come il mondo cambia - focus sullo smartwork 2014

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A M A C R O W E B M E D I A D I V I S I O N

bringtechCOME IL MONDO CAMBIA

FOCUS SMART WORK

B R I N G T E C H.I T | TW I T T E R: @ B R I N G_T E C H | L I N K E D I N: B R I N G_T E C H | M AC ROW E B M E D I A.I T

SPAZIO, TEMPO E RELAZIONI, QUESTI SONO I TEMI CHE TOCCA LO

SMART WORK. SIAMO PRONTI AD AUTO ORGANIZZARCI?

Lo Smart Work è un tema “caldo” che riguarda tutti, non solo le donne, ma anche gli uomini. Perchè lavorare meglio fa bene. Conciliare lavoro e vita personale non può che migliorare il nostro stile di vita. E’ un discorso che riguarda le donne, ma si addice bene anche agli uomini, con famiglia o single, perché riguarda il modo di vivere.

LA R I VO L U Z I O N E D E L M E RCATO D E L LAVO RO

P I Ù LAVO RO M E N O G U A DAG N O

S M A RT WO R K = C LO U D

O S S E RVATO R I O: I DAT I D E L C LO U D I N I TA L I A

E N T E R P R I S E M O B I L I TY

O B I E Z I O N I A L C LO U D E R I S PO S T E CO N C R E T E

I T M A N AG E R E S T RAT E G I A P E R I L C LO U D

B YO D O LYO D

VA N TAG G I P E R U N I T M A N AG E R CO N O F F I C E 365

CONTENUTI

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VUOI ESSERE SEMPRE AGGIORNATO SU TEMI

COME CLOUD, BIG DATA, ENTERPRISE MOBILITY,

SOCIAL ENTERPRISE, MOBILE?

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4BringTech Focus

Solo una rivoluzione del mercato del lavoro può cambiare l’Italia e il primo passo si chiama Smart Work ”

5BringTech Focus

Solo una rivoluzione del mercato del lavoro può cambiare l’Italia e il primo passo si chiama Smart Work. A voler dare una definizione precisa, basterebbe pensare alla traduzione: lavoro agile, leggero, flessibile legato all’uso della tecnologia che già fa parte della vita quotidiana, internet su tutti. Non più un lavoro legato a luogo e orario preciso, fisso, statico e obbligato, ma un nuovo modo di concepire la professionalità, legandola ai risultati piuttosto che alle ore passate in ufficio.

Il concetto è alla base anche della riforma del Job Acts del governo Renzi. Molte nazioni del Nord Europa lo praticano da tempo, mentre in Italia lo Smart Work sembra solo agli inizi.

Lo Smart Work non è necessariamente e solo il telelavoro, ossia un’occupazione di tipo telematico che si può svolgere

da casa in libera professione. È anche quello certo, ma è soprattutto un nuovo modo di vivere il lavoro, svincolando la produttività da un luogo fisico fisso e da orari prestabiliti.

Applicato da grandi multinazionali e da aziende di diversi settori, la definizione di Smart Work più corretta è un ibrido tra classico lavoro in azienda e lavoro da casa che cerca di prendere il meglio da entrambe le esperienze per raggiungere diversi scopi. Si punta sulla flessibilità, consente una migliore gestione della bilancia famiglia-lavoro e, non da ultimo, aumentare la produttività del lavoro.

COME RIORGANIZZARE IL LAVORO

Quello dello Smart Work, oggetto fra l’altro di una legge appena depositata in Parlamento, è uno dei temi più discussi in questi mesi. Come riorganizzare il lavoro per vivere meglio? Il mondo dei social network e la tecnologia possono creare uno spazio di condivisione per evitare l’isolamento di chi lavora da remoto?

“Le idee migliori arrivano quando meno te lo aspetti... solo con gli strumenti giusti puoi condividerle subito con il tuo team.”

Gianluca BencivengaBringTech Director

Applicato da grandi multinazionali e da aziende di diversi settori, la definizione di

Smart Work più corretta è

un ibrido tra classico

lavoro in azienda e lavoro

da casa che cerca di

prendere il meglio da

entrambe le esperienze

per raggiungere diversi

scopi.

Vivere meglio, questa è la parola d’ordine ma, perchè no… anche aumentando le nostre performance professionali.E oggi si può.

In questo senso le aziende si muovono verso il Cloud. Grazie anche al Cloud possiamo parlare di Smart Work.

VIVERE MEGLIO!

6BringTech Focus

Le canoniche otto ore (e più) di lavoro nello stesso ufficio non sono sinonimo di produttività. La concentrazione diminuisce con il passare delle ore, le distrazioni sul luogo di lavoro sono all’ordine del giorno, senza contare lo stress e i tempi, spesso molto lunghi, per raggiungere l’ufficio. Ci sono poi madri e padri di famiglia, ma anche chi vive in coppia e i single, perché no: tutti hanno una vita privata e affettiva che ha bisogno di tempo e dedizione, a cui si tolgono ore e attenzione perché costretti a stare dietro una scrivania. Allo stesso tempo, una gestione familiare resa difficile dal lavoro inficia la produttività anche sul luogo di lavoro: se si è stressati si produce meno e peggio.

