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PARROCCHIA SAN MICHELE ARCANGELO Gragnano Trebbiense (Piacenza) 27/28/29 Dicembre 2011 A Roma per sentirci pietre vive della Chiesa

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PARROCCHIA SAN MICHELE ARCANGELOGragnano Trebbiense (Piacenza)

27/28/29 Dicembre 2011

A Roma per sentirci

pietre vive della Chiesa

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BUON VIAGGIO!!PERCHÉ A ROMA?Roma.. la città più bella del mondo! Bella per sua storia e, per noi cristiani, bella per la storia dei testimoni della fede, che qui dopo la resurrezione di Gesù, hanno creato la loro più importante comunità. Allora andiamo a Roma per gustare il “profumo” dei testimoni del Vangelo e riscaldare il nostro cuore nei luoghi dalla fede dei primi cristiani.Cosa chiedere in questo pellegrinaggio? Signore io credo, ma aumenta la mia fede!Che fatica essere cristiani!!!!

CREDO LA CHIESALa parola Chiesa proviene dal greco “EKKLESIA”, che

significa ________________ _______ ________________.

La Chiesa nasce circa 2000 anni fa, il giorno di

___________________.

Facciamo un passo indietro: subito dopo la morte in croce

di Gesù, i discepoli iniziano a ______________________, ma tornano a riunirsi

e a pregare dopo la grande notizia: Gesù è risorto; iniziano così a predicare la sua

___________________________. Gesù appare ai suoi amici e ridona loro la

_______________________; prima di salire al _______________ promette loro

il dono dello __________________ _________________. È vero che dopo la

risurrezione del Cristo avevano ripreso a riunirsi, ma è anche vero che lo facevano

di _____________________, vivevano nella ______________: temevano di essere

________________________ e si radunavano a pregare in segreto. Lo Spirito Santo

dona loro una grande forza e comprendono di essere una __________________

chiamata a _______________________ la salvezza che Gesù opera a favore di tutti gli

uomini. Gesù ha voluto la Sua Chiesa per continuare la sua opera di salvezza nel mondo.

La _______________________ della Chiesa, quindi, è far sì che tutta l’umanità diventi il

_________________ Santo di Dio. Gli Apostoli iniziano così la loro missione: predicare

Gesù risorto. Molti accolgono la loro _________________, si convertono e si fanno

_________________________. La comunità cristiana cresce e i credenti si riuniscono

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ogni giorno nella preghiera e nello ____________________ ___ ___________.

Molti __________________ si compiono per opera dello Spirito Santo e gli Apostoli

continuano a parlare al popolo e ad annunziare la Risurrezione di Gesù. Proprio per

questo vengono _______________ e ________________, la comunità si riunisce per

pregare Dio affinché li liberi. I capi ebraici temono anche la reazione della gente, che li

ama e li segue, inoltre non trovano validi motivi per condannarli e li rilasciano. Molti

altri prodigi si compiono per opera degli Apostoli e il _________________ delle donne

e degli uomini che credono nel Signore aumenta sempre di più. Gli Apostoli vengono

minacciati: i sommi sacerdoti ordinano loro di non compiere più miracoli e di non

parlare più al popolo predicando la Risurrezione del Cristo. Ma non è più possibile

tacere, hanno in loro una ________________ _____________, che dona loro

___________________ e che è in grado di _______________ la gente di ogni lingua,

razza e nazione in un solo popolo di ____________________. Il nuovo popolo di Dio è

la ________________. Disubbidendo, continuano a predicare e a compiere miracoli.

Pietro viene di nuovo ___________________, ma un ________________ del Signore

lo libera dal carcere e Pietro si riunisce con i suoi fratelli. ___________________

e Pentecoste: Gesù è risorto e lo Spirito è donato per tutti gli uomini. Questi due

avvenimenti segnano l’inizio del ____________________________. Nella nostra

professione di fede, il __________________, diciamo che crediamo la Chiesa:

________: come Gesù, il Padre e lo Spirito Santo sono una cosa sola, così siamo anche

noi Popolo di Dio _______________: perché santificata dallo Spirito Santo

____________________: cioè universale, perché Cristo vuole che tutti gli uomini

siano salvi ____________________: fondata sulla testimonianza degli Apostoli

PAROLE DA INSERIRE:

UNA; ANGELO; PROCESSATI; CORAGGIO; PENTECOSTE; PAURA; BATTEZZARE;

APOSTOLICA; CHIESA; POPOLO; MIRACOLI; CATTOLICA; NUMERO; CRISTIANESIMO;

COMUNITÀ; ASSEMBLEA DI POPOLO; ARRESTATO; PASQUA; ARRESTATI; SANTA;

DISPERDERSI; SPEZZARE IL PANE; MISSIONE; RISURREZIONE; CREDO; PAROLA;

SPERANZA; TESTIMONIARE; CIELO; NASCOSTO; FRATELLI; PERSEGUITATI; SPIRITO

SANTO; FORZA NUOVA; UNIRE

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Noi siamo ‘cristiani’ non solo perché abbiamo ricevuto un Battesimo, ma soprattutto perché facciamo parte d’una comunità fondata da Cristo: questa comunità si chiama ‘Chiesa’. La parola Chiesa significa “assemblea – riunione” mentre la parola in minuscolo ‘chiesa’ vuol dire ‘ tempio - casa - luogo di…’

STRUTTURA DELLA CHIESA

Tutti noiAiutano i preti nell’annunciare il

vangelo e nell’aiutare i poveriCollaboratori dei vescovi, celebrano la messa

e amministrano i Sacramenti Successori degli apostoli e guide

delle loro diocesiSuccessore di Pietro, pastore della Chiesa,

servo dei Servi di Dio

Il triangolo è rovesciato per far comprendere come nella chiesa chi ha più potere è chiamato a un maggiore servizio e porta il peso di chi c’è sopra.L’ordine è: LAICI – DIACONI – PRETI – VESCOVI - PAPA

RIFLESSIONE: Come cristiani siamo tutti ugualmente responsabili dell’evangelizzazione e costruzione del Regno, anche se abbiamo doni e funzioni diverse!

