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Bilancio Sociale 2007

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Bilancio Sociale 2007

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Finito di stampare: Maggio 2008

Grafica e impaginazione www.graficagenovese.it

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Bilancio SocialeRelativo all’anno 2007

Bergamo, 2 maggio 2008

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Indice1 L’identità1.1 La storia pag. 5 1.2 La mis sion pag. 8

2. L’associazione Opera Bonomelli 2.1 Struttura organizzativa dell’Associazione Opera Bonomelli pag. 10 2.2 I principali sostenitori dell’ Associazione Opera Bonomelli pag. 12 2.3 Per associarsi pag. 13

3. Il Nuovo Albergo Popolare 3.1 L’organizzazione del Nuovo Albergo Popolare pag. 14 3.2 Come operiamo pag. 15 3.3 I principali servizi offerti pag. 18 3.4 I portatori di interesse pag. 19 3.5 I collaboratori interni pag. 20 3.6 Le collaborazioni con altri soggetti pag. 21 3.7 I progetti in collaborazione pag. 23 3.8 I rapporti con l’Italia e l’Europa pag. 24 4. I dati 4.1 Gli ospiti del NAP nel 2007 pag. 26 4.2 Comunità “Prima Accoglienza” pag. 29 4.3 Comunità “Fior Di Loto” pag. 31 4.4 Comunità “Arcobaleno” pag. 34 4.5 Comunità “Gruppo Affari” pag. 37 4.6 Comunità “Turbo Diesel” pag. 40 4.7 Reinserimento pag. 434.8 Integrazione sociale pag. 44

5. Considerazioni generali pag. 46

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1. L’identità

1.1 La storia

Eventi significativi evoluzione dell’Opera Bonomelli e del Nuovo Albergo Popolare

Nel 1900 nasce l’Opera Bonomelli e nel 1912 sorge la sezione ber-gamasca dell’Opera Bonomelli che si occupa della gestione di dor-mitorio, refettorio, ufficio cambio, deposito bagagli a favore di operai emigranti di passaggio. Nel corso dei decenni successivi, nonostante lo scioglimento dell’Opera Bonomelli nazionale, la sezione bergamasca continua a operare occupandosi anche di rimpatriati, migranti, milita-ri di passaggio, disoccupati, sfollati, ragazze madri, famiglie e pove-ri senza alloggio.

Nel 1956 il Comune di Bergamo affida all’Opera Bonomelli e, succes-sivamente al Patronato San Vincenzo (che nel 1967 assorbirà l’Opera Bonomelli), lo stabile di via Carnovali 95, inaugurato l’anno preceden-te, destinato alla funzione di dormitorio e refettorio pubblico.L’edificio assume la denominazione “Albergo Popolare” dell’Opera Bonomelli. Nel corso degli anni, aumenta il numero di richieste di ospitalità per persone nelle cui situazioni si evidenziano problemi di povertà associati a forme di emarginazione e devianza.

In particolare, dagli anni ’80, gli utenti del NAP provengono sempre più spesso da situazioni di alcolismo, di dipendenza da sostanze stu-pefacenti, di post-detenzione, di malattia mentale (ex-pazienti degli ONP), di vecchiaia/solitudine.In quel periodo si stipula una convenzione tra Comune di Bergamo, Patronato S.Vincenzo e l’USL n°29. Nel frattempo vengono apportati

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ampliamenti e modifiche strutturali; camere a due o tre letti sostituisco-no i grandi cameroni, viene raddoppiata la capacità ricettiva fornendo 105 posti letto e circa 170 pasti al giorno (80/90 a pranzo e 80/90 a cena).

Dal 1985, con l’assunzione di figure professionali specifiche (educatori, assistente sociale, psicologo), iniziano le prime forme di progettualità educativa finalizzate, non più al puro assistenzialismo, bensì al cambia-mento delle situazioni di disagio delle persone. Nelle attività si affianca-no anche alcuni volontari.Nel 1986 il Patronato S. Vincenzo promuove e sostiene la costituzio-ne dell’Associazione Opera Bonomelli, riconosciuta dalla Regione Lombardia, che diviene il nuovo ente gestore del Nuovo Albergo Popolare.

Durante il periodo ‘87/’93, a Bergamo scoppia l’emergenza “immigra-zione”; il Nuovo Albergo Popolare è chiamato a rispondere alla sempre maggiore richiesta di accoglienza di persone immigrate, prevalente-mente nord-africane. In tale periodo insorgono notevoli difficoltà per la gestione della convivenza tra i circa 60 italiani e i 40 immigrati. Nel 1989 nasce la comunità di accoglienza per tossicodipendenti (“Turbo Diesel”), interna al NAP, che viene riconosciuta dalla Regione Lombardia; il NAP entra a far parte della Fiopsd (Federazione Italiana Organismi per i senza dimora) di cui è socio fondatore; negli anni se-guenti assumerà incarichi di rilievo e ne gestirà e coordinerà la rivista TRA.

Negli anni ’93-’98 si ridimensiona l’emergenza “immigrazione” e il NAP può investire maggiori energie per sviluppare progettualità a favore delle persone in condizioni di disagio. Viene presentata e accettata dal-la Regione Lombardia la domanda per l’apertura, presso il NAP, delle comunità alloggio “Arcobaleno” e “Fior di Loto” (alcoldipendenze, disagio generico). Si costituisce anche la comunità “Gruppo affari” (di-sagio psichico) che verrà riconosciuta ufficialmente nel 2006. Per ogni comunità (o “settore”) lavora un equipe composta da due educatori, uno psicologo e un infermiere). Accanto alle èquipe di settore nasce un organismo di coordinamento.

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Nel ’98, con il contributo della Regione Lombardia, si avvia un progetto finalizzato al supporto delle persone che, dopo aver terminato il percor-so educativo interno, iniziano a sperimentare forme di vita autonoma (casa, lavoro, relazioni sociali), fuori dal NAP. Nacque così il servizio Reinserimento. Nello stesso anno il Nuovo Albergo Popolare entra a far parte di Feantsa (Federazione europea delle associazioni nazionali che lavorano con i senza dimora), ricoprendo negli anni successivi ruoli di responsabilità.Gli anni del nuovo millennio si caratterizzano per lo sviluppo di signifi-cative collaborazioni con altre realtà del pubblico e del privato sociale (Caritas, ASL, Comune di Bergamo) che danno origine a progetti e ser-vizi a favore di adulti in situazione di grave marginalità; il NAP entra a far parte anche del CEGEST, organismo degli enti gestori di servizi per le tossicodipendenze della provincia di Bergamo. Con la riforma del welfa-re e con l’istituzione a livello territoriale dei tavoli per l’attuazione della legge di nazionale di settore, la 328/2000, il NAP assume il coordina-mento del tavolo tecnico. Nel 2001 nasce la comunità/settore di “Prima accoglienza” interna al NAP (e la relativa equipe composta da due educatori e uno psicologo) che si occupa dei primi due mesi di permanenza di ogni nuovo ospite. Nel 2004, il Comune di Bergamo finanzia importanti opere di ristruttu-razione dello stabile.

La descrizione dell’Opera Bonomelli e del Nuovo Albergo Popolare e dei mutamenti che ne hanno determinato l’evoluzione, nel corso degli anni è disponibile nel testo del bilancio sociale 2005 ed è scaricabile anche dal sito internet www.nap.bg.it

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1.2 La missionIl termine “mission” indica l’insieme delle informazioni che riassumono le linee guida, le finalità, le attività di un ente.

