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Maggio-Agosto n. 5 2001 Rivista quadrimestrale della FENIARCO Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c - Legge 662/96 - dci “PN”

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  • Maggio-Agosto

    n. 52001

    Rivista quadrimestrale della FENIARCOFederazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali

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    PN

  • REALT O FANTASCIENZAdi Aldo Cicconofri

    I CORSARI...di Alvaro Vatri, Giorgio Morandi

    e Sandro Bergamo

    LABORATORIO PERMANENTEDI ELABORAZIONE CORALE

    DI VITTORIO VENETOdi Stefano Da Ros

    QUANDO CI GUARDANO,COME CI VEDONO. LA CORALIT ITALIANA

    VISTA DA MATIAZ SCEKdi Valentina Longo

    CORSI E FORMAZIONIdi Puccio Pucci

    IMPARA LARTE...di Mauro Zuccate

    CORSI&CORSIdi Valentina Longo e Lucia Vinzi

    COMPORRE PER CORO OGGIdi Giovanni Bonato

    IMPRESSIONI,GIORNALE DI BORDO DI UNA CORSISTA

    di Cristina Ganzerla

    PER UNA MUSICA UMANA:LESPERIENZA DI AOSTA

    di Carlo Tommasi

    RUBRICHE

    NOTIZIE DALLE REGIONI

    DISCOGRAFIAAlvaro Vatri

    MONDOCOROGiorgio Morandi

    37 CONCORSO NAZIONALE CORALETROFEI CITT DI VITTORIO VENETO

    pag. 10

    pag. 14

    pag. 16

    pag. 26

    Rivista quadrimestrale della FENIARCOFederazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali

    Foto di copertina:GUSTAV KLIMT

    La musica I, 1895

    Direttore responsabile:Sandro Bergamo

    Comitato di redazione:Giorgio CostantinoAniello Del GattoGiorgio MorandiPuccio PucciAlvaro Vatri

    Redazione:via Altan, 3933078 San Vito al Tagliamento (Pn)tel. 0434 876724fax 0434 877554e-mail: [email protected]

    Progetto grafico:Roberto Roveri - Agenzia G.V. - Bologna

    Stampa:Tipografia Menini / Spilimbergo (Pn)

    Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c- legge 662/96 dci PNAutorizzazione Tribunale di Pordenonedel 25.01.2000 n 460 Reg. periodici

    Abbonamento annuale L. 15.000C.C.P. 11139599 Feniarco - Via Altan, 3933078 San Vito al Tagliamento (Pn)

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  • 3edito

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    DAL N. 31 DI CHORALITER(GENNAIO APRILE 2011 )RIPORTIAMO LINTERVISTA

    AL PRESIDENTE DELLA FENIARCO.

    Cosa ne pensa, Presidente, deibruschi cambiamenti avvenuti nelmondo corale negli ultimi diecianni?

    Credo che questo decennio sia statoveramente eccezionale per la coralititaliana. Si realizzato in questo bre-ve arco di tempo ci che progettava-mo da molti anni.

    Qual stato, secondo Lei, il mo-mento o lavvenimento decisivoper giungere allattuale situazio-ne?

    Non c stato un momento od un av-venimento scatenante ma un conca-tenarsi di azioni che hanno interagitopositivamente tra loro. Una svolta im-portante fu listituzione, in alcuniConservatori italiani, del Nuovo Corsoper Direttore di Coro, con un pro-gramma rinnovato, che rispondevaalle esigenze della coralit italiana diallora. A questo vanno poi aggiunti lafondazione del Coro Giovanile Italia-no che ormai ogni anno raccoglie gio-vani coristi provenienti da tutte le re-gioni italiane per svolgere unatourne concertistica. Le Settimanecantanti poi, che iniziarono nel 1998con Alpe Adria Cantat a Jesolo, sonoormai 3 o 4 ogni anno e sono distri-buite in tutta la penisola.

    A proposito del Corso per Diretto-re di Coro ci pu illustrare gli at-tuali programmi?

    Mentre precedentemente era solo ilDocente di Musica Corale e Direzionedi Coro a curare lintera formazionedegli studenti, attualmente sonocoinvolti nellinsegnamento diversialtri docenti e, oltre allo studio delmottetto e del madrigale, che riman-gono basilari, gli attuali direttori se-guono anche Corsi semestrali relativialle forme della musica barocca, ro-mantica e contemporanea.

    Ma non sono troppi i periodi dastudiare?

    E difficile affrontare lo studio e lese-

    cuzione di un repetorio se non se neconoscono le originali tecniche com-positive, i criteri estetici dellepoca incui nato e la prassi esecutiva.

    Ma questo richiede chiss quantianni di studio!

    Indubbiamente i Corsi, specie per iDocenti, sembrano sempre brevi ri-spetto agli argomenti da affrontare,ma otto anni, se ben utilizzati posso-no essere sufficienti. Gli studenti in-fatti, dopo il Corso inferiore di Com-posizione, affrontano un itinerariospecifico che comprende- ANALISI E COMPOSIZIONE con lo

    studio delle forme corali pi im-portanti dal Medioevo alla Musicacontemporanea. I Docenti sonocoloro che prima insegnavano Mu-sica corale, Armonia, Contrappun-to e Composizione, utilizzati perinsegnare il periodo che amano econoscono meglio;

    - VOCALITA, in cui il Docente diCanto cura la formazione vocaledei futuri Direttori di Coro ed inse-gna loro anche la Didattica dellatecnica vocale da utilizzare sia coni gruppi di adulti che di bambini;

    - LETTURA DELLA PARTITURA intesasia come mezzo per affrontare lostudio preliminare dei brani cheper sviluppare la tecnica strumen-tale del pianoforte o dellorgano;

    - FONETICA del latino, del francese,dellinglese e del tedesco con ap-profondimento linguistico di al-meno due di queste lingue;

    - STORIA DELLA MUSICA con un par-ticolare approfondimento delleepoche e degli autori pi rappre-sentativi della musica corale;

    - GESTUALITA E CONCERTAZIONEper maturare, di fronte ad una ve-ra formazione corale e con la gui-da del Docente di Esercitazioni co-rali, lesperienza adeguata per sa-per condurre un gruppo sia duran-te la prova che nelle esecuzioni;

    - PEDAGOGIA MUSICALE onde sa-per affrontare con il giusto com-portamento e con tecniche ade-

    REALT O FANTASCIENZA

    Segue a pag. 4

  • Finita lestate, iniziando un nuovociclo annuale di lavoro, capita che,facendo pulizia nella propria scri-vania, fra le tante carte avviate almacero un bel pacchetto sia rap-presentato dalle molte proposte dicorsi e seminari cui siamo stati invi-tati nella passata stagione. E le vec-chie carte che buttiamo sincrocia-no con quelle nuove che il postinoci recapita: con lautunno inizianoaltri corsi, di durata annuale o plu-riennale. Si pu imparare a cantarein riva al Garda, a comporre su inmontagna, a dirigere stando al ma-re, occuparsi di musica rinascimen-tale in una cittadina del centro Ita-lia, di gregoriano in un monasterodel nord, di musica contemporaneain una localit balneare delle isole,di gospel in una ex colonia eliote-rapica. La proposta vastissima, egi questo uno scoglio da supera-re: tutti buoni? E come distinguerela qualit? E importante saperleggere tra le righe spiega AndreaAngelini, delegato provinciale perRimini dellAERCO, direttore di co-ro, frequentatore e organizzatoredi corsi, ovvero recepire quali sonogli obbiettivi dichiarati del corsoche si desidera intraprendere.Eventuali fronzoli quali visite dilocalit, percorsi eno-gastronomicisuppletivi possono servire per ma-scherare unappropriata valenza edinteresse del seminario. La diffi-denza verso proposte extramusicalisembrerebbe generale. Ho diffi-dato di quei corsi reclamizzati perlamenit del luogo dichiara Pao-lo Fossati, direttore del coro Ma-stri Fini di Busto Arsizio. Che si in-gannino le agenzie di viaggio, op-pure nelle nostre interviste siamoincappati in asceti della coralit?Linformazione segue i pi diversicanali, senza che ci sia un filtro:Linformazione segue per lo pi ilpassa parola, dice Doriana di Ioia,direttrice di coro di Roma. La crea-zione di un comitato di garanziapotrebbe essere utile per evitaresorprese, ma credo poco nella sua

    fattibilit. Per Paolo Mauri, di-rettore del Coro dellInnominato diVercurago, Solo lesperienza di-retta pu farci conoscere quelloche i depliants informativi ci fannosolo intravedere. Il programma del corso ovvia-mente la cosa che viene presa inconsiderazione per prima. A con-ferma della variet, e da questopunto di vista della completezza,delle proposte, nessuno degli inter-vistati lamenta lassenza di questoo quel tema: ce n per tutti i gustie i bisogni. I problemi riguardanopiuttosto il livello e limpostazione.In molti casi, nota Doriana diIoia, si predilige laspetto teorico etroppo poco spazio riservato al-lascolto o alla pratica. Inoltre si di-mentica che metodiche che risulta-no vincenti se adottate con musici-sti esperti, possono non avere ilmedesimo riscontro se attuate concoristi non professionisti. Quindi al-cuni corsi di perfezionamento an-drebbero differenziati a secondache si tratti di direttori di cori dilet-tantistici o professionisti. Ancheper Francesco Tatangelo, diretto-re dellAccademia Musicale di Sora,Sarebbe necessario fare pi prati-ca. Troppo spesso si risolve tutto inchiacchiere teoriche.Molti sottolineano le difficolt chenascono dallincontro di livelli mol-to diversi, dallamatore al profes-sionista, tra i corsisti. Nota PaoloFossati che raramente i docentifanno test introduttivi o verificanola situazione del loro uditorio inmodo da adeguare o differenziarelintervento. Certo cosa comples-sa, ma qualcosa si dovrebbe fare.Ma la preoccupazione di non cen-trare il livello non deve preoccupa-re solo nella direzione verso ilbasso: Ci sono corsi per amatori ecorsi ad un livello superiore, sotto-linea Andrea Angelini; non trovogiusto limitare il livello di essi alla-matorialit. Un amatore si pu ele-vare frequentando un corso perprofessionisti; il contrario no!4

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    er I CORSARI.Aspettative e prospettive di allievi,docenti e organizzatori di corsi corali.

    guate anche la direzione del corodi bambini.

    Passiamo ad un altro argomento.Mi sembra consistente anche latti-vit editoriale della Feniarco.

    Lei pensi che il primo volume, dellediverse collane che abbiamo attual-mente, fu Melos, pubblicato nel 2001,cui fecero seguito i Volumi per Cori dibambini e per Cori giovanili. Proprioquestanno poi, completeremo la se-rie di volumi contenenti i Canti popo-lari di tutte le regioni italiane.

    Tra tutte le attivit della Feniarcoqual stato il settore che ha datoi risultati migliori?

    Sicuramente la scuola perch ormai difficile trovarne una che non abbiaformato il coro. Inoltre dai volumi de-dicati ai cori di bambini ed ai cori gio-vanili, corredati di CD con le esecuzio-ni dei brani, si andato man manoformando un repertorio comune intutta Italia che durante lannuale Fe-stival di cori scolastici permette aibambini ed ai ragazzi di cantare e difar festa insieme.

    Lattivit editoriale mi pare che ab-bia avuto un grosso ritorno anchesulla professione del compositore.

    Indubbiamente la distribuzione capil-lare presso le scuole ed i cori dei no-stri volumi ha permesso la diffusionee lesecuzione di un nuovo repertorioitaliano che, unito alla convenzionecon la Siae del 2001 ha permesso aicompositori di poter ottenere qual-che soddisfazione. Un notevole im-pulso ai giovani compositori arriva-to poi dallistituzione del Corso dicomposizione corale che si svolse perla prima volta ad Aosta e che succes-sivamente passato attraverso altreregioni italiane.

