ascensione del signore - su ali d'aquilafa dei discepoli di gesù dei testimoni della sua vita,...

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Liturgia domenicale per bambini e ragazzi Ascensione del Signore • C • 1 1. PAROLA-CHIAVE Testimoni 2. TRAGUARDO L’animatore trasmetta ai fanciulli il significato della parola-chiave che fa dei discepoli di Gesù dei testimoni della sua vita, delle sue parole e dei suoi gesti. Ma soprattutto dei fatti avvenuti a Gerusalemme: la sua passione, morte e risurrezione. La loro testimonianza ha raggiunto tutti, perché per tutti egli è venuto a portare il perdono e la possibilità di una nuova vita. 3. AMBIENTAZIONE A differenza della 1ª lettura, secondo la quale il Risorto si è mostrato agli apostoli durante 40 giorni, il capitolo 24 del Vangelo di Luca Ascensione del Signore Ascensione del Signore Anno C

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Page 1: Ascensione del Signore - Su ali d'aquilafa dei discepoli di Gesù dei testimoni della sua vita, delle sue parole e ... Apri la tua mano e c’è la vita. quando ti nascondi tutto muore

Liturgia domenicale per bambini e ragazzi

Ascensione del Signore • C • 1

1. PAROLA-CHIAVE Testimoni 2. TRAGUARDO L’animatore trasmetta ai fanciulli il significato della parola-chiave che fa dei discepoli di Gesù dei testimoni della sua vita, delle sue parole e dei suoi gesti. Ma soprattutto dei fatti avvenuti a Gerusalemme: la sua passione, morte e risurrezione. La loro testimonianza ha raggiunto tutti, perché per tutti egli è venuto a portare il perdono e la possibilità di una nuova vita. 3. AMBIENTAZIONE A differenza della 1ª lettura, secondo la quale il Risorto si è mostrato agli apostoli durante 40 giorni, il capitolo 24 del Vangelo di Luca

Ascensione

del

Signore

Ascensione del Signore Anno C

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presenta l’Ascensione come conclusione del giorno di Pasqua. Le apparizioni di Gesù si sarebbero svolte in un unico medesimo giorno, e il Risorto sarebbe stato “portato verso il cielo” la sera stessa. Come spiegare questa divergenza fra i due scritti di Luca? Essa testimonia anzitutto la diversità delle tradizioni primitive sull’Ascensione del Signore. Si sa d’altra parte che, nelle più antiche confessioni di fede cristiane, l’esaltazione di Cristo alla destra di Dio non era separata dalla risurrezione. Così leggiamo infatti nell’inno arcaico riprodotto da Paolo nella lettera ai Filippesi (2,9): “Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome”. Il periodo simbolico di 40 giorni fu verosimilmente introdotto in un’epoca più tarda, forse per demolire le asserzioni gnostiche su sedicenti rivelazioni speciali del Risorto. Infine, bisogna sottolineare l’insistenza sorprendente del Vangelo sulla città di Gerusalemme, nominata tre volte. In tal modo l’evangelista afferma che la storia della salvezza si è compiuta in questa città con la passione e la morte di Gesù. Proprio di questo avvenimento decisivo i discepoli dovranno rendere testimonianza a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Come dire che la Chiesa sperimenterà, lungo tutta la sua storia, il destino doloroso del fondatore. Ecco in che senso Luca presenta successivamente due relazioni dell’unico mistero. Secondo il Vangelo, l’Ascensione si identifica con la Pasqua, come la risurrezione di Gesù indica l’aspetto luminoso della sua morte. All’inizio degli Atti, Luca adotta una struttura rispondente alla situazione del momento: la passione, la risurrezione, l’esaltazione e il dono dello Spirito, rappresentano altrettante tappe cronologiche, collegate al calendario liturgico. Si tratta quindi di due linguaggi, ma che affermano sostanzialmente un’unica medesima cosa. La risurrezione-esaltazione di Gesù significa che, dopo la morte del Signore, ci è donato lo Spirito Santo che cambierà il mondo trasformando i nostri cuori. 4. SALUTO Anima mia, canta al tuo Dio Do Fa Do Sol Fa Lab Sol (Rit.) Anima mia, canta al tuo Dio Do Sol La- Do Sol La-

