brancaccio - contributi alla teoria economica - 2009

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    UNIVERSITA DEGLI STUDI DEL SANNIO

    DASESDipartimento di Analisidei Sistemi Economici e Sociali

    Emiliano Brancaccio

    CONTRIBUTI ALLA CRITICADELLA TEORIA ECONOMICA

    Quaderno DASES n 20 Marzo 2009

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    Quaderno DASES2

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    Quaderno DASES

    Indice

    PRESENTAZIONE

    ESTENSIONI DI UNO SCHEMA DI TEORIAMONETARIA DELLA RIPRODUZIONESOCIALE

    di Emiliano Brancaccio e Domenico Suppa .. p. 9

    IL BANCHIERE CENTRALE COMEREGOLATORE DEL CONFLITTODISTRIBUTIVO

    di Emiliano Brancaccio ...... p. 41

    SULLA IRRIDUCIBIL ITA DELLAPPROCCIODEL SURPLUS A CASO SPECIALENEOCLASSICO

    di Emiliano Brancaccio . p. 65

    NOTE SUGLI AUTORI

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    Quaderno DASES

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    PRESENTAZIONE

    Il presente quaderno raccoglie tre contributi alla critica dellateoria neoclassica-marginalista, ossia della visione teorica chesotto svariate forme ha dominato indiscussa la scena dellaricerca economica mondiale dellultimo trentennio. Gli articoliqui presentati si collocano infatti in un filone teoricoalternativo al manistream neoclassico, che trae origine dalle

    opere dei fisiocratici, degli economisti classici e soprattutto diMarx. Nel corso del Novecento tale filone critico statoripreso e aggiornato in svariate direzioni, ma in questa sede cisoffermiamo su due particolari sentieri di sviluppo delmedesimo: il cosiddetto approccio del surplus, scaturito daicontributi di Sraffa e dei suoi successori; e il cosiddettoapproccio del circuito monetario, frutto di una interpretazionenon convenzionale delle analisi di Wicksell, Keynes eSchumpeter. Gli interventi riportati nelle pagine seguentitraggono spunto dalluno o dallaltro di questi due approcci, edinoltre si propongono di avanzare una reciproca integrazionetra di essi.

    Il primo articolo, scritto in collaborazione conDomenico Suppa, rappresenta la versione estesa e pi generaledi uno schema di sintesi tra la teoria del surplus e la teoria delcircuito che prende il nome di teoria monetaria dellariproduzione sociale. Questa teoria si propone di mettere

    assieme le caratteristiche fondamentali degli approcci delsurplus e del circuito al fine di proporre una lettura delprocesso capitalistico in cui lanalisi reale e lanalisi monetarianon siano pi trattate separatamente luna dallaltra, mavengano coerentemente integrate in una comune struttura

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    Quaderno DASES

    logica. La prima versione di tale teoria unificata presentavaalcune ipotesi semplificatrici, come la trascurabilit dei profitti

    e degli interessi calcolati sugli anticipi salariali e la uniformitdei tassi di crescita e di profitto tra i settori. Al fine dipervenire ad uno schema pi generale, tali semplificazionivengono opportunamente rimosse nella versione estesa chesar descritta nelle pagine seguenti. Il secondo articolo sipropone di evidenziare la capacit delle analisi eterodosse diesaminare criticamente anche le ricerche pi recenti e in voganel dibattito mainstream di teoria e politica economica. Inparticolare, attraverso una rilettura critica dei modelliortodossi del cosiddetto New Consensus, viene qui propostauna interpretazione della politica del banchiere centrale negliinconsueti termini di unazione tesa alla regolazione e alcontrollo del conflitto distributivo tra le classi sociali. Il terzoarticolo pubblicato in questo quaderno rappresenta una ineditadimostrazione di incoerenza di un celebre tentativodelleconomista neoclassico Frank Hahn di ridurre gli schemidi teoria critica a meri casi speciali dei modelli ortodossi di

    equilibrio economico generale intertemporale. In particolare,mostreremo che loperazione compiuta da Hahn irrimediabilmente viziata dalla pretesa di determinare ilpassato in funzione del futuro.

    E opportuno segnalare che gli ultimi due articoli sonostati elaborati con lintento esplicito di ristabilire un canale dicomunicazione tra studiosi di diversa formazione teorica.Dopo i successi della seconda met del Novecento, il tema del

    confronto tra paradigmi teorici alternativi e della relativacritica alla teoria neoclassica stato negli ultimi anni relegatoal rango di argomento di nicchia. La conseguenza chesoprattutto i giovani studiosi di formazione neoclassicaappaiono oggi disabituati alla comparazione tra schemi teorici

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    Quaderno DASES 7

    alternativi e trovano quindi estremamente difficile approcciarealla letteratura critica, che notoriamente si caratterizza per un

    metodo di analisi e per uno stile espositivo estremamentediversi dal mainstream. Per consentire allora anche ai nonspecialisti di cogliere limportanza e lestrema attualit delconfronto paradigmatico e della critica alla teoria neoclassica,si in questa sede compiuto uno sforzo per presentare alcuneobiezioni al New Consensus e ad Hahn allinterno di unastruttura formale ispirata al celebre modello di crescita edistribuzione di Solow, che come noto gode di larghissimadiffusione in ambito mainstream.

    Il primo saggio di questa raccolta costituisce uninedito in assoluto. Esso rappresenta la estensione di unoschema riportato in E. Brancaccio, Solvency and labour effortin a monetary theory of reproduction (EJESS, 2008/2). Isuccessivi due interventi costituiscono rispettivamente leversioni preliminari e in italiano dei seguenti due articoli: E.Brancaccio,The central banker as regulator of distributiveconflict (in G. Fontana and M. Setterfield, Macroeconomictheory and macroeconomic pedagogy, Macmillan 2009); E.Brancaccio, On the impossibility of reducing the surplusapproach to a special case of the neoclassical theory, in attesadi pubblicazione. Ringrazio Domenico Suppa, coautore delprimo articolo, per avermi autorizzato alla pubblicazione delmedesimo in questa sede.

    Benevento, 21 marzo 2009

    E.B.

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    Quaderno DASES

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    Quaderno DASES

    ESTENSIONI DI UNO SCHEMA DI

    TEORIAMONETARIA DELLARIPRODUZIONE SOCIALE

    di Emiliano Brancaccio e Domenico Suppa

    1. Le origini della teoria monetaria della riproduzione

    Lapproccio del surplus - detto anche di teoria dellaproduzione - trae origine dai contributi degli economisticlassici e di Marx, e si consolidato pi di recente attornoallopera di Piero Sraffa e dei suoi successori.1 A differenzadellapproccio del surplus, le analisi cosiddette del circuito

    1 Talvolta, per definire tale indirizzo di ricerca, stato adoperato anche iltermine di approccio neoricardiano. Tale definizione non ci pare adeguata.Essa non a caso stata spesso intesa in senso negativo, per mettere indiscussione i legami tra questo filone di analisi e lopera di Marx. Cfr. adesempio Rowthorn (1974). Tra coloro i quali invece rivendicanolascendenza marxiana dellapproccio del surplus, cfr. Garegnani (1981). Sulnesso tra Marx e il contributo sraffiano, cfr. anche Steedman (1977). Per unaricostruzione, cfr. tra gli altri Kurz e Salvadori (2008). Ad ogni modo, laradice marxiana della teoria del surplus appare ovvia, con la sola eccezionedellabbandono della teoria del valore-lavoro nella sua versione originaria.Ma considerare questultima un elemento imprescindibile per verificareladerenza o meno di un approccio al lascito marxiano, risulterebbe alquantosvilente e riduttivo dellopera complessiva del fondatore del materialismostorico. Inoltre, sullo specifico apporto di Sraffa al dibattito sulla teoria delvalore-lavoro, la discussione tra gli studiosi marxisti resta aperta.

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    Quaderno DASES10

    monetario talvolta definite anche di teoria monetaria dellaproduzione non costituiscono una vera e propria scuola

    organica di pensiero. Lidea del circuito monetario prendeanchessa spunto dalla tradizione classica e marxiana, inparticolare dalTableau economiquedi Quesnay e dagli schemidi riproduzione di Marx. Ma tracce della medesima possonoessere individuate, secondo alcuni autori, anche da una letturanon convenzionale di Wicksell, Keynes e Schumpeter.2 InItalia gli sviluppi teorici nel campo dellapproccio del surpluse delle analisi del circuito sono stati oggetto di attentariflessione. Alcuni economisti italiani si sono distinti a livellointernazionale per aver fornito dei contributi significativi alladefinizione e alla sistemazione dei due impianti analitici.3

    Lanalisi del surplus e lanalisi del circuito presentanodifferenze non trascurabili, che in letteratura sono state in pioccasioni messe in luce.4 Tuttavia i due approcci mostranopure degli elementi comuni su alcune decisive questioniteoriche e di metodo, che riguardano non solo la critica allavisione neoclassica-marginalista dominante ma anche il

    criterio adottato per la costruzione di una teoria economicaalternativa. Infatti, entrambi gli approcci rifiutanolindividualismo metodologico e il soggettivismo tipici dellateoria neoclassica e propendono per una concezione olistica eoggettiva della realt sociale. Secondo questa chiave di letturail sistema economico esiste prima e indipendentemente dal

    2Cfr. Graziani (1994).3Con riferimento ai contributi italiani, in questa sede faremo principalmenteriferimento ai lavori di Garegnani (1981, 1990) nellambito dellapprocciodel surplus e di Graziani (1994, 2003) in tema di circuito monetario. Cfr.anche Garegnani e Petri (1982) e Graziani (1982).4Tra gli altri, cfr. Messori (1984). Cfr. anche Bellofiore (1997) e Bellofiore,Guidi (1986).

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    Quaderno DASES 1

    singolo individuo, e a sua volta lindividuo risultacondizionato dal sistema in virt del ruolo sociale che si

    trover a ricoprire in esso. In questottica una teoria alternativaa quella dominante dovrebbe essere costruita sulla base di datioggettivi, direttamente osservabili soprattutto dalla contabilitmacroeconomica e intersettoriale. Le ipotesi sulcomportamento degli agenti economici dovrebbero essereinvece ridotte ai minimi termini, e in ogni caso nondovrebbero basarsi su ipotetiche funzioni soggettive dipreferenza. Inoltre, sia lapproccio del surplus che le analisidel circuito monetario si caratterizzano per una visione delmodo di produzione molto diversa da quella neoclassica. Ilcapitalismo infatti non viene immaginato come un processolineare che parte da dotazioni scarse e preferenze degliagenti e arriva ai prezzi e alle quantit prodotte e scambiate. Alcontrario, esso viene inteso come processo circolare. Infatti,le merci prodotte costituiscono al contempo sia gli output siagli input del sistema, e i prezzi vengono determinati in basealla condizione che leconomia sia in grado di riprodursi

    continuamente sotto date condizioni storiche e sociali. Quellodella riproducibilit o meno del sistema diventa quindi il nododi fondo sul quale le strutture analitiche dei due approccivengono edificate.

