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ANIMA SGR SPA
Capitale Sociale: Euro 23.793.000,00 interamente sottoscritto e versato.
La SGR è soggetta all’attività di direzione e coordinamento
dell’azionista unico Anima Holding S.p.A.
Consiglio di Amministrazione
Presidente: Livio Raimondi* (indipendente)
Amministratore Delegato Marco Carreri
e Direttore Generale:
Consiglieri: Maurizio Biliotti*
Alessandro Melzi D’Eril (Condirettore Generale)
Francesca Pasinelli* (indipendente)
Gianfranco Venuti
Antonello Di Mascio
Collegio Sindacale
Presidente: Antonio Taverna
Sindaci effettivi: Marco Barassi
Tiziana Di Vincenzo
Sindaci Supplenti: Enrico Maria Mosconi
Carlotta Veneziani
Società di Revisione Deloitte & Touche S.p.A.
Depositario BNP Paribas Securities Services SA – Succursale di Milano
*Membro del Comitato Remunerazione (Istituito ai sensi dell’art.39 del Reg. Banca d’Italia – Consob del 29/10/2007 e successive modifiche e integrazioni)
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INDICE
RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DI ANIMA SGR ....................................................................... 4
ANIMA INVESTIMENTO ROBOTICA&INTELLIGENZA ARTIFICIALE 2024 .......................................19
ANIMA INVESTIMENTO ENG 2025 ......................................................................................................54
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RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DI ANIMA SGR SULLA RELAZIONE DI GESTIONE AL 31 DICEMBRE 2019
Forma e contenuto della Relazione di Gestione La Relazione di Gestione (di seguito anche “Relazione”), è stata redatta in conformità al Regolamento sulla gestione collettiva del risparmio, emanato con Provvedimento della Banca d’Italia del 19 gennaio 2015 e successive modificazioni ed è costituita dalla Situazione Patrimoniale, dalla Sezione Reddituale, dalla Nota Integrativa, accompagnata dalla Relazione degli Amministratori. I dettagli della Nota Integrativa sono esposti esclusivamente per le voci valorizzate negli schemi della Relazione. Mercati Finanziari Nel corso del 2019, il significativo allentamento monetario globale ha alimentato un apprezzamento generalizzato delle diverse asset class di investimento. L’indice globale relativo alla classe azionaria ha fatto registrare una performance ampiamente positiva in valuta locale (prossima a +25%), mentre la volatilità è rimasta generalmente contenuta. Anche gli indici obbligazionari governativi (sia quello globale in valuta locale sia quello in area Euro), corporate bond ed emergenti, con misure di differente entità, crescenti all’aumentare del profilo di rischio, hanno espresso dinamiche complessivamente positive, in virtù del calo tendenziale dei tassi e della compressione degli spread. In flessione il cambio euro/dollaro. Più in dettaglio, la partenza dei mercati nell’avvio del 2019 è stata positiva, favorita dall’approccio cauto e moderato della Federal Reserve sulla traiettoria dei tassi USA, confermato poi dall’impostazione espansiva mantenuta nel prosieguo del 2019. L’aumento di timori relativamente alla dinamica della crescita globale e alle tensioni commerciali aveva temporaneamente accresciuto l’avversione al rischio degli investitori, poi superata dalla prosecuzione della fase costruttiva che, complici le positive trimestrali delle società statunitensi ed europee, sino ad aprile, ha favorito la crescita dei mercati azionari ed il trend di riduzione dei premi per il rischio. Nel corso del secondo trimestre dell’anno, in particolare nel mese di maggio, è stato registrato un ritorno della volatilità sui mercati ed una sensibile flessione del comparto azionario, il crollo della borsa cinese, l’indebolimento dello yuan, e l’acquisto di beni rifugio, a causa del ravvivarsi delle tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina e dell’annuncio di aumenti tariffari su entrambi i fronti. La debolezza dei mercati azionari è stata rilevante, in particolare per le aree geografiche ed i settori (ciclici, materie prime e tecnologia in primis) più esposti all’escalation della “trade war”. Il clima di avversione al rischio ha intaccato in parte anche i crediti ed il debito emergente, che tuttavia da inizio giugno hanno beneficiato di una mitigazione dei pregressi effetti negativi, favorita dalla discesa dei tassi USA e da una fase di indebolimento del dollaro statunitense. A giugno le Banche Centrali dichiaratamente espansive e disponibili ad intervenire anche con tagli dei tassi, hanno favorito l’andamento positivo delle emissioni governative, la ripresa dei mercati azionari, il rientro della volatilità. Nel corso del terzo trimestre 2019 si sono verificate nuove fasi alterne di breve ma intensa avversione al rischio, alimentata dal riacutizzarsi delle tensioni commerciali tra USA e Cina e da timori di dinamiche recessive. Le dichiarazioni costruttive in ordine alla ripresa dei negoziati nel periodo autunnale hanno in parte contribuito a contenere tali episodi. Anche il fattore ascrivibile al rischio politico, su differenti fronti, ha contribuito a determinare fasi alterne sui mercati finanziari. Revisioni negative delle stime di crescita, incertezze e timori nel contesto geo-politico hanno generato fasi di risk-off, e sostenuto a più riprese le obbligazioni governative core. Tuttavia, i comparti governativi sono stati favoriti soprattutto dall’approccio espansivo della BCE: il contrasto alla debolezza di inflazione e crescita è culminato a settembre con il taglio del tasso di deposito a -0,50% ed il riavvio del Quantitative Easing. La combinazione di tali fattori ha spinto i tassi in territorio progressivamente negativo, e ha contribuito ad indebolire l’Euro nei confronti del dollaro e delle principali valute. Anche il debito emergente è stato supportato a tratti dalla discesa dei tassi USA e dagli interventi espansivi delle diverse banche centrali, giungendo a segnare un rialzo che da inizio anno si è collocato in prossimità di +15%, sia per le emissioni in valuta forte, sia per quelle in valuta locale. Compressione dei tassi e riduzione dei premi per il rischio hanno progressivamente favorito anche il comparto corporate bond, attestato su rendimenti collocati in prossimità dei minimi storici. Tuttavia, dopo l’ingresso nell’ultimo quadrimestre del 2019, l’allentamento progressivo di alcuni rischi geo-politici, una maggiore propensione al rischio degli investitori ed il ridimensionamento delle aspettative in merito ad eventuali future mosse delle banche centrali
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hanno contribuito, a novembre, ad innalzare i rendimenti governativi. Più contenuto l’impatto sul debito societario in virtù dei rendimenti positivi, in particolare sul comparto high yield. Il BTP ha sofferto pressioni a fasi alterne. Le preoccupazioni emerse su crescita e conti pubblici (sfociate ad inizio giugno nei richiami sul debito e nelle raccomandazioni da parte della Commissione Europea sull’avvio di una procedura per debito eccessivo nei confronti dell’Italia) avevano riportato lo spread nei confronti del Bund decennale sui livelli massimi da inizio anno (febbraio), testando tra metà e fine maggio quote superiori a 280 punti base. Dopo l’avvio di luglio, la netta flessione sotto 200 punti base, in seguito agli annunci espansivi della BCE, e successivamente al mancato avvio della procedura d’infrazione da parte della UE, era stata interrotta da una nuova fiammata in agosto, poco sotto 240 punti base, concomitante con l’apertura della crisi di governo. La fiducia accordata dalle Camere al nuovo esecutivo “Conte-bis”, percepito più in linea del precedente con le politiche comunitarie UE, aveva poi nuovamente favorito la compressione del differenziale BTP/Bund in range 130-140 punti base, sino ai rimbalzi in area 160 di novembre e dicembre. In corso d’anno, durante le fasi di tensione ed avversione al rischio è stato registrato a più riprese il rafforzamento delle divise rifugio (yen, franco svizzero), specularmente penalizzate dall’emergere di un clima maggiormente costruttivo; le fasi di ridimensionamento delle tensioni commerciali hanno altresì favorito le divise dei Paesi emergenti. L’incertezza sugli sviluppi politici nel Regno Unito in relazione a Brexit a partire dalla primavera avevano determinato l’indebolimento ed un andamento altalenante della sterlina inglese, poi virato ad una netta ripresa a partire da agosto sino a toccare i massimi da inizio anno contro euro nella prima metà di dicembre. Il dollaro USA si è progressivamente rafforzato con fasi alterne di tonicità, a tratti interrotta in occasione della pubblicazione di dati macroeconomici sotto alle attese e di un aumento delle aspettative di un possibile taglio dei tassi da parte della Fed, materializzatosi con le riduzioni di un quarto di punto a luglio, settembre e fine ottobre. Il cambio euro/dollaro a fine 2019 si è attestato in area 1,12 (-2% circa da inizio anno). Il prezzo del petrolio aveva tracciato una fase ascendente nel corso del primo quadrimestre 2019 proseguito in primavera con alcune penalizzazioni. Dopo l’avvio del secondo semestre 2019 si è assistito ad una dinamica laterale, temporaneamente interrotta da un isolato balzo registrato a metà settembre, in seguito all’attacco alle installazioni petrolifere in Arabia, cui ha fatto seguito, da ottobre, una moderata ripresa delle quotazioni che ha portato il contratto future sul WTI a guadagnare circa +35% da inizio 2019. Dopo la dinamica positiva di inizio anno, anche le quotazioni delle materie prime hanno tracciato fasi alterne di debolezza tra il secondo e terzo quadrimestre sino a toccare i minimi di inizio giugno e ad agosto, e di ripresa nella prima metà di settembre e dall’inizio di dicembre 2019. La quotazione dell’oro, beneficiando del ruolo di bene rifugio, aveva segnato una progressiva crescita da fine maggio, con picchi tra agosto e settembre; dopo un autunno caratterizzato da un tracciato laterale è tornato a risalire a dicembre oltre quota +15% da inizio anno. Scenario Macroeconomico Lo scenario macroeconomico globale in corso d’anno ha accusato il rallentamento dei dati sulla crescita, segnando il passo, unitamente all’inflazione, sia in USA sia in Europa. Il Fondo Monetario Internazionale aveva evidenziato stime al ribasso, inserite in un contesto di rallentamento sincronizzato dell’economia mondiale. Tensioni geo-politiche e provvedimenti protezionistici hanno gravato sullo scenario internazionale di breve e medio termine, minando il clima di fiducia ed aumentando la vulnerabilità dei mercati. A questo si è accompagnato il calo degli investimenti e della produzione a livello mondiale, l’andamento cedente dell’industria automobilistica e più in generale la debolezza della manifattura, l’incertezza relativa agli sviluppi politici nel Regno Unito e alle implicazioni di Brexit, l’aumento di alcune tensioni nell’area medio-orientale. A fronte di timori sul peggioramento delle condizioni cicliche, le Banche Centrali (Fed e BCE in primis) hanno adottato misure espansive mediante un significativo allentamento monetario. La tregua siglata in occasione del G20 tenutosi in Giappone a fine giugno, le dichiarazioni apparentemente concilianti e distensive da parte del presidente Trump in occasione del G7 di Biarritz a fine agosto e le iniziative di moratoria in ottobre avevano costituito il viatico per la ripresa dei negoziati commerciali volti ad evitare ulteriori escalation, a favorire una ricomposizione delle fratture e a ricercare soluzioni di compromesso. L’andamento dei colloqui, nel tempo, ha registrato fasi alterne tra costruttivo ottimismo e brusche frenate. L’accordo negoziale “Fase 1” fra USA e Cina, poi siglato il 15 gennaio 2020, ha portato le trattative a raggiungere un esito positivo anche se parziale: a fronte dell’impegno cinese di acquistare merci USA per un controvalore di circa 200 miliardi di dollari nel prossimo biennio, Washington ha previsto un allentamento della stretta sulle importazioni dalla Cina mediante il blocco di ulteriori dazi e la riduzione graduale delle tariffe in essere, oltre ad accordi sulla gestione valutaria e sulla tutela della proprietà intellettuale. Sono emersi segnali di stabilizzazione del ciclo industriale, malgrado indicazioni non univoche, ed il permanere del settore manifatturiero in area recessiva:
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nella seconda parte dell’anno, alcuni indicatori anticipatori sembravano aver imboccato un sentiero di recupero, ed i fattori di rischio apparivano lievemente attenuati rispetto al passato. Negli Stati Uniti i dati rilevati hanno fornito indicazioni eterogenee, convergenti verso un rallentamento dell’economia e della crescita interna (secondo le stime del FMI), stante il calo registrato sugli investimenti ed il permanere di rischi congiunturali. I consumi ed il mercato del lavoro hanno invece confermano una persistente solidità. Pregressi segnali di rallentamento avevano indotto la Federal Reserve a rivedere al ribasso le previsioni sul Pil, mentre l’inflazione, dopo aver attraversato alcune fasi di debolezza, si è collocata su livelli contenuti, ma non lontani dal target della Banca Centrale. La Fed già con l’avvio del 2019 aveva mostrato un orientamento decisamente espansivo e conciliante, dichiarando di non prevedere rialzi nel corso del 2019. Il Presidente Powell, nel rilevare come le incertezze sulle tensioni commerciali e sulla forza dell’economia globale gravassero sulle previsioni di crescita, si era espresso in ordine al rafforzamento dell’ipotesi di una politica monetaria più accomodante. Monitorando gli sviluppi sul fronte commerciale ed inflativo, e allo scopo di sostenere l’espansione economica statunitense, la Fed aveva ridotto i tassi di un quarto di punto in fascia 2%-2,25% in occasione del FOMC del 31 luglio e, dopo aver iniettato abbondante liquidità sul mercato del finanziamento a breve termine, nei FOMC del 18 settembre e di fine ottobre aveva operato due ulteriori riduzioni dei tassi, ciascuna di -0,25%, con collocazione finale in fascia 1,50%-1,75%. Malgrado le ripetute pressioni della Casa Bianca, la Fed aveva vincolato il futuro sentiero dei tassi esclusivamente alla qualità degli indicatori economici e all’eventuale materializzarsi di rischi per la crescita. Dopo il taglio dei tassi di fine ottobre è stato valutato appropriato un posizionamento espansivo in relazione al controllo dell’inflazione, ad uno scenario economico prospettico moderatamente positivo, alla forza del mercato del lavoro ed alle revisioni positive delle stime sul PIL (circa +2% nella rilevazione del terzo trimestre 2019). Mentre ha preso avvio la fase pubblica della procedura di impeachment nei confronti del presidente Trump (in relazione al dossier sulle interferenze politiche relative al caso Ucraina/Biden), è proseguito il dibattito politico in vista dell’approssimarsi dell’anno elettorale statunitense. In Europa, il rallentamento in atto, ascrivibile principalmente ad una domanda estera progressivamente flettente ed alla debolezza del commercio internazionale e del comparto manifatturiero, ha frenato gli investimenti e fatto registrare una contrazione della produzione industriale dell’area. Le stime del FMI avevano evidenziato tagli nelle previsioni di crescita per l’Eurozona, mentre le previsioni economiche autunnali della Commissione Europea avevano confermato uno scenario di espansione modesta. Il Pil tendenziale su base annua si è collocato a 1,2%, la disoccupazione a 7,5%. Rischi orientati al ribasso, indicazioni segnalanti una debolezza persistente dell’economia europea, attese di inflazione modeste e sensibilmente discoste dall’obiettivo di lungo termine, avevano indotto la Banca Centrale Europea ad intervenire, invertendo il processo di normalizzazione della politica monetaria con la sospensione ed il rinvio del rialzo dei tassi almeno oltre alla prima metà del 2020, ed adottando un approccio espansivo. La BCE ha assicurato stimoli all’economia confermando la disponibilità ad adottare tutti gli strumenti disponibili. I provvedimenti in atto hanno previsto i reinvestimenti delle scadenze, l’estensione delle operazioni di breve termine ed il rinnovo dei rifinanziamenti per gli istituti di credito, la riattivazione del Quantitative Easing dal mese di novembre (per almeno un anno). Il taglio dei tassi di -0,10% si è concretizzato nella riunione del 12 settembre 2019 portando la remunerazione dei depositi delle banche c/o la BCE a -0,50%. A fine ottobre è terminato il mandato di Draghi alla guida della BCE. Lagarde, subentrata da inizio novembre, sembrerebbe confermare una linea d’azione espansiva ed accomodante, in sostanziale coerenza con quella del suo predecessore. Il Consiglio direttivo della BCE nella riunione di dicembre ha mantenuto tassi invariati: le attese convergevano sul mantenimento di livelli uguali o inferiori a quelli attuali finché le prospettive di inflazione non si attestassero stabilmente su una misura sufficientemente prossima ma inferiore al 2% e si fossero riflesse coerentemente nelle dinamiche dell’inflazione di fondo. Era stata inoltre annunciata una review strategica del quadro di politica monetaria per il 2020. Nell’ipotesi di una modesta crescita a livello globale, quella europea potrebbe dipendere in misura crescente dalla tonicità dei comparti maggiormente orientati verso il mercato interno, ed essere supportata, oltre che da condizioni finanziarie favorevoli, da politiche fiscali incisivamente espansive da parte degli stati che possono disporre di margini di bilancio. Relativamente all’Italia, le stime di crescita tendenziale sostanzialmente nulla (la variazione acquisita del PIL 2019 è stata +0,3%) risultano coerenti con la debolezza in atto che si riflette nella flessione congiunturale dell’industria. L’Istat ha rilevato una progressiva diminuzione della disoccupazione, recentemente collocatasi poco sotto 10% (dato sopra la media dell’Eurozona), cui si contrappone la fase di stagnazione dell’economia. La Commissione Europea ha mantenuto l’Italia tra i paesi membri che presentano squilibri macroeconomici rilevanti, evidenziando nelle valutazioni sui conti pubblici che gli elementi di vulnerabilità del paese continuano ad insistere sull’elevato debito, cui si associano bassa crescita, ostacoli agli investimenti, evasione fiscale, sostenibilità del sistema pensionistico, disoccupazione, ed altre carenze strutturali. Scongiurata l’attivazione della procedura per debito eccessivo da parte della Commissione Europea, e superata la crisi estiva di
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Governo, rimangono comunque ostacoli per affrontare soluzioni sostenibili di correzione della traiettoria fiscale e di riduzione progressiva del rapporto debito/Pil attraverso un piano di rientro di medio termine, un programma complessivo di revisione della spesa corrente, e di investimenti infrastrutturali. L’esecutivo, nella nota di aggiornamento al DEF, aveva previsto un perimetro di risorse di circa 30 miliardi di euro, principalmente indirizzati a sterilizzare l’aumento dell’IVA e a ridurre il cuneo fiscale. In tale contesto si è sviluppato un acceso dibattito politico sia relativamente ai possibili emendamenti, sia sulle misure di contrasto all’evasione fiscale, sia sul meccanismo europeo di stabilità. La manovra ha ottenuto il via libera della Commissione Europea, la quale ha comunque sottolineato potenziali rischi di non conformità con il patto di stabilità e crescita nel 2020, di deviazione dal percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di bilancio a medio termine e di inosservanza del parametro di riduzione del debito, rinviando la verifica su quest’ultimo alla primavera 2020. Nel Regno Unito, dopo il fallimento dell’accordo di compromesso e le dimissioni di May, anche le spinte intransigenti espresse dal Governo del Premier Conservatore Johnson si erano scontrate con l’opposizione del Parlamento. Westminster si era espresso per un rinvio dell’uscita in caso di no deal, ridefinendo un’ulteriore proroga di tre mesi (al 31 gennaio 2020). L’intesa raggiunta in extremis tra UE e Governo britannico, l’indizione di nuove elezioni tenutesi il 12 dicembre, hanno prima ridimensionato e poi scongiurato il rischio di una Brexit senza accordo, anche alla luce dell’ampio successo conseguito alle urne dal partito Conservatore. Il Regno Unito è uscito dall’UE allo scadere del 31 gennaio 2020, tuttavia gli effetti reali del recesso verranno posposti nel periodo transitorio, durante il quale verrà negoziato il trattato per regolare i rapporti bilaterali, e si manifesteranno sul finire del 2020. Si segnala inoltre che la BoE l’11 marzo 2020 ha ridotto i tassi di mezzo punto portandoli a 0,25% da 0,75%. In Giappone l’attività economica rimane modesta, le stime sulla crescita sono in flessione. Malgrado la resilienza dei consumi interni, gli investimenti delle imprese sono previsti in graduale rallentamento, sulla scia della debolezza della domanda estera. La disoccupazione a 2,4% è ai minimi ventennali. Le prospettive rimangono incerte a causa del calo dell’export, in primis verso la Cina. Il tracciato inflativo è sensibilmente distante dal target del 2% della Bank of Japan, la quale, confermando l’impegno a mantenere stabili tassi e stimoli di politica monetaria, ha aperto ad un approccio maggiormente flessibile, dopo aver registrato uno scenario congiunturale moderatamente positivo, ma con rischi in aumento, collegati alle dispute commerciali. Dal 1° ottobre è stato attivato il rialzo dell’imposta sui consumi. Per i Paesi Emergenti le stime di crescita del FMI (+3,9% nel 2019, +4,6% nel 2020) mantengono un passo decisamente più sostenuto rispetto ai Paesi Sviluppati. Il focus rimane prevalentemente concentrato sull’evoluzione apparentemente benevola delle relazioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, e sul coinvolgimento dei principali attori dell’area orientale. Dopo aver registrato nel 2019 un rallentamento dell’economia (PIL reale in area 6% su base annua), Pechino ha previsto stimoli (credito in espansione, agevolato dall’abbassamento dei tassi sui prestiti, ed investimenti infrastrutturali) che dovrebbero supportare una stabilizzazione prospettica della crescita. L’evoluzione della crisi ad Hong Kong ha infine portato a considerare l’incertezza e le possibili implicazioni connesse ad un eventuale intervento diretto della Cina e al coinvolgimento della politica statunitense. Prospettive per il 2020 I rischi e gli squilibri indotti dalle iniziative protezionistiche, le criticità e le difficoltà riscontrate lungo il sentiero di crescita, hanno trovato un argine nelle reazioni delle Banche Centrali, le quali, alla luce di valutazioni non ottimistiche sulle dinamiche inflative e sulle condizioni finanziarie, hanno adottato azioni espansive, con l’obiettivo di fronteggiare il peggioramento delle condizioni congiunturali. Le reazioni agli stimoli sono state positive. Considerata l’intensità e l’efficacia degli interventi messi in campo, il superamento del supporto emergenziale fornito dalle politiche monetarie potrebbe favorire l’emergere di nuovi catalyst di crescita con l’eventuale introduzione di politiche fiscali, indirizzate all’ampliamento della spesa (ove sussistessero i margini di bilancio) e ad innescare supporti all’espansione economica. Le previsioni sullo scenario globale e sulla crescita rimangono condizionate dall’evoluzione delle relazioni commerciali e dalle indicazioni ambigue rinvenienti dal flusso dei dati macroeconomici, tuttavia le schiarite sul fronte geo-politico e l’allentamento delle tensioni potrebbero apparire idonei a supportare la ripresa dell’attività economica ed un miglioramento ciclico. La direzione futura dei mercati continuerà ad essere condizionata dal flusso di informazioni relativo alle dinamiche della crescita economica globale, dalle politiche commerciali, dall’evoluzione delle relazioni tra i principali attori a livello globale (USA, Cina ed Europa in primis), e dalle periodiche revisioni degli utili societari. L’evoluzione delle sopra citate variabili, in relazione alle dinamiche attese dei mercati ed ai possibili aggiustamenti suggeriti dalla fase del ciclo, sarà determinante per individuare i tracciati delle varie classi di
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investimento, essendo potenzialmente atte a comportare variazioni del rischio percepito e movimenti di riequilibrio di differente intensità. Nel corso del 2019 la rete di protezione delle Banche Centrali ha contribuito ad anestetizzare la volatilità: in prospettiva, le sopra citate incertezze sullo scenario macroeconomico e la rilevanza di alcuni appuntamenti e sviluppi politici potrebbero generare fasi di turbolenza e favorire l’emergere di opportunità da sfruttare per la creazione di valore, in uno scenario di minore direzionalità dei mercati. Di particolare rilevanza, l’attesa conclusione (a marzo 2020) della review relativa all’impostazione della futura politica monetaria statunitense, allorché la Fed renderà pubblici i risultati dell’analisi condotta nel corso del 2019 e le relative conclusioni. I mercati avranno modo di speculare sull’ipotetico cambio della funzione di reazione della Banca Centrale stessa, ove è ipotizzabile che l’atteggiamento possa permanere accomodante per un periodo di tempo considerevolmente esteso, a parità di condizioni economiche (crescita e inflazione). In quest’ottica e in una logica di breve termine, il contesto di riferimento potrebbe rimanere favorevole per le attività più rischiose, portando ad avvalorare una visione positiva sulla classe azionaria nel suo complesso, unitamente all’opportunità di perseguire allocazioni moderate e prudenti sulla classe obbligazionaria. Il comparto azionario è stato sostenuto dall’azione espansiva delle Banche Centrali, da tassi di interesse bassi e da politiche monetarie che mantengono un orientamento molto accomodante. Lo scenario geo-politico per quanto ancora incerto, potrebbe evolvere positivamente in direzione di un progressivo riavvicinamento tra Washington e Pechino, anche in previsione delle elezioni americane, appuntamento politico di massima rilevanza nel 2020 per le implicazioni cruciali sullo scenario economico finanziario. Il permanere di incertezze sul fronte geo-politico potrebbe limitare la direzionalità dei mercati, tuttavia, se la ripresa economica dovesse consolidarsi, la rotazione tra aree, settori e stili potrebbe essere foriera di nuove opportunità in un’ottica tattica. Il mercato azionario statunitense rimane selettivamente interessante sotto il profilo delle valutazioni aziendali, sulla base della cassa generata ed in relazione agli utili attesi. In Europa, la fase di debolezza attraversata dalla Germania potrebbe costituire il presupposto per l’avvio di iniziative espansive di politica fiscale (sostenute anche dalle recenti indicazioni provenienti dalla Commissione Europea in fase di analisi delle leggi di bilancio). Nell’ambito dei mercati emergenti, i timori sul rallentamento del ciclo economico sono stati contrastati da iniziative di financial easing da parte delle Banche Centrali. Al contempo, aumentano le attese per l’introduzione o per il potenziamento di stimoli fiscali atti a supportare la crescita, in risposta all’indebolimento dei dati macroeconomici. L’ottimismo sulla ripresa deriva anche da revisioni positive sulle stime degli utili, contestualizzati in un clima di relazioni commerciali ancora fluido ma maggiormente costruttivo. Relativamente al comparto obbligazionario, i tagli dei tassi delle Banche Centrali e la riattivazione del quantitative easing si sono riflessi sui rendimenti attesi, contribuendo a comprimerli sensibilmente. Nell’ipotesi di un progressivo esaurimento delle potenzialità espansive della politica monetaria, l’adozione di iniziative a sostegno dell’economia e della crescita ascrivibili a politiche fiscali, potrebbe imporre un incremento delle emissioni al servizio del debito superiore a quanto attualmente scontato dai mercati. Sul fronte europeo le modifiche di guidance della BCE hanno fornito alcune indicazioni sul futuro sentiero dei tassi, che dovrebbero mantenersi bassi sino al raggiungimento del target di inflazione. Rendimenti compressi deprimono l’appetibilità per posizionamenti su tassi nulli o negativi, ed al contempo predispongono le condizioni per un rallentamento della velocità di discesa dei medesimi. Un eventuale parziale rialzo dei rendimenti potrebbe essere interpretato come un rientro da valori estremi, ma non dovrebbe pregiudicare uno scenario futuro di tassi bassi per lungo tempo. L’eventuale miglioramento delle prospettive di crescita e l’aumento della propensione al rischio degli investitori potrebbero alimentare pressioni al rialzo sui tassi governativi, pur senza un marcato repricing, dal momento che sia la Fed sia la BCE hanno recentemente adottato un atteggiamento più attendista, ma sono lontane dal rimuovere gli stimoli in un contesto di assente o scarsa pressione inflativa. Relativamente alla componente governativa domestica, sussistono fattori che consentono di valutare con un approccio costruttivo il debito pubblico italiano. La manovra di bilancio, dopo aver reperito le risorse, per quanto limitate, necessarie per gli interventi programmati, ha ottenuto il via libera della Commissione Europea; inoltre, il basso livello dei tassi su tutte le scadenze favorisce la sostenibilità del debito italiano, che, al contempo, è tra i pochi nell’Eurozona in grado di soddisfare la ricerca di rendimenti positivi. Relativamente ai comparti corporate bond, si conferma un approccio selettivo, con un orientamento volto a intercettare il carry offerto, privilegiando rendimenti più elevati su scadenze a breve termine, sovrappeso di beta, in un contesto di ampia diversificazione. I rischi connessi alla complessità e alla struttura attuale dei mercati, la vivace attività sul mercato primario a fronte di un secondario debole e poco liquido, rendimenti estremamente compressi, ma caratterizzati da un progressivo incremento della loro dispersione, suggeriscono il mantenimento di una visione tattica prudente, portando a privilegiare il rischio credito al rischio tasso.
