1 la terapia endovenosa corso integrato di metodologia clinica e terapeutica metodologia...
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LA TERAPIA ENDOVENOSA
• CORSO INTEGRATO DI METODOLOGIA CLINICA E TERAPEUTICA
• Metodologia infermieristica clinica
CANALE C
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LA TERAPIA ENDOVENOSA
• Nella terapia endovenosa le soluzioni e i farmaci vengono iniettati in una vena e introdotti , così, direttamente nel circolo ematico.
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INDICAZIONI
Rapido effetto terapeutico
Farmaci che non possono essere assorbiti a livello gastroenterico
Il paziente non può assumere nulla per bocca
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INDICAZIONI
Farmaco irritante se somministrato per via intramuscolare o sottocutanea
È necessaria una somministrazione controllata
Il paziente è incosciente e non collaborante
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OBIETTIVI
Ripristinare e mantenere il bilancio dei liquidi e degli elettroliti
Somministrare farmaci Fornire nutrienti Trasfondere sangue ed
emoderivati
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VANTAGGI
Fornire farmaci,liquidi,supplementi nutritivi quando il paziente non può assumerli per via orale
Il dosaggio del farmaco è preciso
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SVANTAGGI
Riduce i movimenti del paziente ,la deambulazione , gli spostamenti ect...
Più costosa della terapia iniettiva e orale
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RISCHI
Emorragia Infiltrazione Infezioni Sovradosaggio Incompatibilità tra farmaci e
soluzioni Allergie
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RIPRISTINO E
MANTENIMENTO DEL
BILANCIO DEI LIQUIDI E
DEGLI ELETTROLITI
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DISTRIBUZIONE DEI LIQUIDI CORPOREI
• Liquido intracellulare è all’interno delle cellule rappresenta circa il 55%dei fluidi corporei totali.
• Liquido extracellulare è rappresentato dal liquido interstiziale circa 15 l ( 20% del peso corporeo) e liquido intravascolare (plasma) circa 3,5 l (5% del peso corporeo).
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FUNZIONE DEI LIQUIDI CORPOREI
• Regolare la temperatura corporea;• Trasportare attraverso l’organismo
sostanze nutritive e gas• Trasportare le scorie metaboliche
agli organi deputati all’eliminazione
• Mantenere la forma delle cellule
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I LIQUIDI SI MUOVONO PER
OSMOSI
FILTRAZIONE CAPILLARE E RIASSORBIMENTO
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I SOLUTI SI MUOVONO PER
DIFFUSIONE
TRASPORTO ATTIVO
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CARATTERISTICHE DEGLI ELETTROLITI
• SODIO (Na+)• Il principale
catione del liquido extracellulare.
• Livelli sierici normali: 135 – 145 mEq/l
• Mantiene un’appropriata osmolarità nell’ECF
• Influisce sulla concentrazione , escrezione e assorbimento di potassio e cloro
• Aiuta a regolare l’equilibrio acido-base
• Permette la trasmissione degli impulsi attraverso le fibre nervose e muscolari.
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Caratteristiche degli elettroliti
• POTASSIO (K+)• Il principale
catione del liquido intracellulare
• Livelli sierici normali: 3,5 – 5,0 mEq/l
• Mantiene la neutralità elettrica cellulare
• Mantiene l’osmolarità cellulare
• Permette la conduzione degli impulsi nervosi
• Agisce direttamente sulla contrattilità del muscolo cardiaco
• Esercita un ruolo primario nell’equilibrio acido-base
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CARATTERISTICHE DEGLI ELETTROLITI
• CALCIO (Ca++)• Il principale
catione bivalente presente nei denti e nelle ossa
• Livelli serici normali: 8,9 – 10,1 mg/dl
• Aumenta la robustezza e la durata dell’osso (insieme al fosforo)
• Aiuta a mantenere la struttura, funzione e permeabilità delle membrane cellulari
• Agisce sull’attivazione, eccitazione e contrazione delle cellule muscolari cardiache e scheletriche
• Partecipa alla liberazione di neurotrasmettitori a livello delle sinapsi
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CARATTERISTICHE DEGLI ELETTROLITI
• Favorisce l’attivazione di specifici passaggi della coagulazione del sangue.
• Attiva il complemento durante l’attivazione del sistema immunitario.