L’Opera Bonomelli è un’associazione no-profit che, attraverso la ge-stione del Nuovo Albergo Popolare e l’avvio di progetti paralleli diversi, “produce” servizi e interventi rivolti alla comunità locale e, in partico-lare, alle persone adulte provenienti da situazioni di grave disagio ed emarginazione.

L’Associazione, ispirandosi ai principi di solidarietà evangelici, agisce nella convinzione che l’essere umano, anche in condizioni di oggettivo disagio, non debba essere considerato “irrecuperabile”. Ogni persona ha dignità ed è portatrice di diritti e doveri al pari di chiunque altro. Qualsiasi azione/intervento deve perciò avvenire, oltre che nel rispetto delle leggi vigenti, con l’adesione dell’individuo “utente” e all’interno del contesto sociale e comunitario.

Le azioni si collocano all’interno di una progettualità finalizzata all’at-tivazione, sia di percorsi di cambiamento individuali, sia di processi di sensibilizzazione, di ricerca, di studio, di interazione con altri soggetti sociali, affinché si diffonda sempre più una cultura che agisca sulle cause del disagio e prevenga l’insorgere o il persistere di forme di grave marginalità adulta.

L’assistenzialismo e la semplice erogazione di beni materiali non sono sufficienti a risolvere i problemi connessi alle complesse situazioni di marginalità. È necessaria un’attenzione agli aspetti di relazione, secon-do una prospettiva pedagogica-psicologica che permetta una sempre maggiore consapevolezza, da parte dell’utente, della situazione di pro-venienza e delle possibili positive evoluzioni a partire dai limiti e dalle risorse disponibili, sia individuali, sia del contesto di appartenenza.

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Il Nuovo Albergo Popolare e i progetti connessi si occupano in partico-lare di:

• gestione di servizi di accoglienza in risposta ai bisogni primari (allog-gio, pasti)

• organizzazione di percorsi educativi individuali e di comunità

• accompagnamento educativo e consulenza finalizzati al reinserimen-to sociale

• attivazione e mantenimento di significative forme d’interazione e di intervento di rete

• organizzazione di eventi (convegni, tavoli di confronto/progettazio-ne, …) e pubblicazione (anche via internet) di materiali informativi e di studio, finalizzati alla sensibilizzazione e promozione di una cultura di prevenzione e di “efficacia di azione” nell’ambito della comunità locale.

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2. L’associazione Opera Bonomelli

2.1 Struttura organizzativa dell’Associazione Opera Bonomelli Opera Bonomelli è un’associazione sorta per Volontà del Patronato S.Vincenzo, nelle condizioni di autonomia gestionale e di flessibilità di azione che la propria forma giuridica ed organizzativa le consentono.

Gli organi dell’associazione sono:

• l’assemblea dei soci

• il consiglio direttivo

• il collegio dei revisori dei conti.

Si visualizza nei seguenti riquadri la composizione del Consiglio direttivo e del Collegio dei revisori dei conti con i rispettivi incarichi al 31 dicem-bre 2006.

CONSIGLIO DIRETTIVO

Ruolo Nominativo Incarichi operativi Anzianità

Presidente Giorgio Frigeri 1986

Consigliere don Roberto Pennati 1986

Vicepresidente Mario Cavallini 1986

Consigliere Silvia FerruzziResponsabile infermeria Nuovo Albergo Popolare a titolo volontario

1986

Consigliere Pasquina Magri 1986

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Ruolo Nominativo Incarichi operativi Anzianità

Consigliere Caterina Traini Romagnoli

Direttrice amministrativa Nuovo Albergo Popolare

1986

Consigliere Giacomo InvernizziDirettore operativo Nuovo Albergo Popolare

1992

Consigliere suor Cinzia VicoliSuperiora comunità Suore PoverelleNuovo Albergo Popolare

2004

ConsigliereCoppetti Santina(indicata dal Comune di Bergamo)

Segretaria 2005

Consigliere Sana Tino 2005

Consigliere Montanelli Lauro 2005

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente rag. Renato Salerno 2001

Membro effettivo rag. Giuseppe Macchi 2002

Membro effettivo don Tommaso Milesi 2002

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2.2 I Principali sostenitori dell’associazione Opera Bonomelli

Enti OPERA PIA MISERICORDIA MAGGIORE•BANCA POPOLARE DI BERGAMO• FONDAZIONE BANCA POPOLARE DI BERGAMO•C.R.A.L. BANCA POPOLARE DI BERGAMO•FONDAZIONE ITALCEMENTI – CAV. LAV. CARLO PESENTI•DITTA TINO SANA DI ALMENNO S.B.•C.I.S.L. BERGAMO•ZAMBETTI & LUMINA SPA – ENDINE GAIANO•ASSOCIAZIONE PRANIC HEALING•ASSOCIAZIONE CUORE SOLIDALE•OPERA AGOSTINO VISMARA•DITTA MAGNETTI•LIONS VALLE SERIANA•ROTARY CLUB ERGAMO•ISTITUTO BEATO PALAZZOLO – SUORE POVERELLE•SOCIETA’ DI SAN VINCENZO DE PAOLI•BANCO ALIMENTARE•

SingoliBECCARI AMELIA•BELLINI VITTORIO•BUSETTI AUGUSTO•BARTOLINI MAURIZIO•CACCIAMALI ANTONIA•CORTINOVIS ZAVERIO•CRISTINI FEDERICO•DAMINELLI MARIA•EPIS DON MASSIMO•FOSSA VIRGILIO•FRIGERI FRANCESCO•FRIGERI GIORGIO•GUSMINI ALFREDO•PIANTONI LUIGI•RODESCHINI IVAN•TERZI SERAFINA•LIMONTA •

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2.3 Per associarsi

035.319800

Per informazioni: Quota associativa annuale

Socio Ordinario 100 e

Socio Sostenitore 400 e

Fac-simile modello richiesta di associazione

Spett. Consiglio Direttivo Associazione Opera Bonomelli Via Carnovali, 95 - 24126 Bergamo

OGGETTO: Richiesta di associazione

Il/La sottoscritto/a ................................................................................................................................

residente a ................................................................................................................................................

Telefono ............................................................... E-mail ......................................................................

Chiede

di essere ammesso tra i soci dell’Associazione Opera Bonomelli, di cui condivide gli scopi e lo statuto.

lì ..............................................................

In fede

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3. Il nuovo albergo Popolare 3.1 L’organizzazione

AMBITI CONNESSI A FUNZIONI

STRUTTURALI

Portineria

Pulizie

GuardarobaServizio Docce

Mensa

AMBITI CONNESSI AI PROGETTI EDUCATIVI

ComunitàSuore Poverelle

Direttriceamministrativa

Direttoreoperativo

CONSIGLIO DIRETTIVODELL’ASSOCIAZIONE OPERA BONOMELLI

CO

OR

DIN

AM

ENT

O

Equipe“Fior di Loto”

(disagio generico)

Equipe“Accoglienza”

Equipe“Arcobaleno”

(alcoldipendenze)

Equipe“Gruppo Affari”(disagio psichico)

Equipe“Turbo Diesel”

(Tossicodipendenze)

EquipeReinserimento

OperatoriInfermeria

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3.2 Come operiamo Il NAP è di fatto un insieme di servizi diversi che trovano nella finalità univoca la trama che li organizza secondo una dimensione pedagogica di intervento.

