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CIVILTA’ CRETESE

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Page 1: civilta' cretese

CIVILTA’ CRETESE

Page 2: civilta' cretese

Va dal 2300 al 1200 a.c.

POSIZIONE GEOGRAFICA: Creta è al centro del Mar Egeo, territorio

montuoso, clima mite, vegetazione rigogliosa. Dalle sue rive era possibile

raggiungere facilmente Grecia, Palestina, Egitto. Le molte isolette che la

circondano erano utili come approdi in caso di necessità.

PROBLEMA DELLE FONTI: La scrittura che venne utilizzata a Creta non

è stata ancora del tutto decifrata. La maggior parte delle cose riguardo i

cretesi le sappiamo da: reperti, resti architettonici e da ciò che scrissero

gli altri popoli di loro.

LE 3 SCRITTURE: L'archeologo Arthur Evans scoprì e classificò 3 tipi di

scritture

Page 3: civilta' cretese

GEROGLIFICA (la più antica),

Ci sono 241 simboli impressi sul disco, dei quali 45 unici. Molti di questi 45

segni rappresentano cose quotidiane facilmente identificabili. In aggiunta

Page 4: civilta' cretese

a questi, c'è una piccola linea diagonale che si verifica sotto il segno finale

in un gruppo per un totale di 18 volte. Il disco mostra tracce di correzioni

fatte dallo scriba in diversi punti. I 45 simboli furono enumerati da

Arthur Evans da 01 a 45, e questa numerazione è diventata il riferimento

convenzionale usato dalla maggior parte dei ricercatori.

Nella tabella sottostante, i "nomi" del carattere, come forniti da Louis

Godart (1995) sono in maiuscolo; dove viene considerata altra descrizione

o elaborazione, essi sono in minuscolo.

№ Segno UCS

SEGNO DEL DISCO DI FESTO (Godart e il nome UCS)

Descrizione Conteggi Osservazioni

01

� PEDESTRE figura di un uomo che marcia 11

02

� TESTA PIUMATA testa di uomo con elmo ornato di pennachio

19 i simboli più frequenti, sempre iniziale di parola

03

� TESTA TATUATA una testa calva di profilo, con "tatuaggio" o gioielli sulla guancia

2

04

� PRIGIONIERO una figura umana in piedi con braccia legate

1

05

� BAMBINO

1

06

� DONNA

4

07

� ELMO un simbolo a forma di campana

18

08

� GUANTO pugno con cesto o nave con VELA QUADRA (vista di fronte)

5

09

� TIARA

2

10

� FRECCIA

4 soltanto sul lato A

Page 5: civilta' cretese

11

� ARCO

1

12

� SCUDO

17 12 volte nel gruppo 02-12

13

� CLAVA

6

14

� MANETTE

2

15

� PICCONE

1

16

� SEGA coltello 2

17

� COPERCHIO strumento per tagliare il cuoio

1

18

� BOOMERANG angolo da falegname 12

19

� PIANO DA FALEGNAME forma a Y 3 soltanto sul lato A

20

� DOLIUM vaso con manico 2

21

� PETTINE Pianta di palazzo? Knossos Plan

2

22

� FIONDA o TUNICA ROVESCIATA

doppio flauto 5 soltanto sul lato B

23

� COLONNA martello con la testa quadrata 11

24

� ALVEARE edificio simile alla pagoda 6

25

� NAVE

7

26

� CORNO di bue 6

Page 6: civilta' cretese

27

� PELLE di animale, probabilmente di un bue

15

28

� ZAMPA DI TORO zampa di bue 2

29

� GATTO testa di animale del genere dei felini

11

30

� ARIETE testa di pecora con corna 1

31

� AQUILA uccello volante 5 soltanto sul lato A

32

� COLOMBA colomba ritta sulle zampe 3

33

� TONNO pesce (scombro o tonno comune, Thunnus thynnus)

6

34

� APE insetto, probabilmente un'ape

3

35

� PLATANO segno di pianta o albero; il platano orientale (Platanus orientalis)

