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Poste Italiane s.p.a. - Trimestrale - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Udine - Copia in Abbonamento - Redazione: Ordine dei Geologi - Regione del Veneto - Via A. Vivaldi, 2 - 30171 Venezia Mestre FOGLIO D’INFORMAZIONE DELL’ORDINE DEI GEOLOGI REGIONE DEL VENETO 68 ANNO XVII OTTOBRE DICEMBRE 2009 www.geologiveneto.it Acque sotterranee, clima e speleologia Alessio Fileccia L’EPAP per i geologi Arcangelo Pirrello GEOLOGIA, TRA VOGLIA DI MODERNITÀ E VECCHI SISTEMI

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FOGLIO D’INFORMAZIONEDELL’ORDINE DEI GEOLOGI

REGIONE DEL VENETO

68•

ANNO XVII

OTTOBREDICEMBRE

2 0 0 9

www.geologiveneto.it

• Acque sotterranee, clima e speleologiaAlessio Fileccia

• L’EPAP per i geologiArcangelo Pirrello

GEOLOGIA, TRA VOGLIA

DI MODERNITÀ E VECCHI SISTEMI

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«Geologia economica e Giacimenti Minerari» di G.P. Sassano e C. Car-cano è un testo che tratta argomenti riguardanti svariate disciplinegeo-minerarie quali: politica delle risorse minerarie, calcolo delle ri-serve minerarie, arte mineraria, cenni di tecniche delle perforazioni,prospezione geomineraria, concetti di metallogenesi, giacimenti.Proprio per l’ampio spettro di discipline scientifiche affrontate, il te-sto ha necessariamente carattere monografico, nel senso che gli Au-tori hanno selezionato precisi argomenti a scapito di altri che han-no dovuto trattare brevemente o addirittura tralasciare.Tale approccio di stile «nord-americano» presenta l’indubbio van-taggio di fornire, al lettore che intende documentarsi su argo-menti giacimentologici e minerari, un ampio panorama di nozio-

ni scientifiche e tecniche e delle indispensabili e complesse interazioni chetra esse devono esistere affinché una realtà geo-giacimentalogica si possatrasformare in un bene economico minerario.Questo testo, quindi, si rivolge a chiunque intenda avvicinarsi all’affascinan-te e complesso mondo della genesi, concentrazione e sfruttamento dei mine-rali metallici, considerato il buon livello di informazione scientifica che es-so fornisce corredata com’è da una ampia bibliografia che rimanda il lettorepiù esigente ad ulteriori indagini conoscitive su testi più specialistici.

Prof. Alfredo Ferrario

chiandetti editore

Via Vittorio Veneto 106 - Reana del Rojale / Udine / ItalyTel. 0432.857054 - Fax 0432.857712 - [email protected]

Pubblicazione diPagine 508

Formato 15,5 x 21 cm

Prezzo € 15,00più € 5,00 di spedizione PT

Pagamento in contrassegno

Per ulteriori informazioni Cartostampa Chiandetti srl

GIAN PAOLO SASSANO CIPRIANO CARCANO

GEOLOGIA ECONOMICAE GIACIMENTI MINERARI

Desidero prenotare il testo “COSTRUIRE IN SICUREZZA” a mezzo fax allo 0432 857712 o e-mail:[email protected] al prezzo di euro 25 più euro 5 di spese di spedizione postale. Mi impegnoa ritirare e pagare in contrassegno quanto ordinato ed esposto nella cedola.

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Data Firma di conferma

INFORMATIVA PER LA TUTELA DEI DATI PERSONALI Con la presente informiamo che ai sensi del D.Lgs. 196/03, i dati personali ottenuti verranno trattati dalla Cartostampa Chiandetti srl, titolare del trattamento, con sede legale in Via Vittorio Veneto, 106 - 33010 Reanadel Rojale (Udine). Il Responsabile è individuato nella persona di Cristina Chiandetti. Il trattamento sarà effettuato manualmente e/o con l’ausilio di mezzi elettronici ed in ogni momento l’interessato potrà esercitare isuoi diritti di ottenere informazioni o di opporsi nei confronti del titolare del trattamento, come specificato dall’art.7. Ulteriori notizie sulla presente informativa, ai sensi dell’art. 13.

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n. 68 • VENETO Geologi 3

VENETO GEOLOGIFoglio d’informazione dell’Ordine dei Geologi Regione del Veneto

Anno XVII n. 68 / Ottobre - Dicembre 2009

Iscritto nel Registro Stampa del Tribunale di Padovaal n. 1521 il 20.07.1996 - Trimestrale Spedizione in abb. postale art. 2 comma 20/B - Legge 662/96 - D.C.B. Udine

Proprietà e RedazioneOrdine dei Geologi Regione del VenetoVia A. Vivaldi, 2 - 30171 Venezia MestreTel. 041.981186 - Fax e segr. 041.5059056web: www.geologiveneto.it

Editore:Cartostampa Chiandetti srl - Via Vittorio Veneto33010 Reana del Rojale (UD) - Tel. 0432 857054 Fax 0432 857712 - E-mail: [email protected]

Direttore responsabile: Antonio Rosso

Direttore editoriale: Paolo SpagnaDirettore redazionale: Paolo Spagna

Responsabile per la pubblicità:Cartostampa Chiandetti srlFedora Bressan - Tel. 0444 521740

Cell. 346 8778500

Comitato di redazione:Danilo Belli, Gino Borella, Enrico BusnardoRoberto Cavazzana, Matteo Cultrera, Ennio Da Roit, Michele De Toni, Nicola De Zorzi,Fabio Farinatti, Alessandro Lanaro, Paolo Spagna, Pietro Zangheri

Segreteria di redazione: Paolo Spagna

Collaboratori:Andrea Baldracchi, Renato Bartolomei, TatianaBartolomei, Alessio Bonetto, Matteo Ceruti, Antonio Dal Prà, Giuseppe Franco Darteni, Paolo Fabbri, Alessio Fileccia, Rinaldo Genevois,Gian Mario Giurliani, Vittorio Iliceto, Francesco Marinoni, Matteo Massironi, Massimo Mazzola, Roberto Pedron, Arcangelo Pirrello, Cesare Rizzetto, Roberto Sedea, Andrea Sottani, Valerio Spagna, Alberto Tagliapietra, Federico Toffoletto, Giuliano Vendrame, Pier Andrea Vorlicek.

“Veneto Geologi” viene distribuito gratuitamente agli iscritti all’Ordine dei Geologi Regione del Veneto, alle Amministrazioni periferiche delloStato nel Veneto e agli Enti Locali nel Veneto.

Chiunque volesse ricevere regolarmente i numeridella rivista dovrà dare corso ad un regolare abbonamento annuale versando euro 25,82sul c/c postale n. 86220258 intestato alla Cartostampa Chiandetti srl Via Vittorio Veneto - 33010 Reana del Rojale (UD)

Le notizie riportate sono desunte da fonti ritenuteattendibili. La Direzione avverte comunque i lettoriche non si assume alcuna responsabilità per eventuali danni causati da informazioni errate.Gli articoli firmati esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano in alcun modo né l’editore né la redazione.

Garanzia di riservatezza. Il trattamento dei dati personali che riguardano le persone fisiche viene svolto nell’ambito della banca dati elettronica di Cartostampa Chiandetti srl e nel rispetto di quanto stabilito dalla legge675/96 sulla Tutela dei dati personali”. Garantiamo la massima riservatezza nel trattamento dei dati e che non saranno comunicati o diffusi ad altri. L’interessato potrà richiederne gratuitamente in qualsiasimomento la modifica o la cancellazione scrivendo al responsabile dati della Cartostampa Chiandetti srl.

Stampa: Cartostampa Chiandetti srl33010 Reana del Rojale (UD)

Ordine Regionale Geologi del VenetoOrari Segreteria: Lunedì - Mercoledì - Venerdì 15.30 - 19.30Martedì - Giovedì 8.30 - 12.30

Segreteria:Sig.ra Cristina Lazzari - Sig.ra Manuela ForlinTel. 041.981186 - Fax 041.5059056

Consulenza Legale:Studio Legale Ceruti - Rovigo - Via All’Ara, 8

sommario

5 Editoriale

Cambio di rotta!Paolo Spagna

7 Attività dell’Ordine

Corso di aggiornamento professionale “project management per la gestione efficiente ed efficace dei progetti”

Movimenti Albo

8 Attività dell’Ordine

Nominativi per rinnovo Commissioni Comunali

10 Idrologia

Acque sotterranee, clima e speleologiaAlessio Fileccia

17 Università

Geologia, tra voglia di modernità e vecchi sistemiPaolo Spagna

19 Attività del C.N.G.

Celebrazione dei 50 anni di geologia a Modena Nuove prospettive professionaliEnrico Nucci

21 Epap

L’EPAP per i geologiArcangelo Pirrello

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Cambio di rotta!

editoriale n. 68 • VENETO Geologi 5

iamo solo a tre mesi dall’insediamento del nuovo Consiglio e il barometrodell’Ordine è già tornato a segnare bel tempo.

