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“Elettrosmog”: quali risposte? campi elettromagnetici e salute: le risposte della scienza, della società, della comunicazione

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“Elettrosmog”: quali risposte?

campi elettromagnetici e salute:

le risposte della scienza, della società,

della comunicazione

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This publication contains the Proceedings of the Second Conference on“Electromagnetic fields and Health”, promoted by Elettra 2000 and held inRome on 11th October 2007.The First Session proposes a new discussion about the most recentdevelopments of the scientific research.The Second Session deals with social and communicational aspects ofbiolectromagnetism and highlights how participated decision processesamong politicians, academy and citizens can lead to a decrease of theconflicts related to the electromagnetic field problem.

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Questo volume contiene gli Atti del Secondo Convegno “Elettrosmog:quali risposte? Campi elettromagnetici e salute: le risposte della Scienza,della Società, della Comunicazione”, tenutosi a Roma l’11 ottobre 2007.Il Convegno è stato promosso da Elettra 2000 con lo scopo di fare il puntosu quali sono stati gli sviluppi delle ricerche scientifiche negli ultimi anni,con un’ampia e aggiornata panoramica sugli studi recenti affidata ai piùqualificati esperti della Scienza del settore.Una seconda sessione è stata dedicata alla discussione degli aspetti socia-li e di comunicazione, in modo da offrire un’occasione di incontro tramondo politico, mondo accademico e cittadini, a sottolineare come in que-sti anni la via dei processi partecipati sia stata quella di maggior successoper la diminuzione dei conflitti, che dalle origini ad oggi hanno caratteriz-zato la gestione del problema “campi elettromagnetici”.

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I SESSIONTHE SCIENCE POSITION

Anders AhlbomEpidemiologic research and health risks from mobile phones 10

Maila HietanenCurrent perspectives on presumed electrohypersensitivity (EHS) 26

James C. LinRadio frequency exposure assessment and dosimetry 34

Mike RepacholiHealth effects from wireless technologies: an international perspective 52

Guglielmo d’InzeoA short report on the European Research activities 64

Paolo VecchiaProtection against mobile telephony EMFs 72

Bernard VeyretWireless communications and health: experimental biological studies 82

INDEX

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I SESSIONELA SCIENZA RISPONDE

Anders AhlbomRicerca epidemiologica e rischi sanitari dei telefoni mobili 11

Maila HietanenPunto di vista attuale sulla presunta ipersensibilità a campi elettromagnetici 27

James C. LinCampi elettromagnetici a radiofrequenza: valutazione dell’esposizione e dosimetria 35

Mike RepacholiEffetti sanitari delle tecnologie senza fili: una panoramica internazionale 53

Guglielmo d’InzeoUna breve sintesi sulle attività di ricerca in Europa 65

Paolo VecchiaProtezione dai campi elettromagnetici della telefonia cellulare 73

Bernard VeyretComunicazioni senza fili e salute: studi biologici sperimentali 83

INDICE

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II SESSIONCOMMUNICATION AND PARTICIPATED DECISION PROCESSES

Gabriele FalciaseccaPast and future of antennas sites for wireless systems 92

Giovanni D’AmoreEnvironmental information on the radiofrequency electromagnetic field issue 102

Luigi PellizzoniParticipation and protest in electromagnetism 112

Alessandro PalmigianoThe good communication 116

The authors 122

INDEX

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II SESSIONECOMUNICAZIONE E PROCESSI PARTECIPATI

Gabriele FalciaseccaGli impianti radio tra passato e futuro 93

Giovanni D’AmoreL’informazione ambientale nell’ambito dei campi elettromagnetici a radiofrequenza. 103

Luigi PellizzoniProtesta e processi partecipativi in materia di elettromagnetismo 113

Alessandro PalmigianoLa corretta comunicazione 117

Gli autori 123

INDICE

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I SESSION

THE SCIENCE POSITION

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I SESSIONE

LA SCIENZA RISPONDE

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Most early epidemiological studies on exposure to Radio Frequency(RF) fields had examined exposures at the workplace. The overall

evidence did not suggest consistent cancer excesses. With regard to mobilephones, only few studies were available until recently. The few studies onresidential exposure to RF fields from transmitters have seriousmethodological limitations. Lately, the research has been rather intense. In total, about 30 papers oforiginal studies on mobile phone use and cancer were published in the lastfive years. Results are summarized in Table 1 for brain tumours and inTable 2 for acoustic neuroma. All but one study were case-control studies,mostly on brain tumours, some on salivary gland tumours or uvealmelanoma. One was a large cohort study of all Danish mobile phonesubscribers between 1982 and 1995 who were followed up for a variety ofcancers; no increased risk for any cancer was observed but follow up timewas short [1]. A recent update of the cohort study with an average followup time of 8.5 years yielded 14,249 cancer cases observed in the cohortversus 15,001 expected cases based on cancer rates observed in the rest ofthe Danish adult population [2]. The deficit was mainly attributable tosmoking-related cancers, suggesting a healthy cohort effect. The overallrelative risk estimates for brain tumours and leukaemia were close to one,however, only 28 brain tumour cases occurred in subscribers of a mobilephone of 10 years or more, whereas 42.5 cases were expected.The INTERPHONE study is a multinational case-control studycoordinated by the International Agency for Research on Cancer (IARC).It is a population-based study with prospective ascertainment of incidentcases and face-to-face interviews for exposure assessment. With regard tobrain tumours, results from the first four centers of the INTERPHONEstudy suggest no risk increase for meningioma or glioma. This is

Epidemiologic research and health risks from mobilephones

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"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings10

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Ricerca epidemiologica e rischi sanitari dei telefonimobili

Iprimi studi epidemiologici sull’esposizione a campi elettromagnetici aradiofrequenza avevano esaminato casi di esposizione sui posti di lavo-

ro. Nel complesso i dati non suggerivano significativi eccessi nei casi ditumori. Per quanto riguarda i telefoni mobili, fino a poco fa erano disponi-bili solo pochi studi. Le scarse ricerche sull’esposizione a campi a radiofre-quenza in ambienti residenziali dovuti alle antenne trasmittenti presentava-no serie limitazioni dal punto di vista metodologico. Negli ultimi tempi la ricerca è stata molto intensa. In totale sono stati pub-blicati negli ultimi cinque anni circa trenta articoli di studi originali sull’usodel telefono mobile e il cancro. I risultati sono riassunti nella Tabella 1 per itumori cerebrali e nella Tabella 2 per i neurinomi del nervo acustico. Tuttigli studi salvo uno erano di tipo caso-controllo, prevalentemente su tumoricerebrali, mentre alcuni riguardavano i tumori delle ghiandole salivari omelanomi dell’uvea. Uno studio era un’ampia indagine di coorte su tutti gliutenti danesi di telefoni mobili tra il 1982 e il 1995, che sono stati seguiti inrelazione a diversi tumori. Non è stato osservato alcun aumento per nessuntipo di tumore, ma il tempo di osservazione era breve [1]. Un recente aggior-namento dello studio di coorte con un tempo medio di follow-up di 8,5 anniforniva un gettito di 14.249 casi osservati di tumori nella coorte contro15.001 casi attesi sulla base dei casi di tumori osservati nel resto della popo-lazione adulta in Danimarca [2]. Lo scarto era attribuibile soprattutto a tumo-ri legati al fumo di sigaretta, suggerendo così un effetto di coorte sana. Lestime globali di rischio relativo per i tumori cerebrali e per la leucemia eranoprossimi a 1, ma solo 28 casi di tumori cerebrali si presentavano tra gli uten-ti di telefono mobile per 10 anni o più, contro i 42,5 casi attesi.Lo studio INTERPHONE è una ricerca multinazionale di tipo caso-con-trollo coordinata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro(IARC). È uno studio su base di popolazione con un accertamento prospet-

Anders Ahlbom

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”11

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consistently so among subjects with less than 10 years of use. For regularmobile phone users of 10 years or more, no indications of risk increaseswere seen in three out of four centers, namely in Sweden [3], Denmark [4]and the UK [5], but the German component does see a somewhat raisedrelative risk estimate for glioma [6]. This increase, however, is based onsmall numbers and due to the wide confidence interval the result is not incontradiction with the other INTERPHONE components. In contrast, a Swedish group not participating in the INTERPHONE-study,conducting several case-control studies using self-administeredquestionnaires for exposure assessment, has repeatedly observed increasedrelative risk estimates for brain tumours. In 2006, the group published areview of their study series and reported statistically significant riskincreases for both analogue and digital mobile phones as well as cordlessphones already after one year of use [7]. After ten years of use theyobserved about a doubling of the relative risk estimates, with the strongestincrease for high grade glioma.Acoustic neuromas, benign tumours that develop very slowly, arise fromthe Schwann cells, which enfold the vestibulocochlear nerve. They are ofparticular interest because of their location. The Hardell-group fromSweden has in several studies reported raised relative risk estimates foracoustic neuroma and also with very short induction periods [8]. Three ofthe INTERPHONE components, Denmark, Sweden, and Japan, havereported their country specific acoustic neuroma results [9-11]. Lönn et al.reported a doubling of the relative risk estimate after ten years of regularmobile phone use compared to subjects who never used a mobile phoneregularly. This association became stronger when the analysis wasrestricted to preferred phone use at the same side as the tumour.Christensen’s and Takebayashi’s results did not support this, but they werebased on fewer long-term users. Six of thirteen components ofINTERPHONE (including Denmark, Finland, Norway, Sweden, UKNorth and UK South) were pooled for a joint analysis to examine theassociation between mobile phone use and risk of acoustic neuroma [12].

Epidemiologic research and health risks from mobilephones

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tico dei casi incidenti e un’intervista personale per la valutazione del-l’esposizione. Per quanto riguarda i tumori cerebrali, i risultati forniti daiprimi quattro centri dello studio INTERPHONE non forniva nessunaumento del rischio di meningioma o di glioma. Questo risultato si presen-ta coerentemente per i soggetti con meno di 10 anni di uso del telefono.Per coloro che hanno usato regolarmente il telefono per 10 anni o più, nonsi è osservata nessuna indicazione di rischio in tre dei quattro centri, pre-cisamente in Svezia [3], Danimarca [4], Regno Unito [5], ma studi tede-schi hanno evidenziato un aumento di rischio relativo per il glioma [6].Questo aumento è però basato su piccoli numeri e, dato l’ampio intervallodi confidenza, il risultato non contraddice quello degli altri gruppi dellostudio INTERPHONE.Al contrario, un gruppo svedese che non partecipa allo studioINTERPHONE, conducendo diversi studi caso-controllo con questionariauto-gestiti per la valutazione delle esposizioni, ha ripetutamente osserva-to aumenti nelle stime del rischio relativo di tumori cerebrali. Nel 2006, ilgruppo ha pubblicato una rassegna dei loro studi ed ha riportato aumentidi rischio statisticamente significativi per i telefoni mobili sia analogiciche digitali e per i telefoni cordless, già dopo 1 anno di uso [7].Dopo 10 anni d’uso, gli autori osservavano un raddoppio nel rischio relati-vo stimato, con l’aumento più alto nel caso di glioma di grandi dimensioni. I neurinomi del nervo acustico, tumori benigni che si sviluppano moltolentamente si creano nelle cellule di Schwann, che avvolgono il nervovestibulococleare. Questi tumori sono di particolare interesse a causa dellaloro localizzazione. Il gruppo svedese di Hardell ha riportato in diversistudi aumenti del rischio relativo di neurinomi acustici, anche con periodidi induzione molto brevi [8].Tre dei gruppi di ricerca partecipanti al programma INTERPHONE,Danimarca, Svezia e Giappone hanno pubblicato i loro risultati nazionali peri neurinomi [9-11]. Lönn et al. hanno riportato un raddoppio della stima dirischio relativo dopo dieci anni di uso regolare del telefono mobile rispetto asoggetti che non ne avevano mai fatto un uso regolare. Questa associazione

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While no overall association was seen among all long-term users (seeTable 2), the data suggest that there may be an increased risk when thepreferred side of the head of use is considered in the analysis. For 10+years of use of mobile phones, the relative risk for acoustic neuroma at thepreferred side of use was 1.8 (Confidence Interval 1.1-3-1). Because ofmethodological inter-study differences it would have been of considerableinterest to compare the results across the six studies, but small numbers inmost of the centres preclude that analysis. All those studies are facing limitations in their exposure assessment, whichwas either a list of subscribers from the operators or self-reported mobilephone use. While the first method is an objective measure, it haslimitations because subscription predicts use of a mobile phone only tosome extent. Recent validation studies in volunteers comparing currentself-reported use with traffic records from network operators show amoderate agreement, but it cannot be excluded that agreement is worsewith respect to past mobile phone use or among patients with braintumours [13]. Especially patients with high stage glioma showed somememory performance problems in the Danish INTERPHONE study [4].What seems to be reassuring despite these shortcomings is, that once theamount of mobile phone use is estimated with some validity, this is asatisfactory proxy for RF field exposure from these devices, as was shownin studies recording output power of mobile phones during operation [14].Laterality (side) of use is not easy to obtain in a retrospective study, asearly symptoms may affect the side of use. Although some results are nowavailable for long-term users, their numbers are still small and the resultsof the whole INTERPHONE dataset should be awaited before drawingconclusions.No striking new results appeared for studies on occupational andresidential RF fields exposures since the previous opinion. While somepositive associations have been reported from occupational studies, theoverall picture is far from clear [15]. Many studies lack individualexposure assessment and only job titles or branches were used as exposure

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diventava più forte quando l’analisi veniva ristretta all’uso preferenziale deltelefono dallo stesso lato del tumore. I risultati di Christensen e diTakeabayashi non confortano questo dato, ma si basano su un numero mino-re di utenti di lungo periodo. I dati forniti da sei dei tredici gruppi dello stu-dio INTERPHONE (Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia, Regno Unito-Nord e Regno Unito-Sud) sono stati aggregati in un’analisi congiunta peresaminare l’associazione tra uso del telefono mobile e rischio di neurinomaacustico [12]. Non si è osservata globalmente nessuna associazione tra gliutenti di lungo periodo (vedi Tabella 2), ma i dati suggeriscono che vi possaessere un aumento di rischio quando nell’analisi si considera il lato della testadi uso preferenziale. Per dieci o più anni di uso del telefono mobile, il rischiorelativo di neurinoma del nervo acustico dal lato preferenziale d’uso era paria 1,8 (intervallo di confidenza 1,1-3,1). Date le differenze metodologiche trauno studio e l’altro, sarebbe di notevole interesse confrontare i risultati deisei singoli studi, ma i piccoli numeri nella maggior parte dei centri impedi-scono questa analisi.Tutti questi studi presentano limitazioni nella valutazione delle esposizionipoiché si basano su liste degli abbonati fornite dagli operatori o su dichiara-zioni personali relative all’uso del telefono. Il primo metodo costituisce unamisura oggettiva, ma presenta delle limitazioni perché il semplice abbona-mento predice solo in parte l’uso del telefono mobile. Recenti studi di vali-dazione condotti su volontari confrontando i dati d’uso riportati personal-mente con le registrazioni del traffico telefonico effettuate dagli operatorimostrano un moderato accordo, ma non si può escludere che l’accordo siapeggiore nel caso dell’uso del telefono mobile in passato o in quello dipazienti colpiti da tumore cerebrale [13]. Specialmente i pazienti affetti daglioma a uno stadio avanzato mostravano problemi di memoria nello studiodanese [4]. Ciò che sembra rassicurante nonostante queste limitazioni è ilfatto che una volta stimato con una certa validità il tempo d’uso del telefonomobile, questo costituisce un surrogato soddisfacente dell’esposizione acampi elettromagnetici dovuta a questi apparecchi, come già mostrato instudi che registravano le potenze d’uscita dei telefoni mobili durante il loro

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"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings16

Table 1. Results of epidemiological studies on mobile phone use andbrain tumours. Modified from [16]

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Epidemiologic research and health risks from mobilephones

proxies. Studies on exposure from transmitters are limited by crudeexposure measures and small numbers of exposed subjects, and theecological nature of most studies.

1RR - Relative Risk

2CI - Confidence Interval

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funzionamento [14]. La lateralità, cioè il lato d’uso del telefono non è un datofacile da ottenere in uno studio retrospettivo, perché i primi sintomi possonocondizionare il lato d’uso. Sono oggi disponibili alcuni risultati su utenti dilungo periodo, ma il loro numero è troppo piccolo e bisogna quindi attende-re i risultati dell’intero studio INTERPHONE prima di trarre conclusioni.Non vi sono stati recentemente risultati sensazionali da parte di studi suesposizioni in ambito professionale e residenziale. Negli studi su esposi-zioni professionali sono state riportate alcune associazioni positive, ma ilquadro complessivo è tutt’altro che chiaro [15]. In molti studi manca unavalutazione dell’esposizione individuale e vengono utilizzati come surro-gati dell’esposizione soltanto le mansioni o i settori di occupazione. Glistudi su esposizioni dovute ad antenne trasmittenti sono limitati dalla gros-solanità delle misure di esposizione e dal piccolo numero di soggetti espo-sti e dal carattere ecologico della maggior parte degli studi.

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Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”17

Ricerca epidemiologica e rischi sanitari dei telefonimobili

Tabella 1. Risultati degli studi epidemiologici sull’uso del telefonomobile e tumori cerebrali. Modificata da [16].

Tumori cerebrali Tumori cerebralia breve lartenza

Tumori cerebralia lunga latenza

Casi espostiStima RR(95% IC)

Casi espostiStima RR(95% IC)

Casi espostiStima RR(95% IC)

Hardell et al.1999

78 1.0 (0.7-1.4) 78 1.0 (0.7-1.4)>1 anni

34

16

0.8 (0.5-1.4)>5 anni

1.2 (0.6-2.6)>10 anni

Muscat et al.2000

66 0.8 (0.6-1.2) 28 1.1 (0.6-2.0)2-3 anni

17 0.7 (0.4-1.4)>4 anni

Inskip et al.2001

139 0.8 (0.6-1.1) 51 1.0 (0.6-1.6)0.5-3 anni

54

22

1.0 (0.6-1.6) >3 anni

0.7 (0.4-1.4)>5 anni

Johansen etal. 2001

154 1.0 (0.8-1.1) 87 1.1 (0.9-1.3)1-4 anni

24 1.0 (0.7-1.6)>5 anni

1RR - Rischio Relativo

2IC - Intervallo di Confidenza

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Table 1. (continued)

*Discordant pairs

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Epidemiologic research and health risks from mobilephones

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Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”19

Ricerca epidemiologica e rischi sanitari dei telefonimobili

Tabella 1. (continua)

Tumori cerebrali Tumori cerebralia breve lartenza

Tumori cerebralia lunga latenza

Auvinen etal. 2002

40 analogici,16 digitali

1.3 (0.9-1.8) 15 analogici,11 digitali

1.2 (0.7-2.0)1-2 anni

17 analogici,1 digitali

1.5 (0.9-2.5)>2 anni

Hardell et al.2002

188* analogici

224* digitali

1.3 (1.0-1.6)

1.0 (0.8-1.2)

188* analogici

224* digitali

1.3 (1.0-1.6)>1 anni

1.0 (0.8-1.2)>1 anni

46* analogici

33* digitali

1.3 (0.8-2.3)>10 anni

0.9 (0.6-1.5)>5 anni

Lönn et al.2005

214 glioma

118meningioma

0.8 (0.6-1.0)

0.7 (0.5-0.9)

112

64

0.8 (0.6-1.1)1-4 anni

0.6 (0.4-0.9)1-4 anni

25

12

0.9 (0.5-1.5)>10 anni

0.9 (0.4-1.9)>10 anni

Christensenet al. 2005

47 low-gradeglioma

59 high-gradeglioma

67meningioma

1.1 (0.6-2.0)

0.6 (0.4-0.9)

0.8 (0.5-1.3)

19

24

35

0.9 (0.4-1.8) 1-4 anni

0.6 (0.3-1.0) 1-4 anni

0.8 (0.5-1.3) 1-4 anni

6

8

6

1.6 (0.4-6.1)>10 anni

0.5 (0.2-1.3)>10 anni

1.0 (0.3-3.2)>10 anni

Hardell et al2005

68 malign.analogici

198 malign.digitali

35 mening.,analogici

151 mening.digitali

2.6 (1.5-4.3)

1.9 (1.3-2.7)

1.7 (1.0-3.0)

1.3 (0.9-1.9

20 analogici

100 digitali

1 analogici

96 digitali

1.8 (0.9-3.5) 6-10 anni†

1.6 (1.1-2.4)1-5 anni

1.2 (0.1-12) 1-5 anni

1.2 (0.8-1.8) 1-5 anni

48 analogici

19 digitali

20 analogici

8 digitali

3.5 (2.0-6.4)>10 anni

3.6 (1.7-7.5)>10 anni

2.1 (1.1-4.3)>10 anni

1.5 (0.6-3.9)>10 anni

Hepworth etal. 2006 508 glioma 0.9 (0.8-1.1) 271 glioma 0.9 (0.7-1.1)

1.5-4anni170 glioma

66 glioma

1.0 (0.8-1.3)5-9 anni

0.9 (0.6-1.3)>10anni

Schüz et al.2006a

138 glioma

104meningioma

1.0 (0.7 - 1.3)

0.8 (0.6 - 1.1)

82 glioma

73meningioma

0.9 (0.6 – 1.2)1–4 anni

0.9 (0.6 – 1.2)1–4 anni

51 glioma

12 glioma

23meningioma

5 meningioma

1.1 (0.8–1.7)>5anni

2.2 (0.9-5.1)>10anni

0.9 (0.5-1.5)>5anni

1.1 (0.4-3.4)>10anni

Schüz et al.2006b

580 1.0 (0.9 – 1.1) 266235

1.0 (0.9 – 1.2)1-4 anni

1.0 (0.8 – 1.1)5-9 anni

28 0.7 (0.4 -1.0)>10anni

*Coppie discordi

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Anders Ahlbom

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings20

Table 2. Results of epidemiological studies on mobile phone use andacoustic neuroma. Modified from [16]

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*Discordant pairs

Epidemiologic research and health risks from mobilephones

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Anders Ahlbom

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”21

Ricerca epidemiologica e rischi sanitari dei telefonimobili

Tabella 2. Risultati degli studi epidemiologici sull’uso del telefonomobile e neurinomi del nervo acustico. Modificata da [16]

Neurinoma acustico Neurinoma acusticoa breve latenza

Neurinoma acusticoa lunga latenza

Casi espostiStima RR(95% IC)

Casi espostiStima RR(95% IC)

Casi espostiStima RR(95% IC)

Hardell et al.1999

5 0.8 (0.1-4.2)

Inskip et al.2001

22 1.0 (0.5-1.9) 8 1.8 (0.7-4.5)0.5-2 anni

5 1.9 (0.6-5.9)

Johansen etal. 2001

7 0.6 (0.3-1.3)

Muscat etal. 2002

7 0.5 (0.2-1.3)1-2 anni

11 1.7 (0.5-5.1)3-6 anni

Hardell et al.2002

38* analogici

23* digitali

3.5 (1.8-6.8)

1.2 (0.7-2.2)

12* analogici

21* digitali

3.0 (1.0-9.3)1-5 anni

1.2 (0.6-2.2)1-5 anni

7* analogici

2* digitali

3.5 (0.7-16.8)>10 anni

2.0 (0.2-22.1)>5 anni

Lönn et al.2004

89 1.0 (0.6-1.5) 44 0.8 (0.5-1.3)

1-4 anni

14 1.9 (0.9-4.1)>10 anni

Christensenet al. 2004

45 0.9 (0.5-1.6) 23 0.9 (0.5-1.6)

1-4 anni

2 0.2 (0.0-1.1)>10 anni

Hardell et al.2005a

20 analogici

53 digitali

4.2 (1.8-10)

2.0 (1.0-3.8)

2 analogici

29 digitali

9.9 (1.4-69)1-5 anni

1.7 (0.9-3.5)1-5 anni

11 analogici

7 analogici

23 digitali

5.1 (1.9-14)5-10 anni

2.6 (0.9-8.0)>10 anni

2.7 (1.3-5.7)5-10 anni

Schoemakeret al. 2005

360 0.9 (0.7-1.1) 174 0.8 (0.7-1.0)1.5-4 anni

13947

0.9 (0.7-1.2)5-9 anni

1.0 (0.7-1.5)>10 anni

Schüz et al.2006

32 0.7 (0.5-1.0)

Takebayashi et al. 2006

97 0.7 (0.4-1.2) 21 0.8 (0.4-1.5)4-7 anni

4 0.8 (0.2-2.7)>8anni

*Coppie discordi

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ConclusionsMobile phones in relation to health are now being studied with great effortand in comprehensive studies, particularly in the INTERPHONE Study.The results of the INTERPHONE Study will soon become available. It hasto be doubted, however, that the results will be entirely conclusive, as thefirst results from published national components of this study already raisea number of questions with respect to the potential of bias. Anotherlimitation is that also in the current studies, long-term mobile phone usershave had hardly more than 10 years of regular use of mobile phones, whichstill may be a relatively short latency period, particularly for slowlygrowing benign tumours. Among those long-term users, most wereinitially users of analogue mobile phone and thus, the number of long-termusers of the digital technology is even smaller. Prospective long termfollow up studies overcome both the limitations of retrospective exposureassessment and the latency problem and are recommended as a powerfullong-term surveillance system for a variety of potential endpoints,including cancer, to fill current gaps in knowledge.

