stili di vita nella prevenzione e cura del diabete e della sindrome … · 2013-06-28 · sindrome...
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Stili di vitaStili di vita
VEROLANUOVA,2 MAGGIO 2013
Stili di vitaStili di vitanella prevenzione e cura nella prevenzione e cura
del diabete e della sindrome del diabete e della sindrome metabolicametabolica
ARMANDO ROTONDIUnità Operativa Semplice Diabetologia
Azienda Ospedaliera Desenzano del GardaPresidio Ospedaliero di Leno
… ma …… ma …
Il 30% di poco, è poco
Il 30% di tanto, è tanto
da De Lapalisse, modif.
DEFINIZIONE
Il Diabete Mellito è una sindrome cronica• Il Diabete Mellito è una sindrome cronica
caratterizzata da iperglicemia secondaria ad un
difetto di secrezione o di attività dell’insulina o
più spesso da entrambi.
• L’iperglicemia a lungo termine provoca danni a
vari organi: occhio, rene, sistema nervoso
periferico, apparato cardiovascolare.
Diabete: non solo iperglicemia….
Ipertensione &disfunzione endoteliale
trombofiliaInsulinoresistenza
infiammazione
Stressossidativo
Dislipidemia& steatosiepatica
Obesità &disregolazione adiposa
disfunzione endotelialeiperglicemia
1 6 1 4 9 3 7 0 01 6 1 4 9 3 7 0 111 6 1 4 9 3 7 0 121 6 1 4 9 3 7 0 131 6 1 4 9 3 7 0 141 6 1 4 9 3 7 0 151 6 1 4 9 3 7 0 16
Diabete. L’epidemia del 3° millennio
1 6 1 4 9 3 7 0 171 6 1 4 9 3 7 0 181 6 1 4 9 3 7 0 191 6 1 4 9 3 7 1 101 6 1 4 9 3 7 1 112 6 1 4 9 3 7 1 121 6 1 4 9 3 7 0 01 6 1 4 9 3 7 0 111 6 1 4 9 3 7 0 121 6 1 4 9 3 7 0 131 6 1 4 9 3 7 0 141 6 1 4 9 3 7 0 151 6 1 4 9 3 7 0 16Popolazione mondiale diabetica
1 6 1 4 9 3 7 0 171 6 1 4 9 3 7 0 181 6 1 4 9 3 7 0 191 6 1 4 9 3 7 1 101 6 1 4 9 3 7 1 112 6 1 4 9 3 7 1 12
0 8 0 7 7 5 5 1 0 0 8 0 7 7 5 5 1 110 8 0 7 7 5 5 1 120 8 0 7 7 5 5 1 13Pazienti con complicanze diabetiche
0 8 0 7 7 5 5 1 140 8 0 7 7 5 5 1 150 8 0 7 7 5 5 1 161 3 0 7 7 5 5 1 17
Diabete Mellito“L’epidemia del terzo millennio”
NordAmerica
25.039.759%
13.636.9
198%Centrale
e
Africa
38.246.218%
Europa81.8196.1121%
Asia
19001900192019201940194019601960198019802000200020302030
Zimmet P., Oral Communication October 2004
10.419.788%
198%eSud
AmericaMondo
2003 = 189 milioni2025 = 446 milioni
Aumento 135%
1.11.7
59%Oceania
Prevalenza del diabete nel 2010
IDF diabetes atlas, 4th edition, 2009
Prevalenza del diabete nel 2030
IDF diabetes atlas, 4th edition, 2009
2010 2030
Numero tot di persone con diabete (age 20-79)
285 millioni 438 millioni
Prevalenza di diabete (anni 20-79)
6.6 % 7.8 %
Slide No. 9 • Diabetes and cardiovascular disease •
1998 2008
L’obesità sta aumentandocon un ritmo allarmante
1998 2008
<10% 10–14% 15–19% 20–24% 25–29% ≥30%
• L’obesità aumenta l’insulinoresistenza e accelera l’insorgenza del diabete tipo 2
• Nei paesi occidentali, quasi il 90% dei casi di diabete tipo 2 può essere attribuito all’aumento di peso
Centers for Disease Control and Prevention: http://www.cdc.gov/obesity/data/trends.htmlInternational Diabetes Federation 2003
Il diabete è un grande problema sociale
In ogni famiglia del VenetoIn ogni famiglia del Venetoc’è o ci sarà nei prossimi
anniuna persona con il diabete
o un soggetto pre -diabeticoo un soggetto pre -diabetico
I numeri del diabete in Italia
�Prevalenza nella popolazione ~ 4,3 %%
�Prevalenza forme non diagnosticate 1-2% �Prevalenza oltre i 65 anni 10-15
%
__________________________________________________________________________________________
�D. di tipo 2: ~ 95% D. tipo 1: ~ 5 %_________________________________________
_______Annali AMD 2006
• Alla percentuale di diabete noto si deve aggiungereuna percentuale simile di diabete non riconosciuto per
Ma………..Ma………..
una percentuale simile di diabete non riconosciuto perla scarsità dei sintomi, ed altri casi nei quali, pur sela malattia non si è ancora manifestata, sonopresenti alterazioni metaboliche che, se noncorrette, possono favorire la comparsa della malattia
• Tutti questi soggetti vanno incontro a morbilità emortalità per complicanze micro e macro-vascolarinettamente superiori rispetto al resto dellanettamente superiori rispetto al resto dellapopolazione
• Necessario uno screening per velocizzare le diagnosi di DM2 e il mantenimento non solo degli obiettivi glicemici, ma di tutti i fattori di rischio per MCV concomitanti
I danni del diabete..I danni del diabete..
