a10 - aracneil potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua...

13
A10

Upload: others

Post on 23-Jul-2020

9 views

Category:

Documents


2 download

TRANSCRIPT

Page 1: A10 - AracneIl potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo

A10

8917_inizio-fine.indd 1 22/04/16 10:35

Page 2: A10 - AracneIl potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo

8917_inizio-fine.indd 2 22/04/16 10:35

Page 3: A10 - AracneIl potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo

Daniela Panetta, Giuseppina Cortesi

I segreti della voceCanto jazz e canto lirico a confronto

inserti scientifici a cura diFranco Fussi

8917_inizio-fine.indd 3 22/04/16 10:35

Page 4: A10 - AracneIl potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo

Copyright © MMXVIARACNE editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, 1500040 Ariccia (RM)

(06) 93781065

isbn 978–88–548–8917–0

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.Non sono assolutamente consentite le fotocopie

senza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: aprile 2016

8917_inizio-fine.indd 4 22/04/16 10:35

Page 5: A10 - AracneIl potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo

RINGRAZIAMENTI

I nostri ringraziamenti vanno con affetto e grande stima a: Franco Fussi per il sostegno e la fiducia riposta nella nostra ricerca; Silvia Magnani, nostra compagna di viaggio verso una didattica attuale, ap-profondita e curiosa; Adriano Merigo per la sua disponibilità, la sua spiccata vena creativa e per aver colto e tradotto con i suoi disegni quella parte di noi appassionata e gioiosa; Selena Galleri e Francesca Tiburzi per l’affettuosa e preziosa partecipazio-ne alla realizzazione del video; la casa editrice ARACNE per aver sostenuto il progetto; tutti i nostri allievi che ogni giorno ci insegnano le numerose sfaccettature dell’arte della didattica. Un particolare ringraziamento, infine, va ai nostri compagni di vita che ci hanno permesso di realizzare questo lavoro sopportando, con pazienza e amore, le lunghe assenze da casa. Daniela e Giuseppina

Da qualunque prospettiva si osservi la didattica di canto essa presenta, qualunque sia lo stile insegnato, due aspetti condivisi: l’obbligatoria enfasi sulla relazione umana (che vede impegnato chi già sa a trasferire la propria conoscenza all’allievo) e la necessità di una approfondita conoscenza della fisiologia (che rimane la stessa, qualunque sia il genere di canto praticato).Nel quotidiano infatti gli insegnanti di canto si trovano nella condizione, prima ancora di educare alla tecnica specifica, di dover accogliere una richiesta e di dover insegnare un funzionamento.Essi devono cioè confrontarsi con orizzonti ai quali l’iter formativo può non averli preparati: aspetti di natura psicopedagogica (chi chiede conoscenza chiede inevitabilmente guida, sostegno e protezione) e aspetti di natura biologica (chi deve mettere in pratica esige di conoscere lo strumento che sta utilizzando).Questo testo, che permette il confronto tra due stili di canto così apparentemente diversi, ci obbliga non solo a riflettere su quanto di comune la loro pratica presenti ma a riconoscere quali siano i vantaggi che il dialogo tra artisti, praticanti forme estetiche differenti, porti all’educazione delle giovani generazioni. Dott.ssa Silvia Magnani

LIBRODEFDEF02-12DEFDEF.indd 4 14/04/2016 08:38:20

Page 6: A10 - AracneIl potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo

LIBRODEFDEF02-12DEFDEF.indd 3 14/04/2016 08:38:20

Page 7: A10 - AracneIl potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo

indice

Introduzione di Daniela Panetta Introduzione di Giuseppina CortesiA chi è rivoltoOriginiEufoniaAtletismoInserto scientifico PosturaRespirazioneInserto scientificoOrgano vibrante: la laringeInserto scientificoTratto vocaleAtteggiamenti del tratto vocaleVocal focusInserto scientifico Peculiarità stilisticheAbbellimentiCaratteristiche stilistiche a confrontoGlossarioIllustrazioni scientificheBibliografia

pag.6pag.8pag.11pag.12pag.18pag.19pag.20pag.21pag.22pag.24pag.25pag.28pag.32pag.34pag.37pag.38pag.42pag.46pag.51pag.55pag.59pag.63

Legenda:

Inserti scientifici prof. Franco Fussi :

Termini del glossario: es. “...della muscolatura posturale e dalla lassità ...”

