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Anno IX, Numero 3 Settembre 2001 CAV Notiziario 1

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Page 1: Anno IX, Numero 3 Settembre 2001 - Circolo Astrofili Veronesi · astrofilo a cura di Angelo Gelodi 17 Il Mercatino del CAV 18 Fenomeni del periodo ... Giuseppe Coghi (Presidente),

Anno IX, Numero 3 Settembre 2001

CAV Notiziario 1

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IN QUESTO NUMERO

3 L’Archeoastronomiaa cura di Giuliano Pinazzi

11 Come determinare ladeclinazione di una pareteGianluca Lucchese

12 Anassagora e gli AteniesiIvano Dal Prete

16 Seratina osservativa di unastrofiloa cura di Angelo Gelodi

17 Il Mercatino del CAV

18 Fenomeni del periodoa cura di Giuliano Pinazzi

19 Appuntamenti del Circolo

CAV Notiziario 2

Circolo Astrofili VeronesiDelegazione dell'Unione Astrofili Italiani per Verona e provincia

Casella Postale 2016 - 37100 VERONA Sede: Piazza Vittoria, 10 - Parona (Verona)Web: www.rcvr.org/assoc/astro/main.htm - E-mail: [email protected]

Recapiti telefonici: 045/8349974 (Presidente), 045/8730442 (Segretario)Il C.A.V. è una libera associazione culturale ad indirizzo scientifico senza fini di lucro, che opera dal

1977, il cui intento è quello di riunire gli appassionati di astronomia della provincia di Verona.L'attività che svolge si sviluppa in tre ambiti: divulgazione a mezzo di conferenze e seminari, tenutisia in sede sia presso enti pubblici e scuole; osservazione pratica del cielo attraverso uscite pratiche

sul campo; ricerca astronomica a livello amatoriale. Attualmente il Consiglio Direttivo del C.A.V. èformato dai seguenti soci: Giuseppe Coghi (Presidente), Sergio Moltomoli (Vicepresidente), Angelo

Gelodi (Segretario), Flavio Castellani, Paolo Espen, Giuliano Pinazzi (Consiglieri).

Periodico del C.A.V. Circolo Astrofili Veronesi

Responsabile EditorialePaolo Alessandrini

Hanno collaborato allarealizzazione di questonumero:Paolo EspenGiuliano PinazziGianluca LuccheseIvano Dal PreteAngelo Gelodi

In copertina: Targa indicante l’inizio deilavori per la piazzola del futuroosservatorio di Ferrara di Monte Baldo.

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L’Archeoastronomiaa cura di Giuliano Pinazzi

adattato da un originale di Elia Cozzi (Gruppo Astrofili di Saronno) comparso in astro.ita (Fidonet)

L'Archeoastronomia si prefigge dideterminare quali fossero le conoscenzeastronomiche possedute dalle civiltàantiche. Molte popolazioni del passatopiù o meno remoto, infatti, svilupparonoun intenso rapporto con i fenomeninaturali ed in particolare con quellicelesti. La loro vita sociale, religiosa eartistica risultò fortemente influenzatadai fenomeni astronomici, ed inparticolare da quelli caratterizzati dachiare ed evidenti periodicità.

L'archeoastronomia basa la propriaindagine sopra tre principali filoni diricerca:

• l'analisi delle strutture megalitiche(templi e circoli) che hanno in comuneil fatto di essere stati costruitiimpiegando grandi pietre infisse nelterreno e disposti secondo allineamentio strutture circolari;

• lo studio della simbologia incisa sulastre di pietra (collegate a monumentimegalitici, a tombe o anche isolate),rinvenute in caverne o su paretirocciose (ad esempio in Val Camonica);

• la decifrazione di manufatti, quali icalendari e gli almanacchi, che sonotestimonianza sia delle conoscenzematematiche e astronomiche posseduteda questi popoli sia dell'attenzione concui essi registravano eventi celestistraordinari come il passaggio dicomete o l'apparizione di stelle Novae.

♦ Che cos’è l'Archeoastronomia

La disciplina che, attraverso l'analisi direperti quali le incisioni su pietra, imonumenti orientati astronomicamente ogli antichi codici e annali, studia leconoscenze astronomiche dei popoliantichi viene comunemente denominataarcheoastronomia. L’archeoastronomia èuna scienza giovane in quanto solointorno al XVI e XVII secolo s’incominciòa valutare la possibilità che alcunimonumenti antichi (quali quellimegalitici sparsi per tutta l'Europapiuttosto che le piramidi) potessero essere stati edificatisecondo regole collegate ai principalifenomeni celesti. Lockyer, uno deiprincipali studiosi di questa materia,portò a termine intorno alla metà del XIXsecolo una serie di ricerche sulle piramidiegiziane e sui monumenti megaliticieuropei che ne dimostravano la loroorientazione astronomica. La società scientifica dell'epoca non eraperò disposta a riconoscere a dellepopolazioni antiche o addirittura a dellecomunità preistoriche la possibilità diaver sviluppato conoscenze matematichee astronomiche decisamente avanzate,così le teorie di Lockyer sull'astronomiapreistorica rimasero nell'ombra per circa50 anni.Solo intorno al 1960 studiosi comeHawkins e Thom diedero nuova vita aquesta disciplina con il supporto di nuovescoperte archeologiche e di nuovi metodidi indagine che portarono al

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riconoscimento ufficialedell'archeoastronomia e allalegittimazione della teoria sull'esistenzadi una cultura astronomica presso anticheciviltà fin dall'epoca neolitica edeneolitica.L'archeoastronomia è una scienza dalcarattere tipicamente interdisciplinare inquanto fondata sulla collaborazione didiverse discipline quali la matematica,l'antropologia e la fisica ed ha portato allanascita dell'Etnoastronomia che si basasullo studio del significato astronomicodei manufatti, delle pratiche rituali delfolclore e delle tradizioni orali delleciviltà preistoriche e protostoriche.

L'archeostronomia è in grado di fornireutili indicazioni anche su problemi ancoraaperti d’astronomia moderna come ilvalore del rallentamento della rotazionedella Terra, i passaggi di comete, leesplosioni di supernove.