Infatti a partire dal 1984 la riflessione a livello operativo e gestionale ha portato ad una progressiva modificazione del concetto di accoglienza ed aiuto agli adulti senza dimora ed in condizione di grave marginalità. In particolare nel corso degli anni ’80 è stata avviata la costruzione, po-tremmo dire in via “embrionale”, di una organizzazione più attenta alla persona in tutte le sue dimensioni e con la quale si cercava un primo su-peramento del modello “custodialistico” tipico dei dormitori notturni.Le limitate risorse economiche ed umane non permettevano ancora di strutturare un servizio complesso come è oggi il NAP, ma non impediva-no le progressive definizioni di linee programmatiche che hanno trovato nuova linfa nel rinnovato gruppo operativo che si è costituito a partire dal 1993. Da quel momento e fino ad oggi il NAP ha vissuto una evo-luzione come servizio che è visibile sia nella dimensione numerica degli operatori coinvolti e dei legami strutturati con il territorio come pure dalla qualifica degli operatori e dalla capacità di produrre servizi e anche ricadute di carattere culturale a più livelli, territoriali e istituzionali.

Ciò che progressivamente si è delineato è un modello organizzativo che mira all’evoluzione del percorso di vita delle persone accolte affrontando nel corso dell’intervento con l’adulto in disagio sia la parte affettivo/emo-tiva che le componenti più attinenti a risorse e opportunità da declinare sul versante sociale.

Il NAP ha quindi costruito il suo ruolo specifico come servizio residenziale di accompagnamento multi-professionale con l’obiettivo di risocializza-zione e reinserimento sociale per le persone accolte, attraverso un per-corso che si articola in tre principali momenti:

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1 Area di pronto interventoÈ organizzata come comunità alloggio di prima accoglienza, ricono-sciuta dalla Regione Lombardia, con una capienza di 15 posti.Ha la finalità di agganciare e motivare il soggetto ad un progetto di trattamento per favorire il reinserimento sociale.

2 Fase di trattamentoÈ organizzata con 4 unità di offerta: comunità per tossicodipendenti accreditata per 10 posti, comunità per alcoolisti accreditata per 13 posti, comunità per disagio adulto generico autorizzata per 13 posti, comunità per disagio psichiatrico autorizzata per 13 posti.Questa fase ha la finalità di aiutare i soggetti, precedentemente ag-ganciati nella fase di accoglienza, a rielaborare condizioni personali che rendono difficile la gestione di una progettualità in un contesto sociale.

3 Fase di reinserimentoSi sviluppa attraverso forme di orientamento, consulenza, accompa-gnamento educativo nei confronti degli utenti in relazione a tre ambi-ti specifici: lavoro, casa, integrazione sociale.

Come si può intuire dal procedere del percorso, l’organizzazione ha quindi pensato di privilegiare il rinforzo delle dimensioni individuali fa-cendo leva sulle risorse di cui la persona è tuttora portatrice e cercando di collocare le difficoltà dentro una storia che coinvolge in prima persona l’utente ma che va necessariamente collegata al contesto di vita nella quale questa biografia è cresciuta e si è alimentata.

Ciò significa che il NAP si definisce come servizio professionale che in-contra, affronta e supporta adulti maschi che vivono una condizione transitoria o continuativa di crisi dentro la propria biografia. Questa crisi è visibile nella assenza o impossibilità di gestire una abitazione, nella mancanza di riferimenti e legami significativi ed utili a supportare la crisi individuale, nella fatica a gestire un progetto di vita attraverso i servizi e le risorse “normalmente” a disposizione per il cittadino nel territorio di Bergamo e della provincia.

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Per questo motivo risulta fondamentale il ruolo svolto dal NAP a due li-velli:

nella mediazione tra le difficoltà del singolo utente e la possibilità di •accedere ai servizi di sostegno, cura e cittadinanza offerti dal territo-rionel favorire l’interazione tra i livelli istituzionali, operativi e comunitari •per sostenere e agevolare l’evoluzione della persona in disagio duran-te il suo percorso di reinserimento sociale.

La dimensione di rapporto con il territorio ed i suoi servizi diventa quindi elemento focale per definire qualità e grado delle difficoltà della persona; ma è pure componente fondamentale per attivare spazi di cittadinanza nei quali sperimentare e promuovere l’evoluzione ed il cambiamento che attiene ad ogni biografia degli adulti che si rivolgono a questa struttura. La progressiva sollecitazione svolta dal NAP per una maggiore respon-sabilizzazione del territorio rispetto a questa fascia di utenza è divenuta snodo essenziale anche per il riconoscimento formale del ruolo svolto da questa struttura nell’ambito dei servizi alla persona nel nostro territorio.

Accanto a quanto citato si collocano due dimensioni di lavoro dissimili tra loro ma ugualmente importanti, elementi che attraversano la struttu-ra e permettono agli operatori di avere un continuo interscambio tra la quotidianità degli interventi e la necessità di una evoluzione complessiva dell’intervento con gli adulti in grave marginalità sociale; esse sono:

l’offerta di servizi per adulti che vivono una condizione di disagio sen-•za essere ospiti della struttural’organizzazione di eventi e la produzione di materiali e documenti •che mirano ad allargare il dibattito, la conoscenza e le strategie di in-tervento nell’ambito del disagio adulto grave.

Da questo quadro emerge quindi una struttura che potremmo definire “tridimensionale”:

in senso orizzontale sviluppa una vasta gamma di servizi alla persona•in verticale sostiene nel tempo percorsi di reinserimento sociale•in profondità aiuta la persona a ridefinire le sue dimensioni esistenziali •e si rende interprete delle domande individuali per tradurle in dimen-sione “critica” dentro il nostro territorio.

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3.3 I principali servizi offerti SERVIZIO MENSAAperto tutti i giorniOffre mediamente ogni giorno 90 pasti a pranzo e 80 a cenaNei giorni festivi il numero dei pasti serviti arriva anche a 110 a pranzo e 100 a cenaogni giorno 170 pasti60.000 pasti serviti in un anno (circa)

SERVIZIO DOCCE E GUARDAROBAApertura tre mattine e un pomeriggio a settimana1.000 utilizzi annui Servizio Docce e guardaroba (circa)

COMUNITà DI PRIMA ACCOGLIENZA, DI PRONTO INTERVENTO, ED EMERGENZA SANITARIA(105 persone transitate nel 2007)

N° 4 COMUNITà ALLOGGIO “FIOR DI LOTO” (19 progetti individuali nel 2007)“GRUPPO AFFARI” (18 progetti individuali nel 2007)“TURBO DIESEL” (18 progetti individuali nel 2007)“ARCOBALENO” (21 progetti individuali nel 2007)

SERVIZIO REINSERIMENTOconsulenza/accompagnamento educativo per lavoro, casa, integrazione sociale

SERVIZIO INFERMERIAFornisce quotidianamente servizio di infermeria. Due giorni alla settimana è presente il medicoOltre al monitoraggio/assistenza sanitaria quotidiana degli ospiti nel corso del 2007, il servizio ha eseguito:

3600 interventi di assistenza infermieristica 900 visite/interventi medici

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3.4 I principali portatori di interesseIl “portatore di interesse” - stakeholder - è un soggetto (una persona, un’organizzazione o un gruppo di persone) che ritiene di detenere un “titolo” per entrare in relazione con una determinata organizzazione. Un soggetto le cui opinioni o decisioni, i cui atteggiamenti o comporta-menti, possono oggettivamente favorire od ostacolare il raggiungimen-to di uno specifico obiettivo della organizzazione. Fanno, ad esempio, parte di questo insieme: gli utenti, i committenti, i fornitori, i finanziato-ri, i collaboratori, ma anche gruppi di interesse esterni come gli abitanti del quartiere, i gruppi di interesse locali. A seguito vengono evidenziati graficamente i principali “portatori d’interesse” connessi all’azione svol-ta dal Nuovo Albergo Popolare.

