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Comunità Parrocchiale S. Andrea Apostolo Castelnuovo Don Bosco PASQUA 2017 amicizia santità propositi battesimo educazione preghiera serenità pazienza gioia rigenerazione

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Page 1: Comunità Parrocchiale S. Andrea Apostolo · Molti giovani vivono e sentono così il loro domani, mentre invece dovrebbe essere motivo di grinta, di entusiasmo e di determinazione

Comunità ParrocchialeS. Andrea Apostolo

Castelnuovo Don BoscoPASQUA 2017

amicizia

santità

propositi

battesimo

educazione

preghiera

serenità

pazienza

gioia

rigenerazione

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2 Sito: www.parrocchia.eu

Sommario Anno 2017 - N. 01 - Pasqua 2017

Orario Sante Messe (ora legale) - Festive e PrefestiveSS. Castelnovesi: ore 7:30 - 11:00 - 18:00 Casa di Riposo S. Giuseppe: ore 10:00Colle Don Bosco - Basilica: ore 8:00 - 9:30 - 11:00 - 17:00 - 18:15 Sant’Andrea: ore 9:00Orario Sante Messe (ora legale) - FerialiColle Don Bosco - Basilica: ore 7:00 - 8:00 - 11:00 - 17:00 Sant’Andrea: ore 7:00Presso la Cappella delle Suore: ore 18:00Confessioni - Basilica Don Bosco (ora legale)Feriale: 6:30 - 8:00 - 9:30 - 11:30 - 15:00 - 17:30Festivo: 8:00 - 12:00 - 15:00 - 19:00Chiesa dei Santi Castelnovesi (ora legale)Giovedi: 9:30 - 11:30 - Festivo e prefestivo: all’inizio delle Sante Messe

Il vostro parroco

lI vostro parroco pag. 3Un saluto dal… » 4La luce oltre la porta » 7Il paradiso » 8Un sogno » 9Saluto a Don Hubert… » 10Stare insieme è festa » 12Allacciate le cinture: si parte!!! » 14Croce Rossa » 151986 - 2016: Passaggio di testimone » 16I nostri caduti: facciamo memoria » 17Tombolata e castagnata » 18Custodia del creato » 19Cambio di guardia » 20Informa Comune » 21La scuola elementare » 23Pellegrinaggi » 24Olimpiadi settembre 2016 » 25Cresime » 26Società dell’allegria » 27Giovani » 28Cronache » 29Sono diventati Figli di Dio Fratelli di Gesù » 30Nel Signore si sono uniti » 30Nella Casa del Padre » 31

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3Email: [email protected]

Buona Pasqua di resurrezione!La Chiesa ogni anno ci fa riflettere e meditare sul mistero della vita di Gesù.La Pasqua e Natale sono i due momenti più significativi che rendono ragione al perché

Dio ha creato l’universo e in esso la persona umana.Sant’Ireneo dice:” Dio si è fatto uomo per farci come Dio”.Questo è il destino di ciascuno di noi: il Paradiso. Ciascuno di noi vive tre fasi: la prima nel grem-bo della mamma, la seconda nel grembo della terra e la terza, la definitiva, nel grembo di Dio, La prima in vista della seconda e la seconda in vista della terza. Celebriamo quest’anno il 160° anniversario della morte di Domenico Savio, uno dei quattro santi castelnovesi.Con le ultime parole dette in punto di morte e riferite a don Bosco dal papà: “Che bella cosa io vedo mai!” Domenico ci indica la meta; con tutta la sua vita ci traccia la strada.Lasciamo che lo Spirito Santo lavori nel nostro cuore come ha fatto con Domenico.A metà agosto avremo un altro momento forte, descritto in una pagina del bollettino. Più di tre-cento giovani del Movimento Giovanile salesiano ( Salesian youth moviment )convergeranno al Colle da tutta Europa per conoscere i luoghi di don Bosco. Li accoglieremo come figli della nostra terra perché “Tutto è partito da qui e qui c’è stata l’anteprima del tutto.

Auguri di buona Pasqua anche da parte di don Silvio e di tutti i Salesiani.

Il vostro parrocoParola del parroco

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4 Sito: www.parrocchia.eu

“Carissimi giovani, sono lieto di annunciarvi che nell’Ottobre 2018 si celebrerà il Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento voca-zionale”. Ho voluto che foste voi al centro dell’attenzione perché vi porto

nel cuore”. Con queste parole il 13 gennaio 2017 Papa Francesco ha indirizzato una lettera ai giovani di tutto il mondo, nella quale presenta il tema del Sinodo dei Vescovi del 2018.Un tema straordinariamente importante per la Chiesa e la società e oso dire straordi-nariamente salesiano. Credo che don Bosco sia da un lato molto felice di questo tema e dall’altro sanamente preoccupato che tutti coloro che si occupano di educazione, e in particolare la grande famiglia salesiana, non si lascino scappare questa occasione di di-scernimento. Per arrivare pronti all’evento, e per mettersi in ascolto della realtà concreta dei giovani, è stato istituito un documento preparatorio che conclude con un questionario che sarà il modo con cui le chiese e i singoli giovani potranno dare il loro contributo al tema. E’ un invito e una sollecitazione alla riflessione, un aiuto che spinge a verificarsi nel proprio contesto, ha lo scopo di attivare il pensiero delle singole chiese.Miguel Benasayag e Gèrard Schmit pubblicano in Italia nel 2004 un saggio molto interes-sante dal titolo L’epoca delle passioni tristi, in cui si formulava una sorta di diagnosi su come viene oggi vissuto il rapporto con il futuro: negli ultimi tempi siamo passati dal “fu-turo promessa” al “futuro minaccia”. Molti giovani vivono e sentono così il loro domani, mentre invece dovrebbe essere motivo di grinta, di entusiasmo e di determinazione nelle scelte. Noi sappiamo che è il futuro che garantisce e custodisce il presente e non prima-riamente il contrario, per cui la diffusione di disagio e delle devianze ad esso collegate sono spesso figlie di una percezione catastrofica o comunque non affidabile del futuro da parte di molti giovani. In questo contesto appena accennato, ma che meriterebbe pagine di approfondimento, l’azione pastorale della chiesa trova il suo campo di azione. Piena-mente inserita nella realtà, come il mistero della Incarnazione ci consegna, la pastorale giovanile (di cui il Sinodo vuole interessarsi) può essere definita come quell’azione del-la comunità cristiana che, attenta alla situazione dei giovani concreti, si mostra capace di promuovere la loro umanità e ristabilire la loro dignità; annunciare esplicitamente il messaggio di Gesù e accompagnare il loro discepolato nella chiesa; formare la loro co-scienza morale perché siano in grado di discernere le scelte concrete con verità; abilitarli e coinvolgerli nella missione e accompagnare il loro discernimento vocazionale in ordine alla costruzione personale e comunitaria del proprio progetto di vita Ecco allora che il

