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UFFICIO COMUNICAZIONE/URP Direttore Dr Sandro Cortese
Rassegna Stampa
04 Luglio 2012
A cura dell’Ufficio Comunicazione/URP
Numerose tuttavia le proteste degli utenti
Vaccino, mancano le dosi ma l'Asp
è già corsa ai ripari ALCUNI lettori hanno telefonato in redazione, giustamente imbufaliti, per segnalare quanto è accaduto loro. In pratica, dovendo fare ai propri bambini il richiamo per le normali vaccinazioni, ieri mattina si sono recati alla Residenza sanitaria per anziani di Moderata Durant ma con loro grande disappunto si sono sentiti rispondere che... di dosi non ce n'era nemmeno una.
A nulla sono valse le proteste, evidentemente c'era stata qualche disfunzione nell'iter burocratico che ha impedito il normale approvvigionamento di quei vaccini.
Una telefonata in azienda ha consentito al cronista
di appurare il motivo di tale carenza dovuta ad unbana-le errore nell'ordine inviato per tempo alle case produttrici.
Giàperònei giorni scorsi l'Azienda sanitaria di Vibo Valentia era corsa ai ripari rimediando all'errore sicché (questo almeno quanto hanno assicurato ieri mattina da palazzo ex Inani) la situazione dovrebbe normalizzarsi nel giro di qualche giorno.
Questa è, almeno, la speranza degli utenti che quotidianamente si recano presso la s t rut tura ubicata alle porte della città capoluogo per richiedere il vaccino.
f .p. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
ISTITUZIONALE ASP VIBO Pag. 3
Nuovo ospedale, occorre completare l'iter d'appalto
La Cgd Calabria lancia l'appello sui costruendi nosocomi della regione
CORIGLIANO Un'occasione unica e concreta per migliorare l'offerta della rete ospedaliera calabrese e consegnare ai territori, fiaccati da un piano di rientro che taglia servizi senza offrire contestualmente risposte alternative di cura, una rete ospedaliera qualificata e innovativa finalizzata a superare gli attuali disservizi che pregiudicano la continuità assistenziale. Così la segreteria regionale della Cgil, attraverso una nota stampa, giudica la realizzazione dei nuovi ospedali calabresi, tra questo quello della Sibaritide. La nota prende le mosse dalla manifestazione organizzata il 23 giugnoscorso inlocalità Insiti, la quale «ha posto all'attenzione delle autorità competenti -recita la nota della Cgil - la necessità che venga superato lo stallo nell'avvio dei lavori del nuovo ospedale della Sibaritide (oltre 143 mi) previsto dall'Accordo di Programma del 2007 tra Governo e Regione. Un impegno di risorse che i quadri econo-miri finanziari ctó primi 3 ospedali di cui sono aperte le procedure di gara (Sibaritide, Vibo V., Palmi) prevedono in circa 438 mi di euro. La Cgil Calabria - si legge ancora nella nota - ha sollecitato la propria struttura nazionale ad adoperarsi nei confronti del governo e del ministero alla salute perché venga superato ogni elemento ostativo che segna dal 1 gennaio 2012 ad oggi, il vuoto di governo regionale delle procedure per la
Il progetto del nuovo ospedale e il segretario regionale Gravano (riquadro)
cantierizzazione delle opere. Considerata anche la prossimità di scadenza delle procedure di gara dei primi bandi avviati, la Cgil ritiene dirimente che il governo definisca: l'interpretazione attuativa da dare al Dlgs 59/2012 e l'indicazione delle procedure (ordinarie o commissariali in deroga) a cui la Regione dovrà attenersi per la costruzione delle opere e di ogni attività propedeutica attinente; e l'individuazione di "una figura competente e di garanzia" che porti a compimento in trasparenza e sicurezza, visti le esposizioni ambientali dei territori interessati, e nel confron
to con i soggetti istituzionali e sociali del territori interessati, ogni fase riguardante la realizzazione e la messa in uso delle opere nell'ambito dell'offerta assistenziale regionale. Ulteriori ritardi rappresenterebbero una beffa intollerabile per i calabresi ed una grave responsabilità politica, considerato che a quasi 5 anni dalla programmazione delle opere in alcun territorio si è preceduto alla posa di un solo mattone e che ogni anno oltre 65.000 calabresi sono costretti a pesanti sacrifici per recarsi in altre realtà sanitarie dove ricevere cure certe ed appropriate», (gdp)
SANITÀ CALABRIA Pag. 4
CATANZARO L'Università non firma l'intesa
Betty Cafabretta CATANZARO
Si acceso un nuovo focolaio nel terreno "minato" della sanità calabrese stretta dalla tenaglia del piano di rientro. Ieri l'Università Magna Grada di Catanzaro non ha firmato, giudicandola «inaccettabile», la bozza del nuovo protocollo d'intesa Regione-Ateneo destinato a regolare, scaduta ormai da tempo la vecchia convenzione, i rapporti tra le due istituzioni che gestiscono il policlinico universitario Mater Domini, unica Azienda ospedaliera a conduzione "mista" della Calabria.