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Caratteristiche degli elettroliti
• CLORO (Cl )• Il principale
anione nel liquido extracellulare
• Livelli serici normali: 96 – 106 mEq/l
• Mantiene l’osmolarità plasmatica (insieme al sodio)
• Interagisce con i principali cationi a formare importanti composti quali cloruro di sodio (Nacl), acido cloridrico (Hcl), cloruro di potassio (Kcl), e cloruro di calcio (Cacl2)
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Caratteristiche degli elettroliti
• Fosforo (P)• Il principale
anione nel liquido intracellulare
• Livelli serici normali: 2,5 – 4,5 mg/dl
• Aiuta a mantenere denti e ossa
• Aiuta a mantenere l’integrità cellulare
• Gioca un ruolo principale nell’equilibrio acido – base (come tampone urinario)
• Favorisce il trasferimento di energia alle cellule
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Caratteristiche degli elettroliti
• MAGNESIO (Mg++)• Il principale catione
bivalente nel liquido intracellulare
• Livelli serici normali: 1,5 – 2,5mEq/l ( di cui il 33% legato a proteine e il rimanente libero)
• Attiva gli enzimi intracellulari; attivo nel metabolismo di carboidrati e proteine
• Agisce sulla giunzione mioneuronale
• Determina vasodilatazione periferica
• Facilita lo spostamento di Na+ e K+ attraverso le membrane cellulari
• Influenza i livelli di Ca++
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SEGNI E SINTOMI DEGLI SQUILIBRI
• IPOKALIEMIA: (k < 3.5 mEq/l). • Effetti neuromuscolari :Ridotta funzione gastrointestinale →nausea , vomito ,ileo paralitico
Ridotta funzione del muscolo scheletrico →debolezza muscolare
Ridotta funzione del muscolo cardiaco → polso rapido,debole e irregolare, ipotensione, aritmie, arresto cardiaco
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SEGNI E SINTOMI DEGLI SQUILIBRI
• IPERKALIEMIA ( > 5mEq/l). Effetti: deficit neuromuscolare (astenia, parestesie,paralisi muscolare), diarrea, oliguria , cardiotossicità: soprattutto per K > 6.5 mEq/l , fibrillazione e arresto ventricolare.
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SEGNI E SINTOMI DEGLI SQUILIBRI
• IPONATRIEMIA: (< 135 mEq/l). Debolezza muscolare, ridotto turgore cutaneo, cefalea, tremore, contrazioni, confusione, nausea, letargia, coma, convulsioni.
• IPERNATRIEMIA: (> 144 mEq/l). Sete, febbre, cute arrossata, oliguria, mucose secche e appiccicate, tachicardia.
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SEGNI E SINTOMI DEGLI SQUILIBRI
• IPOCALCEMIA: tremori e crampi muscolari, tetania, scosse tonico-cloniche, parestesie, emorragie, aritmie, ipotensione.
• IPERCALCEMIA: letargia, cefalea, flaccidità muscolare, nausea, vomito, anoressia, stipsi, polidipsia, ipertensione, poliuria, bradicardia.
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SEGNI E SINTOMI DEGLI SQUILIBRI
• IPOCLOREMIA: • aumentata eccitabilità
muscolare(tremori,crampi), tetania, respirazione lenta.
• IPERCLOREMIA: stupore, respiro rapido e profondo, debolezza muscolare.
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SEGNI E SINTOMI DEGLI SQUILIBRI
• IPOFOSFATEMIA: (< 2.5 mg/dl). Sintomi: astenia, emolisi, anemia, disturbi neuromuscolari, osteomalacia, parestesia, letargia disturbi del linguaggio (balbuzie).
• IPERFOSFATEMIA: (>5 mg/dl). Insufficienza renale, dalla modesta neuroeccitabilità alla tetania e contrazioni, aritmie e tremiti muscolari durante improvvisi aumenti della fosfatemia.
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SEGNI E SINTOMI DEGLI SQUILIBRI
• IPOMAGNESEMIA: (< 1.3 mEq/l).Vertigini, confusione, scosse, tremori, crampi a gambe e piedi, facile irritabilità, aritmie, alterazioni vasomotorie, anoressia, nausea.
• IPERMAGNESEMIA: (> 2.2 mEq/l). Sonnolenza, letargia, coma, aritmie, ipotensione, modificazioni neuromuscolari, sintomi gastrointestinali (nausea), polso lento e debole.
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EFFETTI DELLA SOMMINISTRAZIONE
ENDOVENOSA
• Gli effetti della somministrazione e.v. di una soluzione sul comportamento dei liquidi corporei dipendono dall’osmolarità della soluzione rispetto all’osmolarità plasmatica del paziente.