Nuovi portatori di interesse 2007

Cittadini incondizioni di disagio

ComunitàBergamasca

Comune diBergamo

Comuni dellaprovincia di

Bergamo

Ambito diTreviglio

Ambito diDalmine

FondazioneCariplo

Ambitodell’“Isola”

Fondazione Comunità

Bergamasca

Caritas

FondazioneMia

AziendeOspedaliere (CPS)

DipartimentoDipendenze

Ambito“Val cavallina”

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3.5 I collaboratori interniDurante l’anno 2007 hanno lavorato presso il NAP 31 dipendenti + 1 co.co.pro + 1 co.co.co. Inoltre hanno prestato servizio volon-tario continuativo 6 professionisti: 4 INFERMIERI, 1 MEDICO, 1 AMMINISTRATIVO.

Suore PoverelleLa comunità delle suore Poverelle è una presenza importante e sta-bile. Alcuni servizi interni come la cucina, guardaroba , il coordina-mento dei volontari, funzionano da anni grazie al costante lavoro volontario di alcune delle suore. Due suore sono impegnate anche nell’attività educativa.

VolontariOltre ai professionisti volontari che prestano servizio stabile, esisto-no altri 10 volontari presenti a rotazione nelle attività della struttura (mensa o attività di settore); hanno inoltre prestato servizio occasio-nale, nel corso del 2007, circa 50 persone.

Collaboratori e dipendenti

Professionisti volontari

co.co.pro,; 1

co.co.co,; 1

dipendenti; 31

infermieri; 4

amministrativo; 1 medico; 1

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3.6 Le Collaborazioni con altri soggettiSi evidenziano a seguito i soggetti con i quali sono attive significative forme di collaborazione.

TAVOLO “GRAVE MARGINALITà”

AMBITO 328

Coordinamento per la gestione delle accoglienze e pro-•grammazione interventi a favore delle persone in condi-zione di esclusione.

COMUNE DI BERGAMO

Convenzione per l’accoglienza e l’accompagnamento di •persone residenti nel comune di Bergamo.Concessione di due appartamenti per il reinserimento.•Gestione dei bagni di città alta.•Manutenzione della struttura.•

CARCERE E TERRITORIO Convenzione per l’accoglienza di persone in uscita dal •carcere.

CARITAS Convenzione per erogazione pasti.•Organizzazione convegni e corsi di formazione.•

CENTRO PSICO-SOCIALEProtocollo operativo per l’accoglienza e la gestione •integrata dei progetti rivolti alle persone con disagio psichico.

COOPERATIVASOCIALE TOTEM

Collaborazione per gestione laboratori e inserimenti •lavorativi.

CISL Inserimenti lavorativi.•Supporto espletamento pratiche burocratiche.•

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AMBITI DI DALMINE, TREVIGLIO, ISOLA,

VAL CAVALLINA

Convenzione per il pronto intervento e la prima acco-•glienza di persone residenti negli ambiti di riferimento.

RIST. “LA GATTA AL LARDO”

Inserimenti lavorativi e organizzazione di laboratori di •cucina presso le comunità NAP.

VISMARA Concessione di appartamenti per il reinserimento.•

S. VINCENZO Collaborazioni nel territorio.•

ALER Concessione di appartamenti per il reinserimento.•

COOP. ECOSVILUPPO Borse lavoro e inserimenti laorativi.•

COOP. DELLA COMUNITà Borse lavoro.•

BAR DEL COLLE Borse lavoro.•

UNIVERSITà DI BERGAMO Invio tirocinanti e stagisti c/o il NAP.•

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3.7 I progetti in collaborazione Progetti avviati precedentemente al 2007

AGENZIA PER L’INTEGRAZIONE

Servizio finalizzato all’integrazione sociale di persone •immigrate.P• artners: provincia di Bergamo, Caritas, Cooperativa Migrantes, NAP.

IL LUNGO IL CORTO

IL PACIOCCONE

Servizio di accoglienza in alloggio protetto per persone con •disagio psichico provenienti dal carcere. P• artners: Comune di Bergamo, Caritas, Carcere e territorio, Solco città aperta, Azienda ospedaliera di Bergamo, Casa circondariale, Uope, NAP.

REINSERIMENTO Servizio di accompagnamento lavorativo e abitativo.•P• artners: Fondazione MIA, NAP

DROP INProgetto di intervento di strada per persone con problema-•tiche di dipendenza da sostanze stupefacenti e alcol.Partners:• Coop. Bessimo, SERT di Bergamo, NAP.

EMERGENZA DIMORA Servizio di accoglienza in appartamento •P• artners: Fondazione Cariplo, Fondazione Mia, Caritas, ambito di Bergamo, Azione Cattolica, NAP.

SILInserimenti lavorativi.•P• artners: Comune di Bergamo, Solco città aperta, cooperativa la persona, NAP.

Progetti avviati nel 2007

REINSERIMENTO INTEGRAZIONE SOCIALE

Avvio progettualità per apertura di uno spazio sociale •P• artners: Fondazione MIA, NAP.

INSERIMENTI LAVORATIVI (ISOLA)

P• artners: Fondazione Comunità Bergamasca, Ambito “Isola”, Caritas Isola

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3.8 I rapporti con l’Italia e l’Europa

L’Opera Bonomelli ha sempre privilegiato forme di coordinamento e rap-presentanza a livello locale, nazionale e, a partire dal 1998, anche a livello europeo, per favorire il cambiamento del contesto istituzionale e culturale rispetto al tema della grave marginalità.

L’Opera Bonomelli è infatti socio fondatore della FEDERAZIONE ITALIANA DEGLI ORGANISMI PER LE PERSONE SENZA DIMORA (FIO.psd) con sede a Genova, unica rete italiana dedicata al tema specifico delle persone senza dimora e che conta tra i suoi associati sia realtà del privato sociale che am-ministrazioni pubbliche di alcune delle principali città italiane.L’Opera Bonomelli è componente del Consiglio Direttivo di FIO.psd dalla sua fondazione (1991). Tra il 2002 e il 2004 l’Associazione, tramite il suo rappresentante, ha assunto la presidenza contribuendo sostanzialmente alla ridefinizione strategica di FIO.psd. Nel corso del 2007 FIO.psd ha sti-pulato due corpose convenzioni pluriennali con il Ministero degli Affari Sociali e con Caritas Italia diventando in concreto punto di riferimento nazionale sulla grave marginalità sociale.L’Opera Bonomelli partecipa a pieno titolo anche alle attività del Comitato di Coordinamento Regionale Lombardia di FIO.psd avendo il suo rappre-sentante incaricato, tra gli altri, del ruolo di interlocutore con le Istituzioni Regionali.