11

36

� VITE ramo d'olivo 4 soltanto sul lato B

37

� PAPIRO pianta con un fiore a forma di ventaglio

4

38

� ROSETTA margherita o stella-anemone; fiore ad otto petali

4

39

� GIGLIO fiore di zafferano, a forma di Ψ

4

40

� POSTERIORE DI BUE

6

41

� FLAUTO

2

42

� GRATTUGIA

1

Page 7: civilta' cretese

43

� COLINO triangolo con granulazione interna

1

44

� PICCOLA ASCIA

1

45

� STRISCIA ONDEGGIANTE acqua 6

LINEARE A (non del tutto decifrata),

Lineare A

LINEARE B (decifrata).

Lineare B

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I CRETESI: originari dell'Anatolia (regione della Turchia) erano piuttosto

bassi e scuri di pelle (lo si è saputo dalle raffigurazioni pittoriche). la loro

civiltà si chiama minoica per il re Minosse che li governò. I primi

insediamenti sull'isola risalgono al Paleolitico.

ECONOMIA:

coltivavano grano, orzo, veccia e ceci, compresi uva, fichi, olivi, non esclusi

i papaveri, per i semi e forse, l'oppio. I minoici addomesticarono le api, e

adottarono il melograno e la cotogna dal Vicino Oriente, quantunque non i

limoni e gli aranci come si è spesso pensato. I minoici svilupparono una

policoltura mediterranea, la pratica di far crescere più di una coltura allo

stesso tempo, e, come risultato della loro dieta più varia e sana, la

popolazione incrementò. Questo metodo agricolo teoricamente

manterrebbe la fertilità del suolo, come pure offre protezione contro

scarsi raccolti di ogni singola coltura. Inoltre, le tavolette in lineare B

indicano l'importanza della coltivazione del frutteto (vale a dire, fichi,

olivi e viti) nelle colture lavorate per la resa di "prodotti secondari". Il

processo del vino che fermenta dall'uva è probabile sia stato un interesse

dell'economia del "palazzo", a causa del quale tali beni di prestigio

sarebbero stati importanti materie prime per il commercio come pure

elementi culturalmente significativi di consumo. Allo stesso modo, è

verosimile che il consumo di costosi prodotti d'oro esotici avrebbero

giocato un ruolo nella presentazione ed articolazione del potere politico

ed economico.

I contadini usavano aratri di legno, con il cuoio che avvolgeva

l'impugnatura in legno, e tirati da un paio di asini o buoi.

allevavano bestiame, pecore, maiali e capre.

Molti boschi sull'isola = legname.

Divennero abili navigatori e commercianti.

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Erano anche abili pescatori che assieme al pesce apprezzavano i molluschi

Costruirono barche sottili e molto veloci e scambiarono merci con tutti i

popoli dell'Egeo. Con loro si parla di talassocrazia, cioè dominio assoluto

del mare (talassos=mare, cratòs=potere).

LE CITTA' CRETESI= prosperando economicamente i cretesi fondarono

molte città e costruirono bellissimi palazzi. Il potere era concentrato

nelle mani del governo. Le città cretesi non avevano mura difensive perché

erano un popolo pacifico e, inoltre, avevano un'ottima flotta come difesa.

Omero documentò una tradizione, ovvero che Creta avesse novanta città.

L'isola fu probabilmente divisa in almeno otto unità politiche durante il

culmine del periodo minoico e in differenti stadi nell'età del bronzo. Il

nord si pensava fosse stato governato da Cnosso, il sud da Festo, la parte

centro-orientale da Malia, mentre la punta orientale da Kato Zakros e

l'ovest da Canea. Palazzi più piccoli sono stati trovati in altri luoghi.

Palazzi

Cnosso - Il più grande sito archeologico dell'età del bronzo a Creta;

fu acquistato per gli scavi da Evans il 16 marzo del 1900.

