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1 14 ESERCIZI DI SCIENZA DELLE FINANZE (CLEA): PARTE SULLE IMPOSTE (P.Silvestri e P.Bosi) CON CORREZIONE ALL’ESERCIZIO 7 ESERCIZIO 1 (Reddito prodotto, entrata e spesa) Un anno fortunato. Il sig. Rossi al 1° gennaio ha sul suo c/c 50.000 € ed ha una casa del valore di 200.000 €. Durante l’anno ha percepito 30.000 € da redditi di lavoro; ho ottenuto un’eredità di 80.000 €. Alla fine dell’anno ha veduto la casa a 230.000 € e il saldo sul suo c/c è di 340.000 €. Definite e calcolate il suo Reddito prodotto, Reddito entrata e Reddito spesa (nell’ipotesi che non ci sia inflazione e che il suo c/c abbia interessi e costi nulli). RISPOSTA RELAZIONE STOCK-FLUSSI: RPt + CGt + AEt = Ct + (Wt-Wt-1) RPt=30.000 CGt=30.000 AEt = 80.000 Wt= 340.000 Wt-1=200.000+50.000=250.000 Il Reddito prodotto è dato dal reddito da lavoro: 30.000 Il Reddito entrata è RPt + CGt + AEt = cioè il reddito da lavoro, più il capital gain sull’abitazione, più l’entrata straordinaria da eredità= 30.000+30.000+80.000=140.000 Il Reddito spesa è quanto ha consumato nell’anno, che posso desumere dalla relazione flussi-stock: RPt + CGt + AEt = Ct + (Wt-Wt-1) 140.000=Ct+(340.000-250.000), ovvero Ct=50.000

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1

14 ESERCIZI DI SCIENZA DELLE FINANZE (CLEA): PARTE SULLE IMPOSTE

(P.Silvestri e P.Bosi)

CON CORREZIONE ALL’ESERCIZIO 7

ESERCIZIO 1

(Reddito prodotto, entrata e spesa)

Un anno fortunato.

Il sig. Rossi al 1° gennaio ha sul suo c/c 50.000 € ed ha una casa del valore di 200.000 €.

Durante l’anno ha percepito 30.000 € da redditi di lavoro; ho ottenuto un’eredità di 80.000 €. Alla fine

dell’anno ha veduto la casa a 230.000 € e il saldo sul suo c/c è di 340.000 €.

Definite e calcolate il suo Reddito prodotto, Reddito entrata e Reddito spesa (nell’ipotesi che non ci sia

inflazione e che il suo c/c abbia interessi e costi nulli).

RISPOSTA

RELAZIONE STOCK-FLUSSI: RPt + CGt + AEt = Ct + (Wt-Wt-1)

RPt=30.000

CGt=30.000

AEt = 80.000

Wt= 340.000

Wt-1=200.000+50.000=250.000

Il Reddito prodotto è dato dal reddito da lavoro: 30.000

Il Reddito entrata è RPt + CGt + AEt = cioè il reddito da lavoro, più il capital gain sull’abitazione, più l’entrata

straordinaria da eredità= 30.000+30.000+80.000=140.000

Il Reddito spesa è quanto ha consumato nell’anno, che posso desumere dalla relazione flussi-stock:

RPt + CGt + AEt = Ct + (Wt-Wt-1)

140.000=Ct+(340.000-250.000), ovvero Ct=50.000

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ESERCIZIO 2

(Progressività e “picchi” d’imponibile)

Utilizzando la struttura a scaglioni sotto riportata, considerate i seguenti tre casi del signor Rossi

che, nel biennio T1+T2, percepisce un reddito complessivo di 50.000 euro.

1) nell’anno T1 percepisce un reddito di 0 e nell’anno T2 un reddito di 50.000

2) nell’anno T1 percepisce un reddito di 25.000 e nell’anno T2 un reddito di 25.000

3) nell’anno T1 percepisce un reddito di 20.000 e nell’anno T2 un reddito di 30.000

Commentate i tre risultati nell’ipotesi che il tasso di sconto sia pari a zero.

