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Corso di laurea in Scienze dell’Educazione
A. A. 2012 / 2013
Istituzioni di Linguistica (M-Z)
Dr. Giorgio Francesco Arcodia
(giorgio.arcodia@unimib.it)
Programma del corso
Il corso si propone di presentare le nozioni base, le principali articolazioni e i metodi di
indagine della linguistica.
Nel corso saranno introdotte le nozioni di base della linguistica e la sua metodologia di
ricerca. Saranno fornite le coordinate essenziali relative alle principali articolazioni della
disciplina: gli studenti apprenderanno le nozioni di base della linguistica, nei campi
rilevanti della fonetica e fonologia, morfologia, sintassi e semantica.
Inoltre, sarà proposto un approfondimento sul tema della variazione sincronica e
diacronica nelle lingue.
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Bibliografia:
Berruto, G. & Cerruti, M., La linguistica. Un corso introduttivo, Torino, UTET, 2011.
(ESCLUSI i parr. 4.4, 5.4 e tutto il cap. 8)
Cardona, G. R., Introduzione alla sociolinguistica, Torino, UTET, 2009 [1987].
(ESCLUSI i parr. 2.2.3, 3.1.1, 3.3, 5.4, 6.3 e 8.3)
Materiali presentati a lezione (disponibili on-line:
http://www.formazione.unimib.it/Default.asp?idPagine=244&funzione=scheda_materiale
&ins=1803&doc=mate&corso=17&personale=333&ricerca=1&ruolo=4)
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Tipologia d’esame: prova scritta (per tutti) ed orale (opzionale).
→ L'esame consiste di una prova scritta obbligatoria; i candidati che superano la prova
scritta con la piena sufficienza (almeno 18/30) potranno convalidare il voto ottenuto o, se
desiderano, possono sostenere un colloquio integrativo.
→ Gli studenti che totalizzano tra i 15 e i 17 punti nella prova scritta devono
necessariamente sostenere anche la prova orale. Gli studenti che totalizzano meno di 15
punti nella prova scritta sono respinti.
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Piano delle lezioni:
(1) Introduzione al corso. Modalità d’esame. Cos’è la linguistica. Linguaggio e sistemi di
comunicazione non umana.
(2) Le lingue storico-naturali. Il segno linguistico. Sincronia e diacronia. Astratto vs.
concreto. Rapporti sintagmatici vs. rapporti paradigmatici.
(3) Le funzioni della lingua (secondo Jakobson). Lingua e variazione. La variazione
diatopica: lingue, dialetti.
(4) Variazione diastratica, diafasica, diamesica.
(5) Le lingue del mondo. Classificazione in base al numero dei parlanti. Classificazione
genetico-genealogica. Le lingue d’Europa.
(6) I sistemi di scrittura.
(7) La fonetica e i suoni delle lingue. Alfabeto fonetico internazionale (IPA).
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(8) I suoni dell’italiano. Trascrizione fonetica.
(9) Fonetica e fonologia. Il fonema. Inventari fonematici.
(10) La sillaba. Tratti soprasegmentali.
(11) Esercitazione di riepilogo. Fonetica e fonologia.
(12) Morfologia. La parola. Il morfema.
(13) Radici e affissi. Formazione di parola: derivazione e composizione.
(14) Flessione. Categorie grammaticali. Accordo e reggenza. Allomorfia e suppletivismo.
(15) Processi “minori” di formazione di parola: reduplicazione, parasintesi, parole
macedonia, etc.). Scomposizione in morfemi.
(16) Lessico, lessicografia, dizionario e vocabolario. Rapporti di significato fra lessemi.
(17) Esercitazione di riepilogo. Morfologia e lessico.
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(18) Sintassi I. Parola, sintagma e frase. Analisi in costituenti.
(19) Sintassi II. Funzioni sintattiche. Struttura argomentale della frase. Tema e rema.
