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Giornale dell’Istituto Comprensivo “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) LA SCUOLA CHE SI RINNOVA - ANNO 7°, N. 1 Alunni redazione Laboratorio Giornalismo e Repubblica@scuola: Abbate Anna Maria, Aiello Nancy, Bagnato Sofia, Bellantone Giulia, Bellinvia Myrhiam, Biondo Cristina, Brigandì Melania, Calabrò Chiara, Calabrò Giuseppe, Chillemi Roberta, Ciraulo Giulia, Coppolino Chantal, Coppolino Marika, Crisafulli Giovanni, De Pasquale Martino, Ferrara Elena, Genovese Ilaria, Giannetto Anna Maria, Isgrò Alessandro, La Rosa Aurora, La Spada Carmelo, Liuzzo Giulia, Maggio Gabriele, Mallemaci Salvina, Mancuso Santina, Mazzeo Vittoria, Milone Mirco, Puglia Giuseppe, Quattrocchi Elena Pia, Raffa Vera, Recupero Simona, Rizzo Nadine, Scarpaci Sebastiano, Siracusa MariaAntonia, Siracusa Serena, Sofia Sara, Sottile Ketti, Sottile Marta, Trifilò Roberta, Zangla Ramona. Tutti gli alunni del Laboratorio di Giornalismo delle classi prime. Docente Caporedattore : Prof.ssa Michaela Munafò. Hanno collaborato a questo numero anche altri alunni della Scuola seconda- ria di 1° grado Stampato in proprio Maggio 2017 RICORRENZE (pag. 2-3) di Myrhiam Bellinvia LA REDAZIONE Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri NUOVAMENTE IN SFIDA A TORINO All’interno Straordinaria impresa quella che, dopo soltanto due anni dalla vittoria nazionale dell’edizione 2015, ancora una volta ha visto la scuola secondaria di 1° grado “Foscolo” accedere alla finalissima dei “Comix Games”, il concorso di ludolin- guistica organizzato dalla Comix in colla- borazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino e Repubblica@Scuola. La scuola barcellonese ha così nuovamente sorvolato la penisola per partecipare all’ultima fase della gara, prevista per il 22 maggio a Torino, con il compito di rappresentare il sud Italia categoria scuo- le medie e cercare di riconquistare il tito- lo. Dopo un entusiasmante spareggio a suon di lipogrammi, logogrifi, rime e acrostici - condotto da Andrea Delmonte, direttore editoriale di Comix, e giudicato da Silvia Stagi, responsabile della comu- nicazione della Franco Cosimo Panini Editore - si è formata l’8 marzo la squadra dell’Istituto integrando la classe procla- mata vincitrice, la III C - già famosa per La "Foscolo" torna in finale per i "Comix Games" le sue doti ludolinguistiche poichè nel 2015, pur essendo soltanto una prima media, si era posizionata al secondo posto durante lo spareggio - con alunni della classe III D. L’avventura ha quindi tenu- to impegnato, con allenamenti continui fino al momento cruciale, il gruppo dei “comixiani” sempre più compatto. In par- ticolare la finale ha richiesto la composi- zione di un rap di classe, unica prova che i concorrenti dovevano preparare prima della partenza e che consisteva nello scri- vere un rap che parlasse della propria scuola e dell’esperienza legata ai "Comix Games", prevedendone poi l’esibizione direttamente a Torino, al Salone del Libro, durante la finalissima. La squadra ha scelto di esibirsi con l’accompagna- mento di una base musicale e dividendo il testo in quattro strofe, ciascuna cantata da uno dei quattro gruppi di gara. Arrivato il gran giorno, ansiosi ma al tempo stesso orgogliosi, i ragazzi sono infine partiti per il capoluogo piemontese, dove si sono sfi- dati con l’istituto “Calamandrei” di Torino e l’istituto “Suor Teresa Veronesi” di S.Giovanni in Persiceto (BO). Durante la gara a tema "Star Wars" è stato loro chiesto di tautogrammare degli aforismi e di comporre dei fincipit, oltre che di esi- bire il rap. Nonostante tutto l’impegno e la determinazione della squadra barcello- nese, la vittoria è andata tuttavia alla scuola “Veronesi”, facendo classificare la ”Foscolo” al secondo posto pari merito con la “Calamandrei”. Essere lì in finale è stato però il premio più importante per i ragazzi e un’esperienza di vita fantastica. UN MUSEO DIDATTICO SEMPRE IN ATTIVITÀ Quest’anno il Museo Didattico “Foscolo”, situato nel Laboratorio Polifunzionale “S.Antonino” accanto al plesso di scuola secondaria, si è arricchi- to di una nuova interessante atticità. Tra i tanti laboratori, infatti, è ora presente il Laboratorio di cartapesta, guidato dal prof. Enzo Napoli e, per gli alunni della scuola, dai docenti di Arte. Aperto a tutti, anche agli adulti interessati, esso viene svolto il mercoledì e venerdì pomeriggio, ma per i ragazzi è possibile seguirlo anche nelle ore curriculari con i loro inse- gnanti. All’interno di questo creativo e originale laboratorio, grazie alla pazienza e alla bravura del professore Napoli e dei suoi collaboratori, da fogli di giornale frantumati si può arrivare ad una mongol- fiera, un gatto, una maschera... Come? Nel caso della mongolfiera i fogli di gior- nale (CONTINUA a pag.8) di Vittoria Mazzeo La delegazione della “Foscolo” alla finale dei Comix Games 2017 ATTUALITÀ (pag. 4-6) DALLA CITTÀ (pag. 7) DALLA SCUOLA(pag.8-15) RIFLESSIONI (pag. 16-18) RECENSIONI (pag. 19) GIOCHI (pag. 20)

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Alunni redazione LaboratorioGiornalismo e Repubblica@scuola:Abbate Anna Maria, Aiello Nancy,Bagnato Sofia, Bellantone Giulia,Bellinvia Myrhiam, Biondo Cristina,Brigandì Melania, Calabrò Chiara,Calabrò Giuseppe, Chillemi Roberta,Ciraulo Giulia, Coppolino Chantal,Coppolino Marika, CrisafulliGiovanni, De Pasquale Martino,

Ferrara Elena, Genovese Ilaria,Giannetto Anna Maria, IsgròAlessandro, La Rosa Aurora, La SpadaCarmelo, Liuzzo Giulia, MaggioGabriele, Mallemaci Salvina, MancusoSantina, Mazzeo Vittoria, MiloneMirco, Puglia Giuseppe, QuattrocchiElena Pia, Raffa Vera, RecuperoSimona, Rizzo Nadine, ScarpaciSebastiano, Siracusa MariaAntonia,

Siracusa Serena, Sofia Sara, SottileKetti, Sottile Marta, Trifilò Roberta,Zangla Ramona.Tutti gli alunni del Laboratorio diGiornalismo delle classi prime.Docente Caporedattore: Prof.ssa MichaelaMunafò. Hanno collaborato a questo numeroanche altri alunni della Scuola seconda-ria di 1° grado St

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RICORRENZE (pag. 2-3)di Myrhiam Bellinvia

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Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria OliveriDirettore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri

NUOVAMENTE IN SFIDA A TORINOAAllll’’iinntteerrnnoo

Straordinaria impresa quella che, doposoltanto due anni dalla vittoria nazionaledell’edizione 2015, ancora una volta havisto la scuola secondaria di 1° grado“Foscolo” accedere alla finalissima dei“Comix Games”, il concorso di ludolin-guistica organizzato dalla Comix in colla-borazione con il Salone Internazionale delLibro di Torino e Repubblica@Scuola. Lascuola barcellonese ha così nuovamentesorvolato la penisola per partecipareall’ultima fase della gara, prevista per il22 maggio a Torino, con il compito dirappresentare il sud Italia categoria scuo-le medie e cercare di riconquistare il tito-lo. Dopo un entusiasmante spareggio asuon di lipogrammi, logogrifi, rime eacrostici - condotto da Andrea Delmonte,direttore editoriale di Comix, e giudicatoda Silvia Stagi, responsabile della comu-nicazione della Franco Cosimo PaniniEditore - si è formata l’8 marzo la squadradell’Istituto integrando la classe procla-mata vincitrice, la III C - già famosa per

La "Foscolo" torna in finale per i "Comix Games"

le sue doti ludolinguistiche poichè nel2015, pur essendo soltanto una primamedia, si era posizionata al secondo postodurante lo spareggio - con alunni dellaclasse III D. L’avventura ha quindi tenu-to impegnato, con allenamenti continuifino al momento cruciale, il gruppo dei“comixiani” sempre più compatto. In par-ticolare la finale ha richiesto la composi-zione di un rap di classe, unica prova chei concorrenti dovevano preparare primadella partenza e che consisteva nello scri-vere un rap che parlasse della propriascuola e dell’esperienza legata ai "ComixGames", prevedendone poi l’esibizionedirettamente a Torino, al Salone delLibro, durante la finalissima. La squadraha scelto di esibirsi con l’accompagna-mento di una base musicale e dividendo iltesto in quattro strofe, ciascuna cantata dauno dei quattro gruppi di gara. Arrivato ilgran giorno, ansiosi ma al tempo stessoorgogliosi, i ragazzi sono infine partiti peril capoluogo piemontese, dove si sono sfi-dati con l’istituto “Calamandrei” diTorino e l’istituto “Suor Teresa Veronesi”di S.Giovanni in Persiceto (BO). Durantela gara a tema "Star Wars" è stato lorochiesto di tautogrammare degli aforismi edi comporre dei fincipit, oltre che di esi-bire il rap. Nonostante tutto l’impegno ela determinazione della squadra barcello-nese, la vittoria è andata tuttavia allascuola “Veronesi”, facendo classificare la”Foscolo” al secondo posto pari meritocon la “Calamandrei”. Essere lì in finale èstato però il premio più importante per iragazzi e un’esperienza di vita fantastica.

UN MUSEO DIDATTICOSEMPRE IN ATTIVITÀ

Quest’anno il Museo Didattico“Foscolo”, situato nel LaboratorioPolifunzionale “S.Antonino” accanto alplesso di scuola secondaria, si è arricchi-to di una nuova interessante atticità. Tra itanti laboratori, infatti, è ora presente ilLaboratorio di cartapesta, guidato dalprof. Enzo Napoli e, per gli alunni dellascuola, dai docenti di Arte. Aperto a tutti,anche agli adulti interessati, esso vienesvolto il mercoledì e venerdì pomeriggio,ma per i ragazzi è possibile seguirloanche nelle ore curriculari con i loro inse-gnanti. All’interno di questo creativo eoriginale laboratorio, grazie alla pazienzae alla bravura del professore Napoli e deisuoi collaboratori, da fogli di giornalefrantumati si può arrivare ad una mongol-fiera, un gatto, una maschera... Come? Nel caso della mongolfiera i fogli di gior-nale (CONTINUA a pag.8)

di Vittoria Mazzeo

La delegazione della “Foscolo” alla finaledei Comix Games 2017

ATTUALITÀ (pag. 4-6)

DALLA CITTÀ (pag. 7)

DALLA SCUOLA(pag.8-15)RIFLESSIONI (pag. 16-18)

RECENSIONI (pag. 19)

GIOCHI (pag. 20)

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RICORRENZE

ANCHE DOPO 25 ANNI, MAI DIMENTICARE

Il 23 maggio 2017 anche l'Istituto com-prensivo "Foscolo" di Barcellona Pozzodi Gotto ha partecipato al corteo di com-memorazione della strage di Capaci, nellaquale 25 anni fa persero la vita il giudiceGiovanni Falcone insieme alla moglie ealla scorta. Da diversi anni, tuttavia, l’an-niversario, grazie anche alla FondazioneFalcone-Morvillo, sceglie questa datacome “Giornata della legalità” per com-memorare tutte le vittime di mafia. Laprima tappa del percorso per la delegazio-ne della “Foscolo” è stata piazzaMagione, dove la Protezione Civile e gliScout di Palermo hanno mostrato aglialunni i vari stand, e lì il colore era sullapelle delle persone ma anche sugli stri-

di Cristian Razuan Apostol

FATTI, NON PAROLEdi Joao Pedro Flaccomio

Tra lo straordinario numero di studentiche ogni 23 maggio hanno come unicoscopo condannare gli atti di mafia e com-memorare i morti innocenti per la giusti-zia, quest’anno c'ero anch’io, una voce trale voci, che compiva la medesima cosaperché crede nella legalità. Eravamo un'u-nica e sola voce che cercava di rimetterein piedi un concetto ormai dimenticato,ovvero quello di vivere una vita felice esoprattutto libera. Mentre io e i miei com-pagni aspettavamo che iniziasse il corteo,una signora, rivelatasi infine compagna diclasse di Paolo Borsellino, ha letto il car-tello che portavo addosso e ha detto a tuttinoi presenti che la mafia non potrà esseresconfitta attraverso dei semplici fogli dicarta, bensì con i fatti. La signora haaggiunto poi una cosa per lei fondamenta-le:se i ragazzi di oggi vivessero nella veralegalità, imparerebbero a farlo in modoonesto e sano,senza farsi influenzare dallacriminalità organizzata. Il corteo, che hatoccato i cosiddetti "punti del ricordo",dall’albero di Borsellino all’Albero diFalcone, è stato accompagnato da canti esoprattutto da avvincenti slogan, due fra iquali "Palermo è nostra e non di CosaNostra" e "Forza e coraggio, questo pernoi è il 23 maggio". La giornata è stataper me e per i miei compagni una fontepreziosa di meditazione, indimenticabi-le,tanto da tornare a casa con un fermoproposito,ovvero cercare di sconfiggerela mafia partendo dalla quotidianità.

scioni che in seguito sono stati usati per ilcorteo. Successivamente, con l’aiuto deimezzi militari, il gruppo si è spostato invia d'Amelio, dove il 19 luglio 1992 vieneassassinato Paolo Borsellino, ed è statoproprio da questo punto che è partito unodei due cortei che sono giunti all'albero diFalcone, mentre l’altro partiva dall'aulaBunker. Durante il lungo percorso, che haattraversato anche i luoghi dove furonouccisi Boris Giuliano e il giudice RoccoChinnici, i partecipanti hanno ricordatoGiovanni Falcone e Paolo Borsellino conun'unica voce, che scandiva solo i loronomi "Giovanni e Paolo!". I balconi eranoricoperti di lenzuoli bianchi, simbolo dipulizia interiore e di legalità, e l'applausoera rivolto alla gente che soltanto dopol'accenno delle persone del corteo, chegridavano in coro "lenzuolo...lenzuolo!",lo esponevano. Dopo la "fusione " dei duecortei la meta era vicina, l'Albero diFalcone era vicino, e lì alle 17:59 ilmomento di silenzio solenne è calato sututta la via, facendo riflettere le persone,mentre quando le lancette dell'orologiohanno toccato le sei del pomeriggio ilsilenzio si è trasformato in confusione.Quest'anno a partecipare ci sono staticirca 100.000 studenti e studentesse pro-

venienti da tutta la Sicilia ma anche dalresto dell'Italia. L'esperienza vissuta dairagazzi coinvolti è stata quindi di forteemozione, un’emozione nata dalla consa-pevolezza di aver partecipato ad un even-to nato con lo scopo ben preciso di farapprendere alle generazioni future cosesuccesse veramente e le idee di personeche hanno lottato per la giustizia e la sere-nità di tutti contro la mafia. La speranzasono loro perchè, come affermato nellacelebre frase pronunciata da GiovanniFalcone, "gli uomini passano, le ideerestano. Restano le loro tensioni morali econtinueranno a camminare sulle gambedi altri uomini".