Il 21 dicembre scorso, nell’ultima seduta di Consiglio del 2009, ci siamo re-si conto di aver innescato la marcia giusta.

Sono numerose, infatti, le Commissioni istituite e molte di queste, soprattutto quel-le tecniche, sono state designate con un Responsabile esterno al Consiglio, scel-to tra i più rappresentativi sotto il profilo professionale. Inoltre, nel pensare alle dif-ficoltà di chi deve avviare l’attività professionale, sono state ridotte sensibilmente lequote d‘iscrizione per il 2010 e avviati i primi contatti con gli istituti di credito alla ri-cerca di forme concrete di agevolazioni economiche.

Sempre con un occhio di riguardo ai “giovani” è stata istituita una Commissione aloro dedicata, riconoscendo tra l’altro l’importanza e l’utilità dei suggerimenti dellegiovani generazioni nell’economia complessiva di un Ordine che deve ancora cre-scere e complessivamente svilupparsi nel tessuto socio-economico della nostraRegione.

I contatti istituzionali avviati con l’Università di Padova e con la Regione, hanno giàprodotto alcuni risultati positivi rispettivamente con riguardo alla collaborazione invista dei cosiddetti decreti Gelmini e alle aperture politiche già manifestate per untavolo di confronto e di discussione sui temi geologici da sviluppare con i colleghiregionali.

Certo! Abbiamo appena iniziato e le cose da fare sono tantissime, ma intanto, co-me dice l’antico adagio: “chi ben inizia è a metà del guado”.

A fine gennaio prossimo valuteremo i primi risultati e poi a maggio, come promes-so, faremo insieme la verifica di programma e decideremo se proseguire o menosu questa strada.

Il 2010 sarà però un anno molto particolare: vi saranno cambiamenti in ambito po-litico-amministrativo, ma anche sul piano interno alla nostra categoria, vedi EPAPe CNG.

La Regione Veneto, che andrà alle elezioni amministrative in primavera, ci costrin-ge di fatto ad attendere i nuovi Assessori per avere da loro risposte impegnative ostabilire rapporti di collaborazione.

Sul piano tecnico, invece, dove le cose sono un po’ diverse, sono già stati presi iprimi contatti e fissati i primi incontri per metà gennaio, per un primo scambio di in-formazioni.

EPAP prima e CNG dopo, concluderanno nel 2010 i rispettivi mandati e saremonuovamente chiamati al voto per rinnovare i corrispondenti organi di amministra-zione: il primo a metà marzo, il secondo in autunno.

Allora, è indispensabile fare un passo indietro nel tempo e soffermarci per un atti-mo su alcuni numeri. Quelli elettorali, per intenderci, quelli cioè che hanno per-messo a questo Consiglio territoriale di rinnovarsi.

Mai come quest’ultima elezione si sono registrati tanti elettori. Il 50% degli iscritti èstato un risultato eccellente. Un merito che va attribuito non soltanto ai programmidelle due liste in competizione, ma anche alla maturità degli elettori e alla loro vo-glia di cambiamento.

Ebbene, nel 2010 ci sarà ancora bisogno di voi.

Bisognerà confermare ancora una volta i numeri elettorali di settembre 2009, anzi,fare di meglio se vogliamo che un rappresentante del Veneto continui a sedere nelConsiglio di Indirizzo Generale dell’EPAP. E dico di più. Grazie proprio al nuovo si-stema elettorale per via telematica, questa volta si potrebbero realizzare anche lecondizioni per eleggere un rappresentante del centro-nord al Consiglio di Ammini-strazione. E magari veneto.

È uno scatto d’orgoglio che va vissuto votando in massa il candidato che insiemeandremo a scegliere tra i colleghi più esperti e capaci che si candideranno, perchési tratta del denaro di migliaia di professionisti che sperano solo di rivederlo torna-re nelle loro tasche ricapitalizzato, in modo da garantire loro una pensione dignito-sa.

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RETI PARAMASSI CONSOLIDAMENTO PARETI BARRIERE PARAMASSI

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n. 68 • VENETO Geologiattività dell’ordine 7

ISCRIZIONI Albo Professionale

VENTURIN Giacomo Montebelluna (TV) 28-09-09 A.P. n. 757 Sez. A

GARLET Eric Feltre (BL) 28-09-09 A.P. n. 758 Sez. A

TRASFERIMENTI DA ALBO PROFESSIONALE AD ELENCO SPECIALE

FENTI Laura Agordo (BL) 19-10-09 E.S. n. 148 Sez. A

BARION Anna Maria Belluno 21-12-09 E.S. n. 149 Sez. A

CANCELLAZIONI

CABRINI Pierluigi Arcugnano (VI)

LO SAVIO Antonio Padova

ALBEROTANZA Luigi Venezia

TREVISAN Milena Bovolone (VR)

DAL LAGO Domenico Schio (VI)

RIGHETTI Giuseppe Verona

MARCEGLIA Fabio Venezia

TRASFERIMENTO AD ALTRO ORDINE

BOTTAN Massimiliano (alla Regione Emilia-Romagna)

MOVIMENTI ALBO

Ordine dei GeologiRegione del Veneto

Mestre Venezia,

ALLA COMMISSIONE AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

CONTINUO c/o CONSIGLIO NAZIONALE

DEI GEOLOGIVia Vittoria Colonna, 40

00193 ROMA

21 ottobre 2009Prot. 299/cl-PZ/09

Oggetto: Corso di aggiornamento professionale “project management per la gestione efficiente ed efficace dei progetti” organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Padova.

In relazione al corso in oggetto non accreditato in quanto, secondo la vostra nota, “de-stinato agli ingegneri” si precisa che come riportato nella locandina, il corso è rivolto“inoltre a progettisti, sia liberi professionisti che dipendenti, che vogliano acquisire nuo-ve competenze”.

Rientrando il Geologo, in base alle norme vigenti, a pieno titolo tra i progettisti, il corsoè sicuramente rivolto anche ai Geologi e d’altronde altrimenti non avrebbero potuto par-teciparvi nostri iscritti.

Si cita in particolare, seppur pleonastico, il dpr 5 giugno 2001, n. 328 che all’art. 41 “at-tività professionali” (del Geologo) prevede, tra l’altro: – “attività implicanti assunzioni di responsabilità di programmazione e di progettazione

degli interventi geologici e di coordinamento tecnico-gestionale, nonché le compe-tenze in materia di analisi, gestione, sintesi ed elaborazione dei dati”

– “la programmazione e progettazione degli interventi geologici strutturali e non struttu-rali, compreso l’eventuale relativo coordinamento di strutture tecnico gestionali”

– “la programmazione e progettazione degli interventi geologici e la direzione dei lavorirelativi, finalizzati alla redazione della relazione geologica”

– “l’analisi e la modellazione dei sistemi relativi ai processi geoambientali e la costruzio-ne degli strumenti geologici per la pianificazione territoriale e urbanistica ambientaledelle georisorse e le relative misure di salvaguardia, nonché per la tutela, la gestionee il recupero delle risorse ambientali; la gestione dei predetti strumenti di pianificazio-ne, programmazione e progettazione degli interventi geologici e il coordinamento distrutture tecnico-gestionali”

– etc.

Si chiede quindi la valutazione e l’accreditamento del corso, sulla base degli elementitecnici e politico-professionali qui forniti.

Distinti saluti.Il Presidente

dott. geol. Paolo Spagna

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VENETO Geologi • n. 688 attività dell’ordine

Oggetto: Richiesta terna di professionisti per Integrazione Commissione Edilizia con esperti in materia di bellezzenaturali e di tutela dell’ambiente.

A seguito quanto richiesto da codesta spett.le amministrazione, prot. n. 016261del 20/07/2009, si comunica che il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di indicare iseguenti nominativi:

• Dr. Geol. Eros TOMIO Via S. Bona Nuova, 102 - 31100 Treviso

• Dr. Geol. Stefano CONTEVia Siora A. del Vescovo, 7 - 31100 Treviso

• Dr. Geol. Nuccio BUCCERIVia S. Bartolomeo, 13/D - 31100 Treviso

Si prega di comunicare tempestivamente allo scrivente Ordine l’eventuale nominae con l’occasione si porgono distinti saluti.

Oggetto: Rinnovo Commissione Edilizia Comunale ordinaria ed integrata.

A seguito quanto richiesto da Codesta spett.le Amministrazione, prot. n. 13328 del04/08/09, si comunica che il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di indicare i se-guenti nominativi:

• dott. geol. Sergio MOTTAVia Adige, 11 - 35030 Rubano (PD)

• dott. geol. Paolo MONTINVia G. Galilei, 129/a - 35020 Albignasego (PD)

• dott. geol. Basilio ZANNINELLOVia F. Giacomello, 25/3 - 35020 (Legnaro) (PD)

Si allegano i rispettivi curricula.

Si prega di comunicare allo scrivente Ordine l’eventuale nomina e con l’occasionesi porgono distinti saluti.