“Dio ha assegnato a ciascuno il proprio posto nella Chiesa” (1Cor.12,28)“Noi tutti formiamo il suo corpo che è la Chiesa” ( Ef. 5,30)“Egli (Gesù) è il capo di quel corpo che è la Chiesa” (Col.1,18)

Ed io che posto ho in questa Chiesa?

............................................................................................

Sentirci membra vive del suo Corpo (Chiesa)

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La chiesa, casa di Dio, luogo di culto

GUARDANDO L’ ELENCO DEI NOMI COMPLETA IL DISEGNO METTENDO IL NUMERO CORRISPONDENTE AL NOME RAFFIGURATO

1 Confessionale 2 Fonte Battesimale 3 Tabernacolo 4 Ambone 5 Campanile 6 Sacrestia 7 Presbiterio 8 Banco 9 Seggio10 Messale11 Cero Pasquale12 Navata13 Organo14 Altare15 Crocifisso

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In UDIENZA dal PAPACHI É PAPA BENEDETTO XVI La storia di Papa Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, inizia il 16 aprile del 1927, a Marktl am Inn, una diocesi di Passau, in Germania, in una famiglia di origini agricole della Bassa Baviera. Figlio di un commissario di gendarmeria, la sua è una famiglia di umili origini ma molto religiosa. Trascorre gli anni dell’adolescenza a Traunstein, studia Filosofia e Teologia all’Università di Monaco, e negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale viene richiamato nei servizi militari antiaerei. I 29 giugno del 1951 a 24 anni è ordinato sacerdote

e si dedica all’insegnamento.Nel 1953 si addottora in Teologia con la dissertazione “Popolo e casa di Dio nella Dottrina della Chiesa di Sant’Agostino” e nel 1957 l’opera “La Teologia della Storia di San Bonaventura” gli garantisce la libera docenza. Una volta conseguito l’incarico, Dogmatica e Teologia fondamentale nella scuola superiore di Filosofia e Teologia di Frisinga, proseguì l’insegnamento a Bonn, dal 1959 al 1969, Münster, dal 1963 al 1966, e Tubinga, dal 1966 al 1969. Proprio nel 1969 è professore ordinario di Dogmatica e di storia dei dogmi nell’Università di Ratisbona e Vice-Presidente della stessa Università. Il 1962 è l’anno in cui Joseph Ratzinger si fa notare agli occhi del mondo, è il consulente teologico dell’Arcivescovo di Colonia Cardinale Joseph Frings, al Concilio Vaticano II, al quale dà un notevole contributo. Il 24 marzo del 1977, a soli 50 anni, Paolo VI lo nomina Arcivescovo di München und Freising. Il 28 maggio dello stesso anno con la consacrazione episcopale assume il governo pastorale della Diocesi Bavarese, è il primo sacerdote diocesano dopo 80 anni. Il 27 giugno è sempre Papa Paolo VI a crearlo Cardinale. Il 25 novembre 1981 Papa Giovanni Paolo II lo nomina Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Pontificia Commissione Teologica Internazionale. Il 6 novembre 1998 è stato eletto Vice-Decano del Collegio Cardinalizio. Il 30 novembre 2002, Papa Wojtyla approva l’elezione del cardinale Joseph Ratzinger a Decano del Collegio Cardinalizio. Dal 1986 al 1992 ha lavorato come Presidente della Commissione per la preparazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, ed è proprio a lui che si deve il nuovo catechismo. Negli ultimi anni il Decano dei cardinali, il braccio destro di Papa

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Wojtyla aveva spesso manifestato il desiderio di ritirarsi e rientrare in patria per dedicarsi alla sua prima passione: scrivere libri, ma aveva sempre trovato la ferma opposizione di Giovanni Paolo II per il quale era un validissimo collaboratore. E il 19 aprile 2005 alle ore 17.49 è il primo Papa eletto nel terzo millennio, è il successore del Papa che ha servito con fedeltà è affetto. E’ Papa Benedetto XVI.

L’elezione e lo stemma

Papa Benedetto XVI parla per la prima volta alla folla, alla sua chiesa, al mondo. Partendo dal vuoto lasciato dal suo predecessore Giovanni Paolo II, comincia il suo discorso, la presa di coscienza di essere un umile, un semplice, un lavoratore nella vigna del Signore, chiede aiuto a tutti i presenti e parla con umiltà di se stesso affidandosi allo Spirito Santo che l’ha scelto e che per fortuna è capace di grandi cose anche con poco. Com’è consuetudine da almeno otto secoli il Pontefice ha adottato uno stemma araldico, usato per la decorazione di monumenti e opere fatte edificare dal papa e per i documenti da lui scritti. Benedetto XVI ha voluto mantenere nel suo stemma i simboli che utilizzava sia da vescovo che da cardinale. Il suo stemma quindi è uno scudo “a calice” diviso in tre parti (cappatura). Nella parte centrale dello scudo una conchiglia che ricorda i pellegrini e la leggenda dell’incontro di Sant’Agostino con un bambino intento a vuotare il mare con una conchiglia, incontro che svelò al santo l’impossibilità della mente umana di capire il mistero divino. Sempre la conchiglia compare nello stemma del monastero di Schotten, a Ratisbona, a cui Benedetto XVI è particolarmente legato. A destra e sinistra della conchiglia compaiono l’orso e il moro, simboli della diocesi di Frisinga. Il primo che trasporta un fardello evoca leggenda di San Corbiniano, primo vescovo di Frisinga, il secondo, il moro, invece è per il Papa il simbolo dell’universalità della Chiesa. Dietro lo scudo si trovano le due chiavi “decussate”, cioè incrociate, una d’oro e l’altra d’argento, simbolo di San Pietro. Sopra lo scudo una mitra d’argento, che ha sostituito la tiara papale usata dai suoi predecessori, e che riporta tre fasce d’oro che ricordano i simboli della tiara, i tre poteri di Ordine, Giurisdizione e Magistero uniti al centro per indicare la loro unione su una stessa persona. Infine è stata introdotta l’immagine del Pallio, il segno della collegialità e dell’unità tra il Papa e la Chiesa.