Lo Smart Work è il lavoro al passo con i tempi. Nell’epoca degli smartphone, di internet, wi-fi e cloud siamo tutti connessi, anche dipendenti e datori di lavoro.

I vantaggi di questo modo di lavorare sono tali che i paesi che già lo applicano da tempo

sono ai primi posti come paga media oraria

(Germania, Olanda e Danimarca in testa).

Si punta con forza sulla flex-security e su un

sano rapporto nella ‘life-work balance’.

Flessibilità non significa soltanto licenziamenti

facili, ma anche maggiori possibilità per chi

cerca lavoro, in un contesto che aiuta sia chi è

disoccupato (senza sfociare nell’assistenzialismo)

sia chi decide di costruire una famiglia.

La ricerca di un Smart Work è più semplice:

essere già organizzati a gestirsi anche da

casa o in altri luoghi che non siano il classico

ufficio è un biglietto da visita migliore di mille

lettere di raccomandazioni e, in tempi di lavori a

tempo, può rivelarsi la soluzione più vicina alle

esigenze delle aziende.

PIÙ LAVORO MENO GUADAGNO

Uno dei motivi principali di questa forbice tra quantità di ore lavorate e remunerazione media ad ora risiede proprio nella produttività.

PIU’ LAVORO MENO GUADAGNO

-9%Una ricerca dell’Ocse sul lavoro nei Paesi dell’Unione Europea ha certificato un dato sconfortante per il nostro Paese: in Italia si lavora più che all’estero, ma si guadagna di meno.

Il vero Smartworker quando è bloccato in coda non arriva in ritardo al meeting... accosta e partecipa on line dal suo smartphone con Lync.

7BringTech Focus

In un paese come il nostro, dove per decenni si è avuto il mito del posto fisso, è un cambio di mentalità che riguarda aziende e lavoratori. I primi temono che, senza aver sotto diretto controllo i dipendenti, la produttività possa calare; ci sono poi degli investimenti da fare per il telelavoro visto che i lavoratori devono essere connessi con gli strumenti aziendali. Per il primo punto, basta ricordare che siamo nel 2014 e non nelle fabbriche a vapore dell’800 di dickensiana memoria. Il secondo? L’investimento è minimo e, in ogni caso, ben compensato dall’aumento della produttività.

Gli stessi lavoratori temono che lavorare da casa significhi rinunciare alle relazioni interpersonali. È un doppio errore. Si continuerebbe a vedere i colleghi nei momenti di lavoro in azienda; da casa si avrebbero relazioni interpersonali con la famiglia, gli amici, le persone più care. Se non è un bene questo.

Le potenzialità dello Smart Work sono infinite, i pregi superiori ai presunti difetti. Meno spostamenti per recarsi al lavoro significa meno auto in giro e quindi meno inquinamento, mezzi pubblici non intasati nelle ore d’ufficio, più libertà nella gestione del proprio tempo per la famiglia e se stessi. Un miraggio soprattutto per le donne lavoratrici, stritolate tra la voglia di fare carriera, sentirsi indipendenti e realizzate e la gestione della propria vita.

Last, but not least lo Smart Work permette di slegare la produttività dai grandi centri urbani. In un paese dai piccoli centri meravigliosi come l’Italia, significherebbe portare lavoro nelle zone più difficili, nel Meridione, nei paesini di montagna come nei borghi affacciati sul mare. La vera rivoluzione del mondo del lavoro può iniziare da qui, dal pensare che non è la scrivania a fare il lavoro, ma la persona.

La VERA RIVOLUZIONE del mondo del lavoro può iniziare da qui: pensare che non è la scrivania a fare il lavoro, ma la persona.

Lo Smart Work è per obiettivi, non per presidio.

NON “DOVE SEI?” MA “CI SEI?”

Con lo Smart Work ogni anno vengono risparmiati

250Ore risparmiate in trasferimenti grazie allo Smart Work

Paga media oraria

procapite

(fonte: Nanopress.it)

ITALIA

90

18

GERMANIA

“7200KM

8BringTech Focus

SMARTWORK = CLOUD

Microsoft è tra le aziende che crede di più nell’approccio cloud, servizi come OneDrive o Office 365 ne sono un ottimo esempio. E la crescita del Cloud è testimoniata anche dal recente investimento che Microsoft ha dovuto fare: ben 346 milioni di dollari per l’ampliamento del suo data center in Virginia. Al momento l’azienda ha investito in tutto circa 1,3 miliardi di dollari nella struttura, ma vista la crescita pressoché esponenziale dei servizi cloud, di certo i data center dovranno essere ulteriormente potenziati molto presto.