All'esito del confronto tra la Regione - rappresentata dal presidente Giuseppe Scopelliti e dal sub commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro Luigi D'Elia - e l'Ateneo presente ai massimi livelli con il rettore Aldo Quattrone, il presidente della Fondazione Campanella Paolo Falzea e il prof. Ciro Indol-fi direttore dell'unità operativa di Cardiologia interventistica, l'Università ha lasciato Palazzo
Alemanni senza sottoscrivere l'accordo ritenendo che «non vi fossero le condizioni per farlo, né sul piano economico né a livello normativo». L'Università non soltanto reputa penalizzanti le proposte della Regione, ma ritiene che siano stati commessi errori nella riorganizzazione complessiva dei posti letto pubblici calabresi. È stato «innescato - sostiene il rettore - un meccanismo perverso che fa gravare tutto il peso della facoltà di Medicina e del policlinico universitario sull'area di Catanzaro. Viceversa - argomenta Quattrone - l'Università è una plusvalenza che sforna medici per tutta la Regione e svolge un servizio per tutta la Calabria. Parliamo dell'unica facoltà di Medicina calabrese e del suo mantenimento deve farsi carico tutta la Regione. Come? Togliendo qualche posto letto e un piccolo budget a ogni azienda sanitaria e ospedaliera regionale e non solo a quelle catanzaresi. Perché -insiste il rettore - non si vuole rendere veramente calabrese la facoltà di Medicina e far contri
buire al suo sostegno tutta la regione? Il metodo adottato è sbagliato enei fatti penalizza la città di Catanzaro, il policlinico universitario Mater Domini, l'ospedale Pugliese che perde di suo più di 100 posti letto, e la Fondazione Tommaso Campanella che di questo passo sarà dismessa. Tutte queste strutture ospedaliere verranno danneggiate, a vantaggio di Reggio e di Cosenza. Bisogna rifare la programmazione dei posti letto pubblici della Regione, che può essere rimodulata, tenendo conto dell'importanza della facoltà di Medicina e prevedendo un apporto equilibrato di tutte le Aziende regionali».
Tra i motivi che hanno indotto l'Università a non stipulare il protocollo d'intesa proposto dalla Regione, c'è l'estromissione della Cardiologia interventistica e della Cardiochirurgia del Policlinico dalla rete d'emergenza regionale - di cui entrambe le strutture fanno parte da anni -pur in presenza di un servizio salvavita che dispone anche di eliporto per l'elisoccorso. •$
SANITÀ CALABRIA Pag. 5
Estromessa anche la Cardiochirurgia
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O 1 I O I t i 1 l i t i I I t~t 2f l i I # . o Tra le considerazioni che hanno indotto l'Università Magna Graecia a non stipulare il nuovo protocollo d'intesa proposto dalla Regione c'è quella che riguarda un reparto di eccellenza dove affluiscono pazienti da tutta la Calabria: la Cardiologia interventistica che fa capo al prof. Ciro Indol-fi, pioniere in Calabria nell'impianto di stent negli infartuati, e la Cardiochirurgia diretta dal prof. Attilio Renzulli, unica cardiochirurgia pubblica finora inserita nell'emergenza regionale. Da quanto ieri reso noto dal rettore professor Aldo Quattrone, la Regione avrebbe intenzione di estromettere la struttura cardiologica e cardiochirurgica dell'Università dalla rete dell'emergenza sanitaria calabrese, pur in presenza di un servizio salvavita che lavora costantemente su pazienti trasportati dall'elisoccorso nell'eliporto del Campus universitario di Germaneto. Attualmente, va precisato, sono entrambe inserite nel sistema dell'emergenza ma nella bozza di protocollo d'intesa con la Regione, che l'Ateneo non ha accettato di sottoscrivere, le
due strutture risultano escluse «dopo tanti anni - sottolinea Quattrone - di servizio regionale».
«La nostra preoccupazione -commenta il prof. Indolfi - è che si faccia un grave passo indietro rispetto ai risultati ottenuti nel settore dell'emergenza cardiologica. C'è il rischio che il lavoro fatto venga azzerato, indebolendo peraltro il Policlinico universitario che viceversa andrebbe potenziato visto che qui affluiscono per la maggior parte pazienti da fuori provincia». Quella di voler estromettere le due strutture dal sistema dell'emergenza regionale è una intenzione della Regione -stando a quanto riferito -emersa solo ieri. Una doccia fredda per le professionalità del Policlinico universitario Mater Domini dopo tanti successi conseguiti sul campo.
«Sono particolarmente orgoglioso - aveva detto giusto due giorni fa il prof. Indolfi commentando un importante risultato clinico ottenuto grazie ad uno strumento innovativo che è stato utilizzato, tra i primi in Italia, nell'Unità operativa da lui diretta - degli
straordinari progressi che la Cardiologia dell'Ateneo di Catanzaro ha fatto negli ultimi anni, soprattutto nel campo dell'angioplastica con impianto di stent per i pazienti con infarto, nel campo delle malattie delle valvole con l'impianto percutaneo senza bisturi della valvola aortica e della correzione dell'insufficienza mitralica con Mitra-Clip. Pertanto in Calabria è possibile effettuare un'eccellente qualità delle prestazioni evitando così un'inutile emigrazione sanitaria». Ieri la delusione del protocollo che anche per questo è stato ritenuto «inaccettabile». <* (b.c.)
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prof. Ciro Indolfi
SANITÀ CALABRIA Pag. 8
SANITÀ Gli ospedalieri replicano ai medici di famiglia
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Forse sarà il Dipartimento regionale alla Salute a pronunciarsi e dirimere, una volta per tutte, la querelle che vede schierati in trincee contrapposte, sul delicato terreno della prescrizione dei farmaci, i "medici di famiglia" e gli "ospedalieri".
Nei giorni scorsi la Fimmg, attraverso il segretario dell'organizzazione catanzarese Gennaro De Nardo, aveva eccepito la mancata sottoscrizione, da parte del direttore sanitario del "Pugliese", delle linee-guida che regolano la materia, riferendo di «pazienti spesso costretti a recarsi dal medico curante per ottenere ricette che invece dovrebbero essere compilate in ospedale e negli ambulatori».
