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4. Cenacolo Scalata, 20.10.2011
“Tardi ti amai, bellezza infinita, bellezza così antica e così nuova.
Eppure Signore, tu eri dentro di me,ma io ero fuori, deforme com’ero
guardavo la bellezza del tuo creatole tue creature mi tenevano l ontano,
lontano da te”. (Sant’Agostino, Confessioni, X,27,38)
“Io credo in Dio. Il problema è che credo a tutti” (Alfredo Accatino)
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Dio è qui! E solo qui.
Il primo comandamento Dio lo ha dettato ad un popolo convinto che esistesse una molteplicità di déi, convinto che accanto a Jahwè potessero convivere gli dei egizi, cananei ecc… Il Dio di Israele esige di essere considerato come l’unico vero Dio, reclama l’esclusività.
Giusto per - divinità cananee, fenicie e puniche: 38- divinità sumere: 34 - divinità azteche: 74
- divinità maya: 15 - dei egiziani: 67- divinità celtiche: 19 -divinità nordiche: 49- dèi greci: 88 (di cui 12 nell’Olimpo)- dei romani: 68 -dei etruschi: 44
L’ASSOLUTEZZA di Dio significa che Dio avanza una pretesa assoluta su di me, per cui non posso sottrarmi in alcun modo a lui, ma lo riconosco quale unico ed esclusivo Signore della mia vita.Questo però va equilibrato con un atteggiamento di libertà di religione e TOLLERANZA.
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Dio resta unico: soltanto il modo di figurarselo e di parlarne è differente. Le immagini di Dio non sono Dio, ma unicamente rimandano a lui. Dio – la divinità è sempre tutt’altra cosa, ben diversamente da come ebrei, cristiani, musulmani o indù se lo raffigurano. Dio è oltre le nostre rappresentazioni.
E’ la natura propria di Dio a esigere la sua assolutezza e a imporci di non venerare alcun altro dio oltre a lui.
Il primo comandamento garantiva quella libertà che Jahwé stesso aveva restituito al suo popolo. Venerare altre divinità era come diventare di nuovo schiavo … dovendo placare molte divinità Il Dio di Israele voleva essere accettato come unico Dio cui rivolgersi.
L’unicità di Jahwé garantiva a Israele di conservare la propria identità tra gli altri popoli più potenti di lui. La fede nel “Dio unico” garantiva al piccolo popolo Ebreo una forza che stupiva il mondo.
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Che significa per noi questo comandamento oggi? Oggi le divinità che possono catturarci non si chiamano più Baal o Astarte, ma altre: autoaffermazione, possesso, ricchezza o stima, piacere o fama … Se Dio non occupa il centro della nostra vita, è quasi inevitabile che ci rivolgiamo ad altri déi.
Oppure ci lasciamo asservire dalle diverse consuetudini e mode pubblicizzate a tambur battente: quella certa dieta, quel modo di vestire … Eppure cresce il numero degli infelici … sigh! … nuovi schiavi.
Quando consento a Dio di essere l’unico vero Dio per me, è allora che io divento veramente uomo. Dio è il sommo garante della vera libertà. Gli idoli – di ogni genere – mi rendono solo schiavo. “Noi viviamo – grazie a Dio – in un’epoca senza
fede” (Ennio Flaiano, Don’t forget)
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La nostra e le altre religioni
“La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differenti da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini”
(Vaticano II)
Praticamente• dialogare con le altre religioni• non confusione tra le diverse esperienze religiose• riconoscersi e conoscere la nostra fede/identità
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Col comando di Non avere alcun altro dio davanti a lui, il Signore vuole preservarci dal cadere in una nuova sottomissione. Se non è Dio a costituire il centro della nostra vita, innumerevoli altri idoli occuperanno quel posto e sottomettendoci ci toglieranno libertà e dignità.
“Spesso ci sono cose, condizioni di vita … che in sé sono buone,
importanti e desiderabili, che hanno un loro senso, potendo contribuire alla felicità della vita umana.
Quando esse rimangono al loro posto - senza pretendere di farsi ‘assolute’ – ma restando
‘relative’ rimandano sempre a qualcosa d’altro che è ancora più
importante di loro.Ma tali realtà, condizioni … quasi sempre pretendono
assai più di quanto ad esse compete: un potere da esercitare su di me, il diritto di assoggettarmi,
collocandosi al posto di Dio, appropriandosi del suo ruolo nei miei confronti” (V. Seibel)
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GESU’ conferma e arricchisce il primo comandamento
Qual è il più grande comando della Legge? “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima, con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei
comandamenti” (Matteo 22,37ss.)
Gesù si richiama alla formula del Deuteronomio dove si comanda di recitare ogni giorno: “Ascolta Israele! Jahwé è il nostro Dio, Jahwé è uno solo” (6,4).