    E i rapporti con gli organi istitu-zionali?

    Beh debbo dire che anche qui qual-che progresso stato fatto. Al Mini-stero della Cultura c un certo ap-prezzamento per il nostro lavoro cheviene sostenuto con un contributo, si-curamente non adeguato, ma che inogni modo ci permette di fare molteinizitive. A livello europeo abbiamoacquisito una posizione di rilievo per-ch i Cori italiani si sono imposti re-centemente in alcune importanticompetizioni internazionali, inoltrediverse manifestazioni di Europa Can-tat si svolgono in Italia e chiss cheproprio questa organizzazione, nellospirito dellalternanza, non ci chiedadi portare la propria sede in Italia.

    ALDO CICCONOFRIVicepresidente della Feniarco

    Docente di Esercitazioni coralial Conservatorio G. Rossini di Pesaro

  • 5dossi

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    Marco Rossi, poliedrico musicista mi-lanese e docente al conservatorio diComo, dove collabora allorganizza-zione di incontri sulla coralit allin-terno del conservatorio stesso, ricordacome si debba considerare che oggila coralit amatoriale si sta evolven-do verso una diversa idea di coro:numero ridotto di cantori, richiesta diuna maggiore preparazione vocale,capacit di lettura musicale, direttorecon una maggiore preparazione suidiversi frontiI docenti, la loro preparazione e capa-cit di insegnamento sono laltroaspetto fondamentale nella valuta-zione di un corso. Spesso si ricorre anomi di grido, ma la presenza di mu-sicisti importanti non sempre garan-zia di un elevato livello qualitativo, di-pende da come sono organizzati i la-vori dice Paolo Mauri. RiconosceMarco Rossi che non sempre la scel-ta di un docente ha motivazioni di-dattiche. Spesso si usa il nome di pre-stigio per attirare clienti: denunciaMauro Zuccante, direttore di coro,compositore e docente in molti corsi,che gli organizzatori, invece, a voltepreferiscono garantirsi il nome di pre-stigio e capita, allora, che si ritrovinocon un docente-trombone, il qualeda anni propone, qua e l, la solitaminestra. (vd. su questo stesso nu-mero lintervista completa). Ma il do-cente non basta: E chiaro, dice An-drea Angelini, che il nome famoso faaudience, ovvero, in questo caso,iscrizione garantita. E altres vero cheda docenti di chiara fama ci si aspettaun livello molto elevato. Anche il tem-po per deve essere appropriato. Nonpenso che si ottenga un grande gio-vamento dallincontro con un maestrodi serie A per un tasso di tempo limi-tato a poche ore. In definitiva rifuggoda quei corsi o stage limitati a un gior-no o due a meno che non venga trat-tato un argomento ben specifico. Eaggiunge: Pi il docente famoso,meno il tempo che ha a disposizio-ne.La durata del corso ovviamente unelemento fondamentale. Ovviet in

    due direzioni, perch se pacifico chepi tempo contiene pi cose e fattecon pi calma, cio meglio, eviden-te che corsi di lunga durata si scontra-no con i normali ritmi di vita lavorati-va e familiare. Da giovane dichiaraPaolo Fossati ho potuto seguire an-che un corso biennale con cadenzamensile. Pi avanti non mi stato pos-sibile, anche se mi sarebbe piaciuto.Impegni di famiglia, motivi di lavoro,mi hanno permesso di scegliere semi-nari brevi, 2/4 giorni. Sulla stessa li-nea Michele Franzina direttore dicoro lombardo:La formula del semi-nario estivo di una settimana la so-luzione ottimale per chi da settembrea luglio costantemente impegnato.Concentrare le attivit del corso in co-s pochi giorni durante le vacanze esti-ve, sfruttando un periodo di riposo etranquillit, permette di utilizzare almeglio questa opportunit senza pe-nalizzare la propria professione. PerValentina Longo, gi direttrice delcoro Montasio di Trieste, sono piutili, per la formazione del lavoro, icorsi che propongono repertori speci-fici e non troppo vasti, in maniera dapoter lavorare seriamente sui brani inprogramma, possibilmente con un co-ro laboratorio. Purtroppo i corsi di po-chi giorni non possono essere pro-gressivi, sotto laspetto tecnico, inquanto devono rispondere ad un tar-get di fruitori disomogeneo: il risulta-to spesso che si trascura lo sviluppodella tecnica gestuale individuale.Tuttavia trovo di difficile frequenta-zione i corsi pi strutturati, di durataannuale o pi.Valutato tutto questo e scelto il corsoa propria misura, la domanda di fon-do : Perch farlo?. E uno studioper formarsi e perfezionarsi, uno stu-dio per mettere una pezza sulle pro-

    prie carenze formative,una vacanza intelligen-te, unutile occasione discambio e conoscenzatra direttori calabresi evaldostani, una perditadi tempo, uno stimolo,un modo per far venire

    grilli in testa?Spiega Marco Rossi che un corsopu essere tutto e niente: formazione,approfondimento culturale e forse an-che vacanza intelligente se ben do-tata di manifestazioni, eventi, cori la-boratorio o possibilit di mettere inpratica quanto appreso Personal-mente, pur non avendo molto tempoda dedicare alla frequenza dei corsi, eseguendo con molta difficolt la stessalocandina da me curata, ritengo cheun corso ben organizzato sia semprestimolante e produttivo.Lo scambio di informazioni, di espe-rienze, di realt corali, fondamenta-le, sia per direttori che per cantori, so-prattutto se una serie di proposteteoriche sono affiancate dalla pra-tica corale, con un coro specifico, conun coro laboratorio degli stessi corsi-sti.Domenico Innominato, direttore dicoro e docente al conservatorio di Co-mo, parte da unanalisi delle insuffi-cienze della preparazione di base deldirettore: Il Conservatorio, cullaprincipale della formazione dellaspi-rante direttore, non (e non pu esse-re) esaustivo. Dovrei aprire una lungaparentesi fino a qualche tempo fa ilcorso ufficiale del conservatorio, Musi-ca Corale e Direzione di Coro, avevaun programma molto standardizzatoe si concentrava maggiormente sullaComposizione per coro (quindi pret-tamente teorico, quantunque utile)non sulla Direzione e concertazione.Il novello direttore aveva modo di farepratica con il coro soltanto nel periodoprecedente al diploma (e il corso dura4+3 anni!!!). Inoltre tutto il corso erastrutturato in modo che lo studentefosse allievo di un solo insegnante

    Segue a pag. 6

  • 6dossi

    erLABORATORIO PERMANENTE DI ELABORAZIONECORALE DI VITTORIO VENETOMomento formativo e occasione di stimolo al rinnovamento repertoriale

    di Stefano Da Ros

    (massimo due), ricevendo cos una for-mazione alquanto unilaterale, quan-do andava bene. Gi questo era un va-lido motivo per frequentare corsiesterni: incompletezza e unilateralitdellinsegnamento. Ora per fortuna lecose stanno cambiando e il Conserva-torio si sta lentamente strutturandocome lUniversit (sto parlando dellamia scuola, Como): lallievo pu sce-gliere da unampia rosa di materia, siateoriche che pratiche, tenute ciascunada autentici esperti, pu costruirsi ilsuo piano di studi e di esami in rela-zione alla sua disponibilit di tempo ealle sue aspirazioni. Altro aspetto danon sottovalutare il confronto, piampio, con altre realt, docenti e di-scenti. Ricordo volentieri le lunghe (etalvolta animate) discussioni che face-vamo (fra studenti e con i maestri), fi-nite le giornate di studio e di lavoropratico. Si stacca dagli altri, per il suopessimismo, il giudizio di Giovanni

    Rago, direttore del Gruppo VocaleRonde di Roma: Lunica competenzaaggiunta, dopo i corsi, stata quella diaver conosciuto, a volte, brani che nonconoscevo prima.Quello dellutilit di un corso, da misu-rarsi in risultati raggiunti, infattiquestione molto dibattuta. Pu unat-tivit comunque di dimensioni conte-nute, spesso episodica, frammentata,occasionale, formare ci che non sta-to formato dalla scuola? E i contenutidei corsi stessi, sono adeguati alle ne-cessit della coralit amatoriale? I pipuntano in effetti sul valore di provo-cazione del corso. E come gettareun sasso nello stagno e vedere cosasuccede, dice Paolo Mauri; Se fre-quentato come una messa in discussio-ne delle proprie conoscenze sicura-mente porter dei risultati. Decisa-mente ottimista Doriana di Iorio: Diritorno dal corso di aggiornamento, ilcoro si dimostra generalmente interes-

    sato a discutere dei contenuti con il di-rettore. Soprattutto i coristi desidera-no sapere se si rinvenuto materialeutile per ampliare il proprio repertorioe se ci sono possibilit di contatto e discambio con altri cori, sia in Italia cheallestero. Pi problematico PaoloFossati, che punta alla verifica imme-diata dei risultati: secondo lui servemaggior spazio per la verifica allinizioe al termine del corso. Chi partecipadeve rendersi conto dei suoi punti de-boli, avere unindicazione di quali sia-no i suoi difetti, le lacune cui porre ri-medio e capire se sta impiegando be-ne il suo tempo. Spesso il corsista tor-na a casa lieto dellesperienza fatta,entusiasta delle capacit dei docentiincontrati, ma senza indicazioni per ilsuo futuro. Quanto alladerenza deiprogrammi alle esigenze della coralitamatoriale, lopinione di FrancescoTatangelo che Anche se alcunemetodologie non sono facilmente ap-

    Tra i vari fattori che contribuiscono afar s che un coro possa esprimersi abuoni livelli c senza dubbio la vali-dit artistica delle musiche proposte.Molto spesso, infatti, constatiamo co-me una cattiva scelta repertoriale por-ti un complesso corale, sia pur in pos-sesso di buone potenzialit, ad ottene-re scarsi risultati o addirittura a faremagre figure.Per fortuna in continua crescita il nu-mero dei direttori preparati e consa-pevoli, in grado di operare scelte ade-guate e quindi di proporre al propriocoro partiture valide e, soprattutto,con grado di difficolt e tipo di espres-sivit adeguati alle reali possibilit delcoro. Sta aumentando pure il numerodi giovani compositori che si dedicanoalla scrittura corale e molti nuovi lavo-ri vedono la luce proprio grazie ad unsodalizio coro-compositore, che se peruna compagine un modo intelligen-te di rinnovare il repertorio e stimola-

    re il pubblico con nuove proposte, peril compositore, soprattutto se giovane,costituisce una ulteriore occasione perpresentare nuovi lavori e verificare labont del proprio operato. Anche tra i cori con repertorio popola-re si registra una certa vivacit, il desi-derio di rinnovamento e di proporre ilcanto popolare in modo nuovo, cer-cando di staccarsi, non senza fatica,dagli stereotipi e dalle mode.Soprattutto in questo ultimo venten-nio - grazie anche alla preziosa operasvolta da alcune associazioni regionalicorali attraverso concorsi, pubblicazio-ni, commissioni, concerti, convegni edaltre lodevoli iniziative - il repertoriodelle melodie di tradizione orale ela-borate per coro andato via via cre-scendo in quantit e in qualit. Grazieal costante impegno di un buon nu-mero di validi compositori nel corso diquesti ultimi decenni si costituito diun vero e proprio filone musicale,

    quello dellelaborazione corale. Proprio pensando a questo particola-re ambito repertoriale, a Vittorio Ve-neto stata avviata una iniziativa cor-suale rivolta ai giovani compositoriche sui versanti della composizione edelaborazione corale non trovano inItalia valide occasioni formative (nonci soffermiamo neppure un istante sulruolo dei Conservatori di musica, sullainattualit dei programmi e sulla scar-sa efficacia della scuola di Musica co-rale e direzione di coro...): lAmmini-strazione Comunale e il Coro A.N.A.di Vittorio Veneto, in collaborazionecon la rivista La Cartellina e lA.S.A.C.,nellambito del Concorso nazionalecorale Trofei Citt di Vittorio Vene-to, hanno istituito un Laboratoriopermanente di elaborazione coralerivolto a compositori, direttori di co-ro, studenti di composizione e di mu-sica corale, nonch a tutti coloro chesono interessati alla composizione co-