La sollecitazione del responsabile catanzarese della Fimmg è stata pertanto portata all'attenzione del Collegio di Direzione interno dell'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio convocato dal direttore generale aw . Elga Rizzo. I sette capi Dipartimento (Mario Verre per l'Emergenza e Accettazione, Vittoria Pascale per quello Materno-infantile, Stefano Molica per l'Ematoncologico; Franco Falvo per Specialità
Chirurgiche, Luigi Lombardi per le Specialità Mediche, Vincenzo Arcuri per il Dipartimento Servizi e Claudio Ceccotti per Neuroscienze, assieme al Direttore di Presidio Nicola Pelle), hanno ascoltato le perplessità del direttore sanitario Alfonso Ciacci e condiviso unanimemente l'opportunità di coinvolgere il Dipartimento Tutela della Salute «in considerazione delle ripercussioni che la firma del protocollo riverbererà anche sulle altre Aziende ospedaliere della Calabria».
L'attuazione del protocollo sulla questione dei farmaci è infatti attualmente al vaglio del Dipartimento alla Sanità della Regione; comunque - è stato sottolineato durante l'incontro - l'attività dell'Azienda ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" rientra a tutti gli effetti nel pieno rispetto della normativa vigente.
Dopo aver informato il CdD sulla questione del rispetto della normativa in materia di prescrizione delle ricette e della relativa problematica sollevata dal sindacato dei medici di famiglia, Ciacci ha illustrato le proprie determinazioni puntualizzando che «l'Azienda
"Pugliese-Ciaccio" sì è da tempo adeguata alla normativa con i dovuti ed opportuni accorgimenti, nel pieno rispetto dell'art. 50 (DI n. 269 del 3 0 / 9 / 2003 convertito in legge col n. 326 il 24/11/2003), disponendo che ogni paziente esca dall'ospedale con la propria ricetta rossa», cioè la prima impegnativa per i farmaci necessari nell'immediato.
Nel merito delle proprie determinazioni - è stato poi ribadito - il direttore sanitario Ciacci ed il Collegio di Direzione intendono salvaguardare in particolare gli standard di prestazioni erogate dagli ospedali (di Catanzaro in primis, ma come si è detto anche dell'intera regione) che specie per quanto attiene i Pronto Soccorso in estate sono soggetti ad un forte incremento della domanda, alle croniche carenze d'organico e ad una più difficile gestione del personale per via delle ferie.
«In relazione alla firma dello specifico protocollo - scrivono i Direttori di Dipartimento - si ritiene pertanto opportuno coinvolgere il Dipartimento regionale, visti i riflessi che tale atto proietterà sull'intero ambito territoriale calabrese». ^
SANITÀ CALABRIA Pag. 9
Deficit delle Asl incrementato d'ufficio
ETTORE JORIO
U na bella tegola sulla testa della sanità. Di qui a poco, ci sarà un altro problema per
le Asl e le Ao, così come per i relativi manager tenuti a conseguire "per contratto" l'auspicato equilibrio tra costi e ricavi. Insomma, un ulteriore dilemma per le Regioni, specie per quelle già borderline con i conti di esercizio. Meglio un pericolo per il loro deficit sanitario, destinato ad incrementare d'ufficio.
Scopriamo l'arcano. Il decreto legislativo 118/2011, recante "Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi" dispone, tra l'altro, che "I cespiti acquistati utilizzando contributi in conto esercizio, indipendentemente dal loro valore, devono essere interamente ammortizzati nell'esercizio di acquisizione". Un principio che trova pratica attuazione dal corrente anno 2012, dal momento che è così previsto per tutto il Titolo II, attesa l'urgenza di dare ordine complessivo ai conti del Sistema sanitario nazionale.
Per meglio comprendere la portata della norma si rende necessario inquadrare la sua esistenza nel-l'ottica di riformare la contabilità degli enti territoriali, tenuto conto dell'esigenza di migliorare i conti pubblici, pretesa dalla Commissione Uè al fine di rafforzare la cosiddetta statistical governance. Un obiettivo perseguito sul piano interno, per l'appunto, con il decreto legislativo 118/2011, diretto ad assicurare l'armonizzazione dei sistemi contabili sub-statali. Ciò nell'ottica dell'introduzione a regime del federalismo fiscale e in ossequio ai principi sanciti nella recente revisione costituzionale che ha introdotto il "pareggio di bilancio", che prescrive il concorso obbligatorio delle Regioni a conse
guire l'equilibrio dei bilanci nazionali e la sostenibilità del debito pubblico.
Qual è il problema concreto per le Asl/Ao e le Regioni? La prescrizione (art. 29, lett. b) andrà a determinare un impatto traumatico sui bilanci 2012 di diverse aziende della salute e, quindi, delle regioni di riferimento. Ciò in relazione alla conseguente esplosione "tecnica" del disavanzo di esercizio.
Invero, non saranno poche le Asl e le Ao, specialmente quelle accorte nel realizzare in passato risparmi di esercizio attraverso l'ottimizzazione della spesa, ad essere danneggiate da una siffatta disciplina, dagli esiti segnatamente negativi. Nello specifico saranno quelle che verranno a trovarsi, accidentalmente, nella circostanza di avere proceduto, nel 2012 e negli anni precedenti, ad acquisti di immobili utilizzando all'uopo risorse finanziarie correnti tesorizzate.
Per fornire le reali dimensioni della ricaduta negativa, che la nuova disciplina determinerà sulle economie del sistema salute, ancorché figurative, è appena il caso di precisare che, a differenza della previgente normativa, la novità legislativa obbligherà l'ammorta-mentoper intero nell'esercizio corrente dell'intero costo sopportato. Ciò avverrà anche per le compravendite perfezionate negli anni precedenti, a prescindere dalla diversa disciplina all'epoca vigente. Conseguentemente, dovrà essere riassunto, nel 2012, l'ammortamento di tutto il residuo del fondo da ammortizzare dei cespiti acquistati anche negli anni precedenti.
