2011-09_ comunit… di bose

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Bose: Bibbiae libertàfr e ,na frase ce la l 'ad'z one'

monastica che Enzo Bianchi n-Dere cDesco: <C)opi o 'co-' - ò ò 'minc o'r. l l .ep-ero di Bose e" ' " b - ' " " ' "

fnrcc nr r nc mettcrc. i- - - r - n g ' o -co quotrd anamente, nel non adagrarsr, per-ct e rd , ta -onal ca e appJ.To .<vita >, nov -

mento, camm no, Un rnvto incessante a la. - ' .o \ r -^e d- n so .a.co e de c-ore, Nel lasequea cel l - r ico 'ecesscr io, Gesu r l Sgno'e,

l -h i rn rn :<<o rJnnn r renr ' rnn i ra n r t rc+ :

t 'aztaîe ce Cor-r 'e d lYag^a^o, sr l la Se-a

moren ca Lra lvrea e Brella steruerebbe a 'i-

r-onosr-e'e l ; n cco a co*rrtrLà ir cut c'rcola-vano le n . r rn le de Cor c i io .e la vOCe de l loSnir i ln cr rooerirr.r forme nro\/e d nreqeaTa

una testimonianza radicale, senza compro-* . - i ^ n * ^ . . 1 . ^ . A l ' . . r 1 n p l l z c n n o l . ì d e o l' l r ) ) l u l I l l l v l U 4 l r c , ^ l l d L d P l r , , u' ^ r - r ̂ ^ r - - - - . ^ ^ - ^ t ^ " ^ i , i . i . ^ ^ ^ . ^ ^ i , ̂ ,

l l z l c d rd Ld)d Pq Br v )P lL | ) l )u lu dÉ5 lu t

r r n ) . A l l : e o r , : n d c r h i e c . : e n f r i n e ' l : r c o -

6 èn71 a I acn '+ : l + i F I r ) i i ' i - .+^ -5

q l / d t r U J T / l L d 1 4 . I t l o | / r ) r L d L U ' U U d ) -

- - - ^ ̂ 1 , , ) : ̂ ^ - - i ^ - . ^ r c r c l o s L a L d a l a) d l u P t u u r r o l u i l | r r d r u

.nncd na pi.rr r co. ce1. de Pad' de dese.ro o oli s,^ri j-t de.a radiz o'e ro-asrca, ber-s l 'or i b iar^ch - e sob' 'ane.Le e ega-t idet le ediz ion Q qa on. [ppu e o soi t ' to e i-edes -o: se ah'e co--n Ta îaÌe îeg stes-ct r -nt crìno rlmîràte r^ - ofoldira, -eúen-

co ^ Co' rL ^a I ca 'sma degl ; r^ z i , se con g,. ^ ^ i ^ . ^ ^ ^ A . - . F . f ^ , - ^ - ^ f ^ - . - ^ ^ 1 . , . 1 ̂ ^d t t I d t | u u d r d L t d L U r d P r u r c 4 d L U r r r d u P v

razia, ron così a Bose, Ne e p'ova anche '-l-

' i-.. tef e-,: aoli a^n ci oe' la PenrecosLe di

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42 -SETTET/BRE 2011

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j:,.

- : - .è è ' a nv io a nersp \ /FnrF nFr2 qnè-

' -: '-.- =^!'? cuando 'orizzonte è chiuso,

- 1- :: €sl rc e la realtà ecclesiale è domi-^ )- '::r_ a .- :îoiore che come nebbia autun--=_: ..r.,a awoloe.e e intridere tutto>.' .: -:-pc della prova e della sofferenza. <in

-- :r:ca appianira sull ' immediato e sull 'at-- : - : \ \ à / 1 . 1 t è Ò ^ ^ h : n i ) ' i l r n n n n i n À i ^ " . 1 "\ \ ! r ru I vt | | to ptu i l Lvt o55tw ut pdt td-

': -: :! Derseveranza né tanto meno di eter-^ -z -?ter,i e le so.e'le di Bose ricordano il-: 's , ire della vita cristiana: <<L'incontro-:- I c che viene>. Come la sentinella di': : :: -- -a^o aîzzonle alla ricerca dei pri--- :1; : ' :e

'aloa e, a cri cniede quanto re-

-- := : - I -e, '-spordono: <Viene il mattino,:: :-:-e :. ̂ cte: se volete domandare, do-- ' : - :1- - . . : : - .e tnev, ver i re.> ( ls 2 | , | 2) .

::- - ̂ : e: ecco i l vero ruolo dei mo-- 1 - -:^' - : con-e dal a vista lunga. capa-: - : l - : a cr ' ,e . ta che è i l loro s imbolo: .::: ' : . c a celra r^otte, E di conrugare

fedeltà e perseveranza, due virtù che, <neltempo frantumato e senza vincolì>> di oggi,<<si confìgurano come una sfìda per ogni es-sere umano e. in par-ticolare, per il cristia-no>. Fedelià alVangelo e allatradizione mo-nastica, alla <grande nube di testimoni>> -Elia e Giovanni il Precursore, Antonio e i Pa-dri del deserlo, Pacomio e lYaria, Basilio eMacrina, Benedetto e Scolastica, Francescoe Chiara e tanti altri - cui fa riferimento En-zo Bianchi nelle Irccce spiituolt all 'originedella Regoic dl Bose, E perseveranza: nellescelte essenziali, in ciò che dawero conta,sapendosi sbarazzare dell'accessorio e diquanto ingombra il cammino, Da questedue virtù dipende anche la qualità delle rela-zioni e l'attenzione all 'altro, la caoacità disondare i cuori e le menti.

Fin dall' inizio, Enzo Bianchi dice di es-stato <abitato dalla convrnzione chemonaco sia innanzitutto un cristiano

w - , = - - - - = ,

chieser: 'c-a- :: :Scn Seccrc: :-: s:?eO Un Ceî l ,^ t t : - î :

dol moncsrc.:: 3:se,A slnistrc; u: a:'îs:i

anè / . - . -l r J L J X e ?

sont'Antan;c A::.er l i h i n t n c t t r . ^

dello vecchto ccDDe, cdello Con-' .c

sereognr

SETTEMBRE2Ol l -43

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llpriore diBose, EnzoBionchi, nei boschiintorno ollo Comunità.Ne//e due foto grondidell o p o gtn o successlvc,doll'olto: /e sore//edi Bose duronteuno celebrozione nellochlesc de/ monostero;olcuni ospiti in unodei cortili su cul sioffocciano gli edífiadello Comunità.

"generato" al monachesimo dal monachesi-mo stesso>>: non un cristiano sDeciale, maun semolice laico che in fedeltà al battesi-mo si pone sulla scia degli ebbri di Dio e diquei primi monaci che, in reazione alla pacecostantiniana, andavano nel deserto egizia-no muniti di bastone e di me/ote, il mantellodi oelle di oecora che serviva da unico indu-mento. Perché, come diceva Antonio ilGrande, <<i monaci possiedono solo due co-se: le sacre Scritture e la Libertù.

A Bose le Sacre Scritture, studiate, in-dagate, meditate, sono la bussola, E la liber-tà, iltratto distintivo. Una libertà che si espri-me nell'esercizio di un'altra virtù drmentìca-fa,la <<Dones)o>, il parlar chiaro e forte, sen-za ì veli delle convenìenze, delle prudenzeecclesiastìche o dell' ioocrisia.

Bose è insomma la testimonianza diuna vita <<altra>>, paradossale, e di relazioninuove: una comunità mista e interconfessio-nale, orofezia di unità. Ma c'è un binomioche forse lacarafrerizzameglio di altri. E il bi-nomio della tradizione monastica medieva-le di cui parla padre Jean Leclercq nel suoAmore perle /eftere e desidedo dl Dio, ampia-mente citato da Benedetto XVI nel discor-

so agli intellettuali francesi il l2 settembre2008: grammatica ed escatologia (accosta-mento apparentemente incongruo tra duerealtà che poco hanno in comune). Ma la<<grammatica>, l'amore per lo studio, il lavo-ro ben fatto, rl rispetto delle regole, la ricer-ca fììologicamente accurata è ciò che con-traddistingue lo scriptorium di Bose: nellemolteplici traduzioni dei Padri della Chiesao nelle altre imprese editoriali, dalle Regolemonostiche d')ccidente, per Einaudi, aitestisu Maria nella collana dei Meridiani Monda-dori e al Libro deitestimonl, il martirologioecumenico pubblicato dalle edizioni SanPaolo. Senza dimenticare la nuovatraduzio-ne del Salterio. E la Preghiero der giorni chepermette aitanti amici della Comunità di ce-lebrare le ore canoniche come parte di unmonaslero invisibile che dal paesino del Pie-monte si efende all'intera Europa e oltre.

erché Bose è anche questo: un mo-nalero senza mura, fatto di personeche alla Comunità guardano come a

un riferimento sicuro, di amici che frequen-tano i corsi biblici e spintualì o che aspetta-no con impazienzalaregislrazione in cd del-le nuove conferenze, le lezioni di Enzo Bian-chi o di Luciano Manicardi, le letture bibli-che di Sabino Chialà o di DanielAttinger, glìinterventi o le meditazioni di altri fratelli esorelle. Un monastero che con i convegniannuali di spìritualità ortodossa getta unponte verso I'Oriente cristiano, eliminandoincomprensioni e pregiudizi nel dialogo ecu-menico. In quarant'anni di esistenza, Boseha intrecciato rapporti con numerosi mona-steri occidentali, con i grandi centn spintualidell'Ortodossìa russa, ha ospitato vescovi,teologi e monacì di ogni confessìone, po-nendosi come luogo di uno scambio liberoe fecondo. Senza cedimenti new dge, senzacavalcare mode, ha proposto, nei libri delpriore (ma non solo), un'arte di vivere, unasaggezza dei giorni che parla al cuore anchedi molti non credentì e di uomini in ricerca,musicisti e artisti di primo piano, Come ilcompositore estone Arvo Pàrt, o il pianìstaStefano Battaglìa e il percussionista MicheleRabbia che a Enzo Bianchi hanno dedicatouno dei brani più belli di Postoroie (Ecm), iì

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l-: -: ^rc drsco. E poi la pratica della iectlo: . '., .e coníronto quotidiano con le Scrit----:, [^e Bose ha contribuito a rinnovare e. : =crcere in tutta la comunità cristiana.

uesro per la <<grammatica>. E l'esca-rologra? Essa è <<memoria del futu-rc>>. tensione verso il non oncoro, se-gno di un desiderio che sarà colma-

Resno, Perché i monaci, più di altri,^ : h i : r c r n r l i m n r e ^ ., ,_, _ r. , _wtsofla, In:e a cn1à defìnitiva La loro non è fu-

a - - - - : , îa [cerca, sequela: è quoererel=--,::.:aie Dio, Sovente Enzo Bianchi ri-

-: :-: -3 '. secc o da Costantinopoli scel-:: 1 . : :: :eser-.o. sulle tracce dei primi: - : ' : ' : - *Yc-aco e colu i che e separato:1 --: e -r.iro arutti)). La ncerca dell'unità

in sé stessi implica questo doppio movimen-to: il ritrarsi in una cella e l'aprirsi alle dimen-sioni del mondo, Coltivare il silenzio e la so-litudine come beni preziosi, amando pro-fondamente la compagnia degli uomini.

<<Nefla confusione dei tempi in cuiniente sembrava resistere, essi volevano fa-re la cosa essenziale: impegnarsi pertrovareciò che vale e permane sempre, trovare laVita stessu, ha detto Benedetto XVI desliantichi monaci. Ed e così anche per Bose Siil nostro è tempo di nebbia, di grìgiore e ditorpore spirituale, su questa collina del Pie-monte si gettano i semi di una stagione nuo-va, di un rinnovamento che non si intravedeancora, ma che verrà. Preparato silenzjosa-mente da quanti, come i fratelli e le sorelledi Bose, testimoniano la novità del Vaneeloe l' intelligenza della fede. Piero Pisarra

/n guestd col)nno,dall'olto: un cippo dt

pietra tndrco lo strodoperBose; un monoco

nell'otîo olle prese con tlroccolto dei prodotti

coltiv oa d o | | o Co m u nitò;scorcio dell'otelier dove

st "scrivono"

le icone,

SETTEMBRE2oI I -45

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e*

In principio erala Froternitàecumenica dì vÍaPiove a Torino. Poila maturazione dellascelta monasticadi Enzo Bianchie,sulle sue orme,dei primicompagnie compagne diawentura. Che siinstallano in unacascina isolata sullaSerra morenica dilvrea: ttle Bosett,

L'otrio dello Comunitòdi Bose come era untempo. Nello fotogronde: uno veduto dicome è oggr l/ compiessodel monostero.

poch i Îratelli a (Le Buche>>Come tutlo è iniziato:

ra i l 1963 e i l 1965 in un arco dit cmnn rn in r idpnr 'c ron ì l Conc ì l io\ / ^+ :^^^^ I r - T^ - i ^^ ^^ - ln iZ ia t iVa d iv d L t L d t t u ì r , d I v r i l r w , P E t I

Enzo Bianchi, giovane universitario iscritloal la Facoltà di Economia e commercio,prende corpo uno dei primi gruppi sponta-nei ecclesiali, Lo compongono una ventinadi cattolici, cinque tra valdesi e battisti, e unortodosso, che si riuniscono per leggere epregare la Parola di Dio, prima nei locali delseminario, in via XX Setlembre 83. poi a ca-sa di Bianchi in via Prave B.LaFroternttò ecu-menico dt via Piave - questo il nome che ilgruppo si dà ogni sera prega la liturgia del-le ore e una volta alla settimana, il lunedì,organizza un incontro biblico ll giovedì,grazie al legame del gruppo con le domusdella Pro Civitate Christiana di don Giovan-

ni Rossi, i cattolìci hanno la possibilità di ce-lebrare I' Eucaristia domestica.

È in questo contesto che alcuni mem-bri del gruppo percepiscono la vocazione auna vi ta di cel ibato. Bianchi la maturanell'estate del I965. dopo un'esperienza diquaranta giorni vissuta con la comunitàdel l 'abbé Pierre nel la bonl ieue di RouenGrand-Quévilly; altre quattro persone dellafratemità, due uominì e due donne, awerlo-no la stessa chiamata. Per dar seguito aquell' intuizione iniziale ricercano un luogoadatto ad awiare una vita comune insiemee lo individuano a Le Bose - in dialetto <lebuche>> -, una frazione di Ylagnano, piccolopaese sulla Serra morenica tra lvrea e Biella,spopolato dall'emigrazione contadina versoi centri industriali italiani, francesi e svizzeri.