    I CORSARI...Seguito da pag. 5

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    rale su tema popolare.Il Laboratorio si articola in tre incontridistribuiti nel corso dellanno (tre finesettimana con dodici ore di lavoro cia-scuno) ai quali sono stati invitati noticompositori italiani che mettono a di-sposizione dei discenti le loro espe-rienze. Finora si sono svolti tre work-shop tenuti ogni volta da due docenti:Paolo Bon e Pavle Merk (dicembre2000), Paolo Bon e Mauro Zuccante(marzo 2001), Armando Franceschini ePavle Merk (maggio 2001). La presen-za, in ogni tornata, di un docente gicollaudato e di uno nuovo aveva loscopo di favorire la continuit del la-boratorio e, allo stesso tempo, di con-sentire ai corsisti di venire a contattocon esperienze personali diverse.Provenienti dal Triveneto e dalla Lom-bardia, vi hanno partecipato (gratuita-mente) una decina di giovani musicisti;per alcuni di loro i workshop vittoriesisono stati la prima occasione di lavoroguidato, per altri, gi attivi sul frontedella composizione corale, il laborato-rio ha rappresentato un ulteriore mo-mento creativo, sotto locchio vigiledei docenti, i quali non hanno nasco-sto la loro soddisfazione, mista a cu-riosit, nellessere guida e al tempostesso co-protagonisti di una esperien-

    za didattica che si rivelata nuova an-che per loro.Dopo una prima fase dedicata alleproblematiche della trascrizione del-lesito orale (dal controllo delle fontialla verifica dei testi, dalla compara-zione con altre melodie alle scelte me-triche, ritmiche e tonali) ogni corsista stato indirizzato e seguito in un pro-prio lavoro elaborativo che, in non po-chi casi, si rivelato di buona fattura.Ci sono stati momenti di confronto suapprocci analitici, metodologie com-positive, linguaggi e tecniche di elabo-razione; sono state prese in esame siale melodie di tradizione orale propo-ste dai docenti, sia quelle raccolte da-gli stessi corsisti. Non sono mancate di-scussioni riguardanti la prosodia deitesti di tradizione orale e sono statedibattute anche questioni di naturaacustica, psicologica, storico-sociale;inoltre si sono prese in esame le pro-blematiche stilistiche concernenti lascelta di un linguaggio compositivoconsono alle qualit del tema trattato. Nello spirito della bottega, gli incontrisi sono svolti allinsegna della massimaflessibilit, con momenti di studio e la-voro collettivo alternati ad interventiindividualizzati che hanno permessoad ogni corsista di impegnarsi nel la-

    voro compositivo assistito, allo scopodi realizzare almeno una elaborazionecorale o gettare le basi di un branoche sarebbe poi stato completato a ca-sa e ripresentato allincontro successi-vo. A partire dal numero di luglio-ago-sto 2001 La Cartellina pubblica i lavoripi meritevoli, allo scopo di promuo-vere questi giovani autori (ventenni etrentenni) e di favorire la diffusionepresso i cori di nuove musiche. Ci auguriamo che questa iniziativa - in-sieme al corso residenziale dedicato al-la composizione corale avviato nel lu-glio scorso ad Aosta dallaFE.N.I.A.R.CO. - possa continuare a go-dere dellattenzione dei giovani com-positori, che hanno il diritto-dovere diformarsi e il compito di contribuire arinnovare e svecchiare il repertorio. Inquesta operazione (non escludendo lacollaborazione di altri istituti o asso-ciazioni affinch qualche workshop sipossa tenere anche in altre sedi) laCitt di Vittorio Veneto e il CoroA.N.A. continueranno, nel limite delpossibile, a fare la loro parte, ancheper onorare lindimenticabile EfremCasagrande, che tanto am il canto co-rale, soprattutto quello popolare, eche con generoso fervore profuse allacoralit italiana energie ed ingegno.

    plicabili alla nostra realt comunqueimportante conoscere tutte le tecnichee le metodologie, mentre per MauroZuccante per insegnare 10 bisognasapere 100 e quindi benvengano peril direttore corsi di ogni genere.Ma come sono i corsi visti dallaltraparte, da quella, cio, di chi li organiz-za? Il ristretto campione di intervistenon ci consente di trarre conclusioni:le risposte sono spesso divergenti, ri-flettendo evidentemente la situazioneparticolare e personale di ogni singolointervistato e della situazione in cuiopera. Se infatti Andrea Angelini dellopinione, per quanto concernelaspetto finanziario, che i corsi debba-no essere il pi possibile autofinan-ziati, perch utopistico pensaresponsor privati disposti ad investirenella formazione di soggetti esperti inmusica corale, al contrario Vito Le-noci, per un decennio responsabiledella delegazione di Sondrio dellUSCILombardia, per la quale ha organizza-to diversi corsi, le difficolt non sor-gono per problemi finanziari o per

    mancanza di spazi, perch coinvolgen-do gli enti pubblici il problema vienefacilmente superato. E chiaro chequando ci si presenta a questi Enti, sideve avere in mano un programma va-lido e dettagliato, con finalit propriedellassociazione. E necessario quindiavere dei validi collaboratori (Commis-sione Artistica) che ti possano darequei suggerimenti idonei per appron-tare un programma completo e, ovefosse possibile, coinvolgere scuole dimusica.Non sembra essere un problema quel-lo degli spazi (Monasteri, abbazie,scuole chiuse in estate, ne traggonosempre un gran beneficio economico,sottolinea Andrea Angelini), semmaiquello pubblicitario: non difficile perAngelini, purch si abbia dimesti-chezza con le nuove tecnologie, ormaiindispensabili, invece centrale perStefano Da Ros, che organizza i La-boratori di Elaborazione Corale di Vit-torio Veneto: Unazione pubblicitariacomporta dei costi che non semprelente organizzatore in grado di so-

    stenere; tuttavia bisogna tener pre-sente che una iniziativa, anche di altolivello, se non viene adeguatamentepubblicizzata rischia di fallire in par-tenza. Tutti daccordo comunque chela migliore pubblicit la qualit delcorso stesso, in primis dei docenti. Difficile invece la collaborazione, so-prattutto con le realt scolastiche isti-tuzionali, i conservatori. Nota dolen-te secondo Angelini, perch qui spes-so regna una gelosia per cui ognunocoltiva il proprio orticello.Pessimista anche Stefano Da Ros:Raramente i progetti presentati ven-gono presi in considerazione: talunidocenti valutano le proposte con unpo di sufficienza, proprio perch,giunte dallesterno e non formulateda loro, le vivono come azioni di di-sturbo.

    Interviste raccolte da Alvaro Vatri,

    Giorgio Morandi e Sandro Bergamo

    sintesi delle interviste

    a cura di Sandro Bergamo

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    Matijaz Scek stato per 10 anni il Direttore dei Ljubljanski Madrigalisti, coro da camera di Ljubljana(Slovenia) e nel corso del loro sodalizio hanno raggiunto molteplici prestigiosi traguardi, molti in Slovenia, mol-

    ti anche allestero. Basti ricordare, fra i tanti, le registrazioni per la RTV Slovenija delle musiche di Antonio Tarsianella ricorrenza del suo bicentenario nel 1996 o le diverse riprese dei mottetti di Jacobus Gallus, le affermazioni alconcorso Nasa Pesem di Maribor (Slo) sia nelle edizioni nazionali che in quelle internazionali, le varie tourneallestero, la partecipazione, sempre con ottimi piazzamenti, ai pi importanti concorsi europei.Sotto la sua guida il coro ha notevolmente ampliato il suo repertorio, arricchendolo di molte partiture di autoricontemporanei, a volte addirittura scritte espressamente per loro.Incontro il M Scek al concerto conclusivo della sua collaborazione con i Ljubljanski Madrigalisti ad Aquileia, in oc-casione del progetto Cori Europei promosso dal Coro Polifonico di Ruda in collaborazione con la Regione Friuli Ve-nezia Giulia. Il programma della serata prevede una messa di J. G. Rheinberger per coro virile e piccola orchestradi fiati eseguita dal coro italiano e la Missa Brevis di V. Miskinis per coro misto e organo nellesecuzione del corosloveno. A conclusione della serata il Magnificat di Arvo Prt per coro misto a cori riuniti.A fine serata, madido di sudore per limpegno e per il caldo torrido di fine luglio, mi concede un po del suo tem-

    po per parlare di cori e corsi.

    renza che mi viene in mente con-frontando le nostre due realt che da noi, nella maggioranza deicasi, a parit di coristi-amatori, iDirettori sono dei professionisti. Eper professionismo non intendosolamente il fatto di avere unapreparazione professionale allat-tivit di Direttore, ma anche e so-prattutto un trattamento econo-mico professionale da parte delcoro nei confronti del suo Diretto-re. Questo permette al Direttoreuna maggior serenit nel suo la-voro, la certezza di vedere ricono-sciute le sue competenze e, in uncerto senso, la sua autorit in cam-po musicale, nonch gli concededi occuparsi a tempo pieno delsuo lavoro, che non poco. Io, adesempio, sono un libero professio-nista ed il mio stipendio, non tut-to ma in buona parte, provienedallattivit di Direttore. E sicura-mente una fonte di serenit!

    Parliamo allora della formazionedei Direttori. Al di l dei corsi isti-tuzionali presso Accademie o Con-servatori, qual la sua opinionerelativamente ai corsi di Direzioneche vengono organizzati dalle va-rie Associazioni?

    Io credo che pi che della qualit

    QUANDO CI GUARDANO, COME CI VEDONO. LA Intervista a cura di Valentina Longo

    Maestro, vogliamo parlare un podella coralit italiana? Vorrei sa-pere da lei, che opera prevalente-mente allestero, che impressionene ha.

    Mi guarda un po perplesso, comese valutasse per un attimo una ri-sposta diplomatica con cui elude-re la sostanza della domanda, poisi fa coraggio e mi risponde.Io credo, e di conseguenza coslavoro con i miei cori, che un corodebba essere considerato comeuna piccola orchestra darchi. Fat-ta salva lintonazione, sempre ri-gorosamente naturale, ogni se-zione come una fila di strumen-ti ad arco, con il suo colore e lesue caratteristiche peculiari, chevanno fuse e fatte lavorare insie-me alle altre. Trovo, non semprema neppure troppo raramente,che la cultura operistica abbia la-sciato in Italia un modo diverso diintendere il canto corale, un mo-do di trattare la voce e linsiemeche tende ad esaltare una voca-lit ed una lettura del repertoriotroppo solistica. Ma si trattasoltanto della mia opinione, diuna sensazione generale senza ri-ferimenti a fatti specifici.

    E possibile che questa sia un polimpressione che per anni i nostricori hanno dato allestero, ma

    credo che negli ultimi tempi, daquando anche da noi la tradizio-ne corale si di nuovo consolida-ta, abbiamo anche esportato de-gli ottimi risultati sia in campoamatoriale che in campo semi-professionale, soprattutto nel-lambito del repertorio rinasci-mentale e barocco, non trova?