(20) Sintassi III. Struttura pragmatico-informativa. Frasi segmentate. Sintassi del periodo.
(21) Cenni di tipologia linguistica: la classificazione tipologica delle lingue.
(22) Cenni di semantica. Semantica frasale.
(23) Pragmatica linguistica
(24) Il mutamento linguistico I. Stati di lingua, condizioni e cause del mutamento.
(25) Il mutamento linguistico II. Mutamento fonologico, morfologico, lessicale.
(26) Repertori linguistici, individui e comunità
(27) Il contatto linguistico: la linguistica areale
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(28) La ‘creazione’ di una lingua: pidgins e creoli
(29) Politiche linguistiche: pianificazione, standardizzazione.
(30) La situazione linguistica italiana: storia e presente
(31) ??Jolly??
(32) Esercitazione finale.
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0. Che cos’è la linguistica?
0.1 Alcune definizioni
“Disciplina che studia il linguaggio e le lingue storico-naturali.” (Dizionario italiano Sabatini-Coletti)
“Secondo una definizione corrente, la linguistica è lo studio scientifico del linguaggio e
delle lingue.” (Simone, R., 1999, Fondamenti di linguistica, Bari, Laterza)
“(...) la linguistica studia il funzionamento dei sistemi linguistici come fine, e non come
mezzo per fare altro.” (Basile, G. et al., 2010, Linguistica Generale, Roma, Carocci)
“La linguistica è il ramo delle scienze umane che studia la lingua.” (Berruto, G. & Cerruti, M., 2011, La linguistica: un corso introduttivo, Torino, UTET)
studio scientifico e sistematico del linguaggio e delle lingue
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0.2 L’oggetto di studio della linguistica
Il linguaggio umano (vs. altri sistemi di comunicazione)
“(…) essendo il linguaggio uno dei principali prodotti della mente umana, il suo studio
finisce per illuminare il funzionamento del pensiero e della mente.” (Simone, R., 1999, Fondamenti di linguistica, Bari, Laterza)
“Much of the human advantage in thinking can be attributed to our linguistic ability, to
the fact that we can attach public labels to our inner representations and arrange these
labels syntactically into complex grammatical forms that we can rehearse aloud (or at
least consciously).” (Hurford, J.R., 2006, Origin and evolution of language, in , in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language
and Linguistics, Amsterdam, Elsevier)
I principi che regolano il funzionamento delle lingue storico-naturali
“(…) la ricerca linguistica rivela come, sottostanti alla immensa varietà delle lingue, sia
possibile ritrovare alcuni meccanismi costanti, alcune invarianti, che nel loro complesso
gioco organizzano l’intero organismo delle lingue.” (Simone, R., 1999, Fondamenti di linguistica, Bari, Laterza)
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Compiti fondamentali della linguistica:
(a) specificare la natura del linguaggio (potenzialità e limiti)
(b) identificare “le regole che i parlanti di una lingua applicano nel produrre e nel
ricevere un messaggio linguistico”
(c) descrivere e spiegare i cambiamenti delle lingue nel tempo
(Simone, R., 1999, Fondamenti di linguistica, Bari, Laterza)
→ livelli di analisi:
fonetico-fonologico ( i suoni delle lingue)
morfologico (la struttura e la formazione delle parole)
sintattico (la combinazione delle parole)
semantico (il significato di parole e frasi)
pragmatico (l’uso di parole e frasi)
lessicale
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Perché ‘studio scientifico’: prevede la formulazione di ipotesi generali per rendere conto
di fatti particolari; tali ipotesi devono essere verificabili (fondate su esperimenti ripetibili).