Una tale appostazione determinerà disastri nelle carriere dei manager ivi impegnati e delle Regioni di riferimento, dal momento che saranno costrette, con le attuali regole, a sopportare la sottomissione ai piani di rientro dal disavanzo.
Una misura penalizzante per le gestioni riconosciute virtuose (in quanto resesi, ovviamente, anche adempienti nella erogazione dei Lea), costrette a sopportare gravi condizionamenti giuridici e patrimoniali.
Quanto di questo potrà accadere nella nostra regione? Credo molto poco. Per due ordini di motivi.
Primo. La virtuosità gestionale -quella che consentirebbe di capitalizzare risorse correnti, sempre-ché adempienti a garantire i Lea alla popolazione - è merce rara in Calabria. Meglio, inesistente.
Secondo. C'è stata sovrabbondanza di fondi destinati ad investimenti, ancorché spesi da sempre in modo disattento a realizzare ciò che effettivamente serve. Insomma tanti soldi, ma utilizzati peggio che non si sarebbe potuto. Basta vedere le nostre strutture ospedaliere per renderci conto!
In buona sostanza, si è privilegiato l'apparire piuttosto che l'essere utile, disperdendo al vento le ingenti risorse messe a disposizione ex art. 20dellalegge67/88, funzionali a realizzare la fortuna di progettisti e beneficiari privati. Ebbene sì, sono state, infatti, tante le strutture fotocopia, frequentemente a un tiro di schioppo l'una dall'altra, che oggi occorre chiudere ovvero "giustificarne" l'esistenza, ancorché mutilata. Sono state numerose quelle costruite con fondi pubblici per poi essere concesse, spesso a prezzi superconvenienti (per non dire stracciati), in "locazione" a privati per ivi realizzare le loro fortune. Ciò in (quasi) assenza di verifiche e controlli. Tanto da sperare, che se ne accorga "Striscia" o "le Iene", divenute oramai, in assenza di altro, le "istituzioni" più credibili. Da qui, Grillo che impera.
SANITÀ CALABRIA Pag. 10
I sindacati minacciano lo sciopero. Monti: non useremo l'accetta, Iva su di un punto dal 2013
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Via uno statale su io: il piano del governo sulla spending review prevede ri
sparmi fino a 38 miliardi. Il premier Monti: non useremo Faccetta. L'ira dei sindacati. L'Iva salirà di un punto dal 2013.
AUTO, ACQUISTI, SANITÀ: TUTTI I TAGLI
LA SCURE SUL PUBBLICO IMPIEGO Mobilità, obbligatoria: circa 100 mila dipendenti coinvolti Congelato l'aumento Iva previsto da ottobre, più 1% da gennaio
ROMA — La spending review permetterà di risparmiare una decina di miliardi l'anno, servirà anche a finanziare le spese «esigenziali», dalle missioni di pace al 5 per mille, ma non ad evitare tutto fi previsto aumento dell'Iva. Invece di 2 punti e mezzo, due da ottobre e un altro mezzo punto dal gennaio 2014, l'imposta sul valore aggiunto crescerà di un solo punto, dal 21 al 22% per l'aliquota standard e dal 10 all'i 1% per quella ridotta, a partire da gennaio e di un ulteriore mezzo punto dal 2014.
Del decreto circola per ora una bozza, 19 articoli suddivisi in cinque titoli, anche se Palazzo Chigi precisa che il testo è ancora In corso di stesura e di revisione dopo gli incontri di ieri con parti sociali ed enti locali. In ogni caso il decreto non conterrà solo tagli alla spesa pubblica. Oltre al rifinanziamento delie spese ancora scoperte, ci sarà anche l'attesa riduzione dell'aggio sulla riscossione dovuto a Equitalia. Un punto dal 2013, dal 9 all'8%, ma la riduzione potrebbe essere anche superiore: fino a quattro punti percentuali se i risultati della riscossione saranno superiori al previsto.
Dalla riduzione della spesa sanitaria è atteso un contributo di un miliardo di euro già da quest'anno e di due miliardi a partire dal 2013, con
un'equivalente riduzione del Fondo Sanitario Nazionale. Il piano di risparmi nella Sanità è drastico: vengono rideterminati i tetti della spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera, rinegoziati al ribasso i contratti di appalto, riviste le convenzioni con le strutture private accreditate, ridotti i fondi per l'acquisto dei dispositivi medici, aumentato il contributo delle farmacie all'equilibrio del sistema e delle aziende farmaceutiche all'eventuale sfioramento dei tetti di spesa.
Per questi ultimi mesi del 2012 le farmacie dovranno concedere al servizio sanitario un extrasconto sui farmaci del 6,5%, che a regime dall'anno prossimo sarà pari al 3,65%. Il tetto alla spesa farmaceutica ospedaliera, che fa registrare sistematicamente uno sforamento, viene alzato dal 2,4% al 3,2%, e parallelamente viene ridotto il tetto alla spesa territoriale (i farmaci a carico del Ssn forniti dalle farmacie) dal 13,3 all'i 1,5% del totale della spesa sanitaria. Nello stesso tempo viene aumentato, e di parecchio, il contributo delle aziende farmaceutiche agli eventuali sfondamenti della spesa. Le imprese, infatti, dovranno farsi carico del 50% delle somme che eccedono il tetto fissato dal governo, mentre il restante 50% sarà a carico delle Regioni, ma solo di quelle che, nel complesso, non sono riuscite a
rispettare il tetto. La manovra sulla sanità non si
ferma, tuttavia, alla farmaceutica. Intanto le Asl, che potranno rinego-ziare i contratti con prezzi eccedenti il 20% rispetto al valore di riferimento, saranno obbligate ad ottenere le forniture attraverso la Consip, la centrale pubblica per gli acquisti centralizzati. Il decreto legge preve-derebbe, poi, la riduzione del 5%, rispetto al 2011, delle spese per gli appalti di beni e servizi "non sanitari", mentre gli esborsi delle Regioni per le prestazioni sanitarie svolte dai privati accreditati in regime di convenzione dovranno essere tagliati deU'i% nel 2012 e del 2% a partire dal 2013 rispetto ai valori del 2011.