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La Fratemità divia Piave già lo conosce e uti-lizza, affittando - in alternativa con un grup-ro di Pax Chnfi - alcune stanze presso le:asc rle de' pofo dove vivere giornate d, ri-:'o e cr preghìera.

al la f lne del 1965 Bianchi comrncraa nsiecervi da solo per lunghi pedo-di , anche se non ancora in modo

ceíìnrivo: è, ad esempio, a Bose I'B drcem-: 'e , e da l ì , con una radio l ina segue la chiu-s-z del Concil io Vaticano ll. La Fraternità di. a Piave continua a frequentare Magnano fì-^c al sertembre I 966, quando organizzaun:a-ro dr lavoro per risistemare la chiesetta':-aî ca dr San Secondo, in fato d'abban-:^- î . î 'ecr rner :da 2t . r r l to : e I 'u l t ima occa-: :-: ^ :u' ii gruppo si ritrova tufto insieme,: - -: a c';oerdersi, In ottobre, invece, j: -)-::. -enln della Fratemltà intenzionati: --l-.:=^ce.e:nsieme unavlta comune ce-:='?'3 lartolo a Bose. Per verif icarsi inr,i:-- C3C s c.e, i l 2l novembre Bianchi ha, --2.: 'o rocJio con il cardrnale Michele

Pellegrino, dal 1965 arcivescovo di Torino,che approva la decisione e assegna al grup-po il padre gesuita Eugenio Costa seniorquale referente e garante della comunionecon la Chiesa torinese. Dunque, un mesepiù tardi -trail)l e il 29 dicembre - la Fra-ternità celebra a Bose rl capitolo sui fonda-menti della vita monastica dai Padri dei de-serlo a Francesco d'Assisi, Tuttavia, mentreBianchi comincia ad abitare stabilmente aBose, gli altri membri della Fraternità decisia fare vita monastica maturano scelte di vitadifferenti e non lo raggiungono a Magnano:il giovane sceglie ugualmente di dar vita, dasolo, alla <Fraternità ecumenica di Bose>,

Gl i in iz i sono duri : la cascina in cuiBianchi abita è in condizioni fatiscenti, privad'elettricità, acq ua corrente, riscaldamentoe servizi igienici. lYentre la ripara, Bianchi simantiene coltivando l'orto e traducendodal francese ar"ticoli per alcune riviste italia-ne, A queste condizioni si unisce anche I'in,comprensione della Chiesa locale; il 7 no-vembre 1967 monsignor Carlo Rossi, ve-

-,f,' a

' , ' . ; ' . ' . .? -

Enzo Btonchrc Bose ln uno scatta

degli onni Ottonia.Nello foto in olto:

il cordinole MtcheleP ellegino, orcivescov o

dt Tonno, visita i frotellre sore//e dello Comunttò. i

SETTEMBRE 2011 - 47

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\lell'ctmosfero di gronde fervoreI \ post<onciliare che regnavo oll'tn-terno del mondo cottolíco allo ftne deglionni Sessonto, erano molte /e esperien-ze nuove che noscevano e i tentotivi dirinnovomento della vito ecclesiale. Manon tufte sarebbero durate. ll primogennoio 1970, in una delle Pagineconcfusive del suo Diario dell'esodo.Cronache dei popolo di Dio9'96A11970, podre Ernesto Bslducci,uno dei grandi intellettuali del cottolice-simo Dost-conciliore, annotovo olcunipensieri sullo neonoto Fraternitò di8ose, scorgendovi <l'immogtne di unoChiesa nuova che noscel: <Su di unocollino, nei pressi di Biello, un gruppo dicristioni di diversc confessione ho occu-poto, do due onni, le poche cosuPolelosciote vuote dal piccolo nucleo diobitanti migraa in cittò. Sono cose permodo di dire: ilvento fischia ta lefessure e la nebbio che Ie owolge sem-bro quasi diponarle e portarsele vio,Non c'è nemmeno Io luce elettrica. C'èlo fede porodossole di questi omici chesi propongono di preporore, in ossolutopovertà, il cristionesimo di domanbx J

Porticolore di unoscultu ro n el mo n oste ro.A destro, doll'alto:olcune sorelle net camPitntorno o Bose, uno deicortili su cui offoccionogli edifici comunitori.

scovo di Biel la a causa del la presenza dinon cattolici tra gli ospiti delìa Fraternità -

peraltro composta da una sola percona - lecommina I'interdetlo di ogni celebrazioneeucaristica e preghiera pubblica.

ello stesso tempo, pero gli ann' disolrtudine offrono a Bianchi la possi-bil i tà di crescere nell 'ascolto e nella

frequentazione della Parola di Dio e di cono-scere più da vicino le diverse forme del mo-nachesimo, tramite periodi di sostattzscotsipresso alcure comunirà euroPee cattoliche'riformate e oftodosse, Così, tra I'ottobre e ildicembre I 967, sosta all'abbazìa trappifa diTamìé. Conosce lYaurice Villain, già segreta-rio di Paul Couturier, padre dell'ecumeni-smo spirituale e nel 1937 iniziatore del Grup-

no di Domhec Soppio'na anche a Taizé, do-

ve il pdore, frère Roger Schutz gli domanda- senza successo - di dare inizio aL ramo cat-rolrco della comunilà. L'ar^no seguente incon-tra il mondo greco-otodosso, sosta al mon-te Athos e i l 7 luglio a l lanbul rncontrz i l pa-

triarca di Costantinopoli, Athenagoms LNello stesso perrodo dl tempo, nuovi

ospiti di passaggio a Bose - lYaritè Caìloni,unaragazzadi lvrea già conoscìuta ai tempi

di via Piave, Domenico Ciardi di Novara e

Daniel Attinger, pastore della Chiesa rifor-mata svizzera di Neuchàtel - gli manifesta-no i l desiderro di intraprendere l l suo stessocammino. Nel percorso iniziato da Blanchisono però soprattutto fondamentali la pre-

senza e Iaiuto di padre Michele Pellegrino'È per consigìio dell 'arcivescovo che Bianchi,

48 - SETTEMBRE 201 1

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r - ' ^oi 'r comprcndendone le rzgioni, fa ob-::: enza all ' interdetto comminato dal ve-.:: ' , c di Bi.^l ia. Con quef'ult imo, tra I ' inver-^c re l 1967 e lapr imavemdel 1968, hatre:: oqui infruttuosi: nonostante al secondo: : -er7o lo accompagnino pacre Eugeriol:ra senior e i l provinciale dei cappuccinil=.'-e Jc Y>zzè nertrq volte I 'ordinario- . -a ri giovane a lascìare la diocesi. L' inter-::*c cade proprio grazie al cardinal Pellegri-' I :^: | 29 gugro | 968 si reca a Bose per, . -:.: ia Fratemità è presente anche lYari-.= - '=-e una conlerenza sul tema Lo fede di::. ' : -e, Podri della Chleso e celebrare l 'Eu--:'=: a: i ar-crvescovo è intervenuto presso-- : - : .^or Rossi , 'acendosi persora lmente;: ':^-e della comunione tra la cattedra dii.- t 'xs mo e la comunità in formazione.

rail 3 e il 6 agosto l968 Enzo e Ma-ritè ne celebrano dunque il capitolodi fondazione; tuttavia, prima di in-

cominciare una vita comune insieme a unadonna, Bianchi comprende la necessrtà diuna presenza religiosa femminile di aiuto al-la nascente comunità. Pertanto, i l 7 otto-bre l968 raggiunge la Comunità monasti-ca riformata svizzera di Grand-champ, sullago di Neuchàtel - dove Marite ha già sog-giornalo tra aprile e maggio - e domandaaila superiora, suor Minke De Vries, di per-meflere a una monaca ditrascorrere un pe-riodo a Bose. Passata una notle in preghie-ra, suor lYinke acconsente, e i l giorno se-plrenfe suor Chrrst ianne Mérnz r in: r . ic ronv 4 | r P u r r L L v l

Bianchi alla volta di Bose, dove resterà finoal giugno del | 969.

J ln'esperienzo monostico nuovo,\) ma profondomente colato nellotradizione della Chieso. Questo è stot4sin doll'inizio,lo ftsionomia di Bose.Innovozione e recupero delle fonti,insommo. Anche nello preghiero. llbenedettino belgo F rédéric Debuyst,fomoso architetto e liturgtsta, ricordovacosi- in un articolo del I9B5 - Iaveglio di Trasfigurozione do lui yissutoo Bose j/ 5-6 agosto l97B: <Mi trovovoo Bose per lo veglio di Trosfigurozione,e ho potuto vedere 200 o 300 giovani,per la moggior porte seduti per terra,oscoltare con la piìt profondo attenzio-ne i commenti scrifturistrci e patristiciche i fratelli hanno proposto dei tretestf dellc liturgio. Ciascun commentoho preso mezz'oro, tre quarti d'ora,senza il minimo segno di stanchezzo,.La celebrazione si è syo/to nello piccolachieso romonico che i fratelli ovevonorestouroto e che il porroco del poeseopre loro per le grandi occosioni. Quon-to intensitò di vito vi è in questo piccolanavota bianco, irrodioto di luce, in tuttiquesti sgucrdi diretti verso l'obside, everso lo grande icona della festobt. I

Scorcto del loborotonodi ceromrco. A slnlstro,

d ol l' olto : frotel M otthi o sol lovoro nella suo

stonzo; lo spazro delmonostero dedrcoto ollooccoglienzo degli ospitt.

SETTEMBRE2Ol l -49

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J o Prowidenzo ha collocoto il mona-I I stero di Bose nel territorio dello

nostro diocesi. E uno grozia certsmenteper tutto la Chieso, ma in modo porticola-re un dono de/ Srgnore per lo nostro Chie-so locole)). Un'offermozione del generenon può che fare piacere. Mo se o pronun-ciorla è il vescovo di Biella, monsignorGabriele Mono, allora acquisto un sensoancoro più forte. 5i perché ogli inizi fuproprio un vescovo di Biello, predecessoredi monsignor Mana, o porre l'interdettosulla neonata Comunítà di Bosg troppo -pericolosomente troppo - ecumenico.

Da allora, fortunatamente, tantoacquo è possota sofio i ponti. nSe c? stotoqualche incertezzo all'inizio>, continuamonsignor Mono, ((poiè stoto sempreevídente il riconoscimento che in questomonostero c'è uno grande ricchezza. llmio predecess ore, monsignor MossimoGustettr, ho opprovoto la regola monosti-ca. E oggi ci sono ropporti intensi tro lodiocesi e il monastero. Tutte le volte che civodo per incoraggiore i frotelli o per prego-re, sono ommiroto ed edificoto per l'inten-so occoglienzo froterna. ll monostero rap-

presento onche un punto di riferimentoper tanti fedeli diocesoni, per la preghiero,l'ascolto dello Porola e per lo spirito ecume-nico, che cerco infaticobilmente il comminodel diologo e dello comunione.I grondiconvegni ecumenici e gli incontri organizza-ti con gli uffici Cei, soprottutto in compoliturgico, sono uno ricchezzo e uno risorsoo portoto di mono onche per nob.

<Ci sono anche rapporti concreti dicolloborazione>, aggtunge monsignor Mo-no. <Fratel Lino Breda è ne/ Consiglio posto-role diocesano, mentre fratel Guido Dotti èdelegoto diocesano per l'ecumenismo e ildialogo. Anche nei percorsi di formazionedei seminoristí i monaci partecipono coninterventi qualificoti. Lo diocesi, insommo, è

fonificato do questo presenzo di preghiera.lnoltre, tra i frotelli e le sorelle di Bosg cisono onche alcune vocozioni note dol terri-torio. G sano molte Dersone dello diocesiche sono offezionate o Boss socerdottrelrgrosr, Ioicit, conclude il vescovo. <Lo

foale occessibilitò permette di andareonche solo per pregore insieme o per cele-brore i vespri. Sono futti momenti moltoimportonti di ricarico spirituolett. o.p.

Nell 'autunno del l968 Enzo, I ' lan-e esuor Christ ianne, cui s i uniscono Daniei eDonenico, in iz iano 'a lo-o vi ta co^îL^e,chiamati a crescere verf cando le proprieinturzioni ;niz ial i . Al l ' in iz io non c e "ego'a, senon alcuni passi della Scrjttura: un brano diLuca I B (l abbandono dìtutto e la <<sequelaChristi>) uno di lYatteo l9 (la Parola di Ge-sù suglr eunucl^i), i sommad dei capitol 2 e4 degli Atti degli Apostoli sulla vita delle pri-me comuri tà cr ist iane: vivere, pregare,\ne77lre il nane e lodare Dio insieme. lYanonostante <il Vangelo resti la regolu, giànel capitolo dell'agosto l9óB Bianchi elabo-ra alcune (dracce spirituali per una vita co-mune)), indicandovi i tre principali servizrhe la Conrrrr i fà onera: <La r iconci l iaz onetra cristiani separati>>, <il dialogo nell'acco-glienza di ogni uomo>>, <<l'attesa del Cristonella vita comune chiamata monastica>. LaComunità - aggiungono le tracce - adem-pie tali ministerì <in obbedienza all 'Evange-lo>>, <<nella vita comune>>, <<nel celibato>> e<nella povertà>. nel non accetlare altra sus-sistenza se non dal proprio lavoro, Per que-sta ragione i suoi membri lavorano da sala-riati: Maritè e Domenico all 'Olivetti Enzoinsegna in una scuola media di lvrea, Danielcura ilservizio dor,elcale presso la Comu-nità valdese di Torino,

I centro della vita spirituale della Comu-nità, <il cibo della nostra vita da cristia-ni>> dicono le tracce del 1968, è la Paro-

la di Dio, intorno a cui si strutturano I'ufficio. ^mrnc t rp r in l tp : o in rnn c l : n reoh ie ra- ' * r ' ' ò " ' *

personale, condotta- secondo ll metodo del-

la lectio divino. Dal l'esperienza del I' uffl cio co-

mune prende progressivamente forma lapreghiera specif ca della Comunità, formatanel la tradizione l i turgica del le Chiese maaperta <<alla mentalità e ai bisogni dell'uomodi oggi>. Aiutano poi a elaborarla i tentativigià compruti in questo senso da "Les Veil-Éurs" negli anni Venti, da Égirse et liturgienei Quaranta, da'le Comunità di Pomeyrolef aizé nei Sessanta, Nasce così nel 1968,in 250 copie laPreghiero dello Comunitò ecu-menico diBose, che mano a mano arricchitada una maggior conoscenza del le l i turgieorientale ed ebraica prima confluisce nella

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Preghiero per lo Comunità. Brevroio ecumeni-co per l'onno liturgico (lYorcelliana, 197l) epoi nella Preghíero dei gornr, Ufftcio ecumeni-co per I'onno liturgco o curo dello Comunitàdi Bose (Gribaudi 1973). Sempre pressoI'editore Gribaudi, Bianchi pubblica i volumillcorvo di Eho. Uno rntroduzione allo preghie-ro (1972) e Pregore lo Porolo ( I 974), un te-sto che conoscerà molteplici edizioni e chefarà riscopnre il metodo della lecao divino.

