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Economia e organizzazione aziendale I Nuove teorie dell’impresa
© 2006 Politecnico di Torino 1
Analisi economica dell’impresa
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Analisi economica dell’impresa
Teoria classica e neoclassica dell’impresa
Nuove teorie dell’impresa
Aspetti organizzativi dell’impresa

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Obiettivi della lezione
Comprendere gli effetti del cambiamento indotto dalla separazione tra proprietà del capitale (azionisti) e controllo dell’impresa (manager)
Generalizzare gli effetti a qualsiasi conflitto tra principale e agente (per es. nella produzione)
Contrapporre l’impresa al mercato nella scelta della soluzione organizzativa più efficiente
Considerare il ruolo dei diritti di proprietà nella separazione o integrazione verticale delle imprese
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Prerequisiti per la lezione
Nozioni elementari di calcolo differenziale e di ricerca del massimo o minimo di una funzione
L’assimilazione della precedente lezione sulla teoria classica e neoclassica dell’impresa
L’interesse a spostarsi sia sul piano più concreto dei conflitti d’interesse nelle organizzazioni, sia sul piano più generale dei motivi che inducono alla nascita dell’impresa

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Bibliografia per la lezione
“L’IMPRESA. Teoria, organizzazione, strategia, tecniche economiche e contabili”Piercarlo Ravazzi, Mario Calderini, Paolo Neirotti, Emilio Paolucci, Laura Rondi
Edizioni il Mulino - Bologna, 2007capitolo 1: Analisi economica dell’impresa
par. 2. Teorie dell’impresa
2.2. La teoria manageriale
2.3. La teoria principale-agente
2.4. La teoria dei costi di transazione
2.5. La teoria dei diritti di proprietà
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Contenuti della lezione
Nuove teorie dell’impresa:
la teoria manageriale
la teoria principale-agente
la teoria dei costi di transazione
la teoria dei diritti di proprietà

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Nuove teorie dell’impresa
La teoria manageriale
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Limiti della teoria neoclassica
La teoria neoclassica è una teoria della produzione e non una teoria che affronta i vari problemi organizzativi dell’impresa:
problemi di delega delle decisioni (separazione tra proprietà e controllo)
conflitti d’interesse tra manager e azionisti e tra manager e lavoratori
problema degli incentivi per allineare gli obiettivi
problemi di fusione/incorporazione di imprese

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Cronologia
L’impresa è un organismo complesso:
non esiste una teoria univoca onnicomprensiva
esistono varie teorie, ciascuna su aspetti rilevanti
Teorie dell’impresa:
classica (Smith e Marx)
neoclassica (Marshall e successivi)
manageriale (Baumol, Marris e Williamson)
principale-agente (Alchian e Demsetz)
costi di transazione (Coase e Williamson)
diritti di proprietà (Grossman, Hart e Moore)
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Requisiti della teoria manageriale
Scenario: separazione tra proprietà e controllo nelle imprese ad azionariato diffuso
Effetto: conflitto di obiettivi principale/agente
i manager massimizzano la crescita anziché i profitti (valore di mercato), per simbiosi con l’impresa e per potere e prestigio personali
sotto il vincolo di sicurezza (profitto normale)
prediligono l’autofinanziamento (dividendi minimi)
Fondamento: asimmetria d’informazione
solo i manager conoscono la reale situazione corrente e prospettica dell’impresa
l’azionista non può singolarmente sostenere i costi per controllare il comportamento dei managers

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Un semplice modello manageriale
Piano
cartesiano
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Un semplice modello manageriale
V
V = rapporto di valutazionedell’impresa sul mercato

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Un semplice modello manageriale
V
V = rapporto di valutazionedell’impresa sul mercato
valore attuale dei redditi futuri valore contabile del capitale
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Un semplice modello manageriale
V
V = rapporto di valutazionedell’impresa sul mercato
g = tasso di crescita delle vendite dell’impresa
g