Enti locali Come temuto da governatori,
sindaci e presidenti di provincia, la spending review si abbatte anche sui trasferimenti dallo Stato centrale verso le amministrazioni locali. Alle Regioni a statuto ordinario viene chiesto un contributo di 700 milioni di euro nel 2012 e di 1 miliardo a partire dal 2013. Quelle a statuto speciale e le due province autonome di Trento e Bolzano dovranno contribuire con 500 milioni quest'anno e con un miliardo a partire dal 2013. Ài Comuni viene imposto un taglio delle risorse di 500 milioni quest'anno, e addirittura 2 miliardi
LEGISLAZ.& POLITICA SANITARIA
LEGISLAZ.&POLITICA SANITARIA Pag. 16
dall'anno prossimo, mentre le Province (al di là del piano di accorpamento) dovranno risparmiare 500 milioni nel 2012 e 1 miliardo dal 2013.
Anche per gli enti locali scatterà poi il limite alle assunzioni: il turn-over sarà possibile nei limiti del 20% da quest'anno al 2014, del 50% nel 2015 e solo dal 2016 sarà possibile assumere tanti nuovi dipendenti quanti ne vanno in pensione. Con una clausola: nelle Regioni dove il rapporto tra spesa per il personale e spesa corrente
supera del 20% la media nazionale, la possibilità di turn-over è ulteriormente ridotta del 50%.
Per i comuni sotto i 5 mila abitanti (3 mila nelle Comunità montane) scatta poi l'obbligo rafforzato di mettere insieme le funzioni fondamentali con altri piccoli comuni. Entro la fine del 2013 dovranno essere gestite dalle Unioni dei comuni almeno tre delle funzioni fondamentali e tutte a partire dal 2015. Se i piccoli comuni non dovessero poi trovare degli accordi tra di loro, saranno le Regioni a provvedere d'imperio con una decisione da prendere entro la fine del 2013.
La prima parte del decreto sulla spending review è quella messa a punto dal commissario Enrico Bendi che riguarda gli acquisti di beni e servizi da parte della amministrazioni pubbliche, «80 miliardi di euro — ha detto ieri Bondi alle parti sociali — sui quali si può risparmiare tra il 20 ed il 80%» con regole molto più incisive. A cominciare da quella che prevede la nullità dei contratti di fornitura siglati fuori dalle convenzioni Consip, la centrale d'acquisto dello Stato, e che non rispettano i prezzi di riferimento da questa stabiliti. Un'altra regola impone a tutte le amministrazioni pubbliche l'acquisizione obbligatoria attraverso le gare Consip dei contratti di fornitura di luce, gas, carburanti, combustibili per riscaldamento, telefonia fissa e mobile, con relativa nullità degli acquisti effettuati in violazione della norma. La Pubblica amministrazione, inoltre, avrà il diritto di recesso dai contratti stipulati quando i parametri delle successive convenzioni Consip «siano migliorativi rispetto a quelli del contratto stipulato e l'appaltatore non acconsenta ad una modifica delle condizioni econo
miche». Per risparmiare sugli acquisti viene poi abrogata la nonna del 2008 che impone la pubblicazione degli avvisi e dei bandi di gara sui giornali quotidiani.
ministeri Nella spending review non poteva
mancare un capitolo dedicato alia spesa dei ministeri. Anche se l'accordo nel governo sul quanto e a chi tagliare ancora non è stato raggiunto. Nella bozza di testo dei decreto la misura non è quantificata, ma il taglio ci sarà senza dubbio. Nel frattempo, vengono estese a tutti gli enti pubblici alcune regole già valide per l'amministrazione centrale. A cominciare dal taglio del 50% della spesa per la carta, con precisi obiettivi riguardo la dematerializzazione degli atti, la riduzione dei costi della telefonia fissa e mobile, la razionalizzazione del patrimonio immobiliare. L'Inps, inoltre, dovrà procedere alla rinegoziazione, in termini quantitativi e qualitativi, delle convenzioni stipulate con i Caf. Razionalizzazione in vista anche per le varie Scuole della Pubblica amministrazione, che saranno accorpate, mentre scatta una
nuova sforbiciata sulle auto blu, che saranno ridotte di un ulteriore 50%. Pnbbllco impiago
Non c'è solo la conferma del taglio della pianta organica del 20% per i dirigenti e del io% per tutti gli altri dipendenti. Nessuno è in grado di fare stime precise ma considerando che il settore conta 3,5 milioni di lavoratori, l'impatto potrebbe variare tra le ioo mila e le 300 mila persone. L'obiettivo che sarà raggiunto con la messa in mobilità obbligatoria per due anni 0, per i più anziani, con un meccanismo di accompagnamento alia pensione.