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Alleluia! Alleluia! Fa Re-7 Fa Sol Dio è la mia gioia! Do La- Mi- Quanto sono grandi e mirabili Fa Lab Sol tutte le tue opere, Signore Do La- Mi- Tu sei rivestito di splendore Fa Sol7 Do stendi il tuo mantello di luce. Prendi come carri le nuvole, voli sulle ali del vento. Solcano le navi il tuo mare mentre si diverte la balena. Scorrono tra i monti i ruscelli, cantano i passeri nel bosco. Sorge il sole e nasce in nuovo giorno, esce l’uomo e va al suo lavoro. Cresce l’erba e nascono i germogli, dona ogni terra il suo frutto: pane per la vita di ogni giorno, vino per la gioia della mensa. Tutto hai fatto, o Dio, con sapienza; doni il cibo ad ogni creatura. Apri la tua mano e c’è la vita. quando ti nascondi tutto muore. Quanto sono grandi e mirabili tutte le Tue opere, o Signore! Mandi il tuo Spirito di vita: tutto si rinnova sulla terra. In alternativa al canto proponiamo:

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Celebrante: “Il Signore Gesù, che ha sottomesso a sé tutte le cose, trasfiguri il vostro corpo di miseria per conformarlo al suo corpo di gloria, e la sua pace sia con tutti voi” (Fil 3,20-21).

Offerta dell’incenso

Celebrante: Cristo risorto, sei salito al cielo e ci hai svelato la nostra dignità.

1. Lettore (un adulto, che poi offrirà l’incenso): Sii benedetto, perché possiamo comprendere a quale speranza ci hai chiamati!

Rit (cantato): Gloria, gloria, cantiamo al Signore! (2 volte)

Celebrante: Cristo risorto, sei salito al cielo e ci hai promesso il dono dello Spirito Santo

2. Lettore (un giovane, che poi offrirà l’incenso): Sii benedetto, perché ogni creatura riceve da te energia e vita!

Rit. .....

Celebrante: Cristo risorto: sei salito al cielo e animi la Chiesa che vive in comunione con te.

3. Lettore (un fanciullo, che poi offrirà l’incenso): Sii benedetto, perché possiamo attendere il tuo ritorno come servi operosi del Vangelo.

Rit. ..... 5. VERIFICHIAMO L'AGIRE DELLA SETTIMANA • Ricordiamo qualche passo del Vangelo della scorsa domenica? • Chi di noi ha memorizzato il volto della persona alla quale abbiamo scambiato il segno della pace?

• Ci siamo impegnati a pregare per lui affinché sia stato nel suo ambiente operatore di pace?

E ora prima di metterci in ascolto di Gesù gli chiediamo perdono:

Preghiera e Rito dell’aspersione

(in sostituzione dell’Atto Penitenziale)

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Guida: Sul monte, ai nostri occhi sei scomparso, o Signore, ma non ci hai abbandonato. Sei rimasto con noi, per sempre, nella Parola e nell’Eucaristia. Sei rimasto nel volto di ogni uomo che cerca, ama e spera, nel nostro soffrire quotidiano ed anche nella briciola di vita che facciamo nascere. Alle nostre mani la tua opera hai affidato, al nostro cuore il mondo hai consegnato e mandi anche noi per il mondo ad essere tuo amore.

Celebrante: Mentre attendiamo lo Spirito Santo, dono della Pentecoste, celebriamo l’Ascensione, il mistero della piena glorificazione di Gesù uomo e Figlio di Dio. E l’aspersione con l’acqua benedetta nella notte di Pasqua ravvivi in noi la grazia del Battesimo per mezzo del quale siamo stati immersi nella morte redentrice del Signore per risorgere con lui alla vita nuova ed essere glorificati alla destra del Padre.

(Si possono creare nel gruppo e/o far presentare dai ragazzi stessi) 6. ORAZIONE In questo giorno di festa lascia, o Signore, che il nostro cuore sia invaso dalla grande gioia che provarono gli apostoli alla tua Ascensione. Donaci la gioia di chi scorge i segni del regno che si compie a partire dalla tua morte e risurrezione. Donaci la gioia di chi è testimone del tuo amore e della tua misericordia e cerca di trasmettere con le sue parole lo stupore di una grazia sempre nuova. Donaci la gioia di chi si sente condotto e sostenuto dal tuo Spirito

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e in ogni prova e avversità sa di poter contare sulla sua presenza di consolazione e di pace. Donaci la gioia dei fratelli che condividono la stessa fede e la stessa speranza e si sentono inviati fino ai confini della terra. Donaci la gioia dei discepoli che seguono lieti la strada del loro Maestro anche quando si inerpica sulla collina del Calvario perché sanno che nulla, neppure la sofferenza e la morte, potranno strapparli dalla sua mano forte e sicura. 7. ASCOLTIAMO GESÙ Per l’ascolto della Parola ci alziamo in piedi. Dal Vangelo secondo Luca (24, 46-56) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. 8. SEGNO