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Un semplice modello manageriale
V
g
In un primo tratto il rapporto di valutazione V cresce al crescere di g
Alta elasticità della domanda rispetto al prezzo e ai costi di differenziazione del prodotto (pubblicità e R&S)
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Un semplice modello manageriale
V
g
Successivamente il rapporto di valutazione V decresce al crescere di g

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Successivamente il rapporto di valutazione V decresce al crescere di g
Un semplice modello manageriale
V
g
Bassa elasticità della domanda rispetto al prezzo e ai costi di differenziazione del prodotto (pubblicità e R&S)
18
Un semplice modello manageriale
V
g
Obiettivo dell’azionista
(max V)

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Un semplice modello manageriale
V
gg*
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Un semplice modello manageriale
V
gg*
Crescita ottimale per l’azionista

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Un semplice modello manageriale
V
gg*
Vmin
Vincolo manageriale (rischio di scalata)
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Un semplice modello manageriale
V
gg*
Vmin
gmax
Crescita ottimale per i manager

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Nuove teorie dell’impresa
La teoria principale-agente
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Cronologia
L’impresa è un organismo complesso:
non esiste una teoria univoca onnicomprensiva
esistono varie teorie, ciascuna su aspetti rilevanti
Teorie dell’impresa:
classica (Smith e Marx)
neoclassica (Marshall e successivi)
manageriale (Baumol, Marris e Williamson)
principale-agente (Alchian e Demsetz)
costi di transazione (Coase e Williamson)
diritti di proprietà (Grossman, Hart e Moore)

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Requisiti della teoria principale-agente
Estensione del conflitto tra obiettivi dal rapporto manager-azionisti a quello organizzativo interno
il principale ingaggia l’agente per svolgere un incarico delegando poteri decisionali
Obiettivo: massima utilità personale
Ipotesi:
avversione al rischio: l’agente è avverso, mentre il principale è neutrale
asimmetria d’informazione: l’agente può nascondere lo sforzo ottimale per conseguire l’obiettivo del principale
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La produzione di squadra (team)
Organizzazione della produzione (Alchian e Demsetz 1972)
team production function: q = q (L1, L2)
quantità di prodotto

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La produzione di squadra (team)
Organizzazione della produzione (Alchian e Demsetz 1972)
team production function: q = q (L1, L2)
quantità di lavoro del primo membro
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La produzione di squadra (team)
Organizzazione della produzione (Alchian e Demsetz 1972)
team production function: q = q (L1, L2)
quantità di lavoro del secondo membro

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Comportamento individuale
Organizzazione della produzione (Alchian e Demsetz 1972)
team production function: q = q (L1, L2)
la produttività dipende dall’interazione dei membri della squadra e quindi non può essere attribuita separatamente ai singoli: δδδδ2q/(δδδδL1δδδδL2) ≠ 0
Obiettivo personale: massimo beneficio netto (ΠΠΠΠi) in relazione allo sforzo o impegno (ei)
ΠΠΠΠi(ei) = b(ei) – c(ei)
costo dello sforzo
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Comportamento individuale
Organizzazione della produzione (Alchian e Demsetz 1972)
team production function: q = q (L1, L2)
la produttività dipende dall’interazione dei membri della squadra e quindi non può essere attribuita separatamente ai singoli: δδδδ2q/(δδδδL1δδδδL2) ≠ 0
Obiettivo personale: massimo beneficio netto (ΠΠΠΠi) in relazione allo sforzo o impegno (ei)
ΠΠΠΠi(ei) = b(ei) – c(ei) ⇒⇒⇒⇒ db/dei – dc/dei = 0

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Comportamento individuale
Organizzazione della produzione (Alchian e Demsetz 1972)
team production function: q = q (L1, L2)
la produttività dipende dall’interazione dei membri della squadra e quindi non può essere attribuita separatamente ai singoli: δδδδ2q/(δδδδL1δδδδL2) ≠ 0
Obiettivo personale: massimo beneficio netto (ΠΠΠΠi) in relazione allo sforzo o impegno (ei)
ΠΠΠΠi(ei) = b(ei) – c(ei) ⇒⇒⇒⇒ db/dei – dc/dei
beneficio marginale individuale
=
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Comportamento individuale
Organizzazione della produzione (Alchian e Demsetz 1972)
team production function: q = q (L1, L2)
la produttività dipende dall’interazione dei membri della squadra e quindi non può essere attribuita separatamente ai singoli: δδδδ2q/(δδδδL1δδδδL2) ≠ 0
Obiettivo personale: massimo beneficio netto (ΠΠΠΠi) in relazione allo sforzo o impegno (ei)
ΠΠΠΠi(ei) = b(ei) – c(ei) ⇒⇒⇒⇒ db/dei – dc/dei
costo marginale individuale
=

