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A cura di: Mario Perrotti Hanno collaborato: D. Cipriani, C. Nardocci, M. Perrotti, M. Iocco, P. De Feo, A.Lazzari, S. Russo, F. Marotta, E. Pelosi, G. Follador, D. Turco, C. Mazzamuto, A. Colucci, R. Prestinenzi, R. Ricciardelli. Progettazione grafica e impaginazione: Raffaele Perrotti Stampa Velox Print Avellino Tutto il materiale presente su questa pubblicazione è disponibilein formato digitale sulla piattaforma di formazione a distanza dell’Unpli all’indirizzo www.formazioneunpli.eu.

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A cura di:Mario Perrotti

Hanno collaborato:D. Cipriani, C. Nardocci, M. Perrotti, M. Iocco,P. De Feo, A.Lazzari, S. Russo, F. Marotta,E. Pelosi, G. Follador, D. Turco, C. Mazzamuto,A. Colucci, R. Prestinenzi, R. Ricciardelli.

Progettazione grafica e impaginazione:Raffaele Perrotti

StampaVelox Print Avellino

Tutto il materiale presente su questa pubblicazioneè disponibilein formato digitale sulla piattaforma diformazione a distanza dell’Unpli all’indirizzowww.formazioneunpli.eu.

La realizzazione di questa dispensa aggiunge uno strumento concreto e innovativo alla programmazioneformativa prevista dalle nuove linee generali determinate dall'UNSC (Circolare 4 Aprile 2006 Prot.18593/I).Essa vuole essere un mezzo di consultazione e approfondimento per il volontario, per l'OLP e per quanti(all' interno e all'esterno) volessero accrescere le loro conoscenze generali e del nostro settore sul ServizioCivile Volontario e sui valori che esso vuole testimoniare e perseguire. L'augurio nostro è che questoimpegno possa sensibilmente aiutare il lettore a percepire meglio il senso etico del SCV e della nostraorganizzazione, dei suoi obiettivi, delle sue strategie, delle sue peculiarità e delle sue risorse umane cheperseguono ancora finalità edificanti e di interesse comune. Con i migliori auguri di buon lavoro e la rassicurazione che, occorrendo, saremo sempre sensibili esolleciti.

II

Il Presidente NazionaleClaudio NARDOCCI

Il Responsabile Nazionale SCMario PERROTTI

III

UNPLIFORMAZIONE SCN

INDICE

PRESENTAZIONE (C. NardocciM. Perrotti) Pag. II

NUMERI UTILI Pag.V

PREFAZIONE (D. Cipriani) Pag. 1

IL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE E L'UNPLI

● Servizio Civile UNPLI: perché, come (M. Perrotti) Pag. 2● Cos'è il Servizio Civile Nazionale (UNSC) Pag. 6● Storia: dal Servizio Civile obbligatorio

al Servizio Civile volontario (UNSC) Pag. 8● L'obiezione di coscienza (UNSC) Pag. 11● La Consulta Nazionale per il Servizio Civile (UNSC) Pag. 14

DIRITTI E DOVERI DEL VOLONTARIO

● Doveri (del volontario) e sistema sanzionatorio (UNSC) Pag. 16● Presentazione in Servizio (del volontario) (UNSC) Pag. 18

NORMATIVA E VALORI

● Istituzione del servizio civile nazionale:L. 6 marzo 2001, n. 64 Pag. 20

● Disciplina del Servizio civile nazionalea norma dell'articolo 2 della L. 6 marzo 2001, n. 64:D.Lgs. 5-4-2002 n. 77 Pag. 25

● Carta di impegno etico del Servizio Civile Nazionale Pag. 31● Partecipazione e cittadinanza attiva (M. Iocco) Pag. 32

L'OPERATORE LOCALE DI PROGETTO: RUOLO E FUNZIONI Pag. 35

● L'OLP: ruolo e Funzioni● Aspetti gestionali● Gestione dei giovani in servizio civile● Presentazione in servizio

Dispensa Servizio Civile Unpli - INDICE

IV

● Rinunce e dimissioni● Malattia, infortunio, maternità● Permessi● Vitto o vitto/alloggio● Attestato di fine servizio● Progetti● Pubblicità● Avvio e completamento del progetto● Trasferimento della sede di attuazione del progetto● Trasferimento momentaneo di sede per il volontario● Formazione● Monitoraggio● Tutoraggio● Servizio Civile all'estero

PROGETTO E PROGETTAZIONE UNPLI

● Linee generali (P. De Feo) Pag. 41

L'UNPLI E LE PRO LOCO● Unione Nazionale delle Pro Loco d'Italia:

associazione nazionale votata alla territorialità (C. Nardocci) Pag. 45● Il Servizio Civile:

una grande opportunità etico-sociale (A.Lazzari) Pag. 50● Pillole di storia del Turismo

delle Associazioni Pro Loco (C. Nardocci) Pag. 52● Programmazione e realizzazione di eventi (S. Russo) Pag. 54● Il Ruolo della Comunicazione interna ed esterna (F. Marotta) Pag. 58

L'UNPLI E LA DIFESA DELLA PATRIA

● Beni culturali e volontari di SCN: conoscere,conservare, tutelare, valorizzare, partecipare (E. Pelosi) Pag. 61

● Beni Paesaggistici e naturali (G. Follador) Pag. 64

CRESCITA UMANA E CULTURALE DEL VOLONTARIO

● Ricerca Sociale (D. Turco) Pag. 67● Parlare in Pubblico (C. Mazzamuto) Pag. 71● Pro Loco e Turismo: l’ufficio informativo (A. Colucci

R. Prestinenzi,R. Ricciardelli) Pag. 73

● Programma formativo UNPLI (UNPLISC) Pag. 84

Dispensa Servizio Civile Unpli - INDICE

UFFICIO NAZIONALE PER IL SERVIZIO CIVILEwww.serviziocivile.it Ufficio per le relazioni con il pubblico URP Via San Martino della Battaglia 6 - 00185 Roma Orari di ricevimento:tutti i giorni escluso il sabato: 09.00 - 12.30lunedì, mercoledì, giovedì: 14,30 - 16,30Contatto telefonicoCentralino dell'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile:06492241.Call centerNumero telefono: 848-800715attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 08.30 alle 19.30 conorario continuato.

UNPLI - Unione Nazionale Pro Loco d’Italiawww.unpli.infoSEGRETERIA NAZIONALE:[email protected]/Fax: 0699226483Piazza della Vittoria, 1100055 Ladispoli, (Roma)

UNPLI SCN - Ufficio per il Servizio Civile Nazionalewww.serviziocivileunpli.itwww.formazioneunpli.euVia Provinciale, 88 - 83020 Contrada (Av)Tel.: 0825.674777 Fax: 0825.674919Posta elettronica: [email protected] Regionali Unpli SCABRUZZOCappella [email protected];[email protected] [email protected] [email protected];[email protected] [email protected];[email protected] ROMAGNAMacchi [email protected]

FRIULI VENEZIA GIULIABarbina [email protected];[email protected] [email protected];[email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] PIEMONTEImazio [email protected] [email protected] [email protected] Spina [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected]

V

Dispensa Servizio Civile Unpli - NUMERI UTILI

NUMERI UTILI

VI

1

Il sistema del servizio civile, nel tentativo di trovaree consolidare una sua forte e strutturata identità,trova nella formazione, sia dei volontari che dellefigure professionali che operano al suo interno, lostrumento più idoneo e adatto allo scopo.A tale proposito sono convinto come sia doveroso,direi quasi obbligatorio, per le istituzioni come pergli enti che operano nel sistema, tentare di "volare"più in alto e adoperarsi per diffondere la cultura delservizio civile, andando, quindi, al di là del merorispetto delle tante regole, pur necessarie e dovute,che si sono succedute nel corso di questi primianni di attuazione della legge 64/2001.E'indispensabile lavorare insieme affinché questo"nuovo" servizio civile, che pur mantiene inalteratinel suo DNA i valori trasmessi dall'obiezione dicoscienza, come il pacifismo, la solidarietà e lacittadinanza attiva, riesca finalmente a ritrovare unasua propria grande mission che lo possa motivareed orientare.In tale contesto la formazione rappresenta unmomento culturale unitario imprescindibile sia peri giovani volontari che entrano nel mondo delservizio civile sia per coloro che operano al suointerno, a qualsiasi ente appartengano e in qualsiasiprogetto vengano inseriti.E' compito e preciso dovere degli enti e delleistituzioni investire sulla formazione, comeelemento strategico e tassello prezioso allo scopodi apportare un valore aggiunto all'esperienza diservizio civile e alla sua qualità.In questa prospettiva ritengo, pertanto,apprezzabile l'impegno e la cura assuntadall'UNPLI nella elaborazione di questo manualedidattico, strumento sicuramente idoneo acompletare e migliorare la qualità dell'offertaformativa realizzata con l'organizzazione dei corsi.In una società caratterizzata, purtroppo in molti

casi, da poca attenzione ed indifferenza verso ibisogni dell'"altro", se non addirittura da episodi diaggressività e di violenza, prestare la propria operaall'interno del sistema del servizio civile èsicuramente un privilegio e un'opportunità dicrescita e di maturazione.Per i volontari, perché possano diventare, anchegrazie all'esperienza che vivranno, "costruttori dellacomunità", protagonisti e propulsori dellacostruzione di una società nuova, imperniata suivalori della solidarietà, della tolleranza, dellagiustizia sociale e della pace.Per gli operatori, perché possano sempre più emeglio acquistare la consapevolezza del loro ruolodi "maestri" dei volontari, ruolo certamentefondamentale e strategico per il funzionamento e ilsuccesso dell'intero progetto di servizio civile.Esprimo a tutti coloro che utilizzeranno questomanuale i migliori auguri affinché l'esperienza diservizio civile che si apprestano a vivere possaessere veramente significativa e costruttiva.

Dispensa Servizio Civile Unpli - PREFAZIONE

PREFAZIONE

Diego CIPRIANIDirettore Generale UNSC

2

Premessa: è estremamente complicato e difficile trasmetterecon lo scritto le motivazioni ed i percorsi storici (alcunianche drammatici), le speranze ed i desideri, i valori Etici egiuridicamente rilevanti che il Servizio Civile Volontariointende raggiungere. Occorrerebbero centinaia di pagine perdare una semplice idea di ciò che esso era agli inizi ed èdiventato oggi.Con questa sintesi possiamo solo dare un contributo diconoscenza a chi vuole avvicinarsi a comprendere modi,tempi, finalità etc. del S.C. nell'UNPLI e fornire un piccolomanuale d'uso a chi già opera in questa attività.Chi volesse approfondire il tema e reperire documentazionee atti, si potrà collegare al sito www.serviziocivileunpli.it etroverà tutto quanto gli occorre; il nostro ufficio, inoltre, è adisposizione per quanto dovesse ulteriormente servire.LINEE GENERALICon la Legge 6 marzo 2001 n° 64 è stato introdottonell'Ordinamento il servizio civile nazionale volontario; unalegge che, come quell'istitutiva del servizio militareprofessionale, enuncia i principi fondamentali e i criteridirettivi che stanno già trasformando, in modo graduale, ilservizio civile da obbligatorio a volontario.Attraverso questa legge s'intende dare anche una rispostaalle richieste della società riguardanti la solidarietà sociale, latutela dei diritti, l'educazione, la promozione della cultura, latutela del patrimonio artistico, ambientale, la cooperazionesia su base nazionale che internazionale. Il servizio civile èoramai diventato una grande risorsa della nostra societàcivile, anche se va detto che il coinvolgimento di giovani inattività di volontariato o di associazionismo sociale risultaoggi meno marcato che nel passato.I motivi sono molteplici, non ultimo dei quali un diffusobenessere economico che non favorisce l'impegno sociale,spesso ricco di valori che richiedono sacrifici e rinunce; mava anche affermato che il servizio civile, se opportunamentealimentato e sostenuto, potrebbe creare una rinnovataattenzione e generare una ricaduta positiva sul

coinvolgimento dei giovani soprattutto in attività chemettono a diretto contatto con il proprio territorio e con chivi risiede.Altro aspetto importante è che esso può rappresentareun'occasione preziosa di allargamento di orizzonti, discoperta di nuove opportunità, di arricchimento culturale, diacquisizione di nuove abilità e soprattutto di crescita sociale.Quando questo servizio risulta ben organizzato e ricco divalori reali, può tradursi in attività di contenuti consistenti,diventare acquisizione di esperienze sul campo destinate ainfluire positivamente sull'inserimento occupazionale ocomunque ad integrare validamente il curriculum delgiovane.Infine, ma ancora da specificare, approfondire emaggiormente affermare, l'altro aspetto: quello dellacoltivazione di una coscienza civica, di un senso diappartenenza ad una comunità più ampia, di unapartecipazione sociale non solo emotiva ma di unacittadinanza attiva capace di proiettarsi nella vita adulta, diun'identità nazionale (o comunque comunitaria) intesa insenso dinamico, aperto, solidale (al riguardo basta leggere gliatti delle ultime Assemblee nazionali dell'UNPLI esoprattutto dell'ultimo congresso di Rovigo, per capire qualeimportanza riveste per l'UNPLI il perseguimento del "sensodi appartenenza").L'UNPLI e le Pro Loco con altre 1.400 figure professionaliimpegnate, Operatori Locali di Progetto, Formatori,Responsabili Locali, Tutor, Monitori, Selettori e Progettisti econ la recente presenza nella Consulta Nazionaledell'UNSC (Ufficio Nazionale per il Servizio Civile) el'accettazione nella CNESC (Conferenza Nazionale degliEnti di servizio Civile) si pongono come parte del verticedel sistema e se da un lato ciò c'inorgoglisce, dall'altro cicostringe a pensare in termini più imprenditoriali,professionali ed operativi.I giochi sono finiti e cominciano gli impegni e lepreoccupazioni da affrontarsi in modo serio ma sereno,

Dispensa Servizio Civile Unpli - SERVIZIO CIVILE PERCHÈ, COME

SERVIZIO CIVILEPERCHÈ, COME

Mario PERROTTI

senza affanni.

ATTUAZIONE DEL SERVIZIO CIVILELa realizzazione del servizio in parola, è attuata attraverso trefasi:1) Accredito;2) Presentazione Progetto;3) Approvazione progetti, selezione e avvio deivolontari.L'ACCREDITO avviene presentando all'Ente (UNPLIufficio per il Servizio Civile) apposita istanza (all.1) conallegati a) l'Atto Costitutivo, b) lo Statuto, c) la dichiarazione(all. 2) di avere tre anni di attività almeno in un settoreprevisto dalla legge, d) la Carta Etica sottoscritta, e) undocumento di riconoscimento in copia fotostatica.Il PROGETTO viene presentato nelle linee generali condescrizione del contesto territoriale e gli obiettivi daraggiungere, evidenziando le emergenze (sociali, culturali,ambientali etc) che sono presenti nel proprio territorio e lemodalità che s'intendono praticare per raggiungere traguardimigliorativi del disagio.LA SELEZIONE E L'AVVIO è la fase finale dell'attivitàche viene realizzata ad approvazione del progetti da partedell'Ufficio. I volontari presentano l'istanza alla sede doveintendono effettuare il servizio, i responsabili regionali (vedielenco) definiscono date e luoghi di effettuazione deicolloqui di selezione, si valutano i risultati, si stila lagraduatoria e si pubblica sul sito nazionale. L'avvio èdeterminato dall'Ufficio Nazionale per il Servizio Civilemediante l'invio ai volontari di un contratto.l'approvazione d'appositi progetti d'impiego, predispostidalle Amministrazioni Pubbliche e dagli enti (rigorosamentenon profit) che intendono concorrere alla realizzazione delservizio stesso.Le Circolari 29 Novembre 2002, 10 Novembre 2003, 2Febbraio 2006 ed il DM 3 Agosto 2006 e il relativoProntuario allegato, hanno di volta in volta affermato nuovedisposizioni e chiarito aspetti per Enti e progetti del serviziocivile nazionale e le relative procedure di accreditamento e diselezione dei volontari, in applicazione d'alcune normepreviste dal Dlgs 5 Aprile 2002 n° 77 per permettere:● una valutazione più dinamica dei progetti;● una più puntuale individuazione dei requisiti che iprogetti devono avere;● un maggiore riconoscimento della rilevanzatematica degli stessi e delle potenzialità operative degli enti

richiedenti.Le citate circolari, tra l'altro, individuano numerosi ambitid'intervento del Servizio Civile Volontario in modo dapermettere ad ogni giovane interessato la scelta di un settoredi gradimento dove poter affinare le proprie attività eapprofondire le personali conoscenze anche dove iniziare oaggiornare un percorso formativo a soddisfacimentod'interessi o aspirazioni.In tale modo, per esempio, il Servizio Civile presso Entid'assistenza agli ammalati o presso la Croce Rossa, puòdiventare un interessante momento di tirocinio per aspirantimedici o infermieri; presso un consultorio familiare puòcontribuire a favorire lo studio di scienze sociali e presso gliEnti Locali permettere una maggiore comprensione dellacittadinanza attiva come pure operare presso le nostre sedi(ovviamente nel settore dei beni e del turismo culturale) puòfavorire lo studio presso facoltà in Architettura oConservazione dei Beni Culturali, Lingue e LetteraturaStraniera, Lettere e Storia, Economia del Turismo etc.L'esigenza di consolidare l'esperienza di Servizio Civile emigliorare l'intervento degli Enti, ha introdotto nuovenorme per far sì che questi ultimi, qualora voglianopresentare progetti, dovranno prima dimostrare il possessodi un'organizzazione adeguata.La successiva Circolare 10 Novembre 2003 ha avuto, tral'altro, la funzione di individuare le capacità degli Enti aprogettare, selezionare, formare, tutorare, monitorare evalutare l'attività di Servizio Civile affidando dette funzioni aprofessionisti con documentata esperienza e, in caso diaccreditamento in 1 ̂Classe, preventivamente verificatidall'Ufficio.L'accreditamento ha, in questo caso, l'obiettivo primario dimigliorare la qualità del servizio dei Volontari garantendoaccoglienza, formazione e assistenza idonea a giovani cheimpegnano un anno intero della loro vita anche al serviziodelle comunità in cui vivono oltre alla necessità di limitare ilnumero degli enti assegnatari del servizio.L'UNPLI non poteva sottrarsi sia pure solo a sperimentarele potenzialità che questo servizio poteva offrire e,ascoltando le numerose richieste provenienti dalla base, hadeciso di verificare fattibilità, impegni occorrenti,disponibilità e, quindi, procedere alla compilazione epresentazione d'istanza di accredito in 1 ̂Classeproponendo anche una serie di progetti che, ovviamente,fossero in linea con i suoi fini istituzionali e delle Pro Loco,sue sedi operative.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - SERVIZIO CIVILE PERCHÈ, COME

OBIETTIVI Ma cosa vuole essere il SCN per l'UNPLI?Per prima esso dovrà contribuire a sollecitare la nascita nellenuove generazioni Pro Loco ed a far riscoprire nelle vecchieil senso di APPARTENENZA che, pur se insito nel nostroanimo, non sempre siamo in grado di capirne la portata e disfruttarne le qualità e le potenzialità se non in particolarimomenti, siano essi di emergenze drammatiche (durante unconflitto o dopo una catastrofe etc) che di partecipazionecollettiva (durante un evento sportivo, una festività familiare,una manifestazione sociale, sindacale, politica etc) ma questosenso si affievolisce e scompare, inevitabilmente, nonappena cessa la spinta emotiva. Forse qualcuno, fuori delnostro mondo e non solo, si chiederà cosa c' entra questocon il Servizio Civile Volontario Nazionale e soprattuttocon il SCN nell'UNPLI in particolare ebbene, almeno pernoi che abbiamo deciso di impegnarci in questa avventura,faticosa ed esaltante nello stesso tempo, significa assimilareed ampliare quanto indicato nella Carta Etica del ServizioCivile Nazionale e cioè non solo un impegno teso a "…costituire e rafforzare i legami che sostanziano emantengono coesa la società civile, rendono vitali lerelazioni all'interno delle comunità, allargano alle categoriepiù deboli e svantaggiate la partecipazione alla vita sociale,attraverso azioni di solidarietà, di inclusione, dicoinvolgimento e partecipazione, che promuovono avantaggio di tutti il patrimonio culturale e ambientale dellecomunità, e realizzano reti di cittadinanza mediante lapartecipazione attiva delle persone alla vita della collettività edelle istituzioni a livello locale, nazionale, europeo edinternazionale;ma anche e specialmente a "…orientare le giovanigenerazioni alla conoscenza e allo sviluppo del Dovere dellaPartecipazione, che significa essere protagonisti nel proprioterritorio per il proprio territorio; ad essere interessati allapropria comunità senza alcun interesse; che vuole essereAPPARTENENZA e proposta per divenire realmentefutura classe dirigente del proprio paese, della nostranazione, dell'Europa. "L'appartenenza forte è sentirsi parte di qualcosa digrandioso, unico, valoriale che è anche fonte di stimolipartecipativi continui e soprattutto causa dello sviluppo dirapporti tra le persone con ideali e obiettivi comuni.Altro obiettivo è quello di attivare circuiti turistici chepossano mettere in luce le singole realtà territoriali,favorendo la stanzialità degli addetti e generando pertanto

varie forme di indotto soprattutto sviluppando lacatalogazione informatizzata e la realizzazione di prodottimultimediali di beni presenti sul territorio, oltre allarealizzazione di attività di progettazione e programmazionedi eventi con il coinvolgimento delle strutture pubbliche eprivate presenti.Le finalità generali dovranno:● sensibilizzare i cittadini, tramite la diffusione di unacultura civica e sui temi ambientali e sociali legati aicomportamenti e agli atteggiamenti individuali e collettivi;● operare a fianco delle pubbliche amministrazioni intermini d'attenzione alle problematiche territoriali(considerata la notevole disponibilità a collaborare con lePro Loco al precedente progetto impegnando strutture eprofessionalità in una sinergia operativa molto profonda); ● effettuare una ricerca, in una logica sistemica,d'abitudini, folclore, tradizioni etc. legate al passato ed inprospettiva futura;● un aggiornamento culturale ed operativo deglielementi sensibili della comunità, in ordine alla politicaturistico-culturale (sempre più richiesto);● una verifica, insieme, delle esperienze finoracompiute dagli operatori nel campo per potereventualmente delineare un profilo della Pro Loco comestruttura permanente d'accoglienza, assistenza epromozione nella comunità; ● un'approfondita analisi dei risultati per arrivare aduna proposta operativa comune su tutto il territorionazionale.

DESCRIZIONE DEL PROGETTOI progetti, sono orientati a realizzare le attività sottoriportatee cioè: ● Organizzazione e gestione eventi;● Produzione materiali multimediali (mostrefotografiche, video, depliant) per diffondere la conoscenzadel patrimonio;● Mappatura multimediale dei beni artistici e culturali;● Produzione di un CD ROM in quattro lingue(italiano, francese, inglese e spagnolo) recante i risultati dellamappatura;● Creazione sito Web in quattro lingue (italiano,francese, inglese e spagnolo) contenente la mappa, ilnotiziario, gli appuntamenti, le politiche culturalidell'associazione;

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Dispensa Servizio Civile Unpli - SERVIZIO CIVILE PERCHÈ, COME

Tutti gli interventi sopra programmati, dovranno perseguirela partecipazione attiva in coordinamento con la sedeNazionale e diverse periferiche (Regionali, Provinciali etc), alfine di rendere gli obiettivi omogenei e soprattutto finalizzatial progetto nel suo complesso.A tale riguardo tutti i volontari in servizio civile selezionati,avranno modo di approfondire conoscenze sia con espertidell'Ente sia con professionisti esterni.Sono previsti, inoltre, degli incontri periodici con le struttureUNPLI per meglio far conoscere l'organizzazione e gliscopi che essa si prefigge, ma anche per verificareopportunità occupazionali legate al settore che, come noto,è in forte espansione.Un progetto di tale portata non può, ne deve esaurirsi in undeterminato lasso di tempo, ma continuare a tempoindefinito prevedendo anche obiettivi pluriennali.

CONCLUSIONIIdentificare il turismo come un sistema di valorizzazionedelle risorse del territorio, con particolare riferimento ai beniambientali e culturali, significa avere idee non riduttive esicuramente percorribili per un corretto e virtuoso sviluppo(non solo economico ma anche e soprattutto sociale) ditantissime realtà.Lo spazio ad esso riservato nelle economie locali, specie inaree poco note, non può prescindere da un efficientefunzionamento del sistema della società civile.I tempi sono cambiati, occorrono sempre di più risposterapide ed efficaci e noi abbiamo il dovere di essere preparatied in linea con le esigenze richieste dalle nuove opportunitàdi sviluppo. Inoltre, se in una società rigidamente diretta dall'alto i suoimembri sono ridotti al ruolo di semplici e fedeli esecutori, inuna società aperta e complessa, com'è la nostra, l'esigenza disoggetti capaci di comprendere i suoi diversificati aspetti e diintervenire nei singoli momenti cresce notevolmente, nonsolo a livello delle microeconomie, ma anche in un quadropiù ampio e complessivo. Non è solo compito d'economisti studiare e valutare alcuniaspetti delle risorse economiche di un territorio, anche noiabbiamo questi compiti perché operiamo soprattutto sulcapitale umano che non può ne deve essere concepito solocome forza lavoro, ma come ricchezza intellettuale e comecrescita personale.Abbiamo l'obbligo, e l'opportunità, di individuare una nuovaconcezione di "capitale umano" e del suo valore, non solo

funzionale ma costitutivo di una cultura, di una vita sociale,infine di avvertire, nella sua ragione essenziale, l'importanzae persino l'urgenza di un'educazione autentica, grazie allaquale le radici dell'uomo possono ritornare familiari, fino aduna nuova fioritura.Don Giussani scriveva " il desiderio è come la scintilla concui si accende il motore. Tutte le forze umane nascono daquesto fenomeno, da questo dinamismo costitutivodell'uomo. Il desiderio accende il motore dell'uomo. E allorasi mette a cercare il pane e l'acqua, si mette a cercare illavoro, si mette a cercare la donna, si mette a cercare unapoltrona più comoda e un alloggio più decente, s'interessa come mai taluni hanno e altri nonhanno, s'interessa a come mai certi sono trattati in modo elui no, proprio in forza dell'ingrandirsi, del dilatarsi, delmaturarsi di questi stimoli che ha dentro e che la Bibbiachiama globalmente "cuore" e che io chiamerei anche"ragione"....... Il desiderio, per natura, spalanca l'uomo sullarealtà per imparare la mossa, per imparare dove si devecostruire"Questo desiderio è il motore che ha reso una miriade dipersone protagoniste dello sviluppo del nostro Paese e ditanti altri, questo desiderio deve permetterci di raggiungerequel traguardo Ideale di una nuova Pro Loco quale parteessenziale della nostra società e del suo futuro.

Questo capitale umano, per noi, oggi risulta rappresentatodai giovani del Servizio Civile e da tanti nostri operatori diPro Loco che vi si stanno dedicando e vi si dedicherannosempre più.Questo capitale umano, frutto d'amore ideale ed'educazione, è ancora più necessario in questo momento:c'è bisogno di persone capaci di ragionare, capaci diprendere coscienza di tutti i fattori, capaci di rischiare.C'è bisogno d'uomini che guardano la realtà e con il loroimpegno, la loro capacità di rischio, il loro senso disolidarietà e appartenenza, generino opere grandiose conentusiasmo e intelligenza.Noi saremo in grado di rispondere a queste esigenze condeterminazione e professionalità e, sono convinto, i risultatinon mancheranno e presto.Le professionalità di altissimo livello, soprattutto interneall'UNPLI, hanno dimostrato di poter garantire unaformazione continua sia dei dirigenti sia dei giovanivolontari, per un raggiungimento eccellente degli obiettivicitati.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - SERVIZIO CIVILE PERCHÈ, COME

COS'È IL SCNIl Servizio Civile Nazionale, istituito con la legge 6marzo 2001 n° 64, - che dal 1° gennaio 2005 sisvolge su base esclusivamente volontaria - è unmodo di difendere la patria, il cui "dovere" èsancito dall'articolo 52 della Costituzione; unadifesa che non deve essere riferita al territorio delloStato e alla tutela dei suoi confini esterni, quantoalla condivisione di valori comuni e fondantil'ordinamento democratico. E' la possibilità messa a disposizione dei giovanidai 18 ai 28 anni di dedicare un anno della propriavita a favore di un impegno solidaristico intesocome impegno per il bene di tutti e di ciascuno equindi come valore della ricerca di pace.Il servizio civile volontario garantisce ai giovaniuna forte valenza educativa e formativa, è unaimportante e spesso unica occasione di crescitapersonale, una opportunità di educazione allacittadinanza attiva, un prezioso strumento peraiutare le fasce più deboli della societàcontribuendo allo sviluppo sociale, culturale edeconomico del nostro Paese.Chi sceglie di impegnarsi per dodici mesi nelServizio civile volontario, sceglie di aggiungereun'esperienza qualificante al proprio bagaglio diconoscenze, spendibile nel corso della vitalavorativa, quando non diventa addiritturaopportunità di lavoro, nel contempo assicura unasia pur minima autonomia economica. Le aree di intervento nelle quali è possibile prestareil Servizio Civile Nazionale sono riconducibili aisettori:assistenza, protezione civile, ambiente, patrimonioartistico e culturale, educazione e promozioneculturale, servizio civile all'estero.

OPPORTUNITÀ PER GLI ENTI

Gli enti di servizio civile sono le amministrazionipubbliche, le associazioni non governative (ONG)e le associazioni no profit che operano negli ambitispecificati dalla Legge 6 marzo 2001 n° 64. Perpoter partecipare al SCN gli enti devonodimostrare all'UNSC di possedere requisitistrutturali ed organizzativi, nonché di avereadeguate competenze e risorse specificatamentedestinate al SCN. L'ente deve inoltre sottoscriverela carta di impegno etico che intende assicurare unacomune visione delle finalità del SCN e delle suemodalità di svolgimento, in un patto stretto conl'Ufficio ed i giovani. Solo tali enti, iscritti in un apposito albo - Albodegli enti accreditati -, possono presentare progettidi Servizio Civile Nazionale.Il Servizio Civile Nazionale consente agli entiaccreditati di avvalersi di personale giovane emotivato, che, stimolato dalla possibilità di vivereun'esperienza qualificante nel campo dellasolidarietà sociale, assicura un servizio continuativoed efficace. I progetti d'impiego dei volontari,predisposti dagli enti pubblici e dalleorganizzazioni del Terzo Settore, vengonopresentati all'Ufficio Nazionale per il ServizioCivile che li esamina, li approva e li inserisce neibandi per la selezione dei volontari che vengonopubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica(GURI).L'utilizzo dei volontari del servizio civile attiva unrapporto privilegiato con i ragazzi che, dopo i 12mesi di servizio, tendono in genere a mantenerecontatti collaborativi con l'ente.

OCCASIONE PER I GIOVANII ragazzi e le ragazze, di età compresa tra i 18 e 28anni, di cittadinanza italiana, interessati al Serviziocivile volontario possono partecipare ai bandi di

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COSA È IL SERVIZIO CIVILE

Dispensa Servizio Civile Unpli - COSA È IL SERVIZIO CIVILE

selezione dei volontari pubblicati nella GURIpresentando, entro la data di scadenza prevista dalbando, domanda di partecipazione.La domanda di partecipazione, in carta semplice, èindirizzata all'Ente che ha proposto il progetto,deve essere redatta secondo il modello allegato albando, deve contenere l'indicazione del progettoprescelto ed essere corredata, ove possibile, di titolidi studio, titoli professionali, documenti attestantiesperienze lavorative svolte.E' ammessa la presentazione di una sola domandaper bando.Il modulo di domanda può essere scaricato dallasezione "Modulistica" o dall'area "Bando" alla voceModulo; i progetti possono essere consultatinell'area "Bando " attraverso un motore di ricercache consente una selezione geografica o per settoredi interesse.L'ente sceglie le figure più adeguate alle proprieattività operative attraverso una selezione tra iprofili delle candidature giunte in seguito al bandodi concorso. Successivamente comunica la relativagraduatoria provvisoria all'Ufficio Nazionale per ilServizio Civile che provvede alla verifica ed allaapprovazione della stessa. L'UNSC con proprioprovvedimento dispone l'avvio al servizio deivolontari, specificando la data di inizio del servizioe le condizioni generali di partecipazione alprogetto.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - COSA È IL SERVIZIO CIVILE

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Dispensa Servizio Civile Unpli - DAL SERVIZIO CIVILE OBBLIGATORIO AL SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO

La storia del Servizio Civile Nazionale affonda lesue radici nella storia dell'obiezione di coscienza dicui è il naturale erede in un rapporto di continuitàche non lascia né vuoti né rimpianti.

Nel 1972 - sotto la spinta delle azioni di protestacondotte dalle organizzazioni non violente, delcrescente interesse dei cittadini nei confrontidell'obiezione di coscienza e del gran numero digiovani disposti ad affrontare il carcere pur di nonprestare un servizio armato - il governo approvò lalegge n. 772 "Norme in materia di obiezione dicoscienza", che sanciva il diritto all'obiezione permotivi morali, religiosi e filosofici ed istituiva ilservizio civile sostitutivo del servizio militare e,pertanto, obbligatorio.

La legge dedicava un solo articolo su 17, allefinalità e all'organizzazione del servizio civile,istituito chiaramente per trovare un impiego agliobiettori.

L'esperienza iniziale di poche decine di coraggiosi,diventa alla fine degli anni '80 l'esperienza dimigliaia di giovani anche grazie alla sentenza dellaCorte Costituzionale (1989) che parifica la duratadei due servizi militare e civile: inizia l'esplosionenumerica degli obiettori che raggiunge nel 1999 lacifra di 110.000 domande.Nello stesso tempo, in modo silenzioso masistematico, l'offerta di servizio civile passa dapoche decine di associazioni dei primi anni '80, aglioltre 3.500 Comuni abilitati a impiegare obiettori,alle decine di Università, alle oltre 200 UnitàSanitarie Locali, alle 2.000 associazioni locali diTerzo Settore (fine degli anni '90).

Il Servizio Civile diviene una risorsa sociale per il

Paese.

L'8 luglio 1998, il Parlamento vara la legge n. 230"Nuove norme in materia di obiezione dicoscienza": l'obiezione di coscienza vienericonosciuta diritto del cittadino.La norma, che abroga la legge 772 del 1972, all'art.1 statuisce:

"I cittadini che, per obbedienza alla coscienza,nell'esercizio del diritto alle libertà di pensiero,coscienza e religione (omissis) opponendosi all'usodelle armi, non accettano l'arruolamento nelleForze armate e nei Corpi armati dello Stato,possono adempiere gli obblighi di leva prestando,in sostituzione del servizio militare, un serviziocivile, diverso per natura e autonomo dal serviziomilitare, ma come questo rispondente al doverecostituzionale di difesa della Patria".

Contestualmente l'amministrazione di questoservizio viene sottratta al Ministero della Difesa edaffidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri,ove viene costituito un apposito Ufficio Nazionaleper il Servizio CivileA riconoscimento dell'importanza di uncoinvolgimento dei vari attori del Servizio civileviene creata la Consulta Nazionale del ServizioCivile ove siedono i rappresentanti delleAmministrazioni Centrali dello Stato, irappresentanti dei principali soggetti di terzosettore, dei Comuni Italiani e degli obiettori. Lalegge istituisce, inoltre, il Fondo nazionale per ilServizio Civile nel quale confluiscono i fondi primagestiti dal Ministero della Difesa e nel qualepossono essere versate donazioni pubbliche eprivate finalizzate alle attività che si intendonosostenere.

DAL SERVIZIO CIVILE OBBLIGATORIOAL SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO

La legge, votata dopo 11 anni di dibattito politico(1987-1998), viene approvata alla vigilia dellariforma che porterà ad un nuovo sistema di ForzeArmate su base esclusivamente volontaria.Tale riforma, fortemente innovativa, è attuata dalParlamento il 14 novembre 2000 attraverso la legge331 "Norma per la istituzione del servizio militareprofessionale"; tale norma fissa al 1° gennaio 2007la data di sospensione della leva obbligatoria chesuccessivamente viene anticipata al 1° gennaio2005 (legge 23 agosto 2004 n. 226).

Le esperienze costruite con gli obiettori dicoscienza in un andirivieni di luci ed ombre, inoltre 25 anni di attività, hanno tuttavia costituitouna risorsa rilevante delle politiche sociali,soprattutto in ambito assistenziale verso gli anziani,i disabili, i minori, concorrendo altresì allaformazione dei giovani verso profili professionaliorientati al principio costituzionale della solidarietàsociale; uno strumento innovativo per le politicheambientali e di cooperazione internazionale; unaesperienza di nuovo patto di cittadinanza fragiovani e istituzioni, dove doveri di socialità, chetrovano nuove forme di espressione, e dirittiindividuali trovano un punto di equilibrio.

Il 6 Marzo 2001 il Parlamento Italiano approva lalegge n° 64, che istituisce il Servizio CivileNazionale; un Servizio volontario aperto anche alledonne, concepito come opportunità unica messa adisposizione dei giovani dai 18 ai 26 anni, cheintendono effettuare un percorso di formazionesociale, civica, culturale e professionale attraversol'esperienza umana di solidarietà sociale, attività dicooperazione nazionale ed internazionale, disalvaguardia e tutela del patrimonio nazionale.

