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C O L L E T T I V A SOBRE LA REALIDAD

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C O L L E T T I V A

SOBRE LA REALIDAD

Ar b o r s A p i e n t i Ae

e d i t o r e

a cura di Juan Carlos García Alía

18/11/17 g 18/01/18

COLLETT IVA

SOBRE LA REALIDAD

Contemporary Art Gallery

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In copertina: Volto (Sergio Fiorentino), I bodhisattva della terra (Miriam Pace), Cola (Andrea Ciresola), Synthesis 1 (Evita Andújar), Voyeur #3 (Cristina Troufa), Ra & bl (Luis Serrano).Le fotograie delle opere di Luis Serrano sono di G. Benni e di A. Crapanzano.

© Honos ArtContemporary Art GalleryVia dei Delini 35 g 00186 Roma+39 06 31058440 [email protected]

Coordinamento editoriale e traduzioni: Cristina García Curreli

Impaginazione e graica: Denise Sarrecchia

© 2017 - Arbor Sapientiae Editore S.r.l.Via Bernardo Barbiellini Amidei, 80 00168 Roma (Italia) - tel. 06 [email protected]@arborsapientiae.comISBN: 978-88-94820-38-6

Sponsor tecnico: Casale del Giglio

I n D I C E

SOBRE LA REALIDADJuAn CARLOS GARCíA ALíA p. 5

SYnTHESIS | LA SERIE EVITA AnDÚJAR p. 9

DELL’IMPOSSIBILITÀ DI TRACCIARE COnFInI AnDREA CIRESOLA p. 10

IL VOCABOLARIO DELLA MIA PITTuRA SERGIO FIOREnTInO p. 13

RIFLESSIOnE Su QuESTI SEI AnnI DI PITTuRA MIRIAM PACE p. 15

POETICA POP LuIS SERRAnO p. 17

AuTORAPPRESEnTAZIOnE CRISTInA TROuFA p. 19

SOBRE LA REALIDADOPERE p. 21

nOTE BIOGRAFICHE p. 45

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SOBRE LA REALIDADJ a Ca Ga ía A ía

Honos Art presenta una collettiva di alcuni artisti rappresentativi del-la cosidetta pittura igurativa. Sei nomi, con un più che meritevole curriculum, che propongono opere di recente produzione. La mostra porta il nome Sobre la Realidad (Intorno alla Realtà) e l’attenzione si focalizza non tanto sulla realtà ma sul valore e portata della preposi-

zione intorno. Vale a dire, cosa è reale, cosa è igurativo? È più astratto Pollock di El Greco? È più metaisico De Chirico che Della Francesca? Sono più indeterminati gli sfondi di Bacon o quelli di Velázquez?

L’arte igurativa viene associata comunemente alla realtà mentre l’arte astratta al pensiero. Ritengo questa afermazione riduttiva e non del tutto veritiera. Per alcuni l’arte non può essere ridotta a mimesi aristotelica così come lo era per l’arte greca. Oggi, per molti critici e curatori, l’essenza dell’arte non risiede più nella rappresen-tazione della forma ma nell’atto del pensiero. L’arte, quindi, conluisce nella ilosoia dell’arte e l’espressione artistica può essere fondata su teorie del pensiero piuttosto che su percezioni visive (Rafaele Simongini, L’arte ama nascondersi, 2012). Questa è l’opinione corrente che ha fatto si che l’arte astratta abbia il primato su quella igu-rativa. La disputa accanita tra arte astratta e quella igurativa va avanti da quando è stata inventata la fotograia (intorno al 1839). Rispettando, tuttavia, questo giudizio crediamo si possano fare altre afermazioni/rilessioni intorno alla igurazione, intorno ad un argomento simile alla contrapposizioni che possono derivare tra Appearance and Reality.

