aterosclerosi: storia naturale di un processo di un … l’immunità umorale che porta allo...
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“ATEROSCLEROSI CORONARICA: storia naturale e strategie terapeutiche in prevenzione primaria e secondaria”terapeutiche in prevenzione primaria e secondaria
Garbagnate Milanese 9 ottobre 2010
Aterosclerosi: storia naturale di un processo di un processo occlusivo-
i fi t i d llinfiammatorio precursore dello sviluppo dell’instabilità di placcasviluppo dell instabilità di placca
Dr Anna Maria FiorenzaDr Anna Maria FiorenzaCentro Aterosclerosi A.O.G. Salvini Garbagnate Milanese
f b l b [email protected]
Patogenesi del processo aterosclerotico(ricostruzione storica)
Quasi 200 anni fa Joseph Hodgson (1788–1869) descrisse la presenza di celluleinfiammatorie nelle lesioni aterosclerotiche.
L’id di i l i t d l i t i it i i di d ll ll lL’idea di un coinvolgimento del sistema immunitario e quindi delle celluleimmunocompetenti nella patogenesi dell’aterosclerosi era stata sostenuta da Virchownel 1856
Nel 1908 William Osler ipotizzò un ruolo causale dell’infiammazione e dell’infezionenella patogenesi dell’aterosclerosi ma fino agli anni 80 l’ipotesi immunologico-infiammatoria venne ignorata: la ragione di tale ignoranza era rappresentata dallainfiammatoria venne ignorata: la ragione di tale ignoranza era rappresentata dalladifficoltà di identificare le cellule immunocompetenti, la svolta in questo campo sideve all’avvento degli anticorpi monoclonali che hanno permesso di identificare lecellule immunitarie delle placche ed il loro ruolocellule immunitarie delle placche ed il loro ruolo
La “teoria lipidica” dell’aterogenesi ha prevalso per gran parte del 20° secolo inquanto la presenza di materiale lipidico nelle placche era palese ma la biologiaquanto la presenza di materiale lipidico nelle placche era palese ma la biologiacellulare dell’aterosclerosi rimaneva un puzzle .
Nel 1976 con un lavoro pubblicato sul NEJM, Russell Ross ha riaperto la discussionep , psulla natura infiammatoria dell’aterosclerosi con la teoria della “risposta alla lesione”che focalizza l’attenzione sulla cellula endoteliale
L’ i l i d ll LDL h i t di f tt• L’azione lesiva delle LDL-ox che si comportano di fatto come un antigene contro il quale si attiva una risposta autoimmune altera funzionalmente e strutturalmenteautoimmune, altera funzionalmente e strutturalmente l’endotelio vascolare che risponde con una esaltata produzione di segnali chemiotattici e di crescita cellulareproduzione di segnali chemiotattici e di crescita cellulare per i monociti circolanti i linfociti T e B e le piastrine, incrementando la propria permeabilità a lipidi e proteine p p p p pplasmatiche e riducendo la propria attività antitrombotica.
Ross e Glomset 1976, Libby 1991, Ross 1993. Hansson e Jonasson Arterioscl Thromb Vasc Biol 29 1714 1717 2009Arterioscl Thromb Vasc Biol 29, 1714-1717, 2009
• I monociti sono i primi ad essere richiamati dall’endotelio leso perchè sono le cellule deputate alla prima risposta p p p pcontro l’antigene essendo le cellule che presentano l’antigene ai linfociti T che vengono così “attivati” e da qui
di i h i l i l’i i à ll luna cascata di eventi che coinvolge sia l’immunità cellulare sia l’immunità umorale che porta allo sviluppo ed alla progressione della placcaprogressione della placca.
• I monociti-macrofagi e i linfociti T attivati cronicamente (qualora persista l’insulto rappresentato dal fattore di(qualora persista l insulto rappresentato dal fattore di rischio) determinano instabilità di placca e gli eventi.