Una legge pensata per agire in due tempi:- una prima fase nella quale convivono due servizicivili, uno "obbligatorio" per gli obiettori dicoscienza ed uno per i "volontari"; - una fase successiva destinata ai soli volontari dientrambi i sessi.

La prima fase è iniziata il 20 Dicembre 2001, con

l'impiego di 180 donne e 1 uomo, impegnati inprogetti di Servizio Civile Nazionale "volontario"presentati da 4 enti di Terzo Settore e 1 Comune. In un crescendo inaspettato ed incontenibile nel2002 il numero di progetti attivati è salito a 811con 7.865 volontari avviati in servizio.Nel 2003 si è passati a 2.023 progetti con unapartecipazione di 22.743 giovani.Nel 2004 l'impiego è stato di 32.211 volontari per2.970 progetti.Nel 2005 il numero di volontari avviati al serviziosale a 45.175 per 3.451 progetti.

Il 5 aprile 2002 viene emanato, in ottemperanza aldisposto di cui all'art. 2 della Legge 64/01, ilDecreto legislativo 77 con cui viene regolamentatala materia.

Nel febbraio 2004 viene costituito il Comitato diDifesa non armata e non violenta con il fine diindividuare indirizzi e strategie di cui l'UNSC possatenere conto nella predisposizione di forme diricerca e di sperimentazione di difesa civile nonarmata e nonviolenta.

Il 23 agosto 2004 viene promulgata la legge n. 226che anticipa al 1° gennaio 2005 la sospensione dellaleva obbligatoria. Tale data segna di fatto l'iniziodella seconda fase di applicazione della legge 64 del2001 che porterà alla gestione dei soli "volontari"di SCN.Inizia la nuova era del Servizio Civile Nazionale.

Dal 1° gennaio 2005 entra in vigore -ai sensidell'art.2 del D.L. 9 novembre 2004 n°266- l'art. 3comma 1 del d.lgs n°77 del 5 aprile 2002 cheinnalza il limite di età dei volontari a 28 anni.

Con la pubblicazione del Decreto legge 30 giugno2005, n° 115 cala definitivamente il sipario sullalunga ed accesa vicenda della obiezione dicoscienza, consentendo agli obiettori in servizio, lapossibilità di concludere la propria esperienza diServizio civile obbligatorio al 1° luglio 2005anticipando la naturale scadenza prevista adottobre 2005.

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Il 2005 è quindi l'anno nel quale anche ai ragazzi èconcesso di partecipare volontariamente al SCN: sipassa dal 6% di adesioni maschili del 2004, al 25%del 2005. Nel 2005 l'UNSC avvia al servizio 45.175 volontariimpiegati in 3.451 progetti che coinvolgono 1.601enti in attività espletate in Italia e all'estero. Iprogetti all'estero, poco più del 2%, contribuisconoad esportare gli ideali di pace e fratellanza dellanostra democrazia. I giovani sempre più coinvolti,partecipi e motivati inviano racconti delle loroesperienze: dalla testimonianza semplice ecoinvolgente di quattro ragazze, nasce il primolibro edito dall'UNSC, "I sei sensi dell'India" che citrasmette, attraverso il racconto e le immagini dellaquotidianità, i sentimenti e le emozioni di questasignificativa esperienza.

Nel 2006 il Servizio Civile Nazionale festeggia ilsuo primo lustro di vita. Il consenso dei giovani ècresciuto di anno in anno: dai 181 ragazzi del 2001,si è passati ai 45.175 del 2005, per arrivare ai circa50.000 previsti a fine 2006.

Si cominciano a raccogliere le prime tesi di laureasul tema "Servizio Civile Nazionale" chetestimoniano il desiderio dei giovani diapprofondire la conoscenza del vero significato del"servizio", delle problematiche e dei valori connessia questa esperienza tutta italiana che è il ServizioCivile Nazionale. Una esperienza che, attraverso ilProtocollo d'intesa 26 gennaio 2006 "Intesa tral'ufficio nazionale per il servizio civile, le regioni ele province autonome per l'entrata in vigore delD.lgs. 77 del 2002", si ripartisce in termini digestione sul territorio nazionale attraversol'attribuzione delle competenze a Regioni eProvince autonome.

Altro evento di particolare rilievo nel 2006 èrappresentato dai 2 volontari che prendono postoin seno alla Consulta Nazionale per il ServizioCivile, sostituendo i rappresentanti degli obiettoridi coscienza. Nel marzo 2006 i 40.485 giovani inservizio, invitati a votare attraverso l'utilizzo del

voto elettronico, hanno infatti designato 124Delegati regionali dei volontari di SCN. Questi, aloro volta, hanno eletto i 2 Rappresentanti che, incarica per 2 anni in qualità di membri, porterannoin seno alla Consulta le istanze dei "ragazzi diSCN" e le proposte per costruire insieme unservizio alla comunità sempre più sentito epartecipato.

La partecipazione civica attraverso il volontariato el'associazionismo di promozione sociale è uno deitratti più significativi della storia del nostro Paese.Questa partecipazione, che si manifesta ognigiorno e diventa impressionante nelle emergenzedella storia nazionale, ha radici profonde, secolari etrova linfa nei valori religiosi e laici di solidarietà,eguaglianza, giustizia sociale, partecipazione diretta.

In tale contesto il Servizio Civile Nazionalecostituisce una singolare modalità di partecipazioneche coniuga i principi costituzionali di solidarietà,difesa della patria, crescita personale.

Le istituzioni della Repubblica Italiana non creanolo spirito della partecipazione civica, ma hanno laresponsabilità di dargli sostegno e di incoraggiarechi la vive. La legge 6 marzo 2001 n° 64"Istituzione del servizio civile nazionale" è il segnodi questa responsabilità

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Dispensa Servizio Civile Unpli - L’OBIEZIONE DI COSCIENZA

Premessa

La Costituzione Italiana, approvata nel 1947 edentrata in vigore nel 1948, stabilisce all'art. 52 che"La difesa della patria è sacro dovere del cittadino.Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e neimodi stabiliti dalla legge", senza prevedere alcunapossibilità di obiettare.

La parola "obiezione" deriva dal latino "obicere",che significa contrapposizione, rifiuto; l'obiezionedi coscienza è infatti il rifiuto di obbedienza ad unalegge o ad un comando dell'autorità perchéconsiderato in contrasto con i principi e leconvinzioni personali radicati nella propriacoscienza. L'obiettore di coscienza è dunque uncittadino che, dovendo prestare servizio militarearmato, contrappone il proprio rifiuto all'uso dellearmi ed attività ad esse collegate.

Il cammino dell'obiezione di coscienza in Italia nonè stato facile.

La storia

La storia dell'OdC, in senso lato, inizia con l'unitàd'Italia.La coscrizione obbligatoria introdotta nel 1861,incontrò una grandissima resistenza soprattutto trala popolazione rurale del meridione, che non necapiva i motivi ed era costretta a subirlaforzatamente.La risposta dello stato fu la massiccia repressioneattuata dall'esercito piemontese.Il malcontento popolare non si attenuò, anzi toccòil suo culmine durante la grande guerra del 1915-18: furono circa 470.000 i processi per renitenza

alla leva, e oltre un milione per altri reati militaricome diserzione , procurata infermità,disobbedienza aggravata, ammutinamento.Nell'Agosto del 1917 gli operai di Torino sirivoltarono contro l'assurdità della guerra: larepressione fu durissima, decine i morti.Dopo la disfatta di Caporetto, che vide un vero eproprio "sciopero militare" tra i soldati, siintensificò la repressione con fucilazioni di interireparti.La protesta popolare era spontanea, dettata daun'istintiva avversione alle istituzioni militari e gliorrori ( i "macelli" ) della guerra, ma non eraincanalata in alcuna forma organizzata.

I primi due casi di OdC nel secondo dopoguerra siverificano alla fine degli anni '40, e fannoriferimento a Rodrigo Castiello ( pentecostale) edEnrico Ceroni (testimone di Geova) che furonoinquisiti.

Il primo obiettore condannato alla reclusione fuPietro Pinna (1948), nonviolento, finito in carcereper 10 mesi; liberato fu condannato di nuovo eritornò in carcere finché fu prosciolto dal doveredel servizio militare.

Nel 1949, dopo i primi casi di obiezione dicoscienza, il socialista Calossi presentò il primodisegno di legge per il riconoscimentodell'obiezione. Nel '57 e nel '62 il socialista Bassoripropose l'iniziativa, coperta dall'obliodell'indifferenza parlamentare e dalla ostilità delgoverno e delle gerarchie militari.

All'inizio degli anni '60 si hanno i primi casi diobiettori cattolici che dichiarano di voler vivereintegralmente la non violenza evangelica, espressa

L’OBIEZIONE DI COSCIENZA

dai comandamenti "non uccidere" e "ama ilprossimo tuo come te stesso".Il primo cattolico che basò il suo rifiuto su motividi fede fu Gozzini nel 1962, seguito da padreBalducci che fu attaccato dalla chiesa ufficiale edifeso da don Milani che, in questa occasione,scrisse l'opuscolo "L'obbedienza non è più unavirtù".

I due sacerdoti, Padre Ernesto Balducci e DonLorenzo Milani, vennero processati per apologia direato.Don Milani, nel frattempo deceduto (1967), subìl'onta della condanna. Il resto della chiesa sembròdisinteressarsi al problema.Questi processi scossero l'opinione pubblica eportarono alla ribalta il problema dell'obiezione dicoscienza, registrando importanti prese diposizione a favore dell'OdC.

Intanto, sempre negli anni '60, Il Sindaco diFirenze, Giorgio La Pira, autorizzò la proiezionedel film "Non uccidere" - incentrato sul temadell'obiezione di coscienza - nonostante il divietoimposto dalla censura.

Fino alla fine degli anni '60, il numero degliobiettori rimase basso, quasi tutti testimoni diGeova con poche eccezioni, anarchici, nonviolenti,socialisti e pochissimi cattolici; molti obiettorifinirono in carcere, mentre al Parlamento venneropresentati diversi progetti di legge, dei quali perònessuno venne approvato. La legge Pedini (1966)sembrò che potesse offrire una soluzioneattraverso una specie di servizio civile nel terzomondo; ma la legge si rivelò ambigua, insufficientee la sua applicazione ancora peggiore; una leggefatta per pochi privilegiati i quali potevano mettersial servizio di ditte private, enti statali e religiosiinteressati a impiegare nei paesi sottosviluppatipersonale poco pagato.

Dopo il '68 l'obiezione per motivi politici, oltre aquelli etico-religiosi si afferma come mai prima.L'analisi dell'esercito come istituzione che serve amantenere un rapporto di pericoloso dominio dello

stato sulla società civile, si collega alle lotte piùampie per i diritti civili condotte nelle fabbriche,nelle scuole, nei quartieri.

Cresceva il numero dei giovani che sceglievano ilcarcere al servizio militare: era ormai un problemada risolvere.

Nel 1970/71 gruppi di 6-7 persone feceroobiezioni collettive con motivazioni soprattuttopolitiche; nel 1972 gli obiettori in carcere eranovarie decine, oltre 250 testimoni di Geova.

La classe politica, messa alle corde dal vastomovimento d'opinione nato nella società e dalcontemporaneo intensificarsi di azioni di protestacondotte dalle organizzazioni non violente,approvò, pur sotto l'influenza delle gerarchiemilitari e delle forze politiche contrarie, il disegnodi legge Marcora, restrittivo e punitivo, invece diquello Fracanzani più attinente alle richieste delleorganizzazioni.Passò così la legge 15 dicembre 1972, n. 772 chedava il diritto all'obiezione e al servizio civilesostitutivo per motivi morali, religiosi e filosofici.

La legge "Marcora" rese possibile la scarcerazionedei giovani obiettori di coscienza econtemporaneamente segnò un cambiamentostorico nella legislazione italiana, perché introdussela possibilità di rifiutare il servizio militare con learmi sostituendolo con un servizio militare nonarmato. Con questa legge l'obiezione di coscienzanon veniva ancora considerata un diritto, ma unbeneficio concesso dallo Stato a precise condizionie conseguenze: la gestione del servizio civilerestava nelle mani del Ministero della Difesa.

La legge restrittiva e punitiva (8 mesi di servizio inpiù, commissione giudicante, esclusione dellemotivazioni politiche, dipendenza dai codici e daitribunali militari) fece nascere subito unmovimento di lotta degli obiettori che si unirononella Lega Obiettori di Coscienza (LOC).

Per anni gli Enti e le Associazioni si sono battute

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per una modifica della legge e per il pienoriconoscimento del diritto all'obiezione dicoscienza. Nel 1992 il Parlamento licenziò unnuovo testo di legge, ma l'allora PresidenteFrancesco Cossiga, rifiutò di firmarla perincostituzionalità, la rinviò al Parlamento con unaserie di note di perplessità sul fenomeno OdC. Ilgiorno dopo il Presidente sciolse le Camere e lalegge tornò in alto mare.

Il numero di obiettori é andato crescendo: 16.000domande nel 1990, 30.000 domande nel 1994,70.000 nel 1998.

Dopo una serie di altri tentativi falliti nel corsodella XI e XII Legislatura, nel luglio del 1998 sigiunge finalmente all'approvazione della legge 230che sancisce il pieno riconoscimento giuridicodell'obiezione di coscienza. Con questa ultimalegge l'obiezione di coscienza non è più unbeneficio concesso dallo Stato, ma diventa undiritto della persona: il Servizio Civile rappresentaun modo alternativo di "servire la patria", con unadurata pari al servizio militare, a contatto con larealtà sociale, con i suoi problemi, con le sue sfide.

I giovani possono scegliere di difendere la Patria,con il servizio militare o con il servizio sostitutivocivile. La gestione del servizio civile sostitutivo delservizio militare passa all'Ufficio Nazionale per ilServizio Civile (dal 1° gennaio 2000).

Siamo a una svolta, sono ormai maturi i tempi peruna radicale riforma del Servizio Militare.La Legge 14 novembre 2000, n. 331 recante"Norme per l'istituzione del Servizio Militareprofessionale", muta profondamente la natura delServizio di leva che diventa volontario eprofessionale, determinando così la conclusionedella obiezione di coscienza a partire dal 2007.

Nell'agosto 2004 dopo appena un lustro dallapromulgazione della legge 230, il Parlamentoanticipa al 1° gennaio 2005 la sospensione dellaleva obbligatoria con la legge 23 agosto 2004 n.226, "Sospensione anticipata del servizio

obbligatorio di leva e disciplina dei volontari ditruppa in ferma prefissata, nonché delega alGoverno per il conseguente coordinamento con lanormativa di settore".Il Decreto legge 30 giugno 2005, n. 115 prevede,su domanda degli obiettori ancora in servizio, laconcessione del congedo anticipato al 1° luglio2005.

Si chiude un capitolo della storia istituzionale delnostro Paese e si schiude una nuova prospettiva alpasso coi tempi e con le esigenze della società: ilServizio Civile Nazionale

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Dispensa Servizio Civile Unpli - LA CONSULTA NAZIONALE PER IL SERVIZIO CIVILE

La Consulta Nazionale per il Servizio Civile(Consulta) è stata istituita presso l'UNSC con legge8 luglio 1998 n° 230 quale "organismo permanentedi consultazione, riferimento e confronto per ilmedesimo Ufficio".Il Presidente del Consiglio dei Ministri, conproprio decreto (DPCM), disciplinal'organizzazione e l'attività della Consulta, nomina icomponenti e stabilisce la durata dell'incarico cheè, di norma, triennale.

La prima Consulta, nominata con DPCM 29 aprile1999, si riunì il 21 giugno 1999. Nel corso dellaseduta vennero eletti il Presidente dott. LicioPalazzini ed il Vice Presidente dott. MassimoPaolicelli.

L'esigenza di integrare la composizione dellaConsulta con rappresentanti delle Regionichiamate, con il decreto legislativo 77 del 2002, asvolgere un ruolo sempre più attivo nellaorganizzazione del Servizio Civile ai sensi dellalegge 6 marzo 2001 n° 64, ha determinato la suamodifica.

Successivamente, la legge 16 gennaio 2003 n° 3, harivisto il numero e la rappresentanza deicomponenti della Consulta. L'art. 3 prevede infattiche "la Consulta nazionale per il servizio civile ècomposta da non più di quindici membri, nominaticon decreto del Presidente del Consiglio deiMinistri o del Ministro da lui delegato, scelti inmaggioranza tra rappresentanti degli enti e delleorganizzazioni, pubblici e privati, che impieganoobiettori di coscienza e volontari del servizio civilenazionale ovvero dei loro organismirappresentativi, nonché tra rappresentanti degli

obiettori di coscienza e dei volontari, delle Regionie delle amministrazioni pubbliche coinvolte".

La Consulta è stata ricostituita con DPCM 17marzo 2003 che, anche con le successiveintegrazioni, ha accolto le novità introdotte dallesuccitate norme di legge.

L'attuale composizione della Consulta, nominatacon DPCM 28 aprile 2006 e successivaintegrazione del 15 maggio 2006, è costituita da 13membri:8 dei quali in rappresentanza degli enti e dei loro

organi rappresentativi,1 rappresentante della Conferenza Stato-Regioni,1 rappresentante del Dipartimento della

Protezione Civile,1 rappresentante del Ministero del Lavoro e delle

Politiche Sociali e2 rappresentanti dei volontari di SCN.

Nel corso della prima seduta della Consulta svoltasiin data 10 maggio 2006 è stato riconfermatoPresidente il dott. Licio Palazzini.Le funzioni di Segreteria della Consulta sonosvolte, ai sensi del DM 12 dicembre 2003, dalServizio del Personale e dai Servizi Generali.

LA CONSULTA NAZIONALEPER IL SERVIZIO CIVILE

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Dispensa Servizio Civile Unpli - LA CONSULTA NAZIONALE PER IL SERVIZIO CIVILE

Composizione della Consulta(aggiornata al 13/07/07) ● Presidente della Consulta Arci - Servizio Civile Dott. Licio Palazzini ● AMESCI (Associazione mediterranea

per la promozione e lo sviluppo del servizio civile) Sig. Andrea Pellegrino ● Associazione Nazionale Comuni Italiani Dott. Egidio Longoni ● Caritas Italiana Don Giancarlo Perego ● CNESC (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile) Sig. Fausto Casini ● Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia Dott. Giuseppe De Stefano ● Conferenza Stato-Regioni - Regione Veneto Dott. Domenico Viscidi ● Dipartimento della Protezione Civile della PCM Dott. Giovanni Bastianini ● Federsolidarietà D.ssa Maria Paola Tavazza ● Proitalia - Ente nazionale di promozione ed utilità sociale Sig. Carmelo Cortellaro ● Rappresentante dei Volontari di Servizio Civile Sig. Francesco Diego Brollo ● Rappresentante dei Volontari di Servizio Civile Sig. Gennaro Buonauro ● Rappresentante dei Volontari di Servizio Civile Sig. Concetto Russo ● Rappresentante dei Volontari di Servizio Civile Sig. Emanuele Pizzo ● UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d'Italia) Prof. Mario Perrotti

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Dispensa Servizio Civile Unpli - DOVERI DEL VOLONTARIO E SISTEMA SANZIONATORIO

QUALI SONO I DOVERI DELVOLONTARIO?Il volontario nello svolgimento del servizio civile ètenuto ad adottare un comportamento improntatoa senso di responsabilità, tolleranza ed equilibrio eda partecipare con impegno alle attività volte allarealizzazione del progetto.In particolare il volontario ha il dovere di:a) presentarsi presso la sede di realizzazione delprogetto nel giorno indicato nella comunicazionedi avvio al servizio trasmessa dall'UNSC;b) comunicare all'Ente l'eventuale rinuncia allosvolgimento del servizio civile;c) comunicare tempestivamente all'Ente, in caso dimalattia, l'assenza dal servizio, facendo pervenire lacertificazione medica;d) seguire le istruzioni e le direttive, necessarie allarealizzazione del progetto di servizio in cui ilvolontario è inserito, impartite dall'operatore localedel progetto (OLP);e) partecipare alla formazione generale nonché aquella specifica relativa alle peculiari attivitàpreviste dal progetto;f) rispettare scrupolosamente l'orario disvolgimento delle attività relative al servizio civileconformemente alle indicazioni contenute nelprogetto;g) non assentarsi durante l'orario di svolgimentodelle attività dalla sede di assegnazione senzaautorizzazione dell'OLP;h) rispettare i luoghi e le persone con cui viene acontatto durante il servizio mantenendo, neirapporti interpersonali e con l'utenza, una condottauniformata alla correttezza ed alla collaborazione,astenendosi da comportamenti lesivi della dignitàdella persona ed incompatibili con il ruolo rivestitononché con la natura e la funzionalità del servizio;i) astenersi dal divulgare dati o informazioni

riservati di cui sia venuto a conoscenza nel corsodel servizio, in osservanza della normativa vigentein materia e di eventuali disposizioni specifichedell'Ente;j) non superare i giorni di permesso e di malattiaconsentiti durante il periodo di servizio.

QUALI SONO LE SANZIONI CHERICADONO SUL VOLONTARIO CHENON OSSERVA I DOVERI NELLOSVOLGIMENTO DEL SERVIZIO CIVILE?La violazione dei doveri cui il volontario si obbligaattraverso la sottoscrizione, per accettazione, deldocumento allegato al provvedimento di avvio alservizio comporta l'irrogazione delle sanzionidisciplinari di seguito elencate, in ordine crescente,secondo la gravità dell'infrazione:a) rimprovero scritto;b) decurtazione della paga, da un minimo pariall'importo corrispondente ad un giorno di servizioad un massimo pari all'importo corrispondente a10 giorni di servizio;c) esclusione dal servizio.Alle sanzioni disciplinari possono essere aggiunteeventuali responsabilità civili, penali edamministrative previste dalla normativa vigente.

QUANDO SI APPLICA LA SANZIONE DELRIMPROVERO SCRITTO E DELLADECURTAZIONE DELLA PAGA PER UNIMPORTO PARI AD UN GIORNO DISERVIZIO?Le sanzioni disciplinari del rimprovero scritto edella decurtazione della paga per un importo pari aun giorno di servizio si applicano al volontario per:a) inosservanza delle disposizioni relative all'orariodello svolgimento delle attività e all'assenza permalattia;

DOVERI DEL VOLONTARIOE SISTEMA SANZIONATORIO

b) condotta non conforme a principi di correttezzanei rapporti con l'utenza, con il personale dell'Entee con gli altri volontari;c) negligenza nella cura dei locali e dei beni mobilio strumenti a lui affidati o con cui venga incontatto per ragioni di servizio.

QUANDO SI APPLICA LA SANZIONEDELLA DECURTAZIONE DELLA PAGASINO AD UN MASSIMO PARI A 10 GIORNIDI SERVIZIO?La sanzione disciplinare della decurtazione dellapaga fino ad un massimo pari all'importocorrispondente a 10 giorni di servizio si applica alvolontario per:a) particolare gravità o recidiva delle violazioni checomportano l'applicazione della sanzione delrimprovero verbale o scritto e della detrazionedell'assegno di importo pari a un giorno diservizio;b) rifiuto ingiustificato di ottemperare alle direttivee alle istruzioni fornite dall'operatore locale diprogetto o del responsabile locale dell'Enteaccreditato;c) comportamenti tesi ad impedire o ritardarel'attuazione dei progetti.

QUANDO SI APPLICA LA SANZIONEDELL'ESCLUSIONE DAL SERVIZIO?La sanzione disciplinare dell'esclusione dal serviziosi applica al volontario per:a) particolare gravità o recidiva delle violazioni checomportano l'applicazione della sanzione delladecurtazione della paga fino ad un massimo pariall'importo corrispondente a 10 giorni;b) persistente e insufficiente rendimento delvolontario, che comporti l'impossibilità diimpiegarlo in relazione alle finalità del progetto;c) comportamento da cui derivi un danno graveall'Ente, all'UNSC o a terzi;d) comportamenti integranti ipotesi che implichinoresponsabilità penale a titolo di colpa o dolo;e) assenza arbitraria ed ingiustificata dal servizio, dacui derivi pregiudizio per gli utenti o la funzionalitàdelle attività dell'Ente;f) assenze eccedenti i giorni di permesso e di

malattia consentiti.

QUAL È LA PROCEDURA PERL'ADOZIONE DEI PROVVEDIMENTIDISCIPLINARI?Le sanzioni disciplinari devono essere adottateprevia contestazione scritta dell'addebito, esuccessivamente all'avvenuto accertamento dei fatticontestati.La contestazione è effettuata dall'UNSC sulla basedi una dettagliata relazione inviata dall'Ente econtestualmente resa nota all'interessato dall'Entestesso, in ordine al comportamento del volontario.La contestazione deve indicare dettagliatamente ifatti oggetto dell'addebito,la fattispeciesanzionatoria che si ritiene di applicare, il termine(non inferiore a 5 giorni e non superiore a 10giorni) entro cui il volontario, che ha comunquefacoltà di essere sentito, ove lo richieda, puòpresentare le proprie controdeduzioni. L'UNSC adotta l'eventuale provvedimentosanzionatorio, nei successivi15 giorni, anche incaso di mancato invio delle controdeduzioni daparte del volontario.Il provvedimento sanzionatorio deve descrivere ifatti, indicare la procedura seguita nella fase dellacontestazione, contenere una dettagliatamotivazione, evidenziando le ragioni che hannocondotto all'individuazione della sanzione.Il procedimento disciplinare viene archiviatoqualora le controdeduzioni del volontario rendanocongrue e sufficienti ragioni a sua discolpa.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - DOVERI DEL VOLONTARIO E SISTEMA SANZIONATORIO

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Dispensa Servizio Civile Unpli - PRESENTAZIONE IN SERVIZIO DEI VOLONTARI

CHI AVVIA AL SERVIZIO I VOLONTARI"IDONEI SELEZIONATI"?I candidati collocati utilmente nelle graduatoriedefinitive potranno iniziare l'attività soltanto dopoaver ricevuto dall'UNSC il "provvedimento diavvio al servizio", che verrà recapitato all'indirizzodi residenza.

COME AVVIENE L'AVVIO AL SERVIZIODEI VOLONTARI ?L'UNSC comunica direttamente all'interessato, conproprio provvedimento, l'avvio al serviziospecificando il giorno, l'Ente, il progetto, la sede diservizio e le condizioni generali di partecipazione alprogetto. Al volontario viene inviato unitamentealla lettera di assegnazione un allegato contenente idoveri del volontario e le relative sanzionidisciplinari.Copia del provvedimento di avvio al servizio -debitamente firmata dall'interessato peraccettazione e controfirmata dal personaledell'Ente - attestante la data dell'effettivapresentazione in servizio e copia dell'allegatocontente i doveri firmata per accettazione dalvolontario, devono essere restituite a cura dell'Ente,entro trenta giorni, al seguente indirizzo: UfficioNazionale per il Servizio civile - Via S. Martinodella Battaglia, n. 6 - 00185 Roma, con postaprioritaria e apponendo sulla busta la seguentedicitura:

PROVVEDIMENTI AVVIO AL SERVIZIOVOLONTARI.QUALE DOCUMENTAZIONE VIENECONSEGNATA AL VOLONTARIOQUANDO SI PRESENTA IN SERVIZIO?All'atto della presentazione in servizio ilresponsabile del SCN o il responsabile locale

dell'Ente, o il rappresentante legale dell'Enteprovvedono a consegnare al volontario:a) copia delle condizioni dell'assicurazione stipulatadall'UNSC in favore del volontariob) copia del modulo "comunicazione del domiciliofiscale" ai fini del rilascio della prescrittacertificazione fiscale. Tale modulo, compilato acura dell'interessato e corredato della fotocopia deidocumenti richiesti in calce al medesimo, dovràessere restituito all'UNSC a cura dell'Entec) due copie del modulo per l'apertura del librettopostale di risparmio sul quale saranno accreditate lesomme relative alle spettanze mensili.Tale modulodovrà essere compilato e presentato dal volontarioad un qualsiasi Ufficio Postale, il quale provvederàa trattenerne una copia e a restituire l'altra.Quest'ultima dovrà essere inviata all'UNSC tramitel'Ente, unitamente al modulo di cui alla precedentelettera b, dopo che il responsabile del progetto avràcompilato la parte di propria competenza. Ivolontari impegnati in progetti di servizio civileall'estero, in alternativa, potranno indicare lecoordinate bancaried) un apposito documento contenente l'indicazionedelle persone di riferimento con le responsabilitàdalle medesime ricoperteGli Enti trasmetteranno all'UNSC ladocumentazione di cui alle precedenti lettere b e crelativa a tutti i volontari entrati in servizio.L'UNSC provvederà ad attivare il pagamento dellecompetenze che avverrà non prima di 60 giornidall'invio della documentazione.

COSA SUCCEDE SE UN VOLONTARIONON SI PRESENTA IN SERVIZIO?In caso di mancata presentazione, il volontario ètenuto, lo stesso giorno della data prevista perl'assunzione in servizio, a fornire all'Ente le

PRESENTAZIONE IN SERVIZIODEI VOLONTARI

giustificazioni in ordine alle cause che gli hannoimpedito di presentarsi. La mancata presentazione in servizio alla datastabilita equivale a rinuncia. In tal caso, ilvolontario, fatto salvo il mantenimento dei requisitidi ammissione, può fare nuova domanda diservizio civile in uno dei bandi successivi. La mancata presentazione per malattia debitamentecertificata non è considerata rinuncia; in questocaso il volontario è considerato in servizio dalladata indicata sul provvedimento di avvio al serviziodell'UNSC, ha diritto alla conservazione del postoe i giorni di assenza per malattia saranno decurtatidal numero complessivo dei quindici previsti per idodici mesi di servizio. Dopo i quindici giorni, lamancata presentazione equivale a rinuncia. In talcaso, il volontario, fatto salvo il mantenimento deirequisiti di ammissione, può fare nuova domandadi servizio civile in uno dei bandi successivi.La mancata presentazione in servizio fino ad unmassimo di quindici giorni oltre la data indicatasulla lettera di assegnazione può non essereconsiderata rinuncia in presenza di gravi eparticolari motivi che dovranno esseretempestivamente comunicati dal volontario all'Entee da quest'ultimo valutati. Il volontario èconsiderato in servizio dalla data indicata sulprovvedimento di avvio al servizio dell'UNSC, hadiritto alla conservazione del posto e i giorni diassenza saranno decurtati dai giorni di permessospettanti durante l'anno di servizio. L'eventualeprosecuzione dell'assenza sarà considerata rinuncia.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - ISTITUZIONE DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE: L. 6 MARZO 2001, N. 64

CAPO I - DISPOSIZIONI RELATIVE ALLAISTITUZIONE DEL SERVIZIO CIVILENAZIONALE 1. Princìpi e finalità. 1. È istituito il servizio civile nazionale finalizzatoa: a) concorrere, in alternativa al servizio militareobbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi edattività non militari; b) favorire la realizzazione dei princìpicostituzionali di solidarietà sociale; c) promuovere la solidarietà e la cooperazione, alivello nazionale ed internazionale, con particolareriguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi allapersona ed alla educazione alla pace fra i popoli; d) partecipare alla salvaguardia e tutela delpatrimonio della Nazione, con particolare riguardoai settori ambientale, anche sotto l'aspettodell'agricoltura in zona di montagna, forestale,storico-artistico, culturale e della protezione civile; e) contribuire alla formazione civica, sociale,culturale e professionale dei giovani medianteattività svolte anche in enti ed amministrazionioperanti all'estero.

2. Delega al Governo. 1. A decorrere dalla data della sospensione delservizio obbligatorio militare di leva, il serviziocivile è prestato su base esclusivamente volontaria. 2. Il Governo è delegato ad emanare, entro dodicimesi dalla data di entrata in vigore della presentelegge, uno o più decreti legislativi aventi adoggetto: la individuazione dei soggetti ammessi aprestare volontariamente servizio civile; ladefinizione delle modalità di accesso a dettoservizio; la durata del servizio stesso, in relazionealle differenti tipologie di progetti di impiego; i

correlati trattamenti giuridici ed economici (3). 3. I decreti legislativi di cui al comma 2 sonoemanati nel rispetto dei princìpi di cui all'articolo 1e secondo i seguenti criteri: a) ammissione al servizio civile volontario diuomini e donne sulla base di requisiti oggettivi enon discriminatori, nei limiti delle disponibilitàfinanziarie previste annualmente; b) determinazione del trattamento giuridico edeconomico dei volontari in servizio civile, tenendoconto del trattamento riservato al personalemilitare volontario in ferma annuale e nei limitidelle disponibilità finanziarie di cui al Fondonazionale per il servizio civile; c) funzionalità dei benefìci riconosciuti ai volontarinel favorire lo sviluppo formativo e professionale el'ingresso nel mondo del lavoro, tenendo conto diquanto previsto per i volontari in ferma delle Forzearmate; d) utilità sociale del servizio civile nei diversi settoridi impiego, anche in enti ed amministrazionioperanti all'estero; e) funzionalità e adeguatezza della durata delservizio civile, nei diversi settori di impiego, nelrispetto dei criteri di cui alle lettere c) e d); f) previsione che i decreti legislativi di cui alpresente articolo acquistino efficacia da data utile aconsentirne il raccordo con la chiamata alle armidell'ultimo scaglione di giovani di leva; g) conferma delle disposizioni della legge 8 luglio1998, n. 230, e del decreto-legge 16 settembre1999, n. 324, convertito, con modificazioni, dallalegge 12 novembre 1999, n. 424, in quantocompatibili con la presente legge; h) previsione della disciplina da applicare in caso direintroduzione del servizio militare obbligatorio,con particolare riferimento agli obiettori di

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coscienza; i) garanzia di analoghe condizioni tra il serviziocivile e quello militare in riferimento alla sceltavocazionale, alla scelta dell'area nella quale prestareservizio, agli orari di servizio e per il tempo libero; l) previsione del diritto per gli appartenenti alleminoranze linguistiche di svolgere il servizio nelterritorio di insediamento della rispettivaminoranza. 4. Gli schemi dei decreti legislativi di cui al comma2 sono trasmessi al Senato della Repubblica e allaCamera dei deputati perché su di essi sia espresso,entro trenta giorni dalla ricezione, il parere delleCommissioni parlamentari competenti. 5. Con decreto del Presidente del Consiglio deiministri, emanato con le modalità di cui all'articolo6, sono stabiliti i requisiti di ammissione al serviziocivile in relazione alle differenti tipologie diimpiego.

(3) In attuazione della delega di cui al presentecomma vedi il D.Lgs. 5 aprile 2002, n. 77.

3. Enti e organizzazioni privati. 1. Gli enti e le organizzazioni privati che intendonopresentare progetti per il servizio civile volontariodevono possedere i seguenti requisiti: a) assenza di scopo di lucro; b) capacità organizzativa e possibilità d'impiego inrapporto al servizio civile volontario; c) corrispondenza tra i propri fini istituzionali e lefinalità di cui all'articolo 1; d) svolgimento di un'attività continuativa daalmeno tre anni.

3-bis. Sanzioni amministrative. 1. Gli enti di cui all'articolo 3 sono tenuti acooperare per l'efficiente gestione del serviziocivile e la corretta realizzazione dei progetti. 2. Agli enti che violino il dovere di cui al comma 1,in particolare non osservando le procedure e lenorme previste per la selezione dei volontari,ovvero violando quelle per le modalità di impiegodei volontari, o non realizzando in tutto o in partei progetti ovvero ledendo la dignità del volontario,si applicano una o più delle seguenti sanzioni

amministrative: a) diffida per iscritto, consistente in un formaleinvito a uniformarsi; b) revoca del provvedimento di approvazione delprogetto, con diffida a proseguirne le attività; c) interdizione temporanea a presentare altriprogetti di servizio civile della durata di un anno; d) cancellazione dall'albo degli enti di serviziocivile. 3. Le sanzioni di cui al comma 2 sono applicate,previa contestazione degli addebiti e fissazione diun termine per controdedurre non inferiore atrenta giorni e non superiore a quarantacinque,dall'Ufficio nazionale per il servizio civile o dalleregioni o dalle province autonome di Trento e diBolzano, nell'ambito delle rispettive competenze, inordine proporzionale e crescente, secondo lagravità del fatto, la sua reiterazione, il grado divolontarietà o di colpa, gli effetti prodottisi. Lasanzione della cancellazione dall'albo degli enti diservizio civile è disposta solo in caso di particolaregravità delle condotte contestate ed impedisce lareiscrizione dell'ente nell'albo per cinque anni (4).

(4) Articolo aggiunto dall'art. 6-quinquies, D.L. 31gennaio 2005, n. 7, nel testo integrato dalla relativalegge di conversione.

CAPO II - DISCIPLINA DEL PERIODOTRANSITORIO 4. Ambito di applicazione. 1. Le disposizioni del presente Capo disciplinano ilservizio civile nazionale fino alla data di efficaciadei decreti legislativi di cui all'articolo 2.