SE LA MAFIA VIVE, MUORE LA GIUSTIZIAdi Chiara Calabrò

Mafia. A questa parola ormai, siamo abi-tuati. Siamo abituati a sentire citare altelegiornale le sue vittime, a leggere ilgiornale e vedere gli arrestati e gli assolti,a scoprire ogni giorno che in politica lamafia è sempre più importante. E ognidelitto, ogni malefatta, ogni evento cheparte dalle mani sporche della mafia, èuna pugnalata alla giustizia, tanto profon-da da vedere il sangue che scorre. Il san-gue di Falcone, di Borsellino, di PeppinoImpastato e di altri innocenti uccisi peressersi macchiati della sola colpa del nonessere omertosi. L'omertà è peggio, peg-gio della mafia. Così subdola, così soloperché la paura della mafia è più dellafiducia nella giustizia. Ed è solo per que-sto che le organizzazioni criminali esisto-no, perchè la mafia vive quando la giusti-zia muore. I mafiosi sono tutti ignoranti, equelli che non lo sono hanno una spessamaschera "d'onore" che non fa vedereneanche a se stessi i veri pensieri. Anzi,più che ignoranti sono assetati: bramanopotere, l'idea di potere, anche se averlosignifica star chiusi in una stanzetta sotto-terra due metri per tre per non essere sco-vati. Anche se comunicare con la famigliaè farlo con i "pizzini". Anche se non si

può fare una passeggiata, anche se non sivive. E' come se il fantasma del potere siasopra tutto. Anche sopra se stessi. Lamafia deve essere combattuta. E deveessere combattuta cambiandoci.Cambiando il nostro modo di pensare,non lasciando agli altri il compito di lot-tare, fidandoci delle giustizia, non facen-doci accattivare da infimi favori e soprat-tutto non essendo omertosi. Perché lamafia non morirà mai se io dico che lamia città è "rispetto della legge e abbrac-ci collinari". Devo combattere, urlare avoce alta che la mafia è la rovina dellasocietà, che esiste e che deve essere scon-fitta. Che la mafia, come gridava PeppinoImpastato, "è una montagna di merda".Solo così, possiamo veramente vincerla,vincendo la nostra paura di lei.

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Il 23 maggio anche la “Foscolo” al corteo in ricordo delle vittime di mafia

La delegazione della “Foscolo” a Palermoper il corteo del 23 maggio

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Annualmente la scuola secondaria"Foscolo" di Barcellona Pozzo di Gottoorganizza o partecipa a delle manifesta-zioni per ricordare le vittime della mafia,in modo particolare gli eroi della legalità,che hanno dato la loro vita per sconfigge-re questo fenomeno che stava prendendosopravvento negli anni 90 in tutta laSicilia e che ancora minaccia la società.Alcuni degli alunni delle classi terze, aquesto proposito, il 15 febbraio 2017sono stati ospitati dall’Istituto TecnicoTecnologico "Ettore Majorana" diMilazzo per assistere ad una conferenzasull’argomento dal titolo “GiovanniFalcone: un eroe senza paura". La prota-gonista di questa commemorazione eraMaria Falcone, sorella del defunto magi-strato che ha perso la vita per mano dellamafia nella strage di Capaci del 23 mag-gio 1992. Oltre a noi alunni c’erano ospi-tati tutti gli studenti dell’Istituto stesso,forze dell’ordine, rappresentati politici,tutti attenti nell’ascoltare il discorso cheavrebbe fatto a breve la professoressaFalcone. Ha parlato di suo fratello, dellasua vita, del clima che c’era in quel perio-do nella sua famiglia, poiché Giovannipurtroppo era già a conoscenza di quelloche gli sarebbe dovuto accadere e, non-ostante ciò, non abbandonava il suo lavo-ro, ma ci metteva più dedizione perché,

come ha sottolineato la sorella più volte,il suo obiettivo era sconfiggere CosaNostra, un traguardo abbastanza difficileall’epoca a Palermo. “La mafia è comeuno scherzo, se la guardi ti fa paura! Se latocchi si sbriciola.” Era così che GiovanniFalcone, eroe della legalità, definiva lamafia. Dopo 25 anni dalla sua morte lagente non si è dimenticata quello che que-sto magistrato ha fatto per l’intero paese.La sorella ha raccontato che, già primadella sua morte, Falcone sapeva che igiorni della sua vita erano contati, e avevainfatti lasciato il compito di continuarequesto progetto per la legalità al suomigliore amico e compagno di lavoroPaolo Borsellino, che però non riuscì amantenere la promessa in quanto duemesi dopo la sua scomparsa fu anch’egliucciso. Il convegno svoltosi è stato un’in-

Toccante incontro con Maria FalconeGIOVANNI FALCONE: UN EROE DELLA LEGALITÀ

di Melania Brigandì

RICORDARE È UN DOVERE di Giuseppe Puglia

Recentemente la Camera dei Deputati haufficialmente dedicato il giorno 21 marzoalla commemorazione di tutte le vittimedella mafia dell'ultimo secolo. In questadata a Barcellona Pozzo di Gotto, pressoil Parco Urbano “Maggiore La Rosa”,anche quest'anno l'Associazione “LIBE-RA” ha organizzato un incontro con lescuole della zona per ricordare chi èmorto ingiustamente solo perchè ha deci-so di operare, testimoniare contro la

I ragazzi delle classi terze con MariaFalcone durante il convegno

INTERVISTA AMARIA FALCONE

di Giuseppe CalabròA conclusione del convegno presso l'isti-tuto “E.Majorana” di Milazzo, il ragazzidelle classi terze della scuola secondaria"Foscolo" hanno potuto porre alla profes-soressa Maria Falcone, sorella del giudiceanti-mafia, un paio di domande circa lasua esperienza di ambasciatrice presso igiovani del messaggio di legalità e rettitu-dine, affidatole dal fratello. Come mai, secondo lei, i valori e gliideali appartenenti a suo fratello sonoancora presenti e affascinano i giovaniche non lo hanno conosciuto?Sicuramente, in gran parte ormai la figuradi Giovanni oltrepassa la persona delgrande magistrato nell'immaginario deiragazzi, e molti vedono in lui soprattuttol'uomo onesto, l'uomo che ha saputosacrificarsi per gli altri e, sicuramente,questo è molto apprezzato dai giovani.Parlare di suo fratello con così tantospessore non la spinge a commuoversi?Beh, sicuramente l'emozione c'è sempre,dentro. Certe volte la controllo, altre nonce la faccio.Grazie per la disponibilità e per il lavoroche oggi porta avanti per noi. Arrivederci.

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RICORRENZE

contro molto toccante per tutti i parteci-panti, che hanno potuto riflettere sulleparole di Maria Falcone che, dopo lamorte del fratello, si è fatta portavoce deisuoi ideali. Il ricordo di questa assembleasi è concluso con alcune domande che glialunni hanno posto alla professoressaFalcone e con il discorso toccante di granparte dei rappresentati seduti al suo fian-co, come il comandante della Finanza e ilPreside della scuola che ha ospitato tuttinoi. Sono intervenuti in videoconferenzao telefonicamente anche importanti per-sonalità politiche e investigative con lequali Giovanni Falcone aveva collabora-to. Ha lasciato sicuramente qualcosa disignificativo a noi ragazzi questa giorna-ta. In particolare essa ci ha dato la spintanecessaria per non arrenderci mai esoprattutto per istituirci sempre più.Perché, come diceva la signora Falcone,“L’istruzione è l’unica arma per combat-tere la mafia”.

mafia o l'ha semplicemente incontrata persbaglio sul proprio cammino di vita.Questa, quindi, non era una semplicemanifestazione per ricordare i grandi eroicome Falcone, Borsellino... ma anche perricordare chi con un NO si è opposto a uncrimine, un'ingiustizia, al pizzo e a tuttociò che legato ad una forma di criminali-tà, oppure è stata vittima innocente alposto sbagliato nel momento sbagliato, ooggetto di vendetta trasversale. In totalesono più di 1100 le vittime di questo tra-gico fenomeno qual è la mafia, anzi "lemafie", che affligge chi si pone sulla suastrada o fa solo il proprio dovere. E ricor-darle, anche solo leggendo un lunghissi-mo elenco con commozione, è un segnoimportante per non dimenticare di quantosangue è intrisa la storia del peggiore can-cro della società odierna: la criminalitàorganizzata.

Giornata della memoria per le vittime di tutte le mafie

Un momento della XII Giornata dellaMemoria al Parco “Maggiore La Rosa”

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ATTUALITÀ

LO SFRUTTAMENTO MINORILE

di Myrhiam Bellinvia

sfruttare di più senza opporsi, sono piùabili, non scioperano, e la loro mano d’o-pera è economica. Esistono diverse formedel lavoro minorile: la riduzione in schia-vitù, il lavoro in fabbriche e nel settoreagricolo. I bambini diventano operai,costretti al lavoro in campi infestati daipesticidi che possono provocare dannialla salute o lavorano fino a 15 ore algiorno. La forma peggiore è poi l’impie-go dei bambini come soldati: questa bar-bara pratica consente agli sfruttatori dinon pagare il lavoro e semplifica loro lecose visto che i bambini non sanno checosa significa pericolo, sono coraggiosi espesso vengono utilizzati per rompere ilfronte avversario. L’Unicef, di fronte atutto questo, cerca di intervenire e dirimediare con due azioni: programmi chesostengono l’economia familiare, inmodo che i minori vengano meno sfrutta-ti e non inseriti nel mondo del lavoro; e

interventi per i bambini lavoratori, pergarantire loro possibilità di scuola e istru-zione. Noi, invece, possiamo dare un pic-colo contributo, per esempio acquistandoprodotti “equosolidali”, in modo da esse-re certi di non utilizzare prodotti derivatida sfruttamento di minori. L'aiuto di ognisingolo individuo è indispensabile pergarantire un futuro migliore a tutti i bam-bini vittime di questo grave e triste feno-meno. Perchè lo sfruttamento minorile èuna violazione dei diritti del bambino,che invece di lavorare dovrebbe essereistruito e vivere una "vera infanzia".

Ancora nel mondo si ledono i diritti dell’infanzia

di Chiara Calabrò

PAURA TERRORISMOhanno proprio nulla, essendo i loro princi-pi la morte, la violenza, la desolazione.Dopo tutto, quale religione inneggerebbea tutto ciò? La religione è una sicurezza,una certezza, un modo per vivere più spi-ritualmente la vita, quindi perché mai unaqualsiasi dottrina dovrebbe cercare di eli-minare l’unica cosa che possediamodavanti al Cielo? I veri fondamentalistisono coloro che rispettano pienamenteuna fede e che si abbandonano totalmentealla spiritualità e al quasi rifiuto totale diogni possedimento materiale e terreno.Perciò i fondamentalisti sono il perfettocontrario di ciò che il mondo odierno ciha portato a chiamare integralismo. Daalcuni dei paesi che sembrano essere laculla dei terroristi, l’Iraq e la Siria, dove ilterrorismo diviene il più grande potereche amministra persino lo Stato, invece ènato l’ISIS (Islamic State of Iraq andSyria), sigla che in italiano si traduce con“stato islamico dell’Iraq e della Siria” eche in arabo si parafrasa con l’acronimoDa’ish. Tale organizzazione si è procla-mata un califfato, quindi uno stato a sé nel2013, per mano di al-Baghdadi, suo calif-fo, che ha un vice per l’Iraq e uno per laSiria. La proclamazione del califfato haquindi richiamato alle armi milioni di gio-vani sunniti, che lottano contro l’occiden-te in nome di Maometto, riforniti di armidall’Occidente, anche dai loro priminemici e oppositori, gli Stati Uniti.Definiti jihadisti, termine che deriva da"jihad" più comunemente tradotto come

“guerra santa”, i fondamentalisti islamicisi votano e si addestrano a questa presun-ta guerra contro l’occidente infedele.Giovani, uomini e donne, “radicalizzati”all’islam giungono in Siria e in altri luo-ghi di addestramento ormai da tutto ilmondo per prepararsi ad attacchi ai “paesinemici”. Si tratti di azioni improvvise,spesso suicide, che sfuggono ai controlliserrati delle forze di polizia di tutti glistati occidentali attraverso sempre nuovisistemi di morte: incursioni armate inlocali pubblici come a Parigi o, ultima-mente, camion impazziti che mietono vit-time inermi tra la folla, come a Nizza,Berlino o Stoccolma. Ogni momento diaggregazione di tutti i paesi europei, nes-suno escluso, o degli Stati Uniti o statiloro amici, vivono quindi costantementeormai da due anni l’apprensione di unpossibile nuovo attacco a sorpresa daparte di persone insospettabili, spessogiovani islamici nati in occidente e maiconsiderati vicino all’integralismo reli-gioso. Anche il tranquillo vicino di casa oil compagno di scuola può diventareun’arma vivente dell’ISIS, e questa paura,questa insicurezza sta ormai pesandocome una cappa sulle nostre abitudini,costringendo molti a rinunciare a viaggi econcerti per terrore di trovarvi la morte.Papa Francesco ha definito questa situa-zione una “terza guerra mondiale” atipicae forse, anzi sicuramente, ha ragione per-chè coinvolge tutti.4

Sono ormai molti gli attacchi di matriceterroristica che nell’ultimo anno hannoinsanguinato il mondo e l’Europa; citandosolo i più recenti a Stoccolma, Londra,San Pietroburgo, Berlino, Istanbul e,naturalmente, in Siria. Realizzati permano di individui che cercano seminaremorte influenzati dalle idee alquanto con-fuse dei gruppi fondamentalisti islamici acui appartengono, queste azioni usano ilpretesto della religione come arma controla cultura occidentale, mentre in realtà ladisonorano facendo credere che essainneggi alla guerra e all’omicidio.Sarebbe quindi più indicato definire que-sti uomini "terroristi assassini" piuttostoche "fondamentalisti islamici", visto chedi islamico, e quindi di religioso, non

Nel mondo milioni di bambini sonocostretti a lavorare. Con “sfruttamentominorile” si indicano quindi le attivitàsvolte in età infantile, le quali manifesta-no pressione fisica, sociale e psicologica.Esso è causa e conseguenza della povertà.Le famiglie che sono costrette ad affron-tare da sole la povertà, per sopravvivere,arrivano infatti a far lavorare ogni mem-bro della famiglia e i datidell’Organizzazione Mondiale delLavoro rivelano che ben 250 milioni dibambini sotto i 14 anni sono sfruttatilavorando. Un’altra causa del lavorominorile è la sete di profitto: i padroniassumono i bambini perché si lasciano

I ripetuti attentati dell’ISIS inquietano il mondo

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ATTUALITÀ

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tutta l’umanità, un altro genocidio, perchéun muro non servirà a fermare questapovera gente, che cercherà rifugio altrovee comunque troverà il modo per aggirar-lo. Quindi sarà solo uno spreco di risorsee di denaro altrimenti utilizzabile.L’uomo nella sua lunga storia ha combat-tuto e ha pagato duramente il prezzo dellademocrazia, della solidarietà e della liber-tà. Non è una barriera che può risolvere ilproblema ma una politica mirata che cer-chi di estinguere le cause del fenomenomigratorio alle radici, o investa soldi inmaniera più proficua per aiutare concreta-mente i migranti. Ogni uomo ha diritto adavere dignità e rispetto, non importa lareligione, il colore della pelle o l'etnia,che sono purtroppo cause di conflitti, mabisogna che i grandi della Terra cerchinodi sostenere i popoli in difficoltà non soloeconomicamente ma anche culturalmen-te, perché la cultura sconfigge l’ignoranzae porta pace.

