anno xxxi n° 39 - 16 novembre 2014

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ANNO XXXI N° 39 - 16 Novembre 2014 1.00 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Cattolici, politica e Dottrina Sociale della Chiesa LE ANSIE DI OGNI GIORNO Ci mancavano pure i cicloni... All’avvicinarsi delle ele- zioni regionali i media sono giornalmente preoc- cupati nella scelta di nomi. Lasciamo ai partiti questo delicato compito, noi tuttavia desideriamo ricordare l’importanza che la politica ha per la chiesa. Lo attingiamo dall’esortazione aposto- lica Evangelii gaudium (= EG) di papa Francesco che è il documento program- matico del suo pontificato. Esso esorta tutto il popolo di Dio, pastori e fedeli, ad assumere un determi- nato “stile” (EG 18; 33; 35) «per una nuova tappa evangelizzatrice» (EG 17), vale a dire un modo di essere, un atteggiamento che renda cre- dibile oggi l’evangelizzatore. Papa Francesco ci traccia così una spiritualità – cioè una vita ani- mata dallo Spirito – valida per la Chiesa tutta e per ogni cristiano che, in quanto tale, è chiamato ad essere evangelizzatore, con la vita e con la parola, nel luogo in cui abita e lavora”. Per quanto riguarda la politica in questo docu- mento si legge: “La politìca, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose di carità. perché cerca il bene comune” scrive il Papa - “Prego il Signore che ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la so- cietà. il popolo, la vita dei poveri!” (205). Invita ad avere cura dei più deboli: “i senza tetto, i tos- sicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati”. Ri- guardo ai migranti esorta “i Paesi ad una gene- rosa apertura, che, al posto di temere la distruzione dell’identità locale, sia capace di creare nuove sintesi culturali (210)”. Rintanati nel periodo di tangentopoli e dietro l’imperversare delle vio- lenze sessantottine, a noi cattolici giunge l’invito di papa Francesco ad uscire e a considerare la politica luogo privilegiato per l’evangelizzazione. I cat- tolici non ci vanno sprov- veduti. Possono attingere alla Dottrina Sociale catto- lica, la quale, come affer- mava Russell Hittinger, “al di là della mera politica cerca di chiarire l’ordine e l’armonia tra le società”.A partire dal 1878, con l’ele- zione di Leone XIII, i Papi hanno diffuso più di 250 Encicliche e altre Lettere. Circa la metà di queste è collegata a questioni riguardanti il pen- siero e la dottrina sociale cattolica. “Nes- sun Governo, nessun partito politico, nessuna enciclopedia o università ha pro- dotto una tradizione così continuata e voluminosa di pensiero sociale”, osser- vava Hittinger nel 2007, in una magi- strale lezione tenuta presso la Pontificia Università Lateranense. Secondo Hit- tinger, Leone XIII “ha dato ai cattolici un sofisticato corpus dottrinale sulle questioni sociali che trascendeva quelle che potevano essere chiamate semplicemente dichiarazioni di ‘poli- tica’”. Il professore ha ricordato che alcuni elementi dell’Enciclica leonina Rerum novarum” hanno ispirato anche San Giovanni Paolo II, anche se questo Pontefice ha avuto a che fare “con le crisi del XX secolo”. L’Enciclica “Centesimus annus”, “la grande analisi narrativa e filosofica di San Giovanni Paolo II di tutti questi cambia- menti”, è servita anche da base per la “Deus ca- ritas est” di Benedetto XVI. L’Enciclica del Papa tedesco “forse non getta nuova luce nel- l’insegnamento sociale, ma sicuramente ribadi- sce e rende più chiaro che la missione della Chiesa non è quella di essere confusa con lo Stato e gli altri strumenti temporali di giustizia sociale”. “Da un certo punto di vista, la seconda parte della ‘Deus caritas est’ porta avanti le am- monizioni magisteriali sul non rendere la Chiesa un mero strumento politico e la ricerca della giu- stizia”…Ad ogni modo, Benedetto XVI voleva ricordare che “se la Chiesa insegna e promuove la giustizia sociale, Cristo ha dato alla Chiesa una missione ben specifica quanto alla carità”. “L’integrità di questa missione deve essere pro- tetta”, ha dichiarato, il che significa “non con- fonderla con gli oggetti e gli scopi ordinari del governo civile”.Tuttavia non vanno dimenticate quelle generazioni di cattolici che dettero vita a scuole, centri di formazione professionale, uni- versità, assistenza, cooperazione, banche, associazionismo, mondo di cura, acco- glienza. Per ognuno di questi ambiti una ri- cerca obiettiva e non pregiudiziale potrebbe individuare personalità non solo di grande va- lore, ma addirittura esempi di santità vera e riconosciuta dalla Chiesa. L’esempio di quanti vissero una coe- renza di impegno su di- versi fronti, induce alla speranza che non sia del tutto tramontata l’im- magine del politico “cattolico” seriamente for- mato e orientato al bene comune. A volte ritornano! Pietro Pompei Quanti tipi di ansie riusciamo a sopportare in una giornata? La sfida quotidiana è lunga: ci svegliamo e pensiamo al traffico che ci inchio- derà sulla via verso il posto di lavoro. Quando ci arriviamo pensiamo che senza l’“articolo 18” potremmo essere licenziati (non viviamo negli Usa e qui in Italia non troveremmo un lavoro alternativo). Sui figli adolescenti abbiamo l’an- sia che non prendano brutte strade, non si dro- ghino, non brucino la loro giovinezza. Circa la salute avvertiamo l’ansia di non buscarci un tu- more a lenta incubazione, così quando ce ne ac- corgiamo è troppo tardi. E poi sopportiamo le tante ansie sociali: quella delle tasse a ripetizione, del tipo Ici Imu Tari Tasi Tarsu Irpef, Iva, Irap e presto Local Tax. Ma abbiamo anche le ansie da esenzione ticket, con l’Isee da aggiornare pena la decadenza del benefit. E poi l’ansia di dimenticarci o confon- dere i numerosi Pin che utilizziamo: per le mail, il pc, il cellulare, il tablet, il bancomat, il conto corrente online, la porta di casa a codice. E an- cora l’ansia di rincorrere gli sconti dei super- market di cui abbiamo le “tessere”, creando un puzzle di acquisti alternati (un giorno di qua e uno di là) senza i quali il bilancio familiare col- lasserebbe. E che dire dell’ansia per i figli più grandi disoccupati, che ogni giorno inviano de- cine di curriculum vitae a cui nessuno risponde? E l’ansia da crisi politica, con Renzi che getta la spugna, Napolitano che si dimette definitiva- mente e il voto che si avvicina, senza sapere se con il sistema elettorale del “mattarellum”, del “porcellum” o dell’ “italicum”? E l’ansia se l’Italia facesse la fine della Grecia col crack dei conti pubblici? Ci sarebbe poi l’ansia delle ansie, quella dei più disperati che non hanno la- voro e vagano tra le mense Caritas e l’accatto- naggio allo stato puro. Ma, oggi vogliamo solo accennare al ritorno di un’ansia “vecchia”, che sembrava non dover venire più: quella del maltempo, per il quale si esce di casa e si potrebbe anche morire. Oppure che, se piove, la nostra casa è allagata e per- diamo tutto. Avete notato, in questi ultimi anni, quanti disastri ambientali sono avvenuti? E quante persone sono morte travolte dalla piena improvvisa di un torrente? Ma vi sembra nor- male, nell’epoca di internet, dell’uomo bionico, del mondo globalizzato, che sia così fa- cile essere impreparati davanti a un uragano? Forse è il mo- mento di essere ansiosi…. di tornare alle cose semplici e concrete. Costruiamo muri e argini, puliamo torrenti e fo- gnature, deviamo corsi d’ac- qua pericolosi. Ci sarà più tranquillità per tutti, e forse creeremo anche qualche posto di lavoro in più. Con meno ansia in giro. SIR A siPArio cAlAto A pag. 2 come deve agire il centro Missionario diocesano nelle aree più povere del mondo? A pag. 4 san Paolo e la libertà cristiana (lettera pastorale, 7ª parte) A pag. 5 A Montedinove lA secondA edizione dellA scuolA dellA PArolA A pag. 6 A pag. 8

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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ANNO XXXI N° 39 - 16 Novembre 2014 € 1.00

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Cattolici, politica e Dottrina Sociale della Chiesa

LE ANSIE DI OGNI GIORNO

Ci mancavano pure i cicloni...

All’avvicinarsi delle ele-

zioni regionali i media

sono giornalmente preoc-

cupati nella scelta di nomi.

Lasciamo ai partiti questo

delicato compito, noi

tuttavia desideriamo

ricordare l’importanza

che la politica ha per la

chiesa. Lo attingiamo

dall’esortazione aposto-

lica Evangelii gaudium (=EG) di papa Francesco che

è il documento program-

matico del suo pontificato.

Esso esorta tutto il popolo

di Dio, pastori e fedeli, ad assumere un determi-

nato “stile” (EG 18; 33; 35) «per una nuova

tappa evangelizzatrice» (EG 17), vale a dire un

modo di essere, un atteggiamento che renda cre-

dibile oggi l’evangelizzatore. Papa Francesco ci

traccia così una spiritualità – cioè una vita ani-

mata dallo Spirito – valida per la Chiesa tutta e

per ogni cristiano che, in quanto tale, è chiamato

ad essere evangelizzatore, con la vita e con la

parola, nel luogo in cui abita e lavora”.