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OSMOLARITÀ
• L’osmolarità è la concentrazione di una soluzione e si esprime in milliosmoli di soluti per litro di soluzione (mOsm/l). Solitamente il plasma ha la stessa osmolarità degli altri liquidi corporei, vale a dire circa 275-300 mOsm/l.
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OSMOLARITÀ PLASMATICA
osmolarità plasmatica = eccesso di liquidi
osmolarità plasmatica =
presenza di emoconcentrazione e disidratazione
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QUALI ANALISI
EMATOCHIMICHE
RICHIEDERE PER VALUTARE
L’OSMOLARITÀ
PLASMATICA?????
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VALUTAZIONE OSMOLARITÀ PLASMATICA
• ESAME EMOCROMOCITOMETRICO
• DETERMINAZIONE DEI LIVELLI SIERICI DEGLI ELETTROLITI
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INDICATORI DI ECCESSO DI LIQUIDI
• Aumento della pressione arteriosa• Distensione vene giugulari• Dispnea• Aumento della fr• Crepitii o ronchi all’auscultazione• Edemi periferici• Edemi sacrali nei pazienti allettati• Edemi diffusi• Palpebre gonfie/guance piene/edema periorbitale• Aumento del peso• Riduzione dell’ematocrito/dei livelli sierici degli
elettroliti/dell’azotemia/dell’osmolarità plasmatica
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INDICATORI DI PERDITA DI LIQUIDI
• Aumento della frequenza cardiaca• Riduzione della pressione• Ridotta lacrimazione /elasticità cutanea• Occhi e congiuntive disidratate• Ridotta sudorazione/salivazione• Sete• Labbra e cavo orale secco e screpolato• Solchi sulla lingua• Difficoltà nell’eloquio/Alterata lucidità mentale• Oliguria• Riduzione del peso• Aumento ematocrito/dei livelli sierici degli elettroliti• Aumento azotemia/osmolarità plasmatica
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TIPI DI SOLUZIONI
• SOLUZIONI CRISTALLOIDI (liquidi chiari):Liquidi isotoniciLiquidi ipotoniciLiquidi ipertonici• SOLUZIONI COLLOIDALI (liquidi che
contengono proteine o molecole di amido):
Prodotti del sangueNutrizione parenterale
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SOLUZIONI ISOTONICHE
• Stessa osmolarità del plasma e degli altri liquidi corporei.
• Non modificano l’osmolarità plasmatica • Espandono il compartimento
intravascolare, senza richiamare liquidi da altri compartimenti.
• Rappresentano un ottimo mezzo di idratazione (ad es. l’ipotensione da ipovolemia).
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SOLUZIONI IPERTONICHE
• Hanno un’osmolarità maggiore di quella plasmatica.
• Provocano un richiamo di liquidi dai compartimenti interstiziale e intracellulare verso il circolo sanguigno.
• Infuse spesso nel postoperatorio per
ridurre il rischio di edema ,stabilizzare la pressione del sangue e regolare la diuresi
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38
SOLUZIONI IPOTONICHE
• Hanno una osmolarità minore rispetto al plasma
• Provocano una riduzione della concentrazione plasmatica di soluti il liquido lascia il circolo sanguigno e penetra nelle cellule e nello spazio interstiziale, dove la concentrazione di soluti è maggiore.
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COSA FARE CON UN FLACONE DI SOLUZIONE IN
MANO ?
PRIMA DI INFONDERE
LEGGERE ATTENTAMENTE I DATI RIPORTATI SUL FLACONE
DELLA SOLUZIONE
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40
DATI
• Composizione• Forma farmaceutica• Categoria terapeutica• Osmolarità • pH• Uso• Modalità di conservazione
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41
FISIOLOGICA 0,9 %
• Composizione : sodio cloruro 9 gr in 1000 ml di acqua p.p.i.
• Forma farmaceutica :soluzione perfusionale
sterile ,apirogena,isotonica con il sangue• Categoria terapeutica :reidratante ,
reintegratore elettrolitico• Osmolarità :308 mOsm/l - pH : 3,5-6,5• Uso : Ipodermo-fleboclisi• Modalità di conservazione : conservare ad una
temperatura non superiore a 30°
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GLUCOSIO 5 %
• Composizione : glucosio monoidrato 55 gr in 1000 ml di acqua p.p.i.