Le tracce del l968 deflniscono ìnol-tre la ricerca dell'unità dei cristiani (un ser-vizio speciîco>> della Comunità, <<nell'annun-cio al mondo>> operato non per una Chiesanuova, ma <<in comunione con la Chiesauniversale>>. E per svolgere tale servizio cheia Comunrtà, a parte la presenza mantenutaa Torino dal 1970, dal 197) - e frno al 1977- apre una Fraternità a Saint-Sulpice, nelcantone svizzero di Neuchàtel, una zona aforte densità d'immigrazione italiana evisibilmente segnata dalla divisione tra la co-munità protestante e quella cattolica. Nellostesso desiderio di riconciliazione, all ' indo-mani della Guerra del Kippur (1973), laComunità sceglrerà di aprire una propriaFratemrtà a Gerusalem me.

Infine, ciò che le tracce del l968 def-rrscono una <<comunità prowisoria>, po-rendosi <<sotto il giogo della Scrittura>> ereila concretezza dell'esoerienza vissuta.îatura progressivamente anche la propria.egota- E nella grande tradizione monaslica- studiata e nletta in un ritomo alle fonti -

che la Comunità cerca e progressivamentescopre le proprie radici: in Basilio, specie ri-guardo alle strutture di cui la Comunità pro-gressivamente si dota, in Benedetto, per ilministero della preghiera, in Francesco d'As-sisi, per lo stile di vita, in Antonio e nei Padndel deserto, in Pacomio oer la vita nella for-ma della comunione.

ano a mano così arricchite, le trac-ce del | 968, diventano la Esortozo-ne ol fratello che entro tn comunità

del | 97 l. Stesa da Bianchi nel corso d'unasettimana di ritiro nella cella della Comunità,distribuita e discussa dalla Comunità con al-cune modifìche, l' Esortozione viene aDDrova-ta nel capitolo ceiebrato ai prrmi di ottobredel l97l allabbazia di Fontanella a Sotto alMonte, vicino Bergamo. E sui 48 paragrafìdefìnitivi di cui la regola risulta composta cheall'alba del )2 aprile | 973, dopo la veglia pa-squale, i primi sette fratelli, sei uomini e unadonna, professano solennemente di viverenel celibato e nella vita comune. <<Da 7 annisono qui, da 5 c'è la Comunitil, dice EnzoBianchi in un passo della sua omelia di quelgiorno, <è stato un tempo duro... Siamoavanzali come Abramo nella solitudine dellanotte. E Dio ora porta a termine qualcosa,una tappa, della nostra risposta a lui>>.

Da quella tappa, da allora a oggi, tuttigli altri fratelli e sorelle entrati in Comunitàhanno fatto professione sulla stessa regola.

Alberto Guasco

Uno sorella dl Bosenell' otelier delle icone.

In olto: veduto notlumodello chiesetto di Son

Secondo. Nello pogtno/-lrc.èàAnfa' t nn àoì

monoci in preghiero.

SETTEMBRE2Ol l -51

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è ccogl e,^za e d sc, ez,one. So iudi^e

Q e incon ro, Semp ic La e ' igo 'e, EB Lra senLirs a casa e i l r iL-ovat-s i r

carrm no con sé stessi , senza scont i , che. - - - . .1^ - ' i ̂ ^ , ' i de l mOraSte-o d iu ) ! 4 r é ) u ) L d u c E I u > P r L l

Bose, Nessuna fbrmalità è rrch esta, né con-. - ^ 1 . . . ì c . n r r ^ î n t n n c r n n n d iL q ) ) d d 9 u o r r o ) L v u r u u ! ! v u u u l

. - po cof " Co - -^ i la t 'o se e p 'oor ioa p . r a r J q n e i t o n r ' Ò f Ò n a i Ò n t r r ' o \ n ; e- f ' " r r ' Ò ' r - '

:emp d c ascuno che ha fatto desiderare atant romin e dorrne d fermars p iù a un-go, <Cgnuro m dava l ' mpress one d esse-r^e se stesso, dr non essere omologato), dr-ce flatthias Wrrz 38 anni, sv zzero, rfor-mato, ricordando pr mi incontri con ia Co-runi ro l -s eme d un g"Lppo d i g iovar caltolici e rforrnat visrta Bose negli ann No-vanta; <Cercavo la m a strada n questoomb et te,

' 'equentavo Taize, :e l l vo ur ìa

rnonaclch amata per lav i ta corrJre) La d jmensio-ne ecumenica, < fat to c i 'e nor dovesstcambiare Ch esa per s.are a Bose>, l 'atten-z ione a l la l turg a, 91 harrc iar to tnet tereradici in questa Comun ta rta ana a Dr-eva-lenza catto ca: <Essere nirorarza ha íattorisorgere la mia iderrtità riíomnata, S, cord -

vide tutto I 'essenzia e, si ira asc ano e r^ c-chezze non necessarie, E i farto che p lo' e r o r s i a p ' e l e e . r L a . ' a c i ' e [ : o ' e c o r -fess ona e catto rcu l l dover" r ruttctare al-la Santa Cena per essere

"osp tato" a laYessa sel t -aîd e . i accer-o pe c i e , d cecon se ren i t à , < l 'Euca r i s ta e pù g randedel l anoad -onenza con [es: onale, ,

lYatthias è uno dei monacl che cura erelazloni con l 'esterno, in padicolare con astampa, grazie al a sua esper enza di g ornali-. , , ' _ r l , - . + . , - l ^ ^ ^ L ' r . . ^ r r n I n , l a r a n) l d l l l d t u l d L d , u u P U r d d u r d i l L q L L q q , l L

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52 - SETTEIVBRE 2011

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g o i -na e d !osarna, < ln Comuni tà la d i -'s ià de e D: Ì -sore s i rversa anche ne lee-se : . : , rar cr a seconda del e dot i d: . - ̂ r ' r - : : sa, Traduzioni da e n f ran-

- : - . , . d ' ' c e e D e t ' c o l . e g t r -: - - ! e ^ z a d e g o s p r l p o . e -

, . - l - e .e de la Rforma e cura del: - - , -: : spec f co, le sue attlvttà la-

. . . , .' O .to , 7q ''lona( (1o lra-: : - - - ^ ^ A l - , L l ^ - ^ f ^ - - E ^ , ^ ^ f ^ ^: : . - - e d i c . , o o p r o e : s 5 p r o o a - -. - i oos-u la1l I lo - îa \ Ia segrd-' - - - ' .ens , come vuole a t rad z ione,

r rd -oîoc: e pe ' f 'or regg a 'e Ie 'c l - iesre

se-p'e p r ' ìUffie.o:e d ospralità, Cos lapr ma cappel ina rn pietra e legno, nel corti-le comune dove n passato sr sostava ach iacch ie ' a ' eco^ g i osp iL i copo i pas r i , ec -\ / t rn t : t ; qn :z n

" n tc rnn" r. . . - . - - r - - - . - ' n e n l r e s o p r a r e

futtori è stata costru ta a nuova foresteriae, a 'ombra

degli alber, è stata realizzataLr dred con se'vizi se.VoTd a$ scou. e ochr intende soggrornare n tenda.

Al di là deilofto, vecch e stalle riadat-tate, su cui sono stati installat panne I foto-,o l a c . occo goro 'aborzror

ar t g ana , Bo-.e e co -e - î prccolo paese c l^e reg i a^^ i ecresciuto ogg il monastero cosiituisce20 oe r ce r to ce a oooo laz o re c i Yag . .ro , e r 70 pe r cen to d que la t ra 20 e I 50ar-ìn r-l a lt'toll a con

'amb ente c rcostat't

fa : a t ' : nc n : r - t a^ r r -. - _ - . F _ p e - n d D e e l l a

S E T T E I M B R E 2 O l 1 - 5 3

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t'na citozione biblico,ne i<n q i l ln hicfrn

nello Froternità di Boserhc <nroe n Ò<i lnt

in Puglto. Nello foto qutsotto: sore//c Notolio,rocnnncnhila àal

loboratoria dellemormellote,lnslemecon tre monochendndncsp plinni

nsh i f i ner r tn h ,onaàn

dr rif lcqsinnp n Bnqc

.^^ . i " ^ m{ l ìn r+r ^ . .1 " , .1 .11^ ' , ^ - .h i ^ ^ i ^+ .^)vur ro E r4 i l i l r4Lo, Pdr rd ud i lg vgLLr L rE Pr t rL r E

restaurate e dalle nuove costruzioni realiz-zate, ll tocco di architetti e artisti, che vivo-no ira i fratelli e ie sorelle o sono amici dellaComrrni là. s i cool ie nel le sculLure e nel e in-stal azioni aflsse alle pareti. seminate su pra-t i ^elre rnne c nei nrradri col locat i nel la sa-lerta per i colloqri. | ' Legni ' di MargheritaPavesi, i colori reinventati delle icone di Giu-seppe Cordiano, i vescovi arcigni ed etereiusciti dalle mani di Granni Beccafichi sono al-cure delle opere che s rincorrono negli spa-zi di vita comune, Un piccolo ma affascinan-te museo de'le ,cone racconta atlraversoi diversr srili: etiopico, iLalico, copto, bizanti-n n - z z d c l n r i m a t n d c l l : r i i t : c n i r ì t r r : l e. . " ' , r ,sull'esteticu, dice Norberto, uno dei mona-ci che si dedica all ' iconografìa. Insomma, dauna passeggiata nei prati, dove è ancorapossibile sentire i profumi delle stagioni, auna sosta in chiesa, con il sottofondo dell ac-qua che scorre rella vasca sul fondo, fìno auna visita atlraverso i vari locali comunitari,Bose rimanda mille suggestioni e mrlle possi-bilità di fare silenzio e cercare la strada,

Le rcone sono uno dei tratti che acco-gl ie chi s i avvicina al la Comunità. Espostecon delicati ikebana accompagnano la pre-^L l^ -^ ^ - r t ^ -^ / ^^^ r t^ :o a seconda de ll l r i l g r d L r I L r r E ) d . L 4 r r u r d l

perìodo iturgico e della festa. Il laboratoriodel monastero che ha la sua capostipite in

Raffaella sorella che ha lungamente soggior-nato nei monasteri greci e ha iniziato tantrfrarelli alla scrttrra delle icore è ogg affì-dato a una decina di persone, come Norber-to: <<Sono stato il numero 55>, dice, <Era il1995. La scelta scioccò la mia famiglia; in unmomento in cui la Chiesa era molto sbilan-ciata sui movimenti, questo posto era vistoa ^ m é , t n x r e : l + à r r n n n ' " c t . " ^ " " , ^ ^ ^ . + ^L V r r r u u r r o r L @ r L o u r r y v J L I d l l o , u l I P w ) L w

diff lci le da collocare, dove non c'è niente dafare che non si nrrò etirhettare>,

mil iano di or igini , al le spal le studi inScienze barcarie e poi dell'educazio-ne, Norbefto conosce la Comunità

con un camPo scoul, por rrascorre un rnesein Brasile in missione con iL Pime, e quindi ri-ro^na per panecipa"e a un triduo pasquale,Quando approda defìnitivamente a Bose si^ ^ + . - l ^ ^ + - ^ , , ^ ^ , . 1 ^ - - ^ ! . ^ - ^ - i . . ' , , T - ^ , , .P W t L 4 U E t t L t V U t L d U V l d t t U O P t

g l t ) 4 , \ \ | V V O -

re contatti signifìcativi per llumìnare Le ragio-ni profonde della mra scelta di vita>, La rispo-sta arriva dall ir contro con le d vers rà deglialtri monaci. <Qul condividi rL quotidiano.oî nersone che ror +i sei scelto, La divers -

tà è una dimensione che deve essere coltrva-ta dentro di noi. E i l cammino di ciascuno èun continuo approfondimento, una pazien-te atlesa>. A volte, dopo un periodo anchelungo, alcuni lasciano: <E meglio un uomo fe-lice che un monaco triste>>, commenta Nor-

:tri*,$uFl. t itot'gg

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berto, dando un'ultima occhiata al lavoroche sta ultimando nell'atelier, Per le icone almonastero arrivano richieste anche da fuoriItalia. Le più frequenti sono la fìgura di lYaria,con e senza bambino, la Trasfigurazione e ilCrocifìsso, in parlicolare quello di Bose, unGesù in croce con gli occhì aperti <A parteTeresina, Charles de Foucauld e GiovanniXXlll, persone che sono signifìcative per lanostra Comunità, non facciamo icone di san-ti modemi>, spiega Lara, che lavora nel labo-r^atorio delle sorelle, al piano strperiore. Ta-vole, colori, cavallefli, l ibri, e pezzi di legnoraccolti nei boschi sono sparsi nel locale. Lacorleccia di una betulla è diventata un librosacro, mentre piccoli tocchi, con una vec-chia mola, stanno dando vita a una sculturaintitolata Lo Spirito oleggovo sulle ocque.

Lara è torinese, ha una laurea rn Archi-tetLura, ha seguito un cammino parrocchialetradizionale, approdato l2 anni fa sulle colli-ne di Magnano. <<Ero venuta a vedere, sonotomata per imparare a suonare la cetra, quin-di mi sono fermatu, Dopo l'orto e la cerami-ca, si è dedicata alle icone: <<Questo lavoromi ni : re nerrhó f : i dc l lc rnnjp m: sei rh i : -

mato a dire cosa vuoi esprimere del miste-ro>, Ha seguito diversi corsi, come quelrocon Giovanni Ylezzali"z", uno dei più qualiflca-ti iconograf italiani, e racconta con dimest-chezza le varie scelte artistiche, i oercorsi

per cofruire scene inusuali rimanendo fede-li allatradizione, Ie chiavr per leggere i signifì-cati diversi in opere apparentemente uguali.