5

LIBRODEFDEF02-12DEFDEF.indd 5 14/04/2016 08:38:20

Page 8: A10 - AracneIl potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo

DANIELA PANETTA Alla classica domanda che mi fecero quando ero ancora una bambina: “Che cosa farai da grande?” risposi: “Sarò una cantante”. E così è stato. Nella mia infanzia e nella mia adolescenza ho cantato tanto, in modo istintivo, diversi generi musicali. Il canto è nato dentro me come esigenza comunicativa, espressione di gioia e dolore, il mio biglietto da visita. Negli anni il mondo vocale ha stimolato la mia curiosità spingendomi ad approfondirne i molteplici aspetti.Il potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo suono.Questo pensiero mi ha spinta a ricercare il suono dentro me, il mio suono naturale, il timbro vocale che più rappresenta la mia personalità. Le tecniche da me sperimentate derivano dalla pratica dello Yoga, dal metodo Alexander e da quello Feldenkrais che hanno un comune denominatore: l’autosservazione del corpo per usufruire delle risorse naturali messe al servizio del benessere fisico.Sono approdata al jazz intorno ai 20 anni, ascoltando “Solitude” di Duke Ellington interpretata da Billie Holiday, e ne sono rimasta affascinata, rapita dall’espressività del suono di questa voce “spezzata”, capace di farmi lacrimare ed emozionarmi come mai prima era successo. Così ho iniziato ad approfondire il linguaggio jazzistico e mi sono resa conto che non bastava essere dotata vocalmente e musicalmente per essere una cantante. Il percorso per trasformare la mia passione in professione prevedeva altri studi. Credo sia importante per la crescita di un cantante scegliere un insegnante di canto che sappia condurlo nel rispetto della propria personalità vocale, meglio se affiancato da un foniatra che gli insegni a conoscere bene lo “strumento” anche dal punto di vista anatomico-fisiologico.Per questo motivo mi ritengo fortunata nell’aver iniziato i miei studi con un team a cui devo moltissimo della mia ricerca vocale: una cantante jazz e maestra d’eccezione, Roberta Gambarini ed una punta di diamante della foniatria, innamorata della voce artistica, la Dott.ssa Silvia Magnani. Sono state proprio queste due donne ad individuare in me la capacità di insegnare e a suggerirmi di intraprendere anche l’arte dell’insegnamento; un’attività parallela a quella di cantante che da 25 anni mi coinvolge totalmente. Oggi non mi sentirei pienamente realizzata se cantassi soltanto perché le due “attività”, canto e didattica, sono una lo specchio dell’altra e parte integrante nella mia vita. Trovare un linguaggio efficace per ogni allievo che ho incontrato non è stato semplice. Ognuno di noi ha percezioni fisiche differenti ed un mondo interiore a sé stante. Ognuno di noi è unico! Le conoscenze anatomico-fisiologiche, gli studi vocologici mi aiutano sicuramente nella comprensione della fisicità dell’allievo, ma il compito più intenso e spesso arduo è quello di far si che sia egli stesso a comprendere il proprio corpo e rispettarlo il più possibile nella sua spontaneità fisiologica, lasciando che l’acquisizione della tecnica sia solo un mezzo efficace per esprimersi liberamente.Una delle esperienze didattiche per me più formativa è stata quella con allievi non vedenti che mi hanno indotta a pormi una domanda fondamentale: “Di che cosa è fatto il mondo di chi non vede?”.Ho riflettuto sulle potenzialità ricettive del non vedente che riesce a cogliere pienamente odori, sapori, impressioni tattili e suoni in mancanza della luce, senza passare attraverso il senso che più ci coinvolge nella vita e al quale ci affidiamo totalmente: la vista.La prima difficoltà, la più evidente, quella che mi sembrava insormontabile, è stata rendermi conto della differenza della concezione dello spazio.Ho dovuto imparare, spesso inventare, un vocabolario che riconducesse immediatamente alla propriocezione fisica, al riconoscimento delle parti del corpo e della loro possibilità di muoversi