→ formulazione di ipotesi generali sulla struttura del linguaggio
Es.: Se una lingua ha la categoria del genere, ha anche quella del numero
Genere Numero Esempio
Sì Sì italiano
Sì No non attestato
No Sì turco
No No cinese
→ un ipotesi di questo tipo è verificabile; originariamente formulata sulla base di un
campione di 30 lingue, è possibile estendere la ricerca (teoricamente) a tutte le lingue per
le quali si hanno informazioni di questo tipo
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Disciplina descrittiva (non ‘normativa’): la linguistica è una disciplina che mira alla
descrizione e alla spiegazione, ma non alla prescrizione (vs. grammatiche normative)
→ es.: italiano “popolare”
se io potrei avere tanti soldi aiuterei tanta gente
ne morì cinque di noi
il padrone picchia al contadino
e si trovava niente da mangiare
io ci dico
(Berruto, G., 2012, Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo (2° edizione), Roma, Carocci)
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0.3 Le principali branche della linguistica
Linguistica generale: disciplina che si occupa della descrizione dei principi operativi del
linguaggio umano e delle lingue e della formulazione di teorie generali su di queste
Linguistica applicata: applicazione delle teorie e dei metodi della linguistica ad altre aree,
come, ad esempio, la didattica delle lingue
Linguistica storica: studio del mutamento delle lingue nel tempo
Linguistica computazionale: studio dell’applicazione di tecniche e metodi computazionali
al trattamento delle lingue (come ad es. i traduttori automatici, i corpora, etc.)
Linguistica tipologica: studio sistematico della variazione linguistica
Sociolinguistica: studio della relazione tra lingua e società, tra strutture linguistiche e
sociali
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1. Comunicazione e linguaggio
Comunicazione (in senso stretto): “comportamento prodotto da un emittente al fine di far
passare dell’informazione e che viene percepito da un ricevente come tale” (Berruto, G. & Cerruti, M., 2011, La linguistica: un corso introduttivo, Torino, UTET)
≠ passaggio di informazione (emittente non intenzionale; gesti, orme di animali, sintomi)
≠ formulazione di inferenze (nessun vero emittente; modi di vestire, caratteristiche
architettoniche, etc.)
Sistemi di comunicazione: lingue verbali, lingue dei segni (o ‘segnate’), linguaggi
informatici, linguaggi delle specie animali…
→ servono tutti a trasmettere un contenuto da un emittente ad un destinatario (o
ricevente)
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→ prevedono tutti, con modalità diverse, l’associazione di un contenuto ad
un’espressione; tale associazione prevede la condivisione del codice
Es.: grida di allarme del cercopiteco verde
(a) predatore terrestre (mammifero)
(b) predatore aereo
(c) predatore terrestre (serpente)
(Naguib, M., 2006, Animal communication: overview, in , in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language
and Linguistics, Amsterdam, Elsevier)
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2. Il linguaggio umano
Linguaggio (umano): capacità (o facoltà) innata di sviluppare un sistema di
comunicazione con alcune caratteristiche specifiche.
→ facoltà unica della specie umana; gli altri animali hanno la capacità di sviluppare
sistemi di comunicazione, ma con caratteristiche diverse.
