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RROOMMAA - UN LIBRO SU ARTE E FEDE

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IIVVRREEAA - IL 2 APRILE 2005 MORIVA IL GRANDE PAPA, ORA VENERABILE

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•• aattttuuaalliittàà rreelliiggiioossaa il risveglio popolare 72 aprile 2010

ROMA - "Durante il suo lungo pontifi-cato, si è prodigato nel proclamare il dirittocon fermezza, senza debolezze o tentenna-menti, soprattutto quando doveva misurarsicon resistenze, ostilità e rifiuti". È il ricordodi Giovanni Paolo II, a cinque anni dallamorte, offerto da Benedetto XVI, nell'omeliadella messa celebrata il 29 marzo nella basi-lica di san Pietro. Oggi, 2 aprile, quest'anno,è il Venerdì Santo: da qui la scelta di antici-pare la celebrazione eucaristica di suffragio.

"Sapeva di essere stato preso per manodal Signore - ha proseguito il Papa - e questogli ha consentito di esercitare un ministeromolto fecondo, per il quale, ancora unavolta, rendiamo fervide grazie a Dio". Nelsuo "amato predecessore", Benedetto XVIvede l'immagine perfetta del "servo di Dio",che - come dicono le Scritture - "agirà confermezza incrollabile, con un'energia chenon viene meno fino a che egli non abbiarealizzato il compito che gli è stato assegna-to. Eppure, non avrà a sua disposizione queimezzi umani che sembrano indispensabiliall'attuazione di un piano così grandioso. Sipresenterà con la forza della convinzione, esarà lo Spirito che Dio ha posto in lui a dar-gli la capacità di agire con mitezza e conforza, assicurandogli il successo finale".

Giovanni Paolo II è morto il 2 aprile del2005, alle 21.37. Il 28 aprile successivopapa Benedetto XVI ha concesso la dispensadal tempo di cinque anni di attesa dopo lamorte, per l'inizio della causa di beatificazio-ne e canonizzazione, che è stata aperta uffi-cialmente dal cardinal Camillo Ruini il 28giugno 2005 e la cui fase diocesana si è con-clusa a due anni dalla morte, il 2 aprile2007. Il 19 dicembre 2009, con un decretofirmato da papa Benedetto XVI che ne atte-sta le virtù eroiche, Giovanni Paolo II èstato proclamato venerabile

Il buon profumo"La regola della comunità di Gesù - ha

ricordato il Santo Padre - è quella dell'amoreche sa servire fino al dono della vita". "Ognigesto di carità e di devozione autentica aCristo - ha sottolineato il Papa - non rimaneun fatto personale, non riguarda solo il rap-porto tra l'individuo e il Signore, ma riguar-da l'intero corpo della Chiesa, è contagioso:infonde amore, gioia, luce". Di qui la con-trapposizione tra l'atteggiamento di Mariadi Betania, che lavando i piedi del Maestrocon una grande quantità di profumo pregia-to "offre a Gesù quanto ha di più prezioso",e quello di Giuda, che "calcola là dove nonsi può calcolare, entra con animo meschinodove lo spazio è quello dell'amore, del dono,della dedizione totale".

"L'amore non calcola, non misura, nonbada a spese, non pone barriere, ma sadonare con gioia, cerca solo il bene dell'al-tro, vince la meschinità, la grettezza, i risen-

timenti, le chiusure che l'uomo porta avolte nel suo cuore", ha sottolineatoBenedetto XVI commentando il branoevangelico della cena di Gesù a Betania conLazzaro, Marta e Maria. Se Maria si ponedunque "ai piedi di Gesù in umile atteggia-mento di servizio", come farà Gesù stessonell'Ultima Cena, Giuda "sotto il pretestodell'aiuto da recare ai poveri, nasconde l'e-goismo e la falsità dell'uomo chiuso in sestesso, incatenato dall'avidità del possesso,che non si lascia avvolgere dal buon profu-mo dell'amore divino".

Compagno di viaggio Un "compagno di viaggio per l'uomo di

oggi". Così il Papa ha definito GiovanniPaolo II. "Tutta la vita del Venerabile - hacommentato Benedetto XVI - si è svolta nelsegno di questa carità, della capacità didonarsi in modo generoso, senza riserve,senza misura, senza calcolo. Ciò che lomuoveva era l'amore verso Cristo, a cuiaveva consacrato la vita, un amore sovrab-bondante e incondizionato". Giovanni PaoloII, ha proseguito il suo successore, "si èlasciato consumare per Cristo, per la Chiesa,per il mondo intero: la sua è stata una soffe-

renza vissuta fino all'ultimo per amore e conamore". "Chi ha avuto la gioia di conoscerloe frequentarlo - le parole del Pontefice - hapotuto toccare con mano quanto viva fossein lui la certezza 'di contemplare la bontà delSignore nella terra dei viventi'; certezza chelo ha accompagnato nel corso della sua esi-stenza e che, in modo particolare, si è mani-festata durante l'ultimo periodo del suo pel-legrinaggio su questa terra: la progressivadebolezza fisica, infatti, non ha mai intacca-to la sua fede rocciosa, la sua luminosa spe-ranza, la sua fervente carità".