5. Ammissione al servizio civile. 1. Nel periodo di cui all'articolo 4, sono soggettiall'obbligo di prestare servizio civile, oltre aicittadini di cui alla legge 8 luglio 1998, n. 230, icittadini, abili al servizio militare di leva, chedichiarino la loro preferenza a prestare il serviziocivile piuttosto che il servizio militare, purché nonrisultino necessari al soddisfacimento delle esigenzequalitative e quantitative delle Forze armate, ivicomprese quelle del servizio ausiliario di leva delleForze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del

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fuoco e comunque nei limiti del contingentedefinito ai sensi dell'articolo 6. 2. Nel medesimo periodo di cui all'articolo 4, ilGoverno potrà incrementare il numero degliobiettori di coscienza destinati ai comuni, arichiesta dei comuni stessi, anche in eccedenzarispetto a quanto stabilito dalle convenzionisussistenti, attingendo tra coloro che abbianoespletato il previsto periodo di formazione neicomuni stessi. I comuni interessati provvedono,con le risorse del proprio bilancio, ai relativi onerifinanziari. 3. Nel bando di chiamata alla leva, predisposto dalMinistero della difesa, è fatta esplicita menzionedella possibilità di esprimere la preferenza per ilservizio militare o per il servizio civile nazionale,nonché di optare, nell'àmbito di quest'ultimo, perl'obiezione di coscienza. Nel medesimo bandosono riportate in modo chiaro le condizioni diammissione al servizio civile nazionale previstedalla presente legge. 4. Sono ammessi a prestare servizio civile su basevolontaria, della durata di dodici mesi, se giudicatiidonei dagli organi del Servizio sanitario nazionalecon riferimento allo specifico settore di impiego ecomunque nei limiti del contingente definito aisensi dell'articolo 6: a) le cittadine italiane che ne fanno richiesta e cheal momento di presentare la domanda hannocompiuto il diciottesimo anno di età e nonsuperato il ventiseiesimo; b) i cittadini riformati per inabilità al serviziomilitare, anche successivamente alla chiamata allearmi o in posizione di congedo illimitatoprovvisorio, se non hanno superato il ventiseiesimoanno d'età.

6. Determinazione del contingente. 1. Con decreto del Presidente del Consiglio deiministri, da adottare ai sensi dell'articolo 9, comma2-quater, della legge 8 luglio 1998, n. 230, esuccessive modificazioni, è stabilita, nei limiti delledisponibilità finanziarie del Fondo nazionale per ilservizio civile, la consistenza del contingente deigiovani ammessi al servizio civile nel periodoprevisto dall'articolo 4, includendovi

prioritariamente i giovani che hanno optato perl'obiezione di coscienza ai sensi della predetta leggen. 230 del 1998 (5). 2. Il Ministero della difesa, sulla base di intese conl'Ufficio nazionale per il servizio civile, trasmette aquest'ultimo i nominativi dei giovani di cuiall'articolo 5, comma 1.

(5) In attuazione di quanto disposto dal presentecomma vedi il D.P.C.M. 10 agosto 2001, il D.P.C.M.25 gennaio 2002, il D.P.C.M. 17 luglio 2003, ilD.P.C.M. 4 febbraio 2004 e il D.P.C.M. 23 febbraio2005.

7. Ufficio nazionale per il servizio civile. 1. L'Ufficio nazionale per il servizio civile, di cuiall'articolo 8 della legge 8 luglio 1998, n. 230, cural'organizzazione, l'attuazione e lo svolgimento delservizio civile nazionale, fino alla costituzionedell'Agenzia per il servizio civile di cui all'articolo10, comma 7, del decreto legislativo 30 luglio 1999,n. 303. 2. Per le finalità di cui al comma 1, l'Ufficionazionale per il servizio civile approva i progetti diimpiego predisposti dalle amministrazioni statali eregionali e dalle province autonome di Trento e diBolzano, nonché dagli enti locali e dagli altri enti inpossesso dei requisiti di cui all'articolo 11 dellalegge n. 230 del 1998, assicurando e coordinandola coerenza di progetti e convenzioni con le finalitàdella presente legge e la programmazionenazionale. 3. Le spese di funzionamento dell'Ufficio nazionaleper il servizio civile sono definite con decreto delPresidente del Consiglio dei ministri nel limitemassimo del 5 per cento delle risorse finanziariedel Fondo nazionale per il servizio civile, di cuiall'articolo 11, comma 1, lettera a). 4. Lo statuto dell'Agenzia di cui all'articolo 10,comma 7, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n.303, prevede la costituzione di sedi della stessaAgenzia nelle regioni e nelle province autonome diTrento e di Bolzano, dotate di autonomiagestionale e operativa, prevedendo anche forme diconsultazione con le regioni, le province autonomee gli enti locali.

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8. Disposizioni integrative ed attuative. 1. Con regolamento, da adottare ai sensidell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto1988, n. 400, e successive modificazioni, sonodeterminati: le caratteristiche e gli standard diutilità sociale dei progetti di impiego; i criteri per laripartizione dei finanziamenti necessariall'attuazione degli stessi, tenendo conto dellecapacità finanziarie dell'ente proponente, delnumero dei giovani in servizio civile impegnati neiprogetti e dell'estensione dell'area geograficainteressata al progetto, nonché della garanzia diaccesso ai finanziamenti da parte di ogni regione eprovincia autonoma, al fine di consentire che laripartizione dei finanziamenti sia effettuata infunzione delle esigenze oggettivamente prioritarie enon soltanto della presentazione dei progetti; leprocedure e le modalità per le attività dimonitoraggio, controllo e verifica della correttagestione dei progetti approvati; i criteri in base aiquali il Servizio sanitario nazionale valuta l'idoneitàalla prestazione del servizio civile dei giovani di cuiall'articolo 5, comma 4. 2. Con il regolamento di cui al comma 1 sonoindividuati gli organismi istituzionali che, surichiesta, coadiuvano le amministrazioni o gli entiresponsabili della stesura dei progetti di impiego. 3. Con il regolamento di cui al comma 1 siprovvede all'abrogazione delle disposizioniincompatibili dei regolamenti previsti dall'articolo 8della predetta legge n. 230 del 1998.

9. Servizio civile all'estero. 1. Il servizio civile può essere svolto all'esteropresso sedi ove sono realizzati progetti di serviziocivile da parte di amministrazioni ed enti, di cuiall'articolo 7, comma 2, nell'àmbito di iniziativeassunte dall'Unione europea in materia di serviziocivile, nonché in strutture per interventi dipacificazione e cooperazione fra i popoli, istituitedalla stessa Unione europea o da organismiinternazionali operanti con le medesime finalità aiquali l'Italia partecipa. Resta salvo quanto previstodalla legge 8 luglio 1998, n. 230. 2. La Presidenza del Consiglio dei ministri definiscele modalità di svolgimento del servizio civile

all'estero.

10. Benefìci culturali e professionali. 1. Per il periodo di cui all'articolo 4, ai cittadini cheprestano il servizio civile a qualsiasi titolo siapplicano le disposizioni di cui all'articolo 6 dellalegge 8 luglio 1998, n. 230. 2. Con decreto del Presidente del Consiglio deiministri, di concerto con il Ministro della pubblicaistruzione sono determinati i crediti formativi, per icittadini che prestano il servizio civile o il serviziomilitare di leva, rilevanti, nell'àmbito dell'istruzioneo della formazione professionale, ai fini delcompimento di periodi obbligatori di praticaprofessionale o di specializzazione, previsti perl'acquisizione dei titoli necessari all'esercizio dispecifiche professioni o mestieri. 3. Le Università degli studi possono riconoscerecrediti formativi, ai fini del conseguimento di titolidi studio da esse rilasciati, per attività formativeprestate nel corso del servizio civile o militare dileva rilevanti per il curriculum degli studi.

CAPO III - NORME FINANZIARIE EFINALI 11. Fondo nazionale per il servizio civile. 1. Il Fondo nazionale per il servizio civile ècostituito: a) dalla specifica assegnazione annuale iscritta nelbilancio dello Stato; b) dagli stanziamenti per il servizio civile nazionaledi regioni, province, enti locali, enti pubblici efondazioni bancarie; c) dalle donazioni di soggetti pubblici e privati. 2. Le risorse acquisite al Fondo di cui al comma 1,con le modalità di cui alle lettere b) e c) delmedesimo comma possono essere vincolate, arichiesta del conferente, per lo sviluppo delservizio civile in aree e settori di impiego specifici. 3. [A decorrere dalla data in cui acquista efficacia ilprimo dei decreti legislativi di cui all'articolo 2,comma 2, le risorse del Fondo di cui al comma 1confluiscono nel Fondo nazionale per le politichesociali previsto dall'articolo 59, comma 44, dellalegge 27 dicembre 1997, n. 449, e successivemodificazioni] (6).

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4. All'onere di cui alla lettera a) del comma 1determinato in lire 235 miliardi per l'anno 2001,lire 240 miliardi per l'anno 2002 e lire 250 miliardia decorrere dall'anno 2003, si provvede medianteutilizzo delle disponibilità iscritte per gli annimedesimi nell'unità previsionale di base 16.1.2.1"Obiezione di coscienza" del centro diresponsabilità 16 dello stato di previsione delMinistero del tesoro, del bilancio e dellaprogrammazione economica per l'anno 2001,intendendosi corrispondentemente ridottal'autorizzazione di spesa di cui alla legge 8 luglio1998, n. 230. 5. Il Ministro del tesoro, del bilancio e dellaprogrammazione economica è autorizzato adapportare, con propri decreti, le occorrentivariazioni di bilancio.

(6) Comma abrogato dall'art. 6-quinquies, D.L. 31gennaio 2005, n. 7, nel testo integrato dalla relativalegge di conversione.

12. Norme abrogate. 1. All'articolo 4, comma 3, della legge 8 luglio1998, n. 230, sono abrogate le parole: "Fino al 31dicembre 1999". 2. È abrogato l'articolo 46 della legge 27 dicembre1997, n. 449, come modificato dall'articolo 13,comma 2, della legge 3 agosto 1999, n. 265.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - ARTICOLO 2 DELLA L. 6 MARZO 2001, N. 64: D.LGS. 5-4-2002 N. 77

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione; Vista la legge 6 marzo 2001, n. 64, ed in particolarel'articolo 2 che conferisce al Governo delega ademanare disposizioni aventi ad oggetto laindividuazione dei soggetti ammessi a prestarevolontariamente servizio civile; la definizione dellemodalità di accesso a detto servizio; la durata delservizio stesso, in relazione alle differenti tipologiedi progetti di impiego; i correlati trattamentigiuridici ed economici; Vista la legge 8 luglio 1998, n. 230, e successivemodificazioni ed integrazioni; Visto il decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215,recante disposizioni per disciplinare latrasformazione progressiva dello strumentomilitare in professionale a norma dell'articolo 3,comma 1, della legge 14 novembre 2000, n. 331; Vista la preliminare deliberazione del Consiglio deiMinistri, adottata nella riunione del 21 febbraio2002; Visto il parere della Conferenza permanente per irapporti tra lo Stato, le regioni e le provinceautonome di Trento e di Bolzano, ai sensi deldecreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281; Acquisiti i pareri delle competenti Commissionipermanenti della Camera dei deputati e del Senatodella Repubblica; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri,adottata nella riunione del 28 marzo 2002; Visto il decreto del Presidente del Consiglio deiMinistri 9 agosto 2001, pubblicato nella GazzettaUfficiale n. 198 del 27 agosto 2001, con il quale ilMinistro per i rapporti con il Parlamento è statodelegato ad esercitare i poteri attribuiti al

Presidente del Consiglio dei Ministri dalle L. 8luglio 1998, n. 230, e L. 6 marzo 2001, n. 64; Sulla proposta del Presidente del Consiglio deiMinistri e, ad interim, Ministro degli affari esteri edel Ministro per i rapporti con il Parlamento, diconcerto con i Ministri per gli affari regionali, perla funzione pubblica, della salute e del lavoro edelle politiche sociali; Emana il seguente decreto legislativo:

1. AMBITO DI APPLICAZIONE EDEFINIZIONI. 1. Le disposizioni del presente decreto integrano,nel rispetto dei principi e delle finalità e nell'ambitodelle attività stabiliti ed individuati dall'articolo 1della legge 6 marzo 2001, n. 64, le vigenti normeper l'attuazione, l'organizzazione e lo svolgimentodel servizio civile nazionale quale modalitàoperativa concorrente ed alternativa di difesa delloStato, con mezzi ed attività non militari. 2. Nel presente decreto per "Ufficio nazionale" siintende l'Ufficio nazionale per il servizio civileistituito dall'articolo 8 della legge 8 luglio 1998, n.230, e dall'articolo 2, comma 3, lettera g), dellalegge 6 marzo 2001, n. 64; per "Fondo nazionale"si intende il Fondo nazionale per il servizio civileistituito dall'articolo 11 della legge 6 marzo 2001,n. 64.

2. UFFICIO NAZIONALE PER ILSERVIZIO CIVILE. 1. L'Ufficio nazionale cura l'organizzazione,l'attuazione e lo svolgimento del servizio civilenazionale, nonché la programmazione, l'indirizzo, ilcoordinamento ed il controllo, elaborando le

DISCIPLINA DEL SCN A NORMADELL'ARTICOLO 2 DELLA L. 6 MARZO

2001, N. 64: D.LGS. 5-4-2002 N. 77

direttive ed individuando gli obiettivi degliinterventi per il servizio civile su scala nazionale. 2. Le regioni e le province autonome di Trento e diBolzano curano l'attuazione degli interventi diservizio civile secondo le rispettive competenze.

3. REQUISITI DI AMMISSIONE EDURATA DEL SERVIZIO. 1. Sono ammessi a svolgere il servizio civile, a lorodomanda, senza distinzioni di sesso i cittadiniitaliani, muniti di idoneità fisica, che, alla data dipresentazione della domanda, abbiano compiuto ildiciottesimo anno di età e non superato ilventottesimo. 2. Costituisce causa di esclusione dal servizio civilel'aver riportato condanna anche non definitiva allapena della reclusione superiore ad un anno perdelitto non colposo ovvero ad una pena anche dientità inferiore per un delitto contro la persona oconcernente detenzione, uso, porto, trasporto,importazione o esportazione illecita di armi omaterie esplodenti ovvero per delitti riguardantil'appartenenza o il favoreggiamento a gruppieversivi, terroristici, o di criminalità organizzata. 3. Il servizio civile ha la durata complessiva didodici mesi. Con decreto del Presidente delConsiglio dei Ministri, sentite le Amministrazionidello Stato interessate, la durata del servizio puòessere prevista o articolata per un periodomaggiore o minore in relazione agli specifici ambitie progetti di impiego. 4. L'orario di svolgimento del servizio è stabilito inrelazione alla natura del progetto e prevedecomunque un impegno settimanale complessivo ditrenta ore, ovvero di un monte ore annuo minimocorrispondente a millequattrocento ore. I criteriper l'articolazione dell'orario di svolgimento delservizio sono definiti con decreto del Presidentedel Consiglio dei Ministri (2). 5. Al servizio civile non possono essere ammessigli appartenenti a corpi militari o alle forze dipolizia. 6. [Con il decreto del Presidente del Consiglio deiMinistri di cui al comma 3, di concerto con iMinistri per gli affari regionali, per le pariopportunità, sentita la Conferenza permanente per

i rapporti tra lo Stato, le regioni e le provinceautonome di Trento e di Bolzano, di seguitodenominata "Conferenza Stato-regioni", sonoindividuati gli incarichi pericolosi, faticosi oinsalubri ai quali non può essere destinato ilpersonale femminile] (3).

(2) Comma così modificato dall'art. 6-quinquies,D.L. 31 gennaio 2005, n. 7, nel testo integrato dallarelativa legge di conversione. (3) Comma abrogato dall'art. 6-quinquies, D.L. 31gennaio 2005, n. 7, nel testo integrato dalla relativalegge di conversione.

4. FONDO NAZIONALE PER IL SERVIZIOCIVILE. 1. Il Fondo nazionale per il servizio civile, ai finidell'erogazione dei trattamenti previsti dal presentedecreto, è collocato presso l'Ufficio nazionale per ilservizio civile, che ne cura l'amministrazione e laprogrammazione annuale delle risorse, formulandoannualmente, entro il 31 gennaio dell'anno diriferimento, un apposito piano di intervento,sentita la Conferenza Stato-regioni. Il piano puòessere variato con apposita nota infrannuale, ove sene manifesti l'esigenza e sussistano adeguate risorsefinanziarie disponibili. La nota di variazione èpredisposta con le stesse formalità del pianoannuale entro il 30 settembre dell'anno diriferimento. 2. Il piano di programmazione annuale di cui alcomma 1 stabilisce: a) la quota delle risorse del Fondo da utilizzare perle spese di funzionamento dell'Ufficio nazionaleper il servizio civile; b) la quota delle risorse del Fondo da destinare alleregioni ed alle province autonome di Trento e diBolzano per attività di informazione e formazione.La Conferenza Stato-regioni con deliberazione daadottare entro trenta giorni dall'avvenutacomunicazione da parte dell'Ufficio nazionale delpiano di programmazione annuale, determina laripartizione della predetta quota comunicandolaall'Ufficio nazionale per il servizio civile; c) la quota di risorse del Fondo da destinare aicompensi dei giovani destinati alla realizzazione dei

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progetti approvati in ambito regionale; d) la quota di risorse del Fondo da destinare aicompensi dei giovani destinati alla realizzazione deiprogetti approvati in ambito interregionale,nazionale o all'estero; e) la quota di risorse del Fondo vincolata, arichiesta dei conferenti ai sensi dell'articolo 11,comma 2, della legge 6 marzo 2001, n. 64, allosviluppo di progetti di servizio civile in aree esettori di impiego specifici. 3. Le risorse disponibili alla fine dell'eserciziofinanziario di riferimento sono portate in aumentonell'esercizio finanziario successivo sul medesimoFondo nazionale per la successiva redistribuzione. 4. Alla gestione del Fondo nazionale per il serviziocivile continua a provvedersi tramite la contabilitàspeciale istituita dall'articolo 1 del decreto-legge 16settembre 1999, n. 324, convertito, conmodificazioni, dalla legge 12 novembre 1999, n.424. 5. Le modalità di gestione e di rendicontazionedelle risorse del Fondo nazionale per il serviziocivile e delle spese di funzionamento dell'Ufficionazionale per il servizio civile sono stabilite condecreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, diconcerto con il Ministro dell'economia e dellefinanze. 5. ALBI DEGLI ENTI DI SERVIZIOCIVILE. 1. Presso l'Ufficio nazionale per il servizio civile ètenuto l'albo nazionale al quale possono iscriversigli enti e le organizzazioni in possesso dei requisitiprevisti dall'articolo 3, della legge 6 marzo 2001, n.64. 2. Le regioni e le province autonome di Trento e diBolzano istituiscono, rispettivamente, albi su scalaregionale e provinciale, nei quali possono iscriversigli enti e le organizzazioni in possesso dei requisitidi cui al comma 1, che svolgono attivitàesclusivamente in ambito regionale e provinciale. 3. Fino all'istituzione degli albi di cui al comma 2,gli enti e le organizzazioni sono temporaneamenteiscritti nel registro di cui al comma 1 al solo fine diconsentire la presentazione dei progetti. 4. Presso l'Ufficio nazionale è mantenuta laConsulta nazionale per il servizio civile quale

organismo permanente di consultazione,riferimento e confronto di cui all'articolo 10 dellalegge 8 luglio 1998, n. 230. 5. Le regioni e le province autonome di Trento e diBolzano, ove non abbiano provveduto, possonoistituire analoghi organismi di consultazione,riferimento e confronto nell'ambito delle lorocompetenze.

6. PROGETTI. 1. Con decreto del Presidente del Consiglio deiMinistri, sentita la Conferenza Stato-regioni e laConsulta nazionale di cui all'articolo 5, comma 4,da emanare entro novanta giorni dalla data dientrata in vigore del presente decreto, sonoindividuate le caratteristiche a cui si devonoattenere tutti i progetti di servizio civile, darealizzare sia in Italia che all'estero, sentito, perquesti ultimi, il Ministero degli affari esteri. 2. I progetti presentati dagli enti o organizzazioniregistrati ai sensi dell'articolo 5 contengono gliobiettivi che si intendono perseguire, le modalitàper realizzarli, il numero di giovani che siintendono impiegare, la durata del servizio neilimiti di cui all'articolo 3, commi 3 e 4, nonché icriteri e le modalità di selezione degli aspiranti,senza discriminazione dovuta al sesso. 3. I progetti di cui al comma 2 possono prevederealtresì particolari requisiti fisici e di idoneità perl'ammissione al servizio civile sulla base di criteristabiliti con decreto del Presidente del Consigliodei Ministri, ai sensi dell'articolo 2, comma 5, dellalegge 6 marzo 2001, n. 64, ovvero in base a quantoprevisto dalla regione o dalle province autonome diTrento e di Bolzano. 4. L'Ufficio nazionale esamina ed approva iprogetti di rilevanza nazionale, presentati dalleAmministrazioni centrali dello Stato e dagli entipubblici e privati nazionali, sentite le regioni, leprovince autonome interessate, nonché quelli diservizio civile all'estero. 5. Le regioni e le province autonome di Trento e diBolzano, esaminano ed approvano i progettipresentati dagli enti ed organizzazioni chesvolgono attività nell'ambito delle competenzeregionali o delle province autonome sul loro

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territorio, avendo cura di comunicare all'Ufficionazionale, in ordine di priorità, i progetti approvatientro il 31 dicembre dell'anno precedente quello diriferimento. Entro trenta giorni dallacomunicazione l'Ufficio nazionale esprime il suonulla-osta (4). 6. L'Ufficio nazionale e le regioni e le provinceautonome di Trento e di Bolzano curano,nell'ambito delle rispettive competenze, ilmonitoraggio, il controllo e la verificadell'attuazione dei progetti. 7. Le regioni e le province autonome di Trento e diBolzano trasmettono annualmente all'Ufficionazionale una relazione sull'attività effettuata.

(4) Comma così modificato dall'art. 6-quinquies,D.L. 31 gennaio 2005, n. 7, nel testo integrato dallarelativa legge di conversione.

7. DEFINIZIONE ANNUALE DELNUMERO MASSIMO DI GIOVANI DAAMMETTERE AL SERVIZIO CIVILENAZIONALE. 1. L'Ufficio nazionale per il servizio civiledetermina, in base alla programmazione annualedelle risorse di cui all'articolo 4, comma 1, ilnumero massimo di giovani che possono essereammessi a prestare servizio civile su basevolontaria nell'anno solare successivo, tenendoconto del numero di giovani da impiegare sullabase dei progetti approvati a livello nazionale eregionale ai sensi dell'articolo 6.

8. RAPPORTO DI SERVIZIO CIVILE. 1. I giovani selezionati dagli enti e dalleorganizzazioni per la realizzazione dei progettiapprovati sono avviati al servizio civile sulla basedel contratto di servizio civile sottoscrittodall'Ufficio nazionale per il servizio civile esuccessivamente inviato al volontario per lasottoscrizione. 2. Il contratto, recante la data di inizio del servizioattestata dal responsabile dell'ente, prevede iltrattamento economico e giuridico, in conformitàall'articolo 9, comma 2, nonché le norme dicomportamento alle quali deve attenersi il

volontario e le relative sanzioni (5).

(5) Articolo così sostituito dall'art. 6-quinquies,D.L. 31 gennaio 2005, n. 7, nel testo integrato dallarelativa legge di conversione.

9. TRATTAMENTO ECONOMICO EGIURIDICO. 1. L'attività svolta nell'ambito dei progetti diservizio civile non determina l'instaurazione di unrapporto di lavoro e non comporta la sospensionee la cancellazione dalle liste di collocamento o dalleliste di mobilità. 2. Agli ammessi a prestare attività in un progetto diservizio civile compete un assegno per il serviziocivile, non superiore al trattamento economicoprevisto per il personale militare volontario inferma annuale, nonché le eventuali indennità dacorrispondere in caso di servizio civile all'estero. Inogni caso non sono dovuti i benefici volti acompensare la condizione militare. La misura delcompenso dovuto ai volontari del servizio civilenazionale è determinata con decreto del Presidentedel Consiglio dei Ministri tenendo conto delledisponibilità finanziarie del Fondo nazionale per ilservizio civile (6). 3. L'Ufficio nazionale, tramite l'ISVAP, provvede apredisporre condizioni generali di assicurazione peri rischi connessi allo svolgimento del servizio civile. 4. Il periodo di servizio civile è riconosciuto valido,a tutti gli effetti, per l'inquadramento economico eper la determinazione dell'anzianità lavorativa aifini del trattamento previdenziale del settorepubblico e privato, nei limiti e con le modalità conle quali la legislazione vigente riconosce il serviziomilitare obbligatorio con onere, per il personalevolontario, a carico del Fondo nazionale per ilservizio civile. 5. L'assistenza sanitaria agli ammessi a prestareattività di servizio civile è fornita dal Serviziosanitario nazionale. Fermo restando quantoprevisto dall'articolo 68 della legge 23 dicembre1998, n. 448, le certificazioni sanitarie a favore dichi presta il servizio civile sono rilasciategratuitamente da parte delle strutture del Serviziosanitario nazionale e sono rimborsate a carico del

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Fondo nazionale. 6. Il personale femminile del Servizio civilenazionale è sospeso dall'attività a decorrere dallacomunicazione da parte dell'interessata all'Ufficionazionale, alla regione o alla provincia autonomadella certificazione medica attestante lo stato digravidanza e fino all'inizio del periodo diastensione obbligatoria. Si applicano le disposizionidi cui agli articoli 16 e 17 del decreto legislativo 26marzo 2001, n. 151. Dalla data di sospensione delservizio a quella della sua ripresa è corrispostol'assegno di cui al comma 2, ridotto di un terzo, acarico del Fondo nazionale. 7. I dipendenti di amministrazioni pubbliche chesvolgono il servizio civile ai sensi del presentedecreto legislativo, sono collocati, a domanda, inaspettativa senza assegni. In questo caso, il periodotrascorso in aspettativa è computato per intero aifini della progressione in carriera, della attribuzionedegli aumenti periodici di stipendio. Si applicano ledisposizioni dell'articolo 20 della legge 24 dicembre1986, n. 958. Gli oneri gravano sul Fondonazionale. 8. Al termine del periodo di servizio civile,compiuto senza demerito, l'Ufficio nazionale per ilservizio civile o le regioni o le province autonomedi Trento e di Bolzano, per quanto di rispettivacompetenza, rilasciano ai volontari un appositoattestato da cui risulta l'effettuazione del serviziocivile. I titolari di tale attestato sono equiparati alpersonale militare volontario in ferma annuale (7).

(6) Comma così sostituito dall'art. 6-quinquies, D.L.31 gennaio 2005, n. 7, nel testo integrato dallarelativa legge di conversione. (7) Comma così sostituito dall'art. 6-quinquies, D.L.31 gennaio 2005, n. 7, nel testo integrato dallarelativa legge di conversione.

10. DOVERI E INCOMPATIBILITÀ. 1. I soggetti impiegati in progetti di servizio civilesono tenuti ad assolvere con diligenza le mansioniaffidate, secondo quanto previsto dal contratto dicui all'articolo 8, e non possono svolgere attività dilavoro subordinato o autonomo, se incompatibilecon il corretto espletamento del servizio.

2. I soggetti che hanno prestato il servizio civilenazionale non possono presentare ulterioredomanda (8).

(8) Articolo così sostituito dall'art. 6-quinquies,D.L. 31 gennaio 2005, n. 7, nel testo integrato dallarelativa legge di conversione.

11. FORMAZIONE AL SERVIZIO CIVILE. 1. La formazione ha una durata complessiva noninferiore a 80 ore e consiste in una fase diformazione generale al servizio ed in una fase diformazione specifica presso l'ente ol'organizzazione di destinazione (9). 2. La fase di formazione generale comporta lapartecipazione a corsi di preparazione consistentianche in un periodo di formazione civica e diprotezione civile ed ha la durata minima di 30 ore. 3. I corsi di cui al comma 2 sono organizzatidall'Ufficio nazionale, dalle regioni e dalle provinceautonome di Trento e di Bolzano, anche a livelloprovinciale o interprovinciale, che possonoavvalersi anche degli enti dotati di specificheprofessionalità. L'Ufficio nazionale, sentita laConferenza Stato-Regioni e la Consulta nazionaledi cui all'articolo 5, comma 4, definisce i contenutibase per la formazione ed effettua il monitoraggiodell'andamento generale della stessa. 4. La formazione specifica, della durata minima di50 ore, è commisurata sia alla durata che allatipologia di impiego e deve essere svolta nelperiodo iniziale di prestazione del servizio.

(9) Comma così modificato dall'art. 6-quinquies,D.L. 31 gennaio 2005, n. 7, nel testo integrato dallarelativa legge di conversione.

12 SERVIZIO CIVILE ALL'ESTERO. 1. I soggetti di cui all'articolo 3 possono essereinviati all'estero anche per brevi periodi e per lefinalità previste dall'articolo 1, comma 1, lettera e),della legge 6 marzo 2001, n. 64, nelle formestabilite con decreto del Presidente del Consigliodei Ministri, di concerto con il Ministro degli affariesteri. 2. Al fine dell'eventuale verifica preventiva e

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successiva dei progetti da realizzare all'estero,nonché del loro monitoraggio, la Presidenza delConsiglio dei Ministri può ricorrere, attraverso ilMinistero degli affari esteri e di intesa con esso alsupporto degli uffici diplomatici e consolariall'estero.

13. INSERIMENTO NEL MONDO DELLAVORO E CREDITI FORMATIVI. 1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 9,comma 7, l'Ufficio nazionale, le regioni e leprovince autonome, nei limiti delle rispettivecompetenze, possono stipulare convenzioni conassociazioni di imprese private, con associazioni dirappresentanza delle cooperative e con altri entisenza finalità di lucro, al fine di favorire ilcollocamento nel mercato del lavoro di quantihanno svolto il servizio civile. 2. Il periodo di servizio civile effettivamenteprestato, salvo quanto previsto dal comma 4, èvalutato nei pubblici concorsi con le stessemodalità e lo stesso valore del servizio prestatopresso enti pubblici. 3. Le università degli studi possono riconoscerecrediti formativi ai fini del conseguimento di titolidi studio da esse rilasciati, per attività formativeprestate nel corso del servizio civile, rilevanti per ilcurriculum degli studi. 4. A decorrere dal 1° gennaio 2006, nei concorsirelativi all'accesso nelle carriere iniziali del Corponazionale dei vigili del fuoco e del Corpo forestaledello Stato sono determinate riserve di posti nellamisura del 10 per cento per coloro che hannosvolto per almeno dodici mesi il servizio civile nelleattività istituzionali di detti Corpi. A tal fine sonocomunque fatti salvi i requisiti di ammissioneprevisti da ciascuna Amministrazione. 5. La cessazione anticipata del rapporto di serviziocivile comporta la decadenza dai benefici previstidal presente articolo, salva l'ipotesi in cui dettainterruzione avvenga per documentati motivi disalute o di forza maggiore per causa di servizio edil servizio prestato sia pari ad almeno sei mesi.

14. NORME FINALI. 1. Nei casi previsti dall'articolo 2, comma 1, lettera

f), della legge 14 novembre 2000, n. 331, e con lemodalità previste dall'articolo 7, comma 3, deldecreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, èripristinato anche il servizio civile ai sensi dellalegge 8 luglio 1998, n. 230, e successivemodificazioni. 2. Nel periodo transitorio di cui al capo II dellalegge 6 marzo 2001, n. 64, e fino alla data disospensione del servizio obbligatorio di leva, ildocumento di programmazione annualedell'Ufficio nazionale, previsto all'articolo 4,stabilisce la quota parte del Fondo nazionale dadestinare prioritariamente al servizio civile previstodalla legge n. 230 del 1998. Nel medesimo periodoil contingente annuale è determinato secondo lemodalità previste dall'articolo 6 della citata legge n.64 del 2001. 3. Il presente decreto entra in vigore dal 1° gennaio2006, ad eccezione delle disposizioni di cuiall'articolo 3, comma 1, che entrano in vigore il 1°gennaio 2005 (10). 4. Le disposizioni di cui agli articoli 2 e 4 entranoin vigore il quindicesimo giorno successivo alladata di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

(10) Comma così modificato prima dall'art. 12,D.L. 24 dicembre 2003, n. 355 e poi dall'art. 2, D.L.9 novembre 2004, n. 266.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - CARTA DI IMPEGNO ETICO DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE

L'Ufficio nazionale per il servizio civile e gli entiche partecipano ai progetti di servizio civilenazionale:- sono consapevoli di partecipare all'attuazione diuna legge che ha come finalità il coinvolgimentodelle giovani generazioni nella difesa della Patriacon mezzi non armati e non violenti, medianteservizi di utilità sociale. Servizi tesi a costituire erafforzare i legami che sostanziano e mantengonocoesa la società civile, rendono vitali le relazioniall'interno delle comunità, allargano alle categoriepiù deboli e svantaggiate la partecipazione alla vitasociale, attraverso azioni di solidarietà, diinclusione, di coinvolgimento e partecipazione, chepromuovono a vantaggio di tutti il patrimonioculturale e ambientale delle comunità, e realizzanoreti di cittadinanza mediante la partecipazioneattiva delle persone alla vita della collettività e delleistituzioni a livello locale, nazionale, europeo edinternazionale;● considerano che il servizio civile nazionalepropone ai giovani l'investimento di un anno dellaloro vita, in un momento critico di passaggio all'etàe alle responsabilità dell'adulto, e si impegnanoperciò a far sì che tale proposta avvenga in modonon equivoco, dichiarando cosa al giovane sipropone di fare e cosa il giovane potrà apprenderedurante l'anno di servizio civile presso l'ente, inmodo da metterlo nelle migliori condizioni pervalutare l'opportunità della scelta;● affermano che il servizio civile nazionalepresuppone come metodo di lavoro "l'impararefacendo", a fianco di persone più esperte in gradodi trasmettere il loro saper fare ai giovani,lavorandoci insieme, facendoli crescere inesperienza e capacità, valorizzando al massimo lerisorse personali di ognuno;

● riconoscono il diritto dei volontari di essereimpegnati per le finalità del progetto e non peresclusivo beneficio dell'ente, di essere pienamentecoinvolti nelle diverse fasi di attività e di lavoro delprogetto, di verifica critica degli interventi e delleazioni, di non essere impiegati in attività noncondivise dalle altre persone dell'ente chepartecipano al progetto, di lavorare inaffiancamento a persone più esperte in grado diguidarli e di insegnare loro facendo insieme; dipotersi confrontare con l'ente secondo procedurecerte e chiare fin dall'inizio a partire delle loromodalità di presenza nell'ente, di disporre dimomenti di formazione, verifica e discussione delprogetto proposti in modo chiaro ed attuati concoerenza;● chiedono ai giovani di accettare il dovere diapprendere, farsi carico delle finalità del progetto,partecipare responsabilmente alle attività dell'enteindicate nel progetto di servizio civile nazionale,aprendosi con fiducia al confronto con le personeimpegnate nell'ente, esprimendo nel rapporto congli altri e nel progetto il meglio delle proprieenergie, delle proprie capacità, della propriaintelligenza, disponibilità e sensibilità, valorizzandole proprie doti personali ed il patrimonio dicompetenze e conoscenze acquisito, impegnandosia farlo crescere e migliorarlo;● si impegnano a far parte di una rete disoggetti che a livello nazionale accettano econdividono le stesse regole per attuare obiettivicomuni, sono disponibili al confronto e alla verificadelle esperienze e dei risultati, nello spirito di chirende un servizio al Paese ed intende condividere ilproprio impegno con i più giovani.

CARTA DI IMPEGNO ETICODEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE

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Dispensa Servizio Civile Unpli - PARTECIPAZIONE E CITTADINANZA ATTIVA

La partecipazione dei giovani è un obiettivopolitico ed istituzionale, ma è sicuramente ancheun principio di buon governo.Aumentare la partecipazione dei giovani vuol direconcorrere ad un obiettivo più alto ed esteso che èquello della cittadinanza attiva.Cittadini, infatti, non si nasce ma lo si diventaattraverso l'educazione. Dunque la condizione dicittadino va raggiunta e mantenuta attraversol'impegno e la partecipazione attiva e responsabile.L'esperienza maturata dall'UNPLI nel corso deglianni nel campo del servizio civile ha aggiuntovalore al percorso intrapreso nel 2003 con l'avviodei primi progetti ed arricchitosi nel 2007 con leattività di Brainstorming e con i cinque Workshoprealizzati dalla Regione Campania in ciascuna dellecinque province: Caserta, Avellino, Salerno,Benevento e Napoli. Soprattutto questi ultimi hanno costituito unimportante momento di incontro tra i giovani e leistituzioni offrendo, grazie al confronto tra le varieesperienze, l'opportunità di individuare non solo ilati positivi e le carenze dei progetti, ma anche lepossibilità che il servizio civile offre ai volontari. Dal confronto e dall'interazione tra tutti ipartecipanti, infatti, sono emerse delle risposte chehanno fornito un'ampia panoramica sorta dacontesti ed esperienze eterogenee derivanti dallediverse realtà che attualmente hanno in corsoprogetti: UNPLI, ACLI, Consorzio ICARO eAMESCI.In tali circostanze si sono ulteriormente svisceratetutte le tematiche inerenti la pace, la cittadinanzaitaliana ed europea; i diritti, doveri e responsabilitàdei cittadini; la cittadinanza attiva e volontariato;esperienza, maturazione di competenze eprofessione.