Un saluto dal…Il direttore del Colle

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5Email: [email protected]

documento preparatorio dedica il primo capitolo intitolato “I giovani nel mondo di oggi”, a contestualizzare il pianeta giovanile nel mondo di oggi, facendoci subito notare che non esistono giovani in forma astratta ma esistono una pluralità di mondi giovanili. Prende in considerazione una categoria anagrafica dai 16 ai 29 anni denunciando la difficoltà di definire la giovinezza come età cronologica. Il secondo capitolo “fede, discernimento e vocazione” è quello centrale dal punto di vista della tematica: il discernimento vocazio-nale dei giovani alla luce della fede. Il percorso del discernimento vocazionale viene pro-posto attraverso tre tappe: riconoscere, interpretare, decidere. Il terzo capitolo, intitolato “l’azione pastorale”, si riferisce alla fase strategica e progettuale per offrire orientamenti e linee per la verifica di tutti i soggetti interessati. I giovani sono riconosciuti immediata-mente come soggetti, infatti è esplicitato che “la Chiesa stessa è chiamata a imparare dai giovani” e il Sinodo vuole “chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia”. Ecco perché il documento conclude con la parte forse più impegnativa ed interessante: un questionario che ha come scopo: “aiutare gli organismi aventi diritto a esprimere la loro comprensione del mondo giovani-le e a leggere la loro esperienza di accompagnamento vocazionale, in vista della raccolta di elementi”.Ho provato a scorrere con voi il documento preparatorio del Sinodo, ma soprattutto ho provato a dire con voi la nostra voglia come comunità parrocchiale e come società ca-stelnovese di ricommettere ancora e in modo rinnovato sui giovani, il loro cammino di vita, di fede e di vocazione. Ci siano di aiuto l’intercessione di San Domenico Savio di cui ricoree quest’anno il 175° anniversario della nascita e il 160° della morte e le parole di Benedetto XVI: “Siate seminatori di fiducia e di speranza. E’ infatti profondo il senso di smar-rimento che spesso vive la gioventù di oggi. Non di rado le parole umane sono prive di futuro e di prospettiva, prive anche di sen-so e di speranza. Eppure, questa può essere l’ora di Dio!”:Buona Quaresima di fede, speranza e carità.

Don Luca Barone, Direttore

Il direttore del Colle

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6 Sito: www.parrocchia.eu

Riflessioni…Donne e uomini al servizio ad imitazione di Gesù Cristo

“Protagonisti della Visione, Passione e Missione di Don Bosco”. “Confronto”: una parola che tanti giovani del Movimento Giovanile Sa-

lesiano impareranno a conoscere quest’estate sui luoghi Salesiani. Dall’11 al 16 agosto saranno ospiti del Colle Don Bosco circa 300 giovani del MGS provienienti da tutta Europa e dal Medio Oriente. Dopo l’incontro mon-diale del 2015 per il Bicentenario della nascita di Don Bosco, i giovani del MGS torneranno ad incontrarsi a livello continentale. Il “Confronto” rappresenterà, per ciascuno di questi giovani, un’oc-casione preziosa di preghiera e riflessione personale, di condivisione della Spiritualità Giovanile Salesiana in gruppi di lavoro internazionali, per tornare a casa con un cuore rinnovato ed entusiasta di testimoniare la passione, visione e missione di Don Bosco con e per i giovani. In tale occasione, i giovani visiteranno anche Capriglio, per conosce-re meglio la figura di Mamma Margherita, Torino e Mornese, sulle orme di Don Bosco e Madre Mazzarello, come anche Castelnuovo e Morialdo. Il In vista del tradizionale ap-puntamento annuale del 16 agosto, in cui la Famiglia Salesiana ricorda la nascita di Don Bosco, questi rappresentanti del MGS riceveranno dal Rettor Maggiore dei Salesiani e dalla Madre Generale della Figlie di Maria Ausiliatrice un rinnovato invito ad essere giovani missionari per tanti altri giovani d’Europa e del Medio Oriente.

A ciascuno di noi, uomo o donna, è affidato un compito, un servizio da svolgere nella comunità. Ne siamo consapevoli? È il senso della vita: servire il Creatore nel Suo Creato. Il servizio è diverso, ma il senso lo stesso: una vita di amore per l’eternità, come quella di Gesù Cristo.

Lidia Occhiena

Un grande avvenimento nell’agosto 2016

Festa dell’AllamanoConfronto MGS Europa 2017

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7Email: [email protected]

Domenica 19 Febbraio le Missionarie e i Missionari della Consolata residenti in Castelnuovo don Bosco hanno celebrato la festa del loro Fondatore, Beato Giuseppe Allamano, nella parrocchia dei Santi Castelnovesi. Quest’anno tale

festa è stata preceduta da una breve novena (13-17 febbraio) nella casa natale dell’Alla-mano, dove le Suore missionarie hanno animato la recita del santo Rosario con brani dell’insegnamento del Beato e i Padri hanno celebrato la Messa con brevi richiami alla spiritualità missionaria del loro Fondatore, mettendo in risalto l’importanza dell’edu-cazione ricevuta in famiglia. Sabato sera e domenica tutte le Messe in parrocchia sono state animate dalle Suore missionarie e dai seminaristi e presiedute a turno dai Padri Efrem Baldasso, Stefano Bonifetto e Mario Barbero. La festa dell’Allamano è stata l’occasione per illustrare la visione missionaria di quest’uo-mo umile e riservato che non è mai uscito dall’Italia ma che, ispirato dalla Madonna Consolata, ha sentito la necessità di inviare missionari e missionarie a portare il vangelo di Gesù ai non cristiani cominciando dall’Africa. L’albero dell’Istituto Missioni Conso-lata, piantato dall’Allamano al santuario della Consolata di Torino nel 1901, è presente oggi in circa 20 paesi di quattro continenti. Dopo quel primo gruppetto di uomini e donne del Piemonte molti altri giovani, nei paesi dove i missionari della Consolata lavorano, in Africa, Americhe e Asia, sono stati attratti dall’ideale del Beato “annunce-ranno le mie glorie alle genti” ed hanno fatto proprio il dedicare la loro vita per essere testimoni di consolazione e speranza nel mondo.Dallo scorso ottobre sei giovani seminaristi missionari di vari paesi d’Africa sono pre-senti a Castelnuovo per imparare la lingua italiana che li preparerà a fare i corsi teolo-

La Leva che solleva il mondo

Festa dell’Allamano

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8 Sito: www.parrocchia.eu

gici a Roma. Alla Messa delle 11 uno di loro, Patrick Okwaro del Kenya, ha raccontato come la sua vocazione ad essere missionario iniziò con l’essere chierichetto in parroc-chia dove incontrò un amico che gli ha fatto conoscere l’Allamano e l’ha messo in con-tatto coi missionari della Consolata. Dopo un periodo di discernimento decise di essere missionario nella famiglia del Beato Allamano. Francesca, una pre-novizia delle suore missionarie della Consolata, ha descritto l’Allamano come l’uomo dello STRAordinario nell’ordinario. “Ci chiede di essere STRAfedeli, di STRA-ascoltare l’altro, essere STRA-pazienti e STRA-attenti agli altri. La misura di questo STRA è Gesù e lo si impara alla sua scuola”. La Messa delle 11 è stata solennizzata anche dalla presenza dei coscritti 1999 che fe-steggiavano i loro 18 anni e sono entrati processionalmente in chiesa col loro foulard d’occasione. Un poster recava questa scritta programmatica “DATECI UNA LEVA E SOLLEREVEMO IL MONDO”, programma impegnativo e stimolante.Anche il castelnovese Giuseppe Allamano, ha scoperto una LEVA che gli ha permesso di sollevare il mondo: la passione per Gesù redentore di tutti gli uomini e il dedicare la sua vita perché Gesù sia conosciuto ed amato. Attraverso suoi missionari e missionarie, Giuseppe Allamano continua a “sollevare” tante persone nel mondo, trasmettendo loro una consolazione e speranza.

p. Mario Barbero, IMC

Da Castelnuovo al mondo e viceversa

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9Email: [email protected]