E in Italia cosa succede? Il Public cloud rappresenta la componente minoritaria, ma cresce più in fretta. La spesa in cloud computing sfiora gli 1,2 miliardi di euro e ha messo a segno un incremento del 31% rispetto al 2013. In Italia il cloud ha superato il giro di boa del miliardo di euro. Secondo l’Osservatorio Cloud & Ict as a Service, giunto alla quarta edizione e promosso

dalla School of Management del Politecnico di Milano, il mercato del cloud computing in Italia vale 1,18 miliardi di euro, di cui 320 milioni di euro spesi in Public cloud, mentre il Cloud Enabling Infrastructure detiene lo scettro in Italia con 860 milioni di euro. La prima componente, rappresentata dai servizi nella nuvola offerti da soggetti esterni, ha registrato un aumento del 40% in un anno, mentre la seconda componente – quella del percorso abilitante delle aziende (portali aziendali che offrono servizi ai dipendenti, i sistemi per gestire tablet e PC azienda) – è cresciuta del 28% rispetto al 2013.In ogni caso, il sorpasso del miliardo di euro segna il crollo della diffidenza verso il cloud computing da parte dei Cio, i responsabili tecnici e informatici delle aziende.

IN ITALIA IL CLOUD SUPERA IL MILIARDO.

Qualche anno fa parlare di Cloud era argomento solo per pochi. Oggi non ne possiamo più fare a meno. In Italia il cloud supera il miliardo di euro. Vogliamo “svuotare” i nostri computer sempre più spesso: foto, documenti, video, tutto è messo in un contenitore esterno, veloce, semplice, sicuro.

9BringTech Focus

“La portata di questo cambiamento va ben al di là degli aspetti informatici, insieme a Mobile, Social e Big Data, il Cloud può abilitare una vera e propria rivoluzione organizzativa”

Le quattro rivoluzioni in ambito informatico

SOCIAL

Nonostante l’Italia sia uno dei paesi in Europa con la più bassa diffusione di internet, gli italiani sono tra le popolazioni che trascorrono più tempo online, soprattutto sui social network. Con una popolazione di 61,5 milioni di abitanti, l’Italia ha 35,5 milioni utenti Internet, 26 milioni di utenti Facebook attivi e ben 97 milioni di abbonamenti mobile attivi, il 58% in più rispetto al totale della popolazione, ossia una persona su due ha due SIM.

(FONTE: Wired)

Nonostante il dominio dell’approccio interno, tra gli ambiti applicativi dove si amplia il raggio d’azione del modello Cloud, spiccano: Social & Web Analytics (32%), Human Resources (26%), Posta elettronica & Office Automation (23%), Enterprise Social Collaboration/Intranet (15%), Document Management (13%), senza dimenticare e-commerce (15%), Soluzioni verticali per il business (11%) e Crm & Sales (8%). Ha sottolineato Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud & Ict as a Service “La portata di questo cambiamento va ben al di là degli aspetti informatici, insieme a Mobile, Social e Big Data, il Cloud può abilitare una vera e propria rivoluzione organizzativa, capace di cambiare il modo di diffondere le informazioni, prendere decisioni e collaborare all’interno e all’esterno dell’organizzazione, ridando slancio e produttività alle imprese del nostro Paese“. Le aziende sembrano inoltre aver apprezzato

alcuni dei benefici che porta l’utilizzo delle infrastrutture Cloud. Per esempio, la semplificazione per la Direzione ICT e la possibilità di portare innovazione al business in tempi molto rapidi.

Oggi, per i CIO (chief information officer), cioè i manager responsabile della funzione aziendale information & communication technology, non ci sono più dubbi sull’utilizzo delle soluzioni cloud, le uniche perplessità riguardano come adottarle, con quali modalità e con quale percorso. La Ricerca evidenzia che i fronti di ragionamento sono due: da un lato, capire come comporre il proprio Sistema Informativo, integrando parti on premise con parti Cloud e dall’altro comprendere come dovranno evolvere le competenze interne alla Direzione ICT e le modalità con cui quest’ultima deve rapportarsi e interagire con le linee di business.

MOBILE

Gli utenti mobile sono più attivi. 14,5 milioni contro 12,5 milioni. A fine 2014 saranno 45 milioni gli smartphone in circolazione in Italia e 12 milioni i tablet. Si prevede di raggiungere i 300 milioni di euro di investimenti pubblicitari su mobile. Che cosa fanno gli utenti su mobile? In primo luogo controllano i social network (59% del tempo totale), poi vanno su siti o app legati al mondo dei cellulari, contenuti vari di intrattenimento, portali. Le news e le mail, invece, hanno una quota molto più elevata da pc.

(Fonte: IlSole24Ore/Audiweb)

BIG DATA

La maggioranza delle grandi organizzazio-ni italiane adotta soluzioni di Performance Management & Basic Analytics, anche se solo il 36% utilizza sistemi avanzati per l’analisi predittiva dei dati. Cresce del 22% in un anno la spesa per l’analisi dei dati e aumenta il olume di dati analizzati, ma solo in un caso su cinque si tratta di Big Data. Se da un lato le aziende hanno ben chiare le potenzialità dei Big Data, dall’altro non è così immediato lo sfruttamento di queste potenzialità.

(Fonte: Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano)

CLOUD

Il Public cloud rappresenta la componente minoritaria, ma cresce più in fretta. La spesa in cloud computing sfiora gli 1,2 miliardi di euro e ha messo a segno un incremento del 31% rispetto al 2013. In Italia il cloud ha superato il giro di boa del miliardo di euro.