Va sottolineato come, nonostante i moltepliciargomenti da affrontare, quelli a cui i gruppi dilavoro hanno dato maggior peso sono stati lapartecipazione dei giovani, intesa come voglia dimettersi in gioco in un contesto sociale e civile, lacittadinanza attiva e volontariato e la maturazionedi competenze e professione.

La partecipazione scaturisce da una sceltapersonale ed autonoma del giovane, scelta che è larisultante di tre componenti fondamentali: - l'interesse inteso come possibilità di ricercare glispazi giusti in cui esprimersi; - le relazioni, ossia la voglia di socializzare e diincontrarsi con giovani che condividono gli stessiinteressi; - la voglia di mettersi in gioco, ossia rendersi attivied operare in contesti in cui le proprie idee e leproprie aspirazioni possano prendere forma erealizzarsi.Per ciascun volontario è emerso che la scelta didedicare un anno della propria vita a favore di unimpegno solidaristico nell'assistenza alle persone,nella protezione civile, nell'ambiente, nelpatrimonio artistico e culturale, nell'educazione epromozione culturale è scaturita da motivazionifortissime: "essere utili agli altri", "impararequalcosa", "accrescere le proprie competenze","entrare in contatto col mondo del volontariato","fare una nuova esperienza che consenta di capirela propria strada". A ciò si sono aggiunte altremotivazioni di carattere economico, ma comunquesecondarie rispetto a quelle sopra elencate: lapossibilità di avere una fonte di reddito, di lavorare,di entrare in contatto con il mondo del lavoro.Più in generale, proprio così come recita la Carta diimpegno etico, per ciascun volontario "l'esperienza

PARTECIPAZIONEE CITTADINANZA ATTIVA

Mariana IOCCO

di servizio civile rappresenta l'investimento di unanno della propria vita in un momento critico dipassaggio all'età e alle responsabilità dell'adulto, incui diventa centrale la dimensione della scelta e ladimensione formativa".Ed infatti la discussione incentrata sullaformazione intesa in senso ampio, ed estesa anchealla formazione delle coscienze all'etica e ai valoriche sono alla base della democrazia, ha aperto undibattito interessante: per la maggior parte deivolontari l'essenza del servizio civile parte da unabuona formazione e prosegue con una correttainformazione da intendersi, in senso attivo evolontario, come capacità di "informarsi" e nonsolo di "essere informati". Pertanto l'informazioneè vissuta come condizione necessaria per arrivareall'impegno e la sua ricerca è percepita anche comeformazione personale seppure subordinata al gradodi conoscenze possedute (capacità del volontario diricercare le informazioni).L'impegno, poi, risulta essere il punto cruciale delservizio civile che parte da un atteggiamento dipartecipazione attiva che implica "l'esporsi", cioè ilprendere una posizione. Il prendere posizione mette in gioco i reali valorisui quali poggia la coscienza dell'individuo e tendeall'obiettivo di incidere, non nel senso di "avere ilpotere di decidere" quanto piuttosto comepossibilità di creare i presupposti culturali per unconfronto tra posizioni diverse e perfinoantagoniste arrivando, se necessario, anche alconflitto che è uno dei fondamenti della vitademocratica. Dunque il diritto di imparare ed il dovere diapprendere sono fortemente percepiti daivolontari, soprattutto là dove tali aspettativerisultano essere disattese, in parte o in tutto,dall'ente che realizza il progetto e che dovrebbeimpegnarsi a far si che lo stesso garantisca laformazione civica, sociale, culturale e professionaledei giovani.

Dalla discussione sull'impegno sono emersi altrispunti interessanti sempre riguardanti lacittadinanza attiva, ma estesi anche al concetto divolontariato.

Si è partiti dalla diversità delle motivazioni tra lafigura storica dell'obiettore di coscienza e quella delvolontario in servizio civile. Molto spesso chisceglieva di fare l'obiettore arrivava a quella sceltadopo aver maturato l'esperienza di volontariato.Dunque molti obiettori al servizio di levaobbligatorio erano già volontari prima ancora dicominciare la loro esperienza. Oggi, invece, non è scontato che chi sceglie ilservizio civile debba essere necessariamente già unvolontario: attualmente tra chi sceglie il serviziocivile, infatti, ci sono meno volontari.L'inversione di tendenza, però, ha assunto risvoltidecisamente positivi perché si è verificato che unabuona fetta dei volontari ha dichiarato di volercontinuare a svolgere volontariato presso l'ente cherealizza il progetto anche dopo la fine dell'anno diservizio civile. Ciò a dimostrazione di come siapossibile sviluppare un forte senso di appartenenzae di come sia altrettanto forte e sentito il desideriodi non smettere di "fare qualcosa per gli altri". Prendendo ad esempio i progetti realizzatidall'UNPLI, riconducibili tutti al settore delpatrimonio artistico e culturale e monitorati anchecon le attività di Brainstorming, si è notato comeattraverso il servizio civile le nuove generazioni,acquisendo le giuste competenze, abbianorappresentato la soluzione a quei problemi per iquali non è sempre necessario l'intervento diprofessionisti del settore, ma dove la disponibilità,l'affettività, l'entusiasmo e l'impegno offerti dalvolontario sono in grado di restituire dignità,motivazione, benessere relazionale anche alle realtàterritoriali più disagiate e bisognose di interventi divalorizzazione e promozione turistica e culturale.Una forte spinta automotivazionale si è riscontratasoprattutto quando azioni e strategie sono stateprogettate, organizzate e verificate dai volontaristessi in stretta collaborazione con l'OperatoreLocale di Progetto e, dunque, con la Pro Locopresso cui viene svolto il servizio. Ciò haconsentito di far emergere nuove idee maturatedalle esperienze operative e di avere una visionecontinua di scambi reciproci di informazioni benarticolate e condivise.Appare chiaro, dunque, come il risultato di un

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Dispensa Servizio Civile Unpli - PARTECIPAZIONE E CITTADINANZA ATTIVA

lavoro comune e condiviso consenta, da un lato, ditrovare le motivazioni giuste, di sentirsi soggettiche si relazionano e si "confermano" con ilgruppo, con il territorio e le sue risorse e dall'altrotrasmetta ai volontari un senso di gratificazione edi appartenenza tali da motivarlo alla prosecuzionedell'attività anche al termine dell'anno di serviziocivile.

Un altro tema a cui i volontari hanno datoimportanza durante gli incontri di brainstorming e,ancor di più, durante i Workshop è stato quellorelativo alla esperienza, maturazione di competenzee professione. In tal senso il servizio civile ha per i volontari unavalenza di crescita sociale perché è un'esperienzaimprontata ad un senso di responsabilità neiconfronti di un'organizzazione che opera per lasalvaguardia di beni comuni, per la tutela dei piùdeboli, per la promozione della cultura e dellaeducazione civica, ma è anche un'esperienzaqualificante, di vera e propria formazioneprofessionale e di ingresso nel mondo del lavoroperché spendibile nel corso della futura vitalavorativa. Va altresì sottolineato che per i volontaril'esperienza del servizio civile è importante perchérappresenta una scelta fatta non solocoerentemente con quello che è il proprio percorsoformativo, ma anche allo scopo di arricchire ilproprio bagaglio di competenze e di esperienze. Analizzando le competenze acquisite in termini diconoscenze (il sapere), capacità (il saper fare) ecomportamenti (il saper essere), ciascun volontarioha potuto constatare come l'esperienza lo abbiadotato di competenze, soprattutto trasversali, ingrado di renderlo estremamente flessibile e adattoa più mansioni lavorative: la conoscenza deimeccanismi operativi e gestionali diun'organizzazione, le conoscenze informatiche(pacchetto office, tecniche di navigazione internet,download, salvataggio file, gestione di un sito web,tecniche di gestione della posta elettronica, etc.), leconoscenze e capacità di utilizzo degli strumentioperativi come fax e stampanti, la capacità direlazionarsi con i colleghi di lavoro, la capacità di

risolvere problemi, il senso di responsabilità circa ilraggiungimento degli obiettivi, l'esercizio di unospirito di iniziativa.Dunque il servizio civile, seppure non da lasicurezza di trovare un lavoro, rappresenta unachance in più per ricercarlo.

In definitiva l'esperienza vissuta con i volontari hareso evidente come sia importante implementare illivello di comunicazione tra i giovani e le istituzioniattraverso la realizzazione di più momenti diincontro/confronto: i volontari hanno manifestatoin maniera chiara e decisa il bisogno di potersocializzare, di essere ascoltati e di avere tutte leinformazioni necessarie per assolvere al meglio gliimpegni previsti dai progetti.I Workshop hanno sicuramente costituitoun'opportunità per l'intera struttura del serviziocivile di verificare l'andamento dei progetti initinere, di fornire risposte adeguate ed immediate aibisogni espressi dai volontari e, di conseguenza,discutere, valutare e progettare interventi dimiglioramento, soprattutto nel campo dellaformazione, in vista dei progetti futuri.Nello stesso tempo i volontari hanno migliorato laloro capacità di relazione e rafforzato il senso diappartenenza al proprio ente ed al proprioterritorio.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - PARTECIPAZIONE E CITTADINANZA ATTIVA

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Dispensa Servizio Civile Unpli - L'OLP: RUOLO E FUNZIONI

L'operatore locale di progetto (OLP) è una figuracardine nel Servizio Civile Nazionale, ponendosi alcentro del pentagono progettuale ed in posizionedi equilibrio tra i cinque attori/ dimensioni con cuiinterloquisce: ● Giovane, nel rapporto formativo "damaestro ad apprendista";● Comunità locale, nella filosofia diintervento volto alla rimozione delle cause chegenerano e/o favo-riscono il disagio sociale;● Destinatario finale dell'intervento, per laqualità, umanità e coinvolgimento come attore delservizio a lui rivolto;● Ente di servizio civile, per ilraggiungimento degli obiettivi progettuali conrelativo rafforzamento della mission;● UNSC/Regioni/province autonome, per ilrispetto delle norme in merito alla gestione delprogettoAll'OLP - figura individuata dall'attuale normativaper le capacità e professionalità rispetto all'ambitodi in-tervento del progetto - in realtà è richiesto unbagaglio di competenze più ampio e differenziatopoiché è chiamato ad assolvere una pluralità difunzioni rispetto alla gestione del progetto:● Coordinamento: delle attività di progetto;delle attività dei volontari, garantendo la coerenzadel servizio che il giovane deve svolgere nelprogetto che ha scelto● Responsabilità: verso i volontari; versol'ente con attenzione alle interconnessioni tra idiversi livelli e favorendol'informazione/comunicazione da e verso l'ente;verso l'UNSC/Regioni/province au-tonome● Addestramento: essere il maestro e puntodi riferimento e guida nel lavoro quotidiano deivolontari, anche per gli aspetti professionaliInoltre l'OLP ha una funzione strategica rispetto

alla qualità dell'esperienza vissuta dal giovane intermini di:● Accompagnamento: continuativo e stabiledel giovane, ● Mediazione: rispetto ai possibili conflittiall'interno delle relazioni con gli altri operatoricoinvolti nel progetto; rispetto al territorio(comprensione dei problemi, lettura dei bisogni)● Educazione alla cittadinanza attiva:rappresenta per il giovane la persona che declinaquotidiana-mente, con il proprio operare, ilsignificato di difesa civile non armata della Patria.L'OLP diventa così, un "ripetitore di stili di vitapartecipativi ed includenti", un esempio imitabile di"cittadino at-tivo".Aspetti certamente complessi che gestiti conequidistanza rispetto ai diversi attori permettononon solo la realizzazione efficace del progetto maun esempio di declinazione concreta e riproducibilenel quotidiano del concetto di difesa non armatadella Patria.L'OLP si trova, quindi, ad operare con diversefigure all'interno del progetto, alcune della quali(selettore, esperto di monitoraggio, formatore, et.)possono essere fornite da altri enti (di 1° classe)secondo accordi preventivi.Il vademecum costituisce una sorta di appendiceoperativa al corso di formazione "Da apprendista amae-stro" e indica gli adempimenti che l'OLP devesvolgere per l'attuazione gestionale del progetto.Il presente vademecum - viste le diverse classi diaccreditamento ed i molteplici modelliorganizzativi che si sono dati gli Enti accreditati -individua i compiti base dell'OLP rinviando perquanto attiene agli strumenti pratici da utilizzare(comunicazioni, format, et.) alla modulisticaprodotta dal proprio ente per la gestione delServizio Civile.

L'OLP: RUOLO E FUNZIONI

Le indicazioni riportate nel presente Vademecumsaranno variate ed integrate in osservanza ed inconformi-tà alle future modifiche della normativasul Servizio Civile Nazionale.

ASPETTI GESTIONALICon riferimento a tutti gli aspetti gestionali,organizzativi ed amministrativi afferenti al progettol'OLP ha come interfaccia il Responsabile locale diente accreditato (RLEA) ove previsto. L'enteiscritto in 4° classe (non obbligato ad avere ilRLEA) deve comunicare all'OLP la personainterna all'ente con cui rapportarsi per gli aspetti dicui sopra.Si ricorda che l'OLP ha l'obbligo di:● essere presente presso la sede di attuazione(SAP) almeno 10 ore a settimana.● avere massimo 4 o 6 giovani in SCN daseguire per progetto (numero massimo di volontariper 1 OLP a seconda tipologia progetto: 4 perassistenza, 4 per servizio civile all'estero, 6 percultura ed educazione, 6 per ambiente e protezionecivile)● operare per un solo progetto e per una solasede di attuazione (SAP). E' previsto che possaessere OLP per due o più progetti qualora siauguale la sede di attuazione e per un numerocomplessivo non superiore a 4 o 6 ragazzi inservizio civile secondo la tipologia di progetto.

1. GESTIONE DEI GIOVANI IN SERVIZIOCIVILEPresentazione in servizioAi ragazzi idonei selezionati al momento dellapresentazione in servizio deve essere consegnata, ● copia del contratto di assicurazionestipulata dall'Ufficio in suo favore, copia delmodello relativo al-la comunicazione del domiciliofiscale, due copie del modulo per l'apertura dellibretto postale di ri-sparmio sul quale accreditarele somme relative al rimborso per la partecipazioneal progetto, un apposito documento contenentel'indicazione delle persone di riferimento con leresponsabilità dalle medesime ricoperte. ● l'organigramma dell'ente e della SAP in cuiandrà ad operare ed i riferimenti (nominativi e

recapiti telefonici) delle persone che loaffiancheranno durante il suo servizio (es. RLEA,OLP, TUTOR);● la copia della L.n. n.64/01 istitutiva delServizio Civile Nazionale con relative modifiche;● la Circolare 30 settembre 2004 "Disciplinadei rapporti tra Enti e volontari del Servizio CivileNazio-nale".Sono a carico dell'UNSC le spese relative ai viaggieffettuati dai volontari assegnati fuori dal Comunedi re-sidenza su mezzi pubblici terrestri e/omarittimi di linea per inizio e cessazione delServizio Civile Naziona-le, dal luogo di residenzaalla sede di servizio.Andranno rimborsati esclusivamente i viaggieffettuati in seconda classe sui treni Espressi, IC eIR, e le per-correnze via mare sulle navi delleFerrovie dello Stato. I documenti di viaggiodevono essere conservati nella cartella personaledel giovane in Servizio Civile.L'OLP deve provvedere a:● trasmettere al proprio ente l'eventualerichiesta rimborso spese di viaggio sostenute dalgiovane in Servizio Civile in fase diavvio/cessazione del servizio civile.Dal giorno di avvio al servizio l' OLP è tenuto a:● verificare la predisposizione, per ognigiovane in Servizio Civile che assume servizio, diuna cartelli-na personale da conservare presso laSAP che conterrà tutta la documentazione riferitaal giovane, in particolare:● copia del progetto del Servizio Civileapprovato dall'UNSC sottoscritta per accettazione;● copia della lettera d'ammissione e diritti edoveri del volontario debitamente compilati esotto-scritti; ● dichiarazione firmata d'impegno di riserbodel giovane in Servizio Civile riguardo ad ogni tipodi dato di cui possa venire a conoscenza durante ilperiodo del servizio, firmata da questi perconoscenza ed accettazione;● registro presenze mensile che i volontari inservizio firmano giornalmente e controfirmato, altermine del mese, dall'OLP● permessi, malattie e/o infortuni,documentazione sanitaria.

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● documentazione relativa al godimento deiservizi di vitto o vitto e alloggio. Gli originali sonotenuti presso la SAP dove il giovane prestaservizio;● provvedimenti disciplinari ed ogni altradocumentazione relativa al servizio svolto;● richieste avanzate dal giovane in ServizioCivile;● copia richiesta rimborso spese di viaggiocon allegati titoli di viaggio in originale sostenutidal giovane in Servizio Civile in fase diavvio/cessazione del servizio;● fotocopia patente di guida;L' OLP deve provvedere a:● verificare che al giovane in servizio civilesia giunta la lettera di avvio al servizio da partedell'UNSC. In caso contrario dovrà richiedere, peril tramite del suo ente, il nuovo invio della lettera.

RINUNCE E DIMISSIONI Il subentro - ossia la sostituzione del giovane cherinuncia o si dimette dal servizio con altro giovaneidoneo non selezionato prossimo in graduatoria - èpossibile solamente entro i primi tre mesi dalla datadi avvio del progetto. Saranno presi inconsiderazione le richieste che perverrannoall'UNSC entro il 80° giorno dalla da-ta di avviodal progetto.Si ricorda che, in presenza di rinunce o dimissionial servizio civile da parte di volontari, la SAP per lachia-mata in servizio del giovane subentrando deveaspettare il provvedimento di avvio al servizio afirma del Direttore Generale dell'UNSC.I giorni di malattia e di permesso spettanti aisubentranti - così come la durata del servizio civile- sono ri-dotti proporzionalmente rispetto alperiodo di servizio civile effettivamente daprestare. I giorni a loro spet-tanti sono indicatinella lettera di avvio al servizio da parte dell'UNSC.Rinunce e/o Dimissioni con/senza subentroE' considerato rinunciatario il giovane in ServizioCivile che non si presenta presso la SAP a cui èstato asse-gnato per assumere il servizio (o pressola sede indicata da progetto per il primo incontro),il giorno indicato per l'avvio del progetto. Si ha interruzione del servizio quando il volontario

ha effettuato anche un solo giorno di serviziocivile.L'OLP è tenuto a raccogliere la dichiarazionescritta del giovane che rinuncia / si dimette dalservizio ed a comunicarla al proprio ente assiemeagli eventuali nominativi dei ragazzi subentranti.

MALATTIA, INFORTUNIO EMATERNITÀMalattiaIl giovane in Servizio Civile, in caso di malattiadeve comunicare entro l'orario di inizio servizioall'OLP la propria impossibilità a presentarsi,facendo pervenire alla SAP la relativa certificazionesanitaria rilasciata dai medici di base o dallestrutture dell'Azienda Sanitaria Locale. Il certificatodeve riportare il codice regio-nale del medico.L'OLP deve conservare la relativa documentazionemedica nella cartellina personale del volontario. Nelcaso in cui la malattia del giovane in Servizio Civileecceda il periodo previsto nella lettera di avvio(normalmente 15 giorni ad eccezione deisubentranti), l' OLP deve provvedere a comunicareall'ente, entro il più breve tempo possibile, ilproseguo della malattia con allegati tutti i certificatimedici del volontario.Al 31° giorno di malattia (salvo diversa indicazioneper i subentranti) il volontario è escluso dallaprosecu-zione del progetto e l' OLP deveprovvedere ad inviare al suo ente appositacomunicazione con allegati tutti i certificati medicidel volontario.Il volontario che interrompe il Servizio Civile permalattia può ripresentare domanda qualora ancorain pos-sesso dei requisiti richiesti.InfortunioL'OLP deve verificare che il giovane in ServizioCivile, in caso d'infortunio:● fornisca tempestiva comunicazione allaSAP, e faccia pervenire alla stessa la relativacertificazione sanitaria rilasciata dal ProntoSoccorso. Si ricorda che il giovane non deve faraprire alcuna posizione INAIL;● fornisca comunicazione alla Marsh S.p.A.dell'accaduto per posta, entro 15 giorni, ed inviarecopia della comunicazione all'OLP;

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● alleghi alla Marsh S.p.A. l'informativa per iltrattamento assicurativo dei dati personali.In caso in cui al verificarsi del sinistro il giovane inServizio Civile abbia anche arrecato danno a terzidovrà darne comunicazione secondo le modalità ela tempistica indica sul contratto di assicurazione. L'OLP deve comunicare all'ente l'infortunio delgiovane in Servizio Civile e l'eventuale suoproseguimento, entro 24 ore ed inviare copia dellarelativa certificazione sanitaria.Al termine dei giorni di malattia per l'infortuniol'OLP deve comunicare all'ente la chiusuradell'infortunio del giovane in Servizio Civile entro24 ore dall'invio della certificazione medica cheattesta l'idoneità dello stesso a riprendere il serviziocon l'assenza o meno di postumi invalidanti.Maternità Alle volontarie in stato di gravidanza si applicanole disposizioni legislative del Testo Unico inmaniera di tutela e sostegno alla maternità, adottatocon il D.L. n. 151/2001, espressamente richiamatodal D.L. n. 77/2002. Ai sensi del predetto TestoUnico il divieto di prestare servizio civile è dinorma durante i due mesi precedenti ed i tre mesiseguenti il parto (art. 16), in assenza di condizionipatologiche che configurano si-tuazioni di rischioper la salute della gestante e del nascituro" (art. 17).Il decreto legislativo n. 77/2002 specifica che, perl'accertamento medico relativo all'astensioneanticipata, la persona in stato di gravidanza deveavvalersi dei competenti organi del ServizioSanitario Nazionale.L' OLP deve comunicare immediatamente all'entel'avvenuta astensione della volontaria pergravidanza, ed inviare all'ente la relativacertificazione entro 24 ore dalla ricezione.PermessiIl giovane in Servizio Civile nel corso del serviziousufruisce dei permessi ordinari e straordinari cosicome disciplinati dall'Ufficio Nazionale per ilServizio Civile (UNSC). Il giovane in Servizio Civile può usufruire deigiorni di permesso ordinario previsti nella lettera diavvio (normalmente 20 giorni ad eccezione deisubentranti) previo accordo con l'OLP e secondoquanto indicato nel progetto

Il giovane in Servizio Civile può usufruire deipermessi straordinari al verificarsi delle fattispecie:● donazione di sangue: 1 giorno;● nomina alla carica di presidente, segretariodi seggio e scrutatore, nonché di rappresentante dilista, in occasio-ne delle consultazioni elettorali:durata dello svolgimento delle operazioni elettorali.● esercizio del diritto di voto: 1 giorno per ivolontari residenti da 50 a 300 Km di distanza dalluogo di servizio; 2 giorni per i volontari residentioltre 300 Km dal luogo di svolgimento del servizio.Il giovane in Servizio Civile deve:● richiedere all'OLP il permesso ordinario ostraordinario con 48 ore di anticipo, salvo diversoaccor-do tra le parti.L' OLP deve conservare tale documentazione dellacartellina personale del giovane.L'esubero dei giorni di permesso è motivo diesclusione dal servizio civile e deve essereimmediatamente comunicato dall'OLP al proprioente.Vitto o vitto/alloggioLa SAP deve assicurare al giovane in ServizioCivile la corresponsione del vitto o delvitto/alloggio secondo le modalità previste dalprogetto. L' OLP, a fine mese, deve trasmettere al proprioente il registro presenze per consentire dipredisporre la ri-chiesta di rimborso vitto ovitto/alloggio verso l'UNSC.Attestato di fine servizio

Il giovane che ha ultimato l'esperienza diServizio Civile Nazionale può chiedere il rilasciodell'attestato UNSC.L' OLP alla fine del servizio dei giovani dovràprovvedere ad inviare cartaceamente al proprioente la do-cumentazione debitamente compilata esottoscritta in ogni sua parte e firmata dal giovanein Servizio Civile;

2. PROGETTIIl progetto, una volta approvato dall'UNSC,costituisce il documento dal quale si faràriferimento per il mo-nitoraggio e controllodell'intervento. Quanto in esso scritto non puòessere modificato in alcun modo se non previa

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autorizzazione da parte dell'UNSC all'ente. L'OLPdeve comunicare tempestivamente al proprio entequalunque circostanza che possa comportaredifformità rispetto a quanto riportato nel progetto. Pubblicità I progetti approvati confluiscono in bandipubblicati nella Gazzetta Ufficiale - Serie Concorsi- in quanto il Servizio Civile è un concorsopubblico per titoli e colloquio la cui selezione èrealizzata direttamente dall'ente indicato nelprogetto.Il progetto di Servizio Civile Nazionale approvatodall'UNSC deve essere pubblicizzato a livello localeal fi-ne di farlo conoscere al maggior numero digiovani potenzialmente interessati a parteciparvi.Le modalità di pubblicizzazione sono indicate nelprogetto stesso.L'OLP deve sollecitare l'ente, qualora non sia stataeffettuata, a svolgerla. Avvio e completamento del progettoIl progetto deve essere avviato obbligatoriamentenel giorno indicato nel provvedimentod'approvazione della graduatoria e portato atermine. L'OLP deve provvedere a comunicare all'ente lecause che impediscono l'avvio e/o ilcompletamento del progetto entro 10 giorni dalloro verificarsi. L'ente deve inviare talecomunicazione all'UNSC.Trasferimento della Sede di attuazione di progettoNel caso in cui la Sede di Attuazione di Progetto sitrasferisca di indirizzo, durante lo svolgimento delpro-getto, l'OLP deve darne tempestivacomunicazione all'Ente e raccogliere dai volontariin servizio la disponi-bilità a continuare il serviziocivile presso il nuovo indirizzo. I trasferimenti disede da un Comune ad un al-tro, comportano unavariazione di progetto e devono essere autorizzatidall'UNSC con apposita determinaTrasferimento momentaneo di sede per ilvolontarioSi ricorda che il giovane in Servizio Civile, qualoraespressamente previsto dal progetto e come in essodefi-nito, può svolgere un periodo del proprioservizio (massimo 30 giorni) al di fuori della SAPassegnata.

L'OLP deve comunicare all'ente il trasferimentomomentaneo di sede del giovane in Servizio Civilecon al-meno 15 giorni d'anticipo. L'ente deveinviare tale comunicazione all'UNSC.

3. FORMAZIONELa formazione obbligatoria per i volontari consistein una fase di formazione generale, volta ad unaprepara-zione d'educazione civica e dipartecipazione attiva alla vita della società civile, edin una fase di formazione specifica sulla tipologiad'impiego che i volontari svolgeranno.La formazione per i volontari deve essere eseguitasecondo quanto indicato nel progetto (numero diore, me-todologia, argomenti, formatori). In merito alla formazione generale, l'UNSC hapredisposto "Le linee guida per la formazionegenerale dei volontari", si rimanda a tale testo perquanto attiene a tale tipologia di formazione. L'OLP deve assicurarsi che i giovani ricevano laformazione generale e specifica.L'OLP in quanto formatore specifico deve fornireai giovani un complesso di informazioni,metodologie e tecniche tali da permettere loro disvolgere al meglio l'attività prevista da progetto.Tali insegnamenti saran-no forniti dall'OLPapplicando quanto da lui appreso nel corso diformazione "Da apprendista a maestro". Sirimanda a tale documentazione per maggiordettaglio.L'OLP, come formatore specifico, deve: fornire aigiovani il calendario completo delle sue lezioni conrelati-vo titolo della docenza, orario e sededell'incontro; predisporre l'eventuale materialedidattico da fornire in aula per approfondire letematiche oggetto del momento formativo; curarela tenuta del registro della for-mazione specificafacendo firmare ai giovani le presenze in entrata eduscita (specificando il motivo dell'eventualeassenza), indicando i temi trattati e la metodologiautilizzata.

4. MONITORAGGIOIl monitoraggio interno per la valutazione deirisultati del progetto e per la verifica degli esiti dellaforma-zione svolta deve essere effettuato secondo

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quanto previsto dal progetto (modalità, tempistica,soggetti coinvolti). L'ente può svolgere l'attività di monitoraggiodirettamente od avvalendosi di un Ente di 1°classe. L'ente che svolgerà il monitoraggio fornirà lastrumentazione atta a monitorare il progetto, laformazione e l'esperienza svolta dai volontari edindicherà se e quali compiti dovrà svolgere l'OLPrispetto a questo aspet-to.Al fine di rendere l'attività di monitoraggio il piùefficace possibile si richiede all'OLP di facilitare icompiti del responsabile del monitoraggionell'acquisizione delle informazioni / reportnecessari sia nell'eventuale somministrazione dieventuali questionari ai volontari e/o agli altrioperatori impegnati nel progetto.Si ricorda che il mancato svolgimento delmonitoraggio comporta l'impossibilità per l'Ente dipresentare progetti per l'anno in corso.

5. TUTORAGGIOIl Tutor, esperto nella gestione risorse umane, ha ilcompito di seguire i giovani fin dalle selezioni,facilitan-do il loro ingesso nell'ente; accompagna igiovani nel percorso formativo e nello svolgimentodelle attività previste da progetto. E' la figura a cui l'OLP deve rivolgersi in casod'insorgenza di conflitti tra i giovani o tra questi ele altre fi-gure e/o operatori impegnati nelprogetto.E' importante che l'OLP sia in costante contattocon il Tutor per quanto attiene allo svolgimentodelle attivi-tà; questo, infatti, permetterà diaffrontare assieme aspetti organizzativi vissutinegativamente dai giovani e mantenere alto il gradodi soddisfazione dei volontari nel corso delprogetto.Il tutor relaziona sui risultati della sua attività disupervisione direttamente al Responsabile Localedi ente accreditato con relazioni / report periodici.

6. SERVIZIO CIVILE ALL'ESTEROCon riferimento ai progetti di Servizio CivileNazionale all'estero, per consentire l'accredito dellamensilità al giovane in Servizio Civile, l' OLP deve

provvedere ad inviare all'ente un prospetto dovesono indicati, an-che se il servizio civile è fattoall'estero: ● i giorni di servizio civile svolti in Italia.Ogni mese è considerato mediamente di 30 giorni;● i giorni di servizio civile svolti all'estero. Siricorda che il giorno di partenza per l'estero èconsidera-to come giorno di servizio all'estero, ilgiorno di rientro in Italia è considerato comegiorno di servi-zio in Italia;● il rimborso spese di viaggio. Sonorimborsabili il biglietto di A/R dall'Italia verso ilpaese estero e viceversa, e se previsto dal progettoil rimborso del biglietto A/R per un rientro delgiovane in Ser-vizio Civile.Se il progetto prevede la presenza di volontariall'estero ed in Italia, i nominativi dei volontari chesvolge-ranno il servizio in loco devono essereinseriti in questo prospetto compilando per loro lacolonna "giorni di servizio in Italia", considerandosempre la media di 30 giorni al mese.Per i volontari che svolgeranno parte del loroservizio all'estero va indicato, sempre nel prospetto,il giorno di partenza per l'estero e il giorno dirientro in Italia, per ogni loro spostamento. L'UNSC riconosce il rimborso per il biglietto diA/R per l'esercizio del diritto di voto. Il giovane inServizio Civile deve allegare oltre al titolo diviaggio anche la copia della tessera elettorale con iltimbro attestante l'avvenuto esercizio del diritto divoto.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - L'OLP: RUOLO E FUNZIONI

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Dispensa Servizio Civile Unpli - PROGETTO E PROGETTAZIONE LINEE GENERALI

Il Progetto rappresenta lo strumentoprogrammatico, operativo, la guida di un anno diattività, nonché il riferimento di ingresso per ilfuturo volontario .Infatti il giovane che intende concorrere al Bandodel Servizio Civile Nazionale entra nel Sitowww.serviziocivile.it e trova la scritta "SCEGLI ILTUO PROGETTO" e non certo scegli la tua sede, o altro.

Il Dossier sul Servizio Civile Nazionale "DAAPPRENDISTA A MAESTRO" definisce ilProgetto:

UN PROGETTO È UN INSIEME DICOMPITI ESEGUITI DA UN TEAM PERCONSEGUIRE L'OBIETTIVO STABILITODALLO SPONSOR. HA DATA DI INIZIO,UNA DATA DI FINE, UN BUDGET E UNRISCHIO.

Vale a dire : il progetto è un lavoro (insieme dicompiti) portato avanti da un gruppo (team) perraggiungere risultati predefiniti dal committente (lo sponsor, cioè il Consiglio di Amministrazione, ilConsiglio Direttivo, il ….. Ministro) . Masoprattutto il Progetto vive dentro regole in cuinon si può lasciare l'azione al caso,all'improvvisazione : il tempo, le risorse impiegate ela capacità di valutare i risultati (il rischio) sonocomponenti essenziali del lavoro per progetti.

Il Progetto, per quanto attiene le Associazioni ProLoco, deve essere "costruito" con l'obiettivoprioritario di valorizzare il territorio diappartenenza e, nel contempo, favorirel'inserimento dei giovani di Servizio Civile, anche

perché questi andranno ad assumere un ruolodeterminante nella realizzazione del Progettostesso .

Il Progetto deve essere redatto secondo lo schemae modalità previste dal prontuario predisposto dalMinistero della Solidarietà Sociale - UfficioNazionale per il Servizio Civile .

Considerati i fini statutari ed il campo di attività incui operano le Pro Loco, i progetti U.N.P.L.I. sonotutti articolati nel Settore "Patrimonio artistico eculturale" e, prevalentemente, nelle aree :● D02 Valorizzazione storie e culturali locali ● D04 Turismo culturale

Iter Progettuale

La progettazione U.N.P.L.I. parte dalla singola ProLoco che fornisce la descrizione del propriocontesto territoriale, la situazione di partenza con ipunti di forza e di debolezza, gli obiettivi che siintendono raggiungere, i volontari richiesti ,allegando il C.V. dell'O.L.P. e di altre figureprofessionali ove richiesto, il C.V. dei Formatori(formazione specifica) , i Protocolli d'intesa con iPartners e quant'altro utile al progetto.Per ogni Provincia una Pro Loco Capofila o ilPresidente Provinciale UNPLI provvede araccogliere i Progetti delle Pro Loco coinvolte e,controllata la documentazione, trasmette il tutto alResponsabile Regionale U.N.P.L.I. Servizio Civile .Da questi, i Progetti vengono inviati alresponsabile Nazionale U.N.P.L.I. Servizio Civileche coordina un gruppo di Progettisti per laverifica dei lavori pervenuti e l'integrazione diulteriori dati ed informazioni onde migliorare la

PROGETTO E PROGETTAZIONELINEE GENERALI

Pompeo DE FEO

qualità dei Progetti. Una volta definiti i Progetti,vengono stampati, rilegati, firmati ed inviatiall'Ufficio Nazionale Servizio Civile - Roma sia informato cartaceo che con il format prescritto perl'invio via Internet. In appendice viene riportato il diagramma dell'iterprogettuale.

I contenuti del Progetto

Il Progetto è costituito da n. 43 paragrafi che sipossono raggruppare in 4 parti :

I PARTE: Aspetti generali - accrediti ;II PARTE: Descrizione - Obiettivi - Attuazione

-Ruolo del Volontario ;III PARTE: Attività , risorse finanziarie e

professionali;IV PARTE: Formazione

In particolare i quattro raggruppamenti riguardano

I PARTE (da 1 a 5 e da 9 a 17)

● Dati dell'Ente proponente● Titolo e settore d'intervento del Progetto● Volontari da impiegare● Sedi di realizzazione del Progetto● Figure professionali coinvolte (OLP,

RLEA, TUTOR)

II PARTE (6 - 7 - 8)

● Descrizione del contesto territoriale ove si realizza il Progetto

● Obiettivi del Progetto● Piani di attuazione● Modalità di impiego dei Volontari

III PARTE (18 a 29)

● Promozione del Servizio Civile Nazionale● Criteri di Selezione dei Volontari● Monitoraggio● Risorse finanziarie e risorse tecniche● Partner coinvolti

● Crediti, tirocini, competenze eprofessionalità riconosciute al Volontario

IV PARTE (30 a 43)

● Formazione Generale● Formazione Specifica

Obiettivi e Risultati

I valori, le finalità del Progetto, i risultati che siintendono ottenere, sono "raggruppati" per lo piùnella II PARTE , cioè quella che riguarda iparagrafi 6, 7 e 8 .

6) Descrizione del contesto territoriale e/osettoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate

mediante indicatori misurabili● vengono descritte le località ove si realizzail progetto evidenziando, in particolare, lasituazione di partenza, i Punti di Forza e diDebolezza e riportando dati , indicatori territoriali,sui quali il progetto è destinato ad incidere.

7) Obiettivi del Progetto● vengono individuati anzitutto gli obiettivigenerali , quasi sempre comuni per tutte le ProLoco, e, successivamente, gli obiettivi specifici delprogetto tenendo in debita considerazione gliindicatori evidenziati nel paragrafo precedente ,cioè i dati di partenza..

Come Obiettivi Generali, in linea di massima siintende:● Promuovere, con il coinvolgimento di Enti,Associazioni, Operatori Turistici locali, etc …, laconoscenza e la fruizione dei beni culturali, artisticidel territorio con particolare riferimento a …..(descrizione dei beni presenti e sui quali si vuoleintervenire);● Promuovere, altresì , unitamente agli Entipreposti ed alle Associazioni di categoria, ilmiglioramento quantitativo e qualitativo dell'offertacomplessiva alberghiera;● Sollecitare, con particolare riguardo ai

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Dispensa Servizio Civile Unpli - PROGETTO E PROGETTAZIONE LINEE GENERALI

centri "minori" , lo sviluppo di forme innovativericettive, quali:agriturismo bed and breakfast, caseper ferie,affittacamere, case rurali,…;● Coinvolgere "gli altri" nella conoscenzadella realtà locale e delle problematiche connessecon le emergenze del territorio siano esseculturali,sociali,intellettive o relazionali;● Sviluppare il senso civico dell'appartenenzae della partecipazione attiva alla vita pubblica, siaessa sociale, culturale, economica e politica.

