bollettino marzo-maggio

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1 C amminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011 Periodico della Comunità dei Santi Pietro e Paolo in Castrezzato C amminiamo insieme n° 26 marzo - maggio 2011

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Bollettino Parrocchiale Marzo-Maggio 2011

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Page 1: Bollettino Marzo-Maggio

1Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Periodico della Comunità dei Santi Pietro e Paolo in CastrezzatoCamminiamo insieme n° 26 marzo - maggio 2011

Page 2: Bollettino Marzo-Maggio

2 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Sommario

Fermo Stella - La Risurrezione (Chiesa di san Bernardino a Cara-vaggio) anno 1531.

Cosa sia successo la notte della Risurrezione è diffi cile

dirlo, appartiene alla sfera di Dio, l’unico che può risvegliare dai morti. All’uomo è dato di perce-pire questa nuova presenza, che non è un ritorno alla condizione terrena precedente, ma una real-tà nuova, libera dai vincoli della carne e della storia. La Risurrezio-ne di Cristo è il fondamento della nostra fede. “Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede”- così si esprime S. Paolo. Il giorno di Pasqua è normale sen-tirsi dire: “Auguri, Buona Pasqua!”. Quale signifi cato diamo a questo augurio? I fratelli ortodossi si salu-tano così: ”Il Signore è Risorto, Al-leluia!”, e si risponde: ”E’ veramen-te risorto. Alleluia!” La gioa della Pasqua non può rimanere anco-rata al 24 aprile e fermarsi al ricor-do del passato. Ogni domenica è Pasqua. I battezzati si riuniscono nel nome del Risorto, o meglio il Risorto li riunisce per possano ac-cogliere la sua presenza, rinnova-re o accrescere il dono della fede. Se tu lo cerchi, se Lo cerchi davve-ro, Cristo si mostrerà anche a te e la tua vita sarà diversa, perchè se la tua vita non è ancora cambiata, vuol dire che non hai ancora in-contrato il Risorto. La sua vittoria, espressa dal pittore Fermo Stel-la con il simbolo della bandiera, potrà essere anche la tua vittoria: quella vittoria sul male e sul pec-cato che da tanto tempo desideri. Auguri quindi di Buona Pasqua.

(d. M.)

ommarioommarioSS

Camminiamo insieme

N.26 marzo - maggio 2011

Periodico della Comunità parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo in Castrezzato

Hanno collaborato a questo numero: mons. Mario Stoppani, don Claudio Chiecca, Le commissioni del Consiglio Pastorale, Maria Antonia Galli, p. Aldino Cazzago, don Vittorio Formenti, Silvana Brianza, Giovani dell’Oratorio, Angelo TreccaniContributi di: Mons. Luciano Monari Vescovo di Brescia, Bruno Maggioni biblista, p. Gabriele Ferrari saveriano, Maria Cecilia Scaff ardi, Associazioni COSP, AVIS, AIDO di CastrezzatoFotografi e Erika Zani (Anniversari di matrimoni)Segreteria Agostina CavalliImpaginazione Giuseppe Sisinni Stampa G.A.R. di Ruffi ni s.r.l. - Castrezzato (BS)

Lettera del Parroco3 Il risveglio della quaresima

Formazione BiblicaRisorti con Cristo

Con la DiocesiDa stranieri a concittadini

Con la ChiesaGiovanni Paolo II sarà beatifi cato il

primo maggio

Con la ChiesaGuido Maria Conforti presto santo

Con la ChiesaI cristiani sono chiamati ad un modello

di giustiza superiore

Vita socialeDuc in altum

Vita socialeUna merenda del tutto speciale

Vita socialeSe il mondo ci odia

Spazio oratorioQuando crescere diventa un lavoro

da fare da soli

Brevi dalla ParrocchiaAttività delle Commissioni del Consiglio

Parrocchiale

Brevi dalla ParrocchiaAssociazioni in piazza

58

In copertina

111216182023253034

Page 3: Bollettino Marzo-Maggio

Lettera del Parroco

3Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Carissimi,

per quanto ancora immersi

nel freddo della stagione in-

vernale, cominciamo ad avvertire

i segnali di un risveglio. Gli alberi

iniziano ad ingrossare le loro gem-

me, preparandole a farle esplode-

re, nella ricchezza e varietà di ver-

de, quasi presagendo quell’evento

di resurrezione che è appunto la

Pasqua.

In febbraio abbiamo avuto modo

di iniziare la stagione liturgica

della Quaresima, con il suo colore

viola, i suoi giorni sopiti, legati al

digiuno e alla penitenza, ma so-

prattutto sostenuta dal desiderio

di risanare e far risorgere il nostro

essere dalla vecchiezza del pecca-

to e dalle tante ferite interiori che

ci rendono più vulnerabili. È infat-

ti la quaresima la stagione della

conversione; il tempo propizio per

vivere nella costante ricerca di un

modo autentico di essere cristiani.

È la stagione destinata a scanda-

gliare (attraverso un cammino di

silenzio e di mortifi cazione, con

la meditazione incessante della

parola di Dio) quella passione per

la vita che troppo spesso in cia-

scuno di noi è affi evolita a causa

della stanchezza e dello scorag-

giamento. La quaresima è stagio-

ne spirituale di speranza, perché

Dio accoglie chi si pente ed è mi-

sericordioso con chi si converte.

Egli vuole imbandire per tutti il

banchetto pasquale, che è Cristo

stesso! Alla base di ogni conver-

sione però (e le letture liturgiche

della Quaresima ce lo ricordano)

c’è la proclamazione del primato

assoluto di Dio. E Gesù stesso ci

insegna a vivere serenamente e

umilmente la nostra vita di ogni

giorno, senza cercare spettacolari-

tà, ma nascondendoci nel silenzio

della dedizione quotidiana a Dio

e ai fratelli cui siamo chiamati ad

essere utili.

Se saremo capaci di vivere que-

sto tempo con l’intensità che il

Signore richiede, questa stagione

non sarà l’espressione di un torpo-

re passivo, ma sarà luce al nostro

cammino verso la pienezza della

gioia: Cristo Risorto.

Un augurio e un invito: in questa

quaresima riprendiamoci in mano

fa Bibbia; riapriamo il Vangelo. Fac-

ciamo risuonare in noi il comando

antico: “Ascolta, Israele... “

Il Vangelo è uno slancio continuo

verso l’alto; è l’ago di una bussola

che segna la direzione di un miste-

ro che prende avvio sulla terra, ma

ha il suo approdo in cielo.

Buona Quaresima e Buona Pasqua.

Il Vostro Parroco

Don Mario

Nella Sua morte la nostra vita

La quaresima è stagione spirituale per rinascere

Page 4: Bollettino Marzo-Maggio

4 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Dobbiamo riconoscere che

la Quaresima acquista si-

gnifi cato solo in chi è cri-

stianamente motivato. Oggi, la

Quaresima è per lo più un tempo

irrilevante;è diffi cile persino accor-

gersene da segni esterni, visibili.

Per molti è forse un poco di con-

trizione il venerdì con l’astinenza

dalle carni o, con felice intuizione,

con il digiuno televisivo. il Signore

non disprezza nulla, certo; si con-

tenta anche delle nostre briciole.

Tuttavia dobbiamo onestamente

ammettere che c’è ben altro per

“fare quaresima”!

La Quaresima in verità è un tem-

po opportuno per comprendere

di nuovo se stessi e la propria vita.

Si tratta di ritrovare il battito di

un tempo diverso (quello segna-

to da Dio) che sembra non aver

cittadinanza nella storia. E invece

è la storia. La liturgia ci è venuta

incontro con l’antico segno delle

ceneri che, emarginato dai nostri

razionalismi e sensi di modernità,

eppure così vero, ritorna di grande

attualità: Quella cenere, accompa-

gnata dalle espressioni bibliche:

“Convertiti e credi al vangelo”, op-

pure: “Ricordati che sei polvere e

in polvere ritornerai”, vuoi dire cer-

tamente penitenza e domanda di

perdono, ma soprattutto signifi ca

una cosa molto semplice: siamo

tutti polvere, siamo tutti deboli e

fragili. Quest’uomo che s’innalza,

che si sente potente (e ognuno di

noi ha i suoi modi per innalzarsi.

e sentirsi potente), domani non e

più nulla. È una dimensione deci-

siva della nostra vita, cui per altro

tentiamo in ogni modo di sfuggi-

re. Non si vuol con questo tornare

alla proposta di una religione della

paura e della penitenza. Al contra-

rio, c’è un senso liberante nei non

dover sempre far fi nta d’essere for-

ti, senza macchia e contraddizioni.

Il segno delle ceneri è certo auste-

ro, e tale è anche il tempo qua-

resimale, ma è dato per aiutarci a

vivere meglio e farci comprendere

quant’è grande l’amore di Dio che

ha scelto di legarsi a gente debole

fragile come noi.

La prima sottolineatura che la

Quaresima ci richiama è quella di

ritrovare il cardine della nostra

vita nella Parola di Dio: di una Pa-

rola di Dio annunciata e meditata

“nel deserto ‘’. Proprio nei deserto

Gesù visse quanto era stato an-

nunciato dal profeta Osea: “Ecco,

l’attirerò a me, la condurrò nel de-

serto e parlerò al suo cuore”(Osea

2,16).

La seconda è quella di fare della

vita di Gesù il modello, il paradig-

ma della nostra vita.

In realtà i giorni quaresimali sono

“lo stampo” di tutta la vita di Gesù

e di quella di ogni credente. Le no-

stre città, ove è rara la vita solidale

e frequente la solitudine, ove scar-

seggiano la comprensione e il per-

dono e sono sempre più forte la

violenza e il sopruso, sono il vero

deserto di oggi.

Un deserto che è divenuto interio-

re, penetrando nel cuore di ognu-

no e inaridendolo. Tutti ci accor-

giamo di essere sempre più spesso

in compagnia di “belve” e del de-

mone della divisione e dell’odio

che rendono la vita dura ed ama-

ra. Lo Spirito che spinse Gesù nei

deserto, spinge anche noi nei

nostri deserti, non già alla ricerca

di un’avara tranquillità, ma per

entrare più profondamente nel

tessuto quotidiano e in noi stes-

si con una nuova responsabilità

che nasce dal Vangelo.

II “deserto” delle nostre città può

divenire un’occasione per rinnova-

re il cuore, per allargarlo e riempir-

lo di sentimenti di bontà, di mise-

ricordia, di amore per i più deboli.

Ed è qui che il cammino quaresi-

male entra in pieno nel percorso

spirituale.

In Gesù, Figlio del Padre e Fratello

dell’uomo, si compie quell’irrom-

pere della presenza di Dio nella

storia, per tutto redimere e “rica-

pitolare”. Dìo è già dentro la storia

come suo principio e suo motore.

A 2000 anni dalla venuta di Cristo,

per un mondo dove non ci siano

più nè violenze, nè ingiustizie, nè

schiavi: dove risplenda in tutti la

libertà e la dedizione dei fratelli.

Ecco la vera Conversione!

don Mario

Note di spiritualità liturgica

L’autentico senso della Quaresima

Formazione biblica

Page 5: Bollettino Marzo-Maggio

5Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Formazione biblica

La risurrezione di Cristo è il

cardine della fede, e proprio

per questo le letture liturgi-

che della Pasqua sviluppano at-

torno ad essa un’ampia rifl essione,

che va dal racconto dell’avveni-

mento (Vangelo) al suo annuncio

(Atti degli Apostoli) e alle conse-

guenze morali che ne derivano (cf.

il passo paolino tratto dalla Lettera

ai Colossesi).

Risurrezione: un fatto reale

Nel racconto giovanneo (20, 1 —

9) si intravede un primo interesse:

la risurrezione di Gesù è un fatto

reale. concreto, avvenuto. Non è

un simbolo o una semplice spe-

Messaggio biblico della Pasqua

Risorti con Cristoranza. Gesù non è vivo come è vivo

un messaggio sempre attuale, o

come è vivo un maestro nel cuore

dei discepoli. Gesù è veramente ri-

sorto. Tanto è vero che il sepolcro

fu trovato vuoto. E questa testimo-

nianza non poggia in primo luogo

sulla visione di una donna (che per

il mondo ebraico avrebbe avuto

ben poco valore), ma sulla con-

statazione dei due discepoli. Essi

poi hanno potuto costatane che le

bende ed il sudario, nei quali era

avvolto il corpo di Gesù, non era-

no gettati per terra alla rinfusa, ma

piegati con ordine: un indizio che

già di per sé smentisce la diceria

di un frettoloso trafugamento del

cadavere.

Nel racconto c’è poi una seconda

insistenza: ambedue i discepoli

entrarono nel sepolcro e videro,

ma solo del discepolo prediletto si

dice che vide e credette. È chiaro

che Giovanni attribuisce al disce-

polo amato un ruolo importante.

Ne mette in risalto la sicurezza,

l’intuizione e la prontezza a discer-

nere la traccia del Signore risorto.

Egli solo comprese tutto il senso

racchiuso nel sepolcro vuoto e nei

panni piegati.

Ma a che cosa è dovuta questa

sua capacità d’intuizione? Non si

vede altra ragione che questa: è

il discepolo che Gesù amava. La

Page 6: Bollettino Marzo-Maggio

6 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Formazione biblica

comprensione della risurrezione è

un dono di Dio.

Nella lettura degli Atti degli Apo-

stoli (10, 34 — 43) si possono evi-

denziare facilmente tre considera-

zioni:

Prima: “Noi abbiamo mangiato e

bevuto con lui dopo la risurrezio-

ne dei morti”. Con questo l’aposto-

lo si preoccupa di sottolineare che

la risurrezione di Gesù è un fatto

reale, concreto, avvenuto e testi-

moniato. Gesù ha vinto la morte

ed è entrato nella vita con tutta

la sua umanità, spirito e corpo. È

una precisazione importante che

dà il suo pieno valore all’interezza

dell’uomo: non solo lo spirito ma

il corpo (tutto l’uomo) è chiamato

da Dio alla vita.

Seconda:” Essi lo uccisero appen-

dendolo ad una croce, ma Dio lo

ha risuscitato al terzo giorno”. Fra il

giudizio di Dio ed il giudizio degli

uomini c’è un netto contrasto. Le

valutazioni di Dio sono capovol-

te rispetto alle nostre. Gli uomini

hanno condannato Gesù, Dio in-

vece lo ha approvato e lo ha fat-

to risorgere. L’apostolo sottolinea

questo aspetto dell’avvenimento

della risurrezione (un avvenimen-

to che contiene un giudizio) per

indurre i suoi ascoltatori alla con-

versione. Occorre mutare i propri

criteri di valutazione.

Terza: “Gesù passò benefi cando e

risanando tutti coloro che stavano

sotto il potere del diavolo”. Gesù

ha detto ed ha fatto molte cose,

ma tutte furono guidate da un’u-

nica ansia: fare del bene. La vita

di Gesù fu una vita d’amore, ecco

ciò che l’apostolo vuol dirci nel

suo rapidissimo racconto. Com-

pletamente dimentico di sé, Gesù

è vissuto dall’inizio alla fi ne — per

Dio e per i fratelli. E questa è una

vita che il mondo rifi uta e deride, e

non raramente crocifi gge, ed inve-

ce è quella che Dio approva.

Una vita “nascosta in Dio”

“Siete risorti con Cristo..... siete

morti e la vostra vita è ormai na-

scosta in Dio” ( Col 3, 1 — 4). Di-

cendo “siete morti” e “siete risorti”

Paolo pensa certamente al batte-

simo, sacramento che fa nostra la

morte e risurrezione di Gesù e

pone in noi un germe di vita nuo-

va. Una vita che resta invisibile

nella sua

essenza (“nascosta in Dio”), e tut-

tavia visibilissima nei comporta-

menti nuovi e sorprendenti che è

capace di suscitare.

I nuovi comportamenti — che

sono il segno ed il frutto della ri-

surrezione di Cristo e della nostra

— sono riassunti da Paolo in due

imperativi: “Cercate le cose di las-

sù, pensate alle cose di lassù”. Dun-

que, il pensiero e la vita, i progetti

e l’esecuzione, la coscienza e le

scelte.

Ma quali sono le cose di lassù da

cercare e le cose di quaggiù da

evitare? E qual è la parte di noi

che dob-biamo scrollarci di dosso

come un vestito logoro e sdrucito?

Il vestito da deporre non è la parte

corporea che deve essere mortifi -

cata per esaltare lo spirito, ne gli

impegni del mondo che devono

essere abbandonati per ritirarsi

nella solitudine. Paolo non ragiona

in questi termini. Il vecchio vesti-

to sono i valori illusori, distruttori

ed egoistici: la licenza sessuale, le

passioni egoistiche e soprattutto

quell’istinto del possesso che tan-

to spesso si trasforma in idolatria

(Col 3, 5). E il vestito nuovo è il su-

peramento delle divisioni che op-

pongono l’uomo all’uomo, popolo

a popolo, razza a razza (Col 3, 11).

