22.01.09_crisi della democrazia
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La crisi della democrazia e i critici della
democrazia/1• Crozier, Huntington, Watanuki, La crisi della democrazia, 1975
• Anni ‟60 e ‟70 in Europa, Stati Uniti e Giappone
• Overload , sovraccarico di domande
• Attivismo politico radicale anni ‟70 (movimenti diritti civili USA, Maggio ‟68Francia, autunno caldo Italia)
• Crisi petrolifera ‟73-‟74
• Crescenti domande e minori risorse per farvi fronte
• Robert Dahl, La democrazia e i suoi critici, 1989
• Gli anarchici: abolizione totale dello stato
• I sostenitori del “governo dei custodi” (Platone, Lenin): i migliori devonogovernare
• Dalla metà anni ‟90: voci critiche sulle “magnifiche sorti progressive” dellademocrazia
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La crisi della democrazia e i critici della
democrazia/2• Leonardo Morlino, Democrazie e democratizzazioni, 2003
• “Qualità” democratica: risultato (responsiveness), procedura (rule of law),
contenuto (libertà ed eguaglianza)
• Sforzo di conciliare accezioni procedurali e normativo-sostanziali didemocrazia
• Le trasformazioni politiche del XX secolo mettono in crisi la coincidenza tra
democrazia e liberal-democrazia occidentale?
• Huntington (1981): incompatibilità tra dirompenza di ideali democratici e
tecnicismi del costituzionalismo liberale
• Huntington (1991): il “pensiero unico” democratico
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Samuel Huntington: La terza ondata (1991)
• Importanza del contesto storico: crisi dei sistemi comunisti in Europa
est e URSS
• Esaltato ottimismo su rapida edificazione di mercato e democrazia
• 25 aprile 1974: rivoluzione dei garofani, Lisbona• Fine dittatura di Salazar e poi Caetano
• Inizia la terza ondata di democratizzazioni (1974-1990)
• Accezione procedurale, minima di democrazia (metodo)
• Più operazionalizzabile• Schumpeter, 1942
• Differenza con teoria classica (volontà popolare, bene comune)
• Centralità del parametro elettorale
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La terza ondata/2
• Ondata di democratizzazione: cosa è?
• Prima ondata (lunga): 1828-1926 (abolizione dei requisiti di censo), 33 paesi,
tra cui Stati Uniti, Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Italia, Argentina, Irlanda,
Islanda.
• Prima ondata di riflusso: 1922-1942, 22 paesi, tra cui Italia, Polonia, Lituania,
Lettonia, Estonia, Germania, Austria, Cecoslovacchia, Brasile, Argentina.
• Seconda ondata: 1943-1962 (corta), 41 paesi, tra cui Germania ovest, Italia,
Giappone, Corea, Turchia, Grecia, Uruguay, Brasile, Costarica, Nigeria.
• Seconda ondata di riflusso: 1958-1975, 22 paesi, tra cui Perù, Brasile, Bolivia,
Argentina, Cile, Pakistan, Filippine, Grecia, Turchia, Malta, Barbados,Nigeria.
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La terza ondata/3
• Terza ondata: 1974-, 35 paesi, tra cui Portogallo, Grecia, Spagna, Ecuador,
Perù, Bolivia, Argentina, Brasile, India, Turchia, Filippine, Ungheria, Polonia,
Germania est, Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria, Messico, Cile, Sudafrica.
• Nel 1990, 45% di stati democratici
• Alta correlazione tra democrazia e libertà individuale.
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Le cause/1
Tre tipologie di cause rilevanti:
• 1. Calo di legittimità e dilemma della
performance;
• 2. Crescita economica senza precedenti;
• 3. Nuove politiche degli attori esterni;
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Le cause/2
• Calo della legittimità e dilemma dellaperformance
• Aumenta la frustrazione
• La coalizione su cui si basa il regime si sfalda
• Difficoltà di rinnovamento per i regimi autoritari
• Fattori economici
• Shock petroliferi; restrizioni e depressioni neiregimi comunisti
• Ruolo degli attori esterni
• Vaticano; UE; Stati Uniti; URSS
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Le modalità/1
• Terza ondata, regimi di partenza: sistemi monopartitici, regimi militari, dittature
personali
• Fonti di democratizzazione: il governo e le forze di opposizione
• Trasformazione: élite al potere avviano la transizione
• Sostituzione: l‟opposizione guida il processo
• Transostituzione: azione comune di governo e opposizione
• Regimi monopartitici: stretta interconnessione tra partito e stato
• Dittature personali: difficile la rinuncia volontaria al potere
• Attori di questi processi: conservatori intransigenti, riformisti democratici e riformisti
progressisti nelle coalizioni di governo, moderati democratici ed estremisti rivoluzionari
all‟opposizione.