Per quanto riguarda la politica in questo docu-

mento si legge: “La politìca, tanto denigrata, è

una vocazione altissima, è una delle forme più

preziose di carità. perché cerca il bene comune”

scrive il Papa - “Prego il Signore che ci regali

più politici che abbiano davvero a cuore la so-

cietà. il popolo, la vita dei poveri!” (205). Invita

ad avere cura dei più deboli: “i senza tetto, i tos-

sicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli

anziani sempre più soli e abbandonati”. Ri-

guardo ai migranti esorta “i Paesi ad una gene-

rosa apertura, che, al posto di temere la

distruzione dell’identità locale, sia capace di

creare nuove sintesi culturali (210)”.

Rintanati nel periodo di tangentopoli e dietro

l’imperversare delle vio-

lenze sessantottine, a noi

cattolici giunge l’invito di

papa Francesco ad uscire e

a considerare la politica

luogo privilegiato per

l’evangelizzazione. I cat-

tolici non ci vanno sprov-

veduti. Possono attingere

alla Dottrina Sociale catto-

lica, la quale, come affer-

mava Russell Hittinger,

“al di là della mera politica

cerca di chiarire l’ordine e

l’armonia tra le società”.A

partire dal 1878, con l’ele-

zione di Leone XIII, i Papi hanno diffuso più di

250 Encicliche e altre Lettere. Circa la metà di

queste è collegata a questioni riguardanti il pen-

siero e la dottrina sociale cattolica. “Nes-

sun Governo, nessun partito politico,

nessuna enciclopedia o università ha pro-

dotto una tradizione così continuata e

voluminosa di pensiero sociale”, osser-

vava Hittinger nel 2007, in una magi-

strale lezione tenuta presso la Pontificia

Università Lateranense. Secondo Hit-

tinger, Leone XIII “ha dato ai cattolici

un sofisticato corpus dottrinale sulle

questioni sociali che trascendeva

quelle che potevano essere chiamate

semplicemente dichiarazioni di ‘poli-

tica’”. Il professore ha ricordato che

alcuni elementi dell’Enciclica leonina

“Rerum novarum” hanno ispirato

anche San Giovanni Paolo II, anche

se questo Pontefice ha avuto a che fare “con le

crisi del XX secolo”. L’Enciclica “Centesimusannus”, “la grande analisi narrativa e filosofica

di San Giovanni Paolo II di tutti questi cambia-

menti”, è servita anche da base per la “Deus ca-

ritas est” di Benedetto XVI. L’Enciclica del

Papa tedesco “forse non getta nuova luce nel-

l’insegnamento sociale, ma sicuramente ribadi-

sce e rende più chiaro che la missione della

Chiesa non è quella di essere confusa con lo

Stato e gli altri strumenti temporali di giustizia

sociale”. “Da un certo punto di vista, la seconda

parte della ‘Deus caritas est’ porta avanti le am-

monizioni magisteriali sul non rendere la Chiesa

un mero strumento politico e la ricerca della giu-

stizia”…Ad ogni modo, Benedetto XVI voleva

ricordare che “se la Chiesa insegna e promuove

la giustizia sociale, Cristo ha dato alla Chiesa

una missione ben specifica quanto alla carità”.

“L’integrità di questa missione deve essere pro-

tetta”, ha dichiarato, il che significa “non con-

fonderla con gli oggetti e gli scopi ordinari del

governo civile”.Tuttavia non vanno dimenticate

quelle generazioni di cattolici che dettero vita a

scuole, centri di formazione professionale, uni-

versità, assistenza,

cooperazione, banche,

a s s o c i a z i o n i s m o ,

mondo di cura, acco-

glienza. Per ognuno di

questi ambiti una ri-

cerca obiettiva e non

pregiudiziale potrebbe

individuare personalità

non solo di grande va-

lore, ma addirittura

esempi di santità vera e

riconosciuta dalla

Chiesa. L’esempio di

quanti vissero una coe-

renza di impegno su di-

versi fronti, induce alla

speranza che non sia del tutto tramontata l’im-

magine del politico “cattolico” seriamente for-

mato e orientato al bene comune. A volte

ritornano! Pietro Pompei

Quanti tipi di ansie riusciamo a sopportare inuna giornata? La sfida quotidiana è lunga: cisvegliamo e pensiamo al traffico che ci inchio-derà sulla via verso il posto di lavoro. Quandoci arriviamo pensiamo che senza l’“articolo 18”potremmo essere licenziati (non viviamo negliUsa e qui in Italia non troveremmo un lavoroalternativo). Sui figli adolescenti abbiamo l’an-sia che non prendano brutte strade, non si dro-ghino, non brucino la loro giovinezza. Circa lasalute avvertiamo l’ansia di non buscarci un tu-more a lenta incubazione, così quando ce ne ac-corgiamo è troppo tardi.E poi sopportiamo le tante ansie sociali: quelladelle tasse a ripetizione, del tipo Ici Imu TariTasi Tarsu Irpef, Iva, Irap e presto Local Tax.Ma abbiamo anche le ansie da esenzione ticket,con l’Isee da aggiornare pena la decadenza delbenefit. E poi l’ansia di dimenticarci o confon-dere i numerosi Pin che utilizziamo: per le mail,il pc, il cellulare, il tablet, il bancomat, il contocorrente online, la porta di casa a codice. E an-cora l’ansia di rincorrere gli sconti dei super-market di cui abbiamo le “tessere”, creando unpuzzle di acquisti alternati (un giorno di qua euno di là) senza i quali il bilancio familiare col-

lasserebbe. E che dire dell’ansia per i figli piùgrandi disoccupati, che ogni giorno inviano de-cine di curriculum vitae a cui nessuno risponde?E l’ansia da crisi politica, con Renzi che gettala spugna, Napolitano che si dimette definitiva-mente e il voto che si avvicina, senza sapere secon il sistema elettorale del “mattarellum”, del“porcellum” o dell’ “italicum”? E l’ansia sel’Italia facesse la fine della Grecia col crack deiconti pubblici? Ci sarebbe poi l’ansia delleansie, quella dei più disperati che non hanno la-

voro e vagano tra le mense Caritas e l’accatto-naggio allo stato puro.Ma, oggi vogliamo solo accennare al ritorno diun’ansia “vecchia”, che sembrava non dovervenire più: quella del maltempo, per il quale siesce di casa e si potrebbe anche morire. Oppureche, se piove, la nostra casa è allagata e per-diamo tutto. Avete notato, in questi ultimi anni,quanti disastri ambientali sono avvenuti? Equante persone sono morte travolte dalla pienaimprovvisa di un torrente? Ma vi sembra nor-

male, nell’epoca di internet,dell’uomo bionico, del mondoglobalizzato, che sia così fa-cile essere impreparati davantia un uragano? Forse è il mo-mento di essere ansiosi…. ditornare alle cose semplici econcrete. Costruiamo muri eargini, puliamo torrenti e fo-gnature, deviamo corsi d’ac-qua pericolosi. Ci sarà piùtranquillità per tutti, e forsecreeremo anche qualche postodi lavoro in più. Con menoansia in giro. SIR

A siPArio cAlAto

A pag. 2

come deveagire il centro

Missionario diocesano

nelle aree piùpovere del

mondo?

A pag. 4

san Paolo e la libertà cristiana

(lettera pastorale,

7ª parte)

A pag. 5

A Montedinove lA secondA edizione

dellAscuolA

dellA PArolA

A pag. 6

A pag. 8

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Anno XXXI

16 Novembre 2014

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Presso i Padri Sacramentini, l’Imam Mustaphà Baztami ha discusso sul tema:

“Misericordia e pace nell’Islam”: fede e storia, tensioni in atto e prospettive

Sabato pomeriggio presso il salone dei Padri Sacramentini si è svolto un interessante incontro tra

due culture, due religioni. Padre Leopoldo Cristinelli ha infatti invitato l’Imam d’Abruzzo Mu-

staphà Baztami per discutere insieme sul tema: “Misericordia e pace nell’Islam”: fede e storia,

tensioni in atto e prospettive. Le due relazioni ed il dibattito che ne è seguito, moderato dal Dr.

Giuseppe Romani ha messo in risalto i punti in comune tra le due religioni soprattutto per ciò che

riguarda la misericordia di Dio che accoglie tutti quanti si rivolgono a Lui con il cuore puro e

invita tutti gli uomini ad essere misericordiosi con gli altri fratelli. Le differenze, e sono tante, ri-

mangono soprattutto per quanto riguarda il rapporto col potere politico: nell’occidente la separa-

zione tra la sfera religiosa e la sfera civile è oramai un dato acquisito mentre nell’oriente e

soprattutto nei paesi islamici ancora troppo spesso il fondamentalismo religioso governa gli stati.

Confrontandosi comunque con la Bibbia ed il Corano, cercando le cose che ci uniscono piuttosto

che quelle che ci dividono, pregando insieme come abbiamo fatto recitando il salmo finale sulla

misericordia di Dio è possibile cominciare a gettare piccoli semi per far incontrare le persone e

guardare i fratelli musulmani che vivono nel nostro paese con rispetto e non con diffidenza . E’

lo stesso concetto espresso da Papa Francesco nell’Angelus di Domenica quando parlando del-

l’anniversario della caduta del muro di Berlino (venticinquesimo anno) ha ribadito con forza la

necessità di favorire e ricercare sempre la cultura dell’incontro e che nei rapporti con le persone

servono ponti e non muri. Padre Leopoldo ha anche ripreso due documenti del Concilio Ecume-

nico Vaticano II, il decreto Unitatis Redintegratio sull’unità delle confessioni cristiane e la di-

chiarazione Nostra Aetate sulle

religioni non cristiane che riconobbero

la presenza di “semi di verità” anche

nelle altre Chiese cristiane e nelle altre

confessioni religiose, rispettivamente.