6

LIBRODEFDEF02-12DEFDEF.indd 6 14/04/2016 08:38:21

Page 9: A10 - AracneIl potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo

ampiamente nello spazio attraverso sensazioni corporee legate al calore, al respiro, e non alla vista come invece è per i vedenti. Così ho intrapreso un bellissimo viaggio attraverso tutte quelle percezioni, quei sensi che non sono un’esclusiva dei ciechi, ma appartengono a tutto il genere umano che, non avendoli esercitati e sviluppati per necessità, sovente si dimentica di avere.Tutto quello che ho cambiato dal punto di vista didattico nell’insegnamento del canto con i normovedenti e che mi sembra più efficace nel trasferimento di alcuni concetti ed esercizi tecnici, è il frutto della ricerca che ho potuto fare attraverso le lezioni con i miei allievi ciechi che mi hanno portata a sottolineare l’aspetto propriocettivo tramite l’esercitazione di tutti gli altri sensi, dandomi la possibilità così di creare un nuovo “vocabolario didattico”.Ho concentrato, quindi, la mia attenzione e definito come punto principale della mia didattica, la propriocezione fisica. Il contatto profondo con noi stessi, sia a livello fisico che emotivo, ci porta a renderci il principale strumento espressivo, quindi ad essere noi stessi strumento, voce o pianoforte o clarinetto che siano. Il canale comunicativo scelto dalle “vibrazioni universali” siamo noi che ci trasformiamo in musica. Questo mio pensiero mi ha portata ad accompagnare l’allievo in un percorso di “consapevolezza corporea” ed ho notato miglioramenti nella facilità esecutiva quando il contatto con il corpo è divenuto più intenso.La motivazione dell’allievo è un punto di partenza fondamentale che tengo in grande considerazione nella scelta del percorso didattico. Molti giovani allievi hanno uno scarso ascolto e conoscenza della musica Jazz, questo sicuramente perché poco pubblicizzata dai mass media o dalle radio e sono rari i casi in cui la cultura jazz è stata trasmessa in ambito familiare. Spesso mi sono sentita dire: mi piacerebbe cantare jazz perché mi hanno detto che ho la voce scura, un po’ “black”, adatta allo stile. Queste dichiarazioni mi portano a dover sottolineare che non esiste una voce jazz o non jazz. Il punto è parlare un linguaggio jazzistico che determina un certo stile vocale, ma non si tratta di timbrica bensì di riconoscimento di appartenenza a quel tipo di linguaggio.A volte intravedo la possibilità fisica e intuitiva in un allievo che non conosce questo stile e mi viene spontaneo suggerire l’esplorazione della musica e vocalità jazz. Quando parlo di “possibilità fisica” mi riferisco all’elemento fondamentale dell’organizzazione musicale in genere, ed in particolar modo nel Jazz, che è il ritmo. Lasciare che il corpo assecondi la “pressione ritmica” di un brano, rende più fluida l’emissione vocale. Ecco perché per me è fondamentale condurre ad una tecnica applicata al movimento. Altre volte invece utilizzo il repertorio jazz con allievi che presentano una vocalità molto rigida, artefatta o con tendenza all’emissione vocale “forte”, con attacchi duri ad esempio, e lo stile della vocalità jazz prevede invece un’emissione morbida e il più possibile vicina alla voce parlata. Quando incontro gli appassionati dello stile, sia che essi abbiano intenzioni amatoriali o professionali, li accompagno in un percorso più approfondito del linguaggio musicale cercando di riservare gli estremismi dell’atletismo tecnico solo ad alcuni passaggi virtuosi che il Jazz richiede e soffermandomi maggiormente su quello che è l’elemento fondamentale del suo linguaggio: l’improvvisazione. Quest’aspetto è sicuramente ciò che più mi ha affascinato del Jazz. L’idea di poter cambiare un tema dalla sua stesura originale, sia a livello melodico che ritmico, mi hanno dato la possibilità di sviluppare la mia creatività, di esprimere quella parte di me dedicata alla ricerca creativa. Dentro ogni essere umano è insito il principio di creazione e la creatività è strettamente legata al processo evolutivo, alla capacità di produrre dal nulla oppure di trasformare il già esistente. L’aspetto più importante della creatività è la capacità di realizzazione di se stessi, l’individuazione dell’unicità dell’ essere umano. Proprio perché siamo esseri unici nel momento in cui creo costruisco un po’ me stesso o mi trasformo. La creatività mi da la possibilità di capire quelli che sono realmente i miei bisogni, le mie trasgressioni o le mie fantasie; perciò utilizzo spesso il linguaggio jazzistico, l’improvvisazione, con allievi che cantano altri stili poichè credo che questo tipo di approccio vada a stimolare l’aspetto creativo e quindi evolutivo.Cerco di evitare di “metodicizzare” l’insegnamento, di tener presente che l’unicità dell’allievo richiede un suggerimento adatto a lui, alle sue esigenze, alla sua emotività e dalla percezione, dal sentire fortemente il corpo e le emozioni di chi ho davanti “creo” la lezione in funzione di questa