Il Novecento è stato un secolo travagliato dove la critica ha appoggiato e privilegia-to spesso senza pudore l’arte astratta. Chi non era d’accordo veniva emarginato. A tale riguardo sono molto interessanti le battaglie controcorrente di Edward Hopper contro l’astrazione e l’arte non obbiettivo e l’appoggio incondizionato ricevuto, ad esempio,

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dal MoMA, dal Whitney Museum of American Art o dalla stragrande maggioranza delle università americane in detrimento della igurazione. Altrettanto è interessante l’evoluzione del pensiero di Clement Greenberg (1909-94), indiscutibilmente il critico più importante dell’arte americana nell’epoca del suo apogeo. Per Greenberg il com-pito dell’arte non è di estendere i limiti di ciò che è considerato arte, come vorrebbe Duchamp, bensì solo di aumentare il bagaglio di ciò che è considerata l’arte migliore (Luigi Fassi, Flash Art 267, 2008). Greenberg sostenne nel 1939 che l’astrazione era un imperativo che viene dalla storia (Towards a Newer Laocoön). Più tardi in The Case of Abstract Art, di 1959, inizia a valutare e prendere in considerazione le pitture rappre-sentazionali in quanto secondariamente presenti nella nostra coscienza. In ine, nel 1961, dopo Modernist Painting, riconosce inine che c’è del bene e del male in ogni corrente artistica compresa l’arte astratta.

La mostra Desde la Realidad, promossa da Honos Art, va vista, dunque, nell’ottica della rivalutazione dell’arte igurativa che deve rientrare e prendere possesso dei pro-pri spazi naturali, vale a dire, le gallerie, le iere e i musei. Lo stesso Ernst H. Gombrich, sofermandosi nella pittura di Lucian Freud, osservava come le spinte verso l’astrazio-ne iniziano a perdere terreno di fronte ad una serie di artisti che hanno di nuovo diritto alla diversità (La storia dell’arte, 1995).

Non possiamo parlare di arte igurativo come se fosse un unico modo di intendere la pittura. Ce ne sono molteplici forme e modalità, forse tante quante sono le sensi-bilità, di essere artista igurativo. Così come l’astratto il igurativo è un universo com-plesso. Nessuno degli artisti presenti nella collettiva Desde la Realidad procede con lo stesso metodo tecnico o ellaborazione intuitiva ma tutti girano intorno al igurativo/realtà con la propria interpretazione/soggettività. Questo è valido per Miriam Pace (macrocosmo e microcosmo), Evita Andújar (luire e velocità), Cristina Troufa (fare e accennare), Andrea Cerisola (poesia del quotidiano), Sergio Fiorentino (imbalsamare la bellezza) e Luis Serrano (forma e seduzione). Così come sono marcate le diferenze dello stesso igurativo tra artisiti come Antonio López, Eduardo Arroyo, Alfonso Fraile, Pedro Cano, Kehinde Wiley, Aleah Chapin, Lucian Freud, Lewis Hazelwood-Horner, Omar Galliani, ecc.

Sovente la igurazione viene associata a concetti quali realtà, concretezza, esperien-za, verità. Ma un igurativo non è meno concettuale di un artista astratto o informale. Il mondo isico e quello mentale non sono opposti ma distribuiti su diversi livelli e

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sistemi (John R. Searle, The construction of social reality, 1995). Il reale va aldilà di ciò che può essere misurato. Si va oltre le teorie di Max Planck. La realtà ottica delle cose appartiene al mondo delle aparenze e dei sucessi della nostra esistenza. L’immagine degli oggetti non risiede solamente nella loro esatta verosimilitudine ma anche nella nostra percezione sensibile, nella trascrizione portata a termine attraverso i sentimenti e l’intellezzione del nostro spirito (Antonio Bonet Correa, Poética de la realidad, 1996?). Con la igurazione la percezione della realtà vissuta viene trasigurata in opera d’arte creando una nuova obiettività. Estrapolare l’oggetto dalla sua concreta apparenza è di per se un atto di astrazione. Per l’artista igurativo disegnare e dipingere la realtà che le sta di fronte è, in deinitiva, una traduzione della stessa realtà e, quindi, non una riproduzione della medessima ma bensì una interpretazione intellettuale trascendente di ciò che osserva.

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SYnTHESIS | LA SERIEE a A ú a

Fluire e velocità in sospensione sono diventate le chiavi di volta per compren-dere la mia ricerca artistica.

Riletto spesso sui cambiamenti del mondo conosciuto e come le no-stre certezze si sciolgono insieme ad esso. La nostra era, già caratterizzata

dall’ossessione compulsiva di informazioni, schiacciata dalla quantità di cose da fare, da vedere e da sapere, è stata nuovamente trasformata da uno dei mezzi elettronici più potenti: internet. Con il suo lusso continuo e incessante di dati e la sua dinamica anarchica, la rete pervade oggi la nostra vita personale. I cambiamenti introdotti da quest’impulso hanno mutato ulteriormente il concetto del tempo, perché riproduce la velocità con cui si muovono le informazioni e la loro attuazione. Non esistono più le solide informazioni ma ben sì i resti liquidi di quello che fu.