References

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[6] Schüz J., Böhler E., Berg G., Schlehofer B., Hettinger I., Schlaefer K.,Wahrendorf J., Kunna-Grass K., Blettner M. - Cellular phones, cordless phones,

Anders Ahlbom

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings22

Epidemiologic research and health risks from mobilephones

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ConclusioniI telefoni mobili in relazione alla salute umana sono oggi studiati con grandeimpegno e con ampie ricerche, tra cui si segnala lo studio INTERPHONE. Irisultati di quest’ultimo saranno al più presto disponibili. Si può però dubita-re che questi risultati saranno completamente conclusivi, perché i primi risul-tati degli studi pubblicati da parte di singoli gruppi nazionali ha già solleva-to numerose questioni per quanto riguarda possibili distorsioni. Un’altra limi-tazione è costituita dal fatto che anche negli studi attuali l’uso regolare deitelefoni mobili ha raramente superato i dieci anni, un periodo di latenza chepuò essere ancora relativamente breve, soprattutto per tumori benigni a lentacrescita. Tra gli utenti di lungo termine, la maggior parte utilizzava inizial-mente telefoni analogici e quindi il numero di utenti di lungo periodo dellatecnologia digitale è ancora più piccolo. Studi prospettici di lungo terminesuperano entrambe le limitazioni proprie di una valutazione retrospettivadelle esposizioni e della latenza e sono quindi raccomandabili come potentistrumenti di indagine a lungo termine per diverse patologie tra cui il cancro,così da colmare le attuali lacune nelle conoscenze.

Riferimenti

[1] Johansen C., Boice J. Jr., McLaughlin J., Olsen J. - Cellular telephones and cancer--a nationwide cohort study in Denmark.- J. Natl Cancer Inst 2001, 93, 203-237.

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Anders Ahlbom

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”23

Ricerca epidemiologica e rischi sanitari dei telefonimobili

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Anders Ahlbom

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings24

Epidemiologic research and health risks from mobilephones

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Anders Ahlbom

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”25

Ricerca epidemiologica e rischi sanitari dei telefonimobili

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T he first findings on these nonspecific subjective sensationsexperienced by some individuals were reported in the early 1980's in

Norway and Sweden. The reports consisted of cases of office workersperceiving mainly facial skin symptoms in the vicinity of appliancesemitting electromagnetic fields (EMFs). As a logical consequence, it waspresumed that electric or magnetic fields around video display units(VDUs) were the reason for the problems. However, on closerexaminations of these symptomatic VDU users, no significant skinchanges could be observed. In double-blind studies, the subjects wereunable to recognize the presence of EMFs from VDUs, and reduction ofEMFs was not found to eliminate adverse health reactions. Following the VDU discussion, some individuals have suspected thatelectrical wires and appliances at home and work place, as well as powerlines in the vicinity of dwellings, may also cause various perceived healthproblems. The symptoms typically include headache, memory and sleepdisturbances, fatigue, nausea, dizziness and pain sensations in variousparts of the body. While there was no diagnostic criteria related to thesesymptoms, they started to be generally designated as "electromagnetichypersensitivity" (EHS) [1]. These adverse effects without a sensorydetection of EMFs are comparable with symptoms described as MultipleChemical Sensitivity (MCS) or Idiopathic Environmental Intolerance(IEI). The other phenomenon associated with EHS is the claimedperception of an EMFs, which is not automatically followed by a negativeor abnormal feeling.Recently the focus of EHS suspicions by the general public has movedtowards radiofrequency (RF) fields emitted by mobile phones and theirbase stations. Numerous individuals have reported a variety of healthproblems that they relate to exposure to RF fields from mobile phones.

Current perspectives on presumed electrohypersensitivity

Maila Hietanen

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings26

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I primi dati su queste sensazioni soggettive e non specifiche, provate daalcuni individui, sono stati riportati nei primi anni ’80 in Norvegia e

Svezia. Le segnalazioni riguardavano casi di lavoratori d’ufficio chelamentavano soprattutto sintomi alla pelle del viso in prossimità di appa-recchi che emettevano campi elettromagnetici. Come logica conseguenza,si ipotizzò che il motivo dei problemi fosse nei campi elettrici o magneti-ci attorno ai videoterminali. A un più accurato esame di questi utenti sin-tomatici di videoterminali, non si osservarono però alterazioni significati-ve della pelle. In studi condotti in doppio cieco, i soggetti esaminati nonsono stati in grado di riconoscere la presenza dei campi elettromagneticiemessi dai videoterminali, né è risultato che una riduzione dei campi elet-tromagnetici eliminasse le reazioni negative. Dopo le discussioni sui videoterminali, diversi individui hanno sospettatoche i circuiti elettrici e le apparecchiature in casa e nei posti di lavoro,come pure le linee ad alta tensione in prossimità degli edifici, potesseroessere anch’essi causa di problemi di salute percepiti soggettivamente. Isintomi comprendono tipicamente mal di testa, disturbi della memoria edel sonno, affaticamento, nausea, prurito e sensazioni dolorose in varieparti del corpo. Pur in assenza di qualunque criterio diagnostico per essi,tali sintomi cominciarono ad essere generalmente indicati come “ipersen-sibilità elettromagnetica” [1]. Questi effetti negativi senza una percezionesensibile dei campi elettromagnetici sono simili ai sintomi descritti comesensibilità multipla ad agenti chimici o come intolleranza ambientale idio-patica. L’altro fenomeno associato all’ipersensibilità è l’asserita percezio-ne di un campo elettromagnetico, che non è automaticamente seguita dasensazioni, negative o normali. Recentemente, i sospetti di ipersensibilità da parte del pubblico si sonospostati verso i campi a radiofrequenza emessi dai telefoni mobili e dalle

Maila Hietanen

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”27

Punto di vista attuale sulla presunta ipersensibilità acampi elettromagnetici

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While some perceive only mild symptoms and react by avoiding phones,others are so severely affected that they change their entire lifestyles. A variety of subjective symptoms were reported by mobile phone usersaccording to questionnaire responses in a comprehensive Swedish-Norwegian study [2]. It also indicated that analogue (NMT) phone usersclaimed to perceive more health problems than digital (GSM) phone users.There are, however, only few experimental human studies investigatingEHS symptoms in connection with exposure to mobile phones [3-5]. Untilnow, most of these provocation tests have failed to verify a causalrelationship between EMFs and perceived symptoms. In addition, thevolunteers have not been able to detect the presence of the phone fields atbetter than chance levels. In one recent study, however, the UMTS signalsseemed to cause disturbances in the well-being of the subjects with EHSsymptoms. In another study, persons with self-reported sensitivity tomobile phone signals did not react to RF exposure with any increasedseverity of perceived symptoms. The consensus opinion of the researchcommunity at present seems to be that there is no support for theperception of RF fields or symptoms to be related to EHS. Based on comprehensive reviews of the available scientific literature, theInternational Commission on Non-Ionizing Radiation Protection(ICNIRP) has issued guidelines on limits of exposure to time varyingelectric, magnetic, and electromagnetic fields in the frequency range up to300 GHz [6]. The system of protection developed by ICNIRP aims atprotecting against established health effect of EMFs, i.e. effects indicatedby high quality, consistent and reproducible research. All the effects thathave been established so far by a very extensive research are acute in theirnature, and only occur above given thresholds of exposure. In principle,various groups of the population may have differences in their ability totolerate exposure to EMFs. The problem with the EHS is that there is nogenerally accepted description for EHS symptoms. It is difficult toascertain and decipher the symptoms, since there are great variations inreactions and feelings by various persons.

Current perspectives on presumed electrohypersensitivity

Maila Hietanen

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings28

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loro stazioni radio base. Numerosi individui lamentano una serie di proble-mi sanitari, che loro stessi collegano all’esposizione ai campi a radiofre-quenza generati dai telefoni mobili. Alcuni avvertono solo deboli sintomie reagiscono semplicemente evitando i telefoni, ma altri sono colpiti inmodo così grave da cambiare completamente stile di vita. Secondo le risposte date al questionario di un ampio studio svedese/norve-gese [2], esiste una varietà di sintomi soggettivi lamentati dagli utenti ditelefoni mobili. Lo studio indicava anche che gli utenti di telefoni analogi-ci (NMT) affermavano di avvertire molti più disturbi degli utenti di telefo-ni cellulari (GSM). Esistono però solo pochi studi sperimentali sull’uomoche analizzino i sintomi di ipersensibilità a campi elettromagnetici in con-nessione con l’esposizione ai telefoni mobili [3-5]. Fino ad oggi la mag-gior parte di queste prove di provocazione non ha verificato una relazionedi causa ed effetto tra campi elettromagnetici e sintomi percepiti. Inoltre, ivolontari non sono stati in grado di individuare la presenza di campi dovu-ti ai telefoni meglio di quanto potessero fare rispondendo casualmente. Inuno studio recente, tuttavia, i segnali UMTS sembravano provocare distur-bi sullo stato di benessere dei soggetti che lamentavano sintomi da ipersen-sibilità. In un altro studio, le persone che dichiaravano una propria sensi-bilità ai segnali dei telefoni mobili non reagivano all’esposizione con unaggravamento dei sintomi percepiti. L’opinione condivisa della comunitàscientifica, al momento attuale, sembra essere che non esiste alcun soste-gno all’ipotesi che la percezione dei campi a radiofrequenza o i sintomisiano legati all’ipersensibilità.Sulla base di revisioni critiche dell’intera letteratura scientifica disponibile,la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radizioni NonIonizzanti (ICNIRP) ha prodotto delle linee guida per la limitazione del-l’esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici nell’intervallodi frequenze fino a 300 GHz [6]. Il sistema di protezione sviluppatodall’ICNIRP mira a proteggere contro gli effetti accertati dei campi elettro-magnetici, cioè quegli effetti indicati da studi di alta qualità, coerenti e ripro-ducibili. Tutti gli effetti fino ad oggi accertati grazie a una ricerca estrema-

Punto di vista attuale sulla presunta ipersensibilità acampi elettromagnetici

Maila Hietanen

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”29

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The World Health Organization (WHO) has also addressed the issue ofpotential EHS, and to conduct a thorough review of the scientificliterature, WHO organized an international Workshop in October 2004 inPrague [7]. The conclusion of the Fact Sheet on EHS published by theWHO's EMF-project is that “EHS is characterized by a variety of non-specific symptoms that differ from individual to individual. The symptomsare certainly real and can vary widely in their severity. Whatever its cause,EHS can be a disabling problem for the affected individual. EHS has noclear diagnostic criteria and there is no scientific basis to link EHSsymptoms to EMF exposure. Further, EHS is not a medical diagnosis, noris it clear that it represents a single medical problem” [8]. The advice bythe WHO to national authorities is that there is no indication that loweringinternationally accepted limits would reduce the prevalence of symptomsattributed to EMF.

References

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[4] Zwamborn A.P.M., Vossen S.H.J.A., van Leersum B.J.A.M., Ouwens M.A., MakelW.N.- Effects of Global Communication System radio-frequency fields of wellbeing and cognitive functions of human subjects with and without subjectivesymptoms. - The Hague: Netherlands Organisation for Applied Scientific Research(TNO); 2003.

[5] Rubin G.J., Das Munshi J., Wessely S. - Electromagnetic hypersensitivity: asystematic review of provocation studies. - Psychosomatic Med 2005;67:224-232

[6] International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (ICNIRP). -Guidance for limiting exposure to time-varying electric, magnetic, andelectromagnetic fields (up to 300 GHz). - Health Phys. 1998;74:494-

Current perspectives on presumed electrohypersensitivity

Maila Hietanen

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings30

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mente ampia sono di natura acuta e si presentano solo al di sopra di determi-nate soglie di esposizione. In linea di principio, i vari gruppi della popola-zione possono presentare delle differenze nella capacità di tollerare l’esposi-zione a campi elettromagnetici. Per l’ipersensibilità, il problema è che nonesistono descrizioni generalmente accettate dei sintomi di questa sindrome.I sintomi sono difficili da accertare e decifrare, perché esistono grandi diffe-renze nelle reazioni e nelle sensazioni avvertite dalle diverse persone.Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affrontato il pro-blema della possibile ipersensibilità ai campi elettromagnetici e, per effet-tuare un’analisi approfondita della letteratura scientifica, ha organizzato unseminario internazionale nell’ottobre del 2004 a Praga [7]. La conclusio-ne, sintetizzata in un promemoria pubblicato dal Progetto CEM dell’OMSè che “L’ipersensibilità ai campi elettromagnetici è caratterizzata da diver-si sintomi non specifici che variano da individuo a individuo. I sintomisono certamente reali e possono variare molto nella loro gravità.Qualunque ne sia la causa, l’ipersensibilità ai campi elettromagnetici puòcostituire un fattore disabilitante per gli individui che ne sono afflitti. Nonesistono criteri diagnostici chiari per l’ipersensibilità ai campi elettroma-gnetici e non esiste alcuna base scientifica per associarne i sintomiall’esposizione. Inoltre, l’ipersensibilità ai campi elettromagnetici non èuna diagnosi clinica e non è chiaro se rappresenti un unico problema medi-co” [8]. Il parere fornito dall’OMS alle autorità nazionali è che non vi ènessuna indicazione che una riduzione dei limiti di esposizione accettatiinternazionalmente ridurrebbe la prevalenza dei sintomi attribuiti a campielettromagnetici.

Riferimenti

[1] Bergqvist U., Vogel E. - Possible health implications of subjective symptoms andelectromagnetic fields. - A report prepared by a European group of experts for theEuropean Commission DG V. 1997

[2] Oftedal G., Wilén J., Sandström M., Mild K.H. - Symptoms experienced inconnection with mobile phone use. - Occup Med 2000;4:237-245.

Punto di vista attuale sulla presunta ipersensibilità acampi elettromagnetici

Maila Hietanen

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”31

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522.Traduzione italiana: Linee guida per la limitazione dell’esposizione a campielettrici e magnetici variabili nel tempo e a campi elettromagnetici (fino a 300GHz). http://www.icnirp.org/documents/emfgdlita.pdf

[7] WHO workshop on Electrical Hypersensitivity, 25-27 ottobre 2004, Praga( http://www.who.int/peh-emf/meetings/archive/2004/en/index.html)

[8] WHO. Electromagnetic Hypersensivity. Fact Sheet No 296 - Geneve 2005

Current perspectives on presumed electrohypersensitivity

Maila Hietanen

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings32

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[3] Hietanen M., Hämäläinen A.M., Husman T. - Hypersensitivity symptomsassociated with exposure to cellular telephones: No causal link.-Bioelectromagnetics 2002;23:264-270.

[4] Zwamborn A.P.M., Vossen S.H.J.A., van Leersum B.J.A.M., Ouwens M.A.,Makel W.N.- Effects of Global Communication System radio-frequency fields ofwell being and cognitive functions of human subjects with and without subjectivesymptoms. - The Hague: Netherlands Organisation for Applied ScientificResearch (TNO); 2003.

[5] Rubin G.J., Das Munshi J., Wessely S. - Electromagnetic hypersensitivity: asystematic review of provocation studies. - Psychosomatic Med 2005;67:224-232

[6] International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (ICNIRP). -Guidance for limiting exposure to time-varying electric, magnetic, andelectromagnetic fields (up to 300 GHz). - Health Phys. 1998;74:494-522.Traduzione italiana: Linee guida per la limitazione dell’esposizione a campielettrici e magnetici variabili nel tempo e a campi elettromagnetici (fino a 300GHz). http://www.icnirp.org/documents/emfgdlita.pdf

[7] WHO workshop on Electrical Hypersensitivity, 25-27 ottobre 2004, PragaVedi: http://www.who.int/peh-emf/meetings/archive/2004/en/index.html

[8] OMS - Campi elettromagnetici e salute pubblica - Ipersensibilità ai campielettromagnetici. Promemoria n. 296 - Ginevra 2005.

Punto di vista attuale sulla presunta ipersensibilità acampi elettromagnetici

Maila Hietanen

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”33

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R egardless of the mechanisms of interaction, induced fields are theprimary causes for biological effects of radio-frequency (RF)

exposure. Thus, to achieve a quantitative understanding of biologicalresponses, the induced electric field and the derived dosimetric quantitiesof specific-absorption-rate (SAR) and current density must be quantifiedand correlated with any observed phenomena. While source type and itsdistance from the subject are influential parameters, the fundamentalexposure metrics are the physically measurable quantities of incidentelectric field, magnetic field, and power density, which induce electric andmagnetic fields that bring about the interaction of RF electromagneticenergy with biological systems. In the established exposure guidelines,reference levels expressed in terms of physical quantities are introducedfor practical exposure assessment purposes, since the basic restrictions areoften specified as dosimetric quantities that may be impractical to measurein general.It is important to note that the same exposure or incident field does notnecessarily provide the same field inside biological systems of differentsize, species, or constitution. Thus, exposure of the human body in the farfield to a plane wave at a given strength can have outcomes far differentfrom those of partial body or localized exposure at the same strength. Thespatially averaged field strength, depending on the region of space overwhich the fields are averaged, may vary widely for a given body. Therefore,an important task in assessing the health and safety of RF exposure is thedetermination of induced fields in biological tissues. In recent years,considerable progress has been made in this area. The objective of thispaper is to summarize important considerations for exposure assessmentsand dosimetry in the RF band used for wireless communications.

Radio frequency exposure assessment and dosimetry

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Indipendentemente dai meccanismi di interazione, i campi indotti sonola causa primaria degli effetti biologici dell’esposizione a campi elettro-

magnetici a radiofrequenza. Quindi, per una comprensione quantitativadelle risposte biologiche è necessario quantificare il campo elettrico indot-to e le grandezze dosimetriche da questo derivate, cioè il tasso di assorbi-mento specifico (SAR, Specific Absorption Rate) e la densità di corrente;queste grandezze devono essere correlate con qualunque fenomeno osser-vato. Il tipo di sorgente e la sua distanza dal soggetto esposto hanno impor-tanza nella valutazione, ma per la caratterizzazione dell’esposizione sonofondamentali le quantità fisicamente misurabili, cioè il campo elettrico equello magnetico incidenti, nonché la densità di potenza, che inducono icampi elettrici e magnetici interni che a loro volta determinano l’interazio-ne dell’energia elettromagnetica con i sistemi biologici. Nelle linee guidaper l’esposizione si introducono a fini di praticità dei livelli di riferimentoespressi in termini di quantità fisiche, perché le restrizioni di base sonospesso specificate in termini di quantità dosimetriche che è generalmenteimpossibile misurare in pratica.È importante notare che una stessa esposizione o uno stesso campo inci-dente non danno necessariamente luogo, in sistemi biologici di dimensio-ni, specie, o struttura differente, a uno stesso campo interno. Quindi,l’esposizione di un essere umano a un’onda piana in condizioni di “campolontano”, con una determinata intensità di campo, può dar luogo a effettimolto diversi da quelli di un’esposizione a un campo di uguale intensitàlocalizzata unicamente in alcune parti del corpo. L’intensità media delcampo può cambiare notevolmente, per un dato corpo umano, secondo laregione di spazio su cui la media è effettuata. Quindi, un passo importan-te nel valutare gli effetti sulla salute dell’esposizione a campi a radiofre-quenza consiste nel determinare i campi indotti nei tessuti biologici.

Campi elettromagnetici a radiofrequenza: valutazione dell’esposizione e dosimetria

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Exposure assessmentIn general, when considering the interaction of RF electromagnetic fieldswith biological systems, it is necessary to take into account the sourcetype, frequency or wavelength and its distance of separation from thebiological body under exposure. The radiation of RF energy is accomplished through the use of antennas orradiators. The spatial distribution of RF energy from an antenna isdirectional and varies with distance from the antenna. At distancessufficiently far from an antenna so that the distribution changes only withdistance, not angle or orientation, the region is called a far field orradiation zone. At lesser distances, the energy distribution in the near fieldor zone is a function of both angle and distance. Moreover, the behavior ofRF fields and their coupling and interaction with biological systems arevery different in the near or far zone. The demarcating boundary between near and far zones occurs at aconservative distance of R = 2D2/λ, where D is the largest dimension of theantenna. Furthermore, the near zone can be divided into two subregions:the radiative region and the reactive region. In the radiative region, theregion close to and within 2D2/λ, the radiated power varies with distancefrom the antenna. The vicinity of the antenna where the reactivecomponents predominate is known as the reactive region. The preciseextent of these regions varies for different antennas. For most antennas, thetransition point between reactive and radiative regions occurs from 0.2 to0.4 2D2/λ. For a short dipole antenna, the reactive componentpredominates to a distance of approximately λ/2π where the radiative andreactive components are equal to each other. However, the outer limit is onthe order of a few wavelengths or less in most cases [1].At the lower radio frequency of 100 kHz, the wavelength in air is 3 km andthe λ/2π distance is about 477 m for the reactive and radiation fields tohave equal amplitudes. In contrast, at 900 MHz, the wavelength in air is33 cm and the 2D2/λ distance is 5.3 cm, which comes very close to the2D2/λ distance of 6 cm for a 10-cm RF antenna. Clearly, both near-zone

Radio frequency exposure assessment and dosimetry

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Notevoli progressi in questo campo sono stati conseguiti negli ultimi anni.Obiettivo di queste note è riassumere alcune importanti considerazionisulla valutazione dell’esposizione e sulla dosimetria nel campo di frequen-ze usato per le comunicazioni senza fili.

Valutazione delle esposizioniIn generale, quando si considera l’interazione dei campi elettromagnetici aradiofrequenza con i sistemi biologici, è necessario tener conto del tipo disorgente, della frequenza o lunghezza d’onda, e della distanza della sor-gente dal corpo biologico esposto.L’irraggiamento di energia a radiofrequenza si realizza mediante antenneo irradiatori. La distribuzione spaziale dell’energia a radiofrequenza emes-sa da un’antenna è direzionale e varia con la distanza dalla sorgente. A unadistanza dall’antenna sufficientemente grande tale che la distribuzionecambi solo con la distanza, ma non con l’angolo o l’orientamento, si parladi zona di campo lontano o di radiazione. A distanze minori (campo vici-no) la distribuzione di energia dipende sia dall’angolo, sia dalla distanza.Inoltre, il comportamento dei campi a radiofrequenza e la loro interazionecon i sistemi biologici differiscono di molto a seconda che ci si trovi inzona di campo lontano o vicino. Il confine tra zone di campo vicino e lontano è prudenzialmente fissato auna distanza R=2D2/λ, dove D è la massima dimensione dell’antenna. Lazona di campo vicino può essere ulteriormente divisa in due regioni: laregione radiativa e la regione reattiva. Nella regione radiativa, cioè quellaentro 2D2/λ, la potenza irraggiata varia con la distanza dall’antenna. Lazona vicino all’antenna, dove predominano le componenti reattive, è notacome regione reattiva. Le dimensioni esatte di queste regioni cambianosecondo le diverse antenne. Per la maggior parte di queste, il punto di tran-sizione tra regione reattiva e radiativa si colloca tra 0,2 e 0,4 2D2/λ. Perun’antenna a dipolo corto, la componente reattiva predomina fino a unadistanza di circa λ/2π, dove la componente radiativa è uguale a quella reat-tiva. Il limite esterno è comunque nella maggior parte dei casi dell’ordine

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reactive and far-zone radiative interactions are encountered in the vicinityof wireless telecommunication systems. Some of the salient features of near zone field are: 1) RF electric and magnetic fields are decoupled and are not uniform; 2) wave impedance varies from point to point; 3) beam width from the antenna is divergent and is small compared with

the head or human body, especially for a small antenna; 4) the power varies less with distance from the antenna and 5) the power transfers back and forth may be nearly constant between the

antenna and its surrounding medium.In the far zone, RF fields are characterized by plane wave fronts and areindependent of source configurations. The radiated power decreasesmonotonically with distance from the antenna. The electric and magneticfields are uniquely defined through the intrinsic impedance of the medium.Thus, a determination of the electric or magnetic field behavior issufficient to characterize the exposure in terms of power density. However,the interaction is more complicated in that the same exposure or incidentfield does not necessarily provide the same field inside biological systemsof different size, species, or constitution. Furthermore, the interaction ofRF energy with biological systems depends on electric field polarizationfor elongated bodies whose height-to-width ratio is large.