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Alcune curiosità

Per prima cosa ama i gatti e la musica. Ha due splendidi mici e le loro gabbie

sono state la prima preoccupazione una volta eletto in Vaticano.

Romano di adozione, il pontefice amerebbe il giallo e il rosso, i colori di

Roma. Pare abbia voluto dipingere le pareti delle stanze papali di questi

colori. Ogni sera al tramonto, poi, il Papa fa una passeggiata nei suoi giardini,

dove è stato subito allestito il suo stemma in versione floreale: l’orso, la

conchiglia e il moro.

Il Pontefice ama i piatti Bavaresi, i piatti della sua terra, come canederli in

brodo, il gulash e gli spatzle. I fans di Papa Benedetto XVI curano un sito

internet non ufficiale: ratzinger.it. Nel 2007, il Pontefice è stato scelto come

Uomo dell’anno, ma nel suo medagliere ha anche il riconoscimento di Uomo

più elegante del mondo. Il trionfo in quest’ultima classifica, stilata dai lettori

della rivista americana Esquire, è dovuta alle sue scarpe rosse firmate Prada.

Nonostante non sia più giovane, in occasione della Giornata mondiale

della gioventù 2008, Benedetto XVI ha inviato a centinaia di ragazzi riuniti a

Sydney, un sms per invitarli a rinnovare la propria fede. La firma era: “B-XVI”.

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LA VISITA ALLE QUATTROBASILICHE MAGGIORI

Le basiliche sono chiese di particolare antichità (paleocristiane) di grandi dimensioni (a tre o più navate) alle quali sono state conferite speciali diritti cerimoniali dal Papa. Con il termine di basiliche papali si indicano le quattro chiese principali di Roma (in precedenza chiamate basiliche patriarcali) che hanno il rango più alto dal punto di vista liturgico.

Tutte le basiliche papali si trovano a Roma e sono:

• San Giovanni in Laterano, Cattedrale di Roma, chiamata anche Arci-basilica Lateranense

• SanPietroinVaticano,chiamata anche Basilica Vaticana (che manifesta la Chiesa apostolica fondata sull’apostolo Pietro)

• San Paolo fuori le mura, chiamata anche Basilica Ostiense (che manifesta la Chiesa cattolica, fondata sulla missione itinerante di Paolo)

• Santa Maria Maggiore, chiamata anche Basilica Liberiana (che manifesta la Chiesa santa generata con Cristo da Maria).

La particolarità di queste quattro basiliche papali è che hanno una Porta santa e un Altare papale. Le porte sante sono aperte con un rito speciale dal Papa o da un suo incaricato solo per la durata di un Anno Santo, e giocano un ruolo importante nella concessione della cosiddetta indulgenza plenaria.

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BASILICA DI SAN PIETRO

La Basilica di San Pietro, in grado di accogliere 20.000 fedeli, è lunga circa 190 metri, la larghezza delle tre navate è di 58 metri, la navata centrale è alta sino al culmine della volta 45,50 metri, la cupola raggiunge i 136 metri circa di altezza sino alla croce. Durante la grande persecuzione contro i cristiani di Nerone del 64 d.C., che ebbe come scenario il circo di Caligola, subì il martirio anche San Pietro, crocifisso e deposto in Vaticano, sulla via Aurelia di fronte al palazzo di Nerone. Fra le testimonianze che identificano il luogo del martirio, un passo di Eusebio da Cesarea (IV secolo) cita una lettera scritta da Gaio a Proclo in cui il presbitero invita l’amico a venire a Roma : “al Vaticano e sulla via Ostiense, tu troverai i trofei di coloro che fondarono questa Chiesa”. Proprio per l’importanza di questa testimonianza, l’edicola del II secolo, rinvenuta durante gli scavi nella Necropoli vaticana a protezione della sepoltura di San Pietro, è stata chiamata “Trofeo di Gaio”. In seguito al proclama da parte dell’imperatore Costantino dell’Editto di Milano (313 d.C.), i cristiani ebbero la facoltà di costruire i loro edifici di culto: fu proprio Costantino che diede avvio nel 324 alla costruzione della Basilica che doveva inglobare il “Trofeo di Gaio” e fare della tomba di Pietro il fulcro della struttura. Fu in questa Basilica che, nella notte di Natale dell’anno 800, Carlo Magno, re dei Franchi, fu incoronato imperatore del Sacro Romano Impero; era in questa Basilica che fino agli inizi del 1300 affluivano masse di pellegrini pro-venienti a piedi da tutta l’Europa per venerare la tomba del “Principe degli Apostoli”.

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A destra è la Porta Santa, realizzata in bronzo dallo scultore Vico Consorti nel 1950: essa si apre e si chiude alla presenza del Papa durante ogni Giubileo.Gli interni, caratterizzati dalle vastissime decorazioni a mosaico, sono lo scrigno prezioso per alcune delle più celebri opere d’arte al mondo, quali ad esempio il Baldacchino del Bernini e la statua della Pietà di Michelangelo. La navata centrale è scandita da poderosi pilastri con alte lesene entro le quali si aprono nicchie contenenti 39 figure di Santi fondatori degli Ordini e Congregazioni religiose; il soffitto è decorato con stucchi dorati eseguiti nel 1780. Sul pavimento sono segnate le lunghezze delle più grandi chiese del mondo.

Le Grotte Vaticane si estendono sotto la navata centrale della Basilica di San Pietro, tre metri sotto l’attuale pavimento, dall’altare maggiore (il così detto altare papale) sino a circa metà della navata; formano una vera e propria chiesa sotterranea che occupa lo spazio tra l’attuale pavimento della basilica e quello della antica basilica costantiniana del IV secolo. Gli angusti spazi, caratterizzati da volte a botte ribassate, furono scavati dagli architetti rinascimentali per preparare le fondamenta dell’attuale basilica. La pianta delle grotte vaticane, che si diramano in nicchie, corridoi e cappelle laterali, è quella di una chiesa a tre navate (le così dette grotte vecchie) con cappelle che ospitano le sepolture dei papi; l’ abside semicircolare della chiesa, con cappelle e monumenti funebri, (le così dette grotte nuove) ha come centro ideale la cappella di San Pietro, alla quale corrisponde, sopra le grotte, l’altare papale e, nella necropoli sotterranea, la tomba dell’ Apostolo Pietro, il primo papa romano. Le grotte vaticane costituiscono un complesso monumentale suggestivo per le tante memorie storiche. Oltre a custodire le tombe di numerosi papi, le grotte sono ricche di opere d’arte provenienti dall’antica basilica. Sotto le grotte si estende una necropoli con antichi sepolcri cristiani e la zona sacra della tomba di San Pietro.