    Alla luce delle suddette affinit teoriche e di metodo,in letteratura si sono registrati alcuni segnali di interesseriguardo alla opportunit di giungere a una sintesi tralapproccio del surplus e lapproccio del circuito.5Tra le varie

    5 Lunghini, Bianchi (2004); Halevi, Taouil (1998) Si vedano inoltre leraccolte di saggi curate da Deleplace, Nell (1996), Rochon, Rossi (2003),Arena, Salvadori (2004) e le rispettive introduzioni. Cfr. anche Febrero(2006).

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    proposte di sintesi avanzate in letteratura noi qui cisoffermiamo su un recente schema, definito di teoria

    monetaria della riproduzione sociale (Brancaccio 2008).6

    Scopo del presente articolo di eliminare alcune ipotesirestrittive che caratterizzano tale schema al fine di elaborareuna versione estesa e pi generale del medesimo. Inparticolare, intendiamo qui rimuovere due assunzionicontenute nellarticolo originario citato: che il saggio diinteresse sulle anticipazioni salariali sia trascurabile e che isaggi di crescita e di profitto nei diversi settori siano uniformi.Vedremo che tali restrizioni possono essere eliminate dalloschema dorigine senza alterarne le conclusioni, ma anziarricchendole di ulteriori significati. E opportuno precisareche lo schema esteso di teoria monetaria della riproduzioneverr qui descritto assumendo che il lettore sia gi aconoscenza della versione contenuta in Brancaccio (2008).

    2. Lo schema esteso

    Rappresentiamo un sistema capitalistico chiuso agli scambicon lestero. Gli attori contemplati nellanalisi sono ilavoratori, le imprese e i loro proprietari considerati come untuttuno, le banche, ed eventualmente la banca centrale e ilgoverno. Si suppone che vengano prodotte due merci ad

    esempio grano e ferro a mezzo di entrambe e di lavoro.Assumiamo inoltre che la tecnologia sia unica e sia data, e che

    6Un abbozzo preliminare di tale sintesi contenuto in Brancaccio (2005).

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    la durata dei mezzi di produzione sia limitata a un soloperiodo. Tutte le merci sono considerate merci base: ogni

    merce serve come input nella produzione di tutte le altre.Nessuna delle ipotesi qui specificate risulta decisiva per ilconseguimento dei risultati chiave dello schema. Riportiamoqui di seguito le variabili contemplate allinterno dellanalisi:

    ajh Coefficienti tecnici di produzione: quantit della merce jnecessaria per produrre una unit della merceh

    lj Coefficienti di lavoro: quantit di lavoro necessaria a produrreuna unit della mercej

    Kj Quantit della mercej impiegata come input in tutta l'economiaall'inizio di ogni periodo

    Xj Quantit della mercej prodotta al termine di ogni periodo

    pj Prezzo monetario di produzione della mercej calcolato in base alsaggio di profitto normale e al salario monetario corrispondente

    qj Quantit della mercej consumata da una classe sociale o da altro

    operatore: per =L dai lavoratori, per =Kdai capitalisti, per =Zdal settore pubblico o da altro agente erogatore di spesa autonomanon generatrice di capacit produttiva.

    K Valore monetario totale del capitale

    w Salario monetario per unit di lavoro

    r Saggio di profitto normale

    gj Saggio di accumulazione degli input necessari alla produzione

    della merce output prodotta nel settorej

    Rapporto tra le merci consumate dalla classe sociale (o agenteesterno al sistema produttivo)

    j Deviazione del saggio di profitto r dal suo livello normale nelsettorej (se =1, il saggio di profitto di mercato uguale a quello

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    Quaderno DASES14

    normale)

    jt Deviazione nel periodo t del prezzo monetario della mercej dal

    prezzo corrispondente alla distribuzione normale (jt=1 implicanessuna deviazione)

    uj Deviazione nel settore j del grado di utilizzo della capacitproduttiva dal suo livello normale (uj=1 implica nessunadeviazione)

    sk Propensione al risparmio dei capitalisti, compresa tdellara zero euno

    Y Valore monetario della produzione totale al lordo dei reimpieghi

    C Spesa monetaria per consumi

    I Spesa monetaria per investimenti

    Z Spesa monetaria autonoma non generatrice di capacit produttiva(per esempio la spesa pubblica)

    Rispetto alla versione riportata in Brancaccio (2008)

    adotteremo qui una simbologia quanto pi possibile simile, maper esigenze espositive si varieranno le notazioni relative aicoefficienti tecnici di produzione: seguendo un uso moltocomune, il coefficiente tecnico ajh qui indicher la quantitdella generica mercej (input) necessaria a produrre una unitdella generica merce h (output).7 Va inoltre tenuto presenteche in questo schema a due soli settori adotteremo il pedice cper indicare il grano (corn) e il pedice i per il ferro (iron). Ogniperiodo corrisponde ad un periodo di produzione delle merci.Le variabili non datate con pedice deponente sono relative al

    7 Brancaccio (2008) segue l'impostazione di Kurz e Salvadori (1995) cheusano indicare con il primo pedice l'output e con il secondo l'input.

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    Quaderno DASES 15

    tempo t. Il modello composto dalle seguenti quindiciequazioni:

    (1) pc = icicccc ap+apr++wlr+211

    (2) pi = iiicici ap+apr++wlr+211

    (3) Y = iiiitcccct Xup+Xup

    (4) Y= wXul ccc + wXul iii + wXurl cccc + wXurl iiii +

    + ciciticccctcc Xap+Xapr+ 1121 +

    + iiiitiicictci Xap+Xapr+ 1121

    (5) Y =C + I + Z

    (6) I = ciciitccccctc Xap+Xapg+1 ++ iiiiiticiccti Xap+Xapg+1

    (7) C = wXul+Xul iiiccc ++ ks1 [ wXulr cccc +

    + ciciticccctcc Xap+Xapr+ 1121 +

    + wXulr iiii ++ iiiitiicictci Xap+Xapr+ 11

    21 ]

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    Quaderno DASES16

    (8) wXul+Xul iiiccc =L

    iiit

    L

    ccct qp+qp

    (9) ks1 [ wXurl cccc +

    + ciciticccctcc Xap+Xapr+ 1121 +

    + wXurl iiii +

    + iiiitiicictci Xap+Xapr+ 1121 ] =

    = KiiitK

    ccct qp+qp

    (10) Z= ZiiiZ

    ccc qp+qp

    (11) Kc = iciccc Xa+Xa

    (12) Ki = iiicic Xa+Xa

    (13)Z

    c

    ZiZ

    q

    q=

    (14)L

    c

    L

    iL

    q

    q=

    (15)K

    c

    K

    iK

    qq=

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    Quaderno DASES 17

    La struttura del sistema riproduce in gran parte quella riportatain Brancaccio (2008), al quale rinviamo per la descrizione

    delle singole equazioni e della logica complessiva della teoria.Tuttavia, rispetto alla versione originaria dello schema, sonostate qui rimosse due rilevanti ipotesi semplificatrici. In primoluogo, nellarticolo dorigine non erano ammesse differenzetra i settori nei saggi di accumulazione, nelle deviazioni daprezzi e capacit normali e quindi anche nei saggi di profitto dimercato. Al contrario, in questa sede si prevede che talivariabili possano differenziarsi tra settore e settore. Eccoperch qui avremo per i vari settori diversi saggi diaccumulazione g, diverse deviazioni dai prezzi normali,diverse deviazioni u dallutilizzo normale e diverse deviazioni dal saggio di profitto normale, tutti opportunamentespecificati attraverso i rispettivi pedici. Riguardo ai saggi diaccumulazione, va notato che ognuno di essi si riferisce allacrescita degli input necessari alla produzione delloutput diogni settore.8

    In secondo luogo, nello schema originario di

    Brancaccio (2008) veniva adottata lipotesi semplificatrice diun saggio di interesse e di un saggio di profitto entrambitrascurabili sugli anticipi salariali. In questa sede lipotesi diun profitto e di un interesse trascurabili sui salari vieneeliminata. Di conseguenza, il meccanismo di finanziamentodelle attivit produttive, di formazione dei profitti e dirimborso dei prestiti si modifica nel seguente modo.Innanzitutto, resta valido lo scarto temporale esistente tra

    limpiego di lavoro e limpiego dei mezzi di produzione, e

    8Ci significa, per esempio, chegc si riferisce al settore del grano nel sensoche corrisponde al tasso di accumulazione degli input di grano e di ferronecessari alla produzione delloutput di grano.

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    Quaderno DASES18

    quindi viene confermata pure lesistenza di due differentiscarti temporali tra prestiti e rimborsi, uno per il monte salari

    anticipato e laltro per i finanziamenti necessari allacquisto dimezzi di produzione. Infatti, si suppone che i lavoratori sianopagati allinizio di ogni periodo e lavorino e producano nellostesso periodo; anche i mezzi di produzione sono acquistati epagati allinizio di ogni periodo ma si ipotizza che occorra unperiodo esatto per produrli, il che implica che essi potrannoessere utilizzati solo nel periodo successivo. Pertanto, ilcircuito del rimborso dura un periodo per il monte salari e dueperiodi per i mezzi di produzione. Ossia, nel caso delleanticipazioni salariali, un prestito erogato allinizio di unperiodo dovr essere rimborsato al termine del medesimo;invece, nel caso dei mezzi di produzione, un prestito erogatoallinizio di un periodo potr essere rimborsato al termine delperiodo successivo. Pertanto, il saggio di profitto verrcalcolato sul monte salari o sul valore dei mezzi di produzionein base a scadenze diverse: un saggio di profitto sui salarianticipati che si riferisce a un solo periodo, e un saggio di

    profitto sui prestiti necessari allacquisto di mezzi diproduzione che si riferisce a due periodi. Naturalmente, lostesso vale per i saggi di interesse9.