Il Concilio ha ribadito con forza che

Cristo è la Verità e l’unica Via per giun-

gere al Padre, ma si riconobbe il ruolo

delle altre realtà religiose nel contri-

buire all’elevazione morale del genere

umano. “…La Chiesa cattolica nulla ri-

getta di quanto è vero e santo in queste

religioni. Essa considera con sincero ri-

spetto quei modi di agire e di vivere,

quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa

crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli

uomini…La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sus-

sistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini.

Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sot-

tomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano

Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta

pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà

tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprat-

tutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno. Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e ini-

micizie sono sorte tra cristiani e musulmani, il sacro Concilio esorta tutti a dimenticare il passato

e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme per

tutti gli uomini la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà”. Prof. Fernando Palestini

Parola del Signore33’ doMenicA teMPo ordinArio Anno A

Dal VANGELO secondo MATTEO

in quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: un uomo partendo perun viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti,a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì... (Matteo25,14-30)

Analizziamo, subito, la figura del Padrone, egli viene presentato come molto generoso e fi-ducioso nei confronti dei tre incaricati, infatti consegna loro molto denaro da gestire; fa unaconsegna personale dei beni, quindi conosce e rispetta la loro individualità; dà delle sommediverse a ciascuno di loro, indicando così la conoscenza e il rispetto delle capacità e dellepotenzialità di ciascuno di loro. Da questa piccola analisi, notiamo come Gesù presenta ilPadre, perché è Lui il Padrone, come un genitore che ha fiducia in noi, è molto generoso neinostri confronti, ci conosce ad uno ad uno e ci dà incarichi adatti alle nostre forze, alle nostrecapacità. Dall’altra parte notiamo come gli incaricati (noi) abbiano un atteggiamento diversol’uno dall’altro. Due di loro si danno molto da fare, “trafficano ” con i beni loro assegnati eriescono a farli fruttificare fino al doppio, ad entrambi viene riservato lo stesso premio a pre-scindere dal ricavato, ad entrambi dice :” Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nelpoco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone “ . Il terzo incaricatoinvece si comporta in maniera diversa, non “traffica “ il suo talento, ma lo lascia, figurati-vamente, marcire sotto terra, il suo “ non lavoro “ è ovviamente infruttuoso e infatti vieneredarguito dal Padrone con gli aggettivi : malvagio, pigro e inutile. Il Padrone sottolineacosì la sua completa delusione e il suo dispiacere per il comportamento del suo fiduciario,che viene colto dalla inevitabile punizione.

L’affermazione che viene fatta dal Padrone:”A chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbon-danza; ma a chi non ha sarà tolto anche quelloche ha “; ai nostri orecchi potrebbe sembrarestrana, anzi quasi ingiusta, ma per capire beneil significato di questa frase, dobbiamo dare ilgiusto significato alla parola “talenti” così dainquadrare bene il discorso del Padrone. Se laparola talenti, la sostituiamo ad esempio con“capacità di amare” vediamo che il significatoappare più comprensibile; infatti è noto comequesta capacità (talento) più viene esercitatapiù aumenta, più amiamo, più lo Spirito di Dio

che è in noi può espandere la nostra CARITAS, più ci conformiamo a ciò che Dio vuole danoi, più gli siamo vicini. Al contrario, meno amiamo, meno usiamo la nostra capacità diamare, più il nostro cuore si indurisce, diventa gelido, in pratica ci allontaniamo da Dio,fonte di amore. Per questo chi ama, seguendo il dettato di Gesù, ingrandisce questa sua ca-pacità, mentre chi non ama, sarà sempre più lontano da quella fonte e più inaridirà il suocuore. Chiediamo al Signore di aiutarci ad amare sempre più per essere sempre più similia Lui. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZA

QuAndo coMinciAte Ad AMAre, dio coMinciA Ad ABitAre nellA vostrA AniMA (S.Agostino)

solo l’AMore conosce il seGreto di ArriccHirsi donAndo (C. Brentano)

A siPArio cAlAto Alla fine, Brittany “doveva” morire…i dubbi ci assalgono: davvero ha scelto “liberamente” di togliersi la vita? Quanto ha pesatonella sua decisione il fatto che, in un certo senso, “ormai” si era “esposta” agli occhi del mondo?e se avesse pensato di non poter più tornare indietro, perché il clamore suscitato era statotroppo grande? e’ andato in scena una sorta di terribile “truman show”

Alla fine Brittany ha deciso che non voleva piùvivere. Anzi, per usare il linguaggio politica-mente corretto tanto in voga, si è avvalsa dellafacoltà di interrompere autonomamente la suavita. Così si è messa a letto, circondata dalla suafamiglia, ha preso le pillole che si era fatta pre-scrivere ed è morta. Non per il cancro al cer-vello, ma di sua spontanea volontà.

Alla fine Brittany ha de-ciso che non voleva piùvivere. Anzi, per usare illinguaggio politicamentecorretto tanto in voga, si èavvalsa della facoltà di in-terrompere autonoma-mente la sua vita. Così si èmessa a letto, circondatadalla sua famiglia, hapreso le pillole che si era fatta prescrivere ed èmorta. Non per il cancro al cervello, ma di suaspontanea volontà. Nel dare la notizia, la mag-gior parte dei titoli online si è orientata sul sui-cidio, non sull’eutanasia. Come a voler marcarecomunque una qualche distinzione nel raccon-tare l’epilogo di una storia dolorosa. Eppure, ora che tutto è finito e nella speranzache Brittany abbia finalmente trovato la pace,non si può fare a meno di chiedersi: davvero hascelto “liberamente” di morire? In altre parole,quanto ha pesato nella sua decisione il fatto che,in un certo senso, “ormai” si era “esposta” agliocchi del mondo? Per fare un esempio molto terra-terra, quando siinizia una dieta, soprattutto se particolarmenteferrea, il consiglio più caldeggiato è quello didirlo a più persone possibili, di formare ungruppo di auto mutuo aiuto, di cercare una com-munity solidale anche online. In questo modo,si sostiene, da un lato più persone ti potrannoaiutare a rispettare il tuo proposito appoggian-doti attivamente e, dall’altro, tu ti sentirai mo-ralmente vincolato a portarlo avanti emantenerlo proprio per l’impegno preso conloro. Brittany ha scelto una condivisione ose-remmo dire “estrema”, ovvero di rendere pub-blica l’ultima parte della sua vita con il contoalla rovescia verso il punto di non ritorno. Ildubbio che resta è che, suo malgrado, si sia tro-

vata in una situazione più grande di lei. MicheleSerra, in una sua “amaca” di pochi giorni fa,aveva messo in guardia contro la difficoltà di pa-droneggiare l’esposizione mediatica: facile dainnescare, impossibile da contenere. “Mancasolo che sia la conta dei clic (un televoto aggior-nato)” – ha scritto Serra – “a stabilire se equando Brittany deve morire”.

Ecco, chiunque si occupi di co-municazione dovrebbe onesta-mente almeno porsi ilproblema: e se Brittany avessepensato di non poter più tornareindietro, perché il clamore su-scitato è stato troppo grande? Aripercorrerle sono state setti-mane di campagna mediaticamartellante, di ossessione inte-rattiva per ogni suo gesto, ogni

sua parola. Si seguiva l’avanzare inesorabiledella sua “to do list” prima di morire, e sono statimigliaia i messaggi lasciati sul sito internet co-struito appositamente. I social network si sonoscatenati: i suoi video, i suoi appelli e le sue in-terviste, diffusi con mirata tempistica, sono di-venuti rapidamente virali, con coda di commentiinclusa. Senza contare il colpo di scena a qua-rantott’ore dalla data fatale, un “forse ci ripenso”che aveva rinfocolato le speranze di chi le chie-deva di non arrendersi, causando un sobbalzo dipartecipazione e una pletora di glosse.Una sorta di terribile Truman show consapevole,in cui il mondo ha vissuto quasi in diretta le ul-time avventure terrene di una ragazza bella esfortunata. E l’aggettivo qualificativo riferito alsuo aspetto fisico non è pleonastico, forse ci-nico, ma sollevato nientemeno che dal bioetici-sta Arthur Caplan che ha concluso che sì,Brittany ha spostato il modo di guardare al di-battito sull’eutanasia proprio perché giovane,carina, appena sposata. Testimonial perfetta(“Tu... eri vero! Per questo era così bello guar-darti!” dice Cristof, il regista-padrone, a Trumanche vuole uscire dalla trappola del sistema) perfar breccia su un elettorato giovane, sensibile, ein grado di esercitare una consistente pressionemediatica sulle istituzioni con la semplice pres-sione di pochi tasti sullo smartphone: share, like,tweet.

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16 Novembre 2014 PAG

Pastorale Giovanile, un sogno che continua FestA del ciAo PArroccHiA sAn Pio X.sABAto 7 e doMenicA 8 noveMBre.In segreteria ci si appresta a preparare il pros-

simo incontro di novembre, “Sentieri di spiri-tualità”

Da tempo la nostra diocesi non godeva di unapastorale giovanile ma la passione e la voglia diunire i ragazzi hanno spinto qualche nostro sa-cerdote a voler riformare un gruppo che si oc-cupasse di loro, dei giovani, che s’interessassedel loro percorso come cristiani e come futuriadulti. La storia della nostra pastorale giovanilecomincia nel settembre del 2013, quando donPierluigi Bartolomei, don Matteo Calvaresi, donGuido Coccia, don Giuseppe Giudici, don LucaRammella e don Roberto Traini organizzaronoun ritiro a Montemonaco convocando un paio digiovani da ogni parrocchia della diocesi per fareil punto della situazione.Timidamente, hanno co-minciato a conoscersi inquesto primo incontro,che portava il nome di“Sichem”, come la cittàin cui il popolo d’Israele,terminato l’esodo, rin-novò l’alleanza con il suoDio prima di entrare nellaterra promessa.