Piccoli vasi Grandi vasi
sono secondarie ad •retinopatia diabetica
•nefropatia diabetica
•neuropatia diabetica
sono secondarie ad “aterosclerosi accelerata”
•cardiopatia ischemica (fino all’insufficienza)
•vasculopatia cerebrale diabetica •vasculopatia cerebrale (TIA, infarto)
•AOCP
Il danno tissutale nel DM2 comportagravi complicanze a lungo termine
Occhi Cervello e circolazione cerebrale(retinopatia,
glaucoma, cataratta) (infarto, TIA)
Cuore e circolazione coronarica
Reni
Sistema nervoso
glaucoma, cataratta) (infarto, TIA)
(nefropatia, ESRD)
Adapted from Diabetes Atlas 4th edn. International Diabetes Federation. 2009
CHF, congestive heart failure; ESRD, end-stage renal disease; MI, myocardial infarction; TIA, transient ischaemic attack
Sistema nervosoperiferico
Vasi circolazione periferica
(neuropatia periferica)(malattia vascolari periferiche,gangrene, amputazioni)
Diabete e Rischio Cardiovascolare• Il DM2 aumenta di 4 volte il rischio di CAD
• Responsabile dell’80% delle morti nei diabetici• 75% dovute ad aterosclerosi coronarica• 75% dovute ad aterosclerosi coronarica• 25% dovute a vasculopatia cerebrale o periferica
• Responsabile >75% delle ospedalizzazioni per complicanze diabetiche
• Il 50% dei diabetici tipo 2 all’esordio hanno una preesistente aterosclerosi coronarica
• Il 5% degli IMA sono anche diabetici
• DM + CHD = tasso mortalità 45% a 7 anni e 75% a 10 anni
American Diabetes Association. Diabetes Care 2009; 32 (Suppl 1): S13-S61 Lerman I. Arch Med Res. 2005; 36:300-6; Cimino A, et al. Diabetes Care 31: 2166-2168, 2008
I pazienti diabetici hanno, rispetto ai soggetti non diabetici, un rischio 2 -4 volte maggiore di sviluppare cardiopatia ischemica(Angina, Infarto miocardico), ischemica(Angina, Infarto miocardico), scompenso cardiaco, eventi cerebrovascolari acuti e vasculopatia perifericaLa malattia cardiovascolare, nel complesso, rappresenta la principale causa di morte (circa l’80%) nei pazienti causa di morte (circa l’80%) nei pazienti diabetici
Therapy for diabetes mellitus andrelated disorders 2004, 241-246, ADA eds
Quanto costa... Quanto costa...
Costi Totali (Euro)Costi dovuti all’ospedalizzazione (%)
Incremento dei costi dovuti alla presenza di 247%
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
2.5633.148
5.226
60%
Eur
o (m
ilion
i)
Incremento dei costi dovuti alla presenza di complicanze rispetto alla loro assenza
70%109%
247%
Williams R et al. Diabetologia 2002; 45: S13–S17.
0
1.000
2.000
Assenza di complicanze
Complicanzemicrovascolari
Complicanze macrovascolari
Complicanze micro- e macro-
vascolari
1.505
2.563
46% 56%
60%
Eur
o (m
ilion
i)
Fattori di Rischio per Diabete
• Età > 40 anni
• Storia familiare di diabete
• Razza
• Sovrappeso (BMI >25 kg/m2)
• Sedentarietà
• Storia di prediabete (IGM): ↑↑↑↑ [FPG]* e/o ↑↑↑↑ [2hPLG]^
• Storia di diabete gestazionale o macrosomia fetale
* Fasting Plasma Glucose
^ 2 hour Post Load glucose
Fattori di Rischio Modificabili per
Diabete Tipo 2
• Sovrappeso (BMI >25 kg/m2)
• Distribuzione del grasso corporeo
• Sedentarietà• Sedentarietà
Prevenire il Diabete
• C’è un lungo periodo di intolleranza al glucosio • C’è un lungo periodo di intolleranza al glucosio
che precede lo sviluppo del diabete
• I test di screening possono identificare soggetti
ad alto rischio
• Ci sono interventi sicuri, potenzialmente
efficaci che possono modificare i fattori di
rischio
Storia naturale del diabete tipo 2
Iperglicemia pp
Glic
emia
(m
g/dL
)
Normoglicemia IGT/IGF Diabete Scompenso
Iperglicemia pp
Glicemia a digiuno
Insulino resistenza
120
100
Glic
emia
(m
g/dL
)F
unzi
one
b-c
ell
resi
dua
(%
)
International Diabetes Centre, Minneapolis, MN.