In “Synthesis” (2016-2017), il lavoro che presento nella collettiva “Sobre la realidad”, approfondisco le possibilità della pittura di creare nuovi stimoli visivi proponendo una visione plastica dell’idea di velocità diversa e più intima, ottenendo con ciò una sorta di potenza del sottile. Attraverso immagini solo apparentemente statiche cerco di mo-strare un latente desiderio di trasformazione del soggetto dipinto, un’indagine nella psiche più profonda dell’individuo.

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DELL’IMPOSSIBILITÀ DI TRACCIARE COnFInIA a C a

Tutta la mia produzione artistica riprende uno dei temi cari alla ilosoia e alla isiologia, ovvero l’incertezza circa la nostra capacità di percepire il mondo in maniera uniforme. Concordo con la tesi di Arthur Schopenhauer quando afronta il tema della percezione riassumendolo con una sola frase: “il mon-do è mia rappresentazione”. Al riparo quindi da ogni interferenza esterna, il

mondo da me rappresentato è il mio mondo, dove trova spazio la solitudine di una percezione della realtà da un lato stringente e dall’altro personalissima.

Esempio tipico sono le cinque caramelle in mostra. Lavori pazienti e allo stesso tempo realizzati con la presunzione di spiazzare il visitatore. Il soggetto è svuotato del contenuto reale e fa precipitare queste caramelle, come ogni altro soggetto prossimo venturo, in un mondo poetico. A tal punto che rivendico l’idea del sottotitolo “Poesia del quotidiano”, coniato per questi dipinti.

Il grande tema della Poesia è afrontato anche negli altri iloni di ricerca presenti nella mia opera pittorica: la Natura, le Composizioni e le Icone.

La Natura, oggi, è più che mai paesaggio. Luogo in cui l’uomo ha lasciato la sua traccia, una traccia che non vuole, né deve, essere ignorata. Nei “Paesaggi del Terzo Millennio”, naturale e artiiciale si scontrano e si incontrano conducendo ad esiti inatte-si, igli di una nuova estetica. Nessun rimpianto per un passato incontaminato quindi, nello sguardo dell’artista, ma ricerca del bello anche nella stridente vicinanza tra og-getti prodotti e scartati dall’uomo e le silenziose manifestazioni della natura.

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Le Composizioni sono una variazione contemporanea sul tema dello still life; ma non c’è nulla di inanimato in questi assemblaggi trovati per strada. Plastica, ferro, gomma: vivono del contatto con la luce, l’aria, gli agenti atmosferici e quindi si ossida-no, si sporcano, si consumano. Il tempo, con la sua azione feroce, agisce sugli oggetti banali della vita quotidiana rendendoli vivi e interessanti agli occhi dell’uomo che sa scorgerne i misteriosi signiicati.

Le persone sono fatte di carne? Mi interrogo su questo tema, indagando la con-

dizione dell’uomo contemporaneo. Oltre il suo qui e ora, l’uomo vive oggi nella re-altà bidimensionale, virtuale, patinata dei giornali, del web e degli schermi televisivi. Nell’intricato gioco di relazioni tra originale, copia e riproduzioni, svelato dalle Icone, stabilire i conini è quanto mai improbabile.

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IL VOCABOLARIO DELLA MIA PITTuRAM a Pa

A: afermazione - alchimia - astrazione - attesa - autenticità B: bisognoC: cancellazione - caos - causalitàD: dissolvenzeE: energia - estasi - equilibrio F: fasi - frenesia - luttuazioni G: gestualitàH: habitatI: indeterminazioneL: legami/libertàM: materiaN: negazioneO: obiettivo - origine - osservazioneP: pieno - possibilitàQ: quiescenzaR: rigore - ritmo - rito - raccontiS: scoperta - sfondo/soggetto - sintesiT: tempoU: unicità - universo V: vuotoZ: zelo

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RIFLESSIOnE Su QuESTI SEI AnnI DI PITTuRAS F

Tutto inizia sei anni fa a Noto con la prima mostra “Sognatori”. Non dipingevo infatti dai tempi dell’accademia.

E quel sogno ancora continua.Il primo dipinto, “Il tufatore”, pensato nella spiaggia di Eloro, era una pic-

cola igura in volo, senza una partenza ed un arrivo, lì per sempre sospeso, come il tufatore di Paestum.