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Trasformazioni
• Si sono snodate in 5 fasi
• 1. Emergere dei riformatori
• Liberalizzazione, ma non completa democratizzazione
• Autoritarismo più dolce
• 2. La conquista del potere
• Riformatori democratici dovevano assumere il controllo del governo
• 3. Fallimento della liberalizzazione
• I liberalizzatori sconfiggono i conservatori, ma durano poco al potere
• Le aspettative insoddisfatte possono portare instabilità ed il ritorno dei conservatori
• Liberalizzazione senza democratizzazione di Gorbachev
• 4. La legittimazione dal passato: i conservatori sottomessi
• Non è eliminata la capacità dei conservatori di opporsi
• Il nuovo ordine si legittima in quanto prodotto del vecchio
• 5. Cooptare l‟opposizione
• I riformatori stringono accordi con gli oppositori moderati
• Ruptura pactada in Spagna
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Le sostituzioni
• Crescita della forza dell‟opposizione, rovesciamento del regime
• 3 fasi: la lotta per determinare la caduta, la caduta, la lotta dopo la caduta
• Col tempo, diminuisce la forza del regime autoritario
• L‟appoggio dei militari all‟opposizione è determinante
• Rottura netta e chiara con il passato
• I nuovi leader tendono a legittimarsi sul futuro
• I leader estromessi da sostituzioni fanno una brutta fine
• Dopo la caduta, le opposizioni si dividono sulla natura del futuro regime
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Le transostituzioni
• Azione congiunta di governo e opposizione
• Negoziato
• Incapacità dei gruppi dominanti al governo e all‟opposizione di determinare
unilateralmente la svolta
• Difficile conseguire l‟unità delle opposizioni
• Credibilità dell‟ala moderata delle opposizioni per negoziare con l‟esecutivo
• Negoziati, a volta durano a lungo, a volte brevi
• Fallimento dei negoziati: gli estremisti di opposizione e i conservatori di governo
abbattono le parti coinvolte nel negoziato
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Le modalità/2
• III ondata: solo 2 casi (Grenada e Panama) a seguito di invasione straniera
• Ad eccezione di Filippine, Romania e Germania est, la folla non ha preso di mira i palazzi del potere
• Determinanti i negoziati, i compromessi, gli accordi
• In alcuni casi accordi espliciti tra i riformatori e i moderati all‟opposizione
• In Spagna, politica del compromesso, assemblea costituente e patti di Moncloa (1977)
• In Polonia, Solidarnosc e partito comunista, tavola rotonda (aprile 1989)
• “Contrattazione democratica”, scambio tra partecipazione e moderazione
• Effetto-valanga: i latino-americani e gli europei dell‟est hanno imparato dalla moderazione delmodello spagnolo
• Le elezioni indeboliscono o spazzano via i regimi autoritari
• Le elezioni hanno quasi sempre deluso le aspettative dei dittatori
• Qualche eccezione: Romania, Bulgaria, Mongolia
• 3 spiegazioni alle eccezioni
• 1. I nuovi leader (Iliescu, Mladenov)si erano staccati dai precedenti regimi autoritari
• 2. Rilevanza di coercizione e brogli
• 3. Società prevalentemente contadine, scarsa la classe media
• Dagli anni ‟80, frequente la presenza di osservatori stranieri per le elezioni di transizione
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Le modalità/3
• Rari casi di boicottaggio delle elezioni da parte dell‟opposizione
• La dinamica elettorale porta al passaggio dall‟autoritarismo alla democrazia
• La dinamica rivoluzionaria porta al passaggio da un regime autoritario ad un altro
• Basso grado di violenza nella III ondata
• Eccezione più netta è il Nicaragua (guerra civile dal 1981 al 1990)
• La violenza civile aveva raggiunto livelli elevati prima del processo di
democratizzazione
• La prevalenza di trasformazioni e di transostituzioni ha contribuito al basso livello di
violenza
• Riluttanza delle forze armate a sparare sui cittadini
• I governi frutto di moderazione governano con moderazione
• I governi frutto di violenza governano con la forza
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Previsioni di consolidamento
• La durata: consolidamento o crollo?