I ragazzi di Sichem nonerano molti, ma abba-stanza perché l’unionedei loro cuori facessescattare in loro qualcosa:la voglia di formare dinuovo un gruppo simile auna grande famiglia e distringere amicizie al di làdel confine parrocchiale.

Dopo Sichem, i sacerdoti cominciarono a cre-dere a questo grande progetto e a convocare i ra-gazzi per le riunioni: a dicembre venneorganizzato il primo incontro di pastorale pressola parrocchia di San Filippo Neri, come salutoal vescovo Gervasio al quale partecipò un nu-mero così alto di giovani cui la pastorale nonaveva pensato; a gennaio invece venne preparatal’accoglienza al nuovo vescovo Carlo e il ve-

nerdì di Pasqua i giovani di tutta la diocesi sisono ritrovati ancora una volta insieme, ad Ac-quaviva, per vivere la passione di Cristo adoran-dolo dal crocifisso duecentesco proveniente daMontalto. A giugno la GMG Diocesana ha vistopartire circa 30 ragazzi che, a piedi e con glizaini in spalla, hanno girato tutta la nostra dio-cesi e portato il loro sorriso e la loro voglia divivere a Colonnella, Sant’Egidio, Castignano,Montalto, Ripatransone e San Benedetto delTronto. Il prossimo appuntamento per i ragazzidella nostra diocesi si estende a più giorni ed èfissato al 28, 29 e 30 novembre: i “Sentieri dispiritualità” sono aperti a tutti i giovani dai 17ai 35 anni che con coscienza decidono di rita-gliare un momento per loro, per scostarsi datutto ciò che il mondo artificiale ci ha costruito

intorno e vivere duegiorni nell’amicizia,nella preghiera e nellacondivisione.

Ad oggi la segreteria dipastorale giovanileconta, oltre che i sacer-doti sopra citati, NicoleDe Micheli della parroc-chia di Madonna dellaSperanza, Simone Ga-lieni e Remigio Gian-netti di Madonna diFatima, Stefano Merliproveniente dalla SS.Annunziata, MariaFrancesca Novelli ,Arianna e Floriana Pale-stini di Santa Mariadella Marina. La segre-teria ha visto numerosi

educatori di giovani partecipare al PG Forum,l’incontro organizzato l’11 ottobre e animatodalla pastorale giovanile di Senigallia, cui la no-stra segreteria è molto legata. In virtù di questaamicizia, nel prossimo futuro gli amici della no-stra segreteria verranno ospitati insieme al ve-scovo Carlo dalla pastorale di Senigallia pervedere attraverso i loro occhi il cammino con igiovani di don Paolo e don Andrea (responsabiledella PG di Senigallia).

Una grande gioia nello scoprire i talenti di cia-scuno e metterli al servizio di tutti: Ma chebella invenzione Divertente, intensa, sorpren-dente, sono alcuni degli aggettivi che i ragazzie i bambini della Parrocchia di San Pio Xhanno usato per descrivere le giornate di sabatoe domenica, dove hanno fatto FESTA. Ma chebella Invenzione, hanno pensato dopo aver ri-flettuto insieme sulla parola di Dio (Mc. 6,45-52) grazie al gruppo di ACG che ha rappresentatoil brano biblico dell’annoassociativo. Occhi ridentie lingue veloci per com-mentare, e orecchie tesead ascoltare il Parroco,Monsignor Vincenzo Ca-tani, spiegare la Parola,rendendola comprensibileanche ai più piccini.Poi tutti a cercare gli ele-menti necessari per rea-lizzare l’ESPERIMENTOSCIENTIFICO, non pri-ma di aver fatto ordine in laboratorio con il Dr.Leo e la D.ssa Provetta, interpretati magistral-mente da due giovani e pimpanti educatori.I ragazzi e i bambini, guidati dai loro AssistentiScientifici (educatori) hanno giocato per tuttoil pomeriggio di sabato 8 novembre, ed ognigruppo ha trovato, alla fine delle prove speciali,i vari elementi dell’esperimento, aiutando cosìil dr. Leo e la d.ssa Provetta per la sua riuscita.Domenica mattina tutti di nuovo in laboratorio,per preparare il migliore esperimento scientificodel mondo: la Santa Messa domenicale. Ibambini e i ragazzi si sono presentati alla co-

munità creando un grande e complesso mac-chinario, pieno di ingranaggi di forma e di-mensione diversa. Ogni ingranaggio aveva ilnome del ragazzo che lo ha preparato. In questomodo gli acierrini hanno messo a disposizionedella comunità loro stessi, le loro capacità.Trepidazione ed emozione nei loro volti quandotutti hanno partecipato attivamente alla cele-brazione, chi leggendo le preghiere, chi portandoall’altare le offerte, tra le quali c’era anche un

circuito elettrico funzio-nante, preparato dai ra-gazzi della terza media.Il circuito aveva dellepiccole lampadine cherappresentano i ragazzi,tutti collegati tra loro,perché solo così possonorisplendere, e alla batteriainesauribile che è Gesù.Ed ecco l’interruttore chefa si che si accendano lelampadine: esso rappre-

senta la volontà di ognuno di seguire o menol’insegnamento e l’esempio di Gesù. Viva edemozionata anche la partecipazione dei genitori,aiutati a riflettere dalle attività che hanno coin-volto i loro figli, ma anche partecipativi al-l’animazione della liturgia. Tutto da Scoprire èlo slogan dell’iniziativa annuale dell’AzioneCattolica dei Ragazzi, che li accompagnerà du-rante tutto l’anno. I ragazzi hanno quindi iniziatocon gioia e bellezza, la preparazione per diventareveri apprendisti nella scoperta dell’amore diDio e dei fratelli. (Nicola Antolini – PresidenteParrocchiale di AC – San Pio X)

La Pastorale Sociale si prefigge l’obiettivo di

aiutare la Chiesa locale in tutte le sue articola-

zioni territoriali a definire ed attuare percorsi ef-

ficaci per la “nuova evangelizzazione”, in

relazione ai grandi cambiamenti in atto nel

mondo sociale. Supporta la Chiesa in tutte le sue

articolazioni territoriali nel definire percorsi di

“nuova evangelizzazione” in relazione ai grandi

cambiamenti in atto nel mondo. Ha la vocazione

e missione di testimoniare la fede comunitaria in

riferimento ai valori fondamentali della dottrina

sociale della Chiesa si impegna nel far crescere

la partecipazione alla vita cristiana attraverso ini-

ziative di formazione e sensibilizzazione in di-

versi ambiti:

Chiesa e societàSalvaguardia del CreatoLavoro Formazione al socio - politico Tra le sue finalità evidenziamo:

lo studio e l’approfondimento dei problemi pa-

storali inerenti alla vita sociale e al mondo del

lavoro; curare gli ambiti pastorali in sintonia con

il vescovo; promuovere i documenti del Magi-

stero; la cura della formazione degli operatori di

pastorale sociale e del lavoro; il sostegno alle at-

tività attinenti la promozione umana, con speci-

fica attenzione pastorale ai vari settori produttivi

e imprenditoriali (agricola, industriale, artigia-

nale, commerciale, dei servizi), sindacali e del

Terzo Settore; l’elaborazione e la realizzazione

di progetti con ricadute nel mondo del lavoro e

del sociale in genere, in modo particolare attra-

verso il Progetto Policoro; un contributo per il

sostegno e il coordinamento dei referenti parroc-

chiali e cittadini, avvalendosi anche di esperti e

di gruppi di lavoro; la preparazione e lo svolgi-

mento di convegni, seminari, corsi di forma-

zione, master, dibattiti, tavole rotonde, confe-

renze; la sensibilizzazione delle comunità cri-

stiane a recepire i valori e i problemi della società

attuale con particolare attenzione ai lavoratori, ai

rapporti collettivi che caratterizzano il mondo del

lavoro e la società contemporanea;

la predisposizione di iniziative specifiche, orien-

tate a promuovere una presenza di Chiesa nel

mondo del lavoro e del mondo del lavoro nella

Chiesa e a favorire il coordinamento tra le forze

operanti in diocesi; il mantenimento dei rapporti

con le varie realtà e le strutture nelle quali si ar-

ticolano il mondo del lavoro e la società civile,

promuovendo e/o partecipando attivamente a

consulte ed assemblee.

Priorità:

Grande impegno si vuole dedicare, in questa

fase, a due importanti attività: da un lato la for-

mazione all’impegno sociale e politico attraverso

“laboratori di formazione al bene comune”;

dall’altra la questione lavoro con l’attuazione del

Progetto Policoro, in stretta collaborazione con

la Caritas e la Pastorale giovanile. Promozione

avviso pubblico microcredito per l’avvio di im-

presa per giovani. Promozione multifunzione

dell’ agricoltura e fattorie sociali.

Equipe servizioCon queste finalità e priorità, condivise dal no-

stro Vescovo, si rende necessaria una equipe di

persone che per volontà di S.E. Carlo Bresciani

rappresentino il territorio della diocesi, e siano

persone motivate e competenti nel settore. Per-

tanto si richiede ai sacerdoti coordinatori delle

varie Vicarie di indicare dei nominativi e relativi

recapiti telefonici per poi essere contattati.