    Certo, ma proprio a propositodi tradizione corale che credo cisia la pi profonda differenza frale nostre culture. Da noi si canta api voci anche davanti ad un bic-chiere di vino, senza essere coristia fine prova a bere il bicchieredella staffa: ed gi un modo difare e di essere coro. Non credo, oper lo meno non ho mai avutomodo di verificarlo, che sia lostesso in Italia. La conservazionedel repertorio popolare sponta-neo a pi voci parte integrantedel nostro modo di stare assieme,da qui anche il fare coro con com-petenze musicali maggiori non la-scia mai spazio eccessivo allindivi-dualit, o meglio allindividuali-smo

    Pensa che queste differenze di-pendano anche o soprattutto daiDirettori di Coro e dalla loro for-mazione?

    La prima e pi importante diffe-

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    CORALIT ITALIANA VISTA DA MATIAZ SCEK

    dei corsi sia importante parlaredella qualit dei docenti. Il docen-te conta infatti nella misura in cuisi tratta, nel nostro campo, innan-zitutto di una trasmissione direttadi competenze, che quindi superail valore prettamente didatticoper trasformarsi, nel discente,in esperienza. Non credo ci sianoformule che rendono un corso mi-gliore di un altro, ma docenti cheriescono o meno ad entrare in sin-tonia con i corsisti.Quale sarebbe comunque, a suoavviso, la formula migliore per uncorso di Direzione Corale?

    Credo che uno dei modi miglioridi lavorare, quando un direttoreha gi un suo coro, sia quello delseminario di un paio di giorni conla partecipazione di tutto il coro.Questo permette al docente di la-vorare contemporaneamente sulrepertorio, sullanalisi e sul gestocon il discente e di fare imme-diatamente pratica con il coro.Inoltre il coro stesso aumenta lesue potenzialit nel confrontocon un altro direttore. Per am-mortizzare i costi di una simileoperazione si puaprire il seminarioanche ad altri al-lievi, ma mai innumero eccessivo,perch andrebbea scapito del lavo-ro individuale etroppe mani di-verse potrebberofinire con non tro-vare adeguata ri-sposta nel coro di-sorientato.

    Qual il suo idea-le di coralit?

    Confesso di am-mirare molto e ditrarre ispirazionedalla coralit bal-tico-scandinava.Ho avuto la fortuna, nel corsodella mia formazione, di essere

    stato ospite a Stoccolma per unasettimana.Ho assistito alle prove di diversigruppi corali, da quelli di livellonon eccezionale fino ai miglioried ho imparato moltissimo, siasotto laspetto musicale che stret-tamente organizzativo della pro-va e del coro stesso.Penso che Eric Ericson sia stato ungrandissimo caposcuola e che me-riterebbe maggior attenzione erisonanza.

    Passiamo ora a parlare dei corsiper coristi, che si occupano so-prattutto di vocalit: sono utili?

    Di corsi per coristi intesi in que-sto senso non ho grande espe-rienza.Trovo piuttosto molto positiveper i coristi esperienze come il Co-ro Europeo o il Coro Mondiale.Sono momenti forti che aiutanoad approfondire la formazione,servono da stimolo e permettonodi confrontare mille modi diversidi fare coro. I miei coristi ne sonosempre ritornati entusiasti e cari-

    chi di partiture: anche questo haun valore da non sottovalutareper la circolazione ed il rinnova-mento dei repertori.

    Unultima domanda: quali sono lecose fondamentali da trasmette-re ad un direttore che decida diaffrontare un corso per verificarela propria preparazione e perconfrontarsi con altri?

    Credo che al di l degli aspettitecnici del mestiere, sia importan-te sforzarsi di conquistare la capa-cit di trasmettere motivazioni, didare spazio alla comunicazioneallinterno del gruppo e fra il di-rettore e il gruppo, sia a livellogestuale durante la direzionequanto a livello personale. Il mo-dello del direttore dovrebbe esse-re quello del coordinatore, nondel comandante.Infine promuovere ad ogni livellola curiosit, per nuovi metodi,nuovi repertori, nuovi autori. Spe-rimentare, in una parola, per ri-manere vitali.

    Un momento del corso di Aosta.

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    Nel predisporre un panorama delleattivit corsuali che vengono orga-nizzate nellambito dellassocia-zionismo corale che fa capo allaFeniarco, era innanzi tutto impor-tante ottenere dalle oltre 20 Asso-ciazioni regionali che operano inItalia, le notizie pi aggiornate suquello che ritenuto forse il piimportante supporto strutturaleche lassociazionismo pu offrirealla attivit corale di tipo amato-riale.Una prova evidente di ci risultadalla lettura degli statuti delle As-sociazioni: infatti tra le prime indi-cazioni degli scopi e delle attivitdefinite nei propri atti costitutiviviene spessissimo inserita qualeprimaria lattivit corsuale, rivoltaa direttori e coristi, con lobiettivodi operare per elevare il livello ar-tistico degli associati, fornendoopportuni strumenti di sussidiotecnici, didattici ed organizzativi,atti a realizzare le finalit prefissa-te.Possiamo dire che in linea genera-le il contributo dinformazione cheabbiamo richiesto alle Regioni non stato pari alle aspettative e hasenzaltro impedito di fornire unquadro generale esaustivo diquanto avviene in questo settorein Italia; e ci rammarica ancor pi,in quanto sappiamo che questoproblema sentito ed affrontatoassai seriamente da molte Associa-zioni regionali, con iniziative dibuon livello e con la partecipazio-ne di docenti di grande valore. Le notizie dunque che cercheremodi offrire in larga sintesi allatten-zione dei lettori trarranno le pro-prie fonti informative da quantoviene realizzato in Trentino, inFriuli, in Calabria, in Molise ed inEmilia Romagna. Un ringraziamen-to va anche alla Federazione diBolzano ed alla Associazioneabruzzese per la collaborazioneprestata. Infine non andr dimen-ticata lattivit istituzionale dellaFeniarco che ha investito nella cor-sualit notevoli energie e grandeimpegno economico.

    CORSI E FORMAZIONERiflessioni e proposte su alcune esperienze di corsualit di Puccio Pucci

    Prima di analizzare la tipologia ge-nerale dei corsi che peraltro posso-no presentare denominatori comu-ni in molte regioni, vogliamo pre-sentare lesperienza tipica dellaEmilia Romagna che gi dal 1975organizz un ciclo pluriennale diincontri per Direttori di Coro a Bo-logna. Questa iniziativa suscit lat-tenzione della neonata Regione.Da queste esperienze, ma purtrop-po con i tempi propri della politica,nacquero alcune proposte che con-dussero ad un disegno di legge re-gionale, per destinare alla coralitcontributi finalizzati alla promozio-ni di attivit, la principale dellequali era quella della organizzazio-ne di corsi musicali. La legge regio-nale, approvata alla unanimit nel1992, fu inizialmente gestita dal-lAssessorato alla Formazione. Il te-sto definiva che lintervento dellaRegione era diretto in particolaread incentivare la conoscenza e lapratica musicale e tutte le attivitdi educazione e di corsi musicali,promuovendo iniziative di forma-zione e aggiornamento dei docentie corsi per direttori di coro Lalegge impegnava lAERCO a presen-tare ogni anno un progetto tecnicofinanziario delle attivit corsualiche dovevano svolgersi in tutte leprovincie emiliano romagnole inte-ressate. Tale legge, con le opportu-ne varianti, ora gestita dallAsses-sorato alle attivit Culturali e per-mette lottenimento del contributofinanziario della Regione, previadocumentazione tecnica ed ammi-nistrativa, sottoposta annualmenteal revisore dei conti regionale. Po-trebbe essere questo un esempioda non sottovalutare.

    Per venire ora alla specificit deicorsi rilevati dalla nostra indagineosserveremo che la loro tipologia sidifferenzia in alcuni aspetti rappor-tabili a quatto modalit principali:

    Corsi per direttori o coristiaspiranti direttori: essi gene-ralmente prevedono un ciclo di10-12 incontri spesso a livello re-sidenziale, realizzati con caden-

    za settimanale; ma in alcuni casiil ciclo didattico ricopre linteraannualit. Sono in ogni caso di-retti da docenti provenienti dal-la stessa regione organizzatrice;ma spesso si avvalgono anchedelle esperienze di esperti, notiin campo nazionale od interna-zionale per la loro specifica pre-parazione. Le materie trattatepartono dai presupposti princi-pali della direzione corale e ciola gestualit, la tecnica della di-rezione corale, la lettura e lin-terpretazione delle partiture, lascelta del repertorio e la voca-lit. Si notano alcune diversifica-zioni quando il corso rivolto al-la coralit che si occupa di po-lifonia, per la quale viene identi-ficato anche un preciso elemen-to musicale di studio, quale lascelta di uno specifico di reper-torio: il canto gregoriano, la po-lifonia del 500-600, le musichecorali di un singolo autore adesempio i lieder, le musiche delperiodo romantico o la musicacontemporanea. Per la coralitdi ispirazione popolare latten-zione particolarmente rivoltaallapprofondimento della cono-scenza musicale ed alla ricercadella fusione e della intonazio-ne. In questi corsi sempre pre-visto il supporto di un coro la-boratorio che a volte viene for-mato in loco dagli stessi allievi eche collabora con i docenti per lasperimentazione di quanto illu-strato e da essi proposto.

    Corsi per coristi che si svol-gono presso un singolo coro:questo modulo corsuale trova unbuon terreno di presenza inTrentino ed in Emilia Romagnaed rivolto sostanzialmente ver-so i cori di nuova formazioneper contribuire a migliorare edapprofondire le tecniche relativealla alfabetizzazione musicale,alla vocalit, al ritmo, ai timbried alla dizione. Sono le stesseAssociazioni Regionali che prov-vedono a coordinare e finanzia-re questi corsi anche su specifica

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    indicazione dei cori; a volte puanche essere richiesto allo stessocoro un contributo diretto per larealizzazione della iniziativa cor-suale.

    Corsi didattico-tematici e tec-nici: nelle regioni che hannoaderito alla nostra inchiesta,vengono realizzati ogni anno al-cuni programmi didattici a temache propongono lo studio e lap-profondimento di un determina-to repertorio. Possiamo citare iSeminari di gregoriano dellAb-bazia di Rosazzo in Friuli, affida-ti alla direzione del M Albarosa,i Corsi di polifonia che lAssocia-zione calabrese annualmente or-ganizza a Tropea o il Seminariolaboratorio di vocalit corale chesi svolge a Campobasso a curadellAssociazione del Molise. Tra itemi oggetto di studio non di ra-do si trovano anche elementi deltutto nuovi che suscitano un cre-scente interesse presso maestri ecoristi. Ricorderemo alcuni semi-nari di preparazione al cantoche individuano tematiche comevoce e consapevolezza corpo-rea e laboratori dedicati esclusi-vamente alla tecnica vocale, ana-lizzata come studio della fisiolo-gia e allindividuazione sinergicavoce-orecchio. Dobbiamo sottoli-neare comunque che tali materievengono sempre trattate, anchese in modo pi contenuto, in al-cune lezioni dei corsi per diretto-ri gi citati. Da ultimo in EmiliaRomagna hanno preso avvio in-teressantissimi corsi dedicati al-lapprendimento delle tecnicheper la scrittura musicale a mezzocomputer. Musicisti esperti nelsettore hanno svolto cicli didatti-ci, per i quali si trovato anchelutilizzo di strutture scolastiche,opportunamente attrezzate al-luopo. In questa fascia di corsipossiamo inserire alcuni incontridi tipo corsuale organizzati an-che a livello interregionale, chehanno dibattuto problemi nonsquisitamente musicali, ma che

    comunque vanno ad incidere sul-la vita della coralit: molto im-portanti quelli dedicati allo stu-dio ed alla analisi di problemi fi-scali ed amministrativi realizzatidopo la messa a regime della leg-ge 398/92, che ha esteso il regi-me forfetario anche allassocia-zionismo corale.