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Le emissioni sovrane dei Paesi Emergenti continuano ad esprimere la possibilità di consegnare ritorni interessanti atti a soddisfare la ricerca di rendimento da parte degli investitori, tuttavia non è possibile escludere che possano subentrare penalizzazioni per prese di beneficio. Avendo riguardo alle relazioni tra le principali divise, l’individuazione di una direzionalità del rapporto euro/dollaro è connessa a scenari mobili riguardo alle aspettative di crescita, alle iniziative adottate da Fed e BCE e alle pressioni di natura politica, anche in direzione di eventuali interventi di svalutazione; in tale direzione il biglietto verde potrebbe esprimere maggiori spazi. Lo scacchiere mediorientale ha registrato una brusca impennata delle tensioni dopo l’attacco aereo USA portato all’inizio del nuovo anno all’aeroporto di Baghdad con l’eliminazione di una figura chiave della strategia politica/militare iraniana. Il rischio di un’escalation della crisi Usa-Iran richiede un attento monitoraggio in relazione ai possibili riflessi futuri sui mercati finanziari e sulle quotazioni petrolifere. Dalla seconda metà di gennaio 2020, lo scenario è radicalmente mutato: la rapida diffusione dei contagi del coronavirus (Covid–19), diventato in pochi giorni un’emergenza sanitaria pubblica di portata mondiale, ha generato una brusca sterzata inducendo una forte avversione al rischio. A spaventare gli investitori i segnali di estensione dell’epidemia su scala globale, con un marcato aumento del numero di paesi coinvolti. Le decisioni e le azioni, prima di Pechino, poi diffuse a livello globale, di adottare misure radicali per contenere l’epidemia, anche alla luce della recente dichiarazione dell’OMS di riconosciuta pandemia, potrebbero costituire un fattore decisivo per arginare la crisi. Le ricadute negative sulla crescita economica, per quanto transitorie, saranno inevitabili, sia in Cina sia nel resto del mondo, ed incerte per durata ed entità. Quanto più aumenta l’estensione e la durata del contagio, infatti, tanto più si rende necessaria l’attuazione da parte delle autorità di misure di contenimento che limitino i contatti tra le persone, con impatti diretti su consumi e produzione di beni. L’impatto sul 2020 potrebbe essere significativo ed implicare condizioni potenzialmente recessive. Malgrado gli stimoli attuati e futuri previsti dalle autorità nei diversi contesti geografici (iniezioni di liquidità, credito in espansione, agevolato dall’abbassamento dei tassi sui prestiti, ed investimenti infrastrutturali), la stabilizzazione prospettica della crescita è messa a rischio dal rallentamento delle attività. In particolare, con riferimento alle iniziative di supporto, i ministri delle finanze ed i banchieri centrali del G7 si impegnano ad agire in maniera appropriata per contrastare i rischi derivanti dall’epidemia. Sono significative le penalizzazioni subite dalle borse mondiali con particolare riferimento al periodo a cavallo tra febbraio e marzo 2020: i flussi di vendita si sono concentrati dapprima sui titoli finanziari e sulle aziende operanti nel settore dei consumi per poi estendersi su tutti i principali indici con cedimenti diffusi ed impennate della volatilità. L’attenzione è puntata su estensione e durata dell’epidemia, ma anche e soprattutto sulle ripercussioni economiche delle misure di quarantena implementate in modo sempre più massiccio su scala globale (con notizie di lockdown sempre più diffuse). Una risposta forte e tempestiva delle autorità appare quanto mai necessaria perché lo shock provocato dall’emergenza sanitaria, per quanto severo, possa essere percepito come transitorio. Le misure approvate finora non sembrano aver centrato l’obiettivo, per quanto, in alcuni casi, aggressive. Sono stati forti e prolungati i cedimenti registrati dalle borse mondiali: i flussi di vendita si sono concentrati dapprima sui titoli finanziari e sulle aziende operanti nel settore dei consumi per poi estendersi su tutti i principali indici con flessioni diffuse ed impennate della volatilità. Sono crollate le quotazioni petrolifere (complice il mancato accordo in seno all’OPEC+) ed è stato registrato un forte apprezzamento delle attività rifugio (l’oro ha toccato nuovi massimi storici prima di registrare uno storno sui livelli di fine dicembre 2019), mentre i rendimenti dei titoli governativi hanno subito forti pressioni. Nell’ottica attuale continua a prevalere un newsflow fortemente negativo, essenzialmente dominato dalle preoccupazioni e dalle incertezze connesse alla diffusione dell’epidemia di Covid-19. Questo impone un attento monitoraggio in relazione alle rilevanti implicazioni immediate ed ai riflessi futuri sulla crescita, sui mercati finanziari, sulle quotazioni delle commodities. La direzione futura dei mercati continuerà ad essere condizionata dal flusso di informazioni relativo all’evoluzione della situazione pandemica attuale, che condizionerà le dinamiche della crescita economica globale, le valutazioni sui fondamentali e le periodiche revisione degli utili societari. L’impostazione allocativa deve necessariamente considerare gli squilibri che si stanno generando, temperando con cautela i condizionamenti prodotti da molteplici fattori e le spinte divergenti di differenti driver. Il timore è che le ricadute negative dell’emergenza sanitaria per la crescita globale possano essere più profonde e durature di quanto inizialmente previsto, con inevitabili ripercussioni per i risultati aziendali. Gli elevati margini di incertezza introdotti dalla diffusione dell’epidemia e l’assenza di un’adeguata visibilità prospettica suggeriscono la massima prudenza: ogni supposizione potrebbe essere caratterizzata da basi molto fragili e da forzature. Tali condizioni inducono ad evitare posizionamenti estremi ed impongono di adottare atteggiamenti tendenzialmente poco sbilanciati, ponendo particolare attenzione alla dislocazione delle differenti asset class e
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della composizione dei portafogli nei confronti dei benchmark e dei mercati di riferimento. Appare opportuno perseguire di un approccio gestionale tattico mutevole e all’occorrenza difensivo, generalmente indirizzato alla neutralità e alla moderazione su tutte le classi di investimento. Gli sviluppi in corso e l’esperienza cinese nella gestione della crisi, portano ad ipotizzare che i paesi sviluppati maggiormente colpiti potrebbero riuscire, con tempistiche differenti, ad arginare il diffondersi del virus entro il primo semestre 2020, ivi inclusi anche quelli, come USA e UK, dove sia la presa di coscienza del problema sia la risposta delle autorità sono arrivate con maggiore ritardo. Sulla base di tale ipotesi, se le autorità monetarie e fiscali interverranno ancora più aggressivamente nelle prossime settimane, una fase di ripresa potrebbe iniziare a concretizzarsi in Q3. Tuttavia, a causa della diversa tempistica nelle risposte dei differenti governi, l’eventuale ripresa economica potrebbe risultare meno coordinata rispetto a quella attesa in precedenza: quantomeno nelle fasi iniziali, è possibile che manifesti una certa debolezza fino a quando la libera circolazione delle persone, non solo all’interno dei paesi, ma anche fra paesi diversi, non tornerà alla normalità. Tra i fattori che invece potrebbero supportare la fase di ripresa dell’economia ci sono i bassi prezzi del petrolio e il risparmio forzosamente accumulato. Sulla base di questi presupposti, ed in considerazione del fatto che i fondamentali economici (a livello di domanda domestica) rimangono ancora solidi a livello globale, che le risposte di politica monetaria e fiscale si intensificheranno ulteriormente nelle prossime settimane, che in Cina i segnali di ripresa si stanno rafforzando, è ipotizzabile che il quadro macro possa evolvere secondo le seguenti linee: al rallentamento della crescita reale in Q1, dovrebbe far seguito una severa contrazione dell’output in Q2, a sua volta seguita da stagnazione in Q3, da una debole e o moderata ripresa in Q4 e da un’accelerazione a partire da Q1 2021. In particolare, sulla base delle indicazioni provenienti dagli indici di fiducia PMI cinesi, è possibile che sia l’Area Euro sia il Giappone entrino in recessione tecnica in Q2, mentre gli USA potrebbero evitarla, pur rallentando considerevolmente. I rischi connessi a questo scenario sono comunque caratterizzati al ribasso per ragionevoli motivazioni: le stime di contrazione del PIL risultano essere già consistenti, contenere la pandemia in grandi paesi, come negli USA e nell’area europea, potrebbe richiedere più tempo del previsto, il rischio di ricadute non è escluso, e la circolazione delle persone all’interno degli stati, e fra stati diversi, potrebbe rimanere limitata a causa di un comportamento previdente di consumatori e governi; infine, più a lungo si protrae l’improvviso e repentino blocco della domanda più alta sarà la probabilità che la qualità dei bilanci delle imprese si deteriori e con essa la disponibilità a concedere credito da parte delle banche commerciali.
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NOTE RELATIVE A: “AZIONI A TUTELA DEI DIRITTI DEI SOTTOSCRITTORI”
Esercizio del diritto di voto Anima SGR nel corso del 2019 ha esercitato il diritto di voto per conto dei fondi gestiti, in relazione ai titoli azionari presenti nei portafogli dei fondi stessi, mediante il voto elettronico disposto tramite la piattaforma web di proxy voting gestita dalla Società provider ISS Institutional Shareholder Services, Inc., ovvero mediante apposita delega conferita ad hoc, sulla base di esplicite istruzioni vincolanti, a specifici soggetti incaricati. In qualità di società di gestione del risparmio, Anima SGR si è impegnata ad esercitare in modo ragionevole e responsabile, per conto dei propri clienti, i diritti di voto di pertinenza degli strumenti finanziari di natura azionaria presenti negli OICVM gestiti, nella consapevolezza che un uso attivo di tali diritti sia vantaggioso per i mercati finanziari e per la corporate governance delle società emittenti. Il voto é quindi stato esercitato nell’interesse esclusivo dei clienti e con la finalità di accrescere, nel lungo periodo, il valore dei loro investimenti. Non si portano ad evidenza situazioni di particolare rilevanza avendo riguardo al comportamento tenuto in assemblea in funzione dell'esercizio di voto. L’espressione di voto in sede assembleare sui diversi punti all’ordine del giorno è stato espresso coerentemente con la policy di voto di Anima SGR. Le linee guida della suddetta policy rappresentano dei criteri di carattere generale cui Anima SGR si attiene nell’analisi delle diverse risoluzioni. La valutazione delle pratiche di corporate governance tiene conto di fattori specifici dell’impresa oggetto di analisi, con particolare riferimento alle dimensioni ed al contesto operativo, avendo riguardo alla tutela dei diritti degli azionisti, alle modalità di nomina e composizione del Consiglio di Amministrazione (C.d.A.) e del Collegio Sindacale (C.S.), alle modalità di selezione ed ai compiti della società di revisione contabile, all’efficienza ed all’oggettività del sistema dei controlli interni, all’analisi della situazione finanziaria, all’approvazione dei conti, alle politiche retributive, ai sistemi incentivanti, alle eventuali modifiche statutarie, all’adozione di specifici programmi di corporate social responsibility. L’esercizio del voto è avvenuto sempre in maniera informata, sulla base delle informazioni pubblicate dalle stesse società oggetto di investimento, o dai mezzi di informazione di corrente utilizzo (a titolo esemplificativo: siti web delle società emittenti, stampa quotidiana e periodici, information-provider finanziari), nonché delle eventuali analisi condotte da primarie società di ricerca specializzate nel proxy voting. Con riguardo alle società italiane nelle cui sedi assembleari sia stata prevista l’elezione o il rinnovo delle cariche sociali (C.d.A., C.S., rappresentanti degli azionisti), generalmente il voto a supporto delle liste dei rappresentanti di minoranza è stato espresso coerentemente con le riflessioni maturate collegialmente in seno al Comitato Gestori (composto da rappresentanti delle SGR associate ad Assogestioni ed altri investitori istituzionali), quale espressione delle Società di Gestione detentrici di azioni. Non è stato esercitato il diritto di voto relativamente ad azioni di Società direttamente o indirettamente controllanti Anima SGR SpA eventualmente detenute nei portafogli degli OICR gestiti. Anima SGR, esercitando i diritti inerenti agli strumenti finanziari di pertinenza dei patrimoni gestiti nell’esclusivo interesse degli OICR gestiti, si è astenuta dal voto nelle situazioni in cui sussistono potenziali conflitti di interesse. All’interno della nota specifica riferita a ciascun Fondo partecipante è dettagliatamente riportato l’elenco delle Società quotate per le quali, nel corso del 2019, è emersa l’opportunità di esercitare il diritto di voto in sede assembleare. Si fornisce in questa sede l’elencazione complessiva di tali Società: ACSM-AGAM SpA, Aeffe SpA, Allianz SE, Alp.I SpA, Apple, Inc., Ascopiave SpA, Assicurazioni Generali SpA, ASTM SpA, AstraZeneca Plc, AT&T Inc., Atlantia SpA, Banca Farmafactoring SpA, Banca Generali SpA, Banco di Desio e della Brianza SpA, Banco Santander SA, Bankinter SA, Barclays Plc, BASF SE, BasicNet SpA, Bayer AG, Bayerische Motoren Werke AG, Bridgestone Corp., Buzzi Unicem SpA, Cairo Communication SpA, CaixaBank SA, Caltagirone SpA, Capital for Progress 2 SpA, Celanese Corporation, Cerved Group SpA, Chevron Corporation, Citigroup Inc., CNH Industrial NV, Covestro AG, Credito Emiliano SpA, Datalogic SpA, De'Longhi SpA, Deutsche Telekom AG, DiaSorin SpA, ENAV SpA, Enel SpA, Eni SpA, Equita PEP SPAC 2 SpA, ERG SpA, Fine Foods & Pharmaceuticals N.T.M. SpA, FinecoBank SpA, FNM SpA, Ford Motor Company, Fresenius SE & Co. KGaA, General Electric Company, Geox SpA, Gilead Sciences, Inc., GPI SpA, HeidelbergCement AG, Iberdrola SA, Infrastrutture Wireless Italiane SpA, International Business Machines Corporation, Intesa Sanpaolo SpA, Iren SpA, Italmobiliare SpA, Johnson & Johnson, KAZ Minerals Plc, Koninklijke Philips NV, Kyowa Hakko Kirin Co., Ltd., Leonardo SpA, Life Care Capital SpA, Mediobanca SpA, Muenchener Rueckversicherungs-Gesellschaft AG, Openjobmetis SpA, Pfizer Inc., Ping An Insurance (Group) Co. of China Ltd., Prima Industrie SpA, Prysmian SpA, RWE AG, Saipem SpA, Samsung Electronics Co., Ltd., SeSa SpA, Siemens AG, Signify NV, SNAM SpA, Sogefi SpA, SOL SpA, SprintItaly SpA, STMicroelectronics NV, Technogym SpA, Telecom Italia SpA, TERNA Rete Elettrica Nazionale SpA, The Boeing Company, The Coca-Cola Company, The Walt Disney Co., Tod's SpA, UniCredit SpA, Unipol Gruppo SpA, Verizon Communications Inc., Visa, Inc., Walgreens Boots Alliance, Inc., Zignago Vetro SpA.
