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Con il sostegno del Collegio Geometri si è tenuto a Roma il primo di due importanti convegni internazionali dedicato all’età rinascimentale e della Controriforma. C ome anticipato nei nume- ri precedenti della rivista, il 10 e l’11 dicembre 2009 si è tenuto, nella prestigio- sa sede dell’Istituto Nazionale per la Grafica a Palazzo Poli-Fon- tana di Trevi e presso l’Istituto Nazionale di Studi Romani, il primo di due Convegni interna- zionali sull’immagine cartogra- fica di Roma, dedicato all’età ri- nascimentale e della Controri- forma (XVI e prima metà del XVII secolo). Il Convegno è stato pro- mosso dal Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma, col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e col fondamentale sostegno del Col- legio Provinciale dei Geometri e Geometri laureati di Roma. Il Presidente del Collegio, geom. Marco D’Alesio, ha aperto i la- vori del Convegno insieme alla Direttrice dell’Istituto Naziona- le per la Grafica, dott.ssa Anto- nella Fusco, al Presidente dell’I- stituto di Studi Romani, prof. Paolo Sommella, e al Direttore del Centro di Studi sulla Cultu- ra e l’Immagine di Roma, prof. Marcello Fagiolo. Nel dicembre del 2010 si terrà il secondo Convegno, dedicato al- le piante della città dal Barocco ai catasti otto-novecenteschi. ARGOMENTI Mario Bevilacqua L’IMMAGINE CARTOGRAFICA DI ROMA 7 29/10 Antonio Tempesta. Pianta di Roma. Incisione, 1593 (sopra: particolare)

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Page 1: ARGOMENTI L’IMMAGINE CARTOGRAFICA DI ROMA 2009... · Sulla pianta dell’Urbe moder-na si sovrappone poi, attraver-so un linguaggio grafico sinte-tico e originale, la topografia

Con il sostegno delCollegio Geometrisi è tenuto a Romail primo di dueimportanti convegniinternazionalidedicato all’etàrinascimentale edella Controriforma.

Come anticipato nei nume-ri precedenti della rivista,il 10 e l’11 dicembre 2009si è tenuto, nella prestigio-

sa sede dell’Istituto Nazionale perla Grafica a Palazzo Poli-Fon-tana di Trevi e presso l’IstitutoNazionale di Studi Romani, ilprimo di due Convegni interna-zionali sull’immagine cartogra-fica di Roma, dedicato all’età ri-nascimentale e della Controri-forma (XVI e prima metà del XVIIsecolo). Il Convegno è stato pro-mosso dal Centro di Studi sullaCultura e l’Immagine di Roma,col patrocinio del Ministero peri Beni e le Attività Culturali e col

fondamentale sostegno del Col-legio Provinciale dei Geometri eGeometri laureati di Roma. IlPresidente del Collegio, geom.Marco D’Alesio, ha aperto i la-vori del Convegno insieme allaDirettrice dell’Istituto Naziona-le per la Grafica, dott.ssa Anto-nella Fusco, al Presidente dell’I-stituto di Studi Romani, prof.Paolo Sommella, e al Direttoredel Centro di Studi sulla Cultu-ra e l’Immagine di Roma, prof.Marcello Fagiolo.Nel dicembre del 2010 si terrà ilsecondo Convegno, dedicato al-le piante della città dal Baroccoai catasti otto-novecenteschi.

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Mario Bevilacqua

L’IMMAGINECARTOGRAFICADI ROMA

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Antonio Tempesta. Pianta di Roma. Incisione, 1593 (sopra: particolare)

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Il Convegno “Piante di Romadal Rinascimento ai Catasti” havisto una grande partecipazio-ne di pubblico, ed ha riunitoalcuni dei maggiori studiosi ita-liani e stranieri; le relazioni, diparticolare livello scientifico,hanno illustrato e approfondi-to aspetti fondamentali per lanascita e codificazione dell’i-conografia della città di Romanel Cinquecento e nel primo Sei-cento. In questi ultimi decenniil rapido rinnovamento deglistudi di storia della cartogra-fia ha portato a una visione sem-pre più sfaccettata e comples-sa di una produzione che vedecoinvolti operatori di forma-zione disparata, e che assumevalori e risponde ad esigenzemolteplici e contrastanti.Gli anni tra la metà del Cin-quecento e la metà del secolosuccessivo sono caratterizzatidal passaggio della cultura ita-liana dal pieno Rinascimento,in cui la ricerca artistica ha tro-vato spesso espressione con-giunta con le più avanzate spe-rimentazioni prospettiche, tec-