(Fonte: Osservatorio Cloud & Ict as a service della School of Management del Politecnico di Milano)

MILIARDI DI EURO

Il mercato del cloud in Italia vale:

10BringTech Focus

860 milioni di euro è il valore del mer-cato riferito al Cloud Enabling.

320 milioni di euro è il valore del mercato riferito al public cloud.

72%

27%

VOLUME PUBLIC CLOUD

VOLUME CLOUD ENABLING

1,18

OSSERVATORIO: I DATI PER L’ITALIA

43%Riduzione dei costi

Applicabile alle diverse aree di business

Modernizzazione dell’IT tradizionale

Accesso al dato da ogni luogo e in ogni momento

Ridurre le spese in conto capitale

Aggiungere nuove funzionalità e/o caratteristiche

Migliore gestione delle licenze e/o upgrade

Operatività più snella nelle business unit

Creazione di nuove offerte o servizi

Ridurre la complessità operativa

Semplifica e/o Accelera l’implementazione

Razionalizzazione della spesa

I BENEFICI DI CHI HA ADOTTATO IL CLOUD

42%

40%

38%

38%

38%

35%

35%

34%

33%

32%

25%

(Fonte: CompTIA annual trends in cloud solutions)

11BringTech Focus

ENTERPRISE MOBILITY

L’Enterprise Mobility cresce: le aziende italiane hanno pianificato una spesa complessiva di circa 200 milioni di euro.

Smartphone e tablet continuano a crescere. Basta guardarsi intorno. Prezzi sempre più bassi, formati sempre nuovi. Anche per il business. L’Enterprise Mobility cresce fortemente: le aziende italiane hanno pianificato una spesa complessiva di circa 200 milioni di euro suddivisa in 50 milioni per la parte software e 150 per i servizi. Fotografia che ci arriva da IDC durante il Mobility Forum 2014 di Milano.

Come sempre a noi piace parlare di Smart Work. Abbiamo trovato un nuovo concetto che riteniamo calzi molto bene e di cui vogliamo parlarvi.

200 milioni di Euro

150.000.000 €Spesa pianificata dalle aziende Italiane per la parte servizi.

50.000.000 €Spesa pianificata dalle aziende Italiane per la parte software.

WORK-LIFE BALANCE

In Europa se ne parla da tempo. In Italia meno, ma c’è. E’ l’equilibrio (instabile?) tra la vita lavorativa e quella personale. Equilibrio che già lascia il posto a un altro concetto che sempre più prende piede: il work-life blend.Difficile. Work-life blend vuol dire “amalgamare” la vita lavorativa con quella personale.9 italiani su 10 sovrappongono costantemente le due sfere, dedicandosi a faccende personali durante l’orario lavorativo e svolgendo, di contro, attività lavorative nel tempo libero. Come sempre, spesso questo vale per le donne, ma non sempre. Spesso vale per le donne che lavorano in modo smart, ma non sempre.Ciò è legato, in particolare, allo sviluppo di nuove competenze e abitudini sull’utilizzo dei dispositivi mobili, usati dai cosiddetti “lavoratori hacker” indipendentemente da – o nonostante – specifiche policy aziendali, sollevando notevoli rischi nell’ambito della sicurezza dei dati.Questo quanto emerso da una recente ricerca commissionata da Samsung su 4.500 persone in 7 Paesi europei (Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Belgio e Olanda).

Incredibile, ma vero: secondo i risultati della ricerca, in Europa sono proprio gli italiani a sovrapporre maggiormente vita privata e lavoro: il 90% di loro (contro il 77% della media europea) si dedica a compiti professionali al di fuori dell’orario d’ufficio, mentre l’86% (contro il 75% della media europea) svolge attività personali sul posto di lavoro. In particolare, il 69% di chi si dedica alla propria sfera privata in ufficio passa fino a mezz’ora al giorno pagando bollette o consultando la propria banca online, mentre il 50% di chi lavora durante il tempo libero lo fa impiegando a questo scopo circa 45 minuti ogni giorno prima dell’orario ufficiale.Ecco, magari questo articolo non condividiamolo troppo con il capo o, diversamente, cerchiamo di spiegarlo.A detta degli italiani, quest’abitudine costituisce un vantaggio: mentre il 43% dichiara di riuscire, così, a gestire meglio gli impegni personali, quasi la metà degli italiani (48%) afferma di poter svolgere una maggiore quantità di lavoro nel medesimo arco di tempo.Molto più semplicemente, il 34% considera il work-life blend un modo per ridurre lo stress.

L’orario di lavoro è autogestito, le modalità anche. Gli strumenti che utilizziamo sono fondamentali per questo. C’è stata un’evoluzione epocale in questi ultimi anni.

I dispositivi mobili svolgono un ruolo chiave. La metà degli italiani (49%) utilizza, infatti, il proprio smartphone personale anche a scopo lavorativo, mentre il 32% usa, al contrario, lo smartphone del lavoro anche nella vita privata. Non stupisce, quindi, il fatto che in Italia si abbiano in media 11 app personali – come Facebook, Whatsapp o Candy Crush – sui propri smartphone di lavoro e 9 app tipicamente professionali – come, ad esempio, Microsoft Outlook o Lync – sugli smartphone personali.