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PROFESSIONE DI FEDE E DI IMPEGNO

LITURGIA DELLA PAROLA

IN ASCOLTO DELLA PAROLA

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani (Rm 12,9-18)

9 La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; 10amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. 11Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. 12Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. 13Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.14Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. 15Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. 16Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi.17Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. 18Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti.

Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

PREGHIERA RESPONSORIALE

Lettore 1: Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità,

Lettore 2: sarei come uno strumento musicale che non produce alcun suono.

Lettore 1: E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità

Lettore 2: Davanti a te, Signore, non conterei nulla.

Lettore 1: E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità

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Lettore 2: tutti i miei gesti eroici sarebbero solo esibizionismo.

Lettore 1: Ciò che conta più di tutto, invece, è amare te e le persone che ci hai posto accanto.

Coro 1: La carità è paziente, è benigna la carità;

Coro 2: non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto,

Coro 1: non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,

Coro 2: non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.

Tutti: Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.

Acclamazione al Vangelo. Alleluia

Dal VANGELO secondo Matteo (Mt 16, 13-19)

13 Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. 14 Risposero: “Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti”. 15 Disse loro: “Ma voi, chi dite che io sia?”. 16 Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. 17 E Gesù gli disse: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18 E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.

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PROFESSIONE DI FEDE

Cel: Dopo avere condiviso la Parola di Dio condividiamo la nostra fede, riconosciamo cosa ha fatto Dio per tutti noi e quali grandi cose ha operato per salvarci.

Celebrante Credete in Dio Padre, che ama ogni persona fin dalla creazione del mondo e che segue ogni giorno con premura il cammino di ogni creatura?

Tutti Noi lo crediamo!E vogliamo vivere da figli di Dio, amando gli altri e perdonando, aiutando a credere nella felicità come dono di Dio e impegno di ogni persona.

Celebrante Credete in Gesù, il Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, che è venuto ad abitare in mezzo a noi per sconfiggere le forze del male e conquistarci la forza di collaborare al Regno di Dio, Regno di amore, di giustizia e di pace?

Tutti Noi lo crediamo!E vogliamo vivere da fratelli di Gesù, costruire la nostra vita a partire da lui, nel servizio gioioso e gratuito e nel rispetto del creato, perché sia a disposizione del benessere di ogni persona.

Celebrante Credete nello Spirito Santo che è in noi, e che ci arricchisce con i suoi doni? Credete che nel Battesimo siete diventati veramente Figli di Dio?

Tutti Noi lo crediamo!E vogliamo vivere nella Chiesa, segno vivo dell’amore di Dio e strumento perché ogni persona sulla terra partecipi del suo Regno in attesa del cielo nuovo e della terra nuova.

Cel Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù nostro Signore.

Amen.

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PREGHIERA CONCLUSIVA

Signore Gesù,

se siamo qui non è per caso.

sei tu che ci hai chiamati

per far parte della tua famiglia

che si chiama “Chiesa”.

Anche oggi

davanti a noi

c’è un tratto di strada

da percorrere insieme,

come fratelli e amici.

Ma a volte è così difficile

andare d’accordo:

tutti vogliamo essere i primi,

tutti vogliamo vincere,

tutti crediamo di essere i migliori.

E a furia di dire “io”

ci dimentichiamo delle persone che ci stanno accanto.

Ma tu ci hai mostrato che la via della felicità

passa attraverso il servizio agli altri,

attraverso la carità.

Questa via

vogliamo provare a percorrerla insieme,

certi che tu la percorrerai con noi.

Amen.

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All’inizio del IV secolo, l’Imperatore Costantino fece fare degli scavi sui luoghi della cella memoriae, ove i Cristiani veneravano la memoria dell’Apostolo San Paolo, decapitato tra il 65 ed il 67, sotto Nerone. E’ su questa tomba, situata sulla via Ostiense, a circa 2 Km fuori le Mura Aureliane che cingono Roma, che fece innalzare una Basilica, consacrata da Papa Silvestro nel 324. Ristrutturata ed ingrandita tra il 384 e il 395, sotto gli imperatori Teodosio, Valentiniano II e Arcadio, secondo un vasto piano a 5 navate che si apre su un quadriportico, la Basilica non cesserà lungo i secoli di essere oggetto di abbellimenti e di aggiunte da parte dei Papi, citiamo l’imponente cinta di fortificazioni innalzata contro le invasioni alla fine del IX secolo, il campanile e l’ammirevole porta bizantina del XI secolo, ed ancora i mosaici della facciata di Pietro Cavallini, il bel chiostro dei Vassalletto, il celebre baldacchino gotico di Arnolfo di Cambio e il candelabro pasquale di Nicola d’Angelo e Pietro Vassalletto, del XIII secolo. E’ il momento dell’età d’oro della più grande Basilica di Roma, fino alla consacrazione della nuova Basilica di San Pietro, nel 1626. Questo luogo sacro di pellegrinaggio della cristianità è rinomato

BASILICA DI SAN PAOLO FUORI LE MURA

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per le sue opere artistiche. Nella notte del 15 luglio 1823, un incendio distrugge questo testimone unico di epoche paleocristiane, bizantine, del Rinascimento e del Barocco. La Basilica viene ricostruita in modo identico, riutilizzando gli elementi risparmiati dal fuoco. Nel 1928 è stato aggiunto il portico dalle 146 colonne. La lunga serie di medaglioni rappresenta tutti i Papi della storia, fu iniziata sotto il pontificato di Leone Magno nel V secolo e testimonia qui in modo straordinario la “supremazia riconosciuta dai fedeli di ogni luogo alla grandissima Chiesa costituita a Roma dai due gloriosi Apostoli San Pietro e San Paolo” (San Ireneo, II s.). Oltre alla Basilica Papale, l’insieme comprende una Abbazia benedettina molto antica, restaurata da Odon de Cluny nel 936, attiva sotto la direzione del suo abate. I Monaci Benedettini della antichissima Abbazia, edificata presso la Tomba dell’Apostolo da Papa Gregorio II (715-731), favoriscono il ministero della Riconciliazione (o della Penitenza) e la promozione di avvenimenti ecumenici. E’ lì che, ogni anno, si chiude solennemente nel giorno della Conversione di San Paolo, il 25 gennaio, la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani.