7

LIBRODEFDEF02-12DEFDEF.indd 7 14/04/2016 08:38:22

Page 10: A10 - AracneIl potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo

unicità. L’allievo, oltre ad essere “una voce” da educare è soprattutto un individuo fatto di corpo ed anima. Per evitare di fare errori irreparabili con i miei allievi, che mi hanno affidato la loro voce, il loro corpo e la loro anima ho ritenuto necessario formarmi e informarmi in modo continuativo negli anni sulla foniatria, la logopedia e sugli aspetti psicologici legati alla vocalità; il mio impegno quotidiano.Dopo nuove esplorazioni , dopo incontri interessanti e nuove curiosità ho deciso di mettere un “punto” e di pensare che questo libro non è nient’altro che un’esperienza vissuta…fino ad oggi.

GIUSEPPINA CORTESI […] E’ questa bellezza che mi coinvolge, che mi interessa, che mi chiama alla relazione e alla responsabilità, cioè alla cura, che è innanzitutto accoglienza, ospitalità per il diverso e che mi induce all’incontro, alla comprensione, alla ricerca di un senso per ciò che appare come contro-senso o mancanza di senso e che rappresenta invece il decentramento rispetto all’univocità di senso. Vanna Boffo

Amo profondamente il Canto Lirico.Cantare è sempre stata una parte integrante della mia personalità e la ricerca continua e approfondita nello studio mi accompagna da sempre lungo il mio percorso di vita.Ho quella che si è sempre definita una “voce naturale” che nello svolgere del divenire tecnico ha vissuto tante, troppe difficoltà.Quanti giovani cantanti mi raccontano di come percepiscano chiaramente e intimamente la loro potenzialità vocale e di come non riescano ad estrinsecarla per problemi tecnici e di come cantassero liberamente prima di affrontare certi studi tecnici.E’ proprio questo ciò che ho vissuto personalmente e che è stato all’origine di quel continuo studio verso il ritrovare la facilità del canto della mia gioventù, quando accompagnavo a squarciagola l’opera lirica per ore, seguendo i dischi che si ascoltavano in famiglia. Il desiderio di comprendere e apprendere anche le più piccole e cesellate sfumature della voce cantata è germogliato di conseguenza.Ho un Diploma di Viola che mi ha avviato ad un’importante formazione musicale e quello di Canto, che è all’origine di quel lungo percorso che mi ha portata all’insegnamento.Ho continuato gli studi con Piermiranda Ferraro, ho frequentato l’Accademia di Carlo Bergonzi; stages con Fedora Barbieri e ulteriori perfezionamenti con altri svariati nomi e quando, ormai trentenne, pensavo di aver perso la mia bella e facile voce, per quegli strani e incomprensibili giochi del destino, ho incontrato Seta Del Grande, che mi ha fatto il grande regalo di insegnarmi nuovamente a cantare. E così di vocalizzo in vocalizzo arrivo al IV Convegno di Foniatria e Logopedia “La Voce Artistica”, a Ravenna, che mi apre un nuovo modo di approfondire la tecnica del canto. Razionalizzare tutte quelle informazioni, quelle sensazioni e quelle metafore che mi avevano accompagnato nei lunghi anni di studio, mi ha permesso di acquisire nuovi e solidi punti di 8