• Forma farmaceutica :soluzione perfusionale sterile ,apirogena,isotonica
con il sangue• Categoria terapeutica :reidratante• Osmolarità :277,5 mOsm/l• Ph : 3,5-6,5• Uso : Ipodermo-fleboclisi• Modalità di conservazione : conservare ad una
temperatura non superiore a 30°
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43
RINGER LATTATO
Composizione : acido lattico 2,60gr, sodio idrossido 1,17gr, sodio cloruro 6,0gr, K cloruro 0,4gr, calcio cloruro 0,27gr in 1000 ml di acqua p.p.i.
Forma farmaceutica :……, isotonica con il sangue
Categoria terapeutica reidratante,reintegratore elettrolitico,alcalinizzante
Osmolarità :280 mOsm/l
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44
ELETTROLITICA REIDRATANTE III
Composizione : sodio cloruro gr 5, potassio cloruro gr 0,75 ,calcio cloruro gr 0,35, magnesio cloruro esaidrato 0,31 gr,sodio acetato 6,40 ,sodio citrato 0,75 gr in 1000 ml di acqua p.p.i.
Forma farmaceutica :…….,isotonica con il sangue
Categoria terapeutica:reidratante,reintegratore elettrolitico,alcalinizzante
Osmolarità :307 mOsm/l
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45
LIPOFUNDIN S 10%
Composizione :olio di soia 100 gr (principio attivo) – lecitina di uovo, glicerolo (eccipienti)
Valore energetico :1072 Kcal/lOsmolarità :290-320 mOsm/lForma farmaceutica : emulsione per
infusione endovenosa ,isotonica con il sangue
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46
SODIO BICARBONATO 1,4 %
• Composizione : sodio bicarbonato 14,0 gr, sodio edetato (stabilizzante) 0,05 gr in 1000 ml di acqua p.p.i.
• Forma farmaceutica :soluzione perfusionale sterile ,apirogena,
isotonica con il sangue• Categoria terapeutica :reidratante,
alcalinizzante• Osmolarità :334 mOsm/l - pH : 7,0-8,5Modalità di conservazione : conservare ad una
temperatura non superiore a 30°
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47
GLUCOSIO 10 %
• Composizione : glucosio monoidrato 110 gr in 1000 ml di acqua p.p.i.
• Forma farmaceutica :soluzione perfusionale
sterile ,apirogena,ipertonica con il sangue• Categoria terapeutica :reidratante• Osmolarità :555 mOsm/l• Ph : 3,5-6,5• Uso : Fleboclisi• Modalità di conservazione : conservare ad una
temperatura non superiore a 30°
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48
SOLUZIONI ENDOVENOSE
• ISOTONICA • Ringer lattato (280 mOsm/l)
• Ringer (275 mOsm/l)• Fisiologica 0,9% (308
mOsm/l)• Glucosio 5% (277,5
mOsm/l)• Albumina 5% (308 mOsm/l)• Elettrolitica reidratante III
(307 mOsm/l)• Sodio bicarbonato
1,4%(334 mOsm/l)• Lipofundin S 10%(290-320
mOsm/l)
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49
SOLUZIONI ENDOVENOSE
• IPOTONICA • Fisiologica 0,45% (154 mOsm/l)
• Cloruro di sodio 0,33% (103 mOsm/l)
• Glucosio 2,5% in acqua (126 mOsm/l)
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50
SOLUZIONI ENDOVENOSE
IPERTONICA • Glucosio 10% (555 mOsm/l)
• Glucosio 20% (1110 mOsm/l)
• Glucosio 33% (1831,5 mOsm/l)
• Mannitolo 18% (988 mOsm/l)
• Albumina 25% (1500 mOsm/l)
• Sol.di L-aa selettivi essenziali e non essenziali all’8%
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51
SOLUZIONI COLLOIDALI
• PRODOTTI DEL SANGUE: Il sangue intero o specifiche
componenti del sangue quali globuli rossi, globuli bianchi, piastrine, plasma, albumina e crioprecipitati
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52
SOLUZIONI COLLOIDALI
• SOLUZIONI PER NUTRIZIONE PARENTERALE
Contengono elementi nutrizionali suppletivi che vengono infusi per via endovenosa, di solito attraverso una vena centrale.