♦ Cosa sono i monumentimegalitici

I monumenti megalitici vennero eretti indifferenti epoche storiche da numerosepopolazioni. Testimonianze di talimonumenti si hanno in varie areegeografiche dall'Europa all'Africa, dalMedio all'Estremo Oriente.Il termine megalitici deriva dal grecoΜεγα (Mega), grande, e Λιθος (Lithos),pietra, e con esso si identificano tuttequelle strutture costituite da grandi pietreposte verticalmente nel terreno e dispostein modo da creare circoli, allineamenti ocostruzioni particolari.In Europa si trovano siti di monumentimegalitici dalla Svezia alla PenisolaIberica, dalle Isole Britanniche allaFrancia. Furono eretti, a seconda dellaregione geografica, tra la metà del V ed ilII millennio a.C. Essi, quindi, sono

anteriori alla civiltà egiziana emesopotamica dato che i primimonumenti risalgono al Neolitico.Il Neolitico, termine con cui s’indica l'arcodi tempo che va dal 9000 a.C. al 6000 a.C.,è un periodo particolarmente importantedella storia dell'uomo. È questa, infatti,l’età storica durante la quale l'uomosviluppo le tecniche dell'agricoltura edell'allevamento, due pratiche che ebberofondamentali conseguenzesull'evoluzione delle società.Questa vera e propria rivoluzione ebbeinizio in Medio Oriente per giungere,attorno al V millennio, anche in Europa.A tale periodo risalgono le più antichecostruzioni megalitiche (rinvenute inPortogallo e nella Francia atlantica) chesegnano l'inizio del gigantismo funerario.

L'origine del megalitismo è ancora oggipoco noto ed è alla base di una grandequantità di studi. La piena comprensionedel significato e della portata di questoparticolare fenomeno sta nella rispostaalle seguenti domande.

♦ Motivazioni del megalitismo

La funzione primaria dei monumentimegalitici era quella di luogo sacro in cuivenerare gli dei, identificati di volta involta con i fenomeni della natura o con idiversi corpi celesti.Basando gran parte delle proprie risorsesull'agricoltura, per l'uomo primitivodivento infatti di fondamentaleimportanza conoscere e prevedere ilprocedere delle stagioni (e quindi deicambiamenti climatici) per poter stabilireil periodo migliore per seminare o perraccogliere. Si sviluppò cosìl'osservazione del cielo che permise diadottare precisi fenomeni celesti comeindicatori dei mutamenti della natura e

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del passare del tempo. Per esempio,poteva risultare necessario orientare itempli verso i Solstizi perché questi puntidella sfera celeste indicano il momento incui si verifica un’inversione nel camminoapparente del Sole che a sua voltacoincide con un mutamento dellastagione astronomica.Per la previsione delle stagioni da unpunto di vista climatico si dovevano peròprendere in considerazione oltre al Solealtri corpi celesti quali ad esempio lestelle.

È noto come in differenti località dellaTerra sia possibile osservare frazionidiverse della sfera celeste, frazione chedipende strettamente dalla latitudinegeografica cui l'osservatore è posizionato.In seguito a ciò, tutte le culture che sisvilupparono in località caratterizzate dauna bassa latitudine geografica (comequella Egiziana, Greca e Caldea)svilupparono particolari capacitàastronomiche anche dal punto di vistadello studio dei pianeti e delle stelle. Infatti presso queste culture si verificòprecocemente le tendenza a riunire lestelle visibili in costellazioni, soprattuttoquelle zodiacali, che a queste latitudini siosservano molto alte nel cielo. Invecepresso le culture situate incorrispondenza di località ad elevatelatitudini geografiche la ridottapercentuale di cielo osservabile implicò losviluppo di un’astronomia assolutamentedifferente e che potremmo definire di tipoorizzontale, cioè basata soprattuttosull’osservazione e sullo studio deglieventi osservabili presso l'orizzonte. Perqueste popolazioni, quindi, assunseroparticolare importanza l'osservazionedelle levate e dei tramonti degli astri e laregistrazione delle date cui esseavvenivano.Gli strumenti usati per le misure furonogli allineamenti stabiliti mediante

complessi di pietre, i monumentimegalitici, accoppiati con particolarioggetti visibili in lontananzasull'orizzonte i quali permisero diottenere misure di posizione con margined'errore molto ridotto. Possiamo ritenerecomunque che la precisione delleorientazioni non fosse l'obbiettivoprimario di queste strutture il cui scopoera prevalentemente di tipo votivo esimbolico.Le culture che fiorirono in localitàgeografiche a bassa latitudine potevano,invece, osservare il Sole, la Luna, i pianetie le stelle non solo appartenenti alla fasciazodiacale molto alti nel cielo. In un similecontesto osservativo la costruzione deimonumenti megalitici e l'uso di traguardinaturali sull'orizzonte al fine diaumentare la precisione ottenibile eranodel tutto inutili.Presso le culture europee divenneromolto importanti gli studi relativi alcalendario come conseguenza di unaastronomia prevalentemente, ma nonesclusivamente, di tipo solare e lunare.Presso le culture orientali e quella grecafu invece preminente l'astronomiazodiacale e planetaria.

Intorno al 1800 a.C. in Europa si verificòun brusco cambiamento climatico chepeggiorò le condizioni meteorologicheche causò, tra le altre cose, una maggioredifficoltà nell'osservazione degli oggetticelesti. Fu probabilmente anche a causa diquesto fatto che l'astronomia praticatapresso le culture europee dei periodistorici posteriori al 1800 a.C. divennetendenzialmente orizzontale.

Geografia del megalitismo

La più accreditata interpretazione daparte degli studiosi è che il fenomeno delmegalitismo sia nato

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contemporaneamente in diverse regionigeografiche ed abbia avuto origine dallosviluppo della pratica di sepoltura deimorti. In particolare la rivoluzionedell'economia modificò le esigenze dellecomunità neolitiche introducendofondamentali cambiamenti nel culto deimorti e nei riti di fecondità.Incominciarono così a comparire i primisegni del collegamento tra l'osservazionedi corpi celesti quali il Sole e la Luna e leprincipali pratiche rituali. Ad esempio, laprofonda relazione esistente tra il cultodei morti e l'osservazione del moto delSole ha testimonianza nel fatto che moltischeletri ritrovati, appartenenti alneolitico superiore ed all’Età del Bronzo,sono orientati con la testa rivolta verso ipunti cardinali.In seguito allo sviluppo delle primesocietà stanziali, inoltre, si verificòl'esigenza di regolare la vita in sinergiacon la natura che è caratterizzata da ritmiprecisi. Con ripetute osservazioni lepopolazioni primitive si accorsero che sipoteva correlare questi ritmi con il motosulla sfera celeste di alcuni oggettiastronomici quali il Sole e la Luna. Si

sviluppò quindi una scienza astronomicaintesa come osservazione del cielo e deisuoi fenomeni e avente lo scopo diimparare a carpirne i segreti e ad usarli avantaggio di tutta la comunità perorganizzare la vita sociale e agricola.

