bollettino storico pisano, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun...

19
SOCIETA STORICA PIS ANA XLIV-XLV 1975 -1976 BOLLETTINO STORICO PISANO, PACINI EDITORE - PISA

Upload: others

Post on 10-Jun-2020

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

SOCIETA STORICA PIS ANA

XLIV-XLV 1975 -1976

BOLLETTINO STORICOPISANO,

PACINI EDITORE - PISA

Page 2: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

WARCINISCA E WARIGANGA

Per una di quelle omissioni curiose, onde non vanno indennianche le opere migliori, nel libro di Bruckner sulIa lingua Iongo-barda 1~ invano, come giä nota 10 Schneider ', si cercherebbetraccia di •uuarcinisca ' e •uuarcini '. Eppure su questi termini,per altro giä noti alI'erudizione sei-settecentesca 3, aveva neppurquarantanni avanti esercitato il suo acume Federigo Schupfer ',i1 quale, tuttavia, non fu in questo caso del tutto feliee.

Una spiegazione ed una illustrazione linguistica di questevoci avrebbero certamente giovato al chiarimento delIa questionestorica dei' uuarcini " dei loro compiti edella condizione loro,ma sarebber rimaste lungi dall'essere solutive, polehe in fondodi queste parole, ovvero deIla lor radiee, il Chronicon voltur-nense giä dava un'antica ed attendibile interpretazione 5; nondi meno gli storici illustri, ehe, quantunque non ex professo, sisono rivolti ai •uuarcini ' e aIla •uarcinisca ' " appaiono a questoriguardo nel soleo delle osservazioni dello Schupfer.

Chiarezza e metodo vogliono ehe si muova da quel docu-mento ehe se non e proprio l'unieo testimone dei 'uuarcini ' nel-I'etä longobarda, e per 10 meno i1 piu antieo ed il piu direttoinformatore su di loro.

Nel marzo del 7367 in Tuscania tra l'abbate del monastero

1 W. BRUCKNER, Die Sprache der Langobarden. Strassburg 1895.2 F. SCHNEIDER, Die Reichsverwaltung in Toscana, Rom 1914, p. 191 nt. 3.3 Cfr, Du CANGE, Glos. med. et info lat., ed. anast. Graz 1954; VIII·IX. pp.

244 e 404.• F. SCHUPFER. Degli ordini sociali edel possesso [ondiario appo i Longe-

bardi, in « Sitzungsberichte der Kais. Akademie des Wissenschaften. Philos. -Hi-st, Classe, XXXV (Wien, 1860). pp. Tl9. 299; ID., Aldi, Liti e Romani, in Encicl.Giur. ital., I, 2. sez, I. p. 1140.

5 Chronieon volturnense, ed. V. FEDERICI. Roma 1925·1938. I, p. 244; I. p. 238., N.. TAMASSIA, Paroeci e residentes nel medioevo greco e latino, in c Atti

del R. Ist. Veneto., LXXVI. 2 (1916-17), pp. 24. Tl; P. S. LEICHT, Sludisullaproprietä [ondiaria nel medioevo, rist. Milano 1964, pp. 86-7; SCHNEIDER, toe. cit.

7 L. SCHIAPARELLI. Codice diplomatieo longobardo, I, Roma 1929, n. 55.pp. 179-81. ~ c :

Page 3: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

158 PIER MARIA CONTI

di S. Saturnino, sito in quella cittä, e due fratelli, nati da unaldio del monastero stesso e da madre libera, si conveniva che:'tu predictu Pasquale et Faichisi (i due fratelli, appunto) incasa Sancti Saturnini residere diueas in Diano, casa uel in omnires patris nostro quondam Ueninato, qua manifestum est quodde liuera mater nati sumus, et de istato nostro nulla condicionebouis rediuibamus, nisi tatum bouis de ipsa casa uel omni respatris nostro, uuarcinisca facere diueamus, sicut bouis paternostrun quondam Beninato usum facere fuet, ad pratum sicandi,stabulum faciendum in uia, ubi nouis opum fueri, sicut unumde uuarcini uestri, nam nulla alia superpositam nouis inponatur,nisi sicut iam dicto quondam Ueninato pater nostrum usumfacere fuet. et, sicut minime credinus, si nos Pasquale et Fai-chisi uel nostros heredes de ipsa casa exire uoluerimus, autipsas uuarcinia facere minime uoluerimus, exeamus bacui etinanis; et insuper conpunamus pine nomini auri solidos uigenti.et si nos Maus presbiter et abbas uel posteris nostris bouis aliquasuperinpunere uoleuerimus, aut de ipsa casa bos minare bolue-rimus, sine uestra culpa, exeatis cum omnem res mouilem, autde ipsa casa bos minare boluerimus, et conpuna bouis auri so-lidos vigenti ',

Non si puö certo asserire ehe illatino dell'acolito Tachinolfo(l'estensore della carta) sia molto lineare ed immediatamenteperspicuo; da esso, tuttavia, sono essenzialmente mosse le opi-nioni degli storici sui 'uuarcini', da esso deve muovere ognivalutazione di queste, come deve muovere qualsiasi lor eventualeprocesso di revisione.

La presunzione ehe fosse sostanzialmente chiaro il compitodei 'uuarcini' da un canto, la formazione ideale e dottrinaledegli autori ehe di loro si sono occupati, dalI'altro, hanno fattoSI ehe attenzione ed interesse convergessero piuttosto sugliaspetti propriamente giuridici della 'uuarcinisca', mentre la suafisionomia pratica ed economica restava un poco nell'ombra.Una precisa individuazione di questa avrebbe, invece, alquantogiovato alIa migliore definizione di queIli, per la connessionemagari generic a ehe anche in questo easo doveva esservi tramansioni e condizioni giuridiche.

Per Federigo Schupfer, dunque, ehe alIa questione tornö apiu riprese 8, senza per altro molto modificare la sua prima opi-

8 efr. SCHUPFER, Ordini sociali e AIdi, lace. eilt.