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53
LA PRESCRIZIONE
Deve specificare :Data di inizio della terapiaFirma del medico che prescriveTipo e quantità della soluzione Sostanze aggiunte e loro
concentrazione Velocità/volume/durata dell’infusione
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54
LA DOCUMENTAZIONE
La documentazione della terapia deve specificare :
• Condizioni sito di incannulamento e zona circostante
• Medicazioni eseguite• Informazioni fornite al paziente• Modifica e sospensione della terapia• Reazioni del paziente,complicanze ed
interventi infermieristici
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55
INFORMAZIONI AL PAZIENTE
• Fornite in modo chiaro,comprensibile • Devono descrivere:- procedure di posizionamento- tipologia delle soluzioni da infondere- durata ed eventuali variazioni della terapia• Avvisare che :- il dolore è transitorio e riguarda solo
l’inserimento dell’ago- può avvertire una sensazione transitoria di
freddo ma solo all’inizio del trattamento
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56
VIE DI SOMMINISTRAZIONE
ENDOVENOSA• Le vie di somministrazione
endovenosa sono generalmente due:
• 1. Attraverso una vena periferica• 2. Attraverso una vena centrale
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57
METODO DI SOMMINISTRAZIONE
Vi sono tre metodi per la somministrazione e.v. della terapia:
• 1. L’infusione continua• 2. l’infusione intermittente• 3. L’iniezione diretta.
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58
INFUSIONE CONTINUA-VANTAGGI-
Permette di mantenere costanti i livelli terapeutici dei farmaci somministrati, impiegata anche per la nutrizione parenterale totale.
Ridotti i rischi di infezione poiché si devono toccare meno spesso i deflussori e gli accessi venosi del paziente.
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59
INFUSIONE CONTINUA -SVANTAGGI-
Vengono ostacolate le normali attività quotidiane della persona
E’ necessario un attento monitoraggio della velocità di infusione
Aumentato rischio di flebiti e di irritazioni vascolari
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60
INFUSIONE INTERMITTENTE
I farmaci o le soluzioni vengono somministrati per brevi periodi distanziati nel tempo
Piccoli volumi (da 1 a 250 ml) possono essere somministrati in pochi minuti o in alcune ore, in base al tipo di farmaco.
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61
INIEZIONE DIRETTA
Prevede l’incannulamento di una vena per la somministrazione di una singola dose di farmaco o altre sostanze
Alla fine della somministrazione rimuovere l’ago
È possibile eseguire boli di farmacomantenendo l’accesso venoso pervio attraverso infusioni di soluzione
fisiologica utilizzando cannule tipo Angioset
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62
INIEZIONE DIRETTA
VANTAGGIElimina i rischi di complicazioni legate al posizionamento di un ago a permanenza
SVANTAGGINecessita di una puntura venosa che
provoca uno stato di tensione del paziente
Rischio di infiltrazione con farmaci irritanti
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63
CATETERISMO
VENOSO PERIFERICO
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64
INDICAZIONI AL CATETERISMO VENOSO PERIFERICO
• Uso di farmaci ben tolleranti da vene periferiche a basso flusso ematico
• Uso di soluzioni NON IPERTONICHE• Utilizzo per un tempo breve• Alto rischio al posizionamento di un
catetere venoso centrale• Paziente con valido patrimonio venoso
periferico• Collaborazione del paziente
![Page 65: 1 LA TERAPIA ENDOVENOSA CORSO INTEGRATO DI METODOLOGIA CLINICA E TERAPEUTICA Metodologia infermieristica clinica CANALE C](https://reader035.vdocuments.net/reader035/viewer/2022062300/5542eb5b497959361e8c8d6f/html5/thumbnails/65.jpg)
65
VANTAGGI DEL CATETERISMO PERIFERICO• Assenza dei rischi correlati alla presenza
di un catetere venoso centrale.• Minori rischi di infezione• Riduzione dei costi.• Migliore tollerabilità da parte del
paziente.• Possibilità di posizionamento da parte di
tutti gli infermieri.
![Page 66: 1 LA TERAPIA ENDOVENOSA CORSO INTEGRATO DI METODOLOGIA CLINICA E TERAPEUTICA Metodologia infermieristica clinica CANALE C](https://reader035.vdocuments.net/reader035/viewer/2022062300/5542eb5b497959361e8c8d6f/html5/thumbnails/66.jpg)
66
SVANTAGGI DEL CATETERISMO PERIFERICO
• Accesso venoso instabile e di breve durata.
• Disponibilità limitata di vene.• Impossibilità di somministrazione
di alcuni farmaci e soluzioni.