Ross e Glomset 1976, Libby 1991, Ross 1993, Hansson e Jonasson , y , ,Arterioscl Thromb Vasc Biol 29, 1714-1717, 2009
Fattori di rischio1
stress ossidativo
-4
di f ii fi i
-
disfunzioneendoteliale
infiammazione
danno celluleendoteliali
riparazione
EPC
-
23
EPC
Aterosclerosi
- 5
Trombosi 6
+Trombosi
Eventi CV
EPC: cellule progenitrici endoteliali circolanti G. Baggio SIMI 2007
Aterosclerosi: una malattia progressiva che ini ia con la disf n ione endotelialeche inizia con la disfunzione endoteliale
R tt d ll l
M itMolecola
di d iMacrofago
LDL-C
Rottura della placca
Monocita C-LDL di adesioneCellula
schiumosa
LDL Cossidato
CRP
Cellule muscolari liscemuscolari lisce
Instabilità della placca e trombosi infiammazioneossidazioneDisfunzione endoteliale
CRP=Proteina C-reattiva; LDL-C=low density lipoproteins Cholesterol .
Libby P. Circulation. 2001;104:365-372; Ross R. N Engl J Med. 1999;340:115-126.
La disfunzione endoteliale rappresenta la prima tappa del processo ateroscleroticoprocesso aterosclerotico
Endotelio normale Disfunzione endoteliale
IpertensioneC-LDL Diabete Fumo
Disfunzione
Tono vascolare Modulazione ↑AdesioneInibisce la Barriera alle Vasocostrizione Migrazione ↑Deposizione &dell’adesione di piastrine e leucociti
piastrine/leucociti
migrazione/proliferazione delle SMC
lipoproteine e altre componenti del plasma
g& crescita delle SMC
pclearance deilipidi
SMC=Smooth Muscle Cell (cellula muscolare liscia).
Omoigui N, Dzau VJ. J Vasc Med Biol.1991;3:382-391; Ross R. N Engl J Med. 1999;340:115-126; Kathir K, Adams MR. Semin Vasc Med. 2003;3:355-361; Davignon J, Ganz P. Circulation. 2004;109(suppl III):III-27–III-32.
SMC Smooth Muscle Cell (cellula muscolare liscia).
L’endotelio vascolare è una superficie biologicamente attiva in grado di produrre sostanze ad attività vasodilatatrice e vasocostrittrice una normale funzionesostanze ad attività vasodilatatrice e vasocostrittrice una normale funzione endoteliale garantisce la integrità del sistema vascolare
V dil t i V t i iVasodilatazioneAntinfiammazioneAntiossidazione
VasocostrizioneInfiammazionePro-ossidante
Inibizione crescita SMCAnti-trombogenico
Proliferazione SMCTrombosi
Kathir K, Adams MR. Semin Vasc Med. 2003;3:355-361; Omoigui N, Dzau VJ. J Vasc Med Biol.1991;3:382-391.
Disfunzione endoteliale = sbilanciamento nella f i li à d ll’ d lifunzionalità dell’endotelio
Kathir K, Adams MR. Semin Vasc Med. 2003;3:355-361; Omoigui N, Dzau VJ. J Vasc Med Biol.1991;3:382-391.
Endotelio‘attivato’
Mediatori dell’immunità
citochine ( IL-1, TNF-α, IFN-g)
chemochine (es.MCP-1, IL-8) dell immunità/infiammazione
chemochine (es.MCP 1, IL 8)
Fattori di crescita ( PDGF, FGF)
induce la attrae monociti e induce la proliferazione
cellulare e ha azione protrombotica
attrae monociti e T linfociti
che aderisconoalle cellule endoteliali protromboticaalle cellule endoteliali
Koenig W. Eur Heart J Suppl 1999;1(Suppl T);T19–26.
