auguri 2010

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Spiritual


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Page 1: Auguri 2010

Videro il bambino e sua madre

Da ultimo, guardando il quadro

sulla sinistra, il cesto di pane. Una piccola presenza, ma con un messaggio simbolico forte. Un pane per sfamare la famiglia, per sostene-re la fatica di una giorna-ta.

Un pane che diventa sino-nimo di Cristo, pane di vita, eucaristia che si offre all’umanità per sempre.

La nascita, con accostato quel cesto, rimanda all’ultima Cena, quando il pane spezzato diventa corpo di Cristo dato a tutti gli uomini.

R. Nava

NATALE 2010

Per augurarVi Buon Natale abbiamo pensato

di donarVi un “miracolo” artistico ... che possa accarezzare

il Vostro sguardo ed entrare

nel Vostro Cuore.

Il Gruppo Progetto Benessere

Adorazione dei pastori, Michelangelo Merisi, detto il

Caravaggio 1571– 1610, opera ad olio su tela, 314 x 211,

Museo Regionale Messina.

Istituto E.Fermi, Castellanza

Page 2: Auguri 2010

Videro il bambino e sua madre

Caravaggio “Adorazione dei pastori”

“La pittura è la pelle seconda e de-legata alla realtà; ne è l’epidermide trasposta sulla ta-vola o sulla tela; è un distillato di bel-lezza che racco-glie i miracoli del visibile, e li conser-va in una teca sontuosa e rare-fatta che attizzerà per sempre i sensi di chi li ammira; è un effluvio di capelli, di cieli,di capezzoli, di om-belichi, di frasche, di tramonti, di forme, di tinte,di luci, di tutto ciò che il mondo miracolosamente offre a noi che lo accarezziamo con lo sguardo”

Flavio Caroli

Entriamo nei particolari del dipinto di Caravag-

gio per viverlo e sentirlo nostro, quasi fossimo li davanti a quel bimbo e a quella donna. Concentriamoci proprio su loro, la madre e il fi-glio teneramente abbracciati. C’è silenzio. La madre ha gli occhi socchiusi e il viso reclinato sulla fronte del bambino, è stanca e pensierosa. Niente attorno la distrae. E’ raccolta in se stessa. I pastori accorsi sono ammutoliti e immobili. Lì per terra, sulla nuda terra, è da poco terminato un parto: è nato un bimbo che una donna e un uomo aspettavano. Un evento intimo, tutto loro. Eppure c’è dell’altro, qualcosa di più grande che ha messo in cammino i pastori quel neonato era atteso da generazioni perché porta con sé un destino grande. Dio ha scelto di entrare nel mon-do per lasciarsi toccare, per parlare con gli uomi-ni, per dividere con loro le giornate. La madre lo sa. Le è stato annunciato il mistero di quella ge-stazione. Attimi di profonda solitudine la attraver-sano, ora che il piccolo si è aggrappato al seno e, attonito, guarda all’insù il pastore con il brac-cio aperto e gli occhi sgranati e adoranti. E’ una novità per lui, un mondo che incomincia a pre-sentarsi col colore e la voce degli uomini. Poi, lentamente, nella penombra scivolerà nel sonno. I pensieri sono tanti a salire nel cuore della madre e la spaventano: è la madre di Dio. Sì, proprio lei. Assorta, pensa.

E’ stanca per il parto, ma non solo. Sente sul suo seno il respiro del mistero. Io straor-dinario e l’irraggiungibile si sono fatti e-vento. Dio si è incarnato, ha un volto e un corpo.

Quel bambino, in tutto uguale agli altri bambini, è tranquillo tra le mani della madre. Sa di trovarsi avvolto in un ab-braccio caldo e umanissimo. La sua vera casa sono quei pastori, Maria e Giusep-pe. L’edificio è di fortuna, una stalla con del fieno e della paglia sparsa a terra. Domani sarà altrove e non resterà che il ricordo dell’ambiente angusto. Troverà sempre con sé, invece, gli uomini. Li cer-cherà per parlare loro del Padre che è Amore.

Il Gruppo Progetto Benessere Istituto E. Fermi