Anni di durata del diabete
–20 –10 0 10 20 30
Insulinemia 100
Fun
zion
e b
resi
dua
(%
)
In Italia attualmente in giovani obesi sembra riscontrarsi una prevalenza di:
• Alterata Glicemia a Digiuno: 0.27%• Alterata Glicemia a Digiuno: 0.27%• Intolleranza ai carboidrai: 4.7%• Diabete tipo 2: 0.1%
TOTALE: 5.07%TOTALE: 5.07%
Invitti et Al, Valerio et Al; 2006
Le cause del diabete mellito di tipo 2Le cause del diabete mellito di tipo 2
92% dei pazienti con diabete
mellito di tipo 2 presenta insulino-
resistenza
Fattori geneticiFattori
ambientali
• Anamnesi • Dieta
1. Haffner SM, et al. Diabetes Care 1999; 22: 562–568.2. Bloomgarden ZT. Clin Ther 1998; 20: 216–231.
• Anamnesi familiare positiva
• Dieta
• Obesità
• Sedentarietà
Studio Clinico Misure Adottate Riduzione
Studi di Prevenzione del Diabete con Modifiche Stile di Vita
Studio Clinico Misure Adottate Riduzione Rischio
Da Qing Dieta+/-esercizio -31/-46%
Finnish Prevention
Cambiamento Intensivo Stile
-58%Prevention Study
Intensivo Stile Vita
Diabetes Prevention Study
Cambiamento Intensivo Stile Vita
-58%
Alimentazione sana Attività fisica regolare
•dieta normocalorica, normoglucidica nei soggetti
•30 - 40 minuti al giorno di passeggio,
Stile di vita: nella prevenzione…
normoglucidica nei soggetti normopeso
•dieta ipocalorica normoglicidica nei soggetti obesi(riduzione del peso del 5%)
passeggio,
•oppure 20 minuti di passeggio veloce,
•oppure 10 minuti di corsa o 5 minuti di nuoto
(riduzione del peso del 5%)
Abolizione fumo Allontanamento stress psichici/ambientali
Ma sicuramente…
La familiarità per “cattive abitudini” può diventare familiarità per malattia diventare familiarità per malattia metabolica e complicanze cardiovascolari:
� Fumo attivo e passivo� Tipo di cucina (anche per tradizione
locale !!!)locale !!!)� Scarsa attività fisica (abitudine di
intrattenere i bambini con la televisione …)
Metabolic Syndrome
• The metabolic syndrome is a complex clustering of r isk factors associated with physical inactivity, high -fat/ high -physical inactivity, high -fat/ high -calorie diets, abdominal adiposity, and aging
Dec 11th 2003 From The Economist print edition
Dec 11th 2003 The Economist
Il diabete tipo 2 nella maggior parte dei casi non è una entità patologica distinta, ma la manifestazione di un disordine più a mpio:
La Sindrome Metabolica
Diabete
Dislipidemia
Iperinsulinemia
Insulino-resistenza
ObesitàCentrale
Aterosclerosi
Ipertensione
Diabete: non solo iperglicemia….
Ipertensione &disfunzione endoteliale
trombofiliaInsulinoresistenza
infiammazione
Stressossidativo
Dislipidemia& steatosiepatica
Obesità &disregolazione adiposa
disfunzione endotelialeiperglicemia
La sindrome metabolica (IDF, 2005)
Presenza di obesità centrale (circonferenza addominale > 94 cm nell’uomo o > 80 cm addominale > 94 cm nell’uomo o > 80 cm nella donna), più almeno due dei seguenti criteri:
– Glicemia a digiuno ≥ 100 mg/dl– Trigliceridi plasmatici ≥ 150 mg/dl– Colesterolo HDL < 40 mg/dl nell’uomo o < 50
mg/dl nella donna– Pressione arteriosa sistolica ≥ 130 o diastolica
> 85 mmHg
www.idf.org
Il nostro metabolismo è quello dell’uomo primitivo che mangiava solo quando il cibo era disponibile.cibo era disponibile.Quindi abbiamo imparato (in millenni di evoluzione) a risparmiare calorie e a depositarle nel tessuto adiposo come scorta per i tempi duri…Ora però l’eccesso di cibo fa si che chi prima era difeso da questi geni ora rischia di più...
Mc Kully KS. The significance of wheat in the Dakot a territory, human evolution, civilization, and degenerative diseases. Persp Biol Med 2001;44:52-61
La sindrome metabolica è complessa e difficile da
definire
frequente
gravegrave
causa di complicanze molto onerose
..... ..... ma è possibile curarla!!!