LIBRODEFDEF02-12DEFDEF.indd 8 14/04/2016 08:38:23

Page 11: A10 - AracneIl potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo

riferimento. Mi sono avviata verso nuove percezioni, gustando la bellezza di come la fisiologia dell’emissione vocale accompagni verso un’oggettivazione la metafora e l’immagine, da sempre supporti evocativi formidabili nell’insegnamento del canto. La strada però continua e dopo il Diploma Accademico di II livello, al corso di Vocologia Artistica ho incontrato Yva Barthélémy, che integra perfettamente fra loro la parte scientifica del canto con quella emozionale ed umana. La sua capacità di “vedere oltre”, la sua saggezza, frutto di una vita di studio e d’esperienza, mi hanno cambiata profondamente. Durante la lezione di canto, la voce parla ed esprime chiaramente le sue esigenze, i suoi patimenti, le sue energie e la sua realtà, saper raccogliere e interpretare questi segnali, è frutto di osservazione e studio.Ho una mentalità pratica, non amo divagare in preziosismi intellettuali, ma ridimensionando l’irruenza del mio carattere e regalandomi riflessività, gli insegnamenti di Yva mi hanno dato nuovi strumenti verso quella capacità d’analisi della vocalità che precede l’atto didattico. Il suo principio sulla capacità “diagnostica”, che in Italia preferisco chiamare “d’analisi”, di un soggetto che canta, mi ha avviato verso un nuovo sistema di valutazione: percepire la corporeità e trovare, nel magnifico sistema complesso che presiede al canto, quel punto di fragilità che lo destabilizza, per poter intervenire efficacemente. Dopo anni di applicazione del metodo di Yva, mi sento di affermare che non esistono brutte voci, come generalmente si dice, esistono voci che vanno liberate nelle loro totali potenzialità che sole presiedono alla salute vocale, alla longevità e soprattutto alla bellezza della voce cantata. La lezione ad una facile voce naturalmente impostata è semplice ed appagante, ma ad ora ne ho incontrata una sola, una splendida e giovanissima voce di tenore drammatico che spero possa fiorire con tutto quello splendore. Assai più frequente è il lavoro con voci che hanno sofferto non solo per cattivi studi ma anche per vissuti di sofferenza.Sono profondamente convinta che le patologie da sforzo siano legate ad energie trattenute, contratte e chiuse su sé stesse, quando una voce, dopo una sofferenza (e quante ne vedo!), si sblocca, il cantante rinasce, gli occhi si illuminano e acquisiscono nuova vitalità. E’ questo il mio più grande compenso.La voce è canale con la parte più intima e nascosta della personalità e favorisce estrinsecazioni importanti. Il principio pedagogico della cura come cura di sé, cura dell’altro, l’empatia, diventano fondamento nell’insegnamento del canto, luogo di formazione e di scambio reciproco, di condivisione delle emozioni, luogo di relazione in cui si scambiano apprendimenti che oltre la nozione possono diventare saperi e patrimonio culturale.Come non poter partecipare allo scoraggiamento di una voce affaticata o alla gioia intima di un concorso vinto o di un tanto agognato debutto? Quanta trepidazione quando rispondo allo squillo del telefono e so già che quel: “ pronto” mi parlerà dell’ennesima delusione o della gioia più grande.Una vera formazione è ponte fra corporeità e spiritualità.Il canto è comunicazione per eccellenza, non vi è uno strumento di legno o d’ottone o di pelle che pur interagendo intimamente con il musicista, in un certo modo non lo separi da quella comunicazione diretta con l’inconscio di cui l’estrinsecazione della voce cantata è veicolo assoluto. Fisicità, tecnica, emozione, vissuto, stato d’animo, autostima, sono una miscellanea di quegli elementi che partecipano all’emissione vocale tecnica e interpretativa.La riflessione sulle emozioni proprie e dell’altro, diventa capacità empatica, possibilità di assumere la prospettiva emotiva dell’altro, condividendone le emozioni. Si mettono a confronto due realtà che spesso non hanno risposte tra loro simmetriche. La relazione che si crea non è scontata nel dare e avere, spesso si hanno dei ritorni che non aderiscono alle aspettative ma anche un’asimmetria è sinonimo di relazione e di crescita comune. Una relazione empatica mette in gioco dei pesi non misurabili, un confronto che può deludere, delle aspettative irrisolte. Ancora una volta la riflessione sul sé, la percezione personale, attraverso la riflessione stessa, può cambiare grazie all’esperienza dell’altro. Il cambiamento spesso è causa di una ricerca intima che lascia scoprire