![Page 67: 1 LA TERAPIA ENDOVENOSA CORSO INTEGRATO DI METODOLOGIA CLINICA E TERAPEUTICA Metodologia infermieristica clinica CANALE C](https://reader035.vdocuments.net/reader035/viewer/2022062300/5542eb5b497959361e8c8d6f/html5/thumbnails/67.jpg)
67
FATTORI DI APPROPRIATEZZA NELLA SCELTA DI UNA CATETERIZZAZIONE
VENOSA PERIFERICA
FATTORI APPROPRIATO NON APPROPRIATO
TIPO DI FARMACO E/O SOLUZIONE
- Liquidi isotonici- Molti farmaci da somministrare
- Farmaci irritanti-Polichemioterapie- Liquidi ipertonici
DURATA - Terapie brevi o intermittenti
- Terapie prolungate
ACCESSIBILITÀ DELLA VENA
- Pazienti con vene facilmente aggredibili
-Pazienti obesi-Condizioni che alterano il circolo periferico-Cause favorenti flebiti
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68
SCELTA DELLA VENA
Preferire vene con le seguenti caratteristiche:
- Vene superficiali, facilmente palpabili e rintracciabili e sufficientemente sviluppate.
- Vene che non presentano sclerosi, ematomi e risultano doloranti.
- Evitare di usare vene di un braccio edematoso.- Scegliere il braccio non dominante.
![Page 69: 1 LA TERAPIA ENDOVENOSA CORSO INTEGRATO DI METODOLOGIA CLINICA E TERAPEUTICA Metodologia infermieristica clinica CANALE C](https://reader035.vdocuments.net/reader035/viewer/2022062300/5542eb5b497959361e8c8d6f/html5/thumbnails/69.jpg)
69
SCELTA DELLA VENA
• Preferire la puntura dell’estremità distale della vena, riservando i punti prossimali per un’ulteriore terapia endovenosa.
• Il posizionamento del catetere lontano da articolazioni mobili come il polso o il gomito.
• Il calibro del catetere dovrebbe essere la misura più piccola.
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70
Raccomandazioni dei CDC riferite alla scelta della
vena• Usare gli arti
superiori piuttosto che quelli inferiori
• Appena possibile riposizionare un catetere da una vena di un arto inferioe ad una di un arto superiore
Livello IA
Livello IA
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71
Raccomandazioni dei CDC riferite alla scelta della
vena• Nei pazienti
pediatrici usare come sito di inserimento del catetere :
- la mano- il dorso del piede- il cuoio capelluto
Livello II
![Page 72: 1 LA TERAPIA ENDOVENOSA CORSO INTEGRATO DI METODOLOGIA CLINICA E TERAPEUTICA Metodologia infermieristica clinica CANALE C](https://reader035.vdocuments.net/reader035/viewer/2022062300/5542eb5b497959361e8c8d6f/html5/thumbnails/72.jpg)
72
QUALI VENE PERIFERICHE AGGREDIRE ?
Le sedi di elezione sono : Cefalica Basilica Mediana dell’avambraccio Cubitale mediana
![Page 73: 1 LA TERAPIA ENDOVENOSA CORSO INTEGRATO DI METODOLOGIA CLINICA E TERAPEUTICA Metodologia infermieristica clinica CANALE C](https://reader035.vdocuments.net/reader035/viewer/2022062300/5542eb5b497959361e8c8d6f/html5/thumbnails/73.jpg)
73
QUALI VENE PERIFERICHE AGGREDIRE ?
Le sedi alternative sono : vene metacarpali del dorso della
manovene metatarsali del dorso del
piedevene della caviglia
![Page 74: 1 LA TERAPIA ENDOVENOSA CORSO INTEGRATO DI METODOLOGIA CLINICA E TERAPEUTICA Metodologia infermieristica clinica CANALE C](https://reader035.vdocuments.net/reader035/viewer/2022062300/5542eb5b497959361e8c8d6f/html5/thumbnails/74.jpg)
74
ACCESSI VENOSI PERIFERICI
• Un catetere venoso è un sottile tubicino di materiale plastico biocompatibile (teflon, poliuretano, silicone)
• Questo dispositivo permette il collegamento tra la superficie cutanea ed un distretto venoso del circolo periferico.
![Page 75: 1 LA TERAPIA ENDOVENOSA CORSO INTEGRATO DI METODOLOGIA CLINICA E TERAPEUTICA Metodologia infermieristica clinica CANALE C](https://reader035.vdocuments.net/reader035/viewer/2022062300/5542eb5b497959361e8c8d6f/html5/thumbnails/75.jpg)
75
MISURE DI UN CATETERE VENOSO
Le misure sono espresse in :• french (Fr)per il diametro esterno• gauge (G) per il diametro interno
del lume • centimetri (cm) per la lunghezza
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76
CARATTERISTICHE TECNICHE
I dispositivi venosi devono garantire:• Stabilità dell’accesso venoso,• Possibilità di un suo uso continuo• Protezione dalle complicanze
infettive e trombotiche• Massima biocompatibilità.