Vestito nuovo sono i sentimenti di

misericordia, di bontà, di umiltà, di

pazienza: “Sopportandovi a vicen-

da e perdonandovi scambievol-

mente” (Col 3, 12 — 13).

Bruno Maggioni

biblista

Page 7: Bollettino Marzo-Maggio

7Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Formazione biblica

Sapresti rispondere a queste domande ?

01 - Cosa signifi ca la parola “Pasqua”? Perché Gesù celebra la Cena pasquale prima della sua Passio-

ne?

02 - Perché il tradimento di Giuda fu un atto così grave?

03 - Quali motivi rendevano triste Gesù quella sera?

04 - Gesù conosceva la debolezza di Pietro. Come mai affi dò a lui il compito di guidare la Chiesa e di

dare forza ai suoi fratelli?

05 - Rispetto al cerimoniale tradizionale, Gesù introduce nella Cena pasquale due varianti: quali?

06 - Quale Sacramento fu istituito nell’Ultima Cena?

07 - Gesù dice che il sacrifi cio che egli fa di se stesso (= off erta del corpo e del sangue) é la conclu-

sione di un’alleanza nuova ed eterna. Quale era l’alleanza precedente? Quando noi celebriamo

questa alleanza nuova, oggi?

08 - Negli insegnamenti della Cena Gesù insiste su un comandamento particolare: quale?

09 - Che cosa rende più grave il tradimento di Giuda?

10 - Quali furono le cause delle soff erenze morali di Gesù?

11 - Ti pare che il processo religioso contro Gesù sia stato condotto con giustizia? Prova ad elencare

le maggiori irregolarità.

12 - Per quale accusa Gesù fu condannato a morte dal tribunale religioso ebraico (Sinedrio)?

13 - Come giudichi il comportamento di Pilato?

14 - Per quali motivi Pilato fa fl agellare Gesù?

15 - Ti è mai capitato di rifl ettere seriamente sulle soff erenze fi siche sopportate da Gesù durante la

sua passione?

16- Che relazione esiste tra ciò che Gesù ha soff erto e i peccati degli uomini?

17 - La soff erenza di Gesù come martire innocente continua ancora oggi? In che modo? In quali per-

sone?

18 - Cosa sperava Pilato presentando al popolo Gesù fl agellato e coronato di spine?

19 - Quale fu la frase del popolo e dei capi che fece desistere Pilato dal difendere Gesù?

20 - Chi sono i principali responsabili della condanna a morte di Gesù? Pilato? I capi? La folla?

21 - Siamo anche noi responsabili della morte di Gesù? Perché? In che misura?

22 - Prova a descrivere l’atteggiamento di fortezza, di pazienza, di amore e di fi ducia nel Padre mani-

festati da Gesù nel corso della sua Passione e morte.

N.B. I ragazzi che faranno pervenire in Parrocchia o in Oratorio - per iscritto - almeno 15 risposte esatte a

queste domande entro la domenica delle Palme, riceveranno un dono gradito!

Esercitazione biblica per i ragazzi

L’ABC della Passione di Cristo

Page 8: Bollettino Marzo-Maggio

8 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Con la diocesi

Lettera del vescovo alle comunità cristiane della diocesi sulla pastorale per gli immigrati

Da stranieri a concittadini

Il testo era stato steso da tem-

po, ben prima che Brescia “bal-

zasse agli onori della cronaca

nazionale” per la protesta degli

immigrati sulla gru in San Fausti-

no. Erano rifl essioni che il vescovo

Luciano Monari aveva voluto fi ssa-

re sulla carta per aiutare la Chiesa

locale a trovare risposte a quegli

interrogativi che una presenza evi-

dente come quella di un numero

sempre maggiore di cittadini stra-

nieri nel Bresciano poteva solleva-

re. “Stranieri, ospiti, concittadini”,

la lettera alle comunità cristiane

della diocesi sulla pastorale per gli

immigrati, non è e non deve essere

letta come una risposta o una pre-

sa di posizione della Chiesa bre-

sciana ai recenti fatti che hanno

riaperto il dibattito sull’immigra-

zione. Un dibattito a cui la comu-

nità cristiana può, probabilmente

deve, prendere parte ma, come

ricordato dal Vescovo, da una pro-

spettiva particolare: quella del

Vangelo. “Noi – aff erma il Vescovo

– siamo espressione della Chiesa a

Brescia per annunciare il Vangelo

che invita tutti gli uomini ad acco-

gliere il dono dell’amore di Dio. La

presenza degli immigrati impone

il dovere di tenere conto anche

di loro in questo nostro annuncio

e nello stile di vita che da questo

discende”. La Lettera, ribadisce

con forza, nasce solo e soltanto

da questo desiderio. Parole chiare,

che tarpano le ali ad ogni possi-

bile strumentalizzazione. L’ultimo

documento del vescovo Monari è

dunque di carattere pastorale e in

quanto tale indica una prospettiva

in cui la Chiesa locale deve muo-

versi, senza negare, in un campo

complesso come quello del fe-

nomeno migratorio, l’esistenza al

suo interno di tensioni che pos-

sono essere feconde se portano a

un progressivo cambiamento dei

modi di pensare e agire. “Il proble-

ma – aff erma ancora il Vescovo – si

registra quando si tenta di negare

la tensione, fi ngendo che il pro-

blema non esista, rimanendo così

bloccati nello statu quo senza al-

cun tentativo di creare, immagina-

re o realizzare qualcosa di nuovo,

equilibri più profondi, più effi caci”.

Un rischio che la comunità cristia-

na può correre e in “soccorso” del-

la quale arriva appunto “Stranieri,

ospiti, concittadini”. Diversi sono i

livelli da cui il Vescovo aff ronta il

tema della presenza degli stranieri

nella comunità bresciana. Diverse

chiavi di lettura su cui mons. Mo-

nari aff ronta in questa intervista.

La prima è quella del rapporto con

gli immigrati cristiani e con quelli

di altre religioni.

Eccellenza, nella sua Lettera indi-

ca in questo caso una prospetti-

va pastorale che, probabilmente,

è diversa dalla quotidianità in cui

la Chiesa locale agisce…

“Sarebbe sorprendente il con-

trario perché è diffi cile realizzare

perfettamente il Vangelo in tutte

le diverse circostanze della vita.

Bisogna imparare a integrare cri-

stiani di altra cultura, e gli immi-

grati dentro le nostre comunità

che, per parte loro devono essere

accoglienti nei loro confronti. La

Chiesa locale deve imparare sem-

pre di più a riconoscere in ogni

uomo una creatura di Dio con un

suo destino eterno, con un signi-

fi cato personale proprio e quin-

di stabilire con ogni persona un

rapporto di rispetto, di aiuto, di

responsabilità reciproca. Questo

è il cammino della Chiesa di oggi

come anche della Chiesa di sem-

pre: un cammino progressivo per-

ché le situazioni cambiano di anno

in anno e chiedono di adattare il

nostro comportamento facendolo

rispondere alle situazioni nuove

che si presentano”.

C’è un secondo piano, per altro

da Lei ricordato nel passaggio

della Lettera quando scrive che

“chi nel cuore disprezza gli altri

o li considera inferiori diventa in-

Page 9: Bollettino Marzo-Maggio

9Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Con la diocesi

capace di annunciare il Vangelo”.

Eccellenza, non è infatti un mi-

stero che, anche nelle nostre co-

munità, siano in tanti, per diver-

se ragioni, a nutrire i sentimenti

di chiusura, di paura e diffi denza

verso il fenomeno immigratorio...

“Sarebbe anche bene che i sen-

timenti, tutti i sentimenti, venis-

sero in superfi cie per poterli ana-

lizzare e vedere se sono coerenti

e corrispondono alla realtà del

Vangelo e della identità umana

oppure se, al contrario, nascono

dal nostro egoismo o dalle nostre

paure. Il problema è non negarli

e correggerli, cercare di capire

da dove arrivano, se sono sani

o scorretti. Questo è il lavoro da

fare; non si può immaginare che

l’uomo sia senza sentimenti ne-

gativi. Il problema sta proprio nel

riuscire a riconoscerli, a capirli e a

modifi carli in modo che diventi-

no più umani.

Nella Lettera pone la domanda

delle conseguenze del Vangelo

nel modo di aff rontare il proble-

ma dell’immigrazione. Una que-

stione sicuramente scomoda…

“Sicuramente e rimanda a un at-

teggiamento di fondo che è nel

cuore dell’etica cristiana e non

solo. È quell’ama il prossimo tuo

come te stesso, cercare di vedere

nel volto del prossimo l’immagine

di quello che ogni uomo è, con le

sue speranze, i suoi desideri, i suoi

progetti. Ogni uomo deve cercare

di superare quella tendenza istin-

tiva a creare una distanza rispetto

all’altro. Deve invece cercare di

fare entrare l’altro dentro il proprio

perimetro di interesse, di attenzio-

ne. Credo che questa sia la conver-

sione grossa da compiere e una

volta raggiunto questo traguardo

diventa meno arduo trovare ricet-

te concrete che pure saranno sem-

pre da modifi care perché non c’è

nessuno che sappia esattamen-

te come ci si deve comportare in

ogni circostanza”.

Lei aff erma che quando uno stra-

niero svolge un ruolo di rilevanza

sociale dovrebbe avere il diritto

a un riconoscimento giuridico.

“E – scrive ancora nella Lettera

– ogni politico che voglia dirsi

cristiano è chiamato a favorirlo”.

Tutto questo è qualcosa in più di

un semplice appello, suona quasi

come un dovere…

“Sì, è un dovere di cui bisogna

prendere consapevolezza. A noi

viene sicuramente più facile pen-

sare l’accoglienza degli immigrati

come un atto di amore nei loro

confronti. La loro accoglienza,

però, risponde anche a un nostro

interesse economico, il lavoro

degli stranieri ha contribuito ad

arricchire il nostro Paese. Pren-

dere coscienza di questo aspetto

signifi ca riconoscere l’esistenza di

un debito morale nei confronti de-

gli immigrati. Non è più possibile

usare il loro lavoro per far cresce-

re il Pil nazionale, per dare respiro

al benessere e raff orzare lo stato

sociale. Bisogna assumere precise

responsabilità nei confronti degli

immigrati, diversamente il rappor-

to si riduce a mero sfruttamento.

Per questo la ricchezza costruita

anche col lavoro di tanti immigrati

accoglienza giuridica nei loro con-

fronti”.

Diritti dei bambini, ricongiun-

gimento familiare, lotta contro

ogni forma di discriminazione:

nella sua Lettera ribadisce alcuni

concetti su cui in passato ha fat-

to sentire in modo chiaro la sua

voce…

“Sì, quella centralità della famiglia

che molte volte viene proclamata

nella vita sociale non può essere

rivendicata solo per le famiglie

italiane e non per quelle immigra-

te; pensare che è bene che ci sia

attenzione alle famiglie italiane

mentre ci si possa disinteressa-

re di quelle degli immigrati è un

errore perché anche queste en-

trano a pieno diritto nel tessuto

della società. È quindi interesse di

tutti favorire il ricongiungimento

famigliare degli im-migrati e l’at-

tenzione nei confronti delle ge-

nerazioni future, di quei bambini,

fi gli di immigrati che pure cresco-

no in mezzo a noi”.

Chiudendo la Lettera ricorda

come il suo scopo sia di “aiutare

le comunità cristiane ad aff ron-

tare con serenità un fenomeno

oggettivamente complesso”. È

convinto che quello della sere-

nità sia oggi un sentimento che

le comunità possono realistica-

mente manifestare su questo

tema?

“Quello della serenità nell’aff ron-

tare un tema complesso come

quello dell’immigrazione è un at-

teggiamento necessario, perché

solo la serenità consente di ave-

re delle valutazione corrette e di

prendere soluzioni sagge. Se ci

si lascia portare o da una spinta

ideologica o da una paura psico-

logica dell’altro si corre il rischio

di imboccare una strada senza via

d’uscita. Le scelte compiute sono,

giocoforza, squilibrate. Per poter

compiere scelte corrette è invece

necessario trovare una certa di-

stanza dal problema in sé e quella

serenità interiore necessaria per

poterlo aff rontare correttamente;

disposto cioè a pagare anche un

prezzo, se richiesto dalla situazio-

ne, senza sentirsi impaurito per il

futuro incerto che si va staglian-

do. La paura è sempre stata una

cattiva consigliera”.

La Voce del Popolo

Settimanale diocesano

Page 10: Bollettino Marzo-Maggio

10 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Presentazione del CEN 2011

Dal 3 all’11 settembre 2011 il XXV Congresso Eucaristico Nazionale

“Signore da chi andremo?

L’Eucaristia per la vita

quotidiana”. È questo il

tema del XXV Congresso Eucaristi-

co Nazionale, che si terrà ad Anco-

na e nelle diocesi della metropolia

dal 3 all’11 settembre 2011. La

settimana si articolerà in momenti

spirituali e celebrativi, rifl essioni

e testimonianze e culminerà con

una solenne Celebrazione eucari-

stica domenica 11 settembre 2011

ad Ancona.

I signifi cati del Congresso Euca-

ristico sono molteplici. In primo

luogo, si tratta di un atto di fede

nell’Eucarestia e un evento di

comunione per l’intera Chiesa

italiana che in quei giorni vedrà

convergere nel capoluogo mar-

chigiano migliaia di fedeli da tutte

le diocesi. L’evento riveste anche

un signifi cato sociale e culturale

perché l’Eucarestia, sacramento

dell’amore di Dio per gli uomini, è

pane del cammino storico dei cre-

denti e fermento di novità in tutti

gli aspetti del vivere umano.

È per questo che ad Ancona verrà

sottolineato il dono dell’Eucaristia

per la vita quotidiana, attraverso

la ripresa dei cinque ambiti dell’e-

sistenza già al centro del Conve-

gno ecclesiale di Verona nel 2006:

la vita aff ettiva, il lavoro e la festa,

la fragilità umana, la tradizione e la

cittadinanza.

Sfondo biblico dell’intero appun-

tamento sarà il capitolo 6 del van-

gelo di Giovanni, da cui è tratto il

versetto posto nel titolo. “Signo-

re, da chi andremo?” è la doman-

da che l’apostolo Pietro rivolge a

Gesù a conclusione del discorso

sulla Parola e il Pane di vita. Ed è

anche la domanda che dopo due-

mila anni ritorna come la questio-

ne centrale della vita dei cristiani

oggi.

Per la preparazione spirituale al

Congresso Eucaristico, il Comitato

organizzatore ha predisposto un

sussidio biblico, curato da don Er-

menegildo Manicardi: “Signore da

chi andremo? L’icona biblica del

Congresso Eucaristico Nazionale.

Ancona 2011” (Ed. San Paolo). Il

volume, rivolto a tutti, off re spunti

e rifl essioni perché l’appuntamen-

to di Ancona segni l’inizio di una

nuova e più intensa stagione eu-

caristica.

Con la Chiesa

Preghiera per il Congresso Eucaristico

Signore Gesù,

di fronte a Te, Parola di verità

e Amore che si dona,

come Pietro ti diciamo:

“Signore, da chi andremo?

Tu hai parole di vita eterna”.

Signore Gesù,

noi ti ringraziamo

perché la Parola del tuo Amore

si è fatta corpo donato sulla Croce,

ed è viva per noi nel sacramento

della Santa Eucaristia.

Fa’ che l’incontro con Te

nel Mistero silenzioso della Tua presenza,

entri nella profondità dei nostri cuori

e brilli nei nostri occhi

perché siano trasparenza della Tua carità.

Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristia

continui ad ardere nella nostra vita

e diventi per noi santità, onestà, generosità,

attenzione premurosa ai più deboli.

Rendici amabili con tutti,

capaci di amicizia vera e sincera

perché molti siano attratti a camminare verso di Te.

Venga il Tuo Regno,

e il mondo si trasformi in una Eucaristia vivente.

Amen.

Page 11: Bollettino Marzo-Maggio

11Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Con la Chiesa

La beatifi cazione di Giovanni

Paolo II, che il suo successore

presiederà nell’anniversa-

rio liturgico della sua morte, è un

evento storico che non ha di fat-

to precedenti. Bisogna risalire al

cuore del medioevo per ritrovare

esempi analoghi, ma in contesti

non paragonabili alla decisione

di Benedetto XVI: negli ultimi die-

ci secoli nessun Papa ha innalzato

agli onori degli .altari il suo imme-

diato predecessore.

Pietro del Morrone (che era sta-

to Celestino v) fu canonizzato

nel 1313 — meno di un venten-

nio dopo la morte dal suo terzo

successore, e oltre due secoli pri-

ma era stata subito riconosciuta

la santità di Leone IX e di Grego-

rio VII, scomparsi nel 1054 e nel

1085. Non a caso agli esordi di

quel papato riformatore celebrato

qualche decennio più tardi nell’o-

ratorio lateranense di San Nicola

attraverso la raffi gurazione di al-

cuni Pontefi ci coevi, defi niti cia-

scuno sanctus.