All’interno della FIO.psd il rappresentante dell’Opera Bonomelli ricopre, ormai da 10 anni, l’incarico di delegato della Federazione presso FEANTSA (Federazione Europea delle Organizzazioni nazionali che lavorano con persone senza dimora). Tale organizzazione, direttamente finanziata dalla Commissione Europea, ha sede a Brussellex (Belgio) ed è un network con più di 100 associati in 25 paesi dell’Unione Europea. Il delegato FIO.psd nel 2006 è stato rieletto nel Consiglio di Amministrazione di FEANTSA e segretario del Comitato Esecutivo, entrambi a mandato biennale. Tra le competenze del rappresentante segnaliamo, nel corso del 2007, la redazione del rapporto nazionale italiano su “lavoro e persone senza di-

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mora” presentato a Torino nel corso del Seminario Nazionale incentrato sul medesimo tema e pubblicato sul sito www.feantsa.org.Il legame dell’Associazione Opera Bonomelli con l’Italia e l’Europa non si esaurisce nelle relazioni con questi enti ma si rende concreto nel ruolo del NAP come struttura di eccellenza a livello europeo nell’intervento a favo-re della grave marginalità adulta; il Nuovo Albergo Popolare per questo è luogo di apprendimento e scambio per operatori provenienti da altre regioni italiane e dall’estero.In particolare nel 2007 sono stati ospiti del NAP (per un periodo di alcune settimane) una assistente sociale ed una psicologa appartenenti alla as-sociazione KLIMAKA di Atene (Grecia) nell’ambito del Progetto Europeo LEONARDO di formazione per operatori sociali.

Infine il 2007 si è intensificata una collaborazione con il Comune di Bergamo volta a definire una partnership utile alla partecipazione a bandi europei lanciati dalla Commissione Europea sul tema dell’inclusione so-ciale all’interno del programma PROGRESS.

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4. I dati 4.1 Gli ospiti del nap nel 2007 Durante l’anno 2007 sono transitate presso il NAP 156 persone, del-le qual 66 erano presenti già al 1-1-2007. Nel corso dell’anno si sono contati 90 nuovi ingressi.Le persone che sono uscite dal NAP durante l’anno 2007 sono 90.Si rileva che, tra le persone accolte nel 2007, 24 persone (15%) non avevano nazionalità italiana.

Risulta evidente, tra gli ospiti del NAP nel 2007, l’elevata percentuale delle persone residenti a Bergamo e nella provincia (73%).

PERCENTUALE ITALIANI / IMMIGRATI (sulle persone transitate al NAP nel 2007)

italiani85%

immigrati15%

AREA DI PROVENIENZA DEGLI INGRESSI (considerando il comune di residenza)

residenza estera1%

Altre regioni d'italia9%

Senza residenza6%

Bergamo città28%

Lombardia (esclusa prov. Di BG)

11%

provincia di BG45%

PERCENTUALE ITALIANI/IMMIGRATI(sulle persone transitate al NAP nel 2007)

AREA DI PROVENIENZA DEGLI INGRESSI(considerando il comune di residenza)

Italiani85%

Immigrati15%

provincia di BG 45%

Lombardia(esclusa prov. di BG)

11%

Altre regioni d’Italia9%

Senza residenza6%

residenza estera1%

Bergamo città28%

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Si conferma il dato emerso negli scorsi anni relativo all’età degli ospi-ti. L’età media degli ospiti è di 44 anni. È significativo il dato dell’in-gresso di 11 persone nate dopo il 1980, di cui una nata nel 1989 e due nate nel 1988.

Il seguente grafico evidenzia la suddivisione del numero di accoglien-ze in base al soggetto che ha formulato la richiesta.

ETA' DELLE PERSONE TRANSITATE PRESSO IL NAP

oltre 68 anni3%

48-5716%

58-6719%

18-278%

38-4736%

28-3718%

PROENIENZA DELLE RICHIESTE DI ACCOGLIENZA

Servizio Integrazione Sociale Bg e

Sportello4%

Servizi sociali comunali

51%

Caritas10%richiesta

individuale20%

Ser.T.15%

Età delle persone transitate presso il NAP

Provenienza delle richieste di accoglienza

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All’atto della domanda di ingresso al NAP, viene richiesta all’ente inviante (o al richiedente) l’indicazione che specifichi la tipologia di disagio.

TIPOLOGIA DI DISAGIO DICHIARATO AL MOMENTO DELLA RICHIESTA DI ACCOGLIENZA

Emergenza sanitaria

22%

Disagio Psichico16%

Tossicodipendenza

13%

Alcolismo19%

Disagio Generico

30%

Tipologia di disagio dichiarato al momentodella richiesta di accoglienza

Tossicodipendenza13%

Disagio psichico16%

Emergenza Sanitaria

22%

Alcolismo19%

Disagio Generico

30%

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4.2 Comunità “Prima accoglienza”

Nome Comunità ACCOGLIENZA

Tipologia comunità COMUNITà ALLOGGIO PER ADULTI

N° posti max 15 Anno di autorizzazione 2001

Si colloca, all’interno della strategia complessiva del Nuovo Albergo Popolare, come servizio di bassa soglia e di orientamento agli altri servizi che svolgono, all’interno della struttura, dei percorsi riabilita-tivi.

Il servizio infatti trova la sua specificità nella capacità di risposta a si-tuazioni di esclusione sociale combinate a condizioni di confusione progettuale caratteristiche delle persone in condizione di grave mar-ginalità. Intende, in questo modo, rispondere all’assenza delle risorse primarie che caratterizzano la condizione di esclusione e offrire alle persone un contesto dove meglio comprendere la propria situazione di disagio.

Da sottolineare la stabilità delle richieste di accoglienza da bergamo e provincia e un aumento di quelle provenienti da altre regioni d’Italia. L’attivazione di nuove convenzioni con ambiti territoriali provinciali favorisce l’accesso alla struttura per emergenze o periodi di osserva-zione in attesa di percorso comunitario. La collaborazione con servizi specialistici per alcoldipendenti e tossicodipendenti che hanno sede nella regione Lombardia, hanno incrementato le accoglienze al di fuori del territorio cittadino.In aumento inoltre, rispetto agli anni precedenti, le richieste di ac-coglienza a fini sanitari. Nel 2007 sono state accolte ben 22 persone senza dimora in emergenza sanitaria cioè in condizioni fisiche preca-rie tali da richiedere un posto letto e cure mediche in ambiente pro-

tetto soprattutto per periodi di convalescenza post ospedaliera.