Page 4: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

W ARCINISCA B W ARIGANGA 159

nione, i 'uuarcini' furono «servi rusticani, collo speciale inca-rico di tagliare i1 fieno c preparare la stalla » '.

In vero ehe fosser i 'uuarcini' tutti servi 10 stesso docu-mento toscanense suggerirebbe di negare; i due, infatti, benehenati da un aldio, e 'uuarcinus ' anch'egli, appaiono in condizionesostanzialmente ingenuile, non solo perehe pienamente capaci edautonomi in un negozio giuridieo, ma perehe '- senza ehe altrieccepisca - dichiarano ehe peI loro stato non dovevano 'con-dicio' di sorta aI monastero di S. Saturnino e ehe, quindi,quanto di soggezione avevano nel confronti di esso, era di ori-gine e di carattere reale anziehe personale.

Non si pub per questo naturalmente escludere ehe altri• uuarcini' fossero, invece, in condizione propriamente servile,e ciö non solo perehe ogni generalizzazione e nel principio comenel fatto del tutto arbitraria, ma perehe. se pur - come e noto- era nell'alto medioevo venuta meno la nett a contrapposizioneantica tra libertä e servltü e se pur, di conseguenza, era scorn-parsa ogni rigida e tassativa corrispondenza tra stato giuri-dico-sociale e mansioni od attivitä, una certa connessione - siaccennava - persisteva tra l'uno e le altre. La societä longo-barda residenza e opera in terra altrui pur nel secolo VIII ri-guardava come non pienamente ingenuili 10, benehe a quel tempo,se non giä molto prima, non pochissimi tra i liberi si eranoacconciati ad insediarsi in terra d'altri 11, a diversi patti, ebenvero, ma ehe tutti piu 0 meno alIa lunga riusciranno nei fattifortemente limitativi della libertä personale di coloro ehe vi sierano sottoposti.

Miserabili, dunque, servi, asserviti, aldi potevan trovarsitra i •uuarcini' senza ehe la loro mansione fosse propria odesc1usiva degli uni piuttosto ehe degli altri, restando, tuttavia,relegata, come par di capire, nei gradi infimi della scala edella considerazione sociale. Dall'opinione, un poeo eccessiva,dello Schupfer ehe stimava, si e visto, tutti servi i •uuarcini "si discostö il Leicht 12, i1 quale, se in certo senso ha compiuto

9 SCHUPFER, Ordini sociali cit., p. 219.10 P. M. CONTI, 'Devotio ' e 'viri devoti' in 1talia da Dioclezlano ai Carolingl,

Padova 1971, pp. 143 sgg. e 171 sgg.11 Cfr, P. M. CoNTI, L'uso dei titoll onorari ed aulici nel regno longobardo,

in Studi storici in onore di O. Bertolini , Pisa s.d. (ma 1973), I, pp. 125, 138-140.12 LEICHT, Proprieta [ondiaria cit., pp. 86-7.

Page 5: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

160 PIER MAJUA CONTI

un eccesso opposto a quello dello Schupfer scorgendo nei "uuar-cini' esclusivamente livellati, ha indubbiamente meglio indivi-duato la situazione loro, senza per altro coglierne tutte le im-plicazioni 0 le conseguenze.

La 'uuarcinisca' «dei documenti lucchesi », in realtä delsolo documento toscanense, gli appariva un chiaro esempio dilivello « con sola prestazione d'opera » 13 ove «il cessare dalgodimento dipende 0 da una pena per non aver soluto il fittopattuito 0 dall'intervenire del termine, quindi... perfettamentenelle linee della locazione » 14.

Assumere ehe tutti i 'uuarcini' fossero livellari - am-messo ehe i due di Tuscania possano esser considerati propria-mente tali - sarebbe indebito come, si disse, pensare ehe fos-ser tutti servi; comunque quanto potrebbe osservarsi sulla lorosituazione varrebbe in un certo senso per tutti coloro ehe, inanaloghe situazioni, si trovavano tra i ceti piu umili della po-polazione del regno longobardo IS, ma non varrebbe molto alchiarimento della natura agraria, posto ehe tal fosse, della loromansione. Nella individuazione di questa 10 Schupfer fu seguitoanche dallo Schneider 16 ehe pei riguardi giuridici della "uuarci-nisca' si accostava piuttosto al Leicht, cui l'aspetto pratico ap-parve naturalmente irrilevante.

Che i 'uuarcini' toscanensi facessero fienagione (in vero siparIa soItanto del taglio del prato, e non di tutta l'erba si fafieno) e stabulazione non par dubbio, ma ehe queste fossero leloro mansioni essenziali e precipue od almeno preminenti la'charta promissionis' del marzo 736 non da in vero ad inten-dere. 11latino di essa, si e giä detto, e tutt'altro ehe limpido ecoerente, onde in base ad un'analisi formale sarebbe veramentearduo asserire come negare irrefragabilmente ehe le parole « adpratum sicandi, stabulum faciendi in uia ... sicut unum de uuar-cini uestri» abbiano una funzione esplicativa della 'uuarcini-sea' subito prima ricordata.

Eppure una puntuale analisi giuridico-pratica della cartaavrebbe dovuto e pub rivelare come quelle ehe sin qui son stateconcordemente considerate mansioni, non importa ora se pre-

13 LEICHT, Op. cit., p. 86 cit.14 LEICHT, Op. cit., p. 87 cit.15 Cfr. CONTI, •Devotio' cit., pp. 171 sgg.16 SCHNEIDER, Op. cit., p. 191 nt. 3 cit.

Page 6: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

\VARCINISCA E VVARIGANGA 161

minenti 0 accessorie, dei •uarcini' erano, invece, facoltä ehesi riservavano per poter adempiere, appunto, ai loro compitidi •uuarcinisca '.

Che fosse questa l'oggetto del negozio, ovvero della •pro-missio ' del 736 nessuno ha mai dubitato, ne e dubitabile, infatti.E', dei resto, sintomatico ehe l'ipotesi della violazione del pattoehe dava luogo alIa rescissione del contratto ed alIa conseguentepenale, sia, senza ehe piu si accenni ad obblighi di taglio d'erbao di stabulazione, cost espressa: « si nos... de ipsa casa exireuoluerimus, aut ipsas uuarcina facere minime uoluerimus ».