Forse aveva gli occhi chiusi.E gli occhi chiusi li avevano i sognatori dei dipinti successivi, immersi in un blu ed un

silenzio pieno.Alcuni siorati da branchi di alici, tonni, aguglie.Tutti i miei lavori partono da persone reali, conosciute, alcune amate.Un tentativo di fermare, quasi imbalsamare la loro bellezza.Una bellezza non del tutto svelata.In tutti i miei lavori infatti, tra la persona ritratta e l’osservatore c’è sempre un iltro,

un elemento di disturbo, quasi a volerla custodire, proteggere.Inizialmente era protetta da branchi di pesci, poi da colature di colore, grai, abra-

sioni, piante, o reticolati urbani.Alcuni ritratti invece si sdoppiano e diventano gemelli. Altri santi.Dipingere a Noto non può non subire l’energia del luogo. Ed i volti ed i corpi as-

sorbono l’incarnato della pietra e sono avvolti da quel blu oltremare che vedo ogni mattina nel cielo quando apri gli occhi.

Quel colore diventa una sorta di liquido amniotico che custodisce e nutre le igure.In molte infatti, alcune parti anatomiche non sono ancora formate o forse stanno

scomparendo. E sogno e realtà continuano a fondersi, luidamente, in silenzio, nutriti e protetti da un liquido blu.

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POETICA POPL S a

Lavoro da qualche tempo, anche se in modo intermittente, a questa serie di “buste di musei”.

In un primo momento credo che a colpire la mia immaginazione di fronte a questi loghi da bookshop siano state esclusivamente – e casualmente –

certe combinazioni di colori o qualche particolare elemento graico. Pura seduzione formale e istintiva attrazione per la poetica pop dell’oggetto; valori compositivi e sug-gerimenti tattili da natura morta ridotta all’essenziale. Subito dopo, però, ho intuito la forte capacità evocatrice che questi semplici elementi potevano suscitare: viaggi fatti, maestri ed opere amate, amici che mi hanno accompagnato in certe visite indimenti-cabili, altri amici che andando in giro per il mondo mi hanno pensato riportandomi in dono una nuova busta… E naturalmente l’immancabile brivido della scoperta e la pro-messa di un succulento festino che ancora mi coglie entrando nell’atrio di un museo per quanto abbandonato o, all’opposto, velleitariamente riqualiicato esso si presenti oggi ai miei occhi.

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AuTORAPPRESEnTAZIOnEC a T a

L’autorappresentazione o l’idea di autoritratto è caratteristico del mio lavoro e muove la rilessione su un tipo di ritratto interiore, spirituale, emotivo e psico-logico, che può essere fatto a livello concettuale.

Uso la mia propria immagine per dipingere autoritratti che ripercorrono il mio vissuto e le mie credenze religiose. Questa forma di conoscenza di me stessa mi permette di esplorare il mondo interiore in modo simbolico e rimane inaccessibile al voyeur, il quale può solo indovinare ciò che rappresenta ogni dipinto.

Descrivo il mio lavoro come qualcosa di spirituale, un percorso tra diverse vite e diverse esperienze nella stessa vita, che coesistono ianco a ianco e in ultima ana-lisi si interrogano sul senso della vita. Metaforicamente le tele narrano stati d’animo, momenti di evoluzione e guarigione, problemi spirituali connessi alla morte che in da bambina hanno assalito la mia mente, in particolare la reincarnazione e la crescita interiore che questo comporta.

Nei miei dipinti cerco quindi il mio io interiore, il mio autoritratto, me stessa e le mie convinzioni.

SOBRE LA REALIDADO

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S 1 g 2017 g Olio su tela g 80x80 cm.O a di Evita Andújar

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S 4 g 2017 g Olio su tela g 80x80 cm.O a di Evita Andújar

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S 3 g 2017 g Olio su tela g 80x80 cm.O a di Evita Andújar

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S 5 g 2017 g Olio su tela g 80x80 cm.O a di Evita Andújar

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L g 2017 g Acrilico su tavola g 60x60 cm.O a di Andrea Ciresola

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C g 2017 g Acrilico su tavola g 60x60 cm.O a di Andrea Ciresola

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C g 2017 g Acrilico su tavola g 60x60 cm.O a di Andrea Ciresola

A g 2017 g Acrilico su tavola g 130x130 cm.O a

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A g 2017 g Acrilico su tavola g 130x130 cm.O a di Andrea Ciresola