![Page 77: 1 LA TERAPIA ENDOVENOSA CORSO INTEGRATO DI METODOLOGIA CLINICA E TERAPEUTICA Metodologia infermieristica clinica CANALE C](https://reader035.vdocuments.net/reader035/viewer/2022062300/5542eb5b497959361e8c8d6f/html5/thumbnails/77.jpg)
77
PRESIDI PER L’ACCESSO VENOSO
• AGHI A FARFALLA
• CATETERI MANDRINATI DA ENDOVENA TIPO ANGIOSET E AGHICANNULA
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78
AGHI A FARFALLA (Butterfly)
• Sono aghi corti, smussati con piccole alette di plastica.
• Possono essere utilizzati : per terapie a breve termine per punture di piccole vene con i bambini e neonati
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79
MISURE AGHI A FARFALLA
• Gli aghi a farfalla sono disponibili in molteplici dimensioni
• Numeri dispari misure degli aghi a farfalla (19, 21,23)
Man mano che il numero aumenta, il diametro del lume diminuisce
Sono lunghi circa 1,9 cm con foro di diametro medio compreso tra i 16 e i 27 gauge.
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80
CATETERI MANDRINATI
• vengono inseriti mediante un mandrino o introduttore di metallo che fora la pelle ed entra in vena
• dopo l’inserimento si spinge il catetere all’interno della vena e si rimuove il mandrino.
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81
MISURE AGHI CANNULA
• Sono disponibili in molteplici dimensioni
• Numeri pari misure degli aghi cannula(22, 20, 18).
Man mano che il numero aumenta, il diametro del lume diminuisce
La maggior parte dei cateteri misura da 2,54 a 3,2 cm
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82
SCELTA DEI CATETERI
Considerare : lo scopo al quale i
cateteri sono destinati la durata dell’infusione le complicanze
conosciute (flebiti e infiltrazioni)
l’ esperienza di ciascuno degli operatori addetti ai cateteri.
• IB
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83
GESTIONE CATETERE VENOSO PERIFERICO
1. Sostituzione CVP corti ogni 72 – 96 ore per ridurre il rischio di flebite.
2. Rimozione CVP in caso di flebite nel sito di inserimento o catetere malfunzionante.
3. Se i siti di accesso venoso sono limitati e non sono presenti segni oggettivi di flebite, il catetere può essere lasciato per un periodo più lungo
• IB
• IB
• IB
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84
GESTIONE CATETERE VENOSO PERIFERICO
4. Nei pazienti pediatrici, lasciare i CVP in sito fino a quando la terapia endovenosa sia completata, a meno che non si verifichi una complicanza.
5. Rimuovere immediatamente il dispositivo venoso se non è più necessario.
• IB
• IA
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85
SOSTITUZIONE SET DI INFUSIONE(RAMPE- PROLUNGHE- DEFLUSSORI )
• Cambiare i set per infusione ogni 72 ore a meno che non sia sospettata o documentata una infezione associata a catetere.
• Cambiare le linee usate per somministrare sangue, prodotti del sangue, o emulsioni di lipidi al termine dell’infusione.
• IA
• IB
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PROLUNGHE BREVI
Vengono collegate all’estremità della cannula e vanno considerate come parti delle stesse e rimosse quando si sostituisce la cannula
Nel caso in cui vengano infusi lipidi ,sostituirle a fine infusione od ogni 24 ore
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TAPPI DI PROTEZIONE
Sostituirli
ogni volta che
si utilizzano
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ANTISEPSI CUTANEA• Disinfettare la cute
pulita con un antisettico appropriato prima dell’inserimento del catetere e durante i cambi delle medicazioni.
• Preferire una soluzione a base di Clorexidina al 2%.
• IA
• IA
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ANTISEPSI CUTANEA
• Far evaporare l’antisettico prima di inserire il catetere.
Il Povidone iodico deve rimanere sulla cute per almeno due minuti prima dell’inserimento.
• Non utilizzare solventi organici (ad esempio acetone ed etere).