Un cordiale saluto ed un sincero grazie per la

collaborazione comunitaria. Franco Veccia

Mail: [email protected] Cell.: 3331492083

Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro Diocesi di S. Benedetto del Tronto

Page 4: ANNO XXXI N° 39 - 16 Novembre 2014

4 Anno XXXI

16 Novembre 2014PAG

I festeggiamenti per tale ricorrenza sono ormaiconclusi; dopo la celebrazione della data storicadel 9 settembre scorso nella comunità e contanti amici, ho vissuti altri momenti altrettantoricchi di particolari emozioni, prima in famigliaa Bologna e poi a Roma nell’ incontro quasipersonale con Papa Francesco.Durante le mie vacanze in famiglia, ho consi-derato doMenicA 5 ottoBre una datastorica e provvidenziale: mentre a Roma siapriva il Sinodo sulla famiglia, io con tutti imiei familiari, circa una quarantina, vivevo unagiornata luminosa di affetti e particolarmentemotivata per festeggiare il mio 50° di Consa-crazione oltre la ricorrenza della prima decadedegli incontri annuali dell’intera mia famiglia;tale giornata è un segno molto positivo per tutti,è forte la motivazione per organizzarla nelmodo più opportuno e piacevole. Ogni anno, in-fatti, l’ organizzazione di tale giornata venivaaffidata a un figlio con la sua famiglia in ordinedi età; poi ai nipoti che si sono mostrati, per laloro giovane età, vivaci ecreativi. Ora sento vivagratitudine a Mons. Testi

rettore del Santuariodella “Beata VergineMaria” di San Luca diBologna di aver potutofesteggiare, domenica 5ottobre u.s., con l’in-tera mia famiglia che,vive in quella città da de-cenni, il mio 50° di vitaconsAcrAtA nellaCongregazione delleSuore di San GiovanniBattista, fondata dal sa-cerdote, il Beato AlfonsoM. Fusco nel 1878 inAngri (SA); il rettore orgoglioso e con gioia miha inserito, ben volentieri, nella celebrazioneEucaristica delle ore 10,30 presieduta da luistesso e mi ha concesso di poter ringraziare elodare il Signore pubblicamente del grandedono della chiamata e poter rievocare i motiviessenziali della mia risposta a Lui, mi ha sug-gerito di dare una breve testimonianza di vitaconsacrata al popolo di Dio. Avendo ricevutomolto da Gesù, mi sono resa disponibile ed ho

testimoniato alla mia famiglia e a tutti presentila gioia della fede adulta e della fedeltà al Si-gnore. Con la sua presenza al nostro fianco tro-veremo sempre l’aiuto necessario per ognipasso e le parole giuste per annunciarlo..In famiglia, nell’attesa del giorno per recarci aRoma e partecipare all’udienza generale diPapa Francesco, ognuno comunicava gioia euna certa ansia; con un discreto numero di fa-miliari, giovani e meno giovani; eravamo pre-senti in Piazza San Pietro mercoledì 8 ottobreper ascoltare la parola forte del Papa; a diffe-renza dei miei, a me fu dato un biglietto riser-vato per il posto sul sagrato per salutare

personalmente il SantoPadre; nel cuore avver-tivo forte il sentimentodell’incontro con una per-sona che conquista icuori, poi, al momentogiusto lui, il Papa, strin-gendomi le mani e fissan-domi intensamente con isuoi occhioni penetranti,mi ha donato la ricchezzadella sua personale bene-dizione.Ringrazio, in modo parti-colare Papa Francescoper la sua persona ricca diDio e capace di coinvol-gere ogni nella ricercadella verità; riconosco

che le vie del Signore sono insondabili, ma incerti momenti sorprende, anzi invita a scorgerei germogli del suo campo e, aver il coraggio diriconoscere la sua generosità e abbondanza digrazia. Egli opera sotto i nostri occhi continua-mente e spesso ci rende non solo spettatori dellesue meraviglie ma soprattutto testimoni dellasua resurrezione. Grazie Signore dal profondodel mio cuore.

suor Alfonsa ha festeggiato il 50° di vita consacrata in famiglia

sAn Benedetto deltronto - Il centro Missio-

nario Diocesano ha lo scopo di sostenere e co-ordinare la pastorale missionaria sul territoriodiocesano e in tutto il mondo.Il principale responsabile della vita missionariaè il Vescovo, che agisce con gli altri settori pa-storali nell’elaborazione e nell’attuazione delpiano pastorale della Diocesi.Il Centro Missionario predispone e realizza per-corsi animativi e formativi volti a far riscoprirel’impegno missionario come realtà costitutivadella Chiesa, coordina le iniziative e le raccoltedi offerte a carattere missionario promossenell’ambito della Diocesi, dandone puntuale re-soconto alla comunità ecclesiale locale e pro-muovendo la partecipazione della stessa allecollette missionarie a carattere universale.Inol-tre il Centro promuove la cooperazione con lealtre Chiese del mondo, attività di collabora-zione in progetti di evangelizzazione e di svi-luppo. Il Centro è fondamentale nel contestodiocesano al fine di sensibilizzare i fedeli ai bi-sogni delle Chiese più povere e alle iniziative

di solidarietà in loro favore. In relazione a taleaspetto, ascoltiamo le parole di Italo Scoccia,Padre Comboniano:“Il Centro Missionario Diocesano dovrebbe es-sere motore per questa sensibilizzazione dellacomunità cristiana nelle diverse Diocesi chepossono anche sensibilizzarsi a delle necessitàspecifiche prioritarie quando si scopre che c’èun’emergenza, c’è sempre una risposta privile-giata. Poi, in una società piuttosto indifferente,ci vuole certe volte il riferimento diretto, con-creto, preciso, progetti ben definiti per poterscuoterci dal nostro letargo e il Centro Mission-ario Diocesano può utilizzare anche questostrumento di conoscenza di realtà particolariper motivare e per preparare questa sensibilitàmissionaria che poi dopo si riversa anche intutte le altre direzioni della pastorale, perché laDiocesi o è missionaria o non è chiesa di GesùCristo.  Infine, il Centro Missionario Diocesanodovrebbe coinvolgere ed unire gli sforzi di tuttiperché si possa essere più incisivi, perché latestimonianza di chi cerca di far bene possa an-imare ad altra persone”. 

sAn Benedetto del tronto - PadreItalo Scoccia è da un mese uno dei rappresentantidei Missionari Comboniani. 64enne marchigianonatìo di Ripe San Ginesio (Macerata), ha recen-temente visitato la nostra Diocesi.Lo abbiamo in-contrato a San Benedetto nella sede di Via Pizzidell’Ufficio Missionario Diocesano, in cui ci haspiegato non solo la sua attività missionaria, male difficoltà di contesti difficili come il SudSudan, neonata realtà statale del nostro Mondo.Padre italo come è nata questa vocazione,dapprima in Perù e poi in una neonatanazione dell’Africa, il sud sudan? “Fin dapiccolo desideravo essere missionario e unprimo ricordo lo avevo all’età di otto anni,quando ho fatto piangere mamma perché le dissiche volevo essere un missionario in Africa. Nonho potuto mai togliere dal mio cuore questodesiderio, la cosa più bella che poteva suc-cedere. In quel tempo non si poteva partire senon si era sacerdoti o religiosi, per cui entrai inseminario, prima dai salesiani, poi nella Diocesiper poter partire, per poter andare in missione.La prima occasione che ho avuto fu dare il cam-bio a un sacerdote fidei donum che ritornava daLima. La Diocesi di Camerino aveva tre sacer-doti in una periferia poverissima della città diLima e uno dopo nove anni aveva chiesto di fareil cambio e io ho preso al volo questa occasionee sono stati gli anni più belli della mia vita, dod-ici anni tra la gente semplice e povera che peròaccoglie il Vangelo e da frutti di solidarietà e divita Cristiana insomma. Quando è morto miopadre, mia mamma è rimasta sola e sono ritor-nato in Diocesi e adesso che anche mamma sen’è andata, vorrei dedicare il tempo e la vita cheil Signore mi dà a questa salute per andare inAfrica finalmente e compiere il grande desideriodella mia infanzia”. A tal proposito, qual è ilsuo ruolo all’interno dei Padri comboni-ani?“Sono appena nato come Comboniano, hofatto i voti un mese fa (una settimana fa al tempodelle riprese, ndr.) è mio desiderio andare in SudSudan. Ci sono stato solo un mese l’anno scorsoprima che cominciasse la guerra, in una mis-sione nel nord di questa Nazione, la più giovanedella Terra e anche la più povera con tante dif-

ficoltà per poter costruire la propria storia. Iovado per essere presenza di una Chiesa checerca di aiutare il popolo a vivere nella pace ead essere protagonista perché questo è l’idealedei Comboniani, da San Daniele Comboni, “sal-vare l’Africa con l’Africa”. come ha vistol’aspetto evangelico in quest’esperienza?“Miha sorpreso come i comboniani s’inseriscono elavorano con la povera gente come il Vangelo èannunciato ai poveri e come questo crea comu-nione, crea speranza con piccoli segni, piccolestrutture, piccole iniziative come la scuola di ed-ucazione all’agricoltura e all’allevamento. Sonosegni di speranza, piccole cose, perché poi lagente stessa possa progredire e organizzarsi, ècosi”. il sud sudan è una neonata realtàstatale al 70% popolata da cristiani e vi sonostate delle persecuzioni. cosa ha tratto dallasua esperienza? “Le gravi situazioni (1 milionedi profughi, 10000 morti, ndr.) hanno creato unagrande tensione tra la gente e un grande disor-dine. Anche la nostra missione dove ero statol’anno scorso, è stata saccheggiata e bruciata.Si pensa ad una presenza più semplice, più abasso profilo, dove il protagonismo sia più diret-tamente affidato alla gente del posto” come sipuò evangelizzare quest’area piena di tantedifficoltà?“ E’ quella che suggeriva il nostrofondatore San Daniele Comboni che quando nonera in Africa faceva animazione missionaria quiin Europa e andava in Francia, in Germania, intante parti chiedendo preghiera per la missionepiù difficile del mondo, così s’esprimeva DanieleComboni. Il Centro Africa è un territorio inospi-tale. Ci sono tante difficoltà climatiche per lasalute, per la stessa indole dei popoli che sonopopoli guerrieri, quindi la preghiera è la cosapiù importante, noi non siamo all’altezza diquesto compito. Diceva Comboni che questamissione è di tutta la Chiesa, è arrivato il mo-mento della redenzione dell’Africa Centrale e al-lora tutta la Chiesa deve unire le forze perchécollaborassero per l’evangelizzazione diquest’area”. Qual sarà il suo futuro mission-ario? “Se sarò mandato nel Sudan del sudvoglio dedicare la mia vita per i più poveri in-sieme con loro e facendomi povero con loro”.