I Menhir

La parola menhir significa pietra lunga.Questi megaliti, infatti, sono costituiti dapietre più o meno grezze e di variedimensioni infisse nel terreno. Sonotalvolta incisi su tutta la lunghezza conmotivi decorativi o, come più spessoaccade, simbolici. Si trovano sia isolatiche a gruppi di due, tre o più; possonoessere eretti lungo un diverso numero difile parallele secondo disposizioni notecome allineamenti. Essi spesso fannoparte di figure geometriche,quadrangolari, ellittiche, ovaloidi e, inspecial modo, circolari. Queste struttureevidenziano come i popoli che licostruirono possedessero semplici mabasilari nozioni geometriche quali leproprietà del cerchio e delle ternepitagoriche.

Secondo lo studioso inglese Thom, che haanalizzato diverse costruzioni ad anelloin Scozia e nell'Inghilterra meridionale e

gli allineamenti di menhir nell'area diCarnac in Bretagna, le misure di questestrutture sarebbero multipli di una stessa

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unità lineare chiamata Yarda megalitica,di valore pari 0,829 metri.Molti menhir sono di epoca neolitica ma laloro costruzione si protrasse fino all’etàdel Bronzo ed anche in epoche più vicinea noi (fino alle soglie del Medioevo).Il più grande menhir edificato nelNeolitico, quello di Er-Grah, aLocmariaquer in Francia, superava i 20metri di lunghezza ed il suo peso era dicirca 350 tonnellate. Attualmente giacesul terreno in quattro pezzi; la sua rotturasi fa risalire all'epoca Neolitica.

Sebbene molto sia stato appurato siariguardo alle motivazioni profonde chefurono alla base della costruzione diqueste strutture sia per quanto concerneil loro significato ed il loro utilizzo,rimangono tuttora aperti importantiquesiti:

• Erano monumenti commemorativi? • Costituivano limiti territoriali? • Erano pietre erette a fini religiosi o, per

esempio, per riti di fertilità? • Erano legate al culto solare e lunare?

Numerose prove acquisite dagli studiarcheoastronomici dimostrano che granparte di questi menhir furono eretti con ilchiaro scopo di utilizzarli come mire persegnare il sorgere o il tramontare sullasfera celeste di particolari oggettiastronomici quali il Sole ai solstizi, laLuna ai lunistizi e le principali stelle inlevata eliaca o lungo il meridiano locale.Infatti dall'analisi di molti templi si èpotuto dimostrare che le popolazionineolitiche erano in grado, con buonaprobabilità, di calcolare la lineaequinoziale, la linea meridiana e di

accorgersi della precessione degliequinozi. Tutto questo era possibilescoprirlo studiando l'ombra proiettata daun menhir.Oggigiorno gli studiosi sono giunti allaconclusione che i menhir non erano soloed esclusivamente strutture realizzate inpietra ma, in regioni dove era rarotrovare quel tipo di materia prima,venivano edificati anche in legno.Ovviamente in questi casi non sonogiunti fino noi molti esemplari a causadella facile deperibilità del materialeutilizzato.

♦ Gli allineamenti e i circoli dipietre erette

Molto spesso i menhir (costituiti da pietreinfisse nel terreno), sono raggruppati aformare figure geometriche ellittiche,ovaloidi, quadrangolari e, in specialmodo, circolari. Altre volte, invece, sonodisposti in modo da creare lunghiallineamenti, come nel caso di Carnac nelMorbihan (Francia). Quest'ultimo ècomposto da sette file principali di 1029pietre erette di altezza decrescente edistribuite su 1128 metri.

A ovest, dove si trovano le pietre più alte,esisteva un circolo oggi distrutto. Questicomplessi mostrano come le popolazioniche li costruirono fossero in possesso dialcune basilari regole di geometria.

Infatti, molto spesso, i rapporti tra ledistanze di alcune pietre sono delle ternepitagoriche oppure, come scoprì l'ingleseThom, sono multipli di un'unità lineare

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base detta “Yarda Megalitica” pari a 0,89metri.

Una delle prime domande che ci si poneosservando un monumento megalitico èin che modo degli uomini non in possessodi conoscenze particolarmente sofisticatedi ingegneria potessero erigere pietre cosìgrandi e trasportarle nei lunghi presceltiper l'edificazione. La singola lastra dipietra, il cui peso può raggiungere lediverse tonnellate, veniva probabilmentestaccata dalla cava con l'azione del fuocoe quindi fatta procedere su due rotaieparallele ottenute da dei tronchi diquercia e controllata nel suo movimentoper mezzo di lacci di fibra vegetale.Alcune volte erano trasportate lungo ifiumi o il mare utilizzando appositeimbarcazioni. Sicuramente trascinare queste pietre perchilometri ed erigerle richiedeva lapresenza di centinaia di uomini, quindi è

probabile che interi villaggi, se nonaddirittura abitanti di diversi territori,cooperassero sotto la guida di un unicocapo.Il più celebre tra i complessi circolari èquello di Stonehenge nel cuore dellapiana di Salisbury (Inghilterrameridionale). Stonehenge è il risultato diriorganizzazioni successive avvenute trail 3000 e il 1500 a.C. Inizialmente sitrattava di un Henge, cioè di un'areacircolare di 100 metri di diametrodelimitata da un fossato, nella qualeerano distribuite a circolo 56 Aubrey holes.Mentre è probabile che queste buchefungessero da urne funerarie, alcunistudiosi, tra cui Sir Hawkins che fu ilprimo a studiare Stonehenge dal punto divista archeostronomico, hanno ipotizzatoche esse potessero servire per ricostruireil moto del Sole e della Luna al fine diprevedere le eclissi.

Questo primo circolo fu in seguitoabbandonato e venne ripreso solo intornoal 2100 a.C. per essere completamenterimodellato. Furono introdotte 80

bluestone provenienti dai monti Preseli nelsud-ovest del Galles e messe nel centro aformare un incompleto doppio circolo.

Fu costruita una via d'accesso centralecon delle Heel stones che segnavanol'entrata; quest'ultima fu orientata verso il

solstizio estivo, come mostrano irilevamenti archeoastronomici.

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La terza fase costruttiva si ebbe intorno al2000 a.c. con l'aggiunta delle Sarsensstones distribuite a circolo e collegate traloro da delle pietre disposte comearchitravi una vicino all'altra.