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N° PRESENTI IN COMUNITà AL 1-1-2007 15

N° NUOVI INGRESSI IN COMUNITà DURANTE IL 2007 90

N° TOTALE DELLE PERSONE USCITE DALLA COMUNITà NEL 2007 90

N° PRESENTI IN COMUNITà AL 1-1-2007 15

Passaggio degli ospiti dall'Accoglienza alle comunità di settore

"Turbo Diesel"

(settore

tossicodipendenze);

8Fior di Loto (settore disagio generico); 7

Gruppo Affari (Settore disagio psichico); 6

Arcobaleno (settore alcoldipendenze); 8

Evoluzione dei percorsi delle persone in accoglienza

interruzione prematura (abbandono, dimissione)17%

conclusione percorso (senza passaggio acomunità NAP)48%

Comunità Arcobaleno9%

Comunità Gruppo Affari7%

Comunità Fior di Loto8%

Comunità TD9%

interruzione (carcere, decesso, ricovero,..)2%

Evoluzione dei percorsi delle personein accoglienza

Passaggio degli ospiti dall’Accoglienzaalle comunità di settore

Interruzione prematura (abbandono, dimissione)17%

Interruzione (carcere, decesso,ricovero,..)2%

Conclusionepercorso(senza passaggioa comunità NAP)48%

Comunità“Arcobaleno”9%

Comunità“Gruppo Affari”7%

Comunità“Fior di Loto”8%

Comunità “Turbo Diesel”9%

“Turbo Diesel”(settore

tossicodipendenze)8

“Arcobaleno”(settore

alcoldipendenze)8

“Fior di Loto”(settore

disagio generico)7

“Gruppo Affari”(settore

disagio psichico)6

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4.3 Comunità “Fior di Loto” Nome Comunità FIOR DI LOTO

Tipologia comunità SOFFERENZA PSICHICA E CONFUSIONE PROGETTUALE

N° posti max 15 Anno di autorizzazione 1998

La comunità accoglie persone che non presentano in modo predo-minante le più conosciute tipologie di disagio (dipendenza da so-stanze, malattia psichica). Per questo i soggetti accolti sono coloro che manifestano all’interno di biografie “normali” elementi critici che intrecciati tra loro conducono alla condizione di grave marginalità. Rientrano, quindi, nella tipologia d’utenza persone che manifestano assenza di legami significativi, problematicità nei rapporti primari, sofferenza psichica, stati confusionali specie nella dimensione proget-tuale, condizioni fisiche spesso precarie e invalidanti, forme depressi-ve. Solo in alcuni soggetti tutto questo si intreccia con una dipenden-za secondaria da sostanze.

N° PRESENTI IN COMUNITà AL 1-1-2007 12

N° NUOVI INGRESSI IN COMUNITà DURANTE IL 2007 7

N° USCITI DURANTE IL 2007 7

N° PRESENTI IN COMUNITà AL 1-1-2007 12

UTENTI USCITI DALLA COMUNITà N° 1 interruzioni premature del progetto N° 1 utente entrato in alloggio NAP N° 3 utenti entrati in alloggio proprio N° 1 utente rientrato in famigliaN° 1 utente inviato ad altra comunità o alloggio protetto

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ASPETTI DI PARTICOLARE RILEVANZA PER IL 2007Mentre l’utenza è molto variabile nelle caratteristiche rimane univoco e interessante il dato relativo agli esiti dei progetti. La combinazione tra il lavoro di équipe e le risorse individuali degli utenti rende possi-bile attivare progetti concreti che portano ad una alta percentuale di esiti positivi. Questo è sottolineato anche dai dati relativi agli inseri-menti lavorativi (specie con contratto) e gli ingressi abitativi. Una novità del 2007 è la collaborazione attivata con un ristorante sia per le borse lavoro sia per il contributo professionale di un cuoco nel-le attività interne con gli utenti.

Seguono alcuni dati, riferiti al 2007, che indicano la situazione degli ospiti della comunità e le azioni svolte.

SITUAZIONE OCCUPAZIONALE INIZIALESi considera la situazione della persona all’ingresso in comunità (o al 1-1-2007 se già ospite)

N° 14 persone prive di fonte di reddito•N° 2 persone con pensione di Invalidità Civile•N° 3 persone con pensione da lavoro o per inabilità•

Esiti dei percorsi della comunità "Fior di loto"

rientro in famiglia; 1

atra comunità ; 1

alloggio NAP; 1interruzione; 1

alloggio proprio; 3

Esiti dei percorsi della comunità “Fior di Loto”

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N° 18 persone senza occupazione•N° 1 persone occupate (anche part time)•

SITUAZIONE OCCUPAZIONALE (ESITI E AZIONI) N°6 borse lavoro attivate •N° 4 persone per le quali si è avviato un rapporto di lavoro re-•golareN° 6 persone per le quali si è inoltrata domanda per ottenere pen-•sione da Invalidità Civile o da lavoroN° 4 persone per le quali si è ottenuta pensione da Invalidità •Civile o da lavoro

INTEGRAZIONE SOCIALEN° 17 servizi ed enti pubblici con cui si è collaborato•N° 3 associazioni (no profit, volontariato) con cui si è collaborato•N° 5 organizzazioni private con cui si è collaborato•N° 12 parenti, conoscenti, singoli volontari, …•

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4.4 Comunità “Arcobaleno”

Nome Comunità ARCOBALENO

Tipologia comunità TRATTAMENTO SOGGETTI ALCOLDIPENDENTI E POLIDIPENDENTI

N° posti max 13 Anno di autorizzazione Accreditamento

19982004

Dal 1998 al 2004 funzionò come comunità alloggio per adulti con problematiche di alcoldipendenza. Il servizio accoglie soggetti consumatori di sostanze alcoliche in si-tuazione di grave marginalità. Si tratta, in prevalenza, di persone con una prolungata storia di consumo di sostanze alcoliche che presenta-no una condizione debole di legami significativi, condizioni di salute spesso compromesse e invalidanti per patologie alcolcorrelate, forme di pluridipendenza (gioco d’azzardo, sostanze psicotrope), e sofferen-za psichica con forme depressive.

N° PRESENTI IN COMUNITà AL 1-1-2007 13

N° NUOVI INGRESSI IN COMUNITà DURANTE IL 2007 8

N° TOTALE DELLE PERSONE USCITE DALLA COMUNITà NEL 2007 8

N° PRESENTI IN COMUNITà AL 31-12-2007 13

ASPETTI DI PARTICOLARE RILEVANZA PER IL 2007Gli utenti hanno forte dipendenza alcolica e bassa consapevolezza della propria condizione psico-fisica. Questo ha una ricaduta nella difficoltà di permanenza in comunità e nella scarsa compliance al trattamento. Gli utenti sono spesso alla prima esperienza comunita-

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ria; una novità è data da utenti con abitazione di proprietà inseriti per la grave condizione di crisi biografica, sociale e sanitaria. Tra le attività del 2007 segnaliamo:

la più stretta collaborazione con Sert/Noa (in ambito regionale) •con la definizione della nostra comunità come interlocutore unico sulla grave marginalità adulta in rapporto alla dipendenza da alcooll’attenzione ad una sempre maggiore attivazione e partecipazione •dei soggetti al progettola ulteriore definizione di strumenti adeguati agli obiettivi i reinse-•rimento sociale

UTENTI USCITI DALLA COMUNITà “ARCOBALENO”N° 3 abbandoni (di cui 2 con ritorno nella abitazione di proprietà)•N° 1 utente dimesso•N° 1 utente entrati o in alloggio proprio•N° 1 utente entrato in alloggio NAP•N° 1 utente rientrato in famiglia•N° 1 utente inviato ad altra comunità o alloggio protetto•

Esiti dei percorsi della comunità "Arcobaleno"

altra comunità; 1

alloggio proprio; 1

abbandono; 3

dimissione; 1

allogio NAP; 1rientro in famiglia; 1

Esiti dei percorsi della comunità “Arcobaleno”

