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40 FOTOGRAFIA REFLEX PORTFOLIO Caravaggio in Cucina I CARAVAGGIO IN CUCINA Per festeggiare i suoi 60 anni il più grande fotografo italiano di food, Renato Marcialis, apre le porte del suo studio per una mostra dedicata al progetto ispirato dalla tecnica di illuminazione di Caravaggio n Italia quando si parla di food photo- graphy il primo nome della lista è senza ombra di dubbio quello di Renato Marcia- lis. I suoi clienti sono sparsi per il mondo e le sue immagini riempiono cataloghi, ricettari e molto altro, lui è la fotografia di food. Tra una lavoro commisionato ed un altro, però, Marcialis non ha mai messo da parte le speri- mentazioni personali e in particolare il suo progetto “Caravaggio in Cucina”, nato diver- si anni fa quasi per caso mentre cercava un modo diverso per dare luce e vita a delle sem- plici castagne, rappresenta l’essenza di questa ricerca. Da quel giorno è stato un susseguirsi di idee da sviluppare seguendo il tipo di luce particolare che era riuscito a costruire con la tecnica del light painting; il risultati erano co- sì pittorici da riportare la mente di Marcialis ai quadri di Caravaggio, il passo per battezza- re il progetto è stato molto breve. Oggi, a circa otto anni di distanza da quel- la foto numero zero e con le sessanta candeli- ne da spegnere, Renato Marcialis ha deciso di aprire le porte del suo studio, del suo mondo, per mettere in mostra sessanta quadri tratti da questo lavoro. E parliamo di quadri sapendo anche quanto tempo e quale cura impieghi per montare su tela le fotografie di “Caravag- gio in cucina”, che grazie a delle particolari tecniche possono davvero essere scambiati per dipinti ad olio. Così, dopo aver girato in lungo e in largo l’intero mondo, la prossima mostra si terrà dal 20 al 22 maggio, proprio dove tutto è nato, presso lo Studio Renato Marcialis a Milano, dove verrà creato un per- corso in cui ci saranno anche tutti gli oggetti legati alla gastronomia italiana che fanno par- te non solo delle immagini di Marcialis, ma creano la sua collezione. Per l’occasione ab- biamo avuto la possibilità di entrare ancora Nella pagina a fianco “Vendemmia” e qui a destra “In alto i ciuffi”. In tutte le foto di Marcialis, troviamo oggetti della tradizione gastronomica italiana. di Luca Forti » FOTOGRAFIA REFLEX 41

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40 FOTOGRAFIA REFLEX

PORTFOLIO

Caravaggio in Cucina

I

CARAVAGGIO IN CUCINA Per festeggiare i suoi 60 anni il più grande fotografo italiano di food, Renato Marcialis, apre le porte del suo

studio per una mostra dedicata al progetto ispirato dalla tecnica di illuminazione di Caravaggio

n Italia quando si parla di food photo- graphy il primo nome della lista è senza

ombra di dubbio quello di Renato Marcia- lis. I suoi clienti sono sparsi per il mondo e le sue immagini riempiono cataloghi, ricettari e

molto altro, lui è la fotografia di food. Tra una lavoro commisionato ed un altro, però,

Marcialis non ha mai messo da parte le speri- mentazioni personali e in particolare il suo

progetto “Caravaggio in Cucina”, nato diver- si anni fa quasi per caso mentre cercava un

modo diverso per dare luce e vita a delle sem- plici castagne, rappresenta l’essenza di questa ricerca. Da quel giorno è stato un susseguirsi di idee da sviluppare seguendo il tipo di luce particolare che era riuscito a costruire con la tecnica del light painting; il risultati erano co- sì pittorici da riportare la mente di Marcialis

ai quadri di Caravaggio, il passo per battezza- re il progetto è stato molto breve.

Oggi, a circa otto anni di distanza da quel- la foto numero zero e con le sessanta candeli- ne da spegnere, Renato Marcialis ha deciso di aprire le porte del suo studio, del suo mondo, per mettere in mostra sessanta quadri tratti da questo lavoro. E parliamo di quadri sapendo anche quanto tempo e quale cura impieghi per montare su tela le fotografie di “Caravag- gio in cucina”, che grazie a delle particolari tecniche possono davvero essere scambiati per dipinti ad olio. Così, dopo aver girato in lungo e in largo l’intero mondo, la prossima mostra si terrà dal 20 al 22 maggio, proprio dove tutto è nato, presso lo Studio Renato Marcialis a Milano, dove verrà creato un per- corso in cui ci saranno anche tutti gli oggetti legati alla gastronomia italiana che fanno par- te non solo delle immagini di Marcialis, ma creano la sua collezione. Per l’occasione ab- biamo avuto la possibilità di entrare ancora

