasformare le informazioni.
La struttura è costituita:
1. dalle parti che la identificano e la connotano ( definizioni )
2. dalle relazioni che i concetti disciplinari hanno con le altre discipline ( interconnessioni )
LA STRUTTURA E’ DETERMINATA DAI CONCETTI E DAI VARI MODI IN CUI QUESTI SONO IN RELAZIONE TRA DI LORO.
Il curricolo si costruisce sulle varie discipline e sulle attività educative, analizzandole e collocandole in una disposizione che ha uno sviluppo sia orizzontale, sia verticale.
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LE DISCIPLINE
Non sono contenitori, depositi e repertori di classificazioni delle conoscenze o dati di fatto oggettivi istituzionalizzati nei loro contenuti:
Ma sono strutture metodologiche e forme diversificate di pensiero, linguaggi specifici e chiavi di lettura della realtà e delle esperienze.
ESSE SONO CARATTERIZZATE Da strutture ( concetti che la organizzano ) Da procedure e metodi ( procedimenti e regole ) Linguaggi specifici ( conoscenze )
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DISCIPLINA, MATERIA, DISCIPLINA DI STUDIOdifferenziazioni
Disciplina: complesso specifico di conoscenze aventi caratteristiche proprie sul piano dei concetti, dei meccanismi e dei metodi. Nel linguaggio scolastico tale termine viene spesso utilizzato come sinonimo di materia.
Materia: si riferisce ai contenuti disciplinari ( al prodotto finale ). Il termine materia in particolar modo si riferisce ai contenuti che vengono trasmessi nell’insegnamento sulla base delle indicazioni presenti nei programmi.
Disciplina di studio: non coincide perfettamente con quello di scienza. La disciplina di studio rappresenta la scienza calata nella scuola ed adattata alle esigenze cognitive ed affettive dello studente che apprende. I termini scienze e disciplina di studio fanno riferimento contestuale ai processi seguiti per apprendere a ai contenuti acquisiti.
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La multidisciplinarità: è la presenza simultanea di più discipline di cui però non vengono esplicitate le reciproche relazioni. La multidiscipirarità è la condizione che si realizza quando tra le discipline curricolari non si stabilisce nessuna forma di comunicazione.
definizione caratteristiche
La multidisciplirarità È lo studio, l’analisi e interpretazione di un oggetto di studio da più punti di vista disciplinari. Ogni disciplina è autonoma ed indipendente ed utilizza strutture e metodologie sue proprie.
L’accostamento di discipline diverse è solo funzionale alla realizzazione di un compito riguardante un oggetto comune ( argomento ). Il confronto tra docenti avviene soltanto per stabilire una pianificazione di massima circa gli interventi didattici. Le discipline tendono a non influenzarsi. Nella scuola le azioni didattiche si esprimono prevalentemente in chiave multidisciplinare. Non esiste confronto tra docenti .45
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La pluridisciplinarità: è la giustapposizione di discipline diverse, poste le une accanto alle altre per evidenziare le relazioni esistenti tra di esse. Esiste tra le discipline cooperazione ma non coordinazione. Lo studio di un argomento dal punto di vista delle diverse discipline è un esempio di pluridisciplinarità.
definizione caratteristiche
La
pluridisciplinarità
Consiste nel concorso di più discipline alla realizzazione di un compito o allo sviluppo di un progetto. E’ la messa in comune di strumenti, ma con il mantenimento della propria specificità metodologica ed epistemologica.
La visione plurisciplinare supera la separazione tra le discipline, creando un rapporto sul piano operativo nel perseguire obiettivi in comune. Più discipline cooperano alla realizzazione di un progetto, conservando ciascuna la propria identità, ma favorendo un’organizzazione della didattica con una più decisa valenza formativa.