    Corsi per cori di voci bianche.Una grandissima attenzione poi rivolta dalle Associazioni in-terpellate allo svolgimento di ini-ziative rivolte alla corsualit percori a voci bianche. Le materietrattate investono le problemati-che di chi si occupa della didatti-ca rivolta ai bambini e quindispaziano dagli aspetti pedagogi-ci, alla identificazione dei mate-riali sonori, al rapporto gioco-canto, allanalisi storica dellaevoluzione di questo tipo di co-ralit, alla scelta del repertorio,alle esercitazioni corali.

    In genere tutti questi corsi non com-portano particolari impegni econo-mici da parte dei partecipanti, fattaeccezione di quelli organizzati inmodo autonomo da associazionimusicali, da cori o di quelli nei qua-li si registra la presenza di un cast didocenti di risonanza internazionale. Alcune Associazioni regionali svol-gono anche una importante attivitper cos dire di tipo istituzionale,realizzando corsi per Docenti dieducazione musicale nella scuoladellobbligo. Un impegno che ri-chiede una grande professionalit.E questo un aspetto della corsualitche sicuramente qualifica in modosostanziale lassociazionismo ama-toriale e pu contribuire allotteni-mento di importanti finanziamenti.Ad esempio gli allievi che partecipa-no al corso organizzato in Trentinoricevono un riconoscimento specialedallIPRASE, lIstituto provinciale diricerche e sperimentazioni educati-ve. Accade cos anche al Corso che sisvolge ogni anno a Ravenna, che hada tempo ottenuto il riconoscimen-to da parte del Ministero della Pub-blica Istruzione.

    Anche la Feniarco organizza alcuneimportanti attivit corsuali che diinseriscono nel quadro degli inter-venti annuali a sostegno delle atti-vit corali proposte dalla Commis-sione Artistica e successivamenteapprovate dalla Assemblea. Si trattadella Settimana internazionale diCanto Corale Alpe Adria, in pro-gramma ogni anno a Jesolo in set-tembre, che oltre ad offrire a circa300 coristi uno straordinario mo-mento di incontro e socializzazione,propone alcuni ateliers tematici, di-retti da valentissimi musicisti. Occa-sione quindi di studio e di aggior-namento per i partecipanti. Va inol-tre ricordato il corso-laboratorio dicomposizione corale che si svoltonellagosto scorso ad Aosta, direttodai maestri Bonato, Scattolin e Zuc-cante. Si trattato di un evento digrandissima importanza, che hapermesso ad un folto numero dimaestri di approfondire la tecnichecompositive, rapportandole allarealt corale italiana.

    Questo il quadro della corsualitcome si presenta a consuntivo dellanostra indagine.Come si diceva in premessa, lanalisirisulta sicuramente priva del contri-buto di quanto viene realizzato inalcune regioni, che ci risultano esse-re invece assai attive in questa fa-scia di interventi, ma dalle quali nonabbiamo ottenuto la richiesta docu-mentazione.E interessante ora fare una verificasulla rispondenza e qualit di quan-to proposto attraverso alcuni giudi-zi espressi da partecipanti a corsi odirettori di coro. Per questo abbia-mo realizzato una inchiesta, che ov-viamente non ha un valore assolu-to, ma che pur sempre rappresentaun test sufficientemente significati-vo.Ad esempio sul problema qualitati-vo dei corsi, cio se sono tutti di unbuon indirizzo culturale, o hannoinvece carattere prevalentementecommerciale, o sono impostati susituazioni in cui predomina il risvol-

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    to turistico, in generale stata ri-scontrata una decisa prevalenza digiudizi positivi sulla qualit offerta.La preferenza rimane comunqueverso i corsi che hanno un contenu-to numero di partecipanti. Vengo-no ritenute di assoluto valore com-merciale solo alcune iniziative orga-nizzate allestero dove risulta pre-minente laspetto turistico. Da pi parti si fa presente che lap-porto di studiosi o docenti stranierinon sempre giustifica la qualit delcorso. La scelta di nomi importantio di docenti stranieri rimane a voltepi un problema di immagine chedi contenuto. La presenza di docen-ti autoctoni, preparati e assai pi vi-cini alla realt corale italiana rite-nuta in alcuni casi pi importante.Generalmente si ritiene adeguato illivello dei docenti, dei repertori,delle metodologie e delle tecnicheproposte e viene considerato moltobuono anche il livello tecnico deicorsi. Del resto gli allievi dichiaranodi analizzare preventivamente lemetodologie ed i contenuti ogget-to del corso; per cui la partecipazio-ne spesso adeguata al budget cul-turale proposto. Se da una parte lattivit corsualerivolta preferibilmente a coristi de-ve essere svolta in concomitanzacon quella del coro, per i corsi piavanzati si considera pi opportunaleffettuazione degli stessi duranteil periodo estivo. Viene anche avan-zata lipotesi della ripetitivit in ci-cli programmati anche a indirizzoresidenziale. E da pi parti anchesottolineata limportanza che las-sociazionismo regionale possa in-tervenire per i corsi a pagamentocon opportune borse di studio.A parte quanto ognuno pu ricava-re da una partecipazione ad un cor-so musicale dal punto di vista deirapporti umani, davvero interes-sante verificare che, tolte rarissimeeccezioni, tutti ritengono di averacquisito elementi importanti perperfezionare la propria professio-nalit con lassunzione di nuove co-noscenze che si sono dimostrate su-bito spendibili per impostare latti-vit del proprio coro in modo piqualificato. La sensazione generale anche quella che il coro percepi-sce in modo positivo lesperienzaacquisita dal Maestro.

    A conclusione di questa analisi sipu anche fornire una essenzialemappa progettuale per lorganizza-zione di corsi musicali. E chiaro chechi propone lattivit, sia esso corood associazione, debba innanzi tut-to operare una analisi preliminareal fine di predisporre progetti di ini-ziative che si ritiene possano esserenecessarie e gradite e delle quali siagarantito il successo. Ci premesso importante affidare la direzione ar-tistica ad elementi di provata pro-fessionalit, senza ricercare il nomeeclatante, ma piuttosto con docentiche conoscano bene le realt e leesigenze territoriali, rapportandoquanto si intende realizzare anchecon il possibile bacino di utenza.Scuole, istituti, sedi di cori, di asso-ciazioni, centri culturali sono tuttele possibili ubicazioni in cui realizza-re i corsi. E altres chiaro che saropportuno predisporre di locali suf-ficientemente silenziosi, completi distrutture necessarie allo svolgimen-to di attivit musicali: lavagne lumi-nose, un pianoforte o pianola, pos-sibilit di utilizzare unattrezzaturaaudiovisiva per lascolto o la regi-

    strazione. E chiaro che sar impor-tantissimo attivare sinergie che pos-sano supportare economicamentequeste attivit, al fine di ottenere lacopertura finanziaria per i previstirimborsi ai docenti e per le spese or-ganizzative. Difficilmente si potrattingere dal settore privato, pi in-teressato magari alle attivit dispettacolo che a quelle formative.Quindi i principali referenti potran-no essere le amministrazioni pubbli-che, gli Assessorati alla cultura, ver-so i quali importante svolgere unaattenta attivit di promozione edalle quali possibile ottenere con-tributi presentando progetti seri edocumentati. Per alcuni settori nondovranno essere sottovalutati icoinvolgimenti di scuole e/o conser-vatori.

    Occorre a conclusione ricordare che comunque sempre vincente laqualit del prodotto proposto percui il vero riferimento rimane quel-lo della professionalit che, anchese non a breve termine, riesce sem-pre ad emergere ed ad affermarsi.

    CORSI E FORMAZIONESeguito da pag. 11

    LABORATORIO PERMANENTE DI ELABORAZIONE CORALEVITTORIO VENETO, 10 E 11 NOVEMBRE 2001

    GIANMARTINO DURIGHELLOE ARMANDO FRANCESCHINI

    I DOCENTI DEL QUARTO WORKSHOPSabato 10 e domenica 11 novembre 2001 si terr a Vittorio Veneto il quarto ap-puntamento del Laboratorio permanente di elaborazione corale, iniziativa cor-suale promossa dal Coro A.N.A. e dal Comune di Vittorio Veneto, dintesa conlA.S.A.C., in collaborazione con La Cartellina e nellambito del Concorso na-zionale corale Trofei Citt di Vittorio Veneto. Il workshop sar condotto dai compositori Gianmartino Durighello e ArmandoFranceschini.Al laboratorio - ideato e coordinato da Stefano Da Ros - possono accedere com-positori, direttori di coro, insegnanti di educazione musicale, studenti di compo-sizione e di musica corale, nonch tutti coloro che sono interessati alla composi-zione corale su tema popolare. Non richiesto il possesso di un titolo di studiomusicale specifico e la frequenza gratuita. Si prevedono momenti di studio e lavoro collettivo, ma sar dato molto spazioagli interventi individualizzati, nellintento di permettere ad ogni corsista di im-pegnarsi nel lavoro compositivo assistito, al fine di realizzare una o pi elabora-zioni corali, nonch di presentare e discutere suoi precedenti lavori. Le miglioriopere prodotte verranno segnalate alla rivista La Cartellina per la loro pubbli-cazione.

    Sede del Corso: Centro artigianale Le Filande, via della Seta, Vittorio Veneto(localit S. Giacomo, presso la sede del Coro A.N.A.). Orari: Sabato ore 9,30-13,00e 15,30-18,30, Domenica 9,30-12,30 e 15,00-18,00. Per informazioni ed iscri-zioni (entro il 3 novembre): tel. 0438.560256 - 348.5117761 - [email protected]

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    Pu tracciare, in base alla suaesperienza, un quadro qualitati-vo dei corsi? (Sono tutti ad indi-rizzo culturale, vi sono propostedi carattere prevalentementecommerciale, situazioni in cuipredomina il risvolto turistico)

    Ricordo uno scambio di battutecontenuto in un film di qualche an-no fa, in cui uno dei protagonistiprecisava la differenza tra il turistae il viaggiatore. Egli sosteneva, al-lincirca, che il turista colui che,non appena giunge in una nuovalocalit, pensa immediatamente almomento in cui ritorner a casa araccontare agli amici che cosa ha vi-sto di nuovo; mentre il viaggiatore colui che, giunto nella nuova lo-calit, dubita se mai torner a casa.Definirei, perci, corsi turisticiquelli che abbagliano i partecipan-ti con promesse miracolose di cureche ti rigenerano in un lampo.Mentre chiamerei, invece, corsiper viaggiatori quelli che pongo-no delle problematiche, sollevanouna crisi nel singolo partecipante eindicano la percorrenza di lungheed alte vie, di cui si intravede amalapena la meta.

    Il livello dei docenti sempreadeguato? La scelta di nomi im-portanti o di docenti stranieri sempre giustificata da esigenzedidattiche?

    Lo quando il docente ha effetti-vamente qualche cosa di valido davendere. Gli organizzatori, inve-ce, a volte preferiscono garantirsi ilnome di prestigio e capita, allora,che si ritrovino con un docente-trombone, il quale da anni propo-ne, qua e l, la solita minestra.Ho assistito personalmente adidentiche lezioni tenute dallo stes-so illustre maestro in occasioni eluoghi diversi: non solo i concetti ele parole, ma addirittura le battutedi spirito, intercalate per alleggeri-re il discorso, erano le medesime.Non nutro pregiudizi nei confrontidei docenti stranieri, purch la loropresenza sia dettata da motivazioni

    che vadano oltre lingenua debo-lezza italica per lesterofilia. Anzi,ben vengano i maestri che proven-gono da nazioni in cui esiste unasolida scuola di canto corale. Essisono portatori di un atteggiamen-to di cui gli italiani (che notoria-mente perseguono larte dellar-rangiarsi e del far da s) difettano.Tale atteggiamento consiste nelfatto che al di l del singolo, esisto-no metodologie, tecniche, criteri dibase e patrimoni culturali comunida salvaguardare, condivisi da chiinsegna il canto e la musica ai bam-bini fino a chi preposto allallesti-mento di una grande produzionesinfonico-corale.