Nella pagina a fianco “Vendemmia” e qui a destra “In alto i ciuffi”. In tutte le foto di Marcialis, troviamo oggetti della tradizione gastronomica italiana.

di Luca Forti

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FOTOGRAFIA REFLEX 41

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Caravaggio in Cucina

Saper abbinare gli elementi con i cibi da fotografare ri- chiede tempo e uno studio ben preciso. Per questo Mar- cialis ha una collezione molto ampia in cui si possono tro- vare i più disparati oggetti da cucina. Qui sopra la foto “Latteria”, nella pagina accanto “Pomposamente”.

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Prima di addentrarci nelle questioni le-

gate al progetto Caravaggio in Cucina,

avrei una curiosità personale: ti sei avvici-

nato alla food photography perché sei an-

che un grande cuoco?

Sì, ammetto di essere un buon cuoco, ma il fatto è che la cucina ha sempre fatto parte della mia famiglia. Mio nonno faceva lo chef sulle navi da crociera, mio zio era chef Cor- don Bleu de France, mio papà un famoso chef barman a cui sono stati riconosciuti premi importanti. La ristorazione, anche ad alti li- velli, è sempre stata di casa e stiamo portan- do avanti la tradizione, infatti anche mio fi- glio è un cuoco.

Il progetto Caravaggio

dienti lo accoglievano in bella mostra. E lui cosa faceva con quelle materie prime uniche? Le ritraeva una ad una. Si tratta di un proget- to che ha preso vita nel 2008 ma che negli an- ni ha continuato a trasformarsi.

Con la mostra pensi di chiudere un cer-

chio e ti dedicherai magari ad altre ricer-

che stilistiche o hai in mente di ampliare

ancora questo progetto?

Continuerò a sviluppare questo progetto finché avrò qualcosa di nuovo da esprimere attraverso di lui, nel corso degli anni Cara- vaggio in Cucina ha mutato pelle ed offerto nuove primizie, perché di quelle si parla! Nel-

le mie foto, ogni ortag- gio, frutto o alimento tra-

in cucina, quando e come

è nato?

Come tutti i progetti più belli, Caravaggio in Cuci- na è nato per caso, mentre

Nelle mie foto ogni alimento trascende

il suo significato

scende il suo significato più materiale per essere letto in una dimensione diversa. Ho la fortuna di raccogliere i prodotti da

più da vicino nel suo mondo e capire come gira il mondo della fotografia in un settore così tanto alla moda come quello del food, sempre in prima linea con programmi televi- sivi, riviste, speciali e molto molto altro.

cercavo la luce giusta per svolgere un lavoro commissionato da un cliente, un fornitore di castagne. Ho creato una composizione che necessitava di una luce intensa, volevo un ef- fetto quasi pittorico ed è stato in quel mo- mento che mi è tornata alla mente una fibra ottica acquistata 25 anni prima… da quel mo- mento mi si è aperto un mondo, ho ottenuto un’illuminazione che mai avrei usato per altri lavori, una luce di altri tempi. Da qui la mia memoria ha iniziato a correre con la fantasia a Caravaggio che, trovandosi in un palazzo di un suo committente, nel girovagare tra saloni e corridoi, alla fine si ritrovava in un’immen- sa cucina dove un numero esagerato di ingre-

fotografare direttamente dal mio orto, quindi di trattare il soggetto fresco, a “KM zero”. Ed è bellissimo raccogliere un ortaggio come un radicchio o una lattuga, eliminarne le foglie esterne appassite e scoprire quella bellezza nascosta al suo interno. Finché potrò far stu- pire il pubblico e stupire me stesso di questa perfezione andrò avanti!

Per realizzare queste fotografie utilizzi

delle tecniche particolari? E con che tipo di

attrezzature e accessori scatti?

Si tratta di una tecnica antichissima, pos- siamo definirla luce pennellata. Prende vita illuminando il soggetto con una fonte di luce potente ma concentrata che, impugnata con la

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Caravaggio in Cucina

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mano destra e facendola vibrare sulla compo- sizione, mi permette di illuminare dove è op- portuno. È un ritorno al passato, ai tempi in cui non era possibile illuminare in modo uniforme grandi ambienti. Cosa accadeva in quei casi? Gli assistenti del fotografo si spo- stavano tra gli ambienti facendo luce di volta in volta su porzioni diverse prima con le fiac- cole, poi con le lampade. Ecco, io ho trasferi- to questa tecnica utilizzata solitamente sui grandi spazi ai miei soggetti, alla natura viva, frutta e verdura.