Festo - la seconda costruzione palaziale più grande sull'isola,

scavata dalla scuola italiana quasi subito dopo Cnosso

Malia - Conseguito da scavi francesi, un centro palaziale molto

interessante che permette di capire lo sviluppo dei palazzi nel

periodo protopalaziale

Kato Zakros - un sito palaziale scavato da archeologi greci

all'estremità orientale dell'isola. Questo viene riferito anche come

"Zakro" nella letteratura archeologica.

Galatas - Il sito palaziale confermato più recentemente

Il centro economico e politico di Creta erano i palazzi. Gli affreschi

ritrovati nei palazzi (come nel caso di Cnosso) ci mostrano scene di

cerimonie religiose, processioni, gare tra atleti (la più famosa era quella

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del salto del toro) dove anche le donne potevano parteciparvi come anche

in veste di sacerdotesse e nelle processioni; ed elementi naturalistici.

I primi palazzi furono costruiti alla fine del periodo dell'antico minoico

nel terzo millennio a.C. (Malia). Mentre precedentemente si credeva che la

fondazione dei primi palazzi fosse sincrona e datata al medio minoico,

intorno al 2000 a.C. (la data del primo palazzo a Cnosso), gli studiosi ora

pensano che i palazzi fossero stati costruiti durante un periodo di tempo

più lungo in differenti località, come risposta allo sviluppo locale. I

principali palazzi più antichi sono Cnosso, Malia e Festo. Alcuni degli

elementi documentati nei 'palazzi' del medio minoico (Cnosso, Festo e

Mallia, per esempio) hanno precedenti negli stili più arcaici delle

costruzioni dell'antico minoico. Questi comprendono le variazioni dei

cortili occidentali, e lo speciale trattamento dato alla facciata

occidentale. Un esempio di ciò si può vedere nella cosiddetta "Casa sulla

collina" a Vasiliki, risalente al periodo dell'antico minoico II.

I palazzi soddisfano una pletora di funzioni: come centri di governo, uffici

amministrativi, santuari, officine e spazi per l'immagazzinamento (per es.,

cereali). Queste distinzioni sarebbero sembrate artificiose ai minoici.

L'uso del termine 'palazzo' (che significa residenza dinastica e centro di

potere) per quanto concerne i palazzi più antichi, recentemente è stato

sottoposto a critiche (vedi palazzo), proponendo di contro la definizione di

'edificio di corte'. Tuttavia, il termine originale è probabilmente troppo

bene arroccato per essere sostituito. Le caratteristiche architettoniche

come muratura di conci, ortostati, colonne, cortili aperti, scalinate (che

implicano piani superiori), e la presenza di diversi bacini sono stati usati

per definire l'architettura palaziale.

Spesso secondo le convenzioni meglio conosciute, i palazzi più recenti sono

stati utilizzati per ricostruire i vecchi, ma questa pratica può oscurare

differenze funzionali fondamentali. La maggior parte dei palazzi più

antichi aveva soltanto un piano e nessuna facciata caratteristica. Essi

erano a forma di U, con un grande cortile centrale, e generalmente erano

più piccoli dei palazzi successivi. I palazzi del tardo periodo sono

caratterizzati da edifici a più piani. Le facciate occidentali avevano muri

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costituiti da conci di arenaria, come a Cnosso (l'esempio meglio

conosciuto).

Ulteriori convenzioni potrebbero includere magazzini, un orientamento

nord-sud, una stanza con pilastri, un sistema di Hall Minoica, una corte

occidentale, e vie d'entrata con piedritti e porte. L'architettura palaziale

nel primo periodo palaziale viene identificata dal suo stile così definito

'quadrato dentro un quadrato', mentre successivamente, le costruzioni

del secondo periodo palaziale incorporarono più divisioni interne e

corridoi.

Uno standard architettonico comune tra i 'palazzi' del medio minoico è

che essi sono allineati con la loro topografia circostante. La struttura

palaziale del MM di Festo sembra allinearsi con il monte Ida, mentre

quella di Cnosso con lo Juktas. Questi sono orientati lungo l'asse nord-

sud. Un ragione proposta per questo (orientamento) è il significato rituale

della montagna, dove numerosi santuari montani (spazi per rituali pubblici)

sono stati ivi scavati (come a Petsophas). I documenti materiali di questi

siti mostrano raggruppamenti di statuette d'argilla e attestazione di

sacrifici di animali.

