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Magazine Cittadini & Salute Settembre 2012

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EditorialeIl rebus della fecondazione

di Angelo Nardi

Il 28 agosto la Corte euro-pea per i diritti dell’uomo habocciato una nostra legge.

Riguarda la fecondazioneassistita. La nostra leggevieta di eseguire lo screeningsugli embrioni alle coppie diportatrici sani di malattiegenetiche.

Secondo la Corte europea la nostra legge viola il di-ritto al rispetto della loro vita privata e familiare.Tutto nasce da un ricorso di una coppia di personeportatrici di fibrosi cistica. I due si erano rivolti allaCorte. La Corte ha sentenziato.

La coppia ha diritto a volere un bambino sano? Ilprogetto di vita ha diritto di vedere la luce, indipen-dentemente dal suo stato di salute? La coppia ha di-ritto a sottoporre gli embrioni ottenuti per lafecondazione assistita allo screening reimpianto?

Il problema nasce dal fatto che l’analisi degli em-brioni per impiantare nella donna soltanto quelli saniè vietata dalla legge 40. La nostra legge consente difare il test solo alle coppie in cui l’uomo ha una ma-lattia sessualmente trasmissibile: Hiv, epatite B e C.

La Corte non può far a meno di rilevare il fatto che,sempre in Italia, è consentito l’aborto. Qual è la ratiodi questa disposizione?

Seguono dichiarazioni e intenti di cui non interessarender merito perché la questione di merito è lasciataa una definizione: cosa si intende per diritto alla vita,il diritto - impossibile da sancire - di far decidere ilprogetto di vita sulla sua esistenza al di là delle con-dizioni effettive di condurre una vita normale. Se nonpuò decidere il progetto di vita, non possono deciderei genitori - secondo la nostra legge. Ma se questo èvero, che diritto hanno di decidere i legislatori?

Troppe domande per una battaglia che non riguardala concezione della vita, ma la difesa di schieramentiche nulla hanno a che fare anche con la fondazione diun’etica ad uso e consumo della vita effettiva. E tuttoquesto è molto triste.

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Le riforme sulle spalle dei soliti

Cambio di paradigma

Tagli a Roma e dintorniSalvare l’Umberto I!

San Camillo, necessità di volare

Batman, antieroe per la Sanità americana

IHG/ Una nuova organizzazione dell’assistenzapsichiatrica territoriale

Far sesso prima della gara sportiva

Nel cervello la musica ha uno spazio a séCacao Vs Alzheimer

La cannabis incretinisce!

Medici in AfricaLa “filosofia morale della medicina”

Elefantiasi sanitaria

Ilva, una lunga storia

Caro ministro della salute

Cittadini & Salute

Sommario4

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22Cittadini & Salute

Mensile di informazione Socio-SanitariaEditore e Direttore Generale Mario Dionisi Direttore Responsabile Angelo NardiRedazione Via Carlo Del Prete, 6 Tel. 0774 081389 Stampa Fotolito Moggio strada Galli, 5 Villa Adriana (Rm). Registrazione n. 31 del 29/06/2010 presso il Tribunale di Tivoli. Tutte le colla-borazioni sono considerate a titolo gratuito, salvo accordi scritti con l’editore. Tutto il materiale cartaceo e fotografico consegnato alla redazione, nonverrà restituito. Chiuso il 07/09/2012

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ATTUALITÀ

Si proclamano cambiamenti sul sistema di nominadei dirigenti Asl. Quante volte gli italiani hanno sentitoquesto proclama? Ciascun governatore l’ha detto. A Romasi ricordano dei manifesti giganteschi con su scritto: “Soloi più bravi”. Il deficit ne ha conseguito. Altre variazioni nelmondo dei medici di famiglia chiamati a dare di più. Moltodi più.

Sui direttori generali saranno le amministrazioni deglienti-regione a provvedere (e sai che novità!). I dirigenti sa-ranno nominati sulla base delle loro qualità evidenziate daicurrricula previo pubblicizzazione della ricerca attraversoil bando. I dirigenti amministrativi o sanitari delle Asl de-vono aver conseguito un diploma di laurea magistrale e di-mostrare di aver fatto esperienza in campo manageriale nelmondo della Sanità per almeno cinque anni.

Si chiedono, invece, sette anni di esperienza negli altrisettori tecnico sanitario. Non debbono aver superato laquota dei sessantacinque anni di età nel momento in cui ri-spondono al bando e si autocandidano. Avranno autono-mia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane,tecniche o finanziare.

Ciascuna Asl italiana deve pubblicare online i prezziunitari corrisposti dalle aziende sanitarie per gli acquistidi beni e servizi. (Ma non era già stato pensato al calmieredeterminato dall’unità del prodotto in relazione adun’orientativa unità di costo?). Nella commistione pub-blico/privato, o meglio nella sanità privata effettuata insede di struttura pubblica, la famosa intramoenia, la de-cisione è di tracciare ogni introito dei medici: non sonoconsentiti pagamenti in contanti. E poi, il gioiellino, deldecreto. La grande riforma.

La grande innovazione per evitare l’intasamento deipronto soccorso. Viene istituita un’aggregazione di medicidi base.

Ciascun gruppo deve essere di 15-20 medici. Dovrannogarantire agli stessi pazienti assistenza per 24 ore su 24, 7giorni su 7. Ma come potranno dare questa assistenza da-vanti a un paziente con dei dolori? Oppure con una pato-logia improvvisa, fuori dall’ordinario, per la quale ilmedico necessariamente dovrà chiedere prontamente unaricerca diagnostica per capire lo stato della crisi. Chi farà aquesti pazienti, prontamente, come si fa in un ospedale, seè proprio vero che si vogliono alleggerire le prestazioni delnosocomio, una Tac, piuttosto che una risonanza magne-tica, oppure una radiografia, un’ecografia?…

Chiaro per attuare un piano di questo tipo ci sarà bisognodi attivare il mondo degli ambulatori della diagnostica e pernon ricadere sulle strutture pubbliche creando quell’intasa-mento da prestazioni che si vuole evitare, bisognerà chiedereaiuto ai laboratori privati. Il decreto tace su questo.