“Si ignora, di fatto, quando sia comparsa, negli individui della specie umana, la facoltà
locutoria, del parlare articolato: pare più•che ragionevole però pensare che essa si sia
sviluppata gradualmente, attraverso un lungo processo evolutivo, avvenuto per stadi e
determinato da una serie di sostanziali mutazioni del quadro biologico della specie umana
(...)” (Banfi, E. & Grandi, N., 2008, Introduzione, in Banfi, E. & Grandi, N. (a cura di), Le lingue extraeuropee: Asia e
Africa, Roma, Carocci)
“It is likely that much of the modern human capacity for language evolved slowly over
millions of years and was fully in place approximately 150 000 years ago with the
emergence of our species, Homo sapiens sapiens. Possibly a genuine H. sapiens sapiens
of 150 000 years ago (...) may not have been quite as genetically language-ready as a
modern child. We have,as yet, no way of knowing.” (Hurford, J.R., 2006, Origin and evolution of language, in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language and
Linguistics, Amsterdam, Elsevier)
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→ l’uomo possiede alcune precondizioni anatomiche e neurofisiologiche per
l’elaborazione del linguaggio che mancano alle altre specie animali
adeguato volume del cervello, quantità e plasticità dei collegamenti interneuronali
→ “the complexity of message coded in human language and its flexibility clearly go
beyond what we know about animal communication. As such, human communication
differs from animal communication not so much in specific traits but rather in its
complexity and flexibility”
(Naguib, M., 2006, Animal communication: overview, in , in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language
and Linguistics, Amsterdam, Elsevier)
canale fonatorio con conformazione “a due canne” (cavo orale e laringe → discesa
della laringe), presenza della faringe come cavità intermedia (funzione di cassa di
risonanza)
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Scimpanzé (adulto) Uomo (adulto)
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Il linguaggio umano si distingue da tutti gli altri per una serie di caratteristiche:
(1) è un codice a doppia articolazione; può formare un numero elevatissimo di segni
combinando un numero limitato di elementi privi di significato (i suoni della lingua,
‘fonemi’)
→ unità minime di prima articolazione: entità dotate di significato (morfemi)
unità minime di seconda articolazione: suoni (fonemi)
Ess.: suoni [r], [a], [s], [i] → rasi, arsi, risa (costruite a partire dalle stesse unità, ma con
significati diversi)
‘cane’ → unità di prima articolazione can‒, ‒e
unità di seconda articolazione c, a, n, e ([k], [a], [n], [e])
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→ Cf. la ‘danza’ delle api da miele europee:
Danza circolare: se il giacimento di cibo si trova entro i 50 metri circa di distanza, l’ape
compie una danza circolare, girando in circolo per poi ripetere la rotazione nella
direzione inversa → messaggio: ‘cercate nelle vicinanze dell’alveare’
→ il segnale non può essere suddiviso in elementi più piccoli, privi di significato,
acquista significato solo nel complesso.
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(2) è discreto (o ‘digitale’) e non continuo (o ‘analogico’); i suoi elementi sono distinti,
hanno limiti ben definiti.
Es.: quanto vs. quando, pena vs. penna
→ non ci sono entità intermedie (ad es., tra pollo e bollo non ci sono altre unità);
somiglianze sul piano dell’espressione non corrispondono necessariamente alla vicinanza
del contenuto (la ‘penna’ non è una ‘pena’ particolarmente intensa!!)
→ Danza dell’addome: l’ape percorre una
linea retta dimenando l’addome, poi
rientra con un’evoluzione circolare e
riparte → codice continuo / analogico,
più aumenta la durata del dimenare,
maggiore è la distanza espressa;
l’angolatura della linea percorsa dall’ape
indica la direzione della sorgente di cibo.
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(Tautz, J. & Bujok, B., 2006, Bee dance, in , in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language and Linguistics,
Amsterdam, Elsevier)
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(3) è un codice dotato di onnipotenza semantica; con una lingua potrebbe dare
un’espressione a qualsiasi contenuto
→ nozione controversa, riformulabile come plurifunzionalità; con la lingua si può
adempiere ad una lista teoricamente illimitata di funzioni diverse (esprimere il pensiero,
trasmettere informazioni, risolvere problemi, creare e regolare rapporti sociali,
manifestare sentimenti...)
(4) è un codice aperto, può arricchirsi di nuovi segni; le lingue storico-naturali possono
arricchire il lessico con nuove parole illimitatamente; i sistemi di comunicazione animale
sono generalmente costituiti da un numero finito (e chiuso) di segni.
(5) è un codice dotato di produttività; con la lingua si possono sempre creare nuovi
messaggi, parlare di oggetti ed eventi nuovi (o, anche, immaginari)
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(6) è un codice dotato di ricorsività; vi sono regole ricorsive, ovvero regole che si
possono applicare al risultato di una precedente applicazione della regola stessa. Ciò
permette di creare frasi di lunghezza (teoricamente!!) infinita, mentre i sistemi di
comunicazione delle altre specie animali sono privi di ricorsività.