AL SINDACO DEL COMUNE DI PREGANZIOLPiazza G. Gabbin, 131022 PREGANZIOL (TV)

AL COMUNE DI PONTE SAN NICOLÒSETTORE USO ED ASSETTO DEL TERRITORIOViale del Lavoro, 135020 PONTE SAN NICOLÒ (PD)

AL SINDACO DEL COMUNE DI PREGANZIOLPiazza G. Gabbin, 131022 PREGANZIOL (TV)

Oggetto: Richiesta terna di professionisti per rinnovo CommissioneEdilizia.

A seguito quanto richiesto da codesta spett.le amministrazione, prot. n. 016260del 20/07/2009, si comunica che il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di indicarei seguenti nominativi:

• Dr. Geol. Eros TOMIO Via S. Bona Nuova, 102 - 31100 Treviso

• Dr. Geol. Stefano CONTEVia Siora A. del Vescovo, 7 - 31100 Treviso

• Dr. Geol. Nuccio BUCCERIVia S.Bartolomeo, 13/D - 31100 Treviso

Si prega di comunicare tempestivamente allo scrivente Ordine l’eventuale nominae con l’occasione si porgono distinti saluti.

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n. 68 • VENETO Geologiattività dell’ordine 9

Oggetto: Richiesta terna di nominativi per nomina componenti Commissione Edilizia Comunale.

A seguito quanto richiesto da codesta spett.le amministrazione, prot. n. 16388 del14/08/2009, si comunica che il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di indicare i se-guenti nominativi:

• Dr. Geol. Giovanni FALASCHI - Via Canova, 315 - 31011 Asolo (TV)

• Dr. Geol. Celeste GRANZIERA - Piazza S. Biagio, 1/C - 31020 S. Pietro di Feletto (TV)

• Dr. Geol. Livio SARTOR - Via S. Giorgio, 9 - 31010 Maser (TV)

Si allegano i curricula dei dott.ri Falaschi e Granziera per quanto riguarda il dott.Sartor presenterà autonomamente il curriculum richiesto.

Si prega di comunicare tempestivamente allo scrivente Ordine l’eventuale nominae con l’occasione si porgono distinti saluti.

Oggetto: Nomina componenti Commissione Edilizia Comunale Integrata.

A seguito quanto richiesto da codesta spett.le amministrazione, prot. n. 7595 del11/09/2009, si comunica che il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di indicare i se-guenti nominativi:

• dott. geol. Ivo MORET - Via Isonzo, 30 - 31015 Conegliano (TV)

• dott. geol. Gino LUCCHETTA - Via Rivette, 9/2 - 31053 Pieve di Soligo (TV)

• dott. geol. Ennio BENEDET - Via Molinara, 5 - 31010 Godega Sant’Urbano (TV)

Si allegano i curricula dei dott.ri Moret e Lucchetta per quanto riguarda il dott. Be-nedet presenterà autonomamente il curriculum richiesto.

Si prega di comunicare tempestivamente allo scrivente Ordine l’eventuale nominae con l’occasione si porgono distinti saluti.

Oggetto: Nomina componenti della Commissione Edilizia. Terna nominativi.

A seguito quanto richiesto da codesta spett.le amministrazione, prot. n. 3930/09del 19/11/09, si comunica che il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di indicare i se-guenti nominativi:

• Dr. Geol. Mario CAPETI - Via Padre C. Prandina, 20 - 36036 Torrebelvicino (VI)

• Dr. Geol. Matteo COLLAREDA - Via Lungo Giara, 29 - 36033 Isola Vicentina (VI)

• Dr.ssa Geol. Maria SCULCO - Via P.tta Poste, 7 - 36061 Bassano del Grappa (VI)

Si prega di comunicare allo scrivente Ordine l’eventuale nomina e con l’occasionesi porgono distinti saluti.

AL SINDACO DEL MUNICIPIO DELLA CITTÀ

DI ASOLOPiazza G. D’Annunzio, 1

31011 ASOLO (TV)

AL SINDACO DEL COMUNE DI REVINE LAGO

Strada dei Laghi, 2231020 REVINE LAGO (TV)

AL COMUNE DI SALCEDOVia Roma, 4/c

36040 SALCEDO (VI)

Alla c.a. Responsabile Area ServiziTecnici

Al COMUNE DI LONGAREAREA TECNICA - SETTORE

URBANISTICA ED EDILIZIA PRIVATAVia G. Marconi, 26

36023 LONGARE (VI)

Oggetto: Richiesta nominativi per la nuova Commissione EdiliziaComunale.

A seguito quanto richiesto da Codesta spett.le Amministrazione, prot. n. 14477 del03/12/2009, si comunica che il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di indicare i se-guenti nominativi:

• Dr. Geol. Roberto RECH - Via Saviabona, 331 - 36100 Vicenza

• Dr. Geol. Maurizio CHENDI - Via Panizza, 21 - 36100 Vicenza

• Dr. Geol. Enrico MARCATO - Viale Trento, 188 - 36100 Vicenza

In allegato si trasmettono i rispettivi curricula.

Si prega di comunicare allo scrivente Ordine l’eventuale nomina e con l’occasionesi porgono distinti saluti.

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VENETO Geologi • n. 6810 idrologia

Secondo studi delle Nazioni Unite,quasi 1,4 miliardi di persone oggi nonha accesso all’acqua potabile. In termi-ni più semplici significa che devonocompiere giornalmente un percorso piùo meno lungo per riempire una tanicadi pochi litri, quando secondo dati del-l’UNESCO, già nel 1948 negli U.S.A.,dai rubinetti delle case private uscivanocirca 550 lt/giorno.Nonostante possa sembrare ovvio, l’ac-qua non è ovunque considerata priorita-ria tra le spese pubbliche. In Pakistan lespese militari superano di 50 volte quelleper l’acqua potabile e la depurazione.Molti processi industriali e la stessapratica agricola sono ancora basati sudi un eccessivo consumo e scarsa pia-nificazione.

L’agricoltura è la prima consumatrice,con 80% delle risorse a livello mondia-le, contro 12% dell’industria ed 8% ascopo potabile.In Italia, come in quasi tutte le nazioniindustrializzate la fonte principale di ap-provvigionamento idrico proviene dalsottosuolo. Nel centro e sud del paese,l’80% degli acquedotti utilizzano acqui-feri carbonatici.Mentre 3-5 lt/giorno sono sufficientialla sopravvivenza di una persona,ne servono 30-50 lt per un animaledi grossa taglia (mucca, cavallo). Sepassiamo poi a i processi industriali,servono 1.000 metri cubi per produr-re 1 ton di grano o di zucchero, qua-si 96 metri cubi per 1 kg di vanigliapura.

RiassuntoL’articolo descrive come argomen-ti in apparenza molto diversi tra lo-ro si siano dimostrati in realtà stret-tamente correlati.È noto che le risorse idriche sonoin relazione al ciclo idrologico glo-bale e quindi ai diversi climi esi-stenti sulla terra. In particolare l’ac-cumulo delle acque sotterranee èlegato alla presenza di quelle su-perficiali e quindi al clima esistentein una determinata regione, so-prattutto nel passato.La constatazione che l’effetto serrasia un fattore determinante nellevariazioni del clima terrestre haportato a ricercare i diversi fattori ingrado di evidenziare tali cambia-menti anche nel recente passatogeologico. Sotto questo punto di vista la Spe-leologia e lo studio degli speleotemi(depositi di grotta) abbinato a sofisti-cate tecniche analitiche ha permes-so di ricostruire con precisione le va-riazioni climatiche subìte da intereregioni per migliaia di anni.

Alessio FILECCIALibero professionista, si occupa di idrogeologia e carsismo, è professore di Idrogeologia Applicata all’Università di Trieste ([email protected])

Acque sotterranee, clima e speleologia

FABBISOGNI IDRICI MEDI PER USI DOMESTICI, AGRICOLI(fonte: Todd, Carta di Saragozza 2008)

Uso domestico Consumi d’acqua medi

Potabile 2-3 lt a testa al giornoLavaggio piatti 2-4 lt /giornoToilette 12-20 lt / giornoBagno 130-170 ltDoccia 20 lt/minLavatrice 130 ltIrrigazione del giardino 1300 lt/ora

Animali (consumi giornalieri)

Mucche da latte 150 ltMucche 50 ltCavalli 50 ltMaiali 15 ltPecore 7-8 ltPollame (per 100 esemplari) 25 lt

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n. 68 • VENETO Geologiidrologia 11

È ovvio che l’utilizzo di una tale risorsaandrebbe completamente rivalutato edal limite destinato a periodi di particola-re gravità.Per restare nella nostra regione, duran-te un Convegno di studi sugli acquife-ri della provincia di Treviso (2004) è ri-sultato che il livello medio della faldafreatica ha progressivamente raggiuntonell’alta pianura, valori di 5-6 m piùbassi rispetto al 1953 (Antonello).Tale fatto è imputabile sia al forte aumen-to dei prelievi, sia ad una generale dimi-nuzione delle precipitazioni nel Veneto enell’Europa centrale in genere (Monai).Considerata l’abbondanza d’acquache ancora caratterizza le nostre zone,questa notizia può non impressionaremolto, ma ricordiamo che i fenomeninaturali si evolvono molto lentamenteper poi mostrarsi in tutta la loro gravitàin un tempo breve.