Internamente vennero messi 5 triliti inuna struttura a forma di ferro di cavallo,di cui i resti si possono vedere ancoraoggi. L'asse del monumento fu rivolto alsolstizio estivo e marcato esternamenteda una sola Heel stone posta all'interno diun fossato circolare.Questa nuova risistemazione diStonehenge mette in evidenza l'abilità deicostruttori, in quanto queste pietre sonoscavate in modo da creare degli incastriperfetti in grado di sorreggere le pietreposte come architravi.

L'ultimo periodo si ebbe intorno al 1500a.c. quando le Bluestones furonoridistribuite a ferro di cavallo e a circolo(alcune tracce di queste strutture sonoancora chiaramente visibili). La piùgrande delle bluestones, detta Altar Stone,stava probabilmente eretta come unacolonna in linea con l'asse delmonumento.

Intorno al 1500 a.c. furono poi scavati duecircoli di buche che potevano servire peraltre file di pietre che però non furonomai erette.Stonehenge rimase in uso fino al 1000 a.c.ma non sappiamo per quanto tempoprima di essere abbandonato.

Un errore che spesso si commette è quellodi credere che furono i druidi (la classesacerdotale delle popolazioni celtiche) acostruire questo tipo di monumento. ICelti abitarono proprio le regioni, qualil'Inghilterra e la Francia, dove si trovanomolti resti di circoli, ma durante l’età delFerro. Quindi è probabile che le civiltàceltiche di ceppo indoeuropeo si fusero

con le popolazioni autoctone costruttricidi questi monumenti assimilandone lacultura e le conoscenze astronomiche. Sihanno, infatti, testimonianze di templieretti dai Celti utilizzando menhir cherisalgono all’età del Ferro.

♦ I Dolmen

Un Dolmen (il cui significato è “tavola dipietra”) si compone in generale di unacamera megalitica delimitata da lastreverticali diritte o pilastri e da muretti asecco che sorreggono una o più lastre dipietra.Esistono tre tipi fondamentali di Dolmen:

1. i Dolmen a corridoio, la cui camerapuò assumere diverse forme eprolungarsi verso l'esterno attraversoun corridoio più o meno lungo. Sonoquesti i Dolmen più antichi, risalendo alV millennio a.C.;

2. i Dolmen a galleria coperta, che fannola loro comparsa alla fine del IVmillennio a.C. cioè nel tardo Neolitico.Si differenziano dai precedenti inquanto la lunghezza della camera apareti parallele è superiore allalarghezza. Inoltre il corridoio con cuicomunicano verso l'esterno è ricopertoda lastre. Le Tombe dei Giganti che sitrovano in Sardegna rientrano inquesto tipo di Dolmen;

3. i Dolmen semplici, dotati di unacamera che si apre direttamente versol'esterno.

Insieme a questi tre tipi base è possibileannoverare anche i Sarcofagi megalitici,da cui derivarono probabilmente iDolmen e cui si può accederesemplicemente spostando la lastra dicopertura.

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Solitamente i Dolmen sono situatiall'interno di un tumulo di pietra (ilCrain) che li avvolge quasicompletamente e che può essere circolare,poligonale o quadrangolare, talvoltamolto allungato e delimitato da un muroa secco o da lastre erette.

I Dolmen sono monumenti funerari. Nelleloro camere venivano posti resti umaniinumati o cremati a seconda delle usanzedella regione. Avevano la funzione ditombe collettive, infatti nelle cameremortuarie si trovano spesso resti didiversi corpi che possono presentarsiinteri, coricati sul suolo in posizioneripiegata sul fianco oppure limitati apoche ossa.Nei Dolmen a galleria, che sono i piùrecenti, si sono scoperti a volte diversecentinaia di corpi. Questi Dolmenvenivano quindi utilizzati più volte;venivano aperti e richiusi per poi esseretumulati definitivamente o smantellatiper riutilizzare le pietre per lacostruzione di altri monumenti funerari.

Molti Dolmen sono decorati con incisionio anche con semplici picchettature dellelastre di pietra. Le raffigurazioni, però,sono spesso di difficile interpretazione enon sembrano avere un'organizzazionedefinita. Tali incisioni consistonoprincipalmente di cerchi concentrici,circoli punteggiati, losanghe, linee a zig-

zag, motivi ad U e spirali. Tutti questisimboli, che si ritrovano anche neipetroglifi, indicherebbero preghierepropiziatorie per la caccia o per la guerra,simboli solari ma anche rappresentazionidi importanti avvenimenti celesti, qualieclissi di Sole e di Luna, passaggi dicomete o apparizioni di stelle Novae.Sia la maestosità della costruzione, che ledecorazioni e la preziosità degli oggetticustoditi indicano come alla funzioneprettamente funeraria dei dolmen siaggiunse una funzione religiosa. Taleaspetto religioso non si riscontra solonella presenza di oggetti che dovevanogarantire un viaggio sereno nell’aldilàma, soprattutto, nell'evidenteorientazione dell'asse del monumentoverso determinate posizioni sull'orizzonteconnesse al sorgere e tramontare del Soleed in particolare lungo le direzioni deisolstizi invernale ed estivo. Questa fu ineffetti una usanza adottata anche inepoche precedenti e successive. Sononumerosi, infatti, gli esempi di tombesemplici in cui corpi venivano rivolti conla testa verso il punto cardinale Nordoppure lungo l'equinoziale (est-ovest).Si possono inoltre rilevare ancheorientamenti verso stelle molto luminosedato che il sorgere eliaco di alcune di essesegnava per molte civiltà l'inizio deglianni. Un esempio assai noto è quello delsorgere eliaco di Sirio che presso gli egizicorrispondeva all'inizio dell'anno edurante il quale il Nilo straripavarendendo fertile la terra circostante. Un classico esempio di dolmen provvistodi tumulo è quello che si trova aNewgrange (contea di Meath) in Irlanda(si veda l'immagine a lato). Dall'entrataprincipale durante il solstizio d'inverno iraggi del Sole penetrano nella cameramortuaria, le cui pareti sono incise condelle spirali, classici simboli solari.

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Come determinare la declinazione di una pareteGianluca Lucchese

La Gnomonica è la scienza antica delprogettare e costruire orologi solari,un’arte che suscita grande interesse per lesue molteplici applicazioni. . Tecniche diesecuzione e trattati di carattere storico sitrovano su varie riviste di astronomia osu testi specializzati sulla Gnomonica:questa disciplina viene descritta comeuna scienza non del tutto semplice chepuò essere coltivata solo se si è inpossesso di una buona esperienza nelcampo matematico ed astronomico.Un problema che spesso mi sento porre e’come rilevare l’angolo di declinazione δdi una parete rispetto alla linea est-ovest.Esistono vari metodi, più o menocomplessi, ed uno tra i più semplici usati,che peraltro necessita di un minimo diconoscenza nel campo astronomico, è ilseguente. E’ necessario l’ausilio di untriangolo in cartone o altro materialerigido (vedi figura).