    9 In linea di principio, questa novit implica che bisognerebbe ammetteretanti saggi di profitto e tanti saggi dinteresse per quanti siano i periodiconsiderati. Si pu tuttavia assumere in prima approssimazione che i saggi diprofitto e di interesse siano stabili nellarco di due periodi. Come si rilevadalle equazioni del sistema, ci permette di distinguere i montanti dei saggidi profitto e di interesse relativi a un periodo da quelli che si riferiscono adue periodi, semplicemente elevando al quadrato questi ultimi. E benechiarire che questa ipotesi non risulta minimamente indispensabile ai fini deirisultati di base dello schema esteso; essa evita solo che il sistema vengainutilmente caricato di troppe variabili.

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    Quaderno DASES 1

    Infine, rispetto allo schema originario di Brancaccio(2008), vi qui una novit ulteriore. In questa versione estesa

    ammettiamo infatti che non solo i lavoratori ma anche icapitalisti e il settore pubblico effettuino una spesa perlacquisto di beni di consumo. Pertanto, abbiamo dovuto quispecificare la distribuzione dei consumi tra grano e ferro ditutti e tre gli attori sociali considerati.

    Per tutto il resto lo schema si conforma allanalisi giriportata in Brancaccio (2008). Infatti, le equazioni (1) e (2)determinano i prezzi monetari corrispondenti alla distribuzionenormale. Lequazione (3) indica il valore della produzionenazionale. La (4) indica la distribuzione del reddito nazionaletra salari e profitti. La (5) rappresenta lequilibriomacroeconomico. La (6) indica la spesa per investimenti e la(7) la spesa complessiva per consumi. Le equazioni (8), (9),(10) e le equazioni (13), (14), (15) descrivono rispettivamentele modalit di spesa per consumi e la distribuzionemerceologica degli stessi da parte di lavoratori, capitalisti esettore pubblico. Infine, le equazioni (11) e (12) ci danno le

    quantit di grano e di ferro impiegate come input produttiviallinizio di ogni periodo: per dati livelli di KceKi disponibilicome input, i corrispondenti livelli di Xc eXi costituiranno laproduzione che pu essere realizzata in condizioni di utilizzonormale della capacit produttiva.

    3. Una istantanea dello schema esteso

    Lo schema esteso di teoria monetaria della riproduzionedescritto nelle pagine precedenti rivela un grado di

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    Quaderno DASES20

    complessit superiore rispetto alla struttura originariacontenuta in Brancaccio (2008). Anche sul piano matematico il

    sistema si articola in un numero maggiore di equazioni e divariabili, rispettivamente 15 e 38. Posto allora che si vogliapervenire a una soluzione del sistema, e assumendo che viganole consuete condizioni di esistenza, bisogner fissare 23variabili esogene per ottenere le restanti 15 endogene. Qui diseguito proponiamo una determinazione che verte sulleseguenti variabili esogene:

    lc, l

    i, a

    cc, a

    ci, a

    ic, a

    ii, r, w, K

    c, K

    i,

    i(t-1),

    c(t-1), s

    k, g

    c, g

    i, Z,

    L, K, Z, i, ui, ct, it

    Saranno quindi endogene le restanti 15 variabili:

    pc, pi, Xc, Xi, c, uc, Y, C, I, qcL, qi

    L, qcK, qi

    K, qcZ, qi

    Z

    (oppure si potrebbe porre uc come variabile esogena econsiderare ct come variabile endogena). Per risolvere il

    sistema, assegniamo r, we i coefficienti tecnici ljeajh, in modoche le equazioni (1) e (2) determinino i prezzi pj. Dati anchegli inputKj, le equazioni (11) e (12) determinano le quantit Xjche possono essere prodotte in condizioni di normale utilizzodella capacit produttiva. Sostituendo le equazioni (4), (6) e(7) nella (5) e l'equazione (3) nella (4), otteniamo un sistemadi due equazioni, rispettivamente denominate (5') e (4'), chepermettono di esplicitare in termini generali le seguenti due

    funzioni:

    c ( ct, it, i, ui, ...)uc( ct, it, i, ui, ...)

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    Quaderno DASES 2

    Le espressioni algebriche di queste due funzioni possonoessere ottenute seguendo il procedimento di soluzione appena

    accennato, che tuttavia non approfondiamo per nonappesantire l'esposizione. Tali funzioni permettono diconoscere il valori di equilibrio macroeconomico delladeviazione c del saggio di profitto di mercato nel settore delgrano rispetto al saggio di profitto normale, e della deviazioneuc dalla capacit produttiva normale nel settore del grano.Alternativamente, se consideriamo ct come variabileendogena, allora la (5') e la (4') saranno rappresentate dallefunzioni:

    c (it, i, uc, ui, ...)ct(it, i, uc, ui, ...)

    che si prestano a una interpretazione analoga alle precedenticon la sola differenza che in questo caso assunto esogeno loscostamento uc dal livello normale della capacit produttivanel settore del grano, mentre la deviazione ct dal prezzo

    normalepc determinata endogenamente.

    4. A ritroso verso lo schema originario

    Posto che le condizioni matematiche di esistenza siano

    rispettate, quella appena descritta la procedura necessaria alconseguimento di una soluzione per lo schema esteso diteoria monetaria della riproduzione. Adesso tuttavia pu essereutile centrare lattenzione sul legame esistente tra lo schemaesteso fin qui esaminato e lanalisi originaria riportata in

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    Quaderno DASES22

    Brancaccio (2008). A questo scopo basta procederegradualmente dal primo alla seconda, reintroducendo una per

    volta le ipotesi semplificatrici che avevamo rimosso. In questomodo, tra laltro, riusciremo pi facilmente a esplicitare leequazioni del sistema e potremo anche cogliere alcunecaratteristiche della teoria finora rimaste nascoste. Iniziamocon il reintrodurre l'ipotesi che i saggi di profitto e di interessecalcolati sul monte salari anticipato siano trascurabili. I lsistema assume la seguente forma:

    (5') r+ c1 = cccctccicitik Xap+Xaps 11

    1

    [ icictiiiiitiik Xap+Xapr+sZ 111 +

    ]1

    1

    icicctiiiiiti

    ciciitccccctc

    Xap+Xapg++

    Xap+Xapg+

    (4') iiiitcccct Xup+Xup = wXul+Xul iiiccc ++ ciciticccctcc Xap+Xapr+ 111 +

    + iiiitiicictii Xap+Xapr+ 111

    Come gi detto con riferimento allo schema esteso,l'equazione (5'), dato ct, consente di determinare c. Quindi,conosciuti i valori di ct e c, l'equazione (4') permette dideterminareuc. Pi in generale, si pu dire che l'equazione (4')individua tutte le combinazioni di uc ect che sono compatibili

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    Quaderno DASES 2

    con l'equilibrio macroeconomico. Va comunque tenutopresente che si sarebbe anche potuto assegnare un valore auc e

    poi mettere a sistema la (4') e la (5') per ottenerec ect.I valori che assumeranno le variabili jt e ujdipenderanno dalle decisioni imprenditoriali in merito allediverse, possibili modalit di adeguamento del valore dellaproduzione alla spesa monetaria. Gli imprenditori potrannodecidere di agire sui prezzi, modificando i jt, oppure sullacapacit produttiva per mezzo dei uj. Naturalmente, lecitoritenere che nella realt concreta essi agiranno su entrambi iversanti, individuando di volta in volta le combinazioni divariazioni di prezzo e di quantit ritenute pi convenienti. Adogni modo, seguendo lorientamento metodologico diBrancaccio (2008), noi qui rinunceremo a formulare ipotesispecifiche in merito alle decisioni imprenditoriali su prezzi equantit, e lasceremo quindi aperto il campo a mutamenti degliuni, delle altre o di entrambi.

    A questo punto ci troviamo di fronte a una soluzioneintermedia tra lo schema esteso e lo schema originario.

    Abbiamo infatti reintrodotto lipotesi semplificatrice di profittie interessi trascurabili sui salari anticipati, ma abbiamomantenuto la possibilit di tassi di crescita e di profittodifformi tra i settori. Questo caso ibrido permette divisualizzare una importante propriet del sistema diproduzione: si tratta della interdipendenza tra i settori, chenella versione originaria dello schema rimaneva sotto variaspetti nellombra. Al riguardo va notato che le decisioni prese

    in un settore produttivo riguardo a prezzi, quantit e saggio diprofitto possono incidere in modo determinante sulle possibilicombinazioni di prezzi, quantit e profitti degli altri settori. Allimite uno dei due settori potrebbe anche svolgere un ruolotrainante rispetto a tutto il sistema produttivo, costringendo

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    Quaderno DASES24

    l'altro settore ad adeguarsi e a tenere il passo. Da un punto divista formale l'eventuale posizione di preminenza di un settore

    rispetto all'altro potr essere rappresentata da una opportunascelta delle esogene e delle endogene.10Possiamo ora completare la descrizione della

    procedura per lindividuazione di una soluzione.Dall'equazione (3) si potr ricavareY, dalla (7) si ricava C,dalla (6) si calcola I e dalle equazioni (8), (9) e (10), insiemealle (13), (14) e (15), potremo ottenere le quantit fisiche digrano e di ferro consumate rispettivamente da lavoratori,capitalisti e settore pubblico. Inoltre, possiamo verificareche sul piano strettamente formale i consumi dei lavoratori, equindi anche i salari reali, costituiscono un residuodeterminato a valle dell'analisi. Un mutamento del salario realenormale non escluso, ma sul piano matematico dovr semprepassare per una variazione del saggio di profitto normaleesogeno, magari indotta da continue pressioni rivendicative sulsalario monetario o sui coefficienti di lavoro. Mettendo poi aconfronto le equazioni (4') e (5'), si pu ricavare la seguente

    equazione che descrive l'equilibrio macroeconomico:

    (6') Z+ ciciitccccctc Xap+Xapg+1 ++ icicctiiiiiti Xap+Xapg+1 =

    = wXul+XulXup+Xups iiiccciiiitcccctk

    10 Non si tratterebbe di una novit, dal punto di vista della letteratura. Siveda ad esempio Lunghini e Bianchi (2004).

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    Quaderno DASES 25

    Il procedimento risolutivo appena delineato costituisce unasorta di istantanea del circuito della riproduzione, che

    permette di vedere ci che spesso rimane dietro le quintedellanalisi, come i nessi tra proporzioni e livelli assoluti, traposizioni di lungo e di breve periodo, tra variabili fisiche emonetarie. L'ipotesi di assegnati input iniziali deriva propriodall'obiettivo di fissare una istantanea del processo, e nonassume il significato di un ritorno al paradigma neoclassicodella scarsit. La logica della riproduzione risulta ciopienamente rispettata, e con essa anche la correlata modalit diformazione dei prezzi e della distribuzione.11