Dal mese di ottobre sei giovani seminaristi africani attraversano le strade di Castelnuovo don Bosco, soprattutto spostandosi dalla Casa Cafasso in via Ali-berti a Casa Allamano in via Marconi e all’oratorio dei Santi Castelnovesi in

via Allamano. Essi sono Augusto dal Mozambico, Bernard, Martin e Patrick dal Kenya, Michael dal Tanzania e Vincent dall’Uganda. Completati i loro studi di filosofia e l’anno di noviziato in Kenya, conclusosi con la professione religiosa dei voti di obbedienza, castità e povertà, essi sono stati destinati a completare i loro studi teologici in Italia. Ma per questo hanno bisogno di familiarizzarsi con la lingua italiana, ecco perché sono ve-nuti proprio al paese natale del loro Fondatore e studiare l’italiano e conoscere l’ambiente dove il nostro Fondatore è nato ed ha mosso i primi passi nella fede. Quattro giorni alla settimana sono occupati, al mattino, con lo studio della lingua, il pomeriggio con lo stu-dio personale e l’inserimento all’oratorio coi ragazzi e catechisti. Essi costituiscono, coi Padri Efrem, Stefano e Mario la comunità dei missionari della Consolata di Castelnuovo. Questo gruppo di seminaristi sono parte dei 29 novizi che nel mese di agosto hanno terminato il loro noviziato in Kenya e sono poi stati inviati a compiere gli studi teolo-gici in Kenya, Sud Africa, Colombia e Brasile, oltre che in Italia. Grazie a Dio infatti in questi anni le forze missionarie del nostro istituto vengono principalmente dall’Africa proprio da quelle zone (Kenya, Etiopia, Tanzania, Mozambico) ove un secolo fa i nostri missionari, mandati dall’Allamano, hanno portato il Vangelo. Giuseppe Allamano che ha sognato la nascita di queste giovani chiese, ispira oggi giovani africani a prendere la

Giovani seminaristi missionari africani a Castelnuovo

Da Castelnuovo al mondo e viceversa

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10 Sito: www.parrocchia.eu

fiaccola della missione e a portarla nel mondo. Da Castelnuovo don Bosco al mondo, dal mondo a Castelnuovo.Ecco la testimonianza di Martin:LA TERRA DEI GIGANTIQuando arrivai a Castelnuovo don Bosco, il 10 ottobre scorso, pensavo che fosse una città come ogni altra. Ero lontano dal pensare che stavo respirando un’aria “santificata”. Studiare una nuo-va lingua non è facile, ma essere a Castelnuovo è un privilegio d’oro. Castelnuovo è un villaggio tranquillo dove uno può avere l’impressione che i suoi abitanti sono in vacanza, o in ferie a motivo della calma che vi regna, ma la realtà è diversa. Castelnuovo è la terra dei Santi e del vino. Il primo bicchiere di vino che uno beve è un frutto magnifico del lavoro di grandi Santi di Castelnuovo. Per me è stato un luogo di vero rinnovamento e ricarica spirituale e una oasi per riaffermare lo scopo della mia vocazione. Questa grande opportunità, per me, di vivere nel paese di don Bosco e Domenico Savio e nelle case del nostro Fondatore Beato Giuseppe Allamano e di San Giuseppe Cafasso, è una sosta per guardare indietro e imparare dalla semplicità di questi giganti della fede e rendermi conto che il Signore, come ha chiamato questi due Santi può anche fare di noi agenti della sua missione. Il soggiorno a Castelnuovo mi ha anche dato la possibilità di vivere con dei confra-telli missionari, i Padri Orazio, Stefano, Mario ed Efrem, che hanno preso cura di noi e ci hanno guidati con affetto paterno. Inoltre le Suore Missionarie della Consolata sono state pure un dono che col loro affetto ci hanno fatto sentire una vera famiglia di fratelli e sorelle dedicati alla missione nella famiglia dell’Allamano. A Castelnuovo don Bosco, infine, ho fatto l’esperienza di comunione e collaborazione tra differenti comunità religiose come si vede dalla buona relazione tra Salesiani e Consolata e anche questo è una sorgente concreta di energia per il nostro rinnovamento spirituale.

160 Anni

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Dio ha donato a Castelnuovo santi grandi e meravigliosi che hanno riempi-to il mondo. Generalmente noi conosciamo questi santi conoscendo quel-lo che hanno fatto. Questi fatti ci abbagliano e ci impediscono molte volte

di andare oltre e di entrare dentro di essi e così sembra che tutto è opera del santo. Lo Spirito del Signore viene messo da parte.Anche Domenico Savio, come sappiamo, ha avuto fatti straordinari, ma proprio perché fatti da un bambino, da un ragazzo non ancora quindicenne è evidente che lo Spirito Santo operava dentro di Lui. Domenico può proclamare le parole della Madonna: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”.Il libro del Siracide nel cap. 24 ha un versetto che dice in modo meraviglioso la si-tuazione di Castelnuovo Don Bosco: “Ho posto le radici in mezzo a un popolo glo-rioso”. La presenza del Signore in questa terra e nei dintorni è veramente eloquente.Una ventina di chiese e di cappelle, innumerevoli edicole, piloni, nicchie con statue della Madonna o di santi testimoniano questa verità.Il testo sacro poco più avanti prosegue: “Io come una vite ho prodotto germogli graziosi”. San Giovanni Bosco, San Giuseppe Cafasso, San Domenico Savio, il Bea-to Giuseppe Allamano, la venerabile Margherita Occhiena, mamma di Don Bosco sono tra i germogli più preziosi riconosciuti dalla Chiesa.Inoltre Castelnuovo annovera tra i suoi figli il Card. Giovanni Cagliero, allievo pre-diletto di don Bosco e primo missionario salesiano, l’arcivescovo mons. Giovanni Battista Bertagna, mons. Francesco Cagliero dei padri della Consolata vescovo mis-sionario in Tanzania, mons. Matteo Angelo Filipello vescovo di Ivrea e tanto altri sacerdoti, religiosi e suore. Castelnuovo don Bosco è ricordato e conosciuto in tutto il mondo, un piccolo paese del Monferrato: il segreto è nel realizzare il sogno che Dio ha su ciascuno, anzi la-sciare che lo Spirito Santo realizzi il sogno del Padre.

Nelle pagine seguenti sono scritte alcune pagine della vita di Domenico Savio lasciataci da don Bosco.La lingua italiana di è quella

dell’autore.

Credo nello Spirito Santo Che è Signore e dà la vita

160 Anni

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San Giovanni di RivaLuoghi e terre dei santi

La famiglia di Domenico era originaria di una frazione di Castelnuovo Don Bosco: Ra-nello Nella frazione sorge una bellissima chiesetta dedicata alla Madonna della Neve. Nei locali adiacenti c’era la scuola elementare frequentata dai ragazzi della frazione.Ecco cosa scrive don Bosco iniziando a scrivere la vita di Domenico.I genitori del giovane, di cui intraprendiamo a scrivere la vita, furono Savio Carlo e Bri-gida di lui consorte, poveri, ma onesti contadini di Castelnuovo d’Asti, paese distante dieci miglia da Torino.

L’anno 1841 il Carlo Savio, trovandosi in gravi strettezze e privo di lavoro, andò con sua moglie a dimorare in Riva, paese distante due miglia da Chieri, e si diede a fare il fabbro-ferraio, mestiere in cui erasi nella sua giovinezza esercitato. A San Giovanni la famiglia trovò una casetta dove abitare e avere anche uno spazio di lavoro. Fabbro lui e sarta la moglie.Il racconto di don Bosco così prosegueMentre dimoravano in questo paese Dio benedisse il loro matrimonio concedendo un figliuolo che doveva essere la loro conso-lazione. La nascita di lui avvenne il 2 di aprile 1842. Quando lo portarono ad es-sere rigenerato nelle acque battesimali, gl’imposero il nome di Domenico, la qual cosa, sebben per sé sia indifferente, tutta-via fu soggetto di alta considerazione pel nostro fanciullo. Lo Spirito Santo prese possesso del suo essere e Domenico per tutta la vita si lasciò guidare e spingere dallo Spirito di Gesù

La terra dei suoi genitori e dei suoi cari

Ranello Morialdo

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13Email: [email protected]