Neanche una parola, una menzione. Il ministro non ha sen-tito la necessità di fare un riferimento con indicazioni di com-pensi secondo tariffario recentemente stabilito. Nulla di tuttoquesto. Quindi questa grande innovazione dovrebbe esseretutta sulle spalle degli operatori della Sanità.

Come voler risparmiare sui costi di lavoro reclutando de-gli schiavi. Si tratta di un assurdo a cui il decreto dovrà purdare una risposta. L’indicazione adeguata può avvenire raf-forzando la misura degli accreditamenti con i laboratorispecificamente riconosciuti nei singoli territori e a questiriconoscere un equo compenso. Non si fanno riforme senzainvestimenti di risorse.

Le riforme sulle spalle dei solitiNel decreto del Ministro della Salute si vuole cambiare sulle spalle dei professionisti della Sanità

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Cambio di paradigmaGli operatori della diagnostica hanno la stessa impressione di CristoforoColombo. Davanti al senso comune che dà la Terra come rettilinea, luiprova a cambiare paradigma: la Terra è sferica, quindi si può navigarenella sua circonferenza.Oggi il ministro della salute si accorge che è final-mente giunto il momento di unire l’assistenza perl’emergenza. Gli acuti e il territorio (pronto soccorso,ospedale, medicina sul territorio) debbono esseremessi a sistema. Il modo per farlo consiste nel crearegruppi di medici di famiglia (almeno sei) per averegli ambulatori h24. È necessario, quindi, un cambiodi paradigma: lo Stato deve governare l’esistente eil Sistema Sanitario Nazionale deve dare l’assistenzaa tutti, certo, ma se ne hanno effettivo bisogno.Come gli uomini di scienza ai tempi di Colombo il Mini-stro parla senza conoscere la realtà e senza vedere lesoluzioni semplici: l’uovo di colombo, appunto.Due osservazioni che si basano sul nuovo para-digma che deve essere assuntoLa prima: il Ministro pensa a gruppi di sei medici, ma ignorache per tenere aperto h24 servono dalle 12 alle 18persone (chi smonta dalla notte la mattina dopodorme e il giorno successivo ha il riposo - un algo-ritmo noto a tutti: notte, smonto e riposo) Con seimedici non vai da nessuna parte. E poi ovviamenteva pensato all’infermiere e ai problemi della sicu-rezza personale (immaginiamo l’ipotetica dotto-ressa da sola di guardia nello studio medico).La seconda:Immaginiamo il bambino con il mal di pancia chearriva a mezzanotte all’h24 dei pediatri di famiglia.

Ma se quel poveretto non gli può far fare un emo-cromo per controllare i globuli bianchi per escludereun’appendicite che fa? Lo manda al pronto soc-corso.L’uovo di Colombo dunque qual è?Risposta: creiamo le sinergie con tutto ciò che esi-ste sul territorio, i medici di famiglia e gli ambulatoriaccreditati a gestione privata. Non si capisce perché il Ministro non veda comeunica sinergia pubblico-privato. Vede però l’ediliziasanitaria. Non vede la cosa più semplice ed ele-mentare, unire l’esistente.Le strutture accreditate a gestione privata sono pre-senti capillarmente sul territorio. Non abbiamo ne-cessità di investimenti per creare strutture ocomprare apparecchi. Un calcolo che si risolve fa-cilmente a tavolino, un ragionamento che si puòfare assieme ai medici del pronto soccorso e ai me-dici di famiglia per verificare cosa serve per sgom-brare il campo dai codici verdi: - bisogna creare le reti territoriali con quello che esiste; - bisogna decidere quali accertamenti sono neces-sari e quali differibili al giorno dopo. Ogni accesso alpronto soccorso minimo che spendi sono 1.800 Euro; - non vogliamo più soldi, li vogliamo spendere me-glio, buttando via la maschera delle ideologie.

Guido Cimatti, Anisap

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REGIONE LAZIO

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Il senatore Gramazio presidente della commissionesanità al Senato ha dichiarato: “Gli ulteriori tagli checolpiscono la Regione Lazio con 600 posti letto in meno, lapaventata chiusura di 26 piccoli ospedali e la crisi che inve-ste il Policlinico Gemelli, la Fondazione Santa Lucia, l’Ospe-dale Cristo Re, salvato in extremis dall’intervento di ungruppo sanitario privato, così come l’IDI-San Carlo e ilblocco del turnover contribuiscono a penalizzare ulterior-

mente il servizio sanitario del Lazio, con ripercussioni an-che sull’emergenza sanitaria. Questa gravissima situazione,che induce il presidente Polverini a voler ricorrere alla CorteCostituzionale, impone ad un parlamentare eletto nel Lazio,come il sottoscritto, di non votare la fiducia chiesta dal go-verno Monti. È la prima volta nella mia esperienza politicache voterò in dissenso dal gruppo a Palazzo Madama, dicui mi onoro di far parte”. Fonte: Agenzia parlamentare

Lo ha stabilito la delibera di Giunta della RegioneLazio. Va a modificare la destinazione di parte dei fondidell’ente per il Policlinico nell’ambito del Nuovo Master-plan. L’Umberto I aveva dei problemi di struttura sui qualinon si poteva più transigere, pena chiudere interamente lastruttura. Le risorse sono state ricavate da parte di fondiregionali già previsti per la riqualificazione dell’assistenza

sanitaria. Tra gli interventi prioritari previsti la messa in si-curezza e a norma relativa all’impianto idrico antincendio,l’impianto di rilevazione fumi, l’impianto elettrico, l’im-pianto di condizionamento, gli impianti dei gas medicali,l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’adegua-mento delle gallerie ipogee alle prescrizioni normative an-tincendio. Fonte: Agenzia stampa quotidiana nazionale

Tagli a Roma e dintorniSistema sanità Lazio con seicento posti letto in meno

Salvare l’Umberto I!Oltre 28 milioni per la messa in sicurezza del Policlinico

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REGIONE LAZIO

Il 24 agosto l’ospedale-Asl San Ca-millo Forlanini ha annunciato che èaperto il suo eliporto. La sua attivitàè limitata alle ore diurne. L’elisuper-ficie - fa sapere l’Azienda San Ca-millo Forlanini - è a tutti gli effettioperativa nelle ore diurne in quantoautorizzata allo scopo dall’ENACche, come noto, è l’autorità compe-tente al rilascio di tali autorizzazioniin materia”.