E che sarà affiancato da un blocco dei turn over che dovrà rispettare tre scadenze: le «facoltà assunzionali» per i posti che si libereranno saranno del 20% per il periodo 2012-2015, del 50% nei 2015 e torneranno al 100% a partire dal 2018. Per gli statali le novità sono davvero tante. A partire dai primo ottobre di quest'anno il valore dei buoni pasto, anche per i dirigenti, non potrà superare i sette euro. Gli uffici pubblici resteranno chiusi nella settimana di ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno quando i lavoratori saranno messi obbligatoriamente in ferie. Diventerà impossibile «monetizzare», cioè vendere, i giorni di vacanza, i riposi e i permes
si non goduti. Il divieto scatterà anche in caso di dimissioni 0 pensionamento. Si procederà alla «tendenziale eliminazione» degli incarichi di studio e ricerca affidati ai dirigenti mentre sono vietate le consulenze affidate a chi è andato in pensione I contatti per il servizio di pagamento degli stipendi saranno rinegoziati con un abbattimento di «almeno il 15%». Etiti soppressi
Sono soppressi l'Istituto nazionale di ricerca metrologica, la Stazione zoologica Anton Dohrn, l'Istituto italiano di studi germanici e l'Istituto nazionale di alta matematica. Cancellati anche l'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, l'Istituto nazionale di astrofisica e il Museo storico della fisica e il Centro di studi e ricerche Enrico Fermi.
I loro organi decadono, le loro funzioni sono redistribuite tra Cnr, Istituto nazionale di fisica nucleare e Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Patrimonio pubblico
Bloccati gli adeguamenti Istat per gli affitti pagati dalle pubbliche amministrazioni. 1 contratti in scadenza dal primo gennaio potranno essere rinnovati solo con un taglio del 15%. Fissati gli standard per le dimensioni degli uffici: tra i 12 e i 20 metri quadri a testa per quelli di nuova costruzione tra i 20 e i 25 per quelli vecchi. CisÌP-»i
Si taglierà l'organico delie forze armate «in misura non inferiore al 10%». 1 dipendenti delle forze di polizia con meno di 32 anni dovranno essere utilizzati per servizi operativi. Più che dimezzato, da 21 a 9 milioni, il fondo per le vittime dell'uranio impoverito. Tagliati di 100 milioni le spese per la forniture militari mentre per le pluriennali è necessario il concerto dei ministero dell'Economia. Province
Entro venti giorni il Consiglio dei Ministri delibera un'ipotesi di riordino delie province», che nel frattempo non potranno procedere ad assunzioni a tempo indeterminato. Saranno cancellate di sicuro quelle delle 10 città metropolitane. Tagliati 200 milioni dal fondo di finanziamento ordinario delle università mente la stessa somma è in arrivo per le scuole non statali. I commissari liquidatori di enti pubblici potranno avere un incarico complessivo non superiore ai 5 anni.
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LEGISLAZ.& POLITICA SANITARIA
LEGISLAZ.&POLITICA SANITARIA Pag. 17
||nili^pi L'apmontare I t e doweètte risparmiare lo Stato all'anno In seguito all'applicazione delle misure. Intanto il decreto che prevede il supercommissario Bondi è stato approvato ieri alla Camera, Ora è al
ttZiaTppffiWffefgrnQ aveva indiéato a fine aprile come condizione per evitare un nuovo aumento dell'Iva di 2,5 punti. Si sono però poi aggiunte due esigenze: il tema degli esodati e il terremoto in Emilia Romagna
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di finanziamento ordinario delle università a partire dal 2013. Mentre per le scuole non statali è previst un contributo pari a 200 milioni di euro
# # Con revisione della spesa pubblica, in inglese spending • • review, si intende quel processo volto a migliorare l'efficienza della macchina statale nella gestione della spesa pubblica attraverso l'analisi e valutazione delle strutture organizzative, delle procedure di decisione e di attuazione, dei singoli atti all'interno dei programmi e dei risultati, I capitoli di spesa dei ministeri vengono passati al vaglio per vedere cosa può essere tagliato, per scoprire se ci sono sprechi o casi di inefficienza. La revisione della spesa pubblica investe anche gli acquisti delle amministrazioni. Principio dell'operazione dovrebbe essere quello ài identificare spese che non contribuiscono a raggiungere gli obiettivi affidati alle diverse amministrazioni o che li raggiungono solo in maniera inefficace, a fronte di spese molto più alte del necessario. In Italia un'operazione di questo tipo fu messa in atto una prima volta da Tommaso Padoa Schiappa, ministro dell'Economia e delle Finanze del secondo governo Prodi: la revisione, avviata in via sperimentale dalla legge finanziaria per il 2007, fu trasformata successivamente in programma permanente dalla legge finanziaria per il 2008. La Manovra 2007 creò una commissione che si occupasse di finanza pubblica. Con un risparmio, rivendicò l'allora ministro, ài 700 milioni di euro.