niche e scientifiche che porta-rono a un sostanziale avanza-mento delle pratiche cartogra-fiche, all’età della Controrifor-ma, in cui le autorità ecclesia-stiche romane hanno esercita-to un controllo stretto e spessoimpositivo sulla produzione ar-tistica, e spesso restrittivo e cen-sorio nei confronti della ricer-ca scientifica. Ma è proprio inquesti decenni che la produzionedi immagini della città cono-sce uno sviluppo straordinario,imponendo nell’Europa del tem-po i suoi nuovi modelli, intro-ducendo nuove tecniche e unanuova, moderna concezione cul-turale della pianta di città co-me strumento culturale, politi-co, militare, di propaganda einfine spirituale-devozionale.Nei secoli successivi, fino alla ri-voluzione tecnico-scientifica il-luminista e poi ottocentesca, cheporterà a un radicale rinnova-mento in campo cartografico ur-bano, legato essenzialmente al-la messa a punto dello strumentodel catasto geometrico-parti-cellare (quello romano venne av-

viato e introdotto nei primi de-cenni del XIX secolo), l’imma-gine della città codificata tra Cin-quecento e Seicento resterà al-la base della moderna rappre-sentazione di Roma.

Il convegno si è svolto in piùsessioni, dedicate ad aspetti spe-cifici. I diversi studiosi – storicidell’arte, architetti, storici del-la scienza – hanno messo a con-fronto approcci e metodologiedi indagine diversi. Questo scam-bio appare particolarmente frut-tuoso in quanto l’interdiscipli-narietà che arricchisce lo studiodella cartografia urbana in un’e-poca in cui la figura del geome-tra-rilevatore-misuratore nonè ancora definita (lo diverrà so-lo dal XVIII secolo) riflette l’e-terogeneità delle professiona-lità coinvolte nella produzionedi carte nei secoli: pittori, ar-chitetti, incisori, militari, ma-tematici, agrimensori, ecc.

La prima sessione del Conve-gno, “Arte e scienza: l’immagi-ne di Roma nel contesto euro-

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Il Convegno haapprofondito aspettifondamentali per lanascita ecodificazionedell’iconografiadella città di Roma.

Mario Cartaro. Pianta di Roma. Incisione, 1573

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peo”, ha visto intervenire Ma-rio Bevilacqua (Università di Fi-renze), con la relazione L’im-magine moderna della città: ilmodello romano; Lucia Nuti(Università di Pisa), con la re-lazione Roma in costruzione.Mappe mentali e mappe reali dalMedio evo al Rinascimento; e Fi-lippo Camerota (Istituto e Mu-seo di Storia della Scienza, Fi-renze), con la relazione Archi-tettura, geometria, prospettiva:il rinnovamento delle tecniche dicartografia urbana tra Rinasci-mento e Barocco.I tre studiosi hanno sottolinea-to le specificità del “modello ro-mano” di cartografia urbananelcontesto europeo del Cinque-cento. I grandi centri di produ-zione cartografica nel Rinasci-mento sono in Italia essenzial-mente Firenze, dove a partire dal-l’inizio del Quattrocento si ela-borano quelle novità matema-tico-prospettiche che rivoluzio-nano l’arte della rappresenta-zione nella cultura occidentale,e Venezia, dove nel 1500 si pub-blica la grande xilografia di Ja-

copo de’ Barbari con la primaveduta assonometrica di unagrande metropoli europea. Laproduzione cartografica roma-na conosce una vicenda specifi-ca, che si sviluppa sempre nel-l’unicità della situazione della cit-tà, cresciuta nel confronto conla realtà dell’Urbe antica e dellasua incommensurabile magni-ficenza.È con Leon Battista Alberti chela riflessione sulla forma dellacittà inizia a elaborare metodie strumenti di rappresentazio-ne che partono dalla volontà didocumentare, dando un ordinelogico e coerente, la topografiadell’Urbe e la corretta disposi-zione delle sue emergenze mo-numentali. Rappresentare la cit-tà - riproduzione di modelli con-solidati e/o confronto e riscon-tro con la realtà, anche attra-verso operazioni di vera e pro-pria misurazione sul campo - si-gnifica già per Alberti, come perRaffaello dopo di lui, accetta-re la sfida di uno studio della cit-tà contemporanea come erededi quella antica, in un proces-

