a cura di pierdario santoro analisi di...piede a tronco di piramide rovesciata, consolato, 1800-05;...

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L’INFORMATORE EUROPEO 1 ANALISI DI UN SECRÉTAI- RE I° IMPERO. SECONDA PARTE. (foto 1) Il secrétaire prende il suo nome dalla funzione cui era dedicato. Il piano ribaltabile fungeva da scrit- toio ed il castello celato dietro di esso era sempre provvisto di cas- settini di varia forma e misura, destinati a contenere sia la carta da lettere, che le buste e quanto necessario per scrivere, oltre ai più svariati oggetti personali. Essi sono forniti di una maniglia per aprirli, normalmente un pomello, o di una serratura la cui chiave può fungere da impugnatura. Praticamente tutti i secrétaires sono dotati lateralmente a fianco di quelli visibili di due cassettini nascosti, segreti appunto, che si aprono a scatto, normalmente spinti da una molla, bloccati da pulsanti celati nella struttura. (foto 2) Spesso, come nelle ribalte del Settecento, sotto al cassetto cen- trale, sotto un’asse scorrevole si trova un altro nascondiglio. Alle volte sono anche presenti altri scomparti segreti nascosti nelle maniere più ingegnose. Tali nascondigli servivano per oggetti preziosi, ma soprattutto per la corrispondenza più personale ed in particolare per quella amorosa. Il ladro rompeva o asportava l’in- tero mobile, era il servo che cor- rotto da altre-i amanti doveva svolgere, senza lasciare tracce, una sollecita opera di spionaggio in loro favore. Questi mobili, come peraltro gran parte degli arredi non da parata, era collocato nella camera da letto, l’ambiente più sontuoso della casa, in cui si ricevevano abitualmente gli ospi- ti. Chi possedeva simili arredi disponeva di un proprio apparta- mento o quanto meno di una camera personale non condivisa con il coniuge. Sicuramente inu- suale il sistema escogitato in que- sto secrétaire. Apparentemente non vi è posto per celare vani in un castello così aperto. Ma è pro- prio sull’illusione di assenza di intercapedini, che gli ebanisti contavano per creare nascondigli. In questo caso bisogna agire sulla colonnetta posteriore sinistra per liberare i coperchi dei segreti accessibili sotto al cassetto supe- riore. (foto 3 A, B, C, D.) Le serrature presentano un inne- sto ad asso di fiori, tipico delle manifatture francesi ed in partico- lare parigine tra la fine del Settecento ed i primi trenta anni dell’Ottocento. Quella della ribal- ta è a tre catenacci e blocca con il secondo scatto il cassetto superio- re. Quella degli sportelli inferiori percorre l’anta per tutta la sua altezza e innesta i catenacci infe- riormente nel basamento e supe- riormente nella traversa, che divi- de gli sportelli dalla ribalta. Questo tipo di serratura è tipico degli sportelli che celano una cas- settiera, non essendo possibile una serratura con fermo centrale, che risulterebbe piantato a metà del cassetto di mezzo. Per contro se dietro detta serratura si trova un vano vuoto, o con un solo cas- setto ed un piano, od altre tipolo- gie diverse dai canonici tre casset- ti, o tali cassettiere e piani sono fissati direttamente ai montanti dei mobili e non correttamente in cassettiere con struttura estraibile indipendente, ciò deve indurre qualche sospetto di manipolazio- ne dell’arredo. La parte a vista delle scatole delle serrature è nor- malmente di ottone. (foto 4, A, B, C) Generalmente si tratta di serrature robuste, non particolarmente complesse, di fattura un po’ seria- le, ottimamente rifinite, inserite perfettamente nel legno e con la toppa protetta da una caratteristi- ca buchetta di lamierino d’ottone a protezione dell’innesto della chiave, presente sempre anche sotto decori di bronzo dorato, che possono coprirle. Le serrature francesi sono sempre a due scatti, per consentire chiavi più aggra- ziate, con mannaie più piccole, soggette a leve più corte e quindi azionabili con minor sforzo di quelle ad un solo scatto. Le chia- vi, tranne rari casi, sono di acciaio. Le cerniere