• Due condizioni per il consolidamento
• Un certo livello di sviluppo economico
• La preferenza per la democrazia delle nuove
leadership politiche
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I fattori del consolidamento democratico
• Una precedente esperienza democratica
• Un‟economia industrializzata e moderna con alto livello di istruzione (eccezione India)
• Lo scenario internazionale e gli attori esteri
• Transostituzioni con maggiore capacità di consolidamento, transizioni in posizione
mediana, meno adatte le sostituzioni• Natura delle istituzioni democratiche, più efficaci i regimi parlamentari
• Determinante la volontà dei leader politici
• Antidemocraticità del confucianesimo
• Mancanza di tradizione di difesa dei diritti nei confronti dello stato
• Conflitto tra idee, gruppi e partiti viene considerato pericoloso; mantenimentodell‟ordine, rispetto della gerarchia
• In Asia orientale, prima del 1990, solo Giappone e Filippine avevano avuto esperienzedemocratiche, per influenza degli USA
• Difficoltà anche per democrazia in Islam
• Non si accetta la separazione tra religione e politica
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Transitologia e suoi critici/1
• Transition paradigm: schema standard di definizione dei processi di
democratizzazione ad aree ed esperienze storiche molto lontane tra loro
• In linea con il new world order and building democracy di Bush senior e
enlarging and exporting democracy di Clinton
• Democrazia imposta dall‟alto
• Maggiori esponenti Huntington e Diamond
• Seconda metà degli anni ‟90: paradigma elettorale e procedurale di democrazia
messo in discussione
• Il paradigma della transitologia non più adatto a spiegare i cambiamenti nei
paesi post-comunisti, soprattutto sul piano socio-economico
• Larry Diamond, “Is the Third Wave Over?”, Journal of Democracy, 1997
• Distinzione tra democrazia liberale (limiti al potere dell‟esecutivo) e
democrazia elettorale
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Transitologia e suoi critici/2
• The fallacy of electoralism
• Samuel Huntington, “After Twenty Years: The Future of the Third Wave”,
Journal of Democracy, 1997
• La democrazia liberale è un prodotto della civiltà occidentale
• Paesi dell‟America latina più compatibili con cultura occidentale; paesi
musulmani e Asia orientale più lontani dai valori occidentali
• Amartya Sen, “Democracy as a Universal Value”, Journal of Democracy,
1999
• Superiorità della tradizione politica democratica occidentale
• Negazione dell‟incompatibilità culturale dell‟Asia ai valori della libertà
individuale e della propensione verso il senso della disciplina
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Transitologia e suoi critici/3
• Thomas Carothers, “The End of the Transition Paradigm?”, Journal of
Democracy, 2002
• Ultimo quarto del XX sec., mutamenti politici rilevanti in 7 zone geografiche
• 1. caduta regimi autoritari di destra in Europa meridionale, metà anni „‟70;
• 2. governi civili eletti al posto dei militari in America latina, anni ‟80;
• 3. declino regimi autoritari Sud-Est asiatico, metà anni ‟80;
• 4. collasso regimi comunisti in Europa Est, fine anni ‟80;
• 5. crollo dell‟URSS, 1991;
• 6. declino regimi a partito unico, Africa sub-sahariana, primi anni ‟90; • 7. ondata di liberalizzazioni, Medio Oriente, anni ‟90.
• Paradigma della transizione in 5 punti:
• 1. tutti i paesi escono dall‟autoritarismo e sono in transizione democratica;
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Transitologia e suoi critici/4
• 2. democratizzazione secondo fasi standard: opening, breakthrough,
consolidation;
• 3. assoluta centralità delle elezioni;
• 4. le specifiche condizioni di un paese non compromettono il processo di
transizione;
• 5. la terza ondata interessa stati già esistenti e funzionanti.
• Carothers sostiene che solo 20 paesi su 100 sono in reale transizione
• Gray Zone: paesi con alcuni attributi di vita politica democratica ma con seri
deficit democratici
• Feckless pluralism: partecipazione politica elevata nei periodi elettorali
• Dominant-power politics: un gruppo politico domina il sistema impedendo
l‟aternanza
• Carothers confuta i 5 aspetti salienti del transition paradigm
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Transitologia e suoi critici/5
• Fareed Zakaria, “The Rise of Illiberal Democracy”, Foreign Affairs, 1997
• Differenze tra democrazia e costituzionalismo liberale
• Democrazie illiberali: regimi democraticamente eletti che ignorano i limiti
costituzionali del proprio potere
• Fusione tra democrazia e costituzionalismo liberale tipica dei governi
occidentali dal 1945
• Dagli anni ‟90 si è affermata la democrazia disgiunta dal costituzionalismo
liberale
• Contrapposizione tra i modelli della Francia e degli USA