so di lunga crescita del costruitomoderno sulle vestigia dellagrandezza imperiale.La cartografia romana nasce esi evolve, a partire dal primoUmanesimo, nel continuo, ser-rato dialogo antico-moderno:non solo dando luogo a una ec-cezionale serie di piante resti-tutive della città antica, ma an-che determinando una spetta-colare ricchezza di produzio-ne sulla città moderna, stimo-landone le novità figurative etecniche, facendo di Roma uncentro all’avanguardia, un pun-to di riferimento, un esempiocostante per la definizione del-la immagine della città nel-l’Europa moderna.La lucidità dei programmi di Al-berti e di Raffaello, rimasti inrealtà privi di esiti cartografici,enuclea già a partire dalla me-tà del Quattrocento l’esigenza diriassumere e ordinare, attra-verso la rappresentazione to-pografica, tutta la conoscenzasulla città: la carta diviene dun-que una summa enciclopedicache riconduce, attraverso un si-

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Nella primasessione è statasottolineata laspecificità del“modello romano”di cartografiaurbana.

Pianta di Roma antica, derivata da quella di Pirro Ligorio. Incisione, fine XVI secolo

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stema di simboli evocativi e ri-assuntivi, a un compiuto tea-tro generale delle conoscenze.

La seconda sessione del Con-vegno, “Da Bufalini a Greuter”,è stata dedicata alle principalipiante e vedute prodotte e pub-blicate tra la metà del Cinque-cento e la prima metà del seco-lo successivo, tra cui quelle diLeonardo Bufalini (1551), di An-tonio Tempesta (1593), di Mat-teo Greuter (1618). Si sono avu-te le relazioni di Jessica Maier(Tulane University, New Or-leans) su Leonardo Bufalini: ilprimo rilevamento scientifico del-la città (1551); Allan Ceen (Stu-dium Urbis, Roma), su Bufali-ni 1551: Distortion and Rectifi-cation; Emmanuel Lurin (Uni-versité de Paris IV-Sorbonne),su Il Codice Du Pérac: riattribu-zione dei disegni e una nuova in-terpretazione del manoscritto; Ec-khart Leuschner (UniversitätPassau), su La Pianta di Anto-nio Tempesta (1593): arte, con-testo culturale, diffusione inter-nazionale. Augusto Roca DeAmicis (Sapienza Università diRoma) ha introdotto la ricercamultidisciplinare da lui coor-dinata su La Pianta di MatteoGreuter (1618), su cui hanno re-

lazionato Aloisio Antinori (Uni-versità del Molise), TommasoManfredi (Università di ReggioCalabria), Marisa Tabarrini (Sa-pienza Università di Roma).La pianta di Leonardo Bufali-ni è una grande xilografia inpiù matrici, per una composi-zione che raggiunge eccezionalidimensioni (20 fogli di cm 49x35circa, più cornici); si tratta delprimo rilievo della città, con-dotto con strumentazione in-novativa, e rappresenta un fon-damentale momento di acce-lerazione nella rappresenta-zione di Roma. Le relazioni diMaier e Ceen hanno indicatonuovi spunti di riflessione sul-la formazione di Bufalini co-me architetto e misuratore im-pegnato in imprese militari, esulla strumentazione da lui mes-sa a punto per eseguire il rilie-vo, di cui Ceen ha proposto una“rettificazione” sulla base di unasovrapposizione di punti cheevidenzia le procedure esecu-tive e le forti distorsioni. La pian-ta di Bufalini propone una ac-curata disamina della realtà mo-numentale della capitale pon-tificia in un momento di gran-de fervore urbanistico, eviden-ziando, con una particolare de-finizione grafica, i singoli edi-

fici funzionali e monumentali(chiese, ville, palazzi), arrivan-do a indicare – schematica-mente – la disposizione di cor-tili e androni dei palazzi e leplanimetrie di tutte le chiese.Sulla pianta dell’Urbe moder-na si sovrappone poi, attraver-so un linguaggio grafico sinte-tico e originale, la topografiadell’Urbe antica, dove anche inomi di aree e complessi mo-numentali perduti ma noti dal-le fonti sono posizionati nell’a-bitato e nel vasto disabitato, conl’intrecciarsi e il sovrapporsicontinuo ed evocativo di nomidi ville e proprietà antichi e mo-derni. Come indicato da Maiersulla scorta delle ricerche di Fa-giolo e Burns, che sono poi in-tervenuti nell’ultima sessionedel Convegno, i rapporti di Bu-falini con la cultura rinasci-mentale ne evidenziano i lega-mi con la produzione di piantedi Roma antica di Pirro Ligorio.È sulla base planimetrica for-nita da Bufalini, attraverso unimpegnativo e inedito proces-so di misurazione con nuovistrumenti di precisione, che siconcretizza, a partire dal se-condo Cinquecento, l’assolutoprimato romano nella produ-zione di carte, piante e vedute

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La seconda sessioneè stata dedicata alleprincipali piante evedute delCinquecento e dellaprima metà delsecolo successivo.