E' pur vero ehe, posta I'equazione •uuarcinisca' fienazionee stabulazione, di esse si tomerebbe in un certo senso ad allu-dere anche in ultimo, se non ehe questa volta in luogo del sin-golare •uuarcinisca', un termine astratto ehe sembra indicareun'attivitä od una condizione 17, si trova il plurale • ipsas uuar-cinia' indicante cose od atti ehe con l'erba e le stalle hannocerto un rapporto stretto, ma non di identitä, come rivela l'ac-cenato passo del Chronicon volturnense 18.

Altro e, tuttavia, l'elernento in certo senso soIutivo: e cioetaglio d'erba e stabulazione non vengono fatte nell'interessee per conto del concedente, benst ad opportunitä dei concessio-nari; dichiarano, infatti, costoro, rivolti al monastero ed al suoabbate: « ••• bouis de ipsa casa ueI omni res patris nostro uuar-cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondamBenitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi nouis opum fueri, sicut unum de uuarciniuestri ».

•Ubi noius opum fueir', una seelta meramente pratica 0

una ben piu ampia e rilevante libertä di disposizione contrat-tualmente riconosciuta?

La carta toscanense non offrirebbe obiettivamente ele-menti sufficienti per l'una 0 l'altra propensione, ma la •diminu-tio capitis' ehe, ben poco lasciando alla sua autonomia, fatal-

17 11 suffisso iscolesco neI toscano antieo e recente oItre ad indicare appar-tenenza 0 pertinenza (marchiornesco < marchione = marchese, donnesco, ladrescoetc., per tacere dell'uso ben vivo nei dialetti dell'unione del suffisso stesso coni cognomi ad indicare l'appartenenza alle famiglie) esprime, magari sottinten-dendo arte 0 similare, attivitä 0 condizione, come marinaresca, fabbresca (inJuogo del dotto fabrile) etc.

IS V. sopra loe. eitt. a nota S.

Page 7: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

162 PIER MARIA CONTI

mente ineombeva nell'eta Iongobarda su quegli ehe si fosse tro-vato 'in re aliena' 19, induce a crede ehe ai 'uuarcini' fosse alproposito lasciata, appunto, una libertä di azione eccezional-mente ampia, tanto da rendersene opportuna una sanzione con-trattuale. Pensar diversamente, del resto, significherebbe nongiä tener fede ad una differente interpretazione dei testi, masemplicemente ad una tradizione storiografica ehe, per quantoillustre, non trova in quegli stessi testi od in considerazioni glot-tologiche alcun solido suffragio.

11Chronicon volturnense, infatti, come giä anticipato, trale numerose concessioni e largizioni fatte al monastero di S.Vincenzo aI VoItumo, ne ricorda due ehe sono veramente illu-minanti sul significato del termine 'uarcinatico' e quindi, indi-rettamente, sulle mansioni dei' uuarcini ',

La prima di queste, riferibile al duca Lupo ehe resse Spo-leto tra il 745 e il 752 (quindi poehi anni dopo la 'promissio'toscanense ove compaiono 'uuarcinisca' e 'uuarcini '), e cosidescritta: « •.• est donacio, quam Lupus dux ad predictum san-ctum locum fecit de uarcinatico, id est animalia, que exigeban-tur ad mensam principis ducatus Spolitini »20. Si dice poco dopodell'aItra: « ••• preceptum ... de uuarcinatico, id est animalia, queexigebantur ad mensam ducis Spolitini » 21. E' probabile ehe laglossa esplicativa in entrambi i casi apposta a "uarcinatico ' giäsi trovasse negli stessi privilegi (ora perduti 22), siccome non dirado, sebbene purtroppo non sempre, le parole longobarde, spe-cie meno usuali, erano seguite da una esplieazione Iatina nonsoltanto nei testi propriamente legali; e altresi pur probabile,invece, ehe il cronista abbia ricavato altrove il significate deltermine. La sua testimonianza appare comunque attendibile,pienamente plausibile ne e contraddetta da altra. Sorprende ehel'accostamento tra la 'uuarcinisca' ed il "uarcinatico " giä insostanza proposto dal Du Cange 23, non sia stato raccolto, costcome sorprende ancor piu ehe i1 pur benemerito editore delChronicon volturnense pensasse ehe' uarcinatico' fosse corruzio-ne di 'vaccinatico' 24, perehe se poteva presumersi ehe il croni-

19 Cfr. loco cit. a nota 15.20 Chronicon voltur., I, 224 cit.21 Chronicon voltur., I, 238 cit,22 Chronicon voltur., Ill, p. 130.23 Du CANGE, Locc. citt. a nota 3.24 Chronicon vottumense, HI, 281.

Page 8: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

\vARCINISCA E \VARIGANGA 163

sta caduto in errore una volta per attrazione ripetesse I'errorela seconda, non e certo ammissibile ehe la lezione cost scatu-ritane sia per puro caso sostanzialmente identica ad un terminenegli stessi tempi e in circostanze analoghe usato in altra e lon-tana parte del territorio longobardo.

Si pub, quindi, dare per certo ehe tanto •uuarcinisca ' come•uarcinatico' derivano da •uarcinus / uarcinium' e ehe, comequeste, sono voci longobarde, sebbene palesemente latinizzate,non solo foneticamente, benst anche, in parte almeno, morfolo-gicamente.

COS!, quale ehe sia l'origine piu 0 meno remota delle sin-gole formanti, in perfetta aderenza ed armonia con i testi siricava ehe •uuarcinisca' (in una formazione comune al toscanoantico e recente 2S) e I'attivitä 0 la mansione dei •uuarcini " ehe•uarcinatico ' e ciö ehe da esse deriva, e ehe, infine, •uuarcinium'pub essere quanto da costoro e offerto 0 prodotto 26.