La Tomba di San Paolo

Paolo giunse a Roma nel 61, per essere giudicato dal tribunale romano che lo condannò a morte perché cristiano; la sentenza ebbe luogo in una località detta “palude Salvia”, presso Roma (poi detta Tre Fontane, nome derivato dai tre zampilli sgorgati quando la testa mozzata rimbalzò tre volte a terra). Il suo corpo fu depositato a due miglia dal luogo del martirio, nell’area sepolcrale che la cristiana Lucina possedeva sulla via Ostiense, facente parte del sepolcreto ivi esistente. Fu possibile seppellire l’apostolo Paolo in una necropoli romana, anche se cristiano, in quanto cittadino romano. La sua tomba divenne subito oggetto di venerazione: su di essa venne edificata una cella memoriale ove, durante secoli di persecuzione, i fedeli ed i pellegrini si recavano a pregare.

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La Lastra Tombale

A 1,37 m. sotto l’attuale altare papale vi è una lastra di marmo (2,12 m. x 1,27 m.) composta da vari pezzi e che porta l’iscrizione

PAULO APOSTOLO MART…

Quello che porta il nome PAULO è munito di tre orifizi, uno rotondo e due quadrati.

La Catena

Secondo la tradizione, legava l´Apostolo Paolo al soldato romano, che ne assicurava la guardia durante la sorveglianza domiciliare, in attesa del suo processo, mentre egli continuava ad insegnare ed a scrivere: “Ricordatevi delle mie catene !!” (Lettera ai Colossesi 4, 18)

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Situata sulla sommità del colle Esquilino, è una delle quattro Basiliche patriarcali di Roma ed è la sola che abbia conservato le strutture paleocristiane. Una nota tra-dizione vuole che sia stata la Vergine ad indicare ed ispirare la costruzione della sua dimora sull’Esquilino. Ap-parendo in sogno al patrizio Giovanni ed al papa Liberio, chiese la costruzione di una chiesa in suo onore, in un luogo che Ella miracolosa-mente aveva indicato. La mattina del 5 agosto, il colle Esquilino apparve amman-tato di neve. Il Papa tracciò il perimetro della nuova chiesa e Giovanni provvide al suo finanziamento. Anche i recenti scavi effettuati sotto l’attuale basilica, pur portando alla luce importanti testimonianze archeologiche come lo stupendo calendario del II-III secolo d.C. e come i resti di mura romane parzialmente visibili visitando il museo, non ci hanno restituito nulla dell’antica costruzione. Il campanile, in stile romanico rinascimentale, si staglia per 75 metri ed è il più alto di Roma. É stato costruito da Gregorio XI al suo ritorno a Roma da Avignone e ospita alla sommità cinque campane. Una di esse, “la sperduta”, ripete ogni sera alle ventuno, con suono inconfondibile, un richiamo per tutti i fedeli. Entrando nel portico, a destra, è situata la statua di Filippo IV di Spagna, benefattore della Basilica. Il bozzetto dell’opera, realizzata da Girolamo Lucenti nel XIII secolo, è di Gian Lorenzo Bernini. Al centro la grande porta di bronzo con episodi della vita della Vergine, i profeti, gli Evangelisti e le quattro donne che nell’Antico Testamento prefigurarono la Madonna. A sinistra la Porta Santa, benedetta da Giovanni Paolo II l’8 dicembre del 2001. Al centro Cristo risorto, il modello è l’uomo della Sindone, che appare a Maria, rappresentata come la Salus Populi Romani. In alto a sinistra l’Annunciazione al pozzo, episodio tratto

BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE

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dai Vangeli apocrifi, a destra la Pentecoste. In basso nel lato sinistro, il Concilio di Efeso, che stabilì Maria quale THEOTÒKOS, Madre di Dio e a destra il Concilio Vaticano II che la volle Mater Ecclesiae (Madre della Chiesa). Lo stemma di Giovanni Paolo II e il suo motto sono rap-presentati nella parte alta, mentre i due in basso appartengono al Cardinale Furno, che fu arciprete della Basilica, e all’Ordine del Santo Sepolcro. L’attuale basilica risale essenzialmente al V secolo d.C.. La sua costruzione è legata al Concilio di Efeso del 431 d.C. che proclamò Maria Theotòkos, Madre di Dio, e fu voluta e finanziata da Sisto III quale Vescovo di Roma.

L’INTERNOCostruita secondo i canoni del “ritmo elegante” di Vitruvio, la basilica è divisa in tre navate da due file di preziose colonne sulle quali corre un’artistica trabeazione ora interrotta verso l’abside da due arcate realizzate per la costruzione della Cappella Sistina e Paolina. Tra i colonnati ed il soffitto, le pareti erano in origine traforate da ampie finestre delle quali se ne conservano solo metà essendo state murate le altre. Dove erano le finestre, oggi è possibile ammirare una serie di affreschi che rappresentano “Storie della vita di Maria”. Al di sopra delle finestre e degli affreschi, un fregio ligneo decorato da squisiti intagli rappresentanti una serie di tori cavalcati da amorini si unisce alla cornice del soffitto. I tori sono il simbolo dei Borgia e gli stemmi di Callisto III e Alessandro VI, i due papi Borgia, spiccano al centro del soffitto. La tradizione vuole che la doratura sia stata realizzata con il primo oro proveniente delle Americhe che Isabella e Ferdinando di Spagna offrirono ad Alessandro VI. Da notare anche il pavimento a