I flussi migratori da sempre esistiti nella storia

BASTA MURI, APRIAMO LE FRONTIEREdi Noemi Pelleriti

Attualmente sono molte le persone chefuggono via dal loro paese per ragionieconomiche o per la guerra, e l'Italia,essendo un paese d'immigrazione, ospitanel suo stato un gran numero di migrantiche resteranno nello stivale o si sposte-ranno per raggiungere altre nazioni.Eppure, nonostante noi italiani stessiabbiamo dovuto subire persecuzioni, pre-giudizi e violenze sulla nostra pelle, nonriusciamo ad accogliere delle personecome noi in modo degno, facendoli inte-grare e non lasciandoli soli. Per riusciread immedesimarci meglio nei problemidegli attuali immigrati si può parlare deinostri poveri antenati compatrioti,costretti addirittura ad andare oltre ocea-no fino alle sponde americane per scappa-re dalla miseria e dalla guerra. Gli italia-ni, per affrontare le spese del viaggio,erano capaci di qualsiasi cosa, quali ven-dersi un appezzamento di terra o faredelle collette con tutta la famiglia per poimandarne in viaggio un solo componente.Trovati i soldi per il viaggio, si partiva peruno dei grandi porti, come quelli diGenova, Napoli e Venezia, arrivandoanche giorni prima del viaggio e ritrovan-dosi così a dormire sotto un ponte o inuna piazza pubblica. Sulla nave la situa-zione non migliorava di certo perché ipoveri italiani venivano ammassati nellestive dell'imbarcazione, senza dividere

uomini, donne e bambini. Questo portavaad un'evidente mancanza di privacy e acondizioni igieniche bestiali a causa dellequali molte persone non arrivavano allafine del viaggio, che durava circa 12 gior-ni. Appena arrivati in America l'otticaquasi non cambiava. Venivano portatisulla Ellis Island, l'isola vicina alla statuadella libertà, per essere sottoposti ad uncontrollo medico. Tutte le persone cheriscontravano malattia corporee, mentali,incapacità di lavoro, o che erano analfa-beti o con scarsa conoscenza della linguainglese, venivano rispediti in patria con lastessa nave con la quale erano arrivati. Glialloggi successivi si abbinavano corretta-mente con le peripezie precedenti, poichèi datori di lavoro ammassavano i poveriimmigrati in piccole stanze dove viveva-no decine di persone che sentivano la lorodignità andar via, impiegati come occupa-zione in tutti i lavori poco nobili che gliamericani si rifiutavano di fare. Le primegenerazioni di italiani che sono dovuteemigrare hanno portato sulla pelle i segnidel razzismo, dai quali nascevano i pre-giudizi, come quello che commettevanostupri o altri fatti illegali, anche se in real-tà tutto questo non aveva nulla di fondato.Caso eclatante il famoso processo a Saccoe Vanzetti, accusati ingiustamente di omi-cidio, condannati a morte più perchè ita-liani e anarchici che per la fondatezza

POPOLI MIGRANTIdi Ketti Sottile

Purtroppo da qualche tempo la televisio-ne e i mass media in generale trasmettonoimmagini di guerra e di profughi che silasciano alle spalle il loro paese, obbliga-ti a scappare per i continui conflitti, cer-cando pace e tolleranza in Europa. Sonobambini, uomini, donne e anziani chefuggono da luoghi in cui imperversanoguerre feroci e arrivano qui per cercare divivere una vita più dignitosa e garantire aifigli un futuro migliore, senza più restri-zioni, violenze e morte. Poi, però, unavolta arrivati a destinazione l’opinionepubblica si divide a metà: ci sono personeche li accolgono con affetto e pietà, dandoloro assistenza e il necessario per soprav-

vivere, creando dei campi di accoglienzae cercando, se è possibile, di farli integra-re il più possibile nella nostra società;altri, invece, si dimostrano molto diffi-denti e, oltre a fare sentire queste personeindesiderate ed emarginate, gli chiudonoletteralmente la porta in faccia. Questaintolleranza è anche dovuta soprattutto airecenti attacchi terroristici avvenuti invarie parti del mondo - come in Francia aNizza e al Bataclan, e in Germania, soloper citarne alcuni - e non si tollera il fana-tismo jadista verso popoli di ogni religio-ne, anche musulmana. Così, dopo questestragi, l’intolleranza e il disprezzo dimolti verso i profughi è aumentata e si èverificata una mancata integrazione nellanostra società e un aumento di diffidenzae paura. Addirittura alcune nazioni, comel’Inghilterra e la Francia, hanno deciso diporre fine al continuo flusso migratoriocostruendo un muro di cemento armato difronte al porto di Calais per evitare che iprofughi, fuggendo dalle guerre in MedioOriente e in Africa, possano raggiungerela Gran Bretagna. Tutto ciò a mio avvisoè una cosa disdicevole e vergognosa per

delle prove, e riabilitati solo dopo esserestati giustiziati. Tutto ciò era ingiusto,vero? Era ingiusto che delle povere per-sone che dovevano lasciare il propriopaese venissero maltrattate in questomodo. Ed ora invece è diventato lecito?!Tutto quello che hanno passato gli italia-ni, che tra le intemperie della loro vita sisono portati nella tomba le tracce delladiscriminazione, lo stanno attraversandoattualmente anche i migranti odierni.Allora perché proprio noi, che ci siamopassati per questa via, dobbiamo lasciarlia se stessi senza una mano a cui aggrap-parsi o una spalla su cui piangere? Forseanche noi vorremmo sentirci un po' forti ecapaci d'indipendenza come le altrepotenze mondiali che hanno dovuto supe-rare meno ostacoli di noi. Vorremmo sen-tirci grandi, superiori e camminare a testaalta, ma lasciando troppo la testa in altonon si vede quello che c'è a terra e rischidi inciampare e di cadere proprio inmezzo all'ignoranza, con la completamancanza di sensibilità.

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ATTUALITÀ

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IL SURRISCALDAMENTO GLOBALEdi Giuseppe Calabrò

mondiale che, nel 1987, a Montreal,firmò un trattato che prevedeva l'elimina-zione in 15 anni di tutti i clorofluorocar-buri. Purtroppo aderirono soltanto 191Paesi, pertanto ancora oggi i Paesi in viadi sviluppo, come l'India e la Cina, pro-ducono quantità sempre crescenti di CFC.La seconda causa più attuale del "riscal-damento globale", che persiste ancoraoggi, è “l'effetto serra”. Questo viene cau-sato, a sua volta, dai gas serra (chiamaticosì in riferimento al fenomeno), chevanno a formare sull'atmosfera una sortadi “pellicola” che permette l'entrata deiraggi solare ma non ne permette l'uscita.Questo fatto fa verificare un incredibileaumento della temperatura terrestre checolpì parecchio Al Gore che, da quandovenne scoperto, si battè ininterrottamenteper la difesa dell'ambente a tal punto davincere già nel 2005 il premio Nobel perla pace e l'Oscar per il suo film-documen-tario “Una scomoda verità”, incentratoproprio sulla sua battaglia. Dopo averelencato le cause del surriscaldamentoglobale andiamo ora alle conseguenze.Esse vanno divise in due categorie: quel-le nocive all'ambiente e quelle nociveall'uomo. Tra quelle nocive all'ambientevediamo: scioglimento dei ghiacciai (inparticolare di quelli della calotta polareantartica), che a sua volta causa un cam-

Negli ultimi tempi si sente spesso parlaredi surriscaldamento globale in televisionee sui giornali, ma cosa è veramente que-sto fenomeno che sta facendo così tantoscalpore tra la popolazione mondiale?Il surriscaldamento globale è il continuomutare della temperatura terrestre a causadell'alto tasso di anidride carbonica edaltri gas killer che stanno andando a con-tagiare l'atmosfera. Anche l'allargamentodi un buco nell'ozono è causato dall'au-mento di determinati gas nell'atmosfera.L'ozono è l'ultimo strato di quest'ultimo ele sue molecole sono formate da tre atomidi ossigeno (O3). Questa “pellicola” aiu-tava la terra a proteggersi dalle emissionidi raggi ultravioletti da parte del sole.L'accumularsi dei Clorofluorocarburi(CFC), gas usati nei frigoriferi e nellebombolette spray, ha invece “bucato” unaparte di ozono permettendo a più raggiultravioletti di arrivare sulla Terra. Lacreazione del buco in sé stesso non fu unagran complicazione, fu il suo continuoallargarsi ad allarmare la popolazione

biamento della fauna marina e la morteper annegamento degli orsi polari; innal-zamento del livello del mare; precipita-zione di piogge acide; desertificazione;verificarsi di eventi meteorologici semprepiù estremi, come freddo eccessivo,periodi di caldo, alluvioni e cicloni; tropi-calizzazione di paesi temperati, comel'Italia, che prima si trovavano in fasceclimatiche diverse e più fredde e stabili.Le conseguenze nocive all'uomo sonoinvece: deterioramento delle qualità delsuolo che pertanto dà scarsi raccolti inci-dendo sulla vita quotidiana; salinizzazio-ne delle falde acquifere a cui attinge l'uo-mo per uso quotidiano e le piante pernutrirsi; sbalzi di temperatura e pesantiperiodi caldi che influenzano sulla salute.In conclusione bisogna pensare anche aciò che succederà alla Terra, la qualepotrà arrivare ad un punto di non ritornose non si interviene in tempo con trattatimondiali per ridurre l'inquinamentoatmosferico o trovando energie alternati-ve per non rilasciare più gas tossici.

BOSCHI IN PERICOLOdi Myrhiam Bellinvia

L’uomo, forse senza accorgersi dei suoierrori, con il suo comportamento sta sfi-dando la natura, che non perdona, a talpunto che essa reagisce con disastri equant’altro. L’essere intelligente continuaimperterrito nel suo modo di fare. Interiboschi ridotti solo in una vasta area diterra, principale causa di frane, sono uneffetto della violenza dell’uomo sull’am-biente. Le cause del disboscamento pos-sono essere molteplici. Si possono taglia-re gli alberi per estrarre legname per fab-bricare oggetti e mobili in legno o per

produrre carta, o ancora per ricavare dal-l’area disboscata terreni edificabili.Comunque, a mio avviso, il disboscamen-to attuato odiernamente è veramenteeccessivo e l’uomo forse esagera. Spessola sua avidità lo porta a ricavare unaquantità di materie prime probabilmentemaggiori del nostro fabbisogno. Ma ildanno peggiore è che, per ogni alberotagliato, non ne vengono ripiantati dinuovi. Questo provoca appunto frane,perché la terra non è più sostenuta dallelunghe e possenti radici degli alberi.Inoltre questi, che grazie alla fotosintesiclorofilliana producono ossigeno, nellezone urbane, data la loro assenza ocomunque la scarsa presenza, non riesco-no a rinnovare l'aria. Infatti le grandi cittàhanno maggiori problematiche di smog odi aria comunque insalubre. Per evitaredeterminati problemi, non servirebbe farechissà cosa, ma semplicemente adottarepiccoli accorgimenti quando vengonotagliati gli alberi. Naturalmente, i proble-mi nel rapporto uomo-natura, non si limi-tano solo al disboscamento, anche se,secondo me, questo è tra i più importanti,perché ha notevoli ripercussioni anche su

Sempre preoccupanti i cambiamenti climatici

di noi, sulle nostre condizioni di vita ed èanche molto pericoloso per chi abita incima o ai piedi di una montagna, dove lasicurezza è a rischio a causa delle mag-giori probabilità di frane, nonché alluvio-ni, a seguito di temporali e piogge abbon-danti.

LA PRIMAVERAdi Chantal Coppolino

La primavera è appena arrivata,E con i suoi fiori illumina la giornata,Con tanti bei coloriE' pronta ad illuminare i nostri cuori.Adesso con le belle giornate,Tante cose son cambiate,Il sole splende più caldo che mai,E le foglie marcie son cadute ormai. Quanto è bella la primavera,Ed ogni giorno cielo azzurro si spera.

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DALLA CITTÀ

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Uno dei problemi che ancora colpisconola città di Barcellona Pozzo di Gotto èanche l’inquinamento atmosferico. Inparticolare al centro circolano molte auto-mobili e il traffico aumenta. Questo acca-de perché le persone che abitano in peri-feria, per andare a lavorare al centro,anche per l'assenza di mezzi pubblici,fanno uso delle auto e di moto inquinan-do l’aria che, in alcuni momenti dellagiornata, diventa irrespirabile. Per usaremeno mezzi privati e quindi diminuire iltraffico si dovrebbero fare circolare incittà degli autobus di linea e si potrebberocostruire delle piste ciclabili, così dapoter andare in giro e al lavoro con le bici.Un’altra soluzione potrebbe essere quelladi istituire un giorno alla settimana, ladomenica potrebbe andare bene, di fermodei mezzi di locomozione inquinanti. Miamamma mi ha raccontato che si ricordavadi questa iniziativa presa tanti anni fa,quando lei era bambina, anche se per altrimotivi. Era una gioia allora vedere tantepersone in bicicletta, grandi e bambini,circolare liberamente per le vie contri-buendo a rendere l’aria meno inquinata.Grazie a questa soluzione, forse, la miacittà potrebbe essere più pulita e salubre.

IL MUSEO ETNOSTORICO ‘CASSATA’

Una delle attrattive culturali della città diBarcellona Pozzo di Gotto è sicuramenteil "Museo Etnostorico Cassata", che godedi un'ampissima collezione di oggetti cherappresentano la storia di ciò che ora è lanostra civiltà. Uno degli aggettivi chespesso viene attribuito al museo è "antro-pologico". Ciò significa che attraverso larappresentazione dei mestieri si arriva aspiegare la nostra storia e l'evoluzione cheha fatto il mondo negli ultimi secoli.L'ideatore del museo, che ormai è diven-tato uno dei più importanti nella provincia

di Messina, è l’avvocato Nello Cassata.Quest'uomo ha prima cominciato a racco-gliere oggetti antichi grazie alla sua pas-sione per la storia e si è poi ritrovatoun'infinità di ricordi appartenenti al pas-sato. Da qui è nata l'idea di progettarequesto grandioso museo. La struttura incui sono custoditi questi oggetti è divisain tre padiglioni in cui viene rappresenta-ta la civiltà del passato. Vi sono oggettiriguardanti ogni tipo di mestiere, dallabottega al fabbro, ai luoghi in cui venivaprodotto il vino. C'è anche la parte dellecomunicazioni con tutti i tipi di telefonoche si utilizzavano allora. Uno dei repartiè dedicato alla medicina ed un altro allearmi. Il reparto che però ha incuriositomaggiormente gli studenti è stato quellomusicale. Oltre ad una vasta gamma distrumenti era presente un pianoforte arullo che, a seguito dell'inserimento di

uno dei rulli, comunicava a suonare dasolo. Lo strumento risale al periodoBarocco e si trova ancora in ottime condi-zioni. Attraverso la voce delle guide,numerose scolaresche e gruppi di visitato-ri ogni giorno compiono un tuffo nel pas-sato e si riappropriano delle radici dellapropria civiltà. Perché è proprio vero"non esiste il presente senza il passato" eil “Museo Etnostorico Cassata” è unimportante strumento di recupero dellamemoria che è importante valorizzarlo .

di Federica Fazio

Luci e ombre della città di Barcellona Pozzo di Gotto

Pur restando i problemi appaiono segni di rinascita

di Andrea Carbone

ARIA SPESSOIRRESPIRABILE

chiuso per moltissimi anni, è stato riaper-to da circa due in una nuova sede, piùbello di prima. Ogni settimana ospitamolti ragazzi di tutte le scuole con rap-presentazioni adatte a loro sempre gradi-te, spesso di celebri compagnie teatrali,mentre in serata ci sono spettacoli dirichiamo molto interessanti che fannospesso il "tutto esaurito”. La città èmigliorata anche dall'aspetto festivo. Gliultimi Natale e Carnevale, ad esempio,sono stati particolarmente vissuti da tuttala cittdinanza. Il Carnevale, in particolare,è stato bellissimo, non ricordo di essermimai divertita così tanto nella mia città.C'erano circa venti carri, dei bellissimicostumi, tanta gente e soprattutto tantamusica. Penso comunque che si potrebbefare di più, se solo alcune persone siimpegnassero a rispettare la città e a man-tenere la pulizia e l'ordine.

