18. la prima metà del novecento

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1 L arte abbandona ogni ideale di bellezza perché l obiettivo è quello di comunicare ideali e valori. L arte non deve più rappresentare la natura, ma farsi interprete delluomoe dei problemi del mondo. Si fondono le diverse tecniche e i diversi linguaggi: pittura, scultura e architettura si mescolano tra loro. Si utilizzano materiali nuovi, anche oggetti di uso quotidiano, dai materiali più nobili a quelli più poveri. Il mescolarsi di culture diverse crea nuovi linguaggi e nuove forme di espressività. S. Dalì, La Venere a cassetti, 1936 18. La prima metà del Novecento

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Page 1: 18. La prima metà del Novecento

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L’arte abbandona ogni ideale di bellezza perché l’obiettivo è quello di

comunicare ideali e valori.

L’arte non deve più rappresentare la natura, ma farsi interprete

dell’uomoe dei problemi del mondo.

Si fondono le diverse tecniche e i diversi linguaggi: pittura, scultura

e architettura si mescolano tra loro.

Si utilizzano materiali nuovi, anche oggetti di uso quotidiano, dai

materiali più nobili a quelli più poveri.

Il mescolarsi di culture diverse crea nuovi linguaggi e nuove forme di

espressività.S. Dalì, La Venere a

cassetti, 1936

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La Storia

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Sconvolgenti eventi sociali e politici caratterizzano la

prima metà del Novecento:

Le due Guerre mondiali.

I regimi totalitari in Italia, Germania, Spagna e

Unione Sovietica.

Il nuovo primato economico e politico degli Stati

Uniti d’America.

Importanti scoperte tecniche e scientifiche.

R. Capa, Morte di un soldato repubblicano, 1936

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La Storia

3

Nuove invenzioni: telegrafo senza fili (Marconi,

1899) e radio (1901).

Nascita della psicanalisi (Freud) e della fisica

contemporanea (Einstein, teoria della relatività).

Il cinema unisce lo svago a questioni politiche,

all’informazione e alla denuncia.

Disegno industriale: nuovo equilibrio tra funzionalità

e qualità estetica.

Walter Gropius, Automobile Adler, 1931

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Le Avanguardie Storiche

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Viene meno la fiducia nella ragione.

Grande carica rivoluzionaria ed esigenza di

rinnovamento:

Non esistono verità assolute.

Messa in discussione dell’arte del passato.

Scardinati i principi di ordine e proporzione.

Nascono i manifesti dei movimenti artistici.

L’arte diventa mezzo di consapevolezza

della propria condizione esistenziale.

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Le Avanguardie Storiche

Espressionismo: introdotto dai movimenti

Die Brücke in Germania e Fauve in Francia.

Immagini della realtà deformate, colori usati in

modo espressivo, spazio non prospettico.

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Le Avanguardie Storiche

Futurismo: le forme riproducono il movimento

tramite la loro scomposizione, ripetizione e

sovrapposizione.

Cubismo: oggetti scomposti in forme

geometriche dai contorni spezzati, osservati

da più punti di vista contemporaneamente.

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Le Avanguardie Storiche

Astrattismo: abbandono di ogni riferimento alle

forme della natura.

Dadaismo: rielaborazione di oggetti

comuni, riproposti come opere d’arte.

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Le Avanguardie Storiche

Ritorno all’ordine: fine della Prima Guerra

Mondiale; esigenza di tornare alla figurazione.

Pittura metafisica e Surrealismo: immagini

deformate o collocate in contesti estranei,

come sogno e inconscio.

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I grandi temi

E. L. Kirchner, Scena di strada, 1913 Piet Mondrian, Evoluzione, 1910-1911

Il bisogno di spiritualità spinge l’arte verso

il misticismo e l’astrazione.

Critica dei mali della società e della

mancanza di valori spirituali.

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I grandi temi

Giacomo Balla, Velocità d’automobile, 1912 Marcel Duchamp, Scolabottiglie, 1914

Gli oggetti semplici sono trattati allo stesso

modo della “grande arte” del passato.

Futurismo: esaltazione del movimento,

della velocità e delle macchine.

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I grandi temi

G. de Chirico, Il cattivo genio di un re, 1914 Le Corbusier, Palazzo del Parlamento, 1951

Architettura razionalista: tecnologie e

materiali moderni, modelli standardizzati.

La pittura metafisica ricerca ciò che è oltre

l’apparenza, l’arte surrealista l’inconscio.

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A. Mucha,

Manifesto teatrale

Si ispira alle forme della natura, è elegante, si basa sull’ornamento e sull’uso

di materiali raffinati.

Si sviluppa in Europa tra fine Ottocento e la Prima Guerra Mondiale.

È lo stile della società borghese della Belle Époque.

Il risultato più importante è nelle arti applicate: mobili, carte da parati, abiti,

ceramiche.

Art Nouveau

Interessa le arti figurative, l’architettura, l’arredamento e le arti decorative.

18. La prima metà del Novecento

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V. Horta, Atrio della Casa Tassel,

1892-1893.

Ricchezza ornamentale: risalto alle decorazioni.

Vengono meno gli ordini classici.

Principio del progetto unitario: coerenza tra

struttura, decorazioni e arredo.

Uso di materiali moderni: cemento, ferro, vetro.

Victor Horta: edifici dalle superfici ondulate.

Hector Guimard: ingressi della metropolitana di Parigi.

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L’architettura si lega alla decorazione

Art Nouveau

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Joseph Maria Olbrich, Palazzo della

Secessione, 1898-1899.

Volontà di distaccarsi dalle accademie.

Secessioni in Austria, Boemia e Germania.

Applicazioni: arti figurative, architettura,

arredamento, progettazione di oggetti.