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Statali, iìrìgeil
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I Lagh del governo per risparmiare riguarderanno innanzitutto la Pubblica amministrazione: i dlrìgenlì saranno ridotti dei 20% mentre tutti gli altri dipendenti dei 10%. Considerando che il settore conta 3,5 milioni di lavoratori, il provvedimento potrebbe interessare tra le 100 mila e le 300 mila persone
Punto per punto
Clizia, spera! di under 32
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I dipendenti delle forze di polizia di età inferiore a 32 anni, salvo casi eccezionali, devono essere utilizzati a servizi operativi. Questo provvedimento si Inserisce nell'ambito della riduzione delie spese per il personale per garantire l'operatività
fu irsi sospi ìi 2016
Nella Pubblica amministrazione sono sospesi I concorsi per l'accesso alla prima fascia dirigenziale: nella bozza dei decreto legge sulla spending review, si legge infatti che sono sospese le modalità di reclutamento «non oltre il 31 dicembre 2015»
Gli statali non potranno monetizzare ferie, riposi e permessi non goduti. La disposizione si applica anche In caso di cessazione del rapporto di lavoro. Uffici pubblici chiusi nella settimana di Ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno e statali messi in ferie
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Farmacìe, sconto sii medicinali Per questi ultimi mesi del 2012 le farmacie dovranno concedere al servizio sanitario un extxasconto sui farmaci del 6,5%, che a regime dall'anno prossimo sarà pari al 3,65%. Il tetto alla spesa farmaceutica ospedaliera viene alzato dal 2,4% al 3,2%
tosai llu ss Si ss
ili Il Fondo sanitario nazionale viene tagliato di tre miliardi in due anni: un miliardo per il 2012 e due per il 2013. inoltre taglio del 5% per l'acquisto di beni e servizi da parte della sanità pubblica, fatta eccezione per gii acquisti dei farmaci
Auto blu, ridotta l i
ipesa
Nel 2013 la spesa per le auto blu non dovrà superare il 50% di quanto speso nel 2011. Nel decreto forbici anche per la presidenza del Consiglio: è prevista la riduzione delle spese di funzionamento per un totale di 1.5 milioni di euro al 2013
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ipenaiiìti puDDiici
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li costo annuo complessivo
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Altri Polizia e Forze a r i l t i
Regioni ed enti locali Sanità
Scuola e Università
0/26 no
Omin HHHÌJH puf c^nt f i imÉi i f i Valori in euro, dato 2005
Lussemburgo ^ J ^ ^ ^ B S.213,f
Finlandia & ^ ^ « 4.134
Francia ^ j ^ ^ K 3.637,1
Regno Unito | | ^ B 3.363,8
Paesi Bassi w l i i i i 3.077,1
| | ITAIM | J p n 2.660,4
S p ^ p ^ H É ^ 1,104,4
Germania | | j ^ 1.830,4
Danimarca Q i6S3 , lS
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SPECIALE SPENDING REVIEW La bozza: 7,2 miliardi in meno agli enti locali - In forse la stretta sui sindacati
Tagli su statali e affitti pubblici chiusura per 216 mini-ospedali Esodati, tutele estese ad altri 55mila - Squinzi: un buon inizio
Pronta la bozza sulla spending re-view: 7,2 miliardi in meno agli enti locali. Tra le novità tagli su statali e affitti pubblici, tutele estese ad altri 55mila esodati: in forse la stretta sui sindacati della Pa. Giorgio Squinzi: un buon inizio.
Gli interventi allo studio
SANITÀ
Colpo di forbice ai piccoli ospedali Fondo sanità rio ridotto dì 3 miliardi. Trentamila posti lettoin meno negli ospedali:a rischiodi chiusura 216 strutture. •pagina?
ESODATI
ACQUISTI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Razionalizzazione della spesa Centrali uniche di acquisto per ministeri e Asl. Il taglio di beni e servizi nella sanità non sarà in percentuale fissa ma variabile. • pagina 8
SINDACATI o o o
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ENTI LOCALI
Tagli alle autonomie per 7,2 miliardi Ad enti locali e Regioni chiesto un sacrificio di 7,2 miliardi. Tra fusioni e città metropolitane salteranno 61 Province. •pagina io
STATALI
Salvi altri 55mila esodati Accesso alla pensione con le vecchie regole pre riforma Fornero alla nuova platea di 55mila addetti, oltre i 65mila già tutelati. • pagina i l
Taglio a permessi, Caf e patronati Riduzione del 10% ai compensi per permessi sindacali. Riduzione anche dei fondi ai Caf e dei trasferimenti ai patronati (-10%). • pagina 12
In 4 mesi lOmila posti in meno Stretta sul pubblico impiego: lOmila posti in meno entro 4 mesi. Blocco degli stipendi. Ferie non godute non più monetizzabili. • pagina 13
Monti: non useremo l'accetta «Avanti fino al 2013» - Grilli: tagli del 10% al personale e del 20% ai dirigenti in tutta la Pa
Marco Mobili ROMA
Taglio del 20% dei dirigenti della Pubblica amministrazione, del 10% dei dipendenti e di un altro 20% delle consulenze. È lancetta estesa a tutte le amministrazioni, seppur nel rispetto delle autonomie, per ridurre da subito i costi della Pa e confermata a Palazzo Chigi dal viceministro all'Economia, Vittorio Grilli, nell'incontro suUaspendingreviewconpartiso-
cialiedentilocali. Mario Monti, dal canto suo, ha
confermato la linea del Governo, «contrario a tagli lineari fatti con l'accetta». Ciò che vuole proporre è un intervento chirurgico: «Eliminare sprechi senza ridurre servizi» e facendo emergere «le priorità che vanno maggiormente salvaguardate e cosa invece può essere ridotto». L'obiettivo resta anzitutto quello di evitare l'aumento dell'Iva previsto per ottobre.
Nella stessa bozza del decreto al Titolo V viene espressamente previsto il differimento al 1 "genna-Ì02013 del termine deh°ottobre indicato dal decreto "Salva-Italia". Non solo. Sempre secondo laboz-zal'aumento di 2 punti si ridurrebbe a un solo punto e quello eventuale dello o,5fissato per il 2014 verrebbe cassato del tutto. Monti ha ribadito che «non è nuova manovra» difinanza pubblica. «Pernon lasciarla sospesa nel vuoto e per
darci una dimensione da raggiungere», avrebbe aggiunto il premier, «abbiamo guardato in faccia alcune esigenze chiare». Oltre ai 4,2 miliardi per scongiurare l'aumento dell'Iva di ottobre si è aggiunto il tema dei salvaguardati (esodati) e poi il terremoto. «La cifra arriva così parecchio più in alto». Anche per questo l'ipotesi più accreditatarestaquelladiun intervento tra gli 8 e i 10 miliardi.