C di i i i t t id ti di f iCondizioni associate a stress ossidativo e disfunzione endoteliale
• Dislipidemia• Ipertensione arteriosa
• Scompenso cardiaco• Etàp
• IRC e nefropatie in genere• Fumo di sigaretta
• Iperomocisteinemia• Malattie infiammatorie g
• Diabete mellito• Malattie autoimmuni
• Menopausa (deplezione estrogenica)
• Sindrome Metabolica
La disfunzione endoteliale è associata all’incremento di eventi cardiaci
Variazione media di CBF in risposta all’ACh
Variazione dieventi cardiaciin risposta all’ACh eventi cardiaci
200
(%) 16
14
†14%
150
100BF
(AC
h)
diac
i (%
) 141210
50
0one
di C
B
*
vent
i Car
d 864
0
−50Varia
zio
Ev 20
0%0%
Normale funzione Moderata Severa disfunzione Normale funzione Moderata Severa disfunzione
*P<0,0001 vs funzione endoteliale normale e disfunzione endoteliale severa; †P<0,05 vs funzione endoteliale normale e disfunzione endoteliale severa.CBF=flusso di sangue coronarico (Coronary Blood Flow); ACh=acetilcolina; endo=endoteliale; fun=funzione; disfun=disfunzione.
endo disfunzione endo endo endo disfunzione endo endo
Al Suwaidi J et al. Circulation. 2000;101:948-954.
g ( y ); ; ; ;Gli eventi cardiaci includono IMA, rivascolarizzazione percutanea, innesto di bypass aortocoronarico (CABG), e/o morte cardiaca.N=157 pazienti.
L’ossidazione gioca un ruolo centrale nella genesi g gdell’aterosclerosi
R tt d ll l
M itMolecola
di d iMacrofago
C-LDL
Rottura della placca
Monocita C-LDL di adesione
Cellulaschiumosa
C LDL ossidato
CRP
Cellule muscolari liscelisce
Instabilità della placca e tromboinfiammazioneossidazioneDisfunzione endoteliale
Libby P. Circulation. 2001;104:365-372; Ross R. N Engl J Med. 1999;340:115-126.
• In condizioni fisiologiche le cellule hanno attività antiossidanti enzimatiche(superossido dismutasi, catalasi, glutatione perossidasi) e non enzimatiche (vitamine(superossido dismutasi, catalasi, glutatione perossidasi) e non enzimatiche (vitamineC ed E) che antagonizzano lo stress ossidativo
• I FR cardiovascolare determinano stress ossidativo mediante produzione di ROS(specie reattive dell’ossigeno). Il principale ROS è l’anione superossido (O2-). In( p g ) p p p ( )condizioni fisiologiche la produzione di NO eccede la produzione di anionesuperossido che viene rapidamente neutralizzato dagli enzimi antiossidanti.
• In caso di disfunzione endoteliale la produzione di O2- supera la produzione di NOd d i it iti iò i t di d i di ROSproducendo perossinitriti ciò innesca una cascata di produzione di ROS con
conseguente ossidazione di carboidrati, lipidi e proteine• tale processo riduce la biodisponibilità di NO (nitrossido) ciò spega sia i bassi livelli
di NO nei pazienti con disordini metabolici (dislipidemia sindrome metabolicadi NO nei pazienti con disordini metabolici (dislipidemia, sindrome metabolica,diabete), sia nei soggetti ipertesi
• Nelle condizioni di iperproduzione di ROS il bilancio tra sostanze antiossidanti edossidanti risulta a vantaggio di queste ultimeossidanti risulta a vantaggio di queste ultime
• Recenti lavori sperimentali documentano tale condizione nei soggetti portatori deiclassici FR cardiovascolare e nei soggetti con SMet
Hopps E, Noto D, Caimi G, Averna M, NMCD vol 20 jan 2010 , 72-77
IPERCOLESTEROLEMIA LDL: condicio sine qua non
• L’ipercolesterolemia LDL è la condizionei di bil l’i i i l iindispensabile per l’inizio e la progressione
dell’aterosclerosi
L’ossidazione del C-LDL promuove lo sviluppo delle lesioni ateroscleroticheaterosclerotiche
C-LDL
Stress
C LDL Nativo
ossidativo
C-LDL difi tmodificato
(non-self)
Effetti aterogenici• Formazione della cellula schiumosa• Mobilità dei monociti• Adesione endoteliale• Produzione di specie reattive di
Meagher EA, FitzGerald GA. Free Rad Biol Med. 2000;28:1745-1750; Chisolm GM, Steinberg D. Free Rad Biol Med. 2000;28:1815-1826; Heinecke JW. Am J Cardiol. 2003;91(suppl):12A-16A.