Peak and averaged temporal and spatial quantitiesWireless communication systems and devices use RF energy to carry theinformation or message content to be delivered. Some form of modulationscheme such as amplitude, phase, frequency or pulse modulation isemployed to help transmit the time varying information. The instantaneousfield strength and/or power density may be averaged over a specific timeinterval to provide a temporal averaged value for RF exposure. The peak and average exposure quantities also could be space dependant.The spatially averaged power density, depending on the region of spaceover which the power is averaged, may vary widely. For example,

Radio frequency exposure assessment and dosimetry

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di poche lunghezze d’onda o inferiore [1].Alla frequenza di 100 kHz la lunghezza d’onda in aria è di 3 km e ladistanza λ/2π alla quale il campo reattivo e quello radiativo hanno la stes-sa ampiezza è di circa 477 m. A 900 MHz, la lunghezza d’onda in aria è di33 cm e la distanza λ/2π è di 5,3 cm, molto vicino alla distanza 2D2/λ, paria 6 cm, per un’antenna di 10 cm. Chiaramente, nelle vicinanze di sistemidi telecomunicazioni senza fili si verificano interazioni sia con campi reat-tivi sia con campi radiativi.Alcune delle caratteristiche salienti della zona di campo vicino sono leseguenti:1) i campi elettrici e magnetici a radiofrequenza sono disaccoppiati tra

loro e non uniformi;2) l’impedenza d’onda varia da punto a punto; 3) l’ampiezza del fascio emesso dall’antenna è divergente e piccolo

rispetto alla testa o al corpo umano, specialmente nel caso di antennacorta;

4) la potenza varia meno con la distanza dall’antenna;5) il trasferimento di potenza nei due sensi tra l’antenna e il mezzo circo-

stante può essere quasi costante.Nella zona di campo lontano, i campi a radiofrequenza sono caratterizzatida fronti di onde piane e sono indipendenti dalla configurazione della sor-gente. La potenza irraggiata diminuisce con continuità all’aumentare delladistanza dall’antenna. I campi elettrici e magnetici sono legati attraversol’impedenza intrinseca del mezzo. Quindi, la determinazione del campoelettrico o del campo magnetico è sufficiente a caratterizzare l’esposizio-ne in termini di densità di potenza. Le interazioni sono però più complica-te perché una stessa esposizione o uno stesso campo incidente non dannonecessariamente luogo allo stesso campo interno in sistemi biologici didimensione, specie o struttura differente. Inoltre, l’interazione dell’energiaelettromagnetica a radiofrequenza con i sistemi biologici dipende dallapolarizzazione del campo elettrico nel caso di corpi allungati, cioè in cui ègrande il rapporto tra altezza e larghezza.

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exposure of a human or animal body to a plane wave at a given powerdensity can have outcomes far different from those of partial body orlocalized exposure at the same power density. Note that the SI units ofaverage power density are watts per square meter (W/m2), both fortemporally and spatially average power densities.

Dosimetry – induced fields and specific absorption rateAn important consideration in RF exposure is the coupling of RF fieldsand their distribution inside the body. The coupling of RF energy intobiological systems may be quantified by the induced electric and magneticfields, power deposition, energy absorption, and their distribution andpenetration into biological tissues. These quantities are all functions of thesource and its frequency or wavelength, and their relationship to thephysical configuration and dimension of the biological body. The metric of SAR (in W/kg) is related to induced fields and has beenadopted as the dosimetric quantity, especially at RF frequencies. It isdefined as the time rate of change of the incremental energy absorbed by,or deposited in, an incremental mass contained in a volume of a givendensity. Knowledge of induced fields and SAR is of interest because itserves as an index for comparison and extrapolation of experimentalresults from tissue to tissue, from animal to animal, from animal tohuman, and from human to human exposures. It is also useful inanalyzing relationships among various observed biological effects indifferent experimental models and subjects. This is in clear contrast toincident field or any other external measures of exposure which often canproduce different induced fields and SARs inside different biologicalsystems. Therefore, an important task in assessing the health and safetyrisk of RF energy is the determination of induced field or SAR inbiological tissues [2].It is emphasized that the quantity of induced field is the primary physicalforce underlying the interaction of RF energy with biological systemsbecause it is related to specific responses of the body and the biological

Radio frequency exposure assessment and dosimetry

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Grandezze di picco e medie temporali e spazialiI sistemi per comunicazione senza fili usano l’energia a radiofrequenza pertrasferire informazioni. Per trasmettere un’informazione che varia neltempo si usa una forma di modulazione, come la modulazione di ampiez-za, di fase, di frequenza o degli impulsi. I valori istantanei dell’intensità dicampo e/o della densità di potenza possono essere mediati entro un datointervallo di tempo, per fornire un valore medio temporale dell’esposizio-ne a radiofrequenza. I valori di picco e medi dell’esposizione possonovariare nello spazio. La densità di potenza mediata nello spazio può cam-biare di molto secondo la regione entro cui si effettua la media. Per esem-pio, l’esposizione di un corpo umano o animale a un’onda piana di unadata densità di potenza può avere effetti molto diversi da quelli di un’espo-sizione, alla stessa intensità di potenza, localizzata in una parte del corpo.Si noti che l’unità di misura della densità di potenza media è il watt permetro quadro (W/m2), sia nel caso di medie temporali che spaziali.

Dosimetria – Campi indotti e tasso di assorbimento specificoUn elemento importante dell’esposizione a campi a radiofrequenza è costi-tuito dall’accoppiamento dei campi a radiofrequenza e dalla loro distribu-zione nel corpo. L’accoppiamento dell’energia a radiofrequenza con isistemi biologici può essere quantificato attraverso i campi elettrici emagnetici indotti, la deposizione di energia, l’assorbimento di energia e ladistribuzione e penetrazione di quest’ultima nei tessuti biologici. Tuttequeste grandezze dipendono dalla sorgente, dalla frequenza o dalla lun-ghezza d’onda, e dal loro rapporto con la configurazione fisica e le dimen-sioni del corpo biologico. Il tasso di assorbimento specifico o SAR (espresso in W/kg) è legato aicampi indotti ed è stato adottato come grandezza dosimetrica, specialmen-te nel campo delle radiofrequenze. Esso è definito come l’energia assorbi-ta o depositata per unità di tempo in una massa unitaria di tessuto. La cono-scenza dei campi indotti e del SAR è importante per il confronto e l’estra-polazione di risultati sperimentali da un tessuto all’altro, da un animale

Campi elettromagnetici a radiofrequenza: valutazione dell’esposizione e dosimetria

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phenomena and it is independent of any mechanism of interaction. Oncethe induced field is known, the dosimetric quantity SAR can be derived bya simple conversion formula. For example, from an induced electric fieldE in V/m, the SAR can be derived as,

(1)

where σ is the bulk electrical conductivity (S/m) and ρ is the mass density(kg/m3) of tissue.However, at present, a small, isotropic, implantable electric-field sensorwith sufficient sensitivity is not widely available. Consequently, acommon practice in experimental dosimetry relies on the use of small fieldnon-field-perturbing temperature probes to measure the temperatureelevation produced under a short-duration (<30 s), high-intensity exposurecondition. The short duration is not enough for significant conductive orconvective heat transfer to contribute to tissue temperature rise. In thiscase, the time rate of initial rise in temperature (slope of transienttemperature response curve) can be related to SAR through a secondaryprocedure, i.e.,

(2)

where ∆T is the temperature increment (oC), c is the specific heat capacityof tissue (J/kgoC), and ∆t is the duration (s) over which ∆T is measured.Thus, the rise in tissue temperature during the initial transient period of RFenergy absorption is linearly proportional to the value of SAR. It isimportant to distinguish the use of SAR and its derivation from temperaturemeasurement. The quantity of SAR is merely a metric for energy depositionor absorption and it should not be construed to imply any mechanism ofinteraction, thermal or otherwise. However, it is a quantity that pertains to amacroscopic phenomenon by virtue of the use of bulk electrical conductivityin its derivation (Eq. 1) and the use of specific heat capacity (Eq. 2).

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all’altro, dall’animale all’uomo e da un uomo all’altro. È anche utile peranalizzare le relazioni tra vari effetti biologici in modelli e soggetti speri-mentali diversi. Ciò è chiaramente diverso dal caso di campi incidenti o diqualunque altra misura esterna dell’esposizione, che possono spesso pro-durre campi indotti e livelli di SAR diversi in sistemi biologici diversi.Quindi, un elemento importante nella valutazione dei rischi sanitari deicampi a radiofrequenza consiste nella determinazione dei campi indotti odel SAR nei tessuti biologici [2].Si sottolinea che i campi indotti costituiscono la forza fisica primaria allabase dell’interazione dei campi a radiofrequenza con i sistemi biologici, inquanto sono collegati alle risposte specifiche dell’organismo e ai fenome-ni biologici e sono indipendenti da qualsiasi meccanismo di interazione.Una volta noto il campo indotto, si può derivare la grandezza dosimetricaSAR mediante una semplice formula di conversione. Per esempio, da uncampo elettrico indotto E, in V/m, il SAR può essere dedotto come:

(1)

Dove σ è la conducibilità elettrica (S/m) e ρ è la densità di massa (kg/m3)del tessuto. Attualmente, non è però disponibile un sensore per campo elettrico che siapiccolo, isotropico, impiantabile e sufficientemente sensibile. Di conseguen-za è pratica comune nella dosimetria sperimentale l’uso di piccole sonde ter-miche che non perturbino il campo e misurino l’innalzamento di temperatu-ra prodotto in condizioni di esposizioni di breve durata (meno di 30 s) a campidi alta intensità. La breve durata fa sì che non si abbiano trasferimenti di calo-re per conduzione o convezione, che innalzino la temperatura dei tessuti. Inquesto caso, la rapidità iniziale di innalzamento della temperatura (cioè lapendenza della relativa curva) può essere collegata in modo indiretto al SAR:

(2)

Campi elettromagnetici a radiofrequenza: valutazione dell’esposizione e dosimetria

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At lower frequencies, e.g. 100 kHz or 10 MHz, where the wavelength ofRF radiation is at least an order of magnitude longer than the dimensionsof the human body, field behavior inside the body is characterized by near-zone reactive field and is quasi-static in character. The electric andmagnetic fields become decoupled and act separately and additively insidetissue medium [1]. For all practical purposes, the induced fields can beobtained by combining the two independent electrostatic andmagnetostatic solutions of the electromagnetic field theory. For example,an externally applied uniform electric field gives rise to a uniform inducedelectric field inside the body that is in the same direction, but reduced instrength by a factor inversely proportional to the dielectric constant and isindependent of body size. The magnetically induced electric fieldamplitude inside the body is given by

E = 0.5TrB = BµrfH (3)

where µ is permeability, r is the radius, f = T/2B is the frequency, B ismagnetic flux density, and H is the strength of the magnetic fieldcomponent. A uniform magnetic field produces an internal electric fieldthat increases in proportion to distance from the body center. Thus,magnetically induced electric field, i.e. inductive coupling woulddominate inside a biological body except for tissue bodies that are 1 mmor less in size. A similar scenario exists in the near-zone-reactive region ofall antennas and radiating systems. A case in point, the interaction of acellular mobile telephone handset with the user’s head is quasi-static innature and inductive coupling of antenna-current-generated magnetic fielddominates power deposition in the head. As already suggested, the interaction of RF electromagnetic fields withbiological systems is characterized by the electromagnetic properties oftissue media, especially dielectric permittivity and electrical conductivity.Biological materials have magnetic permeability values close to that offree space and are independent of frequency. In a medium such as

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Dove ∆T è l’aumento di temperatura (°C), c è il calore specifico del tessu-to (J/kg°C) e ∆t è la durata (s) entro cui ∆T è misurato. Quindi l’aumentodi temperatura nel tessuto durante il periodo iniziale di assorbimento del-l’energia a radiofrequenza è direttamente proporzionale al valore di SAR.È importante distinguere l’uso del SAR dalla sua deduzione da misure ditemperatura. Il SAR è semplicemente una misura della deposizione o del-l’assorbimento di energia e non implica alcun meccanismo di interazionetermico o di altra natura. Esso è comunque una grandezza riferita a unfenomeno macroscopico, dato l’uso, nella sua determinazione, della con-ducibilità elettrica (Eq. 1) e del calore specifico (Eq. 2).A frequenze più basse, ad esempio 100 kHz o 10 MHz, dove la lunghezzad’onda è almeno di un ordine di grandezza maggiore della dimensione delcorpo umano, il comportamento del campo all’interno del corpo è quellotipico di un campo vicino reattivo ed ha carattere quasi statico. I campielettrici e magnetici si disaccoppiano ed agiscono in modo separato e addi-tivo all’interno del tessuto [1]. A tutti i fini pratici, i campi indotti si pos-sono ottenere combinando le due soluzioni indipendenti, quella elettrosta-tica e quella magnetostatica, fornite dalla teoria dei campi elettromagneti-ci. Ad esempio, un campo elettrico esterno applicato uniformemente dàluogo a un campo elettrico indotto uniforme nel corpo, di uguale direzio-ne ma di intensità ridotta di un fattore inversamente proporzionale allacostante dielettrica e indipendente dalle dimensioni del corpo. L’ampiezzadel campo elettrico indotto magneticamente nel corpo è data da:

E = 0.5TrB = BµrfH (3)

dove µ è la permeabilità e r è il raggio, f = T/2B è la frequenza, B è l’in-duzione magnetica e H è l’intensità della componente magnetica delcampo. Un campo magnetico uniforme produce un campo elettrico inter-no che cresce proporzionalmente alla distanza dal centro del corpo.Quindi, i campi elettrici indotti magneticamente, cioè per accoppiamentoinduttivo, dominano all’interno di un corpo biologico eccetto nel caso in

Campi elettromagnetici a radiofrequenza: valutazione dell’esposizione e dosimetria

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biological tissue, with a finite electrical conductivity σ, the inducedelectric field can cause a conduction current with density J = σE to flow,giving rise to energy absorption through Joule heating. In addition to the experimental techniques for quantifying induced fieldsand SARs inside biological bodies, there exist a variety of computationalmethods to accomplish the tasks. Again, some are appropriate forhomogeneous phantoms and others are more suitable for heterogeneousanatomic models [3]. Fidelity of modeling and reproducibility of exposureconditions are key issues to be overcome both in experimental andcomputational dosimetric assessments. SAR depends critically on thesource and position of the source with respect to various parts of thehuman body. Aside from simplifications demanded by the approach, whichcannot truly be representative of actual exposure, the logistics of anexperimental assessment become extremely tedious, especially whenapplied to the compliance and certification process where a large numberof measurements are needed. Numerical methods have matured to a level that they are being increasinglyused for dosimetric calculations. Applications to date have modeled thesource as simple dipoles, practical antennas for cellular mobile telephonesor for biomedical applications, or plane waves far from the antenna, andhave used both simple geometric and detailed anatomic representations ofthe head, neck, thorax, and the entire body. Some of these models,especially the anatomical ones, can take into account the internal organs,tissue heterogeneities and complex dielectric permittivity which caninfluence induced field and SAR. Several computed tomography (CT) - ormagnetic resonance imaging (MRI)-based models of the human adult andanimal bodies have been used for SAR and field calculations. Thecomputerized models have a spatial resolution of 1-3 mm. Questions havebeen raised concerning the comparability of computational results usingdifferent models. A particularly vexing problem is the influence of tissueheterogeneity and the volume-element size on computed SAR distributionin these models. These concerns suggest the need for standardization in

Radio frequency exposure assessment and dosimetry

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cui questo abbia dimensioni di 1 mm o inferiori. Una situazione simile sipresenta nella zona di campo vicino reattivo di qualsiasi antenna o sistemaradiante. Come caso specifico, l’interazione di un telefono cellulare con latesta dell’utilizzatore è di natura quasi statica e la deposizione di energiaelettromagnetica nella testa è dominata dall’accoppiamento induttivo conil campo magnetico generato dalla corrente di antenna.Come già suggerito, l’interazione dei campi elettromagnetici a radiofre-quenza con i sistemi biologici è caratterizzata dalle proprietà elettroma-gnetiche dei tessuti ed in special modo dalla permittività e dalla conduci-bilità elettrica. I materiali biologici hanno valori di permeabilità magneti-ca vicini a quello dello spazio libero e sono indipendenti dalla frequenza.In un mezzo come un tessuto biologico, che ha una conducibilità elettricaσ finita, il campo elettrico indotto può generare una corrente di conduzio-ne con densità J= σE, dando luogo ad un assorbimento di energia per effet-to Joule. Oltre alle tecniche sperimentali per quantificare i campi indotti ed il SARall’interno di corpi biologici, esistono diversi metodi di calcolo che svol-gono lo stesso compito. Anche in questo caso, alcuni sono adatti per fan-tocci omogenei mentre altri sono più adatti a modelli anatomici eterogenei[3]. L’accuratezza del modello e la riproducibilità delle condizioni di espo-sizione sono problemi chiave da superare nelle valutazioni dosimetriche,sia sperimentali sia numeriche. Il SAR dipende in modo critico dalla sor-gente e dalla sua posizione rispetto a diverse parti del corpo umano. A pre-scindere dalle semplificazioni richieste dal metodo, che non può essererealmente rappresentativo dell’effettiva esposizione, le procedure di valu-tazione sperimentale sono estremamente noiose specialmente quando siapplicano per verificare il rispetto delle norme e per processi di certifica-zione che richiedono un gran numero di misure.I metodi numerici sono molto progrediti e sono sempre più usati per cal-coli dosimetrici. Fino ad oggi si sono modellate le sorgenti come semplicidipoli, antenne reali di telefoni cellulari e di apparati biomedicali, o ondepiane a grandi distanze dall’antenna, mentre per i soggetti esposti si sono

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various modeling efforts to simulate realistic exposure, to minimize thedifficulty encountered in dosimetric determinations and comparisons. It isnoteworthy that available information from literature suggests that theintegrated or whole-body SAR is similar for a homogeneous orheterogeneous model. The maximum SAR and its distribution are closelyrelated to the distance of the radiation element from the body surface andthe current distribution on the antenna in personal communication devices[3]. It is of particular significance to note the use of bulk electricalconductivity, the specific heat capacity, and the mass density (kg/m3) oftissue in the computation and derivation of SAR from induced fieldstrength and from measurement of temperature elevation. Their use in thedefinition means that a volume of tissue mass must be selected over whichSAR is determined. It is obvious that the numerical value of SAR would bethe same, regardless of what volume is chosen if the induced field or powerdeposition is uniform in a tissue medium. A difficulty arises when theabsorption or SAR distribution is highly non-uniform or when tissues withdiffering properties and conductivities are within the same volume. Thus, ingeneral, a smaller averaging mass or volume would allow SAR - as a metric- to provide a more precise representation of the true values of RFabsorption and its variation inside the body or tissue medium to help assessresponse of the biological system. It should further be emphasized that thesensitivity and resolution of present-day computational algorithms andresources, and experimental measurement devices and techniques canprovide accurate SAR values with a spatial resolution on the order of 1 mm,in dimensions.

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usati sia modelli geometrici semplici, sia modelli anatomici dettagliatidella testa, del collo, del torace e del corpo intero. Alcuni di questi model-li, soprattutto quelli anatomici, possono considerare anche gli organi inter-ni, tessuti eterogenei e costanti dielettriche complesse, che possonoinfluenzare i campi indotti e il SAR. Per il calcolo del SAR e dei campiindotti si sono usati anche vari modelli, di esseri umani adulti o di anima-li, ottenuti con tomografia digitale (TAC ) o con risonanza magnetica(NMR) per immagini. I modelli numerici hanno una risoluzione spazialedi 1-3 mm. Sono state sollevate questioni sulla confrontabilità dei risulta-ti di calcoli che usino modelli diversi. Un problema particolarmente con-troverso è quanto, in questi modelli, influiscano sulla distribuzione delSAR l’eterogeneità dei tessuti e le dimensioni dell’elemento di volume.Tutto ciò indica la necessità di standardizzare i vari modelli di simulazio-ne, per minimizzare i problemi nelle determinazioni dosimetriche e neirelativi confronti. È opportuno notare che le informazioni disponibili inletteratura suggeriscono che i valori di SAR integrati sul corpo intero sonosimili per i modelli omogenei o eterogenei. Il valore massimo del SAR ela sua distribuzione sono strettamente legati alla distanza dell’elementoradiante dalla superficie del corpo e alla distribuzione della corrente diantenna in apparecchi di comunicazione mobile [3]. È particolarmente importante notare l’uso della conducibilità elettrica deitessuti, del loro calore specifico e della loro densità di massa (kg/m3) neicalcoli e nella derivazione del SAR a partire dall’intensità dei campi indot-ti e dalla misura dell’innalzamento di temperatura. Il loro uso implica lascelta di un volume di massa tissutale entro cui determinare il SAR. Èovvio che i valori numerici del SAR sarebbero gli stessi, indipendente-mente dal volume scelto, se i campi indotti o la deposizione di energia fos-sero uniformi nel tessuto. La difficoltà sorge quando l’assorbimento o ladistribuzione del SAR sono molto disuniformi, o quando dentro lo stessovolume si trovano tessuti con diverse proprietà e conducibilità. Quindi, ingenerale, scegliere una massa o un volume più piccolo su cui effettuare lamedia fa sì che il SAR – usato come misura – fornisca una rappresentazio-

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References

[1] Lin J.C. - Mechanisms of field coupling into biological systems at ELF and RFfrequencies. - In: Lin J.C., editor. Advances in Electromagnetic Fields in LivingSystems, Kluwer/Plenum, New York, vol. 3, pp. 1-38, 2000

[2] Lin J.C. - Dosimetric comparison between different possible quantities for limitingexposure in the RF band: Rationale for the basic one and implications forguidelines. - Health Physics 2007, 92(6):547-453

[3] Lin J.C. and Bernardi P. - Computational methods for predicting field intensity andtemperature change. - In: F. Barnes and B. Greenebaum, Eds., Bioengineering andBiophysical Aspects of Electromagnetic Fields, Taylor & Francis, Boca Raton, FL.USA pp. 293-380, 2007

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"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings50

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ne più precisa dell’effettivo assorbimento di energia e delle sue variazioniall’interno del corpo o del tessuto, e quindi una migliore valutazione dellarisposta del sistema biologico. Si deve inoltre sottolineare che la sensibili-tà e la risoluzione degli odierni algoritmi e strumenti di calcolo, comeanche le tecniche e gli strumenti di misura sperimentale, forniscono valo-ri accurati del SAR con una risoluzione spaziale dell’ordine di 1 mm.

Riferimenti

[1] Lin J.C. - Mechanisms of field coupling into biological systems at ELF and RFfrequencies. - In: Lin J.C., editor. Advances in Electromagnetic Fields in LivingSystems, Kluwer/Plenum, New York, vol. 3, pp. 1-38, 2000

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[3] Lin J.C. and Bernardi P. - Computational methods for predicting field intensity andtemperature change. - In: F. Barnes and B. Greenebaum, Eds., Bioengineering andBiophysical Aspects of Electromagnetic Fields, Taylor & Francis, Boca Raton, FL.USA pp. 293-380, 2007

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T his paper summarise RF induced health effects from recognizedsources of sound science, such as those produced by the World

Health Organization and publications from competent national authorities.

Sources and exposure: Wireless technologies rely on networks of fixedantennas, or base stations, to transmit information using radiofrequency(RF) signals. There are over 2 billion mobile phone users connecting tosome 2 million base stations worldwide. Wireless local area networks (WLANs) and WiFi allow high-speed internetaccess and email services that are now common in homes, offices, andmany public areas (airports, schools, residential and urban areas). RFexposures from base stations range from 0.002% to 2% of the levels of theICNIRP guidelines, depending on a person's proximity to the antenna. RFfields from wireless networks are lower or comparable to RF exposures

Health effects from wireless technologies: an international perspective

Mike Repacholi

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* Typical E-field levels near mobile phone base stations (< 200 m) see:http://www.6283.ch/docs/allgemein/Bakom/Salzburg_Bakom.pdf

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Q uesto lavoro riassume gli effetti sanitari indotti dai campi elettroma-gnetici che sono stati indicati da fonti di riconosciuta validità scien-

tifica, come i documenti prodotti dall’Organizzazione Mondiale dellaSanità e le pubblicazioni di enti nazionali competenti.