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Seguono alcuni dati, riferiti al 2007, che indicano la situazione degli ospiti della comunità e le azioni svolte

SITUAZIONE OCCUPAZIONALE INIZIALESi considera la situazione della persona all’ingresso in comunità

(o al 1-1-2007 se già ospite)

N° 8 persone prive di fonte di reddito•N° 3 persone con pensione di Invalidità Civile•N° 2 persone con pensione da lavoro o per inabilità•

N° 13 persone senza occupazione•N° 1 persone occupate (anche part time)•

SITUAZIONE OCCUPAZIONALE (ESITI)

N°4 borse lavoro attivate (includere anche quelle attivate •dall’equipe reinserimento)N° 2 persone per le quali si è avviato un rapporto di lavoro rego-•lareN° 3 persone per le quali si è inoltrata domanda per ottenere pen-•sione da Invalidità Civile o da lavoroN° 3 persone per le quali si è ottenuta pensione da Invalidità •Civile o da lavoro

INTEGRAZIONE SOCIALEN° 19 servizi ed enti pubblici con cui si è collaborato•N° 4 associazioni (no profit, volontariato) con cui si è collaborato•N° 4 organizzazioni private con cui si è collaborato•N° 15 parenti, conoscenti, singoli volontari, …•

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4.5 Comunità “Gruppo Affari” Nome Comunità GRUPPO AFFARI

Tipologia comunità COMUNITà ALLOGGIO DI RISOCIALIZZAZIONE E REINSERIMENTO SETTORE DISAGIO PSICHICO

N° posti max 13 Anno di autorizzazione 2006

La comunità accoglie persone in condizione di marginalità-esclusio-ne che manifestano situazioni di sofferenza psichica grave. La condi-zione del soggetto è a volte conosciuta dal servizio psichiatrico che diviene l’ente inviante, in altre situazioni la comunità si assume il compito di accompagnare la persona accolta al servizio specialistico perché avvenga una presa in carico. Al fine di agevolare il lavoro di collaborazione tra comunità e il Centro Psico Sociale è stato sotto-scritto un protocollo operativo tra i due enti.La comunità accoglie vecchie forme di marginalità con sofferenza psichica grave (ex dimessi dal manicomio) e nuove forme di disagio psichico, immigrati e soggetti con doppia diagnosi.Nel 2007 hanno soggiornato presso la comunità 4 persone immi-grate.

N° PRESENTI IN COMUNITà AL 1-1-2007 12

N° NUOVI INGRESSI IN COMUNITà DURANTE IL 2007 6

N° USCITI DURANTE IL 2007 6

N° PRESENTI IN COMUNITà AL 31-12-2007 12

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UTENTI USCITI DALLA COMUNITà DI SETTOREN° 0 interruzioni premature del progetto •N° 2 utentI entratI in alloggio NAP•N° 1 utente entrato in alloggio proprio •N° 3 utente inviati ad altra comunità o alloggio protetto o casa di •riposo

Seguono alcuni dati, riferiti al 2007, che indicano la situazione degli ospiti della comunità e le azioni svolte

SITUAZIONE OCCUPAZIONALE INIZIALE Si considera la situazione della persona all’ingresso in comunità

(o al 1-1-2007 se già ospite)

N° 4 persone prive di fonte di reddito•N° 9 persone con pensione di Invalidità Civile•N° 6 persone con pensione da lavoro o per inabilità•

N° 15 persone senza occupazione•N° 4 persone occupate (anche part-time)•

Esiti dei percorsi della comunità "Gruppo affari"

alloggio proprio; 1

alloggio NAP; 2

atra comunità ; 3

Esiti dei percorsi della comunità “Gruppo affari”

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SITUAZIONE OCCUPAZIONALE (ESITI E AZIONI)

N° 7 borse lavoro attivate (includere anche quelle attivate •dall’equipe reinserimento)N° 2 persone per le quali si è avviato un rapporto di lavoro rego-•lareN° 1 persone per le quali si è inoltrata domanda per ottenere pen-•sione da Invalidità Civile o da lavoro

INTEGRAZIONE SOCIALEN° 26 servizi ed enti pubblici con cui si è collaborato•N° associazioni (no profit, volontariato) con cui si è collaborato•N° 2 organizzazioni private con cui si è collaborato•N° 14 parenti, conoscenti, singoli volontari, …•

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4.6 Comunità “Turbo Diesel” Nome Comunità TURBO DIESEL

Tipologia comunità SERVIZIO PEDAGOGICO RIABILITATIVO RESIDENZIALE

N° posti max 10 Anno di autorizzazione 2003

Il servizio è stato autorizzato dalla Regione Lombardia nel 1989 e ac-creditato, secondo la nuova normativa, dalla Regione Lombardia nel 2001. Si tratta di un servizio di bassa soglia che nell’arco degli anni ha mo-dificato gli obiettivi di intervento in funzione delle esigenze del terri-torio. Attualmente si rivolge a:

una utenza con caratteristiche legate a una situazione di grave •marginalità con assenza di significativi legami parentali e sociali. a persone con una storia pluriennale di consumo di sostanze e di •conseguenti percorsi all’interno di strutture residenziali. a persone che per la lunga storia di disagio hanno fortemente •compromesso le risorse fisiche, le abilità individuali e le capacità ideative.

N° PRESENTI IN COMUNITà AL 1-1-2007 10

N° NUOVI INGRESSI IN COMUNITà DURANTE IL 2007 8

N° TOTALE DELLE PERSONE USCITE DALLA COMUNITà NEL 2007 8

N° PRESENTI IN COMUNITà AL 31-12-2007 10

ASPETTI DI PARTICOLARE RILEVANZA PER IL 2007Si rilevano:

aumento dei casi di doppia diagnosi. Due persone tra quelle ac-•colte erano già in carico al Servizo Psichiatrico (CPS). Durante il

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trattamento, per 6 persone è stato contattato il cps di competen-za per una consulenza psichiatrica.discreto aumento di ospiti provenienti dal carcere e in situazione •di affidamento o arresti domiciliariaumento di persone in situazione di cronicità ossia con una lunga •storia di tossicodipendenza alle spalleaumento dell’abuso di alcool in concomitanza a quello di sostan-•zeun discreto numero di ospiti accolti era privo di residenza e quindi •di documenti anagraficinotevole difficoltà a contattare le famiglie di origine che nella •maggior parte dei casi si rifiutano di prendere i contatti con l’ospi-te e quindi collaborare al progetto di reinserimento sul territorio.