come deve agire il centro Missionario diocesano nelle aree più povere del mondo?

a cura di Nicolas Abbrescia

A tu per tu con Padre italo scoccia

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5Anno XXXI

16 Novembre 2014 PAG

Leggiamo Lc 5,27-32. Gesù chiama Levi;

poi Levi offre un banchetto al quale partecipano

anche Gesù e i suoi discepoli. Si veda il testo

parallelo di Mt 9,9-17 (Serie su Matteo n. 46).

1. Gesù vede e chiama Levi. «Dopo questo

egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, se-

duto al banco delle imposte, e gli disse: “Se-

guimi!”. 28Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo

seguì» (Lc 5,27-28).

Gesù «uscì e vide».. Uscì poco fuori della

città dove si ponevano abitualmente gli esattori

di tasse per controllare quelli che entravano in

essa. E’ lì che «vide» Levi. Mentre Matteo e

Marco usano il verbo eîden (aoristo da ôráô,

vedere), dandogli già un forte significato, Luca

usa un altro verbo più evo-

cativo, cioè, etheásato /

theáomai, che forse equi-

vale a “osservò» con un

particolare interesse che

nasceva da un amore pro-

fondo. Infatti, Luca usa

theáomai per le pie donne,

che erano venute con Gesù

dalla Galilea e dice che

«esse osservarono (etheá-

santo) il sepolcro e come

era stato posto il corpo di

Gesù» (23,55), ovviamente

per ben ricordare il posto e per ritornarvi e por-

tarvi, passato il sabato, «aromi e oli profumati»

(23,55.56). Cosa simile, ma con ancor mag-

giore intensità, fece Gesù stesso con Levi. Nel

passo parallelo di Mt 9,9 «Levi» viene chia-

mato “Matteo”. Dopo quello sguardo amoroso,

Gesù chiese a Levi di diventare suo discepolo:

«seguirmi». Con quel comando, che è grazia,

Gesù trasforma il pubblicano in apostolo. Levi

«lasciando tutto, si alzò e lo seguì». Come

Matteo, anche Luca presenta la generosa rispo-

sta di Levi; in più la rafforza con quel «tutto»

caratteristico del pensiero lucano. Nella realtà

si trattò di un distacco interiore che si realizzò

progressivamente nel tempo; non poteva la-

sciare all’istante la sua cassa doganale e gli im-

pegni che aveva con il capo dei gabellieri – a

Gerico, Zaccheo era «capo dei pubblicani» – e

dal quale dipendeva. D’altra parte il lasciare

tutto era quanto avevano fatto i Dodici: «Pietro

allora prese a dirgli: “Ecco, noi abbiamo la-

sciato tutto e ti abbiamo seguito”» (Mt 19,27).

In proprio, Luca estende questa povertà to-

tale per la sequela anche al singolo cristiano:

«Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi

averi, non può essere mio discepolo» (Lc

14,33). La prima beatitudine è per i poveri ef-

fettivi: «Beati voi, poveri» (6,20). Luca carat-

terizzerà la chiesa nascente come animata

idealmente da povertà e condivisione: «Tutti i

credenti stavano insieme e avevano ogni cosa

in comune; 45vendevano le loro proprietà e so-

stanze e le dividevano con tutti, secondo il bi-

sogno di ciascuno» (At 2,44-45). Però,

diversamente dai monaci di Qumran, nessuno

era obbligato a privarsi del dominio radicale dei

beni. Infatti, Pietro rimprovera Anania perché

ha mentito “allo Spirito Santo” dicendo che

stava dando agli Apostoli tutto il ricavato dalla

vendita; invece ciò non era vero. Quel campo,

«prima di venderlo, non era forse tua proprietà

e l’importo della vendita non era forse a tua di-

sposizione?... Non hai mentito agli uomini, ma

a Dio» (At 5,3-4). La colpa è l’aver mentito agli

Apostoli.

2. Levi offre un ban-

chetto. «Poi Levi gli preparò

un grande banchetto nella

sua casa. C’era una folla nu-

merosa di pubblicani e di

altra gente, che erano con

loro a tavola» (Lc 5,29a-30).

Levi invita i suoi colleghi e

altri amici per dare, con essi,

addio alla sua vita prece-

dente. Luca chiarisce – ri-

spetto a Matteo e, in parte, a

Marco – che fu Levi a offrire

il banchetto. Così Luca intro-

duce il tema ricorrente in lui, di Gesù che man-

gia con i peccatori, in vista del loro

ravvedimento.

3. La critica contro Gesù e i discepoli. «I

farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano

ai suoi discepoli: “Come mai mangiate e be-

vete insieme ai pubblicani e ai peccatori?”» (L

5,30). Accogliendo l’invito del pubblicano

Levi, qui messo simpliciter nella categoria dei

peccatori, Gesù e i suoi discepoli hanno trasgre-

dito gli obblighi di separazione che i rabbini im-

ponevano. Anche altrove: «I farisei e gli scribi

mormoravano dicendo: “Costui accoglie i pec-

catori e mangia con loro”» (Lc 15,2).

4. La risposta. «Gesù rispose loro: “Non

sono i sani che hanno bisogno del medico, ma

i malati; 32io non sono venuto a chiamare i giu-

sti, ma i peccatori perché si convertano”» (Lc

5,31-32). In queste sue parole Gesù presenta il

vero contenuto della sua missione, quello della

salvezza. Rispetto a Marco, Luca aggiunge –

letteralmente – «alla conversione», metánoian:

da realizzare nell’ambito della comunità eccle-

siale. Conclusione. Coltiviamo l’impegno mis-

sionario verso i lontani in vista del loro ritorno

a Cristo e alla Chiesa: «Mi sono fatto servo di

tutti per guadagnarne [a Cristo] il maggior nu-

mero» (1Cor 9,19)[email protected]

La seconda controversia: sono venuto a chiamare i peccatori

30. LA VOCAZIONE DI LEVI

lunedì 17 noveMBre

Ore 10.30 San Benedetto Tr. - Episcopio: Collegio dei Consultori

MArtedì 18 noveMBre

Ore 16.00 Grottammare-Chiesa Madonna della Speranza: S. Messa per il Movimento sacerdotale mariano

Mercoledì 19 noveMBre

Ore 21.00 San benedetto Tr. - Teatro S. Filippo Neri: Incontro formativo diocesano

Giovedì 20 noveMBre

Ore 10.00 Ripatransone - Ritiro del CleroOre 21.15 Grottammare - Chiesa di

S. Agostino: presentazione del libro di d. Giorgio Carini

venerdì 21 noveMBre

Ore 10.00 San Benedetto Tr. - Porto: visita ai pescatori

Ore 16.00 Cattedrale: ConfessioniOre 18.00 Chiesa S. Pio X: S. Messa per la

Virgo fidelisOre 20.00 Padri Sacramentini: Lezione alla

scuola di formazione teologicasABAto 22 noveMBre

Ore 16.00 San Benedetto Tr. S. Messa per l’ASMO

doMenicA 23 noveMBre

Ore 17.30 San Benedetto Tr. - Cattedrale: S. Messa per la Solennità di Cristo Re

Impegni Pastorali del Vescovo

DAL 17 AL 23 NOVEMbrE 2014

Per la riflessioneCon la nostra libertà possiamo fare male,molto male, a noi stessi e agli altri. Con lasua libertà l’essere umano ha fatto guerre,ha ucciso, ha compiuto ogni genere di de-litto. Spetta a noi guidare la nostra libertà albene. Ciò implica la necessità di educare lalibertà: vale non solo per i bambini e i ra-gazzi, ma per tutti. È veramente libero solocolui che ha imparato ad amare e fare ilbene, per questo “la verità vi renderà liberi”(Gv.8,32). Uso la libertà che Dio mi ha do-nato pensando solo a me e ai miei desideri ointeressi, o penso anche agli altri e alle loro

necessità? Facciosolo ciò che mipiace al momento ocerco di fare ciòche è utile a me,alla mia famiglia,agli altri, anchese a volte micosta? So rinun-ciare alla mia li-bertà per rispettare l’altro e i suoi dirittioppure uso la mia libertà per impormi suglialtri? Impegno la mia libertà e il mio tempoanche per costruire la comunità cristiana?