Gli Obiettivi Specifici, invece, individuano inmaniera chiara cosa si vuol raggiungere (situazionedi arrivo) .A seconda del territorio di intervento, dei benipresenti, delle esigenze e situazioni particolari,tenendo conto della situazione di partenzarappresentata nel paragrafo precedente, taliobiettivi differenziano tra progetto e progetto.A monte, prima di entrare nello specifico, sonopreviste alcune fasi operative comuni per quasi tuttii progetti , quali:

● effettuare una ricerca, catalogazione deibeni presenti sul territorio; ● sensibilizzare i residenti , in particolare igiovani (anche attraverso la raccolta ditestimonianze degli "anziani"), nel riscoprire evalorizzare le risorse culturali, artistiche efolcloristiche; ● riscoprire forme decorative autonomeattraverso le tradizioni artigianali;● progettare e realizzare interventi disupporto alle diverse realtà coinvolte nel Progettoper favorirne una maggiore fruizione; ● favorire e supportare la realizzazione dieventi culturali; ● operare a fianco delle pubblicheamministrazioni in termini d'attenzione allaproblematiche territoriali; ● coinvolgere le Scuole di ogni ordine egrado, attraverso visite, incontri, mostre, etc, al finedi favorire l'interesse dei giovani e giovanissimiverso il proprio territorio, ma anche incrementare efortificare il "senso di appartenenza" di ognunoverso la propria comunità prima, e quella regionale

e nazionale poi. Obiettivo, questo, di fondamentaleimportanza perché permette al cittadino diriannodare i fili col passato e non perdere leproprie radici, la propria identità;8) Descrizione del Progetto e tipologiadell'intervento che definisca dal punto di vista siaqualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle

risorse umane con particolare riferimento al ruolodei Volontari in servizio civile

● Questo paragrafo è suddiviso in quattrosezioni:

8.1 Piani di attuazione previsti per ilraggiungimento degli obiettivi: Vengono definiti i piani di attuazione finalizzati alraggiungimento degli obiettivi prefissati (par. 7) ,per i quali sono coinvolti preminentemente iVolontari ma anche i Partner aderenti e le attivitàistituzionali dell Pro Loco. Le varie fasi che sisviluppano nel corso dell'anno vengono evidenziatiattraverso il Diagramma di Gantt.8.2 Complesso delle attività previste per larealizzazione dei piani di attuazione:Vengono individuate le azioni e le attività poste inessere per la realizzazione dei piani di attuazione eper il raggiungimento degli obiettivi prefissati.Tutti gli interventi programmati vedranno coinvoltile sedi periferiche dell'UNPLI (Provinciali,Regionali,..) nonché la sede Nazionale; ciò al fine direndere omogenei gli obiettivi e soprattuttofinalizzati al progetto nel suo complesso.8.3 Risorse umane complessive necessarie perl'espletamento delle attività previste:Vengono riportate tutte le risorse umane, sia sottoil profilo quantitativo che qualitativo, necessarieall'espletamento di tutte le attività previste nelprogetto.8.4 Ruolo ed attività previste per i Volontarinell'ambito del progetto:Viene individuato il ruolo dei Volontari e lespecifiche attività che dovranno svolgerenell'ambito del progetto . Con cadenza trimestraleil Volontario, con l'O.L.P. ed il TUTOR diriferimento realizzerà una verifica(MONITORAGGIO) delle attività svolte

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Dispensa Servizio Civile Unpli - PROGETTO E PROGETTAZIONE LINEE GENERALI

evidenziando la congruità delle azioni con le lineeprogettuali inviando una apposita relazione alcoordinamento nazionale. Al termine dell'incaricoil Volontario produrrà un "documento" cartaceoe/o multimediale quale Relazione Finale delprogetto realizzato.

La descrizione di questo paragrafo dovrà tenerconto del contesto e degli obiettivi descritti aiprecedenti punti 6) e 7) , condizione fondamentaleper concreta realizzabilità del Progetto stesso.

Nella III PARTE del Progetto vengono riportati ,tra l'altro, :

● l'attività di promozione e di sensibilizzazione del servizio civile nazionale (paragrafo18);

● le risorse finanziarie, tecniche e strumentali necessarie per l'attuazione del progetto (24-26);

● i copromotori e partner coinvolti (25);● gli eventuali crediti,tirocini, competenze e

professionalità riconosciute al Volontario(27-29)

Nella IV Parte del Progetto viene riportata laFormazione Generale e la Formazione Specifica:

● La Formazione Generale viene effettuata in proprio avvalendosi di Tutor e formatori dell'Ente a titolo volontario , affiancati da Docenti Esterni ed Esperti.

Nel progetto sono riportate le tecniche emetodologie adottate , le ore di Formazione, i contenuti ( contenuti che sono in sintonia con le

"Linee guida per la formazione dei giovani in servizio civile nazionale" ).

● La Formazione Specifica viene effettuata in proprio con Tutor l'O.L.P. e formatori delle Pro Loco e dell'U.N.P.L.I. in possesso di competenze, titoli ed esperienze specifiche sulle attività previste dal progetto.

I Formatori specifici potranno essere affiancati daesperti messi a disposizione dai Partners.Nel progetto sono riportati i nominativi, con le

specifiche competenze, dei formatori, le tecniche e metodologie adottate,i contenuti della

formazione e le ore previste.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - PROGETTO E PROGETTAZIONE LINEE GENERALI

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Dispensa Servizio Civile Unpli - UNPLI ASSOCIAZIONE NAZIONALE VOTATA ALLA TERRITORIALITÀ

LA NOSTRA IDENTITÀ L'Unione Nazionale delle Pro Loco d'Italia èl'associazione di riferimento di tutte le Pro Locod'Italia che a loro volta sono le associazioni di baseche maggiormente coniugano la tutela e lasalvaguardia delle specificità locali con la vocazioneallo sviluppo della crescita sociale ed almiglioramento del benessere.

Le motivazioni che inducono la nostra Unione e lenostre Pro Loco associate ad essere unite e coesetra loro, sono da ricercare da un lato nei grandivalori storici del movimento delle Pro Loco edall'altro nella capacità manageriale di crescere erinnovarsi per dare risposte adeguate alle singoleComunità nel "villaggio globale" moderno emutevole nel tempo.

Il successo è una conseguenza, non un obiettivo; lacoerenza di comportamento nel promuovere,valorizzare, tutelare le peculiarità locali delleassociate in una logica complessiva dimiglioramento continuo, rappresenta il passosicuro di una attiva gestione del nostro movimento.

Guardiamo positivamente al futuro, presentandoanche per il 2006 due bilanci: uno economico eduno sociale. Entrambi indicano la crescita globaledella nostra Unione e la relativa amplificazione delrapporto simbiotico con il nostro movimento nellesue molteplici realtà sociali, culturali ed etiche.

Siamo una associazione differente, unica ericonoscibile tangibilmente per coerenza, eticità edattenzione verso il territorio nazionale quale

risultanza di migliaia di localismi ricchi di valoristorici, culturali, ambientali, folcloristici, in cui sigenerano attività ad alta valenza sociale rivolte alleComunità senza alcuna barriera discriminante.

I servizi studiati e realizzati in esclusiva per lenostre associate e per le persone fisiche, loro sociesono identificabili da marchi unici e registrati,frutto di studio e professionalità.

L'UNPLI è l'unica associazione che riunisce le ProLoco d'Italia, vere sentinelle della cultura e deivalori del nostro popolo, profondamente radicatenella provincia Italiana in cui prevalentementeoperano.

I NOSTRI PRINCIPI PREMESSA

I valori del "sistema" Pro Loco che hanno portatoalla nascita nel 1962 dell'Unione Nazionale dellePro Loco oggi presente con proprie articolazioni intutte le regioni Italiane e, a cascata, conarticolazioni periferiche provinciali e subprovinciali possono essere sintetizzati in "un pattoper lo sviluppo delle comunità locali".

Oggi, contestualmente alla presentazione delbilancio, riteniamo responsabile farci carico difissare concordemente i principi che orientano leevoluzioni organizzative del modo di stare insiemenel "sistema" Pro Loco. La pro Loco costituisceinfatti una risorsa insostituibile per le comunitàlocali, il miglioramento costante delle forme in cuisi esprime la mutualità di rete deve ispirarsi a

UNPLIASSOCIAZIONE NAZIONALE

VOTATA ALLA TERRITORIALITÀ

Claudio NARDOCCI

principi che garantiscano lo sviluppo nellacontinuità; la fedeltà nell'innovazione, la coerenzanella modernità.

PRINCIPI DELLA CARTA DELLACOESIONE

1 Principio di autonomiaL autonomia della singola Pro Loco è uno deiprincipi fondamentali del Movimento. L'autonomiasi esprime in modo pieno e fecondo se si sviluppanell'ambito del "sistema" dell'Unione Nazionaledelle Pro Loco.2 Principio di cooperazioneLa cooperazione tra Pro Loco mediante le strutturelocali, regionali, nazionali e internazionali ècondizione per conservarne l'autonomia e lastabilità e migliorare la loro capacità di servizio aisoci e ai fruitori delle iniziative. 3 Principio di mutualitàLa "mutualità" di sistema è condizione perrealizzare al meglio le forme di mutualità interna(con e verso i soci) ed esterna (con e verso ilterritorio) previste dalla normativa e dallo Statutodell'UNPLI. 4 Principio di solidarietàLa solidarietà all'interno delle singole Pro Loco efra le Pro Loco è un principio irrinunciabile delMovimento. Contribuire a creare le condizionimigliori per la nascita, l'operatività e lo sviluppodurevole delle Pro Loco rappresenta un valoreprioritario e costituisce interesse primario diciascuna Pro Loco e dell'intero "sistema" del qualeessa fa parte. 5 Principio di legame col territorioLa Pro Loco nasce, vive e si sviluppa nel territorio.Di esso è espressione e al suo servizio si dedicacompletamente, in modo indiretto (favorendo isoci e gli appartenenti alla comunità locale in tuttele attività) e in modo diretto (favorendo la coesionesociale e la crescita responsabile e sostenibile delterritorio).6 Principio di unitàL unità del "sistema" rappresenta un beneirrinunciabile per ciascuna Pro Loco. La convintaadesione delle Pro Loco alle Aggregazioni Locali e

di queste alla Unione Italiana va perseguitacostantemente, pur nel rispetto della volontarietàdelle scelte.7 Principio di democrazialì principio di democrazia regola sia le relazioni trai soci della singola Pro Loco sia le relazioni tra lePro Loco all'interno delle strutture di naturaassociativa-consortile di cui nel tempo esse si sonodotate.8 Principio di sussidiarietàIl "sistema " dell'Unione Nazionale delle Pro Locosi fonda sul principio di sussidiarietà e si presentacome un sistema coordinato di autonomie basatosu strutture operanti a vari livelli con funzionidistinte ma tra loro complementari.9 Principio di trasparenzaLe iniziative e le relazioni all'interno del "sistema"dell'Unione Nazionale delle Pro Loco sonoimprontate al principio di trasparenza e direciprocità. Trasparenza significa stabilire relazioniispirate alla chiarezza e favorire l'accessibilità e lacircolazione delle informazioni a tutti i livelli.

I NOSTRI SOCINell'esercizio della sua attività, l'UNPLI si ispira aiprincipi cooperativi della mutualità senza fini dispeculazione privata. Essere socio del "sistema" Pro Loco significa:? far parte di una realtà fortementeimpegnata/interessata alle problematiche delterritorio, e quindi essere a favore dell'innovazionee dello sviluppo locale;? sentirsi parte attiva dell'aggregazione,comunicare più facilmente con i vertici edusufruire dei vantaggi che essa offre;? essere partecipe della vita economica esociale dell'Unione.

LA COMPAGINE SOCIALENell'anno 2006 il numero dei Soci ha registrato unincremento complessivo di un ulteriore 1,30%passando da 5.067 a 5.133 componenti. Questa crescita, accompagnata da un maggiorimpegno e partecipazione dei soci, ha favorito losviluppo economico dell'Unione Nazionale el'adesione a differenti iniziative di carattere

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economico, finanziario e sociale. Negli ultimi diecianni l'aumento delle Pro Loco iscritte ha superatoil 100%.

I NOSTRI SOCI (appendice Figura A)L'analisi per distribuzione regionale evidenzia laprevalenza numerica delle Pro Loco delle regionidel centro nord in corrispondenza di un maggiornumero di abitanti e di un maggior numero diComuni. Ci troviamo comunque in presenza di unacapillare distribuzione su tutto il territorionazionale.L'ORGANIGRAMMAIl Presidente Onorario: Michele BenetazzoIl Presidente: Claudio NardocciLa Giunta Esecutiva: Angelo Lazzari, FernandoTomasello, Marco Pacella, Mario Barone, MarioPerrotti, Mauro Giannarelli, Sebastiano Sechi.I Dipartimenti tematici:Scuola e Consulta Giovanile (Angelo Lazzari);Innovazione, Cultura del Territorio (FernandoTomasello); Progetto Borgo (Marco Pacella);Organizzazione (Mario Barone);Servizio Civile e Formazione (Mario Perrotti);Leggi, Fisco, Siae, Statistiche (Mauro Giannarelli);Sviluppo Circoli ed Attività Economiche(Sebastiano Sechi).Il Consiglio Nazionale: Alfredo Imazio, AlfredoMorelli, Angelo Lazzari, Antonio D'Elicio,Antonino La Spina, Augusto De Panfilis, ArmandoPederzolli, Bernardina Tavella, Bruno Gozzelino,Bruno Verri, Carlo Di Pietro, Cesare Venturelli,Claudio Nardocci, Domenico Bloise, ErnestoFanfoni, Euri Aristide Matteucci, FernandoTomasello, Flavio Barbina, Francesco Todaro,Franco Faccioli, Franco Pezone, Giovanni Follador,Marco Pacella, Mario Barone, Mario Perrotti,Michele Sparapano, Mauro Giannarelli, SebastianoSechi, Pericle Calgaro, Ugo Pinna. I Presidenti Regionali: Amedeo Cappella, CesareBorsari, Giovanni Vignolo, Giuseppe Marinelli,Raffaele Sestu (non presenti nel ConsiglioNazionale).Il Collegio dei Revisori dei Conti: GiorgioColombino, Claudio Mancin, Egidio Rivalta,

Alberto Maugeri, Roberto Tonezzer.Il Collegio dei Probiviri: Cosimo Iacovazzi, SergioPocchiola Viter, Nicola Lo Gatto, Sergio Carafa,Roberto Masetto. Il Segretario Generale: Roberto PrescendiLe Risorse Umane: Maria Francesca Faviere,Valerio Bruni, Edi Florian, Marco Perrotti, PatriziaForlani, Antonia Urciolo, Gabriele Desiderio,Riccardo Ponzi.

GLI STRUMENTI DI COMUNICAZIONENel 2006 abbiamo dedicato particolare attenzioneall'informazione per i soci utilizzando una serie distrumenti:Arcobaleno d'Italia: è il periodico trimestralespedito a tutti i Soci. Fornisce informazionisull'attività svolta dall'UNPLI, segnala le iniziativeculturali, sportive e sociali sul territorio,approfondisce argomenti tecnici e di consulenza edè a disposizione di tutti i soci per suggerimenti,consigli e comunicazioni varie. Con il 2006 ilperiodico è stato ampliato e migliorato neicontenuti e nella sua veste grafica.Bilancio sociale: è distribuito nel corso dellariunione di bilancio ed è a disposizione presso lasegreteria nazionale.

IL PORTALEwww.proloco-unpli.it - www.unpli.infoDa alcuni anni abbiamo reso operativo il portaleche è in corso di profonda ristrutturazione conl'applicazione di tecnologie evolute che nepermetteranno l'interattività direttamente dal Web.Ai soci sarà riservata una particolare sezione nellaquale potranno aggiornare direttamente le notizierelative alle attività ed alle iniziative sociali.

FOCUS SU ALCUNI PROGETTI ATTUATIE/O TUTTORA IN CORSO

"APERTO PER FERIE" E "APERTO PERFERIE 2". Progetti di rivitalizzazione del tessutosocioeconomico dei borghi a rischio spopolamento.Scopo del progetto:Valorizzazione di 20 più 21 borghi italiani -segnalati dai nostri Comitati Regionali - a rischio

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"spopolamento".Stampa di una guide dal titolo "Il Turismo deiSogni" offrono ai borghi protagonisti dei progetti,la possibilità di far conoscere il proprio territorio edi promuovere le proprie attrattive al grandepubblico.Diffusione nazionale attraverso una fortecampagna promozionale sui media condottadall'ufficio stampa nazionale.

"LE PRO LOCO D'ITALIA VERSO UNFUTURO DI QUALITÀ - LE NUOVEFRONTIERE DEL VOLONTARIATOTURISTICO". Iniziativa di aggiornamento eformazione per lo svolgimento delle attivitàassociative delle sedi regionali e provincialidell'UNPLIScopo del progetto:Sviluppare le capacità organizzative e direzionali,delle conoscenze e delle competenze dellerappresentanze UNPLI diffuse in tutto il territorionazionale. Attuare interventi formativi mirati almiglioramento e alla crescita delle risorse umane,orientati al perseguimento della qualità, almonitoraggio dell'ambiente e della sfera sociale nelsuo complesso.Creare una banca dati efficiente ed efficace,funzionale all'ottimizzazione e alla formazionecontinua delle risorse volontarie impiegate nellesingole Pro Loco nell'ambito del Servizio Civile;Migliorare l'efficienza delle segreterie centrali eperiferiche mediante il trasferimento di maggioricompetenze tecniche allo scopo di velocizzare eottimizzare i tempi e le dinamiche interne diazione.Proseguire il processo di costruzione eimplementazione della rete di integrazionenazionale fornendo gli opportuni strumentimetodologici, applicativi e conoscitivi.

SERVIZIO CIVILE NAZIONALEIl Servizio Civile viene attuato attraversol'approvazione di appositi progetti di impiegopredisposti dalle Amministrazioni Pubbliche e daglienti (rigorosamente non profit) che intendono

concorrere alla realizzazione del servizio stesso.Scopi del progetto:- sensibilizzare i cittadini, tramite la diffusione diuna cultura civica sui temi ambientali, sociali eculturali legati ai comportamenti e agliatteggiamenti individuali e collettivi;- operare a fianco delle pubbliche amministrazioniin termini di attenzione alle problematicheterritoriali (considerata la notevole disponibilità acollaborare con le Pro Loco, impegnando strutturee professionalità in una sinergia operativa moltoprofonda); - catalogazione informatizzata e realizzazione diprodotti multimediali di beni presenti sul territorio;- realizzazione di attività di progettazione,programmazione di eventi con il coinvolgimentodelle strutture pubbliche e private presenti sulterritorio;- effettuare una ricerca, in una logica sistemica, diabitudini, folclore, tradizioni etc. legate al passatoed in prospettiva futura;- un aggiornamento culturale ed operativo deglielementi sensibili della comunità, in ordine allapolitica turistico-culturale (sempre più richiesto);- una verifica, insieme, delle esperienze finoracompiute dagli operatori nel campo per potereventualmente delineare un profilo della Pro Lococome struttura permanente di accoglienza,assistenza e promozione nella comunità;- una approfondita analisi dei risultati per arrivaread una proposta operativa comune su tutto ilterritorio nazionale.

Obiettivi raggiunti nel 2006:- una segreteria nazionale Ufficio per il ServizioCivile Nazionale UNPLI - Via Provinciale, 88 -83020 Contrada (AV) Tel.: 0825.674777 Fax:0825.674919Posta elettronica: [email protected];URL: www.serviziocivileunpli.it - formazione per 1.060 volontari e responsabiliregionali di Servizio Civile;- attualmente sono in servizio oltre 2.200 volontari,in circa 830 sedi distribuite su tutto il territorionazionale.

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MANUALE DI CORRETTA PRASSIIGIENICASeconda edizione del manuale approvato dalMinistero della Sanità.Aggiornamento normativo del testo in cui sonoraccolte tutte le norme comportamentali daadottare nello svolgimento di iniziative a contenutoeno gastronomico

Scopi dell'iniziativa:● mettere in condizione le Pro Loco associatedi programmare iniziative di promozione deiprodotti tipici del territorio sapendo di poterecontare su di un efficiente supporto documentalein cui è raccolta tutta la normativa di riferimento;● dotare gli organizzatori di modulistica, facsimili e schede assistite; ● garantire il massimo dell'igiene e dellasalubrità degli alimenti degustati dai frequentatori.

COMMISSIONE PARITETICAUNPLI/SIAE:Istituita per vigilare sulla corretta applicazione dellaConvenzione che permette forti risparmi alle ProLoco in questo campo. Continua azione dimonitoraggio della qualità del rapporto costante frai due organismi.

Obiettivi raggiunti nel 2006:● mantenimento del vantaggio rappresentatodalle tariffe a carico degli associati rispetto a quelleordinarie;● recupero delle somme indebitamentecorrisposte per errata applicazione dell'accordonazionale;● utilizzo in pieno della fideiussionenazionale che evita la costituzione dei depositicauzionali preventivi allo svolgimento delle varieiniziative.

UN ULTIMO IMPORTANTE ASPETTOLa completa e trasparente tracciabilità del bilancio:Realizzazione di un prospetto organizzato sullabase di un diagramma da cui seguire chiaramentel'interazione fra i contenitori progettuali e irispettivi e separati contenitori finanziari. Con

possibilità di lettura completa del percorso deiflussi economici.Software personalizzato:Affidamento dell'incarico per la progettazione erealizzazione di un prodotto informatico che possaessere funzionale alla gestione amministrativacontabile sia delle Pro Loco di base che di tutti gliorgani periferici e centrali dell'UNPLI.Scopi dell'iniziativa:● permettere omogeneità di comportamentidell'intero sistema;● assicurare la corretta gestione dei singolidata base associativi;● consentire la realizzazione di un efficacehelp desk interno;● consentire la migrazione dei dati siaassociativi che contabili dai livelli più bassi a quellipiù elevati consentendo di realizzare bilanciaggregati che rendano consapevole il mondoesterno della forza dei numeri esistenti nel sistema;● abbattere i costi.Vedi appendice Figura B

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Dispensa Servizio Civile Unpli - UNPLI ASSOCIAZIONE NAZIONALE VOTATA ALLA TERRITORIALITÀ

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Dispensa Servizio Civile Unpli - IL SERVIZIO CIVILE UNA GRANDE OPPORTUNITÀ ETICO-SOCIALE

LA PRO LOCOLa Pro Loco è la casa comune, ove libere volontàdi cittadini avvertono una forte esigenza di stareinsieme e di adoperarsi per il miglioramento, latutela e la promozione del proprio territorio. In breve, questo è il presupposto che muove tanticittadini che si uniscono e si riconoscono nellarealizzazione del progetto pro loco. La storia, poi,nelle sue vicende ha contrassegnato di variabilicomplementari le caratteristiche fondamentali diquesto volontariato. Spoliata da questi caratteri, la Pro Loco cessa diessere tale, divenendo altro, per cui ilcomplementare finisce, a volte, per diventarel’essenziale, defraudando l’idea primigenia della suaanima, e divenendo pretesto per altre corsie, forseanche di successo, ma che, inevitabilmente,snaturano e compromettono lo spirito pionieristicodi dedizione al proprio paese. Ma la Pro Loco non è solo una mèta ideale: essa ècostituita da soci, uomini e cittadini mossi adoperare da unità di intenti e pronti a grandi sacrificipur di promuovere il luogo di cui si sentono parteviva e integrata.Perché essa sia protagonista e lasci traccia nellastoria è necessaria, perciò, una dedizione completae fortemente motivata dei suoi componenti e ditutta la cittadinanza.

L’ACCOGLIENZA E’ UN DOVEREL’Associazione Pro Loco quasi sempre è stataconiugata con il fenomeno turistico; e ciò nontanto per l’attività turistica in sé, ma per tanti altriaspetti collaterali, tra cui quello dell’accoglienzarappresenta uno dei meccanismi essenziali

nell’offerta della propria località. Il turista è, comunque, un ospite, e all’ospite sideve offrire la propria casa nelle condizionimigliori possibili. L’accoglienza diventa, quindi, undovere del cittadino verso il forestiero, e, in talsenso, sul territorio assume un ruolo determinante,vero pilastro etico del volontariato Pro Loco. Essa si pone come la carta di identità e il simbolodi riconoscimento delle nostre associazioni, e,addirittura, potrebbe rappresentare un indicatore diqualità sia endogena che esogena.La cultura dell’accoglienza ha una lunghissimastoria nella civiltà occidentale; si può ben dire cheessa ne sia stata parte costituente, per cui lasacralità dell’ospite stava non solo a rappresentareil senso di una doverosa disponibilità nei confrontidel diverso, ma, altresì, l’occasione propizia per unaccrescimento etico – culturale ed un mantoreligioso dell’ospitante. Perciò, l’ospite diventava unmessaggero divino, e la sua soddisfazionecertificava la benevolenza del dio verso lacomunità.Ciò che differenzia l’accoglienza vissuta dallenostre associazioni da quella prevista dal settore insé sta nel fatto che essa è promossa esclusivamentesul piano volontaristico, che alla base della propriaazione ha l’entusiasmo di far sentire l’ospite comearricchimento per la propria località.Tale atteggiamento è stato ben compreso dalforestiero, che ha riposto immediatamente inquesto Volontariato ogni fiducia, facendonel’affidabile riferimento. Di qui la necessità di migliorare sempre più leproprie competenze e capacità relazionali, e losforzo di acquisire più omogenee forme di

IL SERVIZIO CIVILE UNA GRANDE OPPORTUNITÀ

ETICO-SOCIALE

Angelo LAZZARI

proposizione sociale e culturale.

LA PRO LOCO QUALE STRUMENTO DIINTEGRAZIONE E DI SVILUPPOCULTURALELa Pro Loco per sua stessa costituzione assolve alcompito di mediazione ambientale e culturale conl’ospite. E ciò, da un lato, obbliga a fornire unaopportuna conoscenza dei dati socio – culturalidella località, dall’altro, al rispetto dei valori etico -ambientali della comunità, favorendo in ogni modol’inserimento del forestiero nel tessuto territoriale,e divenendo, così, un efficace strumento diintegrazione e di pacifica convivenza.La Pro Loco, nel contempo, deve sviluppare azionidi tutela e di salvaguardia, sia nei confronti deiresidenti che degli ospiti, rendendo consapevoli chela convergenza dei vari fattori: urbanistici, vegetali,paesaggistici, archeologici, storici, economici,animali, culturali, e umani, sia un meccanismonecessario per uno sviluppo responsabile ecredibile del fenomeno turistico, come interprete esimbolo di civiltà.In tale contesto la Pro Loco ha anche il gravecompito, contemplato all’interno delle propriefinalità istituzionali, di educare sia la popolazioneresidente che quella ospitata sulla corretta prassietica del sistema.In ciò si rende indispensabile una completadisponibilità culturale verso tale mondo:un’incidenza urbanistica mal programmata;l’assenza di misure di salvaguardia naturale eculturale; l’anarchico sviluppo di attività settoriali;la rinuncia ai simboli della propria territorialità, siain termini di attività e di risorse, che di caratteri edi culture; il disordine dell’offerta di mercato siainterno che esterno; la occasionalità e laperentorietà delle iniziative e delle proposte; e cosìvia…; tutti questi elementi, se non vengonocementati in una dialettica progettuale complessiva,da cui far sortire il sistema, finiscono per essereartefici di una ricaduta negativa sul territoriorispetto all’effimero vantaggio per qualche isolataindividualità.

CODICI DI COMPORTAMENTOLa Pro Loco nei confronti della pubblicaAmministrazione, nonché di altri Istituti e deiCittadini, deve assolvere ad una funzionepropositiva di fondamentale importanza, qualequella di vigilare sulla tenuta estetica del territorio edi esaltarne qualità e risorse. Deve essere capace, atale scopo, di approntare strumenti e meccanismiche favoriscano il rispetto verso l’habitat culturale espirituale della località, sia da parte del residenteche del viaggiatore: rispetto delle consegneterritoriali relative a tradizioni, usi, costumi,comportamenti; disponibilità al confronto, alcoinvolgimento ed alla fruizione; attenzione per gliaspetti sanitari e per la salvaguardia del patrimonio,sia faunistico – floreale che culturale.Vanno preventivamente, perciò, evitate situazionidi disturbo ambientale, come rumori di qualsiasigenere, sia diurni che notturni, provocati da lavoriin corso o da discoteche e simili; di logoramentomonumentale, come imbrattature di chiese, palazzi,monumenti, castelli, ecc.; di inquinamentopaesaggistico, come l’abbandono di rifiuti lungo lestrade e in luoghi pubblici e privati, incendi o attivandalici di qualsiasi genere.Il ruolo della Pro Loco nella costruzione di unturismo sostenibile è determinante, tanto chedall’habitus della località si potrebbe verificare lapresenza o l’assenza della nostra Associazione sulterritorio.Essa deve essere la continua promotrice disensibilizzazioni verso il fenomeno sia neiconfronti della pubblica amministrazione che deicittadini e degli operatori interessati.Questo è uno degli aspetti con cui i giovani delServizio Civile possono misurare lo stato di salutedel proprio paese, favorire la crescita propria edella propria comunità, essere protagonisti di quellacittadinanza attiva, che è uno dei valoriirrinunciabili della civiltà occidentale.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - IL SERVIZIO CIVILE UNA GRANDE OPPORTUNITÀ ETICO-SOCIALE

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Dispensa Servizio Civile Unpli - PILLOLE DI STORIA DEL TURISMO, DELLE ASSOCIAZIONI PRO LOCO

1. Origine del nome..."…i Romani crearono singole organizzazionipreposte a rendere attraenti ed accoglienti lelocalità ubicate lungo le vie consolari del tempo,queste furono chiamate Pro Loco." La definizione"Pro Loco" a favore del luogo ha quindi,2000 anni!Professor Claudio BonvecchioUniversità Ca' Foscari di Venezia2. Il primo turistaMarco Polo figlio di un potente mercante diVenezia è considerato il primo grande viaggiatorealla scoperta di nuovi popoli, di nuove usanze, dinuovi luoghi MARCO POLO IL MILIONEil racconto dei suoi viaggi e delle sue scopertemette in evidenza un mondo nuovo per questo èconsiderato la prima grande guida.3. Quando e come nasce il turismo di gruppoorganizzato? Nel 1825 George Stephenson inventa lalocomotiva.Naturalmente questo mezzo rivoluzionario puòspostarsi solo su rotaia perciò le nuove lineeferroviarie vengono costruite per collegare cittàimportanti per permettere a molti lavoratori dispostarsi con comodità. La domenica e le altrefestività però il treno è sotto utilizzato perquesto…Nel 1841 l'agenzia dei fratelli Cook inizia adorganizzare viaggi su rotaia nei giorni festivi.Hanno un grande successo che li spinge nel 1872ad organizzare il primo giro del mondo a finituristici.4. Cosa succede nel resto dell'Europa?

In Svizzera ed in Francia nascono le : "Sociieté Suisses de Developement" ed i"Syndacats d'Initiative"Sono le prime Associazioni che si occupano inmaniera esclusiva di Turismo sopratutto diaccoglienza (incoming). 5. Nel Regno Austro-Ungarico nascono: "Le Società di abbellimento""I Comitati di cura e soggiorno" Anche in questo caso sono inizialmente libereorganizzazioni di cittadini che con il tempo sistruttureranno trasformandosi anche in entipubblici. 6. In Italia...alla fine dell'ottocento nascono: ilC.A.I. (Club Alpino Italiano) 1963; il T.C.I.(Touring Club Italiano) 1894; e l'A.C.I. (AutomobilClub Italiano) 1898; Nel 1881 nasce, a Pieve diTesino la Società di abbellimento e concorso deiforestieri "Colle San Sebastiano" che poi assunse suindicazione dell'ENIT la denominazione PROLOCO La prima PRO LOCO!!!7. La fine dell'ottocento segna l'affermazionedefinitiva anche del turismo individuale Byron,Stanley, Carducci, Nansen, Lawrence, Garibaldi,Scipione, Borghese, Nobile, ripercorrono i grandiitinerati della Storia e della Cultura.8. Ministero della Cultura Popolare Nel 1936 lo Stato emette la circolare n° 323 checontiene dei precisi adempimenti burocratici che neregolano l'attività delle nostre Associazioni ma nelcontempo ne rallentano la diffusioneLe Pro Loco italiane sono circa 500...9. Cosa succede nel dopoguerra, evoluzionenumerica delle Pro Loco:

PILLOLE DI STORIA DEL TURISMO,DELLE ASSOCIAZIONI PRO LOCO

E DELL'U.N.P.L.I.

Claudio NARDOCCI

1947 - 150 Pro Loco1950 - 250 Pro Loco1955 - 807 Pro Loco1960 - 1300 Pro Loco1962 - 1457 Pro Loco Nasce l' U.N.P.L.I.1969 - 2264 Pro Loco1984 - 3000 Pro Loco1998 - 5600 Pro Loco2007 - 6200 Pro Loco10. L'U.N.P.L.I. nasce nel 1962Per iniziativa del suo primo Presidente BorinQuirino, dell'Avv. Benetazzo Michele e ParisArmando.Borin Quirino - Presidente dal 1962 al 1963Leandro Bartolini - Dal 1963 al 1987 Benetazzo Michele - Presidente dal 1988 al 199611. La struttura operativa dell'U.N.P.L.I.:Consiglio NazionaleGiunta esecutivaDipartimenti tematici20 Comitati Regionali100 Comitati ProvincialiConsorzi di Pro Loco o Bacini Territoriali5.200 Pro Loco iscritte !!!12. Visione dell' U.N.P.L.I. Progettualità AmbientaleCulturaleSocialeStoricoTuristicoAttuazioneAssistenza fiscale e legaleEventi ed organizzazioneFormazione e Servizio CivileInformazione ed EditoriaLeggi, norme e regolamentiMarketing e Convenzioni13. Numeri straordinari!!! 6200 Pro Loco100 soci in mediaTotale 600.000 SOCI!!!Manifestazioni ed iniziative organizzate: 20.0001.000 visitatori in media ...Totale 20 Milioni di visitatori!

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Dispensa Servizio Civile Unpli - PILLOLE DI STORIA DEL TURISMO, DELLE ASSOCIAZIONI PRO LOCO

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Dispensa Servizio Civile Unpli - EVENTI: PROGRAMMAZIONE E REALIZZAZIONE

Sono ormai 7 anni che lavoro fattivamente nellaPro Loco di Ladispoli, all'inizio come semplicecollaboratrice occasionale, ora come responsabiledella segreteria e debbo dire che fin dall'inizio diquesta mia meravigliosa esperienza ho avuto lafortuna di lavorare con persone disponibili adinsegnare, a spiegare cosa volesse dire collaborarein una Pro Loco.Devo confessare che prima di entrare in questomondo non sapevo neanche cosa fossero leAssociazioni Pro Loco, come credo la maggiorparte di Voi….un'imperdonabile mancanza diconoscenza o di approccio superficiale alla vitadelle piccole realtà locali da parte mia che venivoda una metropoli come è Roma. Ma a poco a pocoho capito….se, quando andiamo a visitare i piccolicentri di provincia e ci troviamo nel bel mezzo diqualche manifestazione enogastronomica,rievocazione storica o anche solo una bruschettatain piazza, ci fermassimo solo un attimo a rifletterechi c'è dietro tutto questo, quale immensa mole dilavoro sia costata la realizzazione dell'evento equante centinaia di persone abbia coinvolto, alloraforse riusciremo a capire, a conoscere, adapprezzare ancor di più queste associazioni.Spesso il termine Pro Loco è associatoesclusivamente alla sagra di paese in realtàl'evoluzione che queste associazioni hanno avutonegli ultimi anni è stata enorme, basti pensare chele 6100 Pro Loco, disseminate capillarmente sututto il territorio italiano da nord a sud,organizzano 20.000 manifestazioni l'annocoinvolgendo un vero e proprio esercito divolontari con un richiamo di pubblicoimpressionante ed un sicuro ritorno di immagineper il paese.

Ma da dove si parte per realizzare queste iniziative?Cosa bisogna fare?Ecco una serie di informazioni che ritengopossano esservi utile ogni qualvolta si organizziun'iniziativa.

