fuori della chiesa non cè salvezza ( cipriano di cartagine 200-258) è preoccupato per i cristiani...

Post on 01-May-2015

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“Fuori della Chiesa non c’è salvezza” (Cipriano di Cartagine 200-258)è preoccupato per i cristiani scismatici, non

per la salvezza dell’umanitàvale per quelli che sono già dentro la chiesa e

sono tentati di abbandonarlaè un’esortazione, non una formula dottrinale.Più tardi: diventa un assioma generale.Solo una volta nel Concilio di Firenze (1442):

si dice che l’appartenenza visibile alla chiesa è una condizione necessaria alla salvezza (!)

Ma questa tesi fu più tardi condannata, durante il rigorismo giansenista del XVII secolo.

Anche fuori della frontiere visibili della Chiesa c’è possibilità di salvezza.

nel medioevo si pensava che il Vangelo fosse stato già proclamato a tutta la terra abitata (il mondo mediterraneo)

con la scoperta dell’America (XVI sec.) e la espansione missionaria verso l’Asia: si scopre che milioni di uomini non hanno (per secoli) conosciuto Cristo e ricevuto i mezzi della sal-vezza: la predicazione del vangelo, i sacramen-ti, l’appartenenza alla Chiesa.

Due diverse reazioni:

Una pratica = Questi uomini sono perduti. Una pessima teologia fu all’origine di una gene-rosità missionaria straordinaria = Francesco Saverio nelle Indie e in Giappone: “solo i battezzati possono sfuggire all’inferno”; perciò affaticava il suo braccio a battezzare!

Una teorica = la fede implicita in Cristo. Già Tommaso d’Aquino dice che è salvo colui che ha una credenza globale in Dio e nella sua volontà salvifica:

“Se quest’uomo sapesse che per la sua salvez-za Dio gli chiede di credere in Cristo e di farsi battezzare, lo farebbe” (= teoria del votum o desiderio implicito).

Nonostante il magistero e la teologiamagistero e la teologia non hanno mai escluso la salvezza dei non cristiani…

Nei fatti sembra che la posizione praticaposizione pratica sia quella che si è imposta di più nella mentalità diffusa tra i cristiani.

Basta guardare ancora il commento a disegni al catechismo di San Pio X di Rocchia – Secchi pubblicato nel 1952.

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