Esponenti della secessione sono: Gustav

Klimt, Otto Wagner, Joseph Maria Olbrich,

Joseph Hoffmann, Adolf Loos.

La secessione a Vienna

La loro architettura è caratterizzata da una

rigorosa geometria di stampo classico.

Art Nouveau

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Antoni Gaudí, Sagrada Familia,

in fase di ultimazione.

Gaudí è il maggiore esponente del Modernismo,

che si diffonde a Barcellona, in Spagna.

Tradizione artistica della Catalogna: spunti dalla

cultura islamica, gotica, rinascimentale.

Riprende le forme della natura.

Utilizzo del cemento e della tecnica del mosaico.

Colori luminosi e superfici dinamiche, popolate da

figure e forme fantasiose.

Art Nouveau

GaudíL’architettura come visione

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Trae ispirazione dalla natura, nello studio delle forme.

Il tetto sembra il dorso di un drago.

Gli elementi decorativi si integrano nella struttura.

La facciata è rivestita di mosaici policromi che riflettono la

luce del sole.

La superficie della casa sembra

muoversi, come fosse viva.

Casa Batlló

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Lettura dell’opera

Scheda

Gaudí

1905-1906

La cima della torre sembra l’elsa di una spada.

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Ritratto di Adele Bloch-Bauer, 1907

Gustav Klimt è uno dei fondatori della Secessione

Viennese.

Viene influenzato dal Simbolismo, ma

esprime il gusto per la decorazione.

Gustav Klimt

I soggetti sono ridotti a elementi ornamentali, ricchi

d’oro e di colori irreali; i visi sono naturalistici.

Riprende i caratteri tipici dei mosaici bizantini:

bidimensionalità, colori brillanti e luminosi,

forme contornate da una linea continua.

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È l’opera preparatoria per il fregio di Palazzo Stoclet.

Il dipinto è dominato dal mantello dell’uomo, decorato da

motivi fantasiosi.

L’abbraccio

Tutti i segni hanno valenza simbolica: si riferiscono agli

elementi opposti maschile-femminile, spirito-materia.

Figure piatte.

Gustav Klimt

Lettura dell’opera 1905-1909

Manca ogni accenno al volume e allo spazio.

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Albero della vita.

Motivi decorativi.

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H. Van de Velde, Scrivania, 1898

William Morris fonda il movimento Arts and Crafts, che

promuove la realizzazione artigianale di oggetti d’arte.

Gli artisti dell’Art Nouveau danno grande importanza al

lavoro artigianale.

Le origini del disegno industriale

Design e arti applicate

Gli artisti producono numerosi oggetti, caratterizzati da

linee sinuose e da decorazioni a motivi floreali.

Il vetro, per trasparenza e luminosità, si mostra adatto al carattere decorativo dell’Art

Nouveau.

18. La prima metà del Novecento

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Il grido, 1893

Vuole rappresentare la solitudine dell’uomo.

Il dipinto esprime un’angoscia profonda, che

sembra invadere la natura.

Edvard Munch

Le figure sono deformate, i colori non sono reali,

il segno non descrive nulla con chiarezza.

I colori e le linee oscillanti rendono il senso di

vertigine, simbolo di una natura ostile.

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L’urlo dell’uomo si propaga su

tutta la natura.

La strada crea una fuga

prospettica che isola l’uomo.

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E. Nolde, Ragazze di Papua, 1914

Ernst Ludwig Lirchner e Emil Nolde sono i

principali esponenti del movimento.

Nasce il movimento espressionista Die Brüke (il

ponte): legame tra interiorità e mondo esterno.

Espressionismo

Gli artisti rappresentano la sofferenza

esistenziale dell’uomo moderno.

La pittura non copia la realtà, ma la interpreta.

Germania e Austria

Scompare l’illusione della prospettiva. Viene messo in crisi il concetto di armonia.

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Franzi con una sedia intagliata, 1910

Il suo linguaggio violento e i temi trattati esprimono una

critica impietosa della società del tempo.

Il segno incisivo, i colori acidi e l’uso di angoli acuti

generano un forte impatto emotivo.

Impiega spesso inquadrature asimmetriche (tagliate).

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EspressionismoGermania e Austria

Ernst Ludwig Kirchner

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La gamma di colori è limitata, la linea è morbida ma

spigolosa.

Segue Klimt nell’Unione di artisti austriaci.

Espressionismo

Il segno è nervoso e definisce sagome taglienti,

creando andamenti decorativi.

Il quadro esprime la fase di passaggio tra la

Secessione viennese e la svolta espressionista.

Germania e Austria

Egon SchieleRitratto di Gerti SchieleLettura dell’opera

1909

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M. De Valminck, Il rimorchiatore, 1905

Questi artisti vengono definiti fauves (belve) per

l’uso di colori molto accesi e quindi provocatori.

I principali esponenti del movimento sono: Henri

Matisse, Albert Marquet, André Derain,

Maurice de Valminck.

Fauve

L’arte fauve si oppone all’Impressionismo: non

bisogna rappresentare la realtà, ma ciò che si

“sente” di fronte a essa.

Utilizzo della linea di contorno per esaltare i

toni e per annullare i volumi e lo spazio.

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Colore come vita

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Il movimento della danza determina un ritmo

ininterrotto che rotea tra le due zone di colore. La danza, 1910

Matisse fonda il gruppo dei Fauves insieme ad

Albert Marquet.

Le figure sembrano sospese nello spazio.

Fauve

Solo tre colori (rosso, blu, verde) bastano per

organizzare lo spazio compositivo.

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La danza rappresenta la vitaHenri Matisse

Per Matisse la realtà deve essere colta nella sua essenza di energia e trasformazione.

18. La prima metà del Novecento

Page 26: 18. La prima metà del Novecento

La composizione è basata sul rapporto tra i

colori e non su riferimenti visivi.