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Comportamento individuale
Organizzazione della produzione (Alchian e Demsetz 1972)
team production function: q = q (L1, L2)
la produttività dipende dall’interazione dei membri della squadra e quindi non può essere attribuita separatamente ai singoli: δδδδ2q/(δδδδL1δδδδL2) ≠ 0
Obiettivo personale: massimo beneficio netto (ΠΠΠΠi) in relazione allo sforzo o impegno (ei)
ΠΠΠΠi(ei) = b(ei) – c(ei) ⇒⇒⇒⇒ db/dei – dc/dei
uguaglianza
=
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Comportamento individuale
Organizzazione della produzione (Alchian e Demsetz 1972)
team production function: q = q (L1, L2)
la produttività dipende dall’interazione dei membri della squadra e quindi non può essere attribuita separatamente ai singoli: δδδδ2q/(δδδδL1δδδδL2) ≠ 0
Obiettivo personale: massimo beneficio netto (ΠΠΠΠi) in relazione allo sforzo o impegno (ei)
ΠΠΠΠi(ei) = b(ei) – c(ei) ⇒⇒⇒⇒ db/dei – dc/dei
⇒⇒⇒⇒ ei = ei* (livello ottimale di sforzo individuale)=

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Comportamento nel team
Obiettivo comune: ripartire il beneficio del team (T) ottenuto con lo sforzo reciproco
T(e1+e2)
beneficio totale del team
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Comportamento nel team
Obiettivo comune: ripartire il beneficio del team (T) ottenuto con lo sforzo reciproco
T(e1+e2) > b(e1) + b(e2)
somma dei benefici parziali

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Comportamento nel team
Obiettivo comune: ripartire il beneficio del team (T) ottenuto con lo sforzo reciproco
T(e1+e2) > b(e1) + b(e2)
Ipotesi di superadditività
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Comportamento nel team
Obiettivo comune: ripartire il beneficio del team (T) ottenuto con lo sforzo reciproco
T(e1+e2) > b(e1) + b(e2)
massimo per la squadra: dT/dei – dc/dei = 0

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Comportamento nel team
Obiettivo comune: ripartire il beneficio del team (T) ottenuto con lo sforzo reciproco
T(e1+e2) > b(e1) + b(e2)
massimo per la squadra: dT/dei = dc/dei
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Comportamento nel team
Obiettivo comune: ripartire il beneficio del team (T) ottenuto con lo sforzo reciproco
T(e1+e2) > b(e1) + b(e2)
massimo per la squadra: dT/dei = dc/dei
beneficio marginale della squadra indotto dallo sforzo individuale

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Comportamento nel team
Obiettivo comune: ripartire il beneficio del team (T) ottenuto con lo sforzo reciproco
T(e1+e2) > b(e1) + b(e2)
massimo per la squadra: dT/dei = dc/dei
costo marginale individuale
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Comportamento nel team
Obiettivo comune: ripartire il beneficio del team (T) ottenuto con lo sforzo reciproco
T(e1+e2) > b(e1) + b(e2)
massimo per la squadra: dT/dei = dc/dei
uguaglianza