UN RISVEGLIO DIFFICILEdi Anna Maria Giannetto

La mia città, se trattata bene, potrebbeessere bellissima. Purtroppo, però, cisono molte persone che se ne infischianoe continuano a buttare i rifiuti per strada omagari continuano a imbrattare i murirendendoli sporchi e malandati agli occhidi chi gira per le vie. In questo ultimoperiodo le cose vanno meglio, rispettoagli anni precedenti: ci sono più bidoniper l’immondizia in giro per le strade e achi imbratta i muri vengono fatte costosemulte. Anche dal punto di vista sociale, lanostra città si sta ingrandendo e possiamoaccorgerci che, ad esempio, il sabato seraper le strade ci sono un sacco di ragazzianche di altri paesi limitrofi che si ritro-vano in alcuni locali, rendendo il sabatosera movimentato come mai si era vistonegli ultimi decenni. C'è anche il TeatroMandanici a rinnovare il clima di rinasci-ta della città, teatro che, dopo essere stato

L'ARIAdi Girolamo Calabrò

L'aria è respiro, purezza e leggerezzasulle palpebre ti fa brezza.L'aria gonfia, svela, fuggecon le nuvole rifuggefischia e schiocca tra le mimosesi riposa sulle rose.L'aria è gioia e vitac'è anche quando non è pulita.

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DALLA SCUOLAContinua l’attività per Museo Didattico “Foscolo”

L’ARTE INCISIORIA ATTRAE SEMPRE PIÙdi Serena Siracusa

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Il laboratorio d'incisione è un progettoche la scuola secondaria "Foscolo" diBarcellona Pozzo di Gotto ha iniziato giàl'anno scorso ed è curato, così come tuttele mostre che si svolgono nel MuseoDidattico dove ha sede, dal professorEnzo Napoli, docente di grafica pressol'Accademia delle Belle Arti di Palermo.Nel corso di questo laboratorio, i ragazzipiù propensi nell'arte partecipano, anchedurante le ore di lezione con i loro inse-gnanti di arte, apprendendo gli elementibasilari della pratica incisoria e diventan-do sempre più esperti. Si inizia disegnan-do un determinato soggetto per poi ripor-tarlo sul "linoleum", ovvero una lastra chepoi verrà incisa con le cosiddette “sgor-bie". Ovviamente questo progetto nonsarebbe andato avanti senza l'appoggiocontinuo, oltre che della Dirigente, anchedei professori di arte dell'Istituto e delprof. Enzo Napoli, che dirige con atten-zione e passione il laboratorio dedicando-si costantemente a questa attività. Il luogodove si svolgono le attività è un laborato-rio appositamente attrezzato all’internodel Centro Polifunzionale “S.Antonino”accanto alla scuola che, oltre ad esseresede della Biblioteca, ospita lo spazioespositivo del Museo ed espone opereincisorie sia internazionali sia apparte-nenti al Museo Didattico "Foscolo".Nell’aula del laboratorio, anche attraver-

so i vetri, si può intravedere il lavorodegli alunni anche tramite i segni d'inci-sione sfuggiti nella stanza e i disegni conle lastre sistemati sul tavolo.Quest'attività offre inoltre l'opportunità dipartecipare a vari concorsi d'incisione,come quello del "Segnalibro inciso"oppure "Per fare l'albero ci vuole unsegno", tutti concorsi interessanti e moti-vanti ai quali sinora hanno partecipatoparecchi ragazzi ma anche parecchi adul-ti. Questo laboratorio è infatti aperto, siaagli studenti dell'Istituto in orario scola-stico ma anche ad artisti adulti chevogliono cimentarsi insieme ai ragazzi inquesta "avventura artistica". Secondo mequesta è una buona iniziativa da partedella mia scuola, perchè permette airagazzi di esprimersi tramite il disegno el'arte grafica.

Il Laboratorio di Cartapesta presso ilMuseo Didattico “Foscolo”

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vengono applicati in piccoli pezzi al pal-loncino mettendo sempre colla e carta,finché, dopo aver messo diversi strati efatto asciugare, si ottiene una coperturadura fatta di giornale, tanto che si puòtogliere il palloncino. Dopo questo, siricopre tutto di garza, e per finire siaggiunge la carta riso del colore desidera-to. Si tratta di un bellissimo laboratorio eduna bellissima iniziativa della "Foscolo",che coinvolge tutti noi ragazzi, ma anchegli adulti che lo desiderano, in qualcosa dicreativo e divertente.

Gli alunni all’opera presso il Laboratoriodi Cartapesta

Anche per l’anno scolastco 2016/17 lasquadra della società sportiva “I.C.Foscolo”, seguita dalla prof.ssaDomenica Di Bartola e allenata dal misterCarmelo Mastroeni, ha partecipato ai“Campionati Studenteschi di rugbyunder14”, un torneo molto importante alquale prendono parte molte scuole. Sitratta di preliminari in cui ogni team deveschierare sette giocatori in campo e alme-no due in panchina. I ragazzi della“Foscolo” sono arrivati a questo puntograzie al loro allenatore, ex rugbysta, cheli allena con passione ormai da molti anniperchè per lui e per tutta la squadra ilrugby è uno stile di vita, con il quale siimpara ad avere fiducia dei compagni erispetto verso gli avversari. La squadradella “Foscolo” è stata quindi sempre for-giata sull'onore, sul rispetto, sulla grinta esull'educazione, con giocatori tutti volen-terosi di vincere grandi traguardi. La par-tita fondamentale dei “Giochi studente-schi” si è tenuta quest’anno il 4 aprile

Sempre molto seguito il progetto sportivo di RugbyI CAMPIONATI SPORTIVI STUDENTESCHI

di Giovanni Luigi Crisafulli

2017 al “Campo Sperone” di Messina,dove sono state affrontate due partite: ilprimo match contro l’IstitutoComprensivo “D'Alcontres”, da semprerivale della “Foscolo”, il secondo control’Istituto Comprensivo di Torregrotta.Purtroppo il primo match è stato perso perun calo nel secondo tempo e altrettanto laseconda partita. La squadra, tuttavia, hafatto tesoro dei propri errori e, nonostantela delusione, resta certa che il prossimoanno saprà essere ancora più compatta perraccogliere i successi anche nazionali cuitradizionalmente la scuola è abituata.

Finalmente arriva l'estatee le persone un po' stressatecercano ormai la libertàma evitano anche l'afosità.Il caldo ci porta al maredove ci possiamo abbronzaree rilassarci sotto il solesenza sprecare le parole.Gli studenti sono allegrie mentre a scuola sono tigriora aspettano con ansietàuna bella estate di felicità.

di Francesco MunafòESTATE

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DALLA SCUOLA

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Ancora soddisfazioni per la redazione di ‘FoscoloNews’

PICCOLI GIORNALISTIdi Noemi Pelleriti

Ormai da diversi anni nella mia scuola, lasecondaria dell'Istituto Comprensivo"Foscolo" di Barcellona Pozzo di Gotto,viene svolta un’attività che rende parteci-pi le varie eccellenze di tutte le classi atempo prolungato: il laboratorio diGiornalino, coordinato dalla professores-sa Michaela Munafò. Gli alunni parteci-panti, riuniti puntualmente una volta asettimana in aula multimediale, svolgonovarie attività a partire dall'elaborazione disimpatiche e incisive didascalie fino adarrivare alle tante altre sfide diRepubblica Scuola, la piattaforma allaquale tutti i piccoli giornalisti sono iscrit-ti. Anche se solo per un’ora, nel laborato-rio sono tante le cose che ogni ragazzo eragazza, compresa me, può imparare:padroneggiare l’uso della lingua, soprat-tutto attraverso giochi di ludo-linguisticacome tautogrammi e logogrifi; esprimerese stessi attraverso il componimento ditesti riflessivi riguardanti anche temi diattualità molto importanti come ad esem-pio il bullismo e il terrorismo; riuscire a

“catturare", nel vero senso della parola,un concetto grazie all'utilizzo della foto-grafia; imparare ad essere incisivi nelcomponimento delle cronache ma semprerispettando l’utilizzo delle cinque W (chi,che cosa, quando, dove, perché); dare unapropria impressione sulla scuola stessa eaddirittura sui sistemi di valutazione sco-lastici ed inoltre alimentare il proprio spi-rito di competizione grazie alla piattafor-ma in cui la scuola è posizionata al primoposto in tutta Italia: [email protected], al laboratorio si impara acogliere la vera essenza di un giornalistaa tutti gli effetti, cominciando dalle noti-zie che rimangono invariate nel tempofino ad arrivare a quelle di attualità. Pernon parlare inoltre dei tanti premi che lascuola ha potuto vincere in ambito gior-nalistico grazie a questa attività parecchiostimolante ed istruttiva per ogni giovanescrittore. Per citare solo i più recenti tra-guardi, va ricordato quest'anno ilDiploma di Merito "Giornalista per 1giorno" dell'Associazione Alboscuole,

Gli alunni del gruppo-laboratorio delleclassi prime

PREMIO NAZIONALE “LE MUSE”di Joao Pedro Flaccomio

Venerdì 12 maggio 2017, il FosCORO, ilcoro polifonico della scuola secondaria"Foscolo” - diretto dal Prof. GiuseppeZanghì e composto da circa quindici alun-ni delle varie classi - ha partecipato alla“II Rassegna musicale scolastica - PremioNazionale Le Muse" esibendosi nel ples-so didattico "Lombardo Radice" di Patti.La scuola "Foscolo" ha gareggiato convari istituti della provincia, fra cui anchel'istituto "Bastiano Genovese" diBarcellona che, in più, si accompagnavacon il flauto. I brani eseguiti con moltabravura e sincronia di voci sono stati"Another brick in the wall", "Go tell it onthe mountains", "Carol of the bells","Adiemus" e "Va' Pensiero". Per tale esi-

bizione, giudicata parecchio positiva, ilFosCORO ha con orgoglio ricevuto ilprimo premio registrando, come punteg-gio, un bellissimo 100 su 100. Alla con-segna della coppa i vincitori avevano untale entusiasmo da non riuscire a credercipoi, tutti insieme, hanno alzato il trofeo alcielo in segno di vittoria. Il ritorno aBarcellona Pozzo di Gotto è stato quindipieno di solennità e di allegria rispettoalla partenza ed io, che faccio parte delgruppo vocale, mi sono sentito moltoemozionato, orgoglioso e soddisfatto dellavoro compiuto. E così si è conclusa pertutto il gruppo, una giornata di gloria cheha ripagato dalla fatica del lavoro di pre-parazione.

Un importante trofeo per il coro polifonico “FosCORO”

assegnato ornai dal 2012, e soprattutto ilprestigioso Diploma di Merito e Medagliadell'Ordine Nazionale dei Giornalisti,ottenuto per la seconda volta nel giro didue anni per il giornale scolastico"FoscoloNews". Oltre a ciò ormai daquattro anni la scuola ottiene per l'attivitàsu Repubblica Scuola il primo posto nel"Campionato nazionale scuole" tra tuttele scuole medie coinvolte in Italia e perben due volte è risultata finalista aiCampionati Nazionali di ludo-linguistica"Comix Games". Non c'è che dire: chi hal'opportunità di svolgere questo coinvol-gente laboratorio, al di là del proprio per-sonale arricchimento espressivo, sa cheavrà grandi traguardi davanti e si sentiràorgoglioso di far parte di una squadraaffiatata e motivata.

LA MUSICAdi Chantal Coppolino

Espressione d’arte nascosta agli occhidi cui tutti ne abusiamo,tocca il cuore tramite gli orecchie raggiunge luoghi che non conosciamo.Lo è il pianto di un bambinoil fruscio delle foglie,il cinguettio di un uccellino, è tutto ciò che la solitudine toglie.La musica, una sequenza di note ritmate soave, travolgente e armonica che può contenere parole cantate.

di Noemi Pelleriti

I ragazzi del “FosCORO” esultanti dopo la vittoria

Gli alunni del gruppo-laboratorio delleclassi seconde e terze

Leggiadra e variopinta,salta di fiore in fiore.Spicca il volo con un battito d'alie affronta con soave eleganzail mondo nel suo melodioso mistero.E' la farfalla, che nella sua regale vestesvanisce nello sbocciare di un tramonto.

BATTITO D'ALI

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DALLA SCUOLA

Forze dell’Ordine e Associazioni a scuola di legalitàI CARABINIERI PARLANO DI BULLI

di Chiara Accettache cosa fanno e soprattutto perché, eanche per parlare di un argomento chetocca da vicino i ragazzi, che li condizio-na, di cui ne sono vittima, soprattuttoquelli più indifesi... cioè il bullismo e ilcyberbullismo. Il bullismo, più precisa-mente i bulli, sono quelle persone che sinascondono dietro una maschera, che sela prendono con gli altri perché magarihanno disagi a casa, che picchiano il piùstudioso o il diverso, insomma quello chenon vuole far capire che ha paura di cam-biare per essere un'altra persona.Purtroppo questo è un argomento moltoma molto delicato perché, come sappia-mo tutti, il bullismo, o anche il cyberbul-lismo, non accade solo qualche volta, maaccade diverse volte e, se non è fermato,può portare anche alla morte per suicidiocome è già successo qui in Italia. ICarabinieri, nel coso dell'incontro, hannospiegato ai ragazzi che se, per esempio,ricevono video da gruppi su whatsapp cheriguardano loro stessi (anche se non èvero) di non aprirli perché magari ci pos-sono essere dei virus che vi mandano in

fumo il telefono o prendono foto ancheper iniziare a minacciarvi, a darvi appun-tamenti... Oppure un'altro consiglio èstato quello di mettere sempre il profiloprivato sui social, quindi su Instagram,Twetter e soprattutto su Facebook, anchese è maggiormente sorvegliato adesso. Icarabinieri, però, non hanno solamenteparlato di bullismo e il cyberbullismo,cioè cosa bisogna fare se se ne è vittima,se si ricevono delle molestie o dei ricatti,ma hanno anche spiegato come si fa adiventare un carabiniere. Infatti, una voltadiplomati, bisogna partecipare ad un con-corso che bandiscono ogni anno per acce-dere ad una scuola che dura cinque annise si vuole fare il comandate e due se sivuole fare il maresciallo, ma per fare ilmaresciallo bisogna anche dare un esamecome gli esami di maturità. I carabinieri,poi, hanno molti corpi speciali, come leUnità cinofile, i Carabinieri scientificicioè i RIS e molti altri. E' stato un incon-tro molto interessante e volevo ringrazia-re i Carabinieri per aver aderito all'invitodella mia scuola.

Il Maresciallo Pino e il Tenete Putortì congli alunni delle classi prime

Giorno 20 aprile 2017 nell'IstitutoComprensivo “Foscolo” si è svolto unincontro con il maresciallo luogotenenteSalvatore Pino e il tenente AnnamariaPutortì, comandante del NucleoOperativo e Radiomobile dellaCompagnia dei Carabinieri di BarcellonaPozzo di Gotto. Questo incontro ha avutocome fine l'intento di far capire che cos'èla legalità, ma sopratutto chi sono iCarabinieri, come si svolgono le indagini,

Un importante argomento purtroppo fre-quente al giorno d'oggi che tocca da vici-no noi ragazzi è stato approfondito giove-dì 20 aprile 2017, presso la bibliotecadell'Istituto Comprensivo "Foscolo"durante un incontro per le classi primecon i Carabinieri: il bullismo e il cyber-bullismo. Per prima cosa il tenenteAnnamaria Putortì e il marescialloSalvatore Pino ci hanno spiegato l'impor-tanza del rispetto della legalità e dopo cihanno fatto vedere un filmato che spiega-va come funziona il loro lavoro, i compi-ti da svolgere e la grandissima responsa-bilità che devono avere. Noi ragazziabbiamo posto loro delle domande atti-nenti a quello spiegato e loro, con moltapazienza e chiarezza, ci hanno risposto.Successivamente si è parlato dell'argo-mento principale dell'incontro, cioè il bul-lismo. Molte persone hanno questo atteg-giamento non perchè gli piace ferire uncompagno ma perché probabilmentehanno dei problemi in casa. Il bullo, inol-tre, non è nessuno se non ha degli altriamici con lui, perchè ha paura delle con-seguenze che gli accadranno. Quando noivediamo uno di questi fatti bisogna parla-re immediatamente con l'insegnante o coni genitori, che prenderanno dei provvedi-menti. A questo proposito abbiamo lettoqualche articolo e abbiamo continuato afare domande. Infine, con un calorosoapplauso, abbiamo salutato i Carabinieri eogni classe è tornata a fare lezione certadi avere imparato qualcosa di importante.