Matisse ricerca la sintesi estrema della forma.

I colori sono volutamente accentuati: il rosso

domina su tutto.

Fauve

Il contrasto tra colori primari e secondari

aumenta la luminosità.

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La tavola imbanditaHenri Matisse

Matisse, attraverso il colore, vuole rendere l’energia che scaturisce dalle cose.

Lettura dell’opera

1908

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G. Braque, Il castello alla Roche-Guyon, 1909

Riprodurre la realtà non come la vede l’occhio,

ma come le mente la percepisce.

Pablo Picasso e Georges Braque danno vita al

Cubismo.

Cubismo

Semplificazione delle forme in volumi geometrici puri.

L’oggetto viene rappresentato contemporaneamente da

più angolazioni, in momenti diversi dell’osservazione.

Si rappresenta, così, anche la dimensione temporale.

18. La prima metà del Novecento

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Picasso, Il suonatore di fisarmonica, 1911

Cubismo

Il Primo Cubismo 1907-1909

Le forme sono rappresentate in modo schematico e

semplificato, come semplici volumi.

Il Cubismo Analitico 1909-1910

Le figure sono spezzate da linee e frammentate, la

struttura assume importanza a scapito del colore.

Il Cubismo Sintetico 1909-1910

Gli oggetti di partenza sono solo accennati: si

sperimenta la tecnica del collage.

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Successivamente utilizzerà prevalentemente le

tonalità del rosso (periodo rosa), con cui

rappresenta personaggi liberi e anticonformisti.

Autoritratto, 1907

Le tragedie storiche a cui assiste segnano fortemente

il linguaggio di Picasso.

Si presenta subito come uno sperimentatore.

Pablo Picasso

Comincia dipingendo solo con il colore blu (periodo

blu), con cui rappresenta la condizione dei poveri e

degli emarginati.

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18. La prima metà del Novecento

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Il blu ha un valore simbolico: simboleggia la povertà e la fame degli

emarginati, mostrandone la solitudine e la sofferenza.

Le forme sono stilizzate e i volumi essenziali.

Gli occhi di entrambi sono vuoti e distaccati dal mondo reale,

concentrati sulla sofferenza interiore.

Le figure sono poste in uno spazio senza profondità.

Il colore alleggerisce le forme,

privandole di consistenza.

Periodo blu - Vecchio cieco e ragazzo

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Lettura dell’opera

Scheda

Le figure sono allungate, con corpi rannicchiati e consumati.

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Picasso

1903

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C’è la rinuncia al simbolismo del periodo blu: dominano la scena attori

di strada, saltimbanchi e acrobati da circo.

Le figure umane hanno maggiore solidità, sembrano monumentali.

Le figure sono disposte in modo calcolato e in armonia tra loro.

Il paesaggio essenziale è illuminato delicatamente.

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Lettura dell’opera

Scheda

Il dolore del periodo blu lascia il posto a nuova vitalità.

Periodo rosa - Acrobata e equilibrista

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Picasso

1905

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Les demoiselles d’Avignon, 1907

Quest’opera è considerata la prima opera cubista.

Introduce la bidimensionalità delle singole

parti e la molteplicità dei punti di vista.

Sostituisce i volti delle donne a destra con

maschere dell’arte africana, da cui Picasso

trae ispirazione.

I volumi sono geometrici, modellati secondo

precisi piani geometrici.

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Pablo Picasso

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33

La tela rappresenta il bombardamento della città di Guernica.

Il toro rappresenta

l’irrazionalità della guerra.

Lettura dell’opera Guernica 1937

È un’allegoria del dolore umano e testimonia la partecipazione di Picasso alle tragedie umane.

Il caduto ricorda la

sconfitta dell’uomo.

Il cavallo è simbolo del

popolo colpito.

La madre che piange

il figlio morto richiama

l’iconografia sacra.

La luce rischiara la scena

dando taglio piramidale.

Pablo Picasso

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Il fascio di luce determina una composizione piramidale.

Lettura dell’opera Guernica 1937

La luce sembra rischiarare un mondo in bianco e nero.

Le forme sono piatte e semplificate.

Pablo Picasso

Lo spazio è compresso.

18. La prima metà del Novecento

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È uno dei movimenti più importanti del Novecento, fondato da Filippo Tommaso Marinetti.

Totale fiducia nel progresso, in nome del quale tutto deve essere rinnovato.

Futurismo

La realtà deve essere pensata non secondo immagini fisse, ma in continuo movimento.

Muovendosi, l’oggetto si fonde con lo spazio circostante e crea nuove forme.

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Scompare la prospettiva che impone un solo punto di vista e un solo istante di osservazione.

La linea è lo strumento pittorico più adatto per trasmettere velocità e trasformazione.

18. La prima metà del Novecento

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Di formazione divisionista, Balla ricerca

dinamismo nelle sue forme.

Il dinamismo

Il dipinto ricorda una sequenza fotografica.

Sono diverse immagini della stessa bambina.

Giacomo Balla

Bambina che corre sul balcone, 1912

È un quadro di sintesi, in cui le forme si

scompongono e si fondono simultaneamente.

Futurismo

18. La prima metà del Novecento

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Le linee nette scompongono i volumi principali in più parti:

prevale l’andamento curvilineo.

Boccioni studia il movimento di un uomo che cammina veloce.

L’alternanza di pieni e di vuoti è sottolineata dai riflessi

della luce, che mette in evidenza il movimento.

Forme uniche nella continuità dello spazioUmberto Boccioni

Lettura dell’opera

1913

La scultura perde il suo carattere monumentale perché

diventa studio e sintesi del movimento.

Futurismo

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38

La città dei futuristi

I futuristi si soffermano spesso su scene urbane.

Sant’Elia progetta la città del futuro e della modernità.