ossigeno
Patogenesi della Placca Ateromasica (aterosclerosi come risposta alla lesione)(aterosclerosi come risposta alla lesione)
danno endoteliale (ox-LDL)
la risposta protettiva (risposta alla lesione) comporta la produzione dimolecule di adesione
( )immunogene attivano immunità cellulare e umorale
molecule di adesione
Monociti e T linfociti aderiscono alla fi i d ll ll l d t li li
ICAM-VCAM, selectine
superficie delle cellule endoteliali
migrano nello spazio subendotelialeMCSF
i Macrofagi inglobano le LDL ossidateMCP-1, IL 1, TNF, IL6, PCR
Scavenger receptors
diventano cellule schiumose
si forma la stria lipidica e poi la placca
g p
Tissue Factor ,MMP
si forma la stria lipidica e poi la placca
Modificato da Steinberg, Nature Medicine, 2002
IFNg, PAI-1, piastrine
Lipid core constitutionActivated macrophages accumulate lipidsActivated macrophages accumulate lipids
Patogenesi della Placca Ateromasica (placca instabile)(placca instabile)
IL-1 e TNF-a (linfociti T)
inducono la sintesi di IL-6, PCR, MMP-9
( )
MMP enzimi proteolitici prodotti dai MacrofagiMMP enzimi proteolitici prodotti dai Macrofagi
distruggono il collagene prodotto da SMC
IFNg prodotto dai linfociti T attiva i macrofagi
inibisce la proliferaz di SMC la produz di collagene
PLACCA INSTABILEPLACCA INSTABILE
Modificato da Steinberg, Nature Medicine, 2002
Placca instabile
Thinning of thefibrous cap(MMP)
Rupture of the fibrous
fibrous cap(MMP)
Rupture of the fibrous cap: apoptosis SMC
Haemorrhage from plaque microvessels
Stabilizzazione della placcaPlacca instabile
Capsula fibrosa
Placca stabilep
Capsula fibrosa
Meno cellule infiammatorie
Core lipidico Core lipidicoCellule
infiammatorie
Toschi V et al. Circulation. 1997;95:594-599; Libby P. Circulation. 1995;91:2844-2850.
HDL: effetti antiaterogeniHDL: effetti antiaterogeni
LDLLDL Lume vasaleLume vasaleMonocitiMonociti HDL inibiscono espressione di molecole adesioneHDL inibiscono espressione di molecole adesione
LDLLDL
EndotelioEndotelioMolecoleMolecole
LDLLDLEndotelioEndotelioMCPMCP--11MolecoleMolecole
d’Adesioned’AdesioneHDL inibisconoHDL inibiscono
ossidazioneossidazione
LDL OssidateLDL OssidateCitochineCitochineCelulleCelulle
schiumoseschiumose
oss da o eoss da o edelle LDLdelle LDL
MacrofagiMacrofagi
IntimaIntima
schiumoseschiumose
HDL promuove efflusso di colesteroloHDL promuove efflusso di colesterolo
Cockerill GW et al. Arterioscler Thromb Vasc Biol 1995;15:1987-1994
HDL promuove efflusso di colesteroloHDL promuove efflusso di colesterolo
L’aterosclerosi comincia presto e può progredire in d il t lti imodo silente per molti anni
Cellule Strie Lesioni Ateroma Placca Lesione/rotturaCelluleschiumose
Strielipidiche
Lesioniintermedie
Ateroma Placcafibrosa
Lesione/rottura complicata
Disfunzione endoteliale
Dalla prima decade Dalla terza decade Dalla quarta decade
Crescita dovuta principalmente all’accumulo di lipidi Muscolo liscioll
Trombosi, Crescita dovuta principalmente all accumulo di lipidi e collagene ematoma
Pepine CJ. Am J Cardiol. 1998;82 (suppl 10A):23S-27S.