T a mia idea dr vita cristiana si e in-<< I .contrata con la proposta di Bose:

-l-lricerca biblica, vita comune, lavo-ro e preghiero: Nimal ha 37 annì, è nato aNapoli da genitod srilankesi, è cresciuto aRoma ed è uno dei tre fratelli che lavora nellaboratorio di ceramica, Laurea in Medicina,specializzato in diabetologia, spiega i diffe-renti procedimenti per lavorare la cerami-ca, il Gres o il Ral<u; e racconta di comeogni oggetto prodotLo dal laboratorio siaun pezzo unico: <<Non c'è produzione indu-striale, tutto è manuale>>. Dal laboratorioescono cafici, patene, lampade e altri ogget-ti per il servizio liturgrco, per le case o pezzidi arredamento, che sono venduti agli ospi-ti in un locale all'ingresso del monastero, do-ve c'è I'accoglienza, e dove trova spazio an-che la l ibrer ia e i l reoano del le conserve.Ceramiche, libri e marmellate sono tre deiprodotti che fanno apprezzare il marchioBose fuori dalle mura del monastero,

L'edrtnce Qiqajon ha in questi anni con-quistato una qualifìcata nicchia di mercato,parlendo dalla fllosofìa di <pubblicare testiche altdmen| non sarebbero stati conosciu-ti> dice Elisa, che con Marcello e la collabora-

Un frotello e olcuni^chit ; hr^6n^^ hr;mn

à a l a , n n . n ; n î n m ' , n i + àt L w u t v v t r t u t t r t u .

Nelle due foto in bosso,àn <int<rra' frntcl Ct t iàn

in uno aet cortrli; unosorellc ci lcvoro nell'orfo.

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Tì o/ t 983 it lavoro di studio e di ricercolJ delDriore e di olcuni fratelli e sorelledi Bose si è concretizzoto onche ottroversole Edizioni Qiqajon: esse prendono ilnomedoll'olberello che Dio fece crescere sopra latesto de/ profeto Giona per dorgli un mo-mento di gioioso riposo nello frescuro.L'ideo di proporre testi dello trodizioneebroica e crisriana che cercossero di unireserietò di impionto con uno stile di oltodivulgazione ho poco ollo volto preso corpoin uno quindicino di collane, per un totale dicirca 400 fitoli, quosi tutti oncoro regolar-mente a catalogo. L'intenzione è di offriretesti copoci di invogliare i lettori menoesperti in un determinoto compo, senzoche quonti lo conoscono meglio rimongonoprivi di cibo per lo loro fome: un equilibrio,questo, che può essere perseguito onchenellinsierne dello produzione, abituondo ilettori o ricercore autori e collone secondo illoro livello di conoscenze e di interesse.

ll pubblico che le Edizioni Qiqajondesiderano roggiungere è in primo luogogue/lo interessoto al mondo relrgioso crisfic-no, senzo trascurare quonti sono ottrotti dol

vissuto cristiono nella storio e nell'oggi,indipendentemente dol loro credo relrgioso;esiste onche in ltolia un pubblico ottentoalla presenzo cristiono nello compagniodegli uomini e o//o possione per il bello cheonimo coloro che hanno vissufo o vivano conmaturità e discernimento lo propria fede. Ivolumi editi do Qiqajon tendono perciò aoffrire uno semp,ice e lucida proposto didialogo, bosoto sul rispetto reciproco e sulloconvinzione che nullo di ciò che è outentica-mente umono può essere estroneo ol cre-dente. Così nel corso degli onni si sono svr-luppote le diverse proposte: outori cristionidei primi secoli di oreo greco, lotino, siriacae orientole; opere di rnsestri rabbinici medie-vali e di pensotori ebrei moderni e contem-poronei; pagine note e meno note di podrioccidentoli medievali, introduzioni e com-menti a libri e temotiche biblkhe e spirituali,autori antichi e moderni dell'ecumene cristia-na che abbraccio diverse confession6 testimoni e voci autorevoli di oree cristiane an-che "marginoli", come quelle ormena, coptoo cinese ontica; testi dt sapienzo umano o diaftlato poetico e spirituole copoci di fornire'!enso" per Io vita personole e Ia conviven-zo civile.Insommo, il qiqajon, il piccaloalberello, è cresciuto, hc messo rami e fron-de, cercando di predisporre un luogo dipoce in cui sostore per pensore a ciò chepiù sto o cuore, in solidorietò con gli uominie Ie donne del nostro tempo. g.d.

: *

z innc d i r t rp qe nerqnnp e l : rccnoncah i lc

celre varie fasi ci lavorzz;one dei tesri. Trenta-tré alni, veîela, lar"ea in Filosofla, ha cono-sc uto la Cornun tà duante ur weel end pe'o iov :n , N le l ?001 p romer : ' , ,M i h . . ^ t ^ i - ^ t .ò . - . - . . . - - - . . - . J , \ \ r i l r r d L U T P T L U r d

nreoniem e I 'ecqenz. ì l i rà deo rr f f ìc i [ ]na Co-Y " 6 " " ' �

'nunità giovane che anirz igiovani>. l l latLo dessere una Comunità mista, dice, è <una ric-chezza, con tutta a difficoltà che il contìnuoconfronto con I'alte'"ra d genere compofta),

due volti della Comunità sono voluta-mente d is t inguib i i : donre con la gonna/ , , ; . i - t ^ - l É 1 1 - r ^ . l ^ i + , , . - . i(<e sLdto u I rc re oLJrLUdr s r a n îu f c la 'e a

i c : n c ) . l i r c F l i q r ) e : h 1 6 l i r , , n a i - al u o l l J l / , u l L L L l l J o / L o u . v l L U l

S l l U L V I I L O P -

nr r r r io z,Ner rà- ìnÒrtÒ ron f rate l , non s i

lr:tt: rli f:re hrtr:o ic ideoloo che di ricxnr-- i . . ' ] ^ ^ . ^ ^ - i * . - l i . ^ + ^ - ^ + ^ - . : . l A ^ ^ ^ - ^) t u t r B t > P ú t , t r d u r ) u L L U j I q L L t r r ) , d u t r r r q L v -

muf e), agg unge Artor^e a. ri la"ese, entra-ta nel 1995 e da dre anr^ i e let ta dal 'e sore l -le co.re o.o re.norsabile, <Cccorre fareun graîce ,avoro sJ di se imparando a esse-re dono>>, Le sorelle, che vanno dai26 ai 6lanni, condividono la stessa formazione e lanrephier; cor^ i f 'a1e l i. ma hanro de mo-r ' ' b " ' " '

menti separati di confronto.Tutti. fraLe li e sorelle, corpreso chi fa

lavoro rntellettuale, una volta a settimana sioeo cano alla puliz:a delle stanze degl osprtr.t r ̂ , . - ^ - . r ^ r - f - , + - À - - , , . - . t laSCianO la SCrVa_L 9 U d l t u u t d i l u L L o g t r o L u r c

ria oer scende.e ne camoi a [are la raccolta.' - - - ' ' - ' - * ' , T

Gran parte della frutta flnisce nelle marmella-1e r,îo dei nrimi lahoralori del mor^astero,messo su as i inizi dallo stesso Bianchi Le- ò _ - * - -

$f'l'tfti;:,

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amarene di Bose, con sette passaggi nella sci-roppatura, o la confettura di arance tagliatea mano, ma anche i marroni al rhum o lesemplici albicocche, le più richieste, costitui-scono un piacevole motivo di conversazio-ne tra gli ospiti a colazione. Ogni anno circa25 quintali di frutta di stagione f niscono trale manì di Natalia e delle altre sorelle. Unametà è deslinata alla vendita, I'altra al consu-mo interno. <<Facevo I'infermiera, lavoravocon poftatod di handicap adulti. Dopo uncammino parrocchiale normale, tra i 23 e i25 anni, con I'aiuto della mia guida spiritualeho capito che vivere in modo signifìcativo lamra fede poteva signifìcare scegliere la vitamonastica>>, racconta Natalia, di Treviso, incomunità da)7 anni, Aveva letto ì libri diBianchi, come Pregcre lo Porolo e, dopo avervisitato anche dei monasteri tradizronali, hascelto Bose: <<Venìvo dalla lezione del Vatica-no ll, mi faceva problema chi pensava che esi-ste una vita cristiana superiore, quella mona-stira e trnr norm:le ner j 6grnunj mortali.Qui ho capito che non correvo questo ri-schio. Bose mi ha convinto per come la vitaè strutlurata. È proprio questa quotidianitàche ancora mi parla>, Oggi a quasi 30 annidi distanza, <l'intuizione avuta è confermatanel suo contenuto e signifìcato essenziale>>.

Anche fratel Lino in Comunità dal1983 parla del cambiamento di questi anni;<La foza della Comunità è nell'andare a fon-do della propriavocazione personale, che di-venta cammino di comunione con la diversi-tà dell'altro, Questo si percepisce con slan-cio all ' inizio, poi diventa fedeltà negli anniche passano>. Volto sorridente e voce paca-ra, Lino, che si è laureato in Farmacia a Pado-va, dove ha incontrato Bianchi che tenevadegli incontri con i giovani universitari, è unarelle colonne dei convegni internaziona i:'re rl monafero organizzadurante I'anno, inr: '- icolare crell i con le Chiese oftodosse.^--*^ - - ! i+^ -^- r^^ +- | d i f ídent i monaciJ : J L s 5 r d u r L U d r r L r r g L r o I

:: ^'ìonte Athos, Lino mette In conto senzal ^ - - ^ ^ ; r . \ ! ^ l l - . , 1+ , COmUne : <Le f e_= , c r g a P g r r L 4 u g i l 4 v t L (

--: - le.rnetlono di arrivare all'essenziale.I =- -cnasiero è tentato da una vita irrea-: . ^as:ra comunta non vuole saltare nes-_ - ^-__^__:^ \ /^_ì r -*^ ̂ SSere Vef i . L 'amO_: - _ -)l<5rv. v uEildl ru tr:

=: :^:-re mancanza, rende poven, umiliu,

\ Jeg l iann i i l cammino d i fede s ies-((( | \l senzializza, il sogno della vìta co-

I \ rrn. diventahofto sfumato,esce dalla idealizzazione>, aggiunge un altroveterano, Luciano Manicardi, emiliano, 53anni, entrato a Bose 30 anni fa e di recentenominato vicepriore. <<Le cose di fondo re-stano immutate, come la centralità della Pa-rolu. Dd 2000 maestro dei novizi, Manicar-di aggiunge; <<Perconoscere meglìo me stes-so, chiarire dei miei nodi, intorno ai 40 annimi sono interessato di psicologia, ho tenutodei corsi di formazione soprattutlo in am-bienti protestanti svizzeri e francesi>>. Unaformazione che oggi lo aiuta nell'accompa-gnamento dei giovani che chiedono di en-trare in Comunità, con i quali i problemimaggiod sono di due tipi: da un lato la ne-cessità di ricevere un'iniziazione totale allafede, di fare discorsi che venti anni fa eranoparte di camminivissuti e condivisi, <su Bib-bia ed ecumenismo)) per esempio, e oggisono invece lontani. Dall'altro i nodi irrisoltidi natura psicologica, affettiva, sessuale:<<Non si può scambiare un blocco affettivopervocazione. E nemmeno si può cercareun abito monastico per acquisire un'identi-tà a buon mercato>>,

Poiché da tempo il fondatore ha dimi-nuito la sua presenza lasciando emergere al-tre personalità, è lecito chiedere oggi alvice-priore come sarà il domani se Bianchi do-vesse dare le dimissionr. <<Enzo non ha unsuccessore, è una fìgura unica>, dice lYani-cardi. <<Non so come sarà il futuro. lYa chipresiederà dovrà necessariamente sviluppa-re l'ascolto comunitario, la collegialità e la si-

Nimol, uno deifrotellidello Comunitò. duronte

un tumo tn cuctnoe, nello foto sopro,

lnsleme o Emiliano ollavoro nel loborotono diceromico. Nello pogno

hrcr"�à"�nttr rlnll'nltn

Motteo negliufficiàall ' aàitrira Oinninn'\é'Y"J""'

un'icono che rofftguroscn Bcsl/lo offrescota

su uno dei muridello Comunità.

nodalitù. Vittoria Prisciandaro

SETTEMBRE 2011 -57

Page 18: 2011-09_ Comunit… di Bose

Come ognimon:rstero viYo,anche Bose ha datavit4 neltempo,a nuove Fraternità:prima nella CittàSanta dei tremonoteismi; poia Ostuni, in unamasseria affacciatasull'OrienteortCIdosso; poi nellaterra del Poverello.

Son Benedetto in unoirnnn nffrc<rnln <t t

uno dei muri di Bose.ln olto o destra:ln cnnnelln rlclln' " - " r r ' ' - - _ "

Froternità di )stunt,

fflq. {/1íi^0r,il t

l4f- lE"rno '€t-

Ostun i, Assisi, Gerusalernrne:piccole Bose crescono/ì offe pancìute, aliungate. Civetre.| -L'antico simbolo di Athena, dea del-\-/ la Sapienza, preso a prestito dai mo-naci orientali, animale notlurno e solitario,ti osserva con i suoi occhi penetranti. La tro-vi dapperlutto nel monastero, su vetdnet-fe mencole sr r l nortnne di inorcccn F rrn ce-, " " , , , , 6 '

gno, il legame con una tradizione secolareche ancora parla, e ha una scintil la di novitàanche pen le donne e gli uomini che vivononell'era del Web 2.0.