Scaglioni (euro) Aliquota

Da 0 a 10.000 10%

Da 10.000 a 20.000 20%

Oltre 20.000 40%

RISPOSTA

Calcolo l’imposta nelle tre ipotesi

1)T1=0 e T2=(10.000*0,1)+(10.000*0,2)+(30.000*0,4)=15.000. Imposta complessiva T1+T2=15.000

2)T1=(10.000*0,1)+(10.000*0,2)+(5.000*0,4)=5.000 Imposta complessiva T1+T2=10.000

3)T1=(10.000*0,1)+(10.000*0,2)=3.000; T2=(10.000*0,1)+(10.000*0,2)+(10.000*0,4)=7.000

Imposta complessiva T1+T2=10.000

Dall’esempio si vede che, a parità di reddito complessivo, una distribuzione uniforme in T1 e T2 determina,

a causa della progressività, un debito d’imposta minore (caso 1 contro caso 2).

Il fatto che il caso 2 e il caso 3 diano lo stesso risultato, anche se il reddito nel caso 3 è distribuito in modo

non uniforme, dipende dal fatto che in entrambi i casi si ha lo stesso ammontare di reddito che finisce nel

terzo e ultimo scaglione (5.000+5.000 nel caso 2 e 10.000 nel caso 3).

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ESERCIZIO 3

(Tassazione famigliare v. individuale)

Alfa e Beta sono sposati.

Alfa ha un reddito imponibile di 55.000 euro, Beta di 25.000 euro.

La scala delle aliquote dell’imposta sul reddito progressiva per scaglioni è la seguente:

Scaglioni (euro) Aliquota

da 0 a 20.000 euro: 10%

da 20.000 a 40.000 euro: 20%

oltre 40.000 euro: 30%

Calcolare l’imposta dovuta da questa famiglia nel caso di tassazione:

2.1 individuale;

2.2 familiare con splitting;

2.3 familiare con quoziente familiare (coefficiente per il secondo membro 0.6).

2.4 Se Beta guadagna 1 euro in più, qual è l’aliquota marginale nel caso di tassazione individuale? E

nel caso di tassazione con il quoziente familiare?

RISPOSTA

2.1) Alfa paga 0,1*20.000 + 0,2*20.000 + 0,3*15.000 = 2.000 + 4.000 + 4.500 = 10.500

Beta paga 0,1*20.000 + 0,2*5.000 =2.000 + 1.000 = 3.000

In totale la famiglia paga 13.500.

2.2) Imposta familiare = 2*T( (RA+RB)/2 ) = 2*T(40.000)

= 2*(0,1*20.000+0,2*20.000) = 2*(2.000+4.000) = 12.000.

2.3) Imposta familiare = 1,6*T ((RA+RB) / 1,6)) = 1,6 * T(50.000)

= 1,6*(0,1*20.000+0,2*20.000+0,3*10.000) = 1,6*(2.000+4.000+3.000)

= 1,6*9.000=14.400.

2.4)

Nel caso di tassazione individuale, l’euro in più guadagnato da Beta ricade nel secondo scaglione, visto che

Beta ha ora reddito 25.001, quindi l’aliquota marginale è 20%.

Nel caso di applicazione del quoziente, la base imponibile familiare è 50.000 + 1/1,6 = 50.000,625. A questi

0,625 euro addizionali si applica l’aliquota del 30%, quindi 0,3*0,625=0,1875. Questa somma va poi

moltiplicata per 1,6, per ottenere così 0,3. L’aliquota marginale è quindi 30%. Più in breve, aliquota marginale

= (1/1,6)*0,3*1,6=0,3 (cioè 30%).

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ESERCIZIO 4

(Fiscal drag)

Il signor Bianchi percepisce, nell’anno t, un reddito imponibile pari a 40.000 euro. Nell’anno t+1 il

tasso d’inflazione è uguale al 2,5%; il reddito del signor Bianchi è perfettamente indicizzato all’inflazione,

ma non subisce alcuna crescita reale, ed è quindi uguale a 41.000 euro. Ipotizzate che la struttura delle

aliquote e degli scaglioni dell’imposta sul reddito sia la seguente (non vi sono né detrazioni, né deduzioni):

Scaglioni (euro) Aliquota

Da 0 a 10.000 10%

Da 10.000 a 20.000 20%

Oltre 20.000 40%

a) mostrate che, nell’anno t+1 si verifica il fenomeno del fiscal drag, e calcolate l’importo della

maggiore imposta pagata dal contribuente a causa del fiscal drag.

b) Mostrate, anche numericamente, in che modo sarebbe possibile annullare l’effetto del fiscal

drag.