9

LIBRODEFDEF02-12DEFDEF.indd 9 14/04/2016 08:38:24

Page 12: A10 - AracneIl potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo

nuove ragioni d’essere. La ricerca della propria originalità e autenticità permette l’apertura all’autenticità dell’altro.Se nello scambio profondo e raffinato con l’allievo mi viene spontaneo e facile percepirne la corporeità, viverla su me stessa ed elaborare strategie che possano aiutarlo nel percorso di studio, quella zona d’ombra, l’opacità relazionale che esprime il limite intimo e nascosto dell’altro mi chiede attenzione, prudenza e rispetto.Restare nel proprio ambito senza scivolare pericolosamente in settori pertinenti ad altre professionalità è alla base di una scelta etica e morale. Dai miei studi vocologici, promuovo con tutta me stessa il lavoro d’équipe come sostegno allo studente e aiuto all’insegnante stesso. Lo scambio con quelle figure che agiscono per il benessere del cantante come, ad esempio, il foniatra, il logopedista, il fisioterapista, lo psicologo, il posturologo, il dentista, l’osteopata è vincente per la crescita tecnica e artistica dell’allievo e, se economicamente possibile, non esito a chiederne la collaborazione. Un buon equilibrio psicofisico, il pieno possesso della capacità tecnica e musicale, permettono il cammino verso l’interpretazione che vuole l’artista libero di potersi esprimere in tutte le sue virtualità, qui ed ora.Per i nostri giovani, così abituati al consumo rapido e veloce, all’usa e getta della quotidianità televisiva, un cammino di dedizione e attesa è spesso difficile e stancante. Sta a noi insegnanti trasmettere loro l’entusiasmo, la gioia e il piacere che si ricava dall’incontro con il canto, aiutandoli a superare i momenti di crisi e di difficoltà. […]Particolarmente raro è il caso in cui dette persone riescano ad assurgere al ruolo di guida e a farsi carico dei dubbi e delle inesperienze altrui. […] Troppi sono i modi per rovinare una persona nella fase più delicata ed ingenua della sua vita, l’apprendimento. […] Per essere quella guida, per incarnare sommi valori uniti ad un infinito carisma, per avvicinarci sempre più al suo mondo […] La ringraziamo di cuore e Le esprimiamo tutto il nostro affetto […]. Alfonso e VincenzoQueste parole che sembrano uscite da un libro polveroso dell’ottocento, fanno parte di un meraviglioso biglietto che due miei giovani studenti, di soli vent’anni, mi hanno scritto in occasione della fine dell’anno scolastico. La responsabilità dell’essere nominata e soprattutto considerata guida, mi richiama all’immensa responsabilità dell’agire, come insegnante di canto, su un corpo e un animo umano unico per ogni cantante nella fisicità, nell’emotività e nel vissuto. Vivo il poter cantare e il poter insegnare una grande pagina di repertorio come un grande onore e rispetto immensamente l’eredità che ci hanno lasciato i grandi compositori e le sublimi esecuzioni dei grandi interpreti. Lo studio del repertorio, l’altra componente nella formazione di un cantante, quella che va oltre la tecnica e che apre la via dell’interpretazione, richiede rigore e approfondimento. L’analisi del testo, la parola, l’accento, il contesto sono elementi che non sottovaluto mai, la strada verso una carriera lirica è lunga e irta di difficoltà, nulla può essere lasciato al caso, soprattutto in un giovane che affronta per le prime volte concorsi e audizioni. Il Canto Lirico è eleganza e bellezza pura e solo una preparazione formidabile lascia lo spazio a questo incontro nella sacralità della musica.Nell’insegnamento non posso che portare me stessa e la mia esperienza con i limiti che la definiscono. La consapevolezza, però, di tali limiti unita ad una curiosità infinita e al profondo amore per il canto, mi spronano alla continua ricerca su quelle variegate e multiformi sfumature che fanno di una Voce cantata l’unicità di ogni esecutore.