Luoghi e terre dei santi

Compieva Domenico il secondo anno di sua età, quando, per alcune convenienze di famiglia, i suoi genitori deliberarono di ritornare in patria, e andarono a fissare la loro dimora in Murialdo, borgata di Castelnuovo d’Asti. Nella frazione di Mo-

rialdo (in piemontese si scrive Moriald e si pronuncia Muriald) la famiglia Savio giunge quando il nostro Domenico ha un anno e sei mesi e trova alloggio in una casa distante circa duecento metri dalla chiesa della frazione dedicata a San Pietro. Questa chiesa faceva e fa tuttora riferimento alla parrocchia Sant’Andrea di Castelnuovo ed era officiata da un cappellano. Nella stanzetta a destra dell’entrata Domenico fece il catechismo e frequentò le prime classi elementari. Suoi compagni di furono i figli di Bergoglio Giuseppe e Maria, tri-snonni di Papa Francesco che in quel periodo erano mezzadri nella cascina Arnaud poco distante- A Morialdo lo Spirito Santo lavorò profondamente nel cuore di Domenico e lui, come Maria disse di sì allo Spirito. Don Bosco ci dice che Domenico era di indole buona, ma questo non è sufficiente a spiegare il modo di comportarsi e di vivere di Domenico. Era lo Spirito Santo che libero di lavorare nel cuore di Domenico compiva grandi cose.Nel racconto di don Bosco vediamo che lo Spirito Santo muoveva il nostro Domenico«Fin dalla più tenera età, affermano i suoi genitori, nella quale per mancanza di riflessione i ragazzi sono un disturbo ed un cruccio continuo per le madri; età in cui tutto voglio-no vedere, toccare e per lo più guastare, il nostro Domenico non ci diede mai il minimo dispiacere. Non solo era ubbidiente, pronto a qualsiasi nostro comando, ma studiava di prevenire le cose, che egli scorgeva tornar a noi di gradimento.» Erano poi curiose e nel tempo stesso piacevoli le accoglienze che faceva al padre quando il vedeva giungere a

Morialdo

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14 Sito: www.parrocchia.eu

casa, dopo i suoi ordinari lavori. Correva ad incontrarlo e presolo per mano e talor saltan-dogli al collo, caro papà, gli diceva, quanto siete stanco! non è vero? voi lavorate tanto per me ed io non sono buono ad altro che a darvi fastidio; io pregherò il buon Dio che doni a voi la sanità, e che mi faccia buono. Così dicendo lo accompagnava in casa, gli presentava la sedia o lo scanno perché vi si sedesse; gli teneva compagnia e gli faceva mille carezze. Questo, dice il padre, era per me un dolce conforto nelle mie fatiche, ed io era come impa-ziente di giungere a casa per imprimere un tenero bacio al mio Domenico, che possedeva tutti gli affetti del mio cuore. Cominciò egli pure a venire alla scuola, e poiché era fornito d’ingegno ed era assai diligente nell’adempimento dei suoi doveri fece in breve tempo no-tevole progresso nello studio. Egli era costretto a conversare con giovani discoli e divagali, ma non mi è mai accaduto di vederlo in contesa. Che se fosse avvenuto qualche alterco, egli, sopportando con pazienza gli insulti dei compagni, tosto da loro si allontanava. Né mi ricordo di averlo veduto a prendere parte a divertimenti pericolosi, a dare il minimo disturbo nella scuola.Anzi molti compagni lo invitavano ad andare seco loro a far delle burle a persone di età avanzata, a scagliar sassi, a rubar frutta altrui o a cagionar guasti nelle campagne; ma egli destramente sapeva disapprovare la loro condotta e si rifiutava dal prendervi parte. Deside-rava essere il più possibile vicino a Gesù La pietà già dimostrata pregando sul limitare della Chiesa non venne meno col crescere degli anni. Di cinque anni egli aveva già imparato a servire la santa Messa e la serviva devotissimamente. Ogni giorno vi andava, e se altri vole-va servirla, egli la sentiva, altrimenti vi si prestava con un contegno il più edificante. Sicco-me era giovane di età e piccolo di statura, non poteva trasportare il messale; ed era cosa curiosa il vederlo avvicinarsi ansioso all’al-tare, levarsi sulla punta dei piedi, tendere quanto poteva le piccole braccia, fare ogni sforzo per toccare il leggio. Se il sacerdote od altri avesse voluto fargli la cosa più cara del mondo, doveva, non già trasportare il messale, ma solo avvicinargli il leggio tan-to che lo potesse raggiungere, ed allora egli con gioia lo portava all’altro lato dell’altare.

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15Email: [email protected]

Prima ComunionePrima confessione nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea

Nella chiesa parrocchiale del paese dopo la prima confessione ricevette anche la prima Comunione l’8 aprile 1849.Nulla mancava a Domenico per essere ammesso alla prima comunione. Sa-

peva a memoria tutto il piccolo catechismo; aveva chiara cognizione di questo augusto sacramento, e ardeva del desiderio di accostarvisi; soltanto l’età se gli opponeva, sicché il Cappellano esitava a promuoverlo.Ne domandò anche consiglio ad altri sacerdoti e fu ammesso a partecipare per la pri-ma volta del cibo degli Angeli.La vigilia del giorno fissato per la comunione chiamò la sua genitrice: mamma, le dis-se, domani vo a fare la mia comunione; perdonatemi tutti i dispiaceri che vi diedi nel passato: per l’avvenire vi prometto di essere molto più buono. Al mattino di quel me-morando giorno si levò per tempo e, vestitosi de’ suoi abiti più belli, andò alla chiesa, Tra le confessioni, preparazione e ringraziamento della comunione la funzione durò cinque ore. Domenico entrò il primo in chiesa e ne uscì l’ultimo. In tutto quel tempo egli non sapeva più se fosse in cielo o in terra. Quel giorno fu per lui sempre memo-rabile. Si scrisse alcuni ricordi che conservava gelosamente in un libro di divozione e che spesso leggeva. Io ho potuto averli tra le mani e li inserisco qui nella sua originale semplicità. Erano di questo tenore: «Ricordi fatti da me Savio Domenico l’anno 1849 quando ho fatta la prima comu-nione essendo di 7 anni. 1° Mi confesserò molto so-

vente e farò la comunione tutte le volte che il confessore mi dà licenza.

2° Voglio santificare i giorni festivi. 3° I miei amici saranno Gesù e

Maria. 4° La morte ma non peccati.» Questi ricordi, che spesso an-dava ripetendo, furono come la guida delle sue azioni sino alla fine della vita.

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16 Sito: www.parrocchia.eu

Alla scuola di Castelnuovo

Don Bosco, avendo avuto anche lui quell’esperienza indugia nel raccontarci il cammino di Domenico a CastelnuovoCompiute le prime scuole, Domenico avrebbe già dovuto molto prima essere

inviato altrove per proseguire i suoi studi, il che non poteva fare in una cappellania di campagna. Ciò desiderava Domenico, ciò pure stava molto a cuore ai suoi genitori. Ma come effettuarlo mancando affatto i mezzi pecuniari?Il suo vivo desiderio di studiare gli fece superare ogni difficoltà e si risolse di recarsi alla scuola municipale del paese, sebbene vi fosse la distanza di quasi due miglia.Una persona alquanto attempata vedendo un giorno Domenico solo andare a scuola alle due pomeridiane, mentre sferzava un cocente sole, quasi per sollevarlo gli si avvicinò e gli tenne questo discorso: - Caro mio, non temi di camminar tutto solo per queste strade?- Io non sono solo, ho l’angelo custode che mi accompagna in tutti i passi.- Almeno ti sarà penosa la strada per questo caldo dovendola fare quattro volte al giorno!- Niente è penoso, niente è fatica quando si lavora per un padrone che paga molto bene.- Chi è questo padrone?- E Dio creatore, che paga un bicchier d’acqua dato per amor suo.Quella medesima persona raccontò tale episodio ad alcuni suoi amici.Nell’andare e venire da scuola egli corse un grave pericolo per l’anima a motivo di alcuni compagni.Sogliono molti giovanetti nei caldi estivi andarsi a bagnare ora nei fossi, ora nei ruscelli, ora negli stagni e simili.Parecchi condiscepoli del Savio avevano l’abitudine di andarvi; e non paghi di andarvi essi stessi volevano condurre con loro anche lui. Due dei più disinvolti e ciarlieri un giorno gli dissero:- Domenico, vuoi venire con noi a fare una partita?- Che partita? - Una partita a nuotare. -- Oh no! io non ci vado, non sono pratico, temo di morire nell’ acqua.- Vieni, fa molto piacere. Quelli che vanno a nuotare non sentono più il caldo, hanno

molto buon appetito, ed acquistano molta sanità.- Ma io temo di morire nell’acqua.