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D g 2017 g Acrilico su tavola g 60x60 cm.O a di Andrea Ciresola

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P g 2017 g Olio e acrilico su tela g 150x200 cm.O a di Sergio Fiorentino

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V g 2017 g Olio e acrilico su tela g 100x100 cm.O a di Sergio Fiorentino

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I • 2016 g Acrilici e vernici su tela g 180x200 cm.O a di Miriam Pace

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P g 2014 g Olio su tela g 50x40 cm.O a di Luis Serrano

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T g 2017 g Olio su tela g 50x40 cm.O a di Luis Serrano

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N & g 2017 g Olio su tela g 50x40 cm.O a di Luis Serrano

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R & g 2017 g Olio su tela g 50x40 cm.O a di Luis Serrano

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R g 2014 g Olio su tela g 50x40 cm.O a di Luis Serrano

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B g 2016 g Olio su tela g 50x40 cm.O a di Luis Serrano

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N g 2017 g Olio su tela g 50x40 cm.O a

R g 2016 g Olio su tela g 50x40 cm.O a di Luis Serrano

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N g 2017 g Olio su tela g 50x40 cm.O a di Luis Serrano

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Côr #1 g 2016 g Acrilico su tela g 50x50 cm.O a di Cristina Troufa

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V #4 g 2016 g Acrilico su tela g 80x80 cm.O a di Cristina Troufa

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V #3 g 2016 g Acrilico su tela g 80x80 cm.O a di Cristina Troufa

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EVITA AnDuJAR

Evita Andújar (Écija, Spagna), dopo essersi specializzata in pittura e re-stauro presso l’Accademia di Belle Arti di Siviglia ha frequentato di-

versi corsi con artisti della levatura di An-tonio López García e Manuel Alvarez Fijo. Nel 2000 vince la borsa di studio dell’Aca-demia de España a Roma, e si trasferisce in Italia. Da allora ha realizzato numerose mostre in Italia, Spagna, Inghilterra, Fran-cia, Slovenia ed Emirati Arabi, esponendo insieme a grandi artisti contemporanei e giovani artisti emergenti.

Tra i premi più signiicativi ricordiamo: il Premio Adrenalina (2016), inalista al Pre-mio Arte Laguna XI edizione all’Arsenale di Venezia (2016) e Premio Arte Monda-dori della rivista Arte Cairo Editore (2015 e 2017).

Le sue opere si trovano oggi in im-portanti collezioni come la Fondazione Roma, la Collezione Bilotti al Museo Dio-cesano di Cosenza e la Collezione Lucia-no Benetton.

AnDREA CIRESOLA

Andrea Ciresola (Verona, 1961) con la sua pittura risponde all’urgenza di rappresentare il quotidiano at-traverso una riproduzione detta-

gliatissima e perfetta di ciò che ci circonda, come simbolo delle nevrosi e delle osses-sioni che accompagnano ognuno di noi. La tecnica iperrealista, pur così attuale, trae ori-gine dallo studio dell’arte antica che l’artista sperimenta attraverso il lavoro di restaurato-re di opere d’arte.

I suoi paesaggi contemporanei, permet-tono di ricreare una nuova estetica in cui l’intervento artiiciale dell’uomo entra in col-lisione con l’ambiente naturale attraverso un iperrealismo che si carica di elementi astratti. La igura umana non è presente quasi mai nei suoi dipinti, tuttavia ne è protagonista at-traverso l’ambientazione.

Andrea Ciresola ha vinto diversi premi in ambito artistico tra cui: Premio Ora Spagna (2016), Premio Ora Italia (2015), Premio Ce-leste (2014), Arte Laguna di Venezia (2014), Biennale Artemisia Contemporanea (2012).

nOTE BIOGRAFICHE

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SERGIO FIOREnTInOSergio Fiorentino (Catania, 1973), ha fre-

quentato l’Accademia di Belle Arti di Catania dove è diventato allievo di Franco Piruca, uno dei caposcuola della pittura citazionista italiana. In questi anni di formazione inizia ad approfondire lo studio del design e delle arti decorative del XX secolo.

La sua pittura è caratterizzata da eteree igure che come apparizioni, emergono dai fondi neutri dei suoi dipinti. Sulle tracce di un ideale classico di bellezza, l’artista ci restituisce icone di assoluta contempora-neità: come igure di nuova generazione le immagini vengono ibridate e clonate. Il silenzio le invade ed un’intensa luminosi-tà le allontana dal tempo e dallo spazio. L’artista rivela una conoscenza approfon-dita della iper-ritrattistica contemporanea che lo porta a eleggere i volti come icona privilegiata.