RISPOSTA

a) Imposta pagata nell’anno t: 0,1*10.000+0,2*10.000+0,4*20.000=1.000+2.000+8.000=11.000

Aliquota media =11.000/40.000=27,500%

Imposta pagata nell’anno t+1: 0,1*10.000+0,2*10.000+0,4*21.000=1.000+2.000+8.400=11.400

Aliquota media = 11.400/41.000=27,805%

Il contribuente, pur essendo il suo reddito reale rimasto invariato, paga lo 0,305% di imposta in più;

l’ammontare del fiscal drag è quindi 0,00305*41.000=125 euro, corrispondente al maggior onere dovuto

all’inflazione.

L’importo del fiscal drag poteva alternativamente essere calcolato come segue:

i) per lasciare invariato il debito di imposta reale, un’inflazione del 2,5% avrebbe dovuto comportare un

incremento del debito di imposta del 2,5%: 11.000*(1+0,025) = 11.275 euro. Pagando invece 11.400 euro, il

contribuente paga 11.400-11.275= 125 euro in più (=fiscal drag).

ii) per lasciare invariato il debito di imposta reale, l’aliquota media non dovrebbe variare (27,5%), e dunque

il contribuente dovrebbe pagare 0,275*41.000=11.275 euro. Pagando invece 11.400 euro, il contribuente

paga 125 euro in più.

b) Si potrebbe annullare l’effetto del fiscal drag indicizzando all’inflazione i valori degli scaglioni (ne moltiplico

cioè il valore per (1+0,025)). Nell’anno t+1 la nuova struttura degli scaglioni sarebbe allora la seguente:

Scaglioni aliquote

0-10.250 10%

10.250 – 20.500 20%

>20.500 40%

l’imposta dovuta su 41.000 sarebbe:

0,1*10.250 + 0,2*10.250 + 0,4*20.500 = 1.025 + 2.050 + 8.200 = 11.275 euro

Anche l’imposta sarebbe quindi aumentata del 2,5%, in linea con l’inflazione, e l’aliquota media non sarebbe

cambiata rispetto al periodo precedente, come non è cambiato il reddito reale.

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In alternativa, si applica la struttura originaria delle aliquote al reddito deflazionato per il tasso di inflazione

(quindi nell’esempio costante in termini reali), si calcola l’imposta, poi la si moltiplica per il tasso di inflazione:

41.000/1,025 = 40.000

T(40.000)=11.000

11.000*1,025=11.275 euro e non c’è fiscal drag.

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Esercizio 5

(Irpef Rossi)

Nel corso del 2016, il signor Rossi ha percepito un reddito da lavoro dipendente, al lordo delle

ritenute effettuate dal datore, pari a 30.000 euro.

Ha percepito interessi su depositi bancari per 2.500 euro, e ha maturato plusvalenze su azioni per

3.000 euro.

Vive in un’abitazione di sua proprietà, con rendita catastale di 500 euro.

Possiede inoltre un appartamento che ha affittato, con un contratto convenzionale, a 5.000 euro

(l’appartamento ha rendita catastale di 750 euro e non opta per la cedolare secca)

Durante il 2016 ha sostenuto spese mediche per 600 euro e ha pagato 3.000 euro di interessi

passivi sul mutuo relativo alla casa in cui abita.

Ha coniuge e 2 figli a carico, di cui uno di età inferiore ai tre anni.

Calcolate l’Irpef netta del signor Rossi ricordando che sulle spese mediche c’è una franchigia di 129

euro.

Calcolate inoltre l’aliquota media effettiva; l’aliquota marginale; l’aliquota marginale effettiva.