Bogalusa Heart Study: le lesioni della placca
A t Arterie coronariche
ateromasica sono presenti in età precoce
80Aorta Arterie coronariche
80
60
nza
(%)60
nza
(%)
20
40
Prev
ale
20
40
Prev
ale
02 15 16 20 21 25 26 39
02 15 16 20 21 25 26 39 2-15 16-20 21-25 26-39
Età (anni)
L t i t t ff tt t 204 t i 2 i 39 i di tà t di l i t d ll ti
2-15 16-20 21-25 26-39
Età (anni)
Le autopsie sono state effettuate su 204 persone tra i 2 e i 39 anni di età morte per diverse cause; la maggior parte delle morti erano dovute a incidenti o omicidio.
Berenson GS et al. N Engl J Med. 1998;338:1650-1656.
• Prevalenza di malattia coronarica silente (placca) studiata conIVUS in donatori sani di cuore:
• 20-29 anni prevalenza 35%• 30-39 anni prevalenza 60%p %• > 50 anni prevalenza 85%• Pertanto è comprensibile come la prima manifestazione di• Pertanto è comprensibile come la prima manifestazione di
CVD sia nel 50% dei casi la morte improvvisa o un IMA
Tuzcu, Circulation 2001, 103:2705-2710
Ruolo di Angiotensin II e recettori AT1 receptors nell’aterosclerosi
Il sistema renina-angiotensina (RAS) ha un ruolo chiave nella modulazionedell’aterogenesi.
L’attività dell’Angiotensina II è aumentata in tutti gli stadi dell’aterosclerosi,interferisce con il metabolismo lipidico, incrementa la risposta vascolare divasocostrizione e l’ instabilità di placcavasocostrizione e l’ instabilità di placca.
L’Angiotensina II interviene nel processo aterosclerotico principalmente mediantel’attivazione dei recettori di tipo 1 (Ang II type 1 receptors AT R)l attivazione dei recettori di tipo 1 (Ang II type 1 receptors AT1R).
elevati livelli plasmatici di LDL aumentano l’espressione dei recettori AT1R sullecellule muscolari lisce nel modello animale e umano tale effetto verosimilmentecellule muscolari lisce nel modello animale e umano, tale effetto verosimilmentecontribuisce ad accelerare la progressione delle lesioni vascolari.
Il RAS ha un ruolo chiave nella rottura di placca e l’Angiotensina II induce nelle celluleIl RAS ha un ruolo chiave nella rottura di placca e l Angiotensina II induce nelle cellulevascolari l’espressione dei geni che codificano per COX-2 (flogosi) e influenza ilturnover della matrice extracellulare regolando l’attività delle MMPs PGE2-dipendenti.
Alcuni sartani (olmesartan e telmisartan) si sono dimostrati altamente efficacinell’antagonizzare tale processo
LDL ox stimola la produzione di TF da parte dei macrofagi e la produzione di PAI-1 che inibisce la fibrinolisi ciò determina uno stato di ipercoagulabilità intorno alla placca che porta alla formazione del trombo al momento della
i tt d ll terosione e rottura della stessa
L’aterosclerosi è una patologia infiammatoria!
R tt d ll l
M itMolecola
di d iMacrofago
C-LDL
Rottura della placca
Monocita C-LDL di adesione
Cellula schiumosa
C LDLossidato
CRP
Cellule muscolari lisce
Instabilità della placca e trombosiinfiammazione
lisce
ossidazioneDisfunzione endoteliale
Libby P. Circulation. 2001;104:365-372; Ross R. N Engl J Med. 1999;340:115-126.