UTENTI USCITI DALLA COMUNITà “TURBO DIESEL”N° 4 interruzioni premature (1 in carcere, 2 dimissioni, 1 rientrato •in alloggio proprio prima del termine del percorso)N° 3 inviati ad altra comunità •N° 1 utente trasferito alla comunità “Arcobaleno” presso il NAP•

ESITI DEI PERCORSI INDIVIDUALI DEGLI OSPITI DELLA COMUNITA'

altra comunità; 3

abbandono; 1

dimissione; 2

carcere; 1

altra comunità NAP; 1

Esiti dei percorsi individuali degli ospiti della comunità

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Seguono alcuni dati, riferiti al 2007, che indicano la situazione degli ospiti della comunità e le azioni svolte

SITUAZIONE OCCUPAZIONALE INIZIALE Si considera la situazione della persona all’ingresso in comunità

(o al 1-1-2007 se già ospite)

N° 18 persone senza occupazione delle quali due con pensione di •invalidità civile

SITUAZIONE OCCUPAZIONALE (ESITI E AZIONI)

N°4 borse lavoro attivate•N° 0 persone per le quali si è avviato un rapporto di lavoro rego-•lareN° 3 persone per le quali si è inoltrata domanda per ottenere pen-•sione da Invalidità Civile o da lavoroN° 2 persone per le quali si è ottenuta pensione da Invalidità •Civile o da lavoro

INTEGRAZIONE SOCIALEN° 16 servizi ed enti pubblici con cui si è collaborato•N° 1 associazioni (no profit, volontariato) con cui si è collaborato•N° 6 organizzazioni private con cui si è collaborato•N° 8 parenti, conoscenti, singoli volontari, …•

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4.7 Reinserimento Con il termine “Reinserimento” si indicano le azioni che consentono all’utente di terminare il percorso presso il NAP raggiungendo livelli di autonomia sostenibile. Tali azioni, concernenti soprattutto il reperimen-to di risorse lavorative, abitative e che favoriscano l’integrazione sociale, vengono espletate sia dalle equipe di settore, sia da operatori operanti nell’ambito specifico. Il lavoro dell’equipe “Area Reinserimento” ha avuto, negli ultimi anni, un’evoluzione nelle prassi di lavoro: si è passati dallo sviluppare progetti individuali completi, all’offerta di consulenze o forme di supporto educa-tivo relative ad aspetti specifici (casa, lavoro, pensione..). I risultati del lavoro di reinserimento, condotto dalle diverse equipe nel 2007, possono essere quantificati in:

N° 21 borse lavoro attivate •N° 12 persone per le quali si è avviato un rapporto di lavoro regolare•

N° 13 persone per le quali si è inoltrata domanda per ottenere pensione •da Invalidità Civile o da lavoroN° 9 persone per le quali si è ottenuta pensione da Invalidità Civile o da •lavoro

N° 12 progetti di supporto a persone uscite dal NAP negli anni precedenti •N° 10 nuovi progetti di accompagnamento educativo e inserimento in •appartamentoN° 12 persone per le quali si è inoltrata domanda per l’assegnazione di •alloggio di edilizia residenziale pubblica

•N° 78 servizi ed enti pubblici con cui si è collaborato•N° 24 associazioni (no profit, volontariato) con cui si è collaborato•N° 23 organizzazioni private con cui si è collaborato•N° 62 parenti, conoscenti, singoli volontari•

Durante il 2007 è stata curata la gestione di 10 appartamenti affidati al NAP per progetti di sperimentazione abitativa per utenti a conclusione del proprio percorso.

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4.8 Integrazione Sociale Il reinserimento sociale dell’utente del NAP avviene attraverso forme di interazione con il contesto in cui andrà ad abitare. Oltre ai servizi territoriali con cui, in genere, si condividono i progetti, si avviano collaborazioni, vengono contattati gruppi, organismi di volontaria-to, associazioni. Non sempre, però, esistono le condizioni affinché la persona proveniente dal NAP possa sentirsi appartenente alla comu-nità locale. Molti ospiti del NAP vivono, oltre ai disagi connessi alle diverse patologie, forme di sofferenza interiore e di solitudine che, talvolta, incidono significativamente nelle loro vite anche quando l’individuo, terminato il proprio percorso di reinserimento, potrebbe vivere in modo autonomo e senza problemi. In alcuni casi queste forme di disagio conducono a ripercorrere le vie della marginalità e reiterare i comportamenti che precedentemente avevano prodotto effetti deleteri.

Si sottolinea altresì, che il disgregarsi dei legami sociali e l’atrofizzarsi delle relazioni, non sono un problema esclusivamente connesso al fenomeno dell’emarginazione bensì interessano la società in tutte le sue parti.

La povertà di relazioni e la difficoltà a instaurarne di nuove, accomu-nano molte persone e appaiono, sempre più, come un “tarlo” che erode il sistema sociale, si insinua negli stili di vita e nelle situazioni che le persone vivono dentro la città e nel proprio territorio. Se, da un lato, gli stili di vita connessi alla marginalità impediscono o perlomeno ostacolano la ricostruzione di legami sociali, d’altro can-to, i percorsi di cambiamento e reinserimento sociale non possono risultare efficaci se non avvengono in contesti di relazione. Il territorio locale, per quanto ricco di offerte di aggregazione non risulta essere una reale risorsa per le persone che provengono da situazioni di disa-gio. È necessario, pertanto, operare nel territorio affinché si attivino connessioni e sinergie tra i diversi soggetti sociali finalizzate ad am-pliare la gamma di opportunità per le persone più fragili dal punto di vista delle relazioni.

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Le considerazioni esposte, frutto dell’esperienza operativa, hanno condotto all’avvio di una riflessione specifica orientata all’elaborazio-ne di interventi in risposta al bisogno di integrazione sociale per gli ospiti e gli ex-ospiti del NAP. All’inizio del 2007 si costituì un gruppo aperto che coinvolse (e che, via, via, potesse coinvolgere, anche ne-gli anni successivi, altre persone) utenti ed ex-utenti del NAP, opera-tori e persone che condividevano l’importanza delle relazioni sociali e il desiderio di attuare iniziative che le favorissero.Nel corso dei numerosi incontri (2007) si delineò una progettualità volta all’avvio, nel 2008, di uno spazio/servizio che fosse luogo di in-contro e che promuovesse iniziative culturali, ricreative, non fine a se stesse, ma orientate a favorire relazioni sociali.

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5. Considerazioni conclusiveI dati del bilancio sociale ci permettono di evidenziare alcuni aspetti evolutivi del fenomeno della grave marginalità presente sul territorio di Bergamo.

Riguardo l’utenza viene confermato l’aumento delle accoglienze ri- yguardanti persone in condizione di emergenza sanitaria, un dato gia evidenziato lo scorso anno da considerarsi quindi un fenomeno persistente e in aumento. Accanto a questo ci sembra importante sot-tolineare il numero significativo di persone giovani accolte (11 sotto i 28 anni) e l’aumento di persone con problematiche inerenti il gioco d’azzardo

Riguardo la provenienza si può evidenziare un aumento della percen- ytuale di persone residenti in provincia e una leggera diminuzione di quelle residenti in città. Questo dato può essere letto come una conse-guenza delle maggiori risorse presenti sul territorio cittadino. A nostro avviso può essere letto anche come una disfunzione del sistema di offerta presente nella città con la tendenza a privilegiare l’intervento di tipo assistenziale. Indicatori di questa possibile lettura sono l’assenza di invio, da parte dei servizi del comune di Bergamo, di persone straniere durante l’anno e l’aumento di persone che fanno richiesta di accoglien-za in modo individuale.

Riguardo le risorse sociali, indispensabili per costruire reali processi di ycittadinanza delle persone in condizione di marginalità, ci sembra im-portante sottolineare la difficoltà nel perseguire percorsi di inserimen-to lavorativo e l’accesso all’iscrizione anagrafica. Se il primo può essere addebitato alla difficile congiuntura economica il secondo può essere considerato un elemento critico del venir meno dei diritti fondamentali garantiti dello stato sociale.

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