Giovedì 27 aprile, presso l' IstitutoComprensivo "Foscolo", si è svolto unincontro a scopo informativo, al qualehanno potuto assistere le classi terze dellascuola secondaria, con la dott.ssa SofiaCapizzi, presidente dell'AssociazioneAntiracket "Liberi tutti" di BarcellonaPozzo di Gotto. La dottoressa, in quantoproprietaria del negozio di articoli daregalo "Galleria Prestige", ha raccontatoai ragazzi, in modo molto coinvolgente ecommovente, la sua esperienza personaledi "richiesta del pizzo". A seguito delleintimidazioni mafiose e le minacce alfiglio, invece di piegarsi come molti inpassato hanno fatto, ha fondato, anchegrazie al supporto morale datole da TanoGrasso, presidente dell'analoga associa-zione di Capo d'Orlando, un'associazione

di Aurora Triolo

anti-racket e anti-estorsioni nella città diBarcellona Pozzo di Gotto alla quale ade-rirono tutti gli altri proprietari di negozisottoposti al racket. Oltre a raccontare,anche con il supporto di un'altra commer-ciante molto nota in città e facente partedi "Liberi tutti", il percorso da intrapren-dere in caso di estorsioni, la dottoressaCapizzi ha poi esposto agli studenti l'ini-ziativa "Pizzo Free", secondo la qualetutti i punti vendita “liberi dal pizzo” pos-sano dimostrare ciò con un'etichetta attac-cata alla vetrina del negozio, in modo daassicurare al compratore un acquistopuro. Si tratta di una iniziativa già avvia-ta da qualche anno dall’Associazione“Addio pizzo” ed ora rinnovata per l’ade-sione di un numero crescente di operatorieconomici. Il progresso che tutto ciò haportato nella città è indubbiamente gran-de, basti notare la facilità ed il disprezzocon cui ormai si parla di mafia in giro peri quartieri, anche per i più degradati.Io personalmente credo che l'iniziativa siastata molto utile e abbia reso noti ai gio-vani barcellonesi alcune piccole grandipersone che combattono e mettono arepentaglio la propria vita e quella deipropri cari per assicurare ai propri figli unfuturo migliore e libero dall'oppressioneche la mafia al giorno d'oggi spesso anco-ra rappresenta. 10

“LIBERI TUTTI” DAL RACKETdi Giuseppe Calabrò

Incontrando una donna coraggiosa contro il “pizzo”

Gli alunni posano con la dott.ssaCapizzi alla fine dell’incontro

CONOSCERE BULLISMO

E CYBERBULLISMO

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DALLA SCUOLA

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I giochi matematici continuano a mietere successiFINALI NAZIONALI ‘GEOMETRIKO 2017’

di Gabriele MaggioVenerdì 21 aprile 2017 i vincitori del tor-neo interno dell’Istituto Comprensivo“Foscolo” hanno partecipato alla fasefinale di "Geometriko", un gioco basatosulla geometria e ideato dal prof.Tortorelli che sta coinvolgendo semprepiù ragazzi e istituti in tutta Italia. In par-ticolare rappresentavano l’Istituto allefasi finali nazionali, svoltesi nel maestosocastello di Casamasella in provincia diLecce, tre alunni della Scuola secondariadi primo grado (Martina Aliberti,Gabriele Maggio e Domenico Pititto) equattro alunni della Scuola primaria. Diprima mattina tutti loro, presi dall’ansia edall’emozione di affrontare questa entu-siasmante avventura, si sono riuniti insie-me ai loro docenti accompagnatori pergiocare alcune partite utili a ripassaretutte le domande, i quiz Invalsi e studiarequalche strategia; successivamente sisono recati al castello dove vi erano tan-

tissimi ragazzi provenienti da 15 regioned’Italia. Lì dopo le 9:00 sono iniziate lesfide, affrontate dapprima dai bambinidella scuola primaria mentre a seguire,dopo le 10:00, si sono scontrati gli alunnifinalisti della scuola secondaria. I gioca-tori si sono difesi a colpi di quadrilateri edi domande a trabocchetto e non sonomancate le strategie messe in atto da alcu-ni finalisti, che si sono alleati contro glialtri avversari. Le sfide sono state entu-siasmanti e i ragazzi le hanno affrontatecon tanta di ansia, paura e agitazione, maanche con tanta voglia di vincere e dipoter fare salire sul podio l’Istituto daloro rappresentato. Tra i partecipanti nonè purtroppo mancata anche un po’ di delu-sione e di rabbia per degli errori arbitraliche li hanno, in parte, penalizzati e hannocontribuito alla sconfitta. Il giorno dopo,invece, ormai rilassati ma anche un po’amareggiati per non aver potuto affronta-

le la finalissima, tutto il gruppo si è reca-to a Otranto, dove ha potuto visitare laCattedrale della città, la Cripta dellaChiesa e il castello. Proprio in questoluogo, pieno di storia, si sono affrontatiun concorrente veneto, un laziale e treragazzi della Lombardia che, agguerritis-simi, ovviamente hanno vinto posizionan-dosi sul podio. Ma al di là del risultato iragazzi hanno dato il meglio di sé e sonotornati pronti a rimettersi, se possibile, ingioco il prossimo anno.

Ben quattro alunni della “Foscolo” in finale a MilanoLA "BOCCONI" È SEMPRE UN SOGNO

di Marco Alosi

Come ogni anno ormai da diverso tempo,giorno 14 marzo nella mia scuola si ètenuta una festa riguardante il pi-greco, il"Pi-greco Day", organizzata dalle profes-soresse di matematica. È stato scelto ilgiorno 14 marzo perché il valore del pi-greco è 3,14 e quindi corrisponde al terzomese dell'anno e al giorno 14. In questagiornata abbiamo giocato, a turni di clas-si parallele, e sono stati formati cinquegruppi, uno per ogni sezione. Per noialunni di prima il gioco da fare consistevanel coordinare delle figure geometriche.Questo rompicapo, spiegato così, sembrabanale, mentre invece ci vuole molta logi-ca e per questo motivo ci hanno dato benquaranta minuti per sistemare i pezzi.Anche se il mio gruppo non è arrivato trai primi mi sono divertita molto e speroche il prossimo anno io possa ripeterequesta fantastica esperienza, magaririuscendo almeno a finire e aspettare,quindi, la proclamazione del gruppo vin-citore.

IL PI GRECO DAY

Anche quest’anno grandi soddisfazionisono arrivate per gli alunni della scuolasecondaria di 1° grado “Foscolo” chesempre numerosi, sollecitati dagli inse-gnanti di matematica che credono in loro,partecipano alle semifinali di zona dei“Campionati Internazionali di GiochiMatematici”, promossi dall’UniversitàBocconi di Milano. Ben quattro ragazzi,tre per la categoria C1 e uno per la cate-goria C2, hanno infatti superato stavoltale selezioni e conquistato il diritto a dis-putare la finale nazionale del 13 maggio2017. Io sono uno di quei quattro e il 18marzo avevo partecipato per la primavolta ai “Giochi Matematici”, ma senzanessun allenamento e solo per vivere l’e-sperienza e incrementare le mie capacitàlogiche. Alla fine non mi interessava piùdi tanto vincere, quanto soprattutto cono-scere un po' questo nuovo e specialemondo matematico. E poi, su addirittura259 persone, mi sembrava proprio impos-sibile essere tra i primi diciassette chesarebbero andati a Milano per la finale! Einvece, con scarsissime probabilità, sonoarrivato tredicesimo! Wow! Appena l'hoscoperto, l'ho subito detto ai miei amici eai miei genitori, che con un grandeabbraccio hanno accolto benevolmentequesta piccola vittoria. Qualche settimanadopo, esattamente l'11 maggio alle ore

La squadra della ‘Foscolo’ alle finale diGeometriko 2017 con il prof. Tortorelli

16:30, sono partito verso l'aeroporto diCatania e qualche ora ho preso l'aereoverso Milano, da dove poi con l'automo-bile di mio zio sono andato a Varese.Dopo aver visitato la zona per rilassarmi,sabato 13 maggio ho finalmente raggiun-to Milano e da lì, dopo aver visto ilDuomo, la Galleria e molte altre cose, misono diretto verso la mia meta. Quandosono arrivato all'Università "Bocconi"sono rimasto a bocca aperta perché me laimmaginavo molto più piccola e invece èpraticamente una "città". Sapevo già inquale stanza andare e per questo ho supe-rato le tantissime persone che cercavanoassistenza e mi sono avviato al primopiano nell'aula 1-0. Appena il cronometroè partito sudavo freddo, il cuore batteva adiecimila all'ora e avevo la sensazioneche mi uscisse dalla gola. Ma lo stesso,con la mano che tremava, ho cominciato arispondere ai test e già al primo ho capitoche non erano poi così facili, anzi! Nonho finito molto tardi, come al mio soli-to:ci ho messo solo trentotto minuti, mapurtroppo ne ho saltata una. Qualcheminuto dopo sono uscito dall'aula con lamaglietta e l'attestato ufficiale. Poi sonoandato nell'Aula Magna, dove ci hannospiegato nel dettaglio le soluzioni dei gio-chi e si sono premiati i primi 150. Appenauscito dall'Università l'ho visitata un po' esono ancora rimasto stupefatto dalla suabellezza. E questo è quanto. Sono stategiornate veramente meravigliose chespero di rivivere il prossimo anno.Quindi... a presto!

Federica Fazio, Giorgio Maio, SebastianoMaio e Marco Alosi davanti alla “Bocconi”

di Emma Giunta

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DALLA SCUOLAInteressanti momenti formativi per gli alunni

PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE

Come ogni anno, venerdì 21 aprile 2017nell'Istituto Comprensivo "Foscolo" diBarcellona Pozzo di Gotto (ME) si è svol-ta la prova di evacuazione, in quest'occa-sione seguita anche dalla ProtezioneCivile, dalla Croce Rossa, dai Vigili delFuoco e sotto il controllo dei tecnici delComune e della Regione, dell'assessoreAngelo Pino e del Sindaco RobertoMateria. Alle ore 10:00 è iniziato tutto.Quando la campanella ha suonato, i pro-

fessori e le rispettive classi sono scesi nelcortile, ma prima i chiudi fila hanno chiu-so le finestre aperte e, all'uscita dei ragaz-zi dalla classe, hanno segnato con un ges-setto un taglio sulla porta per indicare chein aula non c’era nessuno. Le classi,accompagnate dagli apri-fila con il cartel-lo della propria classe, sono scese per lescale attaccate al muro e sono uscite nelcortile della scuola al punto di ritrovo sta-bilito. I professori hanno fatto l’appello ehanno compilato un modulo che chiedevase c’erano dispersi e il numero dei ragaz-zi. Il professore Parisi e la vicepresideprofessoressa Taormina hanno conferma-to che ci fossero tutti e hanno preso imoduli di tutte le classi. In seguito iragazzi sono usciti nella piazzetta davantialla scuola. Lì la Protezione Civile hasimulato una perdita di gas dai tubi ester-ni della scuola e hanno usato una macchi-na per provocare del fumo rosso. I vigilidel fuoco sono intervenuti, entrati conl’autobotte, ed altri veicoli sono entratidal cancello della scuola e scesi dai vei-coli hanno fermato io fumo per indicareche avevano sistemato la perdita. Inseguito i tecnici sono entrati nell'istitutoper spiegare che, se dovesse succedere, sideve controllare il contatore della luce.

Usciti, i tecnici hanno accertato che nonci fosse nessun problema all'interno del-l’istituto. Hanno anche simulato un inci-dente stradale: una ragazza caduta dalmotorino è stata soccorsa da un’ambulan-za in un modo particolare così che, seavesse avuto fratture, non avrebbero peg-giorato le cose. Hanno posizionato unabarella e l’hanno caricata su di essa inse-rendola sotto la ragazza, in seguito messasu una barella a rotelle e portata in ambu-lanza. A fine delle simulazioni i professo-ri hanno accompagnato i ragazzi a visita-re gli stand allestiti nella piazza davantialla scuola. Spiegavano molte cose, comead esempio in caso di incidente cosa farese un neonato dovesse soffocare: si dannodelle botte sulla schiena vicino al collo.Oppure vi erano stand dove facevanovedere il piano in caso di terremoto.C'erano anche due zone e una grandetenda dove si pranza cena…, e per questoviene chiamata "tenda mensa", e luoghidove possono atterrare veicoli come l’eli-cottero. Tutti hanno regalato degli opu-scoli da leggere e, con un applauso, iragazzi dell’Istituto hanno salutato laProtezione Civile e la Croce Rossa perringraziarli per tutto quello che fanno perla popolazione in caso di calamità.

Mercoledì 1 febbraio, nell'IstitutoComprensivo "Foscolo", si è svolta un'in-tensa manifestazione sulla Shoah per nondimenticare le vittime di questa immanetragedia. Voci, canti, balli si sono uniti perdar vita ad una grande rappresentazioneche ha visto protagonisti molti studenti eattenti ascoltatori tutti gli altri. Dopo unasignificativa introduzione da parte dellaProf.ssa Munafò Michaela, referente allaLegalità, come ogni anno è stato piantatoun albero in memoria di alcune personeche hanno vissuto quel tragico periodonazista mettendo a rischio la propria vitaper salvarne altre. Quest'anno è toccato aCalogero Marrone, un siciliano che rila-sciò centinaia di documenti d'identitàfalsi in Lombardia per salvare ebrei eantifascisti. Per questo è stato proclamato

"Giusto tra le Nazioni". Poi, dopo la pian-tumazione, si sono affrontati i vari aspettidella Shoah tramite un percorso che pre-vedeva, intercalati con la visione di videoe alcune parti del film "Jonah che vissenella balena", anche testimonianze e poe-sie che alcuni studenti, per farci entrarenel vivo di quel periodo, hanno recitatocon molta partecipazione. Per renderel'atmosfera ancora più toccante, le vocidel "FosCoro", il nostro coro polifonico,hanno inoltre intonato alcuni meraviglio-si canti, che sono stati poi danzati da alcu-ne studentesse. Con il loro inchino si èconclusa la manifestazione, lasciando inognuno di noi il triste pensiero verso tuttele vittime della terribile macchina distrut-tiva nazista.

LA SHOAH UNA TRAGEDIA NON SOLO EBRAICAdi Chantal Coppolino

di Aurora La RosaCome ogni anno nella nostra scuola, percelebrare il 25 novembre "Giornata inter-nazionale contro la violenza di genere",mercoledì 30 novembre 2016 si è svoltauna manifestazione contro la violenzasulle donne, una delle più toccanti realiz-zate. Essa è stata introdotta da un ballosignificativo con il quale si rappresentaval'uomo che usa violenza: una violenza siafisica, alzando le mani, che morale, usan-do brutte parole, perchè certe volte leparole fanno male più delle percosse.Dopo la coreografia, alcuni ragazze,andando al centro della scena, hanno reci-tato delle testimonianze di donne uccise oridotte in fin di vita dai propri compagni.In quest'ultimo anno le statistiche dimo-strano infatti che sono più i partner a mal-trattare e, in base ai dati dell'Istat, sonoaumentate le violenze più gravi del 26%;sono invece diminuite le violenze menogravi all'11%. Successivamente hannofatto seguito un video molto significativodal titolo "La violenza non si cancella" eun altro sulla perdita di identità di chisubisce violenze che ci hanno fatto moltoriflettere su una realtà purtroppo spesso anoi vicina. Nel frattempo che scorrevanole immagini, delle ragazze ballavano conil viso coperto da maschere che alla finesi sono tolte, proprio a significare la ribel-lione. La manifestazione, che si è conclu-sa con un'altra coreografia finale e i rin-graziamenti della Dirigente, sicuramenteè servita, oltre a commuoverci, a farciriflettere su un tema, la violenza di ognitipo sulle donne che oggi è molto diffuso,e a farci capire che nessuno si può per-mettere di prevaricare un altro essere.