Sorgenti ed esposizioniLe tecnologie senza fili si basano su reti di antenne fisse, o stazioni radiobase, per trasmettere informazioni mediante segnali a radiofrequenza. Visono più di due miliardi di utenti di telefoni mobili che si collegano a circa2 milioni di stazioni radio base nel mondo. Le reti senza fili per aree locali (WLAN) e le reti WiFi permettono l’acces-so rapido ad Internet e ai servizi di posta elettronica che sono ormai di usocomune in casa, in ufficio e in molte aree pubbliche (aeroporti, scuole, areeresidenziali e urbane). Le esposizioni ai campi a radiofrequenza prodottidalle stazioni radio base variano da 0,002% a 2% dei livelli raccomandati

Effetti sanitari delle tecnologie senza fili: una panoramica internazionale

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Technologia Intervallo difrequenza (MHz)

Potenzamassima diuscita (mW)

Max campoelettrico a

20 cm (V/m)

Limite ICNIRP(V/m)

Telefoni DECT 1880...1900 250 11.5 56.5 -59.9

Bluetooth 2402...2480 100 3.1 61

Linee locali senza fili (WLAN)2400...2484

5250...5725

100

200

3.9

3.9

61

61

Periferiche senza fili per PC 27 ... 2400 10 <1.5 28 - 61

Baby monitors 27 ... 2400 500 8.5 28 - 61

Stazioni radio base* 900 … 1800 – 0.1 – 1.0 41.2 -58.3

* Livelli tipici di campo elettrico vicino a stazioni radio BASE (< 200 m).Si veda: http://www.6283.ch/docs/allgemein/Bakom/Salzburg_Bakom.pdf

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from radio or television broadcast transmitters. Sources and levels ofexposure for RF-communications are compared to the ICNIRP (1998)limits in the table (After Valberg et al 2007).

Biological and health effectsSome people are concerned that exposure to the RF signals from basestation and local wireless network antennas may cause adverse healtheffects. While there has been considerable research (> 6000 publications)to determine whether exposure to RF fields has any health consequences,it is important to realize that there are difference between biological effectsreported in some scientific studies and real health effects. Biologicaleffects are any measurable changes to cells, tissues or organs of the bodyfrom a given stimulus (for example RF fields), and are not necessarilyharmful to health. The body can compensate or adjust to many types ofchanges and this is a normal part of living on Earth in its ever-changingenvironment. A biological effect could become an adverse health effectonly if the body is sufficiently stressed for long periods and adequatecompensation is not possible. For example, the body can compensate forwide changes in temperature, but if subjected to very high temperatures forextended periods, the body can suffer heat stress. The only established health consequences from exposure to RF fields aredue to an increase in body temperature (> 1 °C). RF exposure from basestations and wireless networks are so low that the temperature increasesare insignificant and do not affect human health. While there have been anumber of non-thermal effects reported in the scientific literature, none ofthese effects have been demonstrated to have any consequence to health atthe levels of RF exposure from mobile base stations.

CancerMany studies have examined whether RF fields initiate, promote orprogress cancer. None of the published epidemiological studies haveprovided evidence that RF exposure increases the risk of cancer. The most

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dalle linee guida ICNIRP, secondo la vicinanza della persona espostaall’antenna. I campi prodotti dalle reti wireless sono minori o, al più, con-frontabili con le esposizioni a campi a radiofrequenza dovute ai trasmetti-tori radio o televisivi. Nella tabella i livelli di esposizione dovuti a sorgen-ti di telecomunicazione sono confrontati con i limiti ICNIRP (dati adattatida Valberg et al. 2007).

Effetti biologici e sanitariAlcune persone sono preoccupate che l’esposizione ai segnali a radiofrequen-za provenienti dalle stazioni radio base e dalle antenne di reti senza fili loca-li possano produrre effetti nocivi per la salute. È stata condotta una gran moledi ricerche (oltre 6.000 pubblicazioni) per stabilire se l’esposizione a campi aradiofrequenza abbia conseguenze per la salute, ma è importante in proposi-to comprendere che ci sono differenze tra gli effetti biologici riportati in alcu-ni studi scientifici e dei veri e propri effetti sanitari. Gli effetti biologici sonomodificazioni misurabili delle cellule, dei tessuti o di organi del corpo aseguito di un determinato stimolo e non sono necessariamente dannosi per lasalute. Il corpo umano può compensare molti tipi di variazioni o adattarsi adesse e ciò fa parte della normale vita sulla terra, in un ambiente in continuocambiamento. Un effetto biologico può diventare un effetto di danno allasalute soltanto se il corpo è sufficientemente sollecitato per periodi prolunga-ti e non è possibile un’adeguata compensazione. Per esempio, il corpo puòcompensare ampie variazioni di temperatura, ma se è soggetto a temperaturemolto alte per periodi prolungati può soffrire per uno stress termico. Le sole conseguenze sanitarie accertate dell’esposizione a campi a radiofre-quenza sono dovute ad un aumento della temperatura corporea (oltre 1° C).Le esposizioni dovute alle stazioni radio base e alle reti senza fili sono cosìbasse che gli aumenti di temperatura sono insignificanti e non hanno alcuneffetto sulla salute umana. Nella letteratura scientifica sono stati riportatidiversi effetti non termici, ma per nessuno di questi è stata dimostrata alcu-na conseguenza sulla salute ai livelli di esposizione tipici delle stazioniradio base per telefonia mobile.

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comprehensive ongoing study on mobile phones and cancer is theINTERPHONE study, co-ordinated by the International Agency onResearch on Cancer (IARC) of WHO. This is a population based case-control study of head and neck tumours and mobile phones use by personsaged 30-59 years. Investigators in 13 countries are participating using acommon protocol. The study will be strong because, using the sameprotocol, it will be possible to pool the data from all the study centres toprovide a statistically powerful result. The publication of the results isanticipated during 2008. This study will be important for providing anyevidence that exposure to RF fields could cause cancer.However, it is reassuring that long-term animal studies have notestablished an increased risk of cancer from exposure to RF fields, even atlevels that are much higher than produced by base stations and wirelessnetworks. The majority of well-performed animal studies show that long-term RF exposure does not promote the development of mammary orcolon cancer, lymphomas, brain and spinal cord tumours or liver cancers.While a few animal studies have reported field dependent effects, most canbe criticised for poor experimental techniques.

Cancer clustersReports of cancer clusters around base stations have heightened publicconcern. However, since cancers are unevenly distributed among anypopulation and given that base stations are everywhere in the environment,it is expected that cancer clusters will occur near base stations merely bychance.

General health consequencesOnly a few studies have investigated general health effects in individualsexposed to RF fields from base stations. This is because of the difficulty indistinguishing possible health effects from the very low signals emitted bybase stations from other higher strength RF signals in the environment.Most studies have focused on the RF exposures of mobile phone users.

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CancroMolti studi hanno esaminato se i campi a radiofrequenza, inneschino, pro-muovano o favoriscano il cancro. Nessuno degli studi epidemiologici pub-blicati ha mostrato che l’esposizione a campi a radiofrequenza aumenti ilrischio di cancro. La più ampia ricerca in corso su telefoni mobili e cancro èlo studio INTERPHONE, coordinato dall’Agenzia Internazionale per laRicerca sul Cancro (IARC) dell’OMS. Questo è uno studio caso-controllo,su base di popolazione, relativo ai tumori della testa e del collo in relazioneall’uso di telefoni mobili da parte di persone tra 30 e 59 anni di età. Al pro-getto partecipano ricercatori di 13 Paesi che utilizzano un protocollo comu-ne. Lo studio sarà statisticamente forte perché, usando lo stesso protocollo,sarà possibile riunire insieme i dati di tutti i centri di ricerca per fornire risul-tati di elevata potenza statistica. Si prevede che i risultati vengano pubblica-ti nel 2008. Lo studio sarà importante perché potrà, nel caso, fornire eviden-za che l’esposizione a campi a radiofrequenza potrebbe provocare il cancro.È tuttavia rassicurante il fatto che studi a lungo termine su animali nonabbiano accertato alcun aumento del rischio di cancro per esposizioni acampi a radiofrequenza, anche a livelli molto più alti di quelli prodotti dallestazioni radio base e dalle reti senza fili. Studi su animali ben condottimostrano per la maggior parte che l’esposizione prolungata a campi a radio-frequenza non favorisce lo sviluppo di tumori alla mammella o al colon, dilinfomi, di tumori cerebrali e del midollo spinale o di cancro al fegato. Unpiccolo numero di studi su animali ha segnalato effetti dipendenti dal can-cro, ma la maggior parte di questi è criticabile per carenze sperimentali.

Cluster di tumoriLe segnalazioni di concentrazioni (cluster) di tumori attorno a stazioniradio base hanno aumentato le preoccupazioni del pubblico. Però, dato chei tumori sono distribuiti in modo disuniforme in qualunque gruppo dipopolazione e dato che le stazioni radio base sono presenti ovunque nel-l’ambiente, è da aspettarsi che vicino alle antenne possano presentarsi con-centrazioni di tumori per puro caso.

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Human and animal studies examining brain wave patterns, cognition andbehaviour after exposure to RF fields, such as those generated by mobilephones, have not identified any adverse effects. No consistent evidence ofaltered sleep or cardiovascular function has been reported.

Hypersensitivity to EMFSome individuals have reported that they experience non-specificsymptoms upon exposure to RF fields emitted from base stations and otherEMF devices. As summarized in a recent WHO fact sheet“Electromagnetic Hypersensitivity”, and in a recent, large study ofhypersensitive individuals in the UK, EMF has not been shown to causeany of their symptoms. Nonetheless, it is important to recognize the plightof people suffering from these symptoms and provide treatment for them.

What about radio and TV?The body absorbs up to five times more of the signal from FM radio andtelevision than from base stations. This is because the frequencies used inFM radio (around 100 MHz) and in TV broadcasting (around 300 to 400MHz) are lower than those employed in mobile telephony (900 MHz and1800 MHz) and because a person's height makes the body an efficientreceiving antenna. Radio and television stations have operated for morethan 50 years without any adverse health consequence.

International standardsBoth the ICNIRP (1998) and the Institute of Electrical and ElectronicEngineering's (IEEE) International Committee on Electromagnetic Safety(ICES) Standards have produced limit values for human exposure. The RFexposure limits were developed following detailed and thorough reviewsof the scientific literature to determine established health effects. Bothinternational standards committees have incorporated safety factors intotheir limits to ensure both public and occupational safety from RFexposures. It should be noted that RF emissions from base stations and

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Effetti generali sulla salute Solo pochi studi hanno indagato gli effetti generali sulla salute di soggettiesposti ai campi a radiofrequenza delle stazioni radio base. Ciò è dovutoalla difficoltà di distinguere eventuali effetti sanitari dovuti ai bassissimisegnali emessi dalle stazioni radio base da quelli dovuti a altri segnali aradiofrequenza, più intensi, presenti nell’ambiente. La maggior parte deglistudi si è concentrata sull’esposizione durante l’uso di telefoni mobili.Studi sull’uomo e su animali che hanno esaminato le onde cerebrali, lefunzioni cognitive e il comportamento in seguito a esposizioni a campicome quelli generati dai telefoni mobili non hanno identificato nessuneffetto nocivo. Non sono stati riportati dati coerenti di alterazioni delsonno o delle funzioni cardiovascolari.

Ipersensibilità ai campi elettromagneticiAlcuni individui dichiarano di soffrire sintomi come conseguenza del-l’esposizione ai campi a radiofrequenza emessi da stazioni radio base e daaltri dispositivi elettromagnetici. Come documentato in un promemoriadell’OMS intitolato “Ipersensibilità ai campi elettromagnetici” e in unrecente ampio studio su soggetti ipersensibili condotto nel Regno Unito,non c’è prova che i campi elettromagnetici siano causa di nessuno dei lorosintomi. Ciò nonostante è importante prendere atto dello stato di sofferen-za delle persone affette da questi sintomi e fornire loro cure adeguate.

Cosa si può dire per radio e TV? Il corpo assorbe l’energia dei segnali radio e televisivi fino a cinque voltedi più di quelli delle stazioni radio base. Ciò è dovuto al fatto che le fre-quenze usate nelle trasmissioni radio FM (circa 100 MHz) e in quelle tele-visive (tra circa 300 e 400 MHz) sono più basse di quelle usate nella tele-fonia mobile (900 MHz e 1800 MHz) e al fatto che, a causa della sua altez-za, il corpo di una persona funziona come una efficiente antenna riceven-te. Le stazioni radio e televisive sono in esercizio da oltre cinquant’annisenza alcuna conseguenza negativa per la salute.

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wireless technologies are far below these international limits for thegeneral public.

ConclusionsFrom all the results of research accumulated so far, no adverse short - orlong-term health effects have been shown to occur from the weak RFsignals emitted from wireless networks such as mobile phone basestations, WiFi, WLAN and WiMAX. All these devices generally produceRF signals significantly lower than the limit values in the internationalstandards, so no adverse health effects are expected; even from continuousexposure to the RF fields they produce. The World Health Organization'sInternational EMF Project continues to monitor the results of research.Further details can be found on the WHO web site at:http://www.who.int/peh-emf/en/The above conclusion has also been reached by all major national andinternational reviews on the health effects of RF fields. For an extensivelisting of these reviews refer to the following web site:http://www.elettra2000.it/scienza/docs_eng.htm

Further reading

ICNIRP (1998) - Guidelines for Limiting Exposure to Time-Varying Electric, Magnetic,and Electromagnetic Fields (up to 300 GHz), International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection - April 1998 (To download see: www.icnirp.org/documents/emfgdl.pdf)

IEEE/ICES (2005)- Standard for Safety Levels with Respect to Human Exposure to RadioFrequency Electromagnetic Fields, 3 kHz to 300 GHz, Standard C95.1-2005 - Institute ofElectrical and Electronic Engineers, International Committee on Electromagnetic Safety(To purchase see: http://webstore.ansi.org/RecordDetail.aspx?sku=IEEE%20C95.1-2005)

Valberg P.A., van Deventer E.T., Repacholi M.H - Workshop report: Base stations andwireless networks - radiofrequency (RF) exposures and health consequences.Environmental Health - Perspectives 2007, 115 (3): 416-424

Wiedemann P.M., Thalmann A.T., Grutsch M.A., Schutz H. - The impacts of

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"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings60

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Norme InternazionaliSia l’ICNIRP (1998), sia l’Istituto degli Ingegneri Elettrici ed Elettronici(IEEE) attraverso il suo Comitato Internazionale per la SicurezzaElettromagnetica (ICES) hanno stabilito valori limite per l’esposizionedell’uomo ai campi a radiofrequenza. I limiti di esposizione sono stati svi-luppati a conclusione di una dettagliata e approfondita rassegna della let-teratura scientifica per individuare gli effetti sanitari accertati. Entrambi icomitati internazionali hanno incluso nei loro limiti dei fattori di riduzio-ne, per garantire la sicurezza sia del pubblico sia dei lavoratori nei con-fronti dell’esposizione ai campi elettromagnetici. Si deve notare che ilivelli di emissione di campi a radiofrequenza da parte delle stazioni radiobase e dei dispositivi senza fili (wireless) sono molto al di sotto di questilimiti internazionali per il pubblico.

ConclusioniIl complesso dei risultati accumulati fino ad oggi non mostra nessun effet-to nocivo a breve o a lungo termine come conseguenza dei deboli segnalia radiofrequenza emessi dalle reti senza fili, le stazioni radio base per tele-fonia mobile o i dispositivi WiFi, WLAN e WiMAX. Tutti questi disposi-tivi producono in generale segnali a radiofrequenza che sono molto infe-riori ai valori limite delle normative internazionali e non si prevedonoquindi effetti nocivi per la salute, nemmeno per un’esposizione continua.Il Progetto Internazionale Campi Elettromagnetici dell’OMS segue conti-nuamente i risultati della ricerca. Ulteriori dettagli possono trovarsi sul sitodell’OMS all’indirizzo: http://www.who.int/peh-emf/en/Alle stesse conclusioni sono giunte tutte le principali revisioni nazionali einternazionali degli effetti sanitari dei campi elettromagnetici a radiofre-quenza. Per un ampio elenco di queste rassegne, si veda il sito:http://www.elettra2000.it/scienza/docs_ita.htm

Per approfondimenti

ICNIRP (1998) - Guidelines for Limiting Exposure to Time-Varying Electric, Magnetic,

Effetti sanitari delle tecnologie senza fili: una panoramica internazionale

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Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”61

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precautionary measures and the disclosure of scientific uncertainty on EMF riskperception and trust. - J Risk Research 2006, 9 (4), 31-372 .

WHO - Fact sheet no. 193 Mobile telephones and their base stations - June 2000(http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs193/en/)

WHO - Fact sheet no. 296 Electromagnetic Hypersensibility - December 2005 (See:http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs296/en/index.html)

WHO - Fact sheet no. 304 Base stations and wireless technologies - May 2006 (See:http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs304/en/index.html)

Health Effects from Wireless Technologies: An international perspective

Mike Repacholi

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings62

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and Electromagnetic Fields (up to 300 GHz), International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection - April 1998 (Scaricabile da: www.icnirp.org/docu-ments/emfgdl.pdf). Traduzione italiana: “Linee guida per la limitazione dell’esposizio-ne a campi elettrici e magnetici variabili nel tempo e a campi elettromagnetici (fino a300 GHz)” http://www.icnirp.org/documents/emfgdlita.pdf

IEEE/ICES (2005) - Standard for Safety Levels with Respect to Human Exposure to RadioFrequency Electromagnetic Fields, 3 kHz to 300 GHz, Standard C95.1-2005 - Institute ofElectrical and Electronic Engineers, International Committee on Electromagnetic Safety(Per acquisto: http://webstore.ansi.org/RecordDetail.aspx?sku=IEEE%20C95.1-2005)

Valberg P.A., van Deventer E.T., Repacholi M.H - Workshop report: Base stations andwireless networks - radiofrequency (RF) exposures and health consequences.Environmental Health - Perspectives 2007, 115 (3): 416-424

Wiedemann P.M., Thalmann A.T., Grutsch M.A., Schutz H. - The impacts of precau-tionary measures and the disclosure of scientific uncertainty on EMF risk perceptionand trust. - J Risk Research 2006, 9 (4), 31-372 .

OMS – Promemoria n. 193 I telefoni mobili e le loro stazioni radio base. - Giugno2000 (http://www.who.int/docstore/peh-emf/publications/facts_press/ifact/it_193.htm)

OMS - Promemoria n. 296 Ipersensibilità ai campi elettromagnetici. - Dicembre 2005(http://www.who.int/entity/peh-emf/publications/facts/ehs_fs_296_italian(2).pdf)

OMS – Promemoria n. 304 Stazioni radio base e tecnologie senza fili - Maggio 2006(http://www.who.int/entity/peh-emf/publications/facts/bs_fs_304_italian_v2.pdf)

Effetti sanitari delle tecnologie senza fili: una panoramica internazionale

Mike Repacholi

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”63

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T he continuous exposure of people to electromagnetic (EM) sources,like power lines or domestic appliances present in the neighbourhood

or inside houses, and the use of EM sources very close to the human body,like mobile cell-phones, have determined rising attention, both in publicopinion and in scientific community, about possible risks on human healthdue to the EM exposure.This has led to the development of theoretical and experimental studiesaiming to the understanding of the interaction mechanisms between EMfields and biological tissues that could ultimately result in adverse healtheffects. To date, the only assessed mechanisms underlying adverse effects,which have been considered in the definition of safety guidelines, are theion motion under the action of the electric field for low frequencies and theenergy transfer to water molecules leading to a temperature increase of thetissue for radiofrequency (RF) fields.Novel electrical and electronic technologies, new communication devices,magnetic imaging technologies for medical use and other applicationsbring new EMF challenges that must be assessed for risk. There is little or no conclusive evidence that the level of EMF currentlyexperienced by the general population, below the international standards,does cause ill health, but on the basis of current scientific knowledge thequestion of whether the use of these new technologies poses an increasedrisk is still an open question.On such basis, since 1990, the European Union has decided to promoteactivity of research in the framework of the COST Actions, three projects(COST 244, 244Bis, and 281) has been founded gathering the Europeanresearchers in an network of exchange of information through workshopson the several aspects of this multidisciplinary science.Such activities has been worked as a basis for the following initiatives of

A short report on the European Research activities

Guglielmo d’Inzeo

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings64

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L’esposizione prolungata del pubblico alle sorgenti di campo elettro-magnetico (CEM) come gli elettrodotti o le apparecchiature per uso

domestico presenti nelle immediate vicinanze delle abitazioni o all’internodi esse, e l’utilizzo di sorgenti CEM molto vicino al corpo umano, come itelefoni cellulari, hanno portato ad un’attenzione crescente in relazione aipossibili rischi per la salute umana dovuti all’esposizione ai CEM sia daparte dell’opinione pubblica che della comunità scientifica.Ciò ha portato allo sviluppo di studi teorici e sperimentali che mirano allacomprensione dei meccanismi di interazione tra CEM e tessuti biologici,che possano eventualmente dare origine ad effetti dannosi per la salute. Adoggi, gli unici meccanismi accertati alla base di effetti dannosi riguardanoil movimento degli ioni sotto l’azione di campi elettrici a basse frequenzee il trasferimento di energia alle molecole d’acqua che provoca un aumen-to di temperatura del tessuto esposto a campi a radiofrequenza (RF). Talimeccanismi sono stati considerati nella definizione delle linee guida per laprotezione in materia di esposizione.Le moderne tecnologie, i nuovi dispositivi di comunicazione, le tecnologieper la ricostruzione di immagini che sfruttano il campo magnetico e altreapplicazioni per uso medico portano a nuove prospettive che devono esse-re valutate in termini di rischio da CEM.Le evidenze scientifiche relative al fatto che i livelli di CEM attualmentesperimentati dal pubblico generico, al di sotto degli standard internaziona-li, possano causare malessere sono poche o addirittura inesistenti. Tuttavia,sulla base delle conoscenze attuali la domanda se l’utilizzo di queste nuovetecnologie possa condurre ad un incremento del rischio è ancora aperta.Sulla base di questo, fin dal 1990, l’Unione Europea ha deciso di promuo-vere l’attività di ricerca nell’ambito delle Azioni COST: i progetti finan-ziati sono stati tre (COST 244, 244Bis e 281), i quali hanno aggregato, in

Una breve sintesi sulle attività di ricerca in Europa

Guglielmo d’Inzeo

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”65

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research and legislators need validated scientific evidence to establish thesafety standards and exposure limits, while manufacturers need to haveguidelines for safe product design. Eight projects looked to broaden theknowledge of electromagnetic field and its potential to interact with livingorganisms in European Union V Frame Program (FP5). The environmentand health projects funded in FP5 have contributed to this vital researcheffort Projects in this area represent around 9% of the total budget forenvironment and health in the program.

Research results There are three sub-areas into which FP5 EMF projects are grouped: - Radiofrequency Fields and Health – 5 projects - Extra-low Frequency Electromagnetic Fields and Health – 1 project - Tera-hertz Radiation and Health – 2 projects

The majority of the projects looked at radiofrequency fields and health dueto the increased concern from the widespread use of mobile phones in oursociety. On the basis of these researches there is a reasonable consensusthat no significant observable adverse effects have been discoveredrelating to GSM use, although further work will be required to investigatedetailed responses. Tera-Hertz radiation is used in medical applicationsand is often found at exits to shops, for example, to detect and detershoplifting. The results from the FP5 research projects showed that suchdevices induce no adverse effects under the experimental conditionsemployed. A number of recommendations for improvements to theexposure guidelines for Tera-Hertz security devices were made.

FP5 Radio Frequency projects list Brief details of each project in this area are given below. For more detailsplease see the individual project sites and EMF-Net site(http://www.jrc.cec.eu.int/emf-net/)

A short report on the European Research activities

Guglielmo d’Inzeo

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings66

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occasione di appositi workshop, i ricercatori europei in una rete per loscambio di informazioni e conoscenze sugli aspetti multidisciplinari.Tali attività sono state condotte come base per le successive iniziative diricerca, alla luce del fatto che i legislatori necessitano di prove scientifichevalidate per stabilire gli standard di sicurezza e i limiti di esposizione,mentre i produttori e distributori di servizi hanno bisogno di linee guideper la progettazione di prodotti sicuri. Nell’ambito del Quinto ProgrammaQuadro (FP5), otto progetti hanno avuto come obiettivo quello di amplia-re le conoscenze sulle possibili interazioni dei CEM con gli organismiviventi. I progetti finanziati hanno rappresentano circa il 9% del budgettotale per il settore Ambiente e Salute nell’ambito dell’intero Programma.