Nell'ultima parte dell'omelia, BenedettoXVI ha citato quanto affermava il suo pre-decessore per il XXVI anniversario del suopontificato: "Confidò di avere sentito fortenel suo cuore, al momento dell'elezione, ladomanda di Gesù a Pietro: 'Mi ami tu? Miami più di costoro', e aggiunse: 'Ogni giornosi svolge all'interno del mio cuore lo stessodialogo tra Gesù e Pietro. Nello Spirito, fissolo sguardo benevolo di Cristo risorto. Egli,pur consapevole della mia umana fragilità,mi incoraggia a rispondere come Pietro:'Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo'. Epoi mi invita ad assumere le responsabilitàche Lui stesso mi ha affidato".

ROMA - "Nel discorso diAristofane, contenuto nelSimposio, si afferma che gliamanti non sanno ciò che esat-tamente vogliono l'uno dall'al-tro; è però evidente che le loroanime sono assetate di qualco-sa d'altro che non sia il piacereamoroso. Questo 'altro' l'animanon riesce tuttavia a esprimerlo(…). La bellezza ferisce, maproprio in questo modo richia-ma l'uomo al suo destino ulti-mo. La riflessione di Platone, eoltre 1500 anni dopo quella diCabasilas, non hanno nulla daspartire con l'estetismo superfi-ciale e con l'irrazionalismo, conla rinuncia alla chiarezza o alleesigenze della ragione. Bellezzaè conoscenza: una forma supe-riore di conoscenza, in quantocolpisce l'uomo con tutta lagrandezza della verità".

Queste parole erano conte-nute nel messaggio che l'alloracardinal joseph Ratzinger inviòal Meeting di Rimini nel 2002;messaggio che aveva particolaripunti di accordo con un altrocelebre discorso di un Papa sul-l'arte, quella "Lettera agli artisti"che Giovanni Paolo II avevascritto alla vigilia dell'anno giu-bilare 2000.

Grazie ad una pubblicazio-ne curata e introdotta daGianfranco Ravasi, ElioGuerriero e Pasquale Iacobone,"La Nobile Forma. Chiesa eartisti sulla via della bellezza"(Libreria Editrice Vaticana-SanPaolo, 217 pagine) ora è possi-bile leggere insieme e confron-tare non solo questi due inter-venti sullo scottante problemadei rapporti tra arte, bellezza efede, ma una serie di scritti sultema di papa Benedetto XVI.

Il saluto al Meeting diRimini, prima citato, è fonda-mentale da questo punto divista. Il cardinal Ratzinger noninstaura un discorso puramen-te filosofico, ma usa la filosofia(si guardi bene: quella greca eperciò pagana) come riferimen-to centrale per introdurre unaltro discorso, ben più difficileda esprimere a parole ma, nellostesso tempo (e il futuroPontefice lo sa), molto più sen-tito dai giovani che non quellopuramente speculativo. Si trat-ta del discorso sulla bellezza esull'amore, due elementi cheRatzinger fa attenzione a nonseparare mai.

L'amore, scriveva l'alloracardinale, è il richiamo abissalead un qualcosa da cui veniamoe che non riusciamo a trovareintegralmente nel qui e nell'ora."Avendo l'uomo - affermaPlatone - smarrito la perfezionedella sua origine, è ora all'inse-guimento perenne della formaprimigenia che lo risani.Ricordo e nostalgia lo spingono

alla ricerca, e la bellezza lo sot-trae all'appagamento della quo-tidianità. Questo gli causa soffe-renza". È un punto moltoimportante, che spiega comeRatzinger non sia attardato suposizioni scolastiche meramen-te conservatrici, come qualcunosostiene, ma che anzi guardacon interesse alla dimensioneterrena dell'amore, trovandonele radici "in partibus infide-lium", in un pensatore che adire il vero è stato molto ripresoin ambito cristiano: Platone.