Dati: vedi le diapositive della Lezione08_Irpef 2017(2)

1) Struttura delle aliquote [diapositiva 8]

2) Le detrazioni per fonte del reddito [diapositiva 16]

3) Le detrazioni per coniuge a carico [diapositiva 23]

4) La detrazione per ciascun figlio a carico [diapositiva 25]

RISPOSTA

Il reddito complessivo del signor Rossi è uguale a 30.000 + (0,95*5.000*0,70) + 500= 33.825.

Le plusvalenze azionarie e gli interessi bancari non entrano nell’imponibile Irpef, ma sono assoggettati a

regimi sostitutivi.

Si noti che, nel calcolare il reddito che Rossi ottiene dall’appartamento affittato si fa riferimento al reddito

effettivo (l’affitto) a meno che non risulti inferiore al reddito normale (la rendita catastale).

Il reddito imponibile è uguale al reddito complessivo meno la rendita catastale sull’abitazione principale,

interamente deducibile. E’ quindi 33.825-500=33.325 (che coincide con il “RC al netto della rendita abitazione

principale”, che si usa per il calcolo delle detrazioni).

Imposta lorda

(15.000*0,23) + (28.000-15.000)*0,27 + (33.325-28.000)*0,38

3.450+3.510+2.023,5=8.983,5

Detrazione per reddito da lavoro dipendente:

Visto che il reddito complessivo al netto della rendita prima casa è compreso tra 28001 e 55000, si applica

la formula

Dldip=978 [(55.000- 33.325)/27.000] = 785,12

Detrazione per i figli:

Df2=(950+1.220) (110.000-33.325)/110.000) = 1.512,59

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Detrazione per coniuge a carico:

Dc= 710

Detrazioni per oneri = 0.19*(600 – 129 + 3.000) = 659,49

Irpef netta = 8.983,5 – 785,12 – 1.512,59 – 710 – 659,49 = 5.316,3047

L’aliquota media effettiva è quindi 5.316,3047 /33.825 = 15,95%

L’aliquota marginale legale è uguale al 38%

L’aliquota marginale effettiva, che ci dice quanto varia l’imposta al variare del reddito complessivo del

contribuente, tiene conto anche della variazione delle detrazioni per lavoro dipendente e per figli a carico al

variare del RC.

Può essere calcolata in due modi diversi

1) Ricalcolando l’Irpef netta quando il RC aumenta di 1€ e misurando la variazione dell’imposta netta al

variare della base unitaria di RC. L’Irpef netta con RC= 33.826 è 5.316,7406; la differenza con l’imposta

precedente è (5.316,3047 - 5.316,7406=) 0,4359 ovvero l’aliquota marginale effettiva è del 43,59%.

2) In alternativa, l’aliquota marginale effettiva si può trovare così:

La detrazione da lavoro dipendente è 27000

978

27000

55000978

RC .

Quindi, se RC varia di un ammontare uguale a ΔRC, la variazione della detrazione è uguale a

RCRC 036222,027000

978.

La detrazione per figli è 110000

21702170

RC .

Quindi, se RC varia di un ammontare uguale a ΔRC, la variazione della detrazione è uguale a

RCRC 019727,0110000

2170 .

Se il reddito complessivo aumenta per un ammontare uguale a ΔRC, su questa somma si paga il 38% di

aliquota legale, inoltre si perde il 3,6222% per la riduzione della detrazione di reddito da lavoro, e l’1,9727%

per riduzione detrazione per figli. Sommiamo queste tre percentuali: 38%+3,6222%+1,9727%=43,59%.

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ESERCIZIO 6

(Irpef Bianchi)

Nel corso del 2016, il signor Bianchi ha compiuto 78 anni, non è autosufficiente, ed ha percepito una

pensione, al lordo delle ritenute, pari a 20.000 euro.

Ha percepito interessi su titoli e dividendi su azioni per 250 euro.

Vive in un’abitazione in affitto e paga un canone (non convenzionale) mensile di 450 euro.

Durante il 2016 ha sostenuto spese per l’assistenza personale per 14.000 euro e spese mediche per 750

euro.