    I contenuti dei corsi corrispon-dono effettivamente alle esi-genze e al livello della coralitamatoriale italiana o propongo-no contenuti (repertori, meto-dologie, tecniche) che presup-pongono un livello pi avanza-to?

    Per insegnare 10 bisogna posse-dere 1000. Non tema, dunque, ildirettore di coro, che aspira a mi-gliorare le proprie capacit, fre-quentare corsi che mirano ad unal-ta qualificazione professionale. An-che se in seguito il suo compito sarquello di spiegare lABC a canto-ri di modeste pretese, lo sapr faremolto meglio di colui che conoscesoltanto lABC.

    Corsi annuali o pluriennali conseminari a cadenza mensile o bi-mestrale, seminari estivi di unasettimana-dieci giorni: formulediverse, entrambe giustificateda diverse esigenze, utenze,metodologie, scopi o no?

    Tra le formule elencate mancaquella della bottega. Lesperien-za mi ha condotto a considerareche la frequenza di molti corsi, sta-ge e seminari, non garantisce realiopportunit di approfondimento;anzi, si corre il rischio di disperderela propria curiosit allinseguimen-to di mille, fumose e inconcludenti

    ricette formative. Personalmente,ho sempre preferito concentrarminel conseguimento di pochi, maconcreti obiettivi di apprendistato,adottando lantica prassi dellistru-zione a bottega. La bottega quel luogo dove si pratica larte enon dove si parla darte; dove si in-staura una sorta di simbiosi con ilmaestro e non dove si assiste aduna lezione; dove si gode dellop-portunit di collaborare alla produ-zione e non dove si ammira un pro-dotto finito; dove si cresce gradual-mente, ma inesorabilmente e nondove si attende passivamente lachance di un exploit effimero etransitorio che ti viene, prima opoi, offerta dal maestro magnani-mo. La cosa migliore insomma dimettersi a frequentare le prove e iconcerti di un direttore di coroesperto e gi affermato che sappiaimpersonare un modello di altoprofilo, forte e consolidato.

    Quando il direttore torna daun corso, il coro se ne accor-ge?

    Nel caso in cui se ne accorga subito, un guaio! Se il direttore mette inatto, ex abrupto, radicali cambia-menti nel repertorio, nella metodo-logia didattica, nel linguaggio dicomunicazione, c da temere chesia convinto di essere stato folgo-rato sulla via di Damasco. Mamica tutti sono destinati alla san-tit! Ci che si apprende di nuovoin un corso, va messo da parte, fil-trato, lasciato decantare a lungo ecalato gradualmente e prudente-mente nella realt in cui ci trovia-mo ad operare. Alla fine rimarrquello che effettivamente serve al-la nostra esperienza. Il coro si ac-corger, quindi, del cambiamentonel tempo.

    E quando torna il corista, il di-rettore percepisce un cambia-mento?

    In genere s. Il cantore volonteroso,che ha frequentato un corso, se persona equilibrata, torna comuni-cando al gruppo nuovo entusia-smo; se invece non lo , assumelatteggiamento irrequieto e pre-suntuoso di chi ha avuto lalto pri-vilegio di cantare il Messiah o ilDeutsche Requiem ed ora si ri-trova nei ranghi di un complesso

    IMPARA LARTEIntervista a Mauro Zuccante

    Mauro Zuccante, direttore di coro veronese,vive lesperienza corale da molteplici punti vista: quello, appunto,di direttore, ma anche di compositore, di organizzatore di corsi,

    di docente. La sua una visione completa (anche di allievo,ovviamente in altri tempi), e le risposte date ai nostri quesiti

    ci sembra meritino di essere riportate integralmente.

    Segue a pag. 14

  • Il panorama dei corsi di direzio-ne corale in Italia molto varie-gato: a fianco dei corsi istituzio-nali di Musica Corale e Direzio-ne di Coro dei Conservatori edegli Istituti Pareggiati, ci sonomoltissime iniziative locali ed api ampio respiro che intendo-no supplire alle necessit diquanti non hanno potuto fre-quentare i suddetti corsi istitu-zionali oppure hanno semplice-mente esigenze diverse.Una prima divisione si pu ope-rare fra corsi a lungo termine(da uno a pi anni, normalmen-te a cadenza quindicinale omensile, con le lezioni che sisvolgono nei fine-settimana, inmaniera da permettere a tutti dipoterli frequentare) e corsi dipochi giorni. I primi sono spessoorganizzati da enti di formazio-ne, in grado di garantire una se-greteria sempre attiva ed unastruttura di sostegno; gli altritendono ad essere iniziative(purtroppo non sempre conti-nuative) di singole Associazioniche rispondono in primo luogoa loro esigenze specifiche.Altre caratteristiche da eviden-ziare sono la non progressivitdei corsi stessi, a meno che nonsiano strutturati in pi livelli,ma questo implica necessaria-mente la continuit delliniziati-va; la generalit delle informa-zioni di base, dovuta sempre alfatto che non esiste un presup-posto di standard minimo delcorsista; spesso anche la nonspecificit del repertorio o pi ingenerale degli argomenti tratta-ti, dovuta sempre alla mancanzadi uno standard di partenza.Detto questo, abbiamo effet-tuato una cernita dei vari corsiesistenti che vuole essere sem-plicemente una serie di esempidelle varie opportunit offerte,non certo un elenco esaustivodelle iniziative presenti in Italia.

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    CORSI&CORSIA cura di Valentina Longo e Lucia Vinzi

    Corsi a lungo termine:

    Centro Europeodi Formazione Corale.Molino DiedoVia Brenta 1336050 Bolzano Vicentino (Vi)Direzione artistica: AlessandroAmisich, Maurizio Camarda.Proposte: Master & Accademia accademie biennali di approfon-dimento in Direzione e CantoGregoriano; Corsi annuali di ba-se; Moduli di approfondimentosu argomenti specifici.

    Accademia musicale PescareseVia dei Peligni 15265127 PescaraCorso di formazione e perfezio-namento per direttori di coro ecoristi articolato in 10 incontri.Docente: A. Cericolawww.arsmusica.it

    Pontificio Istitutodi Musica SacraDirezione di Coro:Baccalaureato - 4 anniLicenza - 1 annoMagistero 1 anno

    Corso europeo di formazioneper Direttori di Coro di MusicaSacra.Associazione S. MicheleArcangeloc/o Convento di San FrancescoStrada San Francesco05039 Stroncone (Terni)

    Corso di Formazione per Diret-tori di Coro nelle ScuoleLaboratorio biennaleConservatorio Statale di Musica Istituto Superioredi Studi Musicali G.B. MartiniPiazza Rossigni 240126 Bologna

    Accademia Musicale dei [email protected]

    Corsi di breve durata(nella maggior parte dei casiestivi):

    Accademia MusicaleJacopo NapoliCava de Tirreni SalernoFra le varie Master Classes del

    dossi

    er

    che, a malapena, riesce ad intona-re un corale semplice.

    Al corso si impara qualcosa equalcosa di spendibile subito?

    Non credo nei miracoli, n conoscodocenti che possiedano la bacchet-ta magica in grado di trasformarecon un tocco un cane in un mu-sicista di razza. Il profilo della pro-pria personalit artistica si delineaprincipalmente con gli studi com-piuti e le esperienze vissute in etgiovanile.Non vorrei sembrare troppo cate-gorico, ma penso che oltre i 25-30anni di et sia molto pi difficileintraprendere avventure formativein grado di lasciare il segno.Non nego, per, che i corsi offranoai partecipanti di ogni et stimolidi aggiornamento e perfeziona-mento e occasioni per confrontarsicon le esperienze altrui e per allac-ciare contatti di scambio e collabo-razione.

    Insomma, i corsi a cosa ser-vono? Uno studio per for-marsi e perfezionarsi, unostudio per mettere una pez-za sulle proprie carenze for-mative, una vacanza intelli-gente, unutile occasione discambio e conoscenza tra di-rettori calabresi e valdosta-ni, una perdita di tempo,uno stimolo, un modo perfar venire grilli in testa

    Concluderei con unaltra citazionecinematografica. Chi si accinge afrequentare un corso con lo spiritodella vacanza intelligente, ri-schia di ritrovarsi nello stato di Al-berto Sordi e consorte.Essi, al termine di un estenuantetour programmato, scandito dallevisite ai musei darte contempora-nea e dallascolto di concerti dimusica colta, si sono rafforzati nel-lidea che la loro condizione idealerimane quella di genuini fruttaro-li di borgata.Le occasioni di studio e perfeziona-mento non vanno perci vissutecome esperienze destinate a riem-pire il tempo libero, ma, piuttosto,come conquiste di importanti tra-guardi intermedi, che concorronoa delineare con coerenza un per-corso formativo, che si iniziatoprecedentemente e che non finiscecon i saluti e baci dellimmanca-bile cerimonia di fine corso.

    IMPARA LARTE...Seguito da pag. 13

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    mese di Luglio: Direzione di Corowww.jacoponapoli.it

    Portogruaro Campus/Fondazione Musicale S. CeciliaLaboratorio Estivo di Monodia Li-turgica e Pratica Corale RobertoGoitrePordenone c/o Seminario diocesanoVia Seminario 34/a30026 Portogruaro (Venezia)

    Alpe Adria CantatSettimana Internazionale di CantoCoraleDiversi atelier su periodi e temati-che musicali. Alpe Adria CantatVia Castellana 4430174 Venezia [email protected]

    Corsi ad argomento specifico:

    CANTO GREGORIANO

    Associazione S. Michele Arcangeloc/o Convento di San FrancescoStrada San Francesco05039 Stroncone (Terni)www.cantusgregorianus.com

    U.S.C.I. Friuli Venezia GiuliaUniversit degli studi di UdineSeminari Internazionali di CantoGregorianoc/o Abbazia di Rosazzo (Udine)Segreteria:

    U.S.C.I. Friuli Venezia GiuliaVia Altan 3933078 S. Vito al Tagliamento (Por-denone)

    Associazione Internazionaledi Studi di Canto GregorianoCremonaCorsi estivi a pi livelliFine settimana durante lanno diapprofondimentoInformazioni:ASCGrELVia Battaglione 5826100 Cremona

    Il suono della Parola MilanoCorso di canto gregoriano a [email protected]

    VOCI BIANCHE E CORI GIOVANILI

    Dirigere il coro di Voci Bianche3 Corso di aggiornamento ed ap-profondimento sulla coralit infan-tile e giovanile.Segreteria organizzativa:F.I.M.AVia Col di Lana 700195 Romawww.fima-online.org

    MUSICA ANTICA

    Corsi di musica anticaPamparatoVocale e strumentale

    Istituto Comunale di Musica AnticaStanislao Corsero di Pamparato12087 Pamparato [email protected]

    I suoni e i luoghi del BaroccoCorsi internazionali di musica anti-ca cantoManforte di San Giorgio (Me)LOfferta MusicaleVia Santa Marta 147 98123 [email protected]

    Corsi di musica anticaUrbinoCanto medievale e rinascimentaleMusica vocale rinascimentaleFIMAVia Col di Lana, 7CP 6159 [email protected]

    Corsi di diversi argomenti inerenti aproblematiche anche molto specifi-che sono organizzati dalle Associa-zioni Corali Regionalei e Provinciali

    Ultima curiosit, a proposito dellaF.I.M.A. (Fondazione Italiana per laMusica Antica):durante il Festival di Musica Anticadi Urbino, fra i corsi complementaripomeridiani, ci sono, da segnalarea coristi interessati, quelli di Coro edi Contrappunto alla Mente