Crede nella realizzazione di nuove forme, nuovi volumi,

nuove linee e di una nuova armonia.

Prevede una città disposta su più livelli, con grattacieli e

strade a diverse altezze.

Futurismo

A. Sant’Elia, La città nuova, 1914

Antonio Sant’Elia

18. La prima metà del Novecento

Page 39: 18. La prima metà del Novecento

39

Progetta allestimenti scenici, marionette, automi e

costumi per il teatro.

Depero si concentra sullo studio del movimento e

della rappresentazione delle forme come oggetti

meccanici.

Le figure sono costruite con forme geometriche

elementari: il cubo, il cilindro, il cono.

Il teatro degli automi

I miei balli plastici, 1918

Fortunato Depero

Futurismo

Lo spazio è occupato da piani sfasati, che non

permettono di misurare la profondità.

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Page 40: 18. La prima metà del Novecento

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Vasilij Kandinskij, Franz Marc e August Macke fondano

il gruppo Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro).

L’arte astratta elimina qualsiasi riferimento alla realtà,

realizza composizioni con forme semplici e colori.

Copertina per l’almanacco Der Blaue

Reiter, 1911

Il gruppo adotta un linguaggio antinaturalistico.

Prevale l’utilizzo di colori e linee.

Verso l’astrattismo

Cavaliere Azzurro

L’azzurro è il colore prevalente nelle opere del gruppo.

Le forme astratte nascono da un’esigenza spirituale.

Si studia l’affinità tra pittura e musica.

18. La prima metà del Novecento

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41

Le forme e i colori del mondo vengono

trasformati fino ad assumere un significato

proprio: è un percorso di astrazione.

Questo è il primo acquerello astratto,

senza riferimenti ad alcun oggetto.

Vasilij Kandinskij

Acquerello astratto, 1910

Sembra riferirsi al mondo del bambino,

che sente la semplice necessità di

esprimersi graficamente.

18. La prima metà del Novecento

Page 42: 18. La prima metà del Novecento

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I principi geometrici si svilupperanno

ulteriormente negli anni del Bauhaus.

Il contatto con le avanguardie russe lo

orienta verso forme geometriche pure.

Vasilij Kandinskij

Dolce salita, 1934

Il periodo astratto-geometrico

18. La prima metà del Novecento

Page 43: 18. La prima metà del Novecento

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Linea retta: freddezza e piattezza.

Vasilij Kandinskij

Linea

I principi pittorici

Linea verticale: calore.

Linea curva: calma e tranquillità.

Linea obliqua: instabilità e dinamicità.

Linea spezzata: dramma e nervosismo.

Azzurro: infinito e spiritualità.

Colore

Rosso: forza e passione.

Giallo: dinamismo ed eccitazione.

Toni caldi: attraggono lo spettatore.

Toni freddi: respingono lo spettatore.

Quadrato: associato al rosso.

Forma

Triangolo: collegato al giallo.

Cerchio: associato all’azzurro.

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Dipinge motivi già utilizzati in altri dipinti.

Gli elementi figurativi sono ancora

riconoscibili e delimitati da contorni neri.

Studio per composizione IILettura dell’opera

Salice piangenteGruppi di case

I colori sono usati in modo libero e

indipendente dalle esigenze naturali.

La pittura è vista come musica, i colori

come suoni, le linee come ritmo.

Scheda

Vasilij Kandinskij

1910

18. La prima metà del Novecento

Page 45: 18. La prima metà del Novecento

45

Il movimento nasce nei Paesi Bassi ad opera di

Theo Van Doesburg, Piet Mondrian, Pieter

Oud e Georges Vantongerloo.

Neoplasticismo

Il linguaggio usato è di tipo geometrico, basato su

forme pure e bidimensionali.

Abolizione della terza dimensione.

G.T. Rietveld, Poltrona, 1917

Tendenza Espressiva

Indipendenza dai valori emotivi.

Superamento dell’individualità dell’artista.

18. La prima metà del Novecento

Page 46: 18. La prima metà del Novecento

46

Il rettangolo è la forma ideale perché:

La forma astratta non deve essere in alcun modo

suggerita dalla realtà visibile.

Composizione con piano rosso, giallo,

nero, blu e grigio, 1921

L’astrazione totale

È priva dell’ambiguità della curva.

Neoplasticismo

Piet Mondrian

Negli angoli trovano equilibrio due forze contrastanti.

È bidimensionale, rafforzata dall’utilizzo dei colori.

18. La prima metà del Novecento

Page 47: 18. La prima metà del Novecento

47

All’inizio della carriera utilizza un linguaggio

naturalista, vicino all’Impressionismo.

L’albero rosso

L’albero è completamente riconoscibile, ma

non c’è somiglianza con la realtà.

Tutto è espressione di una sola energia vitale

che parte dal basso.

Lettura dell’opera

Scheda

Piet Mondrian

1908-1910

18. La prima metà del Novecento

Page 48: 18. La prima metà del Novecento

48

Avvia una fase simbolista che lo porta a

semplificare progressivamente le immagini.

L’albero grigio

C’è una progressiva eliminazione del colore:

prevalgono le tonalità fredde.

I rami si estendono oltre la chioma dell’albero.

Lettura dell’opera

Scheda

Piet Mondrian

1911

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Page 49: 18. La prima metà del Novecento

49

Approda a una rappresentazione sempre più

lontana dalla realtà.

L’albero di mele in fiore

La forma reale è quasi irriconoscibile.

C’è il totale abbandono della figurazione, che

lascia il posto a un equilibrio astratto.

Lettura dell’opera

Scheda

Piet Mondrian

1912

18. La prima metà del Novecento

Page 50: 18. La prima metà del Novecento

50

L’arte, anche se astratta, non può essere separata dalla realtà.

Paul Klee

Klee si affida al ricordo, modificandolo in forme libere.