Sulla sobrietà agiografi ca della

Chiesa romana - che venera come

santi quasi soltanto i Papi dell’età

più antica — sono poi intervenu-

te le modifi che innovative della

modernità, con le decisioni prese

nell’ultimo trentennio dell’Otto-

cento e poi, soprattutto, con quel-

le di Pio XII e dello stesso Giovan-

ni Paolo II. Fu così riconosciuto il

culto di alcuni Pontefi ci medievali

e vennero elevati agli onori degli

altari Pio X, l’ultimo Papa santo, In-

nocenzo XI, Pio IX e Giovanni XXIII.

Al centro di ogni causa di beatifi -

cazione e di canonizzazione sta

esclusivamente l’esemplarità. del-

la vita di chi, con espressione scrit-

turistica, viene defi nito al servizio

di Dio. Per assicurare alla storia -

come disse Paolo VI all’annuncio

dell’introduzione delle cause dei

suoi due predecessori immediati

— «il patrimonio della loro eredi-

tà spirituale», al di là di «ogni altro

motivo, che non sia. il culto della

vera santità e cioè la gloria di Dio

e l’edifi cazione della sua Chiesa».

E autentico servitore di Dio è sta-

to Karol Wojtyla, appassionato te-

stimone di Cristo dalla gioventù

fi no all’ultimo respiro. Di questo

moltissimi, anche non cattolici e

non cristiani, si sono resi conto du-

rante la sua vita esemplare; questo

documenta il suo testamento spi-

rituale, scritto a varie riprese negli

anni del pontifi cato; per questo

già il 28 aprile 2005, meno di un

mese dopo la morte, il suo suc-

cessore ha dispensato dai termini

prescritti per l’inizio della causa;

per questo ha deciso di presiedere

la sua beatifi cazione: per presen-

tare al mondo il modello della san-

tità personale di Giovanni Paolo II.

Giovanni Paolo II sarà proclamato

beato dal suo successore Bene-

detto XVI in Vaticano il prossimo

1° maggio, se-conda domenica di

Pasqua della Divina Misericordia.

Il via libera alla promulgazione del

decreto sul miracolo attribuito a

Karol Wojtyla — l’atto che conclu-

de uffi cialmente l’iter della causa

di beatifi cazione - è stato dato dal-

lo stesso Papa Ratzinger venerdì

14 gennaio, nel corso dell’udienza

al cardinale Angelo Amato, prefet-

to della Congregazione delle Cau-

se dei Santi.

Giovanni Paolo II sarà beatifi cato il primo maggio

Benedetto XVI ha fi rmato il decreto riguardante il miracolo attribuito a Karol Wojtyla

Page 12: Bollettino Marzo-Maggio

12 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Guido Maria Conforti presto santo

È il fondatore dei Saveriani, cui appartiene p. Sergio Targa

Minato nella salute, ma desideroso di portare ilVangelo a tutti i popoli, Conforti è modello di tenacia e dedizione.Solini: «Un padre per la nostra Chiesa locale»

Un annuncio oltre i confi ni:

quelli imposti a lui perso-

nalmente da una salute

precaria fi n da giovane e quelli

geografi ci verso i popoli, lontanis-

simi, che ancora non conoscevano

Cristo. È questo in sintesi il ritratto

del beato Guido Maria Conforti, il

fondatore dei Missionari Saveriani,

che sarà presto canonizzato. Nato

a Ravadese, frazione di Parma, il 30

marzo 1865, a 17 anni cominciò a

soff rire di epilessia e sonnambuli-

smo, problemi che però non gli im-

pedirono di essere ordinato prete

a 23 anni. A 28 anni era vicario ge-

nerale della diocesi di Parma, con

il cuore, però, rivolto alla missione

«ad gentes». Acquistò una casa

per formare giovani missionari:

nacque così la «Pia società save-

riana» e i primi Saveriani andarono

in Cina nel 1899. Stroncati dalla ri-

volta dei Boxers la loro opera non

si fermò. Nel 1902 Conforti era ar-

civescovo di Ravenna, ma dovette

rinunciare al ministero a causa del-

la salute malferma. In seguito a un

miglioramento, però, venne nomi-

nato vescovo di Parma, che guidò

per 25 anni, compiendo cinque vi-

site pastorali nelle 300 parrocchie

e riuscendo a recarsi anche in Cina

in visita ai «suoi» missionari. Morì il

5 novembre 1931.

«Ci sentiamo stimolati ad una fe-

deltà sempre maggiore alle fi nali-

tà che Conforti ha indicato alla no-

stra famiglia religiosa - commenta

padre Ermanno Ferro, saveriano

studioso della vita del fondatore

-: l’annuncio del Vangelo e la cura

della comunione ecclesiale». La

prossima canonizzazione, aggiun-

ge il religioso, «ci aiuti a riscoprire

la nostra chiamata alla santità».

«Parma, ricorda i tuoi santi», ha

più volte esortato il vescovo della

diocesi emiliana, Enrico Solmi, che

defi nisce Conforti «pastore e pa-

dre di una diocesi, pastore e padre

di una Chiesa che si allarga fi no

ai confi ni della terra». E l’invito a

fare memoria della santità locale è

venuto anche da padre Rino Ben-

zoni, superiore generale dei Save-

riani, in una lettera inviata alle co-

munità della congregazione. Una

festa arricchita nei giorni scorsi,

per la famiglia religiosa, dalle pro-

fessioni perpetue di tre missionari

saveriani.

Maria Cecilia Scaff ardi

Con la Chiesa

Page 13: Bollettino Marzo-Maggio

13Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Lo scorso 10 dicembre Bene-

detto XVI ha riconosciuto

uffi cialmente la verità del

miracolo ottenuto per l’interces-

sione del beato Guido Conforti e

ha deciso di procedere alla sua

canonizzazione.

Il Santo Padre ha annunciato che

la proclamazione avrà luogo a

Roma il 23 Ottobre 2011 durante

il mese missionario.

Non c’è bisogno che vi diciamo

la nostra gioia e soddisfazione

nel vedere riconosciuta la santità

di colui che, non potendo diven-

tare missionario, si è impegnato

con tutte le sue energie spirituali

e le risorse materiali a sua dispo-

sizione per fondare una famiglia

di missionari da inviare nel mon-

do in obbedienza al comando di

Cristo: “Andate nel mondo intero

e predicate il vangelo a ogni crea-

tura”, per fare del mondo una sola

famiglia di fi gli di Dio.

Il regalo per noi e per la chiesa

Noi saveriani non potevamo spe-

rare un regalo più prezioso e più

bello di questo. Ne ringraziamo

il Signore, “fonte di ogni santità”,

mentre ci stiamo preparando per

celebrare degnamente la cano-

nizzazione del nostro fondatore.

Ma la cosa più impegnativa per

noi, suoi fi gli, è di cercare di as-

somigliare sempre più a nostro

padre, di diventare santi come lui,

facendo della nostra vita un an-

nuncio vivente del vangelo, pron-

ti ad andare ovunque ci sia ancora

qualcuno che non conosce Gesù

Cristo. Alla fi erezza di essere fi gli

spirituali di questo nuovo san-

to e, nello stesso tempo, alla co-

scienza di essere ancora lontani

da questa somiglianza, vogliamo

far corrispondere anche la volon-

tà di “mettercela tutta” per essere

degni di tanto padre.

Dall’Italia per il mondo

Ma c’è qualcosa d’altro che ci ren-

de fi eri e contenti di questa deci-

sione del Papa ed è il messaggio

o, se vogliamo, la provocazione e

la sfi da che questa canonizzazio-

ne off re al mondo e alla chiesa di

oggi. Mons. Conforti, che allora

era un semplice prete incaricato

della formazione dei seminaristi

della diocesi di Parma, ha con-

cepito il suo “audace disegno” di

dar vita a una congregazione di

missionari in un momento in cui

tutto sembrava sconsigliarglielo.

Era un tempo in cui la chiesa in

Italia, e non solo quella di Parma,

aveva bisogno di sacerdoti. Egli

stesso, poco dopo aver avviato la

sua congregazione, fu tolto dalla

direzione dell’istituto nascente,

dal Papa che lo inviò come arci-

vescovo a reggere la chiesa di Ra-

venna e poi quella di Parma.

Un unico grande amore

La maggior parte della sua vita

la spese come vescovo di queste

due chiese. Ma seppe coniugare,

e non solo mettere insieme, la

cura per la diocesi con la missio-

Un santo per il nostro tempo

Benedetto XVI ha annunciato la proclamazione per il 23 ottobre 2011

Sopra: il beato Conforti in una missio-ne in Cina.Sotto: un momento della cerimonia di beatifi cazione del 17 marzo 1996

Con la Chiesa

Page 14: Bollettino Marzo-Maggio

Lettera del Parroco

Camminiamo insiemen. 25 dicembre 2010 - febbraio 201114

Visione valida anche oggi

Anche oggi questa visione com-

plessiva della missione è impor-

tante e urgente, perché proprio in

un tempo di facile comunicazione

come è il nostro, corriamo il rischio

di rimanere intrappolati - come

chiesa e come società civile - nelle

reti del particolarismo, nelle emer-

genze ecclesiali e nelle crisi d’iden-

tità della nostra società.

Il comportamento ecclesiale

di mons. Conforti brilla davan-

ti ai nostri occhi per farci uscire

dall’indiff erenza per i problemi

degli «altri», di coloro che neri

sono della nostra chiesa o della

nostra patria; per superare ogni

campanilismo e per protenderci,

invece, verso l’orizzonte del mon-

do e della storia pronti a paga-

ne universale. Ravenna, Parma

e la Cina furono per lui un unico

amore cui dedicò tutto se stesso.

Guido Conforti aveva compreso

prima ancora che questo diven-

tasse dottrina comune, che la

missione della chiesa è una sola,

sia che essa si svolga a Parma o in

Cina.

Aveva anche capito che dal fervore

missionario della chiesa di Parma

dipendeva il bene della comunità

cristiana in Cina e, viceversa, che

dalla qualità della vita cristiana in

Cina sarebbe venuto uno stimolo

per la fede della chiesa in Italia. Era

per lui chiaro che non si potevano

separare queste due dimensioni,

locale e universale della chiesa;

che, anzi, esse erano tra loro inti-

mamente legate.

re di persona le spese di questa

apertura missionaria universale.

Egli ci ricorda che solo l’apertura

alla missione ci evita il rischio di

naufragare nei problemi del no-

stro paese e della nostra chiesa.

La sua canonizzazione farà com-

prendere che la missione è anco-

ra un compito attuale da svolgere

oggi con intelligenza, coraggio e

creatività, come egli seppe fare

all’inizio del secolo sorso. Questa

capacità di parlare anche oggi, è

la funzione dei santi nella chiesa e

nella storia. Questa è la sfi da che

ci viene dalla contemplazione di

questo nuovo santo.

p. Gabriele Ferrari

CHIARI

Sede: Oratorio CG 2000 Ore: 20.30

Giovedì 10 —17 — 24 Febbraio Giovedì 3 —10 —17 — 24 — 31 Marzo

Ritiro conclusivo con consegna degli attestati: Domenica 3 Aprile (mattino)

Iscrizioni presso l’Uffi cio Parrocchiale (Piazza Zanardelli, 2). Tel. 030.7001175

Giovedì 6 —13 — 20 - 27 Ottobre Giovedì 3 —10 —17 — 24 Novembre

Ritiro conclusivo con consegna degli attestati: Domenica 27 Novembre (mattino)

Iscrizioni presso l’Uffi cio Parrocchiale (Piazza Zanardelli, 2). Tel. 030.7001175

CASTELCOVATI

Sede: Oratorio di Castelcovati

Sabato 3 -10 -17 - 24 Settembre ore 20.30

Domenica 4 -11-18 - 25 Settembre ore 16.00

Per informazioni ed iscrizioni: don Marco Zanotti (tel. 030.718131)

CASTREZZATO

Sede: Oratorio di Castrezzato Ore: 20.30

Sabato 01- 08 -15 - 22 - 29 Ottobre

Sabato 12 -19 - 26 Novembre

Conclusione: Domenica 27 Novembre con S. Messa ore 18.00 e consegna dell’attestato

Per informazioni ed iscrizioni: don Mario Stoppani (cell. 3201621371)

Zona VIII - Corsi per fi danzati - anno 2011

Con la Chiesa

Page 15: Bollettino Marzo-Maggio

15Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Maggio è il mese più bello

dell’anno. È desiderato, è

aspettato dopo le piogge

e il freddo invernale. Il cielo ha un

colore azzurro limpido, sereno. La

natura si risveglia. Nelle campa-

gne si vedono le diverse tinte di

verde.

Maggio è il mese di Maria; è il mese

dedicato al S. Rosario, come otto-

bre; il rosario è un intreccio di lodi

e di gloria alla Madonna, nel con-

testo della lode suprema alla San-

tissima Trinità (Padre nostro e Glo-

ria). La pratica mariana del rosario

(cioè corona di rose, omaggio alla

Vergine di preghiere, trasfi gurate

in fi ori) si diff use dappertutto nel

XV secolo.

La devozione a Maria era cresciuta

a partire dal XII secolo per opera

di san Bernardo. Questa devozio-

ne fu via via regolata e venne ag-

giunto il Padre nostro e il Gloria ad

ogni decina, meditando i momen-

ti della vita di Gesù, i Misteri, divisi

in gaudiosi, dolorosi, gloriosi. Nel

1572 fu istituita in tutte le Chiese

la Festa liturgica del rosario, da ce-

lebrarsi la prima domenica di Ot-

tobre.

Molto sentita è da noi questa de-

vozione, raccomandata anche da

Maria santissima nelle varie appa-

rizioni. Il 13 maggio, apparendo

a Fatima, la Madonna insiste: nel

dire: “Pregate. Recitate il rosario e

fate sacrifi ci per i peccatori”. Appa-

rendo altre volte ai tre pastorelli,

la Madonna li istruisce personal-

mente. Fatima è luogo di preghie-

ra specialmente col rosario, come

già prima l’aveva preceduta Lou-

rdes. Nelle apparizioni di Lourdes,

nelle mani la Vergine stringeva il

rosario.

Maria voleva annunciare al popolo

cristiano che con il rosario avreb-

be trionfato sui nemici della fede.

Maggio, il mese della Madonna

Ecco perché in questo mese di

maggio, come gli scorsi anni, ospi-

teremo a turno, nelle nostre fa-

miglie, la Madonna, per ritrovarci

uniti celebrando le sue lodi e affi -

dandoci alla sua materna interces-

sione.

Come ogni maggio, la Madonna è invocata e onorata in tutto il paese

Con la Chiesa

a cura della Commissione Liturgica

Page 16: Bollettino Marzo-Maggio

16 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

I paesi occidentali vivono nel

benessere che garantisce alti

standard di qualità della vita,

ma induce molti ad una sfrenata

rincorsa dei consumi, ad acquisti

di tipo compulsivo che si trasfor-

mano in vere e proprie psicosi.

Al contrario, in altri paesi del

mondo, quasi un miliardo di per-

sone soff re la fame e muore a

causa di malattie legate a defi cit

alimentari.

L’ arcivescovo Angelo Comastri in

una meditazione dichiarò:” Vivia-

mo in due stanze: in una si spreca,

nell’altra si crepa; in una si muore

di abbondanza e nell’altra si muo-

re di indigenza”

Di fronte a questa situazione è in-

dispensabile un mutamento degli

stili di vita; le società devono af-

frontare il problema degli sprechi

mettendo in gioco la rete educa-

tiva ed in primo luogo i compor-

tamenti delle famiglie. Negli Stati

Uniti dove l’obesità è considerata

un’epidemia che colpisce cento

milioni di americani, già nei primi

anni della scuole elementari si in-

segnano nuove abitudini alimen-

tari e i docenti spiegano come si

può resistere al bombardamento

di spot televisivi che diff ondono

la pubblicità di merendine, dolci e

mille altri prodotti.

Non si tratta di trasformarsi in un

popolo di francescani, ma di re-

sponsabilizzarsi, aff rontare le spe-

se con maggior consapevolezza e

non perdere mai di vista i bisogni

dei più deboli.

Monsignor Luigi Giussani , fonda-

tore del movimento “Comunione

e liberazione” e Danilo Fossati, nel

1989 hanno fondato il Banco Ali-

mentare, oggi presieduto da don

Mauro Inzoli.

Questa ONLUS basata sul concetto

di dono e condivisione, raccoglie

le eccedenze della produzione

alimentare, agricola ed industriale

Sobrietà: dalla teoria alla pratica

Dare risposte ai bisogni dei più poveri

Con la Chiesa

Page 17: Bollettino Marzo-Maggio

17Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

e le distribuisce ai centri caritativi

presenti sul territorio. L’associa-

zione opera attraverso le attività

di volontariato ed è sottoposta a

rigorosi controlli di sicurezza ali-

mentare in tutta la catena distri-

butiva. Scopo dell’associazione è

lavorare per il bene comune, dan-

do risposte ai bisogni dei più po-

veri ed emarginati.