Risultati di ricercheLe aree in cui sono stati raggruppati i progetti del Quinto ProgrammaQuadro sui CEM sono tre:- Campi a radiofrequenza e Salute - 5 progetti- Campi elettromagnetici a Frequenza Estremamente Bassa e Salute - 1

progetto- Radiazioni Tera-Hertz e Salute - 2 progetti

La maggioranza dei progetti è dedicata a campi elettromagnetici a radio-frequenza e salute, a causa delle crescenti preoccupazioni derivanti dal-l’ampia diffusione dei telefoni mobili. Alla base di queste ricerche vi è unragionevole consenso relativamente all’assenza di effetti dannosi osserva-bili per il sistema GSM, anche se è necessario altro lavoro per indagarealcune risposte nel dettaglio. Le frequenze dell’ordine dei Tera-Hertz sono utilizzate per applicazionimediche e per sistemi antitaccheggio. I risultati dei progetti di ricercahanno mostrato che tali dispositivi non inducono effetti dannosi nelle con-dizioni sperimentali di utilizzo. Sono state anche fornite una serie di rac-comandazioni per la redazione di linee guida finalizzate al miglioramentodell’esposizione dovuta ai dispositivi operanti a tali frequenze.

Una breve sintesi sulle attività di ricerca in Europa

Guglielmo d’Inzeo

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”67

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CEMFEC – Combined effects of Electromagnetic Fields withEnvironmental Carcinogens. At the levels of exposure chosen nocarcinogenic effects due to radiofrequency exposure were found in the animalmodel used.

GUARD – Potential Adverse Effects of GSM Cellular Phones on Hearing.No effects due to GSM phones on the main measures of auditory status inanimals or humans could be found, but study of potential effects in theauditory efferent system were recommended.

INTERPHONE – International Case Control Studies of Cancer inRelation to Mobile Phone Use. This project is aiming to give a definitiveanswer to the question: “do mobile phones increase cancer risk?” througha wide-ranging, multi-country study on the occurrence of tumours in cellsin close proximity to phones during use such as the brain, acoustic nerveand parotid gland.

RAMP 2001 – Risk Assessment for Exposure of Nervous System Cells toMobile Telephone EMF: from In Vitro to In Vivo Studies. No specificeffects were found in this in vivo and in vitro study of the possible effectsof electromagnetic fields on the brain and nervous system.

PERFORM-A – In vivo Research on Possible Health Effects related toMobile Telephones and Base Stations (Carcinogenicity Studies inRodents). Six animal models are being used to determine if radiofrequencyexposure induces or promotes cancer in mice and rats.

Present and future work Within VI Framework Program (FP6) the work on electromagnetic fieldswas specifically continued in the cited coordination action EMF-NET(Effects of the exposure to Electromagnetic fields: From science to publichealth and safer workplaces), which is working to bring together research

A short report on the European Research activities

Guglielmo d’Inzeo

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings68

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Elenco dei progetti in ambito FP5Di seguito si forniscono alcuni brevi dettagli dei progetti finanziati nel-l’ambito del FP5. Per ulteriori approfondimenti si rimanda ai siti dei sin-goli progetti e al sito di EMF-Net (http://www.jrc.cec.eu.int/emf-net/).

CEMFEC – Valutazione del possibile effetto co-carcinogenico di campielettromagnetici a frequenze tipiche della telefonia cellulare. Ai livelli diesposizione selezionati per l’indagine non si sono segnalati effetti di carci-nogenesi indotta sugli animali utilizzati come campioni.

GUARD – Effetti nocivi del telefono cellulare GSM sull’udito. Non sonostati riscontrati effetti di variazione dei parametri uditivi in animali o nel-l’uomo dovuti all’utilizzo di telefoni GSM, occorre però indagare gli even-tuali effetti sul sistema uditivo in quanto tale.

INTERPHONE – Studio internazionale caso-controllo sulla correlazionetra l’uso del telefono cellulare e l’insorgenza di tumori. Il progetto è fina-lizzato al fornire una risposta definitiva alla domanda “l’utilizzo del tele-fono cellulare aumenta il rischio di contrarre tumori?”, attraverso un ampiostudio che coinvolge molti Paesi che indagano sull’incidenza di tumori acarico di cellule o strutture che si trovano in aree esposte ai campi elettro-magnetici prodotti dal telefono cellulare, come ad esempio, il cervello, ilnervo acustico e le ghiandole paratiroidee.

RAMP 2001 – Valutazione del rischio derivante dalla esposizione dellecellule del sistema nervoso a campi elettromagnetici tipici della telefoniacellulare attraverso studi in vivo e in vitro. Studi effettuati in vivo e in vitronon hanno riscontrato effetti specifici dei campi elettromagnetici a caricodel sistema nervoso e del cervello.

PERFORM-A – Ricerca in vivo sui possibili effetti sulla salute derivantida telefoni cellulari e stazioni radio base (studi di carcinogenicità condot-

Una breve sintesi sulle attività di ricerca in Europa

Guglielmo d’Inzeo

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”69

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results on biological effects of EMF including occupational exposure.The Environment and Health activity within the Environment (includingClimate Change) theme of the Cooperation Programme in FP7 includesspecific reference to health effects of EMF and other funding may bepossible under calls from the Information and CommunicationTechnologies and Health themes.(http://cordis.europa.eu/fp7/home_en.html).

A short report on the European Research activities

Guglielmo d’Inzeo

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ti su roditori). Sei differenti modelli animali sono stati utilizzati al fine diindagare se l’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza sia ingrado di indurre o promuovere neoplasie in topi e ratti.

Attività presente e futuraNell’ambito del Sesto Programma Quadro l’attività sui CEM è stata speci-ficamente continuata nella già citata azione di coordinamento EMF- Net(Effetti da esposizione ai campi elettromagnetici: dalla Scienza verso salu-te pubblica e luoghi di lavoro più sicuri), che opera per raccogliere i risul-tati dei lavori di ricerca sugli effetti biologici dei CEM, inclusa l’esposi-zione per motivi professionali.L’attività di ricerca sull’ambiente e la salute all’interno del SettoreAmbientale (che include anche i cambiamenti climatici) del programma dicooperazione del Settimo Programma Quadro, include riferimenti specifi-ci agli effetti sulla salute dovuti ai CEM ed è possibile che vi siano altrifinanziamenti provenienti dal Settore delle Tecnologie per l’Informazionee la Comunicazione e dal Settore per la Salute.(http://cordis.europa.eu/fp7/home_en.html).

Una breve sintesi sulle attività di ricerca in Europa

Guglielmo d’Inzeo

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”71

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T he International Commission on Non Ionizing Radiation protection(ICNIRP) issued in 1998 guidelines on protection against exposure to

electromagnetic fields (EMF) in the frequency range from 0 Hz (staticfields) to 300 GHz. ICNIRP is an independent expert group formallyrecognized by the World Health Organization (WHO), as well as othermajor international bodies. Exposure limits recommended by ICNIRP provide adequate protectionagainst any established adverse health effects. In the frequency regiontermed radiofrequency (RF) and microwaves (MW) – includingfrequencies used for mobile telephony – established effects are thermal innature, i.e. are related to tissue heating following absorption ofelectromagnetic energy.ICNIRP guidelines are available in different languages at Commission’swebsite (www.icnirp.org). A document can also be downloaded whereICNIRP criteria for risk assessment and the development of science-basedhealth policies are discussed in detail.ICNIRP recommendations have been endorsed as national standards byover 30 countries worldwide. The European Union issued in 1999 aRecommendation for the protection of the general public, and in 2004 aDirective for the protection of occupationally exposed workers, both basedon the ICNIRP guidelines.The validity of ICNIRP standards is regularly checked in the light ofprogress of scientific research. The most recent review was carried out in2007 by the Scientific Committee on Emerging and Newly IdentifiedHealth Risks (SCENIHR). The adequateness of international limits wasalso confirmed, in year 2006, by WHO with a Fact Sheet on mobile phonebase stations and wireless networks.

Protection against mobile telephony EMFs

Paolo Vecchia

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings72

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L a Commissione Internazionale per la Protezione dalle RadiazioniNon Ionizzanti (ICNIRP), un gruppo indipendente formalmente

riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e da altriorganismi internazionali, ha emanato nel 1998 le linee guida per la prote-zione dall’esposizione a campi elettromagnetici nello spettro di frequen-ze da 0 Hz (campi statici) a 300 GHz. I limiti raccomandati fornisconoun’adeguata protezione contro tutti gli effetti sanitari scientificamenteaccertati. Nella regione dello spettro elettromagnetico cosiddetta delleradiofrequenze e microonde, che comprende le frequenze proprie dellatelefonia mobile, gli effetti accertati sono di natura termica, legati cioè alriscaldamento dei tessuti in conseguenza dell’assorbimento di energiaelettromagnetica.Le linee guida dell’ICNIRP sono disponibili in diverse lingue, tra cui l’ita-liano, sul sito della Commissione (www.icnirp.org). Dallo stesso sito puòanche essere scaricato un documento che illustra in dettaglio i criteri e imetodi adottati dall’ICNIRP per la valutazione dei rischi sanitari e per losviluppo di normative protezionistiche.Le raccomandazioni dell’ICNIRP sono state fatte proprie da oltre 30Paesi che le hanno adottate come normative nazionali, nonchédall’Unione Europea che ha emanato nel 1999 una Raccomandazione perla protezione della popolazione generale e nel 2004 una Direttiva per laprotezione dei lavoratori, entrambe pressoché coincidenti con le lineeguida ICNIRP.Le norme sono state più volte verificate alla luce dei più recenti risultatidella ricerca scientifica e la loro validità è stata sempre confermata. La piùrecente verifica è quella effettuata nel 2007, per conto della CommissioneEuropea, dal Comitato Scientifico sui Rischi Sanitari Emergenti e diNuova Identificazione (SCENIHR). Anche l’OMS ha ribadito l’adeguatez-

Protezione dai campi elettromagnetici della telefonia cellulare

Paolo Vecchia

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”73

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Mobile telephony and compliance with protection standardsFor RF fields, international standards recommend exposure limitsexpressed through a physical quantity termed Specific Absorption Rate(SAR), representing the electromagnetic energy absorbed by body tissuesper unit mass and unit time (W/kg). When checking compliance of mobiletelephony systems with exposure limits, it is appropriate to considerhandsets and base stations separately. In the case of handsets, the close proximity of the antenna to user’s headcauses the absorption to be confined within a small volume, and referenceis made to limits on local SAR. In contrast, waves from base stationsimpinge almost uniformly on the body of the exposed individual, andreference is therefore made to the whole-body averaged SAR.Compliance with ICNIRP limits ensures that the temperature increaseresulting from the conversion of absorbed electromagnetic energy intoheat does not exceed about 1 °C, a value below normal variations due toenvironmental conditions or physical activity. Thermal excursions of thisorder of magnitude are easily compensated by physiological reactionmechanisms.The technical characteristics of modern mobile telephony systems are suchthat limits for both whole-body and local SAR are always complied with.It is worth noting on this regard that handsets and base stations aremanufactured according to very precise and strict international standards,in order to ensure inter-operation. Technical specifications include anupper limit to the emitted power. Based on this limit, a conservative(worst-case) exposure level could be theoretically calculated, andcompared with limits in order to check compliance of the devices withexposure standards. However, as an additional warrant for the public, eachnew handset model undergoes internationally agreed tests before being putinto the market. In the case of base stations, the very principle of operation requires anupper limit to the radiated power, in order to minimize interferences insurrounding cells and maximize the re-use of frequencies on which the

Protection against mobile telephony EMFs

Paolo Vecchia

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za dei limiti internazionali in un suo Promemoria del 2006, dedicato inmodo particolare alle stazioni radio base per la telefonia mobile.

Sistemi di telefonia mobile e rispetto delle norme di protezioneLe norme internazionali stabiliscono, per i campi elettromagnetici a radio-frequenza, limiti di esposizione espressi in termini di una grandezza dettatasso di assorbimento specifico o SAR (Specific Absorption in Rate), chemisura l’assorbimento di energia elettromagnetica per secondo in un’uni-tà di massa corporea (w/kg). Ai fini del rispetto delle norme è opportunoconsiderare, per la telefonia mobile, in modo separato le esposizioni dovu-te al telefono da quelle dovute alle stazioni radio base.Nel primo caso, data la vicinanza dell’antenna alla testa dell’utente, l’assor-bimento di energia è confinato in una zona molto piccola e si fa quindi rife-rimento a un limite di SAR locale. Le onde emesse da una stazione radiobase investono invece il corpo di una persona esposta in modo uniforme esi fa perciò riferimento ad un valore di SAR mediato sul corpo intero.Attraverso questi limiti di esposizione si garantisce che l’aumento di tempe-ratura dei tessuti corporei, risultato ultimo della conversione in calore del-l’energia elettromagnetica assorbita, non superi un grado centigrado (1° C)circa, cioè un valore inferiore alle normali variazioni di temperatura asso-ciate alle condizioni ambientali, o all’attività fisica. Escursioni di quest’or-dine di grandezza sono infatti facilmente contrastate dai normali meccani-smi di compensazione dell’organismo umano. Le caratteristiche degli attuali sistemi di telefonia mobile sono tali per cuientrambi i limiti, cioè quello sul SAR medio e quello sul SAR locale, ven-gono sempre rispettati. Si deve tenere presente a questo proposito che sia itelefoni mobili, sia le stazioni radio base sono prodotti rispettando standardinternazionali molto rigidi e precisi, per garantire la loro interoperabilità. Lenorme tecniche prescrivono, tra l’altro, un limite massimo per la potenzaemessa e sulla base di questo dato si potrebbero calcolare a priori i livellimassimi di esposizione e verificarne la conformità alle norme. A maggioregaranzia dei cittadini, è comunque previsto che ogni nuovo modello di tele-

Protezione dai campi elettromagnetici della telefonia cellulare

Paolo Vecchia

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”75

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technology is based. Both numerical calculations and a huge number ofexperimental measurements indicate that public exposures due to basestations are normally by orders of magnitude below ICNIRP limits.Such conclusions do not change if reference is made to Italian regulationsrather than international standards. Italian limits are defined by a Decreeissued in 2003, whose scope is however limited to fixed sources fortelecommunication: it includes radio base stations, while excludinghandsets. In the frequency range of interest for mobile telephony, exposurelimits (more precisely, so-called attention values and quality goals) arebelow international standards by a factor ranging from 20 to 200 ifexpressed in terms of power density. Since in realistic conditions exposure levels from base stations are severalorders of magnitude below ICNIRP limits, they are also much less thanItalian limits. These are therefore irrelevant for mobile telephony basestations. Such judgment is supported by the results of a number ofmeasurements carried out by scientific institutes, health and environmentprotection agencies, and technical control bodies. In a European survey,for example, data collected around several hundred base stations in sevenCountries were compared with several exposure limits including Italians,and in no case they were exceeded. Of special interest are the results of awide monitoring campaign carried out by the Ugo Bordoni Foundation, inclose collaboration with the Regional Agencies for EnvironmentalProtection (ARPA). The results of thousands of measurements carried outover the whole territory of Italy are available online athttp://www.monitoraggio.fub.it.

Precautionary measuresAttention levels and quality goals were introduced in the Italianregulations as precautionary measures to prevent or limit possible long-term effects. However, the implementation of restrictions stricter thaninternational standards did not result in a decrease of public concern that,on the contrary, seems to have increased. Lowering the exposure limits is

Protection against mobile telephony EMFs

Paolo Vecchia

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fono sia sottoposto a una serie di verifiche prima della sua immissione incommercio. Per quanto riguarda le stazioni radio base, il principio stesso difunzionamento della rete impone un limite alla potenza emessa da ogni sin-gola antenna, per minimizzare le interferenze con le antenne di altre celle esfruttare così al massimo il riutilizzo delle frequenze su cui la telefoniamobile si basa. I calcoli teorici e le misure sperimentali, ormai molto nume-rose, indicano che i normali livelli di esposizione del pubblico sono inferio-ri per diversi ordini di grandezza ai limiti raccomandati dall’ICNIRP.Ad analoghe conclusioni si giunge se, anziché alle raccomandazioni interna-zionali, si fa riferimento alle norme italiane. Queste ultime sono costituite, perquanto riguarda l’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenze emicroonde, da un decreto interministeriale del 2003 il cui campo di applica-zione è però limitato alle sorgenti fisse di telecomunicazione; le norme copro-no quindi le stazioni radio base, ma non i telefoni mobili. I limiti di esposi-zione (più precisamente, i livelli di attenzione e gli obiettivi di qualità) sonoinferiori a quelli internazionali di un fattore che, per le diverse frequenze dellatelefonia cellulare, varia tra 20 e 200 in termini di densità di potenza.Poiché, come già sottolineato, i livelli di esposizione dovuti alle stazioniradio base sono, in condizioni realistiche, di diversi ordini di grandezzainferiori ai limiti ICNIRP, essi risultano anche largamente al di sotto diquelli italiani. In altri termini, le norme italiane sono, per quanto riguardale antenne fisse di telefonia cellulare, del tutto ininfluenti. Questo giudizioè confermato da numerose misure effettuate da istituti scientifici, agenzieprotezionistiche ed enti di controllo. Uno studio europeo ha confrontato irisultati di misure effettuate presso centinaia di stazioni radio base in settepaesi con diversi limiti tra cui quelli italiani, senza trovare nessun caso disuperamento. Particolarmente significativi sono anche i risultati di unavasta campagna di monitoraggio effettuata, su tutto il territorio nazionale,dalla Fondazione Ugo Bordoni in collaborazione con le Agenzie Regionalidi Protezione Ambientale (ARPA). I dati delle migliaia di misurazionieffettuate su tutto il territorio nazionale sono disponibili in rete all’indiriz-zo http://www.monitoraggio.fub.it.

Protezione dai campi elettromagnetici della telefonia cellulare

Paolo Vecchia

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considered by many as a minimum – if not insufficient – measure. Ageneral opposition to new installations persists, along with the demand forfurther precautionary measures that includes, for mobile telephony,limiting the number of base station to the minimum required for areacoverage, locating new antennas far away from inhabited areas, andpossibly a enforcing moratorium for new installations. All these measures, that apparently sound based on common sense, shouldbe carefully evaluated considering the costs involved, a possible degradeof service and, most important, actual effectiveness in the reduction ofexposure. The relocation of antennas far away from residential andbusiness areas and the limitation of their number (and density) might infact result at the best in a small reduction of the very low environmentalEMF level (although an increase may occur as well). At the same time,however, the much more important exposure that phone users experienceduring calls would largely increase. In fact, the power radiated by thephone is kept - through an adaptive power control (APC) - to the minimumrequired for good communication. The potential for reduction is very high,up to a factor of 1.000, and would also allow long battery duration;however, the effectiveness of APC is drastically reduced if the connectedbase station is far away, or the communication is frequently switchedbecause of the limited capacity of the network. Actual emission levels ofhandsets have been analyzed in a large epidemiological study on mobilephone use and cancer (INTERPHONE), in order to assess the actualexposure of mobile phone users. The results show that the average poweremitted by cellular phones in Italy is around or above 50% of themaximum, i.e orders of magnitude above levels theoretically allowed byAPC.The case of handsets is obviously different, being their use a matter ofpersonal decision, and cautionary measures are a personal choice too. Therole of science here is to provide a thorough and balanced view ofscientific knowledge, in order to allow informed choices. To this aim,WHO has provided a number of Fact Sheets for the public. The list

Protection against mobile telephony EMFs

Paolo Vecchia

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Misure di precauzioneI valori di attenzione e gli obiettivi di qualità sono stati introdotti nella nor-mativa italiana come misure di precauzione per prevenire o limitare even-tuali effetti a lungo termine. L’adozione di norme più stringenti di quelleinternazionali non è però bastata a sedare le preoccupazioni del pubblicoche, al contrario, sembrano essere aumentate. La riduzione dei limiti èquindi considerata una misura minima, se non insufficiente, da molti citta-dini che continuano a opporsi all’installazione di nuove antenne e a richie-dere ulteriori misure cautelative. Queste comprendono, per quanto riguar-da le stazioni radio base per telefonia cellulare, la loro riduzione al nume-ro minimo necessario per garantire la copertura, il loro allontanamento daicentri abitati o una moratoria nell’autorizzazione nuovi impianti. Tutte queste soluzioni, che possono a prima vista apparire ragionevoli inbase al buon senso popolare per cui la prudenza non è mai eccessiva,dovrebbero però essere attentamente valutate non solo in relazione ai costiche comportano e a una possibile riduzione della qualità del servizio, maanche alla loro reale efficacia nella riduzione delle esposizioni. Sia conl’allontanamento delle antenne che con la loro riduzione si potrebbe infat-ti ottenere al più una piccola riduzione (ma spesso si ha un aumento) dellivello, già di per sé molto basso, del campo elettromagnetico ambientale.Nello stesso tempo, però, si aumenterebbero di molto le esposizioni, assaipiù importanti, a cui gli utenti sono soggetti nell’uso dei cellulari. Questiultimi sono infatti dotati di un sistema di controllo automatico (APC,Adaptive Power Control) che riduce, istante per istante, la potenza emes-sa al minimo livello necessario per una buona comunicazione. Questanotevole potenzialità (il fattore di riduzione arriva fino a 1000 circa), chetra l’altro consente una maggiore autonomia della batteria, può esserequasi completamente annullata se l’antenna fissa è lontana o se la comuni-cazione deve essere continuamente deviata da una stazione all’altra per lascarsa capacità della rete. Analisi effettuate per valutare l’esposizioneeffettiva dei soggetti in studio in un’importante indagine epidemiologicainternazionale (il progetto INTERPHONE) hanno mostrato che in Italia, a

Protezione dai campi elettromagnetici della telefonia cellulare

Paolo Vecchia

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”79

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includes fact sheets on precautionary policies, on health effects ofradiofrequency and, more specifically, on mobile telephony and wirelesstechnologies.

References

IICNIRP (1998) – Guidelines for limiting exposure to time-varying electric,magnetic, and electromagnetic fields (up to 300 GHz).(http://www.icnirp.org/documents/emfgdl.pdf)

ICNIRP (2003) – General approach to rotection against non ionizing radiation (http://www.icnirp.org/documents/philosophy.pdf)

WHO (1998) – Fact Sheet n° 183 Electromagnetic Fields and Public Health: HealthEffects of Radiofrequency Fields (http://www.who.int/docstore/peh-emf/publications/facts_press/efact/efs183.html)

WHO (2006) – Fact Sheet n° 304 Electromagnetic Fields and Public Health: Basestations and wireless networks (http://www.who.int/entity/mediacentre/factsheets/fs304/en/index.html)

SCENIHR (2007) - Possible effects of Electromagnetic Fields (EMF) on HumanHealth.(http://ec.europa.eu/health/ph_risk/committees/04_scenihr/docs/scenihr_o_007.pdf)

European Union – Council recommendation of 12 July 1999 on the limitation ofexposure of the general public to electromagnetif fields (0 Hz to 300 GHz)(http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/en/oj/1999/l_199/l_19919990730en00590070.pdf)

European Union - Directive 2004/40/EC of the European Parliament and of the Councilof 29 April 2004 on the minimum health and safety requirements regarding the exposureof workers to the risks arising from physical agents (electromagnetic fields) (18thindividual Directive within the meaning of Article 16(1) of Directive 89/391/EEC)(http://eur-lex.europa.eu/JOHtml.do?uri=OJ:L:2004:159:SOM:EN:HTML)

Protection against mobile telephony EMFs

Paolo Vecchia

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fronte di un potenziale di riduzione come quello già indicato, i telefonimobili funzionano in media a oltre la metà della loro potenza massima.Diverso è ovviamente il caso dei telefoni cellulari, il cui uso è una sceltapersonale e personali sono quindi anche le scelte cautelative. Il compitodella scienza è in questo caso quello di fornire il quadro più completo ecorretto possibile delle conoscenze, affinché i cittadini possano prendere leloro decisioni su base informata. A questo scopo, l’OMS ha prodotto unaserie di note informative per il pubblico, tradotte anche in italiano con iltitolo di Promemoria. Oltre a un documento relativo alle politiche di pre-cauzione, sono disponibili promemoria specifici per la telefonia mobile e,ancor più in particolare, per le stazioni radio base.