La ripetuta glossa dei Chronicon volturnense da - si e or-mai detto piu volte - una fondamentale indieazione intorno al-l'ambito concettuale in cui va cercato i1 significato di •uarci-natico' e, quindi, di •uuarcinus' e •uuarcinisca '; i1 •uarcina-tieo ' era costituito da animali per la manducazione.

Mentre e forse dei tutto vano tentar di stabilire se questifosser ancor vivi 0 giä uccisi al momento della consegna (eppureanche questo sarebbe un elemento prezioso), in base ad alcuneconsiderazioni suggerite dalle varie testimonianze si pub, in-vece, ricavare un'indicazione un po' meno generica di quellaofIerta dal Chronicon volturnense, pur ad onta del difetto di in-formazioni attendibili e continue sui cibi ehe normalmente assu-mevano gli individui dei ceti piu elevati nell'I talia del secoloVIII.

Poiche, dunque i •uuarcini' toscanensi si riservavano ditagliare il prato la dove - all'interno dei fondi di S. Saturnino,e da intendere - fosse loro riuscito opportuno, e chiaro ehegli animali ehe dovevano fornire al monastero erano erbivori,almeno fondamentalmente. Ciö conduce ad escludere immedia-tamente il pollame, e d'altra parte la facoltä di erigere stalle (0piu propriamente metati, vale a dire ripari provvisori) lungo

2S Cfr. nota 17.26 SCHIAPARELLI, CDL, I, p. 180 c... ipsas uuarcinia minime facere uolue-

rimus•...•.

Page 9: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

164 PIER AlARIA CONTI

"

la via conduce ad escludere il bestiame minuto (come il coni-glio, ad esempio) per il quale sarebbero riuscite piu idonee gab-bie in luogo di stalle, e, insieme ad altri elementi, conduce altresiad escludere la selvaggina - benehe in parte erbivora - inquanto essa allora non era allevata in cattivitä parziale 0 totale.

Restano, cost, bovini, ovini e suini. Quel pochissimo ehe- come si diceva - si pub inferire 0 piuttosto intuire suIleconsuetudini alimentari e sugli indirizzi zootecnici, se COS! sipuö dire, nell'Italia altomedioevale, induce a propendere peri suini 0, al piu, per suini ed ovini insieme, apparendo il be-stiame bovino allora prevalentemente utilizzato, accanto a quelloequino, per il lavoro oltre ehe per il latte. Ad escludere i bo-vini concorre anche un elemento di carattere glottologico-lessi-cale, e cioe ehe il termine •uuarcinus' con i suoi derivati non'puö in alcun modo essere connesso con la voce ehe, come dimo-stra irrefragabilmente la •fiuuadia ' di una carta pisana del 730Tl,anche dai Longobardi del secolo VIII era usata ad indicare ilbestiame di grossa taglia.

Pecore 0 maiali, dunque, gli animali allevati dai 'uuarcini',ma siccome il norne loro non sembra direttamente legarsi adalcuna delle voei ehe nelle antiehe lingue germaniche hannodesignato tali bestie, si impone di trovare un'altra via di con-nessione. Questa e tosto suggerita dal fatto ehe, per quantola naturale tendenza a vivere in assoeiazioni di numerosi indi-vidui sia comune tanto a buoi quanto a pecore e a porci, le Iin-gue hanno spesso distinto tra i branchi degli uni e quelli deglialtri; si pensi al greco &yeAll di fronte a 1tO(fLVYJ od ancora all'ita-Iiano ' mandria ' di fronte a •gregge'. Una distinzione del gene-re, ancorche non tassativa, si trova anche nelle lingue germani-ehe, onde il pensiero corre all'antico alto-tedesco vrithus, eheindicava il branco (propriamente di porci), cui erano stretta-mente affini il danese vraad, e l'anglo-sassone vrddh, semprecol valore di branco.

Le affinitä ed i contatti del longobardo con le lingue dellaGermania settentrionale, e particolarmente con il sassone, sonoben note 28, non sorprenderebbe pertanto ehe in esso si rintrac-

27 SCHIAPARELLI, CDL, n. 49, pp. 161 sgg.28 BRUCKNER, Op. cit., p. 26; C. BATIISTI, I nomi longobardi delle armi e le

loro sopravvivenze nella lingua e nei dialetti italiani, in c Ordinamenti militariin Occidente .., Spoleto 1968,H, p. 1068.

Page 10: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

WARCINISCA E WARIGANGA 165

ciasse una voce sia foneticamente ehe semanticamente moltovicina a quelle or ricordate.

La prima parte del termine •uuarcinus " .COS!, tramite unfacile, comune 29 e' probabilmente tardo fenomeno di attrazioneehe forse meglio si spiega in relazione all'ambiente latino anzi-ehe a quello germanico (vale a dire wra > war), potrebbe con-nettersi ad un * wrath (e) nel senso di branco, forse specifica-mente di porci, mentre la seconda sua parte potrebbe dipen-dere da un etimo affine all'antico alto-tedesco ganoz / Kinoz(cfr. il ted. mod. Genosse) la cui nozione di cooperazione bensi attaglierebbe alla mansione ed alIa condizione dei •uuarcini '.

n trapasso, poi da * wrat (e) Kinoz / * warth (e) Kinoz awarkinoz / uuarcinus appare pienamente consentaneo alIa do-cumentata e sostanzialmente coeva riduzione di scildeporrus inscilpor 30 0 di marepais in marpais 31.

La scarsa vitalitä, e perciö la sporadicitä, del termine, ehe,ove si eccettui il •uicus Guarcinensis ' di uno spurio diplomadi Astolfo 32, non parrebbe a prima vista aver lasciato in Italiasicuri esiti toponomastici (ma ehe ne avrebbe Iasciato, invece,in Francia 33, onde se ne dovrebbe inferire ehe esso fosse pre-sente anche nel franeone), pub spiegarsi in rapporto alla sua de-'bolezza di fronte alla concorrenza di corrispondenti tardo-la-tini, piu comuni 0 diffusi, estesi ad indicare 10 speciale pattodei ~uuarcini " ehe, a ben riguardare, si configura come una for-ma di soccida..' .