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Colonne

Uno dei più notevoli contributi che i minoici hanno dato all'architettura è

il loro tipo di colonna, unico, con una rastremazione, diciamo così, inversa,

ovvero: più larga alla sommità che alla base. Definita anche colonna

'invertita' per il fatto che la maggior parte delle colonne greche sono più

larghe alla base, dando in questo modo l'illusione di un'altezza maggiore.

Le colonne erano fatte di legno contrapposte alla pietra, ed erano

generalmente dipinte con colore rosso. Venivano impiantate sopra una

semplice base in pietra e sormontate da un ampio echino, come fosse di

per sé un capitello.

Ville

Un numero di recinti interpretati come 'Ville' sono stati scavati a Creta.

Queste strutture condividono molte caratteristiche con i palazzi centrali

dell'era neopalaziale (vale a dire, una notevole facciata occidentale, una

struttura per l'immagazzinamento e una 'Hall Minoica'), e possono

indicare un funzionamento similare, o delle imitazioni artistiche,

suggerendo che i loro occupanti fossero familiari con la cultura palaziale.

Queste ville sono spesso riccamente decorate (vedi gli affreschi della

Villa A di Haghia Triada).

Page 13: civilta' cretese

VITA NEI PALAZZI: I palazzi dei sovrani erano molto grandi, pieni di

stanze dove vivevano e lavoravano moltissime persone. Venendo in

contatto con altre civiltà, e soprattutto con quella egizia, i cretesi

svilupparono il gusto per l'arte e la bellezza.

ARTE: si distingue per la vivacità dei colori. Dai dipinti sappiamo che la

popolazione (anche le donne!!) partecipava a giochi e spettacoli.

La collezione di arte minoica si trova al museo di Heraklion, vicino Cnosso

sulla riva nord di Creta. Poiché legno e tessuti sono scomparsi per

decomposizione, o in due grandi distruzioni di palazzi ed opere avvenute

tra il 1500 a.C. e il 1400 a.C., gli esempi più importanti sopravvissuti

dell'arte minoica sono dunque la ceramica, l'architettura palaziale con i

suoi affreschi i quali includono paesaggi, pietre incise, e pietre per sigilli

intagliate in modo complesso.

Perciò uno degli aspetti fondamentali della civiltà minoica è costituito

dall'attività artistica, che nella oreficeria, nella glittica e soprattutto

nella ceramica e nell'architettura raggiunse alti livelli di maestria.

Anche nell'architettura e negli affreschi dei palazzi l'arte minoica

espresse notevoli capolavori.

Sorti nel medio minoico come residenza del monarca i grandi palazzi di

Cnosso, Festo, Malia e Kato Zakros si sviluppavano intorno al grande

cortile rettangolare. Intorno ad essi sorgevano i nuclei abitativi, i

magazzini ed ambienti di servizio.

Nella fase neopalaziale si assiste ad una crescita verticale del palazzo,

con l'aggiunta di scalinate e propilei. Di questa fase ci sono pervenuti i

Page 14: civilta' cretese

magnifici affreschi policromi che adornavano le pareti del palazzo con

motivi vegetali e figure umane o animali.

I gioielli

I gioielli durante questo periodo ebbero una straordinaria varietà sia per

l'uomo che per la donna. Comprendevano forcine ed altri ornamenti per i

capelli, orecchini, spesso grandi ed elaborati, bracciali per i polsi e le

caviglie, collari e collane di perline. Varie erano le pietre impiegate e tra

esse comparivano il cristallo di rocca (quarzo), l'ametista e la corniola.

Considerando i vari tesori ritrovati, sembrerebbe che a Creta l'oro fosse

più comune dell'argento, specialmente nel periodo dell'età del bronzo. La

gioielleria in oro e argento era lavorata a granulazione, a sbalzo, in grani e

in lamina, quest'ultima impiegata specialmente per i diademi usati per

fermare i capelli. Avevano degli anellini che infilavano nelle treccine per

reggerle.