Andrea Segrè docente di Econo-

mia e Ingegneria agraria all’uni-

versità di Bologna, con un grup-

po di allievi ha creato la catena di

Laste minute food che recupera i

prodotti che vengono scartati dai

supermercati per destinarli alle as-

sociazioni di volontariato. Hanno

scelto questo nome per far capire

che il loro è un mercato costruito

sull’ultimo minuto, a favore dei

più poveri.

Il professore ha inviato alcuni stu-

denti a New YorK per studiare il

funzionamento di City Harvest,

un’associazione no profi t che for-

nisce i pasti ai senzatetto della

città, recuperandoli dai magazzini

dei drugstore e da alcuni ristoran-

ti.

Bill Clinton quando era presiden-

te, fi rmò la “legge del buon sama-

ritano” che permette le donazioni

di cibo e di pasti non consumati.

Il 25 giugno 2003 anche il Parla-

mento italiano, primo in Europa

e secondo solo agli Stati Uniti, ha

approvato la Legge n 155/2003,

detta “del Buon Samaritano”, che

rende possibile il recupero di cibo

a scopo benefi co. La Legge n 155,

entrata in vigore il 16/07/2003 di-

sciplina la distribuzione dei pro-

dotti alimentari a fi ni di solidarietà

sociale.

A Verona si i recupera il cibo delle

mense scolastiche e di molti nego-

zi al dettaglio. I commercianti che

aderiscono al sistema ottengono

sconti sulla tassa dei rifi uti solidi

urbani.

In Sicilia ed in Sardegna questo

modello è stato adottato dalle am-

ministrazioni regionali.

Dopo il cibo, Segrè ha trasferito la

sua rete su altri prodotti. I libri in-

venduti, per esempio, grazie ad un

accordo con alcune case editrici,

vengono distribuiti nelle scuole e

nelle biblioteche.

Lo stesso vale per i farma-

ci. Il professor Garattini ha

dichiarato:”Siamo diventati una

società farmaco-centrica, nella

quale si pensa di risolvere tutti i

problemi con un farmaco. Uno

spreco enorme...”. Le confezioni

off erte dalle farmacie ai volontari

del Last minute market vengono

distribuite agli enti assistenziali,

dove operano medici che assicu-

rano un corretto uso dei farmaci.

Ma esistono altri modi per evitare

gli sprechi.

Perché dobbiamo usare l’automo-

bile per ogni piccolo spostamen-

to? Tutti gli studi dimostrano che

camminare aiuta non solo a com-

battere il traffi co, ma a mantenersi

in forma, a controllare il coleste-

rolo e le malattie causate dalla se-

dentarietà.

Attuare la raccolta diff erenziata è il

modo migliore per riciclare i rifi uti

e riutilizzarli per nuove funzioni.

Coltivare frutta e ortaggi nel pro-

prio orto può diventare un’occu-

pazione molto rilassante che per-

mette di avere a disposizione cibo

fresco di stagione.

La crisi economica mondiale che

ha colpito così profondamente

tutti i paesi dovrebbe aiutarci a

cambiare i nostri consumi, a far

prevalere un modello di sviluppo

sostenibile, dove il necessario si

impone sul superfl uo. I cattolici

sono chiamati rifl ettere su questo

problema ed a seguire uno stile

di vita coerente con le indicazio-

ni di Cristo che ci chiede di vivere

seguendo un modello di giustizia

superiore, dove tutti sentano il do-

vere di agire in difesa del bene co-

mune, attuando il principio della

solidarietà.

Maria Antonia Galli

Con la Chiesa

Page 18: Bollettino Marzo-Maggio

18 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Ebbene sì, sono già trascorsi

dieci anni da quel 6 gennaio

2001 quando a conclusio-

ne del Grande Giubileo dell’Anno

Duemila Giovanni Paolo II fi rmava

la lettera apostolica Novo millen-

nio ineunte, uno dei documenti

più intensi, e staremmo per dire

mistici, del suo lungo pontifi cato.

Un documento che, dopo aver sin-

teticamente rivisitato i momenti

più signifi cativi dell’Anno Giubila-

re, si inoltrava in una lucida lettura

dell’attuale condizione della vita

della Chiesa cattolica e, a partire

da un centro, individuava per la

Chiesa e per ogni cristiano un la-

voro, un compito da svolgere. Un

documento tutt’altro che sconta-

to e la cui dimenticanza equivale

a uno smarrimento lungo il sentie-

ro della missione evangelizzatrice

che la Chiesa è chiamata a percor-

rere in questo inizio secolo e inizio

millennio.

A dieci anni da quel 6 gennaio

2001, se si ha l’umiltà e l’onestà in-

tellettuale di riconoscerlo, la Novo

millennio ineunte conserva per la

Chiesa nel suo insieme e per il sin-

golo cristiano un sicuro punto di

riferimento a cui è necessario tor-

nare a guardare, un fascio di luce

che rischiara il cammino di tutti i

credenti.

Gli interrogativi

Dieci anni dopo, è necessario por-

si alcune e forse scomode doman-

de: Che ne è stato fatto di questo

documento e come è stato fatto

rivivere nelle singole comunità

Duc in altum (“Punta in alto”)

cristiane? I piani pastorali hanno

cercato di far tesoro delle indica-

zioni - «le priorità pastorali» (n. 29)

emerse dall’esperienza del Grande

Giubileo - in esso contenute? Ad

esempio, l’invito a mettere «a fon-

damento della programmazione

pastorale» la «“misura alta” della

vita cristiana ordinaria» (n. 31),

cioè la santità, è stato tenuto in

debito conto o è stato considerato

alla stregua di uno scontato richia-

mo che un Papa deve fare per uffi -

cio e del quale però ci si può subi-

to dimenticare perché pressati da

cose più ‘concrete’ e ‘importanti’ da

fare? L’esortazione a fare delle «no-

stre comunità cristiane» «auten-

tiche “scuole di preghiera”» dove

l’incontro con Cristo giunge fi no

all’«“invaghimento” del cuore» (n.

33) è stata tradotta e incarnata in

gesti concreti nella vita delle co-

munità cristiane?

Ancora. Se la comunione «incarna

e manifesta l’essenza stessa del

mistero della Chiesa» (n. 42), se,

in una logica consequenziale, la

Chiesa è «la casa e la scuola della

comunione» (n. 43), questa stessa

«spiritualità della comunione» (n.

43) è stata davvero vissuta e per

così dire ‘respirata’ come «principio

educativo in tutti i luoghi dove si

plasma l’uomo e il cristiano, dove

si educano i ministri dell’altare, i

consacrati, gli operatori pastorali,

dove si costruiscono le famiglie e

le comunità» (n. 43)? Infi ne, che ne

è stato di ciò che Giovanni Paolo

II ha chiamato «fantasia della cari-

tà», quella «carità delle opere [che]

assicura una forza inequivocabile

alla carità delle parole» (n. 50)?

Ecco alcuni, tra i tanti, degli im-

pegni, che il grande Papa lasciava

alla Chiesa; ora, a dieci anni di di-

stanza, è necessario verifi care se e

in che misura essi siano stati tenuti

presenti e abbiano, anche solo ini-

zialmente, cominciato a incidere

nel vissuto ecclesiale, cioè comu-

nitario, e personale.

Il centro da cui partire

I numerosi impegni a cui il docu-

mento richiama e invita nasco-

no tutti da un centro, che l’Anno

Santo ha lasciato alla Chiesa come

in dono. Il «nucleo essenziale»

dell’esperienza giubilare, scrive

Giovanni Paolo II, «non esiterei ad

individuarlo nella contemplazione

del volto di Cristo» (n. 15). Senza

questo necessario presupposto

sarebbe impossibile raccogliere

la sfi da che anche gli uomini di

oggi, come ai tempi dell’apostolo

Filippo, rivolgono ai credenti: «Vo-

gliamo vedere Gesù!» (Gv 12,21).

Il Papa così osserva: «Come quei

pellegrini di duemila anni fa, gli

uomini del nostro tempo, maga-

ri non sempre consapevolmente,

chiedono ai credenti di oggi non

solo di “parlare” di Cristo, ma in

certo senso di farlo loro “vedere”. E

non è forse compito della Chiesa

rifl ettere la luce di Cristo in ogni

epoca della storia, farne risplen-

dere il volto anche davanti alle ge-

nerazioni del nuovo millennio?».

Qualche tratto del volto di Cristo

si delineerà sul volto dei cristiani

A dieci anni dalla pubblicazione della Novo millennio ineunte

Con la Chiesa

Page 19: Bollettino Marzo-Maggio

19Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Vita sociale

ad una sola condizione: che essi

per primi diventino «contempla-

tori del suo volto» (n. 16). Torna

qui alla mente quanto scriveva

sessant’anni or sono il grande ese-

geta Heinrich Schlier: «Il guardare

è un essere colmati da ciò che si

guarda».

Il volto di Cristo da contemplare

non è solo quello «insanguinato»

del Venerdì e del Sabato Santo, è

quello del Risorto. «Se così non

fosse, vana sarebbe la nostra pre-

dicazione e vana la nostra fede (cfr.

1Cor 15,14). […] È a Cristo risorto

che ormai la Chiesa guarda. […] A

duemila anni di distanza da questi

eventi, la Chiesa li rivive come se

fossero accaduti oggi» (n. 28).

Un aiuto a non cedere alla tenta-

zione di ricercare in una «formu-

la magica» (n. 29) la soluzione di

complessi problemi, la Chiesa lo

trova nella «consapevolezza» della

«presenza tra noi del Risorto» (n.

29). Con assoluta determinazione

scrive il Papa: «No, non una for-

mula ci salverà, ma una Persona, e

la certezza che essa ci infonde: Io

sono con voi! Non si tratta, allora,

di inventare un “nuovo program-

ma”. Il programma c’è già: è quello

di sempre, raccolto dal Vangelo e

dalla viva Tradizione. Esso si incen-

tra, in ultima analisi, in Cristo stes-

so, da conoscere, amare, imitare,

per vivere in lui la vita trinitaria, e

trasformare con lui la storia fi no al

suo compimento nella Gerusalem-

me celeste. È un programma che

non cambia col variare dei tempi e

delle culture, anche se del tempo

e della cultura tiene conto per un

dialogo vero e una comunicazio-

ne effi cace. Questo programma di

sempre è il nostro per il terzo mil-

lennio» (n. 29).

La missione

Come annunciato già nella lettera

di indizione del Grande Giubileo

dell’Anno Duemila Incarnationis

mysterium (29 novembre 1998),

l’Anno Santo si chiudeva il 6 gen-

naio 2001 giorno dell’Epifania. In

quel giorno, aff erma la Novo mil-

lennio ineunte «il simbolo della

Porta Santa» si chiudeva «ma per

lasciare più spalancata che mai

la porta viva che è Cristo». Infatti

«non è a un grigio quotidiano che

noi torniamo, dopo l’entusiasmo

giubilare» (n. 59).

«Il Figlio di Dio, che si è incarnato

duemila anni or sono per amore

dell’uomo, compie anche oggi la

sua opera: dobbiamo avere occhi

penetranti per vederla, e soprat-

tutto un cuore grande per diven-

tarne noi stessi strumenti. […] Ora

il Cristo contemplato e amato ci

invita ancora una volta a metter-

ci in cammino: “Andate dunque e

ammaestrate tutte le nazioni, bat-

tezzandole nel nome del Padre e

del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt

28,19). Il mandato missionario ci

introduce nel terzo millennio in-

vitandoci allo stesso entusiasmo

che fu proprio dei cristiani della

prima ora: possiamo contare sul-

la forza dello stesso Spirito, che

fu eff uso a Pentecoste e ci spinge

oggi a ripartire sorretti dalla spe-

ranza “che non delude” (Rm 5,5).

Il nostro passo, all’inizio di questo

nuovo secolo, deve farsi più spe-

dito nel ripercorrere le strade del

mondo» (n. 58).

L’invito a «prendere il largo», che

un giorno Cristo rivolse ai suoi

discepoli, continua a risuonare

anche oggi per la Chiesa: «Duc in

altum» (Lc 5,4). P. Aldino Cazzago

carmelitano

Page 20: Bollettino Marzo-Maggio

20 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Due chiacchiere tra donne di cultura diversa

Vita sociale

Può capitare di ritrovarsi,

all’ora della merenda, una

volta ritirati i bambini da

scuola, a chiacchierare tra donne

infi lando una dopo l’altra, come

perline di una collana, informazio-

ni, pareri e convinzioni; ma quella

a cui sono invitata io è certamen-

te una merenda speciale: attorno

al tavolo tra noi italiane siedono

donne di età, estrazione e origi-

ne etnica diverse. Una giovane

signora marocchina, sorridente e

gioiosa, decisamente a suo agio,

parla ed ascolta con occhi vivi e

partecipi, adottando uno stru-

mento linguistico adeguato alla

circostanza; una ragazza venten-

ne, di origine albanese, diplo-

mata alla scuola italiana, mostra

grinta e risolutezza nell’aff rontare

le varie questioni; una mamma,

non più giovane, non perde una

parola, pur non avendo la pos-

sibilità di intervenire in quanto

della lingua italiana possiede solo

una competenza passiva, ascolta

e capisce non essendo in grado di

comunicare in una lingua per lei

ancora troppo diffi cile.

Siamo sedute in cerchio, la forma

ideale per guardarci in viso, par-

larci ed ascoltarci. Ognuno usa

gli strumenti che ha a sua dispo-

sizione.

La conversazione rimbalza da un

argomento all’altro, fi nché scivola

inevitabilmente sul tema dell’in-

tegrazione tra individui apparte-

nenti a gruppi etnici diversi, che

si trovano a vivere sullo stesso

territorio, incorporati nella stessa

Una merenda del tutto speciale

società e nel medesimo sistema

politico.

D- Come vi trovate qui nel nostro

paese, piccolo e provinciale, che

solo ora è costretto ad aff rontare

i grandi temi che riguardano la

convivenza tra popoli diversi?

R- Io sono nata e vissuta in Maroc-

co, in una grande ed aff ollata città;

da più di dieci anni mi sono trasfe-

rita in Italia e, spesso, percepisco

l’orizzonte ristretto della mentalità

della gente di paese. Ho trascorso

la mia giovinezza all’insegna della

libertà, nonostante quello che si

pensa in Italia della donna mussul-

mana e della sua condizione.

La mia attenzione si sposta dagli

occhi neri ed intelligenti ai capelli

corvini raccolti in una coda volu-

minosa, semplice ed naturale.

D- Quindi il velo? Lo porti oppure

ti ritieni libera di non osservare la

regola coranica?

R- Nella mia famiglia di origine

non ho subito alcun genere di co-

strizione; mio padre ci ha lasciato

libere, noi sorelle, di adottare lo

stile che volevamo; io ho sempre

apprezzato i capelli curati e patti-

nati alla moda; c’è stato un perio-

do in cui me li sono tinti come tut-

te le ragazze moderne. Tuttavia,

da qualche tempo non mi sentivo

in pace; ero provata da una sorta

di jihad, da una lotta interiore da

cui sono uscita superando quei

contrasti intimi che mi angoscia-

vano, per approdare ad un auto-

controllo maturo e consapevole;

l’adozione del velo mussulmano è

stato un passo naturale; all’ester-

no della casa indosso un qualcosa

che mi copra la testa, ma ritengo

questa una scelta libera, frutto di

una maturazione personale, che

mi fa accogliere la regola non

come dovere bensì come deside-

rio. Ritengo, a tal proposito, che

di una persona si debba guardare

la sua “sostanza”, senza fermarsi al

solo aspetto esteriore.

D- Anche noi cristiani cattolici

pensiamo che Dio debba essere

scelto liberamente e che non si

debba seguire le Sue regole mos-

si dal mero senso del dovere, ma

soprattutto dal sincero desiderio

di aderirvi. Come riesci a vivere

la tua religiosità in un clima occi-

dentale, a volte, così dissacrato-

re, e spesso materialista in tante

sue espressioni?

R- Noi mussulmani, se ci poniamo

domande su Dio e sulla religione,

riteniamo di potervi rispondere

attraverso i testi sacri: lì sono da ri-

cercare tutte le verità; non aspet-

tiamo altri profeti; consideriamo la

nostra religione completa e capa-

ce di fornire risposte tali da soddi-

sfare tutte le esigenze dell’uomo. Il

Page 21: Bollettino Marzo-Maggio

21Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Vita sociale

nostro compito è quello di affi dar-

ci in modo incondizionato e vo-

lontario alla Sua volontà, alla Sua

regola senza impegnare la mente

in elaborazioni inutili che potreb-

bero risultare dannose, poiché

possono essere l’espressione della

volontà di prevaricare Dio stesso.

D- L’uomo d’ogni tempo fatica ad

affi darsi totalmente al suo Dio, se

non sperimenta una personale

ricerca del vero, per esplorare l’i-

gnoto. Magari non arriva a delle

conclusioni certe, ma apprezza

tutto il proprio impegno nel ri-

cercare e nel capire. La storia del

pensiero fi losofi co occidentale

ha sparso fi umi di inchiostro per

cercare di capire e di “carpire” Dio,

riconoscendo poi di non avercela

fatta e di dover ripensare ad una

comunione con Dio senza parole

e teorie, ma come adesione inti-

ma a Lui, nel silenzio.