1. RICERCA DI FONDICome si sa da sempre uno dei problemi più annosiper le Pro Loco è trovare i fondi necessari per larealizzazione delle iniziative. Innanzitutto bisognachiedere ai vari enti pubblici (Comune, Provincia eRegione) un finanziamento o contributo per lamessa in opera della manifestazione. Il primo passoda fare è inviare una dettagliata relazione illustrativadelle attività che si vogliono organizzarenell'ambito della manifestazione, indicare bene illuogo ed il periodo di svolgimento della stessa edallegare un bilancio analitico delle eventuali entrateed uscite relative all'approntamento delle varieiniziative.Come trovare altri fondi?Sicuramente utile può considerarsi la ricerca disponsor presso gli esercizi commerciali della zonaproponendo loro l'acquisto di spazi pubblicitari edi conseguenza la presenza su tutto il materialecartaceo promozionale dell'iniziativa stessa con unsicuro ritorno di immagine.Si potrebbe prevedere l'organizzazione di lotterie opesche di beneficenza nell'ambito dellamanifestazione stessa con un introito derivato dallavendita dei biglietti.In caso di lotteria bisogna darne comunicazione sucarta intestata al Sindaco del Comune nel quale sisvolgerà la lotteria ed al Prefetto di zona almeno 30giorni prima del giorno in cui si effettueràl'estrazione e comunque prima di mettere invendita i biglietti. Va allegato il regolamento della

EVENTI:PROGRAMMAZIONE E REALIZZAZIONE

Sabrina RUSSO

lotteria, l'elenco dei premi in palio specificando illuogo dove saranno esposti e visibili ed il giorno, illuogo e l'ora fissati per l'estrazione, va indicatoanche il numero ed il relativo costo dei singolibiglietti messi in vendita.Le modalità da seguire per l'organizzazione di unapesca di beneficenza sono le stesse di cui sopra.Per quanto concerne questo tipo di iniziative ilMinistero dell'Economia e delle Finanze conCircolare n. 4632 del 14 aprile 2004 - pubblicatasulla Gazzetta Ufficiale n. 93 del 21 aprile 2004, haemanato le istruzioni circa la comunicazione cheoccorre fare ai Monopoli di Stato di pertinenzaalmeno 60 giorni prima in aggiunta a quella delSindaco e del Prefetto.

2. AUTORIZZAZIONI VARIE DACHIEDERE AL COMUNE DIAPPARTENENZASUOLO PUBBLICO - ALLESTIMENTOPALCO - CHIUSURA STRADECi sono una serie di adempimenti da assolvere perl'organizzazione di manifestazioni.Innanzitutto bisogna chiedere l'autorizzazioneall'occupazione del suolo pubblico tramitecomunicazione scritta indirizzata al Sindaco delComune dove si svolgerà l'iniziativa stessaspecificando le date di svolgimento, il luogo edallegando un programma di massima.Inviare anche una comunicazione scritta al Sindacoe, per conoscenza, a tutte le forze dell'ordine perrichiedere la chiusura al traffico delle stradeinteressate ed eventualmente la collaborazione peril servizio d'ordine. Infine se la manifestazione prevede il montaggio el'allestimento di un palco richiederne il permessosempre tramite comunicazione scritta al Sindacodel Comune in cui si svolgerà la manifestazione.

3. ALTRE AUTORIZZAZIONI ERICHIESTE DA FARE:SIAE:Se la manifestazione prevede esibizioni musicali ocomunque l'utilizzo di musica bisogna andaredall'agente SIAE di zona e chiedere il permesso diesecuzione.

Questa autorizzazione è molto importante e fino aqualche anno fa era anche estremamente onerosaper le nostre Associazioni che si trovavano apagare cifre esorbitanti nonostante organizzasserosolo una manifestazione all'anno gravandofortemente sulle spese di bilancio. Ora grazie allaconvenzione che l'UNPLI ha stipulato con la SIAEci sono forti facilitazioni per le Pro Loco tesseratele quali devono avere solo l'accortezza di andare atempo debito dall'agente SIAE di zona con unacopia del programma delle iniziative (edeventualmente una copia della convenzione) e farsidare l'autorizzazione alle esecuzioni musicali.L'agente SIAE vi farà firmare il permesso e viconsegnerà i cosiddetti borderò o programmimusicali che gli artisti dovranno compilare in ogniparte e riconsegnarvi a fine esibizione. A vostravolta, a fine manifestazione, dovrete restituirliall'agente SIAE, il quale, in caso di finanziamenti ocontributi concessi da parte di qualche entepubblico, calcolerà la cifra da pagare solo sullaparte di finanziamento che è servita a coprire lespese per gli spettacoli (è opportuno allegare unbilancio consuntivo delle spese sostenute per larealizzazione della manifestazione). Non sempre gliagenti locali applicano la convenzione come sidovrebbe, consigliamo perciò di consultare sulnostro sito www.proloco-unpli.it le tabelle e lerelative fasce di appartenenza.ENEL: Per la realizzazione di manifestazioni con necessitàdi forniture elettriche fino ad una richiesta di 30KW bisogna fare richiesta scritta, su carta intestatadella Pro Loco, di una fornitura straordinaria (inbase alla convenzione che l'UNPLI ha stipulato evalida esclusivamente per le Pro Loco affiliate) alnumero verde dell'ENEL 800.900.800 altrimentiper forniture di maggior potenza direttamente alpunto ENEL della zona di competenza. E'consigliabile farsi dare sempre il nominativo dellapersona con cui si hanno contatti telefonici ericordare sempre che le tariffe vanno calcolate sullabase della convenzione vigente tra UnioneNazionale delle Pro Loco ed ENEL.Una volta saputo l'importo da pagare effettuaresubito il versamento perché l'ENEL chiede un

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preavviso di almeno 10 giorni lavorativi per poterpoi procedere all'allaccio. AUTORIZZAZIONE ASL:Per manifestazioni gastronomiche che prevedonola preparazione e somministrazione di bevande e/oalimenti gli adempimenti da seguire sono i seguenti:● Domanda in carta bollata, a nome dellegale rappresentante dell'Associazione, indirizzataal Sindaco del Comune in cui si svolge lamanifestazione e, per conoscenza, una copia incarta semplice al Servizio di Igiene degli Alimenti edella Nutrizione ASL di competenza nella quale sirichiede il rilascio della autorizzazione sanitaria perla preparazione e somministrazione di alimenti ebevande specificando la data, il luogo disvolgimento della manifestazione stessa. Deveinoltre essere precisato che la preparazione deglialimenti verrà realizzata in loco oppure indicare illuogo dove sarà effettuata e tutti gli eventualiaccorgimenti igienici di cui si dispone (es: Sistemidi refrigerazione delle materie prime;approvvigionamento dell'acqua potabile; cucinaprovvisoria con pavimenti e pareti lavabili; sistemidi protezione contro le mosche; lavelli e/olavastoviglie i cui scarichi sono collegati con lafognatura; piatti e bicchieri monouso; serviziigienici con caratteristiche ecc.) ● Indicare tutti i recapiti telefonici delreferente dell'Associazione al quale far riferimentoin caso di eventuali altri chiarimenti.● Allegare un programma dellamanifestazioneAUTORIZZAZIONE AFFISSIONE:In base ad una risoluzione del 16 marzo 1999, n.41/E Il Ministero delle Finanze ha decretato che lelocandine esposte da un ente non commerciale perla promozione di una propria iniziativa non sonosoggette all' imposta comunale sulla pubblicità. In questo caso viene confermata la nonassoggettabilità di tale fattispecie alla suddettaimposta per carenza del presupposto oggettivo.Infatti, secondo l'art. 5 del d. lgs. 507/93 sonoassoggettati ad imposta comunale sulla pubblicitàsolo i messaggi pubblicitari diffusi nell'esercizio diun'attività economica allo scopo di promuovere ladomanda di beni o servizi ovvero finalizzati a

migliorare l'immagine del soggetto pubblicizzato.

4. PROMOZIONE DELL'INIZIATIVALa promozione dell'evento deve essere fattautilizzando tutti i media (stampa, radio etelevisione). A tal proposito sarebbe utileprocurarsi una mailing-list con le maggiori testategiornalistiche locali e nazionali, emittenti radio-televisive con i relativi referenti. E' preferibilesempre avere contatti telefonici diretti in modo dainstaurare un rapporto di collaborazione e dimaggior intimità, qualche mese prima dell'iniziativainviate e-mail curiose ed accattivanti con la notiziadell'avvicinarsi della manifestazione cercando cosìdi attirare la loro attenzione. Con l'approssimarsidell'evento divulgare un comunicato stampa con ilprogramma dell'iniziativa a tutta la mailing-listspecificando un numero di riferimento cuirivolgersi in caso avessero bisogno di maggioriinformazioni.La promozione deve naturalmente essere fattaanche a livello locale, contattare perciò con uncerto anticipo le varie tipografie di zona e chiedereun preventivo di spesa riguardante la stampa delmateriale cartaceo (opuscoli, pieghevoli, locandine,volantini ecc) che avete intenzione di utilizzare.Una volta commissionato il lavoro ed entrati inpossesso del materiale bisogna pensareall'affissione dei manifesti o locandine e alvolantinaggio per la pubblicizzazione dell'iniziativa.Prendere contatti eventualmente anche con radiolocali per diffondere la notizia.

5. LA MANIFESTAZIONE:Alcuni utili consigli:● Fare delle riunioni organizzative con iConsiglieri ed i collaboratori più stretti qualchetempo prima della manifestazione durante le qualisaranno stilati programmi specifici per tutti igruppi presenti alla manifestazione (bandistici,folcloristici, ospiti di altre Pro Loco o Comunigemellati ecc.). ● affidare ogni gruppo ad un responsabile ilquale si prenderà l'onere di comunicaredirettamente con il referente del gruppo a luiaffidato scambiandosi i recapiti telefonici ed

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accompagnandoli in tutti i loro spostamenti.● Avere a disposizione i recapiti telefonici(possibilmente di cellulare) di tutti i responsabili deivari gruppi per fronteggiare qualsiasi imprevistopossa presentarsi.

6. LIQUIDAZIONE DELFINANZIAMENTO CONCESSO A FINEMANIFESTAZIONE: A fine manifestazione richiedere al Comune oall'Ente che ha finanziato l'evento la liquidazionedel finanziamento o contributo concesso con unrendiconto analitico delle spese sostenute edocumentate da fatture e ricevute fiscali servite perl'approntamento della manifestazione corredato dauna relazione illustrativa dettagliata delle attivitàrealizzate nell'ambito della manifestazione stessa.Se nella realizzazione della manifestazione sonostati utilizzati dei fondi propri o comunque entratederivanti da sponsor, contributi di enti privati,vendita di biglietti per lotterie ecc, bisogna indicarlenel rendiconto. Si fa presente che la rendicontazione di unamanifestazione finanziata da un ente pubblicodipende dai regolamenti dei singoli enti e dalleleggi relative.Per una migliore documentazione del lavoro svoltoallegare una piccola rassegna stampa con i variarticoli apparsi sui quotidiani locali e nazionali eduna parte del materiale cartaceo stampato a titolopromozionale.

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Un’Associazione non profit come la Pro Loco, cosìcome tutte le organizzazioni che operano nel terzosettore, sono mosse e animate da logiche legate allarelazione tra le persone e alla condivisione di valorie finalità. E’ comprensibile che per questo tipo diAssociazione la comunicazione riveste un ruolostrategico sia per sensibilizzare su tematichespecifiche, per progettare insieme il futuro che perallargare la base delle risorse umane edeconomiche. E’ in atto in questi ultimi anni un dibattito sulruolo della comunicazione nel sociale. Gli esperti siinterrogano sulle differenze di linguaggio, di stile,di messaggi che differenziano le varie campagne inrelazione agli obiettivi che si intendono perseguire. Le Pro Loco non sono estranee al dibattito incorso. Chi opera attivamente in queste realtàassociative, che sul territorio lavorano in piùsettori: dalla ricerca storica, alla salvaguardia delpatrimonio artistico e ambientale, all’accoglienzaturistica, alla valorizzazione dei prodotti tipici siconfronta continuamente con la necessità diveicolare correttamente e in modo originale ecreativo le informazioni sul proprio operato al finedi sostenere l’identità e l’immaginedell’Associazione. Quasi mai, in una realtà associativa ci sono lerisorse economiche necessarie per rivolgersi a deiprofessionisti che possano impostare e curare lacomunicazione, per questo è necessario facilitare ilcompito dei soci-volontari mettendoli incondizione di operare con le giuste competenze. Una buona comunicazione semplifica il lavoroall’interno e serve a dare la giusta immaginedell’Associazione all’esterno. Per comunicare con successo c’è necessità che ivolontari si impadroniscano degli strumenti

operativi e gestionali che sostengono sia gli espertidella comunicazione che di marketing. Percomunicazione sociale, comunemente, infatti, siintende tutta l’attività promossa e portata avanti dalterzo settore: la comunicazione diventa marketingsociale. Si comunica attraverso degli strumenti tradizionalicome i media classici: dai giornali, alla radio allatelevisione o attraverso i nuovi media comeinternet, ma si comunica anche attraverso leiniziative, gli eventi che le Associazionipromuovono. Ed è per questo che niente va lasciato al caso e perprima cosa, è indispensabile individuare idestinatari del messaggio, pianificare il progetto,gestire il rischio, implementare attività dimarketing, tutelare i propri interessi, valorizzare glisponsor, rispettare i tempi e soprattutto far vivereai destinatari un’esperienza unica ed irripetibile.L’azione di comunicazione va pianificataprocedendo per tappe fondamentali: la raccolta el’analisi delle informazioni utili a produrre le fasisuccessive (brief); l’elaborazione delle informazioni(strategia di comunicazione); la scelta dei mezzinecessari a comunicare (strategia dei media);l’ideazione del messaggio (strategia creativa); laverifica (controllo e valutazione dell’efficacia delprocesso di comunicazione).La comunicazione si divide in interna ed esterna.Fondamentale è impostare il tipo di comunicazioneinterna con i propri soci per tenerli continuamenteaggiornati sulla vita associativa e coinvolgerli nellaprogrammazione e nella realizzazione delle attivitàannuali. Altrettanto importante è la comunicazioneesterna che risulta essere una fondamentale risorsastrategica per costruire e promuovere l’identitàdell’Associazione e per definire e rafforzare i

IL RUOLO DELLA COMUNICAZIONEIN UNA PRO LOCO

Filomena MAROTTA

Dispensa Servizio Civile Unpli - IL RUOLO DELLA COMUNICAZIONE IN UNA PRO LOCO

rapporti tra i soci e il territorio.

Comunicazione internaUn’accurata costruzione di una rete dicomunicazione interna contribuisce a migliorare ilclima associativo e a sviluppare il senso diappartenenza dei soci, che vanno coinvoltinell’ideazione e nella realizzazione delle attivitàsociali. I vantaggi che ne derivano sono molteplici:dalla trasparenza degli obiettivi associativi (missione vision) ad una maggiore approvazione edaccettazione delle scelte associative; da unamaggiore fiducia reciproca tra i soci allasoddisfazione dei bisogni psico-sociali (bisogno diappartenenza, fiducia, accettazione, sicurezza,riconoscimento); dalla semplicità di passaggio delleinformazioni all’ efficacia ed efficienza delleinformazioni trasmesse; dall’individuazione distrumenti di verifica del piano comunicativoprescelto all’individuazione di strumenti dimisurazione del passaggio d’informazione nei varilivelli; dal miglioramento delle relazioni interne alladiffusione, condivisione delle competenzeprofessionali dei singoli;dalla diminuzione delleincomprensioni fra le diverse funzioni; alpotenziamento dell’area d’azione dei soci almiglioramento nella gestione delle situazioni di crisigrazie all’aumento dei flussi di comunicazione. Per la costruzione di una tale rete è necessarioutilizzare gli strumenti adatti quali lacomunicazione verbale e quella scritta. La comunicazione verbale continua ad avere la suaimportanza, quindi le riunioni, le assemblee vannopreparate adeguatamente definendo bene gliobiettivi da raggiungere, proponendosi meteconcrete e misurabili. E’ fondamentale stabilire emantenere dei rapporti personali con i singoli soci,il faccia a faccia è preferibile perché gli individuiinteragiscono tra di loro. Questo tipo di rapporto sipuò mantenere attraverso la comunicazione scritta,che oggi può essere facilitata dall’uso dei modernimezzi che si hanno a disposizione. La tradizionale bacheca in sede potrà essereaffiancata da una bacheca virtuale da ricavare sulsito internet ovvero uno spazio riservato dove isoci possono accedere per conoscere tutte le

informazioni che li riguardano. Tali notiziepossono essere anche spedite direttamente agliinteressati via e-mail. Basterà dotarsi di unamailing-list aggiornata di tutti i tesserati e lacomunicazione sarà immediata.

Comunicazione esternaLa comunicazione esterna si rivolgerà alleIstituzioni, agli imprenditori e ai cittadini,direttamente o attraverso la mediazione dei massmedia: dalla stampa, alla televisione, alla radio, ainternet. Per stabilire i rapporti con le Istituzioni comeprima cosa bisogna saper introdurre l’Associazionee i progetti che si vogliono attuare attraverso dellelettere di presentazione, alle quali si allegherà ilmateriale prodotto e la rassegna stampa delleiniziative realizzate. E’ preferibile presentare inanteprima alle Istituzioni il progetto che si intendeattuare, non solo per ottenere il patrocinio, masoprattutto nel tentativo di coinvolgerlefattivamente nella realizzazione del progetto stesso.Uno degli obiettivi di una Pro Loco è ilmiglioramento dell’interazione tra Istituzioni eAssociazionismo, nel tentativo di rafforzare lapropria immagine nei confronti dei soci e deicittadini..Sempre più importante in un territorio è ilrapporto che si riesce ad instaurare e a costruirecon gli imprenditori. Questa categoria si puòrivelare una grande risorsa per una Pro Loco, seopportunamente coinvolta nelle iniziative che sivogliono realizzare. E’ fondamentale cercare ilcontatto diretto con ogni imprenditore,proponendo dei momenti di confronto e tenendolicontinuamente aggiornati sulle attività da realizzare,coinvolgendoli nell’organizzazione. I cittadini sipossono raggiungere direttamente tramite leaffissioni dei manifesti o i volantini chepubblicizzano le iniziative; si possono intercettarenella rete (internet) attraverso la mediazione deimass media o con le stesse iniziative che sirealizzano nell’arco dell’anno.E’ importante puntare su un tipo di comunicazioneintegrata e coordinata, in modo da renderel’Associazione facilmente riconoscibile, attraverso

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un lavoro di grafica, l’uso di determinati colori, unlogo. Fondamentale è la costruzione di un sitointernet di facile fruizione, attraverso il quale si puòdialogare con i cittadini; da non trascurare larealizzazione della tradizionale brochureinformativa o dei manifesti per pubblicizzare unevento. Per consentire una corretta informazione e percercare di avere gli spazi che garantiscano visibilitàalle iniziative promosse sono fondamentali irapporti che un’Associazione stabilisce con lastampa. Una notizia è vendibile se sorprende, secontiene un elemento di novità. L’abilità di chiredige un comunicato stampa sta nel proporre unbuon prodotto nei contenuti e nella forma e nellacapacità di rendere il tutto immediatamente fruibileattraverso la reperibilità immediata dell’addettostampa e l’utilizzo di strumenti veloci come la e-mail. E’ importante avere dei contatti con tutte leredazioni dei giornali, conoscere i tempi di lavoro estabilire un contatto personale con i giornalisti.Una volta diffusa la notizia si procede con laverifica delle avvenute pubblicazioni, si raccolgonogli articoli che sono andati in pagina e si rilegano inordine cronologico in modo da realizzare unarassegna stampa che supporterà l’iniziativa.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - BENI CULTURALI E VOLONTARI DI SCN

Da anni le pro loco, silenti ma operose, portano avantiquotidianamente tra innumerevoli difficoltà la loroazione di tutela e valorizzazione dei beni culturali,presenti nei luoghi nei quali operano, con unacaparbietà che ha pochi eguali, perché ad animare la"gente di pro loco" è da sempre la passione, un amoreincondizionato per la propria terra, un senso diappartenenza viscerale ai luoghi di origine e unacoscienza civile molto forte.Questo il comune denominatore di un universomultiforme che rispecchia la realtà italiana, fatta di unagrande varietà di paesaggi, di una ricca rete di oggettid'arte e di testimonianze storiche, di un contesto a cuida secoli gli Italiani (anche da quando l'Italia non erauna realtà politica di fatto) danno vita con il proprio"essere" e con la propria azione.In queste espressioni di civiltà trova origine l'identitàculturale e civile degli Italiani.Il giovane che decide di svolgere un anno divolontariato civile e sceglie di svolgerlo in UNPLI hadeciso di difendere l'Italia non con mezzi ed attivitàmilitari, ma imparando a conoscere la realtà che locirconda, imparando ad apprezzarla e a farlaapprezzare, impegnandosi a conservarla e a tutelarla."L'identità nazionale degli Italiani -ha affermato ilPresidente della Repubblica C. A. Ciampi in undiscorso del 5 maggio 2003, tenuto alla cerimonia diconsegna delle medaglie d'oro ai benemeriti dellacultura e dell'arte- si basa sulla consapevolezza diessere custodi di un patrimonio culturale unitario chenon ha eguali al mondo.Forse l'articolo più originale della nostra Costituzionerepubblicana è proprio quell'articolo 9 che, infatti,trova poche analogie nelle costituzioni di tutto ilmondo: "La Repubblica promuove lo sviluppo della

cultura e la ricerca scientifica e tecnica.Tutela il paesaggio e il patrimonio storico artisticodella Nazione"".Compito delicato, dunque, quello del giovanevolontario chiamato a custodire l'eredità culturaleitaliana per consentire di trasmetterla alle generazionifuture.Prima, però, di accingersi a questa opera diimportanza capitale, mirante alla custodia e allatrasmissione della memoria storica del popolo italiano,è fondamentale avere chiara coscienza che talememoria storica è pervenuta a noi attraverso valoriche trovano la loro manifestazione in quelli che oggidefiniamo "beni culturali" e attraverso una lungaazione politica, sociale e culturale, che l'Italia ha svoltonel corso del tempo (prima e dopo l'unità), per laprotezione dello stesso patrimonio cui oggi facciamoriferimento.Nella Convenzione per la protezione dei beni culturaliin caso di conflitto armato (L'Aia maggio 1954),all'articolo 1 è riportata per la prima volta in campointernazionale l'esplicitazione normativa del concettodi "beni culturali":● i beni, mobili o immobili, di grandeimportanza per il patrimonio culturale dei popoli,come i monumenti architettonici, di arte o di storia,religiosi o laici; i siti archeologici; i complessi dicostruzioni che, nel loro insieme, offrono un interessestorico o artistico; le opere d'arte; i manoscritti, libri edaltri oggetti d'interesse artistico, storico o archeologico,nonché le collezioni scientifiche e le collezioniimportanti di libri o archivi o di riproduzioni dei benisopra definiti;● gli edifici la cui destinazione principale edeffettiva è di conservare o di esporre i beni culturali

BENI CULTURALI E VOLONTARI DI SCN:CONOSCERE, CONSERVARE, TUTELARE,

VALORIZZARE, PARTECIPARE

Emanuela PELOSI

mobili definiti al comma a), quali i musei, lebiblioteche, i depositi di archivi, come pure i rifugidestinati a ricoverare, in caso di conflitto armato, ibeni culturali mobili definiti al comma a);● i centri comprendenti un numeroconsiderevole di beni culturali, definiti ai commi a) eb), detti "centri monumentali".Un decennio più tardi in Italia la CommissioneFranceschini, incaricata di condurre un'indagine per latutela e la valorizzazione delle cose d'interesse storico,archeologico, artistico e del paesaggio (ai sensi della L1089/1939) consegnò il risultato del proprio lavoroadoperando la definizione giuridica "bene culturale":"Appartengono al patrimonio culturale della Nazionetutti i beni aventi riferimento alla storia della civiltà.Sono assoggettati alla legge i beni di interessearcheologico, storico, artistico, ambientale e paesistico,archivistico e librario, ed ogni altro bene checostituisca testimonianza materiale avente valore diciviltà".Da allora questo concetto è andato sempre piùampliandosi, fino ad arrivare alla formulazione (Parteseconda, Titolo I, Capo I, articoli 10-11) che di esso sidà nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio,conosciuto anche come codice Urbani, entrato invigore il primo maggio 2004.I beni culturali sono quindi il prodotto della cultura diun popolo, sono la testimonianza materiale eimmateriale alla quale si riconosce un valore di civiltà,intendendo per patrimonio immateriale o intangibileciò che nella definizione UNESCO è dato dell'insieme"delle manifestazioni culturali, tradizionali e popolari, ecioè le creazioni collettive provenienti da unacomunità, basate sulla tradizione".Queste testimonianze sono un bene irrinunciabile perle comunità, in quanto trasmettono valori legati allacultura dei popoli. Sono la memoria storica di ognunodi noi e rispondono ad un bisogno di conoscenzadell'origine di ciò che è parte integrante di noi stessi.Sono i custodi dell'inconscio collettivo la fonte delnostro benessere psichico e come tali, la lorodistruzione porta alla perdita dell'io e del noi. Proprioperché è impossibile per chiunque rinunciare a sé, aivalori fondanti della società e alla propria storiadiventa indispensabile la conservazione di questi beni.La conservazione, quindi, intesa non come

manutenzione, ma come finalità alla quale tendere pertramandare ai posteri i beni espressione di civiltà;un'azione compiuta nel presente, ma finalizzata alfuturo, che mira a valorizzare, ad utilizzare cioè senzaconsumo il patrimonio culturale, riconoscendo ilvalore di ciò che è arrivato ai nostri giorni senzadistinzioni temporali.Beni che hanno un valore fondante per la civiltà che liha prodotti e che, in alcuni casi travalica i confiniparticolari, per rivestire un ruolo esemplare perl'umanità tutta [Parigi 1972, Convenzione UNESCOsulla protezione del patrimonio culturale e naturalemondiale].Proprio in relazione alla loro valenza lo Stato italiano apartire dai primordi della sua proclamazione e,andando ancora più indietro, i vari Stati checomponevano la nostra penisola hanno sempreadottato una politica di tipo protezionistico, proprioperché consci dei valori insiti nel patrimonio dellanazione, in quell'insieme di "singoli monumenti,grandi e piccoli come parte di un insieme incardinatonel territorio, di una rete ricca di significati identitarinella quale il valore di ogni singolo monumento odoggetto d'arte risulta non dal suo isolamento, ma dalsuo innestarsi in un vitale contesto. (…) le città nellequali viviamo, le chiese in cui entriamo, le case e ipalazzi in cui abitiamo o che visitiamo, le nostre costee le nostre montagne". [Salvatore Settis, Italia S.p.A.,Torino 2002.]La tutela pubblica del patrimonio culturale in Italia haquindi origini antiche. Lo Stato Pontificio fusicuramente quello che si distinse, sia per organicità ecoerenza delle norme emanate sia per tradizione; risaleinfatti al XV secolo (28 aprile 1462) la prima bolla,Cum almam Urbem, con la quale i Ponteficicominciarono la loro opera di salvaguardia delletestimonianze di un glorioso passato; a questa feceroseguito vari editti che ebbero in particolare cura laconservazione, il commercio e l'esportazione deglioggetti d'arte e dei resti archeologici. Tra questiparticolare importanza rivestì, anche al di fuori deiconfini della Stato della Chiesa, l'editto del cardinaleCamerlengo Bartolomeo Pacca emanato il 7 aprile1820, che ebbe tra l'altro il merito di aver compresol'importanza degli strumenti conoscitivi necessari peravere notizia della consistenza del patrimonio verso il

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Dispensa Servizio Civile Unpli - BENI CULTURALI E VOLONTARI DI SCN

quale indirizzare la tutela.Tutti gli altri stati preunitari avevano provveduto nelcorso del tempo ad emanare norme atte ad impedirerimozioni, distruzioni, esportazioni degli oggetti d'artee di archeologia; il solo stato nel quale mancavano taliprovvedimenti legislativi fu il Regno di Sardegna, doveun esempio di attenzione alla conservazione èravvisabile nella costituzione nel 1832 di una Giunta diantichità e belle arti.Raggiunta l'unità del Paese la situazione si complicò,anzitutto perché l'indirizzo generale della politica chetendeva ad unificare l'intera legislazione nazionaletenne fuori la disciplina delle Belle arti da dettoprocesso in virtù della necessità di riorganizzazione disettori del diritto ritenuti più vitali, per cui si preferìriconfermare (L. 28 giugno 1871, n. 286) il plessolegislativo preunitario in attesa di una ristrutturazionenormativa organica; in secondo luogo perché neldibattito politico che si sviluppò emerse la necessità diconciliare valori giuridici confliggenti: la proprietàprivata da una parte, il "bene" culturale dall'altra. Sivennero a creare quindi due concezioni contrapposte,una pubblicistica e una privatistica, che per oltrequarant'anni si sono scontrate in ambito parlamentareprima di trovare un accordo per la formulazione diuna legge di tutela valida su tutto il territorio nazionale.Con l'andar del tempo ci si rese conto che le antichitàe belle arti non solo erano in grado di appagare ilsenso estetico, ma soddisfacevano anche il bisogno direcupero della propria identità culturale, divenendofattore di coesione nazionale. Si ebbe pertantoconsapevolezza che dovere di tutti i cittadini e delloStato fosse la loro conservazione e tutela, dato checostituivano "la gloria vivente della Nazione"; dato chepotevano servire da "scuola e da modello, non solonelle diverse arti belle, ma anche nelle altre che sondette della industria"; dato che grazie a loro si potevarisalire "alla vicenda delle arti, alla storia dei secoliandati e delle origini nostre" e anche "perchécostituiscono una rendita certa, perocchè se il paesenostro è in ogni anno visitato da tanti stranieri, questoin gran parte dipende dai monumenti che vi siammirano, dai lavori che l'arte possiede; i quali sonouna perenne attrattiva, uno stimolo alla curiositàforestiera e tesoro inesauribile di studio per tutte lecolte nazioni" [Atti Parlamentari, Camera dei Deputati,

Relazione tenuta dal Ministro Correnti]. Parole di profonda saggezza, che mostrano la tensionemorale che le animava, soprattutto se si considerano iprofondi sforzi che da allora vari uomini politicihanno dovuto compiere per giungere allaformulazione della prima legge nazionale di tutela (L.12 giugno 1902, n. 185), poi perfezionata nel 1909 (L.20 giugno, n. 364), fino ad arrivare alle leggi Bottai del1939 (n. 1089 e n. 1497), di epoca fascista,avanzatissime per gli anni in cui furono scritte, tantoda aver svolto un'influenza sull'attuale Codice dei BeniCulturali e del Paesaggio, approvato 22 gennaio 2004(decreto legislativo n. 42).È chiaro quindi come alcune costanti a partire dagliantichi Stati preunitari, dalle prime leggi di tutela(1902-1909), dalle leggi del 1939, fino ad arrivare adoggi, sono ravvisabili: l'appartenenza del patrimonioculturale a tutti i cittadini, il dovere da parte dello Statodi tutela e valorizzazione dello stesso (anche se oggiquest'ultima funzione è affidata alle Regioni, disgiuntaquindi dalla tutela, affidata allo Stato, contrariamente aquanto tanti eminenti studiosi vanno affermando)mediante la conoscenza, subordinata ad un attentolavoro di ricerca e catalogazione. In questo modo è venuta formandosi la cultura dellaconservazione, che prima di essere norma giuridica èstata ed è coscienza civile nazionale, come tale tesa alladifesa di quei valori identitari che sono alla base delnostro stesso essere italiani; per questa ragione l'Unpli,con la sua capillare diffusione, con le propriespecifiche attività, con l'impegno ostinato dei suoi soci,ben si presta a condurre quella difesa non armata dellapatria, mediante la conservazione e valorizzazione deibeni culturali, alla base del servizio volontario civile e afarsi portavoce dell'imparare facendo, strategiaeducativa che contraddistingue l'azione dei giovanivolontari.Coloro che scelgono le pro loco per il proprio anno diservizio civile si attiveranno quindi a difesa dei valorinazionali insiti nel nostro patrimonio culturale,diffondendo la conoscenza dei beni materiali eimmateriali che essi stessi impareranno a conoscere, adamare e a difendere dall'ottusità di individui cheattentano non solo al bene, ma al valore storico,artistico, archeologico, etnoantropologico, in unaparola di civiltà che esso rappresenta.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - BENI CULTURALI E VOLONTARI DI SCN

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Dispensa Servizio Civile Unpli - BENI PAESAGGISTICI E NATURALI TUTELA E VALORIZZAZIONE

La tutela del territorio e la salvaguardia dei beninaturali sono argomenti di forte attualità che peròsono visti da molti ancora come elementi secondaririspetto ad altre problematiche o peggio ancora quasicome un inutile costo per la società, generando a volteavversione nei confronti di chi opera a favore dellatutela ambientale.Il termine "tutela" non va inteso unicamente comeprotezione totale ed estremistica degli ambientinaturali, con divieti o vincoli per qualsiasi attività daparte dell'uomo, ma può essere inteso, in un'ottica diSVILUPPO SOSTENIBILE, come utilizzo dellerisorse naturali protette compatibilmente con il loromantenimento nel tempo, (ad esempio da parte dellepopolazioni locali per scopi turistici).Tuttavia, la possibilità di un corretto utilizzo delterritorio a lungo termine, anche dal punto di vistaeconomico, e con vantaggio delle popolazioniresidenti, è strettamente dipendente dalla capacità diapprofondire la conoscenza delle ricchezze naturaliesistenti, per scoprirne i caratteri di lunga durata e lerisorse trascurate o nascoste da assumere comepotenzialità per ipotesi di sviluppo e di interventobasate sulla specificità dei contesti locali. A tal proposito, qualsiasi progetto di tutela evalorizzazione di beni sia naturali, culturali, storici o dialtra natura non può essere pianificato se prima non siabbia a disposizione uno strumento fondamentale: laconoscenza di base del territorio su cui si intendeoperare. Va precisato, inoltre, che è necessario tutelare non soloquella natura che si presenta ricca di rarità floristiche ofaunistiche, ambienti selvaggi ed incontaminati, maspesso le realtà italiane da preservare sono degliambienti modificati e valorizzati dall'uomo, come quelliprodotti nel corso dei secoli dalle tradizionali praticheagricole e forestali, ambienti che pur essendo

"artificiali" mantengono un delicato equilibrio naturaleal loro interno, equilibri che però al giorno d'oggi sonosovente minacciati dalla tecnologia sempre più spinta edalla dilagante urbanizzazione del territorio,soprattutto nel Nord Italia.Vediamo allora quali potrebbero essere le fasi di unprocesso di tutela e valorizzazione di un territorio edelle sue risorse naturali e paesaggistiche, consapevolidel fatto che la seguente non sia la sola via da seguirema che ogni realtà locale debba elaborare da sé lastrategia migliore in base ai propri obiettivi e alleproprie risorse.1. La prima fase di un progetto di valorizzazionee tutela non può trascurare una analisi iniziale delterritorio, attraverso una raccolta e catalogazionesistematica di dati riguardanti la flora, il patrimoniofaunistico, le valenze paesaggistiche e storiche, ecc…,dati che spesso sono già stati raccolti in grandequantità in diversi studi ma spesso risultano esserecustoditi da Enti o soggetti diversi e di conseguenzamalamente o scarsamente utilizzati perché nonconfrontabili ed integrabili tra di loro.In questa fase potrebbe rivelarsi utile la raccolta e lacatalogazione, ad esempio, di Tesi di laurea cheabbiano trattato, sia pure sotto aspetti diversi, la zonada valorizzare/tutelare, e di tutti i testi prodotti a livellolocale (guide naturalistiche, carte tecniche tematiche edelaborati scientifici in genere).Tali testi potrebbero poi essere messi a disposizione inuna biblioteca, in modo da poter essere consultatianche da chi in futuro ne avrà bisogno per ulterioriricerche, tesi, ecc…Se i dati a disposizione fossero vetusti o comunqueparziali, bisognerebbe promuovere delle ricerchemirate a comporre un quadro completo dellepotenzialità naturali - paesaggistiche del territorio. A tale scopo, possono essere incentivati lavori di