Collana minoica d'oro

Ape d'oro con piccole sferule intarsiate in oro

Labrys minoica simbolica in oro

Collana minoica

Ceramica

La ceramica cretese passò attraverso tre fasi distinte: lo stile

geometrico dell'antico minoico fu sostituito da quello policromo detto di

Kamares, mentre la terza fase del medio e le prime due del tardo minoico

furono caratterizzate da uno stile naturalistico molto ricco di motivi

marini e vegetali.

Nel tardo minoico III si assiste ad una involuzione dell'arte ceramica,

testimoniata dal cosiddetto stile di palazzo.

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Nell'antico periodo minoico la ceramica fu caratterizzata da motivi lineari

a spirali, triangoli, linee curve, croci, motivi a spina di pesce, e simili. Nel

periodo naturalistico del medio minoico venivano di solito disegnati pesci,

calamari, uccelli, e gigli. Nel tardo minoico, fiori e animali erano ancora le

forme più caratteristiche, ma la variabilità cresceva. Lo 'stile di palazzo'

della regione intorno a Cnosso è caratterizzata da una forte

semplificazione geometrica delle forme naturalistiche e pitture

monocromatiche. Molte e degne di nota sono le somiglianze tra il tardo

minoico e l'arte micenea. Gli affreschi furono la principale forma d'arte

durante questo periodo della cultura minoica, fondamentalmente i soli

documenti che noi abbiamo di questa civiltà.

Contenitori (periodo palaziale

antico)

Vaso, stile marino, 1500 a.C.

(periodo palaziale nuovo)

Contenitori, 1390-1070 a.C.

(periodo palaziale finale

Pittura

Affresco parietale a Cnosso, con delfini dipinti a motivo ornamentale

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Mentre i pittori egiziani del tempo dipingevano le loro pitture murali con

la tecnica dell'"affresco a secco", i minoici utilizzavano un metodo di

pittura "vero" o "umido", permettendo ai pigmenti di metalli ed ossidi

minerali di legarsi bene al muro, mentre, allo stesso tempo, si richiedeva

un'esecuzione veloce. La natura di questa tecnica incoraggiò

l'improvvisazione, la spontaneità, e l'elemento accidentale. Poiché essi

dovevano lavorare dentro un tempo ristretto, mentre l'intonaco era in

fase di asciugamento, i pittori dovevano essere molto abili, e i loro colpi

fluidi di pennello si traducevano in leggiadri lineamenti caratteristici della

pittura minoica. Perciò, questo metodo di dipingere fu più appropriato per

momenti fluidi di vita e scene di natura che i minoici prediligevano,

contrastanti in maniera netta con la severa stilizzazione e stereotipia

tipica degli affreschi di altre culture del Mediterraneo del tempo.

Le figure degli affreschi minoici sono dipinte in pose naturali con

movimenti liberi che riflettono i rigori dell'attività in cui si cimentavano,

attitudine caratteristica di una cultura marinara abituata alla libertà di

movimento, alla limpidezza e al vigore.

Nel periodo medio III neopalaziale (1700-1600 a.C.) i minoici impararono

a dipingere con forme provenienti dagli ioni, i quali presero dai minoici le

rappresentazioni con il galoppare cavalli, motivi individuali (pesci), e

modalità di rappresentazione (rappresentazione di livelli territoriali). A

Creta adesso inizia a fiorire, in modo magnifico, un'arte formale più

Page 17: civilta' cretese

naturalistica negli affreschi (scene di giardini, come il "raccoglitore di

crochi" e rappresentazione di fauna marina). Nella ceramica (dipinta di

bianco su sfondo scuro) appaiono forme (pesci) contigui ad elementi

ornamentali (spirali continue). Successivamente (1550-1450 a.C.) negli

ultimi prosperi palazzi, l'informazione della vita sociale e cortigiana viene

resa negli affreschi con l'imponente interpretazione di forme (scene di

giardini, celebrazioni, scene di danza, tori saltanti, sulle tazze di Vapheio

- Laconia -, scene sacrificali in templi localizzati su colline, eventi sportivi,

anche una scena militare). Eccellenti esempi di questo periodo sono la

Signora Minoica nota come "La Parigina" e il "Principe dei gigli" del palazzo

di Cnosso. Poco dopo il 1400 a.C. risale il famoso sarcofago di Aghia

Triada, il quale combina scene religiose minoiche e micenee.