Lipoprotein Classes and Inflammation
HDLHDLSmall dense LDLSmall dense LDLChylomicronsChylomicrons,,VLDL and VLDL and VLDL, and VLDL, and
their catabolic their catabolic remnantsremnants
> 30 nm> 30 nm 2020––22 nm22 nm 99––15 nm15 nm
P t ti ll tiP t ti ll tiPotentially proinflammatoryPotentially proinflammatory Potentially antiPotentially anti--inflammatoryinflammatory
Doi H et al. Circulation 2000;102:670-676; Colome C et al. Atherosclerosis 2000;149:295-302; Cockerill GW et al. Arterioscler Thromb Vasc Biol 1995;15:1987-1994.
L CRP è ditt d ll l tti di lLa CRP è un predittore della malattia cardiovascolare9
8 7
6
7
88.7
7.2
ivo
4
5
66.0
6.05.1
4.25 0 ch
io re
lati
2
33.0
2.22.5
3.54.2
2.9
5.0
3.54.2 R
isc
5
12.2
1.72.1
1.4
2.5
1.7
1 21 4
2.0
2.9
2
3
4
5
23
45
1.2
1.0
1.4
Ridker PM. Circulation. 2001;103:1813-1818; Libby P et al. Circulation. 2002;105:1135-1143.
11
Hs-PCR e suo ruolo nell’aterosclerosi
I dati dell’Emerging Risk Factors Collaboration reports (ERFC) pubblicati su Lancetnel gennaio 2010 relativi alla metanalisi di 54 studi prospettici che hanno coinvolto160 309 tti i i i i ( i t ti 28000 ti f t li )160.309 soggetti in prevenzione primaria (registrati 28000 eventi fatali e non)mostrano:• una correlazione lineare tra livelli di PCR e fattori di rischio cardiovascolare nonchècon altri marcatori di infiammazione quali IL6 (mediatore biologico della sintesicon altri marcatori di infiammazione quali IL6 (mediatore biologico della sintesiepatica di PCR) e fibrinogeno•Le concentrazioni di PCR correlano inoltre con gli eventi (CHD, Stroke ischemico,mortalità vascolare mortalità totale)mortalità vascolare mortalità totale)• Confermano il ruolo discrimine di PCR-hs nei soggetti a rischio cardiovascolareintermedio• La metanalisi esclude un ruolo causale della PCR nel determinismo della malattiaLa metanalisi esclude un ruolo causale della PCR nel determinismo della malattiacardiovascolare:•la PCR risulta essere un marker infatti il peso della PCR si attenua per aggiustamentocon gli altri FRcon gli altri FR
Boekholdt e Kastelein Lancet 9 gennaio 2010 375, 95-96
PROVE IT: i pazienti con livelli inferiori di C-LDL e CRP i i hi di i i ipresentano minor rischio di eventi ricorrenti
C-LDL >70 mg/dL, CRP >2 mg/L0.10 C LDL 70 mg/dL, CRP 2 mg/L
C LDL 70 /dL CRP 2 /L0.08
C-LDL <70 mg/dL, CRP >2 mg/LC-LDL ≥70 mg/dL, CRP <2 mg/L
0.06
C-LDL <70 mg/dL, CRP <2 mg/L
0.04 C-LDL <70 mg/dL, CRP <1 mg/L
0.02
0 0 0 5 1 0 1 5 2 0 2 50 0 0 5 1 0 1 5 2 0 2 50 0 0 5 1 0 1 5 2 0 2 5
0.00
Adattato da Ridker PM et al. N Engl J Med. 2005;352:20-28; Ridker PM et al. Presented at AHA Scientific Sessions; 2004.
Follow-up (anni)0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.50.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.50.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5
Efficacia della contemporanea riduzione dei livelli di C-LDL e di hs-PCR sulla frequenza di eventi cardiovascolari: studio Jupiterq p
0,08 PlaceboRosuvastatina (LDL ≥70 mg/dL o hs-PCR ≥2 mg/L)R t ti (LDL 70 /dL h PCR 2 /L)
Raggiungimentodi uno solo dei due target
RIDUZIONE RISCHIO CV0,06
ulat
iva
Rosuvastatina (LDL <70 mg/dL e hs-PCR <2 mg/L)
Entrambi i parametri a target
65%
- 36%
0 02
0,04
enza
cum
u
-65%
0
0,02
Inci
de
AnniNumero di pazienti a rischio
Rosu 7.716 7.699 7.678 6.040 3.608 1.812 1.254 913 508145
0 1 2 3 4
Ridker PM et al. Lancet 2009;373:1175-1182.