della ribalta sono costituite da barre d’acciaio inserite nei lati e trattenute con viti a testa svasata, provviste di un foro in cui si inserisce il perno della cerniera maschio, che è di forma rettangolare ed inserita nel montante del mobile. Gli sportelli hanno cerniere analoghe, ma di dimensioni più ridotte ed a volte sono tutte, o rivestite, di ottone nella parte a vista. (foto 5 A, B, C) Il piano superiore è sempre di marmo, solo in mobili tardi o di produzione non francese può essere di legno; esso è sempre aggettante sui tre lati ed a volte anche sul retro per colmare la distanza dal muro causata dal bat- tiscopa e quanto altro. Gli arredi di epoca Impero sono provvisti di due tipologie di appoggio a terra: -A cattedra o basamento, come in questo caso, col mobile diretta- mente poggiante al suolo, alle volte sono presenti piccoli spes- sori, spesso collocati in epoca successiva, per evitare danneggia- menti durante gli spostamenti. - Con piedi di tipo zoomorfo, fra cui i più comuni sono quelli a zampa ferina, vi possono essere anche interi animali, come tarta- rughe, rane, ecc. la tipologia dei piedi è uno dei maggiori elementi di indagine per analizzare lo stile e l’epoca degli arredi. In questo caso l’evoluzione del piede impe- ro è la seguente. Piede a tronco di piramide rovesciata, Consolato, 1800-05; entrato in uso in epoca Direttorio, 1793-1800. Piede zoo- morfo, 1805-15. Piede a semisfe- ra, detto anche a scodella, 1815- 25. Piede a parallelepipedo o cilindrico terminante a scodella, 1820-30. Piede a cipolla, 1830 in poi. (foto 6) Naturalmente questa sequenza è corretta negli arredi di qualità, che seguivano pedissequamente la moda, meno da quelli rustici. I decori dorati geometrici: cornici, riquadri, ecc. sono normalmente fusi continui. Spesso essi com- paiono tagliati negli angoli, ridot- ti a semplici segmenti. Spesso ciò è accaduto in occasione di prece- denti restauri al fine di ridurne le dimensioni, quando il calo natu- rale del legno non permetteva più ad essi, che, essendo di metallo, chiaramente non subiscono un analogo calo, di rimanere corret- tamente posizionati. Raramente essi nascono così e se sono stati palesemente fabbricati in pezzi, questo normalmente sta a signifi- care una produzione tarda del mobile o una loro successiva applicazione. Le schiene di que- st’epoca e stile sono normalmente intelaiate ai montanti ed alle tra- verse del mobile, ed a volte cen- tralmente ad ulteriori traverse, con i pannelli liberi in modo da non rompersi quando calavano di larghezza (sempre per il fenome- no già descritto in altre schede); le schiene intere inchiodate e quelle con telai indipendenti non devono ritenersi di quest’epoca. (foto 7) Analogamente sono intelaiati anche i fondi dei cassetti, anche se a volte quelli dei cassettini del castello sono incollati direttamen- te, comunque mai inchiodati; qualche chiodino è usato come fermo all’asse del retro, ma anche in questo caso a volte essi sono posteriori, applicati dal restaura- tore per tenerli fermi, quando, sempre a causa del calo, tali fondi non erano più perfettamente coesi. Il piano interno scrittoio è rivestito da uno strato di pelle o di tessuto che la imita, con decora- zioni dorate godronate (godrone: rotella di bronzo con scolpito sul bordo il disegno da imprimere) o impresse con stampi. Normalmente tali rivestimenti erano sostituiti ogni volta che si deterioravano, anche più volte nella storia dell’arredo, e quando sono presenti rovinati e consunti, si tratta dell’ultimo cambiato, non sono da considerarsi quindi origi- nali. Più un mobile è raffinato più era soggetto a tale costante manu- tenzione. (foto8) In ogni caso se si vuole, per desi- derio un po’ maniacale, parlare di rivestimenti in patina originali indichiamo alcune considerazioni necessarie. Primo, ovviamente, i decori devono essere eseguiti nello stile del mobile, secondo, se dei primi dell’Ottocento, su marocchino, terzo a foglia d’oro adesa con chiara d’uovo e non di ottonella, generalmente