La cosiddetta Parigina dal Museo Archeologico di Heraklion, circa 1400

a.C.

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"Principe dei gigli"

Scultura e figure

Pochissime sculture della Creta minoica sono sopravvissute, poiché la

maggior parte di esse non erano monumentali, ma costituite invece di

piccoli manufatti dedicati a dei o re. Uno dei migliori esempi è la Dea dei

Serpenti la quale mostra molte stilizzazioni convenzionali con la divisione

geometrica del corpo e del vestito, mentre la sua posizione frontale ci

ricorda sculture di origine mesopotamica ed egiziana. Le braccia distese,

che tengono serpenti, aggiungono animazione alla sua posizione statica. La

statuetta sembra essere una dea o alta sacerdotessa, e il vestito copre il

corpo fino al suolo, mentre il fatto di lasciare il petto scoperto era tipico

dell'abbigliamento femminile minoico e viene ripetuto negli affreschi.

Alcuni di questi modelli furono conservati ri-formandoli e ri-dipingendoli,

subendo così diverse modifiche.

Page 19: civilta' cretese

Una varietà di figure in ceramica, ossa, argilla e pietra sono state

recuperate dai siti minoici, molte delle quali sono state scavate da tombe

comuni e santuari montani. Sono stati documentati dipinti schematici di

individui umani e vari animali in diverse attitudini, sebbene a causa della

natura friabile dell'argilla cotta al forno, molti sopravvivono in frammenti

piuttosto che in forme integrali. Alcune di queste figure sono state

trattate con strati di pittura, in bianco e in nero, oppure ombreggiate in

rosso. È stato dimostrato che i profili visibili delle figure in argilla, con le

loro braccia sollevate o incrociate, potrebbero avere rappresentato una

tecnica usata da alcuni individui per giungere a uno stato alterato di

coscienza in concomitanza con gli stimoli sonori e luminosi.

Altre espressioni gestuali comuni si osservano nelle figure, incluso il

'saluto minoico' (vale a dire, un pugno si solleva alla fronte mentre l'altro

resta al fianco) e le 'mani sull'anca'. Quest'ultima attitudine viene spesso

rappresentata in una figura femminile alla quale vengono date numerose

interpretazioni: l'epifania (apparizione) di una divinità, un funzionario

religioso, e un adoratore. Comunque, per quanto riguarda il significato (se

ce n'è soltanto uno), è chiaro che gestualità e posture siano aspetti

importanti nella cultura palaziale e nel rituale minoico.

RELIGIONE:

La religione cretese era basata su una dea o un gruppo di dee,

probabilmente venerate sotto diversi aspetti, fra cui quello della Grande

Page 20: civilta' cretese

Madre. Attributi della dea erano il serpente, simbolo legato alla terra, la

colomba, simbolo della fecondità, ed il leone.

Altri simboli sacri cretesi erano la labrys (doppia ascia) ed il toro (con le

sue corna di consacrazione), protagonista della leggenda del Minotauro e

della tauromachia. Ci sono inoltre la colonna, il disco solare e l'albero.

Mentre in epoca antica le cerimonie religiose si svolgevano in grotte sacre

o sulle montagne, dal XVII secolo furono delle sale dei palazzi ad essere

utilizzate come luoghi di culto. La dea cosiddetta madre rappresenta una

figura tipica in tutte le civiltà che si affacciavano sul Mar Mediterraneo e

veniva identificata con nomi differenti quali Astarte, Ishtar, Cibele, Rea,

Dictinna, e per questo motivo viene chiamata dagli studiosi "dea

veneranda". Oltre questi segni era considerato un simbolo sacro anche la

bipenne, un'ascia a due tagli.