R- Troppe parole e troppi ragiona-

menti non aiutano ad avvicinarci

a Dio! Lui da noi vuole la piena fi -

ducia. Questo non ci limita e non

ci condiziona, ma esalta la nostra

natura umana.

D- Tuttavia penso che il persona-

le rapporto con Dio, segnato dal-

le regole imposte con rigidezza

anche nel nostro passato, sia pro-

gredito e maturato con la nostra

crescita; in Occidente si valuta

maggiormente lo spirito più che

la lettera, più la sostanza che la

forma. Cosa ne pensi?

R- L’uomo necessita, per il mio cre-

do, di regole semplici e ben defi ni-

te, ad esse ci si attiene con fi ducia

ed abbandono consapevole; per

questo Dio ci ama.

D- Come ti trovi nella relazione

con le altre donne del nostro pa-

ese?

R- Sono riuscita a stabilire dei po-

sitivi e, a tratti, amichevoli rappor-

ti con alcune persone sensibili,

aperte ed intelligenti, ma per la

maggioranza delle donne del pa-

ese risulto ancora trasparente. Il

mattino, quando accompagno a

scuola mio fi glio, la cosa che più

mi spiace e mi ferisce sono quegli

occhi abbassati delle madri locali

che neppure si degnano di alzare

lo sguardo per un saluto, anche

solo accennato.

D- E la relazione con le altre don-

ne di cultura diversa?

R- Uno scambio cordiale di salu-

ti e di cenni, che però non riesce

a risolvere l’isolamento in cui ci

troviamo. Risulta positivo il no-

stro aggregarci, ma non basta per

aprirci al paese in cui viviamo.

D- Cosa diresti se tuo fi glio da

grande, un giorno, ti portasse a

casa una ragazza italiana con l’in-

tenzione di proportela come fu-

tura nuora? Ne saresti contenta?

R- Sinceramente la cosa mi pre-

occuperebbe, considerando le

diffi coltà di intendersi tra culture

tanto diverse, sul piano della re-

ligione. Non penso che per una

ragazza occidentale sia facile l’a-

desione alla nostra regola.

Page 22: Bollettino Marzo-Maggio

22 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Vita sociale

D- Tu che sei una ragazza, ancor

giovane, che ha seguito un per-

corso impegnativo di studi qui in

Italia, saresti disposta a trascor-

rere la tua vita con un uomo lo-

cale di cultura e religione diversa

dalla tua?

R- Mi ritengo fortunata ad aver

conseguito un diploma che, spero,

mi aprirà le porte del mondo del

lavoro. I ragazzi italiani li conosco

perché li ho frequentati a scuola

e nel tempo libero; con alcuni di

loro ho stabilito un rapporto di

amicizia sincera, condividendo

esperienze ed emozioni. Tuttavia il

mio desideri è quello di incontrare

un buon ragazzo albanese e con

lui costituire una famiglia.

D- Allora attraverso che cosa po-

trà passare il percorso di integra-

zione? Cosa signifi ca per voi que-

sto termine?

R- Da donna mussulmana, penso

che “integrazione” voglia dire pos-

sibilità di vivere secondo i principi

umani e religiosi della propria cul-

tura. Questo precorso è più facile

per chi riesce ad occupare posti

lavorativi utili alla vostra società.

Attualmente io presto opera di

sostegno ad una persona disabi-

le italiana, conciliando i miei im-

pegni familiari con questo lavoro

che mi proietta fuori casa e che mi

mette a contatto con la malattia

e la soff erenza. Intendo pure fre-

quentare dei corsi che mi diano

delle basi culturali per svolgere a

pieno questo ruolo. Ecco così pen-

so di compiere passi importanti

verso l’integrazione nella società

in cui mi trovo a vivere.

D- Integrazione non signifi ca

certo perdita della propria iden-

tità culturale, secondo il modello

francese dell’assimilazione, ma

neppure una convivenza caotica

e confusa di culture diverse come

nel Regno Unito. Senza diritti e

doveri rispettati non si può co-

struire una società; accettare le

regole del paese in cui si vive è il

primo passo per la costruzione di

un gruppo umano che si rispetti

e che si prenda a cuore il futuro

personale e quello delle genera-

zioni a venire. Concordi?

R- Riconosco che alcuni gruppi di

immigrati faticano ad accettare le

regole e le leggi; ma questo è un

errore; si deve capire che ciò è fon-

damentale per una vita di gruppo,

per la pace nella relazione. Noi

siamo ben disposti ad accogliere

tutte le proposte di acculturazio-

ne che ci vengono off erte anche

a vantaggio della nostra formazio-

ne professionale, ma bisogna co-

munque riconoscere che la legge

italiana, pur sostenendo che non

debba esserci discriminazione,

non chiarisce in quali modi con-

cretamente si possa arrivare a una

fattiva integrazione.

Io, da donna e madre italiana, ri-

tengo che gli adulti debbano fare,

ossia abbiano l’obbligo morale e

civile di fare anche solo dei piccoli

passi verso l’integrazione, innanzi

tutto cercando di stabilire un rap-

porto di conoscenza con le perso-

ne straniere che vivono e lavorano

sul nostro territorio; il dialogo e la

frequentazione avranno il pote-

re di abbattere barriere perché ci

riveleranno l’essenza della perso-

na, la sua dignità pari alla nostra;

dopodiché la paura svanirà e ci si

troverà a condividere situazioni di

vita concreta, senza percepire la

“diff erenza” se non come un valore

aggiunto.

Nel frattempo, i bambini si rincor-

rono rumorosamente nella stanza,

accaldandosi attorno al tavolo,

ignari dei discorsi dei grandi, dei

temi del nostro parlare, della loro

appartenenza etnica; sono trop-

po impegnati nel conoscersi, nel

divertirsi e nel godere delle emo-

zioni che procura loro la vita di

gruppo.

Saranno proprio loro, mossi da

quei bisogni fondamentali, che

hanno determinato le azioni degli

uomini d’ogni epoca, che daranno

vita alla società del futuro. Forse

saranno più abili di noi nel supe-

rare le barriere che ora ci dividono.

Ce lo auguriamo di cuore!

Silvana Brianza

Page 23: Bollettino Marzo-Maggio

23Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Vita sociale

Il recente fi lm “Uomini di Dio”

di Xavier Beauvois ha ottenuto

un non scontato successo cine-

matografi co nella scristianizzata

Francia, ma non solo. Ha portato

sugli schermi con coraggio e ri-

gore storico la tragica vicenda dei

sette monaci trappisti che, nella

notte del 26 marzo 1996, sono sta-

ti rapiti da integralisti islamici in

Algeria, ove trascorrevano le loro

giornate in preghiera e studio, ma

anche aiutando la popolazione lo-

cale, di religione musulmana. Uno

di loro era un medico, e dedicava

gran parte del suo tempo al soc-

corso gratuito della popolazione

locale. Due mesi dopo il rapimen-

to i terroristi fecero trovare i loro

corpi decapitati.

Le cifre che la Pontifi cia Accade-

mia “Cultorum Martyrum” fornisce

sono impressionanti: decine di

cristiani, semplici fedeli, uomini e

donne, catechisti, sacerdoti e reli-

giosi, vescovi compresi, vengono

uccisi ogni anno in odio alla loro

religione. Il tutto viene condito

con profanazione o totale distru-

zione delle chiese, con l’occupa-

zione di case di cristiani, con atti

di violenza inaudita nei confronti

anche di donne, bambini e per-

sone anziane. Il periodo delle per-

secuzioni non si è chiuso con gli

imperatori romani, ma è continua-

to, e continua a fornire in tutto il

mondo lunghi elenchi di autentici

martiri. Si pensi ad un dato sto-

rico impressionante. Nell’Africa

del nord che si aff accia sul Mare

Mediterraneo furono fondate nei

“Se il mondo ci odia”

primi secoli dell’era cristiana ben

seicento antiche diocesi, fi orenti

per animazione missionaria, per

iniziative apostoliche e caritative.

Quasi tutto è stato spazzato via

con l’arrivo e lo sviluppo dell’I-

slam. Si calcola, per difetto, che nei

secoli siano stati colà uccisi oltre

cinquanta milioni di cristiani. Nes-

suno, ovviamente si è premurato

di chiedere perdono. Il sangue dei

cristiani copti uccisi la notte di na-

tale in Egitto è ancora caldo.

L’intellettuale francese René Guit-

ton, autore del testo “Cristiano-

fobia”, calcola che siano tuttora

decine di milioni nel mondo i cri-

stiani vittime di persecuzione, di

disprezzo, di discriminazioni. Il

termine cristianofobia è recente,

ma esiste sotto traccia da secoli.

Ha cominciato ad esprimersi con

Decine di cristiani vengono uccisi ogni anno in odio alla loro fede

Page 24: Bollettino Marzo-Maggio

24 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Vita sociale

chiarezza dopo l’indipendenza

raggiunta da paesi un tempo colo-

nizzati, e si è accentuato dolo la fa-

tidica data dell’11 settembre 2001,

alimentato da minoranze estremi-

ste di matrice soprattutto islamica,

ma anche induista, le quali condu-

cono un’aperta ostilità e violenza

contro le comunità cristiane. Si

pensi che perfi no il recente Sino-

do dei Vescovi sul Medio Oriente

è stato considerato come un’ag-

gressione e una provocazione da

gruppi di estremisti islamici di vari

paesi. Qualsiasi cosa i cristiani di-

cano o facciano diviene pretesto

per aggredire e, peggio, per ucci-

dere. Nel secolo scorso numerose

Nazioni hanno ottenuto la giusta

indipendenza dopo lunghi periodi

di soggezione. I colonizzatori occi-

dentali sono stati accomunati ai

cristiani, in una strana amalgama

culturale-religiosa. Queste moti-

vazioni vengono tuttora rispolve-

rate dai gruppi estremisti islamici

contro l’Occidente, fi nendo per

giustifi care, in un ragionamento

schematico e semplicistico, atti

di violenza come risposta alle sof-

ferenze, reali o presunte, subite in

passato.

E l’Europa, culla e prima destina-

taria dell’annuncio cristiano, come

risponde? Anziché mostrare le ra-

dici di una acquisita tolleranza che

fa parte ormai del nostro d.n.a., si

preferisce negare di fatto che il cri-

stianesimo abbia costituito il tes-

suto connettivo culturale, prima

ancora che religioso, del nostro

patrimonio storico, della nostra

arte, della letteratura e tradizione

musicale che ci vengono invidiati

da tutto il mondo. Si arriva all’as-

surdo di stampare e distribuire a

tutti gli studenti europei, a spese

dei contribuenti anche cristiani,

un diario nel quale compaiono

indicazioni relative alle tradizioni

folcloristiche più eccentriche, ma

nel quale non trova posto per “di-

menticanza” l’indicazione di una

festa cristiana come il natale. Si ar-

riva -udite, udite, e siamo in Italia!-

a pretendere l’analisi dell’Ostia e

del Vino della Messa consacrati

per dimostrare “scientifi camente”

che non sono Corpo e Sangue di

Cristo, e dunque a denunciare i sa-

cerdoti per abuso della credulità

dei fedeli. Si giunge -siamo ancora

in Italia- alla proibizione sempre

più diff usa di esporre nelle scuo-

le prima il crocifi sso, ed ora anche

il presepio, al fi ne di “tutelare” le

minoranze religiose, mentre in

Nazioni dove i cristiani sono mino-

ranza vige tuttora la barbara legge

della blasfemia, in base alla quale

una donna cristiana, Asia Bibi, in

Pakistan rischia la pena di morte

per avere detto ad una vicina di

casa: “Il mio Dio parla di amore e

di perdono, e il tuo?” E, addirittura,

passi che si brucino immagini del

Papa, di questo Papa così umile,

mite e timido, (è successo ad inizio

febbraio), ma nella stessa Nazione

non un cristiano, ma uno studen-

te musulmano minorenne è stato

arrestato perché in un tema scritto

ha espresso idee sul Profeta non

in sintonia con la nomenklatura

dei gruppi estremisti, ai quali ap-

partengono fi or di professionisti e

laureati locali. E le stesse Nazioni

Unite stanno solo a guardare, con

la solita scusante di “non ingeren-

za” nei fatti interni di uno Stato.

Quanto tempo dovrà ancora tra-

scorrere perché la libertà di co-

scienza e di espressione religiosa

venga garantita ad ogni cittadino,

a qualunque credo appartenga, in

ogni parte del mondo?

Come credenti ci sostiene solo il

fatto che la persecuzione faccia

parte di una profezia: “Se il mondo

vi odia, sappiate che prima di voi

ha odiato me. Se hanno persegui-

tato me, perseguiteranno anche

voi”. (Gv. 15). E “Beati voi quando vi

insulteranno, vi perseguiteranno

e, mentendo, diranno ogni sorta

di male per causa mia. Rallegratevi

ed esultate, perché grande è la vo-

stra ricompensa nei cieli”. (Mt. 5).

Don Vittorio

Page 25: Bollettino Marzo-Maggio

25Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Spazio oratorio

L’adolescenza

Quando crescere diventa un lavoro da fare da soli

Quando mi è stato chiesto

di scrivere alcuni articoli

che avessero come tema

dominante l’adolescenza. appro-

fondendone gli aspetti principali,

ho accolto volentieri la proposta

ed ho iniziato a documentarmi

a riguardo. Mentre leggevo testi

tratti dai manuali dell’università,

ho rifl ettuto ulteriormente e mi

sono posta una domanda: vale

davvero la pena di disquisire su un

argomento del quale sia già stato

detto molto o forse tutto? Così, ho

dato un nuovo taglio alla ricerca,

ed ho preferito tentare di trovare

testimonianze piuttosto di rintrac-

ciare informazioni. Navigando in

Internet in cerca di ispirazione, mi

sono imbattuta in una serie di testi

davvero interessanti, scritti da per-

sone di ogni ordine e grado, ado-

lescenti di oggi o di una volta, ra-

gazzi moderni o giovani nel cuore.

che mi hanno tenuto compagnia e

dai quali ho appreso molto. Alcuni

sono stati in grado di riportare a

galla ricordi della mia adolescen-

za che avevo sepolto in un angolo

della memoria, così ho pensato di

condividerli e nel corso di questi

articoli li riporterò, citandoli sem-

plicemente o integrandoli nel mio

scritto, nella speranza che possano

catturare l’attenzione degli adole-

scenti di oggi e vestire di ricordi il

cuore degli adolescenti di ieri.

Procedendo con ordine è d’obbligo

un aff ondo che qualifi chi il termine

“adolescenza” in modo da chiarirne

l’origine e il signifi cato.

Sapevate che sessant’anni fa gli

adolescenti non esistevano come

gruppo generazionale a sé? La pa-

rola “adolescente” è diventata di

uso comune intorno all’epoca della

seconda guerra mondiale. Prima

dell’età industriale, infatti, gli ado-

lescenti lavoravano in campagna

con i genitori fi nché si sposavano

entrando in possesso, per eredità

o acquisizione, di un pezzo di ter-

ra. L’adolescente non cercava la

propria identità: era un contadino

a partire dal momento in cui era

abbastanza grande da lavorare

nei campi. Era un bambino o una

bambina fi nché si sposava; dopo, il

bambino diventava un adulto.

Oggi possiamo asserire che l’adole-

scenza è l’età della vita nella quale

ogni essere umano è chiamato ad

un compito fondamentale: cresce-

re, ovvero, entrare progressivamen-

Page 26: Bollettino Marzo-Maggio

26 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Spazio oratorio

te nell’età adulta. Questa entrata

nella maturità implica necessaria-

mente, per compiersi, un processo

di separazione. Semplifi cando si

può dire che ciò da cui si deve se-

parare. sono i propri genitori. Per

l’appunto tale compito evolutivo,

non appare semplice e chiaro al

ragazzo che, nonostante avverta

intimamente il cambiamento che

sta nascendo nella propria perso-

na, non lo identifi ca facilmente, né

tantomeno è sempre in grado di

fronteggiarlo.

Dalla voce diretta di un adolescen-

te è possibile comprendere quanto

questo cambiamento che a detta

degli adulti è naturale, scombussoli

il vissuto di un ragazzino o di una

ragazzina. Ho scelto questa pagina

di diario perché tra le righe vergate

da sorrisi e lacrime, riesce a con-

densare le sensazioni più profonde

dell’anima di un adolescente, che

chi gli sta accanto non sempre è in

grado di decifrare. Parole semplici e

sincere che dipingono un periodo

della vita di ciascuno. molto meglio

di quanto possa fare un articolo

scientifi co.