Quello che è importante èche il futuro Pontefice indivi-duava gli attualissimi e spessodistorti motivi dell'umano equotidiano inseguimento dellabellezza, riconoscendone tuttala drammatica contradditto-rietà: si ama una persona ma sisente nello stesso tempo chequesto non ci basta e che l'aspi-razione ci spinge altrove, allabellezza di qualcosa che è giàstato nostro. “Non c'è bellezzasenza cuore”, scrive poco dopol'autore, e la nostalgia della bel-lezza perduta può trovarerequie solo nella donazione disé.

Ecco il passaggio tra filoso-fia platonica e pratica cristiana,che è racchiuso in questo esse-re-per-gli-altri che è non rasse-gnazione servile, come qualcu-no ha creduto, ma la via perritrovare la casa perduta senzacadere nella tentazione delladisperazione o del disprezzo perle umane attività. Questo sotti-le filo rosso che viene da moltolontano è messo in evidenza adinizio libro da Ravasi, il qualeripercorre la strada del concettodi bellezza dal "kalòs" (bello-buono) ellenico al bene-bello-buono-utile nella traduzionegreca della Bibbia chiamata "deiSettanta".

"La Nobile Forma" ci portaben dentro il drammatico esitodel corteggiamento della bellez-za nella cultura occidentale chetalvolta ha fatto scaturire esiticontraddittori e nello stessotempo di ineguagliabile valorepoetico: basti pensare alla poe-sia di Petrarca, dove la strug-gente tensione verso l'essereamato diviene alla fine penti-mento per aver confuso la crea-tura con il suo Creatore.

marco testi

IVREA - Pubblicato qualche mese fa per celebrareil 50esimo anniversario dell'elezione al soglio pontifi-cio di Giovanni XXIII, il volume "Di chi è questacarezza?", curato da Elena Bonaldo per i tipi dell'editri-ce veneziana "Marcianum Press”, raccoglie diversiautorevoli interventi di personaggi illustri qualiGiorgio Napolitano, Tarcisio Bertone, DionigiTettamanzi, Loris Capovilla, Bruno Forte, LuigiBettazzi, Alois Loeser, Ettore Malnati: tutti impegnatia fornire una loro intensa e meditata impressione sulcalore umano e sulla fede cristallina che animava lafigura di papa Roncalli.

Monsignor Capovilla, segretario fedele e testimo-nianza vivente di Papa Giovanni, si sofferma sulla"affascinante interiorità di Angelo Giuseppe Roncalli,una santità quotidiana fatta di semplicità e prudenza,amore al ministero sacerdotale vissuto con intensità eaperto alle esigenze degli uomini", come sottolinea ilvescovo di Bergamo Francesco Beschi, nella sua intro-duzione al volume.

Alois Loeser, priore della Comunità di Taizè,mette in rilievo la semplicità del cuore che lo portava avedere dapprima ciò che c'era di buono nell'altro:"Giovanni XXIII si fidava di chi gli stava di fronte.Vedeva nel suo interlocutore l'immagine di Dio.

Discerneva in lui il meglio, la purezza d'intenzione.Sostenuto da una vita di comunione in Dio, ponevasugli altri, e anche su se stesso, uno sguardo di pace".

Il vescovo emerito di Ivrea Luigi Bettazzi, il teologoBruno Forte e il cardinale arcivescovo di MilanoDionigi Tettamanzi descrivono "l'urgenza" di PapaRoncalli, che voleva una Chiesa aperta al mondo e allastoria: da qui la sua determinazione nell'indire il XXIConcilio ecumenico, inteso come un momento di dia-logo e di speranza; ma fu anche capace di annunciareil Vangelo ad ogni uomo, di celebrare il primo SinodoRomano, di avviare l'aggiornamento del Codice didiritto canonico.

Queste sono soltanto alcune delle testimonianzeche, benché possano essere già note per chi ha cono-sciuto di persona o studiato a fondo la figura di PapaRoncalli, sono proposte con una tale efficacia e convin-zione da suscitare nuovo entusiasmo per "l'uomo"Papa Giovanni e la sua opera. L'elegante veste tipogra-fica del volume è impreziosita da un apparato icono-grafico in cui rare immagini d'epoca di papa Giovannisono alternate a fotografie dal taglio più cronachistico,a segnare la continuità mai spezzata tra il passato e ilpresente di una delle figure più luminose della ChiesaCattolica.

UN LIBRO RICORDA GGIIOOVVAANNNNII XXXXIIIIII MEZZO SECOLO DOPO LA SUA ELEZIONE AL SOGLIO PONTIFICIO

AAuuttoorreevvoollii tteessttiimmoonnii rraaccccoonnttaannoo llaa ‘‘ccaarreezzzzaa’’ ddeell PPaappaa bbuuoonnoo::ll’’uurrggeennzzaa ddii uunnaa CChhiieessaa aappeerrttaa aall mmoonnddoo

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