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Stewardship & Engagement Nel rispetto dei principi di stewardship approvati dal Comitato Direttivo di Assogestioni, Anima SGR svolge un’attività di monitoraggio relativamente agli Emittenti italiani finalizzata a tutelare ed incrementare il valore degli OICVM partecipanti. Nei confronti degli Emittenti Significativi Anima SGR adotta le misure e gli strumenti di monitoraggio che, in misura flessibile e proporzionale secondo valutazioni di opportunità, possono essere applicati ad altri emittenti partecipati. Il monitoraggio si indirizza principalmente all’analisi delle prospettive economico-finanziarie e alle tematiche di governo societario, in particolare in presenza di potenziali criticità. Il monitoraggio è condotto in via continuativa. Il principale strumento di engagement collettivo, finalizzato al monitoraggio di una sana e prudente gestione e al presidio dei rischi dell’emittente, consiste nel concorrere con altri investitori professionali, attraverso un Comitato dei Gestori, alla presentazione di liste di candidati per l’elezione di membri di minoranza degli organi di amministrazione e controllo dell’Emittente partecipato. L’engagement collettivo con altri investitori istituzionali è di norma ritenuto preferibile sia nei casi in cui Anima SGR ne sia promotrice, sia nei casi di adesione ad iniziative promosse da altri investitori. Tali iniziative possono riguardare, innanzitutto, la richiesta di (ulteriori) confronti collettivi con il management dell’Emittente, nel rispetto delle regole di best practice riconosciute in materia monitoraggio ed engagement. Nel corso del 2019 Anima SGR ha condotto numerosi incontri (ivi inclusi quelli promossi dal Comitato Gestori) con il management di Società italiane rientranti nella consueta attività di monitoraggio della gestione delle Società le cui azioni sono presenti all’interno dei portafogli dei fondi gestiti. In particolare è emersa l’opportunità di promuovere alcune attività di engagement diretto nei confronti di esponenti indipendenti e/o del management di Società le cui azioni sono presenti all’interno dei portafogli dei fondi gestiti. Nell’ambito delle attività svolte con il supporto del Comitato Gestori rappresentativo delle Società di Gestione associate ad Assogestioni, si sono svolti incontri con le seguenti Società: SPAC Alp.I SpA, SprintItaly SpA, BPER SpA, IREN SpA, Atlantia SpA, ENI SpA, Inwit SpA, Garofalo Health Care SpA, IMA Industria Macchine Automatiche SpA e Gima TT SpA, SIAS SpA, ENAV SpA; Telecom Italia SpA. Relativamente alla Società SPAC Alp.I SpA, SpA in seguito all’annuncio di “business combination” con Antares Vision SpA, era stato previsto l’incontro con i fondatori e la presentazione della Società, attiva nel settore nell’ispezione visiva, nelle soluzioni di tracciatura e nella gestione dei dati per il settore farmaceutico. Antares Vision e Alpi (spac promossa da Mediobanca) avevano raggiunto un accordo per l’integrazione delle due società allo scopo di accelerare il percorso di crescita. La società era stata ritenuta dotata di un ottimo posizionamento, con opportunità di mercato potenzialmente molto ampie e supportate da un forte commitment dei promotori della spac. Per tali motivazioni si era ritenuto opportuno appoggiare l’operazione in sede assembleare. Relativamente all’engagement vs la Società SprintItaly SpA, era stato valuto l’annuncio della fusione per incorporazione di SICIT 2000 S.p.A., società attiva nel business dello smaltimento dei rifiuti della concia delle pelli, nella trasformazione dei grassi, nella produzione degli idrolizzati proteici destinati ai biostimolanti agricoli, nella produzione di biofuel e nel mercato dei ritardanti per il gesso, aveva comunicato obiettivi di ampliamento degli impianti atti a soddisfare le richieste dei clienti principali, grosse multinazionali chimiche (quali BASF, Syngenta). Nell'ambito dell'aggregazione aziendale, SprintItaly aveva previsto di contribuire con 100 milioni €, di cui 70 milioni € per acquistare azioni SICIT e 30 milioni € per sostenere il piano aziendale di SICIT. Le restanti risorse, da acquisire mediante raccolta sul mercato primario dei capitali da investitori professionali e istituzionali, per un totale di 50 milioni €, erano previste in distribuzione agli azionisti di SprintItaly (al netto di eventuali prelievi atti a finanziare eventuali recessi dei soci contrari alla “business combination”). La fusione si basava sulla valutazione di SICIT a 160 milioni € e di SprintItaly a 150 milioni €. Non erano emersi problemi di corporate governance, e la transazione appariva supportata da una logica valida. Nonostante fosse stato registrato un leggero calo nei ritmi di crescita, principalmente per i minor ricavi derivanti dalla vendita di grassi, il business era apparso profittevole ed affrancato da rischi reali di concorrenza. Era apparso verosimile che la Società non avesse una reale necessità di ricorrere all’aumento di capitale, e che l’iniziativa fosse dettata piuttosto da ragioni di status nei confronti dei principali clienti e per finanziare un’eventuale crescita esterna. Il successivo monitoraggio dell’attuazione del piano strategico era rivolto anche alla prevista la partenza di un impianto estero nel 2021. Relativamente alla Società Banca Popolare Emilia Romagna (BPER SpA), l’incontro con alcuni Consiglieri ed il presidente del Collegio Sindacale aveva posto l’attenzione sul Piano Industriale che includeva le operazioni straordinarie rilevanti di acquisto di Unipol Banca e l’acquisto di minorities del Banco di Sardegna. I partecipanti del Comitato Gestori intervenuti avevano espresso perplessità sull’operazione Unipol Banca, e sulla possibile influenza indotta da Unipol Gruppo, al tempo azionista di BPER con il 15% del capitale (e con l’intenzione di salire fino al 20%). Sebbene Unipol non avesse espresso consiglieri, la presenza significativa nel capitale risultava sostanzialmente rilevante. In merito alle minorities Banco Sardegna l’operazione era stata ritenuta
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razionale. Avendo riguardo alle iniziative di sviluppo della banca, era emersa l’indicazione dell’opportunità di procedere ad ulteriori consolidamenti del settore, per rendere il modello di banca commerciale profittevole anche in un contesto di tassi molto bassi. Rimaneva da valutare per il futuro il modello di banca-assicurazione. Anche gli Amministratori indipendenti presenti, secondo la documentazione societaria resa pubblica, non avevano espresso un voto favorevole nella seduta del CdA che aveva approvato l’operazione di acquisizione di Unipol Banca, avvalorando l’ipotesi di alcune perplessità in merito all’operazione medesima (gli Amministratori non avevano comunque fornito valutazioni in merito, non essendo autorizzati a farlo, e nel rispetto dei principi di engagement). Era stato altresì sottolineato come operazioni alternative di consolidamento sarebbero state, al momento, difficilmente percorribili, mancando una reale alternativa per la crescita non organica. Relativamente alla Società IREN SpA, l’incontro con un Consigliere indipendente si era focalizzato sulla struttura di governance, in seguito alla modifica dell’azionariato e al rinnovo del CdA. I partecipanti del Comitato Gestori intervenuti avevano espresso preoccupazioni per la governance, apparentemente indirizzata verso logiche territoriali e non attuata nel pieno interesse dell’azienda (relativamente alla possibilità di privilegiare gli investimenti solo nei comuni azionisti, e all’eventualità di partecipazione a gare interessanti in comuni limitrofi ma non azionisti). In merito al rinnovo di un amministratore, vista la struttura complessa della società, era emersa la necessità di puntare sulle competenze di governance e compliance. Sul tema della remunerazione (risultata inferiore rispetto alla media di azienda comparabili) era emerso un atteggiamento favorevole nel caso fossero stati proposti incrementi sia per i vertici aziendali sia per i consiglieri al fine di attrarre migliori talenti. Il Comitato Gestori aveva espresso l’auspicio della riconferma del CEO per l’ottimo lavoro svolto, pur non ritenendo opportuno alcun endorsment formale, potenzialmente a rischio di strumentalizzazione. Relativamente alla società Atlantia SpA, (l’engagement vs Atlantia SpA condotto nel 2019 aveva fatto seguito ad un precedente engagement condotto nel 2018, alla luce delle criticità che avevano coinvolto la società in seguito alla tragedia del ponte Morandi di Genova) nell’incontro con il management (Presidente, CEO, Legale, CFO) erano stati esposti i risultati del 2018 ed un aggiornamento del piano strategico (indicazioni già note al mercato in seguito alla pubblicazione di un comunicato dedicato). Era emersa in particolare la priorità di riduzione del debito, anche attraverso la cessione quote di minoranza degli asset detenuti. Era stato ribadito inoltre l’interesse per una crescita sui mercati internazionali e per perseguire una maggiore diversificazione. Il dibattito si era poi focalizzato sulla vicenda del crollo del ponte Morandi, in merito alla prosecuzione delle indagini e al rischio di revoca della concessione. Il primo incidente probatorio svolto a Zurigo non aveva indicato nella mancata manutenzione degli stralli la causa del crollo, ma aveva evidenziato rilevanti difetti di costruzione. Il tema della revoca della concessione non sarebbe stato oggetto di chiarimento a breve, tuttavia sussisteva la convinzione di una forte tutela contrattuale che non avrebbe potuto ammettere modifiche unilaterali. Rimaneva aperto un tavolo di consultazione con il regolatore. Al tempo non risultavano possibili previsioni sulle durate e sugli esiti dell’incidente probatorio e della causa penale. Atlantia aveva rafforzato la comunicazione sui miglioramenti della sicurezza: il Presidente aveva ammesso che la tragedia di Genova avrebbe richiesto una gestione migliore, ma la drammaticità dell’evento era stata superiore a qualsiasi capacità di reazione. La società aveva subito un downgrade del rating ESG su cui aveva indubbiamente inciso la vicenda ligure, ma erano emerse preoccupazioni anche sul tema della governance (per le dimissioni di due consiglieri con ruolo all’interno del Comitato Remunerazione). Non erano poi emerse ulteriori criticità su altri progetti ed iniziative (dossier aeroporti). La situazione di tassi bassi appariva vantaggiosa in merito alla gestione del debito. Era emersa qualche perplessità relativamente alla crescita, per il rischio di una forte onerosità delle operazioni di acquisizione all’estero. Il Comitato Gestori aveva osservato che in merito alle dimissioni di alcuni consiglieri evidentemente qualcosa non aveva funzionato nel Comitato Remunerazione, tuttavia i relativi comunicati societari, tenuti evidentemente al rispetto della privacy dei consiglieri dimissionari, erano apparsi esaustivi. Un successivo engagement vs Atlantia SpA (con la presenza di Amministratori indipendenti e sindaci eletti nelle liste di minoranza) era stato richiesto dal Comitato Gestori (one-way) in seguito alla comunicazione di Atlantia SpA relativa all’indennizzo per cessazione del rapporto con l’AD Castellucci. I gestori avevano espresso una generale perplessità sull’opportunità di concedere una “buonuscita” ritenuta piuttosto generosa, in presenza di un procedimento penale ancora in corso, che vedeva coinvolto anche l’ex amministratore delegato di Atlantia (procedimento connesso al crollo del “ponte Morandi” relativo ad un tratto autostradale in concessione ad ASPI, Società controllata da Atlantia SpA). L’indennizzo, distribuito in più anni, avrebbe dovuto essere erogato posto che non fossero emerse condotte dolose da parte dell’ex AD (in tal caso Atlantia SpA si sarebbe riservata il diritto di annullare il beneficio e di rientrare in possesso di quanto già erogato). Il Comitato Gestori aveva espresso un’ulteriore perplessità per il fatto che nel comunicato di Atlantia SpA era stato menzionato il “risarcimento” dell’indennizzo solo in caso di “dolo” e non anche di “colpa grave”. Gli amministratori indipendenti di Atlantia avevano preso atto delle considerazioni dei gestori, auspicando che in un futuro confronto (two-way), aperto anche al Presidente della Società, potessero essere chiarite le motivazioni che
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avevano portato il board a prendere le decisioni oggetto di attenzione. Il Comitato Gestori aveva infine espresso una sostanziale preoccupazione per la situazione di Atlantia SpA, auspicando di poter tornare al più presto ad una situazione di maggiore chiarezza e stabilità, e rilevando che, in seguito all’acquisizione di Abertis, la complessità del Gruppo era molto accresciuta, complicando, oltremodo per effetto dell’incertezza presente, anche la valutazione sul valore della Società. La Società, al momento, presentava l’assoluta necessità di riconquistare una situazione di minore incertezza sulla concessione di ASPI, anche per un migliore accesso alle diverse forme di funding: benché l’accesso al credito per gli operatori nel comparto delle infrastrutture avvenga a costi molto bassi, questa situazione di incertezza, innalzando il costo del finanziamento per Atlantia SpA, avrebbe potuto rendere la Società poco competitiva nel confronto con i principali competitors. Relativamente alla Società ENI SpA, l’incontro con il management (Compensation&Benefit Executive Vice President, Investor Relations Manager) aveva avuto ad argomento la politica di remunerazione. Era stato presentato il documento sulla politica di remunerazione redatto dal Comitato Remunerazione composto da 4 amministratori indipendenti, di cui due eletti nella lista di maggioranza (tra cui il Presidente) e due eletti nella lista di minoranza. La remunerazione del CEO prevedeva a grandi linee 25% di retribuzione fissa, 25% variabile in denaro (65% immediata, 35% differita) su performance annuali, e 50% su LTIP (long term incentive plan) in azioni basato in particolare sulla performance rolling triennale. Le azioni (attribuito ogni anno un controvalore del 150% della retribuzione fissa) era previsto che venissero rilasciate in base a 2 indicatori equi-ponderati di performance: il primo riguardava il ritorno dell’investimento, confrontato con quello di un cluster di oil company comparabili a livello mondiale (total shareholder return corretto per andamento dell’indice di riferimento), il secondo riguardava la dinamica del NPV delle riserve, confrontata con la dinamica dello stesso cluster di riferimento. Il valore minimo delle azioni rilasciate (quantitativo minimo dell’80% e controvalore del 120% della retribuzione fissa) si sarebbe ottenuto al raggiungimento della posizione mediana del cluster di riferimento, sulla base dei due indicatori di cui sopra; il valore massimo del LTIP che poteva essere rilasciato annualmente avrebbe potuto arrivare (nel caso di migliore performance all’interno del cluster di riferimento) fino a 2,7 volte la retribuzione fissa annuale. Appariva difficoltoso esprimere un giudizio complessivo poiché la politica di remunerazione nel suo complesso (come vale peraltro per molte società quotate) presentava un certo livello di complessità. Lo split tra fisso/variabile cash annuo/LTIP appariva ragionevole, sebbene al tempo non fossero presenti elementi di confronto. Non erano stati del tutto chiariti i parametri (almeno nella loro quantificazione) utilizzati come base per la retribuzione variabile sulle performance annuali (il riconoscimento immediato del 65% in denaro sarebbe potuto apparire elevato). Al tempo non vi era evidenza che la retribuzione potenzialmente derivante dal LTIP fosse in linea con quella di aziende oil comparabili sia nell’ammontare sia nella tempistica di erogazione. Non era stata citata nell’incontro la possibilità di rilasciare bonus discrezionali al verificarsi di operazioni straordinarie. La composizione del Comitato Remunerazione presentava un’adeguata rappresentatività dei consiglieri eletti dalle minoranze. Era stato apprezzabile lo sforzo dell’azienda volto a spiegare il razionale della politica, anche in vista dell’assemblea del 14 maggio 2019. Sebbene potesse ritenersi non “best practice” il rilascio di azioni anche dopo il termine della carica, era altrettanto vero che un rilascio puntuale e coincidente con il termine della carica avrebbe potuto indurre a comportamenti orientati più ad obiettivi di breve termine, che non di più lungo periodo. In generale alcuni aspetti potevano essere migliorabili, ma non erano emerse, nel complesso, criticità di grande rilevanza. Relativamente alla Società Inwit SpA era stato richiesto un incontro con il Comitato Gestori c/o Assogestioni (one way, in conformità con il codice di autodisciplina era stato richiesto che non venisse rilasciata al Comitato alcuna informazione non pubblica, e che i rappresentanti legali dell’emittente fossero stati informati dell’incontro) in merito all’opinione del mercato in vista delle delibere consigliari che avrebbero dovuto approvare l’operazione di integrazione tra Inwit e le “torri” di Vodafone. Inwit Spa era rappresentata dal Lead Director, da Consiglieri di Amministrazione indipendenti, dal Presidente del Collegio Sindacale. Nel corso dell’incontro i gestori avevano espresso unanime apprezzamento per il razionale strategico dell’operazione, sottolineando al contempo la rilevanza dell’iniziativa per quanto riguardava le parti correlate: l’accordo stretto a monte tra TIM e Vodafone, con il coinvolgimento delle società controllate, imponeva una valutazione opportuna ed approfondita degli aspetti formali e sostanziali delle decisioni degli organi collegiali di Inwit, affinché queste fossero indirizzate anche a tutele delle minoranze. In particolare, con riferimento al riconoscimento delle sinergie (sia finanziarie, sia industriali), i gestori, nel ritenere che non sarebbero state di facile attribuzione nella definizione del concambio, avevano invitato i Consiglieri Indipendenti a dotarsi di adeguati supporti tramite advisors sia legali sia tecnici, con la richiesta di porre particolare attenzione nella valutazione e nella selezione degli advisors medesimi in ordine all’effettiva indipendenza degli stessi dagli azionisti di controllo (TIM e Vodafone). L’operazione, essendo di notevole rilevanza per le parti correlate, attendeva di ricevere un parere (non vincolante) da parte di tutti gli Amministratori Indipendenti. Inoltre, per evitare l’obbligo di OPA in seguito al cambiamento del controllo (passato da una maggioranza di quote di TIM, ad una maggioranza con quote paritetiche di TIM/Vodafone), l’approvazione dell’operazione avrebbe previsto comunque un passaggio assembleare, all’interno del quale sarebbe stato richiesto il voto favorevole della
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maggioranza delle minoranze. Gli Amministratori/Sindaci avevano espresso soddisfazione per l’utilità l’incontro, ed avevano reso noto che si sarebbero dotati di opportuni advisors, esprimendo piena condivisione sul fatto che l’aspetto relativo all’attribuzione delle sinergie avrebbe rappresentato il nodo centrale nella definizione del concambio. Relativamente alla Società Garofalo Health Care SpA, l’incontro con il Comitato Gestori c/o Assogestioni (in conformità con il codice di autodisciplina era stato richiesto che non venisse rilasciata al Comitato alcuna informazione non pubblica) si era tenuto a fronte delle dimissioni rassegnate a fine aprile dai 3 amministratori indipendenti (eletti prima della quotazione e quindi nominati dalla maggioranza), il cui comunicato riportava l’impossibilità di svolgere adeguatamente le proprie funzioni. Erano presenti per Garofalo Health Care SpA il Presidente ed il CEO. La richiesta di chiarimenti da parte del Comitato Gestori era stata indotta dall’inusuale contestualità delle dimissioni, in presenza di una situazione operativa che non presentava evidenti criticità. Presidente e CEO, compatibilmente con le informazioni rese pubbliche, e alla luce delle risposte fornite durante l’ultima Assemblea, avevano precisato che le dimissioni non risultavano imputabili a fatti o eventi specifici, ma trovavano prevalente spiegazione in generiche incomprensioni ed in una certa mancanza di dialogo, a loro avviso non imputabile alla Società. Entrambi avevano sottolineato che il business delle cliniche presentava forte specificità, trattandosi di entità autonome sotto la direzione ed il controllo dell’emittente quotato: un maggiore accentramento delle funzioni non avrebbe permesso un’efficiente gestione. Le informazioni sulle controllate erano state adeguatamente fornite a tutti i membri del CdA, tutti i bilanci delle cliniche erano stati certificati, e le attività di gestione erano sottoposte ad un audit esternalizzato ad un operatore di elevato standing (Marsh&Mclennan). Il Comitato Gestori pur sottolineando una certa preoccupazione sui presidi di governance, aveva espresso comunque un generale apprezzamento per i risultati della gestione, risultati del tutto coerenti con le linee strategiche rese pubbliche in sede di quotazione, apprezzando anche il fatto di essere stato coinvolto per ripristinare un adeguato presidio di amministratori indipendenti e consentire al mercato di esprimere un candidato da cooptarsi in occasione del primo CdA in agenda (gli altri 2 amministratori indipendenti sarebbero stati scelti dall’azionista di maggioranza: lo statuto prevede infatti che alla maggioranza spetti la nomina di tutti gli amministratori meno uno). Il Comitato, generalmente soddisfatto della reazione della società ad un evento così delicato, aveva incoraggiato il mantenimento di un dialogo aperto con il mercato. Relativamente alla Società IMA Industria Macchine Automatiche SpA e Gima TT SpA, l’incontro richiesto dal Comitato Gestori si era sviluppato in relazione ad un’operazione straordinaria. IMA Industria Macchine Automatiche SpA aveva avviato l'acquisizione della quota di minoranza della controllata Gima TT SpA (transazione annunciata a giugno 2019, con previsione di completamento entro il 2019). I gestori avevano espresso perplessità sull’operazione che, senza prevedere recesso o white-washing, vincolava le minoranze di Gima TT ad accettare il concambio oppure a vendere i titoli. I detentori delle minoranze di Gima, operante in un business affine ma differente all’interno del mercato di riferimento rispetto a IMA (produzione di macchinari per packaging del tabacco vs macchinari per packaging food/pharma), si sarebbero ritrovati azionisti di un gruppo più diversificato, ma caratterizzato da dinamiche interne ed operative piuttosto diverse. Erano apparse deboli le argomentazioni sulle motivazioni dell’operazione, che non esprimeva un particolare razionale. Era stato reputato che la quotazione della controllata Gima TT, avvenuta meno di due anni fa, fosse o un’operazione non industrialmente valida (dal momento che dopo meno di 24 mesi veniva fatta marcia indietro), oppure opportunistica. L’operazione “blindata” (no white washing) non appariva rientrare nella best practice adottata per tutelare i diritti della minoranza (seppure fosse stata riscontrata la correttezza dei processi autorizzativi e formali). Relativamente alla Società SIAS SpA, l’incontro richiesto dal Comitato Gestori era stato finalizzato ad informare i Consiglieri indipendenti eletti dalle minoranze sull’opinione del mercato relativamente all’operazione di fusione di ASTM (azionista di maggioranza) con SIAS (società operativa controllata). I gestori avevano espresso l’apprezzamento generale per la valenza strategica dell’operazione che rendeva più efficiente la struttura societaria ed eliminava una struttura holding/società operativa che aveva poche ragioni di esistere vista l’unicità del business. Allo stesso tempo avevano espresso un generale disappunto per il concambio proposto, che non offriva agli azionisti di SIAS nessun particolare riconoscimento. Relativamente alla Società ENAV SpA, l’incontro richiesto dal Presidente, dopo la conferma ottenuta in Assemblea (aprile 2019), era stato finalizzato alla presentazione del percorso di Enav a partire dalla quotazione, in termini di governance/sostenibilità e per fornire indicazioni in merito all’obiettivo di sfruttare la capacità di finanziamento dell’azienda per crescere in business affini e non regolati. I gestori avevano ritenuto che l’apprezzamento del titolo, dal collocamento, riflettesse i buoni fondamentali, mentre un ulteriore elemento di up-side avrebbe potuto risiedere in una struttura del capitale idonea ad ottimizzarne il costo. Relativamente alla Società Telecom Italia SpA era stato condotto un engagement in occasione di un incontro informativo esterno promosso dal research provider Intermonte Sim SpA (con la presenza di investitori diversi e dei vertici di Telecom). Il GM/CEO Gubitosi aveva presentato la trimestrale e le iniziative strategiche future,
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affermando che la riduzione del debito rimaneva l’obiettivo prioritario, che il contesto competitivo appariva meno aggressivo rispetto al passato, malgrado si registrasse la forte crescita del competitor Iliad, portando l’attenzione sull’entità rilevante del cash flow operativo e mantenendo un approccio elusivo in merito ai ricavi (affermando che le azioni intraprese probabilmente non avrebbero portato ricavi immediati ma sarebbero state indirizzate alla creazione di nuove fonti future di ricavo). Nelle parole del CEO il tema della Governance non sembrava più costituire una rilevante criticità prospettica. L’incontro era poi entrato nel merito del capitale azionario, in relazione alla non agevole valutazione di un ipotetico concambio tra azioni di risparmio ed azioni ordinarie. L’eventualità della conversione delle azioni di risparmio era stata ammessa in più occasioni dal CEO Gubitosi. Nel corso dell’incontro il gestore di Anima SGR aveva ipotizzato di ritenere non agevole la valutazione di un concambio tra un dividendo “statutario” interessante (circa 5%) ed un diritto di voto (dal momento che l’azione ordinaria, al momento, non distribuiva dividendo), considerando di più agevole valutazione un’eventuale conversione, nel momento in cui anche l’azione ordinaria fosse stata inclusa in una politica dei dividendi. Ipoteticamente, il piano industriale di marzo 2020 avrebbe potuto essere l’occasione per introdurre tale innovazione, tuttavia il CEO Gubitosi aveva affermato una posizione attendista ed interlocutoria, limitandosi a prendere atto della suddetta considerazione. Si era osservato, in separata sede, che al momento non era previsto dividendo nel 2020 sui conti 2019, e neppure nel 2021 sui conti 2020, poiché il dividendo non era previsto tout court dal piano industriale che copriva un orizzonte temporale sino al 2021. Posto che la pregressa valutazione dell’opportunità di posizionamento su azioni Telecom Italia SpA Risp. non fosse legata all’eventualità di una conversione, bensì all’alto dividendo “statutario”, la richiesta esplicita sottoposta al CEO di Telecom Italia SpA di valutare una dividend policy per le azioni ordinarie avrebbe potuto semplificare una valutazione dell’eventuale concambio cui assoggettare la conversione risparmio/ordinarie. Si segnala inoltre che si è inteso partecipare alla presentazione delle liste dei candidati per l’elezione dei membri rappresentativi degli azionisti di minoranza in previsione del rinnovo degli organi sociali (CdA, Collegio Sindacale, ovvero entrambi) delle seguenti società: ACSM-AGAM SpA, Assicurazioni Generali SpA, ASTM SpA, Atlantia SpA, BasicNet SpA, Buzzi Unicem SpA, Cerved Group SpA, Credito Emiliano SpA, Datalogic SpA, De'Longhi SpA, DiaSorin SpA, ENAV SpA, Enel SpA, ENI SpA, ERG SpA, Geox SpA, GPI SpA, Intesa Sanpaolo SpA, Iren SpA, Leonardo SpA, Prima Industrie SpA, Prysmian SpA, SNAM SpA, Sogefi SpA, SOL SpA, TERNA Rete Elettrica Nazionale SpA, Tod's SpA, UniCredit SpA, Unipol Gruppo SpA, Zignago Vetro SpA. Anima SGR ritiene che l’adozione di specifici programmi di corporate social responsibility sia parte integrante delle più generali politiche di corporate governance delle imprese, contribuendo, di fatto, non solo al miglioramento dei rapporti con tutti i portatori di interessi interni ed esterni (cd. stakeholder), ma altresì all’accrescimento, in un’ottica di lungo periodo, del valore stesso delle aziende. Anima SGR è quindi favorevole all’adozione ed allo sviluppo, in seno alle singole società, di appositi programmi finalizzati a gestire e minimizzare i potenziali impatti di carattere sociale ed ambientale derivanti dalle attività poste in essere. Class action Informazioni relative alle iniziative di class action cui Anima SGR ha inteso aderire nel corso dell'esercizio 2019.
