analisi traduttologica

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1. Tipologia testuale. Introduzione della tipologia testuale del/i testo/i tradotto/i (es. testo giornalistico, testo letterario, atto di convegno, saggio, discorso, ecc…) con una breve descrizione delle sue caratteristiche tipiche: funzione (espressiva, vocativa, informativa), registro (formale, colloquiale, ecc…), linguaggio (specialistico o meno), uso dei sostantivi, dei verbi, ecc…, obiettivo che il testo/i testi si pone/pongono, per quale tipo di pubblico è/sono pensato/i. 2. Strategia traduttiva, ovvero la “strategia che il traduttore applica in modo coerente in funzione dell’intenzione adottata nella traduzione di un dato testo”, Delisle et al. 2002). descrizione della strategia traduttiva usata (source-oriented o target-oriented, ovvero traduzione orientata al testo di partenza o al testo d’arrivo; traduzione semantica o comunicativa secondo Newmark[2. P. NEWMARK, La traduzione: problemi e metodi, trad. di F. Frangini, Milano, Garzanti, 1988.], ecc…) e motivazione/i per cui la si è utilizzata. 3. Procedimenti traduttivi. Un procedimento traduttivo è un “procedimento di trasferimento linguistico degli elementi portatori di senso del testo di partenza applicato dal traduttore nel momento in cui formula un’equivalenza” (Delisle et al. 2002). I procedimenti traduttivi si differenziano dalla strategia traduttiva perché quest’ultima riguarda un approccio che riguarda il testo nella sua interezza. descrizione dei vari procedimenti traduttivi usati [esempi di procedimenti traduttivi sono: calco, traduzione letterale (può anche essere una strategia traduttiva), economia, amplificazione, modulazione], con qualche esempio. 4. Termini particolarmente difficili da tradurre

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Page 1: Analisi traduttologica

1. Tipologia testuale. Introduzione della tipologia testuale del/i

testo/i tradotto/i (es. testo giornalistico, testo letterario, atto di

convegno, saggio, discorso, ecc…) con una breve descrizione delle sue

caratteristiche tipiche:

funzione (espressiva, vocativa, informativa),

registro (formale, colloquiale, ecc…),

linguaggio (specialistico o meno),

uso dei sostantivi, dei verbi, ecc…,

obiettivo che il testo/i testi si pone/pongono,

per quale tipo di pubblico è/sono pensato/i.

2. Strategia traduttiva, ovvero la “strategia che il traduttore applica

in modo coerente in funzione dell’intenzione adottata nella traduzione

di un dato testo”, Delisle et al. 2002).

descrizione della strategia traduttiva usata (source-oriented o

target-oriented, ovvero traduzione orientata al testo di partenza o al

testo d’arrivo; traduzione semantica o comunicativa secondo

Newmark[2. P. NEWMARK, La traduzione: problemi e metodi, trad.

di F. Frangini, Milano, Garzanti, 1988.], ecc…) e motivazione/i per

cui la si è utilizzata.

3. Procedimenti traduttivi. Un procedimento traduttivo è un

“procedimento di trasferimento linguistico degli elementi portatori di

senso del testo di partenza applicato dal traduttore nel momento in cui

formula un’equivalenza” (Delisle et al. 2002). I procedimenti traduttivi

si differenziano dalla strategia traduttiva perché quest’ultima riguarda

un approccio che riguarda il testo nella sua interezza.

descrizione dei vari procedimenti traduttivi usati [esempi di

procedimenti traduttivi sono: calco, traduzione letterale (può anche

essere una strategia traduttiva), economia, amplificazione,

modulazione], con qualche esempio.

4. Termini particolarmente difficili da tradurre

esempi di termini che, in fase di traduzione, hanno dato filo da

torcere, magari perché nel testo viene dato loro un significato

particolare, o sono termini tecnico-specialistici che non si trovano

nei comuni vocabolari.

Page 2: Analisi traduttologica

Ovviamente, bisogna anche spiegare questi esempi: ad esempio,

scrivere che nel libro X, l’autore Tizio usa quel termine per indicare

una certa cosa e che si è scelto di tradurlo così perché il contesto lo

richiedeva, o perché Caio e Sempronio hanno proposto quella

traduzione. Mi è servito davvero tanto, in fase di traduzione, ma

anche di revisione, annotare tutto ciò che ricercavo sui libri e in

Rete su un blocco note. Quando poi ho scritto questa parte del

capitolo sull’analisi traduttologica, quasi tutto il materiale che avevo

usato per scriverlo era lì.

5. Altri problemi legati alla traduzione

problemi non legati nello specifico ai procedimenti traduttivi e che

non rientrano nel paragrafo dei termini particolarmente difficili da

tradurre. Per fare un esempio: uno dei testi che ho tradotto, che ha

come target reader studiosi, professionisti ed esperti

d’interpretazione, traduzione o linguistica che non sono italiani,

spiega in una nota cos’è la RAI. Ho dato per scontato che i

corrispettivi italiani delle suddette categorie di persone sappiano

benissimo cos’è e ho ritenuto opportuno, per conservare l’ordine

delle note nel testo tradotto, inserire una Nota del Traduttore che

rimanda al capitolo sul commento e l’analisi traduttologica in cui ho

parlato anche di questo. 

6. Rimandi intertestuali nel/i testo/i di partenza

7. Termini tecnico-specialistici (ovviamente, se il testo ne contiene)

8. Espressioni idiomatiche (con esempi)