LA VIOLENZA NONSI CANCELLA

di Francesco Munafò

Un momento della prova di evacuazione

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Un incontro con l’autore per comprendere la diversitàLA FARFALLA DALLE ALI SPEZZATE

Giorno 16 maggio 2017, presso l’IstitutoComprensivo "Foscolo", si è tenuto unincontro all’insegna della diversità. Tuttociò aveva un solo scopo: far conoscereagli studenti la disabilità e far amare ciòche è diverso. Hanno partecipato a que-st’iniziativa il CESV - Centro servizi peril volontariato di Messina el’Associazione dei genitori con bambiniautistici di Barcellona P.G. L’incontro,però, era focalizzato su un unico punto:l’esperienza con la diversità della scrittri-ce Vittoria De Marco Veneziano.Presentando agli alunni di alcune classiseconde e terze il suo libro “La farfalladalle ali spezzate”, quest'ultima ha infattiparlato con grande sentimento di ciò cheè la diversità. L'opera è un diario aperto,una sorta di raccolta di lettere che l’autri-ce scrive per la figlia Maria, una ragazzacerebrolesa, ma l’incontro è iniziato par-

lando del "diverso" e facendo presenteche tutto intorno a noi è diverso, la naturaci insegna la diversità, la diversità è dun-que bellezza. Attraverso alcuni esempitratti dal lungo e tortuoso percorso di vitadi Maria e della madre Vittoria, è statospiegato che niente è garantito senza unduro lavoro. Ed è stato questo che haspinto Vittoria a portare Maria fino inAmerica, dove ha seguito la "terapiaDomann" che ha fatto trasparire una cosa:una persona cerebrolesa ha un buon cer-vello che ha solo subito una lesione, nonun cervello inferiore. Maria infatti era unaragazza molto intelligente che volevacomunicare col mondo, tanto che a noveanni ha iniziato a leggere e parlare.Nonostante tutti i problemi affrontati,l’autrice definisce la vita passata con lafiglia "uno splendido accadimento" eVittoria De Marco si definisce frutto del-l’esperienza vissuta con lei, con la qualeha imparato moltissime cose: la piùimportante “NON MOLLARE MAI”.Molti evitano, non rispettano o sono

di Federica Fazio

indifferenti alla diversità a causa dell’i-gnoranza, invece CONOSCERE CI PER-METTE DI PENSARE. Bisogna perciòimpegnarsi a dare l’esempio per far cono-scere la diversità al mondo.Sono intervenuti infine, per la conclusio-ne dell’incontro, Nica Calabrò in qualitàdi direttrice del Centro Autistici diBarcellona, e Nuccia Formica, direttricedel CESV di Messina. Questo evento ècosì terminato con alcune considerazioniche hanno colpito il cuore di tutti gli stu-denti: la nostra ricchezza è data dallanostra diversità, l’altro ci è prezioso nellamisura in cui è diverso. Solo la CONO-SCENZA vince il pregiudizio

IL DONO DELLADIVERSITÀdi Serena Siracusa

"La farfalla dalle ali spezzate", titolobello e interessante per un libro che spin-gerebbe molti a leggerlo per capiremeglio di cosa tratta, quello che giorno 16maggio 2017 gli alunni di alcune classiseconde e terze della scuola secondaria"Foscolo" hanno scoperto dalle paroledella sua autrice, Vittoria De MarcoVeneziano. Quest'opera, autobiografica,parla di Maria, sua figlia, nata con unhandicap molto grave e morta in giovaneetà a causa delle complicazioni ad essodovute. Il dolore di madre ha portato l'au-trice a scrivere su questa splendida ragaz-za, vissuta in una situazione di disagio.Nel libro, in forma di lunga lettera, c'è lasua vita, gli ostacoli che ha dovuto affron-tare, le difficoltà ma anche i momentibelli trascorsi insieme alla sua famiglia.Oltre a parlare del messaggio che la scrit-trice ha voluto lasciare ad altri, soprattut-to genitori, nella sua stessa situazione eriflettere sulla diversità in tutte le sueforme, i ragazzi potuto vedere anche unvideo sul Centro per l’autismo in città,dove bambini con problemi giocano,svolgono diversi laboratori e si divertono,cercando di imparare a convivere con illoro problema. E poi sono state mostratele foto di persone molto coraggiose che,nonostante il loro handicap, hanno conti-nuato a fare quello che gli piaceva, comeBebee Vio e la sua passione per la scher-ma. Quest'incontro è stato sicuramenteinteressante ci ha fatto capire che la diver-sità non è un disagio come noi spesso lodescriviamo, ma un pregio che spessonon comprendiamo.

LA CITTÀ CHE VORREIdi Marika Coppolino

Nella nostra scuola in quest’anno scola-stico le classi seconde hanno tenuto, nel-l’ambito del progetto “Il quartiere dopoilcantire - 2a annualità”, vari incontri coningegneri e architetti che volevano educa-re i ragazzi, già protagonisti del percorsodello scorso anno, alla capacità di sapervivere nel mondo esterno. Il primo incon-tro si è svolto mercoledì 11 gennaio e inesso gli esperti ci hanno illustrato tutte leattività che avremmo dovuto affrontare inquesta seconda fase del percorso, conincontri caratterizzati in modo diverso,anche all'aperto. Nella maggior parte diquesti incontri abbiamo lavorato su unamattonella che rappresentava una porzio-ne della nostra città, apportando dellemodifiche al territorio circostante, mentreun'altra cosa significativa mostrata ainostri occhi sotto forma di gioco, è stato ilcosidetto "Gioco delle tre carte", che con-

sisteva nel trovare l'opzione migliore traquelle proposte. Ad ogni classe è statoassegnato un argomento differente trasuolo, acqua, aria, energia e mobilità. Lamia classe ha affrontato l'argomento del-l'acqua e tutto era centralizzato su que-sto... Raccogliendo le nostre idee abbia-mo cercato di migliorare e di trarne bene-ficio. Tutto ciò ci ha portato ad un risulta-to finale più che splendido. Il 24 maggio,nella Sala del Museo Didattico situato nelCentro Polifunzionale, abbiamo appuntodiscusso, insieme ai tecnici specializzatidi questa avventura, attraverso una pre-sentazione al computer che illustrava ilpercorso da noi compiuto. Ogni classedoveva essere rappresentata da un ragaz-zo, che raccontava la situazione del lavo-ro svolto dal gruppo. Dopo aver spiegatoil tutto, ci hanno fatto vedere il risultatofinale del lavoro di tutte le classi messoinsieme e, all’arrivo dell’assessoreAngelo Paride Pino, gli abbiamo conse-gnato il libretto con tutte le modificheapportate a quella mattonella che ha rap-presentato il simbolo di tutto il lavoro eche interessava il Quartiere diSant'Antonino e dintorni. Da questo lavo-ro sono state tratte idee molto interessan-ti, come centrali idroelettriche, fontane,cisterne, che possono aumentare il beneeconomico e soprattutto ecologico dei cit-tadini della zona e di Barcellona tutta.

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Vittoria De Marco Veneziano illustra airagazzi il suo libro

Il progetto “Il quartiere dopo in cantiere” chiude il 2° anno

DALLA SCUOLA

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DALLA SCUOLA - VIAGGI E DINTORNI

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UN’ISOLA PIENA DI COLORIdi Chiara Accetta

dalla quale, da quando le Isole Eolie sonopatrimonio dell'Unesco, non si estrae piùla pietra pomice che una volta, raggrup-pandosi, aveva formato la spiaggia diCanneto, dal tipico il colore bianco dellapietra; infine siamo andati a visitare laparte alta del centro di Lipari dove sorgeil castello. Entrati nella rocca, che in pas-sato è stata anche un'acropoli, abbiamovisto alcuni resti di una casa greca e poisiamo andati a visitare due musei: archeo-logico e vulcanologico. Nel primo museo,della preistoria, all'interno si trovavanodiverse anfore dell'epoca greca recupera-te dai relitti delle navi affondate e c'eranoanche diversi sarcofagi, sia per adulti per-ciò molto grandi, che molto piccoli perciòper bambini, che però non erano decorateperciò dovevano essere di persone pocoimportanti. Abbiamo anche visto che igreci usavano pure i vasi, le anfore, come

se fossero dei veri e propri sarcofagi, oltread usare urne cinerarie. Oltre a ciò abbia-mo visto dei crateri dai disegni neri edallo sfondo rosso e vasi dai disegni rossie dallo sfondo nero con la tecnica chia-mata pittura vascolare. L'altro museo,invece, era più vulcanologico e vi eranoesposti, pezzo dopo pezzo, cocci di ognivaso per far vedere appunto come erafatto, e diverse maschere di epoca greca,molto vecchie e anche molto rovinate.Finito di visitare i musei, dopo una foto digruppo, siamo andati a mangiare al risto-rante e nel pomeriggio ci siamo fatti ungiro in centro per i vari negozietti diLipari, in cui c'erano esposti sia i geodisie le ossidiane, le tipiche pietre vulcani-che dell’isola. Infine, dopo avere gustatoun bel gelato, abbiamo aspettato l'aliscafoe siamo tornati a casa.

Le classi prime alla scoperta di Lipari

IN GIRO PER LA SICILIAdi Serena Siracusa

pora; poi il sale viene tutto raccolto fino acreare una montagna e lì si attende che sifaccia pronto. Per concludere questa gitaabbiamo visitato anche Marsala, doveabbiamo potuto vedere il luogo doveavviene la produzione del vino Marsala.Inoltre sulla strada di ritorno ci siamo fer-mati a Segesta dove, dopo una lunga sali-ta fatta di scalini, abbiamo ammirato gliscavi archeologici e i resti di un teatro etempio greco discretamente conservati.Insomma, un viaggio veramente istruttivoma anche divertente per noi ragazzi.

Il 13 aprile 2017 noi alunni delle classiprime della scuola media Foscolo siamoandate a visitare Lipari. Siamo partiti alle8.30 con l'aliscafo e abbiamo fatto circa40 minuti di viaggio. Arrivati, siamo sali-ti sull'autobus, con il quale abbiamo fattoil giro di tutta l'isola. Dapprima siamoandati al Belvedere, da dove abbiamovisto il fumo dell'isola di Vulcano e intra-visto le altre isole; successivamente,abbiamo visto la cava di pietra pomice

Il 28 e 29 maggio la scuola Foscolo haportato gli alunni di seconda in viaggiod'istruzione a Trapani, Marsala e Erice.Tre città sicuramente meravigliose, ognu-na con caratteristiche diverse. La primatappa è stata Erice, un paese in montagna,medievale caratterizzato da salite e stradeincastonate da pietre. Purtroppo nonabbiamo avuto la possibilità di visitaretutto, tuttavia siamo andati nella chiesa diSan Pietro, piccola ma suggestiva e anti-ca; poi siamo andati nel punto più alto delpaese dove vi si trova il castello diVenere, oggi diventato un resort. Proprioper questo non abbiamo avuto la possibi-lità di visitarlo all'interno, ma da fuori latorre più alta e l'immensità della strutturalasciano stupito ogni visitatore. Secondotappa di questa gita è stata Trapani. Lìabbiamo avuto l'occasione di visitare trechiese, tra cui la cattedrale, sicuramentepiccola ma antica e bella. Poi siamo anda-ti anche nella piazza dove una volta sisvolgeva l'antico mercato del pesce,molto attivo quando, una volta, i pescato-ri di Trapani pescavano il pesce e lo stes-so giorno con quello che si aveva si ven-deva. Successivamente abbiamo visitatol'attuale mercato del pesce, che la mattinaè un mercato e la sera diventa luogo d'in-contro per i ragazzi circondato da pub ebar. Infine lungo la strada per andare inhotel ci siamo fermati davanti alle famosesaline. Qui si produce il sale, estraendolodal mare in delle vasche dove l'acqua eva-

Gli alunni davanti alla Cattedrale diLipari

"Il maestro Mariano Pietrini aveva la dotedi parlare con le pietre": è così che possoaprire il mio articolo su un luogo sospesotra terra e cielo che assume un valorequasi magico pur essendo molto vicinoalla mia città. Giorno 26 aprile 2017,infatti, le classi seconde della scuolamedia "Ugo Foscolo" si sono recate alParco Museo Jalari di Barcellona Pozzodi Gotto ed hanno avuto l'opportunità diconoscerlo al meglio. Questo parco nasceda un piccolo sogno delle famiglie

Le bellezze di Trapani e Marsala meta delle classi seconde

PARCO MUSEO JALARI di Vittoria Mazzeo

Giorgianni e Pietrini e il nome "Jalari"deriva dall'arabo e significa "pietra lucci-cante". Tra le sculture disseminate pertutto l'estensione, infatti, possiamo trova-re frammenti di una pietra che viene,appunto, chiamata "pietra Jalari". Tradiversi viali il maestro, che purtroppo ciha lasciati qualche mese fa, ci mostra ilsuo dialogo con le pietre, dal viale dellaconfusione a quello dei sogni, e la guida,al suo posto, ci porta in un posto magico,rilassante e molto interessante. Passandotra i viali possiamo notare le circa qua-ranta botteghe etnografiche, che racconta-no il grande lavoro degli artigiani, sapien-temente ricostruito con perizia di dettagli.Tra le tante sculture bellissime, anche unasfera abbastanza grande dove si esprimo-no desideri. Tutti noi ragazzi abbiamoespresso un desiderio o un sogno là den-tro, e una volta fuori da lì non potevamogridare in modo tale che il desiderio sipotesse avverare. E' stata un'uscita moltodidattica davvero interessante, spero ditornare al più presto al parco museo Jalarie invito a tutti di andare a visitarlo perchèè un'esperienza indimenticabile.

Gli alunni davanti al Duomo di Erice

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DALLA SCUOLA - VIAGGI E DINTORNI

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AFFASCINANTE ETNAdi Ketti Sottile

partenza è stato quello perfetto per farvisita ad uno dei numerosi crateri del“Mungibeddu”, poichè si potevanoammirare contemporaneamente neveghiacciata rimasta intatta grazie all’azio-ne della cenere lavica a mo' di vetro, esole splendente che riscaldava l’illustrevulcano mentre si udiva in lontananza ilsuono della bocca che era in eruzione pro-prio quando siamo partiti. Probabilmenteci crederete pazzi, ma vi sbagliate di gros-so. Nel posto in cui noi eravamo non sicorreva alcun rischio. Inoltre l’Etna è unvulcano buono, perché si può sfogare tra-mite fumo o facendo uscire il suo rossa-stro fuoco passando dai crateri, ed almomento della colata lavica essa è lenta eti permette di fuggire senza chissà qualemaestoso pericolo. Restando in tema, aZafferana Etnea è presente anche ilMuseo della Lava, il più grande museoitaliano relativo ai vulcani. All'interno cihanno fatto vedere i differenti tipi di

LA CAPPELLA SANSEVEROdi Giuseppe Calabrò

Se c’è una cosa che tutti gli studentiamano sicuramente questa è la "gita",un’entusiasmante giornata senza stressnella quale "apprendere svagandosi" è ilmotto principale. Dopo ore ed ore suibanchi di scuola ad attendere lo squillodella campanella, alias voce angelica pernoi studenti che segna la fine di un’este-nuante giornata scolastica, arriva final-mente il gran giorno in cui ci si può diver-tire con i propri amici e compagni. Ancheper noi è arrivato il gran momento e, dabuoni siciliani amanti del nostro monte, ilpiù insigne in Europa, siamo andati a visi-tare Zafferana Etnea, un piccolo comunecatanese che si trova proprio alle pendiciorientali dell’Etna. Questo paesino, cono-sciuto anche per il suo buon miele, èfamoso soprattutto per le sue origini vul-caniche, grazie alle quali sorgono nume-rose colline un tempo crateri, e buonaparte delle sue strutture storiche costruitecon materiali vulcanici. Il giorno della

Giorno 8 aprile 2017, durante il viaggiod'istruzione di una settimana inCampania, gli alunni delle classi terzedella Scuola secondaria di 1° grado"Foscolo" hanno visitato la Reggia diCaserta, un palazzo reale definito l'ultimagrande realizzazione del Barocco italianoe la seconda più grande dopo la Reggia diVersailles. Il Palazzo reale di Caserta fuvoluto dal Re di Napoli Carlo III diBorbone, colpito dalla bellezza del pae-saggio casertano e desideroso di fareun'ottima figura al governo della capitaleNapoli e al suo reame. Egli volle chevenne costruita una reggia tale da poterreggere il confronto con quella diVersailles. Molto particolari sono lecolonne, il pavimento, il soffitto, le stan-ze. Nel parco reale di Caserta, poi, in cor-rispondenza del centro della facciataposteriore del palazzo, si dipartono duelunghi viali paralleli fra i quali si inter-pongono una serie di suggestive fontanedi cui è possibile raggiungere la fine concavalli, bus, bici o a piedi ammirando ilmeraviglioso panorama.