Calcolate l’Irpef netta del signor Bianchi ricordando che sulle spese mediche c’è una franchigia di 129 euro

e che per le spese per l’assistenza personale sono previsti i seguenti limiti: spesa massima detraibile di

2.100 euro; RC massimo (al lordo del reddito dei fabbricati assoggettato alla cedolare secca) per beneficiare

della detrazione di 40.000 euro.

Calcolate inoltre l’aliquota media effettiva; l’aliquota marginale; l’aliquota marginale effettiva.

Dati: vedi le diapositive della Lezione08_Irpef 2017(2)

Detrazione canoni locazione [diapositiva 36]

RISPOSTA

Il reddito complessivo del signor Bianchi è uguale a 20.000

Gli interessi e i dividendi non entrano nell’imponibile Irpef, ma sono assoggettati a regimi sostitutivi.

Il reddito imponibile è uguale al reddito complessivo.

Imposta lorda

(15.000*0,23) + (20.000-15.000)*0,27

3.450+1.350=4.800

Detrazione per reddito da pensione:

Visto che il reddito complessivo (al netto della rendita prima casa) è maggiore di 15.000, si applica la formula

Dpens=1.297 [(55.000- 20.000)/40.000] = 1.134,88

Detrazione affitto:

Visto che il reddito complessivo è maggiore di 15.493,71 e minore di 30.987,41 e che l’affitto è a canone

libero

Daff=150

Detrazioni per oneri = 0.19*(750 – 129 + 2.100) = 516,99

Irpef netta = 4.800 – 1134,88 – 150- 516,99 = 2998,135

L’aliquota media effettiva è quindi 2998,135/20.000 = 14,991%

L’aliquota marginale legale è uguale al 27%

L’aliquota marginale effettiva è uguale al 30,24% (27% di aliquota legale, più 3,24% di riduzione della

Dpens 1.297/40.000= 0,0324)

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ESERCIZIO 7

(Irpef Rossi Jr) [CORRETTO: c’era un errore nel calcolo dell’imposta lorda. Le cifre

in rosso sono quelle corrette]

Nel corso del 2018, il signor Rossi Jr. ha percepito un reddito da lavoro dipendente, al lordo delle ritenute

effettuate dal datore, pari a 80.000 euro. Ha percepito 8.000 euro di dividendi da una società di cui

possiede una quota. Vive in un’abitazione di sua proprietà, con rendita catastale di 10.000 euro. Possiede

inoltre un appartamento che ha affittato, con un contratto con canone convenzionale, a 5.000 euro ed ha

optato per la cedolare secca.

Durante il 2018 ha sostenuto spese mediche per 600 euro e ha pagato 3.000 euro di interessi passivi sul

mutuo relativo alla casa in cui abita. Ha 2 figli a carico, di cui uno di età inferiore ai tre anni; il coniuge non è

carico.

Calcolate l’Irpef netta del signor Rossi Jr. ricordando che sulle spese mediche c’è una franchigia di 129 euro.

Calcolate inoltre l’aliquota media effettiva; l’aliquota marginale; l’aliquota marginale effettiva.

Quanto paga di cedolare secca sull’affitto?

Dati: vedi le diapositive della Lezione08_Irpef 2019(2)

1) Struttura delle aliquote [diapositiva 8]

2) Le detrazioni per fonte del reddito [diapositiva 16]

3) Le detrazioni per coniuge a carico [diapositiva 23]

4) La detrazione per ciascun figlio a carico [diapositiva 25]

RISPOSTA

Il reddito complessivo del signor Rossi Jr è uguale a 80.000 + 10.000= 90.000.

Il reddito dell’appartamento dato in affitto non rientra nel RC perché ha optato per la cedolare secca.

I dividendi azionari non entrano nell’imponibile Irpef.

Il reddito imponibile è uguale al reddito complessivo meno la rendita catastale sull’abitazione principale,

interamente deducibile: 80.000. Ricardiamoci che, siccome ha optato per la cedolare secca, il suo reddito

complessivo ai fini del calcolo delle detrazioni (RD) va aumentato del reddito sottoposto a cedolare secca:

RD= 80.000+5.000=85.000.