In altre zone del globo gli equilibri sonostati già superati.Nel 2000 è iniziato un importante pro-getto avente come scopo lo studio e lagestione delle risorse idriche nel bacinodel Sahara. Si tratta del SASS (SistemaAcquifero del Sahara Settentrionale)con lo scopo di promuovere la “Co-scienza di bacino” tra le nazioni confi-nanti e mettere in pratica strategie digestione delle risorse idriche sotterra-nee comuni.Il SASS coinvolge Algeria, Tunisia e Li-bia che su di una zona di un milione dikmq utilizzano tramite 9.000 pozzi unarisorsa ormai non più rinnovabile.I due acquiferi principali (Complessoterminale e Continentale intercalare)contengono una riserva stimata di30.000 miliardi di metri cubi, di cui so-lo una parte utilizzabile. L’acqua inpressione viene prelevata a profonditàdi varie centinaia di metri (fino a 1.000– 1.500).Dagli anni ’50 al 2000 i prelievi hannosubito una crescita esponenziale, pas-sando da 300 milioni di metri cubi al-l’anno a 2,5 miliardi, più del doppio del-la ricarica naturale stimata.Tutto questo ha portato un area cheprima della seconda guerra mondialeera praticamente spopolata ai 4 milionidi abitanti odierni e 8 milioni previsti nel2030.L’altra faccia della medaglia è legata in-vece alle modifiche ambientali verifica-tesi:• aumento della salinità delle falde su-

perficiali (scomparsa dei Chott);• abbassamenti dei livelli artesiani e

conseguente aumento dei costi dipompaggio;

• svuotamento delle sorgenti;• interferenze tra pozzi, distanti anche

chilometri, e spesso situati in nazionidiverse.

A titolo di esempio, nella zona settentrio-nale del bacino, corrispondente all’incircaal parallelo di Djerba (Tunisia) gli abbassa-menti piezometrici massimi rispetto al1950 raggiungono oggi i 100 m.Un modello matematico ha permessodi valutare che al tasso di estrazione at-tuale tale abbassamento potrebbe arri-vare a 300 - 400 m nel 2050.Il caso degli acquiferi fossili del Saha-ra è uno tra i più conosciuti e che di-mostra come ambiente, clima e risor-se idriche siano intimamente connes-si.

L’inquinamento, il sovrasfruttamentodelle risorse idriche, sommato all’agri-coltura intensiva che facilita l’erosionedei suoli ed un recapito più veloce diacque superficiali ai fiumi, e quindi almare, non favorisce di certo l’alimenta-zione delle falde idriche.Tenendo conto del fatto che gli acqui-feri superficiali hanno la tendenza adessere non utilizzati per questioni diqualità e vulnerabilità, a vantaggio diquelli profondi, più protetti ma con tas-so di rinnovamento di decine di migliaiadi anni, la situazione futura non si pre-senta certo delle più favorevoli.Secondo un recente studio di datazio-ne sugli acquiferi della pianura friulana,alcuni campioni di acque tra 360 e 525m di profondità hanno fornito un’etàvariabile tra 15.000 e 31.000 anni.(Martelli, Granati, Toscani, Iacumin,Selmo, 2007)

Abbassamenti piezometrici in alcuni pozzi dell’alta pianura trevigiana (M. Antonello)

Abbassamenti di falda previsti nel nord Sahara al 2030 mantenendo il tasso di prelievi attuali(per gentile concessione di Rachid Djettou, ANRH, Algeri)

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n. 68 • VENETO Geologiidrologia 13

Questo esempio introduce un altroaspetto interessante dell’argomento:esistono variazioni climatiche naturalied artificiali e nonostante quello di soli-to viene comunicato dai media non èsemplice distinguere i due casi.Da quando la Terra si è formata, 4,6miliardi di anni fa, il clima è continua-mente cambiato.

Per comprendere meglio cosa “continua-mente” significhi a scala geologica, bastapensare che se paragoniamo l’età dellaTerra a quella di una persona di 70 anni,l’uomo di Neanderthal ha cominciato adestinguersi 6,5 ore fa, Gesù Cristo è mor-to 16 minuti fa e Colombo ha scopertol’America solo 4 minuti fa. Di questo dob-biamo tenere conto quando rapportiamola scala umana ai fenomeni naturali.Quando si parla di clima a scala globa-le si citano spesso le espansioni dellecalotte glaciali quali indicatori più im-portanti delle sue variazioni.Le glaciazioni più antiche datano a 2,3miliardi di anni fa, poi 900 milioni di an-ni fa, quindi 760, 700, 620 e 590 ri-spettivamente.Vi sono stati quindi lunghi periodi caldied a partire da 30 milioni di anni fa siformò la calotta glaciale antartica e al-l’incirca 3 milioni di anni fa quella artica.Questo avvenimento ha marcato l’iniziodel Quaternario caratterizzato da suc-cessioni “rapide” di periodi glaciali edinterglaciali. Molti parametri fisici ed astronomici en-trano in gioco nelle variazioni climati-che: attività solare, posizione dell’asseterrestre, circolazioni di masse oceani-che ecc. ma tutti sono concordi nell’af-fermare che l’effetto serra è quellochiave, con concentrazioni di CO2 piùelevate durante i periodi caldi.

Da questo punto di vista lo studio delclima e soprattutto delle variazioni cli-matiche ha cominciato a diventare unaspetto importante della nostra vitaquotidiana soprattutto oggi che le pre-visioni meteorologiche sono diventatesempre più attendibili.Il “clima” in senso generale riguardauna serie di parametri, come tempera-tura, piovosità, pressione atmosferica,insolazione, escursione termica ecc.Quelli che noi siamo abituati a conside-rare più importanti sono comunque iprimi due, ma non è sufficiente consi-derare un unico anno particolarmentepiovoso, come da noi il 1996 od il2004, o particolarmente secco, 2003,per dire che il clima sta cambiando eche la causa è l’uomo.Il clima è infatti costituito dalla media ditutti i parametri elencati in precedenzae considerati per un periodo ragione-volmente lungo.Un esempio molto noto è l’aumento diCO2 nell’atmosfera misurato a partiredal 1950 in un isola delle Hawaii.Questa zona, praticamente lontana daogni forma di inquinamento, ha regi-strato un aumento costante della per-centuale di anidride carbonica, da 300a 380 ppm; mentre Mann calcolò chel’aumento medio della temperaturadell’atmosfera, imputabile alle emissio-ni, fu per l’emisfero nord di 1° nell’ulti-mo secolo.

Concentrazione in ppm della CO2 atmosferica nelle isole Hawaii, dal 1955 al 2005

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VENETO Geologi • n. 6814 idrologia

È un po’ il ragionamento, adottato perprevedere l’andamento dei mercati fi-nanziari ricercando la ciclicità nel valoredi certi titoli per gli anni precedenti.Per questo motivo si stanno cercandofonti di informazione naturale in gradodi registrare i fenomeni passati molto aldi là di quello che possono fare le sem-plici stazioni pluviometriche.Un archivio naturale di questo tipo so-no le laminazioni nel ghiacci, la cui pre-senza e spessore è in stretta relazionealla piovosità.Un’altra possibilità è lo studio dell’evo-luzione morfologica delle coste chepermette di ricostruire l’oscillazione dellivello marino.Un recente contributo viene anche dal-lo studio delle cavità naturali e di alcunidepositi ipogei.Non tutti sanno, infatti, che solo in Ita-lia sono censite 30.000 cavità e quasi2.500 km di gallerie sono state topo-grafate (Catasto Nazionale della Socie-tà Speleologica Italiana).Le concrezioni di grotta (speleotemi) edin particolare le stalagmiti che crescen-do dal basso verso l’alto, costruisconouna struttura più regolare di altri depo-siti, si sono rivelate dei testimoni fedelidell’evoluzione climatica.Gli speleotemi si prestano, infatti, mol-to bene alla ricostruzione del climapassato, dato che:• si possono datare facilmente con

metodi isotopici; la calcite nelle sta-lagmiti contiene spesso Uranio;

• contengono più varietà di informazio-

ni permettendo di ricavare dati siasulla piovosità sia sulla temperatura;

• dato che ogni lamina corrisponde adun anno hanno un’elevata risoluzioneche anche nei casi più sfortunati è sui10 anni.

Un interessante risultato che mostrauna felice collaborazione tra speleolo-gia, geomorfologia e geochimica èquello che ha permesso di ricostruire leoscillazioni del Mediterraneo negli ultimi10.000 anni. L’analisi delle linee di co-sta (solchi di battente) e delle sezioni distalagmiti subacquee raccolte in nu-merose grotte marine del Tirreno mo-stra come nell’arco di 2.000 anni, tra10.000 ed 8.000 anni fa, un rapido ri-scaldamento globale ha fatto innalzareil livello del mare di circa 30 m, mentreinvece negli ultimi 6.000 anni esso èaumentato di soli 4 m.Il campione più antico è una stalagmiteraccolta dagli speleosub in una grottadi Capo Palinuro a 48 m di profondità eche ha fornito un’età di 10.253 anni.