“La società cui è affidato il serviziodi elitrasporto della Regione Lazio -prosegue la nota - ha unilateralmentedeciso di non far effettuare ai proprielicotteri atterraggi presso l’elisuperfi-cie del San Camillo Forlanini diversa-mente da quanto fatto da molteplici

compagnie titolari dei servizi di eli-soccorso di altre regioni nonché daivigili del fuoco che hanno continuatoe continuano ad atterrare presso ilSan Camillo. Mi corre l’obbligo disottolineare come l’Azienda, perquanto di sua competenza, nel temposi è sempre prodigata per mettere inatto tutte le iniziative utili a garantireil costante rispetto delle condizionipreviste dalle norme e dai regola-menti in materia ottenendo conse-guentemente tutte le certificazionirichieste. Nonostante quanto detto estante il continuo rifiuto della societàdi elisoccorso di continuare a non at-terrare presso l’elisuperficie l’Aziendasi è vista costretta a sottoporre alla

Procura della Repubblica di Roma unesposto sulla situazione”.

La nota dell’azienda sanitaria ap-pare evidentemente piccata contro lepolemiche di inizio mese che hannovisto al centro il disservizio impu-tato al San Camillo di sospensionedel servizio elioportuale. A lanciareil grido di allarme era stato il Consi-gliere regionale del Pd EsterinoMontino.

Il San Camillo è una sede dove ven-gono effettuati interventi di grandeurgenza, compresi trapianti.

La non funzionalità dell’eliportopoteva rappresentare un grande de-ficit per tutto il sistema sanitario delLazio.

San Camillo, necessità di volareTorna l’elicottero, dopo le polemiche secondo cui l’elisoccorso era statodisattivato. “Grave. - aveva detto il Consigliere regionale Esterino Montino- per un ospedale dove si effettuano trapianti”

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CURIOSITÀ

Dodici morti e cinquantanove feriti, il bilancio dellastrage di quel venerdì 20 luglio. E quelli che sono riuscitia sopravvivere dalla mattanza durante quella prima del filmBatman non riescono a scampare dalle maglie della Sanitàstatunitense. Il sistema sanitario degli Stati Uniti con la ri-forma Obama ha esteso a tutta la popolazione il diritto allacura attraverso un servizio sanitario nazionale pubblico.

Questa nuova organizzazione muove da una situazione incui tutto il mondo della cura era regolato esclusivamente se-guendo le modalità della tutela privata: il cittadino che vuoleavere una copertura sanitaria deve sottoscrivere una polizza sa-nitaria. Una condizione, si ripete, modificata negli States dallariforma Obama, ma non di molto. I feriti più gravi, quelli chehanno lottato per la vita dalle ferite per i colpi di mitra delpazzo, hanno dovuto vedersela per conto loro. Sono entrate inazione catene di solidarietà e aiuti di associazioni.

Se così non fosse stato i feriti avrebbero avuto una fase posttrauma ancor peggiore del trauma: abbandonati a loro stessi.Questo perché il sistema sanitario statunitense non garanti-sce.”I membri del pubblico, insieme a Warner Bros, lo studioche ha rilasciato il film Batman “The Dark Knight Rises”,hanno contribuito quasi due milioni di dollari per aiutare levittime, anche se non è chiaro quanto di che coprire le spesemediche. Una famiglia è raccolta di fondi online sul suo pro-prio” - questa la situazione drammatica descritta da Associa-ted Press. Annunciato anche il fatto che mercoledì primoagosto verranno ridotti o cancellata l’assistenza medica co-stituita sul debito all’HealthOne. Secondo voce comune sa-ranno limitate o eliminate le prese in carico in base allecircostanze individuali dei pazienti.

Sono ospedali che hanno curato 22 vittime della sparatoria.Tuttavia, la società in guardia la sua politica non possono

applicare a tutti i medici che lavorano nei suoi ospedali.Gli altri due ospedali, Denver Health Medical Center e Uni-

versity of Colorado Hospital, non sono ancora in grado didire se potranno dare sostegno ai feriti nella fase post acuta.Ma due dei principali ospedali di rete sono dello Stato. Nel2011 hanno dato un quantitativo di assistenza gratuita parial fatturato di 750 milioni che ospedali privati farebbero nellemedesime circostanze. Si aspetta un ruolo importante da loro.

Va detto e ribadito che anche negli Usa, gli ospedali sonotenuti dalla legge federale per stabilizzare i pazienti durantele emergenze, senza riguardo alla loro capacità di pagare.

Alcune delle vittime avranno una ripresa lunga con rela-tivi costi medici - senza assicurazione sanitaria. I funzionaristatali hanno detto che non si è certi che nessuna delle vit-time beneficiare di Medicaid l’assistenza di emergenza a di-sposizione dei pazienti bisognosi. Le vittime potrebberoanche ottenere assistenza finanziaria da parte di un pro-gramma statale che aiuta le persone ferite durante i reati,compresi i salari persi e consulenza.

“Il problema più probabilmente di fronte agli ospedali e pa-zienti in una situazione come Aurora è quello che viene dopodi stabilizzazione”, ha detto il Dott. Howard Brody, direttoredell’Istituto per le Medical Humanities della University of Te-xas Medical Branch a Galveston e di un frequente critico di ec-cessive spese mediche. Molte di queste persone che assumonohanno bisogno di riabilitazione prolungata e costosa dopo chei loro infortuni immediati sono trattati… nessuna legge imponeche lo facciano. Fonte: Associated Press

Batman, antieroe per la Sanità americanaA Denver i feriti dell’attentato rischiano di non avere cure sanitarie.Molte assicurazioni non sono coperte, il servizio sanitario non segue i feriti quando escono dall’ospedale

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Nel panorama sanitario italiano, il servizio psichiatrico ter-ritoriale ha sempre rappresentato un nodo critico, sia per ledifficoltà intrinseche sia per la complessità dell’apparato or-ganizzativo. Nel Lazio si sono susseguite numerose modifichenella rete delle strutture comunitarie, percorrendo un iter sem-pre più rispondente alle esigenze dell’utenza. Il recente De-creto del Commissario ad Acta n. 90 del 10/11/2010 (e sues.m.i.) ha indicato i nuovi requisiti strutturali e organizzatividelle Strutture Residenziali Psichiatriche.