Conferisce valore espressivo al segno, utilizzato per creare

trame riempitive.

Le forme del ricordo

Monumento del paese fertile, 1929

18. La prima metà del Novecento

Page 51: 18. La prima metà del Novecento

51

Klee dipinge ciò che ricorda, non ciò che vede.

Paul Klee

Suddivisione in fasce orizzontali e verticali, che hanno

un’impostazione prospettica.

Sono segni astratti, ma sembra di cogliere elementi

naturali, come campi, strade e pietre.

Strada principale e strade secondarieLettura dell’opera 1929

Il suo punto di partenza è la memoria, attraverso la quale

compie una ricerca rigorosa delle leggi della forma.

18. La prima metà del Novecento

Page 52: 18. La prima metà del Novecento

A. Modigliani, Ritratto di Lunia

Czechowska, 1918

È affascinato dalla scultura africana, con le sue forme stilizzate

e non naturalistiche.

Non si riconosce nei movimenti di Avanguardia: vuole creare

qualcosa di nuovo senza rompere i legami con la tradizione.

Le forme, semplificate, sono costruite a partire dai contorni,

marcati da una linea continua.

La Scuola di Parigi

Dipinge prevalentemente ritratti, dai caratteri inconfondibili: il

collo lungo, il viso ovale, il profilo del naso, gli occhi a mandorla.

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Amedeo Modigliani

18. La prima metà del Novecento

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Costruisce un “universo in cui tutto è possibile”.

Chagall dipinge i propri sogni, muovendosi libero

nella fantasia.

Il dipinto è “una superficie coperta di raffigurazioni di

cose in cui la logica e l’illustrazione non hanno

importanza”.

La Scuola di Parigi

Porta con sé la memoria del suo Paese, la Russia,

della sua gente, il misticismo della cultura ebraica.

53

Marc Chagall

Gli amanti in blu, 1914

18. La prima metà del Novecento

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Il dipinto è suddiviso in parti,

secondo un ordine geometrico.

Dominano i profili di due figure, un uomo e una mucca,

delineati in relazione a un cerchio centrale.

Io e il mio villaggio

Gli sguardi del contadino e della mucca sono collegati

(dalla direzione e dalle linee del fondo), a indicare la

loro reciproca dipendenza nella società rurale.

L’albero fiorito allude all’albero della vita, le forme circolari

al sole e alla luna.

La Scuola di Parigi

Lettura dell’opera

È una fiaba contadina, con molti elementi simbolici (gli

animali come tramite tra l’uomo e l’universo).

54

Marc Chagall

1911

18. La prima metà del Novecento

Page 55: 18. La prima metà del Novecento

K. Malevič, Quadrato nero su

fondo bianco, 1913.

Viene escluso ogni riferimento alla realtà,

creando immagini di geometria assoluta.

Kazimir Malević, promotore del movimento,

ribadisce la “supremazia della sensibilità pura

nelle arti figurative”.

Le Avanguardie in Russia

Il Suprematismo

55

18. La prima metà del Novecento

Page 56: 18. La prima metà del Novecento

V. Tatlin, Modello del Monumento

alla Terza Internazionale, 1919-1920

Nuovi mezzi per diffondere i nuovi linguaggi: manifesti,

cinematografia, dipinti sui mezzi di trasporto.

Gli esponenti politici e gli intellettuali della rivoluzione

sovietica si misurano con la funzione sociale dell’arte.

Le Avanguardie in Russia

Il Costruttivismo

Sono utilizzati materiali che ricordano la vita quotidiana e

popolare: ferro, legno, cavi metallici.

Vladimir Tatlin progetta il Monumento alla Terza

Internazionale.

56

18. La prima metà del Novecento

Page 57: 18. La prima metà del Novecento

57

I principali artefici del movimento sono: Tristan Tzara

(poeta), Marcel Janco (architetto), Hans Arp (scultore),

Man Ray, Francis Picabia, Marcel Duchamp.

Il Dadaismo: l’arte irriverente

Dada si oppone a tutto ciò che in arte è considerato

bello ed eterno.

Scopo dell’arte dadaista è causare forte effetto di

sorpresa e di disappunto nello spettatore.

Dadaismo

Il movimento si oppone alla civiltà contemporanea in

tutti i suoi aspetti per svelarne le contraddizioni.

M. Duchamp, L.H.O.O.Q., 1919

18. La prima metà del Novecento

Page 58: 18. La prima metà del Novecento

58

La ruota è libera di girare ma è fissata sullo sgabello:

rappresenta il movimento e la sua negazione.

L’oggetto si fa opera d’arte

Lo spettatore può interagire con l’oggetto che perde la

sua sacralità.

L’opera d’arte non è il risultato di un processo creativo,

ma è arte per scelta dell’artista.

Dadaismo

L’opera ribalta l’impianto tradizionale delle sculture

celebrative.

M. Duchamp, Ruota di bicicletta, 1913

Marcel Duchamp

18. La prima metà del Novecento

Page 59: 18. La prima metà del Novecento

59

Il Surrealismo si diffonde a partire dal 1924 ad opera di

André Breton.

L’arte studia il pensiero

Il sogno è rappresentato nello stesso modo della

realtà, con effetti sorprendenti e inconsueti.

Due scelte figurative:

Surrealismo

È l’arte dell’inconscio, mette in evidenza gli oggetti

nascosti della nostra coscienza.

M. Ernst, Capricorno, 1948-1964

Astratta.

Naturalistica.

18. La prima metà del Novecento

Page 60: 18. La prima metà del Novecento

Dipinge sue visioni senza abbandonare

completamente il riferimento alla realtà.

Ernst ha abbracciato l’Espressionismo e il

Dadaismo prima di giungere al Surrealismo.

Sperimenta molte tecniche espressive:

frottage, grattage, sgocciolamento del colore.