Nonostante questo non è ancora pos-sibile, alla scala geologica, stabilire unarelazione quantitativa tra effetto serra etemperatura sulla Terra. Grazie ai carotaggi in Antartide si può,con ragionevole precisione ricostruirel’evoluzione climatica terrestre degli ul-timi 650.000 anni ed affermare che ilritmo di comparsa delle glaciazioni è le-gato alla posizione della Terra ed a treparametri principali della sua orbita:eccentricità, obliquità, precessione.Questi fattori variano con una periodici-tà rispettivamente di 100.000, 40.000e 20.000 anni ed è stata confermataanche dall’analisi di sedimenti marini invarie parti del globo.Ancora, l’esame delle bolle d’aria in-trappolate nei ghiacci dell’Antartide hamostrato che la concentrazione natu-rale di CO2 era molto più elevata primadell’era industriale rispetto a quella pre-sente durante il massimo periodo gla-ciale (20.000 anni fa).Lo studio dei ghiacciai della Groenlan-dia ha permesso di riconoscere ben 25variazioni climatiche durante l’ultimoperiodo glaciale-interglaciale con dei ri-scaldamenti registrati al centro dellagrande isola fino a 16°.Se ora consideriamo che il 65-70%delle acque dolci sono contenute neighiacci, conoscere la successione deiperiodi caldi e freddi, umidi od asciuttidel passato può aiutare a formularedelle ipotesi sull’evoluzione climaticafutura con tutta una serie di implicazio-ni strategiche ed economiche.

Curva di risalita del livello del mare durantel’Olocene; il campione più antico (10.253 an-ni) è una stalagmite della grotta marina LaScaletta, recuperata a 48 m di profondità(Alessio, Allegri, Antonioli, Belluomini, Impro-ta, Manfra, Preite, Martinez, Geosub 1994, ri-disegnata)

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idrologia

L’aspetto più interessante dellemicrostrutture delle stalagmiti èche sono costituite da lamine. Lelamine si presentano come stratidi calcite dello spessore di decineo centinaia di micrometri, separatida livelli più opachi. In molti casiquesti livelli sono annuali e se nonvi sono state interruzioni nella cre-scita la datazione può essere ef-fettuata contando le lamine comeavviene per gli anelli di un troncod’albero. Questo è in parte il casoper la stalagmite in fotografia pro-veniente da una cavità carsica inNamibia. La datazione isotopica(U/TH) ha fornito un’età di circa 6.000 anni. I periodidi lenta deposizione sono ben marcati (bande scure)mentre si notano delle zone di interruzione della cre-scita dovuti a periodi particolarmente secchi o ad unallagamento completo della cavità, che oggi si trova a130 m di profondità, nella sezione a destra.(Fileccia-Marais 2007)

Scheda

CONCLUSIONILa Terra è stata paragonata da qualcuno ad un essere pensan-te (Gaia) che agisce secondo schemi particolari e che come noiregistra con fedeltà ogni piccolo cambiamento. I segni di que-ste mutazioni sono ovunque, anche pochi metri sotto i nostripiedi. Quello che è certo è che le cause di tanti fenomeni natu-rali sono ancora da scoprire e non sono solamente umane.

Fonti di consultazione:Agence Nationale Ressources Hydrauliques, Alger, Rapportsur le SASS, 2006Alessio e altri, 1994, La curva di risalita del mare Tirreno negliultimi 43ka ricavata da datazioni su speleotemi sommersi e da-ti archeologici (Geosub)Atti del Seminario: Il Monitoraggio delle acque sotterranee inprovincia di Treviso, 2004Atti del convegno: Groundwater and climate in Africa, Kampa-la, 2008Frisia, Borsato, Preto, Mc Dermott, 2003, Late Holocene An-nual growth in three alpine stalagmites. Earth and planetaryScience letters, v. 216, pp 411-424Laboratorio di Glaciologia e geofisica dell’ambiente:www.lgge.ujf-grenoble.frLaboratorio delle scienze sul clima ed ambiente:www.lsce.cea.frPortale dell’acqua dell’Unesco: www.unesco.org/water/indexUnited Nations framework convention on climate change:www.unfccc.int

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n. 68 • VENETO Geologiuniversità 17

dove da alcuni anni è presente il Corsodi Laurea in Geologia Tecnica.Ma d’altra parte questa è stata la logi-ca conseguenza di un quadro legislati-vo e normativo che ha riconosciuto alGeologo ruoli e competenze molto di-versificate e che l’Università avrebbedovuto da tempo recepire nei propri in-segnamenti.Va preso atto, invece, che sono rari nelpanorama italiano i Dipartimenti chehanno saputo valutare correttamente imutamenti della società, le nuove ri-chieste del mondo professionale e inuovi scenari occupazionali che si an-davano delineando.Allora mi sorge immediatamente unadomanda: qual è l’obiettivo che do-vrebbe prefiggersi un Corso universita-rio nell’individuare un percorso formati-vo efficiente e rispettoso dei bisognidella società?Credo che non vi siano altro che due ri-sposte: preparare il laureato ad affron-tare il mondo del lavoro o consentirglidi intraprendere una carriera nell’ambi-to della ricerca scientifica.Bene! Se teniamo conto che meno del2% dei laureati geologi trova occupa-zione negli Enti di Ricerca, Universitàcomprese, è dunque corretto conti-nuare a proporre soluzioni formativeper forgiare (forse!) solo degli scienzia-ti? L’Università non dovrebbe, al con-

trario, fornire allo studente adeguateconoscenze geologiche di base e tec-niche perché possa affrontare con di-gnità il mondo lavorativo e perché pos-sa confrontarsi decorosamente con lealtre figure professionali, senza gapculturali e formativi?È ormai assodato nel mondo profes-sionale che rappresento, che è la figu-ra di un Geologo “moderno” che ci siaspetta dalle nostre Università. Una fi-gura professionale ricca di conoscenzee competenze specifiche per lo studioe la soluzione di problemi legati alla pia-nificazione ed alla difesa del territorio intutti i suoi aspetti: dall’osservazione deifenomeni naturali alla loro analisi, dalloro controllo alla gestione progettualedegli interventi. Non un laureato gene-rico, teso alla ricerca e privo di cono-scenze pratiche, ma capace di affron-tare le problematiche dell’ambiente, delterritorio e dell’ingegneria nei suoi mol-teplici aspetti; sufficientemente prontoed adatto ad affacciarsi, senza troppiaffanni, al mondo del lavoro e ad af-frontare la concorrenza di altre figureprofessionali ben più preparate a taliimpegni dai rispettivi corsi di laurea.Non mi pare di chiedere troppo! In fon-do le discipline che uno studente digeologia dovrebbe essere in grado diapprendere da un corso formativo uni-versitario sono chiaramente individuatenelle declaratorie ministeriali, che ilConsiglio Nazionale dei Geologi e gliOrdini Regionali hanno totalmente ac-colto, fornendo anche, in aggiunta,suggerimenti che purtroppo il mondoaccademico fa ancora difficoltà a rece-pire.

Sono anni che il Ministero dell’Istruzio-ne, dell’Università e della Ricerca haesposto nelle Università italiane il car-tello “Stiamo lavorano per voi”, ma pur-troppo non è ancora riuscito nel suo in-tento di introdurre un sistema degnodel suo nome e che soddisfi nel con-tempo le esigenze della Comunità Eu-ropea. Oggi, invece, ciò che è ampiamente evi-dente è un lento, quanto implacabile,declino sia dell’apparato che del sistemaformativo, che malgrado tutto continua arelegarci agli ultimi posti in Europa.La soluzione proposta con il nuovo or-dinamento universitario, quello che haintrodotto per intenderci la laurea trien-nale e la laurea specialistica (ora magi-strale), ci porta nuovamente a confron-tarci sulle possibili strategie da attuareper ricostruire un ordinamento didatti-co efficace ed efficiente, che sappia ri-spondere alle esigenze di una societàche cambia molto in fretta. Molto più infretta di quanto, troppo spesso, il mon-do accademico sia stato in grado dipercepire.Negli ultimi vent’anni la Geologia Appli-cata ha rappresentato per i geologineolaureati la principale attività, benchèmolti degli insegnamenti ad essa ricon-ducibili diventassero materie caratteriz-zanti dei percorsi formativi solo recen-temente, come per esempio a Padova