• IB
• IA
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MEDICAZIONE IN POLIURETANO TRASPARENTE
VANTAGGI Ispezione immediata e continua del sito Fissaggio adeguato del catetere Il paziente può fare il bagno Cambi della medicazione meno frequenti
SVANTAGGI Intolleranza alla colla Ambiente più umido in prossimità del sito di
inserzione
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MEDICAZIONE CON GARZA E CEROTTO TRASPIRANTE
VANTAGGI Tollerata dai pazienti che presentano allergia
alla colla Sito di inserzione più asciutto minore
colonizzazione microbica
SVANTAGGI Più soggetta a sporcarsi e bagnarsi No visione immediata del sito di inserzione Frequenti cambi di medicazione
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SCELTA DELLA MEDICAZIONE
1. Sito del catetere coperto con garze sterili o medicazione semipermeabile trasparente sterile.
2. Utilizzare una garza in presenza di sudore abbondante o sangue sul sito.
3. La doccia è permessa se il catetere e il dispositivo di connessione sono coperti con una protezione impermeabile.
• IA
• II
• II
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SOSTITUZIONE DELLA MEDICAZIONE
1. Cambio della medicazione se
sporca staccata umidaCambio della medicazione se è
necessaria una ispezione del sito
2. No segni clinici di infezione cambio della medicazione una volta alla settimana
• IA
• II
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ISPEZIONE DEL SITO DI INGRESSO DEL CATETERE
1. Monitorare i siti del catetere attraverso l’ispezione visiva e la palpazione.
2. Se i pazienti hanno dolore al sito di inserzione e febbre rimuovere la medicazione per permettere un esame del sito.
• IB
• IB
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COMPLICANZE DELLA TERAPIA ENDOVENOSA
FlebiteDolore lungo il decorsoEritemaEdema del punto di inserzioneVelocità di flusso rallentata L’area risulta calda al tattoINTERVENTI : rimuovere la cannula
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COMPLICANZE DELLA TERAPIA ENDOVENOSA
InfiltrazioneEdema del punto di inserzioneImpallidimentoCute fredda intorno al sitoVelocità di flusso rallentata Non c’è reflusso di sangue abbassando il
flacone della soluzione INTERVENTI : rimuovere la cannula
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COMPLICANZE DELLA TERAPIA ENDOVENOSAInfezione nella sede di infusione
EritemaGonfiore nel punto di inserzioneDoloreSecrezioni maleodoranti INTERVENTI : rimuovere la cannulaanalisi batteriologica del catetere
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COMPLICANZE DELLA TERAPIA ENDOVENOSA
Reazione allergicaPruritoEruzione locale o generalizzataDispneaINTERVENTI : sospendere l’infusione
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COMPLICANZE DELLA TERAPIA ENDOVENOSA
EmboloDispnea grave ad esordio improvvisoIpotensionePolso debole e frequentePerdita di coscienza
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VELOCITÀ DI INFUSIONE
È in relazione a:
Tipo di soluzione Viscosità della soluzione Farmaco Altezza dell’infusione Tipo di set utilizzato Accesso venoso aggredito Caratteristiche del paziente
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CALCOLO DELLA VELOCITÀ DI INFUSIONE
La velocità di infusione può essere calcolata in :
ML/ORA
GTT/MINUTO
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VELOCITÀ DI INFUSIONE IN GTT/MINUTO
Il numero di gocce necessarie per fare 1 ml dipende dal tipo di deflussore utilizzato:
I deflussori impiegati sono di due tipi:
Macrogocciolamento (tipo standard)Rilasciano 10-20 gtt/min
MicrogocciolamentoRilasciano 60 gtt/min
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103
FATTORE DI GOCCIOLAMENTO
Sulla confezione di ogni deflussore viene indicato il FATTORE DI GOCCIOLAMENTO espresso in :
20 gtt 1 gr 0,1 gr
oppure
1 ml = 20 gocce(1 goccia = 0,050 ml)
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104
FORMULA PER IL CALCOLO DELLA VELOCITÀ DI INFUSIONE
Volume di infusione (ml)---------------------------- X fattore di gocciolamento (gtt/ml)Tempo di infusione (min)
Si ottiene così la velocità espressa in GTT / MIN
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REGOLAZIONE VELOCITÀ DI INFUSIONE
Velocità di infusione in gtt/minuto Deflussori con regolatori (morsetti) tipo : roller, a scivolamento
Velocità di infusione in ml/ora Pompe infusionali volumetriche Regolatore di flusso di precisione(tipo dosiflow) Non è adatto all’uso con fluidi ad elevata viscosità
(glucosio 20%-33%)Non deve essere utilizzato nella somministrazione di
sangue
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Bibliografia
• Rizzo M., Terapia endovenosa guida teorica e pratica McGraw – Hill 1999; 1- 64.
• Craven R.F., Hirnle C.J., Principi fondamentali dell’assistenza infermieristica 2004; 610 – 635.
• www.gavecelt.org Gli accessi venosi periferici.