PO = lunghezza dello stilo polare(dipende dalla dimensione dell’orologioche si vuole costruire)AO = lunghezza che dipende dall’angoloϕ (latitudine del luogo)

L’operazione deve essere svolta nelseguente modo: si traccia con un filo apiombo una linea sulla parete, doveandremo ad appoggiare il lato PA delnostro cartoncino, mantenendo fisso ilpunto P (centro della meridiana). Usandocome perno il lato PA, giriamo la nostrafigura nella direzione est-ovest, fino alpunto in cui l’ombra proiettata da essorisulti nulla in corrispondenza della lineaPB (al vero mezzogiorno locale, TVL = TMEC-c-v, dove c è costante perogni località in relazione alla sualongitudine, e v è variabile nel corsodell’anno in funzione dell’equazione deltempo).

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A questo punto la sagoma di rilevamentosarà puntata sulla direzione delmeridiano locale. Con una squadraperfettamente perpendicolare alla puntadello stilo O si andrà ad individuare ilpunto Z sulla superficie del quadrante.

L’angolo di declinazione δ della paretepuò ora essere determinato mediante laformula

δ = arctg (AZ / ZO)Da P tracceremo poi una retta passanteper Z, detta linea sottostilare, e grazie ad

essa, mediante altri metodi geometrici,potranno essere individuate le lineeorarie della nostra meridiana.

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Anassagora e gli AteniesiIvano Dal Prete

Tutti abbiamo più o meno sentito dire che lacultura greca sviluppò concezioni moltoavanzate in campo astronomico, specialmentedurante l’età ellenistica (IV-I sec. a.C.).Quello di cui i libri di astronomia di solitonon si occupano, in quanto ha attinenza piùcon l’ambito sociale che con lo sviluppo dellascienza in sé, è l’effettiva diffusione cheebbero le nuove conoscenze tra la massa dellapopolazione, se queste attecchirono o no e sepoterono in qualche modo influire sullamentalità corrente. Io non sono uno specialistadi quel periodo storico che conosco più omeno a braccio, tuttavia la rilettura casuale dialcuni testi dell’epoca mi ha indotto a qualcheriflessione (relativa peraltro ad un ambitostorico e geografico assai limitato) che hodeciso di proporvi tanto per cambiareargomento, e magari per stimolare la curiositàdi qualcuno che abbia maggior confidenza dime con la letteratura classica.

Gli abitanti della Grecia classicaappartenevano al ceppo linguistico

indoeuropeo: parlavano cioè un insieme didialetti imparentati con il latino, la lingua deicelti e la maggior parte delle lingue parlateattualmente in Europa; erano portatori di unamentalità e di credenze piuttosto differenti daquelle dei semiti che vivevano inMesopotamia (i quali svilupparonol’osservazione del cielo soprattutto infunzione dell’astrologia), e qualcuno ha vistoin ciò una delle cause del sorgere nel VI sec.a.C. della prima filosofia ionica, vale a direquanto di più simile alla scienza sperimentaleabbia prodotto il mondo antico. Attorno al 480 a.C. Anassagora di Clazomenesi trasferì ad Atene dalla nativa Ionia (regioneche comprende le coste egee della Turchia e leisole prospicienti, all’epoca parte integrantedel mondo greco), introducendo la nuovafilosofia nella città che si apprestava adiventare il più importante centro politico eculturale della Grecia; nei decenni successiviAnassagora fece parte della cerchia deiprotetti di Pericle, l’uomo politico più potente(e più intelligente) dell’epoca che guardava

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con interesse alle teorie astronomicheavanzatissime, e per l’epoca poco ortodosse,affermate dal filosofo. Le poche fonti innostro possesso1 ricordano soprattutto cheAnassagora strappò il Sole e la Luna dalnovero delle divinità, assimilando l’uno aduna pietra ardente “più grande delPeloponneso” (una misura enorme per lamentalità comune) e considerando l’altracome composta della stessa materia di cui èfatta la Terra; Anassagora individuò poicorrettamente le cause e le modalità delleeclissi di Sole e di Luna anche se, per ragioninon molto chiare, nella sua teoria delle eclissilunari ritenne necessario postulare l’esistenzadi altri corpi tra la Terra e la Luna. Attorno al450 a.C., le sue idee sulla natura del Sole edella Luna gli attirarono gli attacchi deinemici politici di Pericle, che ottennero ditrascinarlo in tribunale e farlo condannare perempietà. Pericle riuscì ad evitargli la pena dimorte e dopo un po’ a tirarlo fuori dal carcere,ma non ad evitargli l’esilio perpetuo da Atene.È chiaro che le teorie di Anassagora dovevanocostituire un’autentica “bomba” culturale, conun impatto in qualche modo simile a quellodelle idee copernicane nel cinquecentoeuropeo; allo stesso modo, esse suscitavanoresistenze notevolissime nella mentalitàtradizionale della città attica che pure andavafiera della sua recente preminenza culturale, esi autoattribuiva per bocca di Pericle il titolodi “scuola dell’Ellade”. Tuttavia, sarebbesbagliato anche trarre conclusioni affrettate daquesta vicenda: pare che Anassagora sia statoprocessato soprattutto perché amico diPericle, ed i suoi avversari colsero l’occasionedi attaccarlo indirettamente attraverso unesponente di spicco della sua cerchia che,questo è vero, le sue teorie eterodosserendevano particolarmente vulnerabile. Nonc’è dubbio, tuttavia, che Anassagora influenzòampiamente almeno l’Atene più colta e neidecenni successivi la circolazione dei suoilibri non pare abbia trovato ostacoliinsuperabili, come sembrano mostrare alcuniepisodi che mi è capitato di rileggererecentemente (ne riporto a mo’ di esempiodue, tra i tanti che si potrebbero citare). 1 In particolare Proclo, filosofo vissuto attorno al 450d.C. (circa 900 anni dopo Anassagora).