Un dato di rilievo riguarda la “riqualificazione” delle Casedi Cura Neuropsichiatriche in Strutture per Trattamenti PsichiatriciIntensivi Territoriali (STPIT). Alle case di cura del Lazio ven-gono assegnati 30 p. l. - per un totale di 240 - destinati a pa-zienti che alla dimissione da un SPDC (Servizio Psichiatrico diDiagnosi e Cura), presentano ancora la necessità di proseguireun trattamento in un contesto a minore, seppur elevata, com-plessità assistenziale oppure a pazienti provenienti dal terri-torio dietro autorizzazione del Dipartimento di SaluteMentale. Si è compiuto il superamento della dimensione cu-stodialistica e la ex Casa di Cura, che prima costituiva un ser-batoio di pazienti considerati non trattabili a livelloriabilitativo, diviene una tappa importante nel “trattamento”psichiatrico. L’accento è posto sulla continuità assistenziale-te-rapeutica, per cui si configura un percorso di “recupero a gra-dini”, con diradamento progressivo dell’aspetto assistenzialeed intensificazione di quello riabilitativo, al fine di favorirel’eventuale reinserimento nel contesto sociale. Tale percorso èrappresentato da: SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi eCura) - STPIT (Strutture per Trattamenti Psichiatrici Inten-sivi Territoriali) - SRTRi (Strutture Residenziali Terapeutico-Riabilitative per trattamenti comunitari intensivi) - SRTRe(Strutture Residenziali Terapeutico-Riabilitative per tratta-menti comunitari estensivi) - SRSR 24 h (Strutture Residen-

ziali Socio-Riabilitative a elevata intensità assistenziale) -SRSR 12 h (Strutture Residenziali Socio–Riabilitative a mediaintensità assistenziale).

Altro aspetto rilevante riguarda le procedure d’inseri-mento/ricovero in una qualsiasi di queste strutture, (ad ec-cezione delle STPIT). La novità è rappresentata dallacostituzione della Unità Valutativa Multidisciplinare(UVM - nota R. Lazio n. 823 del 03.01.2011), che gestisce leliste d’attesa. L’UVM è costituita in ogni ASL con l’apportodi diverse figure professionali (psichiatra, psicologo, infer-miere, assistente sociale) e con l’apporto di un professioni-sta esperto nominato, anche a rotazione, dagli erogatoriprivati accreditati operanti nell’area della residenzialità psi-chiatrica presenti nella ASL. Per le STPIT non è previstol’intervento della UVM, essendo sufficiente l’autorizza-zione del DSM su ricettario del SSR, nelle SRTRi la UVMagisce di concerto con il DSM, compilando l’autorizzazioneall’inserimento sempre su ricettario SSR. Per le altre strut-ture più “leggere” (SRTRe, SRSR 24 h, SRSR 12 h) l’auto-rizzazione viene data dopo la valutazione della UVM.

Questa differenza rispecchia l’esigenza di coordinare itempi di attesa in funzione del grado d’urgenza del casoclinico. La UVM agisce, pertanto, da filtro, regolando l’ac-cesso dell’utente nelle sedi residenziali, garantendo la prio-rità ai casi idonei ad un processo riabilitativo.

Il DSM della ASL RM G, recependo le direttive regionali, hagià attuato le opportune modifiche al sistema precedente. Per-tanto, a partire da febbraio 2011, per usufruire delle strutturepsichiatriche riabilitative è sufficiente l’impegnativa rosa, rila-sciata dal DSM stesso previa valutazione dell’UVM. Ad oggi,nella ASL RM G le Strutture Residenziali Psichiatriche sonorappresentate quasi esclusivamente dalle SRTR e SRSR ge-stite da Italian Hospital Group.

Italian Hospital GroupCENTRALINO 0774 38.61 FAX 0774 38.61.04188, Via Tiburtina 00012 Guidonia (RM)www.italianhospitalgroup.it

Una nuova organizzazione dell’assistenza psichiatrica territorialeDott. A. Piccinino, Medico Psichiatra, Responsabile Area Psichiatria Italian Hospital Group

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CURIOSITÀ

C’è una vecchia questione sulle buone o cattive abi-tudini degli atleti prima della gara. Il sesso. Smantellatitutti gli antichi tabù presenti però anche nell’antica Greciaper cui l’atleta doveva mantenere il massimo di tensioneemotiva e agonistica per rendere al massimo in gara, questalinea direttiva è dura a morire. Per smantellarla i notiziarisono andati a rinverdire uno studio pubblicato nel 2000 cheraccoglie varie testimonianze storiche e si compone di altrericerche. Anche secondo questa ricerca fare sesso primadella gara non pregiudica il suo buon esisto. Non dice nem-meno che lo aiuta, però. Non lo pregiudica.

Ma per molti anni, allenatori di calcio, atleti olimpici, e an-che Muhammad Ali hanno sostenuto l'astinenza sessuale lasera prima di un evento sportivo. Marty Liquori, corridorenumero uno al mondo classificato 5.000 metri, ha detto che ilsesso ti rende felice. E se sei felice non sei disposto a una pre-stazione di sofferenza per una gara. D’altra parte, ci sono an-che un sacco di storie aneddotiche di atleti che affermano diaver beneficiato dal sesso la notte prima di un evento agoni-stico. Il tutto sembra determinato dal grado di ansia che per-sonalmente ciascun atleta esprime per l’apprensione dellagara. Chi ha grandi livelli di nervosismo può trarre beneficiodall’avere rapporti sessuali. In ogni caso il grado di energieche toglie un rapporto con l’altro sesso non è superiore aquello di salire due rampe di scale. Prestazione che inun’atleta professionista dovrebbe essere a facile portata. Ilmito che gli atleti dovrebbero praticare l’astinenza primadelle competizioni importanti deriva dalla teoria che la fru-strazione sessuale porta ad un aumento dell’aggressività, eche l'atto di eiaculare porta via testosterone dal corpo.