Surrealismo

Max Ernst

60

18. La prima metà del Novecento

Page 61: 18. La prima metà del Novecento

L’occhio nel silenzio, 1943-1944

Il paesaggio è animato da strane creature e

misteriose presenze.

Una foresta pietrificata, dalla vegetazione

irreale.

È annullata la separazione tra i regni animale

e vegetale e molte figure sembrano bloccate

nella materia.

Unisce la sontuosità dell’immagine a un profondo

disagio (opera realizzata in tempo di guerra).

Surrealismo

Max Ernst

61

18. La prima metà del Novecento

Page 62: 18. La prima metà del Novecento

Salvador Dalí, Nascita dei desideri liquidi, 1932

Le immagini sono tratte dal mondo reale,

ma accostate in modo paradossale,

generando un senso di assurdo.

La scelta figurativa

Surrealismo

62

Salvador Dalì

Pittura critico-paranoica: nel guardare un

oggetto ne vede e ne dipinge un altro.

I dettagli sono resi con estrema cura,

accentuando l’effetto inquietante.

18. La prima metà del Novecento

Page 63: 18. La prima metà del Novecento

Sogno causato dal volo di un’ape, 1944

La carica aggressiva è data dalla presenza di molti punti

di riferimento visivi, che spiazzano lo spettatore.

Descrive un sogno disturbato dalla puntura di un’ape.

Un frutto sospeso proietta la sua ombra sullo scoglio.

Tutte le immagini hanno qualcosa di inconsueto:

Un elefante dalle lunghissime zampe cammina sull’acqua.

63

Surrealismo

Salvador Dalì

18. La prima metà del Novecento

Page 64: 18. La prima metà del Novecento

R. Magritte, Golconde, 1953

Utilizza un linguaggio ordinario, mostra le

cose nella loro “normalità”, ma in contesti o

situazioni surreali.

Magritte aderisce al Surrealismo dopo aver seguito

le correnti d’avanguardia e la Metafisica.

Introduce elementi anomali che creano un

effetto di disagio e di enigma irrisolto.

René Magritte

Oggetti rappresentati “con tutti i loro particolari

visibili”, inseriti in spazi ampi, illuminati da una

luce chiara.

Surrealismo

64

18. La prima metà del Novecento

Page 65: 18. La prima metà del Novecento

Il dipinto appare come un trompe-l’oeil.

L’assurdo irrompe in ciò che sembra normale: i vetri

rotti si trasformano in parti del paesaggio.

La chiave del campo

Magritte mette in dubbio la realtà dell’immagine e

l’abitudine a dare per scontate cose non dimostrate.

Osservando il quadro ci si chiede a quale realtà

appartenga l’immagine: a quella naturale o a quella

interiore di ognuno di noi.

Lettura dell’opera

La composizione è semplice e rigorosa, quasi

accademica.

René Magritte

Surrealismo

65

1936

18. La prima metà del Novecento

Page 66: 18. La prima metà del Novecento

Il cacciatore, 1923-24

Le sue composizioni sono come scritture

figurate.

Miró ricerca la purezza e la semplicità in un

linguaggio quasi infantile.

Abolisce la rappresentazione dello spazio e

del volume.

Juan Miró

I colori sono pochi e usati puri senza

sfumature.

Surrealismo

66

Emerge un senso di allegria innocente, distante

dalle inquietudini dei Surrealisti.

Abolisce la simmetria nella composizione.

Ricerca il vuoto nonostante i segni si

distribuiscano su tutta la superficie.

18. La prima metà del Novecento

Page 67: 18. La prima metà del Novecento

C. Carrà, Il cavaliere dello spirito occidentale, 1917

Giorgio de Chirico, Alberto Savino, Carlo Carrà,

Filippo De Pisis, Giorgio Morandi.

Nel secondo decennio del Novecento alcuni artisti

ritornano alla pittura figurativa.

La Metafisica (oltre il mondo materiale) è interessata

a ciò che si nasconde dietro l’apparenza.

Le opere metafisiche presentano scenari impossibili,

con prospettive errate e figure fuori scala.

Pittura metafisica

67

Si descrivono mondi quasi disabitati e per questo misteriosi.

18. La prima metà del Novecento

Page 68: 18. La prima metà del Novecento

Castello estense di Ferrara.

Ogni oggetto ha una sua scala di rappresentazione e

una prospettiva indipendente.

L’unione tra elementi di storia dell’arte e vita quotidiana

rende lo spazio urbano inquietante.

La scatola ha una prospettiva inversa.

Pittura metafisica

68

Si descrivono mondi quasi disabitati e per questo misteriosi.

Giorgio de ChiricoLe muse inquietantiLettura dell’opera

1916-1917

Le ombre allungate alludono al tramonto.

18. La prima metà del Novecento

Page 69: 18. La prima metà del Novecento

34

Si assiste a una progressiva esigenza di ritornare

ai valori della tradizione:

forme dai volumi nitidi con ombre nette;

figure immerse nel silenzio e nella solitudine;

scene di vita quotidiana e di persone comuni.

La composizione è centrale, come indica la prospettiva.

La scena è equamente divisa in due parti.

Ritorno all’ordine

C. Carrà, Le figlie di Loth, 1919

Figure bibliche

La natura

18. La prima metà del Novecento

Page 70: 18. La prima metà del Novecento

70

È una forma di marmo ispirata all’evoluzione delle forme naturali.

Scultura

Arp cerca di raggiungere forme essenziali.

Le superfici sono nitide e levigate.

Hans Arp

Concrezione umana, 1935

18. La prima metà del Novecento

Page 71: 18. La prima metà del Novecento

71

Brancusi cerca la sintesi dei volumi attraverso la purezza della

forma.

La Maiastra rappresenta un uccello immaginario.