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Comportamento nel team
Obiettivo comune: ripartire il beneficio del team (T) ottenuto con lo sforzo reciproco
T(e1+e2) > b(e1) + b(e2)
massimo per la squadra: dT/dei = dc/dei
⇒⇒⇒⇒ ei = ei* (soluzione ottimale per il team)
beneficio netto individuale in caso di riparto equo:ΠΠΠΠi = T(e1+e2)/2
metà del beneficio totale del team
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Comportamento nel team
Obiettivo comune: ripartire il beneficio del team (T) ottenuto con lo sforzo reciproco
T(e1+e2) > b(e1) + b(e2)
massimo per la squadra: dT/dei = dc/dei
⇒⇒⇒⇒ ei = ei* (soluzione ottimale per il team)
beneficio netto individuale in caso di riparto equo:ΠΠΠΠi = T(e1+e2)/2 – c(ei)
costo individuale

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Comportamento nel team
Obiettivo comune: ripartire il beneficio del team (T) ottenuto con lo sforzo reciproco
T(e1+e2) > b(e1) + b(e2)
massimo per la squadra: dT/dei = dc/dei
⇒⇒⇒⇒ ei = ei* (soluzione ottimale per il team)
beneficio netto individuale in caso di riparto equo:ΠΠΠΠi = T(e1+e2)/2 – c(ei)
massimo per un individuo: (dT/dei)/2 = dc/dei
⇒⇒⇒⇒ ei = eiT (soluzione subottimale del team) < ei*
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Conclusioni della teoria principale-agente
Nessun incentivo è in grado di massimizzare il beneficio della squadra, a causa dell’elusione dello sforzo individuale a spese degli altri membri
La soluzione è un supervisore che induca i membri della squadra a erogare lo sforzo ottimale e*, pagando un salario fisso e acquisendo il residuo
Il supervisore si identifica con il proprietario dell’impresa e ne giustifica l’esistenza
La teoria è stata estesa ai rapporti fra azionisti, manager e banche, introducendo costi di agenzia e incentivi monetari (Jensen e Meckling 1976)

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Limiti della teoria principale-agente
La teoria principale-agente non consente di spiegare la forma organizzativa dell’impresa e i suoi confini:
perché la proprietà dev’essere necessariamente conferita al supervisore?
perché non si dovrebbe sottoscrivere un contratto che contempli adeguati incentivi al supervisore, affinché persegua gli obiettivi del proprietario?
se l’asimmetria d’informazione non è eliminabile, perché l’integrazione tra proprietà e controllo dovrebbe risolvere il problema?
Nuove teorie dell’impresa
La teoria dei costi di transazione

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Cronologia
L’impresa è un organismo complesso:
non esiste una teoria univoca onnicomprensiva
esistono varie teorie, ciascuna su aspetti rilevanti
Teorie dell’impresa:
classica (Smith e Marx)
neoclassica (Marshall e successivi)
manageriale (Baumol, Marris e Williamson)
principale-agente (Alchian e Demsetz)
costi di transazione (Coase e Williamson)
diritti di proprietà (Grossman, Hart e Moore)
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Scelta fra mercato e impresa
I costi di negoziazione e scrittura dei contratti possono essere più elevati sul mercato che nell’impresa, in presenza d’incertezza riguardo alla prestazione (Coase 1937; Williamson 1975)
Acquisizione di un bene intermedio per realizzare un prodotto; soluzione contrattuale:
acquisto sul mercato a pronti (perfetta sostituzione tra fornitori e tra produttori)
contratto a lungo termine tra il produttore e uno specifico fornitore (definendo prezzo, quantità, tempi e luoghi di consegna del bene intermedio)

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Scelta fra mercato e impresa
I costi di negoziazione e scrittura dei contratti possono essere più elevati sul mercato che nell’impresa, in presenza d’incertezza riguardo alla prestazione (Coase 1937; Williamson 1975)
Acquisizione di un bene intermedio per realizzare un prodotto; soluzione integrata:
integrazione verticale della produzione del bene intermedio nell’impresa del bene finale, con assunzione della proprietà dei beni capitali fisici (internalizzazione anziché outsourcing)
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Scelta fra mercato e impresa
L’impresa esiste come istituzione alternativa al mercato per ridurre i costi di transazioneallo scopo di conseguire la massima efficienza:
il mercato è un’organizzazione contrattuale, basata sulla libertà di scambio, ove i segnali di prezzo regolano le quantità acquistate e vendute
l’impresa è un’organizzazione gerarchica, basata sull’autorità, ove i prezzi sono sostituiti dai segnali di comando del management
la scelta fra mercato, contratti a lungo termine e integrazione verticale dipende dai costi delle tre soluzioni organizzative fra loro alternative