    Reintroduciamo infine anche l'altra ipotesisemplificatrice di Brancaccio (2008), in base alla qualesussiste piena che uguaglianza tra i vari j, jt, j(t-1), uj egj neidue settori. In tal caso l'equazione (5') si semplificanotevolmente e pu essere scritta come:

    (5'') r+1 =

    g++

    K

    Z

    s tt

    t

    k

    11

    1

    11Cfr. Brancaccio (2008): Fissare gli input Kj come esogeni non implicaalcun ritorno alla logica della scarsit neoclassica. I prezzi corrispondentialla distribuzione normale restano infatti determinati in modo da garantire lecondizioni di riproducibilit del sistema, e senza alcun riferimentoall'equilibrio tra dotazioni di risorse date e le rispettive domande. Riguardopoi ai prezzi di mercato, vero in effetti che essi potrebbero rispondere a uneventuale squilibrio tra reddito e spesa monetaria, ma anche in tal caso nonvi alcun nesso con la definizione di scarsit in senso neoclassico. Piuttosto,la dinamica dei prezzi di mercato e i conseguenti effetti distributivi possonoesser visti come un riflesso delle asimmetrie e potere tra capitalisti elavoratori nell'accesso alla moneta, asimmetrie inconcepibili nell'ambitodella teoria dominante.

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    Quaderno DASES26

    nella quale, per definizione:

    K= iiiiciciiciccccc Xap+XapXap+Xap =pcKc + piKi

    Se poi si assume pure che la propensione al risparmio deicapitalisti sia uguale a 1, che jt =j(t-1) e che la componenteautonoma della spesa sia nulla, si ottiene:

    (5''') r =g

    Siamo dunque giunti a ritroso fino al medesimo risultatodellanalisi di Brancaccio (2008). Sotto date ipotesisemplificatrici, l'equilibrio macroeconomico corrisponde allasemplice uguaglianza tra il tasso di profitto di mercato e iltasso di accumulazione.

    4. Lavvio della sequenza del circuito

    La soluzione matematica fin qui descritta costituisce una meraistantanea del circuito monetario della riproduzione. Adessoproviamo a delineare la sequenza del circuito monetarioinsita nello schema precedentemente esposto. In questoparagrafo ci dedicheremo allavvio della sequenza, che vertesullatto di erogazione dei prestiti bancari alle imprese e suuna prima definizione dellequilibrio macroeconomico. Neiparagrafi successivi esamineremo la fase dei rimborsi finalidei medesimi, concentrando lattenzione sulla capacit o meno

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    Quaderno DASES 27

    di ogni settore di chiudere il circuito del finanziamento. Sitenga presente che per descrivere la sequenza del circuito

    monetario faremo nuovamente a meno delle ipotesisemplificatrici contenute in Brancaccio (2008). Torniamo cioallo schema esteso, che implica sia tassi di profitto e diaccumulazione difformi tra i settori, sia profitti e interessipositivi sugli anticipi salariali.

    Manteniamo l'ipotesi di un saggio di profitto normalee di un salario monetario esogeni. Inoltre, assumiamoinizialmente che le imprese impieghino la loro capacitproduttiva al livello normale: u

    c= u

    i= 1. Pertanto, note le

    tecniche ajh e date le quantit di input iniziali disponibili Kjanche le quantit Xj da produrre sono note e cos anche ladistribuzione degli input tra i settori produttivi. Assumiamoche in origine anche i prezzi corrispondano al loro livellonormale: jt =j(t-1) = 1. La sequenza parte con una richiestadi prestiti che le imprese rivolgono alle banche. Una primacategoria di prestiti sar rivolta a dare copertura al montesalari che le imprese dovranno pagare ai lavoratori per poter

    produrre le quantitXj e sar pari a:

    wXl+Xl iicc

    Inoltre, verr chiesta a prestito una somma pari a:

    ))(1())(1( iiiiiciciciciccccc Xap+XapgXap+Xapg

    necessaria per lacquisto di mezzi di produzione a fini direintegro e di investimento. Passiamo all'analisi dell'equilibriomacroeconomico. Assumendo per semplicit che lacomponente autonoma della domanda aggregata Z sia nulla,

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    Quaderno DASES28

    Sostituendo la (3), la (6) e la (7) nella (5), la condizione diequilibrio macroeconomico risulta essere:12

    (7') wXul+Xul=Xup+Xup iiiccciiiitcccct +

    + ks1 [ wXurl cccc +

    + ciciticccctcc Xap+Xapr+ 1121 +

    + wXurl iiii +

    + iiiitiicictci Xap+Xapr+ 1121 ] +

    + ciciitccccctc Xap+Xapg+1 ++ iiiiiticiciti Xap+Xapg+1

    5. I rimborsi settore per settore

    Avendo rinunciato allipotesi di uniformit nei tassi di crescitae di profitto tra i settori, l'equilibrio macroeconomico appenadescritto non implica in alcun modo l'equilibrio settoriale. Isingoli settori potranno infatti trovarsi in condizioni disquilibrio pur nel rispetto dellequilibrio indicato dalla (7).Occorre allora superare i problemi di indeterminazione dovuti

    12Nonostante le ipotesi pi generali su cui si basa l'equazione (7'), questapu essere ancora ricondotta alla (6'), considerando che nella (7') il valoreracchiuso nelle parentesi quadre pari al valore della produzione totalemeno il monte salari e cheZnella (7') pari a zero.

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    Quaderno DASES 2

    ad un approccio esclusivamente aggregato. A questo scopo, eper non appesantire troppo lesposizione algebrica,

    reintroduciamo alcune ipotesi semplificatrici. Assumiamoinfatti che capitalisti risparmino tutto il loro reddito: sk = 1; eche la componente autonoma della domanda non generatricedi capacit produttiva sia nulla: Z = 0. Tali ipotesi ovviamentemodificano le equazioni (5) e (7) ed inoltre fanno perdere disignificato le equazioni (9), (10), (13) e (15), visto che non sipone pi alcun problema di consumo dei capitalisti o delsettore pubblico. La condizione di equilibrio macroeconomicoallora diventa:

    (16) cccct Xup + iiiit Xup = wXul+Xul iiiccc +

    + ciciitccccctc Xap+Xapg+1 ++ iiiiiticiciti Xap+Xapg+1

    Il valore totale della produzione deve essere pari al valorecomplessivo della spesa monetaria, corrispondente al montesalari totale pi la domanda per investimenti. Riguardo poiagli equilibri settoriali tra spesa e reddito, la loro esplicitazionenon necessaria ai fini del nostro ragionamento. Il nostroscopo adesso di verificare se le imprese siano o meno ingrado di rimborsare i prestiti, e tale controllo pu essereeffettuato semplicemente raffrontando redditi e rimborsi, senza

    alcun riguardo al livello e alla distribuzione della spesa che liabbia generati. Tuttavia, a titolo puramente esemplificativo,possiamo qui esplicitare gli equilibri settoriali tra spesa eredditi. A questo scopo occorre per introdurre delle ipotesisemplificatrici in merito alla distribuzione tra grano e ferro

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    Quaderno DASES30

    delle spese dei lavoratori. Se assumiamo ad esempio cheL = 0, e cio che i lavoratori spendano lintero monte salari in

    grano, allora gli equilibri settoriali tra spesa e produzionepossono esser descritti dalle seguenti equazioni:

    (17) r+ c1 wXul ccc +

    + 21 r+ c ciciticccctc Xap+Xap 11 == wXul ccc + wXul iii +

    + cg+1 ccccct Xap + ig+1 icicct Xap

    per il settore del grano, e:

    (18) r+ i1 wXul iii +

    + 2

    1 r+ i iiiitiicictc Xap+Xap 11 == ig+1 iiiiit Xap + cg+1 ciciit Xap

    per il settore del ferro. Naturalmente, lipotesi sulladistribuzione settoriale della spesa dei lavoratori arbitraria epu essere sostituita da qualsiasi altra assunzione in merito.Ma come abbiamo gi precisato, se il nostro scopo quello diverificare la capacit di rimborso dei prestiti di ogni settore,allora basta confrontare rimborsi e redditi senza alcunaesigenza di soffermarsi sulla spesa e sulla sua ripartizione trale merci prodotte. Tralasciamo dunque la domanda e

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    Quaderno DASES 3

    concentriamo lattenzione sul problema dei rimborsi deiprestiti. Nelle equazioni (17) e (18) il profitto complessivo

    viene calcolato sul capitale anticipato nel periodo precedente,e quindi in base alla deviazione j riferita a quel periodo. Ora,a fronte del reddito ottenuto dalla vendita della produzione, leimprese dovranno effettuare globalmente i seguenti rimborsialle banche, rispettivamente inerenti il primo termine alpagamento dei salari e il secondo alle spese per investimenti:

    (1+i) wXul+Xul iiiccc ++(1+i)2 [ ciciticccctc Xap+Xap 11 +

    + iiiitiicictc Xap+Xap 11 ]

    dove i il tasso di interesse annuo sui prestiti bancari. Laquota di rimborsi dovuti dall'industria del grano sar:

    (1+i) wXul ccc + (1+i)2

    ciciticccctc Xap+Xap 11

    e quella dovuta dall'industria del ferro sar:

    (1+i) wXul iii + (1+i)2 iiiitiicictc Xap+Xap 11

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    Quaderno DASES32

    Riguardo alle scadenze dei rimborsi, va ricordato che c' unoscarto temporale tra i rimborsi dei prestiti per il pagamento dei

    salari e i rimborsi dei prestiti necessari all'acquisto dei mezzidi produzione. Abbiamo infatti assunto che i prestiti del montesalari, contratti all'inizio del periodo, debbano essere restituitial termine del medesimo. Ed abbiamo invece ipotizzato che iprestiti relativi alle spese per investimenti, contratti all'iniziodi un periodo, possano essere restituiti pi tardi, ossia altermine non del periodo corrente ma di quello successivo, eche su di essi occorra pagare il tasso di interesse composto ifissato in modo esogeno dalla contrattazione tra imprese ebanche. Si noti in proposito che al netto degli interessi pagati,il secondo termine delle ultime espressioni riportate sopracorrisponde proprio all'investimento del periodo precedente.Ci vale globalmente:

    ciciticccctc Xap+Xap 11 +

    + iiiitiicictc Xap+Xap 11 == 11111 tcicititcccctcc Xap+Xapg+ +

    + 11111 tiiiititicictci Xap+Xapg+ =It-1

    Se poi scomponiamo a livello settoriale, avremo che perl'industria che produce grano:

    ciciticccctc Xap+Xap 11 == 11111 tcicititcccctcc Xap+Xapg+ =Ic(t-1)

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    Quaderno DASES 3

    mentre per quella che produce ferro:

    iiiitiicictc Xap+Xap 11 == 11111 tiiiititicictci Xap+Xapg+ =Ii(t-1)

    bene chiarire che l'unica ipotesi decisiva per i risultati delloschema che per almeno una tipologia di prestiti i rimborsiavvengano con un periodo di ritardo rispetto alle erogazioni.Questa ipotesi consente di superare una lunga controversiainterna al dibattito sul circuito, relativa al fatto che in unsistema nel quale erogazioni e rimborsi dovessero realizzarsinello stesso periodo sarebbe impossibile pagare in moneta gliinteressi dovuti alle banche. Inoltre, la medesima ipotesi rendeplausibile l'esistenza di un moltiplicatore della spesa autonomanell'ambito del circuito.13 Tutte le altre ipotesi svolgonoinvece il mero compito di semplificare i passaggi algebrici.