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mosaico realizzato dai mastri marmorari Cosma detti “cosmateschi” (sec. XIII). L’unicità di Santa Maria Maggiore è dovuta però agli splendidi mosaici del V secolo, voluti da Sisto III che si snodano lungo la navata centrale e sull’arco trionfale. I mosaici della navata centrale riassumono quattro cicli di Storia Sacra i cui protagonisti sono Abramo, Giacobbe, Mosè e Giosuè e nel loro insieme, vogliono testimoniare la promessa di Dio al popolo ebraico di una terra e il suo aiuto per raggiungerla. Il racconto non segue un ordine cronologico. Il cammino si conclude con due pannelli, realizzati ad affresco al tempo dei restauri voluti dal Cardinal Pinelli, che rappresentano Davide che conduce l’Arca dell’Alleanza in Gerusalemme e il Tempio di Gerusalemme edificato da Salomone. È dalla stirpe di Davide che nascerà Cristo la cui infanzia è illustrata, attraverso episodi tratti dai Vangeli apocrifi, nell’arco trionfale. Ai piedi dell’arco le due città di Betlemme a sinistra e Gerusalemme a destra. Se Betlemme è il luogo dove Gesù nasce e dove avviene la sua prima Epifania, Gerusalemme è la città dove Egli muore e risorge (c’è un legame con il tema apocalittico della sua definitiva venuta alla fine dei tempi, evidenziato dal trono vuoto al centro dell’arco, trono affiancato da Pietro e Paolo, il primo chiamato da Cristo a diffondere la “Buona notizia” fra gli ebrei, l’altro fra i Gentili, i pagani). Tutti insieme formeranno la Chiesa di cui Pietro è guida e Sisto III suo successore. Nel 1995 Giovanni Hajnal realizzò una nuova vetrata nel rosone della facciata principale. In essa è raffigurata l’affermazione del Concilio Vaticano II, dove Maria, eccelsa figlia di Sion, è l’anello di congiunzione tra la Chiesa del Vecchio Testamento, rappresentata dal candelabro a sette braccia, e quella del Nuovo simboleggiata dal calice con l’Eucaristia.

La statua della Regina Pacis, voluta da Benedetto XV in ringraziamento per la fine della prima guerra mondiale, è stata realizzata da Guido Galli. Sul volto della Madonna, seduta in trono “Regina Pacis e Sovrana dell’universo”, si nota un senso di tristezza. La Cappella Sforza. A fianco dell’ingresso due lapidi ricordano che la cappella fu realizzata grazie al cardinale Guido Ascanio Sforza di Santafiora, arciprete della basilica, e suo fratello, il cardinale Alessandro Sforza Cesarini, che ne curò la decorazione eseguita nel 1573. Secondo il Vasari, autore del progetto era stato Michelangelo Buonarroti. La tomba del Bernini Di lato all’altare maggiore, la semplicità della lastra tombale di uno dei più grandi artisti del ‘600. La Sacra Culla Dirimpetto all’altare, di fronte alla statua di Pio IX e sotto il suo stemma, è accolta e custodita una celebre reliquia, comunemente denominata “Sacra Culla”. Essa si offre allo sguardo dei fedeli dalla preziosa urna ovale di cristallo e argento, realizzata dal Valadier. Il “Presepio” di Arnolfo di Cambio L’immagine sentimentale e spirituale della ricostruzione di un “Presepio” in ricordo di un venerato avvenimento, ha origini sin dal 432 quando Papa Sisto III (432/40) creò nella primitiva Basilica una “grotta della Natività” simile a Betlemme . I numerosi pellegrini che tornavano a Roma dalla Terra Santa, portarono in dono preziosi frammenti del legno della Sacra Culla (cunabulum) oggi custoditi nella dorata teca della Confessione. Papa Nicolò IV nel 1288 commissionò ad Arnolfo di Cambio una raffigurazione scultorea della “Natività”.

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PREGHIERA DI LODECel. Padre, principio della vita e fonte di ogni bellezza, noi ti magnifichiamo perché hai fatto della Vergine Maria l’icona della Sposa fedele che segue innamorata il tuo Verbo, il modello compiuto di chi accoglie con fede la tua Parola e la custodisce con amore: a te la gloria nei secoli!

T. L’anima mia magnifica il Signore.

Cel. Figlio di Dio, noi ti magnifichiamo perché hai eletto Maria a esserti madre soave e generosa compagna e a noi l’hai donata come madre d’immensa tenerezza e maestra di vita: a te la gloria nei secoli!

T. L’anima mia magnifica il Signore.

Cel. Spirito d’amore, luce senza tramonto, sorgente di grazia, corona di gloria, noi ti magnifichiamo perché hai rivestito la Vergine immacolata di candori eterni e di giovanile vigore, disegnando in lei l’immagine perfetta della Chiesa splendente di bellezza: a te la gloria nei secoli!

T. L’anima mia magnifica il Signore.

Davanti alla “sacra culla”

Il nostro corpo presepe vivente, nei luoghi dove siamo chiamati a vivere e lavorare. Le nostre gambe come quelle degli animali che hanno visitato la grotta “quella notte”.Il nostro ventre come quello di Maria che ha accolto e fatto crescere Gesù.

Le nostre braccia come quelle di Giuseppe che l’hanno cullato, sollevato, abbracciato e lavorato per lui. La nostra voce come quella degli angeli per lodare il Verbo che si è fatto carne. I nostri occhi come quelli stupiti di tutti coloro che la Notte Santa l’hanno visto nella mangiatoia. Le nostre orecchie come quelle dei pastori che hanno ascoltato attoniti il canto divino proveniente dal cielo. La nostra intelligenza come quella dei Magi che hanno seguito la stella fino alla Sua casa. Il nostro cuore come la mangiatoia che ha accolto l’Eterno che si è fatto piccolo e povero come uno di noi.