“Ultimamente mi sento dire di con-

tinuo che sto crescendo, cambian-

do e frasi del genere. Tutto ciò è

vero ma a darmi fastidio è che spes-

so sento parlare dell’adolescenza

come se fosse qualcosa di ovvio, di

quasi scientifi co. Sembra che tutti

sappiano come mi sento, quando

il bello dell’adolescenza, ma anche

il brutto, è che neanch’io riesco a

capire come sto. Ricordo che prima

mi sembrava tutto fi n troppo sem-

plice e quasi mi dava fastidio, quan-

do vedevo mia sorella uscire con le

amiche, parlare di ragazzi, mentre

la mia vita era chiusa nelle quattro

mura di casa e le cose

più interessanti erano le vicende

fantastiche che vivevano le mie

Barbie. Ora, le storie che facevo

vivere alle mie Barbie le vivo io,

ma la diff erenza è che quelle sto-

rie potevo controllarle , mentre la

mia vita scorre troppo veloce per

stargli dietro e faccio fatica an-

che a controllare me stessa. Prima

avevo le idee chiare, infatti il mio

futuro era già programmato nei

minimi dettagli. Sapevo che avrei

frequentato il liceo classico, laure-

ata in psicologia, che avrei trovato

l’uomo della mia vita e con lui avrei

messo su famiglia e che avrei in-

trapreso la carriera di psicologa e

scrittrice. Ora, per essere sincera,

non so nemmeno cosa mangerò

a pranzo, fi guriamoci come sarà il

mio futuro! In fondo credo che sia

questa l’adolescenza, un periodo

di confusione, dove si cade in una

continua contraddizione e non si

capisce più niente. Questo tipo di

smarrimento è la mia condizione

attuale. Mi capita, infatti, di esse-

re l’arbitro di due pensieri o due

emozioni contrastanti. Ad esem-

pio, qualche volta mi viene voglia

di fare qualche stupidaggine, ma

la voglia di avventura entra subito

in competizione con quel male-

dettissimo senso di responsabilità

che mi manda in fumo il cervello. In

quei momenti sento un bisogno di-

sperato che qualcuno mi dica cosa

devo fare, ma purtroppo il più del-

le volte non arriva nessuno e devo

fare le mie scelte da sola assumen-

domene tutte le responsabilità.

Un altro aspetto dell ‘adolescenza

sono i cambiamenti... Il mio aspetto

cambia e un brufolo di troppo mi fa

un eff etto strano. Quando mi guar-

do allo specchio a volte mi piaccio,

altre volte odio i miei capelli, i miei

occhi, la mia bocca, poi mi guardo

meglio e scopro di piacermi di nuo-

vo... È dura accettarsi! E poi, oltre ai

cambiamenti fi sici ci sono i cam-

biamenti caratteriali. Mai avrei pen-

sato di dire ai miei “ Vado un attimo

al negozio di sotto “, per poi passa-

re tutto il tempo col ragazzo che

mi piace. Mai avrei pensato di di-

ventare amica della ragazza che in

prima media detestavo in assoluto.

Mai avrei pensato che il rapporto

con quella che avrei defi nito “quasi

sorella” sarebbe mutato in qualco-

sa di estremamente superfi ciale.

Forse, però, tutte queste cose sono

cambiate perché sono cambiata io,

e questo mi spaventa, specialmen-

te quando sembra che nessuno mi

capisca... Tutto intorno a me è di-

verso... Sento nel cuore un nuovo

battito e le lacrime che scivolano

sulle mie guance, si fermano sulle

mie labbra con sapore diverso, ed è

come se una penna magica scrives-

se tutte le mie sensazioni sulle pa-

gine invisibili dell’anima. Forse un

giorno rileggerò questo libro fatato

riscoprendo i miei sogni, i miei de-

sideri e me stessa... E magari, in fat-

turo riuscirò anche a capirla questa

me stessa, visto che per adesso non

ci riesco proprio. Già, perché ormai

la mia vita è come un travolgente

uragano fatto, non di venti caldi e

freddi, ma di sbalzi d’umore, pianti

improvvisi, litigi furiosi e di tanta,

tantissima confusione. Crescere

comporta quindi tante gioie, ma

anche tanti dolori. Per non parlare

di quelle volte in cui i sorrisi si con-

fondono con le lacrime e allora non

ci capisci più niente, ma la vita per

fortuna ci ha regalato anche il co-

raggio di reagire, di prendere tutto

nel modo migliore, impegnandoci

per vivere. Sorridendo si cresce con

la consapevolezza che per quanto

la vita possa essere dura, con l’ap-

poggio e l’aff etto di chi ci circonda,

tutto può diventare più semplice.

Ora vi lascio, ho un cammino da

fare: devo crescere e maturare, per

poter, un giorno, ripensare all’ado-

lescenza come il più bel periodo

della mia vita.

Jessy 694

Prossimamente: la commis-

sione pastorale sociale sta

organizzando un incontro

sull’adolescenza, rivolto a tut-

ti i genitori interessati ad ap-

profondire tale tematica. Nel

prossimo numero del bolletti-

no parrocchiale verrà pubbli-

cata la data e il luogo in cui si

svolgerà l’incontro.

Page 27: Bollettino Marzo-Maggio

27Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Spazio oratorio

Per una crescita umana dei giovani di Castrezzato

Chi può essere realmente

defi nito “persona corag-

giosa”? Uno scalatore che

decide di raggiungere la vetta del

monte Everest? Un ragazzo timido

che chiede ad una ragazza di usci-

re? Un neo laureato che decide

di trasferirsi in un paese lontano?

Sicuramente tutti questi individui

“nel loro piccolo” possono essere

ritenuti coraggiosi, ma, in realtà,

il vero coraggio non nasce da un

gesto che noi decidiamo di com-

piere, ma emerge nel momento

in cui di fronte ad una situazio-

ne estremamente dolorosa ci si

dimostra in grado di rialzarsi, di

ricominciare a vivere, a sorridere

grazie soprattutto alla riscoperta

di Dio e del valore della preghiera.

È una conquista che ognuno deve

necessariamente fare per cercare

di sopravvivere alle situazioni che

il destino impone, è una forza che

scaturisce dal più profondo dell’a-

nima. Consiste proprio in questo

la battaglia intrapresa sempre più

spesso da adolescenti, giovani

e adulti, malati di tossicodipen-

denza, anoressia o bulimia, che si

incontrano in comunità, come la

Comunità “Schalom” sita in Palaz-

zolo. Le storie che alcuni suoi ospi-

ti hanno raccontato a noi ragazzi

dell’ A.C.G in un incontro tenuto-

si domenica 14 novembre 2010

all’interno della Comunità stessa

sono storie fatte di paure, ango-

sce e tensioni dovute al fatto che il

mondo e la vita appaiono troppo

complessi e contorti e che persino

la famiglia, che dovrebbe essere

un rifugio sicuro nei momenti di

grande desolazione, si rivela es-

sere, in alcune circostanze, inve-

ce, un ostacolo insormontabile

per le proprie aspirazioni. Tutte

queste diffi coltà che si incontra-

no nel crescere determinano di-

versi tipi di comportamento che

si esplicano in rifi uto o accetta-

zione, rassegnazione o ribellione.

La droga, quindi, può essere con-

siderata simbolo di rifi uto della

società e usata come “compenso”,

come “arma di difesa”, come “gu-

scio” entro il quale ripararsi dai

pericoli, dalle responsabilità, dalle

delusioni e dalle sconfi tte o come

strumento di cameratismo anche

perchè il drogato è una persona

a cui manca qualche cosa, anche

semplicemente un po’ di amo-

re. Inoltre, l’eff etto di euforia ed

intontimento provocato dall’as-

sunzione di sostanze stupefacenti

non fa altro che amplifi care quella

sensazione di distacco da una real-

tà di per sé spiacevole; si vive così

nell’illusione, nella menzogna,

ritenendo la sostanza il vizio più

assurdo, ma al contempo l’ideale

più sublime. Ciò vale anche per

chi soff re di anoressia, ovvero per

chi decide di dimagrire mostran-

do un’irrazionale paura di recupe-

rare il peso perduto nonostante il

proprio organismo sia sottoposto

ad un’ evidente denutrizione, o di

bulimia che è, invece, la condizio-

ne di chi consuma cibo in quantità

decisamente superiori alla norma

e che per compensare le abbuff a-

Vizio più assurdo o ideale più sublime?

“Che fantastica storia è la vita e quando pensi che sia fi nita, è proprio allora che comincia la salita” (A. Venditti)

Page 28: Bollettino Marzo-Maggio

28 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Spazio oratorio

te e impedire il conseguente au-

mento di peso induce il vomito.

In realtà, l’obiettivo è saziare una

fame dell’anima, non del corpo. Si

tratta comunque in entrambi i casi

di atteggiamenti autolesionisti. Di

fronte a situazioni così comples-

se ed inspiegabili razionalmente,

ogni individuo malato combatte

come meglio riesce con la certezza

che se ricercherà le forze, le risorse

per uscire dal nulla che è divenu-

to nel proprio cuore, in Dio e nella

preghiera di certo non si sbaglierà

anche perchè nel momento in cui

la soff erenza tocca il limite è pos-

sibile, nonostante non sia per nul-

la facile, uscire da un passato che

ha lavato l’anima fi no a renderla

un po’ sdrucita con la convinzione

che ogni attimo dovrà per forza

essere migliore di tutti quelli pas-

sati. Durante questo percorso di

riabilitazione fi sica, psicologica e

spirituale si acquisisce la consa-

pevolezza del fatto che ognuno è

ostaggio del proprio silenzio inte-

riore e che per far fronte ad esso

deve compiere un doloroso, ma

risolutivo viaggio all’interno di sé

perchè i limiti fanno parte del ba-

gaglio umano di ogni individuo

e che essi, non necessariamente,

esprimono una condizione di infe-

riorità o di incapacità, ma rappre-

sentano soltanto una condizione

di inesperienza, di non suffi ciente

conoscenza o informazione e che,

in quel quotidiano percorso che

è la vita, possono essere coltivati

e affi nati sempre più in funzio-

ne delle proprie aspettative, dei

propri bisogni e desideri. Risulta

allora importante comunicare, im-

parare l’importanza delle regole,

della loro condivisione e del loro

rispetto, cercare rifugio nei veri

valori coltivando aff etti e nuove

amicizie, guadagnare la stima e la

fi ducia di chi ci sta accanto, off rire

ad essi la propria disponibilità al

dialogo, consentire a chi ci vuole

realmente bene di aiutarci, evitan-

do, per contro, di lasciarci inganna-

re da tutti coloro che potrebbero

off rirci facili e subdole scorciatoie

capaci solo di ricondurci in quell’

oscuro baratro dal quale purtrop-

po solo a volte è possibile riemer-

gere. Tutti coloro che al termine

del proprio percorso di riabilita-

zione sono usciti ed usciranno dal-

la “Comunità Shalom”, nonostante

il sudore della fatica ed i crampi

allo stomaco per la risalita, saran-

no testimoni di dolore e speranza

e cammineranno a “testa alta” con

ritrovata dignità, equilibrio e fi du-

cia. Quindi, il vero coraggioso è co-

lui che riconosce di avere abusato

di qualcosa anche quando tutto è

fi nito, superato, ma non dimenti-

cato, ovvero quando quella batta-

glia contro il proprio ego vede un

unico vincitore con un unico alle-

ato: se stessi e il proprio coraggio.

Giulia Lupatini

Page 29: Bollettino Marzo-Maggio
Page 30: Bollettino Marzo-Maggio

30 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Vita in parrocchia

Attività delle Commissioni del Consiglio Parrocchiale

Dalla riunione del C.P.P. del 28 febbraio 2011

Il CPP si è riunito in seduta ordi-

naria lunedì 28 febbraio , dalle

ore 21,00 alle 23,00 in Orato-

rio. Il parroco ha consegnato ai

presenti la Lettera del Vescovo

sulla pastorale per gli immigrati,

illustrandola brevemente e invi-

tando i membri del CPP a legger-

la con attenzione e a confrontarsi

all’interno delle tre fasce di età

che compongono il CPP. È un atto

importante del magistero che

orienta i pensieri e le opere dei

cattolici delle nostre parrocchie.

Si è poi presentato il programma

liturgico-pastorale della Quaresi-

ma e della Pasqua. In seguito le

commissioni hanno riferito circa

il lavoro che stanno svolgendo

e che qui sotto riportiamo. Si è

poi dialogato slulla necessità di

sostenere la pastorale famigliare

e coniugale. A questo scopo si

inviterà in questo anno – ad una

seduta del CPP il Responsabile

diocesano della Pastorale della

Famiglia perchè ci aiuti a partire

bene e a non stancarci di accom-

pagnare coniugi e famiglie nella

riscoperta della grazia del Matri-

monio e della Famiglia. Il Parroco

poi ha informato i presenti sul

Congresso Eucaristico nazionale

che si terrà in settembre ad An-

cona e sulla prossima iniziativa

denominata “Dialoghi di Pace”

inserita nel contesto del mese

della pace. Va ricordato che tutti

i battezzati devono collaborare. Il

CPP infatti opera concretamente

mediante gruppi di lavoro pasto-

rale che si impegnano ad animare

la Comunità con opportune ini-

ziative. Diamo qui uno sguardo

riassuntivo sulle iniziative delle

commissioni operative. Una nuo-

va vitalità si è riscontrata con il

rinnovo del C.P.P. Ci auguriamo

che questo entusiasmo duri nel

tempo e si allarghi sempre più.

Commissione Culturale

È ancora in fase embrionale, ma

con la buona volontà potrà cre-

scere ed allargare gli orizzonti

della nostra realtà locale, piutto-

sto “ostica” ad iniziative di natura

culturale. Il futuro di questo servi-

zio umano ed ecclesiale poggerà

sulla convinzione e sulla tenacia

di chi lo promuove.. L’obiettivo è

di far scoprire il bisogno umano

di conoscere ed apprezzare ciò

che è bello, che è stato frutto del-

la fatica e dei valori di un popolo.

L’intento è anche quello di aiuta-

re i credenti a cogliere la rilevanza

anche culturale della fede cristia-

na , non solo in generale, ma an-

che da noi a Castrezzato. A nessu-

no può sfuggire che la presenza

di edifi ci sacri e la traccia lasciata

dal Cristianesimo a Castrezzato è

di grande rilievo. La stessa Piazza

del Centro storico è delimitata da

edifi ci sacri di notevole rilevan-

za: Chiesa parrocchiale dei santi

Pietro e Paolo (sec. XVIII- XIX°);

chiesa di S. Lorenzo, Chiesa di S.

Pietro Martire, il Monte di Pietà.

Recentemente l’Arch. Valentino

Volta ha tenuto da noi un’interes-

sante relazione storica sul Castel-

lo di Castrezzato e sullo sviluppo

e relative modifi che degli edifi ci

delimitati dall’area dello stesso.La

commissione cultutrale si propo-

ne di organizzare qualche visita ai

Luoghi della fede, in Lombardia,

Italia e all’estero; la visita a mostre

e ad avvenimenti culturali interes-

santi ; a redigere alcuni articoli di

carattere culturale sul Bollettino

parrocchiale. In merito alle gite o

viaggi di natura spirituale o cultu-

rale, si propongono quest’anno le

presenti iniziative: visita/pellegri-

naggio al Sacro Monte di Varese

in maggio; viaggio a Praga ed ai

Castelli della Boemia in agosto.

Notizie più dettagliate saranno

date in Parrocchia a tempo op-

portuno. Siamo alla ricerca di per-

sone disponibili ad incrementare

il Gruppo.

Commissione anziani e malati

Il 15 di novembre 2010 si sono in-

contrati i membri della Commis-

sione Anziani/Malati. Don Mario

ha presentato la fi sionomia di

questa commissione come viene

illustrata dall’apposito fascicolo

parrocchiale emanato nel 2006.

Viene evidenziato il collegamen-

to di questo gruppo con la Ca-

ritas, con il gruppo dei Ministri

straordinari della S. Comunione e

Page 31: Bollettino Marzo-Maggio

31Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Vita in parrocchia

con il gruppo di Pastorale socia-

le. Ci si confronta sulla situazione

generale degli anziani e dei ma-

lati della nostra Comunità; sulla

presenza della Casa di Riposo e

sul servizio socio-sanitario che

svolge lodevolmente; sulla ne-

cessaria vicinanza spirituale e re-

ligiosa da assicurare agli anziani

e malati; sulla necessità di creare

una mentalità di coinvolgimento

e attivazione degli anziani stessi

con le forze residue in loro pos-

sesso perché siano ancora sog-

getti attivi nelle famiglie e nella

società; sul potenziamento del

volontariato sociale. Non va sot-

tovalutato che molti servizi di

volontariatro svolti in Parrocchia

sono gestiti proprio da anziani!