Il primo di questi è tratto da La guerra delPeloponneso dello storico ateniese Tucidide,che scrisse la sua opera alla fine del V sec.a.C. (circa 50 anni dopo la condanna diAnassagora). L’VIII libro ci proietta di frontea Siracusa, dove nell’estate del 413 a.C. unesercito ed una flotta ateniesi stringonod’assedio la città. Le cose però si mettonomale, il nemico riceve rinforzi e gli ateniesirischiano di rimanere bloccati in terrastraniera: gli strateghi al comando decidonoper lo sgombero. Ma la notte prima dellapartenza, accade un evento imprevisto:

Ora, al momento giusto che ci si disponeva asalpare, la Luna si eclissa: era Luna piena,appunto. La maggioranza ateniese, turbata,esigeva dagli strateghi di soprassedere; eNicia [il comandante in capo], alquanto oforse troppo incline alla superstizione e acose siffatte, disse che non permetteva più chesi discutesse la partenza prima di attenderetre volte nove giorni, secondo le prescrizionidegli indovini.2

Dalle parole di Tucidide è possibile trarrealcune interessanti indicazioni:

Tucidide conosce le cause delle eclissi diLuna (era Luna piena, appunto…) e si aspettaaltrettanto dal suo lettore: alle ragioni delfenomeno egli dedica infatti solo un breveaccenno che non ritiene necessario spiegare,pur facendone menzione perché,evidentemente, doveva trattarsi comunque diuna nozione non banale (al giorno d’ogginessuno farebbe una precisazione del genere,se non in un libro per bambini o didivulgazione elementare). Un’altra eclissi,riportata nella medesima opera, vienedescritta negli stessi termini. Per la maggior parte dei concittadini, però, lecose stanno diversamente: il fenomenoprovoca panico e paura, e viene interpretatocome un segnale avverso del fato. Addiritturauno dei comandanti dell’esercito, Nicia, si

2 TUCIDIDE, La guerra del Peloponneso, VIII, 50-4.Secondo i calcoli moderni, è il 27 agosto del 413 a.C.Gli indovini invece non ci azzeccarono: il rinvio dellaritirata costò caro al corpo di spedizione, che venneinteramente distrutto.

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associa ai timori dei soldati e dei marinai. Puòtrattarsi di un caso, ma Nicia è un tipo notoper la sua prudenza (fatta più di timore dellanuovo che di autentica saggezza), e per essereun conservatore: è verosimile che lo sia statoanche in campo culturale. Notiamo che il suoturbamento per l’eclissi viene senz’altroattribuito da Tucidide a superstizione: èevidente che per lo scrittore si tratta di trattainvece di un semplice fenomeno naturale, unafaccenda di pura geometria. Certo però che lamaggioranza la pensa diversamente.

Ci si potrebbe anche chiedere se le cognizionidi Tucidide fossero roba da catacombe, che sitrasmetteva bisbigliando in una conventicoladi iniziati, o appannaggio magari lecito dipochi, perso tuttavia nel mare di un completodisinteresse generale, oppure se godevano inrealtà di una certa diffusione senza peròriuscire a far breccia nella mentalità popolare:è ovvio infatti che sentir parlare di un’ideastravagante non significa affatto aderirvi, oanche semplicemente averne una conoscenzaprecisa. Significa però che quest’idea circola,che se ne parla… Quest’ultima ipotesi apparechiaramente la più logica, come ci fa capireun brano tratto stavolta dall’Apologia diSocrate di Platone.

Nel 399 a.C., un tribunale di Atene condannòa morte il filosofo Socrate che era stato citatoin giudizio con la generica accusa di“corrompere la gioventù”. Platone, pureateniese, all’epoca aveva circa 28 anni, eraallievo entusiasta di Socrate e con l’Apologiavolle ricostruire (sia pure in modo romanzato)le fasi salienti del processo e la condottaesemplare del maestro; probabilmente il librofu scritto pochi anni dopo i fatti, perciò tra lastesura de La guerra del Peloponneso e quelladell’Apologia non devono esserne passati piùdi 10 o 15.Tra i vari capi di imputazione, nel processovengono attribuite a Socrate alcune delle ideepiù audaci di Anassagora che gli accusatorisembrano in realtà aver semplicementeorecchiato, erigendole a modello delleastrusità “moderne” che minacciano lamentalità e la religione tradizionali.

M. = Meleto (uno degli accusatori) S. = Socrate

M. Io sostengo questo, che tu non credi cheesistano dei, ed insegni agli altri tutte questecose.S. Ma, o mirabile Meleto, perché mai diciqueste cose? Io dunque non credo che sianodèi neanche il Sole, neanche la Luna, come[invece credono] tutti gli altri uomini?M. Si, per Zeus, o signori giudici, perché eglidice che il Sole è pietra e la Luna terra.S. Credi dunque, caro Meleto, di accusareAnassagora e sottovaluti a tal punto costoro[i giudici] e pensi che siano così inesperti dilettere da non sapere che i libri diAnassagora di Clazomene sono tutti pieni diqueste teorie?

Socrate ha buon gioco nel deriderel’ignoranza degli accusatori, che gliattribuiscono erroneamente la paternità delleidee di Anassagora3. La cosa interessante,però, è che a detta di Socrate tali teoriedevono essere ben note ai giudici, ed anzi gliaccusatori ci fanno una figura barbinaattribuendole invece a lui. Ora, quella causa sistava discutendo di fronte al tribunaledell’Eliea, una giuria popolare composta daben 6000 membri suddivisa in sezioni di500+1 (per evitare parità nelle votazioni). Igiudici venivano forniti in ugual misura daognuno dei dieci demi in cui era suddivisa lapopolazione di Atene e dell’Attica, in tuttonon più di 40.000 cittadini a pieno titolo; lacarica durava 300 giorni e buona parte degliateniesi doveva prima o poi entrare a far partedi quel consesso. Trattandosi di un impiegoretribuito, ma in modo molto modesto, eraambito dalle classi medie e inferiori, i vecchi,gli sfaccendati, gente qualunque insomma incui non dobbiamo supporre un particolarelivello culturale. Subito dopo, Socrate poneun’altra domanda retorica:

S. Poi proprio da me i giovani imparano talidottrine, quando è loro possibile comprarsele

3 Platone in effetti vuol porli nella peggior lucepossibile, attribuendo loro una superficialità certosuperiore a quella dei giudici che pure sono normalicittadini.