Durante il viaggio d'istruzione inCampania delle classi terze dell'IstitutoComprensivo "Foscolo" è stata data airagazzi l'opportunità di visitare la cappel-la Sansevero a Napoli. La cappellaSansevero è tra le più belle cappelle diNapoli, adornata da stucchi e bassorilievimolto belli. Ma non sono nè gli stucchi nèi bassorilievi a dare importanza e bellezzaa questa struttura, bensì le principali trestatue che essa presenta: la Pudicizia, ilDisinganno ed il Cristo velato. Tutte e trele statue sono state realizzate dalSammartino, uno tra i più importanti arti-sti sul globo. La vita dello scultore è statapesantemente condizionata da due avve-nimenti: la morte della madre durante ilparto e l'abbandono del padre, rappresen-

Visitando le bellezze di Napoli e dintorni

Molte visite guidate e viaggi per le classi terze

rocce vulcaniche e ci hanno fatto cono-scere i numerosi ruoli che l’Etna ha avutoin dei famosi film o video, come ad esem-pio il sottofondo della famosa battaglia di“Star Wars" tra Obi Wan Kenobi controSkywalker oppure il contesto della famo-sissima canzone dei Coldplay “VioletHill”. La guida ci ha mostrato anche levarie figure mitologiche attribuite al mae-stoso vulcano, quale l’omonima figlia diUrano e Gea, personificazioni del cielo edella terra, oppure il conosciutissimoPolifemo. L’Etna, magnifico ed imponen-te vulcano, è uno dei principali orgoglisiculi, ed io, da siciliana Doc, sono rima-sta incantata da questa "gita".

LA REGGIA DI CASERTA

tati rispettivamente nella Pudicizia e nelDisinganno. La Pudicizia presenta unadonna, la madre, coperta interamente daun velo che non fa trasparire il suo voltoe che si appoggia alla sua lapide spezzata.Il disinganno, la mia preferita, presentaun uomo, il padre, intento a dimenarsidall'interno di una rete con l'intento diliberarsi, il tutto realizzato dal solomarmo. Il Cristo velato, di sicuro la scul-tura più famosa, immortala una perfettarappresentazione di Cristo morto, copertoda un velo trasparente. La difficoltà dellacreazione di questa statua ha dato vita adalcune leggende popolari secondo le qualiil Sammartino avesse trovato il modo dicristallizzare il velo per poi porlo sopral'opera. Gli studi moderni dimostranoinvece che la celeberrima scultura è statacreata da un unico blocco di marmo, chela rende una tra le più complesse operemondiali, capace di affascinare e stupire.

di Anna Maria Abbate

di Elisa CalabreseAzzurro cielo chiaro e bello,alcune volte sei blu scuro,quando tu mi parli io ti rispondo,quando tu mi guardi io ti guardo,piccolo cielo che hai un cuore piccolo,grande cielo che hai un cuore grande,cielo grande e piccolo sei sempre nel miocuore,cielo piccolo e grande sarai sempre nellamia mente.

AZZURRO CIELO

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ADOLESCENZA, TANTI DUBBI E INCERTEZZEdi Vera Raffa

vamo, oppure non rispecchia i modelliche gli amici, la televisione e i media ciimpongono, facendoci sentire nella mag-gior parte dei casi a disagio e fuori luogo.La motivazione di ciò non è ancora deltutto chiara, ma proprio durante questastrana fase, i ragazzi tendono a sentirsicompletamente soli, spaesati, nonostanteprovino in tutti modi a farsi accettare dal-l’ambiente che li circonda… Forse baste-rebbe semplicemente provare ad accettar-ci noi stessi prima di farci accettare daglialtri… Ma questo a volte non è moltofacile. Sembra che nessuno riesca a com-prendere… come se non esistesse nessu-n’altro in grado di fermare tutto, di bloc-care quest’enorme ostacolo che si ponenel bel mezzo della vita. Le incognite, leincertezze, diventano sempre più parteci-pi, contribuendo nel creare caos tra i milleideali dei giovani adolescenti. Non si sacome agire, come comportarsi, tutto sem-bra andar male e nulla riesce a portare unpo’ di consolazione. Anche la famiglianon è d’aiuto, pur provando ad esserlo inogni modo. Di conseguenza si prova aconfrontarsi con i coetanei, ma non sem-pre si trova chi può capire il disagio vis-

suto. Basterebbe trovare una persona chesia disposta ad ascoltare quello che abbia-mo da dire, che si interessi a noi e che cisappia accettare per come siamo, senzapretendere cambiamenti. Qualcuno concui condividere un legame, un qualcosa dispeciale. Probabilmente, però, questoincentivo arriverà proprio alla fine dellasalita, quando finalmente ci si accorgeràdi essere cresciuti e di non soffrire più.Potremmo definire quindi l’adolescenzacome un qualcosa di importante, da supe-rare donando ogni piccola parte di noi maaccettando anche il sostegno che ci ci staintorno può darci.

Crescere tra speranze e pericoli

L’adolescenza…. Come definire questoperiodo? Molti ritengono quest’età comela più bella nell’arco della vita, ma secon-do il mio parere, pur essendo bella quan-to mai, è anche davvero difficile daaffrontare… Un periodo assurdo e tor-mentato, ma pieno di piccole emozioniche possono far dimenticare tutto e farciviaggiare in un mondo di sogni. Alcunedelle problematiche che affliggono unadolescente dipendono particolarmentedalla difficile accettazione della propriapersona, in quanto i cambiamenti, oltre adessere fisici, a volte mutano anche inmodi di pensare e di agire totalmenteopposti a quelli di un tempo. Ogni mini-ma cosa cambia definitivamente, nonlasciando più spazio alle caratteristicheche formavano le basi della vita del bam-bino di una volta. Spesso il nostro corpocresce non proprio come noi stessi vole-

La droga è un serpente a sonagli col visci-do nel cuore: dopo che riesce a morderti,costringe a venir risucchiato dal vorticedel veleno che termina con il profumodella morte. Si addentra nel paesaggiovenendo fuori dalle foglie più nascoste. E'facile venir punti. E' facile farsi abbindo-lare dall'armonia perversa del sonaglio. Edopo che ne avrai gustato quel suono per-fetto, ti crogiolerai nell'illusione che quel-la musica non ti faccia incamminare nelsentiero della morte. La droga è maligna,agisce subdola con la falsa promessa chese ne andrà domani. O dopodomani, odopodomani ancora. Una volta che sicrede alla prima bugia, ci si ritroverà ingabbia. Soli. Non si può scappare da unagabbia che abbiamo dentro. Non si puòfuggire da se stessi. L'unico modo peruscirne è diventare abbastanza forti darompere la prigione, frantumare le sbarrein ferro, respirare il sole che non riesce afiltrare dalle finestre blindate dalla polve-re. Drogarsi significa rinunciare alla pro-pria libertà come essere vivente e comeessere umano. Ci costringe a diventareschiavi di noi stessi. Si rinuncia alla capa-cità di provare emozioni fuori da quellafelicità melmosa. L'unico modo per noncadere nell'abisso è stare lontani dal sona-glio del serpente. Nonostante quel suonosia seducente, è più bello ascoltare la deli-catezza del cinguettio di un uccellino.

UN TIRO?NO, GRAZIE

di Chiara Calabrò

ADOLESCENZA E DINTORNI

PERICOLO ‘BLU WHALE CHALLENGE’di Emma Domenica Giunta

gioco prende il nome di "Blu Whale" per-chè le balene blu, per morire, si arenano ariva, e siccome "blu whale" vuol dire"balena blu", il nome del gioco ha questosignificato. Inoltre i ragazzini, il giorno incui si devono buttare dal palazzo, si devo-no far riprendere dal curatore che poipubblica questi video in rete. C'è stato uncaso a Messina ed un altro caso a Livornoe poi 200 casi tra Russia, Brasile, Franciae Gran Bretagna. Io penso alle mamme diquesti ragazzi, a quanto dolore si porte-ranno per tutta la vita. Penso anche allevittime, così giovani, che si sono tolte lavita e non avranno mai più la possibilitàdi apprezzare tutte le cose belle che ilfuturo avrebbe potuto offrirgli. Per unostupido gioco questi poveri ragazzi hannoperso il vero senso dell'esistenza e nonconosceranno nè l'amicizia, nè l'amore,nè tutto il resto.

Un grido d’allarme negli ultimi tempi sista levando dal pianeta adolescenza.Nelle ultime settimane, infatti, in Russia -da dove il fenomeno è partito - Francia,Gran Bretagna, Brasile e in Italia sonomorti diversi ragazzini, la maggior partebuttandosi da alti palazzi senza apparentespiegazione. Invece il vero motivo per ilquale essi si suicidano é perchè hannodeciso di partecipare alla "Blu WhaleChallenge", ovvero un gioco molto crude-le, in cui un curatore fa svolgere attivitàstrane e molto dolorose come tagliarsi illabbro, incidersi il simbolo f_57, passarsil'ago più volte sulla mano ecc... In questomodo si invogliano i ragazzini a suici-dars,i perchè mettono loro in testa che lavita faccia schifo. Le vittime, che hannol'età compresa tra 7 e 14 anni, sono fragi-li perchè la mente a questa età è facil-mente manipolabile e quindi, dopo 50giorni, sono esausti di vivere questa vitaorribile e hanno molta voglia di morire. Il

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IO E LA MUSICAdi Giovanni Luigi Crisafulli

La musica: un mondo fantastico pieno disogni, di emozioni, un mondo ricco dipensieri che ti trasportano fino a farticapire chi sei. Un luogo di rifugio peradolescenti e adulti che si rifugiano lì perscappare dalla vita che a volte può esserecupa. La mia canzone preferita è il branoscritto da Ermal Meta "Vietato morire",canzone che riguarda le cronache odierne,ovvero la violenza sulle donne e il bulli-smo. Ha un motivetto che, se ascoltatouna sola volta, ti resta in mente per sem-pre. A me piace anche perchè parla dellegame tra lui e la madre, che è un rap-porto importantissimo in famiglia. I gene-ri musicali che ascolto di più sono Pop,Rap, Rock, mentre i miei cantanti preferi-ti sono Enrique Iglesias, Fedez, J-AX, iPooh, Phil Collins. Di solito ascolto lamusica quando ho paura, quando sonofelice, soprattutto se mi sento sotto stress.Io ho un testo per ogni momento speciale,la mia vita è piena di musica. Anzi lamusica fa parte di me.

QUALCOSA DI SPECIALEdi Marika Coppolino

La musica per me è qualcosa di speciale,un tesoro tutto mio che custodisco gelosa-mente perché ho bisogno di ascoltaremusica, altrimenti non sto bene con mestessa. In ogni momento della giornata micapita, anche di sfuggita, di ascoltarla: inmacchina, a casa e soprattutto la sera,prima di andare a dormire. Metto le cuf-fiette e inizio a sognare ad occhi aperti,come se volassi in un altro mondo fatto ditutte le cose che amo. Per me la musica èun motivo di sfogo, e infatti, ogni voltache mi sento triste o nervosa, mi vengonoin mente tutte le mie canzoni preferite,ovvero quelle di Riccardo Marcuzzo, Rikiil nome d'arte, che è un ragazzo del mioprogramma prediletto Amici, Ed Sheeran,Luis Fonsi, Enrique Iglesias, Ermal Metaecc... Si è potuto capire dai miei cantantiche ascolto solitamente rap, pop e rock...

Cos'è la musica? E' una domanda a cuirispondo con molta facilità. Essa permet-te alla gente di cliccare un solo tasto perpoi immergersi in un mondo in cui in pen-sieri negativi e la rabbia non trovanoposto. La musica permette inoltre agliartisti di esprimere le proprie emozioniattraverso parole accompagnate da unamelodia. Io sono nata con la musica, gra-zie a mio padre che, sin dall'età di seianni, si è dedicato allo studio di due stru-menti: la fisarmonica e la tastiera.Insieme a lui ho imparato ad amare tutti igeneri di musica: pop, rock, punk... eanche le tarantelle, che il mio papà suonacon il gruppo folcoristico “Longano”. Giàdall'età di tre anni le mie mani hannosempre rispettato tutte le note, anche gra-zie all'aiuto del mio maestro, da cui hoavuto l'onore e il piacere di imparare asuonare il pianoforte, uno strumento chemi ha semrpre coinvolto, anche se adessoho smesso per dedicarmi al ballo. Con ladanza mi sento più vicina alla musica,perchè con i movimenti del corpo cerco ditrasmettere alla gente le mie emozioni e,

di Ilaria GenoveseUN MONDO DA ESPLORARE

grazie alla musica, tutto riesce a quadrare.Quando sono triste l'unica cosa che riescea consolarmi è chiudermi nella stanza,accendere il volume, prendere un teleco-mando della wii e mettermi al centro dellastanza e iniziare a cantare, così dimenticotutto, liberando la mente e levando la ten-sione di dosso. Le canzoni dovranno puressere cantate da dei cantanti, e a me piac-ciono tutti, non ne ho uno preferito, ancheperchè sono troppi. A noi ragazzi piaccio-no canzoni vivaci, canzoni che ci fannosognare, canzoni che interpretano argo-menti toccanti e che ti fanno capire ilsenso della vita. La musica è come unamacchina del tempo: ti porta a ricordare ilpassato, vivere il presente e ad immagina-

Sicuramente amo la musica anche perchépratico danza e mentre ballo mi immergoin questi due mondi meravigliosi e nonpenso più a niente. Non riesco ad espri-mere bene cosa provo verso la musica, sosoltanto che essa fa parte di me ed è il miomondo.

re il futuro. In base allo stato d'animo sipreferisce musica di vario genere: airagazzi piace ascoltare musica commer-ciale mentre a noi ragazze canzoni checercano d'insegnarci a vivere meglio.Potrei stare qui ore e ore a parlare dellamusica, ma ci vorrebbe troppo tempo, edio in questo momento ne ho poco, perciòconcludo dicendo che la musica è unmondo da esplorare e da vivere.