Novità oggi come ier i , come qua-rant'anni fà. <Qui ho trovato quello che cer-cavo: ritornare al cuore della vita monastica,secondo le indicazioni del Concilio Vaticanoll>. Guido Dotti è stato uno dei primifratellia condividere I'esperienza di Bose. Quandoè entrato, nel 1972, dopo la maturità, aveva| 9 anni e al l 'enoca era ancora minorenne,Novizio cuando i orimi sette monaci hannofatto i voti nel 1973, è stato uno di quelliche ha maggiormente coltivato il dialogocon ifratelli rifonnati, andando avivere insie-me a Daniel Attinger, pastore protestante,per alcuni anni in una Fratemrtà a Saint-Sulpi-ce, nel cantone svizzero di Neuchàtel. <Col-labomvamo con i pastori e i parroci della zo-na che preparavano insieme le omelie perle rispettive comunità, si lavorava con I mrs-

sionari che seguivano i numerosi immigratiitaliani Volevamo essere fermento e stìmo-lo anrhe ner le Chiese del la zona>.

Dopo la cl'iusura di quella rratemità,si oensò di intraorendere la strada a ostacolidi Gerusalemme Già Enzo Bianchi aveva stu-diato ebraico in lsraele e I idea di mettereuna softa di antenna nella Chiesa madre eraawertita come un bisogno: <<Non tanto perfare dialogo inteneligioso, quanto percondi-videre la vìta degli abrtanti della città, arabied ebrei musulmani e cnstiani di divene con-fessioni>>, dice Guido che dopo una lungaesperienza di vicepriore oggi è I'economodella Comunità, <A Gerusalemme non c'è lapresenza di un'opera ma di persone>>.

I fratelli di Bose, che restano anche nel199 | durante la guerra nel Golfo quando al-trr religìosi vanno via, cambiano casa più vol-te. All' inizio a Betania, zona che allora eraprevalentemente araba, poi nel centro diGerusalemme, quindial lYonte degli Ulivi...<<Anche il solo posto dove ti collochi, ti quali-f ca>. Daniel, Alberto e, f no a poco tempofa, Edoardo assicurano la continuità dellaDresenza. mentre altri fratelli di Bose sì alter-nano per pedodi più o meni lunghi in que-sta Fratemità "anomala", dove non si fa ospi-talità, non sitengono corsi biblicì, né si lavo-

58 - SEI-|EMBRE 201 1

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ra all ' interno del monastero Oggi sono ri-masti in due: uno ìnsegna dai padri France-scani, l 'altro lavora nella biblioteca dei PadriBianchr. La città spiega Guido dogora, nontanto dal punto di vista dell' incolumità, maprop'ie per l 'appesantirrento ce' rapporliquotidiani. E una diffìcoltà condivisa con lapopolazione>. Per il futuro c è il desiderio dirinvigorire la Comunità, inviando pìù f"atelli,n a r r h É C o r r c : l c m m p r e c l : r r n c c o n n r h c

Bose vorebbe mantenere: <Come presen-za cristiana che non fa proselirisr.ro. ma è lì,in ascolto e preghiera, alle radici della nostrafede biblica e della nascita deìla Chiesa>

i rrerqo nvere , l disrorso rer le atrelraterni là ch-^ in crres't i anni sononate Dono rrn nrimo tental ivo ad

Assisr, all 'eremo di San Benedetto, da doveil terremoto ha sfrattato le tre sorelle che lìavevano cominciato a metle'ere adicì, pro-nrìo in nr rcsti mesi Bose è ritornata neìla rer-ra di Franresco al nodere di San Ylasseo.

Lasciata in rovina per diversi anni, la chìeset-ta romanica con accanto alcuni edi Îc i , inn.eredenza nronriefà dei Benedettini, e sta-ta restaurata completamente. E rinato cosìuno spazio monastico dove - accanto atìuoghi per la vita dei fratelli e in futuro forsearche del le so"el le - v i è la possibi l i ià diosp:tare una trentina di pesone, assieme a

r r m n i n r r l i r i o t n o : r n- - , , - , - * - , , awralo vrgneto.I l l ano valutato, anche rispetto all 'espe-

- enza di San Benedetto, concentrata in--c spaz'o es,guo, che è meglio avere unal . : - c rn l ì n . ' r r nnc rc ten te dc r l oc : l i ne rL q v u r v l

:soira ità e i corsi biblicì, i momenti di spiri---: -"à e ancre de. tereni per i l lavoro agri-: : c>, Ass s, capta le del d ia logo ìnterre l i -: 3sc e terra del santo amico delle creatu-- : : , - -c 'a 'no i res.st ib , le per Bose ma e:^r^3 una sfìda: <Riuscire a ìmmettere la:'a:az)- ', zncescana nel mondo monasti-: ' -.^:eîere ìl nostro sti le nelle istanze: : : : : : = :^c:sco corre .L suo at teggia-- - : - - : ^ : :^ ' ,^ ; ar 'e i l Var-gelo, la scel ta: . : - : -^r : -ens one non c ler ica le del

. ^ , , ^ + ì: - : : - , : J U V E L O . . ,

: - = : : ^ : .CSCaf e . a q -a lc te dec i ra

:-- : : t-a'za.?, Ceilole, sono ìn. - ' : a : - :sa 'O' lan Ca Cor P,eve

che il vescovo diVolterra ha messo a dispo-sizione del la Comunità. Si tuata sul la viaFrancigena, con le torri di San Gimignano inlontananza, la piccola pieve potrebbe in f;-t r r rn ncn i t : re ? -4 norcnne p n t t : l rhp ncn i tce J ' H u '

ma al momento la Comunità non ha anco-re der icn rnmc oro :n izz : re n t te< , ta f t t t t r :

Fraternrtà. La decisìone su Cellole, comedel ̂es'to lrrrte le p"andi decisioni comunita-rie, verra presa dal capitolo che a Bose, spie-^- F\^+i . ,^ À|ff^-^^-^ lel mOnacheSimoB d u u L L t r \ \ o u i l r c r g r r 4 o u

tradizionale, ha un potere deliberativo. Disol i to s: cerra di nrocedere con , l metodo

del consenso, lasciando il cr'terìo di maggio-

Nelle immogru qui<niln /p rnmhnnc ncl

oinràinn ne rnntn nlln

cniesc di Bose; unc5C'e rrC COn Un OSpite

:e:,c Comunttù.

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Tovolo imbondtto in unodelle stonze do pronzoper gliospiti delloComunità,Softor c/cunesore//e in uno deiviouoli che percorronoil monostero dr Bose.Nella pogno occonto:ln rnnnal ln Aal ln

Froternrtà diOstuni,

ranza come dirimente solo in alcuni casì spe-cif ci>. ll priore, che è come <l'occhìo> dellaComunità, vigila sulle decisioni assunte insie-me, può anche anticìparne alcune per sti-molare il capitolo alla rifessione, ma la pro-gettualità della vita resla comunitaria. ll suoincarico è legato ai carìsmi della saldezza edel dìscemimento e peftanto non è né a vi-ta né a scadenza programmata, bensì a tem-po indeterminato: può dimettersi oppurepuò essere il consiglìo dei professi a chieder-gli di fare un passo indietro. ll capitolo an-nuale, cui partecipano tutti i membri dellaComunità, dura 3-4 giomi e discute ditut-to. Durante I'anno si tengono alcuni capitolidi mezza giornata su argomenti precisi. Alcapitolo annuale partecipano anche i mem-bn delle varie Fratemità. Ogni nuova fonda-zione, infatti, rimane legata al monasteroche l'ha generata, fìno a quando insiemenon se ne dovesse valutare una consistenzaspintuale e vocazionale tale da giustifìcareuna maggore autonomra.

Tra i primi fratelli che con Bianchi han-no emesso la professione monastica nel

1973,ce ne sono alcuni che oggivivono nel-le due Fratemrtà già awiate: Daniel e Alber-to a Gerusalemme, mentre a Ostuni si tro-va Domenico, il primo a raggiungere stabil-mente Enzo a Bose.

T\ alle colline di Magnano alla piana pu-| | gliese: la Fratemita di Ostuni, presen-

J*, te da una dozzina d'anni, ha ormaiacquisito una sua identrtà precisa. Da una pic-cola masseria, ìn un uliveto ai piedi della cittàbianca, è stato ricavato uno spazio per la co-munità di cinoue fratelli orovenienti da Bosee alcune stanze per gli ospiti. Nell'ex fran-toio, in cui sì è creata un'absrde e sul cuitettosi è collocato un piccolo campanile a vela, hatrovato posto la cappellina, La Fratemità diOstuni voleva rappresentare una presenzadi Bose in una regione molto vivace ecclesial-mente e aperta storicamente verso I'Onen-te cristiano. Oggigliospiti, oltre che datuttele diocesi della Puglia, vengono anche dal La-zio, la Campania e le altre regioni limitrofe,anche se Sicilia e Calabria sono meno favori-te dall'assenza di collegamenti adeguati.

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/ / l r n r^n^c+r .ho f . r r i :mn f l t t i À mA-\ \ L @ P r v P v J L o L t t g r o L r r u r r r v 9 u r ! r r r u -

no abbondante e afticolata rispetto a Bose,: n r h c n c r r h é l a C n m r i n i t À À n i r ' r n i r r n r o

ha i suoi dtmi di lavoro)). lYomenti di ritiro,corsi biblici, esercizi e accoglienza dei grup-pr pero non mancano, comprcso I'incontroannuale che si svolge in primavera con Bian-chi. <ln quel 'occasione arrivano anche 400nerqone e I ' inr^ontro s i t icne .? l

' :nenn cnt-

to gli ulivi>, racconta Raffaele, origtnario dilYilano, Laurea 'n Lettere classiche e spec a-lizzalo in Teologia bizantina, Raffae,e inse-gna all ' lstituto ecumenico San Nicola di Bade all ' lstituto di Scienze religiose a Brindisi. Èuno dei monaci che mantiene, per conto diBose, i rapporti con il mondo dell'Ortodos-sia, E non è raro che a Ostuni passi qualchemonaco proveniente da Karditsa, Volos, Le-panto o altri monasteri della vicina Grecia,

ll'interno della Fraternità Raffaele sioccupa dell'accoglienza deg i ospiti edella preparazione del le confetture,

orgoglioso in parlicolare delle marmellateche sono state elaborale a partire da a,cunetradizioni locali, come ifìchiforoni al ciocco-lato ispi'ati a un'antica r,cetta salertina, Glialtri fratell i sono Dario, che cura I 'uliveto ele icone stampate; Andrea, frutleto e orto; ilresponsabile della Fraternità, Daniele, che eanche nreshitero ed esercita i suo ministe-ro a servizio della Fratemità e di diverse real-tà ecclesiali della regione; e infìne Domeni-co, ex impiegato all 'Olivetti, ora pensionato,cle si occuoa dei f iori e derra casa,

Nei frutteto alberi di arance, limoni,pompelmi, cedri, ci l iegi, albicocchi, peschi,-ele, pere, fichi: frutta che servira per il fabb -

sogno della Comunità e per le con{ètture, du-rante tutto I'anno. Intorno alla casa gironzola-no il cane e alcuni gatti amici della Comunitàcome accade anche a Bose, mentre un grup-po d assistenti scout si saluta alla fìne di unai'e go-n di'ormazone, Cambia i l panonma^r, Atnîoq'era che si re(,nira e la sressa ci Bo-.:.;^che se'n r,ccolo. Con una Leve differen--', -à osse'vare Raffaele: <A Bose la Comuni-.= -. -odeilato i l suo an biente. qui invece e:-a-o ,J iveto a condizionare noi. Sono 300: :- -: -reco ar, ri serti loro ospite, sono loro--: :cti','ano te>, Vittoria Prisciandaro

..J ncontri yissuti sotto il segnoLdello visitazioner. Suor Minke

De Vrieq per lunghi anni prioro delmonastero svizzero riformoto diGrond-champ, cosi defnisce la lungastoria di amicizio e scambio fraternocon il monostero di Bose e con EnzoBionchi. <Ci siamo conosciuti ottornool 1967* rocconto. ((Enzo ero stotoo Toizé e poi ol monostero troppistadi Tomie. Dopo di che è passoto diqui, perché oYevo contotti con laFacoltò di teologio protestonte diNeuchrîteL All'epoco erovomo en-trombi molto giovoni. La modresuperiora di olloro ero rimosta colpt-to d0 questo giovane itoliono e doquello che roccontoYo. Me ne hoparloto subito. Eravomo su/lo stessolunghezzo d'ondo, ispirota dallostesso spirito di Taizé, mo ancherodicati nella nostro regola>.

<All'epoco c'ero un climo diricerco di novità nello Chiesa. Cisiomo sentiti subito molto vicini>.

Quolche tempo dopo ilprimo incon-tro, Enzo Bionchi tornò o Grand-chomD con una novitò: nCi disse:"Ho delle donne!". E ci chiese se nonDoteYomo inviore uno nostro mona-cc o Bose per un onno. Noi occet-tammo volentieri>, ricordo suorMinke. E oggiunge: <La primo voltos0n0 stoto o Bose di possoggio. Rimo-si molto colpito dal fotto che ovesse-ro messo Bonhoffer tro le persone dicui fore memorio liturgica. Il miocuore protestante fu molto colpíto

da questa attenzione. Poi o Bose èorrivato suor Sylvie, Ia primo prote-stante entrato nella Comunitò. Equesto ha rinfozoto il legome reci-proco. Nella prospetîivo indicato daGiovonni Paolo Il: wvere insieme,senzo imporre oll'altro lo moniero incui realizzarlo. Questo vito di uominie donne insieme è yercrnente ecume-nica. Ed è stofa orricchito dallo pre-senza dí monsignor Emilianos Timia-dis, metropolita ortodosso che hoyissuto o Bose per lungo tempo, finoall'onno dello suo morte. nel 20ABt.

<Di 8osel, continuo suorMinke, <amo l'occento Dosto su/loliturgio e sull'oscolto della Parola.Anche noi cerchiamo difore /o stessccoso, ne/ nostro piccolo. Quando misono ritirata, dopo trent'onni di re-sponsabilrto olla guido di Grand-champ, Enzo mi ho invitoto a parteci-pare o un pellegrinoggro in Cappodo-cia. Poi ho passoto quolche temponella Comunitò. Non dimenticheròmoi I'occoglienzo e l'omicizio dei

fratelli e de//e sorelle diBose. Dosllora, sono tornato ogni anno. Lo ,nostro è un'amicizio che continuo. Eun ropPorto di reciprocitò che porto

frutti per l'owenire. E un'omiciziorodicoto nello Porolo, nello preghiero,nel Podre. Sì, c'è brsogno di luoghicome Bosg dove lo liwrgra e l'Eucort-stio ispirano lo qualitò della vrto inte-riore. 5e c'è guesto aperturo, olloro sipuò vivere l'unitò tro cristiani, al di làdelledivisioniconfessionc/n. o.p.