    6. Vitalit, solvibilit e sostenibilit del sistema

    Al tempo della restituzione dei prestiti e dei relativi interessi,le imprese si troveranno con profitti netti non negativi solo se

    il reddito derivante dalle vendite non inferiore ai rimborsidovuti. Soltanto in tal caso la solvibilit delle imprese potr

    13Per approfondimenti, cfr. Brancaccio (2005, 2008).

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    Quaderno DASES34

    dirsi rispettata. A livello aggregato dovr essere soddisfatta lacondizione:

    r+ c1 wXul ccc +

    + 21 r+ c ciciticccctc Xap+Xap 11 +

    + r+ i1 wXul iii +

    + 21 r+ i iiiitiicictc Xap+Xap 11

    (1+i) wXul+Xul iiiccc ++(1+i)2 [ ciciticccctc Xap+Xap 11 +

    + iiiitiicictc Xap+Xap 11 ]

    che potrebbe essere risolta sostituendo a cr eir un saggio diprofitto medio. Per verificare la solvibilit di ogni singola

    industria occorrer invece concentrarsi sulla differenza trareddito e rimborsi settore per settore. Per l'industria del granoavremo dunque:

    r+ c1 wXul ccc +

    + 21 r+ c ciciticccctc Xap+Xap 11

    (1+i) wXul ccc + (1+i)2

    ciciticccctc Xap+Xap 11

    e per l'industria che produce ferro:

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    Quaderno DASES 35

    r+ i1 wXul iii +

    +

    2

    1 r+ i iiiitiicictc Xap+Xap 11

    (1+i) wXul iii + (1+i)2

    iiiitiicictc Xap+Xap 11

    Se adesso poniamo:

    x=jr

    Lj= wXul jjj

    Kj = jhjhthjjjjtj Xap+Xap 11

    Si pu verificare che lequazione

    (1+x)Lj+(1+x)2Kj=(1+x)Lj+(1+x)

    2Kj

    conx incognita, ammette le due radici:

    x1 =

    j

    jj

    K

    Ki++L 1 , x2 = i

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    Quaderno DASES36

    Scartando le soluzioni negative per jr, le due precedentidisuguaglianze possono essere soddisfatte solo se:

    rc i

    ri i

    Queste rappresentano le condizioni di solvibilit finanziariadei due settori. Tali condizioni risultano molto pi stringentidella canonicacondizione di vitalit del sistema. Questultimainfatti non ha a che fare con i problemi di tenuta monetaria efinanziaria delle imprese poich si riferisce esclusivamentealle caratteristiche fisico-tecniche delleconomia considerata.

    La condizione di vitalit, infatti, attiene alla capacit di unsistema economico di produrre almeno quel che necessarioper il reintegro degli input produttivi. In sostanza, persoddisfare la condizione di vitalit dovranno essere verificatele disuguaglianze:

    XcaccXc +aciXi

    XiaicXi+aiiXi

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    Quaderno DASES 37

    Ossia, il grano dovr essere prodotto in quantit maggiori ouguali rispetto al grano assorbito come input produttivo nelle

    due industrie del grano e del ferro. Condizione analoga dovressere rispettata nella produzione del ferro. Partendo dalsistema dei prezzi, costituito dalle equazioni (1) e (2), si pudimostrare che la condizione di vitalit equivale alladeterminazione ad un saggio di profitto massimo (inteso comeil saggio di profitto che corrisponde ad un salario unitarionullo) maggiore di zero. Invece, come si visto, la condizionedi solvibilit pi restrittiva poich richiede a livello disingola industria che ogni saggio di profitto di mercato siamaggiore o al limite uguale al tasso dinteresse sui prestitibancari. Infine, possibile che per dati livelli del salariomonetario, del saggio di profitto normale, dei coefficientitecnici e di lavoro e delle altre esogene, scaturiscano dellesoluzioni tali da implicare una retroazione delle endogenesulle esogene.14 In tal modo si pu contemplare esplicitamentel'idea del conflitto inerente al comando del capitale sul lavoroe alla distribuzione tra le classi del reddito prodotto. In questa

    ottica le aree di ammissibilit per la riproduzione generale delsistema potranno ulteriormente ridimensionarsi, rispetto aquelle che scaturiscono dalla mera verifica delle condizioni divitalit fisica e di solvibilit monetaria delleconomia.Parliamo in tal caso di unacondizione di sostenibilit politicagenerale del sistema.15

    14Brancaccio (2005, 2008).15Per approfondimenti, cfr. Brancaccio (2008).

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    Quaderno DASES38

    7. Conclusioni

    Abbiamo mostrato che lo schema di teoria monetaria dellaproduzione contenuto in Brancaccio (2008) pu fare a menodelle ipotesi semplificatrici di assenza di saggi di interesse e diprofitto sugli anticipi salariali, e di uniformit dei saggi dicrescita e di profitto tra i settori. Abbiamo inoltre rilevato chela rimozione di tali ipotesi permette di esaminare le condizionidi solvibilit a livello di singoli settori. Ad avviso di chi scrive,il nesso tra lanalisi aggregata e lanalisi settoriale dellacondizione di solvibilit merita di essere ulteriormenteapprofondito. Lo schema esteso mette in luce che i settori e lerelative imprese in crisi che accumulano deficit finanziari nonsono in grado di onorare i propri impegni con gli istituti dicredito, e saranno quindi destinati al fallimento oppureeventualmente saranno oggetto di acquisizioni da parte deisettori e delle relative imprese che generano profitti nettipositivi e quindi accumulano liquidit. La versione quipresentata della teoria monetaria della riproduzione consente

    di indagare a fondo su questo tipo di fenomeno e sui conflittiintercapitalistici ai quali esso conduce. Lo schema restatuttavia ancora vincolato da una non sufficiente esplicitazionedel rapporto tra fondi e flussi. E questo un limite che del restocaratterizza gran parte della letteratura critica. Sarebbe tuttaviautile superarlo per vari motivi, non ultimo il fatto chedallesame del rapporto tra stock e flussi allinterno deglischemi monetari di riproduzione potrebbe scaturire una

    verifica inedita della controversa legge di tendenza allacentralizzazione dei capitali.

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    Quaderno DASES 3

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    Quaderno DASES 4

    IL BANCHIERE CENTRALE

    COME REGOLATOREDEL CONFLITTO DISTRIBUTIVO

    Una lettura ribaltata dei modellidi Solow e del New Consensus

    di Emiliano Brancaccio

    1. Un metodo didattico fondato sulla scelta delle esogene

    Nel corso dellultimo trentennio il campo disciplinare dellamacroeconomia ha subito numerose trasformazioni, sia dalpunto di vista della ricerca che della didattica. Rispetto alletendenze prevalenti fino agli anni 70, nellambito degli studiteorici e applicati si assistito ad una enorme crescita diinfluenza della scuola neoclassica, a fronte di una scarsadiffusione delle correnti di pensiero ad essa alternative. Incampo didattico, il consolidamento di un mainstream distampo neoclassico-marginalista si tradotto in unasignificativa omologazione dei programmi di insegnamento. Adifferenza che in passato i programmi appaiono sempre pi

    basati sulladozione di manuali americani, i quali sidistinguono per la chiarezza espositiva e per la ricchezza diinformazioni, ma si caratterizzano anche per un sistematicoappiattimento sul paradigma neoclassico dominante. Tra leragioni che spingono numerosi docenti non ortodossi

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    allimpiego di questo tipo di manuali vi il convincimento chela formazione degli studenti debba comunque partire da una

    conoscenza preliminare del mainstream, e solo dopo possaessere sviluppata nella direzione delle eterodossie. Questaposizione comprensibile e in larga misura condivisibile.

    Tuttavia, essa rischia di pregiudicare le possibilit di sviluppodello spirito critico degli studenti. I principali manualiamericani, infatti, risultano caratterizzati da un approcciotipicamente progressivo alla disciplina, fondato sullideasemplicistica secondo cui la macroeconomia evolverebbe inmodo pressoch lineare verso una sempre pi accurata esoprattutto unanime comprensione della realt dei fatti.16

    Esiste dunque una palese contraddizione tra lanecessit di offrire agli studenti dei primi corsi di economiauna formazione preliminare di tipo mainstreame lopportunitdi valorizzare anzich mortificare il loro spirito critico. Equesta una difficolt notevole, perch non facile sintetizzarein poche battute le differenze di fondo tra le correnti dipensiero eterodosso e la teoria neoclassica. Il contrasto tra gli

    approcci critici e quello dominante infatti profondo. Peresempio, i neoclassici tendono sempre a individuare le radicidelle loro analisi nel paradigma dellindividualismometodologico. Al contrario, gli economisti critici siano essidi matrice classica, marxista, kaleckiana o post-keynesiana prediligono una lettura aggregata e di classe dei fenomenieconomici.

    16 I manuali americani di Blanchard (2005), Mankiw (2007) o Stiglitz(1997), ad esempio, fanno quasi esclusivo riferimento al dibattito che si sviluppato nellambito della cosiddetta sintesi neoclassica. Marxisti,sraffiani o postkeynesiani vengono rarissimamente citati.