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- Oibò, non temere: noi ti insegneremo quanto è necessario; comincerai a vedere, come facciamo noi e poi farai tu altrettanto. Tu ci vedrai a camminare nell’acqua come pesci, e faremo salti da gigante.

- Ma non è peccato l’andare in quei luoghi?- Niente affatto; anzi ci vanno tutti.- L’andarvi tutti non dimostra che non sia peccato.- Se non vuoi tuffarti nell’ acqua, co-mincerai a vedere gli altri.- Se è male andare, credo che sia an-

che male il vedere gli altri. - Basta; io sono imbrogliato, e non so che dire.

- Vieni, vieni: sta sulla nostra parola; non c’ è male e noi ti libereremo da ogni pericolo.- Prima di fare quanto mi dite, voglio

domandare permesso a mia madre: se ella mi dice di sì, ci andrò; altri-menti non ci vado.

- Sta zitto, minchione, por carità non dirlo a tua madre; essa non ti lascerà certamente venire, anzi lo dirà ai nostri genitori e saremo tutti casti-gati.

- Oh! se mia madre non mi lascia an-dare, è segno, che è cosa malfatta; perciò non ci vado, né statemi più a parlare di nuoto, poiché se tal cosa dispiace ai vostri genitori, voi non dovreste più farla; perché il Signore castiga quei figliuoli che fanno cose contrarie ai voleri del padre e della madre. -

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L’incontro di Don Bosco ai Becchi

Sul finir dell’anno 1852 i genitori di Domenico da Murialdo andarono a fissar la loro dimora in MondonioTra i fatti speciali il suo maestro don Cugliero annovera il seguente:

«Un giorno fu fatta una mancanza tra i miei allievi e la cosa era tale che il colpevole meritava l’e-spulsione dalla scuola: I delinquenti prevengono il colpo e portandosi dal maestro si accordano di gettare tutta la colpa sopra il buon Domenico. Io non poteva risolvermi a crederlo capace di tale mancanza; ma gli accusatori seppero dare tale colore di verità alla calunnia, che vi dovetti credere. Entro adunque nella scuola giustamente sdegnato pel disordine avvenuto; parlo del colpevole in genere; poi mi volgo al Savio, e tal fallo, gli dico, bisognava che fosse commesso da te? non meri-teresti di essere sull’i-stante cacciato dalla scuola? Buon per te che è la prima che mi fai di questo genere, altrimenti ... fa che sia pur l’ultima.» Domenico avrebbe potuto dire una sola parola in di-scolpa, e la sua innocenza sarebbe stata conosciuta. Ma egli tacque: chinò il capo, e a guisa di chi è con ragione rimproverato, più non alzo gli occhi.Ma Dio protegge gli innocenti; e il dì seguente furono scoperti i veri colpevoli e così palesata l’in-nocenza di Domenico. Pieno di rincrescimento per i rimproveri fatti al sup-posto colpevole lo presi da parte, e, Domenico, gli dissi, perché non mi hai subito detto che tu eri innocente? Domenico ri-spose: perché quel tale essendo già colpevole di altri falli sarebbe forse stato cacciato di scuola, dal canto mio sperava di essere perdonato essendo la prima mancanza di cui era ac-cusato nella scuola; d’altronde pensava anche al nostro Divino Salvatore, il quale fu ingiusta-mente calunniato.Tacqui allora, ma tutti ammira-rono la pazienza del Savio, che aveva saputo render bene per male, disposto a tollerare anche un grave castigo a favore del medesimo calunniatore».

Alla scuola di Mondonio

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Don Bosco nel 1854, come ogni anno portava i suoi ragazzi ai Becchi in occasione della Madonna del rosario, incontrò per la prima volta Domenico.Il primo lunedì d’ottobre di buon mattino vedo un fanciullo accompagnato da

suo padre che si avvicina per parlarmi. – Il volto suo ilare, l’aria ridente, ma rispettosa, trassero verso di lui i miei sguardi.Chi sei, gli dissi, onde vieni? Io sono, rispose, Savio Domenico, di cui le ha parlato D. Cu-gliero mio maestro, e veniamo da Mondonio.Allora lo chiamai da parte, e messici a ragionare dello studio fatto, del tenore di vita fino allora praticato, siamo tosto entrati in piena confidenza egli con me, io con lui.Conobbi in lui un animo tutto secondo lo spirito del Signore, e rimasi non poco stupito considerando i lavori che la Grazia divina aveva già operato in quel tenero cuore.Dopo un ragionamento alquanto prolungato, prima che io chiamassi il padre, mi disse queste precise parole: ebbene che glie ne pare? mi condurrà a Torino per studiare?Bene: ora voglio provare se hai bastante capacità per lo studio: prendi questo libretto (era un fascicolo delle letture cattoliche), di quest’oggi studia questa pagina, domani ritornerai per recitarmela. Ciò detto lo lasciai in libertà perché andasse a trastullarsi con altri gio-vani, indi mi posi a parlare col padre. Passarono non più di otto minuti quando ridendo si avanza Domenico e mi dice: se vuole, recito adesso la mia pagina. Presi il libro e con mia sorpresa conobbi che non solo aveva let-teralmente studiato la pagina assegnata, ma che comprendeva benissimo il senso delle cose in essa contenute. Bravo, gli dissi, tu hai anticipato lo studio della tua lezione ed io anticipo la risposta. Si; ti condurrò a Torino e fin d’ora sei annoverato tra i miei cari figliuoli; comincia anche tu fin d’ora a pregare Iddio affinché aiuti me e te a fare la sua santa volontà. Non sapendo egli come esprimere meglio la sua contentezza e la sua gratitudine mi prese la mano, la strinse, la baciò più volte e infine disse: l’assicuro che non avrà a lagnarsi della mia condotta.

L’incontro di Don Bosco ai BecchiLa cappella del Rosario

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Ecco un fatto non raccontato da don Bosco, ma dalla sorella sotto giuramento in occasione del processo di beatificazione canonizzazione.Si racconta che il 12 settembre del 1856 Domenico avesse chiesto a Don Bo-

sco il permesso speciale di recarsi dalla mamma asserendo che stesse male e che la Madonna volee aiutarla a guarire. La mamma, a gravidanza oramai a termine, era davvero in condizioni critiche, prostrata da dolori per i quali non si riusciva a trovare rimedio. Quando Domenico si trovò al suo capezzale, espresse il desiderio di abbracciarla. Appena Domenico si allontanò, la madre non avvertì più alcuna sof-ferenza. Intanto era arrivato anche il medico che constatò la miracolosa guarigione della donna. Le vicine di casa che erano accorse ad aiutare la partoriente e che aveva-no assistito alla regressione improvvisa di tutte le sofferenze della donna, rimasero disorientate e sorprese e mentre l’aiutavano a vestirsi le notarono intorno al collo un nastro a cui era legato un pezzo di seta piegato e cucito come un abitino di cui non riuscivano a spiegarsi la provenienza. La madre intuì che era stato il figlio Domeni-co a metterle “l’abitino” al collo. Nel frattempo Domenico era passato dalla nonna a Ranello. Tornato a Torino era andato da Don Bosco per ringraziarlo di avergli con-cesso di far visita alla madre e si racconta che avesse pronunciato tali parole: “Mia madre è guarita: l’ha fatta guarire la Madonna che le ho messo al collo”. La madre mise alla luce una bella bambina che fu bat-tezzata il giorno seguente con il nome di Maria Caterina e Domenico stesso le fece da padrino. Prima di morire, il giovane raccomandò alla mamma di conservare con ogni attenzione “l’abitino della Ma-donna” e di darlo in prestito alle donne che si fossero trovate nelle sue stesse condizioni di pericolo perché di sicuro la Madonna le avrebbe salvate precisando di imprestarlo gratuitamente senza pre-tendere nulla in cambio.Domenico Savio è il patrono delle mam-me in attesa di un bambino.