“NOI ANNUNCIAMO CRISTO CROCIFISSO” (lettera pastorale, 7ª parte)

sAn PAolo e lA liBertÀ cristiAnA

Paolo quando scrive ai Corinti che la fede in quel Gesù che hannoaccolto deve tradursi in precise scelte di vita non intende affatto ne-gare la libertà del cristiano. Ricorda solo che la libertà non sta nellasciarsi guidare dai propri desideri secondo la mentalità del “tuttomi è lecito” (cap. 6, 12 e 10, 23). Egli dice loro che la libertà senzaverità genera solo schiavitù, degrado umano e violenza, e che la ve-

rità che salva e ci rende veramente liberi è solo quella annunciata da GesùCrìsto. La fede che non diventa novità dj vita nella carità rischia di essere ridotta a fantasticherieinutili, incapaci di liberare l’essere umano delle molteplici schiavitù personali e sociali. Una libertànon guidata dalla carità genera negative conseguenze umane, relazionali e comunitarie. I Corintiinvocavano la propria coscienza a sostegno della libertà di agire come meglio credevano. Paoloricorda loro che il principio che deve guidare il giudizio della coscienza è l’amore di Dio e lacarità verso il prossimo per il quale Gesù ha dato la sua vita (cap. 8, ii). La libertà della coscienzaè per il bene, non per la ricerca dei propri interessi (cap. 10, 24). Il cristiano si confronta e si lasciagiudicare dalla Parola di Dio non dai propri desideri spontanei, i quali renderebbero lecito tutto,perfino nella celebrazione eucaristica (cap. li, 17-34). Una libertà che lacera il corpo di Cristo cheè la Chiesa rende vana la salvezza portata da Gesù. Paolo sostiene che la libertà è certamente unvalore, ma non è il valore supremo cui deve fare riferimento la coscienza del singolo: il valoresupremo è la carità, che è amore di Dio e del vero bene dell’altra persona. È un insegnamentofondamentale da tenere sempre con fermezza, poiché la libertà, senza la carità, diventa violenzae provoca tante sofferenze a sé e agli altri. L’apostolo esorta a vivere nella libertà (“Cristo ci haliberati per la libertà”: Gal 5, 1; “fratelli siete stati chiamati a libertà”: Gai 5, 13), ma sa bene che,se la carità non guida la libertà, il risultato è la divisione anche nella Chiesa e porta a mordersi edivorarsi a vicenda, distruggendosi gli uni gli altri (cfr. Gai 5, 15). Non si può usare la libertà perfare il male a sé e agli altri: questo non è ciò che Dio vuole.

AvvisoAi reverendi sacerdoti, religiosi, diaconi della diocesi

“Ciascuno sia attento a come costruisce” (I Cor. 3,10)Carissimo,a nome del nostro Vescovo ti ricordo l’incontro formativo diocesano per tutti sulla Prima Letteraai Corinzi (capp. 5-11). Sarà offerto da don Andrea Andreozzi

Mercoledì 19 novembre alle ore 21.00presso il teatro s. Filippo neri in San Benedetto del Tronto.

Giovedì 20 novembreritiro del Clero presso le suore Teresiane a Ripatransone.

ProGrAMMAore 10.00: recita dell’ora media

Meditazione offerta da don Andrea AndreozziAdorazione Eucaristica

ore 12.00: Concelebrazione in suffragio dei vescovi, presbiteri, diaconi e familiari defunti in duomo

ore 13.00: Pranzo presso le suore teresiane - Condivisioneore 16.00: TermineCon molti auguri di ogni bene per la tua persona e per la tua comunità, ti saluto fraternamente.San Benedetto del Tronto, 28 ottobre 2014

Il Vicario GeneraleMons. Romualdo Scarponi

NOMINE e DECRETIIl Vescovo S.E. Mons. Carlo Bresciani in data 4 novembre 2014

ha nominatoDon Lorenzo Bruni Parroco della Parrocchia S. Maria in Viminato in località Patrignone(prot. n. 55/2014). La nomina ha durata nove anni.

e ha incaricatoDon Vincent Ifeme a collaborare con il Parroco nelle Parrocchie di S. Maria Assunta inMontalto, S. Maria in Viminato in Patrignone e S. Lucia in Porchia, mantenendo l’Ufficio diAmministratore Parrocchiale a S. Lorenzo in Rotella (prot. n. 56/2014).

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“Cari amici, tutto questo ci fa comprendere perchéle comunità cristiane riconoscono nel vescovo undono grande, e sono chiamate ad alimentare unasincera e profonda comunione con lui..” queste leparole di Papa Francesco in una recente udienza ge-nerale commentando il messaggio dell’apostoloPaolo rivolto a Tito. In questa chiave va letta la vi-sita del nostro pastore Carlo Bresciani che ha volutoedificare con la sua presenza la comunità di Ripa-transone, presiedendo le celebrazioni eucaristiche nelle giornate dell’1 e 2 Novembre. Non quindila volontà di ossequiare un privilegio antico dell’ex capoluogo diocesano, ma quella precisa diessere quanto più possibile vicino al popolo di Dio. Per la festa di Ognissanti il vescovo si èdunque recato in Duomo per la messa delle ore 11 sottolineando nella sua omelia come la comunitàCristiana sia una famiglia nella quale si cammina tutti assieme giovandosi del sostegno reciproco.In modo particolare santi e beati sono come i fratelli maggiori che con il loro luminoso esempioci indicano la strada che porta a Cristo, percorso tuttavia non disincarnato dalle fatiche della vitaquotidiana. Per la commemorazione dei fedeli defunti, invece, Mons. Bresciani ha presieduto l’eu-carestia presso il civico cimitero di Riaptransone nella chiesa francescana di Santa Croce, annessaall’ex convento dei frati cappuccini. Qui Il vescovo ha potuto anche venerare alcune reliquie tracui quella insigne della Santa Croce, di proprietà comunale ed esposta eccezionalmente per l’oc-casione, essendo custodita in municipio. Da rilevare la generosità di molti ripani che in questigiorni hanno avuto piacere di offrire fiori e candele per addobbare decorosamente questo luogo,oltre che per le tombe dei propri cari. Un ringraziamento doveroso va anche al diacono WalterGandolfi che con discrezione ed affabilità ha permesso in queste occasioni uno svolgimento dellaliturgia che favorisse la preghiera. Nell’omelia il presule ha voluto mettere in luce come la spe-ranza cristiana guidi il fedele a guardare oltre il limite della morte e l’importanza di mantenersiuniti con l’orazione ai propri cari defunti, in particolare ricordando doverosamente coloro chehanno dato la vita per la comunità ecclesiale: sacerdoti, religiosi e tanti collaboratori laici. Al ter-mine della liturgia tutta l’assemblea si è portata nel portico monumentale del cimitero, dove il ve-scovo ha guidato la preghiera e benedetto simbolicamente alcune sepolture, soffermandosi avisitare la tomba dei canonici del capitolo della cattedrale ripana. Sicuramente la presenza del no-stro pastore diocesano ha molto aiutato i fedeli a vivere questi momenti di festa e di riflessionenella comunione della chiesa. Silvio Giampieri

Monteprandone: Inaugurato il centro socio-educativo riabi-litativo “La Clessidra”.L’assessore regionale Canzian: “Questo centro è buona amministrazione in

momenti così difficili”.

Sabato 8 giugno alle ore 11,30, in via

2 Giugno , 38, Centobuchi, al termine

dei saluti istituzionali coordinati dal

Sindaco di Monteprandone, Stefano

Stracci, è stato tagliato il nastro inau-

gurale del nuovo centro socio- edu-

cativo –riabilitativo “La Clessidra”

rivolto alla cura dei ragazzi e degli

adulti portatori di disabilità psicologi-

che. La nuova struttura realizzata dal

Comune di Monteprandone opererà in

collaborazione con l’Ambito 21 ed è gestita da personale altamente qualificato. Il Vice presidente

della Giunta Regionale e assessore, Dott. Antonio Canzian, nel suo indirizzo di saluto ha ben sinte-

tizzato l’encomiabile operato del Comune di Monteprandone “questo centro rappresenta una scelta

di buona amministrazione in momenti difficili e di crisi come questi”. Erano presenti: il rappresen-

tante della Prefettura di Ascoli Piceno, i sindaci che hanno aderito all’iniziativa, il direttore dell’ASL

12 , Dott. Del Moro, il Parroco Don Alfonso che ha impartito la benedizione, la coordinatrice del

centro, Dott.ssa Alessandra Norcini, il vice-sindaco Sergio Loggi, gli assessori Stefania Grelli, Eme-

renziana Cappella, il consigliere comunale Alessio Capecci, il prof. Bruno Menzietti, consigliere

provinciale e l’ex assessore comunale ai servizi sociali, Giacinta Maoloni. FC.