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    Quaderno DASES 4

    Una via duscita dalla contraddizione tra gli obiettividella pedagogia e dellapprofondimento tuttavia esiste. Se

    lobiettivo prioritario deve essere quello di aprire le mentidei giovani studiosi, pu essere utile adottare un criterio diconfronto tra ortodossia ed eterodossie forse elementare masicuramente efficace sul piano didattico. Questo criterio non nuovo, essendo gi stato adoperato da vari studiosi. Esso sibasa sulla possibilit di trarre dalla medesima strutturamatematica risultati completamente diversi a seconda dellescelte compiute in merito alle variabili esogene ed endogene.Ribaltando le posizioni tra variabili esterne a un modello evariabili da determinare al suo interno, infatti possibilepervenire a un vero e proprio rovesciamento delle implicazionianalitiche e politiche dello stesso. Un simile metodo didatticopresenta ovviamente dei limiti, nel senso che molte delleradicali differenze di approccio tra le varie scuole di pensierofiniscono inevitabilmente per essere trascurate. Esso tuttaviaha i suoi vantaggi, ed infatti stato gi adottato da varistudiosi.17 La ragione che esso consente agli studenti di

    comprendere fin dai loro primi approcci alla disciplina cheleconomia non rappresenta un campo di ricerca linearmenteprogressivo, ma al contrario costituisce per sua natura unluogo concettuale di perenne contesa, sia teorica che politica.

    In questo breve saggio adotteremo il metodopedagogico del ribaltamento delle esogene e delle endogeneallo scopo di esaminare le determinanti della distribuzione delreddito tra salari e profitti. Come vedremo, per i neoclassici la

    distribuzione endogena. In ultima analisi, essa dipendesempre dalla scarsit dei beni e dei fattori produttivi

    17Tra gli altri, Marglin (1984), Dutt (1990), Kurz e Salvadori (1995, pp. 46-48). Si veda anche Brancaccio (2008a).

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    disponibili in rapporto alle preferenze degli agenti economici,data la tecnologia disponibile. E questo un risultato tipico del

    paradigma della scarsit e della utilit, che caratterizza sia leversioni tradizionali che le versioni moderne dellaimpostazione neoclassica.18 Al contrario, per gli esponenticontemporanei degli approcci critici la distribuzione tra salarie profitti dovrebbe essere considerata una esogena, dadeterminare al di fuori dei nuclei matematici dei modelli. Cinon significa naturalmente che la distribuzione non possaessere teoricamente determinata. Piuttosto, lidea di fondo allabase di questa impostazione che la distribuzione del redditodipende da complessi fattori politico-istituzionali, in ultimaanalisi dal modo in cui il conflitto tra le classi sociali agiscenel meccanismo di riproduzione complessiva del sistema, equindi non pu essere rinchiusa allinterno di nuclei logico-formali troppo rigidi.19

    18Samuelson (1970), Koopmans (1975). Per una critica del paradigma dellascarsit e dellutilit, si veda Pasinetti (1993).19 Lassunzione di una variabile distributiva esogena non rappresenta unaprerogativa esclusiva dellapproccio del surplus di derivazione sraffiana(Garegnani 1990). Ad esempio, possibile mostrare che questa ipotesi compatibile con il cosiddetto approccio del circuito monetario (Graziani2003). In tutti i casi, bene precisare che il carattere esogeno di unavariabile distributiva - cos come dei coefficienti di lavoro e di tutte levariabili sensibili al conflitto tra le classi - rappresenta un aspetto nonconclusivo ma assolutamente preliminare dellanalisi, nel senso che il nucleologico-formale della teoria va progressivamente esteso, ricomposto,destrutturato e ristrutturato, al fine di poter rappresentare gli elementi via viaritenuti cruciali del meccanismo di riproduzione del capitale, e pi ingenerale dellintero sistema sociale. Per un approfondimento, cfr. Brancaccio(2008). Al riguardo, si veda anche il tema della retroazione delle endogenesulle esogene in Brancaccio (2005, 2008b).

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    La nostra analisi prender spunto da due ben notimodelli del mainstreamneoclassico: il modello di crescita di

    Solow (1956) e il pi recente modello macroeconomico delcosiddetto New Consensus, (ne esistono varie versioni, tra cuiquelle di Taylor 1999, 2000).20 La connessione tra i dueschemi stata talvolta evocata21ma non mai stata esplicitataformalmente in letteratura. Da un punto di vista neoclassicoquesta connessione tuttavia evidente. Il modello di Solowconsente infatti di determinare lequilibrio di pienaoccupazione e il suo sentiero di sviluppo di lungo periodo.Attorno a questo equilibrio si svilupperanno poi le fluttuazionidi breve che sono loggetto di indagine dei modellimacroeconomici di breve periodo; di questi modelli quello delNew Consensus costituisce una variante particolare, che tieneespressamente conto del modo in cui la banca centrale fissa iltasso dinteresse. Possiamo dunque affermare che lequilibriodel modello di Solow rappresenta il pivot di riferimento per ilmodello del New Consensus. Ecco perch in questa sede, atitolo puramente esplicativo, parleremo di modello integrato

    Solow - New Consensus. Ora, partendo dalle strutturematematiche dei due modelli, mostreremo come ilribaltamento dei ruoli tra le variabili esogene e le variabiliendogene conduca a risultati ben diversi sia sul piano dellainterpretazione dei fatti che delle indicazioni politiche. Inparticolare, vedremo che nelle versioni tradizionali dei modellidi Solow e del New Consensus la distribuzione endogena, e

    20 Cfr. anche Clarida et al. (1999), Taylor (1997, 1999), Woodford (2001,2003), Carlin e Soskice (2006). Per una critica del New Consensus, si vedatra gli altri Arestis e Sawyer (2004), Setterfield (2004, 2006), Fontana ePalacio-Vera (2007), Fontana (2006), Kriesler e Lavoie (2007).21Taylor (2000, p. 91), citato anche in Kriesler e Lavoie (2007).

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    il ruolo della banca centrale semplicemente quello digarantire che il sistema economico converga verso il suo

    equilibrio di lungo periodo, dove linflazione sotto controlloe loccupazione piena. Quindi, intervenendo pressochesclusivamente sulla scelta delle esogene e delle endogene,ribalteremo completamente questi risultati. Vedremo infattiche nella versione alternativa dei due modelli, basata sulladeterminazione esogena della distribuzione del reddito, ilruolo dellautorit monetaria cambia completamente: ilbanchiere centrale diventa infatti uno dei fondamentaliregolatori del conflitto distributivo tra le classi sociali, mentrelequilibrio di piena occupazione non costituisce pi unimprescindibile punto di riferimento. Al termine dellarticoloavanzeremo alcune argomentazioni di ordine metodologico eteorico per prediligere questa versione alternativa dei modellia quella tradizionale neoclassica.

    Il grado di difficolt tecnica di questo articolo allaportata di uno studente che abbia appreso i tratti fondamentalidel modello neoclassico di crescita. Per il resto, luso della

    matematica ridotto allessenziale.

    2. I l modello neoclassico Solow New Consensus

    Descriviamo innanzitutto la tecnologia del sistema descritto daSolow. Il modello esamina un sistema capitalistico nel qualeviene prodotta una sola merce a mezzo di s stessa e di lavoro.Definiamo con K la quantit di merce disponibile comecapitale e quindi adoperata come input produttivo, con L la

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    quantit di lavoro omogeneo impiegato e con X la quantitdella merce prodotta. Otteniamo cos la seguente funzione di

    produzione:

    ),( LKFX

    Ipotizziamo che il capitale tenda ad esaurirsi nellarco di unsolo ciclo produttivo e debba quindi ogni volta esserecontinuamente reintegrato (ci significa che il tasso dideprezzamento del capitale pari a uno). Assumiamo inoltre

    che la funzione abbia rendimenti costanti di scala, e quindiche:

    ),(),( LKFLKF

    per ogni >0. Definendo quindi k=K/L e ponendo =1/L,possiamo esprimere la funzione di produzione in terminiprocapite, cio possiamo riportare le quantit di merce

    prodotte per ogni dato input di lavoro erogato:

    )(kfx

    dove x=f(k)=X/L. Assumiamo infine che questa funzione siacontinua e differenziabile, e che soddisfi le seguenti consuetecondizioni:

    0)('',0)(',0)0( kfkff

    Passiamo ora alla ripartizione del reddito prodotto tra gliagenti della produzione. In una economia capitalistica pura laproduzione realizzata sar evidentemente ripartita tutta tra

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    salari e interessi (ovvero profitti). Per cui, definendo con w ilsalario reale e con r il tasso di interesse reale, possiamo

    scrivere:

    KrwLX )1(

    Per esprimere anche questa equazione in termini procapitedividiamo tutto per L e otteniamo:

    krwkf )1()()1(

    Introduciamo ora lipotesi di perfetta concorrenza. Da essa ineoclassici e Solow traggono limplicazione che il lavoro e ilcapitale siano remunerati in base alle rispettive produttivitmarginali. In termini procapite, ci pu essere espresso neiseguenti termini:

    rkf 1)(')2(

    Infine, introduciamo unaltra tipica ipotesi neoclassica,secondo cui il reddito prodotto e risparmiato si trasformainteramente in investimento (ossia nella reintegrazione e nellacrescita del capitale) e in spesa non generatrice di capacitproduttiva (ad esempio in spesa pubblica). Definendo con s lapropensione al risparmio della popolazione, con g il tasso diaccumulazione del capitale e con Z la spesa non generatrice di

    capacit produttiva aggiuntiva, abbiamo che:

    ZKgsX )1(

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    Quaderno DASES 4

    Per esprimere tutto in termini procapite, dividiamo il tuttoancora una volta per L. Definendoz = Z/X otteniamo:

    zkgksf )1()()3(

    Il sistema di equazioni (1), (2), (3) descrive sinteticamentelintero modello di Solow. Queste equazioni ci consentono dicapire in che modo, partendo dalle dotazioni fattoriali scarse edalle preferenze degli agenti economici, il modello determinain modo endogeno la crescita e la distribuzione del prodotto.