Nel corso dell'anno 2019, Anima SGR ha valutato positivamente l’opportunità di aderire, per conto dei propri Fondi gestiti, ad iniziative di class action supportate a cura del consulente legale statunitense Kessler Topaz Meltzer & Check LLP relativamente ai titoli azionari delle seguenti Società: Ali Baba Group Holding Ltd., Banco Bradesco SA, DeVry Education Group Inc., Walmart Inc.. Si rende inoltre noto che nel corso dell’anno 2019, relativamente all'esito delle class action precedentemente intraprese da Anima SGR per conto dei propri Fondi gestiti nei confronti delle Società American International Group Inc., Anadarko Petroleum Corp., Bank of New York Mellon Corp., Biovail Corp., Computer Sciences Corp., CVS Caremark Corp., Dell Inc., Gerdau S.A., Johnson & Johnson, NII Holdings Inc., Petroleo Brasileiro – Petrobras SA, Pfizer Inc., SunEdison Inc., Williams Inc., Wyeth LLC, in seguito alle positive conclusioni delle iniziative promosse ed alle relative sentenze pronunciate dalle competenti autorità giudicanti statunitensi, sono stati liquidati ed incassati, a beneficio degli OICR gestiti, importi diversi per un ammontare complessivo pari a USD 1.269.615,71. Tali importi sono stati devoluti nel patrimonio dei Fondi interessati, a titolo di risarcimento, per i danni subiti in conseguenza di iniziative ed azioni ritenute lesive, ovvero di comportamenti giudicati non corretti, tenuti da parte dal management delle Società sopra menzionate.
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Regime Fiscale A decorrere dal 1 luglio 2011 i proventi derivanti dalla partecipazione a fondi comuni di investimento mobiliare di diritto italiano sono soggetti a ritenuta alla fonte al momento della percezione del provento da parte dei sottoscrittori. La ritenuta, pari al 20% fino al 30 giugno 2014, è stata elevata al 26% a decorrere dal 1 luglio 2014 in applicazione del Decreto Legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito con modificazioni, dalla Legge 23 giugno 2014, n. 89. La ritenuta del 26% trova applicazione sui proventi distribuiti in costanza di partecipazione al Fondo e su quelli compresi nella differenza tra il valore di rimborso, di liquidazione o di cessione delle quote e il costo medio ponderato di sottoscrizione o acquisto delle quote medesime al netto del 51,92% dei proventi riferibili alle obbligazioni e agli altri titoli pubblici italiani ed equiparati e alle obbligazioni emesse dagli Stati esteri che consentono un adeguato scambio di informazioni e alle obbligazioni emesse da enti territoriali dei suddetti Stati. I proventi riferibili ai predetti titoli pubblici italiani e esteri sono determinati in proporzione alla percentuale media dell'attivo investita direttamente, o indirettamente per il tramite di altri organismi di investimento (italiani ed esteri comunitari armonizzati e non armonizzati soggetti a vigilanza istituiti in Stati UE e SEE inclusi nella white list), nei titoli medesimi. La SGR fornirà le indicazioni utili circa la percentuale media applicabile in ciascun semestre solare. Relativamente alle quote detenute al 30 giugno 2014, sui proventi realizzati in sede di rimborso, liquidazione, o cessione delle quote e riferibili ad importi maturati alla predetta data si applica la ritenuta nella misura del 20% (in luogo di quella del 26%). In tal caso, la base imponibile dei redditi di capitale è determinata al netto del 37,5% della quota riferibile ai titoli pubblici italiani e esteri. Tra le operazioni di rimborso sono comprese anche quelle realizzate mediante conversione delle quote da un comparto ad altro comparto del medesimo Fondo. La ritenuta è applicata anche nell'ipotesi di trasferimento delle quote a rapporti di custodia, amministrazione o gestione intestati a soggetti diversi dagli intestatari dei rapporti di provenienza anche se il trasferimento sia avvenuto per successione o donazione. La ritenuta è applicata a titolo d'acconto sui proventi percepiti nell'esercizio di attività di impresa commerciale e a titolo d'imposta nei confronti di tutti gli altri soggetti, compresi quelli esenti o esclusi dall'imposta sul reddito delle società. La ritenuta non si applica sui proventi spettanti alle imprese di assicurazione se relativi a quote comprese negli attivi posti a copertura delle riserve matematiche dei rami vita. Inoltre, la ritenuta non si applica nel caso in cui i proventi siano percepiti da soggetti esteri che risiedono, ai fini fiscali, in Paesi che consentono un adeguato scambio di informazioni nonché da altri organismi di investimento italiani e da forme pensionistiche complementari istituite in Italia. Nel caso in cui il risultato di gestione sia negativo, detto risultato è imputato direttamente ai sottoscrittori sotto forma di minusvalenza. Pertanto, nel caso in cui, in ipotesi di cessione delle quote, si determini una differenza negativa fra corrispettivo percepito e costo di acquisto, anche nel caso in cui questa derivi dal risultato di gestione del Fondo e non dalla negoziazione, la stessa rappresenta una minusvalenza compensabile, con le eventuali plusvalenze realizzate su altri titoli o strumenti finanziari nei quattro anni successivi. Le minusvalenze non sono compensabili con i redditi di capitale derivanti dalla partecipazione al Fondo. Nel caso in cui le quote siano detenute da persone fisiche al di fuori dell'esercizio di attività di impresa commerciale, da società semplici e soggetti equiparati nonché da enti non commerciali sulle perdite derivanti dalla partecipazione al Fondo si applica il regime del risparmio amministrato di cui all'art. 6 del D.Lgs. 21 novembre 1997, n. 461, che comporta obblighi di certificazione da parte dell’intermediario. È fatta salva la facoltà del sottoscrittore di rinunciare al predetto regime con effetto dalla prima operazione successiva. Nelle ipotesi in cui le quote non siano inserite in un rapporto di custodia, amministrazione o deposito in relazione al quale sia operante il regime del risparmio amministrato, è rilasciata - dalla SGR o dall'intermediario più vicino al sottoscrittore - una certificazione delle minusvalenze realizzate. La certificazione è rilasciata anche in occasione delle operazioni di rimborso anche parziale delle quote del Fondo. Non sono soggetti al regime di tassazione sopra descritto i redditi derivanti dall’investimento nelle quote di fondi comuni di investimento mobiliare detenute nell’ambito dei Piani Individuali di Risparmio a lungo termine (PIR) esclusivamente da persone fisiche residenti nel territorio dello Stato italiano al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, nei limiti di cui alla legge 11 dicembre 2016 n. 232. L’investitore può usufruire dei benefici fiscali riconosciuti dalla legge citata solo se tutti i requisiti previsti dalla stessa sono soddisfatti. Nelle ipotesi di donazione o altri atti di liberalità aventi ad oggetto le quote, l'intero valore delle stesse concorre alla formazione della base imponibile dell'imposta sulle donazioni. Nell'ipotesi in cui le quote siano oggetto di successione ereditaria, la parte del loro valore corrispondente al valore dei titoli, al lordo dei proventi maturati e non riscossi, emessi o garantiti dallo Stato o ad essi assimilati,
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nonché dei titoli del debito pubblico o ad essi equiparati emessi dagli Stati dell’UE e dagli Stati SEE, e detenuti dal Fondo alla data di apertura della successione, non concorre alla formazione della base imponibile dell'imposta di successione. Il trasferimento a causa di morte delle quote di fondi comuni di investimento mobiliare detenute nell’ambito dei PIR non è soggetto all’imposta sulle successioni di cui al decreto legislativo n. 346/1990. Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 97/E del 17 dicembre 2013, la quota parte della commissione pattuita con la banca depositaria riferibile alle attività di controllo e sorveglianza, analogamente alle commissioni riguardanti la custodia e l’amministrazione dei titoli, è imponibile ai fini IVA. Con riferimento ad annualità pregresse, l’IVA eventualmente dovuta a seguito di accertamenti condotti sulle banche depositare in relazione ai corrispettivi incassati per l’attività di controllo e sorveglianza e definita dalle banche stesse sulla base dei criteri individuati nella risoluzione n. 97/E citata, è stata e potrà essere oggetto di rivalsa ai sensi dell'art. 60, settimo comma, del D.P.R. n. 633 del 1972 e addebitata al Fondo. Canali distributivi utilizzati Anima SGR S.p.A. colloca le quote dei propri Fondi sia direttamente, che mediante i soggetti collocatori convenzionati (banche, SIM, imprese di investimento comunitarie), i quali possono utilizzare gli sportelli, i promotori finanziari e tecniche di collocamento a distanza (Internet), nel rispetto delle disposizioni di legge e regolamentari vigenti. Per il dettaglio delle reti utilizzate si rimanda al Prospetto Informativo di ciascun Fondo. Eventi che hanno interessato la Società di Gestione Nel corso dell’esercizio di riferimento non sussistono eventi da segnalare oltre a quello sotto elencato:
Con efficacia 1° gennaio 2019, Anima Funds Plc, Sicav di diritto irlandese, ha nominato Anima SGR quale propria management company.
Eventi che hanno interessato i fondi Fondo MODIFICHE REGOLAMENTARI
ANIMA INVESTIMENTO ENG 2025 Si rende noto che nel periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2019 non sono state apportate modifiche regolamentari per il Fondo in questione.
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Composizione del Gruppo di appartenenza e rapporti con le società del Gruppo Alla data del 31 dicembre 2019 il gruppo di appartenenza della SGR, con relativi rapporti partecipativi, è il seguente:
ANIMA HOLDING S.P.A.
Capogruppo
Anima SGR S.p.A. Anima Asset Management Ltd (società di diritto irlandese)
Controllata direttamente Controllata indirettamente tramite Anima SGR S.p.A.
Si precisa che i rapporti intrattenuti e le operazioni effettuate nel corso dell’esercizio con le altre Società del Gruppo vengono descritti nell’ambito della Nota Integrativa cui si rimanda. Tali rapporti e operazioni sono stati regolati in base alle condizioni di mercato.
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Il Fondo ha preso avvio nel corso del mese di settembre ed ha registrato una performance positiva in termini assoluti alla chiusura del 2019. Nel complesso il contributo alla performance della componente obbligazionaria è stato nullo, con una contenuta performance positiva della componente corporate, sia investment grade che high yield, che compensa una performance negativa di pari entità registrata dalla componente governativa (sia nominali che inflation linked). Sul finire dell'anno sono state implementate strategie in derivati (utilizzando futures su bund e btp) volte a ridurre la sensitività del portafoglio alla risalita dei tassi: alla fine dell'anno il contributo di queste strategie è stato sostanzialmente nullo. Per quanto riguarda la componente investita in OICR Anima, essa è stata gradualmente allocata ad un portafoglio bilanciato di strategie azionarie, obbligazionarie, bilanciate e flessibili per un peso complessivo pari al 45% del Nav. la maggior parte delle strategie presenti in portafoglio ha positivamente contribuito alla performance del Fondo, con particolare riguardo alle strategie flessibili di matrice azionaria globale e dei Paesi emergenti. Penalizzante, invece, l'esposizione a strategie obbligazionarie globali. Non si intende apportare modifiche significative all'attuale allocazione della componente obbligazionaria, se non una ricomposizione del portafoglio di titoli governativi in cui verrà aumentata l'esposizione ai titoli inflation linked rispetto ai nominali. Una parte della liquidità disponibile verrà utilizzata per incrementare l'esposizione ai titoli corporate nel momento in cui, come da attese, dovesse materializzarsi un incremento della volatilità di mercato. Continueranno ad essere utilizzate strategia in strumenti derivati volte a ridurre la duration complessiva del Fondo, in modo da proteggere la performance assoluta in caso di rialzo dei tassi di interesse. Nel corso dell’anno sia il livello di investimento che l’esposizione geografica, verranno monitorati in relazione soprattutto all’evoluzione della diffusione dell’epidemia da Covid-19 e alle dinamiche dei fattori derivanti dall’efficacia delle misure messe in atto dai governi colpiti dall’epidemia e dalle Autorità monetarie.
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AL 31/12/2019 SITUAZIONE PATRIMONIALE
ATTIVITA'
Situazione al Situazione a fine
31/12/2019 esercizio precedente
Valore complessivo In percentuale del
totale attività Valore complessivo
In percentuale del
totale attività
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI 519.139.431 84,130%
A1. Titoli di debito 230.028.076 37,277%
A1.1 Titoli di Stato 115.325.949 18,689%
A1.2 Altri 114.702.127 18,588%
A2. Titoli di capitale
A3. Parti di OICR 289.111.355 46,853%
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. Titoli di debito
B2. Titoli di capitale
B3. Parti di OICR
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI 2.222.241 0,360%
C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia 279.976 0,045%
C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati 1.942.265 0,315%
D. DEPOSITI BANCARI
D1. A vista
D2. Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA' 73.252.061 11,872%
F1. Liquidità disponibile 73.251.119 11,871%
F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare 33.651.805 5,454%
F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare -33.650.863 -5,453%
G. ALTRE ATTIVITA' 22.453.201 3,639%
G1. Ratei attivi 3.191.016 0,517%
G2. Risparmio d'imposta
G3. Altre 19.262.185 3,122%
TOTALE ATTIVITA' 617.066.934 100,000%
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PASSIVITA' E NETTO
Situazione al Situazione a fine
31/12/2019 esercizio precedente
Valore complessivo Valore complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI 17.873
L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati 17.873
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI 30.380
M1. Rimborsi richiesti e non regolati 30.380
M2. Proventi da distribuire
M3. Altri
N. ALTRE PASSIVITA' 1.216.071
N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati 1.091.521
N2. Debiti di imposta
N3. Altre 124.550
TOTALE PASSIVITA' 1.264.324
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 615.802.610
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE CLD 615.802.610
Numero delle quote in circolazione CLASSE CLD 121.961.183,558
Valore unitario delle quote CLASSE CLD 5,049
Movimenti delle quote nell'esercizio - Classe CLD
Quote emesse 122.141.305,787
Quote rimborsate 180.122,229
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SEZIONE REDDITUALE
Relazione al 31/12/2019 Relazione esercizio precedente
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI 6.050.417
A1. PROVENTI DA INVESTIMENTI 1.133.174
A1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito 1.133.174
A1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale
A1.3 Proventi su parti di OICR
A2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI 47.535
A2.1 Titoli di debito 16.350
A2.2 Titoli di capitale
A2.3 Parti di OICR 31.185
A3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE 4.869.708
A3.1 Titoli di debito -1.444.488
A3.2 Titoli di capitale
A3.3 Parti di OICR 6.314.196
A4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
Risultato gestione strumenti finanziari quotati 6.050.417
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. PROVENTI DA INVESTIMENTI
B1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito
B1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale
B1.3 Proventi su parti di OICR
B2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI
B2.1 Titoli di debito
B2.2 Titoli di capitale
B2.3 Parti di OICR
B3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE
B3.1 Titoli di debito
B3.2 Titoli di capitale
B3.3 Parti di OICR
B4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
Risultato gestione strumenti finanziari non quotati
C. RISULTATO DELLE OPERAZIONI IN STRUMENTI FINANZIARI
DERIVATI NON DI COPERTURA 1.923.268
C1. RISULTATI REALIZZATI -18.997
C1.1 Su strumenti quotati -1.124
C1.2 Su strumenti non quotati -17.873
C2. RISULTATI NON REALIZZATI 1.942.265
C2.1 Su strumenti quotati
C2.2 Su strumenti non quotati 1.942.265
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Relazione al 31/12/2019 Relazione esercizio precedente
D. DEPOSITI BANCARI
D1. INTERESSI ATTIVI E PROVENTI ASSIMILATI
E. RISULTATO DELLA GESTIONE CAMBI 193.007
E1. OPERAZIONI DI COPERTURA 130.621
E1.1 Risultati realizzati
E1.2 Risultati non realizzati 130.621
E2. OPERAZIONI NON DI COPERTURA
E2.1 Risultati realizzati
E2.2 Risultati non realizzati
E3. LIQUIDITÀ 62.386
E3.1 Risultati realizzati 232.179
E3.2 Risultati non realizzati -169.793
F. ALTRE OPERAZIONI DI GESTIONE
F1. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRONTI CONTRO TERMINE E ASSIMILATE
F2. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI
Risultato lordo della gestione di portafoglio 8.166.692
G. ONERI FINANZIARI -32.664
G1. INTERESSI PASSIVI SU FINANZIAMENTI RICEVUTI -32.664
G2. ALTRI ONERI FINANZIARI
Risultato netto della gestione di portafoglio 8.134.028
H. ONERI DI GESTIONE -2.429.818
H1. PROVVIGIONE DI GESTIONE SGR -1.516.303
Commissioni di gestione OICR collegati 298.343
Provvigioni di gestione SGR -737.684
Provvigioni di incentivo -1.076.962
H2. COSTO DEL CALCOLO DEL VALORE DELLA QUOTA -46.015
H3. COMMISSIONI DEPOSITARIO -125.694
H4. SPESE PUBBLICAZIONE PROSPETTI E INFORMATIVA AL PUBBLICO
-325
H5. ALTRI ONERI DI GESTIONE -13.530
H6. COMMISSIONI DI COLLOCAMENTO (cfr. Tit. V, Cap. 1, Sez II,
para. 3.3.1) -727.951
I. ALTRI RICAVI E ONERI -122.935
I1. INTERESSI ATTIVI SU DISPONIBILITA' LIQUIDE 1.772
I2. ALTRI RICAVI
I3. ALTRI ONERI -124.707
Risultato della gestione prima delle imposte 5.581.275
L. IMPOSTE -4.299
L1. IMPOSTA SOSTITUTIVA A CARICO DELL’ESERCIZIO
L2. RISPARMIO DI IMPOSTA
L3. ALTRE IMPOSTE -4.299
Utile/perdita dell’esercizio 5.576.976
Utile/perdita dell’esercizio Classe CLD 5.576.976
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NOTA INTEGRATIVA Parte A – Andamento del valore della quota Nel grafico seguente è illustrato l’andamento del valore della quota. I valori sono ribasati a 100 sulla data di avvio del Fondo. L’andamento delle classi di quota include il reinvestimento di eventuali proventi distribuiti durante l’anno, ove previsto dal Regolamento del Fondo.
I valori si riferiscono alla prima valorizzazione della quota avvenuta in data 30 agosto 2019. La rappresentazione dei dati nel grafico a barre sarà disponibile dal prossimo anno, in base all’esposizione dei risultati di un anno civile completo. Nella tabella seguente sono illustrati i rendimenti del Fondo. Anima Investimento Robotica & Intelligenza Artificiale 2024
Performance annuale n/d
Performance ultimi tre anni n/d
I rendimenti del Fondo/classe, ove previsto dal Regolamento dello stesso, includono il reinvestimento di eventuali proventi distribuiti durante l’anno, ma non includono gli eventuali costi di sottoscrizione e rimborso a carico dell’investitore. A partire dal 1° luglio 2011, la tassazione è a carico dell’investitore. Data la politica di investimento del Fondo non è possibile individuare un benchmark rappresentativo, di conseguenza non è possibile calcolare il valore della Tracking Error Volatility.
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Nella tabella seguente sono riportati i valori minimi e massimi della quota delle classi di quota del Fondo raggiunti durante l’anno. Per quanto riguarda i principali eventi che hanno influito sul valore della quota, si rimanda al commento gestionale.
Classe CLD
Descrizione Esercizio 2019 Esercizio 2018 Esercizio 2017
Valore massimo della quota 5,061
Valore minimo della quota 4,992
Il Fondo non è suddiviso in classi di quota. Le quote del Fondo non sono trattate in mercati regolamentati. Nel corso del periodo non sono stati rilevati errori rilevanti di valutazione delle quote.
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RISCHI ASSUNTI NELL’ESERCIZIO Il monitoraggio del rischio è assicurato dalla funzione di Risk Management, alle dirette dipendenze del Consiglio di Amministrazione, che ha il compito di calcolare e monitorare il profilo di rischio rendimento dei fondi. Il Fondo è monitorato prevalentemente in termini di esposizione ai principali fattori di rischio, con particolare riferimento all’esposizione per asset class, all’esposizione valutaria, alla duration ed al merito di credito. La struttura di gestione, nell’assunzione delle scelte di investimento, verifica costantemente la coerenza delle decisioni assunte con il profilo di rischio rendimento del Fondo e con i limiti prudenziali interni deliberati dal Consiglio di Amministrazione della società, con particolare riferimento alle esposizioni ai principali fattori di rischio, come sopra indicato. Ai fini del monitoraggio dei limiti normativi sull’esposizione complessiva in strumenti finanziari derivati è utilizzato l’approccio degli impegni. Il Fondo è esposto principalmente, direttamente o per il tramite delle parti di OICR nei quali è investito, al rischio di tasso d’interesse, di inflazione, di credito, azionario e valutario. Sono state tatticamente poste in essere, durante l’anno, politiche di copertura e/o mitigazione del rischio di tasso d’interesse e valutario tramite strumenti finanziari derivati. Non sono, invece, state adottate, durante l’anno, politiche di copertura e/o mitigazione del rischio di tasso di inflazione, di credito e azionario. La seguente tabella illustra la volatilità annualizzata dei rendimenti settimanali del Fondo dell’anno di riferimento, a partire dalla data di lancio (l’indicatore potrebbe non essere rappresentativo data la limitata estensione temporale della serie storica dei dati utilizzati).