Paolo SPAGNAPresidente ORGV

Geologia, tra voglia di modernità e vecchi sistemi

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Alle Lauree magistrali e ai Dottorati diRicerca spetta invece il compito di for-mare figure professionali maggiormen-te caratterizzate ed eventualmente av-viare i laureati alle attività di Ricercascientifica.Un’altra questione importante riguardal’omogeneità o meno dei contenuti del-l’offerta formativa.L’autonomia didattica da un lato haconsentito ai più di predisporre, conprontezza, percorsi formativi innovativied attuali, dall’altro però ha anche in-generato situazioni di vera “anarchiaformativa”, con corsi di laurea costruitiprevalentemente in funzione dei rap-porti di forza tra le differenti componen-ti accademiche di questa o quella se-de, senza per nulla tener conto dellereali necessità occupazionali che i futu-ri laureati devono far fronte.Vi è una larga parte del mondo acca-demico che è ormai convinto che per ilCorso di laurea di I livello debba esser-ci una preparazione di base comune intutte le sedi universitarie e finalizzata al-la formazione di un laureato che sappiasoprattutto rilevare le forme geologi-che, in tutti i suoi aspetti: stratigrafico,strutturale, geomorfologico e le sappiapoi trasferire in rappresentazioni carta-cee, con sezioni e prospetti tridimen-sionali, nonché prepararlo all’uso deimezzi informatici avanzati.Per ciò che riguarda la laurea magistra-le l’obiettivo principale sarebbe quellodi creare differenti indirizzi specialistici,cercando però di distribuirli sul territorionazionale in poli formativi diversificati edi eccellenza in cui sia fondamentale eirrinunciabile un percorso specialisticoprofessionalizzante attraverso cui co-struire un profilo di geologo applicatoche sappia veramente recepire le mol-teplici occasioni di lavoro che gli ven-gono fornite dal quadro legislativo e

normativo esistente e che si propongacome interprete specialistico finale ditutte le complesse problematiche terri-toriali con capacità di analisi e sintesiprogettuali.Per raggiungere questo obiettivo, an-che nell’ottica della sopravvivenzastessa del Corso di Laurea, è inevitabi-le che alcune discipline debbano faredei passi indietro.Considerato, infine, il trand positivodelle iscrizioni negli ultimi anni, soprat-tutto nella sede padovana, bisogneràcon grande onestà intellettuale distin-guere tra formazione didattica finalizza-ta a consentire al laureato di esserecompetitivo sul mercato del lavoro eformazione di futuri ricercatori.Purtroppo, fino a quando l’Universitànon capirà l’importanza e, aggiungerei,la necessità di un cambiamento radica-le, continuando ad ignorare le prospet-tive occupazionali dei geologi neolau-reati, in difesa di interessi specifici, l’u-nica alternativa, alla naturale estinzionedella categoria, potrebbe essere quelladi proporre un nuovo Corso di Laureain Geoingegneria, da inserire all’internodi un percorso universitario politecnicopiuttosto che nell’attuale.È evidente che allo stato questa appa-re solo come una provocazione, ma èaltrettanto vero che pochi docenti han-no finora considerato che questa nic-chia importante del mercato del lavoroè stata occupata, nel corso degli anni,dai Geologi, cioè da quei professionistila cui competenza è stata spesso co-struita faticosamente, con pazienza,tenacia, spesso da autodidatti ed uni-camente grazie alle proprie capacità,sulla base di un grande sostegno, daparte del Consiglio Nazionale dei Geo-logi e degli Ordini Regionali.Un’occasione, dunque, che l’Universitànon può rischiare di perdere.

In base alle declaratorie della classe dilaurea di I livello in Scienze Geologichegli obiettivi formativi qualificanti sonoben chiari ed indicano ciò che i laurea-ti debbono acquisire: strumenti cono-scitivi relativi ai concetti di base fonda-mentali nelle discipline chimiche, fisi-che, matematiche ed informatiche, leconoscenze di base nei diversi settoriinerenti al sistema Terra, nei loro aspet-ti teorici, sperimentali e pratici, una suf-ficiente familiarità con le metodiche di-sciplinari di indagine, la capacità di uti-lizzare gli strumenti fondamentali perl’analisi dei sistemi e dei processi geo-logici; devono inoltre avere sufficienticompetenze operative di terreno e dilaboratorio. E tutto questo per potersvolgere attività professionali in diversiambiti quali cartografia geologica e te-matica, la mitigazione dei rischi geolo-gici e ambientali, le indagini geognosti-che e l’esplorazione del sottosuolo an-che con metodi geofisici, il reperimen-to, la valutazione e la gestione dellegeorisorse, comprese quelle idriche, lavalutazione e prevenzione del degradodei beni culturali ed ambientali, l’analisie la certificazione dei materiali geologi-ci, la gestione del territorio e valutazio-ne d’impatto ambientale, i rilievi geode-tici, topografici, oceanografici e atmo-sferici.Insomma, verrebbe da dire che non do-vrebbero esserci dubbi su come pro-grammare i percorsi didattici formativi,privilegiando, conseguentemente, il rile-vamento geologico, fondamentale perdistinguersi dalle altre categorie, ma an-che l’esplorazione geologica del sotto-suolo, l’idrologia, la petrografia applicata,la meccanica dei terreni, la topografia, lageologia ambientale, etc..

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attenzione alle prove pratiche con ri-levamenti di campagna mirati, giteconoscitive anche nelle materie piùteoriche come ad esempio Petro-grafia e soprattutto un bel clima neirapporti umani tra studenti e tra stu-denti e professori. Vedo tra voi alcu-ni degli artefici della mia rinascitascolastica e poi conseguentementeprofessionale come il Professor Pa-nizza, la Professoressa Piacente, e ilProfessor Gastaldini ai quali rivolgodi cuore un grande ringraziamento.

– Il secondo è più formale ed è in par-ticolare relativo al ruolo istituzionaleche attualmente ricopro ovveromembro del Consiglio Nazionale deiGeologi del quale vi porto il salutoed il plauso per questa importantecerimonia. Sento il dovere a questopunto anche di ricordarne il ruolostrategico di questa istituzione,spesso poco compresa dagli iscrittie talvolta anche erroneamente so-vrapposta al ruolo degli Ordini Re-gionali. Consentitemi un sinteticoexcursus legislativo relativamente al-la storia della nostra professione. La

prima e fondamentale disciplina le-gislativa per l’attribuzione delle rela-tive competenze professionali è lalegge 3 Febbraio 1963, n. 112 re-cante “ Disposizioni per la tutela deltitolo e della professione di geolo-go”. Questa professione rientra tra leprofessioni intellettuali cosiddetteprotette, Codice Civile art. 2229,per il cui esercizio è necessaria l’i-scrizione in un apposito Albo. L’art.17 della Legge 25 Luglio 1966 n.616 evidenzia il principio che per igeologi venga predisposta una tarif-fa professionale specifica e con De-creto Ministeriale 18 Novembre1971 viene approvato il nostro Tarif-fario. Con decreto del Presidentedella Repubblica 3 Novembre1982 n. 981 viene approvato il rego-lamento per gli esami di stato di abi-litazione all’esercizio della professio-ne di geologo. Con la Legge 12Novembre 1990, n. 339 si da il viaal decentramento dell’ Ordine Na-zionale dei Geologi ed infine con ilDecreto del Ministero di Grazia eGiustizia 12 Aprile 1991 avviene

Magnifico rettore, chiarissimi professo-ri, egregi colleghi, signore, signori.

È con grande piacere che intervengocon un breve contributo in rappresen-tanza del Consiglio Nazionale dei Geo-logi, a questa cerimonia per il cinquan-tenario della Facoltà di Scienze Geolo-giche dell’Università di Modena e Reg-gio Emilia.Ringrazio per questo invito che mi con-sente di poter svolgere alcune riflessio-ni e precisazioni su i tre temi che que-sto incontro mi suggerisce:– La prima, decisamente personale, è

il bel ricordo del mio percorso uni-versitario presso questa facoltà. So-no arrivato a Modena psicologica-mente malridotto dopo un’infeliceesperienza presso un’altra Universi-tà che insegnava le materie alla ba-se della mia grande passione che èla meccanica ma che alla fine delquarto anno non mi aveva sommini-strato altro che equazioni differen-ziali ed integrali ed io che alla finesono essenzialmente un praticoneavevo superato solo una parte degliesami e perso ogni entusiasmo. So-no stato accolto da voi con un certoscetticismo ma senza preconcetti edopo pochi mesi avevo nuovamentevisto la luce. Un nuovo entusiasmomi pervadeva stavo scoprendo laterra! Alcuni concetti elementari sucui non avevo mai posto l’attenzionesi impossessarono della mia mentee un nuovo grande entusiasmo rida-va linfa al mio povero cervello. L’am-biente universitario che trovai eraperfetto e non lo dico perché sonoqua oggi ma perché era proprio co-sì. Pochi studenti, il corso era di 15-20 persone, molto seguiti da do-centi preparati e disponibili, molta

Modena 25 Ottobre 2008

Università di Modena – Dipartimento di Scienze della Terra

Celebrazione dei 50 anni di geologia a Modena. Nuove prospettive professionali Enrico NUCCI

Libero professionista in VeronaConsigliere nazionale CNG

attività del C.N.G. n. 68 • VENETO Geologi 19

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Il mondo del lavoro che attinge alla fi-gura professionale del geologo è pret-tamente tecnico ed applicativo e per-tanto per agevolare l’entrata nel lavorodei giovani bisognerebbe promuoverelo studio di quelle materie o quegli stru-menti operativi che per primi verrannorichiesti dal futuro datore di lavoro. Inconclusione sono poi solo tre:• una buona operatività con gli stru-

menti informatici e le applicazionigrafiche tipo Autocad;

• una approfondita conoscenza delquadro Normativo Nazionale in temaambientale e tecnico la cui osservan-za costituisce già di per se una buo-na espressione di professionalità;

• una discreta conoscenza dell’ingleseper poter approdare a nuove infor-mazioni ed opportunità.