Commissione di pastorale so-

ciale

Il 16 novembre 2010 e il 10 gen-

naio 2011 si è riunito il gruppo di

pastorale sociale in canonica. Si

rifl ette e si condividono le fi nalità

e gli obbiettivi di questo settore

della pastorale e si decidono le

seguenti iniziative:

- Promuovere un colloquio/con-

ferenza nel Salone dellìOratorio

che si proponga di far conoscere

alcune attività e iniziative tese a

favorire l’integrazione concreta

delle nuove presenze di culture

e persone diverse nel tessuto del

nostro territorio, chiedendo la

partecipazione e la collaborazio-

ne di chi opera nei settori vitali

della convivenza civile: il settore

scolastico, quello sanitario, quel-

lo del lavoro, del C.A.G. (Centro di

aggregazione giovanile), quello

della Caritas. Invitare anche don

Armando Nolli, attuale Parroco

di S. Faustino in Città, che ha una

notevole esperienza in questi

settori perché off ra il contributo

della sua esperienza maturata in

tanti anni di servizio in questi set-

tori. Alcune attenzioni da tener

presenti nella realizzazione di

queste iniziative sono le seguen-

ti: Portare il vissuto con i suoi

problemi concreti; evitare pole-

miche improduttive; non sostiuir-

si a quanto deve fare la Pubblica

Amministrazione, ma collaborare;

mantenere una visione cristiana

dei problemi e degli interventi.

La parte di Commissione che se-

gue i giovani informa che si sta

mettendo in cantiere una serie di

iniziative che saranno attivate en-

tro il maggio di quest’anno. Circa

la pastorale della famiglia e degli

sposi ci si orienta a sollecitare il

C.P.P. ad esaminare la nostra si-

tuazione per dar vita ad un Grup-

po Sposi o ad un Gruppo Famiglie

per evangelizzare il sacramento

del Matrimonio e realizzare una

più adeguata Pastorale Familiare

( Preparazione al Matrimonio/Sa-

cramento; il compito del genera-

re e dell’educare i fi gli; le situazio-

ni di vita coniugale di diffi coltà/

separazione/divorzio ; il coinvol-

gimento dei genitori nell’educa-

zione cristiana dei fi gli ecc…)

Commissione catechesi

La Commissione catechesi si è ri-

unita il 18 gennaio 2011 in cano-

nica. Dopo la preghiera iniziale,

don Mario presenta brevemente

l’Esortazione apostolica post-si-

nodale Verbum Domini (“Parola

del Signore”) emanata dal Papa

Benedetto XVI sulla Parola di Dio

nella vita e nella missione della

Chiesa.Ci si confronta poi sulla

traccia di questionario distribuita

ai membri della commissione per

verifi care il ruolo che viene riser-

vato concretamente alla Parola di

Dio e alla Catechesi in seno alla

nostra Comunità parrocchiale.La

valutazione che ne esce è ampia-

mente positiva, dopo un attento

esame fatto dai presenti. In Par-

rocchia l’annuncio della Parola in

sede liturgica e sacramentale e

il suo approfondimento nei vari

percorsi per ragazzi e genitori in

Oratorio e nei Centri di Ascolto

sono fortemente sentiti e realiz-

zati. Anche la breve omelìa feriale

è desiderata e utile. Il compito di

annuncio e di approfondimento

della Parola sono affi dati anche ai

Laici. Un buon gruppo (circa ven-

ti) ha partecipato o sta partecipa-

to al Corso zonale per Catechisti

degli Adulti a Chiari. La Parola di

Dio e la Catechesi intercettano le

situazioni e gli stati di vita di tutti.

I Centri di Ascolto della Parola di

Dio riprenderanno nelle sedi già

note il martedì sera alle ore 20,30

e saranno guidati dai Catechisti

degli Adulti. Le date sono le se-

guenti: 15/22/29 marzo e 5 aprile.

Si conferma pertanto di perseve-

rare nella direzione intrapresa.

Commissione del Bollettino e

della Radio Parrocchiale

Ci si è incontrati l’8 febbraio 2011

per fare il punto della situazio-

ne. Circa l’utilità della radio par-

rocchiale non vi sono dubbi. È il

modo abituale con il quale la Par-

rocchia entra nelle case per por-

tare la vita liturgica ordinaria e le

comunicazioni importanti della

vita della Comunità cristiana.

(Messe, funerali , avvisi per la

parrocchia ecc…). Per la Quare-

sima si programma di riprendere

l’iniziativa Radio-Quaresima, il

Martedì sera (alle ore 20,00) delle

seguenti date: 15/22/29 marzo, e

4 e 12 aprile. Marco Piscioli si im-

pegna ad interpellare l’oratorio

per una partecipazione alla tra-

smissione di Radio-Quaresima.

Giuliano Iore provvederà a ricer-

care qualche altro collaboratore

nella lettura dei testi. Qualcuno

suggerisce – nelle serate delle

domenica di Quaresima, mezz’ora

prima della messa vespertina, an-

che a mezzo-radio, di tenere(da

parte dei Sacerdoti) una cateche-

si appropriata per quanti duran-

te la settimana sono impediti dal

partecipare ad incontri formativi.

Page 32: Bollettino Marzo-Maggio

32 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Circa il Bollettino Parrocchiale

si fa una valutazione dell’attuale

situazione che risulta positiva. Al-

cuni suggerimenti sottolineano il

rilievo da dare alle realtà del pae-

se ed al vissuto della nostra gen-

te. Don Mario fa presente che le

fi nalità del Bollettino sono anche

quelle formative, tenendo sem-

pre aperto il collegamento con la

vita della Chiesa universale e del-

la Diocesi. Gli articoli del Bolletti-

no devono comprendere anche

ampiamente la vita dell’Oratorio

e delle sue molteplici iniziative.

Commissione Liturgica

La Commissione liturgica è una

delle più “nutrite” dal punto di vi-

sta numerico: comprende Lettori,

Cantori, Organista, Ministranti,

Paratori, Collaboratori nella puli-

zia e nel decoro della Chiesa, Sa-

cristi volontari e quant’altro serve

per una degna celebrazione del

Mistero cristiano. Nel settore dei

Lettori da alcuni mesi è entrata in

vigore una nuova modalità di ste-

sura degli orari di Proclamazione

della Parola, curato lodevolmen-

te da Domenico Rodella. Li rin-

graziamo tutti di cuore, senza

trascurare nessuno : comprese le

gentili signore che ogni venerdì

pomeriggio, “al freddo e al gelo”,

puliscono chiesa e sacrestia. La

Commissione liturgica si è riunita

mercoledì 23 febbraio per sten-

dere il programma di massima

delle iniziative della Quaresima

e della Pasqua.Si sono innanzi

tutto confermate le iniziative va-

lide degli anni precedenti e della

“tradizione”: Dare rilievo all’inizio

della Quaresima con le Ceneri

(Mercoledì delle Ceneri il 9 mar-

zo) dando ampia possibilità di

celebrazioni per tutte le catego-

rie; e il Venerdì Santo. Inoltre si

proseguirà con la Via Crucis (una

il Venerdì pomeriggio di Quaresi-

ma e l’altra - itinerante - in varie

località del paese:, alle ore 20,30:

il 18 marzo in chiesa (animata

dal C.P.P.); il 25 marzo nella Zona

Nord/Est; il 1° aprile nella Zona

Sud/Ovest; e l’8 aprile nella Zona

Sud/Est. Si curerà con particolare

impegno la Settimana Santa e le

S.S. Quarantore. Nella domenica

delle Palme, il 17 aprile, le messe

delle ore 9,30 e delle ore 11,00

saranno unifi cate in quella delle

ore 10,30 partendo dall’oratorio

verso le ore 10,00 (benedizio-

ne degli ulivi). Il percorso sarà:

Oratorio - Via Gatti - Piazza Zam-

marchi - Chiesa. La Caritas prov-

vederà a confezionare i rametti.

Si eff ettueranno le due processio-

ni: sera del Martedì santo (Sante

Quarantore) e sera del Venerdì

santo (con il Cristo Morto). Gui-

derà le processioni G. Gualina. Si

inviterà la Banda di Erbusco. Don

Claudio provvederà al servizio dei

Chierichetti, degli Apostoli e dei

Paggi. Alle varie processioni sarà

richiesto il servizio dei Vigili per

la pubblica sicurezza. Molto cura-

to sarà il servizio dei Lettori del-

la Passione e delle varie funzioni

della Settimana santa. L’oratorio

predisporrà la distribuzione delle

bottigliette dell’acqua benedet-

ta durante la Veglia pasquale. La

Veglia Pasquale è in assoluto la

Celebrazione più importante di

tutto l’anno liturgico e va accu-

ratamente preparata spiritual-

mente e liturgicamente. I cristiani

devono ricordarlo e fare anche

qualche sacrifi cio per non diser-

tarla! Ma su questo torneremo

nella prossimità della Settimana

santa. Nelle due processioni della

Settimana santa saranno impie-

gati i lumini: quelli bianchi per le

Quarantore e quelli rossi per il Ve-

nerdì santo. A tutti i collaboratori

il nostro vivissimo grazie.

Commissione o Consiglio Dell’o-

ratorio

Il Consiglio dell’Oratorio si è ri-

unito due volte: la prima in data

6 dicembre 2010, la seconda in

data 24 gennaio 2011. Nel pri-

mo incontro si sono presentati i

membri del Consiglio e sono sta-

te illustrate le fi nalità della com-

missione. Don Claudio ha presen-

tato coloro che sono entrati nel

Consiglio come rappresentanti

del CPP. Poi sono stati presentati

i Responsabili e i Volontari dei di-

versi settori dell’oratorio. È stato

precisato che la collaborazione

dev’essere la più ampia possibi-

le, ognuno secondo il suo dono

e il suo compito. Il Parroco è poi

intervenuto illustrando a grandi

linee il progetto di messa a norma

delle cucine dell’oratorio, che tro-

veranno collocazione nella cosid-

detta “corte” della cascina, messa

in sicurezza. La Soprintendenza e

la Curia hanno dato parere posi-

tivo, per cui i lavori prenderanno

avvio verso la metà di dicembre,

tempo permettendo. Successiva-

mente sono state passate in ras-

segna varie proposte per il mese

della Pace: una conferenza sui

valori dela pace proposta dalla

Commissione parrocchiale di Pa-

storale sociale ed altre iniziative

promosse dall’Azione Cattolica.

Don Claudio rende noto che sono

stati programmati dal CAG alcuni

incontri relativi alla preparazione

educativa dei genitori.

Nel secondo incontro (24 gen-

naio) sono stati presentate tutte

le iniziative defi nite circa il mese

della Pace: “Raccontare la pace”;

marcia Zonale della Pace a Ru-

diano; rifl essione alle mamme sul

metodo preventivo di don Bosco

(Padre salesiano 26 gennaio 2011,

in chiesa); messa di suff ragio per

tutti i giovani defunti di Castrez-

zato; il progetto “Media- Educa-

tion” per adolescenti e giovani.

Sempre nella seconda riunione

don Claudio ha presentato esau-

rientemente il Progetto diocesa-

no per l’iniziazione cristiana dei

Fanciulli e dei Ragazzi (4 anni di

itinerario che coivolge anche i

Vita in parrocchia

Page 33: Bollettino Marzo-Maggio

33Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Preghiera serale di un sacerdote

Tu, Signore, sei giustizia

che ama e non punisce.

Tu sei gratuità senza confi ni

che va in cerca di chi è smarrito e stanco.

Tu sei paternità e fragranza

che attende chi percorre

sentieri sconnessi e senza sbocco.

Tu mi immergi nel tuo fuoco

e mi plasmi con paziente discrezione

trasformandomi da scoria arrugginita

in ferro vergine ed in lama rifi lata.

Tu mi vuoi discepolo fedele

e mi trasformi in olio per lenire

le piaghe lancinanti dei fratelli

che accorrono al tribunale del perdono

e attingono al Pane che ristora,

all’acqua zampillante e cristallina

quale estremo anelito di faticosa ascesa.

Il mio peccato è per Te croce,

ma con l’amore tuo struggente verso l’uomo

che vaga spaurito e senza meta,

spinto alla deriva dal vento degli istinti,

mi off ri la certezza del tuo giocondo abbraccio.

Tu sei là, all’ultimo avvincente approdo

ad una luce intensa e alla gioia senza confi ni,

proteso al naufrago che cercava felicità terrene

e ritrova invece Te col volto tenero di un Padre,

e la Mamma tua Maria, e i cari Trapassati,

e i Santi tutti di un sicuro paradiso.

d. V.

genitori) ed il Progetto educativo

alla fede per gli Adolescenti (V e

VI anno). Infi ne i giovani, facenti

parte della Commissione di Pa-

storale sociale hanno mostrato

un questionario - da loro stessi

elaborato - che intendono som-

ministrare agli adolescenti per

conoscere le loro esigenze e le

loro modalità di accesso alla di-

mensione religiosa. Ambedue le

riunioni sono state presiedute da

don Claudio.

Commissione Missionaria

Il Gruppo missionario tiene viva

la sensibilità missionaria della Co-

munità, promuovendo alcune ini-

ziative sia di carattere formativo

che pratico. La nostra Zona pasto-

rale VIII è stata affi data recente-

mente dal vescovo all’animazione

missionaria dei Missionari di Vil-

laregia che aiuteranno i Gruppi

missionari a crescere e aprogredi-

re nel loro servizio. Prossimamen-

te si terrà una Veglia Missionaria

Zonale nella memoria annuale

dei Missionari Martiri. Prosegui-

ranno le ioniziative di sostegno

ai nostri missionari castrezzatesi.

Va ricordato un evento speciale di

quest’anno: il vescovo Beato Gui-

do Conforti sarà proclamato san-

to. È stato il Fondatore dei Mis-

sionari Saveriani, cui appartiene

anche il nostro P. Sergio Targa.

Esprimiamo il nostro grazie a tut-

ta la Comunità castrezzatese che

sempre ci sostiene con amicizia e

generosità.

( sintesi curata da don Mario)

Vita in parrocchia

Page 34: Bollettino Marzo-Maggio

34 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Sabato 12 dicembre 2010, alla

vigilia della festa di S. Lucia,

le principali associazioni di

Castrezzato si sono trovate nella

piazza L. Pavoni per condividere

un momento di gioia e serenità

con la popolazione, anche in vista

delle imminenti festività. Tra le as-

sociazioni presenti, l’AVIS, l’AIDO

ed il COSP, con i loro volontari che

rappresentano una delle colonne

portanti della nostra comunità.

È stata questa un’occasione per

coinvolgere nuovamente i citta-

dini castrezzatesi ricordando loro

quanto sia importante l’operato di

queste associazioni di volontariato

che, aiutando il prossimo, tengono

vivo il senso di appartenenza alla

comunità e lo spirito di condivisio-

ne sociale a cui ogni essere umano

dovrebbe essere chiamato. Molte

persone si sono avvicinate agli

stand, chiedendo informazioni ed

hanno mostrato interesse e dispo-

nibilità personale. Ricordiamo che,

in questa occasione, numerose

sono state le iscrizioni all’AIDO che

conta oggi a Castrezzato oltre 400

iscritti, risultando una delle sezio-

ni AIDO più numerose della zona.

La donazione di organi, come la

donazione di sangue, può salvare

delle vite perciò, la speranza è che

i volontari che si iscrivono all’AVIS

e all’AIDO possano ulteriormente

aumentare in questo 2011. Anche

i volontari del Centro Operativo

di Soccorso Pubblico operano in

aiuto del prossimo, garantendo

un servizio sociale sempre attivo

durante la settimana e turni per il

118 durante i fi ne settimana. Tut-

tavia spesso è diffi cile garantire

alla comunità questi servizi poiché

i volontari sono pochi. L’iniziativa

delle associazioni in Piazza ha vo-

luto essere un modo per chiedere

collaborazione a quanti volessero

unirsi ai volontari del COSP dando

un po’ del loro tempo per la co-

munità. L’AVIS, l’AIDO ed il COSP,

colgono l’occasione per ringrazia-

re il Sindaco Gabriella Lupatini e

l’amministrazione comunale, per

Associazioni in piazza

Per tenere vivo lo spirito di servizio nella Comunità

essere sempre vicini alle nostre as-

sociazioni non solo condividendo

gli ideali in cui crediamo ma ren-

dendo possibile anche il nostro

operare a livello pratico. Ricordia-

mo il recente acquisto del nuovo

mezzo di soccorso che è stato pos-

sibile grazie al contributo dell’am-

ministrazione comunale. A quanti

ci sono vicini e ci sostengono, il

nostro grazie.

Vita sociale

Page 35: Bollettino Marzo-Maggio

35Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Brevi dalla Parrocchia

16 gennaio 2011: Festa degli anniversari di nozze

Nel classico Concerto dei Patroni che eseguiremo sabato 25 giugno 2011, ci immergeremo nello struggente

Stabat Mater di Joseph Haidn (1732 -1809). Quest’opera, scritta per Soli, Coro e Orchestra, tra le tante scritte

sul terna del dolore provato da Maria ai piedi della croce, l’abbiamo scelta per la grandiosità del risultato fi nale

ottenuto da questo autore austriaco. Dalla sua musica traspare un dolore misurato, interiore e sublimato che

noi con la nostra interpretazione cercheremo di off rire ai nostri ascoltatori col massimo impegno.