RiferimentiICNIRP (1998) - Linee guida per la limitazione dell’esposizione a campi elettrici emagnetici variabili nel tempo e a campi elettromagnetici (fino a 300 GHz).(http://www.icnirp.org/documents/emfgdlita.pdf)

ICNIRP (2003) – Approccio generale alla protezione dalle radiazioni non ionizzanti. (http://www.icnirp.org/documents/philosophyita.pdf)

OMS (1998) – Promemoria n. 183 Campi elettromagnetici e salute pubblica. Effettisanitari dei campi a radiofrequenza). (http://www.who.int/docstore/peh-emf/publications/facts_press/ifact/it_183.htm)

OMS (2006) – Promemoria n. 304 Campi elettromagnetici e salute pubblica. Stazioniradio base e tecnologie senza fili (wireless). (http://www.who.int/peh-emf/publications/facts/bs_fs_304_italian_v2.pdf)

SCENIHR (2007) - Possible effects of Electromagnetic Fields (EMF) on HumanHealth.(http://ec.europa.eu/health/ph_risk/committees/04_scenihr/docs/scenihr_o_007.pdf)

Unione Europea – Raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 1999 relativa alla limi-tazione dell'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz.(http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/oj/1999/l_199/l_19919990730it00590070.pdf)

Unione Europea - Direttiva 2004/40/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del29 aprile 2004, sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all'esposizio-ne dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici).(http://eur-lex.europa.eu/JOHtml.do?uri=OJ:L:2004:159:SOM:IT:HTML)

Protezione dai campi elettromagnetici della telefonia cellulare

Paolo Vecchia

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”81

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B ecause of the rapid development of wireless communications, andmobile telephony in particular, health concerns have been expressed

since 1993 and research undertaken on a large scale in order to evaluatethe potential associated health risks (cf WHO’s International EMF project:www.who.int/peh-emf). The database of WHO lists around 850 laboratorystudies in the RF range.

Sources and dosimetry RF sources of wireless communications are many and of many types(mobile telephony, DECT, WiFi, Bluetooth, etc.). They are becomingomnipresent in our environment and, each year, new RF technologies arebeing implemented. Electromagnetic field measurements are made toinsure that the levels of exposure of the public are lower than therecommended limits. Calculations are carried out on numerical models ofheads and bodies, for the two genders and different ages, to determine thedeposition of energy in tissues and possibly the resulting temperatureelevation. The quality of these calculations has greatly improved in the lastfew years thanks to the good resolution of the models (usually with a thevoxel size of 0,5 mm) and the increase in computing power. Numericalphantoms of children and foetus in utero are now available. Knowledge ofthe sources and fields in the environment are essential in the design ofexposure systems for humans, animals and cells in the laboratory.

Human studies Human studies in the laboratory consist in exposing volunteers in adouble-blind manner to RF fields and carrying out tests, either biological(e.g. levels of hormones), or behavioural (perception, cognitive functions,etc.). Hypersensitive subjects, claiming to be affected by electromagnetic

Wireless communications and health: experimental biological studies

Bernard Veyret

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A seguito del rapido sviluppo delle comunicazioni senza fili (wireless),e della telefonia mobile in particolare, sono stati espressi sin dal 1993

dubbi riguardo a possibili effetti sanitari e si sono intraprese ricerche sularga scala per valutare i potenziali rischi per la salute associati a questetecnologie (si veda il Progetto Internazionale Campi Elettromagneticidell’OMS: www.who.int/peh-emf). La base di dati dell’OMS comprendecirca 850 studi di laboratorio nel settore dei campi a radiofrequenza.

Sorgenti e dosimetriaLe sorgenti di campi a radiofrequenza per le comunicazioni senza fili sonomolteplici e di vario tipo (telefonia mobile, DECT, WiFi, Bluetooth, ecc.).Queste sorgenti stanno diventano onnipresenti nel nostro ambiente e ognianno si sviluppano nuove tecnologie. Si effettuano misure di campo elet-tromagnetico per assicurare che i livelli di esposizione del pubblico sianoal di sotto dei limiti raccomandati e si sviluppano calcoli basati su model-li numerici della testa e del corpo umano, per ambedue i sessi e per diffe-renti età, al fine di determinare la deposizione di energia nei tessuti edeventualmente il conseguente aumento della temperatura. La qualità diquesti calcoli è notevolmente migliorata negli ultimi anni grazie alla buonarisoluzione dei modelli (generalmente con celle di dimensioni di 0,5 mm)e alla crescita della potenza di calcolo. Sono oggi disponibili fantoccinumerici di bambini e del feto in utero. La conoscenza delle sorgenti e deicampi nell’ambiente è essenziale per progettare i sistemi espositivi daimpiegare in studi di laboratorio su esseri umani, animali e cellule.

Studi sull’uomoGli studi di laboratorio su esseri umani consistono nell’esporre dei volon-tari, in condizioni di doppio cieco, a campi elettromagnetici a radiofre-

Comunicazioni senza fili e salute: studi biologici sperimentali

Bernard Veyret

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”83

Page 84: “Elettrosmog”: quali risposte? · “Elettrosmog”: quali risposte? campi elettromagnetici e salute: le risposte della scienza, della società, della comunicazione

fields (EHS), have been tested in several studies. The current conclusion isthat the cause of the symptoms reported by EHS subjects is not related toRF exposure. Results of human studies on "normal" subjects (auditorysystem, well-being, etc.) have been overall negative, that is showing noeffects. In sleep studies, a few biological effects have been found usingEEG to monitor sleep.

Animal studies The use of animal models is invaluable because it allows to obtaininformation on biological and medical effects of exposure to physicalagents or chemicals, information which cannot be acquired in humans.Models of cancer (e.g. promotion of tumours), of behaviour and damageof the central nervous system have been used in investigations, includinglong-term exposures and, to date, no noxious effect was confirmed atnonthermal levels, i.e. not causing heating of tissues. Some large-scaleprojects have recently been completed (e.g. Perform A) on animal modelsof cancer and the results are negative. This is also true for theinvestigations on the auditory system, behaviour (e.g. memory), and theblood-brain barrier. A major large-scale long-term study on animals, including cancer, is goingto start soon in the USA, funded by NIHES (National Institute ofEnvironmental Health Sciences). Unfortunately, the results of thatexperiments will not be available in time for the coming health riskevaluations.

Cellular studies Studies performed on cultured cells (primary or cell lines) make it possibleto plan animal studies and to look further into the understanding of certainmechanisms. Major progress was made in the design and the use ofexposure systems for cell cultures, with well-defined RF exposureconditions. Until now, no positive result on these models has been obtained with

Wireless communications and health: experimental biological studies

Bernard Veyret

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Page 85: “Elettrosmog”: quali risposte? · “Elettrosmog”: quali risposte? campi elettromagnetici e salute: le risposte della scienza, della società, della comunicazione

quenza e nell’effettuare delle prove biologiche (ad esempio livelli di ormo-ni) o comportamentali (percezioni, funzioni cognitive, ecc.). In diversistudi si sono presi in esame soggetti ipersensibili, che affermavano di esse-re disturbati dai campi elettromagnetici. La conclusione attuale è che lacausa dei sintomi lamentati dai soggetti ipersensibili non è legata all’espo-sizione a campi a radiofrequenza. I risultati di studi su soggetti “normali”(sul sistema uditivo, sullo stato di benessere, ecc.) sono stati nel comples-so negativi, cioè non hanno mostrato alcun effetto. Pochi effetti biologicisono stati trovati negli studi sul sonno, usando l’elettroencefalogrammacome strumento di controllo.

Studi su animaliL’uso di modelli animali è prezioso perché permette di ottenere informa-zioni su effetti biologici e sanitari dell’esposizione ad agenti fisici o chimi-ci, che non potrebbero ottenersi su esseri umani. Nelle ricerche si sono studiati, anche con esposizioni a lungo termine, il can-cro (ad esempio, la promozione di tumori), gli effetti sul comportamento e ipossibili danni al sistema nervoso centrale. Fino ad oggi non si è trovata con-ferma di alcun effetto a livelli non termici, cioè tali da non provocare il riscal-damento dei tessuti. Recentemente sono stati completati alcuni progetti sularga scala (ad esempio Perform A) su tumori in modelli animali, con risul-tati negativi. Lo stesso è accaduto per gli studi sul sistema uditivo, sul com-portamento (ad esempio sulla memoria) e sulla barriera emato-encefalica.Sta per partire negli Stati Uniti uno studio su larga scala, finanziato dalNIEHS (National Institute of Environmental Health Sciences), finalizzatoa studiare gli effetti a lungo termine su animali, compreso il cancro.Purtroppo, i risultati di questi esperimenti non saranno disponibili intempo utile per le prossime valutazioni di rischio sanitario già previste.

Studi su sistemi cellulariGli studi effettuati su cellule in coltura (cellule primarie o linee cellulari)consentono di progettare gli studi su animali e di migliorare la compren-

Comunicazioni senza fili e salute: studi biologici sperimentali

Bernard Veyret

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”85

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certainty at nonthermal levels. There is some uncertainty about some of themodels. Regarding the debate on genotoxic effects of RF on cells, thepresent conclusion is that evidence of such effects at nonthermal levels isvery weak.

Evaluation of the risk Hundreds of studies have been performed in laboratory since 1993, mainlyusing mobile telephony signals. Many of the most recent ones have beenreplication and confirmation studies. Based on the data available fromlaboratory investigations, one cannot perform a complete evaluation of therisk until the major epidemiologic studies, which are complementary, arepublished. The IARC establishes classifications of the carcinogenic agentsbased on all scientific approaches. It will have to wait to carry out itsanalysis of RF fields until the epidemiological data are published.

ConclusionMost of the research is still being done on nonthermal effects andthresholds for the thermal ones. Several long-term cancer studies have been performed on animals and thedata can in part be extrapolated to humans. However, there is a need to domore long-term investigations. Since one of the major concerns regards the effects of RF exposure onchildren, several experiments are planned or ongoing on young animals, asmost direct investigations on children are not allowed. It will take timebefore the data on young animals are available and can be extrapolated tochildren’s health.Laboratory research is still active (mainly in Europe) but declining in spiteof the need to investigate the potential effects of emerging RF signals.Extrapolation of data obtained with the first generations of mobiletelephony will be difficult if nonthermal effects depending on the nature ofthe signals occur.The weight of scientific evidence coming from the laboratory does not

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Bernard Veyret

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sione di certi meccanismi. Sono stati compiuti progressi fondamentalinella progettazione e nell’uso di sistemi espositivi per colture cellulari, concondizioni ben definite di esposizione ai campi a radiofrequenza.Fino ad ora non si è ottenuto nessun risultato positivo certo su questimodelli, a livelli di esposizione non termici. Su alcuni modelli esiste unacerta incertezza. Per quanto riguarda il dibattito su possibili effetti geno-tossici dei campi a radiofrequenza sulle cellule, la conclusione a tutt’oggiè che la loro evidenza, a livelli non termici, è molto debole.

Valutazione del rischioA partire dal 1993 sono stati condotti centinaia di studi di laboratorio,usando soprattutto segnali propri della telefonia mobile. Molti dei piùrecenti sono stati studi di replica e conferma. Non si può però effettuareuna valutazione completa di rischio sulla base dei dati di laboratorio dispo-nibili, finché non saranno pubblicati i risultati di importanti studi epide-miologici che sono loro complementari. La IARC fornisce una classifica-zione degli agenti cancerogeni sulla base di tutti i dati scientifici pertinen-ti. Un’analisi dei campi a radiofrequenza dovrà attendere la pubblicazionedei dati epidemiologici.

ConclusioniLa maggior parte delle ricerche ancora in corso è focalizzata su effetti nontermici e sulle soglie degli effetti termici. Riguardo alla induzione di tumo-ri, sono stati effettuati numerosi studi a lungo termine su animali e i risul-tati possono essere in parte estrapolati all’uomo, ma occorrono comunqueulteriori studi.Poiché una delle maggiori preoccupazioni riguarda gli effetti dell’esposi-zione a campi a radiofrequenza sui bambini, sono stati progettati o sono incorso numerose ricerche su animali giovani, dal momento che studi diret-tamente sui bambini non sono quasi mai permessi. Occorrerà tempo primache i risultati su animali giovani siano disponibili e possano essere estra-polati ai bambini.

Comunicazioni senza fili e salute: studi biologici sperimentali

Bernard Veyret

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”87

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support health concerns or indicate any health risk from RF technologiesin normal use, nor that there is any accepted mechanism for potentialhealth effects at these low exposure levels.

Further readings

WHO - WHO’s RF research recommendations (www.who.int/peh-emf/research/rf_research_agenda_2006.pdf )

WHO - WHO database (www.who.int/peh-emf/research/database/emfstudies/ )

SCENIHR - SCENIHR report of the EChttp://ec.europa.eu/health/ph_risk/committees/04_scenihr/docs/scenihr_o_007.pdf

SSI - Swedish 2006 SSI report (www.ssi.se/english/Contact_SSI.html)

EMF-NET - EMF-NET databases and reports (http://web.jrc.ec.europa.eu/emf-net)

Report of the MTHR Programme in the UK (www.mthr.org.uk/press/p7/p7_2007.htm)

Health Protection Agency, UK- Website (www.hpa.org.uk)

French AFSSET Agency - Website (www.afsse.fr)

Wireless communications and health: experimental biological studies

Bernard Veyret

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings88

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La ricerca di laboratorio è ancora attiva (soprattutto in Europa), ma stadiminuendo nonostante il bisogno di studiare i potenziali effetti dei segna-li di tecnologie emergenti. Nel caso esistessero effetti non termici chedipendono dalla natura del segnale, sarebbe difficile estrapolare a questesituazioni i dati ottenuti con i telefoni mobili di prima generazione.Nel complesso, i risultati degli studi di laboratorio non forniscono giusti-ficazioni alle preoccupazioni per la salute, né indicano che, nell’uso nor-male, le tecnologie basate su campi a radiofrequenza presentino rischisanitari né, infine, esiste alcun meccanismo accertato per possibili effettisulla salute a questi bassi livelli di esposizione.

Per approfondimenti

OMS - Raccomandazioni dell’OMS per la ricerca (www.who.int/peh-emf/research/rf_research_agenda_2006.pdf )

OMS - Base di dati OMS delle ricerche(www.who.int/peh-emf/research/database/emfstudies/ )

SCENIHR - Rapporto dello SCENIHR alla Commissione Europea (http://ec.europa.eu/health/ph_risk/committees/04_scenihr/docs/scenihr_o_007.pdf )

SSI (Istituto Svedese di Protezione dalle Radiazioni) - Rapporto 2006(www.ssi.se/english/Contact_SSI.html)

EMF-NET - Base di dati e rapporti (http://web.jrc.ec.europa.eu/emf-net)

Rapporto del programma MTHR nel Regno Unito(www.mthr.org.uk/press/p7/p7_2007.htm)

(HPA) Agenzia di Protezione della Salute del Regno Unito – Sito web(www.hpa.org.uk)

Agenzia Francese AFSSET – Sito web (www.afsse.fr)

Comunicazioni senza fili e salute: studi biologici sperimentali

Bernard Veyret

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”89

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II SESSION

COMMUNICATION AND PARTICIPATED DECISION PROCESSES

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II SESSIONE

COMUNICAZIONE E PROCESSI PARTECIPATI

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Past and future of antennas sites for wireless systems

Gabriele Falciasecca

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings92

T he scenario. Since the beginning of the 90’s, an extraordinary andsometimes chaotic development of wireless communication systems

has been observed. The most popular example, deeply involving technolo-gical innovation, is represented by mobile radio communication systems(the GSM standard in particular), for which at least one of the correspon-dent can be anywhere in the served area.

In the last years new and different acronyms have been proposed to thepublic, offering innovative “extraordinary” services and performance notalways well understood by people. Thus, besides the traditional GSMoffer, UMTS (3G) system and recently HSDPA for high speed packet dataconnections have been proposed. Together with the traditional AnalogueTerrestrial Television, Digital Terrestrial Television (DVB T) services andrecently also Mobile Television (DVB H) are offered too. For WirelessLocal Loop, after the DECT standard for home cordless, WiFi and nowWiMAX systems are proposed. The description of the characteristics and services offered by these systemswould need a long paper, so that in the present publication I will try only toextract some of the common problems still not solved and to highlight howwe can act to guarantee a correct development of new networks in the future.

In short, still open problems can be summarised in two main groups:

• the already developed systems have grown rapidly and not in controlledway;

• for new systems, it is not easy to understand what the “killer applica-tion” could be, so it is difficult to foresee the actual potential develop-ment of the networks.

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Gli impianti radio tra passato e futuro

Gabriele Falciasecca

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”93

Lo scenario di riferimento. Dall’inizio degli anni ’90 abbiamo assisti-to a uno sviluppo straordinario e a volte tumultuoso dei sistemi di

comunicazione via radio; in particolare l’innovazione si è concentrata suicosiddetti sistemi d’area, quelli cioè che prevedono che almeno un corri-spondente sia collocato in un punto qualunque dell’area di servizio offer-ta. L’esempio più popolare è il servizio telefonico mobile con standardGSM che è diventato ormai una compagnia inseparabile della maggioran-za della popolazione italiana.

Negli ultimi anni lo scenario si è arricchito di una molteplicità di nuovesigle che ogni volta vengono presentate con promesse di prestazioni mira-bolanti, ma la cui reale portata non è facilmente comprensibile per il gran-de pubblico. Così alla tradizionale offerta GSM si è affiancata quelladell’UMTS (o 3G) e più recentemente l’HSDPA per connessione dati a piùgrande velocità. Alla tradizionale televisione analogica si è affiancata quel-la digitale terrestre DVB-T di cui si sta ora installando anche la versionemobile DVB-H. Nel campo delle reti locali via radio (Wireless Local AreaNetwork) allo standard del cordless casalingo, il DECT, si è aggiunto ilsistema WiFi e, dopo un gran parlare durato anni, siamo alla vigilia del-l’introduzione del WiMax. Soltanto una descrizione delle caratteristiche diquesti sistemi e dei servizi che possono offrire richiederebbe lo spazio diun’ampia pubblicazione. Cercherò dunque qui di estrarre i problemi comu-ni lasciatici in eredità dal passato e di delineare come si può far fronte alleesigenze che lo sviluppo di questi sistemi pone per il prossimo futuro.In estrema sintesi si può dire che i problemi aperti sono raggruppabili indue grandi gruppi:• i sistemi oggi maturi si sono sviluppati in modo rapido e poco control-

lato;

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Past and future of antennas sites for wireless systems

Gabriele Falciasecca

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings94

There is another key point: because of the necessity to give service as soonas possible a new network is generally deployed in a short time; this is justone of the aspects of the “hurry” characterising our days.

The invasion of the antennasFollowing the liberalisation of private radio and television broadcasting,our Country landscape has changed, showing new artificial trees: theantennas masts, which have filled a lot of the free space in our cities andin radio spectrum. It is interesting to observe that the Latin origin of theword “antenna” means “tree ship” indeed. In our Country, the period whenprivate broadcasters deployed their own networks is often referred as“New Far West”, highlighting the absence of any agreed location plan.In the last decade, the success of mobile radio systems, with the technolo-gical necessity to reuse spectrum resources where the number of subscri-bers is higher, has driven mobile operators to install a great number of low-power antennas, with a strong impact on citizens and on LocalAdministrations.

Nowadays, the huge number of international studies on health effects ofelectromagnetic fields confirms that limits imposed by the Italian law formobile base stations are very precautionary.So a second phase can now start: a rationalization of existing systems inorder to both reduce the environmental impact and to prepare space fornew network installations. This can be achieved by means of a reductionof the number of masts, if environmental conditions on exposure limits aresatisfied, or trying to diminish the visual impact, with masts integrated inthe urban landscape.

The most recent technological offerDigital techniques for video broadcasting networks are characterised bynew features and different coverage techniques. However, in our Country,

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Gli impianti radio tra passato e futuro

Gabriele Falciasecca

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”95

• i sistemi nuovi vengono presentati con un’eccessiva larghezza nelleapplicazioni potenziali, sono spesso in concorrenza tecnologica tra loroe non è dunque facile capire, quando si presentano, quale sarà la loronicchia di utilizzo.

Inoltre a complicare le cose vi è quasi sempre il fatto che ogni volta che sipropone qualcosa di nuovo, un po’ perché viene presentato come la cosaattesa da sempre, arrivata magari in ritardo, un po’ per ridurre il tempo diritorno degli investimenti, c’è sempre una grande urgenza nella implemen-tazione, di cui poi spesso a posteriori non si riconoscono le motivazioni. Èuno dei tanti aspetti della fretta che caratterizza in negativo il mondomoderno. Vediamo quali linee di comportamento possono essere indivi-duate per far fronte a questi problemi.

L’ invasione delle antenneQuando è partita la liberalizzazione che ha consentito lo sviluppo di radioe TV private, il panorama del nostro paese si è arricchito di nuovi alberiartificiali: i tralicci con le antenne, secondo una logica spontanea simile aciò che accade in natura; andando cioè a occupare gli spazi liberi (in que-sto caso fisici e spettrali). Può essere significativo ricordare che l’originelatina della parola antenna era mutuata proprio da “albero” anche se quel-lo delle navi. Per questa fase si è parlato anche di nuovo Far West.Successivamente lo sviluppo della telefonia cellulare, con la necessità tec-nica di moltiplicare il numero degli impianti laddove ci sono più potenzia-li utenti, ha fatto sì che le nostre città si riempissero di impianti radianti diridotta potenza rispetto ai precedenti, ma non per questo meno fastidiosialla vista e comunque fortemente impattanti nella gestione amministrativa.Oggi, per fortuna, constatiamo che la molteplicità di studi condotti a livel-lo internazionale ha confermato l’adeguatezza dei limiti per la protezionedella popolazione che lo stato italiano si è dato riguardo alle stazioni fisse.Si può allora avviare una seconda fase: la razionalizzazione di ciò che èstato fatto sia per ridurre l’impatto ambientale sul nostro paesaggio, sia invista della necessità di procedere a nuove installazioni. Ciò può comporta-

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Past and future of antennas sites for wireless systems

Gabriele Falciasecca

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings96

the very first planning strategies for DVB-T systems haven’t take intoaccount this aspect and coverage has been implemented in a traditionalway, referring to the existing frequency plans.

For the mobile version, DVB-H, these new techniques are necessary. Inparticular, in order to reach users on the roads or inside buildings withouta fixed antenna, DVB-H planning has to be similar to mobile system’s one,with a high number of base stations in the cities. The same masts are alrea-dy used for mobile television and mobile phone base stations, provided thecompliance of exposure limits. A different technique is the so-called “twolevel technique”: the field strength level necessary for a good coverage canbe obtained by installing outside the cities just few transmitters, equippedwith a considerable amount of power (first level antennas). Then, thesignal emitted from these high power antennas is received and re-irradia-ted in a short range, by low power antennas located in towns. These secondlevel antennas, are much many but emit low power, so that can be assimi-lated to base stations for mobile phones, although they are properly broad-casting base stations.

As long as WiMAX technology is concerned, different usage can deal withdifferent transmitted power and different service areas: WiMAX can beused for wireless broadband access (in alternative to wired broadbandaccess) in high density urban areas or to offer broadband access in moun-tain areas, where wired access is not possible (thus filling the so calledDigital Divide). At the time being, the real most effective and appealingapplication for WiMAX is still under discussion.

The antenna disappearanceIn terms of rationalization of Digital Video Broadcasting, there may be stilltime to reduce drawbacks of DVB-H installations, since the system is notcompletely deployed yet, whereas, for DVB-T, rationalization procedureshave to be carried out not by each single city but at a regional level, taking

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Gli impianti radio tra passato e futuro

Gabriele Falciasecca

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”97

re una riduzione dei siti, tramite accordi, laddove le condizioni ambientalilo consentano e, più in generale, una riqualificazione estetica che riducal’impatto visivo e faccia diventare questi “alberi” di nuova concezionemeglio integrati nell’arredo urbano.