L’abitino di Domenico Savio Ritorno a Mondonio…

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Ritorno a Mondonio…Ultimi giorni

Ecco il racconto di Don Bosco. Partiva il nostro Domenico da Torino il primo di marzo alle due pomeridiane in compagnia di suo padre, Giunto a casa per quattro giorni non si pose a letto. Ma veduto che gli si diminuivano le forze e l’appetito,

e che la tosse si mostrava sempre più forte fu giudicato bene di mandarlo a farsi visitare dal medico. Questi trovò il male assai più grave che non appariva. Comandò che andasse a casa e si mettesse tosto a letto e giudicando che fosse malattia d’infiammazione fece uso dei salassi Nel linguaggio medico il salasso è la sottrazione di una cospicua quantità di sangue da una vena periferica per ridurne la massa in circolazione. È proprio dell’età giovanile il provar grande apprensione per i salassi. Perciò il chirurgo nell’atto di comin-ciare l’operazione esortava Domenico alla pazienza ed al coraggio. Egli si pose a ridere e disse: che è mai una piccola puntura in confronto dei chiodi piantati nelle mani e nei piedi dell’innocentissimo nostro Salvatore? Guidato dal pensiero che e meglio prevenire i sacra-menti, che perdere i sacramenti, chiamò suo padre:- papà! gli disse, è bene che facciamo un consulto col Medico Celeste. Io desidero di confessarmi e di ricevere la santa comunione. La sua pazienza fu esemplare in tutti gl’incomodi sofferti nel corso della vita; ma in que-sta ultima malattia egli apparve un vero modello di santità. Prendeva con indifferenza i rimedi anche i più disgustosi; si sottomise a dieci salassi senza dimostrare il minimo risentimento. Dopo quattro giorni di malattia il medico si rallegrò coll’infermo, e disse ai parenti: ringraziamo la divina Provvidenza, siamo a buon punto, il male è vinto, abbiamo soltanto bisogno di fare una giudiziosa convalescenza. Godevano di tali parole i buoni genitori. Domenico però si pose a ridere e soggiunse: il mondo è vinto, ho soltanto bisogno di fare una giudiziosa comparsa davanti a Dio. Egli rispondeva a ciascuna occorrenza, ma con tale chiarezza di voce e giustezza di concetti, che noi l’avremmo detto in perfetto stato di salute. Eravamo al 9 di marzo, quarto di sua malattia, ultimo di sua vita. Lle sue forze erano interamente prostrate, perciò gli fu data la benedizione papale. Disse egli stesso il con-fesso, rispondeva a quanto diceva il sacerdo-te. Quando sentì a dirsi che con quell’atto re-ligioso il Papa gli compartiva la benedizione apostolica coll’indulgenza plenaria, provò la più grande consolazione. Deo gratias andava dicendo, et semper Deo gratias.

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Era la sera del nove marzo, egli aveva già ricevuto tutti i conforti di nostra santa cattolica religione. Chi l’udiva soltanto a parlare e mirava la serenità del volto avrebbe in lui ravvisato chi giace a letto per riposo. L’aria allegra, gli sguardi

tuttora vivaci, piena cognizione di se stesso, erano cose che facevano tutti meravigliare e nessuno fuori di lui poteva persuadersi che egli si trovasse in punto di morte.Un’ora e mezzo prima che tramandasse l’ultimo respiro il prevosto l’andò a visitare, e al vederne la tranquillità lo stava con stupore ascoltando a raccomandarsi l’anima. Egli faceva frequenti e prolungate giaculatorie, che tendevano tutte a manifestare il vivo di lui desiderio di andare presto al cielo. Quale cosa suggerire per raccomandar l’anima ad agonizzanti di questa fatta? Dopo aver recitato con lui alcune preghiere il parroco era per uscire, quando Savio lo chiamò dicendo: Signor prevosto, prima di partire mi lasci qualche ricordo.

Gli ultimi momenti di Domenico

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- Per me, rispose, non saprei più che ricordo lasciarti.- Qualche ricordo, che mi conforti- Non saprei dirti altro se non che ti ricordi della passione del Signore.Deogratias, rispose, la passione di nostro Signor Gesù Cristo sia sempre nella mia men-te, nella mia bocca, nel mio cuore. Gesù, Giuseppe e Maria assistetemi in questa ultima agonia; Gesù Giuseppe e Maria spiri in pace con voi l’anima mia. Dopo tali parole si addormentò e prese mezz’ ora di riposo. Quindi svegliatosi volse uno sguardo ai suoi parenti:-papà, disse, ci siamo.- Eccomi, figliuolo mio, che ti abbisogna?- Mio caro papà, è tempo; prendete il mio Giovine provveduto [libro di preghiere scritte e raccolte da don Bosco] e leggetemi le preghiere della buona morte.A queste parole la madre ruppe in pianto e si allontanò dalla camera dell’infermo. Al padre pure scoppiava il cuore di dolore, e le lagrime gli soffocavano le parole; tuttavia si fece coraggio e si mise a leggere quella preghiera. Egli ripeteva attentamente e distin-tamente ogni parola, ma in fine di ciascuna parte voleva dire da solo: Misericordioso Gesù, abbiate pietà di me. Giunto alle parole: Quando finalmente l’anima mia compa-rirà davanti a voi, e vedrà per la prima volta lo splendore immortale della vostra maestà; non la rigettate dal vostro cospetto; ma degnatevi di ricevermi nel seno amoroso della vostra misericordia, affinché io canti eternamente le vostre lodi. Ebbene, soggiunse, questo è appunto quello che io desidero. Oh caro papà, cantare eternamente le lodi del Signore! Dopo parve prendere di nuovo un po’ di sonno a guisa di chi riflette profonda-mente a cosa di grande importanza. Di lì a poco si risvegliò e con voce chiara e ridente:-addio, caro papà, addio: il prevosto voleva ancora dirmi altro, ed io non posso più ri-cordarmi ... Oh! che bella cosa io vedo mai ...Così dicendo e ridendo con aria di paradiso spirò colle mani giunte innanzi al petto in forma di croce senza fare il minimo movimento.Va pure, anima fedele al tuo Creatore. Il cielo ti è aperto, gli angeli ed i santi ti hanno preparata una gran festa; quel Gesù che tanto amasti t’invita e ti chiama dicendo: Vieni, servo buono e fedele, vieni, tu hai combattuto, hai riportato vittoria, ora vieni al posses-so di un gaudio che non ti mancherà mai più: intra in gaudium Domini tui.

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È il tema che ha caratterizzato la “FESTA DEI CORI”. La manifestazione si è svolta il 19 novembre 2016 a Castelnuovo Don Bosco, nella chiesa dei Santi Castelnove-si, alla presenza delle autorità civili e religiose dei Paesi coinvolti.