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    Non vi dubbio che "COMPORREPER CORO OGGI" sia stata (e sar)una iniziativa intelligente e am-piamente meritoria, che laFE.N.I.A.R.CO. ha voluto intrapren-dere per sensibilizzare, stimolareed incrementare la creativit perun nuovo repertorio corale con-temporaneo. Penso non sia azzar-dato dire che questa iniziativa sicolloca coraggiosamente in un pa-norama musicale nazionale, doveabbondano workshops, seminari,corsi di varia natura, tutti legatiper alla creazione di musica stru-mentale. Coraggiosa, dicevo, per ilsuo legittimo tentativo di scrollar-si di dosso un'aura di dilettanti-smo ed amatorialit, che da sem-pre in Italia ruota attorno ad ogniattivit corale (creazione ed esecu-zione), generando spesso immoti-vati pregiudizi negativi, che dan-neggiano il coro contemporaneo eper lo pi lo escludono dalle pro-grammazioni dei grossi circuiticoncertistici nazionali. Sicuramen-te tale amara realt da imputar-si maggiormente al fatto che - adeccezione di alcuni gruppi vocalidalle qualit straordinarie - i nostricori sono ancora molto imprepara-ti ad affrontare certe partiture emolti direttori, quand'anche inte-ressati a nuove proposte, non han-no una sufficiente conoscenza tec-nica e culturale per capire e tra-smettere al proprio strumento ilmessaggio contenuto. Manca fon-damentalmente professionalit daparte di chi esegue. In situazionisimili ovvio e naturale che chicompone si disaffezioni nei con-fronti di una produzione musicaleche altrove (paesi nord-europei intesta) gode di una sua importan-za, di un suo particolare prestigio,di qualit tecniche e vocali invidia-bili, nonch reali e consistenti sup-porti governativi. All'editoria,quella delle grosse case editrici, in-tendiamoci, quella che influiscesulle scelte artistiche nelle mag-giori e pi prestigiose istituzioniconcertistiche, va contestata lamancanza d'interesse nella diffu-sione di nuovi repertori, giustifica-ta da parte sua con l'assenza di un

    significativo mercato! D'altra par-te doveroso anche rilevare comei Grandi della composizione con-temporanea, soprattutto naziona-le, solo rarissimamente si siano vo-luti cimentare a produrre brani daiconnotati tecnico-vocali poco dif-ficoltosi e che non richiedano ne-cessariamente prestazioni di au-tentici gruppi professionisti spe-cialisti, pressoch assenti purtrop-po nel nostro Paese. Inoltre c' daricordare il disagio con cui molticompositori italiani (giovani e ditalento) vivono in modo alquantofrustrante questa situazione e sivedano costretti (complice a voltela loro misconoscenza dello stru-mento "coro") a rivolgersi all'este-ro per ottenere performances pro-fessionali e soddisfazioni. Manca,in definitiva, un livello intermedio;una fase che "elevi" mediamentele qualit tecniche, espressive evocali dell'esecuzione corale e, percos dire, "abbassi" - con l'umilt ela curiosit di voler indagare, divoler seriamente approfondire leinfinite, se non addirittura sempli-cemente sorprendenti risorse dellavocalit corale - certe prese di po-sizione di chi intende creare dei la-vori che contengano un linguag-gio autenticamente attuale ed in-novativo. Seppur frettolose e cer-tamente assai poco esaurienti que-ste riflessioni personali mi hannoindotto di buon grado ad accetta-

    re la proposta che gi pi di un an-no fa la FENIARCO mi ha rivolto.Mi ha lusingato ed onorato il fattodi essere stato prescelto per dareun contributo personale, anchecome docente, all'incremento diuna creativit pi "consapevole"delle risorse tecniche a disposizio-ne, in linea con le proprie esigen-ze estetiche. Quella di un corso dicomposizione corale contempora-nea suddiviso in tre "botteghe"interagenti, assieme agli altri do-centi Mauro Zuccante (bottega dielaborazione), Pierpaolo Scattolin(bottega di sperimentazione) si rivelata a mio avviso una propostainteressante, che, mi auspico, infuturo possa dare risultati signifi-cativi. Per quanto riguarda la bot-tega di composizione originale, incui sono stato docente, ho concen-trato la mia attenzione su di unaspetto fondamentale nella pro-duzione contemporanea, soprat-tutto a partire dalla Scuola diDarmstadt; l'applicazione consa-pevole della fonetica. La foneticaintesa come punto di partenza perun diverso tipo di vocalit e, nelcontempo, di approccio all'ele-mento pi importante e caratte-rizzante per la fonazione del coro,ferma restando la possibilit diutilizzare i fonemi puri e sempliciin luogo di un testo di senso com-piuto. Per molti dei corsisti questaindagine, seppur alquanto som-

    "COMPORRE PER CORO OGGI"Aosta 23/29 Luglio 2001

    di Giovanni Bonato

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    maria per i motivi cui accennerpi avanti, si rivelata di notevoleinteresse; si sono aperti nuovimondi e nuove possibilit di crea-re suono. Confesso - e penso di po-ter interpretare anche l'opinionedei miei colleghi - il mio scettici-smo, quando all'inizio mi sonochiesto quali fossero le aspettativedei corsisti. Sebbene qualcuno deipartecipanti abbia dovuto sotto-porsi ad una sorta di terapia d'ur-to, l'argomento "fonetica" ha at-tratto ed incuriosito talmente, cheogni partecipante si voluto ci-mentare con procedimenti di so-norizzazione di fonemi, sui qualifino ad allora si era sorvolato oche erano stati completamenteignorati dal loro modo di intende-re la coralit.Devo ammettere che la sinergiacon le altre due botteghe, e so-prattutto con quella della speri-mentazione dal vivo, ha sviluppa-to e, ove possibile, completatoquesto intento, focalizzando suivari problemi tecnico-pratici viavia che potevano verificarsi. Se daun lato il Maestro Zuccante ed io cisiamo avvalsi anche di ascolti chemeglio potessero fornire prezioseindicazioni sulle potenzialit delcoro, dall'altro c' stato un sensibi-le contatto con la realizzazionepratica nella bottega di sperimen-tazione, dove il Maestro Scattolinseguiva e consigliava con grande

    perizia. La provata esperienza diScattolin ha permesso, tramite ilcoro-guida messo a disposizionedall'ARCOVA (che ha dato provadi squisita ospitalit, soprattuttotramite la disponibilit del Presi-dente ARCOVA Angelo Filippini,del Vicepresidente Efisio Blanc edel Maestro Maurizio Longo), diconcertare due dei brani prodotti(uno per la bottega di composizio-ne originale e uno per quella del-l'elaborazione) e di porli in pro-gramma nel concerto di fine corsonella Chiesa della Collegiata diSant'Orso ad Aosta.Vista l'accoglienza con cui il pub-blico ha manifestato il propriogradimento nei confronti dei duepezzi eseguiti, c' un po' di ram-marico per non aver potuto pre-sentarne degli altri.Purtroppo tempi di lavorazione,l'impossibilit di avere un gruppovocale a disposizione per tuttol'intero periodo del corso nonhanno potuto dare questa soddi-sfazione ad ogni corsista, che,quasi accettando una sfida con iltempo e sottoponendosi con im-pegno e fatica ai ritmi imposti daicorsi, ha portato a termine un pro-prio brano.La promessa da parte della FE-NIARCO di realizzare nel corso deiprossimi mesi tutte le partituresar un'utile prova dello sforzoprofuso dai corsisti ed un'ulteriore

    occasione per riflettere su quantosi appreso. Certo, "COMPORREPER CORO OGGI" ovviamenteun'iniziativa che ha larghi marginidi miglioramento.Come dicevo poc'anzi, fonda-mentale la presenza costante diun gruppo, vocale, seppur limita-to, con cui i compositori, guidatidal docente, possano vedere rea-lizzate le loro idee e possano spe-rimentare nuove soluzioni foni-che. E' forse questo l'aspetto pecu-liare del corso: l'estrema utilit dipoter confrontare nell'immediatol'elaborazione teorica con l'appli-cazione pratica, coinvolgendo ilcompositore direttamente in fasedi concertazione e realizzazione.E' chiaro che per poter giungere arisultati pi soddisfacenti, se nonaddirittura lusinghieri, c' bisognodi selezionare con maggior rigorei partecipanti, onde meglio indiriz-zare e focalizzare le sperimenta-zioni, mirando magari a particola-ri problematiche.Si notato anche che, per poterrendere ottimale il rapporto di la-voro tra docenti e corsisti, il nume-ro dei partecipanti non deve supe-rare le 7/8 unit per bottega, comesi verificato in questo primo ap-puntamento, in cui fra l'altro l'af-fiatamento e la costruttiva colla-borazione fra i docenti hanno con-tribuito non poco alla serenit del-l'ambiente in cui si lavorato."COMPORRE PER CORO OGGI", se-condo me, va visto come un utilis-simo punto di incontro per com-positori attratti particolarmentedal coro, una valida chance che laFENIARCO ha offerto fuori dal-l'ambito accademico dei Conserva-tori, in cui non di rado ancor oggi- purtroppo non sono solo io aconstatarlo - certe argomentazioninon vengono neanche sfiorate nelcorso di svariati anni di studio.L'auspicio quindi che "COMPOR-RE PER CORO OGGI" possa avereun seguito, magari con appunta-menti annuali, in modo che, alme-no in queste fasi iniziali, si possanoinfondere stimoli ravvicinati e piefficaci per un autentico rinnova-mento del repertorio corale.

    Foto della paginaprecedente il gruppodei corsisti ad Aosta;a lato, un momentodel corso.

  • Il corso comporre per coro og-gi, si svolto ad Aosta dal 23 al29 luglio tenuto dai Maestri Gio-vanni Bonato, Pier Paolo Scatto-lin e Mauro Zuccante, che hannocurato rispettivamente i labora-tori di composizione, sperimen-tazione ed elaborazione.

    Al termine dei lavori, su invitodella Feniarco, descrivo con pia-cere la mia esperienza. Il corso stato di grande interes-se, per aver affrontato il temadella composizione corale con-temporanea, curandone anchelaspetto esecutivo. Dopo la presentazione del corso,in una sede davvero confortevo-le quale lIstituto Musicale, ilgruppo dei partecipanti si divi-so in base alle esigenze dinte-resse personale, e si sono forma-ti due gruppi di lavoro: composi-zione ed elaborazione. Io ho scelto di far parte del grup-po di composizione tenuto dalmaestro Bonato: per due giorniil lavoro stato intenso, allo sco-po di arrivare alla creazione diun prodotto finito, per poi con-sentire il passaggio alla fase suc-cessiva, lesecuzione da parte delCoro Laboratorio, presente pertre ore al giorno dal secondogiorno fino alla fine del corso. Devo sottolineare la pazienzadavvero lodevole dei coristi,nonch la loro preparazione,molti di loro erano direttori dicoro, che guidati dal MaestroScattolin, in pochi giorni hannopreparato il concerto finale, conlesecuzione di brani classici pidue scelti tra quelli composti daicorsisti. lo ho scelto di unirmi alcoro, sia perch mi piace moltocantare, sia perch stando dal-laltra parte si vivono gli inevi-tabili problemi esecutivi e, a for-za di far coro, quando si passa acomporre, diventa un processoautomatico pensare alla realiz-zazione della propria musica.