� Identificazione dei pazienti
� Appropiate modifiche dello stile di vita
� Raggiungimento dei targets terapeutici, spesso con uso di più farmaci
Prevalenza della Sindrome Metabolica negli USA
50Uomini
Pre
vale
nza
(%)
20
30
40Donne
Ford ES et al. JAMA. 2002;287:356-359.Età (Anni)
0
10
20-29 30-39 40-49 50-59 60-69 70+
Kuopio Ischaemic Heart Disease Risk Factor Study: incremento della mortalità cardiovascolare nella
Sindrome Metabolica
Sì NoSindrome metabolica
Mor
talit
à C
V (
%)
Sì NoSindrome metabolicaMortalità cardiovascolare
RR (IC 95%); 3.55 (1.98–6.43)15
10
Lakka HM et al., JAMA 2002; 288:2709-2716
Mor
talit
à C
V (
%)
Follow -up (anni)
0
5
0 2 4 6 8 10 12
Alimentazione Abbondante Ricca in calorie
Stili di vita Stili di vita
Ricca in calorie
Riduzione attività fisica in età scolare
SportsPiù competitiviMinor partecipazione Minor partecipazione
TV, computers, autovetture
“dieta del diabete e nella sindrome “dieta del diabete e nella sindrome metabolica”metabolica”
Nella prevenzione
Nella cura
Per evitare incremento pesoPer mantenere un peso corretto
Stile di vita nella prevenzione del T2DStile di vita nella prevenzione del T2D
L’attività fisica, la riduzione del pesocorporeo, la riduzione dell’introito dicorporeo, la riduzione dell’introito digrassi saturi e l’aumentato introito di fibrehanno ridotto il rischio di diabete tipo 2del 58% in adulti sovrappeso con IGT siain Finlandia che negli USA
PreventionPrevention ofof typetype 22 diabetesdiabetes mellitusmellitus byby changechange inin lifestylelifestyle amongamong subjectssubjects withwith impairedimpaired glucoseglucose tolerancetolerance..TuomilhetoTuomilheto JJ etet alal.. NEJMNEJM 20012001;; 344344::13431343--5050
ReductionReduction inin thethe incidenceincidence ofof typetype 22 diabetesdiabetes withwith lifestylelifestyle interventionintervention ofof metforminmetformin.. DiabetesDiabetes PreventionPreventionProgramProgram ResearchResearch GroupGroup.. NEJMNEJM 20022002;; 346346::393393--403403
THE FINNISH DIABETES THE FINNISH DIABETES PREVENTION STUDY (DPS)PREVENTION STUDY (DPS)
Randomized Clinical Trial to Prevent Type 2 Diabetes in Prevent Type 2 Diabetes in
Persons at High RiskThe DPS Research Group
ObiettiviObiettivi
• Riduzione del peso > 5% • Intake di grasso totale < 30 (E%)• Intake grassi saturi < 10 (E %)• Intake di fibre > 15 g/1000 kcal• Esercizio fisico aerobico moderato-• Esercizio fisico aerobico moderato-
vigoroso > 30 min/die
Tuomilehto J, et al. N Engl J Med 2001;344:1343–1350
Riduzione del rischio per diabeteRiduzione del rischio per diabete
1
Prob
abilit
à di
NO
N s
vilu
ppar
e di
abet
ePr
obab
ilità
di N
ON
svi
lupp
are
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Prob
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NO
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svi
lupp
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1
0,6
0,8
Stile di vita
ControlliRiduzione del Rischio :
58%!!!
Prob
abilit
à di
NO
N s
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abet
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NO
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obab
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ON
svi
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ete
0,6
0,8
0,4
0 1 2 3 4 5 6
Anni dalla randomizzazione
58%!!!
Tuomilehto J, et al. N Engl J Med 2001;344:1343–1350
Prob
abilit
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NO
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NO
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ete
0,4
0 1 2 3 4 5 6
Anni dalla randomizzazione
The Diabetes Prevention Program The Diabetes Prevention Program
• A Randomized Clinical Trial• A Randomized Clinical Trialto Prevent Type 2 Diabetes
in Persons at High Risk
• The DPP Research Group
Modifiche Intensive dello Stile di VitaModifiche Intensive dello Stile di Vita
• ↓ del 7% del peso corporeo ed il • ↓ del 7% del peso corporeo ed il mantenimento del più basso peso ottenuto
– Apporto calorico fra 1200-1800 kcal/day
– Dieta con contenuto di grasso < del 25% delle calorie totali delle calorie totali
• > 150 minuti/settimana di attività fisica
The DPP Research Group, NEJM 346:393-403, 2002
58%58%
Il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 si è ridotto in modo significativo nel gruppo sottoposto ad intervento
intensivo sullo stile di vita
Quale dieta??Quale dieta??
Dieta EquilibrataDieta Equilibrata
Proteine 0.6-0.8 g/kgLipidi < 30%Rapporto S/M/P 1:1:1Rapporto S/M/P 1:1:1Carboidrati 45-60%Colesterolo < 300 mg/dieFibre 20-40 g/die
Caloriequelle necessarie per ottenereil peso corporeo desiderabile
Riduzione Peso in Diabete 2Riduzione Peso in Diabete 2°°TipoTipo
Insulino Resistenza
Iperglicemia
Ipertensione
Dislipidemia
EvidenceEvidence--based nutritional approaches to the based nutritional approaches to the treatment and prevention of diabetes mellitus.treatment and prevention of diabetes mellitus.
Nutr Metab Cardiovasc Dis (2004) 14: 373–394
• Carboidrati: possono variare tra il 45 ed il 60% dell’energia totale giornaliera
I CARBOIDRATI o GLUCIDI nella I CARBOIDRATI o GLUCIDI nella NUTRIZIONENUTRIZIONE
Funzione principale:Funzione principale:forniscono all’organismo energia di rapida forniscono all’organismo energia di rapida
utilizzazione:utilizzazione:utilizzazione:utilizzazione:
1 g di GLUCIDI = 4 Kcalorie
nei muscoli e nel fegato rappresentano la riserva energetica di rapida utilizzazione;
EvidenceEvidence--based nutritional approaches to the based nutritional approaches to the treatment and prevention of diabetes mellitustreatment and prevention of diabetes mellitus
Nutr Metab Cardiovasc Dis (2004) 14: 373–394
…..per i pazienti con livelli di trigliceridi persistentemente elevati può essere
appropriato un tentativo di dieta con una quota di carboidrati ai livelli inferiori del range .di carboidrati ai livelli inferiori del range .