Matteo Greuter. Pianta di Roma. Incisione, 1618

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della città. L’immagine di Roma,in un sorprendente convergeredi esigenze politiche, spiritua-li, diplomatiche ed erudite, edesperienze artistiche, tecnichee scientifiche, diviene ormai –grazie anche alle possibilità diriproduzione offerte dall’inci-sione calcografica – un essen-ziale strumento per la diffusio-ne della cultura e dell’immaginedella città eterna. È comunque interessante ri-flettere come la pianta di Bufa-lini - che, nonostante sia fruttodi un rilevamento originale, si-curamente presenta seri pro-blemi di attendibilità, dovuti nonultimo alla tecnica xilograficache impedisce una corretta re-sa di dettaglio, e la suddivisio-ne in tante tavole che non com-baciano in modo coerente - nonsembra aver goduto di un im-mediato successo di pubblico:dopo una prima riedizione conaggiornamenti (1560), scom-pare dal panorama editoriale ro-mano, venendo in un certo sen-so “riscoperta” solo due secolidopo ad opera di G.B. Nolli, chene comprenderà l’eccezionalitàdi documento riproponendo-ne una riedizione planimetri-camente rettificata. Nonostante la scarsa diffusio-

ne, la pianta di Bufalini diven-ta però la base planimetrica peresperimenti nuovi, che co-struiscono un ritratto più cor-poso e immediato del volto del-la città aggiungendo, a una pla-nimetria sufficientemente at-tendibile, opportunamente ag-giornata e corretta, la riprodu-zione degli alzati di tutto l’abi-tato: la grandiosità dei monu-menti antichi, la magnificen-za della città moderna, analiti-camente scomposta nelle cen-tinaia e centinaia di prospetti dichiese, palazzi, ville, fino allapiù meticolosa resa del più mo-desto tessuto urbanizzato. Nel corso del Seicento la rap-presentazione della città si sud-divide secondo due modelli prin-cipali di rappresentazione: la ve-duta allargata, panoramica, ela pianta a volo d’uccello, pla-nimetricamente attendibile gra-zie all’opera di verifica e aggiu-stamento della pianta base bu-faliniana. Al primo modello, an-ch’esso già ampiamente speri-mentato nel Cinquecento, si at-tiene la grande e fortunata rea-lizzazione dell’incisore-pittore-architetto fiorentino AntonioTempesta (1593), su cui Leusch-ner ha presentato i risultati dinuove indagini, rivolte soprat-

tutto all’individuazione del suc-cesso editoriale e della diffusioneinternazionale della stampa. Alsecondo modello, dopo Cartaroe Du Pérac-Lafreri, appartienela grande pianta di Matteo Greu-ter (1618). Qui la Roma mo-derna, erede della magnificen-za dell’Urbe antica, mostra il suovolto monumentale, il suo ri-sorgere a nuova vita con le ope-re di Sisto V e Paolo V (il con-fronto tra i due pontificati è sot-tolineato dalla scelta dei mo-numenti rappresentati nella cor-nice): l’apertura di strade e piaz-ze, l’erezione degli obelischi, l’ad-duzione delle acque e la co-struzione di fontane; la magliaviaria ampliata e intessuta ditempli cristiani e dimore genti-lizie, il sistema caritativo, sani-tario e annonario fatto di deci-ne di oratori, ospizi, ospedali,granai. La valenza enciclopedi-ca di questi “veritieri ritratti” del-la città si concretizza nella pre-cisione planimetrica e prospet-tica, nella profusione di indici erimandi, nel commento allego-rico sapientemente costruito convedute, emblemi, simboli aral-dici. La ricerca presentata da Ro-ca De Amicis ha messo a fuocoaspetti inediti e straordinaria-mente complessi di questa pian-

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La terza sessione èstata dedicata a“Piante tematichee cicli cartograficidal primoRinascimento aPaolo V”.

M. Greuter, Pianta di Roma. Incisione, 1618 (part.)

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ta, vero e proprio strumento dilettura sfaccettato e stratificatodella città agli inizi dell’età ba-rocca, dimostrando l’eccezionalericchezza del documento car-tografico nell’indagine storica.