Ove si ammetta ehe •uuarcinisca' sia in un certo senso di-venuto termine tecnico, ehe la natura del contratto automatica-mente chiariva ai contemporanei (per i quali e non per i posterierano stese le carte), vengono meno la sostanziale ambigultä e

29Cfr. MEYER-LUEBKE,Grammatica storica delta lingua italiana, ed. M. BAR-TOLl, G. BRAUN, Torino, rist. 1955, pp. 120-21.

. 30 Cfr. BRUCKNER, Op. cit., p. 211; PAUL. DIAC., Hist. Lang., 11, 18; Glas Cav.,It. 103; Glos. Vat., n. 8S.· . .. • 31 J. GRIMM, Geschichte der' deutsche Sprache, Leipzig 1848, pp.' 692-93;PAUL DIAC., Hist. Lang., 11, 9; VI, 6; Chron. Sancti Benedicti Casinensis (MGH,SS. rr. langobb, et itall., p. 474), c. 10; Glos. Cav. n. 83; Glas Vat., 61. .'

32 C. R. BRUEHL, Studien zu den langobardischen Kbnigsurkunden, Tübin-gen 1970, pp. IS3 sgg.

33 Ad una base del genere sembrano meglio connettersi i •warcinium' I•warcinia' e derivati dell'area franca, diversamente da E. GAMILLISCHEG, Ro-mmania Germanic, Rist. 1970, I, p. 137.

Page 11: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

166 PIER MARlA CONTI

l'apparente indeterminatezza ehe, assieme alla scarsa perspicuitäsintattico-grammaticale del dettato, hanno tratto in inganno sullavera natura della • charta promissionis ' dei •uuarcini ' toscanensi.

Fu detto - si ricorderä - ehe la •uuarcinisca ' era un con-tratto livellario ove la prestazione d'opera aveva la funzione dicanone 34. In questa conclusione ha certo avuto un peso determi-nante il presupposto ehe la •uuareinisca' consistesse, appunto,nel taglio del prato e nell'erezione di stalle. Un equivoco del geenere ha fatalmente impedito ehe si riconoscesse ehe la •chartapromissionis ' toscanense non ha alcuno dei caratteri sostanzialidel livello. Pur preseindendo per un momento dal valore ehe par

, avesse la voce •uuarcinus', onde tale era quegli ehe, generica-mente, fosse stato socio 0 solidale con altri nella conduzione dibestiame, quasi certamente poreino, e manifesto ehe in vero la•promissio ' del 736 e relativa ad una successione aldiarieia, daun canto, e ad un correlativo contratto di conduzione di bestiame,dall'altro.

Se e pur vero ehe la carta toscanense si apre con una formula(Placuit ..• atque ... convenit) ehe fu poi classica dei contratti livel-lari, e si chiude con la menzione delle due •cartulae' fatte •paritinore' ehe furon proprie di questi 15, e altrettanto vero ehe, men-tre la formula iniziale e finale ben si spiegano con la natura mera-mente pattizia del negozio, in essa manca qualsiasi cenno ad unaconcessione vera e propria fatta dal monastero di S. Saturninoai due fratelli, i quali insistono su un elemento ehe in un certosenso ed in un certo limite sarebbe stato irrilevante ai fini di unaconcessione livelIaria, ma ehe era, invece, sostanziale in materiasuccessoria: e cioe ehe costoro erano nati da un aldio del mona-stero stesso, ma da madre libera. Essi si trovano, pertanto, nellecondizioni previste dal capitolo 216 dell'Editto di Rotari il qualeprevedeva ehe i figli di madre libera e di padre aldio succedesserodi regola nelle sostanze di questi, rna ove ciö non fosse loro pia-ciuto, ehe potessero rinunziare alle • res paternas' e, pagato unmundio pari a quello ehe era stato dato per la rnadre loro, an-dare liberi dove fosse loro parso.

Consuetudine e convenienza evidentemente suggerivano ai

34 Cfr. LEICHT, Proprieta [ondlaria cit., pp. 86-7.15 Cfr. S. PIVANO, Contratti agrarl in Italia nell'alto medioevo, Torino 1904,

pp. 159 sgg.

Page 12: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

\vARCINISCA E \VARIGANGA 167

due fratelli di restare e di subentrare nei diritti e negli oneri delpadre defunto, e polehe la loro permanenza era volontaria e noncoatta, stipulavano una convenzione con l'abbate di S. Saturnino,e non giä da lui impetravano una concessione, insistendo - e al-tamente sintomatico - sulla Ioro condizione di nati di madrelibera e suI fatto ehe la Ioro soggezione nei confronti del monaste-ro era meramente reale (...manifestum est quod de liuera maternati sumus, et de istato nostro nulla condicione bouis rediuiba-mus, nisi tantum bouis de ipsa casa ueI omni res patris nostro. ~.).

Contrasta forse un poco con il carattere convenzionale del-l'atto il verbo usato dai due fratelli a designare illoro impegnodi residenza e di continuazione degli oneri del padre (...in casa ..;residere diueas ... uuarcinisca facere diueamus), ma questo benpub derivare oltre ehe da stereotipi notarili, onde una conven-zione pareva anche assumere i caratteri esteriori di una con-cessione, dalla effettiva preminenza dell'antico • dominus' del-l'aldio nei confronti dei discendenti di quest'ultimo.

Una diversa interpunzione della carta 36 ed il valore di im-pegno, anziehe di dovere darsi alle parole dei due fratelli, con-sentono, tuttavia, di superare questa piccola aporia.

Contro la concessione Iivellaria presupposta dal Leicht stanon solo, come si accennava, l'assenza di qualsiasi cenno allaconcessione stessa, ma pur l'assenza di qualsiasi cenno (ed an-che di indizio consistente) relativo al fatto ehe la •uuarcinisca'avrebbe costituito il canone per il godimento della • casa' te-nuta dai due fratelli (l'una e I'altra sono certamente connesse,ma dalla consuetudine pittusto ehe dalla volontä delle parti inoccasione della •promissio '), ma soprattutto sta il fatto ehe lacarta toscanense del 736 sarebbe l ' uni co esempio di livelloove il canone sarebbe in se e per se 37 costituito da una presta-zione d'opera.