145Placebo 7.832 7.806 7.777 6.114 3.656 1.863 1.263 905 507
168
Efficacia della contemporanea riduzione dei livelli di C-LDL e di hs-PCR sulla frequenza di eventi cardiovascolari: studio Jupiterq p
0,08 PlaceboRosuvastatina (LDL ≥70 mg/dL o hs-PCR ≥1 mg/L)R i (LDL 0 /dL h PCR 1 /L)
RIDUZIONE RISCHIO CV0,06
ulat
iva
Rosuvastatina (LDL <70 mg/dL e hs-PCR <1 mg/L)
Raggiungimento
0 02
0,04
enza
cum
u
E t bi i t i t t
Raggiungimentodi uno solo dei due target
- 41%
0
0,02
Inci
de Entrambi i parametri a target
-79%
AnniNumero di pazienti a rischio
Rosu 7.716 7.699 7.678 6.040 3.608 1.812 1.254 913 508145
0 1 2 3 4
Ridker PM et al. Lancet 2009;373:1175-1182.
145Placebo 7.832 7.806 7.777 6.114 3.656 1.863 1.263 905 507
168
Studio Jupiter: Mortalità totale
Mortalità da qualsiasi causa
Rapporto di rischio
Placebo6
8
zien
ti m
ario
pp0,80 (IC 95% 0,67‐0,97)p<0,05
RIDUZIONE DEL
Rosuvastatina 20 mg4
ale
di p
azpo
intp
rim
RIDUZIONE DEL RISCHIO: ‐ 20%
Rosuvastatina 20 mg
0
2
Perc
entu
con
end p
Anni
Numero di pazienti a rischioRSV 8901 8787 4312 1602 676 227
0 1 2 3 40
5
Ridker PM. Circulation 2003;108:2292–2297
RSV 8901 8787 4312 1602 676 227Placebo 8901 8775 4319 1614 681 246
REVERSAL: quantificazione del volume dell’ ateroma attraverso ultrasuonografia intravascolare (IVUS)ultrasuonografia intravascolare (IVUS)
Nissen SE et al. JAMA. 2004;291:1071-1080.
REVERSAL: la riduzione della CRP è correlata alla id i d l l d ll
3.5
%)
riduzione del volume dell’ateroma
2.5te
rom
a (%
1.5
0 5me
dell’
at
0.5
0.0−0.5
del v
olum
−1.5
aria
zion
e
−3.5Va
V i i di CRP ( /L)
−14 −12 −10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6
Nissen SE et al. N Engl J Med. 2005;352:29-38.
Variazione di CRP (mg/L)
Reversal of Atherosclerosis With Aggressive Lipid Lowering (REVERSAL): disegno dello studio
Popolazione di pazienti
• Uomini e donne di età 30-75 anni con indicazioni di angiografia coronarica
Popolazione di pazienti
657 pazienti
angiografia coronarica
• ≥1 ostruzione, con diametro luminale ≥20%
Atorvastatina 80 mg(n=328)
p• C-LDL 125-210 mg/dL dopo
4-10 settimane di washout Pravastatina 40 mg(n=329)
2 settimane di run-in con placebo
18 mesi
• Variazione percentuale del volume dell’ateroma (follow-up meno baseline)
Endpoint primario
p ( p )
Nissen SE et al. JAMA. 2004;291:1071-1080.
Studio DALI: atorvastatina abbassa significativamente i livelli di CRP in pazienti con diabete mellito di tipo 2 inlivelli di CRP in pazienti con diabete mellito di tipo 2 in
maniera dose-dipendente
10
o ba
sale
Placebo Atorvastatina 80 mg
Atorvastatina10 mg
-10
0
o al
live
llQ
R)
6,6
-20
10
va ri
spet
ted
iana
(IQ -14,6
-40
-30
one
rela
tiv me
46 7
*P<0,001.