di uso più recente, ed ancor meno di moder- ne foglie autoadesive. Infine la chiave meglio se antica e coeva, ma non è possibile, ne necessario, dichiararla originale, può essere stata sostituita, perchè rotta o smarrita, in ogni momento anche all’epoca. Si ringrazia per la collaborazio- ne la Professoressa Mara Bortolotto, perito D’arte presso il Tribunale di Bologna. Nella prossima scheda, l’analisi di un mobile Luigi XVI. Caratteristiche tecniche e strut- turali, con particolare riguardo ai restauri subiti, all’identifica- zione dell’epoca e dello stile. Per quesiti, informazioni, peri- zie, vendite ed acquisti potete contattare l’autore alla casella di posta elettronica: antichitasantor [email protected] , e visitare il sito www .antichitasantor o.com . Pierdario Santoro - autore SCHEDE TECNICHE DELL’ANTIQUARIATO a cura di Pierdario Santoro Foto 1: Secretaire, h. 142,5x97,5x41. Epoca e stile: I° Impero, 1805-15. Questo secretaire a vanteaux, cioè a sportelli, porta la stampigliatura del grande ebanista Pierre Benoit Marcion, uno dei principali fornitori di Napoleone. La caratteristica saliente è la monumentalità, evidenziata dal disegno severo, fortemente geometrico e di gran- de originalità. Il basamento poggiante direttamente a terra ed i pilastri laterali contribuiscono a rafforzare un’immagi- ne vigorosa ed un aspetto compatto e maschio. Il decoro bronzeo cesellato e dorato è di ottima qualità. Foto 2. Tipico cassettino segreto destro, con apertura a scatto azionata, premendo il tassello mobile sul davanti del fondo del cassettino infe- riore destro del castello. Foto 3: (A) Coperchio del segreto pic- colo superiore ricavato nell’arcata del castello ed accessibile sotto il cassetto grande superiore mediante rotazione antioraria della colonnetta posteriore sinistra del castello. (B) Il segreto pic- colo. (C) Il coperchio del segreto grande estraibile solo dopo aver tolto il primo coperchio piccolo ed aver poi nuovamente ruotata la colonnetta in senso orario. (D) Il grande vano del segreto maggiore. Foto 4: (A) Serratura della ribalta a tre catenacci. (B) Serratura dello spor- tello inferiore; notiamo l’elegante sagomatura. (C) Bocchette in lamieri- no di ottone tipiche degli arredi fran- cesi. Le due linguelle posteriori servo- no per il fissaggio con due chiodini, dopo averle ribattute sul retro all’in- terno dell’incasso predisposto per la serratura. Foto 5: (A) Cerniera della ribalta maschio inserita nel montante; notia- mo il fermo che arresta la corsa della ribalta. (B) La cerniera maschio nella sua sede. Questo sistema di cerniere non è troppo efficiente, infatti come si può notare la ribalta era soggetta a rompersi all’estremità della cerniera maschio, sia quando cedevano le viti, sia quando, a causa di un acciaio sca- dente la stessa si incurvava all’altezza del foro di inserimento, che dopo un po’, spesso anche a causa dell’usura, cedeva in quel punto. (C) Cerniera di uno sportello; notiamo il lamierino d’ottone che riveste la parte d’acciaio. Foto 6: (A) Piede troncopiramidale. Ideato durante il Direttorio, alla fine del Settecento, si conserva anche in epoca Consolato (1800-5). (B) Piede ferino, il più tipico dell’I° Impero (1805-15). (C) Piede a scodella, inizio della Restaurazione (1815-25). (D) Piede a parallelepipedo, tipico del Biedermeier e della seconda parte della Restaurazione (1820-30 ed oltre). (E) Piede a cipolla, Luigi Filippo (dal 1830 in poi). Foto 7: Schiena del mobile. Notiamo la divisione in due pannelli intelaiati; in entrambi è chiaramente visibile, sulla destra, una giunta di legno più chiaro, resa necessaria dal calo natu- rale del legno. Se i pannelli fossero stati fissi si sarebbero inevitabilmente spaccati. Foto 8: Due coperture del piano scrittoio. La prima è di tessuto imitante la pelle e la decorazione dorata è semplificata ed eseguita ad ottonella. La seconda e di pelle, molto più elaborata, eseguita a foglia d’oro, con il bordo impresso a godro- ne e la decorazione interna a stampo.