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Preghiamo

Benedetta sei tu, Maria

Benedetta sei tu Maria! Dio si è innamorato della tua bellezza e ti ha scelta come Madre del suo Figlio. Benedetta sei tu Maria! Il tuo “Sì” ha reso possibile questo dolce abbassarsi di Dio verso l’uomo. Il Creatore e la Creatura si sono abbracciati e da quel momento niente li potrà separare. Benedetta sei tu Maria! In te vediamo l’immagine dell’umanità redenta, che riceve il dono di Dio: l’uomo riceve l’abbraccio di Dio e, attraverso il suo “Sì” rimane per sempre avvolto da questo abbraccio meraviglioso che è la vita divina. Benedetta sei tu Maria! Aiutami a dire sempre con te il mio “Sì”, non solo nelle grandi occasioni, ma nella realtà della vita quotidiana dove Cristo è presente.(dai Padri della Chiesa)

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É la Cattedrale della diocesi di Roma e la sede ecclesiastica ufficiale del Papa, contenendovi la Cattedra papale o Santa Sede. È inoltre la prima delle quattro basiliche papali e la più antica basilica d’Occidente. Sorge nella parte meridionale del colle Celio, sulle proprietà che in epoca imperiale appartennero alla famiglia dei Laterani ed alla quale furono sottratte da Nerone dopo che il console Plauzio Laterano aveva attentato alla sua vita durante una congiura.Dopo alcuni interventi minori degli imperatori Marco Aurelio e Settimio Severo, intorno al 313d.C. nell’area fu edificata per ordine di Costantino una basilica a cinque navate dedicata a Cristo Salvatore. Ceduta in dono al Pontefice, la basilica di San Giovanni in Laterano, dopo essere stata la sede del primo concilio di Melchiade contro i Donatisti, subì i saccheggi di Alarico e dei Vandali di Genserico. A partire dal 440 d.C. la struttura subì numerosi restauri ed interventi ad opera di Leone Magno, Ilario, Adriano I e Sergio II, tuttavia a causa del terremoto del 896 d.C. la chiesa fu quasi completamente distrutta. Più volte, anche in seguito, San Giovanni in Laterano fu danneggiato da calamità naturali come gli incendi del 1308 e del 1361,

BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO

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ed i terremoti del 1349 o dai saccheggi dei popoli invasori come l’esercito di Ladislao d’Ungheria nel 1413, ma sempre i vari Pontefici tornarono a restaurare ed accrescere la magnificenza della basilica, come fecero in tempi diversi Urbano V, Gregorio IX e Martino V. Quando ormai erano trascorsi più di 1300 anni dalla posa della prima pietra, a causa del dissesto statico delle strutture portanti, si rese necessaria una completa riedificazione che Innocenzo X volle affidare al Borromini. La facciata a cinque fornici caratterizzata dalle 15 grandiose statue di Cristo circondato da Santi, è invece progetto del 1734 di Alessandro Galilei commissionato da Clemente XII. Il portico, ornato da 24 pilastri di marmo d’ordine composito che, nella seconda metà del secolo XII, era decorato con affreschi raffiguranti il battesimo di Costantino e la fondazione dell’Arcibasilica, ha la volta a botte ribassata con lacunari, stemma pontificale di Clemente XII al centro, a sinistra vi era la statua di Clemente XII. Il pontefice però nel 1737 sostituì la sua statua, che fece trasportare in piazza S. Domenico di Ancona, con quella dell’imperatore Costantino, anticamente presso le terme imperiali sul Quirinale. La statua marmorea loricata dell’imperatore Costantino, alta metri 3,22, poggiata su un alto basamento moderno, è stata restaurata da Ruggero Bascapé, il quale ne ha ricostruito alcune parti. L’accesso dal portico all’aula basilicale è dato da cinque porte: l’ultima porta a sinistra reca il bassorilievo del romano Pietro Bracci (1700-1763) sul Battista che ammonisce Erode, l’ultima di estrema destra (la “porta santa”) ha l’imposizione del nome al Battista del romano Bernardino Ludovisi e la predica del Battista di Giovanni Battista Maini (1690-1752), sulla porta d’ingresso del Museo Lateranense la decollazione del Battista del fiorentino Filippo Valle (1697-1768) ed il Battista davanti ad Erode di Pietro Bracci (1700-1773). Il numero delle porte, la posizione e le misure dell’epoca costantiniana sono ignoti, come pure è ignota la posizione, la forma e persino l’esistenza del portico. L’ultima porta a destra di accesso alla Chiesa, è la Porta Santa che, come a San Pietro, è aperta solo negli anni giubilari.

L’interno. La basilica è a 5 navate con impianto a croce latina, lunghe approssimativamente 130 metri scandite da colonne, secondo gli intedimenti del Borro-mini. Esse ospitano, in nicchie realizzate dallo stesso Borromini, grandi statue degli Apostoli. Gran parte della decorazione pittorica è andato perduto nei rifacimenti che si sono avvicendati nel corso dei secoli. Rimane un frammento di un affresco di Giotto, raffigurante Bonifacio VIII che indice il Giubileo del 1300, ospitato nella cappella Corsini.

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La Basilica di San Giovanni in Laterano ospita alcuni preziosi tesori artistici:

• Il soffitto della scuola di Michelangelo databile intorno al 1562 d.C. • Il pavimento a mosaico del Vassalletto del XIII secolo • L’altare papale con tabernacolo sotto l’arco trionfale anch’essi del XIII secolo • I reliquiari opera del Valadier, in sostituzione di quelli trafugati durante

l’occupazione francese di Roma del 1799, contenenti i teschi di San Pietro e San Paolo.

• I mosaici di Jacopo Torriti e Jacopo da Camerino e la “cattedra” del vescovo di Roma nell’abside.

• Il chiostro, il più grande di Roma con i suoi 36 metri di lato, unico resto di un grande monastero dove abitava la comunità di monaci addetti ai servizi della basilica, con le colonnine tortili ricoperte da mosaici del Vassalletto oggi purtroppo andati perduti.

Anche Papa Giovanni Paolo II volle contribuire all’arredo della basilica con un dipinto dedicato alla Madonna Nera di Czestochowa, oggi ospitato presso la cappella Massimo. Ancora oggi il complesso di San Giovanni in Laterano è considerato la chiesa “Caput et mater omnium ecclesiarum Urbis et Orbis” ( madre e capo di tutte le chiese della Città e del mondo), tanto che, qui trovarono fine con i Patti Lateranensi del 1929 gli attriti fra Santa Sede e Stato Italiano circa il possesso di beni temporali da parte del Pontefice.