Indicatore Fondo
Volatilità annualizzata realizzata 2,0
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Parte B – Le attività, le passività e il valore complessivo netto
Sezione I - Criteri di valutazione e Principi contabili
Criteri di valutazione
Nella redazione della Relazione di Gestione del Fondo, ANIMA SGR S.p.A. ha applicato i principi contabili di generale accettazione per i fondi comuni di investimento e i criteri di valutazione previsti dal Regolamento sulla gestione collettiva del risparmio emanato con Provvedimento della Banca d’Italia del 19 gennaio 2015 e successive modificazioni. Si segnala che Anima SGR S.p.A. ha delegato il calcolo del NAV in regime di outsourcing al Depositario BNP Paribas Securities Services. Tali principi e criteri, che sono conformi a quelli utilizzati nel corso dell’esercizio per la predisposizione dei prospetti giornalieri di calcolo del valore della quota e della Relazione semestrale, invariati rispetto all’esercizio precedente, sono qui di seguito riportati. Registrazione delle operazioni Gli acquisti e le vendite di strumenti finanziari sono contabilizzati nel portafoglio del Fondo sulla base della
data di effettuazione dell’operazione, indipendentemente dalla data di regolamento dell'operazione stessa. Nel caso di sottoscrizione di titoli di nuova emissione, la contabilizzazione nel portafoglio del Fondo
avviene invece nel momento in cui l’attribuzione dei titoli è certa, ovvero, in ogni altro caso, nei termini previsti dal programma di offerta o dagli usi e consuetudini di Borsa.
Il costo medio di acquisto ed il cambio medio di acquisto sono calcolati sulla base del valore di libro degli strumenti finanziari alla fine del periodo precedente modificato, rispettivamente, dal costo degli acquisti del periodo e dal loro cambio.
Le plusvalenze e le minusvalenze sugli strumenti finanziari riflettono gli scarti tra il costo medio di carico ed il valore derivante dalla valorizzazione del portafoglio alla data della Relazione.
La differenza tra il cambio medio di carico e il cambio alla data della Relazione origina le plusvalenze e le minusvalenze da cambio sugli strumenti finanziari in valuta detenuti e sulla giacenza di liquidità in divisa estera. Tali importi andranno a rettificare i valori di carico degli strumenti finanziari in portafoglio all’inizio dell’esercizio successivo.
Gli utili e le perdite sui realizzi sono costituiti dalle differenze tra i costi medi di carico ed i relativi prezzi di vendita degli strumenti finanziari alienati nel corso del periodo, tenendo conto delle commissioni di negoziazione.
Gli utili e le perdite da realizzi su cambi per operazioni in strumenti finanziari sono determinate dalla differenza tra il cambio medio degli acquisti effettuati nel periodo, come sopra indicato, ed il cambio del giorno dell’operazione.
Gli utili e le perdite su negoziazione di divise sono originati dalla differenza tra il controvalore della divisa in giacenza, modificato dal controvalore medio degli acquisti effettuati nel periodo, ed il controvalore della divisa effettivamente negoziata.
Le compravendite di divisa a termine concorrono alla determinazione del valore netto del Fondo in termini di plusvalenza o minusvalenza in base al valore nominale valutato confrontando il cambio a termine pattuito con un cambio di riferimento, cioè il cambio a termine che si verrebbe a pattuire alla data della valutazione per un’operazione avente le stesse caratteristiche e stessa scadenza, calcolato utilizzando una curva tassi di mercato. Gli utili o le perdite da realizzi su cambi sono determinati quale differenza tra il cambio a termine del contratto di copertura ed il cambio di chiusura dell’operazione.
Le differenze di cambio derivanti dalla conversione delle voci espresse in valuta estera sono contabilizzate in voci separate nella Relazione tenendo distinte quelle realizzate da quelle di valutazione; sempre nella sezione riguardante il risultato della gestione cambi sono state registrate le componenti reddituali delle operazioni di copertura del rischio di cambio.
Le operazioni di deposito bancario sono registrate alla data di effettuazione. Il rateo interessi viene distribuito proporzionalmente lungo tutta la durata del deposito.
Le operazioni di “pronti contro termine” e assimilabili sono registrate alla data di effettuazione delle operazioni e non influiscono sulla movimentazione di portafoglio, mentre i movimenti della liquidità a pronti trovano corrispettivo in movimenti di pari importo della liquidità da consegnare o da ricevere.
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La differenza tra i prezzi a pronti e quelli a termine viene distribuita, proporzionalmente al tempo trascorso, lungo tutta la durata del contratto come componente di reddito.
La vendita o l’acquisto di contratti futures influenzano il valore netto del Fondo attraverso la corresponsione o l’incasso dei margini di variazione, i quali incidono direttamente sulla liquidità disponibile e sul conto economico. Tali differenziali vengono registrati per competenza sulla base della variazione giornaliera tra i prezzi di chiusura del mercato di contrattazione e il costo dei contratti stipulati o i prezzi del giorno precedente; il valore degli Equity Swap è calcolato determinando il controvalore del nozionale iniziale più l’apprezzamento (oppure meno il deprezzamento) e gli eventuali dividendi, più o meno gli eventuali acquisti o vendite. Il valore attuale sarà dato dalla sommatoria delle quantità per il prezzo di chiusura dell’azione sottostante più l’eventuale dividendo netto staccato e non ancora incassato.
I dividendi dei titoli azionari quotati nelle Borse Nazionali ed Internazionali sono rilevati in base al criterio della competenza riferita alla data dello stacco, al lordo delle ritenute d'imposta. Ove ciò non sia possibile gli stessi sono rilevati alla prima data utile successiva o al momento dell’incasso.
Gli oneri di gestione e le commissioni d’incentivo vengono registrati secondo il principio della competenza mediante l'iscrizione di appositi ratei sulla base di quanto previsto dai Prospetti informativi dei fondi.
Gli interessi, gli altri proventi e gli oneri a carico del Fondo sono calcolati secondo il principio della competenza temporale, anche mediante rilevazione dei ratei attivi e passivi;
Le sottoscrizioni ed i rimborsi delle quote di OICR sono rilevati a norma del Regolamento del Fondo e secondo il principio della competenza temporale.
Valutazione degli strumenti finanziari Per le azioni e gli strumenti assimilabili quotati, la fonte ufficiale di valorizzazione è prezzo di chiusura o
l’ultimo prezzo disponibile rilevato sul mercato di quotazione. Nel caso in cui lo strumento non faccia prezzo in un dato giorno (ad esempio per mancanza di scambi o chiusura del mercato) verrà mantenuto il prezzo invariato. Nel caso di sospensione per oltre tre mesi, il titolo è trattato come non quotato.
Per le azioni e gli strumenti assimilabili non quotati, la valorizzazione è effettuata mediante la stima di un presunto valore di realizzo, tenuto conto di tutte le informazioni disponibili al momento del calcolo.
Per i titoli obbligazionari liquidi la fonte ufficiale di valorizzazione è il prezzo Bloomberg Generic (media di prezzi calcolata dall’info provider Bloomberg) di fine giornata. Qualora, in un dato giorno, non sia stato fatto registrare un prezzo su tale fonte prezzo, ovvero questa sia evidenziata come anomala dal sistema di controlli, verranno utilizzati i prezzi alternativi rilevati su sistemi multilaterali di negoziazione o singoli contributori quali ICE Data o Bloomberg CBBT.
Per i titoli obbligazionari illiquidi la valorizzazione è effettuata sulla base di un prezzo teorico calcolato mediante un apposito modello di valutazione. Nel caso in cui non si disponga di un adeguato modello di valorizzazione, la valorizzazione è effettuata mediante la stima di un presunto valore di realizzo, tenuto conto di tutte le informazioni disponibili al momento del calcolo.
La valutazione delle parti di OICR quotate è effettuata sulla base degli stessi criteri applicati alle azioni. La valutazione delle parti di OICR non quotate è effettuata sulla base dell’ultimo valore delle parti stesse reso noto al pubblico, secondo le disposizioni del Regolamento Banca d’Italia.
Per le posizioni in strumenti finanziari derivati quotati e liquidi, la fonte ufficiale di valorizzazione è il prezzo di regolamento o l’ultimo prezzo disponibile rilevato sul mercato di quotazione. Nel caso in cui lo strumento non faccia prezzo in un dato giorno (ad esempio per mancanza di scambi o chiusura del mercato) verrà mantenuto il prezzo invariato.
Le posizioni in total return swap e in currency forward sono valorizzate sulla base del prezzo teorico calcolato mediante un apposito modello di valutazione.
Le posizioni in strumenti finanziari derivati non quotati o illiquidi, diversi dai total return swap e dai currency forward, sono valorizzate sulla base del prezzo di mercato a cui gli operatori sono disposti a negoziare lo strumento stesso. Tale prezzo può essere fornito da una sola controparte (inclusa la controparte dell’operazione) o essere basato sui prezzi ricevuti da più controparti (ad esempio, la loro media). Nel caso in cui tale prezzo non sia disponibile o sia evidenziato come anomalo dal sistema di controlli, tali posizioni sono valorizzate sulla base del prezzo teorico calcolato mediante un apposito modello di valutazione.
Le poste denominate in valute diverse da quella di denominazione dei fondi sono convertite in quest’ultima valuta utilizzando il tasso di cambio rilevato giornalmente dalla WM/Reuters accertato attraverso le rilevazioni dei principali contributori, calcolati da WM Company, sulla base dei dati resi disponibili sui circuiti informativi. Nel caso in cui i citati tassi di cambio non fossero disponibili, verranno utilizzati i tassi di cambio correnti, alla data di riferimento della valutazione, accertati quotidianamente dalla Banca Centrale Europea (BCE).
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Principi contabili
Nella redazione della Relazione di Gestione del Fondo, ANIMA SGR S.p.A. ha applicato i principi contabili di generale accettazione per i fondi comuni di investimento e i criteri di valutazione previsti dal Regolamento Banca d’Italia 19 gennaio 2015, variati – ove necessario – per considerare gli effetti dell’avvio del processo liquidatorio.
Essi sono altresì coerenti con quelli utilizzati nel corso dell’esercizio per la predisposizione dei prospetti di calcolo mensile della quota.
I principi maggiormente significativi, ove applicabili, sono elencati nel seguito:
Le compravendite di titoli sono contabilizzate nel portafoglio del Fondo sulla base della data d’effettuazione delle operazioni;
Gli interessi, gli altri proventi e gli oneri a carico del Fondo sono stati calcolati secondo il principio della competenza temporale, anche mediante rilevazione dei ratei attivi e passivi;
Le sottoscrizioni ed i rimborsi delle quote sono stati rilevati a norma del regolamento del Fondo e secondo il principio della competenza temporale;
Gli utili e le perdite da realizzi risultano dalla differenza tra i costi medi ponderati di carico ed i valori realizzati dalle vendite; i costi ponderati di carico rappresentano i valori dei titoli alla fine dell’esercizio precedente, modificati dai costi medi d’acquisto del periodo;
Le plusvalenze e le minusvalenze su titoli sono originate dalla differenza tra il costo medio ponderato ed i valori determinati secondo i criteri indicati in precedenza, ossia prezzi di mercato o valutazioni applicati alla data della Relazione;
Le differenze di cambio derivanti dalla conversione delle voci espresse in valuta estera sono contabilizzate in voci separate nella Relazione tenendo distinte quelle realizzate da quelle di valutazione; sempre nella sezione riguardante il risultato della gestione cambi sono state registrate le componenti reddituali delle operazioni di copertura dal rischio di cambio;
I contratti a termine di compravendita divisa, sono valutati convertendo al tasso di cambio a termine corrente per scadenze corrispondenti a quelle delle operazioni oggetto di valutazioni;
Per le operazioni di “pronti contro termine”, la differenza tra i prezzi a pronti e quelli a termine è stata distribuita, proporzionalmente al tempo trascorso, lungo tutta la durata del contratto.
Il risultato economico del Fondo è determinato relativamente al periodo compreso tra la data di avvio del Fondo (30/08/2019) e la data di chiusura della Relazione. La Relazione di Gestione è stata predisposta nella prospettiva della continuità aziendale. Non sussistono dubbi e/o incertezze circa la capacità del Fondo di proseguire la propria operatività finalizzata al conseguimento degli obiettivi di gestione previsti dal Regolamento del Fondo stesso.
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Sezione II - Le attività
Aree geografiche verso cui sono orientati gli investimenti
Paese Titoli di capitale Titoli di debito Parti di OICR
Australia 5.615.864
Belgio 1.052.300
Costa Rica 472.926
Francia 7.422.195
Germania 4.559.740
Gran Bretagna 8.679.844
Grecia 1.060.490
Italia 101.422.412 289.111.355
Lussemburgo 7.833.010
Marocco 779.220
Messico 5.248.264
Olanda 8.587.686
Portogallo 17.378.072
Sovranazionali 377.693
Spagna 28.247.285
Stati Uniti 29.219.425
Svezia 2.071.650
Totali 230.028.076 289.111.355
Settori economici di impiego delle risorse del Fondo
Ripartizione degli strumenti finanziari quotati e non quotati per settori di attività economica
Titoli di capitale Titoli di debito Parti di OICR
Assicurativo 14.895.860
Bancario 31.039.892
Chimico e idrocarburi 5.971.981
Commercio 1.047.250
Comunicazioni 19.545.305
Diversi 5.090.470
Elettronico 6.840.925
Farmaceutico 5.251.065
Finanziario 12.871.090 289.111.355
Meccanico - Automobilistico 2.942.140
Minerario e Metallurgico 5.615.864
Sovranazionali 377.693
Titoli di Stato 115.325.949
Trasporti 3.212.592
Totali 230.028.076 289.111.355
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Elenco analitico dei principali strumenti finanziari detenuti dal Fondo
Titoli Divisa Quantità Controvalore in Euro % su Totale
attività
ITALY BTPS 5% 09-01/03/2025 EUR 40.000.000 48.786.000 7,906%
ANIMA ALTO POTENZIALE EUROPA Y EUR 14.646.261 46.311.478 7,505%
ANIMA RISP F QUOTA DI PARTECIPAZIONE EUR 5.064.281 39.192.473 6,351%
ANIMA VISCONTEO - CLASSE F EUR 776.683 39.189.863 6,351%
ANIMA GEO PAESI EMERGENTI Y EUR 4.078.647 33.897.636 5,493%
ANIMA FONDO TRADING - CLASSE F EUR 1.811.950 32.752.815 5,308%
ANIMA ALTO POTENZIALE GLB CL F EUR 1.914.753 32.569.942 5,278%
ANIMA FIX EMERGENTI Y EUR 1.781.960 32.445.928 5,258%
US TSY INFL IX N/B 0.125% 14-15/07/2024 USD 30.344.440 27.201.864 4,408%
ANIMA FIX OBBLIG GLOBALE-Y EUR 1.886.206 22.751.421 3,687%
SPANISH GOVT 1.95% 16-30/04/2026 EUR 20.000.000 22.307.400 3,615%
PORTUGUESE OTS 2.875% 16-21/07/2026 EUR 10.000.000 11.746.100 1,904%
ANIMA LIQUIDITA CL FM EUR 200.646 9.999.799 1,621%
GENERALI FINANCE 14-30/11/2049 FRN EUR 7.000.000 7.856.310 1,273%
SACE SPA 15-10/02/2049 FRN EUR 7.000.000 7.313.460 1,185%
BHP BILLITON FIN 15-22/10/2079 FRN EUR 4.600.000 5.615.864 0,910%
REPSOL INTL FIN 15-25/03/2075 FRN EUR 3.800.000 4.371.406 0,708%
AROUNDTOWN SA 18-31/12/2049 FRN EUR 4.000.000 4.028.560 0,653%
CAIXA GERAL DEPO 18-28/06/2028 FRN EUR 3.000.000 3.424.770 0,555%
UNITED MEXICAN 1.625% 19-08/04/2026 EUR 3.000.000 3.128.790 0,507%
INTESA SANPAOLO 16-29/12/2049 FRN EUR 2.800.000 2.957.304 0,479%
UNICREDIT SPA 16-29/12/2049 EUR 2.500.000 2.899.750 0,470%
SANPAOLO VITA 14-29/12/2049 FRN EUR 2.500.000 2.731.100 0,443%
TELECOM ITALIA 2.875% 18-28/01/2026 EUR 2.500.000 2.629.675 0,426%
TIM S.p.A. 4% 19-11/04/2024 EUR 2.000.000 2.213.680 0,359%
LIBERBANK 17-14/03/2027 EUR 2.000.000 2.199.540 0,356%
INTL GAME TECH 3.5% 18-15/07/2024 EUR 2.000.000 2.149.360 0,348%
UNIPOL GRUPPO FI 3% 15-18/03/2025 EUR 2.000.000 2.127.920 0,345%
LA POSTE SA 18-31/12/2049 FRN EUR 2.000.000 2.122.140 0,344%
VODAFONE GROUP 18-03/01/2079 FRN EUR 2.000.000 2.099.360 0,340%
TELEFONICA EUROP 17-31/12/2049 FRN EUR 2.000.000 2.060.840 0,334%
BAYER AG 15-02/04/2075 FRN EUR 2.000.000 2.046.000 0,332%
FORD MOTOR CRED 1.514% 19-17/02/2023 EUR 2.000.000 2.017.560 0,327%
ATLANTIA SPA 1.625% 17-03/02/2025 EUR 2.000.000 1.916.280 0,311%
INTESA SANPAOLO 6.625% 13-13/09/2023 EUR 1.500.000 1.790.550 0,290%
UNIONE DI BANCHE 2.625% 19-20/06/2024 EUR 1.600.000 1.667.568 0,270%
ROSSINI SARL 6.75% 18-30/10/2025 EUR 1.500.000 1.667.190 0,270%
ENEL SPA 19-24/05/2080 FRN EUR 1.500.000 1.627.905 0,264%
TOTAL S.A. 16-29/12/2049 EUR 1.500.000 1.600.575 0,259%
BERTELSMANN SE 15-23/04/2075 FRN EUR 1.500.000 1.589.160 0,258%
GRIFOLS SA 3.2% 17-01/05/2025 EUR 1.500.000 1.537.875 0,249%
ELEC DE FRANCE 18-31/12/2049 FRN EUR 1.400.000 1.526.000 0,247%
BANCA POP SONDRI 2.375% 19-03/04/2024 EUR 1.500.000 1.519.410 0,246%
NGG FINANCE 19-05/12/2079 FRN EUR 1.500.000 1.517.970 0,246%
TELECOM ITALIA 1.125% 15-26/03/2022 CV EUR 1.500.000 1.503.810 0,244%
AMERICA MOVIL SA 13-06/09/2073 FRN GBP 1.000.000 1.215.826 0,197%
BANCO SABADELL 18-12/12/2028 FRN EUR 1.000.000 1.136.540 0,184%
ALTICE FRANCE 5.875% 18-01/02/2027 EUR 1.000.000 1.126.230 0,183%
EDP SA 19-30/04/2079 FRN EUR 1.000.000 1.116.750 0,181%
ACHMEA BV 15-29/12/2049 FRN EUR 1.000.000 1.110.590 0,180%
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II.1 STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
Ripartizione degli strumenti finanziari quotati per paese di residenza dell’emittente Paese di residenza dell'emittente
Italia Altri Paesi dell'UE Altri Paesi dell'OCSE Altri Paesi
Titoli di debito:
- di Stato 48.786.000 34.053.500 31.234.303 1.252.146
- di altri enti pubblici
- di banche 21.136.612 9.903.280
- di altri 31.499.800 43.313.185 8.849.250
Titoli di capitale:
- con diritto di voto
- con voto limitato
- altri
Parti di OICR:
- OICVM 289.111.355
- FIA aperti retail
- altri
Totali:
- in valore assoluto 390.533.767 87.269.965 40.083.553 1.252.146
- in percentuale del totale delle attività 63,288% 14,143% 6,496% 0,203%
Ripartizione degli strumenti finanziari quotati per mercato di quotazione Mercato di quotazione
Italia Altri Paesi dell'UE Altri Paesi dell'OCSE Altri Paesi
Titoli quotati 390.533.767 87.269.965 40.083.553 1.252.146
Titoli in attesa di quotazione
Totali:
- in valore assoluto 390.533.767 87.269.965 40.083.553 1.252.146
- in percentuale del totale delle attività 63,288% 14,143% 6,496% 0,203%
Movimenti dell’esercizio Controvalore acquisti Controvalore vendite/rimborsi
Titoli di debito 234.917.539 3.461.325
- titoli di Stato 116.536.805
- altri 118.380.734 3.461.325
Titoli di capitale
Parti di OICR 284.387.000 1.621.026
Totale 519.304.539 5.082.351
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II.2 STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
Ripartizione degli strumenti finanziari non quotati per paese di residenza dell’emittente
A fine esercizio il Fondo non deteneva strumenti finanziari non quotati.
Movimenti dell’esercizio
Nel corso dell'esercizio il Fondo non ha effettuato movimenti in strumenti finanziari non quotati.
II.3 TITOLI DI DEBITO
Elenco titoli "strutturati" detenuti in portafoglio Descrizione Divisa Valuta nominale Controvalore in Euro Caratteristiche % su portaf.
TELECOM ITALIA 1.125% 15-26/03/2022 CV EUR 1.500.000 1.503.810 Convertibile 0,290%
TITOLI DI DEBITO: DURATION MODIFICATA PER VALUTA DI DENOMINAZIONE Duration in anni
Valuta Minore o pari a 1 Compresa tra 1 e 3,6 Maggiore di 3,6
Dollaro USA 29.056.804 1.722.934
Euro 7.611.929 36.005.035 154.415.548
Sterlina Inglese 1.215.826
Totale 8.827.755 65.061.839 156.138.482
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II.4 STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
Valore patrimoniale degli strumenti finanziari derivati
Margini
Strumenti finanziari quotati
Strumenti finanziari non quotati
Operazioni su tassi di interesse:
- future su titoli di debito, tassi e altri contratti simili 279.976
- opzioni su tassi e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili
Operazioni su tassi di cambio:
- future su valute e altri contratti simili
- opzioni su tassi di cambio e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili
Operazioni su titoli di capitale:
- future su titoli di capitale, indici azionari e contratti simili
- opzioni su titoli di capitale e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili 1.942.265
Altre operazioni:
- future
- opzioni
- swap
Tipologia dei contratti Controparte dei contratti
Banche italiane SIM
Banche e imprese
di investimento di paesi OCSE
Banche e imprese
di investimento di paesi non OCSE
Altre controparti
Operazioni su tassi di interesse:
- future su titoli di debito, tassi e altri contratti simili 279.976
- opzioni su tassi e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili
Operazioni su tassi di cambio:
- future su valute e altri contratti simili
- opzioni su tassi di cambio e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili
Operazioni su titoli di capitale:
- future su titoli di capitale, indici azionari e contratti simili
- opzioni su titoli di capitale e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili 1.942.265
Altre operazioni:
- future
- opzioni
- swap
II.5 DEPOSITI BANCARI
A fine esercizio il Fondo non deteneva depositi bancari e non ne ha aperti nel corso dell’esercizio.
II.6 PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
A fine esercizio il Fondo non deteneva pronti contro termine attivi ed operazioni assimilate e non ne ha poste in essere nel corso dell'esercizio.
II.7 OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI
A fine esercizio il Fondo non aveva in essere operazioni di prestito titoli e non ne ha poste in essere nel corso dell'esercizio.