L’Enterprise Mobility aumenta la complessità e le aziende devono rinunciare all’ossessione del controllo se vogliono mantenere il comando. Le sfide maggiormente sentite dalle aziende restano legate alla sicurezza: la protezione dei dati e delle reti aziendali, insieme alla gestione del parco dei device. Segue l’integrazione nelle infrastrutture IT esistenti e la predisposizione di policy per l’utilizzo dei device.

12BringTech Focus

OBIEZIONI AL CLOUD E RISPOSTE CONCRETE

CLOUD NO.

Le obiezioni tipiche del Cloud riguardano i possibili ”downtime”, la riservatezza dei dati, la loro sicurezza, la mancanza di informazioni sulla loro collocazione, la disponibilita’ di Internet quale elemento fondamentale per accedere alla “nuvola” e, ancora, la difficoltà di dialogo con il fornitore (Provider).

La risposta di BringTech è che non esiste il servizio Cloud migliore, ma esiste il servizio Cloud che meglio risponde alle tue esigenze o alle tue obiezioni.

- Downtime: è un problema reale sia on premise che in Cloud.

- 99,9% di uptime con il Cloud è possibile anche per le pmi grazie alle soluzioni che BringTech propone.

- Riservatezza: Office 365 e i servizi Cloud di Microsoft garantiscono la totale riservatezza dei dati e la compliance con le migliori classificazioni Enterprise relative a sicurezza e privacy.

- Collocazione: Office 365 è l’unico che dichiara dove sono i tuoi dati e che dà la possibilità di visitare il Data Center.

BRINGTECH DICE SI AL CLOUD PERCHE’

Cloud: servizio per l’accesso ad applicazioni e risorse che consente di ridurre tempi, costi e rischi. Inoltre, permette di spostare investimenti dal capitale (non più necessario per hardware e licenze) all’operatività (paghi ciò che usi).

Cloud Computing, quindi, significa gestire esternamente (online) le applicazioni e le attività, invece che all’interno delle quattro mura aziendali. Secondo noi i vantaggi non sono pochi. Analizziamo i punti di vista insieme.

13BringTech Focus

OBIEZIONI AL CLOUD E RISPOSTE CONCRETE

“La risposta di BringTech è che non esiste il servizio Cloud migliore, ma esiste il servizio Cloud che meglio risponde alle tue esigenze o alle tue obiezioni.”

CLOUD SI.

Un “hosting service provider” esperto gestisce tutta l’architettura informatica al tuo posto. Ciò significa che tutto quello che devi fare è accedere ai tuoi documenti e programmi via Internet. Se non te la senti di investire ingenti capitali in tecnologia, i servizi in hosting ti consentono di beneficiare di servizi IT normalmente riservati solo alle grandi aziende a costi decisamente inferiori.

Ci sono già versioni “cloud” (o in hosting) dei più diffusi programmi, quali CRM per la gestione delle relazioni con i clienti, Exchange per la posta elettronica, SharePoint per il portale aziendale e così via.

Indipendentemente da quali scegli, beneficerai di:

1.Abbassamento dei costi: sottoscrivere software “in the cloud” riduce

considerevolmente l’investimento;

2. Costi di supporto inferiori: avrai sempre le versioni più aggiornate dei

programmi, senza necessariamente bisogno di supporto IT per l’aggiornamento;

3. Rischi ridotti: la sicurezza dei dati diventa un problema del tuo hosting provider;

4. Accesso ai servizi in ogni momento e in ogni luogo: lavora sui tuoi documenti via web, da

casa o in qualsiasi altro luogo.

Un problema c’è, soprattutto in Italia: la connettività. La possibilità, però, di accedere alle informazioni anche in modalità offline è uno degli ulteriori plus offerto da Office 365. Quando si parla di accesso ai servizi in ogni momento e luogo si intende anche da ogni dispositivo e da ogni tipo di connettività, quindi anche da backup.

Per quanto riguarda noi… BringTech porta le aziende nel Cloud. Noi ci crediamo, abbiamo costruito un ramo d’azienda dedicato: tecnologie come SharePoint, Office 365, Windows Azure, Windows phone, Windows Intune e Dynamics CRM consentono alle aziende e ai propri dipendenti e collaboratori, ovunque essi siano, di fare network, nel Cloud.

14BringTech Focus

Delineare una vera e propria strategia che scandisca le tappe di un progetto di Cloud Computing è fondamentale per anticipare eventuali criticità, come per esempio le resistenze interne, che in taluni casi potrebbero avere conseguenze rilevanti, e talvolta disastrose, come il ripetersi di errori o addirittura il naufragare del progetto stesso. Nel farlo è importante ricordare che è la governance stessa del progetto a influenzare le scelte tecnologiche che, a loro volta, determinano i piani di formazione e i programmi di assunzione nonché la definizione delle fasi operative di transizione.