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Il mercato a pronti
Vantaggi di un mercato concorrenziale:
rapido aggiustamento dei prezzi e delle quantitàscambiate in equilibrio, in risposta a variazioni della domanda e dell’offerta
spinta all’efficienza per tutte le imprese, tendenti a massimizzare i profitti
sfruttamento delle economie di scala fino alla dimensione ottima degli impianti (minimo costo)
omogeneità dei fornitori, per cui è indifferente acquistare da uno o dall’altro (switching cost nulli)
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I contratti a lungo termine
Vantaggi dei contratti duraturi con un fornitore:
specificità della relazione, se i fornitori non sono sostituibili per l’acquisizione dell’input
effetto di lock-in, per cui è conveniente lo scambio bilaterale per un lungo periodo
Svantaggi dei contratti a lungo termine:
aumento del costo della contrattazione
difficoltà di cambiare il fornitore in caso di insoddisfazione o di nuovi eventi
investimento specifico in capitale fisico o umanoda una o entrambe le parti per onorare il contratto

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Tipologie d’investimento specifico
Capitale fisico che soddisfi le esigenze del cliente:
progettazione di impianti e macchinari particolari non utilizzabili per altre produzioni
dimensionamento di capacità produttiva dedicata, con il rischio di sottoutilizzarla
localizzazione degli impianti in specifiche aree vantaggiose per il cliente (riduzione delle spese di trasporto e magazzinaggio), ma non reversibile
Capitale umano specializzato:
conoscenze e competenze accumulate non utilizzabili in altre collaborazioni
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Rischi inerenti all’investimento specifico
Opportunismo del cliente verso il fornitore che ha effettuato l’investimento specifico:
minaccia di non acquistare i beni intermedi al prezzo e nella quantità stabiliti nel contratto
Opportunismo del fornitore verso il cliente per il potere indotto dall’investimento specifico:
richiesta di aumento del prezzo stabilito nel contratto per il bene intermedio
Incentivo a rinegoziare il contratto per estrarre dal partner gli extraprofitti
Rischio di hold-up (interruzione del rapporto)

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Soluzioni per mitigare i rischi
Sanzioni in caso di inadempimento contrattuale per gli eventi previsti, che quindi non comportano una rinegoziazione fra le parti
Rinegoziazione in caso di eventi non previsti (innovazioni, crisi energetiche, fluttuazioni del mercato) che modificano le condizioni di scambio
i contratti sono in genere incompleti (non possono contemplare tutte le possibili contingenze)
la rinegoziazione è complessa e costosa e inoltre incentiva l’opportunismo contrattuale a causa dell’asimmetria informativa tra le parti
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Effetti dell’incompletezza contrattuale
Eccessiva complessità dei contratti con elevati costi di transazione per la rinegoziazione
Investimento subottimale, scegliendo tecnologie meno specifiche e quindi meno efficienti per la relazione (che non massimizzano i vantaggi)
Integrazione verticale: soluzione autoritaria a inefficienze troppo elevate dell’incompletezza contrattuale (costi di transazione troppo elevati associati alla rinegoziazione)
La teoria dei costi di transazione non spiega perché l’autorità risolve il fallimento del mercato

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Nuove teorie dell’impresa
La teoria dei diritti di proprietà
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Cronologia
L’impresa è un organismo complesso:
non esiste una teoria univoca onnicomprensiva
esistono varie teorie, ciascuna su aspetti rilevanti
Teorie dell’impresa:
classica (Smith e Marx)
neoclassica (Marshall e successivi)
manageriale (Baumol, Marris e Williamson)
principale-agente (Alchian e Demsetz)
costi di transazione (Coase e Williamson)
diritti di proprietà (Grossman, Hart e Moore)