Imposta lorda

(15.000*0,23) + (28.000-15.000)*0,27 + (55.000-28.000)*0,38 + (75.000-55.000)*0,41+(80.000-

75.000)*0,43= 3.450+3.510+10.260+8.200+2.150=27.570

Detrazione per reddito da lavoro dipendente: Visto che il reddito complessivo al netto della rendita prima

casa supera i 55.000 non ne ha diritto.

Detrazione per i figli:

Df2=(950+1.220) (110.000-85.000)/110.000) = 493,18; ma, siccome la moglie non è a carico, ne ha diritto

per metà: 246,59 €.

Detrazione per coniuge a carico: non è ha diritto perché la moglie non è a carico.

Detrazioni per oneri = 0.19*(600 – 129 + 3.000) = 659,49

Irpef netta = 27.570– 246,59– 659,49 = 26.663,91

L’aliquota media effettiva è quindi 26.663,91/90.000= 29,63%

L’aliquota marginale legale è uguale al 43%

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10

L’aliquota marginale effettiva (che ci dice quanto varia l’imposta al variare del reddito complessivo del

contribuente e tiene conto anche della variazione delle detrazioni per figli a carico al variare del RC) è

43,99% (43% di aliquota legale, più 0,99% di riduzione della Df2 [(950+1220)/110.00]/2= 0,0099)

La cedolare secca sull’affitto dell’abitazione con canone convenzionale è del 10%, cioè pari a 500 €.

ESERCIZIO 8

(Ires Paperina)

Nel 2019 la società di capitali Paperina S.p.a. ha (dati in migliaia di euro):

-ricavi per 4200

-spese per personale per 850

-interessi passivi per 230

-ammortamenti rilevanti a fini fiscali per 200

-acquisti di materie prime per 610

-ha effettuato nuovi investimenti per 270

-ha distribuito utili ai propri azionisti per 560

-il Rol della società è pari a 2.940

Calcolare l’Ires dovuta dalla società Paperina (senza considerare la deducibilità dell’Irap dalla base

imponibile dell’Ires)

RISPOSTA

Il limite di deducibilità degli interessi passivi (non essendoci interessi attivi) è 0,30*2.940=882; posso dedurli

interamente. La parte di ROL non utilizzata per dedurre gli interessi passivi nel 2019 (882-230=652) potrà

essere utilizzata nei cinque esercizi successivi.

Nuovi investimenti e utili distribuiti non sono rilevanti.

Base Ires: 4200-850-230-200-610=2310

Ires: 2090*0,24=554,40

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ESERCIZIO 9

(Ires Rape verdi)

Nel 2019 la società Rape verdi S.p.a. ha ricavi per 480 mila euro, ha interessi attivi per 30 mila, spese per

salari e stipendi per 270 mila euro, spese per contributi sociali per 90 mila euro, interessi passivi pari a 150

mila euro, ammortamenti per 60 mila euro e acquisiti di materie prime e prodotti intermedi per 70 mila

euro.

Il Rol (risultato operativo lordo) è pari a 110 mila.

Si calcoli l’Ires dovuta dalla società in questione (senza considerare la deducibilità dell’Irap dalla base

imponibile dell’Ires)

RISPOSTA

(dati in migliaia di euro)

Il limite di deducibilità degli interessi passivi: è dato dalla somma degli interessi attivi (30 mila) + il 30% del

Rol (0,30*110=33 mila); non posso dedurli interamente, ma solamente per 63 mila; l’impresa ha 87 mila euro

di interessi non deducibili che potrà portare in deduzione negli esercizi successivi.

Base Ires: (480+30)-(270+90+60+70+63)= -43

L’impresa ha una perdita e non paga l’Ires.

La perdita può essere riportata negli esercizi successivi a compensazione dell’utile futuro, nel limite dell’80%.

Ad esempio: per compensare interamente la perdita nell’anno seguente, l’impresa dovrebbe avere nel 2020

un utile pari ad almeno 53,75 (=43/0,8).

Si noti che, pur essendo in perdita nel 2019, l’impresa dovrebbe comunque pagare l’Irap (dato che il VAN è

positivo), in quanto è diverso il presupposto delle due imposte.