In realtà, il sesso potrebbe alterare le prestazioni attraversosia fattori fisiologici o psicologici. In 31 articoli recuperati,solo 3 sono stati gli studi scientifici (gli altri si riducono adattestazioni fisiologiche) hanno suggerito che il sesso la notteprima della gara non altera i risultati dei test fisiologici.

Per esempio, a 14 atleti maschi sposati è stata data una mas-sima attività di test della forza di presa la mattina dopo ilcoito, e la prova stessa a seguito di almeno sei giorni di asti-nenza. I risultati suggeriscono che la forza e la resistenza deimuscoli della flessione non siano lesi dal sesso la notte pre-cedente. Un inedito di follow-up di questo studio è stato con-dotto da ricercatori della Colorado State University.

Analizzati dieci uomini in forma, sposati, età dai 18 ai 45anni. Nelle loro prove di forza di presa, equilibrio, movi-mento laterale, tempo di reazione, la potenza aerobica (salirele scale di esercizio), e VO2max (test tapis roulant), i risultatinon cambiano con l'attività sessuale. Infine, i risultati di unostudio hanno suggerito che i rapporti sessuali dodici oreprima della prova non hanno avuto effetti significativi sullamassima potenza aerobica, polso di ossigeno o di prodotti adoppia.

Sulla base dei risultati di questi studi, si potrebbe conclu-dere che l’attività sessuale la sera prima della gara non puòinfluire sulle prestazioni. Considerando che il rapporto ses-suale normale tra i coniugi, spende solo 25-50 calorie (l’equi-valente energetico di camminare su due rampe di scale), èdubbio che il sesso della notte precedente interesserebbetest di performance fisiologici di laboratorio.

Ricordando che l’ipotesi iniziale ha suggerito che le pre-stazioni siano soltanto influenzate attraverso un cambia-

Far sesso prima della gara sportivaC’è chi è contrario, si potrebbe far tardi nel presentarsi alla competizione.Olimpiadi archiviate, ritorna il tema della competizione agonistica legata all’avere rapporti sessuali, prima dopo. Durante è più difficile.

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mento in aggressione, i ricercatori hanno misurato in realtàvariabili che tengono conto dell’ aggressività (ad esempio, lamotivazione, la vigilanza, e l’atteggiamento nei confrontidella concorrenza). Secondo l’attuale ipotesi di U rovesciatapsicologia dello sport, vi è un livello ottimale di atten-zione/ansia prima di una gara, e una performance scadentesarà il risultato sia troppo ansiosi o non erano abbastanzaconsapevoli.

Se gli atleti sono troppo ansiosi e inquieti la notte prima diun evento, allora il sesso può essere una distrazione rilassante.Se sono già rilassato o, come alcuni atleti, hanno poco interessenel sesso la notte prima di una grande competizione, quindiun buon riposo notturno è tutto ciò che occorre.

Questa teoria prevede che i risultati saranno dipendentida preferenze individuali e le routine. La notte prima di unagara importante non è un buon momento per i drastici cam-biamenti di routine. La coerenza è la chiave.

Chiaramente vi è la necessità di ulteriori ricerche sul temadi attività sessuale e le prestazioni atletiche. Tuttavia, comein ogni ricerca si hanno difficoltà a controllare i fattori con-nessi a tale comportamento sessuale, come l’ora del giorno,la frequenza e la durata dell’attività sessuale, il comporta-mento dei soggetti tra la raccolta dei dati, la dieta, stan-chezza, stress, e la risposta individuale all’attività sessuale.

Anshel pone anche una questione da prendere in consi-derazione: Come validi sono i risultati dei test, quando

un’attività naturale come il coito diventa un atto obbligato-rio nell’ambito di un periodo di tempo specifico. Inoltre, irisultati possono dipendere dal partner sessuale. Per esem-pio, la frequenza cardiaca e della pressione sanguigna sonodiverse se il sesso è con il coniuge di dieci anni, rispetto adun nuovo partner o in un ambiente inusuale.

Per ciò, qualsiasi ricerca futura dovrà controllare la varia-zione interindividuale delle suddette variabili, con un dise-gno randomizzato, o almeno di controllo delle differenzenella fase di analisi. Infine, l’ipotesi U rovesciata per la vi-gilanza/ansia suggerisce che le prestazioni di alcune per-sone che migliorerà con il sesso la notte prima della garaoppure le prestazioni degli altri verrà ostacolato.

Se fosse vero, un trial randomizzato controllato nonpuò essere in grado di rilevare eventuali differenze. Peresempio, se la verità è che il 50% della popolazione mi-gliora con il sesso la notte prima di una gara e il 50% èostacolato dal sesso la notte prima della gara, uno stu-dio controllato randomizzato mostra che in media nonc’è alcun effetto.