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Giovanni FOLLADOR

ricerca ed elaborazione di dati da parte di scuole,Associazioni, Enti locali promuovendo tali iniziativeattraverso concorsi o in collaborazione con progetti diricerca a livello Provinciale o Regionale.2. Una volta acquisiti i dati sui beni ambientali enaturali, lo strumento più efficace per rendere tuttequeste informazioni scientifiche omogenee e meglioutilizzabili è organizzarle e riprodurle in una cartografiatematica (carte geologiche, geomorfologiche,vegetazionali, faunistiche). Essa si rivela difondamentale importanza per rendere poi possibili lefuture elaborazioni delle informazioni in nostropossesso e dare una visione globale e completa delterritorio sul quale operare con piani di tutela evalorizzazione.Le carte tematiche possono rivelarsi utili anche inun'altra fase del processo di tutela e valorizzazione,ovvero quella della promozione turistica di sentierinaturalistici, di cui parleremo più avanti.3. A questo punto sarà necessario pianificare ilprogramma di tutela e valorizzazione: evidenziareall'interno del territorio oggetto della nostra analisi leemergenze naturali e paesaggistiche ed individuare ifattori di rischio, in genere dovuti alla presenzadell'uomo e alle sue attività economiche, ma ancheeventi naturali (frane, erosioni, esondazioni…) chepossono danneggiare le risorse presenti nel territorio. Tra le aree analizzate, è necessario inoltre individuarequelle maggiormente minacciate da interventi umani eche quindi hanno bisogno nell'immediato di interventiche possano ridurre il rischio o mitigare i danni se leopere che vanno ad alterare quell'ambiente sononecessarie. Gli obiettivi e le strategie del programma potrannodunque spaziare da azioni di tutela vera e propria, adusi sostenibili del territorio e delle sue risorse, allavalorizzazione degli ambienti naturali e del paesaggio edelle tipicità del luogo.In qualsiasi caso deve comunque essere garantita laconservazione della biodiversità esistente, al fine dinon impoverire il valore intrinseco di quell'ambiente.Ancora una volta quindi, emerge l'importanza di averefin dall'inizio un quadro completo delle specie vegetalie animali e di tutte le altre caratteristiche dell'ambientein analisi (caratteristiche del suolo, qualità delle acque,fattori geomorfologici) in modo da poter monitorare

successivamente la conservazione di queste variabilinel tempo e pianificare, se l'ambiente si presentadegradato, il loro miglioramento .Non è possibile qui esemplificare le varie strategie perla tutela e la valorizzazione, in quanto ogni realtà localeva studiata e pianificata singolarmente, ma verrannoproposti solo alcuni spunti.● Favorire nelle aree di montagna più vocate ilripristino di attività silvo-pastorali tradizionali,compatibili con le finalità di tutela, vietando l'impiegodi diserbanti, disseccanti, concimi chimici e specieforaggiere estranee all'ambiente naturale della zona.Nell'adeguamento delle malghe porre attenzione almantenimento del valore paesaggistico della strutturanel contesto circostante.● interventi per la ricostituzione dei boschi o ilmiglioramento qualitativo degli esistenti, perraggiungere un assetto della copertura forestale piùstabile e funzionale. ● interventi per la prevenzione da danni naturali,quali riqualificazione di rive dei laghi, alvei dei torrenti,dissesti idrogeologici in genere.● interventi a favore della fauna: creazione econservazione di zone umide, mantenimento di alberimaturi, tutela dei siti di riproduzione delle diversespecie animali● mantenimento e/o ripristino delle siepiperimetrali nelle campagne coltivate, a garanzia di unamaggior biodiversità.● Salvaguardia di habitat di specie endemichetramite particolari vincoli sull'edificabilità o per lacostruzione di manufatti, sulla caccia e altre attivitàumane.● Promozione del recupero di manufatti(abitazioni, edifici, vie) già esistenti, senza ulterioreconsumo di territorio.4. Una volta stabilite le strategie migliori, ènecessario coordinare le proprie attività con quellepromosse da altri Enti / Associazioni del luogo, al finedi collaborare in una sinergia di intenti alla salvaguardiadell'ambiente naturale, patrimonio comune dellacollettività ed eredità da tramandare intatta ai posteri.5. Un aspetto fondamentale per il processo ditutela e valorizzazione di un territorio è senza dubbiola divulgazione della cultura naturalistica. Il farconoscere dal vivo un determinato ambiente, con i

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suoi aspetti faunistici e vegetazionali, unendoli allastoria e alle tradizioni del luogo, è il metodo miglioreper suscitare nella collettività, ed in particolare nellenuove generazioni, la cultura del rispetto per la Natura.Far conoscere l'ambiente tutelato, farne apprezzare ilvalore, far comprendere il motivo di eventualilimitazioni nell'utilizzo delle risorse del territorio è difondamentale importanza per ottenere lacollaborazione della collettività nel processo disalvaguardia e valorizzazione.Tuttavia anche la frequentazione eccessiva dell'areatutelata po' comunque recare dei danni, portare uncerto degrado a causa del carico antropico dovuto aivisitatori: sarà necessario valutare attentamente quantoe come visitare l'area in oggetto, in modo da avere ilmassimo rendimento culturale ed il minimo impattoambientale, in un ottica di fruizione compatibile con ilprocesso di tutela.Le offerte "culturali - naturalistiche" chiaramente,dovranno essere diversificate in base al tipo dipubblico da sensibilizzare, con programmi diversificatiper scolaresche, gruppi di adulti residenti nel luogo,turisti occasionali e così via.In ogni caso, alla base di una buona riuscita di taliattività vi è la manutenzione e lo sviluppo dellasentieristica, la riscoperta di antichi tracciati- sentieri edi conseguenza la tutela del diritto di accesso alleproprietà private attraversate da tali percorsi.A tal proposito, ritorneranno utili le carte tematicheredatte nelle fasi preliminari del progetto di tutela, chepotranno diventare i supporti tecnici per tracciare esegnalare sentieri tematici diversificati in base agliinteressi dei visitatori.Nel campo dell'educazione ambientale rivolta allescolaresche, vi sono ormai molte Associazioni,ambientaliste e non, che offrono pacchetti didatticivariegati.Per rimanere nell'ambito delle Pro Loco, per esempio,da anni a Combai in concomitanza con la "Festa deiMarroni" viene proposto il "Progetto Natura" al finedi far scoprire ai ragazzi delle scuole materne,elementari e medie il territorio delle Prealpi Trevigiane. Le varie iniziative culturali proposte mirano a farinteragire direttamente i ragazzi con l'ambientenaturale, attraverso escursioni guidate nel corso dellequali gli alunni hanno modo di osservare dal vivo le

molteplici peculiarità dell'ambiente naturale dellePrealpi e di cogliere le caratteristiche architettonichedel paese, allo scopo di far capire loro l'importanzadell'antico rapporto dell'uomo con il bosco e lamontagna. Al termine dell'escursione viene proposta anche ladegustazione del prodotto tipico del luogo, i marronidi Combai.Nei giorni festivi vengono organizzate passeggiateguidate per adulti, che hanno il medesimo scopo diquelle organizzate per i ragazzi, ovvero accrescere laconoscenza e di conseguenza il rispetto per la Natura ele tradizioni del luogo.Non dimentichiamo poi che il patrimonio naturale-paesaggistico e quello storico-artistico sono spessorealtà intimamente legate e inscindibili, per cuitrattando un aspetto del territorio non si puòtrascurare l'altro.Altre iniziative culturali utili possono essere convegniorganizzati per offrire maggiore informazione allapopolazione locale su vantaggi e sviluppi dei progettidi tutela e valorizzazione, allo scopo di avvicinare iresidenti al progetto per la sua migliore attuazione eriuscita.6. Sempre guardando alla popolazione locale,vanno ricercate le possibilità per uno sviluppoeconomico sostenibile dell'area da tutelare evalorizzare, attraverso la promozione dell'ambientenaturale e delle sue risorse/prodotti tipici ecc.… Bisogna sottolineare nuovamente che la conservazionee la tutela non necessariamente implicano un divieto diutilizzo delle risorse locali (azione sicuramentenecessaria nel caso di biotopi ecologicamente rilevantie delicati), ma possono assumere le forme di unafruizione del territorio che rispetta gli equilibri naturali.Alcuni spunti secondo la logica della"CONSERVAZIONE NELLO SVILUPPO delterritorio" ● raccolta, stoccaggio, trasformazione econservazione dei prodotti del bosco o prodotti tipicicomunque provenienti da terreni di proprietà di privatie/o di Comuni e la loro promozione attraverso eventie manifestazioni a tema. ● Stimolare la costituzione di cooperative eassociazioni di privati e/o comuni per la gestione dellerisorse del territorio e la loro promozione.

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Per ricerca sociale si intende un'attività di ordineempirico finalizzata all'acquisizione, organizzazione,interpretazione ed elaborazione di informazioni. Nel parlare di attività empirica, ci si riferisce al fattoche essa si svolge sul campo, ovvero facendoesperienza diretta. Si può fare ricerca in campo medico, biologico,matematico, fisico… ovvero nell'ambito di quelle chesono note come "scienze esatte" o ancora "scienzenaturali". Ma si può fare ricerca anche in ambitostorico, politico, economico, sociologico… ovvero nelcampo delle scienze sociali. Cambia l'oggetto di studio. Nel primo caso si studianofenomeni naturali, nel secondo fenomeni umani. Lascientificità della ricerca non è data dalla disciplinanella quale si opera ma dal metodo che si applica percondurre la ricerca, ogni area disciplinare ha metodispecifici. Ogni lavoro di ricerca attraversa fai operativespecifiche: 1. Definizione dell'oggetto e degli obiettivi dellaricerca: si chiarisce qual è l'oggetto di studio, lemotivazioni che hanno spinto verso tale oggetto e gliobiettivi che si perseguono.2. Progettazione operativa del lavoro di ricerca:si pianifica il lavoro chiarendo i metodi e gli strumentidi rilevazione che si intendono utilizzare.3. Rilevazione delle informazioni: si rilevano leinformazioni, ovvero, si raccolgono i dati utili ai finidegli obiettivi della ricerca.4. Analisi e interpretazione dei risultati ottenuti:si "tirano le somme", ovvero si interpretano i risultatiottenuti e si riflette su di essi nonché sui riscontri chehanno con le ipotesi di partenza e gli obiettivi prefissi.A seconda del tipo di indagine e degli obiettivi cheperseguono si utilizzeranno diversi approcci e diversistrumenti di rivelazione.

GLI APPROCCI DELLA RICERCA SOCIALE:Approccio quantitativo o standardizzatoL'approccio quantitativo si utilizza per quelle ricercheche indagano su campioni statistici per coglieretendenze generalizzabili all'intera popolazione diriferimento.Periodo storico di riferimento: Primi anni dell'800,ovvero gli anni del Positivismo, quando in seguito allaRivoluzione Francese e alla Rivoluzione Industrialecambiò radicalmente l'assetto della società e si diffuseun clima di grande ottimismo e di grande fiducianell'uomo e nella scienza visti i grandi traguardi che inquegli anni si raggiunsero sia in campo giuridico agaranzia dei diritti di cittadinanza, sia in campotecnologico. Sulla base di questi sentimenti gliapprocci di studio sociale erano volti a studiare lasocietà nel suo insieme, non a caso gli studi sociali diquegli anni sono definiti "macro-sociali". A partire da quegli anni la ricerca quantitativa si èsviluppata e diffusa durante tutto il 900 e ancora oggiè molto utilizzata e molto utile ai fini delle scienzesociali.

I METODI DELLA RICERCA QUANTITATIVA:Nei primi anni del 900, trova grande riscontro lasurvey che rappresenta il metodo di ricerca modellodall'approccio quantitativo.La survey è un'indagine di carattere empiricofinalizzata ad assumere, mediante procedurestandardizzate delle informazioni da un numerodeterminato di individui coinvolti nel lavoro di ricerca.Elemento che contraddistingue questo tipo di ricercaè la standardizzazione degli strumenti utilizzati. Lastandardizzazione consiste nel chiedere agli individuiche costituiscono il campione di riferimento le stessecose, nello stesso modo, con la stessa frequenza eprevedendo, altresì, le stesse risposte.

RICERCA SOCIALE

Daniela TURCO

GLI STRUMENTI DI RILEVAZIONE:Strumento di supporto ai metodi di ricercaquantitativa è, prevalentemente, il questionario, ovveroil tipo di intervista utilizzato nelle ricerche sociali cheha il massimo grado di standardizzazione.I vantaggi della standardizzazione sonoessenzialmente tre:1. Consente la necessaria rappresentatività deirisultati e l'estendibilità all'interno della popolazione diriferimento;2. Contiene il più possibile le eventualiambiguità connesse al diverso uso del linguaggio che idiversi intervistati potrebbero esprimere in quantosono previste per tutti le stesse possibilità di rispostechiuse. 3. Consente di tradurre le informazioni acquisitein variabili che possono essere oggetto di elaborazionistatistiche e codificheCostruzione e somministrazione del questionario

Il questionario viene costruito dopo aver delineatouna mappa tematica, ovvero, dopo aver individuatoquali sono gli argomenti da trattare al fine di ottenerele informazioni di cui abbiamo bisogno. Una primaparte è quasi sempre riservata ai caratteri socio-anagrafici degli intervistati, il resto del questionario sisuddivide in paragrafi, ognuno contenente delledomande su specifici argomenti.

LE REGOLE DA RISPETTARE NELLACOSTRUZIONE DEL QUESTIONARIO:● Esaustività: l'elenco delle risposte deve esserecompleto e racchiudere tutte le possibilità di risposta.● Mutua esclusività: le risposte previste devonoescludersi vicendevolmente, non deve esserci unasovrapposizione di significato fra l'una e l'atra. ● Chiarezza concettuale: le domande devonoessere chiare e i concetti utilizzati chiaritipreliminarmente al fine di evitare interpretazionisbagliate o fuorvianti da parte dell'intervistato.● Chiarezza del compito: il ricercatore devechiarire qual è il suo compito e quali sono le finalitàdella ricerca, è necessario che chi viene interpellato siamesso al corrente dei motivi e dei fini della ricerca,così che possa sentirsi a proprio agio e sia incentivatoa collaborare.● Adeguatezza del linguaggio: le domande del

questionario devono essere previste utilizzando unlinguaggio chiaro e coinciso, adeguato allecaratteristiche degli individui che costituiscono ilcampione di riferimento.

COME SELEZIONARE IL CAMPIONE?In base agli interessi di ricerca varia il campione diriferimento che può essere: ● Campione rappresentativo della popolazionedi riferimento● Campioni stratificati della popolazione diriferimentoIl campionamento della popolazione si realizzaattraverso metodi probabilistici quando si persegue larappresentatività statistica, ovvero quando, l'analisicondotta su un numero ridotto di persone può esseregeneralizzata all'intera popolazione del territorio nelquale si è condotta l'indagine.Ci sono anche delle ricerche standardizzate, ovveroquantitative non campionarie, cioè non statisticamenterappresentative ma altrettanto utili per la descrizione ecomprensione di alcuni fenomeni sociali. Quando non si persegue la rappresentatività statisticasi opera il campionamento a "valanga". Tale forma di campionamento si utilizza quando ilricercatore non può contare su delle liste e, quindi,dovrà selezionare il campione sulla base diinformazioni ricevute da conoscenti o da persone checompongono la popolazione che a lui interessaindividuare. (Es. Ricerche sull'immigrazioneclandestina, sullo sfruttamento della prostituzione,ecc.)Una volta costruito il questionario, selezionato ilcampione e raccolte le informazioni di interesse, siprocede all'elaborazione dei dati. Esistono deisoftware appositi per queste operazioni, il più famosoè SPSS (Statistical Package for the Social Sciences), èun programma che analizza numeri, il che spiega lanecessità di utilizzare domande chiuse e di ridurre alminimo le domande aperte quando si costruisce ilquestionario. Ad ogni domanda si associa unavariabile e ad ogni possibilità di risposta un numero,dopo aver codificato tutte la domande e tutte lerisposte il programma elabora i dati in percentualiricavando tabelle, grafici che sintetizzano le tendenzeprevalenti della popolazione intervistata generalizzabili

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a tutta la popolazione di riferimento.Approccio qualitativo o non standardizzatoQuando si parla di approccio qualitativo ci si riferiscead una metodologia che non persegue larappresentatività statistica e che non ha il fine diragionare sulle informazioni in termini di matrici didati. Si parla, infatti, anche di metodo NON-STANDARD poiché la standardizzazione non è lafinalità della ricerca qualitativa e questo,principalmente per due motivi:1. Non si persegue l'obiettivo dellageneralizzazione dei risultati2. Non si persegue l'obiettivo della elaborazionestatistica dei dati.Nella ricerca qualitativa si persegue la rappresentativitàtipologica: ogni tipo sociale del "campione" deveessere tenuto in considerazione e non può esseretralasciato. L'approccio qualitativo si diffonde soprattutto apartire dagli anni 60 dello scorso secolo, quando gliinteressi della sociologia e della ricerca sociale sispostarono da una visione macro ad una visionemicro. In precedenza l'interesse primario era rivoltoallo studio di grandi tendenze di massa, di fenomenicollettivi, la società si studiava prevalentemente nelsuo insieme, come somma di tanti individui. Nellaseconda metà del '900, in seguito anche all'esperienzadelle due grandi guerre e in seguito a tutti icambiamenti sociali che ad esse seguirono, l'interessedi studio dalla società si è spostato all'individuo, alsingolo, in quanto essere sociale, ovvero attore cheagisce nella società influenzando la società stessa.

I METODI DELLA RICERCA QUALITATIVA:● Metodo etnografico: è un metodo che si èsviluppato all'inizio del 900 e fa capo a Malinowski,un importante studioso della società moderna. È unmetodo utilizzato per lo studio di culture diverse.L'idea guida è che per effettuare questo tipo di studisia necessario vivere nell'ambiente che si intendeutilizzare come se si fosse di quel luogo, entrando inrelazione con le persone che lì sono radicate e,preferibilmente, senza rivelare la propria identità diricercatore. ● Studio di casi: consiste nella selezione di unnumero di casi particolarmente significativi del

fenomeno oggetto di studio della ricerca. Si lavora inprofondità sui pochi casi selezionati e su un numeroelevato di informazioni. Il ricercatore è orientato aglielementi che contraddistinguono i singoli casi al finedi rilevare categorie concettuali per descrivere i tipirilevati.● Metodo biografico: questo metodo prevedeuna ricostruzione del vissuto dei soggetti, anche quil'intento è quello di rilevare casi esemplari utili perleggere e interpretare diversi fenomeni. Dalla storia divita individuale possono emergere moltissimi elementilegati all'interazione sociale, alla socializzazione,all'integrazione nella società, ecc.

GLI STRUMENTI DI RILEVAZIONE:● Osservazione partecipante● Intervista ● Strutturata: si tratta di un colloquio faccia afaccia dove le domande sono prestabilite mal'intervistato è libero di rispondere con le proprieparole.● Semistrutturata: in questo tipo di intervista cisono delle domande prestabilite ma i tempi e lemodalità di conduzione dell'intervista sono menorigide e lasciano più spazio alle esigenzedell'intervistato● Libera: L'intervista libera è il tipo di intervistache presenta il più basso grado di strutturazione,l'intervistatore lancia solo degli input all'intervistatoche sarà libero di dire ciò che ritiene più rilevante (es.Mi parli di sé)

LE REGOLE DA RISPETTARE PER LACONDUZIONE DI UN'INTERVISTA:● Specificare la propria identità e il propriocompito● Precisare i propri obiettivi● Precisare il contenuto delle interviste● Spiegare i motivi che hanno spinto aselezionare quella determinata persona per l'intervista● Scandire insieme all'intervistato i tempidell'intervista● Precisare le modalità dell'intervista● Dare delle garanzie rispetto alla privacy● Chiedere il permesso di registrare laconversazione per poterla poi trascrivere

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● Capacità d'ascolto● Capacità di guidare la conversazione verso gliargomenti di interesse della ricercaDopo aver raccolto le interviste necessarie esseverranno trascritte o ricostruite così da poteranalizzare il testo e codificarne i contenuti. La codificadei contenuti avviene associando ad ogni periodo unargomento e ad ogni argomento un codice così dapoter rilevare il numero di argomenti emersi e potereffettuare delle comparazioni.

RIASSUMENDO:Obiettivi della ricerca quantitativa o standardizzata: ● Rappresentatività statistica● OggettivitàObiettivi delle ricerca qualitativa o non standard:● Rappresentatività tipologica● Soggettività e singolarità

STRUMENTI RICERCA QUANTITATIVA oSTANDARDIZZATA● Questionario (quantitativa diretta)● Consultazione di dati statistici già esistentisull'argomento di nostro interesse (quantitativaindiretta)

STRUMENTI RICERCA QUALITATIVA ONON STANDARDIZZATA● Interviste ● Tematiche/materiali di discussioni di gruppo(focus groups, ecc.)● Osservazione partecipante● Documenti personali (per es.lettere,corrispondenza, diari, fotografie, articoli digiornale, ecc.)

COME CLASSIFICARE LE INTERVISTE? In base a:● DIRETTIVITÀ● STANDARDIZZAZIONE● STRUTTURAZIONE

LA DIRETTIVITÀÈ la possibilità, da parte del ricercatore,di stabilire icontenuti dell'intervista o, anche, rovesciando il puntodi osservazione, la non-libertà, da parte

dell'intervistato, di decidere i contenuti delle suerisposte

LA STANDARDIZZAZIONEÈ l'uniformità degli stimoli offerti, sia per quantoriguarda la loro forma sia per ciò che concernel'ordine della loro presentazione (es. questionario)

LA STRUTTURAZIONE(si riferisce direttamente alla traccia) È la forma dellatraccia, lo schema degli argomenti da trattare, la loroarticolazione, il livello di dettaglioA seconda del grado di strutturazione distinguiamotre tipi di intervista:1.standardizzata: il questionario2.semistrutturata3.non direttiva

IL QUESTIONARIO:Insieme di domande, prevalentemente e più spessoesclusivamente chiuse, in cui è stabilito un ordine fissodelle interrogazioni e che esaurisce in sé i contenutidella rilevazione e dunque gli ambiti conoscitivi dellaricerca. Inserito in un disegno della ricerca costruitoex ante, lavora dentro una relazione strutturata tra ilquadro teorico di partenza e il percorso di ricerca. Iconcetti che formano il suo contenuto vengonooperazionalizzati, attraverso procedure diclassificazione, ordinamento, conteggio o misurazionee le informazioni che vengono raccolte entrano in unframe di lettura specifico: la matrice dei datiL'INTERVISTA SEMI-STRUTTURATATipo di intervista in cui viene posta una serie didomande, sempre le stesse e nello stesso ordine pertutti, lasciando libero l'intervistato di rispondere comecrede. È, dunque, un'intervista che prevede uninsieme fisso e ordinato di domande aperte.

L'INTERVISTA NON DIRETTIVA OBIOGRAFICAL'intervista biografica è il racconto - quanto piùonesto e completo possibile, fatto da una persona aun ricercatore/trice che guida l'intervista - di unsegmento della sua esperienza o dell'intero percorsodella sua vita. È costituita da ciò che la persona scegliedi raccontare, ricorda e vuole che gli altri conoscano.

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Parlare in pubblico e al pubblico non è semplice,bisogna superare molte paure e acquisire molte tecniche.È stato stimato che ben l’88% della popolazione italianaha paura di parlare in pubblico. Ma da dove provienequesta paura, quali sono i suoi fondamenti?La sindrome da public speaking è dovutaprincipalmente al terrore del giudizio altrui, al timore disfigurare davanti ad una platea, alla preoccupazione dinon sapere gestire eventuali interventi o pericoloseobiezioni. Quindi, una delle principali cause per cui lacomunicazione in pubblico richiede una preparazionespecifica è l’ansia che attanaglia chiunque si rivolga a unpubblico di più di due persone.In alcuni casi, il problema sussiste anche negli scambiinterpersonali, dove chi deve comunicare non riesce aesprimere compiutamente il proprio pensiero per unatensione che blocca ogni iniziativa, paralizza l’intelletto ea volte anche la lingua.Ricordate che parlare in pubblico non significasemplicemente esprimere dei concetti ma trasmetteredei messaggi per conseguire un obiettivo.Volete “convincere” un gruppo di persone adascoltarvi, ad elaborare mentalmente i concetti da voitrasmessi, ad utilizzare le tecniche da voi proposte?Bene, per prima cosa dovete motivare, emozionare, farecondividere le stesse ansie, le stesse speranze, gli stessifini: in altri termini, dovete conquistare i vostriinterlocutori.Ma come è possibile nascondere lo stress, evitare cadutedi stile, gestire obiezioni e soprattutto incantare unintero uditorio costituito al suo interno da personalipercezioni?La prima operazione da effettuare deve riguardare soloed unicamente Voi! È fondamentale, infatti, prima edurante la gestione di un uditorio, “lavorare” su se stessi,per modificare la propria immagine interiore.A tal fine, ricordate sempre che lo stress, entro certilivelli, è sempre funzionale dato che esso innalza la

soglia dell’attenzione, aumenta la percentuale diadrenalina nel vostro corpo, in definitiva rappresenta la“benzina” ideale per un’ottimale accensione dei vostrimotori emozionali ed intellettivi. Quindi se canalizzatopositivamente lo stress diviene un prezioso alleato di chiparla in pubblico in quanto consente di essere presenti eattenti nella percezione dei segnali provenienti dalpubblico e nel contempo dà energia; se sofferto, invece,può bloccare importanti funzioni quali la salivazione, lavoce e la memoria.Ma cosa fare se il livello tensionale aumenta a tal puntoda impedirvi di parlare, di organizzare mentalmente iconcetti da esprimere?Un primo escamotage potrebbe essere quello diimmaginare ogni singolo individuo come una semplicepersona, al pari di voi o di chiunque altro. Voi siete iprimi manager di voi stessi; credete nelle vostre capacitàe nei vostri sogni. Tutto questo può essere applicato edampliato usando una tecnica innovativa, ma già moltodiffusa, la Visualizzazione creativa. Essa consiste nelpresentarsi in anticipo nel luogo in cui si svolgeràl’intervento, guardarlo e memorizzarne gli spazi e ladisposizione delle strutture interne.Quando tutto sarà fissato nella mente, basteràconcentrarsi a vedere la sala gremita da persone, viverenell’immaginazione ciò che si vuole fare, provare imovimenti che si vorrebbero fare, a volte, a occhi chiusi,pronunciare l’inizio o le battute salienti del discorso.Qui di seguito si elencano una serie di suggerimentioperativi per mettere a frutto lo stress e guidare ilnervosismo.● Il giorno prima della presentazione- pianificare;- fare una verifica degli aspetti logistici;- provare, provare, provare;- studiare l’argomento e prepararsi;- raccogliere o verificare le informazionisull’uditorio;

PARLARE IN PUBBLICO

Cettina MAZZAMUTO

Dispensa Servizio Civile Unpli - PARLARE IN PUBBLICO

- visualizzare creativamente le fasi dellapresentazione;- dormire un numero sufficiente di ore erilassarsi.● Il giorno della presentazione:- verificare la sala e le attrezzature;- esercitarsi brevemente;- darsi dei riconoscimenti positivi;- mangiare poco.· Poco prima della presentazione:- fare esercizi di rilassamento muscolare ementale;- discutere piacevolmente per scaricarsi;- salutare i presenti prima della presentazione;- fare in modo di iniziare puntualmente;- eliminare, quanto è possibile le barriere fisiche;- isolarsi qualche minuto per concentrarsi;- verificare per l’ultima volta il tempo adisposizione.● Durante la presentazione:- stabilizzare la voce;- dare contatto visivo all’uditorio;- fare delle pause per respirare;- fare attenzione al proprio corpo;- osservare il linguaggio non verbale delpubblico;- sorridere (se la situazione è appropriata);- bere un sorso d’acqua ogni tanto;- non dilungarsi.

Un’altra considerazione importante riguarda gli obiettividella presentazione. Quali sono i benefici derivanti dauna chiara definizione degli obiettivi per chi deveaffrontare un discorso o una presentazione?● Risparmiare tempo.● Organizzare più velocemente la presentazione.● Focalizzare i punti da trattare ed evitaredigressioni.● Dimostrare al pubblico la vostra preparazione ecredibilità durante la presentazione.● Avere uno strumento di misurazioneverificando, al termine della presentazione, se gliobiettivi sono stati raggiunti.Definire gli obiettivi richiede metodo e chiarezza, percui è molto importante porsi alcune domandefondamentali prima di affrontare questa fase:

- chi mi ha chiesto di parlare?- Ho ricevuto degli obiettivi da qualcun altro?- Che cosa voglio che il mio uditorio ottengadalla mia presentazione?Dopo aver definito gli obiettivi, ponetevi la seguentedomanda:- Il mio obiettivo è realistico e raggiungibile einerente all’argomento trattato?La preparazione dell’intervento, con la propostaadeguata di uno o più obiettivi, meglio se pochi, divieneil metodo più efficace per ridurre notevolmente lo stressdi chi parla in pubblico:Obiettivo + Preparazione = Meno stress!Utile per un oratore è, anche, la conoscenza di alcunistrumenti della programmazione neurolinguistica(PNL), valido supporto all’analisi nella comunicazione epropone tre modelli attraverso i quali si possonocatalogare anche le modalità di ascolto dell’uditorio.Saper ascoltare l’uditorio è un elementoimportantissimo del public speaking, possiamoaffermare che senza uditorio non c’è alcun motivo perparlare in pubblico!I modelli sono tre: visivo, uditivo, cenestesico. Essi sirifanno alle differenti caratteristiche che le personepossono mostrare nell’interagire tra loro.Il modello visivo identifica persone che preferirannoricevere immagini nitide durante una presentazione; ilmodello uditivo, persone che vorranno avere i materialiscritti a supporto di quanto verrà detto e liconfronteranno costantemente; il modello cenestesico,infine, persone che vorranno essere coinvolte in esercizi,quiz, attraverso i quali scoprire i messaggi inviati.Anche i relatori adottano più o meno consapevolmente,tecniche di presentazione in linea con una delle tremodalità citate.Le brevi considerazioni esposte in questo abstract, ciportano ad affermare che non è possibile affrontare inpoco tempo il public speaking, occorre leggere,documentarsi e studiare le regole di comunicazione inpubblico, aggiornando le conoscenze e studiando iclassici, che restano sempre i punti di riferimento, masoprattutto…. è necessario provare, sperimentare,tentare, fallire, riprovare, sperimentare, ritentare, riuscire,ottenere, raggiungere per poi ripartire con grandemotivazione e da persone vincenti che hanno unobiettivo da raggiungere.

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Dispensa Servizio Civile Unpli - PRO LOCO E TURISMO: L’UFFICIO INFORMATIVO

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1.1 CENNI STORICI

Che cos’è il turismo?Secondo il WTO – World Tourism Organization (

Organizzazione Mondiale del Turismo – che è undipartimento delle Nazioni Unite), il Turismo è lapratica svolta da coloro che viaggiano e visitanoluoghi a scopo di svago, conoscenza ed istruzionee il Turista è la persona che si allontana di almeno80 Km da casa a scopo ricreativo e/o conoscitivo.Con lo stesso termine si può intendere anche ilsettore industriale e commerciale che si occupa difornire servizi tangibili come trasporto, ospitalità,assicurazione per il viaggiatore, ristorazione,intrattenimento ed assistenza

Allontanarsi dal proprio centro, superare lafrontiera della quotidianità, compiere in un certosenso un rito di passaggio e di crescita interiore:questo è, secondo altri, turismo.Ci sono sempre stati uomini che, spinti dallapropria curiosità intellettuale, da bisogni economici,da aspre contese politiche, hanno percorso strade,scoperto usi e costumi lontani dai propri,assaporando il piacere del viaggio. Si pensi allevisite in Grecia e in Asia Minore di Erodono nel485 a.C. o alle minuziose descrizioni delle valli delGange nelle “Georgiche” di Virgilio del 37 a.C.Viaggi effettuati, certamente, in condizioni non deltutto ottimali: strade insicure, alta probabilità dirapine, assenza di controlli.

Il viaggio per “turismo” era a quell’epocariservato invece all’élite, ai ricchi possidenti terrieriche trascorrevano le loro feriae sul litorale romanoo napoletano o ai patiti dell’avventura cheaffrontavano lunghi viaggi in nave nella lontanaGrecia o nell’esotico Egitto.

Caduto l’Impero Romano, le stesse strade

iniziano ad essere percorse dai primi pellegrinidiretti ai luoghi santi e solo nel 1300, grazie afigure come Dante e Petrarca, il viaggio è intesocome necessità (esilio politico) e come diletto,curiosità intellettuale.Nel Rinascimento, con le diverse scopertegeografiche, siamo invece ad una svolta storica. Laricerca e la scoperta di nuovi Paesi portano in loroil seme dell’avventura umana e diventano molla chespinge centinaia di uomini a muoversi verso leIndie o verso l’Occidente, superando per la primavolta quei confini della mente che fino a quelmomento li aveva tenuti all’oscuro dellameravigliosa realtà del mondo. Viaggi staordinari,esperienze incredibili raccontate da Machiavelli oMontaigne.Nel 1700 poi,il turismo diventa “necessità, modoper migliorare noi stessi” secondo Goethe o “verae propria cultura” secondo Flaubert: siamo perciò,ancora di fronte ad un turismo culturale.Ma quand’è che il turismo compie un passo inavanti??Nella seconda metà del 1800, una volta terminatala Rivoluzione Industriale, quando il turismodiventa mezzo, strumento utile al commerciograzie alla nascita di “Compagnie Internazionali” ograzie alle grandi opere ferroviarie dell’Orient -Express e della Transiberiana.

Col nuovo secolo poi, la grandemaggioranza della popolazione vede migliorare lecondizioni sul posto di lavoro, vede aumentare legiornate di riposo e il proprio salario. Da privilegiodi pochi, il turismo diventa finalmente fenomeno dimassa.

1.2 LEGGI DI RIFERIMENTO LEGATE ALFENOMENO “TURISMO”

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PRO LOCO E TURISMO:L’UFFICIO INFORMATIVO

Adele COLUCCI, Roberta PRESTINENZI, Roberta RICCIARDELLI

Malgrado il turismo fosse già all’inizio delventesimo secolo una delle maggiori attivitàeconomiche del nostro Paese, lo Stato Italiano, adifferenza di altri Paesi europei e d’oltre oceano,non si è sempre occupato della regolamentazionein materia legislativa di questo importantefenomeno.Per troppi anni, il turismo è stato trascuratononostante l’Italia ne fosse uno dei maggiorifruitori e soprattutto uno tra i luoghi più ricchi almondo di attrattive turistiche.

Tra le prime importanti normative: il RegioDecreto 18 Giugno 1931, n° 773 e r.d.l. n° 2523del 23/11/1936 in cui si definiscono le aziende cheprestano assistenza turistica a viaggiatori e in cui siaccenna per la prima volta agli uffici turistici, visti,in pratica, come categoria di aziende che prestanoassistenza tecnica ai viaggiatori.L’articolo 117 della Costituzione poi attribuiva alleRegioni a statuto ordinario la materia “Turismo eIndustria Alberghiera”, ponendo le premesse per ilpassaggio alle Regioni delle funzioni normative edamministrative del settore.Sarà, infatti, solo negli anni ’70, col d.p.r. n° 6 del1972 e il 616 del 1977 che si aprirà la strada ad unprimo vero trasferimento di funzioni. Infatti essiassegnavano alle Regioni la regolamentazione, lapromozione e la vigilanza delle Aziende mentre aiComuni la promozione turistica locale e il rilasciodi autorizzazioni. La prima Legge Quadro del turismo è però la n°217 del 1983.Essa consta di 15 articoli ma analizziamo con curamaggiore gli articoli n. 4 – n. 10.ART. 4 – Organizzazione turistica regionale

Gia in questo importante articolo si fa riferimento,infatti, agli A.P.T. – Aziende di PromozioneTuristica quali organismi tecnico – operativi estrumentali, costituiti dalle Regioni, muniti diautonomia amministrativa e di gestione. Esse,infatti, previo nulla – osta delle Regioni,provvedono ad istituire gli IAT – Uffici diinformazione e accoglienza turistica.La stessa denominazione (IAT) può essere

consentita agli uffici di informazione promossidalle pro loco sulla base di disposizioni emanate da

leggi regionali.ART. 10- Associazioni senza scopo di lucroSono tutte quelle associazioni che operano, senza

scopo di lucro, a livello nazionale per finalitàricreative, culturali, religiose, sociali e cheautorizzano i propri iscritti a svolgere tali attività.Un esempio su tutti, la Pro Loco.Ricordiamo cheesse sono regolate per lo più da leggi regionaliAltre importanti normative relative al turismosono:● Legge 292 dell’11 novembre del 1990 cheriordina e organizza l’Enit ● Legge 203 del 1995 che istituisce ilDipartimento del turismo in sostituzione delMinistero del Turismo e dello Spettacolo abrogatonel 1993 con referendum popolare

Oggi il quadro di riferimento dellaregolamentazione è profondamente cambiato.Ricordiamo la Legge Costituzionale n° 3 del 2001che dà alle Regioni e alle Province autonomecompetenza esclusiva e soprattutto la nuova LeggeQuadro (n° 135 del 29 marzo del 2001) che constadi 12 articoli ed è ormai il punto di riferimento inmateria turistica.Prima di tutto essa sancisce piena competenza, inmateria turistica, alle Regioni e alle ProvinceAutonome e introduce la novità del SistemaTuristico Locale, cioè dei contesti turistici integraticon le filiere produttive locali che peròprescindono dall’appartenenza territoriale.

2. ASSOCIAZIONISMO E PRO LOCOLa Legge di riferimento per l’Associazionismo è lan. 383 del 2000 di cui riportiamo l’art. n. 2 :

1. Sono considerate associazioni di promozionesociale le associazioni riconosciute e nonriconosciute, i movimenti, i gruppi e i lorocoordinamenti o federazioni costituiti al fine disvolgere attività di utilità sociale a favore diassociati o di terzi, senza finalità di lucro e nelpieno rispetto della libertà e dignità degli associati.

2. Non sono considerate associazioni di

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promozione sociale, ai fini e per gli effetti dellapresente legge, i partiti politici, le organizzazionisindacali, le associazioni dei datori di lavoro, leassociazioni professionali e di categoria e tutte leassociazioni che hanno come finalità la tutelaesclusiva di interessi economici degli associati.

3. Non costituiscono altresì associazioni dipromozione sociale i circoli privati e le associazionicomunque denominate che dispongono limitazionicon riferimento alle condizioni economiche ediscriminazioni di qualsiasi natura in relazioneall’ammissione degli associati o prevedono il dirittodi trasferimento, a qualsiasi titolo, della quotaassociativa o che, infine, collegano, in qualsiasiforma, la partecipazione sociale alla titolarità diazioni o quote di natura patrimoniale.