Le più recenti offerte tecnologicheLa tecnologia digitale offre alla nuova versione della televisione terrestremodalità di copertura diverse rispetto a quelle tradizionali analogiche.Tuttavia, nella pianificazione della prima ondata, riguardante il DVB-T, diciò non si è tenuto praticamente conto. Le coperture sono state realizzatedagli operatori implementando il servizio in modo tradizionale con fre-quenze acquisite sul mercato.Nella versione mobile, il DVB-H, è possibile e necessario usufruire di que-ste nuove opportunità. In particolare per raggiungere l’utente nelle stradee nelle case direttamente e senza l’ausilio di un impianto fisso condomi-niale, la pianificazione deve assomigliare a quella della telefonia cellulare,con una pluralità di impianti nelle città. Ciò sta già avvenendo, spesso uti-lizzando le stesse postazioni già in uso per la telefonia cellulare, laddovevi sia ancora possibilità di installare potenza aggiuntiva. Può inoltre adot-tarsi la tecnica denominata a due livelli. Un primo livello di copertura puòessere ottenuto con i grandi trasmettitori dislocati nelle colline fuori città.Il segnale da questi emesso può essere captato da impianti riceventi citta-dini che lo reirradiano in una zona limitata. Questi impianti che costitui-scono il secondo livello sono assai più numerosi dei primi ma di potenzaridotta e dunque gestibili più in analogia con quelli cellulari che non conquelli televisivi tradizionali. Molto più in fieri è la tecnologia WiMax, il cui campo applicativo princi-pe è ancora da definire, al di là delle grandi aspettative, e sul quale gliorganismi di standardizzazione stanno ancora lavorando, in particolare perle versioni in mobilità estesa. Nelle varie situazioni di utilizzo, infatti, lepotenze in gioco e le aree che possono essere servite sono differenti. IlWiMax può essere un mezzo per offrire un servizio di accesso svincolato

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Past and future of antennas sites for wireless systems

Gabriele Falciasecca

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings98

into account also neighbouring regions, as electromagnetic field propaga-tion does not respect administrative boundaries. A rationalization procedu-re is anyway interesting and stimulating to increase and facilitate bandrecovery due to the introduction of digital transmission techniques (digitaldividend).

Mobile system planning strategy, DVB-H included, is strictly related to thespecific technical choices of network operators, which strongly influencethe quality of service. Thus, a rationalization policy cannot deal with thedeployment of the system but only with the integration of the antennas inthe urban context. There already exist some interesting examples ofcamouflaged antennas and Local Authorities should intervene on thisaspect.

The simplification of the procedures for antenna installation can representthe solution to avoid unnecessary bureaucracy for systems with a verysmall environmental impact, in virtue of the low transmitted power: WiFInetworks that every day are installed in homes, offices or public placesare an example of these very low impact systems. Obviously, all theinstallations must be declared and known, in order to allow every one toestimate in every place the overall environmental impact due to all theantennas.

Moreover, due to the rapid evolution of technology, especially in the fieldof radiocommunications, and to the technology neutrality preservation,rules have to be related to objective parameters and not to technical para-meters or standard names, which can change very quickly.

Is this the way we can hope to have antennas so well integrated in theurban landscape that people won’t notice it? I am sure that part of the feargenerated by the antennas is related to their sight: the “nocebo effect” iswell known, according to which some people show physical disorders

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Gli impianti radio tra passato e futuro

Gabriele Falciasecca

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”99

dalla rete in rame di Telecom Italia in zone ad alta densità abitativa, oppu-re rappresentare per alcune aree rurali e montane l’unica soluzione econo-micamente sostenibile. In tal senso è un mezzo efficace per contrastare ildivario digitale (Digital Divide).

La scomparsa delle antenne In presenza della nuova offerta televisiva digitale va innanzitutto detto che,almeno per il DVB-H, siamo ancora forse in tempo per ridurre gli incon-venienti in fase di realizzazione. Per il DVB-T non si può ormai che ope-rare a posteriori. In questo caso una procedura di razionalizzazione nonpuò che partire a livello centrale. A livello provinciale o comunale non sipuò avere la visione adeguata per gestire la pianificazione, ma solo quellaper evidenziare problemi specifici. Ci si deve muovere almeno a livelloregionale, tenendo comunque viva una collaborazione anche con le regio-ni limitrofe perché la propagazione elettromagnetica non tiene in conto iconfini amministrativi. In questo settore, almeno per le grandi coperture,sarebbe però possibile una progettazione che prescinda dai particolarismidei diversi operatori, o che comunque tenga conto in modo complessivodelle loro esigenze. È ovviamente delicato muoversi dallo status quo e ciòspiega la sostanziale inerzia fino a oggi sperimentata e il fatto che l’intro-duzione del DVB-T sia avvenuta senza affrontare questo problema. Unarazionalizzazione potrebbe però essere assai interessante per aumentare ilrecupero delle bande consentito dalla tecnica digitale (digital dividend) equesto potrebbe rappresentare una utile pressione.Diverso è il discorso per il cellulare nelle sue tante declinazioni, includen-do il DVB-H nel caso di piccole celle. Qui non si può facilmente imporreuna modalità di pianificazione ai diversi operatori, poiché la qualità delservizio è fortemente dipendente dalle scelte tecniche. Si può però collo-quiare con loro per concordare una razionalizzazione, che consenta di spo-stare gli impianti più critici agli occhi della popolazione e soprattuttoaffrontare il problema delle antenne nelle città in termini di arredo urbanoper avere strutture meno invasive ed esteticamente più valide. Ci sono già

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Past and future of antennas sites for wireless systems

Gabriele Falciasecca

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings100

without any real reason, but only because of the awareness of the presen-ce of the antenna.

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Gli impianti radio tra passato e futuro

Gabriele Falciasecca

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”101

alcune esperienze preliminari al riguardo: questo è un terreno sul quale sipossono cimentare gli amministratori dei nostri Comuni.Sul WiMax un primo rischio è che si faccia seguire una trafila burocraticacomplessa a impianti di pochissimo impatto, rimanendo così sommersidalle carte. D’altro lato è possibile che, sulla semplice scorta di una deno-minazione, possano scivolare via senza controllo impianti d’impatto benmaggiore. Una possibile via d’uscita è una normativa che apra una corsiapreferenziale per impianti di bassa potenza, per i quali l’uso si può dimo-strare intrinsecamente sicuro. Le reti WiFi che vengono ogni giorno aper-te in case uffici o luoghi aperti al pubblico, sono un esempio di questogenere. È necessario che ogni norma facilitatrice preveda comunque chetutti gli impianti siano regolarmente dichiarati e censiti in modo che inogni momento anche il cittadino, andando su Internet, possa conosceretutte le caratteristiche utili degli impianti presenti in un dato territorio pervalutarne l’impatto ambientale complessivo. Più in generale lo scenarioevolutivo del mondo delle comunicazioni radio, con l’assunto della neutra-lità tecnologica – l’atteggiamento di base imposto al regolatore – non con-sente di predisporre normative in modo rigido; adeguate normative protet-tive devono far riferimento a oggettivi parametri tecnici e di servizio e nonalla nomenclatura degli standard.Possiamo sperare per questa via di avere le antenne così ben integrate nelpaesaggio cittadino da non notarle più e di poter quasi dire che sono scom-parse alla vista? Sono convinto che la riduzione dell’effetto psicologiconegativo che ne otterremmo darebbe reale sollievo a molte persone: alriguardo è stato ormai accertato il cosiddetto effetto nocebo, ovvero la pre-senza di inconvenienti fisici anche in assenza di ogni reale causa, prodottidalla sola vista degli impianti.

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Environmental information on the radiofrequency electromagnetic field issue

Giovanni D’Amore

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings102

A proper evaluation of the relevance of the impact of electromagneticfields (EMF) must be based on the knowledge of environmental data,

which can lead to clear and objective information, if organised in synthe-tic indicators of the state of the environment. For instance, estimation mar-kers such as the “average exposure levels for population” or “telecommu-nication implants density” allow the evaluation of the effect of a certaintechnology, in terms of exposure levels to radiofrequency electromagneticfields, with respect to the general public.The estimation of such environmental indicators, requires a process, whichstarts from the production and the validation of environmental data, goesthrough the organization in a structured scheme and provides syntheticparameters giving description and interpretation of the state of the environ-ment and of the advancement of a specific phenomenon. In this process,the production of environmental data plays the key role.As long as the average exposure level for population is concerned, measu-rements campaigns over the territory are needed for data production.Measurements must be carried out by experts, according to propermethods, procedures and equipment, otherwise the collected data could beunconfident and consequently lead to incorrect distorted information. Inthis sense, the role of the Provincial, Regional and National Agency forEnvironment Protection (APPA, ARPA and APAT), whose skilled person-nel care for monitoring and controlling the territory, is crucial.Data collected from the measurements over the territory are certainly afundamental component, but on their own they cannot thoroughly descri-be the state of the environment related to exposure to EMF. As a matter offact, an exhaustive analysis requires the knowledge of more parameters,such as the presence of implants, their radiation characteristics, the densi-ty of inhabitants and so forth. In general, the state of the environment can

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L’informazione ambientale nell’ambito dei campi elettromagnetici a radiofrequenza

Giovanni D’Amore

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”103

U na corretta valutazione della dimensione delle problematiche diimpatto dei campi elettromagnetici (CEM) deve essere basata sulla

conoscenza di dati ambientali che, organizzati in indicatori sintetici dellostato dell’ambiente, possano fornire una informazione chiara e fondata suelementi oggettivi. La conoscenza di indicatori quali i “livelli medi diesposizione della popolazione” o la “densità di impianti per telecomuni-cazione” consente, ad esempio, di comprendere quale sia realmente l’ef-fetto della diffusione di un certo tipo di tecnologia per telecomunicazionein termini di impatto sull’esposizione della popolazione a CEM a radio-frequenza.Per giungere alla determinazione di indicatori ambientali, quali quellisopra citati, è necessario seguire un processo che parta dalla produzionedel dato ambientale, dalla sua validazione e, attraverso l’organizzazione ditali dati in uno schema coerente per l’interpretazione di una certa situazio-ne ambientale, arrivi alla fornitura di informazioni di sintesi di fenomenicomplessi in grado di descrivere quella situazione ambientale e la sua evo-luzione nel tempo. In questo processo, un ruolo particolarmente critico ègiocato dalla produzione del dato ambientale che consiste, per quantoriguarda i livelli di esposizione della popolazione, nella misura del campoelettromagnetico sul territorio. L’effettuazione di queste misure con meto-diche e procedure non adeguate, come può accadere nel caso di improvvi-sati “esperti” che utilizzano strumentazione non affidabile, può condurre adati non attendibili e, conseguentemente, ad una informazione distorta escorretta. In relazione a tale aspetto assume un particolare significato ilruolo del sistema delle Agenzie per l’Ambiente, composto dalle agenziedelle Regioni e Province autonome, ARPA-APPA, e dall’Agenzia naziona-le APAT, che svolgono le attività di controllo e monitoraggio del territoriocon personale tecnico dotato di specifica preparazione e formazione.

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Environmental information on the radiofrequency electromagnetic field issue

Giovanni D’Amore

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings104

be represented by means of the Pressure-State-Response (PSR) model,defined in the OECD (Organisation for Economic Co-operation andDevelopment) context and then extended by EEA (European EnvironmentAgency) in the DPSIR model (Driving force- Pressure-State-Impact-Response). These models are based on a causal structure connecting diffe-rent elements, expressed by:

- Pressure Markers: measure the pressure exerted by human activities onthe environment and describe the variables that directly influence envi-ronmental problems;

- State Markers: delineate observable changes of the environment, interms of quantity, quality and time variation;

- Response Markers: demonstrate the efforts of society to solve the pro-blems and their effectiveness.

The DPSIR model introduces two more categories:- Driving force Markers: indicate human activities and behaviour origina-

ting pressure markers;- Impact Markers: relate to changes in the state of the environment, that

can be detected as modification or alteration of ecosystem, humanhealth, economic and social capacity.

Stemming from the above mentioned model, ARPA Piemonte has repre-sented the state of the environment, with respect to the exposure to EMFin the territory of the Region Piedmont, by means of Pressure, State andResponse Markers, chosen according to their efficiency in representing theimpact of EMF and to the availability of the data required to determine themarkers themselves. It’s worth noting that the latter aspect involves theaccessibility to properly structured databases, with all the information nee-ded for the assessment of the indicators. In particular the markers selectedfor radiofrequency EMF evaluation are: - Pressure Markers: telecommunication implant density (number/km2);

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L’informazione ambientale nell’ambito dei campi elettromagnetici a radiofrequenza

Giovanni D’Amore

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”105

I dati prodotti nelle attività di misura sul territorio sono un elementoimportante, ma non l’unico, per valutare lo stato dell’ambiente in relazio-ne all’esposizione ai CEM. Un’analisi completa dello stato dell’ambienterichiede infatti la conoscenza di altri fattori, quali la presenza di impiantisul territorio, le loro caratteristiche di emissione, la densità abitativa, ecc..Più in generale, lo stato dell’ambiente può essere rappresentato tramite ilmodello PSR (Pressioni, Stato, Risposte), definito in ambito OCSE(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), poi svi-luppato in ambito EEA (European Environment Agency) nel modelloDPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte). Si tratta dimodelli che si basano su una struttura di relazioni causali tra diversi ele-menti espressi da:

- Indicatori di Pressione: misurano la pressione esercitata dalle attivitàumane sull’ambiente e descrivono le variabili che direttamente causanoi problemi ambientali;

- Indicatori di Stato: descrivono le componenti ambientali, considerandola loro qualità e quantità e le relative variazioni nel tempo;

- Indicatori di Risposta: riassumono la capacità e l’efficienza delle azioniintraprese per il controllo e risanamento ambientale.

Nel modello DPSIR vengono inoltre introdotti:- Determinanti: le attività ed i comportamenti umani che danno origine ai

fattore di Pressione; - Impatto: cambiamenti dello stato dell’ambiente che si rilevano come

modifica od alterazione degli ecosistemi, della salute umana, dellecapacità sociali ed economiche.

Sulla base del modello concettuale sopra esposto, ARPA Piemonte ha rap-presentato lo stato ambientale in relazione all’esposizione a CEM sul ter-ritorio piemontese tramite un insieme di indicatori di Pressione, Stato eRisposta selezionati in relazione alla loro capacità di rappresentare l’im-

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Environmental information on the radiofrequency electromagnetic field issue

Giovanni D’Amore

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings106

total emitted power (Watt). Such indicators have been determined fromthe knowledge of technical characteristics of radio sources, collected inspecific digitalised archives, at ARPA Piemonte’ s disposal;

- State Markers: exposure levels in the proximity of broadcasting admobile communication sources (distribution in percentage classes);exposure levels for the general public (distribution in percentage clas-ses); non-compliance of the exposure limits provided by the law (num-ber of measurements for which limits are not fulfilled); variability ofradiofrequency EMF levels (measured levels and standard deviation).Such indicators are derived from control and monitoring activities onthe territory;

- Response Markers: opinion and advice for installation or variation oftelecommunication implants released by the responsible Authorities

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L’informazione ambientale nell’ambito dei campi elettromagnetici a radiofrequenza

Giovanni D’Amore

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”107

patto ambientale dei CEM e sulla disponibilità dei dati necessari per deter-minarli. Quest’ultimo aspetto richiede, in particolare, la disponibilità dibanche dati contenenti le informazioni necessarie e adeguatamente struttu-rate per la valutazione degli indicatori.In particolare, riportiamo di seguito gli indicatori oggetto di valutazioneper i CEM a radiofrequenza.- Indicatori di Pressione: densità di impianti per telecomunicazioni (nume-

ro/km2); potenza complessiva degli impianti per telecomunicazioni(Watt). Tali indicatori sono stati determinati sulla base della conoscenzadelle caratteristiche tecniche delle sorgenti raccolte in appositi archiviinformatizzati presenti in ARPA Piemonte (catasto delle sorgenti);

- Indicatori di Stato: livelli di campo elettromagnetico presenti in prossi-mità degli impianti radiotelevisivi e delle stazioni radio base (distribu-zione dei livelli in classi percentuali); livelli di campo elettromagneticoa radiofrequenza a cui è esposta la popolazione (distribuzione dei livel-li in classi percentuali); superamento dei limiti per l’esposizione alcampo elettromagnetico a radiofrequenza (numero di punti di misuracon livelli di campo superiori ai limiti); variabilità dei livelli di campoelettromagnetico RF (deviazione standard/livello misurato). Tutti questiindicatori sono determinati sulla base dei dati derivanti dalle attività dicontrollo e monitoraggio;

- Indicatori di Risposta: pareri e pronunciamenti rilasciati per l'installazio-ne o la modifica di impianti per telecomunicazione (numero di pareri);interventi di controllo e monitoraggio dei campi a radiofrequenza (nume-ro di interventi). Anche questi indicatori, come quelli di stato, sono valu-tati sulla base degli esiti delle attività di controllo e monitoraggio.

Per motivi di spazio ci limiteremo, in questa sede, a commentare solo alcu-ni degli esiti delle valutazioni degli indicatori sopra riportati, rimandandoal Rapporto sull’Elettromagnetismo in Piemonte per una analisi più com-pleta dei risultati.Un dato che emerge con evidenza è il significativo aumento della presen-za di impianti per telecomunicazione sul territorio dovuto alla continua

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Environmental information on the radiofrequency electromagnetic field issue

Giovanni D’Amore

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings108

(number of opinions); interventions for controlling and monitoringradiofrequency EMF levels (number of interventions). As for the StateMarkers, such indicators are derived from control and monitoring acti-vities on the territory.

For sake of brevity, only few results of the evaluation conducted by ARPAPiemonte are presented here; a full complete analysis is available on theReport on Electromagnetism in Piedmont. One of the most evident effects due to the continuous evolution of moderncommunication systems, such as UMTS for mobile communications,DVB-T for broadcasting, WiFi and WiMAX for wireless access and DVB-H for digital TV over mobile terminals, is the considerable increase of thenumber of radio sources over the territory. Such increase is represented bythe “telecommunication implants density” indicator, reported in figure.

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L’informazione ambientale nell’ambito dei campi elettromagnetici a radiofrequenza

Giovanni D’Amore

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”109

evoluzione tecnologica che ha visto, negli ultimi anni, diversi nuovi siste-mi di trasmissione dei segnali quali l’UMTS, il digitale terrestre (DVB-T),l’interazione tra televisione digitale e telefonia mobile (DVB-H) e i sistemiwireless WiFi e WiMax. Tale aumento è rappresentato dall’indicatore“Densità di impianti per telecomunicazione” riportato nella figura.

All’aumento del numero di impianti per telecomunicazione non corrispondeun significativo incremento dei livelli medi di esposizione della popolazioneche, nella maggior parte dei casi, risultano ampiamente contenuti entro i limi-ti previsti dalla normativa nazionale come emerge nella figura, che rappresen-ta una complessiva stazionarietà dei livelli di campo elettromagnetico misu-rati con la presenza di alcune situazioni critiche legate ai siti con impiantiradiotelevisivi, dove si possono registrare esposizioni superiori ai limiti.

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Environmental information on the radiofrequency electromagnetic field issue

Giovanni D’Amore

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings110

However, the increasing number of telecommunication implants does notreflect a significant rise of the average exposure levels for population,since in most cases (see figure) the compliance of the exposure limitsimposed by the law, is largely fulfilled and a generic stationariety of mea-sured EMF levels is observable over time. Some critical situations remainand are related to broadcasting sources, where some limit violations havebeen found out.This stationariety is due to technological evolution, which, especially formobile communications, requires the installation of new low-power-emis-sion sources, that do not origin a significant increase of the exposure levelsto radiofrequency EMF for population.

Reference

ARPA Piemonte - Report on electromagnetism in Piedmont 2006

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L’informazione ambientale nell’ambito dei campi elettromagnetici a radiofrequenza

Giovanni D’Amore

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”111

Ciò è dovuto al fatto che l’evoluzione tecnologica, soprattutto nel settoredella telefonia mobile, porta all’installazione di nuovi impianti di potenzanon elevata che, pertanto, non contribuiscono in modo significativo ad unincremento dei livelli di esposizione della popolazione al campo elettro-magnetico.

Riferimenti

ARPA Piemonte - Rapporto sull’elettromagnetismo 2006

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Participation and protest in electromagnetism

Luigi Pellizzoni

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings112

U nder the general themes of communication and participation, relatedto the so called “electrosmog” issue, a careful discussion on the fol-

lowing points is needed.

Multidimensional protestIt is simplistic and ultimately erroneous to believe that the public protestfocuses exclusively on health aspects of the “electrosmog” issue. The topic is more articulated and a discussion focused only on health pro-tection can be of little use in terms of response to the protest. In addiction there has often been an underestimation of policy implicationsof issues such as electrosensitivity.

NIMBY, NIABY, counter-expertise, science-policy connectionThe acronym NIMBY (Not In My Back Yard) indicates an attitude original-ly related to protests against works of public interest. Despite being reco-gnised the usefulness of these works, they are supposed to have an unac-ceptable negative impact on the territories where they should be realised.The NIMBY syndrome can grow up and maximize into the NIABY syn-drome (Not In Anybody Back Yard), which leads to the complete opposi-tion to any kind of work in any territorial context. It is a mistake to try to make the public protest not licit, standing up againstthe NIMBY syndrome and appealing to public interest. On one hand, infact, the protest is rather NIABY characterised (for the electrosmog issue,however, this happens only to a small extent), on the other hand, the cost-benefit trade off is not reducible to a NIMBY syndrome. Moreover the public protest refers to a scientifically founded counter-expertise, which can argue how scientific evidence does not necessarilylead to unequivocal policy conclusions.

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Protesta e processi partecipati in materia di elettromagnetismo

Luigi Pellizzoni

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”113

N el quadro del tema generale della comunicazione e dei processi par-tecipativi legati alla problematica del cosiddetto “elettrosmog”, l’in-

tervento sviluppa una riflessione sui seguenti punti.

Multidimensionalità della protestaÈ semplicistico e in definitiva erroneo ritenere che la protesta si concentriesclusivamente sugli aspetti sanitari del problema dell’elettrosmog. Ildiscorso è più articolato e quindi una argomentazione centrata sulla sicu-rezza per la salute può servire a poco in termini di risposta alla protesta.Inoltre c’è stata spesso una sottostima delle implicazioni di policy di aspet-ti quali l’elettrosensibilità.

NIMBY, NIABY, contro-expertise e connessione scienza-policy

Con l’acronimo NIMBY (Not In My Back Yard. lett. “Non nel mio corti-le”) si indica un atteggiamento che si riscontra nelle proteste contro operedi interesse pubblico, di cui si riconosce l’utilità, ma che hanno, o si temepossano avere, effetti negativi sui territori in cui verranno costruite.La sindrome NIMBY può ingigantirsi fino alla estremizzazione nella sin-drome NIABY (Not in Anybody Back Yard - lett. “Nel giardino di nessu-no”) che porta alla opposizione alla costruzione dell’opera in qualsiasicontesto territoriale.È un errore tentare di delegittimare la protesta prendendosela con la sin-drome Nimby e appellandosi agli interessi generali. È un errore da un latoperché in molti casi (in quello dell’elettrosmog tuttavia in misura ridotta)la protesta è piuttosto di carattere Niaby. Dall’altro perché la questionedistributiva dei costi e dei benefici non è riducibile al Nimby. Dall’altroancora perché la protesta è in grado di far valere un contro-expertise scien-

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Participation and protest in electromagnetism

Luigi Pellizzoni

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings114

Thus, it is better to follow the way of the open debate instead of the one ofpersuasion or technical-scientific authority involvement.

Participation and “twisted effects”Participation itself is not the answer to policy problems. It should be orga-nised and carefully and honestly managed, otherwise it could lead to unde-sirable twisted side effects.On one side, participation can act as a risk amplifier, on the other, it couldbe a counterproductive useless weapon, in case of technically inadequateuse, especially if everything resolves in a “simulated responsiveness”, i.e.consultations that result in nothing because all decisions have already beentaken. The feeling of being teased or exploited only to acknowledge deci-sions already taken, easily leads to an exacerbation of the protest.Appropriate professional qualities are required to lead participatory pro-cesses, while improvisation and “common sense” are not useful (differentfrom what it is often believed, it is not possible to create a sociologist anyday now…).

Conflict-consensus relationshipThe effectiveness of a participatory process does not necessarily consistonly in obtaining consensus, but also in the ability of guiding the dissentin a profitable direction. The public protest presents positive aspects. Forinstance, in the absence of a public protest, the national electromagneticfield monitoring project would have hardly been started.Moreover protest acts as a driving force for some participatory processes,which can help to improve the quality of technological choices and ofantenna placement. It should also be considered that the protest - in this field as in others- hasa cyclic nature: moments of great attention for a particular issue alternateto moments when the same issues take a back seat.It is a mistake to consider moments of indifference as a sign of the end ofa problem (let alone the “solution”).

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Protesta e processi partecipati in materia di elettromagnetismo

Luigi Pellizzoni

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”115

tificamente fondato e soprattutto in grado di argomentare come da dateevidenze scientifiche non discendono direttamente date conclusioni dipolicy. La strada quindi è quella del confronto piuttosto che quella dellapersuasione o del semplice appello all’autorità tecnico-scientifica.