Ognuno or intende quale possa essere il valore di questoesempio isolato (altro non ne conobbe il Leicht ed altro non e

36 Ponendo, doe, una virgoIa dopo Diano ( ... tu predictu Pasquale et Fai-chisi in casa Saneti Saturnini resedire diueas in Diano, easa uel omni res pa-tris nostro ...), diversamente da SCHIAPAREllI,CDL, I, p. 180.

37 Tale livello andrebbe pertanto distinto da quelIi nei quali it eanone oduna sua parte erano rilasciati al livellario in rimunerazione di un suo Inca-rieo od ufficio, efr. LEICHT,Op. cit., p. 86.-

Page 13: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

168 PIER MARIA CONTI

noto, per l'alto medioevo almeno) stanti - si e visto - l'ambi-guitä e l'indeterminatezza della carta ehe 10 attesterebbe.

E vi e di piu; benehe la massima parte dei livelli medioevalisia stata 'ad tempus '38, si conoscono anche livelli perpetui, rin-novabili, e intuitivo, ogni qual volta presso una delle parti vifosse stata una successione. La carta toscanense, perö, comenon ha i caratteri di un livello, neppure ha quelli del rinnovo diesso. Anche questo induce a dubitare ehe l'aldio Benenato,prima, e poi i suoi figli tenessero a livello la 'casa' ove risie-devano. E' assai piu probabile ehe il primo la avesse ottenutaa titolo di 'largitas' 39, la quale, ancorche perfettamente aliena-bile e trasmissibile, restava pur sempre sotto il dominio emi-

I

nente del concedente 40. CiDspiegherebbe perehe la 'casa ' tenutada Benenato e quindi dai suoi figli sia detta contemporanea-mente (e per noi paradossalmente) del monastero e di costui(.. .in casa Sancti Saturnini resedire diueas in Diano, casa uelomni res patris nostro quodam Ueninato...), ciö spiegherebbela posizione in un certo senso potestativa ehe il monasteroviene ad assumere nei confronti dei due fratelli; ciö spieghe- ,rebbe, altresl, come manchi qualsiasi accenno ad un terminedella convenzione ehe non sia rappresentato da una violazionedei patti, per la quale e previsto un regime di sostanziale edequa reciprocitä, ove per desiderio delle parti si limitava nel fattol'arbitrarietä della 'largitas' ed ove la penale dai due fratellidovuta in caso di abbandono della "casa ' 0 di recessione dalla, uuarcinisca' tiene forse il luogo del prezzo del mundio ma-terno ehe, ove l'avesser lasciato, era, giusta l'Editto, al 'domi-nus' del genitore dovuto dai nati di libere e d'aldi.

Stanti la duttilitä, ma anche la arbitrarietä della 'largitas'longobarda 41, vano sarebbe cercar d'inferire, 0 piuttosto di in-dovinare, perehe Benenato ne fosse stato fatto segno. Ma proprioper i caratteri or detti non pub essere escluso ehe essa fosseintervenuta a premiare un socio 'minus habens', ma preziosoper la sua capacitä od il suo zelo nell'incremento del redditodel peculio conferitogli.

38 Cfr. PIVANO, Op. cit., pp. 182·83, nt. 25.39 Cfr. CONTI, IDevotio ' cit., pp. 172, 177 sgg.40 Cfr., CONTI, I Devotio ' eit., p. 177 cit.41 Cfr. CONTI, IDevotio ' cit. pp. 177 sgg.

Page 14: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

WARCINISCA E WARIGANGA 169

Se pur dubbio vi _fosse ehe forme piu 0 meno proprie disoccida, note giä al diritto tardo-romano, trovassero applica-zione neUa societä longobarda, sarebbe questo totalmente ri-mosso dal capitolo 234 dell'Editto. E se quest'ultimo non si fossestudiato di preferir, ove appena possibile, le espressioni latine aquelle longobarde, ehe, entrate poi comunque nel linguaggio eo-mune, saranno con piu facilitä usate neUa legislazione del se-colo VIII, avremmo forse uno squarcio ben piu largo dell'esi-guo spiraglio in proposito aperto daUa carta dei 736 e dal Chro-nicon volturnense.

Il consueto difetto di documenti vieta di intulre, sia purcon grande approssimazione, le linee deUa soccida, ovvero deUa•uuarcinisca ' praticata -dai Longobardi. Quel ehe par possaevincersi e ehe il conduttore aveva facoltä _' come si rilevava _di procurar nutrimento e ricetto agli animali ( non si -sa in qualproporzione conferiti) ove piu gli fosse piaciuto, (ad pratum si-candi, stabuIum faciendum in uia, ubi nouis opum fueri) all'in-terno, si intende, dei fondi del locatore, ilquale _ sembrerebbedi norma - riservava alIa sua mensa una parte almeno dei capidi accrescimento dovutogli (animalia, que exigebantur ad mensamprincipis ducatus Spolitini). . -

Se in certe circostanze ed in certi momenti poteva essereconveniente nutrire anche i porci con erba tagliata, di norma ilgregge suino doveva essere lasciato al suo vario pascolo natu-rale, aUora largamente disponibile, nei suoi siti e nei suoi modipiu diversi, coUine come pianure, boschi come prati, acquitrinicome aridi.

Qui si rileva un'altra inosservata, ma sorprendente coin-cidenza. - --

Terre di tutti questi tipi (per quanto si sia talora cercatodi dimostrare il contrario) furono nella regione pisana (costricca di relitti terminologici e toponimici longobardi) accomu-nate nella medioevale designazione di • guariganghe ',

Accertata la loro differente morfologia si pensö ehe il ea-rattere comune suI quale si fondava la designazione dovesse es-sere esclusivamente giuridico 42.