    Un particolare molto positivo delcorso stato lelasticit e la di-sponibilit dei docenti anche alezioni individuali, che ci hannoconsentito di passare da ungruppo allaltro in base alle no-stre necessit, insomma lezioniaperte, che ci hanno permesso diconoscere tutte e tre le discipli-ne. Come ho sopra citato, io hoseguito soprattutto composizio-ne e sperimentazione, anche senei tempi che avanzavano(davvero pochi), ho seguito an-che le lezioni di elaborazione dibrani per coro del Maestro Zuc-cante, che mi ha davvero colpitaper la sua creativit e la sua mae-stria in questa pratica.Gli ultimi giorni ci siamo concen-trati sullesecuzione di tutti i no-stri lavori: il Coro Laboratorio neha provati solo alcuni e, dal mo-mento che il tempo non era tan-to, noi corsisti ci siamo cimentatinellesecuzione delle nostre com-posizioni, concertate dal MaestroScattolin; stato un lavoro dim-portanza fondamentale, trasfor-marci in coristi stato positivo, cisiamo resi conto in prima perso-na dei tantissimi parametri cheun compositore deve considerareper scrivere musica (ovvero arteeseguibile), il tutto svolto in unclima di grande umilt e serenit. Il concerto di sabato 28 luglio, al-la bellissima Collegiata di S. Orso,ha chiuso ufficialmente il corso,la serata ha visto protagonistidue cori: il Coro Laboratorio delcorso diretto dal Maestro Scatto-lin, e la Corale di Valgrisenche,diretta dal Maestro MaurizioLongo. Il repertorio stato davvero pia-cevole; accanto ai brani classici ilnostro coro ha eseguito Ber-ceuse Bretonne di Manuel Filiset-ti e Petra Cantat di Carlo Berlese,i due brani scelti fra quelli com-posti dai corsisti, inoltre io hoavuto loccasione di dirigere

    Dieu, quil la fait bon regarderdi Debussy: stato un momentoimportante, e devo aggiungeremolto emozionante. Ma il corso si concluso solo uffi-cialmente; il Presidente della Fe-niarco, il Sig. Fornasier che ci haonorato della sua presenza lulti-mo giorno, ci ha comunicato chetutte le nostre composizioni sa-ranno registrate questinverno,grazie alla collaborazione di duecori: uno Valdostano e il Coro Eu-ridice di Bologna e le partituresaranno successivamente raccoltein un fascicolo; questa notizia hafatto felice tutti, e ringrazio finda ora tutte le persone che siprodigheranno per realizzarequesto fuori programma. Danon dimenticare la gita organiz-zata a met corso, la Valle d Ao-sta davvero bellissima e gli or-ganizzatori hanno pensato benedi concederci un intero giorno dipausa. Questo corso si rivelato davve-ro stimolante, e mi piace lideache non sia finito; mi ha partico-larmente colpito questo profon-do amore per la pratica e la dif-fusione della musica corale, av-vertibile nellaria sin dallinizio,particolare che non ho colto innessun altro corso. Un ringraziamento davvero sen-tito allassociazione Aerco di Bo-logna che mi ha concesso unaconsistente borsa di studio, e al-la Feniarco, che ha dato un rim-borso a tutti i partecipanti. In-somma stata proprio una bellaesperienza, e anche il rapportoche si creato con i colleghi dicorso stato positivo, il livello dipreparazione era piuttosto alto,e molti di loro erano direttori dicoro da diversi anni; questo haconsentito un proficuo scambio,sia di materiale che di opinioni.Tutto stato bellissimo, un soloneo: stato troppo, troppobreve.

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    ne IMPRESSIONI,GIORNALE DI BORDO DI UNA CORSISTAdi Cr ist ina Ganzerla

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    Scrivere per coro oggi un problemache investe ambiti fra loro anche mol-to diversi; in queste sue numeroseconnessioni, esso pu tradursi in unariflessione molto ampia sulla nuovamusica, sui suoi esecutori, sul suo pub-blico, sui molteplici fattori umani cheessa investe e riguarda. In questo sen-so il problema di come scrivere percoro assurge ad un suo ruolo direi em-blematico della composizione toutcourt.Nella giusta ricerca di una scrittura co-rale che sia adatta ai tempi, c in par-ticolare un aspetto che pu rischiaredi essere trascurato: la fruibilit di ciche si scrive. Un coro raramente for-mato da professionisti ed in ogni caso composto di esseri umani, i qualieseguiranno sempre pi volentieri unpezzo che si lascia cantare ad unodifficile da apprendere, anche se il va-lore estetico pari o magari superio-re. Occorre dunque cercare una me-diazione fra qualit, modernit e frui-bilit, e questa la sfida che i compo-sitori di musica corale della nostraepoca devono saper cogliere. Con questo spirito e queste finalit si svolto il nostro appuntamento adAosta dal 23 al 29 luglio. La formuladel corso residenziale per composito-ri stata a mio parere molto indovi-nata perch ha contenuto e riassuntoal suo interno diversi aspetti: quellolavorativo e produttivo, quello di ap-prendimento, quello conviviale, infineun aspetto che si potrebbe definirescherzosamente vacanziero: si lavo-ra s, ma anche ci si diverte e si respirail clima salubre della montagna. Nella cornice di questa bellissimacitt, giustamente definita la Romadelle Alpi, eravamo ospiti in un al-bergo dotato di tutti i comfort (e diuna buonissima cucina a base di spe-cialit locali!) e di una squisita corte-sia; lo stesso si pu dire dellIstitutopresso il quale si svolgevano le nostrelezioni, nel quale avevamo tutto lospazio per fare lezione e per lavorare,sia in gruppo che singolarmente, oltread essere assistiti da un personalequalificato e ad avere addirittura uncorolaboratorio a disposizione, cosanon da poco. Voglio porre in rilievo

    limportanza del fatto di poter scrive-re e poi direttamente verificare sulposto la resa vocale del proprio lavo-ro: ci non poteva non avere un ruolobasilare allinterno di un corso, nelquale il momento teorico e quellopratico applicativo andavano di paripasso. Se in questo contesto il concer-to finale (ne parlo anche se, dovendotornare a casa un giorno prima permotivi di studio, non ho potuto esserepresente) rappresentava umanamen-te il culmine dellesperienza del corso,il suo fulcro consistito invece pro-prio nella possibilit, impensabile dinorma, di avere una verifica immedia-ta della propria scrittura. Questo fine stato da tutti perseguito con grandetenacia: addirittura, nei momenti incui il coro-laboratorio non era dispo-nibile, per venire incontro alle nostrereciproche esigenze abbiamo formatonoi stessi un coro improvvisato (lirre-frenabile entusiasmo che scaturiva daquesti momenti a met fra il lavorati-vo e il conviviale proseguiva poi anchedi sera in albergo, portandoci a sfo-gliare le pagine della raccolta Me-los appena ricevuta in dotazione, al-la ricerca di possibili nuove concerta-zioni, alcune per la verit un po iro-niche). Ho apprezzato molto il fatto che ilcorso fosse organizzato secondo ilprincipio della bottega, dove si lavorainsieme e il maestro rimane sempre adisposizione degli apprendisti se-guendo il loro lavoro; si tratta di unadimensione della creazione musicaleche rimanda ad altri tempi e che ri-tengo vada recuperata (anche perchcontrasta la naturale tendenza al soli-psismo dei compositori!).Fra la bottega di composizione delM Bonato e la bottega di elabora-zione del M Zuccante ho scelto laseconda (la cosa migliore sarebbe sta-ta frequentarle entrambe, ma a tutti icorsisti stata imposta una scelta pergiusti motivi di maggior concentrazio-ne e produttivit) allinterno dellaquale, dopo un momento preliminaredi ascolto e analisi di partiture, siamopassati al lavoro scegliendo del mate-riale popolare allinterno di varie rac-colte; in omaggio al luogo ospite,

    stata data la precedenza a canti po-polari valdostani. Il filo conduttoreera quello della ninna-nanna: un ge-nere che, apparentemente calmo etranquillo, rivela spesso tematiche so-ciali che si colorano di piccola o gran-de tragedia; e il compositore pu, le-gittimamente, scegliere di metterepi o meno in evidenza questo latoinquietante senza pericolo di trasgre-dire lintima natura di questo generepopolare.Le nostre elaborazioni sono state mol-to diverse le une dalle altre dal puntodi vista stilistico, ma tutte permeate diquesta preziosa riflessione che tienein grande considerazione lanalisi te-stuale, e interessate anche, pur se dirimando, dai giochi di sillabe e fonemicome sintassi alternativa generatricedi sensazioni secondo linsegnamentodel M Bonato; ci vale a dimostrarecome ci sia stato comunque, fra le duebotteghe, un certo interscambio. Mol-to interessante stato anche parteci-pare alla bottega di sperimentazio-ne nella quale, come gi avevo anti-cipato, avveniva la concertazione deibrani; il M Scattolin ha fornito adognuno di noi dei validissimi consigliriguardo alla direzione, incoraggian-do quelli di noi che avevano gi espe-rienze in questo campo a cimentarsisotto la sua guida; ho apprezzatomolto i suoi esercizi vocali con il coro-laboratorio, che ci hanno resi mag-giormente consapevoli delle poten-zialit dello strumento-coro, e an-che le sue minuziose analisi di branicorali storici. Il corso cos, pur essendodedicato soprattutto alla composizio-ne, ha finito per essere di grande ar-ricchimento anche dal punto di vistadella direzione. Complessivamente si trattato perme di unesperienza veramente com-pleta sia musicalmente che umana-mente: ho imparato tante cose nuove,mi sono sentito a mio agio, ho cono-sciuto tanti altri compositori prove-nienti da ogni parte dItalia e i mieiorizzonti si sono, inevitabilmente, al-largati. Ringrazio vivamente tutti gliorganizzatori per avermi offerto tan-to, e spero di poter essere presente al-la prossima edizione.

    PER UNA MUSICA UMANA:LESPERIENZA DI AOSTAdi Car lo Tommasi

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    aercoAssociazione Emiliano Romagnola Corivia Amendola, 13 40121 BOLOGNAPresidente: Pierpaolo Scattolin

    Dopo la celebrazione nella primavera scorsa dellAs-semblea che ha riconfermato alla Presidenza ed allaSegreteria rispettivamente il M. Pier Paolo Scattoline Puccio Pucci, si sono svolte, come stabilito da Statu-to, le assemblee dei cori provinciali, che hanno nomi-

    Organizzazione Cori Calabriac/o Parrocchia S. Sperato - 89133 Reggio CalabriaPresidente: Giorgio Costantino.

    Nellincantevole cornice dellOstello della Giovent chesorge sulle colline di Tropea in localit S. Angelo di Dra-pia, si svolto dal 26 al 30 agosto 2001 lXI Corso Resi-denziale di Direzione e Vocalit Corale promosso dallaOrganizzazione Cori Calabria- Feniarco.Il Presidente della O.C.C. ha sottolineato con soddisfa-zione il buon esito del corso, che ha visto settantaquat-tro presenze provenienti, in maggior parte, dalla Cala-bria e dalla Sicilia.Ben strutturato anche il programma del Corso che haprevisto, nellarco della giornata, momenti specifici di le-zioni teoriche e pratiche riguardanti la gestualit e latecnica della direzione, la vocalit corale e la prassi ese-cutiva, la concertazione e la direzione dei brani che que-stanno sono stati scelti dal repertorio sacro e profanodel cinque e seicento, con particolare attenzione agli au-tori calabresi del periodo: Martoretta, Scorpione e Torta-mano.A disposizione dei corsisti, assai interessati alle lezionidei docenti, il coro laboratorio formato dagli allievi delCorso sperimentale di Vocalit Corale del Conservatorio

    Associazione Cori dellAbruzzovia C. di Rienzo, 82 67030 Introdacqua (AQ)Presidente: Pasquale Colangelo

    LAssociazione Cori dellAbruzzo si trova ancora impe-gnata nei confronti degli Organi Regionali perch sivada alla definizione di un provvedimento che, consi-derando il ruolo culturale e sociale dei Cori nella Co-munit Regionale, attribu