La terza sessione del Convegno,“Piante tematiche e cicli carto-grafici dal primo Rinascimen-to a Paolo V”, ha visto interve-nire Marcello Fagiolo (Sapien-za Università di Roma), con larelazione Pirro Ligorio e la rap-presentazione di Roma antica;Howard Burns (Scuola Norma-le Superiore di Pisa), con la re-lazione La pianta di Roma anti-ca di Pirro Ligorio del 1561; Da-niela Gallavotti Cavallero (Uni-versità della Tuscia), con la re-lazione Giovanni Maggi e la pit-tura di paesaggio; Denis Ri-bouillault (Accademia di Fran-cia a Roma), con la relazione Car-tografie dipinte: Roma nei ciclidecorativi dei palazzi rinasci-mentali; Massimiliano Ghilar-

di (Istituto Nazionale di StudiRomani), con la relazione La na-scita della cartografia di Romasotterranea cristiana.L’Antiquae Urbis imago accura-tissime ex vetusteis monumenteisformata di Pirro Ligorio (1561),grande pianta ricostruttiva del-l’assetto dell’antica Urbe impe-riale, risponde alla sintesi di Bu-falini con l’idea della restituzio-ne integrale, complessa della cit-tà perduta. “L’immagine del caos– magma tumultuoso ma anchecontenitore degli archetipi e deigermi formali – si offre come me-tafora di uno sviluppo storico tor-tuoso e come termine di riferi-mento per una rappresentazio-ne impegnata dell’immagine diRoma… Si tratta comunque del-l’atto di nascita di una volontàdi riproduzione della città anti-ca su basi insieme scientifiche ecritiche, con una indagine glo-bale sui dati archeologici, sullefonti storiche e sull’invenzionecompositiva che è rivolta nellostesso tempo al passato, al pre-sente e al futuro, ponendosi in-sieme come memoria e come pro-fezia. In questo senso esiste unacontinuità tra Ligorio e Pirane-si” (Fagiolo). Howard Burns haillustrato la volontà sovversiva diLigorio, che rifiuta il linguag-gio tecnicamente avanzato di Bu-

falini, già impostato secondo unavisione “moderna” del rileva-mento urbano, per rievocare for-me di rappresentazione antiche,prive anche del virtuosismo pro-spettico dalla rappresentazionerinascimentale.L’enorme veduta di GiovanniMaggi, lunga quasi cinque me-tri, pubblicata nel 1625, di cuisolo recentemente è stato rin-tracciato un esemplare origina-le, costituisce ancora un enigmairrisolto nella produzione car-tografica romana del Seicento:Gallavotti Cavallero ha espostoi problemi di identificazione delpercorso formativo e artistico diMaggi, e le questioni attributi-ve di una realizzazione così ma-tura e impegnativa. La relazio-ne di Ghilardi ha riportato l’at-tenzione sull’uso fondamenta-le della cartografia in ambito piùstrettamente devozionale: stru-mento essenziale per la diffu-sione dell’ortodossia cattolicacontroriformista. L’invenzionedi una “cartografia della Romasotterranea”, con gli enormi pro-blemi tecnici di rilevamento incondizioni estreme dei chilo-metrici, labirintici cunicoli sot-terranei delle catacombe, divie-ne a partire dall’inizio del Sei-cento un mezzo di propagandaoltre che di conoscenza.

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CONVEGNO INTERNAZIONALESULL’IMMAGINECARTOGRAFICA DI ROMA

Il Convegno è stato ideato da MarioBevilacqua e Marcello Fagiolo. IlComitato scientifico è costituito daMario Bevilacqua, Marcello Fagiolo,Daniela Gallavotti Cavallero, PaoloPortoghesi, Paolo Sommella.L’organizzazione è stata curata dalCentro di Studi sulla Cultura el’Immagine di Roma, presieduto daPaolo Portoghesi e diretto daMarcello Fagiolo, con sede pressol’Accademia Nazionale dei Lincei, viadella Lungara, 10, Roma.Il Centro di Studi sulla Cultura el’Immagine di Roma promuove dal1980 ricerche, pubblicazioni, mostre,convegni ed eventi sulla storia dellacittà medievale, moderna econtemporanea.Per uno sguardo d’insieme delleiniziative e dei programmi vediwww.culturaimmagineroma.it

Antonio Tempesta. Pianta di Roma. Incisione, 1593 (particolare)