→ è possibile istruire dei primati a comunicare con forme di linguaggio umano (ad es.,
una lingua dei segni) questi, però, non produrranno mai frasi complesse.
Ess.:
Maria mi ha colpito
I ragazzi dicono che Maria mi ha colpito
I vicini credono che i ragazzi dicano che Maria mi ha colpito
…
Giorgio corre
Giorgio corre e grida
Giorgio corre e grida e inciampa
…
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Paola è una ragazza simpatica, intelligente, diligente…
“E venne il macellaio che uccise il toro
che bevve l'acqua
che spense il fuoco
che bruciò il bastone
che picchiò il cane
che morse il gatto
che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò”
(A. Branduardi, “Alla Fiera dell’Est”)
→ “Despite decades of search, no animal communication system known shows evidence
of such recursion, and nor do studies of trained apes, dolphins and parrots”
(Fitch, W.T., Hauser, M.D. & Chomsky, N., 2005, The evolution of the language faculty: clarifications and
implications, “Cognition”, 97, 179-210)
N.B.: il limite della ricorsività risiede nell’utente, non nel sistema linguistico
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(7) consente il distanziamento; si può usare la lingua per “formulare messaggi relativi a
cose lontane, distanti nel tempo, nello spazio o in entrambi dal momento o in entrambi
dal momento e dal luogo in cui si svolge l’interazione comunicativa o viene prodotto il
messaggio” (Berruto, G. & Cerruti, M., 2011, La linguistica: un corso introduttivo, Torino, UTET)
→ un gatto può miagolare per comunicare che ha fame, ma non ha modo per esprimere
un significato come ‘ieri avevo fame’ o ‘domani avrò fame’
→ possibilità di parlare di un’esperienza in assenza della stessa (o dello stimolo che l’ha
provocata); il linguaggio umano è libero da stimoli
→ un macaco può emettere latrati per segnalare un pericolo (presenza di un predatore), la
presenza del pericolo è condizione necessaria e sufficiente per l’emissione del segnale;
nel linguaggio umano, situazioni ed esperienze non sono né necessari né sufficienti per
l’emissione di un determinato messaggio
→ in realtà, anche gli animali possono ‘mentire’ con finalità tattiche (ad esempio,
distogliere l’attenzione da una fonte di cibo, migliorare le possibilità di accoppiamento),
ma non è chiaro se i meccanismi alla base siano gli stessi degli umani
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(8) complessità sintattica; l’ordine degli elementi (Luigi ama Paola vs. Paola ama Luigi),
le dipendenze tra elementi non contigui, la possibilità di strutture sintattiche discontinue
(ted. Paul macht das Fenster auf ‘Paul apre la finestra’, da aufmachen ‘aprire’)
→ il linguaggio umano è dipendente dalla struttura: non è rilevante solo l’ordine
lineare degli elementi, ma le relazioni strutturali tra i costituenti della frase.
Ess.:
La donna che i ragazzi dicono che mi ha colpito è Maria
*la donna che i ragazzi dicono che mi hanno colpito è Maria
Gallia est omnis divisa in partes tres
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(9) equivocità, in quanto i codici-lingua possono prevedere rapporti non biunivoci (1:1)
tra espressioni e significati
omonimia: carica → ‘mansione’; ‘assalto’; ‘quantitativo di energia’; ‘piena’...
sinonimia: faccia; viso; volto → ‘parte anteriore della testa’
(10) riflessività; è possibile usare la lingua per parlare della lingua
Es.: ‘problema’ è un sostantivo maschile
→ non esistono altri sistemi di comunicazione che permettano di formulare messaggi su
sé stessi; la capacità di utilizzare il codice per riflessioni sul codice compare
relativamente tardi nei bambini
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Primati e linguaggio: Kanzi il bonobo
(http://www.youtube.com/watch?v=2Dhc2zePJFE)
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