Compito dei responsabili IT sarà definire un piano di governance che dettagli i servizi e le risorse necessarie, delineare un programma di formazione e assunzione opportuno, predisporre un piano di transizione operativo. Il loro ruolo diventa così “consulenziale”: per ogni decisione presa dovranno essere in grado di definire quali saranno gli impatti tecnologici. La comunicazione di questi piani può aiutare a evitare casi in cui la prospettiva dei benefici accelera i piani d’investimento, ma l’assenza di un solido piano appunto di governance, formazione e operativo può provocare grossi problemi durante l’implementazione di una strategia di Cloud Computing prevede quindi un lavoro di progettazione congiunta tra le aree di business e l’IT, divenendo il punto di riferimento per le scelte tecnologiche e per la definizione dell’operatività. Ciascun

progetto diventa quindi interdipendente e non può essere sviluppato a compartimenti stagni. L’obiettivo ultimo che si deve sempre aver presente lungo tutto il processo è implementare una soluzione che permetta di incrementare le entrate a fronte di un tempo di payback ridottissimo.

La mobilità oggi non è più un problema. Mobilità diventa sinonimo di flessibilità. E flessibilità può voler dire efficienza e aumento della produttività. E anche un miglioramento della vita privata. Mobilità quindi Smart Work. Mai come oggi possiamo accostare questi due concetti. Come? Gestendo i dispositivi mobili aziendali e personali (ricordate, BYOD e LYOD? Ne abbiamo parlato qualche giorno fa) in modo intelligente. Introduciamo un nuovo argomento, Mobile Device Management (MDM): da una sola console la possibilità di gestire tutti i dispositivi, registrandoli, configurandoli e aggiornando le impostazioni, scegliendo criteri di protezione e di conformità, rendendo sicuro l’accesso alle risorse aziendali. Inoltre, in caso di furto o smarrimento, effettuando il blocco da remoto e il ripristino su nuovo dispositivo. Risparmio di tempo, di risorse, di denaro. In questo modo aumenta anche la sicurezza dell’azienda nei confronti dei propri dati aziendali che si acceda da dispositivo fornito dall’azienda o personale.

IT MANAGER E STRATEGIA PER IL CLOUD

L’ IT è il “consulente chiave” e nel contempo l’owner dei cambiamenti tecnologici, ma deve muoversi in partnership con tutte le aree di business.

“ “

Stay locked in server farm is not cool, it’s cold... bring your work into the cloud with BringTech.

Compito dei responsabili IT sarà definire un piano di governance che dettagli i servizi e le risorse necessarie, delineare un programma di formazione e a s s u n z i o n e opportuno, predisporre un piano di transizione operativo.

15BringTech Focus

Un esempio eclatante è quello di Otis Italia che ha dotato 800 dipendenti del Nokia Lumia 925 ”

Qualche dato per capire il panorama e il trend.

Attualmente la mobility non ha ancora preso piede tra le piccole imprese italiane. Da un recente studio su Cloud e PMI, commissionato da Microsoft a Ipsos Mori, emerge che nel 42% dei casi i dipendenti non lavorano fuori ufficio e per il 23% dei casi meno del 10% della forza lavoro è attiva da remoto. Solo nel 10% dei casi si riscontra una forza lavoro per oltre il 50% operativa in mobilità o che viaggia almeno 4 o 5 giorni al mese.

Sono le aziende italiane che hanno già adottato una qualche forma di cloud computing, quelle in cui il lavoro da remoto è un pò più radicato: nel 30% dei casi oltre un quarto dei dipendenti lavora in mobilità contro solo il 16% delle aziende che non lo utilizzano.

Diversamente, se si guarda al contesto internazionale, oggi il 29% della forza lavoro globale è rappresentata da information worker che lavorano sempre e ovunque e che utilizzano molte app e almeno tre dispositivi da più luoghi diversi.

Andremo sempre più verso questo modello.

Facciamo un passo in più. In passato le aziende guardavano alla sicurezza come (quasi) unico requisito di un dispositivo mobile. La funzionalità principale doveva essere quella di accesso alle email. Oggi la necessità è l’accesso a qualsiasi documento e dato, la condivisione dello stesso con il proprio team di lavoro in tempo reale, la possibilità di lavorare in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo. Il nuovo imperativo è

fare network . Per farlo vanno adottate soluzioni smart, intelligenti, capaci di semplificare il modo di lavorare e adottabili da tutti.

Per molti anni BlackBerry è stata la piattaforma preferita dalle aziende grazie alla sicurezza offerta loro ma, secondo alcune recenti rivelazioni del gigante informatico IBM, la situazione starebbe cambiando, con un numero sempre maggiore di aziende interessate ad utilizzare dispositivi Windows Phone per i propri dipendenti e non solo.

IBM ha confermato di aver notato un aumento della domanda per l’utilizzo di Windows Phone da parte delle imprese, probabilmente anche grazie al sistema di back-end di Microsoft (Fonte Gizmodo Italia ).

Un esempio eclatante è quello di Otis Italia che ha dotato 800 dipendenti del Nokia Lumia 925. I plus: semplicità di integrazione tra lo smartphone e l’infrastruttura Microsoft aziendale, funzionalità integrate (mail e gestione di documenti) sommate alle applicazioni aziendali che permettono di pianificare l’attività d’impresa. (Fonte HD Blog|Nokia).