I minoici dunque adoravano le dee. Sebbene ci siano prove di dei maschili,

le rappresentazioni di dee minoiche superano grandemente le

rappresentazioni di qualsiasi altra cosa che potrebbe essere considerata

un dio minoico. Mentre alcune di queste rappresentazioni di donne sono

state congetturate essere immagini di adoratrici e sacerdotesse

officianti alle cerimonie religiose, rispetto alla divinità stessa, sembra vi

siano molte dee che includono una Dea Madre della fertilità, una Signora

degli animali, una protettrice di città, la famiglia, il raccolto, e

l'oltretomba, e quant'altro. Alcuni hanno argomentato che queste sono

solo aspetti di una sola Grande Madre. Esse sono spesso rappresentate

dai serpenti, uccelli, papaveri, e una forma alquanto vaga di un animale

sopra la testa. Alcuni suggeriscono che la dea fosse collegata al così

definito "scuotitore di terra" (Earthshaker), un maschio rappresentato

dal toro e dal sole, il quale morirebbe ogni autunno per rinascere ad ogni

primavera. Sebbene il noto minotauro dalla testa di toro sia una

descrizione puramente greca, timbri e sigilli rivelano divinità con o

mascherate con la testa di uccello.

FINE DELLA CIVILTA’ CRETESE

La cosiddetta eruzione minoica sull'isola di Thera (attualmente Santorini

distante circa 100 km da Creta) avvenne durante il periodo 1600-1480 ac.

Questa eruzione fu una delle più grandi esplosioni vulcaniche mai accadute

Page 21: civilta' cretese

nella storia della civiltà, emettendo approssimativamente 60 km³ di

materiale, con un indice di esplosività vulcanica pari a 6. L'eruzione

devastò il vicino insediamento minoico di Akrotiri su Santorini, che venne

sepolto sotto uno strato di pomice. È stato suggerito inoltre che

l'eruzione e i suoi effetti sulla civiltà minoica desse origine al mito di

Atlantide, attraverso i resoconti storici egiziani.

Si è inoltre creduto che l'eruzione colpì fortemente la cultura minoica di

Creta, sebbene l'estensione dell'impatto sia ancora dibattuta. Le prime

teorie proposero che la caduta di cenere provenienti da Thera, su metà

della Creta orientale, venisse a soffocarne la vegetazione, causando così

la fame nella popolazione locale. Tuttavia, dopo molti più esami sul campo,

questa teoria ha perduto credibilità, poiché venne determinato che ad

ogni modo non più di 5 mm di cenere cadde su Creta. Studi recenti, basati

sull'evidenza archeologica trovata a Creta, indicano che un immenso

tsunami, generato dall'eruzione di Thera, devastò le aree costiere di

Creta distruggendone molti degli insediamenti minoici. Il periodo del TM

IIIA (tardo minoico) è segnato dalla sua ricchezza (ricche tombe,

sepolture ed arte) e dall'ubiquità degli stili della ceramica di Cnosso.

Tuttavia, dal TM IIIB l'importanza di Cnosso come centro regionale, e

dei suoi 'ricchi' materiali, sembrano essere ormai in declino.

Resti significativi minoici sono stati trovati negli stati di cenere della

Thera del tardo minoico, implicando che l'eruzione di Thera non avesse

causato l'immediata crollo della civiltà dei minoici. I minoici erano una

potenza marinara e dipendevano in modo considerevole dalla loro flotta

navale mercantile per la loro sussistenza; l'eruzione di Thera causò perciò

significative privazioni economiche. Se questi effetti fossero stati

abbastanza estesi da scatenare lo sfacelo della civiltà minoica è ancora

una questione di acceso dibattito. La conquista micenea dei minoici si

verificò nel tardo minoico II, non molti anni dopo l'eruzione, e molti

archeologi congetturano che l'eruzione inducesse una crisi nella civiltà

minoica, permettendo perciò ai micenei una facile conquista dell'isola.