3. LA PRO LOCOSecondo la Carta dei Principi, elaborata nel IICongresso Nazionale dell’UNPLI, la Pro Loco è un’associazione territoriale divolontariato di interesse pubblico, democratica edapartitica, senza scopo di lucro, volta allapromozione ed alla tutela delle località su cuiinsiste, Comune o frazione, sia per conservare evalorizzare le risorse ambientali e culturali, sia permigliorarne le caratteristiche e le condizioni per losviluppo turistico e sociale. Le finalità fondamentali delle Pro Loco sono:

a) la tutela e la promozione del territorio e dellesue peculiarità turistico-culturali;

b) la promozione e l’assunzione di iniziative,nonché la realizzazione di manifestazioni per laconoscenza e la valorizzazione paesaggistica,urbanistica e ambientale della località;

c) servizi di accoglienza, tutela ed informazioneturistica;

d) attività di formazione e di sensibilizzazione perlo sviluppo del fenomeno economico- turistico;

e) attività volte agli scambi culturali e sociali;

Politiche:

La vita dell’associazione Pro Loco deverappresentare un forte momento di sollecitazione,proposizione, sintesi ed unione di tutte le risorseumane esistenti nella località e nel rispetto delleproprie finalità ed autonomia deve:

1) collaborare con il proprio Comune e gli altrienti; 2) collaborare con le altre associazioni presenti sulterritorio; 3) attivarsi per partecipare a tutte le iniziative diprogrammazione territoriali attinenti alle propriefinalità.

Statuti: La Pro Loco U.N.P.L.I. deve adottare uno statuto i

cui principi fondamentali siano conformi allenorme vigenti ( es. D.lgs. 460/97 sugli enti noncommerciali e delle organizzazioni non lucrative diutilità sociale [ONLUS] ) e alle disposizioniU.N.P.L.I..

Deve costituirsi o per atto pubblico o con scritturaprivata registrata.

Deve indicare la competenza territoriale ovvero lapropria sede, dove nasce e dove opera.

2) UFFICIO TURISTICO

1. ORGANIZZAZIONE TURISTICAPUBBLICA

In Italia, con l’espressione “organizzazione turisticapubblica” si indica il complesso degli appartipubblici specializzati nello svolgimento di funzioniamministrative e nell’erogazione di servizi nelcomparto turistico.Per funzioni amministrative, si intende, ad esempio:

● autorizzazioni e controlli all’esercizio delleattività imprenditoriali e professionali turistiche● promozione turistica● finanziamenti alle attività e

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programmazione delle attività.

I servizi erogati da tali apparati sono, invece, fra glialtri:

● gestione degli Osservatori turistici● rilevamento dei dati statistici e di quelli sudomanda e offerta● servizi di assistenza alle imprese.

La materia turistica è stata valutata dal legislatorecostituzionale di preminente interesse regionale,per cui è stata trasferita in maniera graduale lacompetenza alle Regioni, fino ad arrivare alreferendum abrogativo che ha sancito lasoppressione del Ministero del Turismo (1993),configurando ancor di più l’organizzazione turisticastatale in maniera alquanto frastagliata edifferenziata.

Nel 1995 venne emanata la prima legge di riordinodelle funzioni statali in materia turistica, (L. n° 203del 1995), che sostituisce al Ministero ilDipartimento per il turismo, operante sotto laresponsabilità del Ministero per l’Industria,Commercio e Artigianato ma direttamentedipendente dalla Presidenza del Consiglio.

Le competenze che spettano alle Regioni (secondola legge n° 59 del 1997) sono:

● definizione di principi e obiettivi per lavalorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico dafissare in un documento programmatico● monitoraggio dell’attuazione di taledocumento● coordinamento delle attività di promozione,sviluppo e valorizzazione del patrimonio turistico● cofinanziamento delle attività e deiprogrammi● definizione delle linee generali e dellepolitiche economiche ● definizione di norme e tecniche standardper i prodotti e i servizi del comparto.

2. ENTI TURISTICI IN ITALIA

Il Regio Decreto Legislativo n° 2523 del 1936sancisce l’esistenza degli Enti Provinciali per ilTurismo, regolamentati e aggiornati dalla legge n.1044 del 1960, che nel suo secondo articolo lidefinisce:

Gli Enti provinciali per il turismo sovrintendononell'ambito delle rispettive Province a tutte leattività turistiche.In particolare hanno il compito di:

a) svolgere le attività necessarie per promuovere edincrementare il movimento dei forestieri e perrealizzare iniziative e manifestazioni intese allavalorizzazione ed alla propaganda delle risorseturistiche;

b) coordinare nell'ambito della Provincia lapropaganda e le manifestazioni di interesseturistico, nonché le attività delle aziende autonomedi cura, soggiorno o turismo, degli enti e delleorganizzazioni che perseguono finalità turistiche;

c) studiare i problemi turistici, prospettando iprovvedimenti intesi a favorire lo sviluppodell'economia turistica provinciale;

d) mantenere i rapporti con la Provincia, i Comuni,la Camera di commercio, industria ed agricolturaed altri enti, associazioni ed organizzazionicomunque interessati al turismo, allo scopo diarmonizzare le iniziative, le esigenze e le proposte,per lo sviluppo turistico della Provincia;

e) raccogliere ed elaborare, secondo le modalitàstabilite con decreto del Ministro per il turismo e lospettacolo, i dati statistici interessanti il turismo,con la collaborazione, ove occorra, delle Province,dei Comuni, delle Camere di commercio, industriaed agricoltura, delle aziende autonome di cura,soggiorno o turismo e di ogni altro ente operantenella Provincia;

f) proporre l'iscrizione delle Associazioni pro-loconell'albo previsto dalla letterab) dell'art. 2 della legge 4 marzo 1958, n. 174 (2),

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secondo la disciplina e le modalità stabilite condecreto del Ministro per il turismo e lo spettacolo;

g) adempiere alle attribuzioni ad essi demandatedalle norme vigenti, nonché esercitare le funzioniad essi delegate dal Ministro per il turismo e lospettacolo.

Con la legge quadro sul turismo n° 217 del 1983, cisi proponeva di sostituire a livello regionale gliEPT e le AACST (Enti Provinciali per il Turismo eAziende Autonome di Cura Soggiorno e Turismo)con le Aziende di Promozione Turistica APT, chehanno funzioni tecnico-operative di promozione,informazione e assistenza in un ambito territorialerilevante dal punto di vista turistico e non piùfunzioni amministrative autoritative e di controllosugli operatori del settore.L’APT si definisce come “un organismo tecnico-operativo con funzioni di promozione epropaganda delle risorse turistiche locali, diinformazione e di accoglienza” ed è chiamata aoperare in ambiti territoriali turisticamenterilevanti, cioè in aree idonee alla miglioreerogazione di servizi che rendono un territorioturisticamente fruibile. Affiancano le APT gli UfficiIAT, cioè di informazioni e accoglienza turistica.

Nell’evoluzione delle realtà turistiche italiane e deiflussi turistici in entrata, si è palesata la necessità divalorizzare l’integrazione fra turismo e le altrefiliere produttive che caratterizzano le areeterritoriali di riferimento, creando modelliorganizzativi efficienti dal punto di vista operativo.Pertanto, nella legge n° 135 del 2001 si è datadefinizione degli STL, ovvero Sistemi TuristiciLocali, riconosciuti come “contesti turisticiomogenei o integrati, comprendenti ambititerritoriali appartenenti anche a regioni diverse,caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali,ambientali e di attrazioni turistiche, compresi iprodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianatolocale, o dalla presenza diffusa di imprese turistichesingole o associate”.

3. L’UFFICIO TURISTICO NELLE PRO LOCO

Le pro loco, in quanto associazioni di persone chesvolgono attività non a scopo di lucro, hanno lapossibilità di creare uffici turistici IAT, chesvolgono gratuitamente le attività di:

● accoglienza dei turisti● informazioni sui servizi turistici offerti,attrattive locali, disponibilità delle strutturericettive, manifestazioni programmate● distribuzione materiale informativo epromozionale● raccolta di segnalazioni di disservizi ereclami.

La pro loco, in quanto associazione volontaria dipersone strettamente legata al territorio, è lastruttura che più di ogni altra può aiutare il propriopaese di origine a essere conosciuto e apprezzatodagli eventuali turisti.Infatti, essendo già sul territorio, per di più essendobasata su persone che per propria volontà si sonoriunite per il bene del proprio luogo di origine, hale potenzialità per essere punto di snodo di gruppidi turisti e soprattutto le conoscenze del e sulterritorio per supportare egregiamente agenzie diviaggio e enti turistici regionali.Per poter portare avanti questo piacevole compito,la pro loco ha bisogno di risorse umane e risorsemateriali.Per quel che riguarda le risorse materiali, sononecessari nella sede dello IAT della pro loco:

● telefono, per essere reperibili;● computer, per cercare ulterioriinformazioni, ricevere richieste via mail epromuoversi anche attraverso un sito internet;● materiale promozionale (depliant,brochures, annuari alberghi, cartine topografiche egeografiche);

Ovviamente la sede dello IAT dovrebbe esserevisibile e accogliente. Visibile perché deve venireincontro a persone che non conoscono il postodove si trova l’ufficio, e accogliente perché l’ufficiorappresenta il biglietto da visita del paese e dei suoiabitanti.

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Il concetto di accoglienza è fondamentale separliamo delle risorse umane di cui può servirsi loIAT della pro loco; questa si compone di unConsiglio Direttivo, di un Presidente, un Segretarioe, nel nostro caso, può avvalersi anche dellapreziosa collaborazione dei Volontari del ServizioCivile Nazionale, che rappresentano il più dellevolte il front office del nostro IAT.Questo ruolo è importante per l’esperienza delVolontario, perché il rapporto con il pubblicoconsente una importante crescita personale eprofessionale.Il Volontario che si occupa di front office deve:

● conoscere almeno in maniera basilare lalingua inglese,● avere buone capacità relazionali einterazionali,● disponibilità,● competenza in ambito territoriale,folkloristico, tradizionale, storico, artistico,gastronomico del territorio locale di riferimento edell’area circostante.

Il gruppo dei Volontari di una pro loco può:

● accompagnare i turisti in una visita guidatadel proprio paese;● costruire itinerari culturali del proprioterritorio da proporre ai visitatori;● produrre materiale cartaceo e promozionaledel proprio paese sotto differenti punti di vista;● fornire informazioni telefoniche e non aglieventuali visitatori che chiamano o si recano insede;● fornire consigli sulle strutture ricettive oristorative della zona, dove richiesti;● fornire informazioni ai diversi enti turisticidisseminati sul territorio o ai tour operator chechiedono la collaborazione della pro loco;● accettare le critiche fatte dal turista pereventuali disservizi e farne tesoro per migliorare ilservizio prestato.

Tutte queste caratteristiche vengono riunite nelconcetto di accoglienza del turista, che non si basa

sulla semplice spiegazione delle bellezze artisticheo naturali di un posto, ma abbraccia in maniera piùampia i valori di genuinità, di partecipazione attivae di appartenenza che il volontariato porta con sé esi propone di trasmetterli agli eventuali visitatori, edi cui la pro loco è uno fra i migliori veicoli, conl’appoggio del Servizio Civile.

3) ELEMENTI DI COMUNICAZIONEPUBBLICA1) INTRODUZIONE SULLACOMUNICAZIONE E STRUTTURAGENERALELa comunicazione (dal lat. cum = con, e munire=legare, costruire) va intesa anzi tutto come unprocesso di trasmissione di informazioni . InItaliano, comunicazione ha il significato semanticodi "far conoscere", "render noto". Lacomunicazione è un processo costituito da unsoggetto che ha intenzione di far sì che il riceventepensi o faccia qualcosa. Il concetto dicomunicazione comporta in ogni caso la presenzadi un'interazione tra soggetti diversi: si tratta in altritermini di una attività che presuppone un certogrado di cooperazione. Ogni processocomunicativo avviene in entrambe le direzioni e,secondo alcuni, non si può parlare dicomunicazione là dove il flusso di segni e diinformazioni sia unidirezionale. Se un soggetto puòparlare a molti senza la necessità di ascoltare, siamoin presenza di una semplice trasmissione di segni oinformazioni. Nel processo comunicativo che vedecoinvolti gli esseri umani ci troviamo cosí di frontea due polarità: da un lato la comunicazione comeatto di pura cooperazione, in cui due o piùindividui "costruiscono insieme" una realtà e unaverità condivisa; dall'altro la pura e semplicetrasmissione, unidirezionale, senza possibilità direplica, nelle varianti dell'imbonimento televisivo odei rapporti di caserma. Nel mezzo, naturalmente,vi sono le mille diverse occasioni comunicative chetutti viviamo ogni giorno, in famiglia, a scuola, inufficio, in città. Il concetto di feedback, oretroazione, ha un ruolo fondamentale nei processicomunicativi. Possiamo individuare nella qualità

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della retroazione, e nel modo in cui il feedbackviene valorizzato nel processo comunicativo nelsuo complesso, un segnale per una "buonacomunicazione". In tal caso si può dire che ilsignificato di una comunicazione sta nel suorisultato - ed è indipendente quindi dalle intenzionidei partecipanti (come accade di doversperimentare amaramente nella vita quotidiana).Generalmente si distinguono diversi elementi checoncorrono a realizzare un singolo attocomunicativo:a. emittente: la fonte delle informazionieffettua la codifica di queste ultime in unmessaggiob. ricevente: accoglie il messaggio, lodecodifica, lo interpreta e lo comprende c. codice: parola parlata o scritta, immagine,tono impiegata per "formare" il messaggio d. canale: il mezzo di propagazione fisica delcodice (onde sonore o elettromagnetiche, scrittura,bit elettronici) e. contesto: l'"ambiente" significativoall'interno del quale si situa l'atto comunicativo f. contenuto: l'oggetto della comunicazione. Come si è detto, il processo comunicativo ha unaintrinseca natura bidirezionale, quindi il modello vainterpretato nel senso che si ha comunicazionequando gli individui coinvolti sono a un tempoemittenti e riceventi messaggi. In realtà, anche inun monologo, chi parla ottiene dalla controparteun feedback continuo, fosse anche il messaggionon verbale "parla quanto vuoi, io non ti ascolto".Questo fenomeno è stato riassunto con il principiosecondo il quale, in una situazione di prossimità trapersone, "non si può non comunicare": perfino inuna situazione anonima come in un vagone dellametropolitana noi emettiamo per i nostri vicinicontinuamente segnali non verbali (che significanopressappoco "anche se sono a pochi centimetri date, non ti minaccio e non intendo immischiarminella tua sfera intima"), e i nostri compagni diviaggio accolgono il messaggio, lo confermano e lorinforzano ("bene; lo stesso vale per me nei tuoiconfronti"). Già da questo semplice modellopossiamo individuare diversi aspetti potenzialmenteproblematici del processo comunicativo:

a. Il processo di comunicazione, pur essendoformalmente cosa separata dal mezzo attraverso ilquale avviene, ne è altamente influenzato: seutilizzo il codice Morse, cercherò di limitare ilmessaggio allo stretto necessario, se utilizzo unalettera userò un tono tendenzialmente più formalerispetto ad una telefonata. Il mezzo influenza lacomunicazione, ciascuno in un modo diverso, equindi si potranno individuare dei mezzi dicomunicazione particolarmente adatti a trattare uncerto argomento, ma inadatti ad un altro. b. Non è detto che il gran numero di singolimessaggi, verbali e non verbali, emessi in un datomomento siano sempre congruenti tra loro. Possodire due cose diverse con le parole e con i gesti (adesempio dire al mio rivale in amore "lieto diconoscerti" con un'espressione del volto assaicontrariata). c. Non è detto che le "mappe" linguistiche,culturali (ed emozionali) sulle quali vengonocostruiti i messaggi dell'emittente e del riceventesiano identiche o congruenti: da qui la possibilitàcontinua di equivoci, fraintendimenti,interpretazioni scorrette dei messaggi d. Non è detto che il canale attraverso il qualegiungono i messaggi sia sempre esente da disturbie rumori di fondo. e. Non è detto che l'interpretazione delcontesto all'interno del quale avviene lo scambiocomunicativo sia sempre identica o congruente.Nell'aula di una scuola, il docente potrà pensare diavere uno stile partecipativo e "democratico",mentre lo studente potrà sentirsi parte di unarelazione asimmetrica e autoritaria. Da quantoappena detto emerge chiaramente che lacomunicazione non sempre "funziona"; questodato viene confermato innumerevoli volte dallanostra esperienza quotidiana. In situazioniparticolari come i conflitti interpersonali, o anchequando sono in gioco patologie mentali lacomunicazione diventa un'attività particolarmentedifficile.2) COMUNICAZIONE INTERNA EDESTERNALa comunicazione interna è un processocomplesso di comunicazione, utilizzata per la

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diffusione di informazioni, comunicati, dati,compiti all’interno di un’organizzazione, perchédestinata al pubblico interno, sia dipendente siacollaboratori. La comunicazione interna si ponecome complementare e funzionale allacomunicazione esterna, dalla quale si distingueperché veicolo principale per condividere qualsiasitipo di messaggio, sia informativo che funzionale,da parte del pubblico interno all’ente. Lacircolazione del flusso di informazioni èconvogliata in una rete strutturata di canali didivulgazione, in modo che sia facilmente fruibile ericonoscibile, sia per essere consultata che peressere alimentata. Per essere il più possibileefficace, la rete di comunicazione interna e laproduzione di contenuti deve essereprecedentemente pianificata e coordinata in mododa raggiungere un maggior grado dicoordinamento delle funzioni della comunicazione.Solitamente, la gestione della comunicazioneinterna è affidata ad un servizio specifico, nel casodegli enti pubblici più grandi, oppure gestito da unsolo ufficio.

3) TIPOLOGIE DI COMUNICAZIONELe direttrici che seguono i messaggi sonoindividuabili abbastanza facilmente, tanto da poterliisolare in tre gruppi: top-down, bottom-up e ‘‘arete’’. Tutte queste modalità sono accomunate dalfatto di essere bi-direzionali.I flussi delle informazioni possono essere originatedall’alto e rivolte agli altri strati dell’organizzazione,modalità denominata top-down, oppure seguire ilpercorso contrario, partire dalla basedell’organizzazione per raggiungere gli altri livellidell’ente, chiamata bottom-up. Queste direttricisono molto diffuse nelle tipologie organizzative ditipo tradizionale, ma sono poco adatte perorganizzazioni meno gerarchizzate. Perquest’ultimo tipo di organizzazioni si parla diinformazione ‘‘a rete’’, una tipologia diinformazione diffusa che segue i centri nevralgicidell’organizzazione senza distinguere una direzioneprevalente.

4) I VANTAGGI OFFERTI DA UN BUON

SISTEMA DI COMUNICAZIONEINTERNA

Costruire un sistema di comunicazione interna èun aspetto importante per un’organizzazione,anche per le più piccole: non si può confinare allasola pausa caffé la comunicazione all’interno di unente. Un circuito interno di questo tipo puòrispondere alla soddisfazione di diverse tipologie diesigenze. Innanzitutto, condividere il maggiornumero di informazioni e dati permette all’ente diraggiungere livelli di efficienza ed efficacia moltoalti, con l’effetto positivo di raggiungere gliobiettivi prefissati in modo meno dispendioso.Indirettamente, essere al corrente delle attivitàintraprese dall’ente, anche solo a livello superficiale,aumenta il senso di appartenenza all’azienda, conun effetto positivo sul clima interno ed il benessereorganizzativo. Questo riflesso della comunicazioneinterna si verifica a prescindere dalla natura deimessaggi diffusi: un’organizzazione che dialoga coni propri dipendenti trasmette un senso diattenzione ed importanza nei confronti del capitaleumano. Grazie ad un sistema di comunicazioneinterna si può arrivare a rafforzare il senso diappartenenza e partecipazione all’ente utilizzandolonella diffusione e promozione di quegli aspetti cheriguardano direttamente la vision dell’ente. Il circuito di comunicazione interna si presta quindiad usi diversi, i quali si concretizzano in effettibenefici sui risultati e sull’ambiente internodell’ente se gestito in maniera adeguata.

5) QUALITÀ E TECNOLOGIAL’efficacia della comunicazione interna è peròstrettamente legata alla qualità dei messaggi diffusi.Approfittare del circuito interno per diffonderemessaggi di poca importanza provoca un effetto didisaffezione verso lo strumento, col risultato finaleche nessuno più presterà attenzione a ciò èdivulgato attraverso i canali di comunicazioneinterna. Naturalmente si dovrebbe prestareattenzione anche al numero di messaggi diffusi. Èsempre importante non arrivare ad unasovraesposizione informativa del pubblico interno,in quanto si creerebbe solo un fastidioso senso di

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smarrimento e confusione. Anche per questomotivo è importante un’efficace programmazione ecoordinamento delle informazioni diffuse e deicanali da utilizzare. Questo non esclude che unostesso messaggio non sia proposto su più mezzi diinformazione, azione spesso necessaria, ma questopresuppone un intervento ponderato e noncasuale. La diffusione dei supporti tecnologici, conun riferimento particolare alle tecnologieinformatiche, ha aumentato le potenzialità offertedalla comunicazione interna. In termini dicapillarità di diffusione del messaggio e di velocitàdi diffusione non c’è nulla che possa competerecon una rete intranet, per esempio. Certo, questopresuppone che ogni collaboratore sia dotato diuna postazione computer, richiesta che si pone amonte dello sviluppo della rete di comunicazioneinterna. Quindi, l’interesse per lo sviluppo e ladiffusione dei sistemi informatici non è legato soloai canali di comunicazione esclusivamente legati alsupporto digitale, ma possono trovare nuoviimpieghi anche mezzi comunicativi più tradizionali.

6) COMUNICAZIONE ESTERNALa comunicazione esterna è uno degli aspetti checonnotano la comunicazione organizzativa e vienedi consueto utilizzata per dialogare direttamentecon tutti gli interlocutori esterniall'ente/organizzazione o più genericamente sirivolge all'utenza potenziale attraverso azioni dicomunicazione di massa.La comunicazione esterna rivolta all’utenza, allealtre amministrazioni o enti, imprese oassociazioni, contribuisce a costruire la percezionedella qualità del servizio e costituisce un canalepermanente di ascolto e verifica del livello disoddisfazione del cliente/utente, tale da consentireall'organizzazione di adeguare di volta in volta ilservizio offerto.In tal senso è possibile individuare almeno duediverse modalità di comunicazione esterna, che sidifferenziano in base all'obiettivo della stessa:laddove l'intento dell'Amministrazione è quello dicomunicare o rendere un servizio dedicato a targetspecifici di utenti, la comunicazione esterna saràdiretta proprio a quella tipologia di utenza,

pertanto gli strumenti utilizzati dovrannoconsentire una personalizzazione del messaggio,ovvero una specificità rispetto al target cui sonodestinati. Al contrario, se l'obiettivo comunicativo èsvolgere un'azione di sensibilizzazione oinformazione di massa, sarà utile servirsi distrumenti che consentano una larga diffusione delmessaggio, utilizzando, laddove possibile, anchestrumenti e modalità specifiche dellacomunicazione agli organi d'informazione dimassa.

E' perciò possibile utilizzare la comunicazioneesterna, tra gli altri scopi, per: ● far conoscere l'Amministrazione, i servizi ei progetti dell'ente; ● facilitare l'accesso ai servizi e agli attidell'Amministrazione; ● conoscere e rilevare i bisogni dell'utenza; ● migliorare l'efficacia e l'efficienza deiservizi; ● favorire i processi di sviluppo sociale,economico e culturale; ● accelerare la modernizzazione di apparati eservizi; ● svolgere azioni di sensibilizzazione e policymaking.

E' inoltre importante ricordare che molti tra glistrumenti dell'elenco sopra riportato, che nonvuole comunque essere esaustivo, bensì soloindicativo dell'universo dei mezzi utilizzati per leazioni di comunicazione esterna, vengono applicatiin modo integrato rispetto ai canali sopra indicati,avvalendosi del linguaggio scritto e parlato, cosìcome della comunicazione visiva e di quellamediata da tecnologie (un esempio al riguardo è lapubblicità, ovvero le campagne d'informazione, ole campagne stampa).Un ulteriore elemento di novità, nell'ambito dellacomunicazione esterna, è il ricorso da parte degliEnti Pubblici, in linea con quanto accade anche nelsettore privato, a modalità comunicative che fannoleva su elementi di carattere emozionale: a questoproposito, si può parlare di una vera e propriacomunicazione emozionale che utilizza stimoli di

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carattere evocativo e suggestivo.

7) GLI OLP E I VOLONTARIEsempio importantissimo di comunicazioneinterna è il rapporto che si instaura tra gli OLP e ivolontari.CHI È L'OLP?L'Operatore Locale di Progetto (OLP) è una figuraintrodotta dalla Circolare sull'accreditamento(circolare UNSC 10-11-03), ed è il referente deivolontari per la realizzazione degli obiettivi delprogetto e per tutte le tematiche legateall'attuazione del progetto stesso.Gli Operatori Locali di Progetto (OLP) sono lefigure più vicine ai volontari del Servizio Civile,con i quali stabilire un rapporto tra apprendista emaestro.Dall' OLP il volontario imparerà, sarà seguito,acquisirà ciò che gli serve a migliorare nel corsodell'anno di servizio.Le caratteristiche generali che un OLP efficacedovrebbe possedere sono:● Capacità: si riferisce all’abilità individuale arisolvere i problemi e, ad esprimere giudizi.Caratteristiche specifiche sono: intelligenza,reattività, capacità verbali, originalità e capacità digiudizio.● Responsabilità: i tratti specifici sonol’affidabilità, l’iniziativa, la persistenza.● Partecipazione e coinvolgimento: si tratta dicaratteristiche che possiedono soggettiparticolarmente attivi e socievoli con ottimecapacità di adattarsi alle diverse situazioni e con unalto livello di cooperazione.

8) I VOLONTARII volontari per ottenere un’ottima cooperazionecon l’OLP devono rendersi conto di non poterlavorare singolarmente durante il loro anno diattività. Devono comportarsi come un vero eproprio gruppo, inteso come: insieme di individuiche interagiscono e dipendono gli uni dagli altri peril raggiungimento di un obiettivo comune.All’inizio della sua vita il gruppo deve sia stabiliregli obiettivi, che risolvere la questione del grado dicoinvolgimento personale. I conflitti che possono

emergere devono essere risolti se il gruppo vuolediventare coeso. I membri devono anche affrontareproblemi di apertura e di confronto. I membri delgruppo possono provare illusioni, delusioni einfine accettarsi reciprocamente. Nei gruppivengono sviluppate delle norme che aiutano adefinire le aspettative reciproche dicomportamento e contribuiscono al controllointerno del grado di riuscita del gruppo. Tuttidevono conoscere le norme interne, tacite edesplicite. I gruppi efficaci sono produttivi,generano soddisfazione nei partecipanti e sono ingrado di attrarre e trattenere i propri membri.L’OLP può assumere ruoli differenti e ha un ruolodeterminante nell’evitare e contrastare gli effettinegativi e nell’incentivare i comportamentialtruistici.

9) COME COMPORTARSI CON L’UTENZACome già detto precedentemente, grandeimportanza riveste la comunicazione esterna cheOLP e volontari devono attuare in ogni momentodel loro servizio, soprattutto se la pro loco è dotatadi uno IAT, cioè uno sportello di Informazioni eAccoglienza Turistica; l’acronimo specifica inmaniera molto efficace i valori di cui si nutreun’associazione di volontariato quale è la pro loco:la cittadinanza attiva e il senso di appartenenza. Ilprimo concetto contiene in sé una partecipazioneche deriva dalla scelta volontaria di entrare nellastruttura, e il secondo il grande legame con ilterritorio e con il proprio paese, che è la spintapropulsiva per la creazione di una struttura diaccoglienza turistica.Il termine accoglienza non è utilizzato in modocasuale, poiché racchiude non solo l’azione diinformare il turista, ma di ospitarlo, trasmettendola disponibilità e il piacere di fargli visitare lapropria terra.Pertanto, l’atteggiamento da utilizzare nelconfronto con l’utenza da parte dei Volontari dellepro loco è senza dubbio di grandissimadisponibilità, presenza e costanza, e senz’altroprofessionalità. È stato già puntualizzato che ilServizio Civile Nazionale non è un lavoropropriamente detto, ma le pro loco, come

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associazioni, e il comparto turistico in generale, perdefinizione, esigono un approccio professionale,proprio perché hanno una utenza e offrono unservizio, che deve essere fornito nel migliore modopossibile.Il migliore modo possibile per servire il pubblico èin primo luogo ascoltarlo, capirne le esigenze e leproblematiche, e superare perciò gli eventualidisservizi che può incontrare.Quindi, le caratteristiche necessarie per una efficacecomunicazione con il pubblico sono:

● Disponibilità● Professionalità● Ascolto

I Volontari che prestano servizio in uno IAT diuna pro loco sono l’immagine e il biglietto da visitache la pro loco dà di sé all’esterno, quindi hannoun ruolo importante per la promozione efficacedella pro loco stessa e quindi della propria terra.

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1) L'identità del gruppo in formazioneSi tratta di una fase propedeutica alla formazionevera e propria, durante la quale il formatore,partendo dai concetti di "patria", "difesa senzaarmi", "difesa non violenta", ecc, lavorerà alladefinizione di un'identità di gruppo dei Volontari inServizio Civile.

2) Dall'obiezione di coscienza al servizio civilenazionale : evoluzione storica, affinità e differenzetra le due realtàIl punto di partenza del percorso formativo

riguarda l'art.1 della legge 64/2001 e la CartaCostituzionale (artt. 2, 3, 4, 5, 9, 11, 52). Inparticolare: Difesa della Patria come diritto/dovereCostituzionale ed i vari modelli e forme di difesa;Diritti Umani, Civili e Sociali - panoramica sui diritticon particolare riferimento a quelli che riguardano lepersone disabili;Principi fondamentali della Costituzione Italiana e lediverse forme di partecipazione attiva.

3) Il dovere di difesa della PatriaLa fase successiva riguarda la conoscenza delpercorso storico del Servizio Civile (Legge n.230/98):Il significato del Servizio Civile;Servizio Civile, Obiezione di Coscienza e Difesadella Patria - aspetti etici, storici, giuridici, dal 1948ad oggi;I valori nella storia del Servizio - Nonviolenza eformazione della pace - principi generali dellanonviolenza, concetti, idee, metodologie ed alcuneesperienze di costruzione del legame di pace tra ipopoli.

4) La difesa civile non armata e nonviolenta

Tratta il concetto di difesa civile o difesa non armata.Si approfondiranno le seguenti tematiche: Cenni storici di difesa popolare non violenta;La pace e i diritti umani alla luce della CostituzioneItaliana, della Carta Europea e degli ordinamentidelle Nazioni Unite; Sentenze della Corte Costituzionale nn. 164/85,228/04, 229/04 e 431/05; La gestione del conflitto - saper riconoscere ilconflitto nella relazione;Forme attuali di realizzazione della difesa alternativasul piano istituzionale, di movimento e della societàcivile (gestione e trasformazione nonviolenta deiconflitti, prevenzione della guerra, peacekeeping,ecc.)

5) La protezione civileIn questo modulo saranno fornite informazioni sullaprotezione civile , con particolare riguardo a d iseguenti aspetti :- Difesa della Patria correlata a difesa dell'ambiente,del territorio e delle popolazioni ;- Previsione , identificazione e prevenzione rischi ;- La conoscenza e la difesa del territorio ;- Sicurezza sul lavoro - interventi di primo soccorso .

6) La solidarietà e le forme di cittadinanzaSi analizzeranno : I principi di solidarietà sociale e di libertà eduguaglianza; Povertà e sottosviluppo a livello mondiale ;La Cittadinanza - concetto di cittadinanza, principi,dimensioni pratiche, concrete, storiche;Cittadinanza attiva, per trasferire ai volontari il sensodel servizio civile come anno di impegno, dicondivisione e di solidarietà;Sussidarietà e relative competenze di Stato, Regioni,Province e Comuni nei vari ambiti in cui opera il

Dispensa Servizio Civile Unpli - PROGRAMMA FORMATIVO UNPLI

PROGRAMMA FORMATIVO UNPLI

servizio civile (non tralasciando il ruolo delle ASL, lemunicipalizzate, i consorzi, le società dei servizi, laQuestura, la Prefettura,….) ;Correlazioni tra le problematiche locali e ledinamiche di dimensione globale ;

7) Servizio civile nazionale, associazionismo evolontariatoPunto cardine di questa fase è l'accostamento deltermine "civile" al "servizio"; partendo dal concettodi cittadinanza si qualifica il significato dell'impegnodei giovani nel Volontariato:Le affinità e le differenze tra le varie figure cheoperano nel territorio ;Approfondimento sul significato del termine "civile"in relazione con il termine "servizio" ;Nonprofit, terzo settore;

8) La normativa vigente e la Carta di impegno eticoIn questo modulo verranno illustrate :- Le normative vigenti sul servizio civile cheinteressano in particolar modo al Volontario;- La Carta Etica, diritti e doveri dei Volontari, "sensodi appartenenza" ,doveri degli Enti;

9) Diritti e doveri del Volontario del Servizio CivileQuesto momento formativo, strettamente collegatoal precedente, riguarda più da vicino il Volontario:Il Volontario nel Servizio Civile Nazionale - ruolo,diritti e doveri;Lettura di Circolari e documenti che riguardano ilrapporto tra Enti e Volontari .

10) Presentazione dell'EnteRiguarda l'Ente accreditato cioè le Pro Loco el'UNPLI:La storia delle Pro Loco e la nascita dell'U.N.P.L.I. ;Leggi , normative di riferimento per le Pro Loco el'UNPLI ;Organizzazione, fini , obiettivi e attività dell'UNPLIe delle Pro Loco;Le "attività di difesa" condotte dall'Ente ; Le Pro Loco ed il Servizio Civile;

11) Il lavoro dei ProgettiQuesto modulo, collegato al precedente, illustrerà il

metodo della progettazione nelle sue articolazioni:Il Progetto - obiettivi e tempi di attuazione;Monitoraggio - verifica dei risultati;Efficacia ed efficienza del progetto;La crescita umana del Volontario in Servizio Civile. La seconda Fase, per complessive n. 12 ore ,riguarda una formazione aggiuntiva rispetto a quellasopra elencata e, in particolare, legata al territorio, inambito regionale, nel quale i Volontari sono inseriti .In questa attività straordinaria di formazione, comedetto si provvederà all'approfondimento delletematiche più attinenti al mondo associativo UNPLIe Pro Loco, oltre agli aspetti progettuali, inparticolare si arricchiranno le aree 7,9,10 e 11previste dalla circolare 4 Luglio:1) Servizio Civile Nazionale, associazionismo evolontariato,2) Diritti e doveri del volontario nel ServizioCivile,3) Presentazione dell'ente- storia,organizzazione, obiettivi,4) Progetti UNPLI e progettazione -metodi,obiettivi, verifica risultati,5) Counselling a distanza attraverso E-mail eforum (con approfondimento degli argomentitrattati con esperti e Dirigenti nazionali).

Particolare attenzione sarà posta a argomenti quali:- Il Volontario "protagonista" - esperienze diServizio Civile raccontate da giovani che stannocompletando il servizio o che l'hanno completatonegli anni addietro.- La cultura del Turismo e il Turismo culturale tra lePro Loco;- Cultura locale e bene culturale ;- Territorio e cultura della protezione del beneculturale;- Analisi e progetto di intervento nella valorizzazionedel proprio ambito territoriale anche incollaborazione con Enti pubblici, privati e altreforme associative;- Consultazione on line di siti di piccole realtàcomunali, esame di materiale divulgativo prodotto daaltri Enti per la ricerca di informazioni per lapredisposizione delle attività di animazione.

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Regione Numero soci Valle d’Aosta 56Piemonte 943Liguria 129Lombardia 407Trentino 136Veneto 492Friuli Venezia Giulia 184Emilia Romagna 225Toscana 247Umbria 186Marche 181Sardegna 296Lazio 297Abruzzo 258Molise 55Campania 400Puglia 198Basilicata 69Calabria 208Sicilia 194

Figura A

Dispensa Servizio Civile Unpli - APPENDICE

APPENDICE

Evoluzione delle Pro Loco Associate 1998-2006

30523768

4172 4149 42954660 4895 5067 5133

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

ANNO1998

ANNO1999

ANNO2000

ANNO2001

ANNO2002

ANNO2003

ANNO2004

ANNO2005

ANNO2006

Figura B

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DIAGRAMMA PROGETTAZIONE U.N.P.L.I. Pro Loco Pro Loco

UNPLI Provinciale

Pro Loco capofila

Pro Loco Responsabile Regionale

Servizio Civile

Pro Loco U.N.P.L.I. Pro Loco

UNPLI Provinciale

Pro Loco capofila

PROGETTISTI Pro Loco UNPLI

UFFICIO

RESPONSABILE NAZIONALE

NAZIONALE PER IL U.N.P.L.I. SERVIZIO

SERVIZIO CIVILE CIVILE

Pro Loco - R O M A -

Responsabile

HELIOS Pro Loco

UNPLI Provinciale

Pro Loco capofila

Pro Loco Responsabile Regionale

Servizio Civile

Pro Loco U.N.P.L.I. Pro Loco

UNPLI Provinciale

Pro Loco capofila

Pro Loco

Dispensa Servizio Civile Unpli - APPENDICE

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APPUNTI

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