Tutto questo è gestibile nel Cloud grazie a soluzioni all-in-one come Windows Intune per la gestione di PC, smartphone e tablet (Windows Phone, Android, iPhone, iPad) e la protezione dai malware.

16BringTech Focus

BYOD O LYOD?

Un nuovo scenario che si sta delineando è quello del leave your own device (LYOD): è l’azienda a fornire al lavoratore pc, smartphone e tablet.

Azienda in cui vai, politica aziendale che trovi, potremmo dire. Perchè anche di politica aziendale si tratta, ma non solo. Quindi, portarsi o non portarsi i propri dispositivi personali nel posto di lavoro e usarli per avere gli accessi privilegiati alle informazioni aziendali e alle applicazioni? Sono poche le aziende che hanno steso policy di sicurezza adeguate e si sono

accordate con il lavoratore, per i casi di perdita, rottura e rimborso nell’utilizzo, per esempio, di uno smartphone. In linea di massima ci sono aziende, tante, che hanno interpretato il Byod semplicemente come possibilità di risparmiare selvaggiamente sui costi, chiedendo ai dipendenti di utilizzare le proprie risorse, per lavorare, senza alcun tipo di rimborso, lasciando a carico del dipendente qualsiasi onere e, in tanti casi, senza imporre regole di sicurezza, in altri, costringendo i dipendenti anche ad alcune limitazioni di utilizzo.

BYOD O LYOD? BRINGTECH SCEGLIE UN’UNICA SOLUZIONE ADATTA A

ENTRAMBE LE STRATEGIE.

Bring your own device (BYOD), ma anche bring your own technology (BYOT), bring your own phone (BYOP) e bring your own PC (BYOPC). Alla base c’è sempre lo stesso pensiero: porta il tuo dispositivo, porta la tua tecnologia, porta il tuo telefono, porta il tuo pc. Dove? Sul lavoro.

17BringTech Focus

In alcuni casi, poi, c’è anche il pensiero di una produttività maggiore con l’utilizzo del proprio device, specialmente se alla moda.

Nelle piccole imprese italiane non si prende neanche in considerazione di dare un device aziendale, viene spesso dato per scontato che il lavoratore utilizzi a sue spese il suo smartphone e il suo tablet per lavorare.

Ma i dati cosa dicono?

Le aziende italiane dicono no al BYOD. L’Italia è in fondo alla classifica dei paesi europei più aperti verso il Byod (Fonte Oracle European BYOD Index Report). Emerge che la regione iberica e l’Italia sono i Paesi che registrano le maggiori difficoltà con il BYOD. Questi Paesi sono anche quelli con la maggior proporzione di aziende contrarie.

Il 60% dei manager italiani prende in considerazione solo i tablet, e non gli smartphone, nei programmi BYOD.

Le aziende in Italia hanno anche scarsa consapevolezza del fatto che la sicurezza dei dispositivi BYOD può essere concretamente gestita. La principale preoccupazione dell’Italia rispetto al BYOD è relativa alla sicurezza dei dispositivi.

La sicurezza delle informazioni, in realtà, è la preoccupazione maggiore in ogni Paese: il 45% degli intervistati teme per la sicurezza dei dispositivi, il 53% per quella delle applicazioni e il 63% per quella dei dati. Due terzi delle aziende contrarie sono profondamente preoccupate della sicurezza.

Il 65% delle aziende contrarie non gestisce la sicurezza di dati e informazioni, né permette che risiedano sui dispositivi in forma non cifrata, contro il 7% delle aziende sostenitrici.

Le aziende sostenitrici evidenziano, invece, una comprensione delle tecnologie disponibili: quasi l’80% di esse dispone di una qualche forma di gestione delle applicazioni mobili contro il 12% delle aziende contrarie al modello BYOD.

Quasi la metà (44%) delle aziende europee è ancora contraria al modello BYOD o lo consente solo in circostanze eccezionali. Un ulteriore 29% ne restringe l’utilizzo ai soli dipendenti senior.

Il 22% vieta completamente la possibilità che i dati o le informazioni aziendali risiedano su dispositivi BYOD, mentre il 20% non ha definito alcuna regola in merito.

Più della metà non gestisce gli smartphone nell’ambito del programma BYOD.

Secondo Ovum, il 70% dei dipendenti in possesso di un dispositivo smart (telefono o tablet) oggi lo utilizza ovviamente anche per accedere ai dati aziendali, e spesso i dispositivi personali non montano alcun sistema di sicurezza e i dati, anche quelli aziendali, possono risultare accessibili. Questo, sempre di più, accade senza che l’IT manager se ne accorga. Quando non c’è perdita di business per la perdita dei dati, come minimo si mette a rischio la rete aziendale.

Facciamo ancora qualche valutazione in più: l’adozione di una strategia BYOD comporta per i dipartimenti IT responsabili un surplus di attività, coi relativi tempi e costi, specialmente nel caso di utilizzo da parte di device eterogenei.

Non si può certo negare oggi che il “parco laptop, tablet e smartphone” aziendale deve essere ben gestito, che lo si deve poter fare nel modo più agile possibile e che, certamente, tutte le soluzioni di virtualizzazione – anche del desktop – sono sempre più di aiuto.