DIO È UNICO E SARÀ SOLO DI ISRAELE ISRAELE DEVE PERÒ AMARE IL SUO DIO
L’amore spiega l’unicità di Dio: “Solo in quanto amato da Israele, è l’unico Dio”. Questo Dio unico dobbiamo portarlo nel nostro cuore, nella nostra anima e nei nostri pensieri.
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AMARE DIO:
• sopra ogni cosa: indirizzare desideri, attese e pensieri verso la meta ultima che può essere solo Dio;
•con tutto il cuore: amare il prossimo come se stessi (Mt 22,39). Amare Dio nel prossimo, amare ogni creatura nella sua libertà.
DIO E’ QUI - E’ questa la versione positiva del primo comandamento. Quando lasci che Dio sia nella tua vita, allora questa riceve ordine e tu ti mantieni libero da tutti gli idoli che vorrebbero renderti schiavo. Puoi fare affidamento su Dio. Egli dice di sé: “Io, il Signore, sono un Dio geloso” (Es 20,5).
Occorre imparare ad affidarci a lui in maniera indivisa, senza “svendere” il nostro cuore ad altre cose. Usare dei beni creati, ma nessun aspetto di questo mondo dovrà mai fare concorrenza a Dio e al suo primato nel nostro cuore.
Nessun altro ‘dio’ deve stare accanto a lui!
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CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA sul PRIMO COMANDAMENTO
442. Che cosa implica l’affermazione di Dio: “Io sono il Signore Dio tuo” (Es 20,2)?
Implica per il fedele di custodire e attuare le tre virtù teologali e di evitare i peccati che vi si oppongono. La fede crede in Dio e respinge ciò che le è contrario, come ad esempio, il dubbio volontario, l’incredulità, l’eresia, l’apostasia, lo scisma. La speranza attende fiduciosamente la beata visione di Dio e il suo aiuto, evitando la disperazione e la presunzione. La carità ama Dio al di sopra di tutto: vanno dunque respinte l’indifferenza, l’ingratitudine, la tiepidezza, l’accidia o indolenza spirituale, e l’odio di Dio, che nasce dall’orgoglio.
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CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA sul PRIMO COMANDAMENTO
443. Che cosa comporta la Parola del Signore: “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto” (Mt 4,10)?
Essa comporta: adorare Dio come Signore di tutto ciò che esiste; rendergli il culto dovuto individualmente e comunitariamente; pregarlo con espressioni di lode, di ringraziamento e di supplica; offrirli sacrifici, soprattutto quello spirituale della propria vita, in unione con il sacrificio perfetto di Cristo; mantenere le promesse e i voti a Lui fatti.
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CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA sul PRIMO COMANDAMENTO
445. Che cosa proibisce Dio quando comanda: “Non avrai altri déi di fronte a me” (Es 20,2)? Questo Comandamento proibisce: - il politeismo e l’idolatria, che divinizza una creatura, il potere, il denaro, perfino il demonio; - la superstizione, che è una deviazione del culto dovuto al vero Dio e che si esprime anche nelle varie forme di divinazione, magia, stregoneria e spiritismo; - l’irreligione, che si esprime nel tentare Dio con parole o atti; nel sacrilegio, che profana persone o cose sacre soprattutto l’Eucaristia; nella simonia, che è la volontà di acquistare o vendere le realtà spirituali; - l’ateismo, che respinge l’esigenza di Dio, fondandosi spesso su una falsa concezione dell’autonomia umana; - l’agnosticismo, per cui nulla si può sapere su Dio, e che comprende l’indifferentismo e l’ateismo pratico.
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PreghieraPadre, la fronte è la mia intelligenza, la mia capacità di scegliere, la mia volontà e la mia libertà:ciò che mi fa essere immagine tua.In essa nascono e crescono i miei pensieri, i miei progetti, le mie decisioni. Padre, io ti metto nella mia fronte affinché la mia vita sia come tu l’hai pensata.
Figlio di Dio, Gesù, fratello mio, il petto e i miei sentimenti: la capacità di amare il Padre come tu ci hai insegnato; la gioia di seguirti come Maestro; l’impegno di amare gli altri come tu ci hai amato. Figlio di Dio, Gesù, fratello mio, io ti metto nel mio petto, affinché i miei sentimenti siano sempre fondati in te.
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Spirito Santo, le spalle sono il mio agire, sono la forza per sostenere le scelte e le decisioni, l’impegno e la fatica che una vita buona richiede.Spirito Santo, io ti metto nelle mie spalle, perché non mi faccia mancare il tuo aiuto per capire Gesù e vivere come lui è vissuto.
Padre, Figlio, Spirito Santo, vi metto nella mia vita e ve la affido. Amen.
(T. Lasconi)