Partecipazione ed “effetti perversi”La partecipazione non è tuttavia di per sé la risposta ai problemi di policy.Va progettata e gestita con cura e onestà, pena indesiderabili effetti perver-si. Da un lato i processi partecipativi possono fungere da “amplificatori delrischio”. Dall’altro essi rischiano di essere un’arma spuntata o addiritturacontroproducente se il loro impiego è tecnicamente inadeguato (occorronoopportune capacità professionali per condurli, l’improvvisazione e il“buon senso” contano poco; contrariamente a quanto spesso si crede nonci si inventa sociologi da un giorno all’altro…), e soprattutto se esso sirisolve in una “simulated responsiveness”, ossia in consultazioni che si tra-ducono in nulla di fatto perché tutto quello che c’è da decidere è già vin-colato. La sensazione di essere presi in giro, utilizzati per legittimare deci-sioni già prese, finisce così facilmente per inasprire la protesta.

Rapporto tra conflitto e consensoL’efficacia di un processo partecipativo non consiste necessariamente nel-l’ottenimento del consenso ma anche nella capacità di canalizzare inmaniera proficua il dissenso. La protesta ha aspetti positivi. Ad esempioben difficilmente sarebbero state avviate campagne di monitoraggio deicampi elettromagnetici in assenza di una protesta da parte dei cittadini. Laprotesta ha inoltre esercitato una spinta all’avvio di processi partecipativiche possono servire a migliorare la qualità delle scelte tecnologiche e loca-lizzative. Va inoltre considerato che la protesta - in questo come in altricampi - ha carattere ciclico. Momenti di grande attenzione su un tema sialternano a momenti in cui esso passa in secondo piano. È un errore con-siderare i momenti di “stanca” come indicatori del tramonto (ancor menodella “soluzione”) di una questione.

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The good communication

Alessandro Palmigiano

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings116

O ne of the most significant causes of the distorted risk perception onelectromagnetic fields (EMF) by citizens is the dissemination of

erroneous information, often not supported by scientific or technical data.Sometimes communication media have encountered difficulties in finding acorrect way to transmit data and properly translate the language of science.This difficulty led them to prefer simple and sensational titles and newswhich, compared to the detailed analysis of researchers, are more appea-ling for the readers.Thus, for example, due to the proliferation of electromagnetic sources,expressions like “electromagnetic pollution” and “electrosmog” were crea-ted. These expressions are tempting and have a strong journalistic effect,but they can feed misinterpretation and further encourage the steady fearand controversy, created around the phenomenon. Indeed, as obvious, they describe a physical phenomenon, giving a nega-tive connotation, and lead to associate indiscriminately EMF with differentkind of pollution sources.Moreover, media have sometimes failed to give prominence to news, orarticles aiming at reducing the panic created around electromagnetism, andhave published inaccurate reviews of reports or researches executed inother Countries.EURISPES (Institute of Social and Political Studies) carried out a surveyon local newspapers, relative to 1999 and 2000, focused on the “manage-ment” of news by the press.The analysis performed on the titles of the published articles shows thatthe 51.2% of articles presents a worrying title or a complaint.The main interest for newspapers is on the social alarm (25%);results and advance in scientific research are covered by the analyzed arti-cles in 22.6% of the cases, while a percentage of items equal to 19% rela-

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La corretta comunicazione

Alessandro Palmigiano

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”117

U na delle più significative cause della distorta percezione del rischiolegato ai campi elettromagnetici da parte dei cittadini è la diffusione

di informazioni erronee spesso non supportate da dati tecnici o scientifici.I mezzi di comunicazione hanno a volte incontrato delle difficoltà nellacorretta trasmissione dei dati e del linguaggio della scienza. Ciò li haindotti a preferire titoli e notizie semplici e sensazionali i quali, rispettoalle approfondite analisi dei ricercatori, attirano maggiormente l’attenzio-ne dei lettori.Così, ad esempio, di fronte al moltiplicarsi di sorgenti di campi elettroma-gnetici nell’ambiente, sono stati coniati termini come “inquinamento elet-tromagnetico” ed “elettrosmog”, espressioni di sicuro effetto e facile presagiornalistica, che possono alimentare equivoci e favorire ulteriormente legià consistenti paure e le polemiche che si sono create intorno al fenome-no. Esse, infatti, com’è evidente, descrivono un fenomeno fisico, dandoneuna connotazione negativa; accomunano e inducono a considerare indi-stintamente CEM e sorgenti di natura diversa.I mass media hanno a volte omesso di dare risalto a notizie, o ad articolimiranti a ridimensionare il panico creatosi intorno al fenomeno dell’elet-tromagnetismo, o hanno pubblicato dei resoconti imprecisi su rapporti oricerche svolte in altri paesi.In merito alla “gestione” delle notizie da parte della stampa, l’EURISPESha effettuato una rilevazione sulla stampa quotidiana relativa agli anni1999 e 2000.Dall’analisi dei titoli degli articoli pubblicati sulla stampa quotidianaemerge che il 51,2% degli articoli presenta un titolo allarmistico o didenuncia. Il principale oggetto di interesse della stampa quotidiana risultainoltre l’allarme sociale (25%); le scoperte ed i passi avanti della ricercascientifica sono trattati dagli articoli analizzati nel 22,6% dei casi, mentre

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The good communication

Alessandro Palmigiano

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings118

tes to the legislation, regulating the presence of EMF emissions in theenvironment.The interest decreases in relation to the pursued policies (16.7%) and thestate of the network (the latter category, equal to 10.7%, includes powerlines, radio base stations for mobile communications and the presence ofcritic antenna sites, such as those indicated in our Country thanks to themonitoring, carried out by the Ministry of the Environment).Issues relating to technological innovation, including the debate on UMTSand new generation mobile phones, are shortly treated (6%).The results of this analysis remain essentially unchanged in subsequentyears and show that:• media present a strong inclination to give prominence to news with a

condemning attitude towards electromagnetism;• information that, on the contrary, proposes to the public a more reassu-

ring and objective vision is poor or even absent;• there is little consideration, or even no consideration at all, for the bene-

fits in favour of the community coming from a new technology.

However, not only media but also the institutions have sometimes contri-buted to increase the feeling of apprehension and the perception of risksrelated to electromagnetic fields among citizens.In fact, sometimes, institutions have held an unclear and non-transparentcommunicative behaviour, which has provoked in the public a considera-ble feeling of mistrust.Nevertheless in other Countries, where public opinion had voiced con-cerns similar to those expressed in Italy, Governments activated in order toprovide exhaustive and objective answers, testing some installationsappropriately sampled, thus ensuring the right to correct information to theusers.To provide an example, in the United Kingdom , the Minister of Healthpublished a brochure, reporting the conclusions reached by a group ofexperts named by the Government itself.

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La corretta comunicazione

Alessandro Palmigiano

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”119

una quota percentuale di articoli pari al 19% riguarda la legislazione voltaa regolamentare la presenza dei campi elettromagnetici. L’interesse èminore per quel che riguarda le politiche svolte (16,7%) e lo stato dellarete (quest’ultima categoria, pari al 10,7%, comprende lo stato dell’artedelle rete di elettrodotti e stazioni radio base per la telefonia mobile e lapresenza di siti a rischio nel nostro Paese, quali quelli emersi dal monito-raggio recentemente effettuato dal Ministero dell’Ambiente). Poco trattate(6%) le problematiche relative all’innovazione tecnologica, in cui si èvoluto comprendere anche il dibattito sull’UMTS e sui telefoni cellulari dinuova generazione.I risultati indicati evidenziano che:• c’è una spiccata tendenza tra i mass media a dare risalto a notizie di con-

danna di tutto ciò che riguardi l’argomento trattato;• scarsa o quasi nulla rilevanza è data alle informazioni che, al contrario,

proporrebbero al pubblico una visione più rassicurante e obiettiva deltema;

- vi è scarsa o quasi nulla considerazione per i benefici che le nuove tec-nologie possono apportare alla collettività.

Tuttavia non solo i mass media, ma anche le istituzioni hanno talvolta con-tribuito a incrementare negli utenti la paura dei rischi derivanti dai campielettromagnetici. Esse, infatti, hanno, in alcune occasioni, tenuto un com-portamento comunicativo poco chiaro e poco trasparente, ingenerando nelpubblico una notevole sfiducia.Eppure in altri Stati, in cui l’opinione pubblica aveva manifestato preoccu-pazioni simili a quelle espresse in Italia, gli stessi Governi si sono attivatial fine di fornire delle risposte esaurienti ed obiettive tramite esperimentieseguiti su un campione di impianti opportunamente scelto, garantendocosì agli utenti il diritto ad una corretta informazione. In Gran Bretagna,ad esempio, il Ministro della Sanità ha pubblicato un opuscolo nel qualesono state riportate le conclusioni cui è giunto un gruppo di esperti nomi-nati dal Governo.È, quindi, necessario che anche in Italia si dia inizio ad una rinnovata cam-

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The good communication

Alessandro Palmigiano

"Electromagnetic fields and health" - Conference Proceedings120

It is necessary to set also in Italy an innovative information campaign,adopting new strategies of dissemination able to create a proper understan-ding of risk and to establish an effective communication network amongscientists, institutions, industry and citizens.It’s not a chance that, according to the Framework Act no.36/2001, theItalian State should provide not only the promotion of research activitiesand technical trials, but also the dissemination of the results.Therefore, it would be useful if scientific information would be providedby officially accredited sources and technical-scientific language would besimplified in order to be understandable by a non skilled audience.

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La corretta comunicazione

Alessandro Palmigiano

Atti del Convegno “Elettrosmog: quali risposte?”121

pagna di informazione adottando una nuova strategia di divulgazione checrei un’adeguata comprensione del rischio, e che si stabilisca un’efficacerete di comunicazione tra scienziati, governo, industria e cittadini. Non acaso la legge quadro 36/2001 prevede, all’art. 4, comma 1, lett. b, che loStato provveda non solo alla promozione di attività di ricerca e di speri-mentazione tecnico-scientifica, ma anche alla diffusione dei dati.Sarebbe, quindi, utile che l’informazione scientifica venisse fornita dafonti ufficialmente accreditate e che il linguaggio tecnico – scientificovenisse semplificato in modo da essere reso comprensibile ad un pubblicodi non esperti.

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Anders AhlbomAnders Ahlbom is a Professor of Epidemiology, Head of the Division ofEpidemiology and deputy director of the Institute of EnvironmentalMedicine at the Karolinska Institute in Stockholm. Main researchinterests are environmental epidemiology with an emphasis on cancer, inparticular non-ionizing radiation and cancer. Professor Ahlbom is alsochairman of the ICNIRP (International Commission on Non IonizingRadiation Protection) Standing Committee on Epidemiology and hasbeen an ICNIRP member since 1995.

Maila HietanenMaila Hietanen is Head of the Non-Ionising Radiation Team at theFinnish Institute of Occupational Health (FIOH), in Helsinki. She waselected as the Vice-Chairperson of the International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (ICNIRP) in 2004. Her research interestscover the whole range of non-ionizing radiation, in particular theevaluation and prevention of health hazards related to occupationalexposures. She is actively involved in research cooperations within theEU Program COST.

James LinJames C. Lin is a Professor of electrical engineering, bioengineering,physiology and biophysics at the University of Illinois-Chicago, wherehe has served as Head of the Department of Bioengineering, and asDirector of Special Projects for the College of Engineering. He is a vicepresident of the US National Council on Radiation Protection andMeasurements (NCRP), Editor-in-Chief of the scientific review“Bioelectromagnetics”, and member of the ICNIRP . He is the author ofnumerous journal papers, book chapters, and several books.

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Anders AhlbomAnders Ahlbom è docente di epidemiologia. È a capo della divisione diEpidemiologia dell’Istituto Karolinska di Stoccolma, dove ricopre ancheil ruolo di direttore del Dipartimento di Medicina dell’Ambiente. I suoi principali campi di interesse sono l’epidemiologia ed in particolarei potenziali effetti cancerogeni delle radiazioni non ionizzanti. È inoltre acapo del Comitato sulla Epidemiologia dell’ICNIRP (CommissioneInternazionale per la Protezione dalle Radiazioni non Ionizzanti) di cui èmembro dal 1995.

Maila HietanenMaila Hietanen è a capo del Gruppo Radiazioni Non Ionizzantidell’Istituto Finlandese per l’Igiene del Lavoro ad Helsinki e dal 2004ricopre la carica di Vicepresidente della Commissione Internazionale perle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP). La sua attività scientifica copretutte le tipologie di radiazioni non ionizzanti, con particolare interesseper la valutazione e la prevenzione del rischio da esposizione in ambientelavorativo. Collabora operativamente alle attività di ricerca afferenti alprogramma Europeo COST.

James LinJames Lin è professore di ingegneria elettrica, bioingegneria e biofisicapresso l’Università dell’Illinois a Chicago, dove ha ricoperto anche lacarica di Capo del Dipartimento di Bioingegneria e Direttore delCollegio Progetti Speciali di Ingegneria. È vicepresidente del ConsiglioNazionale di Radioprotezione e Misure degli Stati Uniti (NCRP), capoeditore della prestigiosa rivista scientifica “Biolectromagnetics” e membro dell’ICNIRP. È autore di numerosi articoli scientifici e testispecialistici.

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Michael RepacholiMichael Repacholi was the Responsible Officer for Radiation Protectionand Global Hazards Assessment at WHO (World Health Organization)until 2005. He was managing the International EMF Project and theINTERSUN Project, which focuses on the health risk assessment ofEMF and UV, respectively. Author or co-author of over 145 scientific publications in the area, he hasbeen a participant in 10 WHO task groups on various NIR.Dr. Repacholi is Fellow and Past President of the Australian Radiation

Protection Society. He was a founding member of ICNIRP and now he isthe Chairman Emeritus of this organization.

Guglielmo D’InzeoGuglielmo D'Inzeo is Full Professor of "Bioelectromagnetic Interaction"at the University “La Sapienza” in Rome. From 1993 he has beenPresident of EBEA (European Biolectromagnetics Association), he holdsimportant international positions within the IEEE (Institute of Electricaland Electronics Engineers), the URSI (Union International ScientificRadio) - Commission K (Electromagnetism in Biology and Medicine)and the COST244 Action. His research activity is focused onelectromagnetic fields interaction with biological tissues, on microwavesand ELF fields effect on biological samples, with a particular interest oninteraction mechanisms modelling. He is author or co-author of fortypapers on international refereed journals and books.

Paolo VecchiaPaolo Vecchia is the Research Leader at the Technologies and HealthDepartment of the Superior Institute of Health (ISS) in Rome. He isPresident of the ICNIRP (International Commission on Non-IonizingRadiation Protection), member of the Committee of Scientific Advising

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Michael RepacholiMichael Repacholi è stato responsabile della CommissioneRadioprotezione e valutazione globale dei rischi presso l’OrganizzazioneMondiale della Sanità fino al 2005. È stato a capo del progettoInternazionale EMF (Electromagnetic Fields) e del Progetto INTERSUN,entrambi focalizzati sulla valutazione del rischio derivante dalla esposizione a campi elettromagnetici e a sorgenti ultraviolette. Autore ocoautore di oltre 145 pubblicazioni scientifiche, ha preso parte a 10 gruppi di lavoro afferenti all’OMS su argomentazioni connesse alleradiazioni non ionizzanti. È stato Presidente della Società Australiana diRadioprotezione di cui è ancora membro. È stato uno dei fondatoridell’ICNIRP presso cui ricopre ancora la carica di Presidente Emerito.

Guglielmo D’InzeoGuglielmo D’Inzeo è ordinario di Interazione Bioelettromagnetica pressoil Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell’Università “La Sapienza” diRoma. Dal 1993 è Presidente dell’EBEA (European BioelectromagneticsAssociation), ha ricoperto e ricopre tutt’ora incarichi internazionali prestigiosi presso l’IEEE (Institute of Electricaland Electronics Engineers), la Commissione K (Elettromagnetismo inBiologia e Medicina) dell’URSI (Unione Internazionale Radio Scientifica)e l’azione COST244. La sua attività di ricerca è focalizzata sulleinterazioni tra i campi elettromagnetici e i tessuti biologici, gli effetti dellaradiazione a microonde e dei campi elettromagnetici a bassa frequenza sucampioni biologici, con particolare riguardo allo studio di modelli deimeccanismi di interazione. È autore o coautore di articoli scientifici sullepiù prestigiose riviste internazionali del settore e di testi.

Paolo VecchiaPaolo Vecchia è Dirigente di Ricerca presso il Dipartimento Tecnologie e

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within the international EMF (Electromagnetic Fields) project of theWHO (World Health Organization) and member of the ManagingCommittee of European plan COST.

Bernard VeyretBernard Veyret is Research Director CNRS (Conseil National RechercheScientifique) at the Laboratoire de Physique des Interactions Ondes-Matières, at the University of Bordeaux, Ecole Nationale Supérieure deChimie et de Physique, Université de Bordeaux (France). He is Presidentof COMOBIO, French Program on Health and Mobile Phones.He participates in the K-Commission (Electromagnetism in Biology andMedicine) of URSI (International Union of Radio Science). He isICNIRP member.

II SESSION

Gabriele FalciaseccaGabriele Falciasecca is a full Professor of “Propagation” at theDepartment of Electronics, Computer Science and Systems of Universityof Bologna. His main fields of research are mobile radio systems,microwaves, optical systems, millimetre waves, radio broadcast systems(DVB T, DVB H, DMB), systems for broadband radio access (BWAsystems: WiFi and WiMAX), radio propagation, radio navigation andlanding aids. He has been involved in different project of the EuropeanCommunity: PROMETHEUS, DRIVE, RACE I e RACE II and in COST259, COST 273 e COST 2100 Actions, related to mobilecommunications systems. He is author and co-author of hundred fiftypaper presented at Conference or published in national and internationaljournal. Since February 2001 he has been the President of the Emilia-

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Salute dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) di Roma. È attualmente Presidente dell’ICNIRP (Commissione Internazionale perla Protezione dalle Radiazioni non Ionizzanti), membro del Comitato diConsulenza Scientifica del progetto internazionale CEM (CampiElettromagnetici) dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e membro del Comitato Direttivo del progetto europeo COST.

Bernard VeyretBernard Veyret è direttore di ricerca CNRS (Conseil National RechercheScientifique), presso il Laboratorio Interazioni Onde-Materia, EcoleNationale Supérieure de Chimie et de Physique dell’Università diBordeaux (Francia). È Presidente del COMOBIO, Programma Francesesulla Salute e la Telefonia Mobile e rappresentante per la Francia nellaCommissione K (Elettromagnetismo in Biologia e Medicina) dell’URSI(International Union of Radio Science). È membro ICNIRP.

II SESSIONE

Gabriele FalciaseccaGabriele Falciasecca è Professore ordinario di “Propagazione”, presso ilDipartimento di Elettronica, Informatica e Sistemistica dell’Università diBologna. La sua attività di ricerca riguarda I sistemi radiomobili, Isistemi a microonde e ad onde millimetriche, i sistemi diffusivi radiotelevisivi (DVB T, DVB H, DMB), i sistemi di accesso radio (WiFI,WiMAX), propagazione radio, radio aiuti al traffico aereo e di superficie.È stato impegnato nei progetti della Comunità Europea denominatiPROMETHEUS, DRIVE, RACE I e RACE II e nelle azioni COST 259,COST 273 e COST 2100, sempre su problematiche connesse allecomunicazioni mobili. È autore di oltre centocinquanta lavori scientificipresentati a Convegni o pubblicati su riviste, fortemente qualificati sia a

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Romagna Technological Development Agency. He has been the Presidentof the Guglielmo Marconi Foundation since 1997 and is a member of the“Advisory Board” of Fondazione Ugo Bordoni. He is Chairman of theScientific Committee of the Consortium "Elettra 2000", devoted to thestudy and to the diffusion of scientific results in the field of health issuesrelated to electromagnetic waves.

Giovanni D’AmoreGiovanni D’Amore started his activity as a physician at the Laboratoryof Public Health of Ivrea in 1987. From 1st November 1999 to 30th June2004 he has been the Director of the Sub-Provincial Department ofARPA Piemonte in Ivrea. Since 1st July 2004 he has been the Directorof the Regional Centre for Ionising and Non-Ionising Radiation ofARPA Piemonte. His research activities on theoretical aspects ofnumerical models for the electromagnetic characterisation of sourcesand on the development of measurements procedures have been thesubject of numerous scientific papers on nationals and internationaljournals.He is currently member of the Scientific Committee “ElectromagneticFields and Health” of the Italian Ministry of Health and of the StrategicCommittee, issued by the Ministry of Communication, for the Projectdefinition of the Italian Field Monitoring Network.

Luigi PellizzoniLuigi Pellizzoni is a researcher in Sociology of the Environment andTerritory at the University of Trieste, where he teaches courses inParticipatory Processes and Environmental Sociology.His main areas of research are communication, cultural processes(artistic languages, mass communication, cultural dynamics, youngpeople issues), environmental and territorial issues (urban sociology,

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livello nazionale che internazionale. Da febbraio 2001 è presidentedell’Agenzia regionale dell’Emilia Romagna per lo sviluppo tecnologico.È Presidente della Fondazione Guglielmo Marconi dal 1997 ed èmembro dell’“Advisory Board” della Fondazione Ugo Bordoni. È Presidente del Comitato Scientifico del Consorzio Elettra 2000, di cuiè stato padre fondatore e Presidente, il Consorzio si occupa di creare unanuova coscienza in materia di bioelettromagnetismo e avviare un dialogotra mondo scientifico, politica, industria e cittadinanza.

Giovanni D’AmoreGiovanni D’Amore ha iniziato nel 1987 la sua attività di fisico presso lasezione fisica del Laboratorio di Sanità Pubblica di Ivrea. Dal 1novembre 1999 al 30 giugno 2004 ha ricoperto il ruolo di Direttore delDipartimento di Ivrea dell’A.R.P.A Piemonte. A partire dal 1 luglio 2004ricopre il ruolo di Direttore del Centro Regionale per le RadiazioniIonizzanti e non Ionizzanti dell’ARPA Piemonte. Nel corso della suaattività professionale si è dedicato in modo sempre più specifico agliaspetti teorici sullo sviluppo di modelli numerici per la caratterizzazionedi sorgenti di campo elettromagnetico ed a quelli sperimentali sullamessa a punto di nuove metodiche di misura. I risultati della sua attivitàdi ricerca sono stati oggetto di numerose pubblicazioni su rivistescientifiche nazionali e internazionali”. È membro del comitatoscientifico “Salute e Campi Elettromagnetici” istituito presso il Ministerodella Sanità e del Comitato Strategico per la definizione della rete dimonitoraggio dei campi elettromagnetici istituito presso il Ministerodelle Comunicazioni.

Luigi PellizzoniLuigi Pellizzoni è ricercatore di Sociologia dell’Ambiente e del Territoriopresso l’Università di Trieste dove tiene i corsi didattici di Sociologia dei

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environmental impact, technology and risk, participation, environmentalpolicy) and related problems of sociological theory.

Alessandro PalmigianoAlessandro Palmigiano is a lawyer in his own law firm. He works as aconsultant on civil and business matters for several national andinternational Companies. He followed many disputes on consumersrights, which have been published and commented on the main Italianlegal reviews.He is responsible for legal research activity and planning atFondazione Rosselli, where he is also the Director of the Research Uniton Right, Economy and Technology (DET) and a member of theExecutive Committee.

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Fenomeni Partecipativi e Sociologia dell’Ambiente. I settori di ricercaprincipali in cui opera sono rappresentati dalla comunicazione, daiprocessi culturali (linguaggi artistici, comunicazioni di massa, dinamicheculturali, questioni giovanili) e dalle tematiche territoriali e ambientali(sociologia urbana, impatto ambientale, tecnologia e rischio,partecipazione, politiche ambientali) e i connessi problemi di teoriasociologica.

Alessandro PalmigianoAlessandro Palmigiano svolge l’attività di avvocato ed è titolare di unostudio legale. È consulente, in materia civile e commerciale, di alcuneprimarie società nazionali ed internazionali. Numerose delle controversieda lui seguite in materia di diritto dei consumatori sono state pubblicate ecommentate dalle principali riviste giuridiche italiane. È il responsabiledell’attività di ricerca e progettazione giuridica della FondazioneRosselli, nonché direttore dell’Unità di Ricerca Diritto Economia eTecnologia (DET) e componente del comitato operativo della stessaFondazione.

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Progetto grafico e impaginazioneStefania Vinci

Finito di stampare nel mese di febbraio 2008

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A cura del Consorzio Elettra 2000Via Celestini, 1 - 40037 Pontecchio MarconiTel. +39-051-846854 - Fax. +39-051-845758

http://www.elettra2000.it