SETTEMBRE2Ol l -61

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:;:,::ffi:ffi: ll pc Bose;;:*:::jiostici in ce offio dello Spirito

I semplicicuriosi. Mai comunque unafolla:quasi 25 mila ospitiognr anno nemPronola foresteria dellacomunità monastica.

uor Yl inke De Vdes è di quel le chesono amiche da sempre. Più di qua-rant'anni di fedele e feconda vicinan-

Alla ricerca di quelqualcosa che questonostro tempoconfuso sembraaver smarrito.

za. Lei, protestante del monastero diGrand-champ in Svizzera, ha accompagna-to sìn dal l ' in iz io la nasci ta e lo svi luooo del-la Comunità monastica di Bose. Un dialo-go ecumenico vissuto, come lei stessa di-ce, nel segno dellavisitozione e deìl'amici-zia. ll suo nome è tra quelli incisi nel gran-de mosaico dei <<pneumatofori>, i <<por1a-tori dello Spirito>, coloro che sono passatidal monastero, lasciando un segno profon-do. Come pure I 'arcivescovo di Torino,cardinale Michele Pellegrìno il primo a ri-conoscere la Comunità, ma anche il cardi-nal Carìo lYaria Ylartini di Ylilano, l 'abbéPierre di Emmous o Roger Schutz, fonda-tore di f aize. O ancora, I'eremita belga

André Louf e il patriarca ecumenico Bafto-lomeo l, lYarie Claire di Campello e il mu-sicista Anvo Pàrt. E tanti altri ancora. Mapoi, soprattutto, ci sono le migìiaia di per-sone comuni, diversìssime per età, prove-nienza, bagaglio culturale e di fede, che fre-quentano il monastero: circa 17 mila ospì-ti ogni anno e altrettanti visitatori.

lgrandi convegnì liturgici ed ecumenicisegnano alcunì momenti chiave della vita del-la Comunità e raffozano il dialogo ecumeni-co, con teologi e studiosi provenienti da tut-to il mondo. ll convegno liturgico intemazio-nale sull'Arte ol seuizio dello liturgio, delloscorso giugno, è uno di quesi. O quello sullaspirìtualità ortodossa, grunto alla 19" edizio-ne, che si è tenuto in settembre, appunta-mento di grande rilevanza, con rappresen-tanti del mondo accademico, culturale e reli-

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gioso di molti Paesi, dalla Grecia alla Russia,dal mondo slavo alla Francia, da quello anglo-sassone alla Germania. Inf ne, i corsi: oltre al-le consuete nove setlimane estive dì studi bi-blici, quel'anno sono statì organizzati quellidi greco ed ebraìco biblici e quello di cetraper l'accompagnamento del canto liturgico.

T e persone che passano di qui so-<< I no molte e molto diverse tra di lo-

I /ro. Alcuni non sono neDDUre cre-denti>>, spiega fratel Marco, che da sedìci an-ni s i occupa del l 'accogl ienza, ìnsieme aun'équipe di cinque persone, due delle qua-li part-time. <La maggior parte cercaun'esperienza di silenzio, un tempo per"staccare"la soina, una dimensione dove rit-mi e persone siano diversi da quelli di sem-ore. Molti dicono che non trovano altrovela possibilità di essere ascoltati o di porre -

e di porsi - domande sul senso della vita osulla fede. Altri, ceftamente, vengono per leproposte organizzate di incontri, conferen-ze, ritiri o corsi. E poi c'è anche chì passasemplicemente per comprare una ttsana>>.

Se durante la settimana i ritmì del mo-nastero sono awolti nel sìlenzio e nella quie-te di questa conca circondata dal verde del-la Serra morenica, nelle domeniche in cuì cisono incontri o corsi, specialmente nel pe-riodo primaveri le-estivo, il monaslero pullu-la di gente. E anche i dintorni si riempiono dituristi che fanno una scampagnata nei campie tra i boschi. L'atmosfera, allora, cambia ra-dicaìmente. Ci sono gli scout, per esempio,che hanno piantato le loro tende in un'areaìoro riservata ai margini del bosco. E ancheun gruppetto di ngazzi piuttosto giovani.<<Lavoro e preghieru, dice fratel Gian Mat-teo. <<E quello che proponiamo loro: in'mat-tìnata, I'attività manuale nei campi o nei labo-ratori e ìl pomeriggio lalectio divino o incon-tri di approfondimento su tematiche da lororichieste. Lo scorso anno abbìamo avuto cir-ca 1.200 giovani e 600 scouD. Qualcuno siorganizza con la parrocchia, altri vengonoper conto proprio; ci sono coppie che siconfrontano sulla loro fede in ascolto dellaParola, e Dersone ìn ricerca, uomini e donnedi questo tempo confuso, in cerca di sé stes- Ne//e due foto quisotto:

giovoni ospitt delloComunità dr Bose.

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Lo copertrna del Solteriodr Bose. Softo; vedutonotturno di olcuni degliedtfici dell o Comunitò.

si. E poi molti sacerdoti, suore e religiosi pro-venienti dai più svadat angoli del pianeta.

adre Richard Baawobr, originario delGhana, con esperienze missionarie inCongo e Tanzania, e oggi superiore

generale dei Padri Bianchi, a Bose avrebbevoluto trascorrere molto più tempo: <lYi so-no incuriosito>>, racconta, <<dopo aver letloalcunitesti di Enzo Bianchi, specialmente sul-lalectio divino. Volevo vedere come la vive laComunità, Avevo chiesto di ooter stare cuiun mese, come parte della Comunità. Conmolta disponibilità, i monaci hanno accetla-to; poi però sono stato eletto superiore ge-nerale e ho dovuto ridurre il mio soggiomo.Y1a ho potuto comunque scoprire un luogotranquillo e accogliente, ideale per la pre-ghiera, la /ectlo e per il ritiro personale>.

Padre Rrchard è tornato recentemen-te al monastero e volentieri racconta la suaesperienza: <<Vengo dal Ghana, un contefoafricano dove la Chiesa è molto attiva è vi-vace. E dove la liturgia è celebrata con gran-de esuberanza. lYa dove è necessario rnse-

gnare e offrire alla gente anche dei momen-ti di silenzio, per meglio apprezzare e inte-riorizzare la Parola di Dio. E un aspetto cheaDDrczzo molto in un monastero come Bo-se e che si sta riscoprendo anche in Africa.Anche nelle comunità cristiane di questocontinente c'è bisogno di una simile dimen-sione: momenti di silenzto perfar penetrarea fondo la Parola di Dio. A Bose c'è moltospazio per il silenzio, e anche la preghiera ela celebrazione sono molto profonde ed es-senziali. E poi I'accoglienza: è una dimensio-ne importante. Vorrei che questo spirito diaccoglienza e ospitalità venisse vissuto piùprofondamente anche nelle nostre comuni-tà missionarie in Africo.

Da qualche mese, sono ospit i del laComunità di Bose anche tre suore orlodos-se etiopi, che a Bose stanno facendo un per-corso di ripensamento della loro vita mona-stica. Recentemente sono passati il cardìna-le Gianfranco Ravasi, presidente del Pontif-cio consiglio per la cultura, ma anche monsi-gnor Ylichael Fitzgerald, nunzio apostolicoin Egitto, ivescovì anglicani Christopher Hill

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e John Hind la diacona vaidese Alda Barba-cin,, il prete ododosso rumeno di lvrea, pa-dre Dumitru Babula, e numerosr monacr emonache di diverse comunilà d'E.lropa,

^ r ^ , , ^ i ̂ ^ ^ ^ ^ ^ ^ i, - * . . , ,c i a f fez ionat i da<< / I mnl t i anni ; cnieo: f r : te l M:rro- - q

| | , . ^ t ' - : , . , , ,ò-, . - :ccasionalmente.Molre nersone r i ronoscapg attraverso l i -

bri, articoli, trasmissioni radiofoniche e tele-v,sive, specialmente di lratel Enzo e, negli ul-timr anni, anche grazie al nostro sito inter-net. Dopo la costruzione della chiesa e del-la srrutiura di accoglienza, il numero di ospi-ri e visitatori è aumentato notevolmente.Da ;na decina d'anni, però, è abbastanzastabile. Negli ultimi tempi abbramo dovutod rc ,,nche dei no nerrhe non abbiamo ab-falanla spazio e per non turbare troppo I'r.mo comunrLario>, Si gioca sr,l fì lo di que-'o delicato equil ibrio I 'accoglienza presso ilronastero di Bose, dove tuttavia non man-:a mai un'atlenzione premurosa per qualsia-i n (n tp o r i i s i r : tn ra a l i n : ,_ -_r_,_- , - , r * isaggro.

C'è chi viene nraîicamente da sem-pre - come don Fausto Bonini. parroco delduomo dr f4estre, che ha conosciuto Enzoalla f ne degli anni Sessanta - e chi arriva damolto lontano, come don Angelo Lombar-do, parroco di Santa Teresa del Bambin Ge-sù, a Napoli, che percorre quasi mille chrlo-metri pervenirci almeno una volta I'anno,

Da molto tempo ;mpegnato con i gio-vani, sia nella pastorale giovanile che nellaFuci, don Fausto sostìene che <qui a Bose,ierì come oggi, sitrovano dei punti di riferi-mento ner.req.ere nelh fede e nel la Chie-

sa. E imporlanLe per me ed è importanteper i giovani, che qui trovano un'accoglien-za che metle al centro la Parola di Dio e of-fre un alimento solido dal punto divista spi-rituale, Qui si ritrova una rif essione pensa-. " , , i " " , r * r a n r n r * r . ^ . h ^ d i n e r c n n : F r , n1 4 , V l ) ) U t C g

P O E O L q d l l L l l c u l

ambienLe che aiuta a ritrovare sé stessi, Cer-to negli anni il monastero è molto cambia-to, na le radic, sono rimaste le stesse. LaComunità vive il rapporto con.il Signore inmodo intenso e lo trasmette F a,rello che

I c rnmhnne naannfn

olla chiesa. Ne/ic fotogronde: frotel Morco,

responsobilerlpll'nrrnolpnzn rnn.* -- ' -ò" '

t tn 6rt th. ' . àr ncr i t i

SETTEMBRE2Ol l -65

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personoggr del mondo dello culturo,I delsoacle e persino dello politica.Figure dichiaratomente otee o agnostl-che, mo desiderose di confronto edialogo. II monastero di Bose ha accol-to tont person oggi, opporentementelontsnissimi dalla reoltà monostica.Mossimo Cacciari è uno di questi.Filosofo ed ex sindoco di Venezio, èYenuta più volte al monastero e haosprtoto nel/o suo irttà Enzo Bionchiper incontri e conferenze. Un ropportoconsolidoto è quello con un ahro filoso-fo, Salvatore Notoli che ha tenutodiverse conferenze o Bose e che è unomico della Comunità.

Quisono venuti anche grandiscrittori e gtornolisti, come il criticoletterario Pietro Citati, o Borboro Spinel-li, editorialisto - tro i fondotori delquotidiono La Repubblica -, che almonostero venivo regolormente conT ommoso P odoo-schiopp o, banchieree poi ministro dell'Economio. Sonopassoti ortisti come il pittore TrentoLongoretti, tra i prefertti di Poolo Vl, ilvioloncelhsta Mario Brunello, il composi-tore estone Arvo Pòr\ o lo scrittore eaccodemico bosniaco Predrog Mo-Nejevic, un Kuomo di mezzot tro popo-li, culture e religioni, che è venuto oBose mentre lavorava ol suo libro Panenostrg per forsi ispkare da questomonastero, un piccolo mondo cherespirc d?ssoluto. o.p.

rerco di noîarmi via. ner continuare a vt-| - ' ' " " " ' ' ' * ' r " 'verlo nel lavoro pastorale ordìnario: questorappor"to slreflo con la Paro a del Signoreresta denlrn e lo si nr ro r^ondividere>,

on Angelo Lombardo vrve rn unquad iere non 'ac le d i Naoo l i .| 'esnerienza

di Rose I 'ha conosciu-

ta atlraverso i l ibri di Enzo Bianchi una quin-dìcina di anni fa; <lYi avevano partìcolarmen-te colpito le sue provocazioni sulìa vita spiri-tua e, molto radicate dal punto di vista bibli-co. Non conoscevo la Comunità, Con miagrande soddislazrone ho scopedo che eramista ed ecumenìca. L'ho letto come un fat-ro nro le, rco nel l 'amhi to del la Chresa>. Lanrirna : 'noressione e lepata allo sli le dell 'ac-r " * ' T - - - ' - - - Ò " '

- ^^1 ,^^?r ' - î . ^^ -^# , 'H ̂ a n t ro l uzmet te reL U S l l C 1 4 4 . l l l d ) u P 4 L L U L L V O \ U L r \ \ r r r u L L U r u

r - D- -^ r - ! r r \ r ^ -^ ' . ^^ ̂ i r -S t fo fOndanenta_t d I d r u r d u r u r u L U r I r s P i l 4

le della vita spirituale>, Da Bose a Napoli i lsai+o è prande. Ma ir leoame di senso e for-te: <A Napoli ls ppoftato, dal punto di vi-sta della mia vita spìrituale, una crescita nonìndifferente. Sono parroco e insegno religìo-nè n l ln l i ren \ / i r in n rec ta ccnpr ienze è t i an- �

nuncio che richiama i granditemi di Bose: lacentralità della Parola di Dio, I 'Eucaristia e lacomunità, lYa c'è anche un cammrno con Igrovani che sono alla ricerca di senso per laloro vita. Credo che una comunità parroc-chiale possa proporrc una vito oltro, che as-somigli sempre di più alla vita di quel Gesùde, Vanoel i d i r rn Gesi r d i fede, v ic ino a l lagenLe, che prega C'è una richiesla di serso.

. . =' . :

che non trova rrsposte vere, ma purl"oopodei surrogati, che poi si traducono in banaìi-tà, in effìmero e anche in grandi solitudini>.