Ha aperto la serata “IL CORO DELL’ALLEGRIA”, nato nell’ambito del Progetto di Con-tinuità tra Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria.I bambini si sono cimentati in “sarà Natale se…” e “Batti le Ali”, suscitando un senso di tenerezza tra gli spettatori e gratitudine per le insegnanti che hanno voluto rendere partecipe di tale progetto tutta la comunità. Si sa quanto i bambini sappiano essere esplosivi nella gioia!Chi meglio di loro, quindi, sa gridare un grande grazie a Dio? E’ ciò che hanno fatto “I BERRETTI GIALLI” con il canto “Ritmate sui tamburi” rivolgendo a Lui l’inno di lode e di ringraziamento per la Sua fedeltà ed il Suo eterno amore.Il GRAZIE a Dio è stato ribadito all’infinito durante la serata, in una calda atmosfera di famiglia dai cori successivi:CORO DI ARIGNANOCORO DI SCIOLZECORO DI CASTELNUOVO DON BOSCOCORO DI MONCUCCO TORINESE E LAURIANOOspite della serata il “Coro dei Missionari della Consolata” che ha strappato lunghi e sonoro applausi Insomma, una vera festa…da ricordare.“Tua Signore è la Grazia, la potenza e la gloria. Senza fine canteremo, senza fine cante-remo, senza fine canteremo a Lui” dice un canto dei coristi di Castelnuovo.“E allora (non perdiamo tempo), diamoci la mano e tutti insieme camminiamo” per cantare ogni giorno il nostro grazie a Dio

Agnese

Festa dei cori

Ti dirò grazie Custodia del creato

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Se si parla di tigli vengono subito in mente i magnifici viali alberati e profuma-tissimi a fine primavera. Ma a scopo ornamentale viene utilizzata una specie di tiglio di origine americana, dalle foglie molto grandi ed anche facilmente

pollonante dalla base del tronco. Il tiglio cordato è invece la specie autoctona delle nostre colline, ma è uno degli alberi più rari, sporadico qua e là.Le foglie quoriformi sono molto più piccole ed è veramente bello e maestoso, tanto che viene sovente piantato in parchi e giardini. I fiori sono riuniti in fascetti, odorosi e por-tati da una brattea membranacea che sarà utilissima con il vento per la diffusione dei semi. Inoltre i fiori sono melliferi e godono di proprietà medicinali. Mi piace ricordare che nel legno appena morto del tiglio selvatico si può svilup-pare la larva del magnifico coleottero Buprestide Lampra rutilante (Lamprodila rutilans), dal colore verde brillante macchiettato di nero e bordato di rosso. Inset-to segnalato anche per la collina di Torino dove i tigli selvatici sono abbastanza diffusi. Il genere Lamprodila ha avuto una vita sistematica piuttosto travagliata con la creazione di molti sinonimi, uno di questi è ad es. Scintillatrix, proprio a testimoniare la brillantezza dei suoi colori. Questi colori sono dovuti ad un particolare fenomeno fisico di rifrazio-ne della luce e non a pigmento. Questi insetti sono particolarmente dif-fusi in oriente, tutti bellissimi e con nomi approppriati: bella, cupreosplendens, festiva, gloriosa, magnifica, nobilissi-ma, praetiosa, pulchra, refulgens… a testimonianza dell’ammirazione che hanno avuto questi coleotteri da parte degli entomologi e non solo.

Domenico

Custodia del creatoCustodia del creato

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Pellegrinaggi

Festa di Don Bosco

Natale 2017C’eri anche tu?

“È la festa più significativa per presentare alla Comunità i bambini della Pri-ma Confessione! In quel lontano 8 maggio 1841, Don Bosco affidò i suoi ragazzi alla Madonna, sicuro che li avrebbe accolti e protetti sotto il suo

celeste manto. E in questo giorno, 8 dicembre 2016 , la nostra Chiesa ha pregato Maria in maniera speciale: dopo la Santa Messa, nel cortile dell’Oratorio, come in ogni altro cortile salesiano, si è costituito il Cerchio Mariano. I fedeli erano così numerosi da occu-pare tutto il perimetro del campo da calcio, E al centro, chi poteva esprimere meglio il ringraziamento a Maria per la sua materna protezione? Loro, i ragazzi che si preparano alla 1° confessione. Erano tutti al centro, con i pugni ben stretti, sicuri della sorpresa finale.Ave o Maria, piena di Grazia, il Signore è con Te. Tu sei benedetta fra tutte le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi pec-catori adesso e nell’ora della nostra morte…Piegati sulle gambe, per imprimere maggiore forza all’Amen, ecco il lancio dei corian-doli bianchi salire verso la nostra Mamma Celeste, strappando l’applauso di tutti i fede-li riuniti in preghiera. Grazie Mamma! Veglia sempre su di noi.

Agnese

Una bella celebrazione nella Chiesa parrocchiale di Sant’Andrea. Siamo saliti come i pa-stori verso la grotta. Abbiamo trovato in piazza il bambino in braccio a Maria e Giuseppe, at-torniati dagli angioletti. In Chiesa al Gloria abbiamo deposto Gesù nel bellissimo prese-pio. Al termine gli auguri innaffiati dal vin brulè accompagnato dal panettone. A chiu-dere le feste natalizie la Cantata al presepe

C’eri anche tu?

8 dicembre: l’Immacolata

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PellegrinaggiProssimi appuntamenti…

CARNEVALE - Lunedì 28 febbraio

Domenica 5 Febbraio

Festa di Don Bosco

Una festa molto bella e partecipata. Don Luca Barone ha presieduto la Santa Messa. Al termine ci siamo trasferiti in piazza don Bosco per un omaggio al nostro

santo. Un aperitivo offerto dalla Proloco sot-to l’ala ha terminato questa prima parte della giornata. Il pranzo condiviso ha preceduto un pomeriggio di giochi preparato dai nostri ani-matori e dai ragazzi.

Nel tardo pomeriggio tutto l’oratorio brulicava di bambine, di ragazzi e di genitori. In alle-gra compagnia si festeggiava il carnevale 2017. I nostri animatori hanno preparato, come al solito, dei bellissimi ed interessanti giochi. Canti e balli di gruppo hanno riempito il pome-riggio. Una generosa merenda ha fatto di sfondo al pomeriggio. Martedì 29, ci siamo trasferiti in piazza Dante: Un bellissimo spettacolo con le marionette ha tenuto tutti i bambini con l’oc-chio fisso sui burattini, I nostri animatori han-no preparato vari giochi da cortile. Tra tutti pri-meggiava la tradizionale rottura delle pignatte.

29-30 APRILE/01-02-03 MAGGIO 2017 - Pellegrinaggio in NormandiaLisieux (Santa Teresa di Gesù Bambino) ed a Mont Saint Michel, visita di Giel Don Bosco dove adesso presta la sua opera don Hubert, alle spiagge dello sbarco …e altro08 LUGLIO 2017 - Pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Corona(Lago di Garda) e sosta sul lago al pomeriggio19 AGOSTO 2017 - Una giornata in montagna & 14 OTTOBRE 2017 - Una giornata al mare

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Dall’Amministrazione Comunale

Informa Comune

Trattati di Roma che hanno costruito l’Europa 25 marzo 195760 anni dalla firma dei trattati che hanno portato alla costituzione dell’Unione Europea. L’Europa, non è un nuovo Stato nazionale, l’Europa è lavorare insieme ai popoli che vivono il nostro continente, per ritrovare un’unione, una forza, un senso civico volto al progresso di tutti i cittadini: un progresso che deve essere morale, sociale, economico, politico. Fare-mo memoria con i ragazzi delle scuole di Castelnuovo don Bosco, di questo evento, il 30 marzo 2017 nella sala del Consiglio comunale.

Rifiuti I Castelnovesi e coloro che hanno la seconda casa e le attività nel nostro comune, nel 2016 hanno prodotto rifiuti, secondo questa tipologia: Imballaggi e plastiche: 201.812 kg; Carta e cartone: 211.300 kg; Organico e rifiuti biodegra-dabili: 382.581 Kg; Medicinali: 475 Kg; Indifferenziati: 451,270 Kg.