Le ultime esposizioni lo hanno visto pro-tagonista al Palazzo della Cultura di Cata-nia (2015) ed al Castello di Donnafugata a Ragusa (2014). Alcune delle sue opere sono entrate a far parte della collezione permanente del MacS (Museo Arte Con-temporanea Sicilia).

MIRIAM PACEMiriam Pace (Catania, 1981) dopo una

laurea in Design conseguita al Politecnico di Milano, frequenta i corsi di progettazione dello IED e la Scuola Libera del Nudo pres-so l’ Accademia delle Belle Arti di Brera. La passione per l’arte la spinge ad inaugurare nel 2003 il suo Atelier di pittura a Milano.

La pittura di Miriam Pace si forma per sovrapposizioni e sottrazioni di strati di colore acrilico. La sua opera appare come una trama di concrezioni minerali in cui igure, delimitate da una stesura inale di colore uniforme, si cristallizzano in imma-gini di ancestrale memoria.

Tra le mostre più rilevanti ricordiamo la per-sonale “La memoria della Sopravvivenza” pres-so la Fondazione Orestiadi di Gibellina, a cura di Achille Bonito Oliva (2011) e la mostra itine-rante “Artisti di Sicilia” a cura di Vittorio Sgarbi (2014). Nel settembre 2016 viene selezionata per il premio FAM, delle Fabbriche Chiaramon-tane per i giovani artisti emergenti e vince il premio della giuria popolare.

Le sue opere sono oggi presenti in di-versi musei, collezioni pubbliche e priva-te come il Museo MAC di Caltagirone, la Fondazione Orestiadi di Gibellina, il Museo Macs di Catania, la collezione Fausto Ber-tinotti, la collezione Presti o la collezione Gutierrez in Argentina.

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LuIS SERRAnOLuis Serrano (Madrid, Spagna), laureato

in Belle Arti presso l’Università Complu-tense di Madrid, ha proseguito gli studi in Storia dell’Arte all’Università Sapienza di Roma.

D’impianto prevalentemente igurativo, il lavoro di Luis Serrano si misura con tutti i generi tradizionali, venandoli di connota-zioni iperrealiste, teatrali e simboliche.

Nel suo percorso artistico ha realizza-to diverse mostre tra la Spagna e l’Italia; L’ultima personale dal titolo “Bedding” si è tenuta presso il Museo Mario Praz, a cura di Chiara Stefani (ottobre 2012, catalogo Palombi con testi di E. di Majo, M. Vallora e C. Stefani); tra le ultime collettive ricordia-mo “Trialogo” tenutasi nella galleria “L’O-pera” di Roma (settembre 2013, catalogo Palombi con testo di E. Sassi) e “Akragas” nella galleria “Honos Art” di Roma, (aprile 2016, catalogo Arbor Sapientiae con testo di Sandra Pinto).

CRISTInA TROuFACristina Troufa (Porto, 1974), ha conse-

guito una laureata in pittura presso l’U-niversità di Belle Arti di Porto (FBAUP) specializzandosi successivamente con un ulteriore master in pittura.

L’artista tratta in tutte le sue opere il tema dell’auto-rappresentazione, per poterne potenziare l’efetto di una rilessione con-cettuale a livello spirituale, emotivo e psico-logico. La igura è ritratta nel gioco o nella scoperta o in combattimento con se stessa. Nelle sue opere più recenti, usa la propria immagine per esplorare in modo simbolico e surrealistico la sua vita e le sue credenze come in una sorta auto-interrogatorio.

Le sue opere sono state esposte in numerose mostre internazionali che l’hanno portata in Italia, Spagna, Francia, Australia, Canada, Danimarca e Stati Uniti. Alcune di queste opere si trovano oggi in collezioni permanenti come nella Facoltà di Belle Arti di Porto (Portogallo) o presso il Museo di Archeologia ed Etnograia di Setúbal (Portogallo).

Ar b o r s A p i e n t i Ae

e d i t o r e

ro m A

www.arborsapient iae.com

Finito di stampare

nel mese di Ottobre 2017

ISBN 978-88-94820-38-6€ 10,00

Ar b o r s A p i e n t i Ae

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