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(Compiamo il gesto in silenzio) Accanto al Vangelo poniamo l’icona dell’Ascensione e un cero acceso. 9. DIALOGO CON l’ANIMATORE • Chi sono i primi testimoni di Gesù? • In quale luogo si svolge la scena evangelica? • I discepoli devono rimanere a Gerusalemme, avete capito perché? 10. RIFLESSIONE DELL’ANIMATORE La Parola di oggi dà vigore alla testimonianza, affinché la salvezza sia obiettivo universale. In apparenza è una festa di addio quella dell'Ascensione. E il commiato, di consueto, si tinge di tristezza. L'onda della nostalgia per un passato, intensamente vissuto, s'incrocia con il timore per un futuro incerto, incombente. Così fu per i discepoli di Gesù prima della passione. E Giovanni, nel suo racconto, ne ha conservato il clima, intriso di inquietudine e turbamento (20,17). Luca invece no. L'Ascensione di Gesù è soffusa di commozione e di gioia intensa. È un mistero su cui l'evangelista torna due volte: alla fine del vangelo (24,46-53) e all'inizio del libro degli Atti (1,9-11); per contemplarlo sotto due aspetti. Nel vangelo l'Ascensione costituisce l'esito ultimo della parabola storica di Gesù; il senso compiuto della Pasqua. Il Signore, dopo aver portato a termine la missione, ha spezzato le catene della morte, ed è entrato nella gloria. Per sempre. Negli Atti, invece, l'Ascensione segna l'inizio di una nuova presenza di Gesù, nella sofferta e gioiosa vicenda dell'umanità. Per questo i discepoli non devono stare a guardare indietro, o in alto. Niente no-stalgie o rimpianti; devono guardare al futuro. E Signore è vivo e resta sempre con loro, per portare il vangelo su tutte le strade del mondo a partire da Gerusalemme. L'Ascensione è l'ultima apparizione del Risorto. Dopo quel giorno i discepoli non lo vedranno più. Né in Galilea, né in Giudea. Gesù però, prima di sottrarsi allo sguardo dei suoi, vuole rivelare «come» resterà ancora nel cuore della storia; e, non meno, vuole manifestare

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«come» sarà per sempre alla destra del Padre. Lo dice con parole e gesti, che resteranno scolpiti nella memoria dei discepoli come un testamento. Gesù dunque prima dell'addio apre la mente dei discepoli all'intelligenza delle Scritture. Esse hanno parlato di lui come di colui che doveva «patire e risorgere dai morti»; perché questo era il piano di Dio per la salvezza del mondo. Ormai tutto è compiuto; l'evento di morte-risurrezione costituisce il mistero che salva; il senso pieno della vicenda umana. Nonostante la parvenza di una storia convulsa tra violenza e aberrazioni, l'umanità resta segnata per sempre da questa «ferita gloriosa»: la Pasqua. Gesù poi si affida alla «parola» dei suoi discepoli: «Nel suo nome saranno predicati a tutte le genti il perdono e la conversione» (v. 47). Nel suo nome. Non ci sono, infatti, altri nomi che salvano. Gesù è l'unico salvatore del mondo. Nella Pasqua trova compimento la speranza dell'uomo, di ogni tempo e di ogni spazio. Il dono della salvezza ha una destinazione universale, attraverso la «povertà potente» dell'annuncio e il vigore della testimonianza. E così l'Ascensione di Gesù spalanca gli orizzonti della missione. L'impresa sembra umanamente impossibile. Come potranno pochi uomini prendere il largo sulle rotte insidiose del mondo? Come potrà un messaggio annunciato nella lingua di un popolo entrare nel cuore di ogni cultura? E ancora Gesù a rivelarne il futuro: attraverso la potenza che viene dall'alto. La missione non è un'impresa solo umana. I discepoli hanno la consegna di attendere lo Spirito Santo. C'è un nuovo avvento per attrezzare la speranza degli operai del regno: la Pentecoste. Solo con lo Spirito gli apostoli di ogni tempo potranno mettere a contatto ogni creatura umana con la Pasqua del Signore: attraverso la parola, la testimonianza e con la forza di Dio. Senza sconti e senza paure. L'ultimo incontro fra il Risorto e i suoi si dissolve in due gesti che Luca affida alle ultime righe del suo vangelo, mentre contempla l'evento dell'Ascensione: il gesto «benedicente» del Signore e il gesto «adorante» dei discepoli. Il primo evoca il volto eterno di Gesù Messia. Egli, nella gloria del Padre, è l'eterno sacerdote, che si offre e intercede per l'umanità redenta. E la benedizione del Cristo glorioso suscita nei discepoli l'adorazione, e soprattutto la gioia. II mistero dell'Ascensione assume così il tono solenne di una composta liturgia. I discepoli adorano perché riconoscono in Gesù il vincitore della morte e insieme la verità