Attenzione ai furti Persone non qualificate, anche ragazzi, si presentano come distributori di sacchetti per ri-fiuti da parte del comune, o da parte di aziende quali Enel, Gas metano, ecc. Non aprire la porta di casa e porgere la massima attenzione. Potrebbero essere ladri o delinquenti.

Bilancio economicoÈ stato predisposto il bilancio economico del comune per l’anno 2017. Pareggia sempre sui 3,5 milioni di euro. Sempre più rigido, sempre più dipendente da vincoli e imposizioni di Legge. Le tasse e le imposte sono le stesse dell’anno scorso e di due anni fa. Il Governo na-zionale ha infatti imposto un blocco della tassazione alle aliquote e imposte precedenti. E’ praticamente impossibile svolgere degli investimenti con gli attuali vincoli soprattutto le-gati agli spazi finanziari disponibili date le rigidità della spesa. I dati del bilancio, saranno visionabili sul sito del comune. L’unica, reale possibilità sarebbe quella di lavorare insieme con i comuni che fanno parte dell’Unione dei comuni a cui questo ente aderisce. Infatti sono le Unioni di Comuni che hanno deroghe per assunzione di mutui, per minori vincoli di finanza pubblica. Ma occorre creare sinergie, collaborazioni ampie e profonde che ancora spaventano troppo le amministrazioni locali preoccupate di perdere ulteriormente, quel poco di autonomia che dispongono. La storia intanto va avanti.

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29Email: [email protected]

Telecamere Stiamo approntando l’installazione di telecamere sul territorio. È un primo intervento per porre degli occhi elettronici agli ingressi di Castelnuovo don Bosco e di Mondonio, alfine di prevenire eventuali furti ovvero verificare eventuali malintenzionati o delinquenti che circolano sulla nostra area, per poterli perseguire. Anche questo è un tentativo di maggiore controllo e di potenziale prevenzione.

San Domenico Savio Altro anniversario: 160 anni dalla morte, il 9 marzo 1857 e 175 anni dalla nascita. Un ricordo importante per la nostra Comunità, che vogliamo celebrare con la Parrocchia di S. Andrea, con la Parrocchia di S. Maria e S. Domenico Savio di Mondonio, con il comune di Riva presso Chieri, dove è nato, e con la Comunità del Colle don Bosco, per i legami che questo Santo ebbe con don Bosco e la famiglia Salesiana.

Pro Loco Elezioni del nuovo Consiglio della Pro Loco Castelnuovo don Bosco a febbraio 2017. È stata eletta nuova Presidente, Elisa Conte, già tenace collaboratrice dell’associazione. Un grazie di cuore a Ylenia Carlucci, che per motivi di famiglia, lascia l’incarico di Presidente ma è stata nominata Tesoriere, senza abbandonare del tutto il gruppo, che da anni gestisce le feste e le manifestazioni più importanti della nostra Comunità. Auguri ai nuovi e grazie di cuore a coloro che si dedicheranno a nuove attività.

TrasparenzaDa un po’ di anni il Comune è obbligato a pubblicare tutti i dati che lo riguardano sul sito internet del comune: www.comune.castelnuovodonbosco.at.it . Il dlgs 33/2013 e il nuovo d.lgs.97/2016 regolano tali pubblicazioni. Tutte le decisioni della Giunta, del Consiglio e del Sindaco debbono essere pubblicate nello spazio apposito denominato “Amministrazione Trasparente”, a disposizione di tutti.

BUONA PASQUA dall’Amministrazione Comunale !Giorgio Musso sindaco, Antonio Rago, vice sindaco, Maria Molino, Pietro Lorenzon, Federica Di Domenico, assessori, Daniela Fassino, Angelo Turco, Silvio Musso, Valter Rosso, consiglieri.

Dall’Amministrazione Comunale

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Nel Signore si sono unitiMatrimoni

Battesimi

Sono diventati Figli di Dio Fratelli di Gesù

Zolla Stefano26/12/2016

Massimo Volpatto e Silvia Pegoraro21/01/2017

Matteo Faccio ed Alberta Crosazzo11/02/2017

Aiassa Carlotta07/01/2017

Carboni Cassandra06/01/2017

Mattia Tugulu19/11/2016 a Castelsardo

Botta Francesco15/02/2017

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Defunti

Nella Casa del Padre

Sono venuti a mancare all’affetto dei loro cari:Moglia Giuseppina ( 10/11/1924 25/11/2016)Dosi Anna ( 08/12/1930 27/12/2016)Cambassi Elena ( 13/02/1926 22/02/2017)Santena Michelina ( 24/03/1922 23/02/2017)

La Torre Vito 12/10/1950 02/03/2017

Marsiglia Roberto 02/10/1928 13/03/2017

Vicentini Santina 10/01/1936 05/03/2017

D’Arquarica Oscar 09/04/1956 25/01/2017

Negri Laura 08/02/1950 24/02/2017

Lano Ernesta 19/03/1924 19/02/2017

Agostina Savio 04/11/1927 09/12/2016

Pasinato Michelina 10/04/1920 02/01/2017

Michaux Lucien 03/11/1927 19/12/2016

Vianelli Emilio 01/01/1943 05/12/2016

CONGRATULAZIONI ED AUGURI Martina Graglia ha conseguito la laurea di dott.ssa in Scienze Gastronomiche presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

Page 32: Comunità Parrocchiale S. Andrea Apostolo · Molti giovani vivono e sentono così il loro domani, mentre invece dovrebbe essere motivo di grinta, di entusiasmo e di determinazione

Date e festivitàda non dimenticare

Venerdì 7 Aprile 2017 Ore 21:00 Rappresentazione storico religiosa per le vie del centro storico della Via

Crucis con l’animazione del Gruppo storico di Castelnuovo.

Domenica della Passione del Signore - 9 Aprile 2017Ore 10:30 Inizio della processione delle Palme da Piazza Don Bosco, segue Santa Mes-

sa ai Santi Castelnovesi.

SETTMANA SANTA (Settimana comunitaria dei giovani in Oratorio)Giovedì Santo - 13 Aprile 2017Festa della “24 ORE NO STOP” dalle ore 17:00 (Chiesa dei Santi Castelnovesi)Ore 21:00 Celebrazione della Cena del Signore con Lavanda dei piedi (3a media). Ritiro

4a elementare ragazzi e genitori - Adorazione tutta la notteVenerdì Santo - 14 Aprile 2017Festa del perdono 24 ORE NO STOP fino alle ore 17.00 (Chiesa dei Santi Castelnovesi)Ore 21:00 celebrazione della Passione del Signore - Ritiro 3a element. ragazzi e genitoriSabato Santo - 15 Aprile 2017Veglia Pasquale - Confessioni ai Santi CastelnovesiOre 21:00 Solenne celebrazione della Veglia Pasquale con la benedizione del fonte

battesimale a Sant’AndrealeDomenica di Pasqua di Resurrezione - 16 Aprile 2017Orario Festivo delle sante Messe

Lunedì dell’Angelo - 7 Aprile 2017Sante Messe ore 09:00 a Sant’Andrea, ore 11:00 e 18:00 ai Santi Castelnovesi

MESE DI MAGGIODomenica 7 maggio - Festa di San Domenico SavioPresso il Santuario della Madonna del CastelloOre 11:00 Prime comunione in Sant’Andrea ove Domenico fece la sua prima comunione

Sabato 20 maggio 2017Chiusura dell’anno catechistico a MorialdoNel pomeriggio camminata da Mondonio a San PietroProcessione da San Pietro con la statua di San Domenico Savio alla Cappella del Rosario dei Becchi (davanti alla casa dell’infanzia di Giovannino Bosco

Sabato 28 maggio 2017Al Colle Don Bosco processione di Maria Ausiliatrice