<Abbiamo cominciato a frequentareBose a l l ' rn iz io degl i anni Novanta, con un

! i , ^ . ^ ^ - i ^ ^ à i .gruppo cr dna cecrna cr Persone poco Pluche ventenni>>, racconta dal canto suo Car-la Anghiled, laica dr Valmadrera (Lecco), r,nlavoro come contabile a Milano e legamistrettr sia con l'fuione cattolica che con i ge-suiti. Eppure, il monastero di Bose è stato erimane anche se i contatti si sono diradati

, r n , f ^n ta d i i cn i r : z i nne c d i r i r : r i r : <n i r i -' ' * " - " - r "

tuale. <Andavamo una volta al mese, fer-mandoci per ilweek-end, a prescindere dal-l e n ronoc te de l la Comrrn i tà , S i andava es-

senzialmente per incontrare i fratelli. Eranogiornate di preghiera sìlenzio e condivisio-^^ - ^ .a i -^ A- ,^- tn. t ;n O da Una r i f leSSiO-| t r d P d t L i l g u d u r r d l q u L l v r

ne proposta da un fratello che seguiva i1 no-stro can mino come gruppo, E slalo un per-corso molto imporlante, sia a livello indivi-duale, sia per consolidare i nostri legami, siaperfamiliarizzare con alcunì frateìli e sorel-le, Poi siamo cresciuti, alcuni di noi hannouna famiglia e diventa più diffìciìe frequenta-re i l manectcen M: n r ' c l l ' ecner ienz ; e c ta ta

importante pertutte le persone del grup-po. Ha lasciato un segno n ciascuno di noi,n e r n r r o l l n r h o c i : m n p n è r n r r c l l n r h e c t i : -

mo facendo oggi. In questo senso, siamo ri-masti molto legatr al monastero>>.

<Avevo vent'anni quando sono capi-- . + ^ . D ^ . ^ ^ ^ - l . ^ ^ i - . , , ^ l + . * ^ l i f " ^ . ^L d . L U d . D U 5 C P C r r d P r | | d V v t t a ì t , E l l l d s L w

66 - sí-TE[4BRE 201 1

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.:

M---^ n^-r,, -L^ ̂ -^: À .locente di TeoriaI r o r L v y s r r u r L r r s w 5 5 r E \

e tecnica delle comunicazioni di massa pres-so l'Università cattolica di Brescia. <<ln una fa-se di ripensamento esistenziale, cercavo unluogo in cui poter sostare qualche giorno insilenzio e in preghiera per restare in ascoltodella Parola e guardarmi dentro. Un sacer-dote amico mi aveva parlato del monaste-rn ì - . ln ' t rnv l t ^ "^ ' " . . ^^ l ienz : cemnl i ra cI U . I l V L l V V O L V U l l O L L V S | r u r

profonda, discreta e atlenta, con rego'e es-senzialr per preservare itempi della preghie-ra, del silenzio e dell'operosità Negli ultimianni i miei passaggi a Bose si sono fatti me-no frequenti, anche per gli spazi che la fani-glia e il lavoro richiedono. Non per questoè venuto meno il legame spirituale con laComunitil. E aggrunge: <Nella lettura dellaParola, la Comunità sa offrire profondità diriflessione e di interpretazione, Sui principa-litemi esistenziali, i l dialogo con tutti e il con-fronto senzatimori con il mondo sono sem-ore aoefti, La costante attenzione verso il"fr rori" nermette ai fratelli e alle sorelle dicogliere le principali dinamiche non soltan-to religiose, ma anche sociali e politiche>

<<Anche in tempi dìffìcili come questiil caloroso invito della Comunità è di andareal cuore della nostra fede oer ritrovare soe-ranza contro ogni speranza e per ritrovareun respiro capace di riapnrci a odzzonti di vi-ta piena. Penso>>, conclude Dedu, <che siaquesta ceftezza che anima la vita della Co-munità e che si insinua profondamente nelcuore di chi fa sosta a Bose>. Anna Pozzi

)soiti dovonti ollocliesc dl Bose.

A sinisirc, acll'olto: lalnvnonr: r. rt:, <t <coan il' - - -ò - ' - - - 'ò -

numeic ii )esAne OhrnnTn aÒt <rt raífi'fnà

dcune'cqazze nuno de, co-.:ii aella

Camunttò: unc sarello^ , , l ; - - ^ ; { , , ^ ^ L , . - . - - ^ l + )P U i l J L t r r / U f l 5 r I i U L L U I L f

nei boschr intonso oBose Ne//c pcgnc

hraroàonta ànll 'nlrn

roccolta dei mirtilltnell'orto; una sorello

nell' otelier delle icone.

: '

SETTEMBRE2Ol l -67

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Enzo Bianchi: vita fiaternaanttdoto a una Chiesa depressa

I priore arriva a piedi attraverso i sentie-ri tra gli alberi. Oppure in auto, se haqualche borsa da portare con sé. Prega

con i fratelli, incontra qualche ospite che èsalito fin quassù per incontrarlo, saluta i con-vegnisti di turno, ritira la posta e poi, appe-na può, scappa via e ritorna al suo orto e al-la sua cellatra i boschi, leggermente disco-sta dagli altri edifci della Comunità, <rifugioe possibilità di quiete> per un uomo che,con i suoi 68 anni, ha atlraversato le più en-tusiasmanti e, insieme, tempestose stagionidella storia recente della Chiesa: Concilio,post-Concilio, rifl usso,

Enzo Bianchi, il monaco che tanti noncredenti tengono da conto con rispetto,che preti e laici stimano, qualche monsigno-re guarda ancora con sospetlo, gli editoricorteggiano e gli amici apprezzano per lasimpatia e la rafrìnatezza dell'ar"te culinaria(<la cucina è modo di dare qualcosa di séagli altri>), è diventato in questi decenni

una delle rare voci cattoliche "signifìcative"

del panorama italiano. I talk show farebbe-ro carte false per ospitarlo nei loro studi, lerichieste di interviste e conferenze si soreca-no, Enzo però cerca di centellinare la suapresenza: <Da qualche anno ho deciso di fa-re un massimo di due interventi in televisio-ne all'anno. Ma vorrei essere ancora più na-scosto. Per strada mi hanno fermato dicen-do: "L'ho vifa, lei è padre Bose". Insomma,in televisione ho paura che conti di più lamia faccia che quello che dico. Prefensco laradio e la carta stampata. A parte qualcheappuntamento cui sono fedele, comeJesus,qualche intervento su Lo Stompo, e in Fran-cia Ponoromo, cerco di non essere troppopresente. Ho paura del "personaggio". Seavessi voluto avere "successo", bastava cheaccettassi di essere ordinato sacedote eavrei potuto far carriera ecclesiastica. Quan-do ho deciso di essere un semplice mona-co, ho scelto di non fare carriera...>.

llpriore di Bosefa il punto sulla vitadella sua Comunità:<<È diYentata unarealtà più grande diquellache pensavo>xSullavita religiosa..Oggiè più difficilela peseverariza chenon la YotazioneD,E sulla Chiesa <<Hovissuto la falsità sullamia pelleD. Ma restasereno: r<llSignoremi ha rnandatotantagentein gamba Possotornare alla miasolitudinen"

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Ero portito do solo, poco più di quo-ront'onni fo. ?ggi si ritrovo uno comunità di80 monoci, che ho dato vito od altre fondozio-ni ed è indubbiamente consideroto un puntodi riferimento nello Chieso italiona e cll'este-ro. Come vive questo situazione?

<<La reazione iniziale, quando ci pen-so, è di stupore, quasi di sorpresa. lYa devoanche dire che mi sento foftunato, perchés e realizzato quello che ìntravedevo giàcon chiarezza nella mra mente oiù di cua-rant'anni fa: una comunità monastica cheavesse al cuore la Parola di Dio in tutto, nel-la liturgia, nella nostra vita con lalectio divt-nc, nella proposta agli ospiti. Così come og-gi è effettivarrente. La sorpresa mi viene in-vece dal fatlo che Bose è diventata una reaì-tà molto più gnande di quello che pensavo,Pregavo sovente, sopratlutlo tra il | 966 e iì1968, che il Signore mi concedesse qualchefratello: "Seì-sette sono più che suffìcienti",pensavo. Usavo una formula presa in presti-to da dom Colombàs, un monaco che ave-va scritlo un oiccolo oouscolo intitolato Pert tn monn\tero semhiire e ottuole. Nella miav v i i r r i r r v !

ingenuità pensavo a un mona$ero sempr-ce, che fosse fedele nei contenuti alla tradi-zione e che rispondesse alla novità del Con-cil io Vaticano ll. Era la nostra vita come lafacciamo ora, ma non ne supponevo la di-mensione, oggi assai più grande di quellache nensavo e che desideravo, Da un latoc'è dunque una conferma dell ' intuizione ìni-ziale, d'altro lato la sorpresa, ma anche lospavento, A volte nel mio intimo quasi nonnconosco la Comunità e mi domando se infuturo riusciremo a rimanere fedeli ad alcu-ne cose che abbiamo scelto e che f nora so-no confermate: la vita semplice fra di noi,'accoglienza

semplice con gli ospiti, una vitad lavoro che tuttora facciamo,.. Conoscoaobalanza la storia del monachesimo perr;trire cueste Daure)).

Bose è un'espe rienzo monostico nuovo,ma profondomente aggonciota allo storia del-la Chieso. A quoli fonti si è ispiroto?

<Ar segni dei tempi e alla tradizione:::^ cuesta volontà siamo andati avanti e,-: ,.:e. abbiamo anche pagata a caro prez-: : )cchi lo r icordano, matra i l 1965 e e l i

anni Otlanta c'è stata una fofte contefazìo-nc del relihetn' "\/ni rhc nntctc nerrhó fa-

t e r r n a c e e l t e d i n r r c c t n t i n n 7 " r i d ì r e r i : n n

anche dei presbiteri. E c'era chivoleva butta-re via la preghiera dei Salmì e ci rìmprovera-va la fedeltà alla Liturgia delle ore. Abbiamonesistito, anche perché io ho avuto alcunegrazie nella vita. La prima di queste è la miaformazione "tridentina doc", maturata nellaChiesa di pr ima del Conci l io. A me hannoinsegnato latino a 7 anni, ho fatto un percor-so classico: chjerichetto, parrocchia, Azionecattolica dalle Fiamme bianche fìno alla Fuci.ll mio parroco era un raffìnato liturgista: peresempio, mifaceva leggere il Vangelo in ita-liano, quando la Messa era in latino e la gen-te non capiva nulla. Un'altra grazia che hoavuto durante gli anni dell'università è statala vìcinanza del cardinal Pellegrino, che ebbimodo di conoscere già prima che diventas-se vescovo, come stimato docente univerci-tario di Patrologia cosa che mi ha ancheconsentito di aoorofondire la mia affnitàcon i Padri della Chiesa e il monachesimoantico. A l4 anni avevo iniziato a leggere leregole di san Basilio, un libro che ha segnatola mia giovinezza insieme conl'lmitozione diCristo, Non conoscevo monasten reali quan-

i /n an rnnn / ! ,nrei i t àt

Bose nunito in u.o ietcorxli del moîúsrero,

Nello pogno lcconto:i l nànrc Fnzn Rinnrht

sui sentiero tra t boschiche conduce dollo suo

r-elln noli nlrn edifiei- ' " - - ò ' - - ' - ' f '

dello Conunità.

SETTEMBRE2Ol l -69

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Uno sorello nei locoliàpll 'nrraolianzn àal

monostero. Sotto: EnzoBtonchi in chteso;uno dei viottolt checongtunge I diverslediftci dell a Comunità,

do sono venuto a Bose, ll primo dove sonoandato, mentre ero ancora da solo, nel1967, è stato il monastero trappista di Ta-mié, dove sono rimasto tre mesi, Poi ho vis-suto una forle vicinanza con la Pierre-qui-Vi-re, un grande monastero benedettino fran-cese. Ho sentito il bisogno che la vita dellanoslra Comunità fosse innestata nella gran-de tradizione monastica. Non posso dimen-ticare, ad esempio, che I'abate del monaste-ro di Bellefontaine un giorno mi diede la co-collatrappista, I'abito che indossiamo anco-ra adesso in coro. Insomma, ho avuto que-sta eredità, ho ricevuto il "mantello di Elia"dai monaci, È signifìcativo che Bose sia unode i no ,^h i monaster i in Occ idente dovevengono volent ier i i monaci or lodossidell'Athos. I riformati qui si trovano a casaloro. I benedettini e itrappisti percepiscononoi di Bose quasi come una loro comunità,Anche con i monaci più tradizionalisti abbia-mo dei buoni contatti. Abbiamo un debitogrande verso i benedettini e i trappisti fran-cesi: ci sono stati vicini e ci hanno capito an-che cuando c'era qualche diffìdenza nei no-stri confronti da parle di altri. Tutto questoci ha permesso di essere innestati nellatradi-zjone monastica con una grande libertà:una volta che haì i contenuti, caoisci che le

forme puoi mutarle a seconda dei tempi ede l le ps iocnze de l l c ncrsnnc \ lnn nr rÀ cs-

serci soltanto un ascolto del passato. Unmonaco francese, che è un grande teologoe nostro amico, Ghislain Lafont, ci ha detto:"Voi siete il primo monachesimo nella socie-tà secolare", L'ha ripetuto più volte: ' È co-me se voi aveste imparato la lezione diBonhoeffer", Credo sia vero>>,

Eppure /er, ne/ suo ultimo libro intitola-to Una lotta per la vita (Edizioni San Poolo),scrive che Bose e tutto i/ restq forsg non ci sa-rebbero stoti se oyesse conosciuto primo quel-lo folsità che negli ultimi anni l'ha tonto ferito.Un' affermozione forte...

uzSì .anrhe nr rcc t : è c+r+r 'n - ^ . . - i . .! ) L o L o u l t d t t d L t d ,

conoscere la falsità molto tardi. Se I'avessiprovata prima, non so se avrei avuto la pos-sibilità di avere così tanta fìducia negli altri,Sin da pìccolo ho imparato, grazie alla riamaestra delle elementari, quanto è impor-tante che qualcuno abbia f ducia in noi, E in-vece negli ultimi anni ho avuto I'esperienzadella falsità, innanzitutto nella Chiesa: siachiaro, fln dall' inizio ho avuto anche inimici-z ie e ho vissuto incomprensioni, s i sa chenon fummo molto accettati. f4a piu di re-cente è accaduto che qualcuno mi somdes-

70 - SEfiEMBRE 201 1

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se e poi spargesse calunnie su di me. Mi hafatto un male terribile. E un personaggio dìChiesa, che mi ha fatto conoscere una falsi-tà che non mi attendevo. Poi c'è stata falsitàanche qui al nostro interno, non verso dime in par"ticolare, ma verso tutta la Comuni-tà. Non pensavo di potervivere, passati i 60anni, unatale destabilizzazione intedore darestare in alcuni momenti profondamenteconfuso. Non avevo mai provato questaesperienza: la cattiveria sì, la sì puo capire,ma la falsità non è nel mio orizzonte. E statala prova più dura che ho sofferto nella miavita nella Chiesa e nella vita monastica>.