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ESERCIZIO 10

(Iva 1)

L’impresa “Gatta ci cova s.p.a”, nel 2015

- acquista un bene d’investimento per 1450

- ha spese per personale per 1240

- produce e vende un bene dal valore di 3800

- ha ammortamenti per 450

- acquista un bene intermedio per 470

- ha spese per interessi passivi per 130

Tutti gli importi sin qui forniti non sono comprensivi di Iva.

Calcolare l’Iva a debito, l’Iva a credito e l’Iva versata dall’impresa “Gatta ci cova s.p.a.”, nell’ipotesi che l’Iva

sia applicata con un’aliquota uniforme del 10% e che le modalità di applicazione dell’Iva siano quelle

previste dalla normativa italiana.

RISPOSTA

Una parte dei dati forniti dall’esercizio non hanno rilevanza ai fini del calcolo dell’Iva.

L’Iva a debito è pari a 0,10*3.800 = 380 (Iva dovuta sulle vendite)

L’Iva a credito è uguale a 0,10*470 + 0,10*1.450 = 192 (Iva pagata su acquisti di beni intermedi e di

investimento).

L’Iva da versare è quindi pari a 188 (Iva a debito meno Iva a credito).

Vendite Acquisti Iva a debito Iva a credito Iva versata

3800 1920=(1450+470) 380 192 188

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ESERCIZIO 11

(Iva 2)

L’impresa Investimenti produce, in un processo verticalmente integrato e del tutto indipendente dalle altre

imprese, un bene di investimento, del valore di 2400; tale bene è venduto all’impresa Consumi.

L’impresa Intermedi produce, in un processo verticalmente integrato e del tutto indipendente dalle altre

imprese, un bene intermedio di 1300 e lo vende all’impresa Consumi.

L’impresa Consumi produce un bene di consumo finale, che vende direttamente al consumatore finale a

1900.

Nell’ipotesi che l’Iva sia applicata in Italia con un’aliquota del 10%:

calcolate, applicando la normativa vigente in Italia, l’Iva versata da ciascuna impresa e l’ammontare

complessivo di Iva incassata dallo Stato.

RISPOSTA

Impresa Investimenti:

Iva a debito: 240

Iva a credito: 0

Iva da versare: 240

Impresa Consumi:

Iva a debito: 190

Iva a credito: 240+130=370

Iva da versare: -180

Impresa Intermedi:

Iva a debito: 130

Iva a credito: 0

Iva da versare: 130

L’Iva complessivamente incassata dallo Stato ammonta a 240+130-180=190, che corrisponde al 10% del

valore del bene di consumo (1.900) prodotto dalla impresa Consumi. L’Iva applicata in Italia è infatti

un’imposta sul valore aggiunto “tipo consumo”.

Vendite Acquisti Iva a debito Iva a credito Iva versata

Investimenti 2400 0 240 0 240

Intermedi 1300 0 130 0 130

Consumo 1900 3700=(2400+1300) 190 370 -180

totale 190

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ESERCIZIO 12

(Iva 3)

L’impresa Alfa, che non ha spese per acquisti, vende all’impresa Beta un bene intermedio per 300.

L’impresa Beta a sua volta vende all’impresa Gamma un bene di investimento, ammortizzabile in 3 anni, al

prezzo di 450.

Infine, l’impresa Gamma vende al dettaglio un bene del valore di 700.

Tutti i valori monetari sono al netto dell’Iva.

Se l’aliquota dell’Iva è pari al 10% per tutti i beni e servizi, calcolate l’Iva a credito e a debito in ciascuna

fase, nei due casi di Iva tipo reddito lordo e Iva tipo consumo.

RISPOSTA

Alfa Beta Gamma Totale

Iva tipo reddito lordo (VAL):

Iva a debito 30 45 70

Iva a credito 0 30 0

Iva da versare 30 15 70 =115 (10% del VAL: 1.150=700+450)

Iva tipo consumo:

Iva a debito 30 45 70

Iva a credito 0 30 45

Iva da versare 30 15 25 =70 (10% del consumo: 700)

Questa sarebbe l’Iva tipo reddito netto (VAN):

Iva a debito 30 45 70

Iva a credito 0 30 15

Iva da versare 30 15 55 =100 (10% del VAN: 1.000= 700+300)

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ESERCIZIO 13

(Iva 4)

L’impresa Aliquota bassa, che non ha spese per acquisti, vende all’impresa Aliquota alta un bene

intermedio per 100.