RaccomandazioniRaccomandazioni
• L’assunzione di Carboidrati può variare tra il 45% eil 60% dell’energia totale (C).
Nutr Metab Cardiovasc Dis (2004) 14: 373–394
il 60% dell’energia totale (C).
• Le caratteristiche metaboliche suggerisconol’assunzione più appropriata all’interno di questointervallo per diabetici di tipo 1 e 2 (A).
• Quando l’apporto in CHO è al limite superiore èimportante consigliare cibi ricchi in fibre e conimportante consigliare cibi ricchi in fibre e conbasso IG (A).
FIBREFIBRE
• Bisogna incoraggiare il consumo di alimenti naturalmente ricchi in fibre
• L’apporto ideale di fibre dovrebbe essere di 40 g/die ( o 20 g/1000 kcal) essere di 40 g/die ( o 20 g/1000 kcal) di cui la metà idrosolubili .
E’ CONSIGLIABILE L’USO DELLE FIBREE’ CONSIGLIABILE L’USO DELLE FIBRE
FIBRE
INSOLUBILI SOLUBILI
Cereali integrali, legumi Frutta, verdura
Cereali, legumi, ortaggi e fruttaCereali, legumi, ortaggi e frutta
Questi alimenti sono importanti perché apportano carboidrati (soprattutto amido e fibra), ma anche vitamine, minerali e proteine (cereali e legumi)vitamine, minerali e proteine (cereali e legumi)
La fibra è importante poiché sembra possa ridurre il rischio di insorgenza di alcune patologie (diverticolosi del colon, tumori del colon-retto, diabete, malattie cardiovascolari)
Pane, pasta, riso e altri cereali preferibilmente integrali (evitando di Pane, pasta, riso e altri cereali preferibilmente integrali (evitando di
aggiungere condimenti particolarmente grassi)
Consumare quotidianamente più porzioni di ortaggi e frutta fresca
Aumentare il consumo di legumi (limitare le aggiunte di grassi di
condimento)condimento)
EvidenceEvidence--based nutritional approaches to the based nutritional approaches to the treatment and prevention of diabetes mellitus.treatment and prevention of diabetes mellitus.
Nutr Metab Cardiovasc Dis (2004) 14: 373–394
• Carboidrati: possono variare tra il 45 ed il 60% dell’energia totale giornaliera
• Proteine: 10- 20% dell’energia totale giornalieragiornaliera
Le PROTEINE o PROTIDI nella NUTRIZIONELe PROTEINE o PROTIDI nella NUTRIZIONE
Funzione principale:Funzione principale:forniscono all’organismo i materiali per la crescita, il forniscono all’organismo i materiali per la crescita, il
mantenimento e la ricostruzione delle strutture cellulari,mantenimento e la ricostruzione delle strutture cellulari,
sono i costituenti degli enzimi che favoriscono le più importanti reazioni,
possono sviluppare energia:
1 g di PROTIDI = 4 Kcalorie
possono sviluppare energia:
ProteineProteine
10-20%fabbisogno calorico giornaliero
Proteine
0.8 – 1.2 g/kg/die
fabbisogno calorico giornaliero
Se presente microalbuminuria
0.7 – 0.9 g/kg/die
nel periodo dellacrescitale “proteine animali” e “vegetali”dovrebbero essereequamente ripartitedovrebbero essereequamente ripartite
in unadultoè considerato ottimale il consumo di:1/3 di “proteine animali” e 2/3 di “proteine vegetali.
Le proteinenella Protidi
altri
Le proteinenellaripartizione giornaliera:
EvidenceEvidence--based nutritional approaches to the based nutritional approaches to the treatment and prevention of diabetes mellitus.treatment and prevention of diabetes mellitus.
Nutr Metab Cardiovasc Dis (2004) 14: 373–394
• Carboidrati: possono variare tra il 45 ed il 60% dell’energia totale giornaliera
• Proteine: 10- 20% dell’energia totale giornaliera
� Lipidi: il consumo totale dei grassi non deve
superare il 30 35 % dell’energia totale giornaliera
I Grassi o LIPIDI nella I Grassi o LIPIDI nella NUTRIZIONENUTRIZIONE
Funzione principale:Funzione principale:forniscono all’organismo energia di riserva forniscono all’organismo energia di riserva
che si accumula nel tessuto adiposo: che si accumula nel tessuto adiposo: che si accumula nel tessuto adiposo: che si accumula nel tessuto adiposo:
1 g di LIPIDI = 9 Kcalorie
i lipidi cellulari sono i costituenti delle membrane cellulari.
In una dieta equilibrata devono costituire il 20-30%delle calorie totali.
In particolare:• 2/3devono provenire da alimenti di origine vegetale,• 1/3 deve provenire da alimenti di origine animale.Il colesterolo, presente nei grassi animali, può essere un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.