    La procedura risolutiva del modello infatti questa. Si partedalle dotazioni esogene di capitale Ke di lavoro L. Note ledotazioni, la concorrenza far s che vengano a determinarsiesattamente quei livelli di equilibrio del salario e dellinteresseche corrispondono alle produttivit marginali dei fattori e chedunque garantiscono il pieno utilizzo di questi ultimi da partedelle imprese. Pertanto, dati K e L risulter dato anche ilrapporto k = K/L al quale le imprese li impiegheranno. Inoltresi considerano esogene anche la spesa z non generatrice dicapacit aggiuntiva e la propensione al risparmio s, cheesprime per lappunto le preferenze della popolazione inmerito alle scelte di consumo. Dati k, z ed s, restano solo trevariabili endogene (r, w, g) per tre equazioni. Il sistema dunque determinato: dalla equazione (2) infatti si ottiene r,dalla (1) si ottiene w e dalla (3) si determina g. Inoltre, dalrapportok possibile ricavare anche il grado di utilizzo udellacapacit produttiva in condizioni di pieno impiego, dato da:

    k

    kfu

    )(

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    In linea con il paradigma neoclassico della scarsit e dellautilit, il modello dunque parte dalle dotazioni e dalle

    preferenze e determina in modo endogeno il grado di utilizzodelle dotazioni, il tasso di accumulazione e la distribuzione delreddito prodotto.

    Nel gergo tipico della teoria dello sviluppo, quelloappena descritto un equilibrio di crescita non proporzionale.Esso infatti non garantisce che lavoro e capitale crescano almedesimo saggio. Solow tuttavia dimostra che sotto dateipotesi il sistema converge a un equilibrio di crescitaproporzionale.22 Quel che conta in questa sede, comunque, che entrambi gli equilibri assumono le dotazioni e lepreferenze come esogene, ed entrambi generano in modoendogeno quella sola distribuzione tra salari e profitti cheassicura il pieno impiego del capitale e del lavoro, che inquesto modello sta ad indicare un grado di utilizzo ottimodella capacit produttiva e lassenza di disoccupazioneinvolontaria. Alcuni parlano, a questo riguardo, di equilibrionaturale. Ecco perch da questo momento aggiungeremo un

    22 Definendo con l il tasso di crescita della popolazione lavorativa edassumendo che esso sia esogeno, lequilibrio di crescita proporzionale verra determinarsi nel momento in cui il rapporto kraggiunga quel livello tale darispettare la seguente condizione (3): sf(k)=(1+l)k+z; cio nel momento incui il tasso di risparmio ossia di accumulazione del capitale coincidaesattamente con il tasso esogeno di crescita del lavoro, cos da generare unosviluppo che lasci invariata la proporzione k tra le dotazioni di capitale elavoro. In tal caso il modello risulta composto dalle equazioni (1), (2), (3).Le esogene del modello sono dunquel, zeds. La (3) determinak, mentre la(2) e la (1) determinano rispettivamente r e w. In ogni periodo la scalaassoluta di attivit dipender dalla dotazione di lavoro L che rimane anche intal caso esogena.

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    pedice ai livelli di equilibrio del tasso di interesse reale e delgrado di utilizzo scaturiti dal modello di Solow: rn eun.

    Passiamo ora al modello del New Consensus, che ciconsentir di esaminare le fluttuazioni intorno allequilibrio dipieno impiego. Questo modello si distingue dai tradizionalimodelli macroeconomici di breve periodo per un motivo infondo semplice. I modelli tradizionali della cosiddetta sintesineoclassicaassumevano che la banca centrale decidesse in viaautonoma la quantit di moneta da mettere in circolazione, perpoi lasciare al mercato la determinazione del tassodinteresse.23 Il modello del New Consensus ipotizza inveceche la banca centrale fissi direttamente il tasso dinteresse.Questo modello viene oggi particolarmente apprezzato, anchein ambito didattico, poich esso sembra aderire maggiormentealla realt del funzionamento dei mercati e delle istituzionimonetarie. I l modello infatti non si sofferma pi sulla vecchiaquerelleattorno alla capacit o meno del sistema economico diconvergere spontaneamente verso lequilibrio di pienaoccupazione. Tocca invece alla banca centrale agire in modo

    da far convergere il sistema verso un equilibrio nel qualelinflazione sia sotto controllo e sia pure assicurato il pienoimpiego.

    Del modello del New Consensus esistono gi svariateversioni. Noi proponiamo la seguente, ispirata soprattutto aicontributi di Taylor e a una rivisitazione di Kriesler e Lavoie.Le equazioni del modello sono queste:

    23 Modigliani (1944), Patinkin (1965). Blanchard (2005) pu essereannoverato tra i prosecutori della linea di ricerca che prese avvio con lasintesi neoclassica.

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    )()6(

    )5(

    )()4(

    0

    n

    Tn

    uu

    ruu

    rr

    Innanzitutto opportuno notare che queste equazioni nonpossono essere determinate se non si conoscono prima i livellidi rn e un, il che segnala la stretta dipendenza logica delmodello del New Consensus da quello di Solow. Passiamoquindi ad esaminare il significato delle singole equazioni. La

    (4) costituisce una ipotesi sul comportamento del banchierecentrale. Si assume infatti che lautorit monetaria fissi untasso dinteresse reale r tanto pi alto rispetto al tasso rncorrispondente allequilibrio di pieno impiego, quantomaggiore sia il tasso dinflazione corrente rispetto ad untasso dinflazione obiettivo T (scelto dalla stessa autoritmonetaria oppure dalle istituzioni politiche del paese).Manovrando sul tasso dinteresse r, la banca centrale ritiene

    cio di poter orientare lattivit economica e quindi anche ladinamica dei prezzi. Questa congettura trova conferma nellealtre due equazioni del modello. La (5) una sempliceespressione della tradizionale curva IS. Essa ci dice che iltasso dinteresse influisce negativamente sulla domandaaggregata e quindi anche sul grado di utilizzo effettivo u dellacapacit produttiva. Il grado effettivo u indica semplicementele deviazioni dal tasso un che derivano da un impiego pi omeno intensivo del capitale, e che implicano quindi variazioni

    del prodotto procapite y rispetto al capitale procapite k.Esaminando questa equazione si deve anche tenere presenteche solo il tasso rn in grado di generare una domanda e ungrado di utilizzo u corrispondente al grado un di equilibrio di

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    pieno impiego. Infine, la (6) rappresenta una semplicederivazione della curva di Phillips. Essa indica che la

    variazione dellinflazione, verso lalto o verso il basso,dipende dalla differenza tra grado u di utilizzo effettivo egrado un di utilizzo corrispondente allequilibrio di pienoimpiego.

    Il sistema dunque di tre equazioni in tre incognite: r,u, . Il tasso dinteresse e il grado di utilizzo di pienoimpiego rn e un sono dati dalle equazioni di Solow, e tutte lealtre variabili sono considerate esogene (si tenga presente cheanche il tasso effettivo dinflazione ritenuto esogeno).Dunque il sistema determinato. Ad esempio, supponiamo dipartire da una situazione in cui il tasso dinflazione effettivosia maggiore del tasso preso come obiettivo. In tal caso labanca centrale potr fissare un tasso dinteresseparticolarmente alto. In tal modo essa potr dare luogo a ungrado di utilizzo effettivo minore di quello di equilibrio, equindi a una variazione negativa dellinflazione. In questomodo il tasso dinflazione effettivo tender verso il tasso

    obiettivo. Si presume infine che la banca centrale agisca inmodo opposto nel caso in cui linflazione effettiva sia minoredi quella desiderata. In questottica, dunque, lautoritmonetaria agisce continuamente sul sistema al fine dipervenire a un = T, che guarda caso corrisponde proprioallequilibrio di pieno impiego di Solow. Infatti, se si facoincidere linflazione effettiva con linflazione attesa, allorale equazioni del modello ci dicono che il tasso dinteresse e il

    grado di utilizzo della capacit risulteranno uguali ai lororispettivi livelli di pieno impiego.Dal modello neoclassico completo Solow New

    Consensus traiamo dunque le seguenti conclusioni. I livelli diequilibrio del salario e dellinteresse sono gli unici che

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    garantiscono la piena occupazione dei fattori produttivi, e inparticolare della dotazione di lavoro L disponibile. Qualsiasi

    azione tesa a modificare le variabili distributive comporternecessariamente uno scostamento dallequilibrio di pienoimpiego. Inoltre, la convergenza spontanea verso lequilibrionon sembra garantita. Non a caso spetter alla banca centrale ilcompito di guidare il sistema verso un equilibrio che assicurial tempo stesso la piena occupazione e il rispetto di un tassodinflazione obiettivo deciso politicamente.

    3. Una lettura ribaltata dei due modelli

    Abbandoniamo ora il paradigma neoclassico della scarsit edellutilit e introduciamo alcune ipotesi tipiche dellaletteratura eterodossa. Assumeremo infatti che il lavoro Ldisponibile sia sempre sovrabbondante rispetto alle esigenze

    produttive del sistema. Assumiamo invece che il grado diutilizzo del capitale possa ampiamente modificarsi senzanecessariamente generare tensioni sui prezzi. Ci significa chele dotazioni scarse non svolgono pi un ruolo decisivo per ladeterminazione delle endogene del sistema. Sul piano formalele conseguenze di questa diversa impostazione sono due. Inprimo luogo, si stabilisce che il tasso g di accumulazione delcapitale non sia pi determinato dal risparmio, ma sia fissato

    in modo esogeno in base alle autonome decisioni diinvestimento delle imprese. In secondo luogo, si ipotizza cheanche il tasso di interesse rn sia esogeno, e dipendaessenzialmente dagli esiti del conflitto tra le classi sociali(questo significa evidentemente che il pedice attribuito a quel

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    tasso non potr pi indicare lequilibrio naturale di pienoimpiego; al pi si potr parlare di una posizione normale, da

    intendersi come quella che ha finito per imporsi in unadeterminata fase storica). Ebbene, come vedremo, a seguito diquesto cambiamento delle esogene i due modelli Solow New Consensus subiranno un ribaltamento logico, egiungeranno a conclusioni molto diverse da quelle descritte inprecedenza.