RIFLESSIONI

di Elena Ferrara

UN AIUTO PER SOGNARE

Sempre importante la musica per i giovani

La musica, una parola così superficiale,che però nasconde un significato immen-so. Essa pone davanti tante porte, ognunadelle quali nasconde un mondo meravi-glioso dov'è permesso segnare e cammi-nare attraverso la fantasia. Sognare, unverbo così estraneo ai ragazzi di oggi.Ormai non sogna più nessuno, ci siabbandona semplicemente al pensieroche tutto andrà bene. Dietro quelle paroledi una canzone si nasconde invece unsignificato che ognuno può interpretare amodo proprio e l'unica cosa che accomu-na le persone, nell'ascolto della musica, èquesto: la libertà di lasciarsi andare. Lamusica rappresenta la tua personalità, ituoi pensieri, caccia i pensieri negativi, ed

è capace di farti passare da un mondolugubre e cupo, a uno colorato e fantasio-so. Alcune volte essa si trasforma in un'a-mica, una persona con cui confidarsi cheti sta sempre accanto, e che sa consolartinei momenti più difficili. Ci sono varigeneri di musica: rock, jazz, classica... Iopreferisco dei generi più sentimentali, chehanno la capacità di farti riflettere e ragio-nare sulle tue azioni. Generalmente laascolto quando ho qualche problema,sono turbata per qualcosa oppure quandoho qualcosa sul quale riflettere. Insomma,per me la musica è l'espressione più inti-ma dell'uomo, che ha la capacità di chia-rirti le idee, e di spianare la strada ai pro-pri sogni.

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RIFLESSIONI E POESIE

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zione alla punteggiatura, all’uso dell’apo-strofo, dell’accento…, oltre che per saperanche studiare storia, geografia, scien-ze… E' proprio per questo che di sicuro lagrammatica è, e resterà, la materia piùimportante rispetto alle altre. Chissàquante volte noi alunni, ma anche gliadulti, sbagliamo a scrivere, o per que-stioni di distrazione o per questioni delnon sapere, i verbi, gli avverbi, le con-giunzioni, le coniugazioni, le preposizio-ni, gli articoli e molte altre cose… Questierrori ci fanno capire che, per imparare ascrivere bene, bisogna lavorare concostanza e attenzione. In questi ultimianni, poi, le app "messaggere" comeWhatsApp, Facebook, Messagger, maanche gli oramai poco comuni sms, hannodiffuso a tutti noi un modo di scrivere chenon ha niente a che vedere con la gram-matica italiana. Ad esempio: nn (non), nnt(niente), cmq (comunque), prk (per-ché)… Finchè si messaggia si può ancheaccettare, ma in altri contesti mi chiedo“Perché storpiare le parole di questa bellalingua italiana?”. Rispettiamola e com-prendiamone la ricchezza e l’utilità.

Molti non riflettono sull’importanza dellagrammatica nella vita. Anche il mio rap-porto con lei è un continuo vieni e vai.Alle elementari, dalla prima e alla terza,essendo abbastanza facile, andavamo per-fettamente d’accordo, ma ciò non signifi-ca che ora non lo facciamo più, solo chequando la prof. spiega, in alcuni argo-menti mi immergo nella profonda spiega-zione e sto attenta al 100%, come adesempio quando spiega l'analisi gramma-ticale, l'analisi logica, la punteggiatura,l'accento..., in altri cerco di stare attenta ilpiù possibile per imparare a non fare erro-ri, ad esempio la divisione in sillaba,verbi e altre cose. Essa è comunque tra leultime materie ad essere le mie preferite.Apparentemente sembra difficile e noiosama al suo interno è piena, ricca, colma,invasa e carica di regole che, pur essendomolto complesse e fanno scoraggiarequelli che la odiano, sono invece utilissi-me per saper scrivere bene facendo atten-

di Elena Biondo

LA GRAMMATICA, AMATA E ODIATA

La diversità è una ricchezza. Ce lo inse-gna la natura, popolata da tante forme divita che creano la vera e propria bellezza.Ma è ricchezza anche per la nostra socie-tà, perchè ognuno di noi è diverso, aseconda del colore degli occhi, dei capel-li o della pelle. Per molti la diversità èsinonimo di inferiorità, invece è sempli-cemente arricchimento. Essere diversinon significa essere inferiori, ma poterarricchire se stessi e gli altri. Il diverso èun concetto semplice per cui una personaritiene qualcun'altro differente da se stes-sa a tal punto da rifiutarla. Non riesco

però a capire cosa una persona qualunqueci veda di tanto strano in alcune piccolediversità, che siano malattie o problemafisici. Ci vuole solo un po' di rispetto etolleranza, che però molti non sanno nem-meno cosa siano. Perchè la diversitàappare come una minaccia, una barrierache nasce tra le persone, mentre bisognavederla invece come un'opportunità e noncome un problema, ed è anche necessarioeliminare questi pregiudizi attraverso fatticome il dialogo, le attività di integrazionee l'accettazione. Siamo proprio noi adover far in modo che ciò accada.

di Simona Recupero

IL VALORE DELLA DIVERSITÀ

di Noemi Pelleriti

L’AMICIZIA

“Lo sport non solo piace a tutti ma coin-volge tutti: abili e diversamente abili,bianchi e neri, maschi e femmine. Tuttisiamo uguali e, se qualcuno è migliore dite, cerca di imparare da lui e non invidiar-lo. Per essere un vero sportivo non bara-re; rispetta le regole e rispetta gli altri".Leggendo questa la celebre frase diNelson Mandela ho fatto delle riflessionie in particolare: "lo sport ha il potere dicambiare il mondo, ha il potere di suscita-re emozioni, ha il potere di unire le perso-ne come poche altre cose al mondo.." per-chè, se c'è qualcuno migliore di te, cercadi imparare da lui e non invidiarlo, e per-ché, quando ognuno di noi fa la sua partee lavora di gruppo, la vittorioa è più bella."Parla ai giovani in un linguaggio checapiscono. Lo sport può creare speranzadove prima c'era solo disperazione.." per-chè magari in un paese povero, a unanazionale di alto livello potrebbe dare lasperanza di rifiorire. "E' più potente diqualunque governo nel rompere le barrie-re razziali. Lo sport ride in faccia ad ognitipo di discriminazione.." perchè non fadifferenze e rispetta le persone per quelloche sono e non per le loro nazionalità oper la loro pelle. Bisogna quindi crederein uno sport che unisce gli uomini.

di Ivana Recupero

LO SPORT, UN'ARMAPER L'UGUAGLIANZA

Sento odor di pioggia invernaleche arriva da quell'eterno marestata spinta dal maestralecon gli uccelli riparati nel nido.E io li guardo e sorrido,e loro, nascosti sotto la madre,riparati da quel forte temporale. E quando finisce il maestralela madre riparte per cercare,per cercare del buon ciboche gli uccellini farà crescereper imparare anche a volare,così poi con la famiglia viaggiare.

di Vincenzo CrinòPIOGGIA INVERNALE

LA NOTTEdi Sara Aliberti

Un manto blu scuro ricopre il cielo, la luce celeste è scomparsa,è andata via, proprio come le rondiniper un posto più caldo.Al suo posto compare una sfera d'argentoe si sentono dei piccoli fischi simili a cantiche emanano le graziose cicale.Passano ore e svaniscono i preziosi suoni,le rondini stanche ritornanoil manto blu scuro si schiarisce e azzurrotorna,il magnifico corpo celeste di nuovo brilla,ed emana il suo vitale calore,mentre i dolci uccellini volano nel sole.

L'amicizia è un dono preziosoche nasce dal profondodel nostro cuore,si alimenta d'amore e fiducia,rispetto e solidarietà.Lo splendore dell'amicizia non ha età,non è la mano tesa,né il sorriso gentile,né la gioia della compagnia:è l'ispirazione spirituale,è affetto vivo tra persone,è il coraggio che non ha paura,è un porto sicuro che porta luceper ogni sogno perduto.L'amicizia è la melodia del nostro cuoree la cantiamo se ne scordiamo le parole.

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RECENSIONI

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“SCHINDLER'S LIST"di Elena Quattrocchi

Molto significativo e capace di faremeglio comprendere la tragica e triste,purtroppo, realtà della Shoah tramite unlinguaggio di tipo filmico, è sicuramenteil film “Schindler’s List”, basato sulla sto-ria di Oskar Schindler, oggi considerato“Giusto tra le nazioni”. La pellicola -girata interamente in bianco e nero adeccezione della scena iniziale, in cui sispegne una candela per sfumare nel buiodi quegli anni, e di un’unica macchia dicolore rappresentata dal famoso cappotti-no rosso di una bambina sperduta dellosmantellamento del gretto - è ambientatadurante la Seconda Guerra Mondialedopo l’occupazione tedesca della cittàpolacca di Cracovia. Shindler, un impren-ditore tedesco aderente al partito nazistaper convenienza, vuole inizialmenteapprofittare della situazione caotica inPolonia per arricchirsi assumendo mano-dopera ebrea, a costo zero, per lavorarenella sua fabbrica di pentole da venderepoi all’esercito tedesco. Grazie alle suegrandi capacità nelle pubbliche relazioni,fa amicizia con la gente più importante eItzhak Stern, contabile ebreo, diventa il

suo segretario. Col tempo, però, Oskarinizia a provare pietà e rispetto nei con-fronti degli ebrei, così decide di salvarnequanti più possibile iniziando a racimola-re una grande quantità di denaro e cam-biando la funzione della sua fabbrica,dove verranno create armi per impedireche venga chiusa. In seguito, insieme alsuo segretario, stilerà una lista che com-prenderà tutte la persone da salvare e por-tare nella nuova fabbrica inCecoslovacchia, per un totale di 1100 per-sone, naturalmente pagando molto dena-ro. Il tempo passa e la guerra finisce. LaGermania ha perso, così gli ebrei soprav-vissuti vengono liberati. Schindler devescappare perché è considerato un nazistama, grazie alle testimonianze di coloroche ha salvato, viene giustamente assoltoper l’impegno che si è preso di evitare acosì tanti uomini, donne e anche bambinil’atroce fine nei campi di steminio. Ilfilm, attraverso scene anche molto crudedi violenze e crudeltà, rende bene le diffi-coltà del popolo ebraico in quel periodoin Europa e l’azione di Schindler, che allafine risulta un uomo coraggioso, intelli-

BENJI E FEDEdi Vittoria Marretta

Un po' di tempo fa, precisamente il 10dicembre 2010 alle ore 20:05, un ragazzodi nome Benjamin molto appassionato dimusica e che suona molto bene la chitar-ra, abitante a Modena, navigava suFacebook e, senza volerlo, ha trovato l'ac-count di un ragazzo di nome Federico,molto bravo a cantare, anche lui abitantea Modena. Così Benjamin decide di man-dargli un messaggio dicendogli di forma-re un duo, uno come cantate e l'altro comechitarrista, e chiamarlo “Benji e Fede”.Federico accetta perchè era il suo sognocantare in un duo, cosi decide di incon-trarlo per conoscerlo meglio. Dopo esser-si incontrati sono diventati amici insepa-rabili e, con l'aiuto di alcuni loro amici,girano i video delle canzoni che avevanoscritto e le pubblicano su Youtube non-ostante Benji si sia trasferto in Australiaper due mesi in viaggio-studio. Grazie aisocial hanno più contatti con i loro fan euna radio li contatta per fare un tour e laWarner Music per avere il loro primocontratto discografico. Nell'estate 2015hanno così il singolo "Tutta d'un fiato" eil 9 ottobre 2015 hanno il loro album"20:05"; nel 2016 il loro singolo in spa-gnolo "Eres mia", nonostante siano italia-ni, e il 21 ottobre 2016 è stato pubblicatoil loro album "0+" per la seconda volta.Insomma. In questo caso i social hannofatto nascere un'amicizia e un duo artisti-co seguitissimo: "Benji e Fede".

L'ORA LEGALEdi Ketti Sottile

Grande successo, appena uscito in tutte lesale cinematografiche italiane, ha ottenu-to il film "L'ora legale", scritto e recitatodai due comici siciliani più amati in Italia:Ficarra e Picone. La storia è molto autoi-ronica e prende in giro, per l'ennesimavolta, l'enorme distacco che c'è tra Nord eSud Italia facendo notare gli enormi pro-blemi del meridione. Nel film i due uomi-ni del Sud si mettono nei panni di due abi-tanti di un piccolo comune siciliano che èin procinto di eleggere il suo nuovo sin-daco e in cui tutti i cittadini sembranoessere stufi del loro attuale governo, nelquale ognuno fa ciò che gli pare. Perciòurleranno tutti al cambiamento e voteran-no un nuovo sindaco che, a differenzadell'odierno, ha intenzione di far rispetta-re le regole e far andare tutto per il versogiusto. Ma per i cittadini sarà davverotutto perfetto come credono? In realtà no.

Quasi nessun lavoratore era in regola,molti erano assenteisti ed alcuni lavorava-no nelle piazze o per le strade senza avereil diritto all'occupazione del suolo pubbli-co, perciò le persone cominceranno alamentarsi di non poter più essere liberiquando il sindaco comincerà a far rispet-tare le regole. Inoltre quest'ultimo faràrispettare le diverse tasse e dai cittadinipartiranno lamentele su questo e moltoaltro. Insomma, quando finalmente arrivaun sindaco meritevole della sua posizio-ne, i cittadini lo respingono. Infatti tuttirimpiangeranno i tempi in cui si era liberidi fare ciò che passava nella propriamente e faranno di tutto per far dimettereil loro nuovo primo cittadino. Questo filmlascia un dubbio in mente: "Riuscirà maiil sud ad avviare il cambiamento?" Il mes-saggio è quello di far riflettere le personesulla necessità di aiutare il cammino delcambiamento e non respingerlo in modoviolento e scorretto, come accade nelfilm. Da siciliana ho amato molto lo spet-tacolo perché, se pur comico, è molto sin-cero e racconta, anche se amplificando iltutto, la mentalità che spesso abbiamonella nostra regione. Ho visto questo filmcome una sorta di denuncia a tutti coloroche chiamano la rivoluzione e dopo, nonessendo abituati, la respingono. Questoperché, se si vuole il cambiamento, iprimi a cambiare dobbiamo essere noi.

Amicizia nata dai social

Un nuovo film di Ficarra e Picone per ridere e riflettere

gente e corretto. Il suo titolo di “Giustotra le nazioni” è meritato e tutti dobbiamoringraziarlo per il bene che ha compiutomentre intorno imperversava il male.

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GIOCHI

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Sud

Direttore ResponsabileFelicia Maria Oliveri

EditoreI.C. “Foscolo” di

Barcellona Pozzo di Gotto

RedazioneAlunni della Scuola

Secondaria “Foscolo” diBarcellona P.GNumero chiuso il 26/05/2017

DEFINIZIONI:1. gli piace molto il miele 2. anfibio dello stagno3. pesa tonnellate 4. ha degli aghi sul dorso 5. felino notoriamente pigro6. roditore che infesta i luoghi sporchi7. striscia e il suo morso può essere mortale8. porta fortuna 9. te lo dicono se sei fifone 10. lo chiamano orsetto lavatore11. il re della savana

CRUCIVERBA ANIMALI

CRUCIVERBA ASTRONOMICO

CRUCIVERBA ABBIGLIAMENTO

di Ilaria Genovese

di Elisa Calabrese e Vincenzo Crinò

di Joao Pedro Flaccomio e Cristia Razuan Apostol

DEFINIZIONI:1. Il primo pianeta più vicino al Sole.2. Corpi celesti che formano gli anelli di Saturno.3. Insieme di stelle.4. Il "Pianeta Rosso".5. Apparecchiature lanciate nello spazio:satelliti o...6. Unico satellite naturale che ruota attorno alla Terra.7. La è la Via Lattea. 8. Città ospitante la più importante base spaziale americana.9. La nostra galassia si chiama così:Via...10. Famosissima agenzia spaziale americana.

DEFINIZIONI:1- con maniche lunghe o corte e con colletto2- si indossa in inverno3- tipicamente femminile 4- li indossano sia uomini che donne5- è usata tipicamente in relax o palestra6- spesso a maniche corte di cotone o di lana7- giacca con chiusura a cerniera o a bottoni8- pratici pantaloni in tessuto spesso blu9- le donne non ne possono fare a meno come accessorio10-completa il collo della camicia

Si ringrazia calorosamente il prof. Enzo Napoliper l’elaborazione del nuovo logo della testata