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Page 1: a cura di Pierdario Santoro analisi di...Piede a tronco di piramide rovesciata, Consolato, 1800-05; entrato in uso in epoca Direttorio, 1793-1800. Piede zoo-morfo, 1805-15. Piede a

L’INFORMATORE EUROPEO 1

ANALISI DI UN SECRÉTAI-RE I° IMPERO. SECONDAPARTE.

(foto 1)

Il secrétaire prende il suo nomedalla funzione cui era dedicato. Ilpiano ribaltabile fungeva da scrit-toio ed il castello celato dietro diesso era sempre provvisto di cas-settini di varia forma e misura,destinati a contenere sia la cartada lettere, che le buste e quantonecessario per scrivere, oltre aipiù svariati oggetti personali. Essisono forniti di una maniglia peraprirli, normalmente un pomello,o di una serratura la cui chiavepuò fungere da impugnatura.Praticamente tutti i secrétairessono dotati lateralmente a fiancodi quelli visibili di due cassettininascosti, segreti appunto, che siaprono a scatto, normalmentespinti da una molla, bloccati dapulsanti celati nella struttura.(foto 2)

Spesso, come nelle ribalte delSettecento, sotto al cassetto cen-trale, sotto un’asse scorrevole sitrova un altro nascondiglio. Allevolte sono anche presenti altriscomparti segreti nascosti nellemaniere più ingegnose. Talinascondigli servivano per oggettipreziosi, ma soprattutto per lacorrispondenza più personale edin particolare per quella amorosa.

Il ladro rompeva o asportava l’in-tero mobile, era il servo che cor-rotto da altre-i amanti dovevasvolgere, senza lasciare tracce,una sollecita opera di spionaggioin loro favore. Questi mobili,come peraltro gran parte degliarredi non da parata, era collocatonella camera da letto, l’ambientepiù sontuoso della casa, in cui siricevevano abitualmente gli ospi-ti. Chi possedeva simili arredidisponeva di un proprio apparta-mento o quanto meno di unacamera personale non condivisacon il coniuge. Sicuramente inu-suale il sistema escogitato in que-sto secrétaire. Apparentementenon vi è posto per celare vani inun castello così aperto. Ma è pro-prio sull’illusione di assenza diintercapedini, che gli ebanisticontavano per creare nascondigli.In questo caso bisogna agire sullacolonnetta posteriore sinistra perliberare i coperchi dei segretiaccessibili sotto al cassetto supe-riore. (foto 3 A, B, C, D.)

Le serrature presentano un inne-sto ad asso di fiori, tipico dellemanifatture francesi ed in partico-lare parigine tra la fine delSettecento ed i primi trenta annidell’Ottocento. Quella della ribal-ta è a tre catenacci e blocca con ilsecondo scatto il cassetto superio-re. Quella degli sportelli inferioripercorre l’anta per tutta la suaaltezza e innesta i catenacci infe-riormente nel basamento e supe-riormente nella traversa, che divi-de gli sportelli dalla ribalta.Questo tipo di serratura è tipicodegli sportelli che celano una cas-settiera, non essendo possibileuna serratura con fermo centrale,che risulterebbe piantato a metàdel cassetto di mezzo. Per controse dietro detta serratura si trovaun vano vuoto, o con un solo cas-setto ed un piano, od altre tipolo-gie diverse dai canonici tre casset-ti, o tali cassettiere e piani sonofissati direttamente ai montantidei mobili e non correttamente incassettiere con struttura estraibileindipendente, ciò deve indurrequalche sospetto di manipolazio-ne dell’arredo. La parte a vistadelle scatole delle serrature è nor-malmente di ottone.

(foto 4, A, B, C)

Generalmente si tratta di serraturerobuste, non particolarmentecomplesse, di fattura un po’ seria-le, ottimamente rifinite, inseriteperfettamente nel legno e con latoppa protetta da una caratteristi-ca buchetta di lamierino d’ottonea protezione dell’innesto dellachiave, presente sempre anchesotto decori di bronzo dorato, chepossono coprirle. Le serraturefrancesi sono sempre a due scatti,per consentire chiavi più aggra-ziate, con mannaie più piccole,soggette a leve più corte e quindiazionabili con minor sforzo diquelle ad un solo scatto. Le chia-vi, tranne rari casi, sono diacciaio. Le cerniere della ribaltasono costituite da barre d’acciaioinserite nei lati e trattenute conviti a testa svasata, provviste di unforo in cui si inserisce il pernodella cerniera maschio, che è diforma rettangolare ed inserita nelmontante del mobile. Gli sportellihanno cerniere analoghe, ma didimensioni più ridotte ed a voltesono tutte, o rivestite, di ottonenella parte a vista. (foto 5 A, B, C)