L’impresa Aliquota alta a sua volta produce e vende all’impresa Aliquota media un bene intermedio per

500.

Infine, l’impresa Aliquota media produce e vende beni di consumo per un valore di 1000.

Tutti i valori monetari sono al netto dell’Iva.

Alle tre tipologie di beni sono applicate aliquote differenziate e rispettivamente un’aliquota bassa del 10%;

un aliquota alta del 20% e un’aliquota media del 15%.

Applicando il metodo imposta da imposta, calcolate l’Iva versata da ciascuna impresa e mostrate che

l’aliquota media che grava sul valore aggiunto complessivo corrisponde a quella riservata al bene finale di

consumo.

RISPOSTA

Impresa Aliquota bassa:

Iva a debito: 10

Iva a credito: 0

Iva da versare: 10

Impresa Aliquota alta:

Iva a debito: 100

Iva a credito: 10

Iva da versare: 90

Impresa Aliquota media:

Iva a debito: 150

Iva a credito: 100

Iva da versare: 50

L’Iva complessivamente incassata dallo Stato ammonta a 150, che corrisponde al 15% del valore del bene di

consumo (1.000) prodotto dalla impresa Aliquota media.

Aliquota Vendite Acquisti Iva a debito Iva a credito Iva versata

Bassa 10% 100 0 10 0 10

Alta 20% 500 100 100 10 90

Media 15% 1000 500 150 100 50

totale 150

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ESERCIZIO 14

(Irap-Ires)

La S.p.a. Serramenti ha 40 dipendenti assunti a tempo indeterminato e 15 dipendenti a tempo determinato.

Nel 2019 ha avuto (dati in migliaia di euro):

-ricavi 10.200

-interessi attivi 1.000

-spese per salari e stipendi e oneri sociali per lavoratori a tempo indeterminato 2.500

-spese per salari e stipendi e oneri sociali per lavoratori a tempo determinato 800

-spese per acquisto materie prime e beni intermedi 3.500

-ammortamenti per 1.200

-spese per interessi passivi 900

Calcolare l’Ires e l’Irap dovute dalla società.

RISPOSTA

Prima si deve calcolare l’Irap e poi l’Ires, dato che una parte dell’Irap e deducibile dalla base Ires.

Attenzione:

- gli interessi attivi entrano tra i redditi tassabili nell’Ires, ma non nell’Irap; - la deducibilità degli interessi passivi è pienamente coperta dagli interessi attivi: non c’è bisogno di

sapere il ROL.

L’Irap ha come base imponibile il valore aggiunto netto (VAN), dato dalla differenza tra il valore della

produzione (qui, i ricavi) e i costi per materie prime e beni intermedi e gli ammortamenti (oltre a rilevanti

componenti del costo del lavoro).

Le componenti finanziarie attive (interessi) non sono oggetto di tassazione Irap (altrimenti sarebbero tassate

due volte: in capo a chi presta e in capo a chi impiega i fondi prestati).

(Calcoli in migliaia di euro)

Avendo 40 dipendenti a tempo indeterminato, la società beneficia di un abbattimento dall’Irap per un

ammontare pari al relativo costo del lavoro (2.500).

Base imponibile Irap = 10.200-3.500- 1.200-2.500=3.000

Irap = 0,039*3.000=117

Deduzioni parte dell’Irap dalla base imponibile Ires:

i) deduzione dell’Irap pagata sulle spese per personale dipendente (al netto delle relative deduzioni=costo

del lavoro personale a tempo indeterminato), 0,039*800=31,2;

ii) deduzione del 10% dell’Irap residua (a fronte degli interessi passivi): 0,1*(117-31,2) = 8,58

Base imponibile Ires = 10.200 + 1.000 – 2.500 – 800 - 3.500 - 1.200 – 900 - 31,2 -8,58 = 2.260,22

Ires = 0,24*2.260,22 = 542,45