Per quanto riguarda quanto espostodai relatori che mi hanno precedutovorrei portare un po’ di ottimismo afronte dei dati statistici circa il calo del-le iscrizioni a geologia. Infatti innanzitut-to dalle tabelle esposte emerge cometutte le categorie tecnico scientifiche,ingegneria ambientale compresa sianoin flessione e quindi mi sembra un da-to generale e non solo riguardante lafacoltà di geologia.Inoltre osservo come, al contrario, nelmondo del lavoro la figura del geologostia assumendo un ruolo centrale co-me mai avvenuto precedentemente.Oltre alle attività ormai consolidate le-gate mondo delle costruzioni dellageologia applicata e della geotecnica,alcuni nuovi mondi hanno aperto infini-te utilizzazioni del geologo. Quali ad

esempio le procedure connesse ai Si-stemi Qualità che prevedono campio-namenti, tests, registri, attivazioni, nonconformità, ecc relativamente a tutti imateriali da costruzioni.Come tutto l’ambito Ambientale dalmonitoraggio delle acque sotterranee esuperficiali, come le procedure con-nesse alle normative sulle terre e rocceda scavo.Analogamente tutte le componenti dipertinenza geologica connesse alle Valu-tazioni di Impatto Ambientale. All’internodi questi spazi la forte componente inter-disciplinate dei gruppi di lavoro ha aper-to al geologo anche il ruolo di Coordina-tore dello studio di impatto ambientalestesso o di altri temi.Ed è qui che l’Università deve coglierequesta opportunità che ci ha fornito ilmercato del lavoro adeguando con snel-lezza e rapidità i propri corsi di laurea adimmagine dei nuovi temi richiesti.Come noto la Legge 328 del 2000 cheriordina i vari ambiti di attività delle va-rie professioni e attribuisce, grazie so-prattutto alle pressioni a suo tempocondotte dal Consiglio Nazionale, lacompetenza di progettista al geologo. Queste competenze ora di fatto solosulla carta diverranno indiscutibili qua-lora il nostri corsi di Laurea si adegue-ranno ai quelli degli altri corsi di laureacome ad esempio in Scienze Agrono-miche dove vengono insegnate materiecome l’Estimo o il Disegno Tecnico chesono la base degli strumenti necessariad impostare un progetto.Questo passaggio di trasformazione èfondamentale e solo l’Università scrol-landosi un po’ di polvere di dosso puòfornire questi strumenti operativi aigeologi del futuro.A riprova che solo voi potete attuarequesta trasformazione basti citare chein tutti i contenziosi vissuti in sede giu-diziale contro altre categorie sulle reci-proche competenze professionali allafine i giudici si sono riferiti al corso diLaurea delle singole parti contendenti:affermando il principio che solo chi hastudiato e superato un esame universi-tario di una determinata materia va rite-nuto competente nella stessa.In conclusione quindi ribadisco l’impor-tanza di una stretta comunicazione traUniversità e Ordini Professionali per po-ter adeguare alle richieste del mondodel lavoro la preparazione dei futuriprofessionisti geologi.

l’istituzione degli Ordini Regionali.Bene a questo punto, brevemente,è mio dovere esporvi le reciprocheprincipali competenze delle due isti-tuzioni:• Il Consiglio Nazionale dell’Ordine

opera per la valorizzazione pubbli-ca della professione, favorendotutte le iniziative dirette al migliora-mento tecnico culturale della pro-fessione (es. l’AggiornamentoProfessionale Continuo e nuovocodice deontologico), coordinan-do le attività dei Consigli Regiona-li, esprime, a richiesta del ministe-ro di Giustizia, parere su disegni eproposte di legge o di regolamen-ti e interviene con mirate azioni le-gali ove anche solo si ipotizzi ve-nissero lesi direttamente o indiret-tamente i diritti degli iscritti. Il C.N.tra l’altro approva i bilanci degliOrdini Regionali.

• I Consigli Regionali curano l’osser-vanza della legge professionale, latenuta degli albi, provvedono alleiscrizioni e cancellazioni, vigilanoper la tutela del titolo professionalee interviene per reprimere l’esercizioabusivo della professione, adottanoi provvedimenti disciplinari, organiz-zano in contatto con il C.N. i corsi diaggiornamento, ecc.

Confidando di aver riassunto chiara-mente come è strutturato il nostro si-stema ordinistico e quali sono i suoicompiti mi accingo a concludere con lamia ultima piccola riflessione che a meappare particolarmente adatta alla se-de in cui ci troviamo ed al mio ruolo. Si sente spesso parlare in generale del-la scarsa comunicazione tra mondoaccademico e mondo del lavoro e delfatto che ne consegue un difficoltosoaccesso alla professione da parte deineolaureati ed un’analoga insoddisfa-zione da parte di chi li avvia nei primi lo-ro passi.Dopo oltre vent’anni trascorsi nel mon-do delle costruzioni, dei cantieri, dellesocietà di ingegneria, negli studi diconsulenza, credo di poter dire che, unneolaureato, è sì poco preparato amuoversi autonomamente, ma che allafine ci vorrebbe molto poco per com-pletarne la preparazione per l’obbietti-vo finale. Basterebbe che tra Universitàe ordini professionali ci fosse un sem-plice canale di comunicazione onde sipossa fare una strategia comune.

attività del C.N.G.VENETO Geologi • n. 6820

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n. 68 • VENETO Geologiepap 21

mulo del montante. Altri lavoratori pos-sono contare su contribuzioni più cor-pose – intorno al 30% – di cui il 10% disolito a proprio carico ed il 20% a cari-co del datore di lavoro, in ogni modo inrapporto di circa 1/3 a 2/3.Partiamo dunque dall’assunto che èbene contribuire con aliquote maggiori.Di fatto gli iscritti all’Epap lo possonogià fare in modo volontario e a normadel nuovo regolamento dell’Epap sipuò versare oltre l’obbligatorio 10%, fi-no al 25%. Si tratta di un buon accan-tonamento che costituisce, di fatto, lapensione complementare ma, oggetti-vamente, quanti geologi possono per-metterselo? Solo pochi che hanno unaposizione professionale ben consolida-ta in ambiti dove l’onda lunga della cri-si di lavoro professionale iniziata nel1992-93 è già stata assorbita (in Siciliae nel meridione d’Italia si risente anco-ra) ed in ambiti dove riescono a cavar-sela anche alla presenza dell’attualecrisi economica mondiale.Una considerazione aggiuntiva. Si par-la sempre di soglia di povertà, dellaquarta settimana, dei nuovi poveri, difasce della popolazione da aiutare,d’attività da sovvenzionare, di posti dilavoro che si perdono. Nessuno, e nonda ora, riesce ad immaginare i liberiprofessionisti e, nel nostro caso i geo-logi liberi professionisti, se non comedei ricchi opulenti che devono scucirele tasse e basta. Nessuno vede invece

quella che è la realtà dei professionisti:un mondo variegato con qualche fortu-nato, con una buona parte che riescefaticosamente ad andare avanti nelsenso che chiude l’anno senza indebi-tarsi, con i giovani che, seppure prepa-rati, hanno notevoli difficoltà ad inserir-si, con parecchi studi che sono staticostretti a chiudere o, comunque, a li-cenziare colleghi giovani e meno giova-ni. A ben guardare i redditi dei geologi –l’Epap in questo è un osservatorio pri-vilegiato – non solo è ben difficile l’ap-plicazione diffusa della “supercontribu-zione, ma in qualche caso, si può par-lare di liberi professionisti sulla sogliadella povertà – alcuni, soprattutto gio-vani, per pagare i minimi contributivi(che non fatturano e dunque non per-cepiscono) usano la pensione dei geni-tori, altri semplicemente si indebitano inattesa di tempi migliori. Altri, pur lavo-rando in modo “normale” riscuotono leparcelle dopo anni o non riescono a ri-scuoterle per niente.In queste condizioni, la supercontribu-zione diffusa o, comunque, una aliquo-ta obbligatoria significativamente mag-giore del 10%, che ci assicura la for-mazione di un buon montante, deveessere necessariamente rimandata atempi migliori. A quando sarà abrogatala legge che ha abolito i minimi tariffarie ha reso difficile l’applicazione di unagiusta parcella e a quando i geologi li-