Il piano superiore è sempre dimarmo, solo in mobili tardi o diproduzione non francese puòessere di legno; esso è sempreaggettante sui tre lati ed a volteanche sul retro per colmare la

distanza dal muro causata dal bat-tiscopa e quanto altro. Gli arredidi epoca Impero sono provvisti didue tipologie di appoggio a terra:-A cattedra o basamento, come inquesto caso, col mobile diretta-mente poggiante al suolo, allevolte sono presenti piccoli spes-sori, spesso collocati in epocasuccessiva, per evitare danneggia-menti durante gli spostamenti. -

Con piedi di tipo zoomorfo, fracui i più comuni sono quelli azampa ferina, vi possono essereanche interi animali, come tarta-rughe, rane, ecc. la tipologia deipiedi è uno dei maggiori elementidi indagine per analizzare lo stilee l’epoca degli arredi. In questocaso l’evoluzione del piede impe-ro è la seguente. Piede a tronco dipiramide rovesciata, Consolato,1800-05; entrato in uso in epocaDirettorio, 1793-1800. Piede zoo-morfo, 1805-15. Piede a semisfe-ra, detto anche a scodella, 1815-25. Piede a parallelepipedo ocilindrico terminante a scodella,1820-30. Piede a cipolla, 1830 inpoi. (foto 6)Naturalmente questa sequenza ècorretta negli arredi di qualità,che seguivano pedissequamentela moda, meno da quelli rustici. Idecori dorati geometrici: cornici,riquadri, ecc. sono normalmentefusi continui. Spesso essi com-paiono tagliati negli angoli, ridot-ti a semplici segmenti. Spesso ciòè accaduto in occasione di prece-denti restauri al fine di ridurne ledimensioni, quando il calo natu-rale del legno non permetteva piùad essi, che, essendo di metallo,chiaramente non subiscono unanalogo calo, di rimanere corret-tamente posizionati. Raramenteessi nascono così e se sono statipalesemente fabbricati in pezzi,questo normalmente sta a signifi-care una produzione tarda delmobile o una loro successivaapplicazione. Le schiene di que-st’epoca e stile sono normalmenteintelaiate ai montanti ed alle tra-verse del mobile, ed a volte cen-tralmente ad ulteriori traverse,con i pannelli liberi in modo danon rompersi quando calavano dilarghezza (sempre per il fenome-no già descritto in altre schede); leschiene intere inchiodate e quellecon telai indipendenti non devonoritenersi di quest’epoca. (foto 7)Analogamente sono intelaiatianche i fondi dei cassetti, anchese a volte quelli dei cassettini delcastello sono incollati direttamen-te, comunque mai inchiodati;qualche chiodino è usato comefermo all’asse del retro, ma anchein questo caso a volte essi sonoposteriori, applicati dal restaura-tore per tenerli fermi, quando,sempre a causa del calo, tali fondinon erano più perfettamentecoesi. Il piano interno scrittoio èrivestito da uno strato di pelle o ditessuto che la imita, con decora-zioni dorate godronate (godrone:rotella di bronzo con scolpito sulbordo il disegno da imprimere) oimpresse con stampi.Normalmente tali rivestimentierano sostituiti ogni volta che sideterioravano, anche più voltenella storia dell’arredo, e quando

sono presenti rovinati e consunti,si tratta dell’ultimo cambiato, nonsono da considerarsi quindi origi-nali. Più un mobile è raffinato piùera soggetto a tale costante manu-tenzione. (foto8)In ogni caso se si vuole, per desi-derio un po’ maniacale, parlare dirivestimenti in patina originaliindichiamo alcune considerazioninecessarie. Primo, ovviamente, idecori devono essere eseguitinello stile del mobile, secondo, sedei primi dell’Ottocento, sumarocchino, terzo a foglia d’oroadesa con chiara d’uovo e non diottonella, generalmente di uso piùrecente, ed ancor meno di moder-ne foglie autoadesive. Infine lachiave meglio se antica e coeva,ma non è possibile, ne necessario,dichiararla originale, può esserestata sostituita, perchè rotta osmarrita, in ogni momento ancheall’epoca.