42 C. GIARDINA, Le Guariganga, in c Atli R .. Aceademia di Palermo _, XVIII(1934), 3, pp. 26 sgg.; M. Lnzzxrro, A proposito di c guariganga It, in c Bollettinostorico plsano It, HI (1934), pp. 57 sgg.; G. P. BOGNEITI, Arimannie e Guarlga-

Page 15: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

170 PIER MARIA CONTI

A differenza dei •uuarcini ' edella •uuarcinisca ' ehe duetesti soltanto rammentano, i ricordi documentari delle guarigan-ghe, numerosi e cospicui, hanno fatto su di esse convergere un'at-tenzione maggiore ehe ha condotto al rapido abbandono delleipotesi della vecchia erudizione 43 ed alIa ricerca di soluzionicerto piu valide, anche se non del tutto persuasive. La effettivae forte assonanza del termine, quale appariva nelle fonti pisanemedioevali, con un termine Iongobardo noto attraverso l'Edittodi Rotari 44, ha fatto SI ehe in connessione con esso si cercasseroqueste soluzioni. La suggestione, poi, di un'altra fortunata ipo-tesi storiografica 4S contribuiva allo sviluppo ed all'approfondi.mento di esse, culminato nel collegamento delle guariganghecon le arimannie visto da G. P. Bognetti 46.

Quale ehe sia il giudizio sulla teoria delle arimannie scaturita da-gli studi del Checchini e del Leicht, alla quale or si vorrebbefosse opposta una radicale e sdegnata ripulsa, l'accostamentodelle guariganghe con le arimannie non sembra davvero tra ipiu felici. Appare, anzi, ehe ilpotente e suggestivo richiamo conla terminologia dell'Editto abbia quasi imprigionato il Bognettitanto da condurlo a trascurare, quasi a negare '", ehe le piu an-tiche attestazioni del termine avevano una forma (guaringanga)ehe se non proprio si opponeva alIa connessione di questo con'waregang " la rendevano almeno assai ardua, e tanto da con-durIo a superare, con ardimenti notevoli, alcune difficoltä eheobiettivamente sorgevano neI raccordo della teoria proposta contutte le testimonianze delle diverse fonti.

Questo premesso - ehe nulla toglie al genio storico di G. P.Bognetti - ed accolte molte delle fondate osservazioni e con-siderazioni sue come di C.Giardina e di M.Luzzatto 48, si torneräad insistere suI fatto, or accennato, ehe la piu antica attesta-zione delle guariganghe (le quali, a differenza delIa •uuarcinisca "

nghe, in c Wirtschaft und Kuktur, Festschrift ... A. Dopsch It, Leipzig, 1938,pp. 109 sgg. (ora ne L'etd longobarda, I, Milano 1966, pp. 3 sgg).

43 Cfr. Du CANGE,IV·V, p. 125; VIII·X, p. 410.44 Rom, Edict., c. 367.4S E cioe quella relativa ad arimanni ed arimannie, cfr. BOGNETI'I, Ariman-

nie cit., pp. 4 sgg. bibliogr. e fonti ivi citt.46 BOGNETII, Arimannie cit., pp. 16 sgg.47 BOGNETII, Arimannie cit., p. 14 nt. 54 e p, 24.48 Cfr. locc, citt, a nota 42.

Page 16: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

WARCINISCA B WARlGANGA 171son testimoniate sol dal secolo XI) avviene nella forma •gua-ringanga ' 49 cui, dopo un periodo di oscillazione so,segui quella,piu diffusa, di •guariganga' ed anche di • guarganga ' SI.

E' per tanto palese un processo di riduzione strettamenteanalogo, anche se piu tardo, a quello subito da altre parole lon-gobarde fonetieamente simili 52, ehe induce a supporre una base*waringang anziehe waregang, e polehe "waringang non e, mol-to verosimilmente, il punto iniziale del processo di evoluzioneriduttiva del quale si colgono le ultime frasi nelle fonti dei se-coli XI-XIII, potendo piu logieamente essere un momento inter-medio, e facile risalire a *warth(e)ingang, esito per attrazionedi *wrath(e)ingang, onde la guariganga sarebbe stata in originela terra aperta al gregge, quasi certamente suino, COSl comela •fiuuadia ' 53 era stata la terra destinata al pascolo del be-stiame di grossa taglia.

E' poi sintomatico e probante ehe nel secolo XI e seguentila guariganga appaia come una sorta di pascolo comune, se-condo quanto chiaramente attestano le fonti, ove non si vogliacomporle in un quadro ehe funga da estrinseco suffragio aduna convinzione maturata altrove e su altri elementi.

Si muova dalla prima testimonianza ehe e contenuta in undiploma nel 1084 da Enrieo IV Iargito ai canonici della catte-drale di Pisa 54 ove, tra l'altro, l'imperatore concedeva •guarin-gangas omnes quae eorum praediis adhaerent'.

Dall'espressione del documento parrebbe ehe le guariganghefossero considerate aIla stregua di pertinenze od accessioni deipredi concessi ai canonici, vale a dire in una condizione pari aquella di una parte almeno dei compascui e dei • saltus' del-I'etä antiea e tardo-antiea.

Tenore analogo a quello del diploma or rieordato hannole concessioni dei marchesi di Toscana, Matilde e Guelfo ss, edegli imperatori Federigo I ed Enrico VI 56.

49 MGH, Dipl. reg, et imp. Germ. ~I, 11, ,po 479, ove per altro I'editore hacorretto in c guariganga s n c guaringanga s del testo del diploma.

50 Cfr. GIARDINA, Op. cit., pp. 9 sgg.SI Cfr. GIARDINA, o». cit., pp. 36 sgg.52 Cfr. indietro a p. 165 e note 30 e 31.53 V. loco cit. a nota Tl.54 MGH, Dipl. VI, 11 cit., n. 359 cit,ss N. CATUREGU, Il regesto delta Chiesa di Pisa, Roma 1938, n. 469.56 CATUREGU, Op. cit., n. 575.