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35
II.8 POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’ Importo
Liquidità disponibile:
– Liquidità disponibile in euro 71.578.831
– Liquidità disponibile in divise estere 1.672.288
Totale 73.251.119
Liquidità da ricevere per operazioni da regolare:
– Liquidità da ricevere su strumenti finanziari in euro 942
– Liquidità da ricevere su strumenti finanziari in divise estere
– Liquidità da ricevere su vendite a termine in euro 33.650.863
– Liquidità da ricevere su vendite a termine in divise estere
– Liquidità da ricevere operazioni su divisa
– Interessi attivi da ricevere
Totale 33.651.805
Liquidità impegnata per operazioni da regolare:
– Liquidità impegnata per operazioni in strumenti finanziari in euro
– Liquidità impegnata per operazioni in strumenti finanziari in divise estere
– Liquidità impegnata per acquisti a termine in euro
– Liquidità impegnata per acquisti a termine in divise estere -33.650.863
– Liquidità impegnata per operazioni su divisa
– Interessi passivi da pagare
Totale -33.650.863
Totale posizione netta di Liquidità 73.252.061
II.9 ALTRE ATTIVITA’ Importo
Ratei Attivi 3.191.016
Rateo su titoli stato quotati 1.129.040
Rateo su obbligazioni quotate 2.060.204
Rateo interessi attivi di c/c 1.772
Risparmio d'imposta
Altre 19.262.185
Rateo plusvalenza forward da cambio 157.538
Risconto commissioni di collocamento 19.104.647
Totale 22.453.201
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Sezione III – Le passività
III.1 FINANZIAMENTI RICEVUTI Nel corso dell’esercizio il Fondo ha utilizzato gli affidamenti concessi dagli Istituti di Credito con scadenza a vista per scoperti di conto corrente al fine di far fronte a temporanee esigenze di tesoreria.
III.2 PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
A fine esercizio il Fondo non deteneva pronti contro termine passivi ed operazioni assimilate e non ne ha poste in essere nel corso dell’esercizio.
III.3 OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI
A fine esercizio il Fondo non aveva in essere operazioni di prestito titoli e non ne ha poste in essere nel corso dell’esercizio.
III.4 STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
Valore patrimoniale degli strumenti finanziari derivati
Strumenti finanziari
quotati Strumenti finanziari
non quotati
Operazioni su tassi di interesse:
- future su titoli di debito, tassi e altri contratti simili
- opzioni su tassi e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili
Operazioni su tassi di cambio:
- future su valute e altri contratti simili
- opzioni su tassi di cambio e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili
Operazioni su titoli di capitale:
- future su titoli di capitale, indici azionari e contratti simili
- opzioni su titoli di capitale e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili 17.873
Altre operazioni:
- future
- opzioni
- swap
Tipologia dei contratti Controparte dei contratti
Banche italiane SIM
Banche e imprese
di investimento di paesi OCSE
Banche e imprese
di investimento di paesi non OCSE
Altre controparti
Operazioni su tassi di interesse:
- future su titoli di debito, tassi e altri contratti simili
- opzioni su tassi e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili
Operazioni su tassi di cambio:
- future su valute e altri contratti simili
- opzioni su tassi di cambio e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili
Operazioni su titoli di capitale:
- future su titoli di capitale, indici azionari e contratti simili
- opzioni su titoli di capitale e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili 17.873
Altre operazioni:
- future
- opzioni
- swap
Società di Gestione del Risparmio ANIMA SGR S.p.A. ANIMA INVESTIMENTO ROBOTICA&INTELLIGENZA ARTIFICIALE 2024
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III.5 DEBITI VERSO PARTECIPANTI
Data estinzione
debito Importo
Rimborsi richiesti e non regolati 30.380
Rimborsi 02/01/2020 30.380
Proventi da distribuire
Altri
Totale 30.380
III.6 ALTRE PASSIVITA’
Importo
Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati -1.091.521
Rateo passivo provvigione di gestione -312.895
Rateo passivo provvigione di incentivo -846.729
Rateo passivo depositario -44.403
Rateo passivo oneri società di revisione -8.582
Rateo attivo commissione di gestione OICR collegati 137.176
Rateo passivo calcolo quota -13.481
Rateo calcolo quota SGR -2.607
Debiti di imposta
Altre -124.550
Rateo interessi passivi su c/c -66.570
Rateo passivo imposta titoli -31.061
Rateo minusvalenza su forward da cambio -26.917
Arrotondamenti -2
Totale -1.216.071
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Sezione IV – Il valore complessivo netto
Variazione del patrimonio netto - Classe CLD
Anno 2019 Anno 2018 Anno 2017
Patrimonio netto a inizio periodo
Incrementi:
a) sottoscrizioni: 611.128.305
- sottoscrizioni singole 491.906.088
- piani di accumulo
- switch in entrata 119.222.217
b) risultato positivo della gestione 5.576.976
Decrementi:
a) rimborsi: 902.671
- riscatti 902.671
- piani di rimborso
- switch in uscita
b) proventi distribuiti
c) risultato negativo della gestione
Patrimonio netto a fine periodo 615.802.610
Numero totale quote in circolazione 121.961.183,558
Numero quote detenute da investitori qualificati 8.011,217
% Quote detenute da investitori qualificati 0,007%
Numero quote detenute da soggetti non residenti 310.775,915
% Quote detenute da soggetti non residenti 0,255%
Sezione V – Altri dati patrimoniali
IMPEGNI
Ammontare dell'impegno
Valore Assoluto % del Valore Complessivo
Netto
Operazioni su tassi di interesse:
- future su titoli di debito, tassi e altri contratti simili 8.831.004 1,434%
- opzioni su tassi e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili
Operazioni su tassi di cambio:
- future su valute e altri contratti simili
- opzioni su tassi di cambio e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili
Operazioni su titoli di capitale:
- future su titoli di capitale, indici azionari e contratti simili
- opzioni su titoli di capitale e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili 974.196 0,158%
Altre operazioni:
- future e contratti simili
- opzioni e contratti simili
- swap e contratti simili
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PROSPETTO DI RIPARTIZIONE DELLE ATTIVITA’ E DELLE PASSIVITA’ NEI CONFRONTI DEL GRUPPO
ATTIVITA'
% SU
ATTIVITA' PASSIVITA'
% SU
PASSIVITA'
a) Strumenti finanziari detenuti:
ANIMA ALTO POTENZIALE EUROPA Y 46.311.478 7,505%
ANIMA RISP F QUOTA DI PARTECIPAZIONE 39.192.473 6,351%
ANIMA VISCONTEO - CLASSE F 39.189.863 6,351%
ANIMA GEO PAESI EMERGENTI Y 33.897.636 5,493%
ANIMA FONDO TRADING - CLASSE F 32.752.815 5,308%
ANIMA ALTO POTENZIALE GLB CL F 32.569.942 5,278%
ANIMA FIX EMERGENTI Y 32.445.928 5,258%
ANIMA FIX OBBLIG GLOBALE-Y 22.751.421 3,687%
ANIMA LIQUIDITA CL FM 9.999.799 1,621%
ATTIVITA' PASSIVITA'
b) Strumenti finanziari derivati:
- Opzioni acquistate
- Opzioni vendute
Importo
c) Depositi bancari
Importo
d) Altre attività
- Liquidità disponibile su conti correnti
- Ratei attivi liquidità
Importo
e) Finanziamenti ricevuti
Importo
f) Altre passività
- Debiti Commissioni Depositario
- Ratei passivi di Liquidità
- Commissioni RTO
Importo
g) Garanzia per margini inziali su futures:
- cash
- titoli
PROSPETTO DI RIPARTIZIONE DELLE ATTIVITA’ E DELLE PASSIVITA’ IN DIVISA ATTIVITÀ PASSIVITA'
Strumenti finanziari
Depositi bancari Altre attività TOTALE Finanziamenti
ricevuti Altre passività TOTALE
Euro 489.366.108 127.580.077 616.946.185 1.231.661 1.231.661
Sterlina Inglese 1.215.826 -1.185.529 30.297 1.743 1.743
Dollaro USA 30.779.738 -30.689.286 90.452 30.920 30.920
Totale 521.361.672 95.705.262 617.066.934 1.264.324 1.264.324
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Parte C – Il risultato economico dell’esercizio
Sezione I – Strumenti finanziari quotati e non quotati e relative operazioni di copertura
I.1 RISULTATO DELLE OPERAZIONI SU STRUMENTI FINANZIARI
Risultato complessivo delle operazioni su: Utile/perdita da realizzi di cui: per variazioni dei
tassi di cambio Plus/minusvalenze
di cui: per variazioni dei tassi di cambio
A. Strumenti finanziari quotati
1. Titoli di debito 16.350 -1.444.488 -297.319
2. Titoli di capitale
3. Parti di OICR 31.185 6.314.196
- OICVM 31.185 6.314.196
- FIA
B. Strumenti finanziari non quotati
1. Titoli di debito
2. Titoli di capitale
3. Parti di OICR
I.2 STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
Risultato degli strumenti finanziari derivati
Con finalità di copertura (sottovoci A4 e B4)
Senza finalità di copertura (sottovoci C1 e C2)
Risultati realizzati Risultati non
realizzati Risultati realizzati Risultati non realizzati
Operazioni su tassi di interesse:
– future su titoli di debito, tassi -1.124
ed altri contratti simili
– opzioni su tassi e altri contratti simili
– swap e altri contratti simili
Operazioni su titoli di capitale:
– future su titoli di capitale, indici azionari
e contratti simili
– opzioni su titoli di capitale e altri contratti simili
– swap e altri contratti simili -17.873 1.942.265
Altre operazioni:
– future
– opzioni
– swap
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Sezione II - Depositi bancari
Durante l’esercizio il Fondo non ha investito in depositi bancari.
Sezione III – Altre operazioni di gestione e oneri finanziari
PROVENTI ED ONERI DELLE OPERAZIONI PRONTI CONTRO TERMINE E ASSIMILATE
Durante l’esercizio il Fondo non ha investito in pronti contro termine e operazioni assimilate, nonché in prestito titoli.
RISULTATO DELLA GESTIONE CAMBI
Risultato della gestione cambi
OPERAZIONI DI COPERTURA Risultati realizzati Risultati non realizzati
Operazioni a termine 130.621
Strumenti finanziari derivati su tassi di cambio:
- future su valute e altri contratti simili
- opzioni su tassi di cambio e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili
OPERAZIONI NON DI COPERTURA
Operazioni a termine
Strumenti finanziari derivati su tassi di cambio non aventi
finalità di copertura:
- future su valute e altri contratti simili
- opzioni su tassi di cambio e altri contratti simili
- swap e altri contratti simili
LIQUIDITA' 232.179 -169.793
INTERESSI PASSIVI SU FINANZIAMENTI RICEVUTI
Importo
Interessi passivi per scoperti -66.570
- c/c denominato in Euro
- c/c denominato in divise estere -32.664
Totale -32.664
ALTRI ONERI FINANZIARI
A fine esercizio il Fondo non ha registrato oneri finanziari.
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Sezione IV – Oneri di gestione
IV.1 COSTI SOSTENUTI NEL PERIODO
Importi complessivamente corrisposti Importi corrisposti a soggetti del gruppo di
appartenenza della SGR
ONERI DI GESTIONE Importo
(migliaia di euro)
% sul valore complessivo
netto (*)
% sul valore dei beni negoziati
% sul valore del
finanziamento
Importo (migliaia di
euro)
% sul valore complessivo
netto (*)
% sul valore dei beni negoziati
% sul valore del
finanziamento
1) Provvigioni di gestione 439 0,100%
provvigioni di base 439 0,100%
2) Costo per il calcolo del valore della quota (**) 46 0,010%
3) Costi ricorrenti degli OICR in cui il Fondo investe (***) 800 0,182%
4) Compenso del depositario 126 0,029%
5) Spese di revisione del Fondo 9 0,002%
6) Spese legali e giudiziarie
7) Spese di pubblicazione del valore della quota ed eventuale pubblicazione del prospetto informativo
8) Altri oneri gravanti sul Fondo 2 0,000%
contributo vigilanza Consob
oneri bancari
oneri fiscali doppia imposizione
altre 2 0,000%
9) Commissioni di collocamento (cfr. Tit. V, Cap.1, Sez. II, para. 3.3.1) 728 0,166%
COSTI RICORRENTI TOTALI 2.150 0,489%
10) Provvigioni di incentivo 1.077 0,245%
11) Oneri di negoziazione di strumenti finanziari 3 0,000%
di cui: - su titoli azionari
- su titoli di debito
- su derivati 3 0,000%
- altri
12) Oneri finanziari per i debiti assunti dal Fondo 33 3,830%
13) Oneri fiscali di pertinenza del Fondo 4 0,001%
TOTALE SPESE 3.267 0,743%
(*) Calcolato come media del periodo (**) Tale costo va indicato sia nel caso in cui tale attività sia svolta dalla SGR, sia nel caso in cui sia svolta da un terzo in regime di esternalizzazione. (***) Tale importo è di natura extra-contabile ed è calcolato in conformità alle indicazioni delle Linee Guida del CESR/10-674.
IV.2 PROVVIGIONE DI INCENTIVO
La provvigione di incentivo a favore della Società di Gestione viene calcolata e liquidata sulla base di quanto previsto dal Regolamento del Fondo così come esplicitato nella presente relazione tra le caratteristiche del Fondo Comune d’investimento al relativo paragrafo delle “Spese ed Oneri a carico del Fondo”.
Importo
Provvigioni d'incentivo -1.076.962
Totale -1.076.962
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IV.3 REMUNERAZIONI
Nella tabella seguente sono riportati i dati (in unità di euro) riferiti alla remunerazione totale lorda corrisposta dalla Società nel 2019 (non inclusiva di oneri contributivi) suddivisa nella componente fissa e variabile, con indicazione del numero dei beneficiari.
Remunerazione totale 2019 Componente fissa
2019 Componente variabile 2019 Numero dipendenti al 31/12/2019
22.218.000 16.808.000 5.410.000 257
Nella tabella seguente sono riportati i dati (in unità di euro) riferiti alla remunerazione totale lorda corrisposta dalla Società nel 2019 (non inclusiva di oneri contributivi), suddivisa nella componente fissa e variabile, riconosciuta al solo personale coinvolto nella gestione del Fondo per la quota parte della propria attività svolta a favore del Fondo stesso.
Remunerazione totale 2019 Componente fissa 2019 Componente variabile 2019
14.257 11.367 2.890
Nella tabella seguente sono riportati i dati (in unità di euro) riferiti alla remunerazione totale lorda corrisposta dalla Società nel 2019 (non inclusiva di oneri contributivi), suddivisa per le categorie di "Personale Rilevante" come normativamente previste.
Amministratori esecutivi e non esecutivi (Membri del CdA e Amministratore Delegato) 253.904
Direttore Generale, Condirettore Generale e Responsabili di Direzione responsabili delle principali linee di Business
1.731.516
Funzioni di Controllo (comprensivo di tutto il personale addetto a tali funzioni e del costo delle relative funzioni esternalizzate)
1.651.058
Risk Takers 3.811.750
Nella tabella seguente è riportata la percentuale di incidenza della remunerazione riconosciuta al personale coinvolto nella gestione del Fondo per la quota parte della propria attività svolta a favore del Fondo stesso, con l’indicazione del numero dei beneficiari, rispetto al totale della remunerazione del personale.
Team Gestione % incidenza componente fissa % incidenza componente variabile
7 0,07 0,05
La “Politica di Remunerazione e Incentivazione” di Anima SGR (di seguito “Politica”) definisce il ruolo degli organi sociali e delle funzioni aziendali nell’ambito della governance delle politiche di remunerazione e incentivazione, il processo di determinazione e di controllo delle stesse, nonché i principi e i criteri su cui si basa il sistema di remunerazione e incentivazione della SGR, volti a promuovere una sana ed efficace gestione dei rischi dell’impresa e dei singoli prodotti assicurandone la coerenza con i risultati economici e la situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa e dei portafogli gestiti. Nel corso del 2019 il Consiglio di Amministrazione ha proceduto al riesame periodico della Politica apportando le modifiche al documento finalizzate a recepire le precisazioni fornite dall’Autorità di Vigilanza, nonché le modifiche derivanti dai miglioramenti rilevati dal continuo processo di applicazione della stessa. La Politica è stata da ultimo approvata dall’Assemblea in data 27 settembre 2019 con efficacia 1° settembre 2019.
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Sezione V – Altri ricavi ed oneri Importo
Interessi attivi su disponibilità liquide 1.772
Interessi su disponibilità liquide c/c 1.772
Altri ricavi
Altri oneri -124.707
Commissioni deposito cash -124.592
Oneri conti derivati -115
Totale -122.935
Sezione VI – Imposte
Importo
Imposta sostitutiva a carico dell'esercizio
Risparmio di imposta
Altre imposte -4.299
Imposta titoli tassati -4.299
Totale -4.299
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Parte D – Altre informazioni
Operatività posta in essere per la copertura dei rischi di portafoglio
Operazioni di copertura del rischio di portafoglio alla chiusura del periodo
A fine anno non risultano in essere operazioni per la copertura del rischio di portafoglio.
Operazioni di copertura del rischio di cambio che hanno avuto efficacia nell’esercizio
Tipo operazione Posizione Divisa Ammontare operazioni Numero operazioni
Compravendita a termine V USD 35.000.000 1
Compravendita a termine V GBP 2.000.000 1
Operazioni in essere per la copertura del rischio di cambio alla chiusura del periodo
Tipo operazione Posizione Divisa Ammontare operazioni Numero operazioni
Compravendita a termine V GBP 2.000.000 1
Compravendita a termine V USD 35.000.000 1
Oneri di intermediazione corrisposti alle controparti
Controparte Banche Italiane SIM Banche e imprese di investimento di
paesi OCSE
Banche e imprese di investimento di
paesi non OCSE
Altre controparti
Soggetti appartenenti al gruppo
Soggetti non appartenenti al gruppo 2.631
Turnover Turnover
- Acquisti 519.304.539
- Vendite 5.082.351
Totale compravendite 524.386.890
- Sottoscrizioni 611.128.305
- Rimborsi 902.671
Totale raccolta 612.030.976
Totale -87.644.086
Patrimonio medio 439.498.568
Turnover portafoglio -19,942%
Informazioni sugli strumenti derivati Over the Counter (OTC)
Garanzie ricevute
A fine esercizio il Fondo non ha ricevuto garanzie in titoli legate all’operatività in strumenti finanziari derivati OTC.
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TRASPARENZA SULL’USO DELLE OPERAZIONI DI FINANZIAMENTO TRAMITE TITOLI E DEI TOTAL RETURN SWAP NELL’INFORMATIVA PERIODICA DEGLI OICR
Sezione I – Dati globali
I.1 Operazioni di concessione in prestito titoli
A fine esercizio il Fondo non aveva in essere operazioni di prestito titoli.
I.2 Attività impegnata nelle operazioni nelle operazioni di finanziamento tramite titoli e in total return swap
Con riferimento a ciascun tipo di operazione di finanziamento tramite titoli e in total return swap, si forniscono le informazioni indicate nella tabella seguente, relative alle attività impegnate. Le informazioni da riportare e la loro quantificazione avviene con riferimento ai contratti in essere all’ultimo giorno di valorizzazione delle quote/azioni del periodo di riferimento della relazione (valore corrente).
ATTIVITA' IMPEGNATE
Importo In % sul patrimonio
netto
Valore corrente dei contratti in essere al 31/12/2019:
Prestito titoli o merci (*)
- Titoli dati in prestito
- Titoli ricevuti in prestito
Pronti contro termine (**)
- Pronti contro termine attivi
- Pronti contro termine passivi
Acquisto con patto di rivendita (**)
- Acquisto con patto di rivendita
- Vendita con patto di riacquisto
Total return swap (***)
- total return receiver 96.942.265 15,742%
- total return payer
- (*) valore dei beni oggetto di prestito
- (**) valore dei beni acquistati/ceduti/trasferiti a pronti
- (***) valore dell'impegno
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Sezione 2 – Dati relativi alla concentrazione
II.1 Emittenti delle garanzie reali ricevute nell’ambito delle operazioni di finanziamento
tramite titoli e in total return swap: i dieci maggiori emittenti
A fine esercizio il Fondo non aveva ricevuto garanzie reali nell’ambito delle operazioni di finanziamento tramite titoli o in total return swap.
II.2 Controparti delle operazioni di finanziamento tramite titoli e in total return swap: le dieci principali controparti
Con riferimento a ciascun tipo di operazione di finanziamento tramite titoli e in total return swap si forniscono le informazioni indicate nella tabella seguente relative all’identità delle prime dieci controparti in ordine decrescente di controvalore del volume lordo. Ai fini del calcolo si considerano le operazioni sia di investimento sia di finanziamento (non è possibile compensare le operazioni). Le informazioni riportate e la relativa quantificazione avvengono con riferimento ai contratti in essere all’ultimo giorno di valorizzazione delle quote/azioni del periodo di riferimento della relazione (valore corrente).
PRIME DIECI CONTROPARTI
Valore corrente dei contratti in essere al 31/12/2019: Importo Valore corrente dei contratti in essere al
31/12/2019: Importo
Prestito titoli e merci (*) Pronti contro termine (**)
Acquisto con patto di rivendita (**) Total return swap (***)
- BANCA AKROS 96.942.265
- (*) valore dei beni oggetto di prestito
- (**) valore corrente dei beni acquistati/ceduti/trasferiti a pronti
- (***) valore dell'impegno
Sezione 3 – Dati aggregati per ciascun tipo di SFT e total return swap
III.1 Tipo e qualità delle garanzie reali
A fine esercizio il Fondo non aveva ricevuto garanzie reali nell’ambito delle operazioni di finanziamento tramite titoli o in total return swap.
III.2 Scadenza delle garanzie reali
A fine esercizio il Fondo non aveva ricevuto garanzie reali nell’ambito delle operazioni di finanziamento tramite titoli o in total return swap.
III.3 Valuta delle garanzie reali
A fine esercizio il Fondo non aveva ricevuto garanzie reali nell’ambito delle operazioni di finanziamento tramite titoli o in total return swap.
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III.4 Scadenza delle operazioni
Con riferimento a ciascun tipo di operazioni di finanziamento tramite titoli e in total return swap si forniscono le informazioni indicate nella tabella seguente relative al valore delle operazioni ripartite in funzione della scadenza. Le informazioni riportate e la relativa quantificazione avvengono con riferimento ai contratti in essere all’ultimo giorno di valorizzazione delle quote/azioni del periodo di riferimento della relazione (valore corrente).