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della sua missione. E così il loro cuore è invaso dallo stupore e dalla lode. Non quindi dalla malinconia di un addio, ma dalla gioia per la certezza di una presenza nuova e più vera. Gesù si sottrae agli occhi per rendersi presente al cuore dei suoi; si libera dalle categorie di quello spazio e di quel tempo per farsi prossimo all'uomo di ogni tempo e di ogni spazio. È non poco singolare l'atteggiamento dei discepoli nel momento dell'Ascensione, narrato da Luca nel libro degli Atti. Essi guardano indietro; chiedono a Gesù quando si decida a restaurare il regno d'Israele. E poi stanno a guardare in alto. No, l'Ascensione non invita solo a guardare in alto. Messaggio certamente attuale questo per l'uomo del nostro tempo, troppo curvo sul mondo, sino a soffocare nelle proprie schiavitù e miopie. Gesù addita soprattutto la strada diversa della sua nuova presenza: la parola, la comunità cristiana, i sacramenti e, in particolare, la testimonianza: «Voi mi sarete testimoni». Ogni credente in Lui ha questa missione: diventare icona del Risorto. Guardando dentro la vita di ogni cristiano, come in uno specchio, ogni uomo dovrebbe vedere l'immagine del Cristo pasquale. Ma quale immagine? Una immagine sfocata, confusa, indecifrabile

sotto la scorza dell'indifferenza, delle paure, dei compromessi e della vita appiattita sui modelli del mondo? O un'immagine vera, nitida, trasparente, capace di ridestare una voglia di vita pasquale? Il cristiano non può defilarsi. È un testimone. O diventa obiezione contro Gesù, ostacolo all'incontro con lui, o è una presenza contagiosa, una lampada accesa sulla strada di molti. Niente allontana da Dio come il cristiano incoerente; e niente avvicina a Dio come il testimone.

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11. ATTIVITÀ 12. PREGHIAMO

Celebrante: A te, Signore, asceso al cielo tra canti di gioia per essere in comunione con il Padre; a te, che hai colmato di beatitudine i discepoli e, assieme a loro, tutti gli uomini della terra con il dono dello Spirito; a te, che ci chiami ad essere tua Chiesa nel mondo, con fiducia e speranza rivolgiamo la nostra preghiera e diciamo: “Signore, manda il tuo Spirito!”

Guida: - Sui missionari dispersi per tutta la terra, perché la tua presenza li sostenga e li fortifichi nell’annuncio del Vangelo, noi ti preghiamo...

L’attività è tratta

da questa

pubblicazione

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- Su coloro che governano il mondo, perché siano, secondo le loro responsabilità, artigiani fecondi di pace, di giustizia, di libertà, di verità, noi ti preghiamo...

- Sulle popolazioni abbandonate alla guerra, perché gli uomini di buona volontà si mobilitino per mettere fine a conflitti e drammi devastanti, noi ti preghiamo...

- Sui bambini che in questo tempo di gioia ricevono il Sacramento dell’Eucaristia e del Battesimo, perché possano trovare nella comunità parrocchiale una famiglia aperta, accogliente, fraterna e misericordiosa, noi ti preghiamo...

Celebrante: Signore della gloria, crocifisso e risorto, ascolta la nostra preghiera: manda il Consolatore, lo Spirito di verità e fa’ di noi i testimoni del tuo amore, qui e fino ai confini della terra, ora e per tutti i secoli dei secoli. Benedetto sei tu, o Dio, il Vivente in eterno!

13. AGIRE Il nostro AGIRE: Impegniamoci ad essere testimoni di Gesù risorto soprattutto in famiglia e a scuola, con gioia doniamo ai nostri compagni, ai nostri genitori, ai nostri fratelli, ai nostri amici un segnalibro creato da noi.