Concerto dei Patroni il 25 giugno

Con la Corale “Don Arturo Moladori”

fotografi a di Erika Zani

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Page 37: Bollettino Marzo-Maggio

Praga e Castelli della Boemia

dall’1 al 5 agosto 2011

Quota individuale in hotel 4 stelle € 480,00

Caparra € 200,00 da versare all’iscrizione

Iscrizioni in Canonica entro il 3 aprile 2011

Pellegrinaggio a Medjugorjedal 7 al 13 agosto 2011

Chi è interessato rivolgersi a:

Gabriella Noli Tel. 030 7146567

Celestina Scalvini Tel. 030 714529

Edvige Bosetti Tel 030 7146628

È richiesta la carta d’identità

non scaduta e senza timbro

Costo complessivo è di € 285,00

Anticipo all’iscrizione di € 120,00

Iscrizioni fi no ad esaurimento posti

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39Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Corale don Arturo Moladori, il tramite con l’autore

Dal saluto del Presidente del Coro Moladori, Angelo treccani, al Concerto di Natale 2010

Brevi dalla Parrocchia

II concerto di Natale è un mo-

mento tradizionale sempre

atteso dalla Amministrazione

comunale che si sente unita alla

comunità religiosa ed ai presenti,

nell’ascolto della musica e del can-

to proposti dalla schola cantorum

‘don Arturo Moladori’ e dall’orche-

stra.

Ringraziamo mons. Mario Stoppa-

ni che come parroco fa gli onori

di casa predisponendo il clima

adatto, nell’accoglienza rispettosa

verso ogni Amministrazione co-

munale e cordiale verso i coristi, i

musicisti, il maestro e il presiden-

te, alla quale ci associamo con

soddisfazione. Proviamo per un

attimo a pensare ad uno spartito

musicale. Certamente, soprattutto

per chi non lo sa leggere, e siamo

in tanti, esso non potrà mai gene-

rare emozioni fi nché non viene

interpretato. Anche questa sera

la scuola di canto con l’orchestra,

nella sua interpretazione, pro-

muove un incontro, perché fa da

tramite tra l’autore ed il pubblico,

cercando con lo studio e con la

propria sensibilità di interpreta-

re iI pensiero del compositore. E

lo farà eseguendo la musica con

pienezza di sentimento e di sensi,

comunicandoci messaggi ed emo-

zioni. E questo non è cosa da poco

e dunque è doveroso riconoscere

ed apprezzare l’impegno che è ne-

cessario per riuscire a presentare

un’interpretazione convincente e

vigorosa.

Ma la schola cantorum non pro-

muove solo un incontro, ma rea-

lizza una comunicazione in quan-

to esprime in modo corretto e

nobile, quanto spesso è nascosto

nell’animo e quanto è scritto nelle

note sul pentagramma. È così che

entriamo nell’atmosfera del Santo

Natale, nella celebrazione di un in-

contro che dà senso e signifi cato

alla vita e che si esprime nei gesti

e nelle parole.

Ringrazio quanti hanno contribu-

ito a questa serata e ritengo siano

doverosi il sostegno e la valorizza-

zione di questo gruppo musicale,

sempre presente nei momenti si-

gnifi cativi della vita comunitaria

di Castrezzato, e ben rappresenta-

tivo del paese oltre i nostri confi ni.

Angelo Treccani

Il CORO “Don Arturo Moladori” durante un’esecuzione nel Duomo di Milano il 15 settembre 2010.

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40 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Spazio amministrativo

Carissimi papà e mamma, fratello e sorella di Davide

diverse sono le cose che ognuno di noi vorrebbe in questo momen-

to così tragico e imprevisto che ha lasciato tutti noi davvero senza

parole e con il cuore spezzato.

Mentre vi scrivo questa lettera rivedo Davide sorridente, con le sue

mani forti, intento ad aiutare qualcuno, come sempre.

Vengono alla mente i tanti momenti di gioia e di spensieratezza e

talvotla anche di grande fatica e dolore perchè la vita è tutto que-

sto e voi ne sapete qualcosa. Quante volte ci siamo “rimboccati le

maniche”, a testa alta... perchè la vita è camminare, correre, cadere,

per poi rialzarsi, ognuno con le proprie forze, e riprendere il viaggio.

Davide è stato un caro giovane uomo che ha sempre dato tutto se

stesso agli altri, con gli altri e per gli altri e di questo suo dono spe-

ciale ne sono testimone in prima persona.

Bello è il ricordo di Davide giovane impegnato e divertito a far gio-

care i più piccoli nel cortile dell’oratorio di San Bernardino di Chiari.

Diverse sono le associazioni di volontariato che hanno goduto della

bella persona di Davide, della sua bontà, del suo sorriso ma soprat-

tutto della sua straordinaria generosità.

A Davide devo molto, forse tutto. Una volta, in una di quelle nostre

pazze uscite in canoa, mi sono avvicinato troppo alla chiusa del Lago

di Iseo e sono stato risucchiato da un mulinello; se non ci fosse stato

Davide a lanciarmi una corda ora non sarei qui a scrivervi per ricor-

dare insieme a voi il vostro-nostro Angelo.

Davide ora ci guarda dal Cielo, ci sorride, ne sono certo; lui ci darà

conforto e amore anche così. Non dovete, non dobbiamo avere pau-

ra, perchè Davide è vivo, ogni santo giorno, nel nostro cuore.

Grazie Davide per il dono prezioso della tua straordinaria generosa

amicizia.

Con aff etto, un forte abbraccio.

Valter

In memoria di Davide Serotti

È deceduto recentemente per un tragico incidente un giovane della

nostra Comunità: Davide Serotti. Mentre ancora porgiamo ai geni-

tori, al fratello e alla sorella le condoglianze più sentite, con il con-

senso della famiglia pubblichiamo la lettera che un suo caro amico ha

inviato quando ha avuto notizia della sua scomparsa. La partecipazione

al suo funerale, in una giornata fredda e fl agellata dall’acqua gelida, è

stata grande. Soprattutto toccante la partecipazione e la presenza di

molti amici del “Rustico Belfi ore” di Chiari, dove spesso Davide si recava

per portare aiuto e collaborare fraternamente.

Rimane nel cuore di quanti lo hanno conosciuto

“O Dio dei vivi

e dei morti,

rendi partecipe

della gloria

del Cristo Risorto

i nostri fratelli defunti,

soprattutto

i più giovani”

Page 41: Bollettino Marzo-Maggio

41Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Calendario liturgico

Calendario liturgico pastoraleMarzo6 Domenica IX del Tempo ordinario7 S. Perpetua e Felicita Martiri8 S. Giovanni di Dio Fondatore dei Fatebenefra-

telli.9 Mercoledì delle Ceneri. Inizio della Quaresi-

ma S. Messe e imposizione delle Ceneri ore 8 -

9,30 - 16 alla Casa di Riposo ore 17 - 19 -20,30.11 Venerdì: ore 15 Via Crucis in chiesa.

Giorno di digiuno e di astinenza dalle carni.12 S. Luigi Orione.13 Domenica I di Quaresima. (Le tentazioni)15 Martedì: Ripresa dei Centri di Ascolto nelle

sedi già note.Prende avvio l’iniziativa di Radio-Quaresima (Radio parrocchiale)

18 Venerdì. S. Cirillo di Gerusalemme. Ore 15: Via Crucis in chiesa.Ore 20,30: Via Crucis in chiesa (I) preparata dal C.P.P.

19 Festa di S. Giuseppe, Sposo di Maria.S. Messe Ore 8 -10 - 18.

20 Domenica II di Quaresima. (La Trasfi gurazio-ne)

22 Martedì. Centri di Ascolto e Radio Quaresima.25 Venerdì. Festa dell’Annunciazione del Signo-

re.Ore 15: Via Crucis in chiesa.Ore 20,30 Via Crucis itinerante nella Zona Nord- Est.

27 Domenica III di Quaresima (La samaritana)29 Martedì. Centri di Ascolto e Radio Quaresima.

Aprile1 Venerdì. Ore 15 Via Crucis in chiesa

Ore 20,30 Via Crucis Itinerante nella Zona Sud- Ovest

3 Domenica IV di Quaresima - “Laetare” (La gua-rigione del cieco nato)

5 Martedì. Centri di Ascolto e Radio Quaresima.8 Venerdì. Ore 15 Via Crucis in chiesa.

Ore 20,30 Via Crucis itinerante nella Zona Sud-Est.

10 Domenica V di Quaresima. (La risurrezione di Lazzaro)

12 Martedì. Ore 20: Ultima trasmissione di Ra-dio-Quaresima.

15 S. Damiano de Veuster, missionario dedito alla cura dei lebbrosi (Molokai)

17 Domenica delle Palme o di Passione. Inizio della Settimana Santa e delle Sante Quaran-tore.Ore 8: S.Messa. N.B. Si accorpano le messe delle ore 9,30 e 11.Ore 10: Raduno in Oratorio per la benedizione dei rami di ulivo. Processione verso la chiesa: Itinerario: Oratorio- Via Gatti- Piazza Zammar-chi-Chiesa.Ore 10,30 S Messa pro populo - Lettura della Passione secondo MatteoOre 14,30 Adorazione dei RagazziOre 15,30 Adorazione degli AdultiN.B. Il Santissimo rimane esposto fi no alle ore 18.Ore 18: S. Messa vespertina.

18 Lunedì Santo. In mattinata: ConfessioniS. Messe Ore 8 - 9,30 e 20. In giornata è espo-sto il Santissimo per l’adorazione.

19 Martedì Santo. In mattinata: Confessioni.L’orario delle sante messe è identico al Lunedì santo, con l’aggiunta della Processione serale in onore di Gesù - Eucaristia dopo la messa delle ore 20. Il percorso è quello tradiziona-le: Chiesa - Piazza Zammarchi - Via C. Battisti- Vicolo Abbandonato - Via Risorgimento - Via Torri - Chiesa. Anche il Venerdì Santo si segue questo itinerario. Si raccomanda alle famiglie che hanno l’abitazione prospiciente il percor-so di addobbare porte e fi nestre con fi ori e lumi.

20 Mercoledì Santo: Ore 9,30 S Messa per gli Ospiti della Casa di Riposo.Ore 20,30 Liturgia Penitenziale e Confessioni per Tutti.

21 Giovedì Santo Giorno dell’Eucaristia e Sacer-dozio.Ore 7,30 Uffi cio delle Letture e Lodi. N.B. Non c’è la messa delle ore 8.

Page 42: Bollettino Marzo-Maggio

42 Camminiamo insiemen. 26 marzo - maggio 2011

Calendario liturgico

Ore 9,00 S. Messa per tutti i presbiteri della diocesi in cattedrale con il vescovo. Benedizione degli Olii Santi (Catecumeni-Crisma- Infermi).

22 Venerdì Santo. Giorno della Morte del Signo-re.Giornata utile per le confessioni. (Giorno di digiuno e astinenza). Le off erte del Venerdì santo sono destinate ai Luoghi Santi. Ore 7,30 Uffi cio delle Letture e Lodi.Ore 8 Via Crucis in chiesa.Ore 14,00 Ora della Divina Misericordia.Ore 15 Liturgia della Passione e Morte di Cri-sto. Adorazione della Croce.

Ore 20,30 Liturgia della Parola e Processione oon il Cristo Morto. (percorso tradizionale)

Il Cristo Morto rimane esposto in chiesa fi no alla sera del sabato Santo.

23 Sabato Santo. Gesù nel sepolcro. Giorno ali-turgico. Confessioni individuali.

Ore 7,30 Uffi cio delle Letture e Lodi.Ore 20,30 Solenne Veglia Pasquale. Liturgia dellaBenedizione del Fuoco nuovo - Liturgia della

Parola- Liturgia Battesimale ed Eucaristica (S. Comunione sotto le due specie)

24 Pasqua di Risurrezione. Sante messe ore 8-9,30-11,00-18.

N.B. Ore 17,20: Vespri di Pasqua.25 Lunedì dell’Angelo: Sante Messe con orario

festivo.26 Martedì dell’Ottava di Pasqua; Oggi entra in

vigore l’orario estivo delle sante messe: Fe-stiva della Vigilia e della domenica sera: ore 18,30; feriale della sera ore 20,00. La solenne Ottava dura fi no alla seconda domenica di Pasqua, chiamata “ In Albis” o “Della divina Mi-sericordia” che quest’anno cade il 1° maggio data della Beatifi cazione del Papa Giovanni Paolo II.

29 S. Caterina da Siena, Compatrona d’Italia.30 Memoria liturgica di S. Pio V, Papa del S. Rosa-

rio.

Maggio1 Domenica della “Divina Misericordia”.

Ore 20,30: Inizio solenne del Mese mariano in chiesa e ricordo del Beato Papa Giovanni Pao-lo II, promotore dell’aggiunta dei Misteri della Luce al S. Rosario. Canto del Te Deum.

2 Lunedì. Inizia la recita del Santo Rosario nelle santelle e nei rioni del paese dal lunedì al ve-nerdì.

3 S.S. Filippo e Giacomo Apostoli. Anniversario della morte di don Bonfadini.Ore 9,30 Uffi cio pro Def don Agostino Bonfa-dini arciprete dal 1941 al 1975.

4 S. Gottardo Vescovo.8 Domenica III di Pasqua.11 Madonna del Frassino - Venerata a Peschiera

del Garda.13 Nostra Signora di Fatima.14 S. Mattia Apostolo.15 Domenica IV di Pasqua.19 S. Celestino V Papa.20 S. Bernardino da Siena.22 Domenica V di Pasqua. Memoria di S. Rita da

Cascia.24 Memoria della Madonna Ausiliatrice.26 Madonna Di Caravaggio. Memoria di S. Filip-

po Neri.29 Domenica VI di Pasqua. Domenica delle Cre-

sime (Ore 11)30 Conclusione del S.Rosario nelle Santelle31 Martedì. festa della Visitazione della Beata

Vergine Maria. Ore 20: S. Rosario meditato in chiesa e S. Messa con processione interna

N.B. Giovedì 19 maggio avrà luogo

il Pellegrinaggio al Sacro Monte di Varese.

Partenza ore 7.00, rientro ore 19.00

Iscrizioni in canonica o all’oratorio.

Page 43: Bollettino Marzo-Maggio

Lettera del Parroco

43Camminiamo insieme n. 26 marzo - maggio 2011

Anagrafe parrocchiale

Anagrafe parrocchialeNella luce di Cristo (defunti)Rinati in Cristo (battesimi)

Matrimoni

Balint Denis Stefan

di Adrian e Balint Ana – Maria

Roncali Giorgio

di Gabriele e Nava Daniela

Tonelli Andrea

di Alessandro e Cazzago Alessandra

Verzeletti Vittoria

di Gianluca e Ferrari Simona

Mambretti Stefano

di Francesco e Agnesi Moira

Casaletti Martina

di Silvano e Zanini Monia

Gherardi Alberto con Festa Mirta Maria

Andreoli Mario di anni 74

Paganotti G. Luigi di anni 51

Sbrini Luigi ( Gino ) di anni 82

Ghizzardi Bianca di anni 87

Fogliata Carlo di anni 61

Marella Annibale di anni 76

Bosis Paola di anni 80

Ferrari Caterina di anni 75

Platto Elisabetta di anni 89

Zanini Elvira di anni 94

Cassago Aldino di anni 83

Noli Faustino di anni 88

Rossini Bruno di anni 84

Guerrini Lorenzo di anni 79

Serotti Davide di anni 40

Lumini Margherita di anni 86

Marini Antonia Gianna di anni 64

Gaibotti Lucia di anni 89

A Gesù Crocifi sso

Mio Crocifi sso!

Sempre Ti porto con me.

A tutto Ti preferisco.

Quando cado, Tu mi risollevi.

Quando piango, Tu mi consoli.

Quando soff ro, Tu mi guarisci.

Quando Ti chiamo, tu mi rispondi.

Mio Crocifi sso!

Tu sei la luce che m’illumina.

Il sole che mi riscalda.

L’alimento che mi nutre.

La fonte che mi disseta.

La dolcezza che m’inebria.

Il balsamo che mi ristora.

La bellezza che m’incanta.

Mio Crocifi sso!

Sii Tu la mia difesa in vita.

Mio conforto e fi ducia

nella mia agonia.

E riposa sul mio cuore

quando sarà la mia ultima ora.

Page 44: Bollettino Marzo-Maggio

Un ragazzo entra in un negozio.E’ molto stupitoquando vede un angelo dietro al banco.Esitando, s’avvicinae chiede all’angelo:“Cosa vendete qui?”L’angelo risponde gentilmente:“Tutto quello che desideri”.Il ragazzo rimane in silenzioper un attimoe poi ordina:“Che non ci siano più guerre,più disponibilità della gentea comunicare;acqua e cibo per tutti;più tempo da dedicare ai bambinie...”L’angelo lo interrompe:“Scusa, ma temo tu abbia capito male.Questo non è possibile.Noi non vendiamo i frutti,ma soltanto i semi”.

L’Angelo di Pasqua