Per tanto, il modo migliore per testare l’ipotesi, è con unuso ripetuto, misure, disegno cross-over, in cui vengono te-stati gli stessi atleti più volte in seguito l’astinenza, e più voltedopo il sesso la notte prima della gara. E tutto sommato sitratta di una sperimentazione piacevole. Potrebbero nascere...nuovi record! Fonte: Clinical Journal of Sport Medicine

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RICERCA

Il cacao potrebbe essere la soluzione più gradita percombattere il declino cognitivo. Ne sono interessati il 6%degli over 70. Il metodo di ricerca è il solito. Si prendono ungruppo di anziani e si dividono in gruppi trattati ciascuno conun regime alimentare diverso. Stavolta i gruppi erano tre e glianziani novanta. Ciascuno con lieve declino cognitivo. Quoti-dianamente, per otto settimane, sono stati trattati con dosi di

cacao in forma di bevanda. Escluse altre alimentazioni con so-stanze antiossidanti. Ebbene, il gruppo che beve cacao ha ri-scontrato un risveglio di riflessi mnemonici più dinamico deglialtri. Ma un altro dato importantissimo riguarda la diminu-zione, per lo stesso gruppo, della pressione sanguigna tanto daritenere il miglioramento nei riflessi cerebrali come un effettodella diminuzione della pressione. Fonte: Hypertension

Un concertista aveva avuto un’amnesia totale.Questo però non gli impediva di ricordare perfetta-mente le partiture conosciute della musica da luisuonata nel corso della sua vita. Si tratta di un vio-loncellista. La conferma di come l’immagazzina-mento di cognizioni relative alla musica determini

una dimensione speciale nell’apprendimento e riescaa denotare una dimensione del tutto specifica per lasua tipologia è confermata. Così anche le modalità diriacquisizione cognitiva accompagnata dalla musica,così come la musica stessa come un aspetto di ne-vrosi a sé stante. Fonte: Current Biology

Nel cervello la musica ha uno spazio a séLa tesi è conosciuta, ma interessante una trascrizione del Current Biologydi un’esperienza concreta

Cacao Vs AlzheimerNuovo studio che ne esalta le qualità per la memoria e ne contrasta l’ipertensione

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Le manifestazioni tipiche sono problemi di concentra-zione e di memoria. Negli States, dove vanno pazzi per que-sti sistemi di misurazione del tutto arbitrari, segnalano ancheuna caduta del quoziente intellettivo. Ma la ricerca non è di-retta a ragazzi statunitensi, bensì a mille neozelandesi. In ven-ticinque anni sono stati osservati nei loro comportamenti e lereazioni intellettive alle stimolazioni. Uno studio di queste pro-porzioni è raro. Quindi va tenuto in grande considerazione.

Ebbene, gli effetti della cannabis sono certi. Variano da con-sumatore e consumatore e un indice rilevante riguarda l’età incui si inizia a fumare la sostanza. Chi inizia nella prima adole-scenza ha danni più evidenti nella facoltà cognitiva, chi ha ini-ziato più tardi ne ha di meno. (Questo dato però può esserviziato da una sorta di comportamento indotto che induce l’abi-tudine fin da giovanissimo a fumare le canne. Comporta unacondizione di scarso controllo della famiglia e una dimensionedi lassismo sull’efficienza più generale del ragazzo nelle suemanifestazioni in senso più esteso).

Ma a suffragio di questa tesi si fa riferimento, nello studio, adun’indagine medica protrattasi negli ultimi quaranta annidove, pure, sono sotto stretta osservazione 1.037 bambini diDunedin, in Nuova Zelanda. In verità non è nuova questa con-clusione. Nuovo l’ambito e la profondità di ricerca. Sarebbestato maggiormente probante se lo stesso studio fosse statofatto in una scuola di adolescenti statunitensi o europei dove,parallelamente, gli stimoli intellettivi possono fare equilibrareil torpore reattivo indotto dall’uso frequente di cannabis.

Ma, di certo, l’alto numero di partecipanti e la durata dellostudio danno grande affidabilità alla ricerca.

Un punto debole, ma in contempo nuovo, in questa ricercaconsiste nel fatto che non sono stati comparati studenti consu-

matori con altri studenti non consumatori. Il dubbio lecito, pun-tualmente, consiste nel fatto che le più basse performance men-tali dei consumatori sono determinate da una condizionegenerativa, non condizionata dall’uso di cannabis. D’altra parteanche in questo studio, osservando le basse reazioni di questistudenti in tanti anni c’è il lecito dubbio che una condizionecontrofattuale non avrebbe potuto esprimere molto meglionella prontezza dei riflessi reattivi di questi ragazzi. Ma provecontrofattuali in scienza medica non se ne possono avere,quindi inutile parlarne.

Va detto che la prima analisi delle facoltà cognitive di questiragazzi è stata effettuata quando avevano appena tredici annie belle speranze di progredire nelle facoltà di apprendere inmodo veloce e spontaneo. Queste facoltà, pur mostrandosi vivein tenera età si sono affievolite con l’uso di cannabis. A distanzadi venticinque anni i danni che aveva compiuto la cannabis ap-parivano evidenti e inconfutabili. Quelli che fumano di piùhanno visto maggiormente declinare le capacità intellettive.

Ma ci sono stati anche consumatori adulti che non sono peg-giorati. Per loro si attesta un peggioramento di otto punti daltest intellettivo. Difficile spiegare in costa consistano questi ottopunti. Potrebbero esser determinanti per essere espulsi in unaprova per test in un concorso di ingresso in una facoltà ameri-cana o in un posto di lavoro.

Ma il dato saliente consiste nel fatto che la dimostrazionenon dimostra. Vengono associati due elementi oggettivi:l’uso di cannabis e il basso livello intellettivo.

Di qui si pongono in relazione le due attualità in una re-lazione di causa ed effetto. Ce ne potrebbe essere unaterza, ambientale ad esempio, che i dotti studiosi nonhanno preso in considerazione. Fonte: PNAS

La cannabis incretinisce!Uno studio sugli adolescenti associa declino di facoltà cognitive nei ragazzi che ne fanno uso

RICERCA

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Il film inizia nella sede storica di Medici con l’AfricaCuamm (Collegio universitario aspiranti e medici missio-nari), nel centro di Padova.

Don Dante Carraro è un sacerdote. È anche cardiologo, e daquattro anni è il direttore del Cuamm. Insieme a lui un altrosacerdote, più anziano: don Luigi Mazzucato, direttore dal 1955al 2008, e per niente pensionato. Don Dante spiega perchéhanno deciso di chiamarsi Medici CON l’Africa. Perché dasempre, agiscono insieme alle istituzioni sanitarie africane. Illoro compito è duplice: gestire strutture sanitarie disperse nel-l’immenso territorio sub-sahariano, ma soprattutto, creare per-corsi di crescita, anche a livello universitario, in grado diformare sul campo nuove generazioni di medici africani.