ventiquattresimo convegno Fides vitaSi è concluso domenica scorsa il ventiquattresimo Con-vegno Fides Vita, ed anche quest’anno è stata una me-ravigliosa edizione, un aiuto al cammino quotidiano diciascuno. Sicuramente tra gli appuntamenti più attesi c’era l’incontro-testimonianza con la vedovadel carabiniere Antonio Santarelli, ucciso da un giovane fermato dalla pattuglia di Santarelli al ri-torno da un rave party in una località toscana. Sul tavolo del palco, al nostro Convegno, si sonosedute una accanto all’altra, Claudia Francardi e la madre del giovane colpevole, Irene Sisi. Unastoria di perdono e di amicizia che non può che provocare a un cambiamento. La giornata di sabato1 novembre è stata all’insegna della santità, perché dopo un incontro come quello appena accen-nato, il pomeriggio è stato segnato dalla testimonianza di tanti amici della nostra Compagnia, ilmarito di Alessandra Amabili Pilota, Marino; la grandissima Fiorella, l’infermiera amica di Ales-sandra nonché l’ infermiera di “tutti”, l’infermiera delle infermiere…e Stefano e Cristina, duecari amici della famiglia di Alessandra. La serata poi è stata vissuta festeggiando per la gioia diCristo presente in mezzo a noi. Ogni incontro è stato nel segno di un’Amicizia grande, vera, comequella che ci lega a Mons. Emilio Rocchi, dell’arcidiocesi di Fermo; come quella con i nostri ca-rissimi amici di Fides Vita Claudio Carloni e Silvia Cingolani che hanno concluso il nostro Con-vegno. Immancabile la benedizione dei padri della chiesa con la presenza del vescovo CarloBresciani e del vescovo emerito Gervasio Gestori. Durante la settimana è stato possibile visitarele mostre, quest’anno si è avuto l’onore di avere due giorni con noi la signora Demetrescu, mogliedi Camilian, un artista rumeno le cui opere sono state esposte con le altre mostre presenti al Con-vegno. Per concludere, un grazie infinito al Signore per averci donato Nicolino, sempre presentein mezzo a noi come un indomabile testimone di Cristo che non può che attrarre. Moina Maroni

rIPATrANSONE

due MoMenti di FestA e riFlessione vissuti

col vescovo cArlo

Presentazione del libro II edizione

Modera la scrittrice Antonella Roncarolo

Intervengono:Stefano Stracci - Sindaco del Comune di Monteprandone

- Antropologa Grazia MandrelliFranca Maroni Anna Rosa Romano

- Giornalista- Sociologa - Poetessa

Maria Rita Bartolomei

Mostra fotografica dei Valorosi Piceni della I Guerra Mondiale

IMP CARASSI GINO

1952

in collaborazione con Studio Campanelli Fotografo

Asilo infantile “M. Immacolata”

Maddalenaprofuga per sempre

di Graziella Carassi

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- Sindaco del Comune di MonteprandoneAntropologa-

- Sociologa i

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Guerra Min collaborazione con Studio Campanelli Fotografo

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A Montedinove lA secondA edizione dellA scuolA dellA PArolA

Il Ministro dei Minori Conventuali Padre Corsini ripropone ai fedeli la sua catechesi mensile.

Il primo incontro mensile con la lettura orante della Parola diDio per la Vicaria della Beata Maria Assunta Pallotta (la cui me-moria liturgica è stata celebrata in Diocesi proprio il giorno 7novembre u. s.) si è svolto giovedì 6 novembre c. a. a Montedi-nove, presso il Convento di S. Tommaso di Canterbury. Esso èstato come sempre diretto e guidato da Padre Giancarlo Corsini,Provinciale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, che noipartecipanti abbiamo salutato con entusiasmo, per il fatto dipoter riascoltare e interiorizzare la “Lectio divina” che egli consapienza e conoscenza sa proporci. In seguito alla Lettera pa-storale del nostro Vescovo “Noi annunciamo Cristo crocifisso…”, e in riferimento al cammino evangelizzatore di San Paoloapostolo, il nostro relatore baserà il suo ciclo di lezioni mensilisulla prima Lettera ai Corinzi. Pertanto ci ha introdotto in modoesaustivo alla conoscenza della città di Corinto, a quei tempi in-comparabilmente ricca e florida, e della stessa società corinzia,molto varia: infatti commercio e ricchezza, cultura ma anchecorruzione, tra molte religioni diverse, si mescolavano fra loro,e naturalmente minavano la primitiva comunità cristiana, fon-data negli anni precedenti da San Paolo, che si trovava a viverepericolosamente il Vangelo in un contesto lontano da riferimentietici tradizionali come quelli ebraici. Quindi è stato proclamatoil brano paolino del primo capitolo, dal v. 6 al v. 17; il Ministroha voluto soffermarsi sui problemi esistenziali che la comunitàcristiana di Corinto doveva affrontare rispetto alle divisioni ealle contese sorte fra i suoi membri, e di cui Paolo era venuto aconoscenza (in fondo l’argomento di allora sembra molto at-tuale, se lo confrontiamo con ciò che avviene ancora oggi…).E l’esortazione che San Paolo fa nella sua lettera a “essere uniti

in una medesima mente e inun medesimo sentire”, prin-cipio ispiratore della sua

evangelizzazione, è quell’unioneche supera gli egoismi, apre lastrada all’accoglienza e al con-fronto con l’altro, cioè quantol’Apostolo aveva voluto inculcarenel cuore dei fedeli di Cristo. Ed èsu questo concetto che Padre Cor-

sini ha approfondito poi che ogni cristiano può portare il suocontributo nel dirimere diatribe, nell’offrire consigli, nel solle-vare ansie e afflizioni che deprimono gli animi, gravando tal-volta su intere situazioni familiari. A tutti i battezzati infatti èstato donato da Dio un carisma, che deve essere riconosciuto emesso al servizio dei fratelli; la comunità cristiana così intesadiventa una “Chiesa-fraternità”. Nel servizio, nella preghiera,nella comune conversione, nella reciproca conoscenza e nel pa-cifico dialogo ci sentiamo e ci riconosciamo fratelli. Con questo‘compito’ a vivere la quotidianità, ci siamo congedati, dandociappuntamento al prossimo mese di dicembre, grati già al nostrorelatore dell’approfondimento che ci ha competentemente of-ferto. lauretanum

restAurAto e ricollocAto A MontAltoun PreGevole crociFisso liGneola suggestiva cerimonia si è svolta vicino al cimiteroproprio il giorno del due novembre.

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Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

Acquaviva Picena

Palio del Duca Convocazione Assemblea dei Soci

l’Associazione Palio del Duca riunitasi in assem-

blea ordinaria dei Soci Lunedì 27 Ottobre 2014 ha

approvato il bilancio consuntivo dell’esercizio

2014. Le Manifestazioni di rilievo organizzate dal-

l’Associazione nel 2014 sono state: La sagra rap-

presentazione della Via Crucis, Il palio dei

Bambini. Il Nuovo Mercatino del Mercoledi di

Luglio e Agosto, e Sposalia; per questa XXVII

edizione sono state organizzate ben 5 giornate

dove i visitatori oltre che partecipare alle serate di

Sponsalia potevano avvicinarsi agli stand gastro-

nomici che proponevano piatti tipici medievali

con la collaborazione del Catering Papillon.

Nella stessa assise sono state approvate le mani-

festazioni per i prossimi due mesi.

Sabato 15 Novembre 2014 ore 16:00 presso la

sala consiliare in occasione della IX Giornata della

storia promossa dalla Federazione Italiana Giochi

Storici, l’Associazione Palio del Duca organizza

il convegno; Ceti e Classi Sociali dal XI al XV se-

colo.

Per la prima volta su interessamento del Sindaco

e Giunta Comunale, l’Associazione Palio del

Duca viene incaricata di organizzare la Festa del

Patrono S.Niccolò.

Programma Religioso: Venerdi 5 Dicembre ore

18,30 Santa Messa a seguire la fochera di S. Ni-

colò con fave e vin brulè a cura dell’Associazione

S. Francesco,

Sabato 6 Dicembre ore 15,00 Processione del

Santo Patrono, ore 15,30 Messa Solenne presie-

duta dal Vescovo Emerito Mons. Gervasio Ge-

stori.

Inoltre è previsto: concerto bandistico “La Mar-

chigiana”; presentazione del libro “il palazzo co-

munale di Acquaviva Picena - storia, arte e

vicende” di Alessandro Sciarra , curato dall’Asso-

ciazione Terraviva; degustazioni di vini; esibi-

zione musicale degli artisti del consorzio Istituto

Musicale “Gaspare Spontini” di Ascoli Piceno;

rappresentazione teatrale dell’associazione A-6A.

Per l’occasione a grande richiesta è organizzata la

festa della polenta, nei giorni 5-6-7-8 Dicembre,

con la fattiva collaborazione del Catering Papillon.

Nel centro suggestivo centro storico Sa-

bato 6 e Domenica 7 Dicembre torna il

Mercatino dei prodotti di artigianato crea-

tivo e prodotti tipici, dalle 15:00 alle

20:00.

Il paese verrà illuminato dalle luminarie

natalizie, dal 5 Dicembre al 6 Gennaio.

Sante messe come da programma Parroc-

chiale. Al termine dei quattro giorni sono

previsti fuochi pirotecnici.

A Grottammare

giovedì 20 novembre alle ore 21,15 nella chiesa di S. Agostino il vescovo Carlo presenterà un libretto di don Giorgio Carini dal titolo: “LOVE STORIES MANUALE DI SOPRAVVIVENZA PER IL MATRIMONIO CATTOLICO”.È stato patrocinato dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare.

FAMIGLIE E SINODODomenica 23 novembre 2014 alle ore 15.30, presso il Biancazzurro, si

svolgerà l'incontro con i coniugi di San Giovanni Rotondo, Giuseppe Pe-

tracca Ciavarella e Lucia Miglionico, medici all'Ospedale Casa sollievo

della sofferenza e responsabili della Consulta di pastorale familiare della

Puglia. Ci offriranno la loro testimonianza circa l'evento del Sinodo stra-

ordinario sulla famiglia al quale, nominati da Papa Francesco, hanno par-

tecipato come uditori. Sono invitate tutte le famiglie e i fidanzati, ma

soprattutto gli operatori di pastorale familiare. Per tutti infatti, è il messag-

gio dell'amore di Dio per la coppia. A tutti sono anche necessari quegli

aiuti concreti che possono venire dalla testimonianza di altre famiglie per

continuare a vivere, pur in mezzo a tante difficoltà, il progetto di Dio. L'in-

contro terminerà alle 18.30. E’ previsto un servizio di baby-sitter per i bam-

bini. Un affettuoso e fraterno salutoEquipe di Pastorale Familiare