I lipidi nella Lipidi
altri
I lipidi nellaripartizione giornaliera:
• Lipidi 25-30% del fabbisogno calorico totale(Burro, carne rossa, formaggio, olio di cocco e di palma)
Ac. Grassi saturi< 7% delle calorie totali
Pesce azzurro, noci, mandorle, olio di soia
Olio d’oliva
Ac. Grassi polinsaturi 7-10% delle calorie totali: Omega-3
Ac. Grassi monoinsaturifino al 20% delle calorie totali Olio d’oliva extravergine
Colesterolo <300 mg
Ac. Grassi monoinsaturifino al 20% delle calorie totali
Carni, pesce, formaggi, uova
LDL
Acidi grassi transinsaturiAcidi grassi transinsaturi
Derivano dal processo di idrogenazionedi acidi grassi polinsaturiLDL
HDL
Contenuti in prodotti di manifattura (biscotti, dolci, cioccolata) e prodotti che hanno subito processi industriali
di acidi grassi polinsaturi
STOP
Limitarne l’introito
STOP
Quali grassiQuali grassi
Grassi animali, burro, strutto etc, cocco, olio di palma
COME COMPORTARSICOME COMPORTARSI
ModerareModerare lele quantitàquantità didi grassigrassi ee olioli perper condirecondire e/oe/o cucinare,cucinare,utilizzandoutilizzandoeventualmenteeventualmentetegamitegamiantiaderenti,antiaderenti,cotturecotturealal cartoccio,cartoccio,alalutilizzandoutilizzandoeventualmenteeventualmentetegamitegamiantiaderenti,antiaderenti,cotturecotturealal cartoccio,cartoccio,alalmicroondemicroonde……
LimitareLimitare ii condimenticondimenti didi origineorigine animaleanimale (burro,(burro, pannapanna ……)) ee preferirepreferirequelliquelli didi origineorigine vegetalevegetale:: soprattuttosoprattutto olioolio extravergineextravergine didi olivaoliva ee olioli didisemisemi
UsareUsare ii grassigrassi dada condimentocondimentopreferibilmentepreferibilmenteaa crudo,crudo, evitandoevitando didiUsareUsare ii grassigrassi dada condimentocondimentopreferibilmentepreferibilmenteaa crudo,crudo, evitandoevitando didiriutilizzareriutilizzare gligli olioli ee ii grassigrassi giàgià cotticotti
NonNon eccedereeccedere nelnel consumoconsumo didi alimentialimenti frittifritti
COME COMPORTARSICOME COMPORTARSI
ConsumareConsumare ilil pescepesce frescofresco oo surgelatosurgelato duedue tretre voltevolte lala settimanasettimana
TraTra lele carnicarni preferirepreferire quellequelle magremagre eliminandoeliminando ilil grassograsso visibilevisibile
UovaUova finofino aa 44 lala settimanasettimana distribuitedistribuite neinei varivari giornigiorni
PreferirePreferire ilil lattelatte parzialmenteparzialmente scremato,scremato, cheche comunquecomunque mantienemantiene ililsuosuo contenutocontenuto inin calciocalcio
TuttiTutti ii formaggiformaggi contengonocontengono quantitàquantità elevateelevate didi grassigrassi:: sceglieresceglierequelliquelli aa minorminor contenutocontenuto inin grassigrassi oo consumarneconsumarne porzioniporzioni piùpiù piccolepiccole
Bevande alcolicheBevande alcoliche
5 - 15 g di alcool al giorno5 - 15 g di alcool al giorno
Effetto antiossidante
•Riduce il rischio •Riduce il rischio coronarico (aumento HDL)
•Migliora la sensibilità insulinica
Bevande alcolicheBevande alcoliche
1 dose di alcolici per le donne
Al giorno
1 dose di alcolici per le donne 2 dosi per gli uomini
1 DOSE
1 bicchiere di vino oATTENZIONE
1 bicchiere di vino o
1 birra piccola
1 bicchierino di superalcolico
Gli alcolici sono calorie
ALCOOLALCOOL
• Poco (1 o 2 bicchieri/die) e solo durante i pasti• Poco (1 o 2 bicchieri/die) e solo durante i pasti
• Rischio di indurre gravi ipoglicemie se consumato lontano dai pasti
• Da evitare assolutamente nel caso in cui ci sia sovrappeso, dislipidemia, ipertensione e diabete sovrappeso, dislipidemia, ipertensione e diabete scompensato
FALSE CREDENZE SULL’ALCOL: FALSE CREDENZE SULL’ALCOL: non è vero che …non è vero che …
… l’alcol aiuti la digestione… l’alcol aiuti la digestione
… il vino faccia buon sangue… il vino faccia buon sangue
… non è del tutto vero che l’alcool riscaldi… non è del tutto vero che l’alcool riscaldi
… che l’alcool aiuti a riprendersi da uno shock… che l’alcool aiuti a riprendersi da uno shock… che l’alcool aiuti a riprendersi da uno shock… che l’alcool aiuti a riprendersi da uno shock
… che l’alcool dia forza… che l’alcool dia forza
Nutriente/Alimento Effetto
Carboidrati Complessi +
Componenti della Dieta e Proprietà Cardioprotettive
Carboidrati Complessi +Ac Grassi saturi/Colesterolo -Ac Grassi Trans - -Ac Grassi Monoinsaturi ++Noci, pesce(PUFA) ++Folati e fibre +Verdure e Frutta ++ Vino ed alcool(moderati) +
+ =protettivo, ++ =molto protettivo, - =avverso-- = molto avverso
Diminuito apporto calorico
PESO MEDIO DELLA POPOLAZIONEIN AUMENTOIN AUMENTO
?