Un lavoro enorme, che il documentario presenta con unasciutto reportage girato in Africa, lasciando la parola a medicie pazienti, ad adulti e bambini. Numerosi medici raccontano leloro esperienze, i loro entusiasmi e i loro fallimenti. Incontriamoanche alcuni giovani africani che si sono formati nelle aule della

facoltà di medicina supportata dal Cuamm. Uno di loro, vicinoalla laurea in Medicina, è cresciuto in un orfanotrofio gestitoda una straordinaria suora africana, “madre” di centinaia dibambini abbandonati al loro destino. Il commento del regista,Alberto Barbera: “È stato un lavoro realizzato in modo rapidoe impulsivo, senza nessuna strategia né prima, né durante leriprese. L’idea che ho seguito è stata quella di raccontare unmondo che non conoscevo man mano che lo scoprivo, intempo reale. Il film è la storia di un gruppo di persone chesi occupa di portare salute in Africa e del loro modo un po’speciale di farlo. È venuto fuori un ritratto collettivo, credo,dove ciascuna individualità è fondamentale, ma dove esi-ste uno spirito comune molto forte che fa convivere tenacia,capacità di sacrificio con dolcezza e anche ironia. Influen-zato da questo loro stile ho cercato anch’io di fare un film“leggero” per quanto sia possibile su di una materia co-munque drammatica come la questione della salute nel-l’Africa sub-sahariana”. Fonte: La Biennale

IMPEGNO

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Medici in AfricaIl film presentato a Venezia evidenzia che la professione medica è ancora una missione

La facoltà universitaria di Medicina è classifi-cata ancora come umanistica. Un significato ori-ginario che si è perso. In un libro si presenta la scienzadel medico come una filosofia per l’uomo. Gli autorisono docenti di etica medica presso università statu-nitensi. Il loro intendimento non consiste nel costruireuna nuova metafisica bensì “favorire le risposte che icredenti sono chiamati a dare ai molteplici e complessi

dilemmi attuali posti dalla pratica medica e dall’eticamedica”. Ed anche in questa branca strettamentescientifica fuoriescono le categorie tipiche che vannoal di là di salute e malattia. Gli autori affrontano il“principio di vulnerabilità, religione e principi eticimedici, comunità e terapia, amore e giustizia”. Perchéessere medico significa sottoscrivere un impegno esi-stenziale. Fonte: E. D. Pellegrino - D.C. Thomasma

La “filosofia morale della medicina”In un testo di etica cristiana il significato della cura

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CURIOSITÀ

ISTAT. Dalla rilevazione effettuata il 31 dicembre 2009 si ri-leva in Italia la presenza di 13.207 presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari, per un’offerta complessiva di429.220 posti letto (7,11 ogni 1.000 residenti). Dati ben diversida quelli rilevati per la Spending review. Oltre il 70% dei posti lettosi colloca in “unità di servizio” di tipo socio-sanitario ed è rivoltoprevalentemente a ospitare anziani non autosufficienti, mentre laquota residua è destinata a servizi residenziali di tipo socio-assi-stenziale. Le differenze territoriali sono notevoli: oltre la metà deiposti letto complessivamente rilevati si concentra nelle regioni delNord, dove si registrano 10 posti letto ogni 1.000 residenti; al Sud laquota di offerta si riduce a 3 posti letto ogni 1.000 residenti. Le re-gioni del Nord presentano la più alta concentrazione di servizi a ca-rattere socio-sanitario, con 8 posti letto ogni 1.000 residenti, contro i2 posti letto nelle regioni del Mezzogiorno. Gli ospiti delle struttureresidenziali ammontano complessivamente a 404.170, dei quali ol-tre 300 mila sono anziani con almeno 65 anni (il 74%), poco più di 80mila sono adulti tra i 18 e i 64 anni (20%) e circa 23 mila sono minoricon meno di 18 anni (6%). Gli ospiti anziani hanno, nel 50% dei casi,un’età superiore agli 85 anni e sono prevalentemente in condizionidi non autosufficienza (75% del totale degli ospiti anziani).Tra le per-sone anziane la componente femminile risulta prevalente, costi-

tuendo più dei due terzi dell’intero collettivo. Tra gli ospiti adulti(18-64 anni) prevalgono gli uomini (61,5%). La tipologia di disagioprevalente è legato alla disabilità o a patologie psichiatriche (circa il69% degli ospiti). Il 50% dei minori non presenta alcuna problema-tica specifica ma risulta allontanato dal nucleo familiare per pro-blemi economici, incapacità educativa o problemi psico-fisici deigenitori. Il 17,5% ha una disabilità o problemi di salute mentale.

Tra i minori ospiti dei presidi circa un terzo è di cittadinanza stra-niera. I minori dimessi nel corso del 2009 ammontano a 12.663; diquesti il 37% è rientrato in famiglia di origine, il 25% è stato trasfe-rito in altre strutture e soltanto il 12,1% è stato preso in affido o adot-tato da altra famiglia. La titolarità delle strutture censite appartiene,nel 70% dei casi, a enti privati. In oltre i due terzi delle residenzesono gli stessi titolari a gestire direttamente il presidio, mentre perla residua quota di strutture la gestione viene affidata a terzi.

I titolari pubblici che non gestiscono direttamente le strutture si af-fidano più frequentemente ad altre istituzioni pubbliche nel Nord(63% dei casi), mentre nel Centro e nel Mezzogiorno affidano la ge-stione più spesso al settore privato (rispettivamente nel 47% e nel78% dei casi). Nel complesso la gestione delle strutture residen-ziali in Italia è affidata per il 60% dei casi al settore privato (il 40%al non profit, il 20% al privato for profit).

Elefantiasi sanitariaI presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari

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AMBIENTE

Una storia lunga questa dell’Ilva diTaranto sulla quale ci si è chiesto ilruolo che fin qui è stato gestito dalleautorità in tema di sanità.