La Scala santa ha la particolarità di contenere quella che è ritenuta dai devoti la scala del pretorio di Gerusalemme, dove Ponzio Pilato giudicò Gesù. La scala venne portata a Roma da Sant’Elena, madre di Costantino.

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MEMORIA DEL BATTESIMO

IL SEGNO DI CRISTO

Sac. Carissimi, nel Battesimo siete divenuti concittadini dei santi e famigliari di Dio, non appartenete più al mondo, ma a Cristo; per questo avete ricevuto sulla fronte il segno della Croce.Riconoscete ancora che è Cristo la vostra vita e vostra speranza, per poter partecipare sempre del suo amore e della sua vittoria sul male. Ognuno pronuncia il proprio nome davanti al sacerdote che traccia sulla fronte il segno della croce:

Sac. Ricevi il segno della Croce. Amen.

Nella nostra vita ci sono cose che non ci siamo dati, che non abbiamo scelto, ma che, semplicemente, ci siamo ritrovati.Il nostro NOME, il nostro essere FIGLI, il nostro stesso BATTESIMO.Siamo qui oggi per accogliere nella nostra vita questi doni che abbiamo ricevuto, per farli nostri, per capire che tutto viene da Dio, Signore nostro.

Così come dice anche Paolo:

Dalla Lettera di S.Paolo Apostolo ai Galati (Gal 3,26-29)

26Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, 27poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. 28Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. 29Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.Parola di Dio.

Rendiamo grazie a DioAcclamazione a Vangelo. Alleluia

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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28, 16-20)

16 Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18 Gesù si avvicinò e disse loro: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19 Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.Parola del Signore.Lode a te, o Cristo.

Rinnovo delle promesse battesimali

Cel. Per mezzo del Battesimo siamo divenuti partecipi del mistero pasquale del Cristo, siamo stati sepolti insieme con lui nella morte, per risorgere con lui a vita nuova.

Ora rinnoviamo le promesse del nostro Battesimo, con le quali un giorno abbiamo rinunziato a satana e alle sue opere e ci siamo impegnati a servire fedelmente Dio nella santa Chiesa cattolica.

RINUNZIA A SATANA

Cel. Rinunciate al peccato per vivere nella libertà dei figli di dio?Tutti: Rinuncio

Cel. Rinunciate alle seduzioni del male, per non lasciarvi dominare dal peccato?

Tutti: Rinuncio

Cel. Rinunciate a Satana origine e causa di ogni peccato?Tutti: Rinuncio.

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PROFESSIONE DI FEDE

Cel. Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?Tutti: Credo

Cel. Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?

Tutti: Credo

Cel. Credete nello Spirito Santo, la Santa Chiesa Cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?

Tutti: Credo

Preghiamo insieme

Sei tu, Gesù,

che ti sei fatto incontro a me

e ti sei fatto conoscere.

Prima anche che io nascessi,

tuo Padre aveva deciso questo,

perché io diventassi tuo testimone.

Perciò ti prego: dammi forza e coraggio

Perché io viva con te e per te;

non sia più io a vivere, Signore,

ma tu vivi in me.

La mia esistenza sia un seguire i tuoi passi,

un fare come hai fatto tu,

che mi hai amato così tanto

da sacrificare te stesso per me.

( cf. Gal 1,11-16; 2,19-20)

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I miei appunti di viaggio...

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I miei appunti di viaggio...

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Carissimi,non basterà un bagaglio per raccogliere i ricordi di queste giornate, ma un posto tranquillo e abbastanza capiente certamente c’è: il nostro cuore.Domani, non ci sarà nessuno che ci accompagnerà durante tutta la nostra giornata, qualcuno da seguire e da ascoltare, ma ci incontreremo con due persone speciali: noi stessi e Gesù.Come ero prima di venire qui? Ed ora cosa è cambiato in me?Queste sono domande che ognuno di noi deve porsi, come se stesse facendo un’autoverifica, soprattutto sul tema della testimonianza.Fatto questo, gettiamo uno sguardo al futuro.Cosa fare una volta che sarò tornato a casa, a scuola, con gli amici? Con il nostro aiuto siete chiamati a rendere testimonianza di quello che avete scoperto, vissuto e fatto vostro di Gesù che per primo ha voluto che potessimo sperimentare quanta gioia può dare l’appartenere a una comunità dove ognuno di noi è chiamato a mettere le proprie qualità e capacità al servizio di tutti. Cari ragazzi, ci auguriamo che in questi momenti davvero il Signore Gesù possa parlare al vostro cuore, illuminare la vostra mente; spero che sentiate la stessa passione che diede la forza agli apostoli di portare la “buona notizia” al mondo. Vogliate essere una comunità di fede che ha l’Eucarestia come centro, il Vangelo come guida, la Chiesa come madre, i poveri e gli ultimi come fratelli e viaggiate nel mondo, per il mondo a servizio del Regno di Dio.

Con affetto don Claudio, Anna, Cesarina, Marina, Martina, Salvatore, Monica, Federica

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Sogno una grande speranza

Sogno una Chiesa che è Porta Santa, aperta, che accoglie tutti, piena di compassione e di comprensione per le pene e le sofferenze dell’umanità, tutta protesa a consolarla.

Sogno una Chiesa che è Parola, che mostra il libro del Vangelo ai quattro punti cardinali della terra, in un gesto di annuncio, di sotto-missione alla Parola di Dio, come promessa dell’Alleanza eterna.

Sogno una Chiesa che è Pane, Eucaristia, che si lascia mangiare da tutti, affinché il mondo abbia la vita in abbondanza. Sogno una Chiesa che è appassionata di quella unità che ha voluto Gesù.

Sogno una Chiesa che porta nel suo cuore il fuoco dello Spirito Santo, e dove c’è lo Spirito, c’è la libertà, c’è il dialogo sincero con il mondo; e spe-cialmente con i giovani, con i poveri e con gli emarginati, c’è il discernimen-to dei segni dei nostri tempi.

Sogno una Chiesa che è in cammino, Popolo di Dio, che dietro al Papa che porta la croce, entra nel tempio di Dio e pregando e cantando va incontro a Cristo Risorto, speranza unica, incontro a Maria e a tutti i Santi.

(Paolo VI)