Il menù del Governo è molto
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ampio e sarà destinato a mutare fino all'ultimo visto che sui cinque titoli della bozza del decreto legge, dopo le prime anticipazioni delle agenzie di stampa, Palazzo Chigi si è affrettato a precisare che il provvedimento è in corso di stesura proprio per recepire le osservazioni degli incontri con le parti sociali, i sindaci e i governatori e alla luce del confronto con i ministeri interessati
I pilastri della spending review restano la spesa per l'acquisto di beni e servizi, secondo le direttrici dettate dal piano Bondi, nonché la razionalizzazione del patrimonio pubblico e lariduzione dei
costipergliaffittLC'èlariorganiz-zazione degli enti pubblici di minori dimensioni e il taglio dei Cda delle società interamente partecipate dallo Stato. E non mancano, come anticipato nei giorni scorsi su queste pagine, tagli consistenti alla sanità, all'università e al pubblico impiego. Compare anche la promessa di un taglio dell'aggio della riscossione di 4 punti. Ma anche agli enti locali e alle regioni viene chiesto un contributo nel biennio pari a 7,2 miliardi Il decreto, almeno inbozza, imbarcaanche un'ipotesi di intervento ad hoc sugli esodati e le cosiddette spese indifferibili
(dall'autotrasporto al 5 per mille, dalle scuole private alle università non statali dalle missioni di pace al Fondo Letta).
Le carte saranno scoperte definitivamente venerdì, quando il Governo varerà le prime misure. Infatti, anche se Monti alle parti sociali ha indicato che la spending review si realizzerà in più fasi, c'è chi all'interno dello stesso Governo spinge per chiudere la partita con un solo decreto legge evitando "tempi supplementari" e code polemiche fino a inizio agosto 0 alla ripresa dei lavori parlamentari con la presentazione di un terzo provvedimento sulle norme ordinamen-
tali (il primo resta quello sulle dismissioni e il taglio delle agenzie fiscali). Ma a prescindere da ciò Monti è intenzionato a soprintendere all'intero processo di revisione della spesa visto che ieri al Senato, nel riferire sul vertice europeo, ha detto che il Governo resterà «fino al 2013».
LA BOZZA DI DECRETO Oltre ai 4,2 miliardi per scongiurare l'aumento dell'Iva fino a fine 2012 entra no gli «esodati» e il terremoto in Emilia
Le ipotesi allo studio
SANITÀ
Ilfondosanitarioviene ridottodi3 mìlìardiìndueanni(un miliardo penì2012edue miliardi peni 2013). Circa 30mila posti letto in meno negli ospedali pubblici, con un rapportodi 3,7 posti letto per mille a bita nti contro gli attua li 4,2. Allo studio del Governo la chiusura degli ospedali con meno di 120 posti letto: si perderebbero in questo modo 216 strutture
TAGLIO POSTI OSPEDALI
30 mila
ENTI LOCALI
Agli enti locali e alle regioni viene chiesto un contributo da 7,2 miliardi. L'ultima bozza del decreto sulla spending review non prevede l'accorpamentodelle province che invece sarà contenuto nella parte che riguarda la ristrutturazione dello Stato, la nascita di 10 città metropolitane, la stretta sui cda delle società statali prevista nella terza fase
CONTRIBUTO IN DUE ANNI
/\2* miliardi
ACQUISTI BENI E SERVIZI
Centrali uniche di acquisto per ministeri easl. La razionalizzazione della spesa resta uno dei pilastri della spending review secondo le direttrici del Piano Bondi. Il taglio di beni e servizi nella sanità non sarà in percentuale fissa ma variabile. La spesa analizzata da Bondi è paria 60 miliardi
NEL MIRINO DI BONDI
60 miliardi
ISTRUZIONE
Secondo la bozza del provvedimento il Fondo peni finanziamentoordinario delle università sarà ridottodi 200 milioni. Allo studio incentivi alla fusione tra piccole università, la raziona lizzazione delle sedi decentrate. Peril2013 autorizzata la spesa da 200 milioni per scuole non statali e la spesa di 10 milioni per le università non statali.
FONDO RIDOTTO
200 milioni
STATALI
Diecimila posti in meno entro 4 mesi. Taglio del 20% dei dirigenti della Pa,dellO%deidipendentie di un altro 20% delle consulenze. Blocco degli stipendi, assunzioni ridotte e concorsi sospesi. Uffici pubblici chiusi nella settimana di Ferragostoe inquella tra Natale e Capodanno. Non si potranno monetizza re ferie, riposie permessi non goduti
CONSULENZE RIDOTTE
-20% ESODATI
Sonostatifissati i criteri per garantire l'accessoalla pensione con le vecchie regole pre riforma Forneroalla nuova platea di 55mila addetti che era stata indicata i l l9 giugno scorso a Ila Ca mera e che si aggiunge ai primi 65mila lavoratori già tutelati con un decreto ministeriale ad hoc. Ilcostodella misura dovrebbe essere di circa 4 miliardi tra il2014eìl2020
NUOVI ADDETTI TUTELATI
55 mila
SINDACATI
Secondo la bozza del decreto a Ilo studiodelGovernoa partire da gennaio 2013 è previsto un ulteriore tagliodellO% ai compensi perdistacchi e permessi sindacali retribuiti nella Pa. Riduzione anche dei compensi pagati ai Caf: da 14 a 13 euro e da 26a24euro. Ipotizzata anche una riduzione del 10% ai trasferimenti in favore dei patronati.
TAGLI AI PATRONATI
-10% GIUSTIZIA
I risparmi che dovrebbero arriva re dal taglio dei Tribunali. La situazione è fluida ma sembra certa una riduzione del numero dai 56 inizialmente previsti a 32 come possibile compromesso rispetto alla richiesta della maggioranza di ferma rsi a 27-28. Allo studio a nche un taglio di 674 uffici del giudice dipacedecisoagennaiodal Consiglio dei ministri
RISPARMI
76 milioni
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