    Esaminiamo in primo luogo le equazioni (1), (2), (3).Assumendo che rn e g siano esogeni, occorre individuare trenuove endogene per rendere determinato il modello. Questesarannok, w, z. La sequenza risolutiva del modello si modificadunque nel seguente modo. La (2) rappresenta comunque lacondizione che le imprese debbono rispettare se voglionoscegliere la tecnica produttiva che minimizzi i costi: essa ciodetermina il rapporto k in base al quale le impresecombineranno i mezzi di produzione con il lavoro. Una voltanoti rnek, anche il prodotto procapitef(k) determinato, e conesso pure un. Una volta dati rn, k, f(k), attraverso la (1)

    possibile ottenere residualmente il salario reale w. In altreparole, la quota di prodotto che va al lavoro si determina perdifferenza rispetto alla quota gi assegnata in modo esogeno aipercettori dellinteresse. Infine, dato il tasso g diaccumulazione, si pu immaginare che la (3) sia rispettata inbase al mutamento del rapporto z tra la spesa non generatricedi capacit aggiuntiva e il reddito prodotto.24 Il risultato finale dunque radicalmente mutato rispetto al modello originario di

    Solow. Notiamo infatti che le dotazioni fattoriali perdono ilruolo prioritario che avevano in precedenza. Il lavoro, in

    24 Le implicazioni macroeconomiche di una spesa autonoma nongeneratrice di capacit produttiva sono esaminate in Serrano (1995).

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    particolare, per ipotesi viene ritenuto non pi scarso maabbondante. Per ogni dato livello della domanda, le imprese

    assorbiranno cio il numero di lavoratori strettamentenecessario a soddisfarla. Ci significa per che i lavoratoririmanenti resteranno disoccupati. Di conseguenza le variabilidistributive non assolvono pi al compito di garantirelassorbimento delle dotazioni scarse da parte delle imprese.Ci non significa tuttavia che la distribuzione resti sospesa peraria. Al contrario, come si detto in precedenza, si ritiene cheessa sia il risultato dei rapporti conflittuali tra le classi sociali,e delle modalit attraverso le quali tali rapporti incidono sulmeccanismo generale di riproduzione del sistemaeconomico.25

    In questo nuovo scenario, quale sar la funzione delbanchiere centrale? Per rispondere a questo interrogativooccorre esaminare le equazioni (4), (5), (6) del NewConsensus. Da un punto di vista strettamente formale, vanotato che la soluzione del sistema non si modifica. Leendogene restano infatti r, u, , determinate in base alla

    medesima procedura originaria e in funzione delle stesseesogene e dei livelli di rn eun gi determinati dalle equazioni(1), (2) e (3). C tuttavia una differenza sostanziale, cheriguarda proprio le ultime due variabili menzionate. Questeinfatti non corrispondono pi ad un equilibrio di pienoimpiego, ma riflettono semplicemente i rapporti di forza tra leclassi sociali. Il fatto che il banchiere centrale cerchi diorientare il sistema verso rn e unassume dunque per forza di

    cose un significato del tutto nuovo.

    25Cfr. nota 19 precedente.

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    Sul comportamento della banca centrale si possonoavanzare due diverse ipotesi. In primo luogo si potrebbe

    ritenere che la presenza di un dato livello esogeno di rn nellaequazione di comportamento (4) dellautorit monetariaindichi laccettazione e la difesa, da parte di questultima, diuna certa distribuzione del reddito tra le classi sociali. Vainfatti ricordato che come indicano le equazioni (5) e (6) -attraverso il tasso dinteresse r il banchiere centrale pu agireindirettamente sul grado effettivo di utilizzo u della capacit equindi anche sulle variazioni dellinflazione . La suapolitica potrebbe dunque finalizzata a rendere compatibile ladistribuzionern esogena con il tasso dinflazione desiderato T.Ad esempio, se i lavoratori non accettano questa distribuzionedel reddito allora eserciteranno delle pressioni sui salari, lequali evidentemente daranno luogo a un incrementodellinflazione. La banca centrale potrebbe in questo casoattuare una politica restrittiva che, riducendo il grado diutilizzo della capacit produttiva e generando quindidisoccupazione, indebolisca i lavoratori e attenui le loro

    rivendicazioni.Questa interpretazione alternativa del modello

    sottolinea dunque il ruolo del banchiere centrale qualeregolatore del conflitto distributivo. Ora, questo tipo dilettura si basa sulle due equazioni (5) e (6). Il problema chesu di esse la letteratura eterodossa ha sempre nutrito fortidubbi. In particolare, gli economisti critici verso il mainstreamneoclassico hanno sempre sollevato perplessit sulla esistenza

    di una relazione forte e stabile tra il tasso dinteresse e il gradodi utilizzo della capacit produttiva. Inoltre, essi hanno semprecontestato lidea che esistesse una relazione analoga tra il

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    Quaderno DASES58

    grado di utilizzo e la variazione dellinflazione.26Ecco perchdiversi economisti eterodossi affermerebbero che in realt i

    parametri e del modello potrebbero essere uguali a zero,rendendo cos del tutto superflue le equazioni (5) e (6). Sivengono cos a creare le condizioni logiche per una secondainterpretazione alternativa del modello. In essa, quale potrebbeessere il significato della equazione (4) di comportamento delbanchiere centrale? Ebbene, una possibile risposta che taleequazione potrebbe riflettere la volont da parte dellautoritmonetaria di garantire che il tasso dinteresse nazionale non sidiscosti da quello prevalente allestero, in modo da evitareeventuali fuoriuscite di capitale. In altri termini, la (4)potrebbe riflettere la ben nota condizione di parit scoperta deitassi dinteresse.27 Per dimostrare ci, assumiamo persemplicit che =1. Consideriamo inoltre T e F i tassidinflazione correnti, per ipotesi uguali ai tassi obiettivo,rispettivamente nel paese in questione e allestero. Con i e iFdefiniamo poi i tassi dinteresse nominali interno ed estero.Quindi indichiamo con il tasso dinflazione interno effettivo

    atteso, che potr discostarsi dal tasso obiettivo. Ora, noisappiamo che in generale il tasso dinteresse reale dato dalladifferenza tra tasso dinteresse nominale e tasso dinflazione.Se tuttavia si considerano i possibili scostamenti del tassodinflazione dal tasso obiettivo, allora il tasso dinteresse realeinterno sar dato da:

    )( TTir

    26Kriesler e Lavoie (2007), tra gli altri.27Gandolfo (2001).

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    Mentre il tasso dinteresse reale estero sar dato da rF = iF

    F. Effettuando le sostituzioni e pochi calcoli la (4) quindi

    diventa:

    )()'4( FFii

    Definiamo ora con E/E la variazione attesa del tasso dicambio nominale. Se si assume che viga la condizione diparit dei poteri dacquisto, per cui i tassi di cambio riflettono

    landamento dei tassi dinflazione, alloraE/E = )( F e

    quindi la (4) corrisponde esattamente alla condizione di paritscoperta dei tassi dinteresse.

    Dunque, stando a questa interpretazione, ilcomportamento della banca centrale verte sullobiettivo ditenere sotto controllo i flussi di capitale, garantendolallineamento tra i tassi dinteresse interni rispetto a quelliprevalenti allestero. Si tenga presente che anche in questocaso possibile guardare al banchiere centrale come a un

    regolatore del conflitto distributivo. Chiaramente in questacircostanza la distribuzione interna sar dominata da quellaprevalente a livello internazionale. E la banca centrale nonpunta pi a modificare il tasso dinflazione, ma si limita areagire ad esso. Tuttavia questa complicazione non cambia lasostanza del suo ruolo, che verte tutto sulla regolazione delconflitto distributivo e che prescinde da qualsiasiconsiderazione relativa a un ipotetico equilibrio di piena

    occupazione.

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    4.Come scegliere tra le due impostazioni?

    Il modello neoclassico Solow New Consensus e la suaversione ribaltata ed eterodossa, messi a confronto nellepagine precedenti, hanno rivelato alcune interessanti analogiecon gli stereogrammi, quei disegni la cui propriet dicambiare radicalmente di significato a seconda del punto divista da cui ci si pone ad osservarli. Allo stesso modo, infatti,la scelta delle variabili esogene pu essere concepita come unmomento decisivo in cui il costruttore di modelli definisce ilproprio punto di vista e mette a fuoco luno o laltro tipo dirappresentazione del sistema economico. Naturalmente,luniverso concettuale in cui un modello economico si inscrivenon potr mai semplicemente emergere dal sistema diequazioni e dalla scelta delle variabili esogene che locaratterizzano, ma dovr essere rintracciato nel significatoche si inteso attribuire a quelle equazioni e a quelle variabili.

    Tuttavia, ai fini della determinazione del senso di una teoria,il problema della scelta delle esogene rappresenta un

    passaggio fondamentale. E questo non solo in ambito didatticoma anche in quello pi in generale dellattivit di ricerca, enon solo in economia ma anche in tutti gli altri campi diapplicazione dellapproccio deduttivo.

    Ma su quali basi si debbono scegliere le esogene?Ideologiche? Logiche? E questo il punto cruciale, la questione decisiva. Basti pensare al fatto che, nel nostro esempio, aseconda della scelta delle esogene il banchiere centrale sar

    considerato una guida verso lequilibrio di pienaoccupazione oppure al contrario una sorta di gendarme delconflitto distributivo. E chiaro allora che se non esiste uncriterio scientifico per selezionare le esogene, si corre ilrischio di sconfinare nel solipsismo, ossia nellidea secondo

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    cui nella fase della scelta delle premesse tutto va bene,purch nello stadio successivo della ricerca si derivino

    proposizioni logicamente coerenti rispetto alla scelta iniziale(Feyerabend 1975). Tuttavia nel nostro caso la derivasolipsista pu essere evitata. Infatti, la versione neoclassica delmodello Solow New Consensus presenta un grave limiteteorico, poich risulta logicamente coerente solo in duecircostanze, entrambe inverosimili: quella di un mondo a unasola merce e quella di un mondo con mercati futuri completi.Questo limite, individuato da Sraffa (1960) e dai suoisuccessori, appare oggi alquanto dimenticato in letteratura manonostante gli sforzi compiuti i teorici neoclassici non sonomai riusciti a sormontarlo.28 Ecco dunque un motivo logico enon semplicemente ideologico per il quale i giovani studiosipotrebbero essere incuriositi dalla versione ribaltata edeterodossa dei due modelli qui descritti.

    28Secondo Garegnani (2003), possibile indirizzare la critica sraffiana allateoria neoclassica del capitale non solo ai vecchi modelli wickselliani dilungo periodo ma anche ai pi recenti modelli neo-walrasiani di breve.Questa la cosiddetta critica alla logica interna alla teoria neoclassica. Sudi essa e sulla non meno rilevante critica metodologica esterna, cfr.Brancaccio (2008b) e Brancaccio e Realfonzo (2009).

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    Bibliografia

    Arestis, P. and Sawyer, M. (2004), Monetary Politicy when Moneyis Endogenous: Going Beyond the New Consensus, in Lavoie an