Si ringrazia per la collaborazio-ne la Professoressa MaraBortolotto, perito D’arte pressoil Tribunale di Bologna.

Nella prossima scheda, l’analisidi un mobile Luigi XVI.Caratteristiche tecniche e strut-turali, con particolare riguardoai restauri subiti, all’identifica-zione dell’epoca e dello stile.

Per quesiti, informazioni, peri-zie, vendite ed acquisti potetecontattare l’autore alla caselladi posta elettronica:

[email protected],

e visitare il sito www.antichitasantoro.com.

Pierdario Santoro - autore

SCHEDE TECNICHE DELL’ANTIQUARIATOa cura di Pierdario Santoro

Foto 1: Secretaire, h. 142,5x97,5x41.Epoca e stile: I° Impero, 1805-15.Questo secretaire a vanteaux, cioè asportelli, porta la stampigliatura delgrande ebanista Pierre Benoit Marcion,uno dei principali fornitori diNapoleone. La caratteristica saliente è lamonumentalità, evidenziata dal disegnosevero, fortemente geometrico e di gran-de originalità. Il basamento poggiantedirettamente a terra ed i pilastri lateralicontribuiscono a rafforzare un’immagi-ne vigorosa ed un aspetto compatto emaschio. Il decoro bronzeo cesellato edorato è di ottima qualità.

Foto 2. Tipico cassettino segretodestro, con apertura a scatto azionata,premendo il tassello mobile suldavanti del fondo del cassettino infe-riore destro del castello.

Foto 3: (A) Coperchio del segreto pic-colo superiore ricavato nell’arcata delcastello ed accessibile sotto il cassettogrande superiore mediante rotazioneantioraria della colonnetta posterioresinistra del castello. (B) Il segreto pic-colo. (C) Il coperchio del segretogrande estraibile solo dopo aver toltoil primo coperchio piccolo ed aver poinuovamente ruotata la colonnetta insenso orario. (D) Il grande vano delsegreto maggiore.

Foto 4: (A) Serratura della ribalta atre catenacci. (B) Serratura dello spor-tello inferiore; notiamo l’elegantesagomatura. (C) Bocchette in lamieri-no di ottone tipiche degli arredi fran-cesi. Le due linguelle posteriori servo-no per il fissaggio con due chiodini,dopo averle ribattute sul retro all’in-terno dell’incasso predisposto per laserratura.

Foto 5: (A) Cerniera della ribaltamaschio inserita nel montante; notia-mo il fermo che arresta la corsa dellaribalta. (B) La cerniera maschio nellasua sede. Questo sistema di cernierenon è troppo efficiente, infatti come sipuò notare la ribalta era soggetta arompersi all’estremità della cernieramaschio, sia quando cedevano le viti,sia quando, a causa di un acciaio sca-dente la stessa si incurvava all’altezzadel foro di inserimento, che dopo unpo’, spesso anche a causa dell’usura,cedeva in quel punto. (C) Cerniera diuno sportello; notiamo il lamierinod’ottone che riveste la parte d’acciaio.

Foto 6: (A) Piede troncopiramidale.Ideato durante il Direttorio, alla finedel Settecento, si conserva anche inepoca Consolato (1800-5). (B) Piedeferino, il più tipico dell’I° Impero(1805-15). (C) Piede a scodella, iniziodella Restaurazione (1815-25). (D)Piede a parallelepipedo, tipico delBiedermeier e della seconda partedella Restaurazione (1820-30 edoltre). (E) Piede a cipolla, LuigiFilippo (dal 1830 in poi).

Foto 7: Schiena del mobile. Notiamola divisione in due pannelli intelaiati;in entrambi è chiaramente visibile,sulla destra, una giunta di legno piùchiaro, resa necessaria dal calo natu-rale del legno. Se i pannelli fosserostati fissi si sarebbero inevitabilmentespaccati.

Foto 8: Due coperture del piano scrittoio. La prima è di tessuto imitante la pellee la decorazione dorata è semplificata ed eseguita ad ottonella. La seconda e dipelle, molto più elaborata, eseguita a foglia d’oro, con il bordo impresso a godro-ne e la decorazione interna a stampo.