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L’interdisciplinarità: è l’interazione esistente tra due o più discipline. Tale interazione può consistre in una semplice comunicazione di idee, o maggiormente nella individuazione di relazioni tra strutture disciplinari, nella reciproca integrazione dei concetti fondamentali, nell’organizzazione comune della ricerca e dei metodi didattici.
definizione caratteristiche
l’interdisciplinarità Consiste nell’interazione di due o più discipline per la soluzione di un problema. Con l’interdisciplinarità si ha integrazione dell’assetto sintattico ( strumentazioni, metodologie e modi d’indagare ) di ciascuna disciplina con le altre, ma non nell’assetto concettuale.
L’approccio interdisciplinare si ha quando, per risolvere un problema condiviso, due o più docenti interagiscono.
Una didattica interdisciplinare
non può che essere una didattica per problemi e tendere ad apprendimenti per scoperta.
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La trandisciplinarità: Mauro Lang definisce la transdisciplinarità come “ l’interdisciplinarità in senso forte “ in quanto a questo livello si verifica “ l’effettivo superamento di una barriera epistemologica con la scoperta di un nuovo orizzonte unificante “
definizione caratteristiche
La trandisciplinarità
E’ il processo di integrazione superiore attraverso il quale si integrano i principi che sono alla base della struttura epistemologica di due o più discipline. Si arriva alla costruzione di una nuova disciplina
L’approccio trandisciplinare opera per costruire nuove strutture epistemologiche, gioca sulle frontire delle discipline, predilige il pensiero divergente.
Nella scuola può essere finalizzata alla costruzione di nuovi paradigmi di conoscenza e di interpretazione della realtà.
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Modelli di programmazione a confronto
Programmazione
per obiettivi
Programmazione
per concetti
Programmazione
per problemi
modello comportamentista cognitivista costrutivista
teorici Skinner. Pavlov, Watson Piaget, Bruner, Gardner Dewey, Vigotzsky, Brown
concezione dell’apprendimento
stimolo-rispostaaddestramentoprocesso per piccoli passiistruzione programmata
Relazione tra le strutture psicologiche dell’allievo e le strutture epistemiche della disciplina.
Processo condiviso e contestualizzatoCooperastive learningProcesso euristico
coinvolgimento
dell’allievo
Passività del soggetto Valorizzazione della motivazione e rispetto della pluralità degli stili cognitivi e delle intelligenze multiple.
Protagonista e attore dell’apprendimento
Valorizzazione dell’autoapprendimento
strategie rinforzo immediato in caso di performance positiva.Iidea negativa dell’errore
Le discipline sono organizzate in base alla plasticità della mente. La realtà viene letta attraverso mappe mentali
Centralità dell’esperienza e dell’indagine sui problemi.
La conoscenza è processo di negoziazione e costruzione di significati. Rifiuto del dogmatismo
Iter procedurale Analisi della situazione di partenzaIdentificazione dei bisogni formativiDefinizione degli obiettiviDefinizione dei pre-requisitiDefinizione dei mezzi e dei tempiAttività di verifica
Elaborazione di mappe concettualiPredisposizione di una conversazione clinicaElaborazione di una rete concettuale intesa come percorso ordinato delle operazioni da seguire per presentare e far apprendere i concetti.
Individuazione del problemaAnalisi della situazione-problemaIndividuazione della criticitàIdentificazione dei saperi informali legati ad esperienze pregresseApplicazione delle soluzioniValutazione dell’efficacia
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In sintesi programmare significa progettare, pianificare. I momenti attraverso i quali effettuare una programmazione didattica ed educativa sono scanditi in fasi:
Individuazione delle esigenze del contesto socio-culturale e delle situazioni di partenza degli alunni
Definizione degli obiettivi finali, intermedi, immediati che riguardano l’area cognitiva, l’area non cognitiva e le loro interazioni
Organizzazione delle attività e dei contenuti in relazione agli obiettivi stabiliti
Individuazione dei metodi, dei materiali, sussidi adeguati Sistematica osservazione dei processi di apprendimento Processo valutativo essenzialmente finalizzato sia agli adeguati
interventi culturali ed educativi, sia alla costante verifica dell’azione didattica programmata
Continue verifiche del processo didattico, che informino sui risultati raggiunti e servano da guida per i successivi interventi.