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Presupposti della teoria
Obiettivo della teoria:
valutare la convenienza a integrarsi, se il contratto è incompleto (Grossman-Hart ‘86; Hart-Moore ‘90)
Effetto dell’integrazione:
trasferisce la proprietà del capitale fisico e il diritto di controllare il processo produttivo, consentendo l’utilizzo anche nei casi non previsti dal contratto
Esempio:
il proprietario-produttore del bene intermedio può rifiutare la fornitura, ma un direttore di produzione dell’impresa integrata non ha questo potere
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Costi e benefici dell’integrazione
Effetti contraddittori:
incentivo a effettuare investimenti specifici a causa della eliminazione del rischio di hold-up(possibilità di sovrainvestimento)
disincentivo a effettuare innovazioni di processo per ridurre i costi di produzione del bene intermedio (possibilità di sottoinvestimento)
Conseguenza:
le fusioni generano risultati incertie a volte possono indurre a successive separazioni

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Tipologie di integrazione
Integrazione a monte (proprietà del cliente):
l’investimento specifico del cliente è più rilevante (in termini di profitto) di quello del fornitore, per cui il danno provocabile da quest’ultimo è minore
il sovrainvestimento indotto dall’integrazione èminore del sottoinvestimento della separazione
Integrazione a valle (proprietà del fornitore) in caso di inversione delle precedenti caratteristiche
Separazione (non integrazione) in caso di caratteristiche medie per cliente e fornitore
Nuove teorie dell’impresa

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Sommario della lezione
Nuove teorie dell’impresa
La teoria manageriale:
la separazione tra proprietà e controllo comporta un conflitto tra obiettivi di azionisti e manager
l’informazione è asimmetrica
i manager desiderano massimizzare la crescita anziché i profitti dell’impresa
il rapporto di valutazione è funzione crescente e poi decrescente del tasso di crescita dell’impresa
la soluzione ottimale per il manager non è il massimo rapporto di valutazione, ma un valore di sicurezza che vincola la massima crescita
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Sommario della lezione
Nuove teorie dell’impresa
La teoria principale-agente:
il principale assume l’agente per un incarico
l’informazione è asimmetrica: l’agente può nascondere il suo sforzo nel perseguire l’obiettivo
il principale è neutrale al rischio, l’agente è avverso
la produttività dipende dall’interazione tra i membri
il massimo beneficio per la squadra è diverso da quello dei componenti (sforzo subottimale)
soluzione: un supervisore (imprenditore) che estragga lo sforzo ottimale, pagando un salario fisso e appropriandosi del residuo (il profitto)

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Sommario della lezione
Nuove teorie dell’impresa
La teoria dei costi di transazione:
contratto spot sul mercato: vantaggio di un rapido aggiustamento dei prezzi di equilibrio, ma necessitàdi perfetta sostituzione tra i fornitori
contratto a lungo termine: specificità della relazione con il fornitore (prezzo, quantità, tempo, luogo), ma contratti incompleti (costi di ricontrattazione), sottoinvestimento specifico e rischio di interruzione
integrazione verticale: potere gerarchico di’mpresa
soluzione: scelta della forma istituzionale (mercato, contratti a lungo, impresa) che minimizza i costi
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Sommario della lezione
Nuove teorie dell’impresa
La teoria dei diritti di proprietà:
l’integrazione comporta il trasferimento dei diritti di proprietà e di controllo all’impresa acquirente
vantaggi: nessuna remora agli investimenti specifici per effetto dell’eliminazione del rischio di hold-up
svantaggi: disincentivo all’innovazione finalizzata a ridurre i costi di produzione del bene intermedio
incertezza dei risultati delle fusioni d’imprese
l’integrazione a monte (proprietà del cliente) o a valle (proprietà del fornitore) dipende dall’effetto dell’investimento specifico sui profitti

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Verifica di apprendimento della lezione
Nuove teorie dell’impresa:
La teoria manageriale
La teoria principale-agente
La teoria dei costi di transazione
La teoria dei diritti di proprietà
Domande di riepilogo
Domande di riepilogo
Domande di riepilogo
Domande di riepilogo