Riguardo alle mie attrezzature, non analiz- zo in dettaglio ogni modello sul mercato dal punto di vista tecnico. Le prime immagini le ho realizzate con un banco ottico Sinar P2

con obiettivo Rodenstok da 300mm. Poi è sta- ta la volta della Canon 5D Mark II con uno zoom 70-300mm. Strada facendo la Nital mi ha fornito per un tempo determinato la Nikon D810, coadiuvata da un obiettivo zoom AF-S Nikkor 70-200mm f/2.8G ED VR II con la quale ho potuto realizzare un centinaio di im- magini. Scaduto questo tempo, sono ritornato alla Canon.

Quali sono le difficoltà che si incontrano

per fare un lavoro come questo e quali in

generale affrontando la food photography?

La difficoltà principale per un food photo- grapher è quella di curare tutto ciò che viene prima dello scatto: informarsi sul tipo di ali-

mento che si deve fotografare o gestire al me-

glio ingredienti e guarnizioni. Occorre saper maneggiare e trattare le materie che si andrà a fotografare perché ogni ingrediente va uti- lizzato alla sua giusta temperatura e nei tem- pi adeguati. Quando fotografo un piatto lo faccio come se stessi per mangiarlo, ci ag- giungo anche il sale! Ma tutto ciò si impara negli anni, con l’esperienza.

Oggi sul web e in televisione si parla sem-

pre più spesso di temi legati alla cucina, ma

ci capita spesso di vedere fotografie che

non rendono giustizia ai piatti: se dovessi

dare un solo consiglio per fare delle foto-

grafie migliori, anche per chi magari usa

gli smartphone, quale sarebbe?

Oggi tutti sono fotografi e, soprattutto, tutti sono fotografi di food. C’è da dire che conosco giovani che hanno iniziato con lo smartphone, poi hanno comprato la loro prima macchina fotografica fino a ottenere anche buoni risulta- ti. Però bisogna dire in modo chiaro ai tanti food photographer proclamati tali da Insta- gram e social annessi, che non si diventa pro- fessionisti solo immortalando un piatto e che il consiglio primario non può che essere quello di studiare nel momento in cui si ambisce a farla diventare una professione. Se è una pas- sione, andrà bene seguire dei workshop ma non improvvisarsi, essere autodidatta porta a non confrontarsi con nessuno. Un solo consi- glio spassionato: non preparate un piatto per poi pensare successivamente alla sua composi- zione, perché vedere delle splendide materie prime ossidate è davvero un’eresia!

Sì, tutti food photographers o anche sem-

plicemente tutti photographers. Ma a tal

proposito, qual è la situazione attuale in

questo settore della fotografia?

Per quanto riguarda il food, definirei l’at- tuale scenario drammatico, purtroppo è sem- pre più difficile emergere e vivere di sola fo- tografia. Non so se dipenda dal cliente o dal- le agenzie, ma i prezzi odierni sono circa un quarto di quelli che regolavano il mercato dieci anni fa. Se si hanno le spalle coperte al- lora si può fare un tentativo, ma altrimenti è meglio pensarci bene.

Infine un’altra curiosità: se anni fa,

quando hai deciso di dedicarti solo al food,

fossi stato costretto a fare una scelta diver-

sa, su quale genere ti sarebbe piaciuto con-

centrarti?

Penso che il settore che avrei perseguito sa- rebbe stato quello del beauty. Perché compor- ta due tipi di ripresa: still life per quanto ri- guarda i prodotti e con le modelle/i per mo- strare l’effetto finale. Solo che avrei frequen- tato l’accademia di trucco e parrucco per po- ter gestire in toto la situazione!

È bene ricordare che tutti gli ortaggi provengono dall’or- to dello stesso fotografo. A fianco “Estrema protezione” nella pagina accanto “Legame”.

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Caravaggio in Cucina

“Sagra della fava” è il titolo dell’immagini qui sotto; nel- la pagina accanto: “Colti precocemente”. Nelle pagine precedenti a sinistra “Piccoli scrigni” e a destra “Selvati- camente preziosi”.

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Non preparate un piatto per poi pensare successivamente alla sua composizione,

perché vedere delle splendide materie prime ossidate è davvero un’eresia!

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