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talvolta al prezzo di una dracma, a diremolto, nell’orchestra e ridersela di Socrate sefa finta che siano le sue, e ancor più cosìstravaganti come sono?4

Il riferimento all’orchestra indica la parteriservata nel teatro greco al coro, e proprio neicanti corali i poeti si prendevano la licenza diesporre, o anche esaltare, posizioni audaci,provocatorie o “stravaganti” come dovevanoapparire quelle di Anassagora. L’ingresso eramolto popolare, una dracma “a dire molto”,appunto, e la gente ci andava in massa. Anassagora insomma lo conoscevano tutti,solo che a 50 anni dal suo esilio sembranoessere ancora pochi quelli che lo prendono sulserio. Mancava evidentemente quel sistema anoi così familiare per cui le nuove ideescientifiche, elaborate da un’élite ristretta, sidiffondono gradualmente e senza grossiostacoli (perlomeno nei loro principi generali)attraverso un processo di scolarizzazione edivulgazione a tutti i livelli; questo non tantoper carenze nel sistema scolastico, ma perchéla scienza moderna possiede uno status eriscuote una fiducia generale quali la filosofiaionica non giunse mai ad avere tanto che,come abbiamo visto, non riuscì a “sfondare”pur suscitando un certo interesse. Lo stessoSocrate, discepolo di Archelao a sua voltaallievo di Anassagora, dopo averlo ascoltatoin gioventù aveva preso posizione contro lareificazione dei corpi celesti tentata dalfilosofo di Clazomene, ritenendolamoralmente dannosa. Il vento del pensierogreco stava infatti cambiando direzione, e labreve stagione dello sperimentalismo ionico,volto ai fenomeni ed alla loro spiegazione inambito naturale, cedeva il passo ad unafilosofia che raggiunse certamente vettesublimi, ma che tornò anche a porre Terra ecielo in ambiti separati, ascrivendoquest’ultimo alle cose divine comeindubbiamente avrebbe fatto ogni ateniese perbene.

4 PLATONE, Apologia di Socrate, 26b-26c.CAV Notiziario 15

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Seratina osservativa di un astrofiloTratto dal newsgroup it.scienza.astronomia e segnalato da Angelo Gelodi

Inizio verso le otto ad appostare itelescopi, un MTO ed un rifrattorino;appena ho finito di montarli in balconearriva mio figlio grande (4 anni) edovviamente mi fa: "Papà, che fai?".Manco a dirlo: mollo tutto, rientro in casaed addobbo il figlio; cappottino, berrettino,scarpe (ha un po’ di influenza): "pozzovedere papa?", ma certo luce degli occhimiei.... si avvicina timidamente all'oculare echissà perché, con un gesto improvviso enaturale, spiaccica il dito sull'oculare. Ildito, è ovvio, si rivela lercio di formagginoo di chissà quale altro grasso domestico. Passano due o tre minuti in cui io, conpazienza, alternativamente centro iltelescopio e faccio accostare mio figlioall'oculare. Ad un certo punto realizzo chea lui in realtà di guardare nel buco nongliene frega poi granché e che soprattuttovuole muovere il fuocheggiatore e i comandidell'equatoriale, come appunto faceva ilpapà fino a due secondi prima.Seguono svariati tira e molla el'allineamento del puntatore va a farsi ungiretto, miracolosamente schivo unasmanacciata sulla lastra correttrice.Ad un certo punto Daniele, così si chiamamio figlio, realizza che per l'osservazionein effetti gli ho fregato una sua seggiolinadi plastica (un coso robustissimo di pvc) ecomincia a piangere. Mentre sono intento aconsolarlo ed a restituirgli la seggiolinaarriva mia moglie."Ohhhhhhh, che belloooooo", è vero, è unbello spettacolo. "Voglio fare una foto!!!"(?????? devo andare a prendere la pentax?,devo montare l'adattatore per l'attacco avite? che succede ora?) "Prendo la mia

macchinetta": meno male. Non verrà unciufolo, ma tant'è..."Mi metti il rullino ?". Comincio a fare unafaccia un po’ cupa: "Va bene, va bene,faccio da sola"... Ricomincio ad osservarela luna mezzo inginocchiato e per storto(mio figlio si è ripreso la seggiolina). "Nonfunziona... ecco... dovevi aiutarmi".Alzo gli occhi al cielo, piglio la macchinetta,la riapro, sposto la linguetta del rullino dimezzo centimetro la richiudo, rifunziona,gliela dò. Mi rimetto all'oculare: "Chebello!!!" e mi arriva una flashata sull'occhiosinistro.Con tutta la pazienza che mi è rimasta(pochina) spiego a mia moglie che non hamolto senso usare il flash sul crepuscolo esulla luna. "Ma non si toglie!! E'automatico". Ripiglio la macchinetta, larigiro due o tre volte, è vero! A questamacchinetta non puoi escludere il flash.Continuo a osservare qualcosa mentre miamoglie mi sparaflescia vicino 4 o 5 volte."Cosa sono quelli?" Beh, questo glielo devo.Spiego a lei ed a mio figlio che sono Giove eSaturno, quello lì piccolino è Marte; eccovedete sono tutti lì vicino alla Luna, ierianche di più...".Ahhh, avevo letto infatti che avevo Giove eSaturno in...". A questo punto devo averfatto una faccia tutta da vedere perchémia moglie (di cui sono sinceramenteinnamorato e che ha solo questo e pochialtri difetti) ha immediatamente lasciatocadere il discorso. "E quella luce li??" è un aereo, glielo dico....". Ma nooo, è fermo", non è un aereo..........".Non sarà mica Venere?"Entro cinque minuti ero in camera a leggerei librottini di Disney a mio figlio, mentre

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mia moglie al telefono si lamentava con unamica del linguaggio che non dovrei teneredavanti ai bambini.

E non mi è andata manco male che in tuttoquesto non si è svegliata la piccola.VI PARE FACILE a Voi, di fare gli astrofili.

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Il Mercatino del CAVIn questa rubrica vengono pubblicate leinserzioni dei soci relative a materiale varioinerente l’astronomia; sono presi inconsiderazione gli annunci presenti sul sitoweb del CAV nonché gli annunci recapitatialla casella di posta elettronica del CAV([email protected]) o a quella del responsabile del

“CAV Notiziario” ([email protected]) conl’esplicita richiesta di pubblicazione sul CAVNotiziario. Gli annunci pervenuti sarannopubblicati sul successivo numero del “CAVNotiziario”; un annuncio può esserepubblicato su più numeri, previa esplicitarichiesta al responsabile.