SCADENZA DELLE OPERAZIONI
Meno di un giorno
Da un
giorno ad una
settimana
Da una settimana
ad un mese
Da uno a tre mesi
Da tre mesi ad un anno
Oltre un anno
Operazioni aperte
TOTALE
In % sul totale
Valore corrente dei contratti in essere al 31/12/2019:
Prestito titoli o merci (*)
- Titoli dati in prestito
- Titoli ricevuti in prestito
Pronti contro termine (**)
- Pronti contro termine attivi
- Pronti contro termine passivi
Acquisto con patto di rivendita (**)
- Acquisto con patto di rivendita
- Vendita con patto di riacquisto
Total return swap (***)
- total return receiver 100,000% 100,000%
- total return payer
- (*) valore dei beni oggetto di prestito
- (**) valore corrente dei beni acquistati/ceduti/trasferiti a pronti
- (***) valore dell'impegno
III.5 Paesi delle controparti delle operazioni
Con riferimento a ciascun tipo di operazioni di finanziamento tramite titoli e in total return swap si forniscono le informazioni indicate nella tabella seguente, relative al valore delle operazioni, ripartite in funzione del paese della controparte. Ai fini del calcolo si considerano le operazioni sia di investimento sia di finanziamento (non è possibile compensare le operazioni). Le informazioni riportate e la relativa quantificazione avvengono con riferimento ai contratti in essere all’ultimo giorno di valorizzazione delle quote/azioni del periodo di riferimento della relazione (valore corrente).
PAESE DELLE CONTROPARTI Prestito titoli (*)
Pronti contro termine (**)
Acquisto con patto di rivendita (**)
Total return swap (***)
In % sul totale
Valore corrente dei contratti in essere al 31/12/2019:
- Italia 100,000%
TOTALE 100,000%
- (*) valore dei beni oggetto di prestito
- (**) valore corrente dei beni acquistati/ceduti/trasferiti a pronti
- (***) valore dell'impegno
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III.6 Regolamento e compensazione delle operazioni
Con riferimento a ciascuna operazione di finanziamento tramite titoli e in total return swap si forniscono le informazioni indicate nella tabella seguente, relative al valore delle operazioni, ripartite in funzione della modalità di regolamento e compensazione. Ai fini del calcolo si considerano le operazioni sia di investimento sia di finanziamento (non è possibile compensare le operazioni). Le informazioni riportate e la relativa quantificazione avvengono con riferimento ai contratti in essere all’ultimo giorno di valorizzazione delle quote/azioni del periodo di riferimento della relazione (valore corrente).
REGOLAMENTO E COMPENSAZIONE Prestito titoli (*)
Pronti contro termine
(**)
Acquisto con patto di
rivendita (**) Total return swap (***)
In % sul totale
Valore corrente dei contratti in essere al 31/12/2019:
- Bilaterale 100,000%
- Trilaterale
- Controparte centrale
- Altro
TOTALE 100,000%
- (*) valore dei beni oggetto di prestito
- (**) valore corrente dei beni acquistati/ceduti/trasferiti a pronti
- (***) valore dell'impegno
Sezione 4 – Dati sul riutilizzo delle garanzie reali
IV.1 – Dati sul riutilizzo delle garanzie reali
Con riferimento alle operazioni di finanziamento tramite titoli e in total return swap, il Fondo non ha riutilizzato le eventuali garanzie reali ricevute.
Sezione 5 – Custodia delle garanzie reali
V.1 – Custodia delle garanzie reali ricevute
A fine esercizio il Fondo non aveva ricevuto garanzie reali nell’ambito di eventuali operazioni di finanziamento tramite titoli o in total return swap.
V.2 – Custodia delle garanzie reali concesse
A fine esercizio il Fondo non aveva concesso garanzie reali nell’ambito di eventuali operazioni di finanziamento tramite titoli o in total return swap.
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Sezione 6 – Dati sulla ripartizione dei rendimenti derivanti dalle operazioni di finanziamento
tramite titoli e di total return swap
Con riferimento alle operazioni di finanziamento tramite titoli e in total return swap si illustra la quota di proventi imputati all’OICR, i costi da rimborsare e le commissioni dovute al gestore ovvero a terzi (quale ad es. l’agent lender) secondo la tabella seguente.
OICR Proventi del Gestore
Proventi di Altre parti
Totale Proventi OICR
Proventi Oneri Proventi Oneri
(a) (b) (c) (d) (e)=(a)+(c)+(d) (a)/(e) (b)/(e)
Importo (in migliaia di euro) In % del Totale Proventi
Prestito titoli
- titoli dati in prestito
- titoli ricevuti in prestito
Pronti contro termine
- pronti contro termine attivi
- pronti contro termine passivi
Acquisto con patto di rivendita
- acquisto con patto di rivendita
- vendita con patto di riacquisto
Total return swap
- total return receiver 1.942.265 -17.873 1.942.265 100,000% 0,920%
- total return payer
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ANIMA INVESTIMENTO ENG 2025
Avviato nel corso dell'ultimo trimestre dell'anno, il Fondo Anima Investimento ENG 2025 ha avuto una performance positiva al in termini assoluti. Per quanto riguarda la componente investita in OICR ANIMA, essa è stata gradualmente allocata in un portafoglio bilanciato di strategie azionarie, obbligazionarie e multi-asset sia discrezionali che sistematiche, per un peso complessivo pari al 55% del NaV. Coerentemente con l'idea che i tassi potessero risalire nel corso del periodo, l'investimento della componente obbligazionaria è stato posticipato ed avverrà una volta chiusa la finestra di collocamento (16 gennaio 2020). La componente azionaria, implementata attraverso l'uso di un total return swap verrà anch'essa costruita al termine della finestra di collocamento. La gestione della componente in OICR di Anima Investimento ENG 2025 è orientata all'implementazione di un'asset allocation dinamica volta ad ottimizzare il profilo di rischiosità e l'efficienza complessiva del portafoglio lungo l'orizzonte temporale d'investimento. Il Fondo di fondi privilegia costantemente un investimento di tipo flessibile avente l'obiettivo di bilanciare i rischi derivanti dall'esposizione a diverse strategie, mentre la diversificazione in più componenti conferisce al prodotto un profilo multi-asset, alla costante ricerca di un miglioramento delle prospettive di redditività. Aggiustamenti nell'allocazione tra i diversi OICVM nei quali il prodotto è investito aiuteranno a conferire al prodotto un ulteriore grado di robustezza. La componente obbligazionaria viene gestita ottimizzando l'allocazione in funzione dell'orizzonte temporale del Fondo. Vengono utilizzati strumenti derivati per correggere l'allocazione durante le fasi di correzione dei mercati obbligazionari. Nel corso dell’anno sia il livello di investimento che l’esposizione geografica, verranno monitorati in relazione soprattutto all’evoluzione della diffusione dell’epidemia da Covid-19 e alle dinamiche dei fattori derivanti dall’efficacia delle misure messe in atto dai governi colpiti dall’epidemia e dalle Autorità monetarie.
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RELAZIONE DI GESTIONE DEL FONDO ANIMA INVESTIMENTO ENG 2025 AL 31/12/2019
SITUAZIONE PATRIMONIALE
ATTIVITA'
Situazione al Situazione a fine
31/12/2019 esercizio precedente
Valore complessivo In percentuale del
totale attività Valore complessivo
In percentuale del
totale attività
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI 185.799.766 49,899%
A1. Titoli di debito
A1.1 Titoli di Stato
A1.2 Altri
A2. Titoli di capitale
A3. Parti di OICR 185.799.766 49,899%
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. Titoli di debito
B2. Titoli di capitale
B3. Parti di OICR
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia
C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
D. DEPOSITI BANCARI
D1. A vista
D2. Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA' 186.552.437 50,101%
F1. Liquidità disponibile 186.552.437 50,101%
F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare
F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare
G. ALTRE ATTIVITA'
G1. Ratei attivi
G2. Risparmio d'imposta
G3. Altre
TOTALE ATTIVITA' 372.352.203 100,000%
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PASSIVITA' E NETTO
Situazione al Situazione a fine
31/12/2019 esercizio precedente
Valore complessivo Valore complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI 4.592
M1. Rimborsi richiesti e non regolati 4.592
M2. Proventi da distribuire
M3. Altri
N. ALTRE PASSIVITA' 64.154
N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati 64.154
N2. Debiti di imposta
N3. Altre
TOTALE PASSIVITA' 68.746
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 372.283.457
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE CLD 372.283.457
Numero delle quote in circolazione CLASSE CLD 74.067.871,008
Valore unitario delle quote CLASSE CLD 5,026
Movimenti delle quote nell'esercizio - Classe CLD
Quote emesse 74.095.374,975
Quote rimborsate 27.503,967
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RELAZIONE DI GESTIONE DEL FONDO ANIMA INVESTIMENTO ENG 2025 AL 31/12/2019
SEZIONE REDDITUALE
Relazione al 31/12/2019 Relazione esercizio precedente
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI 2.096.766
A1. PROVENTI DA INVESTIMENTI
A1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito
A1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale
A1.3 Proventi su parti di OICR
A2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI
A2.1 Titoli di debito
A2.2 Titoli di capitale
A2.3 Parti di OICR
A3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE 2.096.766
A3.1 Titoli di debito
A3.2 Titoli di capitale
A3.3 Parti di OICR 2.096.766
A4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
Risultato gestione strumenti finanziari quotati 2.096.766
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. PROVENTI DA INVESTIMENTI
B1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito
B1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale
B1.3 Proventi su parti di OICR
B2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI
B2.1 Titoli di debito
B2.2 Titoli di capitale
B2.3 Parti di OICR
B3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE
B3.1 Titoli di debito
B3.2 Titoli di capitale
B3.3 Parti di OICR
B4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
Risultato gestione strumenti finanziari non quotati
C. RISULTATO DELLE OPERAZIONI IN STRUMENTI FINANZIARI
DERIVATI NON DI COPERTURA
C1. RISULTATI REALIZZATI
C1.1 Su strumenti quotati
C1.2 Su strumenti non quotati
C2. RISULTATI NON REALIZZATI
C2.1 Su strumenti quotati
C2.2 Su strumenti non quotati
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Relazione al 31/12/2019 Relazione esercizio precedente
D. DEPOSITI BANCARI
D1. INTERESSI ATTIVI E PROVENTI ASSIMILATI
E. RISULTATO DELLA GESTIONE CAMBI
E1. OPERAZIONI DI COPERTURA
E1.1 Risultati realizzati
E1.2 Risultati non realizzati
E2. OPERAZIONI NON DI COPERTURA
E2.1 Risultati realizzati
E2.2 Risultati non realizzati
E3. LIQUIDITÀ
E3.1 Risultati realizzati
E3.2 Risultati non realizzati
F. ALTRE OPERAZIONI DI GESTIONE
F1. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRONTI CONTRO TERMINE E ASSIMILATE
F2. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI
Risultato lordo della gestione di portafoglio 2.096.766
G. ONERI FINANZIARI
G1. INTERESSI PASSIVI SU FINANZIAMENTI RICEVUTI
G2. ALTRI ONERI FINANZIARI
Risultato netto della gestione di portafoglio 2.096.766
H. ONERI DI GESTIONE -79.270
H1. PROVVIGIONE DI GESTIONE SGR -33.673
Commissioni di gestione OICR collegati 27.514
Provvigioni di gestione SGR -61.187
H2. COSTO DEL CALCOLO DEL VALORE DELLA QUOTA -10.024
H3. COMMISSIONI DEPOSITARIO -26.049
H4. SPESE PUBBLICAZIONE PROSPETTI E INFORMATIVA AL
PUBBLICO
-130
H5. ALTRI ONERI DI GESTIONE -9.394
H6. COMMISSIONI DI COLLOCAMENTO (cfr. Tit. V, Cap. 1, Sez II,
para. 3.3.1)
I. ALTRI RICAVI E ONERI
I1. INTERESSI ATTIVI SU DISPONIBILITA' LIQUIDE
I2. ALTRI RICAVI
I3. ALTRI ONERI
Risultato della gestione prima delle imposte 2.017.496
L. IMPOSTE
L1. IMPOSTA SOSTITUTIVA A CARICO DELL’ESERCIZIO
L2. RISPARMIO DI IMPOSTA
L3. ALTRE IMPOSTE
Utile/perdita dell’esercizio 2.017.496
Utile/perdita dell’esercizio Classe CLD 2.017.496
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NOTA INTEGRATIVA Parte A – Andamento del valore della quota Nel grafico seguente è illustrato l’andamento del valore della quota. I valori sono ribasati a 100 sulla data di avvio del Fondo. L’andamento delle classi di quota include il reinvestimento di eventuali proventi distribuiti durante l’anno, ove previsto dal Regolamento del Fondo.
I valori si riferiscono alla prima valorizzazione della quota avvenuta in data 8 novembre 2019. La rappresentazione dei dati nel grafico a barre sarà disponibile dal prossimo anno, in base all’esposizione dei risultati di un anno civile completo. Nella tabella seguente sono illustrati i rendimenti del Fondo. Anima Investimento ENG 2025
Performance annuale n/d
Performance ultimi tre anni n/d
I rendimenti del Fondo/classe, ove previsto dal regolamento dello stesso, includono il reinvestimento di eventuali proventi distribuiti durante l’anno, ma non includono gli eventuali costi di sottoscrizione e rimborso a carico dell’investitore. A partire dal 1° luglio 2011, la tassazione è a carico dell’investitore. Data la politica di investimento del Fondo non è possibile individuare un benchmark rappresentativo, di conseguenza non è possibile calcolare il valore della Tracking Error Volatility.
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Nella tabella seguente sono riportati i valori minimi e massimi della quota delle classi di quota del Fondo raggiunti durante l’anno. Per quanto riguarda i principali eventi che hanno influito sul valore della quota, si rimanda al commento gestionale.
Classe CLD
Descrizione Esercizio 2019 Esercizio 2018 Esercizio 2017
Valore massimo della quota 5,031
Valore minimo della quota 4,988
Il Fondo non è suddiviso in classi di quota. Le quote del Fondo non sono trattate in mercati regolamentati. Nel corso del periodo non sono stati rilevati errori rilevanti di valutazione delle quote.
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RISCHI ASSUNTI NELL’ESERCIZIO Il monitoraggio del rischio è assicurato dalla funzione di Risk Management, alle dirette dipendenze del Consiglio di Amministrazione, che ha il compito di calcolare e monitorare il profilo di rischio rendimento dei fondi. Il Fondo è monitorato prevalentemente in termini di esposizione ai principali fattori di rischio, con particolare riferimento all’esposizione per asset class, all’esposizione valutaria, alla duration ed al merito di credito. La struttura di gestione, nell’assunzione delle scelte di investimento, verifica costantemente la coerenza delle decisioni assunte con il profilo di rischio rendimento del Fondo e con i limiti prudenziali interni deliberati dal Consiglio di Amministrazione della società, con particolare riferimento alle esposizioni ai principali fattori di rischio, come sopra indicato. Ai fini del monitoraggio dei limiti normativi sull’esposizione complessiva in strumenti finanziari derivati è utilizzato l’approccio degli impegni. Il Fondo è esposto principalmente, per il tramite delle parti di OICR nei quali è investito, al rischio di tasso d’interesse, di inflazione, di credito, azionario e valutario. Non sono state adottate, durante l’anno, politiche di copertura e/o mitigazione dei rischi tramite strumenti finanziari derivati. La seguente tabella illustra la volatilità annualizzata dei rendimenti settimanali del Fondo dell’anno di riferimento, a partire dalla data di lancio (l’indicatore potrebbe non essere rappresentativo data la limitata estensione temporale della serie storica dei dati utilizzati).
Indicatore Fondo
Volatilità annualizzata realizzata 1,8
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Parte B – Le attività, le passività e il valore complessivo netto
Sezione I - Criteri di valutazione e Principi contabili
Criteri di valutazione
Nella redazione della Relazione di Gestione del Fondo, ANIMA SGR S.p.A. ha applicato i principi contabili di generale accettazione per i fondi comuni di investimento e i criteri di valutazione previsti dal Regolamento sulla gestione collettiva del risparmio emanato con Provvedimento della Banca d’Italia del 19 gennaio 2015 e successive modificazioni. Si segnala che Anima SGR S.p.A. ha delegato il calcolo del NAV in regime di outsourcing al Depositario BNP Paribas Securities Services. Tali principi e criteri, che sono conformi a quelli utilizzati nel corso dell’esercizio per la predisposizione dei prospetti giornalieri di calcolo del valore della quota e della Relazione semestrale, invariati rispetto all’esercizio precedente, sono qui di seguito riportati. Registrazione delle operazioni Gli acquisti e le vendite di strumenti finanziari sono contabilizzati nel portafoglio del Fondo sulla base della
data di effettuazione dell’operazione, indipendentemente dalla data di regolamento dell'operazione stessa. Nel caso di sottoscrizione di titoli di nuova emissione, la contabilizzazione nel portafoglio del Fondo
avviene invece nel momento in cui l’attribuzione dei titoli è certa, ovvero, in ogni altro caso, nei termini previsti dal programma di offerta o dagli usi e consuetudini di Borsa.
Il costo medio di acquisto ed il cambio medio di acquisto sono calcolati sulla base del valore di libro degli strumenti finanziari alla fine del periodo precedente modificato, rispettivamente, dal costo degli acquisti del periodo e dal loro cambio.
Le plusvalenze e le minusvalenze sugli strumenti finanziari riflettono gli scarti tra il costo medio di carico ed il valore derivante dalla valorizzazione del portafoglio alla data della Relazione.
La differenza tra il cambio medio di carico e il cambio alla data della Relazione origina le plusvalenze e le minusvalenze da cambio sugli strumenti finanziari in valuta detenuti e sulla giacenza di liquidità in divisa estera. Tali importi andranno a rettificare i valori di carico degli strumenti finanziari in portafoglio all’inizio dell’esercizio successivo.
Gli utili e le perdite sui realizzi sono costituiti dalle differenze tra i costi medi di carico ed i relativi prezzi di vendita degli strumenti finanziari alienati nel corso del periodo, tenendo conto delle commissioni di negoziazione.
Gli utili e le perdite da realizzi su cambi per operazioni in strumenti finanziari sono determinate dalla differenza tra il cambio medio degli acquisti effettuati nel periodo, come sopra indicato, ed il cambio del giorno dell’operazione.
Gli utili e le perdite su negoziazione di divise sono originati dalla differenza tra il controvalore della divisa in giacenza, modificato dal controvalore medio degli acquisti effettuati nel periodo, ed il controvalore della divisa effettivamente negoziata.
Le compravendite di divisa a termine concorrono alla determinazione del valore netto del Fondo in termini di plusvalenza o minusvalenza in base al valore nominale valutato confrontando il cambio a termine pattuito con un cambio di riferimento, cioè il cambio a termine che si verrebbe a pattuire alla data della valutazione per un’operazione avente le stesse caratteristiche e stessa scadenza, calcolato utilizzando una curva tassi di mercato. Gli utili o le perdite da realizzi su cambi sono determinati quale differenza tra il cambio a termine del contratto di copertura ed il cambio di chiusura dell’operazione.
Le differenze di cambio derivanti dalla conversione delle voci espresse in valuta estera sono contabilizzate in voci separate nella Relazione tenendo distinte quelle realizzate da quelle di valutazione; sempre nella sezione riguardante il risultato della gestione cambi sono state registrate le componenti reddituali delle operazioni di copertura del rischio di cambio.
Le operazioni di deposito bancario sono registrate alla data di effettuazione. Il rateo interessi viene distribuito proporzionalmente lungo tutta la durata del deposito.
Le operazioni di “pronti contro termine” e assimilabili sono registrate alla data di effettuazione delle operazioni e non influiscono sulla movimentazione di portafoglio, mentre i movimenti della liquidità a pronti trovano corrispettivo in movimenti di pari importo della liquidità da consegnare o da ricevere.
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La differenza tra i prezzi a pronti e quelli a termine viene distribuita, proporzionalmente al tempo trascorso, lungo tutta la durata del contratto come componente di reddito.
La vendita o l’acquisto di contratti futures influenzano il valore netto del Fondo attraverso la corresponsione o l’incasso dei margini di variazione, i quali incidono direttamente sulla liquidità disponibile e sul conto economico. Tali differenziali vengono registrati per competenza sulla base della variazione giornaliera tra i prezzi di chiusura del mercato di contrattazione e il costo dei contratti stipulati o i prezzi del giorno precedente; il valore degli Equity Swap è calcolato determinando il controvalore del nozionale iniziale più l’apprezzamento (oppure meno il deprezzamento) e gli eventuali dividendi, più o meno gli eventuali acquisti o vendite. Il valore attuale sarà dato dalla sommatoria delle quantità per il prezzo di chiusura dell’azione sottostante più l’eventuale dividendo netto staccato e non ancora incassato.
I dividendi dei titoli azionari quotati nelle Borse Nazionali ed Internazionali sono rilevati in base al criterio della competenza riferita alla data dello stacco, al lordo delle ritenute d'imposta. Ove ciò non sia possibile gli stessi sono rilevati alla prima data utile successiva o al momento dell’incasso.
Gli oneri di gestione e le commissioni d’incentivo vengono registrati secondo il principio della competenza mediante l'iscrizione di appositi ratei sulla base di quanto previsto dai Prospetti informativi dei fondi.
Gli interessi, gli altri proventi e gli oneri a carico del Fondo sono calcolati secondo il principio della competenza temporale, anche mediante rilevazione dei ratei attivi e passivi;
Le sottoscrizioni ed i rimborsi delle quote di OICR sono rilevati a norma del Regolamento del Fondo e secondo il principio della competenza temporale.
Valutazione degli strumenti finanziari Per le azioni e gli strumenti assimilabili quotati, la fonte ufficiale di valorizzazione è prezzo di chiusura o
l’ultimo prezzo disponibile rilevato sul mercato di quotazione. Nel caso in cui lo strumento non faccia prezzo in un dato giorno (ad esempio per mancanza di scambi o chiusura del mercato) verrà mantenuto il prezzo invariato. Nel caso di sospensione per oltre tre mesi, il titolo è trattato come non quotato.
Per le azioni e gli strumenti assimilabili non quotati, la valorizzazione è effettuata mediante la stima di un presunto valore di realizzo, tenuto conto di tutte le informazioni disponibili al momento del calcolo.
Per i titoli obbligazionari liquidi la fonte ufficiale di valorizzazione è il prezzo Bloomberg Generic (media di prezzi calcolata dall’info provider Bloomberg) di fine giornata. Qualora, in un dato giorno, non sia stato fatto registrare un prezzo su tale fonte prezzo, ovvero questa sia evidenziata come anomala dal sistema di controlli, verranno utilizzati i prezzi alternativi rilevati su sistemi multilaterali di negoziazione o singoli contributori quali ICE Data o Bloomberg CBBT.
Per i titoli obbligazionari illiquidi la valorizzazione è effettuata sulla base di un prezzo teorico calcolato mediante un apposito modello di valutazione. Nel caso in cui non si disponga di un adeguato modello di valorizzazione, la valorizzazione è effettuata mediante la stima di un presunto valore di realizzo, tenuto conto di tutte le informazioni disponibili al momento del calcolo.
La valutazione delle parti di OICR quotate è effettuata sulla base degli stessi criteri applicati alle azioni. La valutazione delle parti di OICR non quotate è effettuata sulla base dell’ultimo valore delle parti stesse reso noto al pubblico, secondo le disposizioni del Regolamento Banca d’Italia.
Per le posizioni in strumenti finanziari derivati quotati e liquidi, la fonte ufficiale di valorizzazione è il prezzo di regolamento o l’ultimo prezzo disponibile rilevato sul mercato di quotazione. Nel caso in cui lo strumento non faccia prezzo in un dato giorno (ad esempio per mancanza di scambi o chiusura del mercato) verrà mantenuto il prezzo invariato.
Le posizioni in total return swap e in currency forward sono valorizzate sulla base del prezzo teorico calcolato mediante un apposito modello di valutazione.