Per noi non è fondamentale che un’azienda scelga immediatamente tra BYOD e LYOD. E’ necessario, però, che in azienda si vedano nel concreto i costi del “parco” aziendale, la gestione della sicurezza, ma più di tutto è fondamentale pensare strategicamente al futuro del lavoro, ad un modo di lavorare intelligente (Smart Work), ad una condivisione in tempo reale di idee e documenti, alla facilità di avere su tutti i device i propri dati sempre aggiornati e condivisibili con il proprio Team.

In quest’ottica bisogna prendere in considerazione soluzioni che consentono di lavorare meglio, che semplificano il lavoro, sia del dipartimento IT che degli utenti, che in pochi click ti mettono in condizione di lavorare bene ovunque sei, anche in mobilità.

Per noi la scelta non è BYOD o LYOD, è l’adozione di soluzioni adattabili ad entrambi gli scenari con Office 365 e Windows Intune. Entrambi mettono a disposizione 5 licenze per utente e la compatibilità con qualsiasi dispositivo, rispondendo sia alle necessità di aggiornamento e sicurezza che a quelle di Smart Work.

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Tutto questo grazie a:

1) Applicazioni Office disponibili su 5 dispositivi diversi, on demand

2) Aggiornamento costante grazie al Cloud

3) Social Enterprise grazie a SharePoint, Yammer e ”Lync-Skype” per i servizi di presenza, messaggistica istantanea e voce.

4) Privacy e sicurezza sempre garantite

5) Miglior controllo e risparmio di tempo e costi per l’IT

6) User experience evoluta, con accesso immediato alle applicazioni aziendali in un ambiente IT sviluppato in una logica di piena collaborazione.

Non importa che la tua azienda sia grande o piccola. Con Office 365 le tue esigenze sono sempre in primo piano.

Posta elettronica, calendario e messaggi: posta elettronica aziendale di classe Enterprise, gestione semplificata di dati che, lo vediamo ogni giorno, sono sempre in aumento. Sincronizzazione su tutti i device. Calendari condivisi e 50 GB di spa-zio di archiviazione per utente e la possi-bilità di usare il nome di dominio azienda-le.

Inoltre, la possibilità di svolgere riunioni tramite Web con videoconferenze HD, condivisione dello schermo e messaggistica istantanea. Condivisione della presenza, messaggistica istantanea e

chiamate audio con utenti di Skype.

Comunicare non è mai stato così facile.

La condivisione di file e dati diventa ancora più semplice: a partire da 25 GB di spazio di archiviazione personale accessibile ovunque e sincronizzato online e offline con il rispettivo PC tramite OneDrive for Business. Accessibilità da qualunque dispositivo.

Condivisione all’interno dell’azienda, ma anche all’esterno con il controllo delle autorizzazioni per la visualizzazione e la modifica.

Creazione e modifica di file di Word, Excel, PowerPoint e OneNote tramite Web browser.

Accesso, modifica e visualizzazione di documenti di Word, Excel e PowerPoint su Windows Phone, iPhone e telefoni Android. Possibilità di usare le app OneNote, OWA, Lync Mobile e SharePoint Newsfeed nella maggior parte dei dispositivi.

Una volta, non così tanto tempo fa, in azienda c’erano gli stessi computer, per tutti. Oggi no. Non solo pc e mac, la nuova variabile sono i tablet e l’IT manager deve poter gestire tutto questo, al meglio, in modo rapido e razionalizzando i costi.

VANTAGGI PER UN IT MANAGER CON OFFICE 365 Un’azienda oggi ha bisogno, innanzitutto, di un’operatività del 99,9%. Con connessione o senza, da portatile o tablet, la produttività è sempre al top, scegliendo Office 365. Inoltre protezione antimalware avanzata e filtro della posta indesiderata.

l’IT manager deve poter gestire tutto questo, al meglio, in modo rapido e razionalizzando i costi

Non importa che la tua azienda sia grande o piccola. Con Office 365 le tue esigenze sono sempre in primo piano.

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Analisi, consulenza,configurazione, migrazione e supporto? Per tutto questo c’è BringTech”

Con Office 365 hai automaticamente le licenze per 5

personal computer basati su windows o mac e fino a 5

dispositivi mobili, smartphone o tablet (un esempio? Il

recente annuncio di Office x iPad).

L’abbonamento a Office 365 prevede le versioni

desktop per PC Windows di Word, Excel, PowerPoint,

Outlook, OneNote, Publisher, Access e Lync (Office Pro

Plus). La versione desktop per Mac comprende Word,

Excel, PowerPoint, Outlook e Lync. Office per iPad

include Word, Excel e PowerPoint.

Un altro punto fondamentale per un IT manager è

l’integrazione con l’attuale infrastruttura. Office 365 è

l’unica soluzione Cloud integrabile con l’active

directory on premise in modo da trasformare la solu-

zione in cloud come un’estensione della propria

infrastruttura.

Analisi, consulenza, configurazione, migrazione e

supporto? Per tutto questo c’è BringTech.

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