L’artista parte da un elemento naturalistico, ma lo rielabora

per giungere a una forma essenziale.

Sculura

Constantin Brancusi

Maiastra, 1920

La scultura è composta da più figure solide.

18. La prima metà del Novecento

Page 72: 18. La prima metà del Novecento

72

L’abbraccio tra le due figure è solenne e ricco di movimento.

Scultura

Martini rifiuta le regole delle accademie, ma al tempo stesso

non segue le Avanguardie.

Predilige la sintesi fra le forme dell’arte romanica e

l’essenziale monumentalità di quella rinascimentale.

Arturo Martini

Il figliol prodigo, 1926 Equilibrio compositivo che esprime sentimenti semplici.

18. La prima metà del Novecento

Page 73: 18. La prima metà del Novecento

73

Marini si ispira al linguaggio antico evitando i toni monumentali.

Guarda all’arte etrusca, greca arcaica e medievale.

La scultura è una rilettura del tema equestre, privato del

tradizionale carattere monumentale ed eroico.

Sculura

Marino Marini

Cavaliere, 1935-1937

18. La prima metà del Novecento

Page 74: 18. La prima metà del Novecento

74

Negli Anni venti si iniziano diversi esperimenti

con le immagini in movimento, in ambito

dadaista e astratto.

Cinema e Fotografia

Fina dalla sua scoperta il cinema provoca

cambiamenti nel mondo dell’arte, del costume

e della società.

Il primo incontro del cinema con l’arte

avviene in ambito espressionista.

F. Lang, Metropolis, 1926

Il Surrealismo produce delle pellicole basate sul montaggio di immagini incongruenti, al fine di

rappresentare i sogni.

La nascita del cinema

18. La prima metà del Novecento

Page 75: 18. La prima metà del Novecento

75

L’uso del bianco e del nero accentua la componente espressiva.

Cinema e Fotografia

Raffigura una città del futuro dominata dalle macchine.

È una critica al sistema sociale del tempo.

MetropolisFritz Lang

F. Lang, Metropolis, 1926

18. La prima metà del Novecento

Page 76: 18. La prima metà del Novecento

76

László Moholy Nagy produce straordinarie fotografie

astratte.

Cinema e Fotografia

La fotografia diventa mezzo di sperimentazione artistica.

Christian Shad per primo crea fotogrammi ottenuti

appoggiando oggetti direttamente sulla carta fotografica.

Sperimentazione nella fotografia

Man Ray ottiene immagini posando oggetti tridimensionali

direttamente sulla carta fotografica.

18. La prima metà del Novecento

Page 77: 18. La prima metà del Novecento

La crescita delle città viene regolata da piani urbani.

L’architettura si misura con i nuovi materiali: cemento armato.

Aumenta la richiesta di abitazioni a basso costo.

Nasce il Funzionalismo o Architettura Razionallista.

Architettura razionalista

77

Gli spazi costruiti devono essere flessibili.

L’architettura è considerata il punto di incontro di tutte le arti.

I principali esponenti sono Walter Gropius, L. M. van der Rohe, Le Corbusier.

18. La prima metà del Novecento

Page 78: 18. La prima metà del Novecento

Architettura razionalista

78

I principi del Funzionalismo

Le Corbusier definisce i principi funzionalisti per

quanto riguarda l’architettura.

Caratteristica comune degli edifici razionalisti è

la stretta relazione tra gli ambienti interni e

l’esterno.

Le Corbusier

18. La prima metà del Novecento

Page 79: 18. La prima metà del Novecento

Architettura razionalista

79

Villa Savoye

1. La casa può essere sollevata dal terreno

mediante i pilotis (pilastri in cemento armato).

2. I tetti possono essere

piatti e ospitare giardini.

3. L’uso dei pilastri elimina i muri portanti,

rendendo libera la pianta (a vari piani).

4. Le finestre possono essere continue, da

un capo all’altro della facciata.

5. La facciata è svincolata dai

pilastri che possono essere

arretrati rispetto ad essa.

Le Corbusier

18. La prima metà del Novecento

Page 80: 18. La prima metà del Novecento

Architettura razionalista

Le Corbusier

80

Sperimentazione tra arte e tecnologia

Unità di abitazione, 1947-1952

Gli spazi devono essere progettati partendo

dalle esigenze dell’uomo.

Le Corbusier introduce una nuova idea di

architettura.

Riflette sull’organizzazione della città, il cui

fondamento sono le Unità di abitazione

(cellule per la creazione della città ideale).

L’edificio ha 17 piani con 337 appartamenti,

concepiti su due livelli (duplex).

Il tentativo è quello di realizzare edifici

autosufficienti, con il tetto come cuore del palazzo.

18. La prima metà del Novecento

Page 81: 18. La prima metà del Novecento

81

In quest’opera Le Corbusier abbandona le forme rigide

del Razionalismo utilizzate nell’edilizia residenziale.

Cappella Notre-Dame-du-Haut

Tetto a vela sporgente.

La facciata d’ingresso è rientrante.

Lettura dell’opera

Scheda

Le Corbusier

1950-1954

Tante piccole aperture irregolari.

L’edificio è asimmetrico.

Tre campanili semicilindrici.

Le pareti sono inclinate.

18. La prima metà del Novecento

Page 82: 18. La prima metà del Novecento

82

La luce è distribuita in modo irregolare a causa

della diversa dimensione delle finestre.

Cappella Notre-Dame-du-HautLettura dell’opera

Scheda

Le Corbusier

1950-1954

Si determina un’atmosfera meditativa.

Le Corbusier si avvicina all’Espressionismo e

dà spazio alla spiritualità.

18. La prima metà del Novecento

Page 83: 18. La prima metà del Novecento

Architettura razionalista

Walter Gropius

83

La sede del Bauhaus

Ogni parte dell’edificio è progettata

in funzione del suo utilizzo e

costruita con differenti materiali.