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Fenomeni del periodo

Settembre 2001 Luna Piena il giorno 2 ore 21:44 Ultimo Quarto il giorno 10 ore 19:01

Luna Nuova il giorno 17 ore 10:28 Primo Quarto il giorno 24 ore 09:30

01 - La Luna all'apogeo ore 23:27 (dist. 404330 km) 10 - Luna a 0.6 gradi da Saturno 12 - Luna a 1.3 gradi da Giove 15 - Luna a 3.5 gradi da Venere 18 - Mercurio alla massima elongazione orientale (27 gradi) 21 - Equinozio d'autunno, 23:00 T.U. 23 - La Luna al perigeo ore 15:46 (dist. 358130 km) 25 - Luna a 1.7 gradi da Marte 29 - La Luna all'apogeo ore 5:33 (dist. 405790 km)

Ottobre 2001

Luna Piena il giorno 2 ore 13:50 Ultimo Quarto il giorno 10 ore 04:21

Luna Nuova il giorno 16 ore 19:24 Primo Quarto il giorno 24 ore 02:57

07 - Luna a 0.6 gradi da Saturno 09 - Massimo dello sciame meteorico delle Draconidi 10 - Luna a 0.5 gradi da Giove 11 - La cometa C/2001 K5 (LINEAR) al perielio (5.192 UA) 11 - Mercurio a 0.4 gradi dalla stella Spica (alpha Virginis) 14 - Mercurio in congiunzione inferiore 14 - La Luna al perigeo ore 23:00 (dist. 361863 km) 16 - 32° sorvolo di Io (Giove) da parte della sonda Galileo 21 - Massimo dello sciame meteorico delle Orionidi 23 - Luna a 0.4 gradi da Marte 24 - La sonda 2001 Mars Odyssey, si inserisce in orbita attorno a Marte 26 - La Luna all'apogeo ore 20:13 (dist. 404938 km) 28 - Torna in vigore l'ora solare 29 - Mercurio alla massima elongazione occidentale (19 gradi)

Novembre 2001

Luna Piena il giorno 1 ore 05:43 Ultimo Quarto il giorno 8 ore 12:22Luna Nuova il giorno 15 ore 06:41

Primo Quarto il giorno 22 ore 23:20Luna Piena il giorno 30 ore 20:51

03 - Massimo dello sciame meteorico delle Tauridi

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03 - La Luna occulta Saturno 04 - Mercurio a 0.6 gradi da Venere 06 - La Luna a 0.6 gradi da Giove 11 - La Luna al perigeo ore 17:22 (dist. 367260 km) 17 - Massimo dello sciame meteorico delle Leonidi (Potenziale tempesta meteorica) 21 - La Luna a 2.9 gradi da Marte 23 - La Luna all'apogeo ore 15:48 (dist. 404395 km) 26 - Marte a 0.8 gradi da Urano 28 - L'asteroide 4 Vesta in opposizione (magnitudine 6.5) 29 - Lancio dello shuttle Endevour, missione STS-108, Space Station Utilization Flight 1

Dicembre 2001

Ultimo Quarto il giorno 7 ore 19:53 Luna Nuova il giorno 14 ore 20:49

Primo Quarto il giorno 22 ore 20:57 Luna Piena il giorno 30 ore 10:42

01 - La Luna occulta Saturno 01 - Luna a 4.6 gradi da Aldebaran (Alpha Tauri) 03 - Saturno in opposizione 04 - Mercurio in congiunzione superiore 06 - La Luna al perigeo ore 22:52 (dist. 370114 km) 06 - Plutone in congiunzione con il Sole 13 - Massimo dello sciame meteorico delle Geminidi 14 - Eclisse anulare di Sole (Visibile dall'Oceano Pacifico, Hawaii ed America Centrale) 14 - La Luna occulta Venere 21 - Solstizio d'inverno, 19:12 T.U. 21 - La Luna all'apogeo ore 13:04 (dist. 404630 km) 22 - Massimo dello sciame meteorico delle Ursidi 28 - Luna a 0.6 gradi da Saturno 30 - Eclisse di Luna 30 - Luna a 0.9 gradi da Giove 31 - Termine della missione spaziale europea Ulysses

APPUNTAMENTI DEL CIRCOLOSerate interne per il periodo Settembre-Dicembre 2001

Salvo diversa indicazione, gli incontri sitengono, con ingresso libero, presso la sededel Circolo al “Centro d’Incontro dellaCircoscrizione II”, Piazza Vittoria n°10,Parona (VR), il venerdì, alle ore 21:15. Dateed argomenti possono subire variazioni.

La data sottolineata indica che la serata sisvolgerà nella sala civica al piano terra del"Centro d’Incontro".

Per le serate di uscita pratica, il punto diriunione è presso la sede del Circolo alle20:20, con partenza alle 20:40 (la sede resteràugualmente aperta).

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Ove non diversamente indicato, la localitàd’uscita sarà comunicata in sede il venerdìprecedente, in relazione alle previsioni meteo.Per informazioni dell'ultimo momento,rivolgersi al coordinatore indicato.

Per le serate libere, non vi è attivitàprogrammata a priori; sono possibiliconferenze improvvisate, proiezioni didiapositive o videocassette, resoconti d’usciteosservative o altro...

7 settembre Serata libera14 settembre Uscita pratica dedicata all’osservazione della Via Lattea estiva

Sito: Novezzina – coordinatore: Paolo Espen, tel. 348-764703221 settembre “Il nuovo sito web del Circolo Astrofili Veronesi”

Relatori: Paolo Alessandrini e Giuliano Pinazzi28 settembre “Il Cielo autunnale” Relatore: Giovanni Zonaro

5 ottobre “Montature dei telescopi e loro motorizzazione” Relatore: Luigi Fiorini

12 ottobre “Uscita pratica dedicata all’osservazione Deep Sky” Sito: Novezzina – coordinatore: Costante Pomari (tel. 045-975925)

19 ottobre Serata libera 26 ottobre “Stelle variabili: lo studio amatoriale”

Relatore: Giuliano Pinazzi 2 novembre Serata libera 9 novembre “Meteorologia applicata all’astronomia”

Relatore: Dott. Angelico Brugnoli16 novembre Uscita pratica – Sito: Monte Loffa (Sant’Anna D’Affaedo)

Coordinatore: Gabriele Bonati (tel. cell. 348-2920300)23 novembre “Impariamo a leggere una meridiana”

Relatore: Gianluca Lucchese30 novembre “La luce: fenomeni fisici ad essa associati”

Relatore: Angelo Gelodi 7 dicembre Serata libera14 dicembre “La stella di Betlemme”

Relatore: Gaetano CarliniSab. 15 dicembre CENA SOCIALE

Le stelline poste a fianco delle serate di conferenza indicano il livello di difficoltà come segue:

Contenuto della conferenza descrittivo; non richiede una preparazione di base.

Difficoltà media; alcuni argomenti possono richiedere una certa preparazione, ma ilcarattere generale della conferenza può essere accessibile alla gran parte del pubblico.

Conferenza con argomenti che per tipo e/o approfondimento presenta una certa difficoltà.

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