CAUSA PRIMARIA NEL CONDIZIONARE CAUSA PRIMARIA NEL CONDIZIONARE IL SOVRAPPESO E L’OBESITA’ IL SOVRAPPESO E L’OBESITA’
La sedentarietàLa sedentarietà
IL SOVRAPPESO E L’OBESITA’ IL SOVRAPPESO E L’OBESITA’ NEI PAESI OCCIDENTALINEI PAESI OCCIDENTALI
Rischio di sviluppare la malattia diabeticaRischio di sviluppare la malattia diabeticaed ore passate davanti alla televisioneed ore passate davanti alla televisione
• 38.000 uomini di età tra 40 e 75 anni, dello studioHealth Professionals Follow-up Study, seguiti per circa10 anni.
• Il RR di diventare diabetici cresce al crescere delsovrappeso e delle ore passate alla TV; il rischio
Attività fisica RR Ore passate alla TV RR
Molto bassa 1,00 0-1 / settimana 1,00
sovrappeso e delle ore passate alla TV; il rischiodecresce al crescere dell'attività fisica
• In particolare:
Bassa 0,78 2-10 / settimana 1,66
Media 0,65 11-20 / settimana 1,64
Elevata 0,58 21- 40 / settimana 2,16
Molto elevata 0,51 > 40 / settimana 2,87
Hu et al. Arch Int Med 2001
• almeno 150 minuti/settimana di attività fisica aerobica di intensità moderata (50-70% della
..e nella cura del diabete....e nella cura del diabete..
aerobica di intensità moderata (50-70% della frequenza cardiaca massima)
• e/o almeno 90 minuti/settimana di esercizio fisico intenso (>70% della frequenza cardiaca massima).
L’attività fisica deve essere distribuita in almeno 3 giorni/settimana e non ci devono essere più di due giorni consecutivi senza attività
• Soggetti studiati: 200 uomini, di età <65 anni, san i e sedentari
Effetto dell’attività fisica sul livello dei lipidi plasmatici: lo studio “Heritage”
• Training: 60 sessioni di training aerobico in 21 settimane ( da 1 a 4sessioni per settimana)
• Effetto del training sul profilo lipidico:
- 2 %+ 2 %+ 3 %Normolipemici
∆ TC/HDLc∆ TG∆ HDLc
- 4 %- 13 %+ 9 %TG alti
- 9 %- 17 %+ 18 %HDL basse, TG alti
Le variazioni indotte da un training di tipo aerobico sono tanto maggiori quanto meno favorevolisono le condizioni di partenza del profilo lipidico.
Couillard, ATVB 2001
HDL LDL TG HbA1c PAS PAD
Studio Variazione Param etro
Benefici Esercizio Fisico (Studi Clinici Controllati/Metanalisi)
HDL LDL TG HbA1c PAS PAD
Leon AS +4.6% -5% -3.7%2001
Fogard RH -7.5 -5.8Fogard RH -7.5 -5.82001
Thompson PD -0. 5/1%2001
Dieta Equilibrata Dieta Equilibrata
Tutti d’accordo ma…..Tutti d’accordo ma…..
Esercizio FisicoEsercizio Fisico
Il 75% della popolazione conduce una vita
completamente sedentaria
In Italia..In Italia..
Il 45% è in sovrappeso
Il 9% è obesa
Il 36% dei bambini è in sovrappeso
60 milioni di euro la spesa sanitaria annuale per stili
di vita non corretti (alimentazione,alcool,fumo)
Modificare abitudini alimentari seguite da anni
Strategie, strumenti, metodi adeguati alle diverse situazioni e dinamiche.
Necessità di integrare la “dieta” con altri interventi
sullo stile di vita
Necessità di un insegnamento graduale per raggiungereconoscenze e capacità necessarie
diverse situazioni e dinamiche.
sullo stile di vitaSaper apportare modifiche periodiche e creative della dieta per equilibrare bisogniPreservare l’autonomia e la qualità di vita del
paziente
Incongruenze tra la sfera Incongruenze tra la sfera Biologica Biologica e e quella Cquella Culturalulturalee
nell’adattamento all’ambiente nell’adattamento all’ambiente
CIBO ATTIVITA’ FISICACIBO• Impulsi forti che spingono
a mangiare• Deboli segnali di stop• Aumento della
disponibilità di cibo• Mangiare è gratificante• Non ci sono alternative:
ATTIVITA’ FISICA• Impulsi deboli che
spingono all’attività fisica• Forti segnali di stop• Riduzione della possibilità
di fare attività fisica• L’inattività è gratificante• L’inattività è una buona• Non ci sono alternative:
bisogna mangiare• Mangiare bene è segno
di status elevato
• L’inattività è una buonaalternativa
• L’inattività è segno di status elevato
Interventi politici
Interventi educazione
Interventi urbanistica
Interventi sanitariInterventi sanitari
Gli ostacoli.. Gli ostacoli..