La fedeltà del "per sempre" in uno co-munità monostico che cosa richiede?

<E veramente diffìcile E mi stupisco,per ora, della percentuale di perseveranzache c'è ancora nella nostra Comunità, doveattualmente su quattro che iniziano il cam-m i n n m n n a c t i . 6 c è n c n e r i c r r n n n ' n i i r r l i

uno, coî una percentuale del 35-36 percento, Oggi siamo 79 e in noviziato sononrqq:rp I l r- | | 5 nèrqnne Si ò f : t t .a ni ir dif f ì-r ' - * " "

ci le la fedeltà che non le vocazioni, In passa-

io rnfatti il problema era la mancanza dì vo-.-atror .rdeqso è la nerseveranza: sono cioe- o l t i p i u q u e l l i c h e s e n e v a n n o d i q u e l l i

:îe entrano normalmente in tutta la vita re-g osa E un cambiamento antropologico e

- - - l - . i n a ' ' a c + r " i + ' ' " - i 6 6 p d i n r c r a r i c t à_ - - J d l c , l l I q u g ) L d ) l L u 4 4 l v r r L u r y ' r v L q . r u r c .

: , - ; c r e a l lunoa la e nep l i ann i , con i cam-

:ranenti, è difflcile la fedeltà nel matrimo-- c come nella vta nonastica. ln prù Ia no-

stra Comunità è aperta, non c'è la clausura,fa parte della società, senza esenzioni. Vedolo sfozo anche su di me. La nostra Comuni-+ì À i ^ i - i r+ r . ^^ +ra nr r : - t rn ner<nnp nn iL d E l l l l 4 l d L 4 L v r l L r g - 9 u o t L r u P U r r v r r u . P v l

per lungo tempo siamo stati poco più cheuna decina. Da allora a oggi la vita nostra ècambiata, non nei contenuti, ma nella for-ma: da un'unità sociologica prinraria, l2 per-< o n è r R 0 . | r m i l l c n q n i t i . l l ' . . ^ ^ a n i ' ' , / l i

r i l i l u v J p r L l 4 l l 4 l l l l V d P l u

u l

l7 mila: dall'essere nressoché sconosciuti al-la notorietà. Quanto alla mia vicenda perso-nale, un tempo avevo molte ostilità, ero in-compreso; adesso ci sono alcuni che non di-cono bene di me, matanti altri mi danno se-gni di riconoscenza. In un tale cambiamen-to, la perseveranza diventa difflcile. AI pun-to che. qualche volta, sarei quasi tentatonon di retrocedere, ma di cercare una vitapiù consona a quello che sentivo dentro.M " " . . h ó a , ' i c i + - + t e . l i n r a q t : r a n h h e -I t d , d ' t L t t g 9 u t , ) t L r 4 L L o u l

dienza aìla realtà: siamo cresciuti, siamo di-ventati una famiglia, si inizia in due, poi a uncerto punto ci sono i fìgli e la famiglia non èpiù quella di prima. Nella vrta si cambia lavo-ro, situazioni di vita. . Bisogna fare un veroesercizio e una disciplina alla perseveranza.F nei momenti di crisi - auesto ìo dico a me' 1 '

stesso e anche a tante coppie sposate chemi incontrano in momenti diffìcili - bisognastare fermi, non muoversi e tenere i piedisaldi asneftare che nassi la nebbia, Perché

se ci si muove in quei momenti di oscuritàinteriore, si fanno dei disastri, dei passi dacui non si può più tornare indietro, Oggì laredeltà è a caro prezzo. L ideologia regnan-

1l tonlnnn Cinnrnrln

Rrt ni r,nàrc <pntif n o

membro "storico" delloComunitò di Bose.

î , n s r n { r n t a l I i n n R r a 4 n

oltro "calonno"

de/ moncstero. Nei/cfn+n 'a a l ta i .n^ r ì a/ v L v i l u r L v . ' L u ' r ' P r L

l'orta dello Comunrtò,

SETTEMBRE 2011 -71

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\]el/'obbondonte e ormoi quorantennoleI I Droduzione librorio di Enzo Bionchi èpossibi/e identificore olcunifitoni che laottraversono fin dall'inizio. Innanzitutto unariflessione sulla preghiero cristiono - temodel primo titolo pubblicoto (ll corvo di Eli4Gribaudi 1972) che ritorno in uno dei testipiù recenti (Perché pregare, come prega-re, Scn Poolo 20Aq) - declinato comelectio divina lettura oronte dello Scritturaollo luce dello Spirito: Pregare la Parola(Griboudi 1974), gtunto ormoi olla 24oedizione e tuttoro pubblicato, ho segnoto Iariscoperto presso il grande pubblico di que-sto metodo ontichissimo di letturo dellaEibbio. A esso si è oggiunto, sullo stessotemo, Ascoltare la Parola (Qiqajon 2008),uscito in concomitonza con il Sinodo deiyescoyi su/lo porolo di Dio, cui Enzo Bianchiho portecipato come esperto, nominato dopopa Benedetto XVL

E lo Porolo di Dio, letto e meditato,che può fornire a credenti e non credentiuno chiove di letturo per Ia loro esistenzo, oportire dol rocconto dello creozione nel librode/la Genesi(Adamo, dove sei?, Qiqajon20073): cosìse ll radicalismo cristiano(Gribaudi I 97 5) richiamo /e esrgenze delloseguelo del discepolo, oltri testi coniuganolo sapienza biblica con i grondi interrogativide//'esistenzo e dello vita spirituole; Vivere

la morte (Griboudi 1980) sull'ono delmorirg Lessico della vita interiore (Rizzo-Ii 2004) in cui si esominono Ie <paroledella spirituolitòn, Ero straniero e miavete ospitato (Rizzoli 2006) sull'occo-glienza ollo luce dello Bibbio, Dio doveseil (Rizzoli 2008) sulla storia del rappor-to di Dio con gli uomini, Le vie della felici-tà (Rizzoli 20 I0) sutta volenzo delte beati-tudini evongeliche,le colloquioli Lettere aun amico sulla vita spirituale (Qiqajon2010), e per ultimo Una lotta per la vita(Son Paolo 201 I) per conoscere e combat-tere i peccati copitali.

Un'altro serie di testi offronta inmodo piÌt diretto Ia responsobiÍto civile deicristiani: Cristiani nella società (Rizzoli2003) e Insieme (Einaudi 2010), cheraccoglie Io trilogia precedente La differen-za cristiana (2006), Per un'etica condivi-sa (2009) e L'altro siamo noi (2010).

lnfine un'intervista di ormai diversianni fo (Ricominciare, Marietti 1999'�) edue dei libri piit recenti e di grande succes-so - ll pane di ieri (Einoudi 2008) e Ognicosa alla sua stagione (Einoudi 2010) -esprimono i/ desiderio di rileggere Io vitodell'outore e le persone elevicende cheI'honno ottraversoto come dono di Dio dariconoscere con grotitudine e come ricchez-za di umanità da condividere. g.d.

te dell'effimero, del cambiare, dell'assomma-re esperienze, .nfluisce su tutti, non solo sul-la società: noi Chiesa. anche noi monaci, sia-mo all' interno della società. Non possiamoeqsere nr re l l i r -he or ra rdapg la c i t tà comeAbramo guardava Sodoma, dall'alto, Noiabitiamo Sodoma e Gomora, ci siamo den-tro, condividiamo la fatlca di tutti gli uominie le donne del nostro tempo>>,

Com'è lo Chieso visto do Bose?<La Chiesa tutta vive in uno stato di

depressione, in cui le corv nzion forti ap-paìono solo quando sono contro gii alt"i, inuna guerra continua di fazione, Altrimenti,sembra che nessuno sia convrnto di niente.I a . ^ c î ^ i i ' - r ì ' , ^ À . h ^ i l . ' r n r a i i + r r t t n d r , é -L 4 L V ) 4 P r U 5 r O V s E L r g I L U V | s U r L U L L W g u s -

sto scontro è I'Eucaristia: i servi della comu-nione ne fanno luogo di div is ione, Per ciò. ^ ^ . , ^ , , . ^ , . 1 . l . a h ^ - - i + " l i - ^ - i ^ ^ - 4 i - ^ l ^L r r E r S u o r u o r o ! r s ) 4 r L 4 i l d r r d , i l | P d r L r L U t d -

re vedo dre mal i l ' n- i rno è la fonia del la t -- - + ^ . i - - ; - F i . ^ i i ^ ^ ^ i + i - -caro: I cnsranr In po rrca e come se non clfossero nìir c'e c,t2ta sovente una forma disconfìnan'ìento. percJ la voce che spettavaloro l 'hanno assunta alcuni vescovi, Tuttocueslo ha Drovoc;'to rell 'ult imo ventennìouna situazione un po desolata. non c e piu( ,nooeft ivr tà l : r r - : le Fnrce oooi q, rntr :vede' *òò'" ' ' -ò|) ' - ' 'un risveglio, Spero sia un nuovo inizio dopot tn 'emnn d i denrcss inne L 'a t ra cosa e cher rn r rc , c i r ,an icce chc r i cnnn r r roarzo mnl tn" " " ' t ' 'for t i F sroni f r : t ivo rnc qi c . . .o l '^ / ' l i ̂ r r l î. - . - . . - - . O . - . . - - J l d > L s l L V U l P O I l O -

r o d a l l a , l r t e z z t a n a n a o i f ) r a n l r m a n - f i n r -

storaii del decennio, Secondo re, pero. èinrrl i le nensare di tracr.ettere una fede alle" ' * ' " - r - 'fu ture senerazioni senza'o 'n i re c unagrammatica umana: hanro bisogno di sape-re cosa la fede gli dice rel quot:c ano, nellavita, negli afíetti, nelle storie d'amore, nel la-voro, nell ircortro con gli altri. Da questedue rrpenze dinende il 'r rt;ro, Dobbiamo- - ' " ò 'snrettere di nensare che abbiamo un cattoli-cesimo nonolare che t ere, La Chiesa in Bel-gio aveva questa situazione venti anni fa,-!^^-^ ). l l D-^^^ ̂,,. -^-*-.aniz7:atO d'EUfO_4 U E ) ) U s i l | 4 s ) s P r U ) L r r ) l

pa, Bisogna essere meno sicuri, meno auto-garantisti, meno autoreferenzial i>>,

Lo Comunitò diBose siè sempre gioco-to nella scommesso evongelico dell'unità deicristioni. Do olcuni onni, però, I'ecumenismo

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è in crisi. Eppure guesto resto /o scornmessodel futuro. Come vede questo momento?

<Sin dal l ' in iz io ho capito una cosa:non ho voluto, come alcuni suggerivano,che I'ecumenismo fosse una soecie di ouar-to voto della Comunità. Noi non celebria-mo la Settimana di preghiera per I'unità, per-ché abbiamo sempre detto che o ia si vivetutti i giorni o non vale la pena, Gesù hachiesto I'unità: quindi, o il cdsflano vive I'ecu-menismo o contraddice Gesù Cristo. Ogginon c'è coraggio, tutte le Chiese non ci cre-dono molto. E nella Chiesa cattolica c'è chilavora contro I'ecumenismo, attaccando ilConcilio DroDonendo il ritorno a un'identi-tà cattolica chiusa, dura, autoreferenziale. Sivuole il "ritorno dei fratelli separati", comesi diceva pr ima del Conci l io, Nel la Chiesanon sivuole I'unità. Quando si continua a di-re che "sarà quando lo Spirito vorrà", alloravuol dire che non si vuole prendere le re-sponsabilità qui e ora, e non si vogliono farepassi di comunione>>.

Combiomo argomento. A volte sembrache il rischio di identifìcozione tra Enzo Bion-chie Eose sio forte. îggi lo Comunttà quontoè "suo" e quonto, invece, è frutto di ciò chehonno "portato" gli ahri fratelli e sorelle chesono yenuti dopo di lei?

<La Comunità in realtà è molto auto-noma da me. Ho inìziato tutta la vicenda,ma oggi faccio dawero poco. Gli ultimi annisono sempre via, voglio che la Comunitàcammini per conto suo. Abbiamo un capito-lo al mattino dove si decidono le cose e ioda cinque-sei anni non vado, proprio per-ché si abituino a decidere per loro, a misura-re il loro quotidiano. ll Signore mi ha manda-to tanta gente in gamba, di grande qualità in-tellettuale, umana, organìzzativa. Finché laComuni tà e ra ne l le mie man i , f ino a l1992-93, non ho mai organizzato un conve-gno. Sono stati possibili da quando c'è so-prattutto un fratello che lo sa fare molto be-ne. E a livello intellettuale ci sono personeprù raffìnate di me. Molte cose vanno avanticome se io non ci fossi, Non determino più'rote cose, nei capitoli le decisioni si pren-dono votandole a maggioranza, e ci sonof,ersone che possono sostituirmi nel priora-

to. Appena darò le dimissioni, il viceprioreradunerà il capitolo. Entro 40 giorni ci saràI'elezione del nuovo priore che reggerà laComunità per due anni. Dopo di che, si ri-chiederà un'altra votazione: se è positiva, ilpriore continua per l2 anni, altrimenti sene sceglierà un altro. Insomma, quando mene andrò, la Comunità continuerà benissi-mo. Non ho timod al riguardo>.

Dolle sue porole sembro trasporire qua-si uno voglia di eremo...

<<No, non ho vocazione eremitica. Mala voglia di tomare a una cerla solitudine, que-sto sì. D'altronde, già adesso vivo da solo, inmezzo al bosco>>. Vittoria Prisciandaro

| 'nf l t

n la t t i rar: . r inra

dl Bose, LuctonoMonicordi. Ne//o Bto lnc/tor ie sore/ie riunite in

chieso duronte unacelebrozione, Nellohnoinn hrccerlcntc'r - ò ' - r '

frntal Ct riàn F)ntti

che oggi ricopreI'incoico dt economo

dello Comunità.

SETTEMBRE2Oll -73