Le posizioni in strumenti finanziari derivati non quotati o illiquidi, diversi dai total return swap e dai currency forward, sono valorizzate sulla base del prezzo di mercato a cui gli operatori sono disposti a negoziare lo strumento stesso. Tale prezzo può essere fornito da una sola controparte (inclusa la controparte dell’operazione) o essere basato sui prezzi ricevuti da più controparti (ad esempio, la loro media). Nel caso in cui tale prezzo non sia disponibile o sia evidenziato come anomalo dal sistema di controlli, tali posizioni sono valorizzate sulla base del prezzo teorico calcolato mediante un apposito modello di valutazione.
Le poste denominate in valute diverse da quella di denominazione dei fondi sono convertite in quest’ultima valuta utilizzando il tasso di cambio rilevato giornalmente dalla WM/Reuters accertato attraverso le rilevazioni dei principali contributori, calcolati da WM Company, sulla base dei dati resi disponibili sui circuiti informativi. Nel caso in cui i citati tassi di cambio non fossero disponibili, verranno utilizzati i tassi di cambio correnti, alla data di riferimento della valutazione, accertati quotidianamente dalla Banca Centrale Europea (BCE).
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Principi contabili
Nella redazione della Relazione di Gestione del Fondo, ANIMA SGR S.p.A. ha applicato i principi contabili di generale accettazione per i fondi comuni di investimento e i criteri di valutazione previsti dal Regolamento Banca d’Italia 19 gennaio 2015, variati – ove necessario – per considerare gli effetti dell’avvio del processo liquidatorio.
Essi sono altresì coerenti con quelli utilizzati nel corso dell’esercizio per la predisposizione dei prospetti di calcolo mensile della quota.
I principi maggiormente significativi, ove applicabili, sono elencati nel seguito:
Le compravendite di titoli sono contabilizzate nel portafoglio del Fondo sulla base della data d’effettuazione delle operazioni;
Gli interessi, gli altri proventi e gli oneri a carico del Fondo sono stati calcolati secondo il principio della competenza temporale, anche mediante rilevazione dei ratei attivi e passivi;
Le sottoscrizioni ed i rimborsi delle quote sono stati rilevati a norma del regolamento del Fondo e secondo il principio della competenza temporale;
Gli utili e le perdite da realizzi risultano dalla differenza tra i costi medi ponderati di carico ed i valori realizzati dalle vendite; i costi ponderati di carico rappresentano i valori dei titoli alla fine dell’esercizio precedente, modificati dai costi medi d’acquisto del periodo;
Le plusvalenze e le minusvalenze su titoli sono originate dalla differenza tra il costo medio ponderato ed i valori determinati secondo i criteri indicati in precedenza, ossia prezzi di mercato o valutazioni applicati alla data della Relazione;
Le differenze di cambio derivanti dalla conversione delle voci espresse in valuta estera sono contabilizzate in voci separate nella Relazione tenendo distinte quelle realizzate da quelle di valutazione; sempre nella sezione riguardante il risultato della gestione cambi sono state registrate le componenti reddituali delle operazioni di copertura dal rischio di cambio;
I contratti a termine di compravendita divisa, sono valutati convertendo al tasso di cambio a termine corrente per scadenze corrispondenti a quelle delle operazioni oggetto di valutazioni;
Per le operazioni di “pronti contro termine”, la differenza tra i prezzi a pronti e quelli a termine è stata distribuita, proporzionalmente al tempo trascorso, lungo tutta la durata del contratto.
Il risultato economico del Fondo è determinato relativamente al periodo compreso tra la data di avvio del Fondo (8/11/2019) e la data di chiusura della Relazione. La Relazione di Gestione è stata predisposta nella prospettiva della continuità aziendale. Non sussistono dubbi e/o incertezze circa la capacità del Fondo di proseguire la propria operatività finalizzata al conseguimento degli obiettivi di gestione previsti dal Regolamento del Fondo stesso.
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Sezione II - Le attività
Aree geografiche verso cui sono orientati gli investimenti
Paese Titoli di capitale Titoli di debito Parti di OICR
Irlanda 34.326.279
Italia 151.473.487
Totali 185.799.766
Settori economici di impiego delle risorse del Fondo
Ripartizione degli strumenti finanziari quotati e non quotati per settori di attività economica
Titoli di capitale Titoli di debito Parti di OICR
Finanziario 185.799.766
Totali 185.799.766
Elenco analitico dei principali strumenti finanziari detenuti dal Fondo
Titoli Divisa Quantità Controvalore in Euro % su Totale
attività
ANIMA FIX EMERGENTI Y EUR 1.609.183 29.300.012 7,870%
ANIMA OBBLIGAZIONARIO HY CL F EUR 877.730 23.734.690 6,374%
ANIMA VALORE GLOBALE - CLASSE F EUR 423.497 20.291.870 5,450%
ANIMA ALTO POTENZIALE EUROPA Y EUR 6.237.386 19.722.613 5,297%
ANIMA GLOBAL MACRO EUR 3.643.044 18.550.745 4,982%
ANIMA OBBLIGAZIONARIO FLESSIBILE F EUR 3.365.956 16.927.393 4,546%
ANIMA SFORZESCO - CLASSE F EUR 982.631 13.506.260 3,627%
ANIMA PACIFICO - CLASSE F EUR 1.494.162 12.701.875 3,411%
ANIMA GEO PAESI EMERGENTI Y EUR 1.512.918 12.573.862 3,377%
ANIMA SMART VOLALIT GLB-I EUR 1.193.486 6.828.291 1,834%
AF-ANIMA SMART VOL USA-I EUR 1.198.152 6.152.989 1,652%
ANIMA SMART VOLALT EM MK-I EUR 540.307 2.794.254 0,750%
ANIMA SYSTEMATIC GLOBAL ALCATN CLASSE F EUR 532.440 2.714.912 0,729%
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II.1 STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
Ripartizione degli strumenti finanziari quotati per paese di residenza dell’emittente Paese di residenza dell'emittente
Italia Altri Paesi dell'UE Altri Paesi dell'OCSE Altri Paesi
Titoli di debito:
- di Stato
- di altri enti pubblici
- di banche
- di altri
Titoli di capitale:
- con diritto di voto
- con voto limitato
- altri
Parti di OICR:
- OICVM 151.473.487 34.326.279
- FIA aperti retail
- altri
Totali:
- in valore assoluto 151.473.487 34.326.279
- in percentuale del totale delle attività 40,680% 9,219%
Ripartizione degli strumenti finanziari quotati per mercato di quotazione Mercato di quotazione
Italia Altri Paesi dell'UE Altri Paesi dell'OCSE Altri Paesi
Titoli quotati 151.473.487 34.326.279
Titoli in attesa di quotazione
Totali:
- in valore assoluto 151.473.487 34.326.279
- in percentuale del totale delle attività 40,680% 9,219%
Movimenti dell’esercizio Controvalore acquisti Controvalore vendite/rimborsi
Titoli di debito
- titoli di Stato
- altri
Titoli di capitale
Parti di OICR 183.703.000
Totale 183.703.000
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II.2 STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
Ripartizione degli strumenti finanziari non quotati per paese di residenza dell’emittente
A fine esercizio il Fondo non deteneva strumenti finanziari non quotati.
Movimenti dell’esercizio
Nel corso dell'esercizio il Fondo non ha effettuato movimenti in strumenti finanziari non quotati.
II.3 TITOLI DI DEBITO
Elenco titoli "strutturati" detenuti in portafoglio
A fine esercizio il Fondo non deteneva titoli strutturati.
TITOLI DI DEBITO: DURATION MODIFICATA PER VALUTA DI DENOMINAZIONE
A fine esercizio il Fondo non deteneva titoli di debito.
II.4 STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
A fine esercizio il Fondo non deteneva strumenti finanziari derivati attivi né una posizione creditoria e non ha ricevuto attività in garanzia per l’operatività in tali strumenti.
II.5 DEPOSITI BANCARI
A fine esercizio il Fondo non deteneva depositi bancari e non ne ha aperti nel corso dell’esercizio.
II.6 PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
A fine esercizio il Fondo non deteneva pronti contro termine attivi ed operazioni assimilate e non ne ha poste in essere nel corso dell'esercizio.
II.7 OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI
A fine esercizio il Fondo non aveva in essere operazioni di prestito titoli e non ne ha poste in essere nel corso dell'esercizio.
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II.8 POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’ Importo
Liquidità disponibile:
– Liquidità disponibile in euro 186.552.437
– Liquidità disponibile in divise estere
Totale 186.552.437
Liquidità da ricevere per operazioni da regolare:
– Liquidità da ricevere su strumenti finanziari in euro
– Liquidità da ricevere su strumenti finanziari in divise estere
– Liquidità da ricevere su vendite a termine in euro
– Liquidità da ricevere su vendite a termine in divise estere
– Liquidità da ricevere operazioni su divisa
– Interessi attivi da ricevere
Totale
Liquidità impegnata per operazioni da regolare:
– Liquidità impegnata per operazioni in strumenti finanziari in euro
– Liquidità impegnata per operazioni in strumenti finanziari in divise estere
– Liquidità impegnata per acquisti a termine in euro
– Liquidità impegnata per acquisti a termine in divise estere
– Liquidità impegnata per operazioni su divisa
– Interessi passivi da pagare
Totale
Totale posizione netta di Liquidità 186.552.437
II.9 ALTRE ATTIVITA’
A fine esercizio il Fondo non presenta altre attività.
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Sezione III – Le passività
III.1 FINANZIAMENTI RICEVUTI
Nel corso dell’esercizio il Fondo ha utilizzato gli affidamenti concessi dagli Istituti di Credito con scadenza a vista per scoperti di conto corrente al fine di far fronte a temporanee esigenze di tesoreria.
III.2 PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE
A fine esercizio il Fondo non deteneva pronti contro termine passivi ed operazioni assimilate e non ne ha poste in essere nel corso dell’esercizio.
III.3 OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI A fine esercizio il Fondo non aveva in essere operazioni di prestito titoli e non ne ha poste in essere nel corso dell’esercizio.
III.4 STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
A fine esercizio il Fondo non deteneva strumenti finanziari derivati passivi né una posizione debitoria per l’operatività in tali strumenti.
III.5 DEBITI VERSO PARTECIPANTI
Data estinzione
debito Importo
Rimborsi richiesti e non regolati 4.592
Rimborsi 02/01/2020 4.592
Proventi da distribuire
Altri
Totale 4.592
III.6 ALTRE PASSIVITA’
Importo
Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati -64.154
Rateo passivo provvigione di gestione -49.356
Rateo passivo depositario -21.013
Rateo passivo oneri società di revisione -8.582
Rateo attivo commissione di gestione OICR collegati 22.410
Rateo passivo calcolo quota -6.379
Rateo calcolo quota SGR -1.234
Debiti di imposta
Altre
Totale -64.154
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Sezione IV – Il valore complessivo netto
Variazione del patrimonio netto - Classe CLD
Anno 2019 Anno 2018 Anno 2017
Patrimonio netto a inizio periodo
Incrementi:
a) sottoscrizioni: 370.403.580
- sottoscrizioni singole 280.342.683
- piani di accumulo
- switch in entrata 90.060.897
b) risultato positivo della gestione 2.017.496
Decrementi:
a) rimborsi: 137.619
- riscatti 137.619
- piani di rimborso
- switch in uscita
b) proventi distribuiti
c) risultato negativo della gestione
Patrimonio netto a fine periodo 372.283.457
Numero totale quote in circolazione 74.067.871,008
Numero quote detenute da investitori qualificati
% Quote detenute da investitori qualificati
Numero quote detenute da soggetti non residenti 131.316,877
% Quote detenute da soggetti non residenti 0,177%
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Sezione V – Altri dati patrimoniali
IMPEGNI
A fine esercizio il Fondo non aveva impegni in strumenti derivati e altre operazioni a termine.
PROSPETTO DI RIPARTIZIONE DELLE ATTIVITA’ E DELLE PASSIVITA’ NEI CONFRONTI DEL GRUPPO
ATTIVITA'
% SU
ATTIVITA' PASSIVITA'
% SU
PASSIVITA'
a) Strumenti finanziari detenuti:
ANIMA FIX EMERGENTI Y 29.300.012 7,869%
ANIMA OBBLIGAZIONARIO HY CL F 23.734.690 6,374%
ANIMA VALORE GLOBALE - CLASSE F 20.291.870 5,450%
ANIMA ALTO POTENZIALE EUROPA Y 19.722.613 5,297%
ANIMA GLOBAL MACRO 18.550.745 4,982%
ANIMA OBBLIGAZIONARIO FLESSIBILE F 16.927.393 4,546%
ANIMA SFORZESCO - CLASSE F 13.506.260 3,627%
ANIMA PACIFICO - CLASSE F 12.701.875 3,411%
ANIMA GEO PAESI EMERGENTI Y 12.573.862 3,377%
ANIMA SMART VOLALIT GLB-I 6.828.291 1,834%
AF-ANIMA SMART VOL USA-I 6.152.989 1,652%
ANIMA SMART VOLALT EM MK-I 2.794.254 0,750%
ANIMA SYSTEMATIC GLOBAL ALCATN CLASSE F 2.714.912 0,729%
ATTIVITA' PASSIVITA'
b) Strumenti finanziari derivati:
- Opzioni acquistate
- Opzioni vendute
Importo
c) Depositi bancari
Importo
d) Altre attività
- Liquidità disponibile su conti correnti
- Ratei attivi liquidità
Importo
e) Finanziamenti ricevuti
Importo
f) Altre passività
- Debiti Commissioni Depositario
- Ratei passivi di Liquidità
- Commissioni RTO
Importo
g) Garanzia per margini inziali su futures:
- cash
- titoli
PROSPETTO DI RIPARTIZIONE DELLE ATTIVITA’ E DELLE PASSIVITA’ IN DIVISA ATTIVITÀ PASSIVITA'
Strumenti finanziari
Depositi bancari Altre attività TOTALE Finanziamenti
ricevuti Altre passività TOTALE
Euro 185.799.766 186.552.437 372.352.203 68.746 68.746
Totale 185.799.766 186.552.437 372.352.203 68.746 68.746
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Parte C – Il risultato economico dell’esercizio
Sezione I – Strumenti finanziari quotati e non quotati e relative operazioni di copertura
I.1 RISULTATO DELLE OPERAZIONI SU STRUMENTI FINANZIARI
Risultato complessivo delle operazioni su: Utile/perdita da realizzi di cui: per variazioni dei
tassi di cambio Plus/minusvalenze
di cui: per variazioni dei tassi di cambio
A. Strumenti finanziari quotati
1. Titoli di debito
2. Titoli di capitale
3. Parti di OICR 2.096.766
- OICVM 2.096.766
- FIA
B. Strumenti finanziari non quotati
1. Titoli di debito
2. Titoli di capitale
3. Parti di OICR
I.2 STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
Durante l’esercizio il Fondo non ha investito in strumenti finanziari derivati
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Sezione II - Depositi bancari
Durante l’esercizio il Fondo non ha investito in depositi bancari.
Sezione III – Altre operazioni di gestione e oneri finanziari
PROVENTI ED ONERI DELLE OPERAZIONI PRONTI CONTRO TERMINE E ASSIMILATE
Durante l’esercizio il Fondo non ha investito in pronti contro termine e operazioni assimilate, nonché in prestito titoli.
RISULTATO DELLA GESTIONE CAMBI
A fine esercizio il Fondo non presentava risultati rivenienti dalla gestione cambi.
INTERESSI PASSIVI SU FINANZIAMENTI RICEVUTI
A fine esercizio il Fondo non ha rilevato interessi passivi su finanziamenti ricevuti, in quanto non ha ricorso, durante l’esercizio, ad operazioni di finanziamento.
ALTRI ONERI FINANZIARI
A fine esercizio il Fondo non ha registrato oneri finanziari.
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Sezione IV – Oneri di gestione
IV.1 COSTI SOSTENUTI NEL PERIODO
Importi complessivamente corrisposti Importi corrisposti a soggetti del gruppo di
appartenenza della SGR
ONERI DI GESTIONE Importo
(migliaia di euro)
% sul valore complessivo
netto (*)
% sul valore dei beni negoziati
% sul valore del
finanziamento
Importo (migliaia di
euro)
% sul valore complessivo
netto (*)
% sul valore dei beni negoziati
% sul valore del
finanziamento
1) Provvigioni di gestione 34 0,016%
provvigioni di base 34 0,016%
2) Costo per il calcolo del valore della quota (**) 10 0,005%
3) Costi ricorrenti degli OICR in cui il Fondo investe (***) 231 0,108%
4) Compenso del depositario 26 0,012%
5) Spese di revisione del Fondo 9 0,004%
6) Spese legali e giudiziarie
7) Spese di pubblicazione del valore della quota ed eventuale pubblicazione del prospetto informativo
8) Altri oneri gravanti sul Fondo 1 0,000%
contributo vigilanza Consob
oneri bancari
oneri fiscali doppia imposizione
altre 1 0,000%
9) Commissioni di collocamento (cfr. Tit. V, Cap.1, Sez. II, para. 3.3.1)
COSTI RICORRENTI TOTALI 311 0,145%
10) Provvigioni di incentivo
11) Oneri di negoziazione di strumenti finanziari
di cui: - su titoli azionari
- su titoli di debito
- su derivati
- altri
12) Oneri finanziari per i debiti assunti dal Fondo
13) Oneri fiscali di pertinenza del Fondo
TOTALE SPESE 311 0,145%
(*) Calcolato come media del periodo (**) Tale costo va indicato sia nel caso in cui tale attività sia svolta dalla SGR, sia nel caso in cui sia svolta da un terzo in regime di esternalizzazione. (***) Tale importo è di natura extra-contabile ed è calcolato in conformità alle indicazioni delle Linee Guida del CESR/10-674.
IV.2 PROVVIGIONE DI INCENTIVO
La provvigione di incentivo a favore della Società di Gestione viene calcolata e liquidata sulla base di quanto previsto dal Regolamento del Fondo così come esplicitato nella presente relazione tra le caratteristiche del Fondo Comune d’investimento al relativo paragrafo delle “Spese ed Oneri a carico del Fondo”.
A fine esercizio il Fondo non aveva provvigioni d'incentivo.
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IV.3 REMUNERAZIONI
Nella tabella seguente sono riportati i dati (in unità di euro) riferiti alla remunerazione totale lorda corrisposta dalla Società nel 2019 (non inclusiva di oneri contributivi) suddivisa nella componente fissa e variabile, con indicazione del numero dei beneficiari.
Remunerazione totale 2019 Componente fissa
2019 Componente variabile 2019 Numero dipendenti al 31/12/2019
22.218.000 16.808.000 5.410.000 257
Nella tabella seguente sono riportati i dati (in unità di euro) riferiti alla remunerazione totale lorda corrisposta dalla Società nel 2019 (non inclusiva di oneri contributivi), suddivisa nella componente fissa e variabile, riconosciuta al solo personale coinvolto nella gestione del Fondo per la quota parte della propria attività svolta a favore del Fondo stesso.
Remunerazione totale 2019 Componente fissa 2019 Componente variabile 2019
14.257 11.367 2.890
Nella tabella seguente sono riportati i dati (in unità di euro) riferiti alla remunerazione totale lorda corrisposta dalla Società nel 2019 (non inclusiva di oneri contributivi), suddivisa per le categorie di "Personale Rilevante" come normativamente previste.
Amministratori esecutivi e non esecutivi (Membri del CdA e Amministratore Delegato) 253.904
Direttore Generale, Condirettore Generale e Responsabili di Direzione responsabili delle principali linee di Business
1.731.516
Funzioni di Controllo (comprensivo di tutto il personale addetto a tali funzioni e del costo delle relative funzioni esternalizzate)
1.651.058
Risk Takers 3.811.750
Nella tabella seguente è riportata la percentuale di incidenza della remunerazione riconosciuta al personale coinvolto nella gestione del Fondo per la quota parte della propria attività svolta a favore del Fondo stesso, con l’indicazione del numero dei beneficiari, rispetto al totale della remunerazione del personale.
Team Gestione % incidenza componente fissa % incidenza componente variabile
7 0,07 0,05
La “Politica di Remunerazione e Incentivazione” di Anima SGR (di seguito “Politica”) definisce il ruolo degli organi sociali e delle funzioni aziendali nell’ambito della governance delle politiche di remunerazione e incentivazione, il processo di determinazione e di controllo delle stesse, nonché i principi e i criteri su cui si basa il sistema di remunerazione e incentivazione della SGR, volti a promuovere una sana ed efficace gestione dei rischi dell’impresa e dei singoli prodotti assicurandone la coerenza con i risultati economici e la situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa e dei portafogli gestiti. Nel corso del 2019 il Consiglio di Amministrazione ha proceduto al riesame periodico della Politica apportando le modifiche al documento finalizzate a recepire le precisazioni fornite dall’Autorità di Vigilanza, nonché le modifiche derivanti dai miglioramenti rilevati dal continuo processo di applicazione della stessa. La Politica è stata da ultimo approvata dall’Assemblea in data 27 settembre 2019 con efficacia 1° settembre 2019.
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Sezione V – Altri ricavi ed oneri
A fine esercizio il Fondo non aveva altri ricavi o oneri.
Sezione VI – Imposte
A fine esercizio il Fondo non aveva imposte a suo carico.
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Parte D – Altre informazioni
Operatività posta in essere per la copertura dei rischi di portafoglio
Operazioni di copertura del rischio di portafoglio alla chiusura del periodo
A fine anno non risultano in essere operazioni per la copertura del rischio di portafoglio.
Operazioni di copertura del rischio di cambio che hanno avuto efficacia nell’esercizio
Nel corso dell'esercizio il Fondo non ha effettuato operazioni di copertura del rischio di cambio.
Operazioni in essere per la copertura del rischio di cambio alla chiusura del periodo
A fine esercizio non risultato in essere operazioni di copertura del rischio di cambio a carico del Fondo.
Oneri di intermediazione corrisposti alle controparti
Le negoziazioni di strumenti finanziari sono state poste in essere per il tramite di controparti italiane ed estere di primaria importanza. Per le negoziazioni disposte su strumenti finanziari i cui prezzi sono espressi secondo le modalità bid/offer spread gli oneri di intermediazione non sono evidenziabili in quanto ricompresi nel prezzo delle transazioni.
Turnover Turnover
- Acquisti 183.703.000
- Vendite 0
Totale compravendite 183.703.000
- Sottoscrizioni 370.403.580
- Rimborsi 137.619
Totale raccolta 370.541.199
Totale -186.838.199
Patrimonio medio 213.684.560
Turnover portafoglio -87,436%
Informazioni sugli strumenti derivati Over the Counter (OTC)
Garanzie ricevute
A fine esercizio il Fondo non ha ricevuto garanzie in titoli legate all’operatività in strumenti finanziari derivati OTC, in quanto non deteneva strumenti finanziari derivati OTC.
TRASPARENZA SULL’USO DELLE OPERAZIONI DI FINANZIAMENTO TRAMITE TITOLI E DEI TOTAL RETURN SWAP NELL’INFORMATIVA PERIODICA DEGLI OICR
A fine esercizio il Fondo non presenta posizioni aperte relative ad operazioni di Finanziamento tramite titoli e Total Return Swap e non ha fatto ricorso a tali strumenti nel corso del periodo di riferimento della Relazione.
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