• Mancanza di tempo
Le soluzioni..Le soluzioni..
• Mancanza di spazi idonei• Paura di giudizi sarcastici
…. E ALLORA…. E ALLORA
Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di
nutrimento ed esercizio fisico, ne’ in eccesso ne’ in difetto, nutrimento ed esercizio fisico, ne’ in eccesso ne’ in difetto,
avremmo trovato la strada per la salute….
Ippocrate: “il regime” (metà del IV° sec. A.C.)
L'indice glicemico o IG (dall'inglese Glicemic index , abbreviato in GI) di un alimento indica la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'assunzione di un quantitativo dell'alimento contenente 50 g di carboidrati: viene ottenuto misurando l'andamento della curva a campana dal momento dell'ingestione a due ore dopo. campana dal momento dell'ingestione a due ore dopo. Questo parametro è espresso in percentuale, e si rapporta comunemente alla velocità di aumento della glicemia con la stessa quantità di glucosio o di pane bianco[1]. A seconda dell'alimento di riferimento, se il glucosio o il pane bianco, viene loro assegnato il valore di 100. Per convertire l'indice glicemico dal glucosio al pane bianco basta moltiplicare per 1,37, mentre pane bianco basta moltiplicare per 1,37, mentre viceversa basta dividere per la stessa cifra dal pane bianco al glucosio.
Alto o Basso Indice Glicemico?
La glicemia sale di più e più in frettaLa risposta insulinica è più marcata
La trasformazione dello zucchero in grassi aumentaAlto IG La trasformazione dello zucchero in grassi aumenta
Dopo 2-4 ore la glicemia scende e torna la fameNel tempo si crea un sovraccarico di lavoro per il pancreas
Alto IG
La glicemia sale meno e più lentamenteLa risposta insulinica è meno marcataBasso IG La risposta insulinica è meno marcataLa trasformazione dello zucchero in grassi è ridotta
La glicemia rimane stabile a lungo ed il senso di fame è ridotto
Basso IG
RISPOSTA GLICEMICA AL PANE BIANCO ED A UN PIATTO DI SPAGHETTI
50Pane bianco Spaghetti
0
25
Ludwig. J Am Med Assoc, 2002-25
00 20 30 40 50 60 90 105 120 150 180
Tempo, minuti
RISPOSTA INSULINEMICA ALPANE BIANCO ED A UN PIATTO DI
SPAGHETTI40
Pane bianco Spaghett i
20
30
Ludwig, J Am Med Assoc, 2002
0
10
0 30 60 90 120 150 180
Tempo, minuti
Indice glicemico• L’indice glicemico può essere un indicatore utile nella scelta del cibo ricco in carboidrati da inserire nella dieta della persona con il diabete.
100-90%50-59%
30-39%100-90%Fiocchi di mais
Patate
Maltosio
Miele70-79%Pane
Riso
Patata nuova
50-59%Grano saraceno
Spaghetti
Biscotti d’avena
Biscotti da tè
Saccarosio
Patate fritte
30-39%Fagioli secchi
Piselli
Ceci
Mele
Gelato
Latte
YogurtPatata nuova
60-69%Pane bianco
Grano macinato
Cracker
Biscotti
Banana
40-49%Spaghetti integrali
Patate dolci
Fagioli
Piselli
Arance
20-29%Fagioloni
Lenticchie
Fruttosio
Problemi ApertiProblemi Aperti
� Quanti Carboidrati
� Che Carboidrati
� Quante Fibre
� Indice glicemico
Diete alternativeDiete alternative
Ripartizione percentuale della quota energetica da Ripartizione percentuale della quota energetica da macronutrienti di alcune delle principali diete “po polari”macronutrienti di alcune delle principali diete “po polari”
MalikMalik VS and VS and Hu FBHu FB (2007) (2007) Nat Clin Pract Cardiovasc MedNat Clin Pract Cardiovasc Med 4: 344: 34––4141
“Comparison of the Atkins, Zone, Ornish, and LEARN Diets for change in “Comparison of the Atkins, Zone, Ornish, and LEARN Diets for change in weight and related risk factors among overweight pr emenopausal women”weight and related risk factors among overweight pr emenopausal women”
Gardner CD e al. JAMA, 2007;297:969Gardner CD e al. JAMA, 2007;297:969--977977
AA 6 mesi6 mesi , i , i soggetti assegnati soggetti assegnati allealle lowlow --carbohydrate diets carbohydrate diets carbohydrate diets carbohydrate diets hanno perso più hanno perso più pesopeso rispetto ai rispetto ai soggetti assegnati soggetti assegnati alle lowalle low --fat dietsfat diets
AA 12 mesi12 mesi la perdita la perdita AA 12 mesi12 mesi la perdita la perdita di peso tra i 2 di peso tra i 2 gruppi e’gruppi e’ similesimile
Nordmann AJ e al. Arch Intern Nordmann AJ e al. Arch Intern Med 2006; 166:285Med 2006; 166:285--293293
Aderenza alla Dieta in 4 Gruppi di Pazienti
Dansinger M L et al., JAMA 2005;293:43Dansinger M L et al., JAMA 2005;293:43--53.53.
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