Gropius è molto attento alle potenzialità del cemento armato, del ferro e del vetro.

Il settore laboratori presenta una

parete a vetri.

Residenze degli allievi.

Edificio a ponte che funziona

da collegamento.

Edificio con le aule.

18. La prima metà del Novecento

Page 84: 18. La prima metà del Novecento

M. Piacentini, Palazzo della civiltà

Italiana, 1938-1942

Il regime fascista, però, preferisce un classicismo

monumentale, che esalti l’antica grandezza di Roma

Imperiale.

L’architettura razionalista in Italia si collega alla

tradizione classica.

I più importanti architetti razionalisti sono: Giuseppe

Terragni, Giuseppe Pagano, Giovanni Michelucci.

Progetto per il quartiere dell’EUR di Piacentini: compromesso

tra il linguaggio razionalista e quello classicista.

Razionalismo

84

Italiano

18. La prima metà del Novecento

Page 85: 18. La prima metà del Novecento

85

L’edificio ha la forma di un parallelepipedo a base quadrata, con al centro un ampio spazio coperto,

sul quale si affacciano corridoi, uffici e sale di riunione.

Razionalismo

Ricerca del rigore della forma.

Valorizza la funzionalità dell’edificio senza

scadere in una monumentalità fine a se stessa.

Giuseppe Terragni

La casa del fascio, 1934-1936

La struttura è composta da pilastri e travi in

cemento armato.

Italiano

18. La prima metà del Novecento

Page 86: 18. La prima metà del Novecento

Duplice obiettivo:

È una scuola di arti applicate, architettura e

disegno industriale fondata da Walter

Gropius nel 1919 a Weimar, in Germania.

Deve essere risolta la frattura tra arte e

artigianato e tra arte e produzione industriale.

Le arti visive devono perdere il carattere

decorativo avuto fino all’Ottocento, per avere un

riferimento comune nell’architettura.

P. Keler, Progetto grafico per il Gruppo

Kuri, 1923-1970.

Bauhaus

86

18. La prima metà del Novecento

Page 87: 18. La prima metà del Novecento

G. Stölzl, Slit Tapestry Red/Green,

1926-1928.

Attività triennali di laboratorio: lavorazione della pietra, del

legno e della stampa.

Corso preliminare: leggi della percezione visiva, della

forma e del colore; caratterstiche dei materiali.

Insegnanti: P. Klee, V. Kandinskij, P. Mondrian.

Fase di specializzazione: progettazione architettonica e

tirocinio nei cantieri.

Bauhaus

87

Il piano di studi della Scuola del Bauhaus

Ha introdotto una nuova metodologia progettuale e

affermato il ruolo civile dell’arte.

18. La prima metà del Novecento

Page 88: 18. La prima metà del Novecento

C. Dell, Lampada da tavolo tipo K, n.

211, 1929.

Obiettivo: dare a ogni oggetto una forma coerente con la

sua funzione e abolire ogni ornamento.

Grande spazio ai laboratori tecnici per la sperimentazione

dei materiali e la costruzione dei modelli dei prodotti.

Fondamentale è l’attività di progettazione dei mobili.

Il Bauhaus

88

Le sperimentazioni nel design

18. La prima metà del Novecento

Page 89: 18. La prima metà del Novecento

Josef Hoffmann è uno dei principali interpreti della

Secessione viennese.

Possiede funzionalità ed eleganza.

Macchina per sedersi

Lo schienale reclinabile annuncia la flessibilità dei

mobili del nuovo secolo.

Le forme sono rigorose, ma non rinunciano alle

decorazioni.

Josef Hoffmann

Design

89

Confronto tra due opere

1905

18. La prima metà del Novecento

Page 90: 18. La prima metà del Novecento

È stata disegnata per la casa di Dessau di Vasilij

Kandinskij.

Poltrona Vasilij

È contenuta entro un cubo con gli spigoli arrotondati.

Spicca la leggerezza dell’insieme.

Lettura dell’opera

È evidente la netta separazione tra struttura portante, in

acciaio cromato, e le parti legate all’uso (in cuoio o tela).

Marcel Breuer

Design

90

1925

18. La prima metà del Novecento

Page 91: 18. La prima metà del Novecento

Il progetto non deve seguire schemi geometrici rigidi,

ma aprire gli spazi con libertà verso la natura.

L’edificio va progettato a partire delle caratteristiche

del luogo in cui sorge.

I suoi edifici sembrano proiettarsi verso l’esterno,

disponendo i volumi attorno a un asse verticale.

“Per ogni individuo uno stile individuale; per ogni luogo un linguaggio formale appropriato”.

Frank Lloyd Wright

91

L’architettura organica

18. La prima metà del Novecento

Page 92: 18. La prima metà del Novecento

I grandi ambienti interni, alternati a terrazze

sospese, sono organizzati intorno a un

nucleo ideale e funzionale: il camino.

È costruita su un corso d’acqua che, proprio

sotto di essa, forma una cascata.

L’edificio è aperto all’ambiente esterno.

Frank Lloyd Wright

92

La Casa sulla cascata 1936

18. La prima metà del Novecento

Page 93: 18. La prima metà del Novecento

È posto nel cuore di New York, in uno spazio libero

da grattacieli.

I visitatori camminano lungo un percorso continuo a

forma di spirale, che si allarga dal basso verso l’alto

e si affaccia su un grande spazio centrale.

The Solomon Guggenheim Museum

La spirale è simbolo della natura stessa.

Lettura dell’opera 1943-1958

Frank Lloyd Wright

93

La luce si snoda come un lungo serpente, guidando

lo spettatore nella scoperta dell’edificio.

18. La prima metà del Novecento

Page 94: 18. La prima metà del Novecento

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