Siamo alla fine dell’anno ed alla fi-ne del mandato. Tuttavia, mi (evi) risparmio il resoconto di

quanto è stato fatto in questi quattroanni. Sono convinto che tutti e ciascu-no sapranno giudicare. Scrivo, invece,delle cose da fare e delle prossimeazioni amministrative e politiche daportare avanti.L’unica possibilità per rendere quanto-meno dignitoso il livello delle nostrepensioni è una riforma della legge. Inun sistema, come il nostro, di tipo“contributivo a capitalizzazione” l’am-montare della pensione dipende da ununico elemento: il montante soggettivoaccumulato nel corso degli anni. Suquesto punto è bene fare delle consi-derazioni.In questo momento politico, tranne cla-morosi capovolgimenti, sembra davve-ro impossibile tornare al sistema “retri-butivo a ripartizione” (come prima dellariforma Dini per intenderci). Anzi, diver-si Enti a “retribuzione e ripartizione”, piùanziani del nostro, sono già passati alsistema contributivo e altri lo farannopresto; nonostante alcune resistenzeoggettivamente legittime e comprensi-bili. Occorre dunque insistere per una ri-forma della legge nello stesso ambito delsistema contributivo – specificatamenteper la riforma del D.lgs 103/96 –.Un contributo soggettivo del 10% co-me il nostro è oggettivamente troppobasso per permettere un buon accu-

Dott. Geol. Arcangelo PIRRELLOPresidente EPAP

L’EPAP per i geologi

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VENETO Geologi • n. 6822 epap

vo di aumentare il contributo integrati-vo di un’entità concordata di volta involta con i Ministeri del Lavoro e dell’E-conomia. Per ciò che riguarda la dop-pia tassazione – ovvero quella proce-dura iniqua che tassa i contributi al12,50 quando sono investiti e poi ritas-sa le pensioni secondo le aliquote rag-giunte nel cumulo – sembra che si po-trebbe ottenere una diminuzione dal12,50% all’11% come per i fondi pen-sione. Naturalmente non basta: sa-rebbe equo abolire del tutto la tassa-zione delle rendite degli Enti di previ-denza, magari in un “piano di rientro”di cinque o sei anni.Fino a quando non saranno ottenutequeste variazioni della legge, l’Epap egli altri Enti non potranno far nulla perimpinguare i montanti soggettivi, nean-che in presenza di plus valenze o di ri-serve più che sufficienti.

Per questo motivo l’Epap, negli ultimianni, ha iniziato a portare avanti unaserie d’attività per aiutare i colleghiiscritti sul piano dell’assistenza e dellaconduzione dell’attività professionale.Due esempi formidabili sono certa-mente l’assistenza sanitaria integrativae l’integrazione di maternità anche aicolleghi iscritti maschi la cui moglie nonè assistita. Anche la convenzione deimutui agevolati per impiantare lo studioprofessionale e le provvidenze straordi-narie ex art. 19 bis possono essere ri-solutivi per i colleghi che ne hanno bi-sogno e che ne hanno i requisiti.Nell’anno che viene bisognerà conti-nuare su questa strada, a prescinderedall’annunciata e auspicata – nel senso

da noi sperato – riforma della legge sul-le pensioni.Un prossimo provvedimento dovrà ne-cessariamente riguardare le pensionitroppo piccole che dovranno essereadeguate ai minimi sociali, mentre do-vrà essere sfruttato il numero degliiscritti per una rinnovata serie di con-venzioni, soprattutto nel campo assi-curativo. Si dovrà, inoltre, applicare unanuova procedura – che è allo studio –per il pagamento dei contributi in ma-niera più elastica; ciò per venire incon-tro alle annose difficoltà da parte deigeologi per riscuotere regolarmente leparcelle se non con ritardi significativi.Si pensa ad un sistema nel quale ognu-no paghi “quanto e quando” vuole (opuò), auto-regolamentandosi e riscuo-tendo dei bonus in caso d’anticipazio-ne da scontare in caso di ritardo nellacontribuzione; nell’uno e nell’altro caso

con bonus e interessi consapevolmen-te accettati dai colleghi iscritti.Inoltre, non sembra vago pensare ad unafattiva collaborazione tra l’Epap e i Consi-gli Nazionali o gli Ordini territoriali dellequattro categorie, per iniziative tese all’at-trezzatura e all’ammodernamento deglistudi professionali – la casella postale cer-tificata può essere solo un esempio – od’iniziative tese al perfezionamento ed al-la formazione professionale dei colleghiiscritti. Il tutto nell’ambito del migliore inve-stimento che l’Epap possa fare per realiz-zare il migliore dei ritorni che è quello del-lo sviluppo e della crescita quali-quantita-tiva della libera professione – di tutte equattro le categorie naturalmente –.Buon Anno a tutti

beri professionisti riusciranno a far va-lere e tesaurizzare nel modo giusto lapropria professionalità. A quando, in al-tri termini, riusciremo ad imporre la no-stra attività intellettuale come indispen-sabile nella conduzione del Paese; cioènella creazione della dotazione infra-strutturale che attiene l’energia, i siste-mi di trasporto, lo sfruttamento equili-brato delle risorse minerarie, l’acqua ele costruzioni, piuttosto che nella mes-sa in sicurezza e nella bonifica dei terri-tori vitali dalle calamità naturali e daglistessi errori di conduzione dell’Uomo,o piuttosto che nell’uso dei territoristessi come base per il riciclaggio deimateriali esausti. Non è poco, ma pos-siamo farcela, dobbiamo crederci noiper primi e dare linfa creativa, motiva-zioni e stimoli agli amministratori pub-blici. Bisogna incidere sulla cultura dif-fusa – la cultura d’elite non ha peso –ed in questo, noi tutti geologi italianidobbiamo essere uniti.E nell’attesa? È possibile impinguare inostri montanti con un ulteriore, sia pu-re modesto, contributo soggettivo ? Seda qui a poco dovesse esserci un prov-vedimento chiave a dare ossigeno aigeologi liberi professionisti – penso adesempio al “fascicolo del fabbricato” –forse sarebbe possibile chiedere un ac-cantonamento ulteriore di un punto oun punto e mezzo di contributo sog-gettivo; altrimenti, il raggiungimento dimontanti individuali dignitosi è possibi-le solo modificando la legge in mododa liberare risorse da destinare ai mon-tanti individuali stessi.Si chiede in particolare un aumentodella contribuzione integrativa da partedella committenza, l’abolizione delladoppia tassazione e la possibilità di ot-timizzare gli investimenti su durationche superino l’arco annuale del bilanciodell’Ente; un arco temporale di cinqueanni potrebbe produrre ulteriori risorse.Tutto ciò che si recupererebbe – siadall’aumento dell’integrativo, sia dallaabolizione della doppia tassazione, siadai maggiori frutti dei bilanci pluriennaliper gli investimenti, potrebbe esseredestinato ai montanti.In questo momento è attivo un tavolotecnico tra il Ministro del lavoro e gli En-ti di previdenza autonomi dei liberi pro-fessionisti per stilare delle regole comu-ni sui bilanci, mentre in commissione –alla camera – è passata una legge perdare la possibilità agli Enti a contributi-

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ARGOMENTI DEL SIMPOSIO

Il simposio durerà quattro giorni ed includerà i seguenti argomenti:

A. Caratterizzazione di biomasse e rifiuti come potenziale fonte energetica

Rifiuti urbani, rifiuti agricoli, rifiuti pericolosi, rifiuti sanitari, oli esausti,

car fluff, ecc., parametri analitici e di controllo

B. Carburanti da fonte rinnovabile (biodiesel, bioetanolo, liquefazione di

gas, idrogeno)

Processo produttivo, qualità, tecnologie, movimentazione e stoccaggio

C. Digestione anaerobica

Tecnologie appropriate per differenti substrati organici, processi, funzionamento,

residui, depurazione dei gas, miglioramento della qualità, gestione e trattamento

dei residui (digestato, acque reflue), parametri analitici e di controllo

D. Combustibile Derivato dai Rifiuti (CDR)

Caratterizzazione e qualità, produzione, movimentazione e stoccaggio,

utilizzo, co-combustione, residui della combustione del CDR

E. Trattamenti termici (combustione, pirolisi, gassificazione e altri)

Processi, bilancio energetico, tecnologie, efficienza, revamping di impianti

esistenti, corrosione e problemi operativi, depurazione fumi

F. Aspetti economici

Costi di investimento e gestione, ricavi, finanziamenti, commercio dei

substrati e dei prodotti energetici

G. Strumenti decisionali

LCA, analisi di rischio, valutazione d’impatto ambientale, etc.

H. Politiche e aspetti legali

Approcci regionali, nazionali e internazionali, strategie e direttive europee,

responsabilità legali, prospettive nei paesi in via di sviluppo

I. Cambiamenti climatici e Carbon Sink

Crediti di CO2, bilancio del carbonio, riduzione delle emissioni di gas

serra, risparmio energetico, ecc.

J. Aspetti ecotossicologici e problematiche sanitarie

Salute dei lavoratori, emissioni ed esposizione umana, studi

epidemiologici.

K. Consenso pubblico

Campagne informative, partecipazione pubblica ai processi decisionali,

mediazione e consenso

L. Esperienze e nuovi sviluppi

Casi di studio, impianti pilota, progetti di ricerca e sviluppo

M. Paesi in via di sviluppo

Adeguamento delle tecnologie, sviluppi specifici, prospettive politiche e

finanziarie

IWWGInternational Waste Working Group

VENICE

2010 TERZO SIMPOSIO INTERNAZIONALE

SU ENERGIA DA BIOMASSE E RIFIUTI

Venezia8 – 11 Novembre 2010

www.venicesymposium.it

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