-50
Varia
zio
*-46,7
P 0,001.DALI=Diabetes Atorvastatin Lipid Intervention Study.IQR=distanza interquartile
van de Ree MA et al. Atherosclerosis. 2003;166:129-135.
MIRACL: riduzione significativa di CRP con atorvastatina14
12
14
11,511 0
8
10
(mg/
L)
11,511,0
4
6
CR
P
-34%*
0
2
34%
1,92,9
0Baseline 16 settimane
Placebo Atorvastatina 80 mg*P<0,0001.
Kinlay S et al. Circulation. 2003;108:1560-1566.
g
Studio ASAP – “Atorvastatin vs Simvastatin on
330 pazienti
Atheroslerosis Progression”: disegno dello studio Popolazione di Pazienti p
• Uomini e donne tra i 30 e i 70 anni di età
Popolazione di Pazienti
Atorva40 mg
(n=162)Atorvastatina
80 mgi 70 anni di età
• Ipercolesterolemia familiare (FH)
(n=162)
Simva20 mg Simvastatina
• C-LDL >174.0 mg/dLg
(n=168)S astat a
40 mg
Endpoint primario
4 settimane 2 anni
• Variazione del valore medio dell’IMT carotidea dopo 24 mesi
Endpoint primario
IMT=spessore dell’intima mediaIMT=spessore dell intima-media.
Smilde TJ et al. Lancet. 2001;357:577-581.
ASAP: atorvastatina rispetto a simvastatina nella riduzione dell’IMT carotidea a 1 anno e 2 anni
Variazione dell’IMT carotidea a 1 anno e a 2 anni di trattamento)
0.03
0.04ed
io(m
m)
0,036
†
0.01
0.02
ssor
e m
e
-0.01
0
dello
spe 0,005
*-0.03
-0.02
aria
zion
e d
-0,027-0,031
*
-0.04
Va 1 anno 2 anni
Simvastatina (40 mg)Atorvastatina (80 mg) Simvastatina (40 mg)Atorvastatina (80 mg)*P=.00017; †P<.001.Smilde TJ et al. Lancet. 2001;357:577-581.
ASAP: PCR-hs confronto simva-atorva
2 anni1 annoBasale
-10
0
14 0
-20
-10
(%) 19,7
14,0
P<0,001 P<0,022-30
aria
zion
e
-40
Va
40,1
Atorvastatina 80 mg Simvastatina 40 mg
-50 44,9 • Significativa correlazione tra decremento di CRP e riduzione di IMT (r =0 13; P=0 03)
van Wissen S et al. Atherosclerosis. 2002;165:361-366.
g g di IMT (r 0,13; P 0,03)
Estensione dello studio ASAP: la terapia con atorvastatina a lungo termine i lt l l t t d ll i d ll’ t l i tidrisulta nel completo arresto della progressione dell’ aterosclerosi carotidea
Variazione dell’IMT carotidea (valori medi)
1.0 ASAP Estensione ASAP
mm
)
0.9
IMT
(m
0 8
Anni0 1 2 3 4
0.8
van Wissen S et al. Am J Cardiol. 2005;95:264-266.
Atorvastatina 80 mg Simvastatina 40 mg
Effetti vasculoprotettivi delle statine a livello endotelialeEffetti vasculoprotettivi delle statine a livello endoteliale
Funzione endotelialeBioattività del NO
EndotelinaC l i
Attivazione dellepiastrine
Trombogenicità
EndotelinaCellule progenitrici endoteliali
Coagulazione
Stabilità della placca
MacrofagiDanno immunitarioMMPs
Collagene
Infiammazione
ImmunomodulazioneProliferazioneC LDL
Progressione della placca
C-LDLC-HDLTrigliceridi (TG) Recettore AT1
Effetto antiossidante
NO=ossido nitrico; MMPs=metalloproteinasi di matrice.Wassmann S, Nickenig G. Endothelium. 2003;10:23-33.
1
Radicali liberi