Il ministero della salute specifica diaver sempre tenuto sotto esame gli im-pianti e gli effetti sul territorio circo-stante.

Ultime, tra una serie di ricerche rin-novatesi nel tempo, quelle relativo al-l’impatto più esteso sul territorio, al dilà del personale operativo in fabbrica.

Queste indagini hanno portato in al-cuni casi al sequestro e all’abbatti-mento di animali che presentavanolivelli di contaminanti al di sopra deilivelli consentiti.

Tra il 2008 e il 2009 sono stati analiz-zati diversi campioni alimentari (latte,ricotte, carni, foraggio, uova) e in duefasi sono state monitorate anche 164aziende zootecniche.

In 12 casi si sono avuti risultati nonconformi alle norme, cioè con concen-trazioni di diossine elevate. Degli ani-mali regolarmente macellati nella zonaè stata imposta la distruzione di fegatie reni.

Inoltre il Ministero della Salute tra lafine del 2011 e l’inizio del 2012 ha lan-ciato un monitoraggio finanziato con

fondi per la valutazione della contami-nazione di alcuni prodotti di origineanimale provenienti da aree interne oprospicienti i Siti di Bonifica di InteresseNazionale (SIN).

Il programma si articola in più fasitemporali: alla fine del 2011 è stato av-viato operativamente su 21/SIN, unoper Regione. Per la Puglia è stato sceltoper la prima fase il SIN di Taranto esono stati scelti i mitili. Sono disponibilii dati fino alla fine di luglio.

Su 42 campioni di molluschi analiz-zati prelevati dagli allevamenti del MarPiccolo (II Seno) e nel Mar Grande soloin un caso sono stati trovati valori oltrela norma.

Le risorse arrivano con l’emergenza,conseguentemente difficilmente sonosufficienti.

Il complesso sidergico beneficia dalgoverno di trecentotrentasei milioni.“Rendere disponibili le risorse previstenel protocollo di intesa del 26 luglioscorso”. Con questo obiettivo il ministroCorrado Clini intende “semplificare leprocedure per fare in modo che gli in-terventi approvati siano attuati in tempicerti”. Iniziano subito le bonifiche nellearee inquinate nel sito di interesse na-zionale di Taranto.

Risorse rapidamente spendibili se-guendo il Protocollo d’intesa del 26 lu-glio. Secondo il ministero della Saluteil sito di Taranto fa parte del ProgettoSentieri (Studio Epidemiologico Na-zionale dei Territori e InsediamentiEsposti a Rischio da Inquinamento).

Ed è lo stesso ministero ad averlo fi-nanziato.

Coordina l’Istituto superiore di sa-nità. Il Centro nazionale per la pre-venzione e il controllo delle malattieha finanziato un ulteriore progetto,avviato nel 2010 ed ancora in corso,relativo alla “Sorveglianza epide-miologica di popolazioni residentiin prossimità di siti contaminati”,coordinato dall’Istituto superiore disanità.

Ilva, una lunga storiaRicerche molte, conclusioni stringenti poche. Eppure il Ministero della salute attesta che il centro siderurgico è sempre stato al centro dell’attenzione

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Mario

Dionisi

le scrivo nominandola per la sua competenza e nonper il nome e cognome, Renato Balduzzi, perché inquesta età dei tecnici la competenza arriva primadelle generalità della persona. Di competenza, però,ne abbiamo vista poca nel suo operato. Lei è sempremolto generoso di dichiarazioni. Vuole cambiare, sì,ma a spese della sanità ambulatoriale convenzionata.Vuole offrire più servizi sanitari in alternativa alpronto soccorso per non intasare gli ospedali, ma se-guendo il ragionamento del ministro, non sarannonuove iniziative a dare nuovi servizi ma le uniche re-altà consolidate a sostegno della salute per tutti: gliambulatori diagnostici nei quali in media almenouna volta l’anno ciascun italiano si rivolge con fidu-cia per verificare il suo stato di salute.

Un’ipotesi sconsiderata che gli imprenditori diquesto ambito per la cura della salute non possonoche rifiutare. Il ministro li ha fin troppo falcidiati conla Spending review per accettare nuovi oneri senzaalcun corrispettivo. In un’intervista sul quotidianonazionale La Repubblica il ministro della salute pro-spetta alcuni scenari in cui è evidente che non cam-bierà nulla di sostanziale in Sanità. Balduzzi ritieneuna proposta operativa quella di associare diversimedici per offrire assistenza sanitaria tutti i giorni, atutte le ore. In questo modo si alleggerirebbero ipronto soccorso. Solo che i medici da soli possonoben poco senza i laboratori di analisi, gli studi ra-

diologici, gli ambulatori cardiologici etc. Quindi sela proposta vuole avere un minimo fondamentooperativo deve essere sulle spalle della sanità pri-vata dalla quale nella stessa intervista Balduzzi dicedi volersi affrancare. Sempre il ministro vanta il fattoche questo modello di Sanità è costruito su unoschema pubblico nel quale collaborano dei privati.

Se i risultati in termini di servizi sono quelli chevediamo - sia a livello di inadeguatezza delle strut-ture pubbliche, che per deficit finanziario - bisognaessere avventati per sostenere questa tesi.

In verità Balduzzi vuole “cambiare tutto perchétutto resti com’è”. A decidere sono ministri e gover-natori regionali, a pagare sono gli imprenditori dellasanità. In particolare quelli delle strutture privateambulatoriali sono i più tartassati in questa Spen-ding review. Balduzzi, sempre nell’intervista su La Re-pubblica parla di aperture al privato, parla dipartnership pubblico-privato nell’edilizia sanitaria.Quindi gli interlocutori che intravvede sono i costrut-tori, non i professionisti che da anni svolgono la loroprofessione in questo ambito. Da una parte vuole snel-lire il peso che grava sugli ospedali dall’altra ne vuolecostruire di nuovi. Gli imprenditori del settore dia-gnostico, però, non sono disponibili a collaborazionieternamente in perdita con una visione centralizzata,egemonica, arrogante della gestione sanitaria.

Mario Dionisi

Caro ministro della salute,

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