10

LIBRODEFDEF02-12DEFDEF.indd 10 14/04/2016 08:38:24

Page 13: A10 - AracneIl potere che il suono ha su ogni essere vivente è qualcosa che va oltre la sua descrizione in termini tecnici. La vita è vibrazione, noi siamo vibrazione, noi siamo

A CHI E’ RIVOLTO

Ci siamo conosciute durante il corso di Alta Formazione in Vocologia Artistica del corso di laurea in Logopedia dell’Università di Bologna, presso il polo di Ravenna, ideato dal Prof. Franco Fussi e della Dott.ssa Silvia Magnani. Partecipavamo entrambe con passione ed avevamo lo stesso pensiero didattico, la stessa curiosità verso il mondo della foniatria artistica e della logopedia. Parlavamo però due linguaggi musicali apparentemente molto diversi: il Canto Jazz e il Canto Lirico. Scoprire una il mondo vocale dell’altra ci ha spinte per gioco ad esplorare il reciproco repertorio, comprendendo quelle differenze tecniche sostanziali che ci hanno permesso di scoprire nuove emissioni vocali. Così, da un’esibizione nata per gioco, abbiamo sentito l’esigenza di approfondire l’argomento integrando la nostra tecnica. Negli anni abbiamo sperimentato su noi stesse e siamo giunte ad alcune considerazioni; la sintesi della nostra integrazione didattica parte dal sottolineare le similitudini e le nette differenze tra i due stili. Tutti gli stili trovano un linguaggio comune nella musica e se pensiamo che essa è estrinsecazione di quella parte più intima dell’uomo che si libera nel suono, essi si incontrano in quel “luogo” in cui viene custodita la sacralità della musica stessa.Nascendo da un importante approfondimento didattico, il libro è rivolto principalmente a giovani studenti di Canto e ai loro insegnanti. Siamo convinte che la conoscenza dell’atto fisiologico non possa che chiarire e supportare la ricerca tecnica che sola può portare alla più libera espressione artistica. Questo lavoro nasce da una grande passione verso il canto e soprattutto verso l’insegnamento e dal grande desiderio di capire e approfondire per poter essere sempre più un supporto efficace per i nostri allievi, ed è ad essi dedicata; tuttavia può anche diventare una lettura approfondita e piacevole per chi ama il canto e lo frequenta, o per chi, semplicemente, desidera avvicinarsi per curiosità a questo mondo meraviglioso e misterioso insieme.

Abbiamo pensato di allegare a questo libro un DVD che serva da supporto nelle esemplificazioni pratiche di alcuni argomenti. La sua consultazione è molto semplice. Una volta dato l’avvio al DVD apparirà una legenda interna che vi collegherà agli argomenti suddivisi in capitoli numerati che troverete come riferimento durante la lettura.

11

LIBRODEFDEF02-12DEFDEF.indd 11 14/04/2016 08:38:24