Page 17: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

172 PIER MARIA CONTI

Ove in queste carte, come del resto in tutte le altre eheeoneernono le guariganghe, si provasse a sostituire ad esse ter-mini designanti eompaseui, 0 eomunque piu genericamente, per-tinenze prediali, si eonstaterebbe ehe tutte le questioni relativeall'appartenenza originaria delle guariganghe stesse ed ai dirittiehe man mano su di esse si erano estesi, troverebbero una solu-zione tanto piu facile e coerente di quella, sottile quanto labo-riosa, sin qui proposta 57.

Posto ehe le guariganghe fossero, come tutto concorre afar ritenere, terre aperte al pascolo dei greggi suini, consideratala generale vicenda delle terre comuni come delle pertinenzenell'alto medioevo 58, in larga parte, ma non nella totalitä, tra-. passate al fisco, cessa, infatti, di costituire un problema l'esi-stenza di diritti dei sovrani, del Comune e dei privati insistentisulle guariganghe, sia che queste fossero state praticamentecreate nell'etä longobarda, sia ehe cost avessero allora preso aehiamarsi in zone fortemente longobardizzate terre •ab imme-morabili' destinate al pascolo comune, come, appunto, la loroubicazione prevalente attorno alla cittä 59 indurrebbe a credere.

E' altresi al proposito altamente sintomatico ehe giä nelsecolo XII i1 Comune pisano rivendichi di fatto i1 suo dirittoeminente sulle guariganghe.

Si pensi al •breve consulum' del 1164 con la promessa ehequesti facevano di ricercare le guariganghe e • ...inventa disbri-gare et terminare ...salva civium legitima possessione', si pensiai •cognitores de guarigangis' 0 •cognitores, iudices ac provi-sores guaringangorum ' di qualehe anno piu tardi ro, dagli attidei quali si ricava ehe la voce •guarigangaj guarigango " lungidall'esser denominazione tralatizia e eonsuetudinaria, era an-cora ben viva nella sua nozione tecnico-giuridica. • ...vidit un-quam teneri pro guarigango', • ...numquam vidit earn uti veldesignari pro guarigango', • ...non vidit designari nee uti proguarigango', • ...possidet nomine guarigangi " , ...terram per alo-dium habuissent, tarnen Calcisani ...guarigangum in ea habe-

57 BOGNETTI, Arimannie cit., pp. 16 sgg.S8 G. P. BOGNETTI, Sull'origine dei comuni rurali nel medioevo, Pavia 1927;

ID, S. Maria f. p. di Castelseprio e la storia religiosa dei Longobardl, in BOoGNETTI, CHIERICI, DE CAPITANI, S. Maria di Castelseprio, Milano 1948, pp. 71 sgg.

S9 LUZZATTO, Op. cit., pp. 58 sgg.ro GIARDINA, Op. cit., pp. 35 sgg.

Page 18: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

\vARCINISCA E \VARlGANGA 173

bant ', ' ...in feudum pro guarigango " per eitare alcune soltantotra le numerose espressioni analoghe ricorrenti nei documentirelativi alle guariganghe ehe altri ha pazientemente rac-colto 61, espressioni tutte nelle quali, ancora una volta, l'attri-buzione del significato di compascuo al termine 'guariganga'consente di superare ogni difficoltä di ordine giuridico, praticoe semantico.

Ma soprattutto consente di superare quella ehe era statala difficoltä maggiore per coloro ehe nella guariganga avevanoscorto la sopravvivenza di una vera e propria istituzione con-nessa vuoi con 10 'ius singulare' dai Longobardi accordato ai, waregang , vuoi con le necessitä strategiche del loro regno 62,

e cioe ehe della guariganga non par vi sia traceia alcuna al difuori del territorio pisano, ove si eccettui l'incerta e forse fal-lace eco conservata da aleuni toponimi meridionali.

L'acume magistrale di G.P. Bognetti certamente rifulge vivi-dissimo nel tentativo, disperato, di spiegare come il termine, guariganga/guarigango ' si fosse perpetuato a Pisa soltanto,mentre allo stesso tempo obiettivamente riconosceva ehe essonell'epoca onde era noto aveva smarrito il suo presupposto signi-ficato iniziale ehe 10 connetteva intimamente ad una realtä poli-tico-istituzionale ehe non poteva non aver certo carattere gene-rale 63: eppur talvolta soluzioni certo piu opaehe e men suggestivesembrano meglio reggere il vaglio, inesorabile, delle constata-zioni effettuali.

Come infatti, si ammetta, invece, ehe la voce •guariganga 'conservava a Pisa nel secolo XII e seguenti un significato mol-to prossimo aU'originario, queUo ehe era dianzi un ostacolopraticamente insuperabile diviene il mezzo migliore per com-prendere perehe cola e non altrove (prescindendo per un mo-mento da quanto lascerebbe intendere la toponimia) l'antica vocelongobarda abbia superato i secoli: perehe essa, per una seriedi vicende e di circestanze ora imponderabili, ma dalle qualinon sono certo rimasti estranei il easo eilnumero dei Longo-bardi della zona, e penetrata e rimasta nella parlata eomunee viva, ehe tosto eancella i relitti di tempi e di istituti remoti

61 GIARDINA, Op, cit., pp. 39 sgg.62 Cfr. BOGNETII, Arimannie cit., pp. 3·5, 24 sgg.63 BOGNETTI, Arimannie cit., pp. 20 sgg.

Page 19: BOLLETTINO STORICO PISANO, · 2015-01-08 · cinisca facere diueamus, sicut bouis pater nostrun quondam Benitato usum facere fuet, ad pratum sicandi, stabulum fa-ciendi in uia, ubi

174 PIER MARIA CONTI

e dimenticati, ma ehe al contrario preserva quelle parole ehe hapreferito ad altre magari generalmente diffuse, onde isolate inqualehe dialetto sono sopravvissute voci, come il pistoiese 'at-tuire' 0 l'aretino 'attaiare' 64, eontinuatrici di etimi per 10 piusoccombenti, accanto alle quali, appunto, potrebbe ragionevol-mente porsi la pisana guariganga.

PIER MARIA CONTI

64 Cfr. C. BATIISTI, L'elemento gotico nella toponomastica e nel lessicoitaliano, ne c I Goti in Occidente», Spoleto 1956, p. 624.